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EDITORIALE/EDITORIAL LE CONSEGUENZE DEL CORONAVIRUS/THE CONSE QUENCES OF THE CORONAVIRUS di Armando Martin
LE CONSEGUENZE DEL CORONAVIRUS THE CONSEQUENCES OF THE CORONAVIRUS
Un organismo microscopico, il coronavirus, in pochi mesi ha sconvolto la vita di circa 3 miliardi di persone, in tutti i continenti (tranne l’Antartide) e in 159 Paesi del mondo, rivelando la fragilità strutturale del nostro modello di globalizzazione e sviluppo. Ha fatto ammalare e morire decine di miglia di persone, privando milioni cittadini di alcune basilari libertà individuali. Per molti la speranza è di un rapido ritorno alla routine, ma diversi analisti tratteggiano un quadro più inquietante e di lungo periodo. Lo scenario economico-politico, le relazioni sociali, l’organizzazione e le forme di lavoro paiono destinati a cambiare profondamente. Essenzialmente in peggio. Gordon Lichfield, direttore di Technology Review, magazine del Massachusetts Institute of Technology, evoca l’emergere della cosiddetta “economia del confinamento”, legata a tutto ciò che è on demand, ordinabile da casa, fruibile online, privo di interazioni umane. Già in ascesa prima del coronavirus, questa shut-in economy sarà avvantaggiata dall’inevitabile cambiamento dei nostri modi di vivere le città, di lavorare, di relazionarci agli altri, dentro un’onda lunghissima di panico post-corona. Allo stato attuale la risposta degli Stati all’emergenza non è stata un esempio di lungimiranza e coordinamento. Eravamo, chi più chi meno, impreparati. Ma cosa accadrà quando sarà finita l’emergenza sanitaria tra alcuni mesi? In molti Paesi Occidentali, Italia in testa, è facile prevedere l’esplosione di 5 problemi strutturali: 1) crescita incontrollata del debito pubblico, 2) boom della disoccupazione, 3) fallimento di un numero enorme di imprese, 4) crollo delle esportazioni, 5) caos sociale (aumento del malcontento popolare, dei disturbi psicologici e della criminalità). La risposta politica a questi problemi farà la differenza. Aspettiamoci l’applicazione di alcune misure, anche amare e divisive, che dovrebbero tenere però vivo il nostro senso di comunità: 1) controllo diretto o indiretto da parte dello Stato di banche e imprese strategiche, 2) fusione e accorpamento delle microimprese, 3) piano straordinario di opere e investimenti pubblici, 4) immissione sul mercato di grande liquidità da deficit o patrimoniali, 5) reddito di emergenza universale, 6) ripensamento delle alleanze internazionali. Ci sono anche ricette diverse, naturalmente, dalla militarizzazione dello Stato, alla cessione degli asset nazionali ad organismi finanziari, dalle teorie monetarie più “creative” all’applicazione di forme radicali di regionalismo, isolamento e contrapposizione tra blocchi sociali. Potrebbero prevalere queste opzioni, vedremo. Una possibile via d’uscita per non arrivare a stravolgimenti così drastici e ignoti c’è, per fortuna. E si chiama “vaccino”, al cui rapido sviluppo stanno contribuendo le più avanzate tecnologie digitali come i Big Data e l’Intelligenza Artificiale. Se una cura fosse annunciata, disponibile e utilizzabile entro la fine dell’anno, avremmo la forza per lasciarci alle spalle questo periodo con rinnovato entusiasmo. Dopodiché sarà il caso di riflettere sull’accaduto e tradurre in pratica quello che abbiamo imparato da questa crisi: piani massicci per l’ambiente e l’innovazione tecnologica, investimenti pubblici nella sanità pubblica, grandi piani per le emergenze, maggiore consapevolezza di sé, degli altri e della solidarietà, capacità di distinguere le paure reali da quelle indotte dalla politica e dai media, tutela dell’informazione scientifica, presa di distanza dalle fake news, dai complottisimi e dal pensiero antiscientifico. Vaste programme...
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A microscopic organism, the coronavirus, in a few months disrupted the lives of about 3 billion people in all continents (except Antarctica) and 159 countries around the world, revealing the structural fragility of our model of globalization and development. It has made tens of miles of people sick and die, depriving millions of citizens of some basic individual freedoms. For many, the hope is for a rapid return to routine, but several analysts paint a more disturbing and long-term picture. The economic-political scenario, social relations, organisation and forms of work seem set to change profoundly. Essentially for the worse. Gordon Lichfield, director of Technology Review, magazine of the Massachusetts Institute of Technology, evokes the emergence of the so-called shut-in economy, linked to everything that is on demand, orderable from home, usable online, without human interaction. Already on the rise before the coronavirus, this shut-in economy will benefit from the inevitable change in our ways of living the cities, of working, of relating to others, within a very long wave of post-crown panic. At present, the response of states to the emergency has not been an example of foresight and coordination. We were, more or less, unprepared. But what will happen when the health emergency is over in a few months? In many Western countries, Italy in the lead, it is easy to foresee the explosion of 5 structural problems: 1) uncontrolled growth of public debt, 2) unemployment boom, 3) failure of a huge number of companies, 4) collapse of exports, 5) social chaos (increase in popular discontent, psychological disorders and crime). The political response to these problems will make a difference. Let’s expect to apply some measures, even bitter and divisive ones, which would, however, keep alive our sense of community: 1) direct or indirect control by the State of strategic banks and enterprises, 2) merger and unification of micro-enterprises, 3) extraordinary plan of public works and investments, 4) huge liquidity to be taken from deficit or assets, 5) universal emergency income, 6) rethinking international alliances. There are also different recipes, of course, from the militarization of the State to the transfer of national assets to financial bodies, from the most “creative” monetary theories to the application of radical forms of regionalism, isolation and opposition between social blocs. These options could prevail, we will see. Fortunately, there is a possible way out of such drastic and unknown upheavals. And it is called “vaccine”, to whose rapid development the most advanced digital technologies such as Big Data and Artificial Intelligence are contributing. If a cure were announced, available and usable by the end of the year, we would have the strength to leave this period behind us with renewed enthusiasm. Then we will have to reflect on what happened and put into practice what we have learned from this crisis: massive plans for the environment and technological innovation, public investment in public health, major plans for emergencies, greater awareness of ourselves, others and solidarity, ability to distinguish real fears from those induced by politics and the media, protection of scientific information, distance from fake news, conspiracies and anti-scientific thinking. Vast programme...
ABB ADIPEC ADNOC AIS ALIBABA ANT FINANCIAL ASEM AUTOMATION INS. SUMMIT BAGGI BAIDU BENEVOLENT AI BLUE OCEAN ROBOTICS BLUEDOT BR AUTOMATION CC-LINK CENTURION LAW GROUP CERVED CHECKPOINT SYSTEMS EMERSON EU AUTOMATION EUROPEAN UTILITY WEEK GARTNER G.M. INTERNATIONAL GAS ASIA SUMMIT 53 96 66 92, 93, 94 8 9 81 5, 18, 96 II^ 8 9 9 9 86 86 22 7 83 80 83 96 82 54 96 GE DIGITAL 84 GENERAL ELECTRIC 80 GLOBAL ENERGY SHOW 96 GOOGLE 9 HIMA 47 HUAWEI 8 KEY ENERGY 96 IFAT 96 IMI PRECISION ENGINEERING 87 INDUSTRIAL AUTOM. SHOW 96 INFERVISION 9 ISA 92, 93, 94 ISA SAUDI ARABIA 95 LATTICE SEMICONDUCTOR CO. 88 MAIRE TECNIMONT 79 MCT PETROLCHIMICO 96 MITSUBISHI ELECTRIC 86 MYND SERVICES 48 NIDEC ASI 85 OIL & GAS INT. TRADE EXHI. 96 ONS 96 OPC FOUNDATION 86 POLLUTEC 96 POWER INTEGRATIONS 88 ROCKWELL AUTOMATION 81 ROHDE & SCHWARZ 89 RTI 57, 59 SACE 82 SAIE 96 SAMSON IV^ SAVE 96 SCHINDLER 81 SENSETIME 9 SERVITECNO 84 SFC ENERGY 85 SICK 87 SIMARK CONTROLS 85 SMART BUILDING LEVANTE 96 SOLINTEC 80 SONOVIA 9 SPS 96 TECNALOGIC 80 TERRA DRONE 9 VEGA 69 WORLD PETROLEUM CONGR. 96 YOKOGAWA 89
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