PRimAVeRA
Iniziava una nuova stagione nella vita dei bambini: per la prima volta erano liberi di uscire da soli, di esplorare il paese, i prati e i sentieri. Luca non stava pi첫 nella pelle...
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DA SOLI PER LA PRIMA VOLTA
N
onno Leo non aveva dimenticato la promessa fatta a Natale.
– Ragazzi, siete pronti per la vostra prima missio-
ne? Seguite il sentiero in fondo al giardino. Dopo l’ultima casa, c’è un vecchio muro di pietre. Sopra, cresce il rosmarino. È speciale: molto più profumato di quello che ho piantato nell’orto! Riconoscerlo è facile. Ha foglie profumate e sottili, color verde scuro. Ricordano gli aghi di pino. Fa piccoli fiori viola. Portatemi due rametti per la focaccia. E attenti a non rovinare la pianta: non strappate i rami, tagliateli con le forbici! Finalmente cominciava la prima avventura fuori casa, da soli. Luca aspettava questo momento da mesi. – Le forbici le prendo io – disse. – Sì, poi magari le perdi – borbottò Federico. – No, ho il mio marsupio. Prendo anche un sacchetto per mettere il rosmarino. Altro? Silenzio. – Andiamo! – disse Federico che non aveva capito la questione del marsupio, ma che non voleva perde-
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re tempo con le domande. La strada la conoscevano, l’avevano fatta mille volte con i grandi.
Adesso, però, da soli per la prima volta, sembrava diversa, con dei punti difficili da superare:
1. La casa verde:
era difesa da Grugno, un grosso
cane nero che abbaiava infuriato contro chiunque si avvicinasse. Come sempre, Grugno balzò al cancello come un’onda di tempesta. – Grugno, a cuccia! – ordinò Federico. – Mi spaventi sempre, accidenti! Anche Federico, a modo suo, sapeva abbaiare.
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2. La vecchia fontana: d’inverno era circondata da lastre di ghiaccio e d’estate era piena di vespe. Per fortuna in primavera la strada era già asciutta e le vespe non erano ancora arrivate.
3. La casa rosa: qui abitava la signora Pinuccia, che invitava sempre i bambini ad assaggiare i suoi cattivissimi biscotti. Era la persona più noiosa del paese e si lamentava continuamente: – Che freddo, che caldo, che sole, che pioggia! La nonna la chiamava Piagnuccia.
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Arrivati alla casa rosa i quattro si fecero segno di tacere e di abbassarsi. In punta di piedi, silenziosi come ombre, passarono sotto le finestre. Erano salvi! Il paese era finito e cominciava il muro di pietre di cui aveva parlato il nonno. Il rosmarino era inconfondibile: foglie sottili e profumate e tanti fiorellini viola. I rami erano legnosi. – Forbici – ordinò Pepe, come un chirurgo in sala operatoria. Finalmente Luca aprì il marsupio e Federico sbirciò: oltre alle forbici, c’erano un coltellino, uno spago, delle matite, una gomma e un quadernino chiuso con un elastico. Luca aveva due passioni: scrivere storie e costruire cose. Lì dentro c’era tutto quello che gli serviva. – Cosa te ne fai di un quaderno? Guarda che sei in vacanza! – Scrivo. – Che cosaaaa? – Ma sì, scrivo quello che mi piace o che mi fa ridere. Voglio fare lo scrittore o uno di quelli che inventano le parole per le canzoni. Quest’anno ho fatto un corso di rap. Mi sono divertito tanto!
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Le ragazze si girarono curiose, ma Luca aveva già messo via tutto. Tagliati cinque o sei rametti, era ora di tornare e siccome non c’erano né ghiaccio né vespe, gli amici decisero di scendere correndo fino a casa: la signora Pinuccia e Grugno avrebbero chiamato e abbaiato invano. – Pronti? Via! Giù a rotta di collo e risate a crepapelle!
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LA FOCACCIA Ingredienti • 2 rametti di rosmarino fresco, lavato e asciugato • 400 g di farina (se alla farina bianca si aggiungono due pugni di farina integrale, la focaccia è più saporita) • 250 ml di acqua (come due vasetti di yogurt) • 10 g di sale fino (come un cucchiaino da caffè) • un cucchiaino di sale grosso • 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva • mezzo dado di lievito di birra fresco • 1 cucchiaino di miele (o di zucchero)
In una ciotola sciogliere il lievito con il miele e un po’ d’acqua e aspettare 15 minuti, finché si vedono le bollicine. Aggiungere la farina, poi due cucchiai d’olio, il sale fino, l’acqua restante e le foglie tritate di uno dei due rametti, lavate e tagliuzzate con le forbici. Mescolare e impastare per 7-8 minuti. Lasciare riposare per un’ora in una ciotola coperta, finché il volume raddoppia.
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Stendere la pasta con le dita (“non con il matterello!”, dice sempre la nonna) fino a coprire tutta la superficie della teglia. In un bicchiere, mescolare tre cucchiai d’olio e tre di acqua e con questo liquido spennellare tutta la superficie della focaccia. Poi lasciarla riposare ancora mezz’ora fuori dal forno. Accendere il forno a 200 gradi e con i polpastrelli fare dei buchi profondi nella pasta lievitata. Distribuire sulla superficie dell’impasto i chicchi di sale grosso e le foglie del secondo rametto di rosmarino. Quando il forno è pronto, infornare per circa 20 minuti, finché la focaccia è dorata e profumata.
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