INDICE
Le piante sono maschi o femmine?
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Come nascono le piante?
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Le piante mangiano? Le piante fanno la cacca? Le piante si spostano? Le piante sono forti? Le piante sanno difendersi? Le piante parlano? Le piante muoiono? Le piante sono intelligenti?
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Le piante sono
maschi o femmine?
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Non fidatevi delle apparenze, a volte ingannano! Ciò che nel gigaro assomiglia a un pisellino si chiama spadice, e se pensate che lui sia il fiore, beh, vi sbagliate! I fiori (ce ne sono molti) sono ben nascosti. Andiamo a dare un’occhiata più da vicino…
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Frutto
Seme
Foglia Frutti
Spadice
Spata
Fiore maschile Tubercolo Fiore femminile
Arum maculatum (gigaro)
All’interno dei fiori Gli organi sessuali delle Angiosperme sono contenuti nei loro fiori. Negli organi “maschili”, gli stami, si formano i granuli di polline. L’organo “femminile”, chiamato pistillo, è composto da uno o più ovari, che contengono uno o più ovuli ciascuno. Lo stimma è la parte visibile dell’organo femminile.
In natura, esistono due tipi di fiori. Alcuni sono insieme maschili e femminili: si chiamano ermafroditi e sono i più comuni.
Fiore ermafrodita: stami e pistillo si trovano sullo stesso fiore3.
Altri fiori sono soltanto maschili o femminili, e si chiamano unisessuati. I fiori unisessuati si trovano sia sulla stessa pianta sia su piante diverse. Fiore unisessuato femminile
Fiore unisessuato maschile
I fiori femminili sono molto piccoli (4 mm) e di colore rosso.
Molti alberi (betulla, quercia, castagno, faggio, nocciolo…) hanno fiori maschili e femminili sullo stesso individuo. Queste piante sono dette monoiche. Nocciolo: una pianta monoica
I fiori maschili sono minuscoli (4 mm) e raggruppati in infiorescenze dette amenti (6 cm). L’amento maschile è pendulo e coperto di polvere gialla: il polline.
Altre piante, come il kiwi o l’ortica, hanno fiori unisessuati maschili e femminili portati da piante diverse. In questo caso, si parla di piante dioiche (“di” = due e “oikos” = casa). Non a caso il nome scientifico dell’ortica è Urtica dioica. Fiore femminile di kiwi con solo il pistillo
Fiore maschile di kiwi con solo gli stami
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Linneo, un fuori classe della botanica! Nel XVIII secolo, alcuni scienziati tra cui Carl Nilsson Linnaeus – medico, botanico e naturalista svedese, meglio conosciuto come Carlo Linneo – dimostrarono che la maggior parte delle piante sono dotate di organi riproduttivi maschili e femminili. Questa scoperta non fu ben accolta dai loro contemporanei, che li accusarono di diffondere una teoria immorale e scandalosa. Linneo scelse proprio la sessualità delle piante come nuovo criterio di classificazione per riordinare il lunghissimo elenco della flora già nota, alla quale si aggiunsero fiori e piante sconosciuti che arrivavano dai continenti appena scoperti. Lo studioso elaborò il suo celebre sistema a partire dalla minuziosa osservazione dei fiori e scelse di dare alle piante un “nome” e un “cognome” in latino, che all’epoca era la lingua comune tra gli scienziati. Nel tempo il sistema di Linneo si è evoluto grazie a nuove tecnologie che permettono di osservare le piante fino ai più piccoli elementi che le costituiscono, le cellule4, ma il latino rimane ancora la lingua usata per classificare tutte le specie vegetali o animali, compreso l’Homo sapiens, ovvero noi uomini.
Disegni di Linneo che rappresentano diversi tipi di fiori classificati in base ai loro organi sessuali (pistillo e stami).
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E tu, di che specie sei? Grazie alla classificazione di Linneo, la denominazione scientifica di una pianta è composta da almeno due nomi: quello del genere e quello della specie. Il nostro gigaro, ad esempio, si chiama Arum maculatum. Il primo termine, Arum, indica il genere a cui appartiene questa pianta. Il secondo, maculatum, precisa il nome della specie all’interno del genere Arum. Le piante di una stessa specie si assomigliano e sono capaci di riprodursi tra loro. Il nome della specie fornisce spesso un indizio su una caratteristica della pianta (il suo colore, il luogo dove cresce…). Per esempio, il termine latino maculatum indica che le foglie e la spata del gigaro sono maculati! Ma non è finita qui. Gli scienziati hanno raggruppato i generi che hanno caratteristiche comuni in famiglie. I nomi delle famiglie si riconoscono facilmente, perché terminano sempre con “-acee” (-aceae in latino)! L’Arum maculatum fa parte della famiglia delle Aracee. Nelle diverse lingue, poi, le piante hanno anche uno o più nomi comuni che derivano dalla semplice traduzione del nome latino, dalla descrizione dei loro usi locali (medicinale, artigianale ecc.) o del loro aspetto. Per esempio, il frutto della rosa canina è chiamato in molte regioni “stropacul” per le sue proprietà astringenti...
Frutto della rosa canina (cinorrodo)
Queste piante della famiglia delle Rosacee sono molto diverse fra loro, ma se osservati da vicino i loro fiori hanno qualcosa in comune: lo stesso numero di petali (cinque), numerosi stami ecc.
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