Tsport n° 308

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impianti sportivi e ricreativi, piscine, fitness e arredo urbano

anno XLI - MARZO APRILE 2016 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n째 46) art.1, comma 1- DCB Bergamo - Euro 13,00

ISSN 1121-6913

international magazine of sport and recreational facilities, swimming pools, fitness and urban furnishing

with english abstract



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sommario contents

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ANNO/YEAR XLI - MARZO-APRILE / MARCH-APRIL 2016

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BRUNO GRILLINI OPINIONE / GOLD PLATING E CODICE APPALTI Opinion / Gold plating and contracts code

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BRUNO GRILLINI ALTRI IMPIANTI / RISTRUTTURAZIONE DEL CENTRO SPORTIVO ISEO A MILANO

(ing. Dante Lisier - Coni Servizi)

Other facilities / Restructuring of the Iseo Sports Center in Milan

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JOSEPH WOLFE ALTRI IMPIANTI / CENTRO PER IL TENNIS A ZHUHAI, CINA

(Populous)

Other facilities / Tennis centre in Zhuhai, China

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PIETRO CHIANCHIANO IMPIANTI PER IL NUOTO / PISCINA COPERTA A MANFREDONIA (FOGGIA)

(ing. Fabrizio Lecciso, Ing. Claudio Barriera)

Swimming centres / Covered swimming pool in Manfredonia

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A CURA DELLA REDAZIONE REPORTAGE / ITALIA-SPAGNA AL

DACIA ARENA, LA NUOVA VITA DELLO STADIO FRIULI

(Area Progetto Associati, Cooprogetti, ing. Marco Armeni)

Reportage / Italy-Spain at the Dacia Arena: the new life of Stadio Friuli

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BEA RISPOLI MANUTENZIONE / ADEGUAMENTO PALAZZETTO DELLO SPORT A ROSIGNANO SOLVAY (LIVORNO)

(ing. Serena Talamucci)

Maintenance / Adjustment of the sports palace in Rosignano Solvay

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RICCARDO CONSOLI MANUTENZIONE / RIPRISTINO DI UN PALAZZETTO A CAVEZZO (MODENA) Maintenance / Restoring a sports hall in Cavezzo

(RTP ing. Bruno Dettori, ing. arch. Francesco Minghelli)



numero speciale a cura di / special issue by Bruno Grillini

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MARIA CARBONE ARREDO URBANO / SISTEMAZIONE DELLA PASSEGGIATA A PRAIA A MARE (COSENZA)

(arch. Maurizio Bradasca)

Urban furniture / Arrangement of the promenade of Praia a Mare

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SCIENZA DELL’ERBA / PESTICIDI, NORME E BUONE PRATICHE - a cura della Redazione

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TOMMASO EMPLER PROGETTARE L’ACCESSIBILITÀ / IL PIANO ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE - SECONDA PARTE

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STEFANO LONGHI IMPIANTI ETICI / IMPIANTI SOSTENIBILI L’insostenibile leggerezza dell’essere

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CIAO WILIAM - a cura di/by Redazione NOTIZIE / News - a cura di/by C.F. REGIONI PROVINCE COMUNI / From the municipalities - a cura di/by Pietro Chianchiano, Sabina Orrico SCHEDE TECNICHE / Technical cards 12.1 Carta Olimpica

Tsportmagazine Editoriale Tsport srl via Antonio da Saluzzo 16 – 20162 Milano Tel. (+39) 026 438 282 - 026 66 111 685 fax (+39) 02 23 369 039 www.tsport.it E-mail: info@tsport.it

Ristrutturazione del Centro Sportivo Iseo a Milano Restructuring of the Iseo Sports Center in Milan Progetto: ing. Dante Lisier - Coni Servizi Il progetto è pubblicato a pag. 15



opinione Gold plating e codice appalti Gold plating and contracts code

“Ce lo chiede l’Europa” è un leit-motiv da spensierato chiacchiericcio, ma se parliamo di appalti pubblici diventa cosa seria. Andando in stampa pochi giorni prima, non siamo in grado di sapere se il 18 aprile è effettivamente stato emanato – come si prevede - il nuovo “Codice appalti”, in sostituzione di quello varato nel 2006 e del quale per anni si è occupata Tsport con la sua rubrica “L’appalto pubblico”. Il Codice fin qui vigente è composto di 274 articoli e n. 38 allegati, ma ha subito, in dieci anni, ben 612 modifiche attraverso 54 norme diverse e 19 leggi di conversione, cui si aggiungono 6.155 tra sentenze del TAR e del Consiglio di Stato e pareri dell’Autorità di Vigilanza (dati forniti dal sito CodiceAppalti.it). È lo specchio dell’italica amministrazione. Ora, il nuovo codice è previsto da una legge – emanata il 28 gennaio scorso che delega il Governo ad attuare tre direttive europee del 2014 (numero 23, 24 e 25) in materia. Perché non andava bene il Codice precedente, che pure era nato per adeguarsi alla legislazione europea? La parola chiave è “semplificazione”, un concetto che gira da decenni in Europa, e da un po’ anche da noi, ma che ancora non si è visto nella pratica quotidiana di chi ha a che fare con la burocrazia. Fatto sta che l’Europa ci impone il divieto di “gold plating”: che significa, divieto di imporre norme, vincoli, e procedure più restrittive del necessario nella regolamentazione degli appalti. Il nuovo testo cerca quindi di semplificare senza cadere, da un lato, nella discrezionalità (anticamera dell’arbitrio) e dall’altro nella rigidità di norme troppo prescrittive fino al dettaglio. Difficile compito per il legislatore nostrano, abituato ad estesi voli pindarici. Difficile soprattutto riuscire a dialogare alla pari con l’Europa. Intanto, in base alle ultime notizie che abbiamo prima di andare in stampa, gli organi preposti a dare il loro parere sul testo hanno già chiesto una dilazione nei tempi di entrata in vigore del codice “al fine di consentire alle stazioni appaltanti di assimilare le rilevanti novità della riforma e soprattutto di adeguare la propria struttura e i processi organizzativi-amministrativi”. Anche perché il Codice prevede una cinquantina di decreti attuativi, ancora tutti da scrivere. E per il momento non dico altro.

" Europe asks it" is a leitmotif of lighthearted chatter, but when it comes to public contracts becomes serious matter. Going to press a few days before, we are not able to know if April 18 was actually enacted - as is expected the new "Contracts Code", to replace the one launched in 2006 and which for years has dealt with Tsport his column "l’Appalto Pubblico". The code so far in force is composed of 274 articles, and 38 attachments, but it has undergone, in ten years, well 612 changes by 54 different rules, and 19 conversion laws, which are added 6,155 judgments of the Administrative Court and the State Council and the Supervisory Authority opinions (data provided by the website CodiceAppalti.it). It is the mirror of the Italic administration. Now, the new code is provided for by law - enacted on January 28 - made the Government to implement the three European directives of 2014 (number 23, 24 and 25) on the subject. Why did not fit the previous Code, who was born to adapt to the European legislation? The key word is "simplification", a concept that runs for decades in Europe, and recently here too, but that still has not been seen in everyday practice of those who have to deal with the bureaucracy. The fact is that Europe imposes on us the prohibition of 'gold plating': meaning, prohibition of imposing rules, constraints, and more restrictive than necessary procedures in the procurement regulations. The new text therefore seeks to simplify without falling, on the one hand, within the latitude (arbitrariness antechamber) and the other in the rigidity of rules too prescriptive to detail. Difficult task for our national legislature, accustomed to extended flights of fancy. Difficult especially being able to communicate on a par with Europe. Meanwhile, according to the latest news that we have before going to press, the bodies to give their opinion on the text have already asked for an extension in the period for entry into force of the Code "in order to allow contracting authorities to assimilate the relevant novelty of the reform and in particular to adapt its structure and organizational-administrative processes ". Also because the Code provides fifty decrees, yet to be written. And by the time I say no more.

Bruno Grillini

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ALTRI IMPIANTI - CENTRO SPORTIVO

Ristrutturazione del Centro Sportivo Iseo a Milano di Bruno Grillini

Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori

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Importo dei lavori: euro 400.000 circa Dida

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La costruzione del Centro Sportivo Iseo, nel quartiere milanese di Affori, risale al 1965; entro il suo perimetro sono comprese tre distinte strutture, che vengono gestite indipendentemente l’una dall’altra. La prima, in esterno, è costituita dal Centro Sportivo Ripamonti, che comprende innanzitutto un campo in erba naturale, omologato sia per il calcio a 11 che per il Rugby, dotato di una tribuna scoperta da 900 posti; sono inoltre presenti un campo da calcio a sette e uno da calcetto, che nel 2015 sono stati dotati di

un manto in erba sintetica. Il secondo impianto è la piscina, costruita nel 1975, che ha riaperto i battenti al pubblico nello scorso febbraio, dopo tredici mesi di lavori di rinnovo e adeguamento. Infine, il palazzetto – noto come Palaiseo – realizzato nel 1993, che venne chiuso nel 2011 a seguito di un incendio, di origine dolosa, che ne aveva pregiudicato l’agibilità; assoggettato ad importanti lavori di ristrutturazione, è stato riaperto lo scoro anno, ad eccezione di una parte che, per la gravità dei danni subìti, neces-

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A sinistra, una ortofoto da Google maps del centro Iseo. Sotto, il Palaiseo; in basso, la Piscina Iseo. To the left, an orthophoto from Google maps of Iseo center. Below, the Palaiseo; below, the Iseo Pool.


sita di un’ulteriore fase di lavori. In queste pagine vengono illustrati i lavori relativi questi due impianti che sono stati riconsegnati all’uso della città dopo cinque anni di inattività.

La piscina

Qui sotto, schema della collocazione degli impianti del Centro Iseo: 1- Piscina; 2– Palaiseo; 3- Tribuna e spogliatoi rugby; 4- Campo rugby in erba naturale; 5- Campo da calcio a 7 in sintetico; 6- Campo da calcio a 5 in sintetico. A destra, dettaglio di facciata della piscina; nella foto grande, la vasca vista dalla tribunetta sopraelevata. Below, location diagram of the venues: 1- swimming pool; 2- Palaiseo; 3- rugby grandstand and changing rooms; 4- rugby pitch with natural turf; 5- soccer-a-7 field synthetic; 6- soccer-a-5 field synthetic. On the right, detail of the façade of the pool; in the big picture, the pool seen from the elevated tribune.

La costruzione consiste in un manufatto con struttura in c.a., a travi e pilastri, con solai piani in laterocemento e copertura della sala della vasca in volte in c.a. di altezza decrescente dal lato dell’ingresso verso il fondo. Il piano terra contiene, oltre alla sala della vasca, sul lato dell’ingresso (sud) gli spazi gestionali, gli spogliatoi e i servizi per gli utenti; sul lato lungo ad est il locale primo soccorso, gli spogliatoi e i servizi per istruttori e personale, e i locali impianti. Il locale filtri e vasca di compenso è posto a quota -2,73. Il primo piano, esteso solo a parte del lato sud, contiene una piccola tribuna per il pubblico, con i servizi igienici e un locale tecnico a quota +5,40; la tribuna è accessibile dall’in-

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gresso principale mediante una scala, ed è circondato dalla copertura a terrazza (praticabile ma solamente come uscita di emergenza), che sovrasta parte del corpo a sud e tutto quello ad est. La vasca aveva originariamente le dimensioni di metri 25x15. Il progetto preliminare redatto dall’Amministrazione prevedeva dal punto di vista distributivo il completo rifacimento degli spazi destinati a spogliatoi e servizi per gli utenti, per il pubblico e per il personale (inclusi gli istruttori), oltre al rifacimento del locale primo soccorso (utilizzabile anche come sala per visite mediche) e dell’accesso principale; oltre a interventi di miglioramento degli spazi per il pubblico al piano superiore. A tale scopo sono stati ricostruiti i due spogliatoi per gli atleti, distinti per sesso, e dotati ciascuno di cabine a rotazione, di uno spogliatoio comune, di un locale docce e dei servizi igienici. L’accesso agli spogliatoi dall’esterno è protetto contro l’introspezione. Il numero delle cabine, dei servizi igienici e delle docce, e le

Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata

Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata

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Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori

Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori

Importo dei lavori: euro 400.000 circa

Importo dei lavori: euro 400.000 circa

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Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori Importo dei lavori: euro 400.000 circa

Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori

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Importo dei lavori: euro 400.000 circa Dida

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superfici nette dei locali sono conformi alla normativa Coni. Ugualmente conformi alla normativa sono le caratteristiche degli accessi dall’ingresso e dell’accesso alla sala della vasca, garantendo la completa separazione tra spazi per utenti calzati e scalzi, l’accesso in vasca tramite lavapiedi e il rientro tramite tornello unidirezionale. Ugualmente sono stati ricostruiti i due spogliatoi per gli istruttori, con le medesime caratteristiche. Un locale precedentemente utilizzato come deposito, situato all’estremità ovest del corpo frontale, è stato destinato a palestra, con pavimentazione in pvc. In adiacenza a questo sono stati costruiti due spogliatoi a servizio della palestra, che possono essere utilizzati anche come spogliatoi accessori per gli utenti della piscina. La tribuna per il pubblico è stata mantenuta con le caratteristiche originarie; sono stati ricostruiti i servizi igienici. La bussola di ingresso è costituita da una

struttura metallica che sostiene una copertura in pannelli coibentati grecati in lamiera di alluminio preverniciato, con relativa gronda e pluviale. La bussola ha accesso dalla rampa situata sulla facciata principale, con le dimensioni prescritte dalle norme al fine della completa fruibilità da parte delle persone diversamente abili. L’atrio di ingresso distribuisce i corridoi di accesso agli spogliatoi piscina e palestra, il disimpegno di accesso agli spogliatoi istruttori e al locale primo soccorso, e alla scala che conduce alla tribuna al piano superiore. Sulla sinistra è collocato un ufficio separato da pareti mobili, e sulla destra la reception aperta. Una porzione dell’atrio, parzialmente delimitata da pareti mobili di altezza 240 cm, è destinata a zona amministrativa separata dalla reception vera e propria, per contenere le attrezzature necessarie al funzionamento. La zona a bordo vasca è stata mantenuta con le caratteristiche esistenti, salvo l'allargamento della zona a destra della vasca stessa, otte-

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Nelle foto di questa pagina, particolari della piscina e degli spogliatoi. Nei disegni, prospetto frontale e laterale, e sezione longitudinale dell’edificio contenente la piscina. Nella tripla pagina seguente, in alto: l’insieme dei due edifici (piscina in primo piano e palazzetto), e il campo a cinque con lo sfondo degli edifici della vecchia Milano. In basso, l’interno del palazzetto e quello della piscina con la copertura a tre arcate digradanti. In the pictures of this page, details of the pool and the changing rooms. In the drawings, front and side elevation, and longitudinal section of the building containing the pool. In the next triple-page, top: the set of two buildings (swimming pool in the foreground and sports hall), and the soccer-a-five field with the background of the buildings of the old Milan. Below, the interior of the building and the pool with the roof in three sloping arcades.


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Qui sotto, pianta del Palaiseo al livello superiore; il corpo laterale destro è ancora inagibile. Nella fascia in alto delle altre due pagine, particolari della struttura esterna, del pavimento sportivo in legno e del canestro, e sezione dell’edificio. In basso al centro, la tribuna del Palaiseo; a destra, il campo di calcio a sette, la sagoma del Palaiseo sullo sfondo. Below, plan of the Palaiseo at upper level; right side body is still unusable. In the band at the top of the other two pages, details of the external structure, the wooden sports floor and the basket, and section of the building. Bottom center, the tribune of the Palaiseo; right, the soccer-a-seven field, the outline of Palaiseo in the background.

nuto mediante il restringimento della vasca stessa, portata a 12,50 metri di larghezza. Le canalette di sfioro obsolete sono state sostituite con altre del tipo Wiesbaden a pavimento (con griglia in PVC), situate come quelle esistenti sui soli lati lunghi della vasca; sui lati corti sono stati mantenuti i baggioli di bordo, alti 36 cm, adeguati solo alla riduzione della larghezza della vasca. Una seconda canaletta di raccolta della acque di lavaggio a fessura, costituita da elementi tubolari in acciaio inox accuratamente saldati tra loro, è stata poi incassata nella pavimentazione. Lungo la parete cieca sul lato destro della vasca, sono state installate otto docce con relative canalette di raccolta acqua. La pavimentazione del piano vasca, gli elementi accessori, i rivestimenti del fondo e delle pareti della vasca, e le pareti perimetrali del locale, sono stati completamente sostituiti con piastrelle in klinker ceramico pressato. La galleria del pubblico è stata mantenuta

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nella configurazione originale, salvo la realizzazione di due posti per disabili ai due lati della tribuna. Questa, dimensionata per circa 70 posti, conserva la precedente configurazione, con una nuova pavimentazione in PVC.

Il palazzetto Il palazzetto, costruito nel 1993, ha subìto come si è detto un massiccio danneggiamento in seguito ad un incendio doloso divampato nell’ottobre del 2011. In seguito a tale accadimento, si è reso indispensabile interrompere le attività e inibire al pubblico la struttura. Il Palaiseo è composto da un solo corpo di fabbrica, su due piani (il piano terra a quota 0.00m, e il primo piano a quota +4.00m, più il blocco dei locali tecnologici al piano interrato). La struttura comprende una tribuna, una palestra da 650 mq, due sale da ginnastica, oltre a spogliatoi per atleti e per il personale, i servizi igienici e una zona bar.

Al piano terra, la palestra è al centro di tre stecche che la delimitano. Il campo è dotato di una tribuna in cemento, che può contenere circa 360 persone. I tre blocchi disegnano una pianta a “C”, che contiene lunghi corridoi di disimpegno per gli spogliatoi ed i servizi igienici. Sulle testate di tali corridoi ci sono le uscite di sicurezza con sbarco sulle due scale di emergenza esterne. Oltre agli spazi sportivi, al piano terra sono localizzati l'atrio di ingresso, la guardiola, gli uffici e spogliatoi per il personale addetto e l'infermeria. Alla sinistra dell'atrio d'ingresso c'è una scala elicoidale e un ascensore, che conducono al piano superiore. Il sistema costruttivo è articolato in due parti: il piano terra, realizzato in cemento armato; il primo piano e le coperture, realizzati in carpenteria metallica. La struttura portante in cemento armato presenta una maglia regolare, con pilastri a sezione circolare posti lungo i due lati corti del

campo di gioco e pilastri a sezione rettangolare lungo il perimetro esterno dell'edificio. I solai del primo piano sono in cemento armato posti a quota +4.00 m circa dal piano di campagna. La struttura portante del primo piano e di quello di copertura è realizzata con pilastri in profili di acciaio HE, in parte in continuità con i pilastri in cemento armato del piano terra e in parte indipendenti, dal piano di campagna. Con il sistema costruttivo adottato, i solai di copertura del campo da gioco e delle palestre laterali risultano 'appesi’ ad un sistema di travi tralicciate che si trovano all'estradosso del piano delle coperture, costituito da solai in lamiera grecata che poggiano su arcarecci in acciaio. Il locali tecnici sono tutti accessibili dall’esterno. La centrale elettrica è posta a quota 4.00m, mentre la centrale termica, in comune con l’adiacente centro Ripamonti, è esterna all’edificio e si trova in adiacenza al cancello di ingresso.

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L'incendio del 2011 è stato innescato al primo piano dell'immobile, nella zona nord-est dell'edificio, ed ha causato diverse problematiche funzionali e strutturali, tra cui: l’esplosione delle vetrate perimetrali del primo piano; il grave ammaloramento del solaio di copertura in lamiera grecata, dei pilastri in acciaio e delle travi in acciaio, che risultavano irrimediabilmente compromessi, con gli arcarecci, le piastre e i controventi molto deformati dalle dilatazioni termiche; la distruzione dei pannelli dei controsoffitti della zona bruciata e la deformazione delle pendinature; il danneggiamento del canale d'aria condizionata esterno e del collettore di distribuzione della palestra; le gravi lesioni da ritiro del calcestruzzo del pavimento del locale dove è avvenuto l'incendio; importanti infiltrazioni d'acqua sia dal tetto che dalle finestre mancanti, che hanno interessato anche i locali posti al piano terra; l’ossidazione delle armature dei predalle dei solai del piano primo, in seguito al formarsi di fessurazioni da ritiro del calcestruzzo ed alle infiltrazioni di

acqua piovana. In seguito all’incendio, alcuni intrusi si sono introdotti nell’edificio e hanno rubato un’ ingente quantità di materiale, tra cui porte, sanitari, attrezzature sportive e fili elettrici passanti e incassati. Alla luce del risultato di una perizia tecnica, svolta nel novembre 2012, è stato confermato che la parte di edificio incendiata deve necessariamente ritenersi irrecuperabile, se non in seguito a un massiccio intervento di demolizione e ricostruzione. Lo scopo della ristrutturazione è stato quindi quello di rendere di nuovo agibile il palazzetto, compatibilmente con le misure di sicurezza realtive alla parte irrecuperabile. Per tale scopo, le linee guida erano: interdire la stecca nord-est dell’impianto, fortemente ammalorata a causa dell’incendio e non più recuperabile, se non con un intervento di demolizione totale e ricostruzione; mettere in sicurezza e rifunzionalizzare le altre porzioni di edificio; sgomberare, bonificare e pulire tutto

l’impianto; ripristinare le funzionalità della palestra, degli spogliatoi e delle parti comuni; razionalizzare ed adeguare lo spazio dedicato al personale; ripristinare completamente gli impianti elettrici e termoidraulici. Sono stati pertanto murati i vani dei serramenti del piano terra e del primo piano, e i collegamenti con i corridoi delle altre stecche e l’affaccio sulla palestra sono stati chiusi con strutture in cartongesso. Le modifiche architettoniche importanti adottate sono tre: il locale di primo soccorso è stato ampliato, sostituendo il servizio preesistente con uno a norma per i disabili; il magazzino della palestrina al primo piano è stato allargato, per permettere lo stoccaggio di attrezzature sportive; sono stati inseriti ulteriori spazi ad uso spogliatoi al piano primo, per permettere la contemporaneità di attività nella palestra grande e nella palestra fitness. A tal scopo, è stato necessario eliminare la doppia altezza, che collegava l’atrio d’ingresso col ballatoio del primo piano, con la creazione di una

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nuova soletta. Per il resto, lo schema distributivo del palazzetto non è stato modificato. Dall’atrio di ingresso viene servito il corridoio con spogliatoi e servizi per gli atleti, la zona bar, la zona personale e uffici e i collegamenti verticali per il primo piano. Al piano superiore, due corridoi servono rispettivamente la palestrina e la tribuna, i nuovi spogliatoi e i relativi servizi. A seguito dell’occupazione e dell’abbandono protrattesi per diversi mesi, è stato necessario svolgere un intervento di sgombero e pulizia profonda di tutto l’impianto. Sono stati sostituiti tutti i sanitari presenti nei servizi igienici dell’impianto e tinteggiate pareti e plafoni di tutti i locali. I servizi per disabili sono stati messi a norma, con la posa di sanitari ed accessori ad hoc. La pavimentazione in gomma della palestra principale è stata sostituita con una nuova, in parquet certificato FIBA UNI EN 14904. Per rendere possibile la pratica del basket, della pallavolo e del calcetto, il campo da


Qui sotto, pianta del Palaiseo al livello superiore; il corpo laterale destro è ancora inagibile. Nella fascia in alto delle altre due pagine, particolari della struttura esterna, del pavimento sportivo in legno e del canestro, e sezione dell’edificio. In basso al centro, la tribuna del Palaiseo; a destra, il campo di calcio a sette, la sagoma del Palaiseo sullo sfondo. Below, plan of the Palaiseo at upper level; right side body is still unusable. In the band at the top of the other two pages, details of the external structure, the wooden sports floor and the basket, and section of the building. Bottom center, the tribune of the Palaiseo; right, the soccer-a-seven field, the outline of Palaiseo in the background.

nuto mediante il restringimento della vasca stessa, portata a 12,50 metri di larghezza. Le canalette di sfioro obsolete sono state sostituite con altre del tipo Wiesbaden a pavimento (con griglia in PVC), situate come quelle esistenti sui soli lati lunghi della vasca; sui lati corti sono stati mantenuti i baggioli di bordo, alti 36 cm, adeguati solo alla riduzione della larghezza della vasca. Una seconda canaletta di raccolta della acque di lavaggio a fessura, costituita da elementi tubolari in acciaio inox accuratamente saldati tra loro, è stata poi incassata nella pavimentazione. Lungo la parete cieca sul lato destro della vasca, sono state installate otto docce con relative canalette di raccolta acqua. La pavimentazione del piano vasca, gli elementi accessori, i rivestimenti del fondo e delle pareti della vasca, e le pareti perimetrali del locale, sono stati completamente sostituiti con piastrelle in klinker ceramico pressato. La galleria del pubblico è stata mantenuta

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nella configurazione originale, salvo la realizzazione di due posti per disabili ai due lati della tribuna. Questa, dimensionata per circa 70 posti, conserva la precedente configurazione, con una nuova pavimentazione in PVC.

Il palazzetto Il palazzetto, costruito nel 1993, ha subìto come si è detto un massiccio danneggiamento in seguito ad un incendio doloso divampato nell’ottobre del 2011. In seguito a tale accadimento, si è reso indispensabile interrompere le attività e inibire al pubblico la struttura. Il Palaiseo è composto da un solo corpo di fabbrica, su due piani (il piano terra a quota 0.00m, e il primo piano a quota +4.00m, più il blocco dei locali tecnologici al piano interrato). La struttura comprende una tribuna, una palestra da 650 mq, due sale da ginnastica, oltre a spogliatoi per atleti e per il personale, i servizi igienici e una zona bar.

Al piano terra, la palestra è al centro di tre stecche che la delimitano. Il campo è dotato di una tribuna in cemento, che può contenere circa 360 persone. I tre blocchi disegnano una pianta a “C”, che contiene lunghi corridoi di disimpegno per gli spogliatoi ed i servizi igienici. Sulle testate di tali corridoi ci sono le uscite di sicurezza con sbarco sulle due scale di emergenza esterne. Oltre agli spazi sportivi, al piano terra sono localizzati l'atrio di ingresso, la guardiola, gli uffici e spogliatoi per il personale addetto e l'infermeria. Alla sinistra dell'atrio d'ingresso c'è una scala elicoidale e un ascensore, che conducono al piano superiore. Il sistema costruttivo è articolato in due parti: il piano terra, realizzato in cemento armato; il primo piano e le coperture, realizzati in carpenteria metallica. La struttura portante in cemento armato presenta una maglia regolare, con pilastri a sezione circolare posti lungo i due lati corti del

campo di gioco e pilastri a sezione rettangolare lungo il perimetro esterno dell'edificio. I solai del primo piano sono in cemento armato posti a quota +4.00 m circa dal piano di campagna. La struttura portante del primo piano e di quello di copertura è realizzata con pilastri in profili di acciaio HE, in parte in continuità con i pilastri in cemento armato del piano terra e in parte indipendenti, dal piano di campagna. Con il sistema costruttivo adottato, i solai di copertura del campo da gioco e delle palestre laterali risultano 'appesi’ ad un sistema di travi tralicciate che si trovano all'estradosso del piano delle coperture, costituito da solai in lamiera grecata che poggiano su arcarecci in acciaio. Il locali tecnici sono tutti accessibili dall’esterno. La centrale elettrica è posta a quota 4.00m, mentre la centrale termica, in comune con l’adiacente centro Ripamonti, è esterna all’edificio e si trova in adiacenza al cancello di ingresso.

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L'incendio del 2011 è stato innescato al primo piano dell'immobile, nella zona nord-est dell'edificio, ed ha causato diverse problematiche funzionali e strutturali, tra cui: l’esplosione delle vetrate perimetrali del primo piano; il grave ammaloramento del solaio di copertura in lamiera grecata, dei pilastri in acciaio e delle travi in acciaio, che risultavano irrimediabilmente compromessi, con gli arcarecci, le piastre e i controventi molto deformati dalle dilatazioni termiche; la distruzione dei pannelli dei controsoffitti della zona bruciata e la deformazione delle pendinature; il danneggiamento del canale d'aria condizionata esterno e del collettore di distribuzione della palestra; le gravi lesioni da ritiro del calcestruzzo del pavimento del locale dove è avvenuto l'incendio; importanti infiltrazioni d'acqua sia dal tetto che dalle finestre mancanti, che hanno interessato anche i locali posti al piano terra; l’ossidazione delle armature dei predalle dei solai del piano primo, in seguito al formarsi di fessurazioni da ritiro del calcestruzzo ed alle infiltrazioni di

acqua piovana. In seguito all’incendio, alcuni intrusi si sono introdotti nell’edificio e hanno rubato un’ ingente quantità di materiale, tra cui porte, sanitari, attrezzature sportive e fili elettrici passanti e incassati. Alla luce del risultato di una perizia tecnica, svolta nel novembre 2012, è stato confermato che la parte di edificio incendiata deve necessariamente ritenersi irrecuperabile, se non in seguito a un massiccio intervento di demolizione e ricostruzione. Lo scopo della ristrutturazione è stato quindi quello di rendere di nuovo agibile il palazzetto, compatibilmente con le misure di sicurezza realtive alla parte irrecuperabile. Per tale scopo, le linee guida erano: interdire la stecca nord-est dell’impianto, fortemente ammalorata a causa dell’incendio e non più recuperabile, se non con un intervento di demolizione totale e ricostruzione; mettere in sicurezza e rifunzionalizzare le altre porzioni di edificio; sgomberare, bonificare e pulire tutto

l’impianto; ripristinare le funzionalità della palestra, degli spogliatoi e delle parti comuni; razionalizzare ed adeguare lo spazio dedicato al personale; ripristinare completamente gli impianti elettrici e termoidraulici. Sono stati pertanto murati i vani dei serramenti del piano terra e del primo piano, e i collegamenti con i corridoi delle altre stecche e l’affaccio sulla palestra sono stati chiusi con strutture in cartongesso. Le modifiche architettoniche importanti adottate sono tre: il locale di primo soccorso è stato ampliato, sostituendo il servizio preesistente con uno a norma per i disabili; il magazzino della palestrina al primo piano è stato allargato, per permettere lo stoccaggio di attrezzature sportive; sono stati inseriti ulteriori spazi ad uso spogliatoi al piano primo, per permettere la contemporaneità di attività nella palestra grande e nella palestra fitness. A tal scopo, è stato necessario eliminare la doppia altezza, che collegava l’atrio d’ingresso col ballatoio del primo piano, con la creazione di una

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nuova soletta. Per il resto, lo schema distributivo del palazzetto non è stato modificato. Dall’atrio di ingresso viene servito il corridoio con spogliatoi e servizi per gli atleti, la zona bar, la zona personale e uffici e i collegamenti verticali per il primo piano. Al piano superiore, due corridoi servono rispettivamente la palestrina e la tribuna, i nuovi spogliatoi e i relativi servizi. A seguito dell’occupazione e dell’abbandono protrattesi per diversi mesi, è stato necessario svolgere un intervento di sgombero e pulizia profonda di tutto l’impianto. Sono stati sostituiti tutti i sanitari presenti nei servizi igienici dell’impianto e tinteggiate pareti e plafoni di tutti i locali. I servizi per disabili sono stati messi a norma, con la posa di sanitari ed accessori ad hoc. La pavimentazione in gomma della palestra principale è stata sostituita con una nuova, in parquet certificato FIBA UNI EN 14904. Per rendere possibile la pratica del basket, della pallavolo e del calcetto, il campo da


Qui sotto, pianta del Palaiseo al livello superiore; il corpo laterale destro è ancora inagibile. Nella fascia in alto delle altre due pagine, particolari della struttura esterna, del pavimento sportivo in legno e del canestro, e sezione dell’edificio. In basso al centro, la tribuna del Palaiseo; a destra, il campo di calcio a sette, la sagoma del Palaiseo sullo sfondo. Below, plan of the Palaiseo at upper level; right side body is still unusable. In the band at the top of the other two pages, details of the external structure, the wooden sports floor and the basket, and section of the building. Bottom center, the tribune of the Palaiseo; right, the soccer-a-seven field, the outline of Palaiseo in the background.

nuto mediante il restringimento della vasca stessa, portata a 12,50 metri di larghezza. Le canalette di sfioro obsolete sono state sostituite con altre del tipo Wiesbaden a pavimento (con griglia in PVC), situate come quelle esistenti sui soli lati lunghi della vasca; sui lati corti sono stati mantenuti i baggioli di bordo, alti 36 cm, adeguati solo alla riduzione della larghezza della vasca. Una seconda canaletta di raccolta della acque di lavaggio a fessura, costituita da elementi tubolari in acciaio inox accuratamente saldati tra loro, è stata poi incassata nella pavimentazione. Lungo la parete cieca sul lato destro della vasca, sono state installate otto docce con relative canalette di raccolta acqua. La pavimentazione del piano vasca, gli elementi accessori, i rivestimenti del fondo e delle pareti della vasca, e le pareti perimetrali del locale, sono stati completamente sostituiti con piastrelle in klinker ceramico pressato. La galleria del pubblico è stata mantenuta

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nella configurazione originale, salvo la realizzazione di due posti per disabili ai due lati della tribuna. Questa, dimensionata per circa 70 posti, conserva la precedente configurazione, con una nuova pavimentazione in PVC.

Il palazzetto Il palazzetto, costruito nel 1993, ha subìto come si è detto un massiccio danneggiamento in seguito ad un incendio doloso divampato nell’ottobre del 2011. In seguito a tale accadimento, si è reso indispensabile interrompere le attività e inibire al pubblico la struttura. Il Palaiseo è composto da un solo corpo di fabbrica, su due piani (il piano terra a quota 0.00m, e il primo piano a quota +4.00m, più il blocco dei locali tecnologici al piano interrato). La struttura comprende una tribuna, una palestra da 650 mq, due sale da ginnastica, oltre a spogliatoi per atleti e per il personale, i servizi igienici e una zona bar.

Al piano terra, la palestra è al centro di tre stecche che la delimitano. Il campo è dotato di una tribuna in cemento, che può contenere circa 360 persone. I tre blocchi disegnano una pianta a “C”, che contiene lunghi corridoi di disimpegno per gli spogliatoi ed i servizi igienici. Sulle testate di tali corridoi ci sono le uscite di sicurezza con sbarco sulle due scale di emergenza esterne. Oltre agli spazi sportivi, al piano terra sono localizzati l'atrio di ingresso, la guardiola, gli uffici e spogliatoi per il personale addetto e l'infermeria. Alla sinistra dell'atrio d'ingresso c'è una scala elicoidale e un ascensore, che conducono al piano superiore. Il sistema costruttivo è articolato in due parti: il piano terra, realizzato in cemento armato; il primo piano e le coperture, realizzati in carpenteria metallica. La struttura portante in cemento armato presenta una maglia regolare, con pilastri a sezione circolare posti lungo i due lati corti del

campo di gioco e pilastri a sezione rettangolare lungo il perimetro esterno dell'edificio. I solai del primo piano sono in cemento armato posti a quota +4.00 m circa dal piano di campagna. La struttura portante del primo piano e di quello di copertura è realizzata con pilastri in profili di acciaio HE, in parte in continuità con i pilastri in cemento armato del piano terra e in parte indipendenti, dal piano di campagna. Con il sistema costruttivo adottato, i solai di copertura del campo da gioco e delle palestre laterali risultano 'appesi’ ad un sistema di travi tralicciate che si trovano all'estradosso del piano delle coperture, costituito da solai in lamiera grecata che poggiano su arcarecci in acciaio. Il locali tecnici sono tutti accessibili dall’esterno. La centrale elettrica è posta a quota 4.00m, mentre la centrale termica, in comune con l’adiacente centro Ripamonti, è esterna all’edificio e si trova in adiacenza al cancello di ingresso.

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L'incendio del 2011 è stato innescato al primo piano dell'immobile, nella zona nord-est dell'edificio, ed ha causato diverse problematiche funzionali e strutturali, tra cui: l’esplosione delle vetrate perimetrali del primo piano; il grave ammaloramento del solaio di copertura in lamiera grecata, dei pilastri in acciaio e delle travi in acciaio, che risultavano irrimediabilmente compromessi, con gli arcarecci, le piastre e i controventi molto deformati dalle dilatazioni termiche; la distruzione dei pannelli dei controsoffitti della zona bruciata e la deformazione delle pendinature; il danneggiamento del canale d'aria condizionata esterno e del collettore di distribuzione della palestra; le gravi lesioni da ritiro del calcestruzzo del pavimento del locale dove è avvenuto l'incendio; importanti infiltrazioni d'acqua sia dal tetto che dalle finestre mancanti, che hanno interessato anche i locali posti al piano terra; l’ossidazione delle armature dei predalle dei solai del piano primo, in seguito al formarsi di fessurazioni da ritiro del calcestruzzo ed alle infiltrazioni di

acqua piovana. In seguito all’incendio, alcuni intrusi si sono introdotti nell’edificio e hanno rubato un’ ingente quantità di materiale, tra cui porte, sanitari, attrezzature sportive e fili elettrici passanti e incassati. Alla luce del risultato di una perizia tecnica, svolta nel novembre 2012, è stato confermato che la parte di edificio incendiata deve necessariamente ritenersi irrecuperabile, se non in seguito a un massiccio intervento di demolizione e ricostruzione. Lo scopo della ristrutturazione è stato quindi quello di rendere di nuovo agibile il palazzetto, compatibilmente con le misure di sicurezza realtive alla parte irrecuperabile. Per tale scopo, le linee guida erano: interdire la stecca nord-est dell’impianto, fortemente ammalorata a causa dell’incendio e non più recuperabile, se non con un intervento di demolizione totale e ricostruzione; mettere in sicurezza e rifunzionalizzare le altre porzioni di edificio; sgomberare, bonificare e pulire tutto

l’impianto; ripristinare le funzionalità della palestra, degli spogliatoi e delle parti comuni; razionalizzare ed adeguare lo spazio dedicato al personale; ripristinare completamente gli impianti elettrici e termoidraulici. Sono stati pertanto murati i vani dei serramenti del piano terra e del primo piano, e i collegamenti con i corridoi delle altre stecche e l’affaccio sulla palestra sono stati chiusi con strutture in cartongesso. Le modifiche architettoniche importanti adottate sono tre: il locale di primo soccorso è stato ampliato, sostituendo il servizio preesistente con uno a norma per i disabili; il magazzino della palestrina al primo piano è stato allargato, per permettere lo stoccaggio di attrezzature sportive; sono stati inseriti ulteriori spazi ad uso spogliatoi al piano primo, per permettere la contemporaneità di attività nella palestra grande e nella palestra fitness. A tal scopo, è stato necessario eliminare la doppia altezza, che collegava l’atrio d’ingresso col ballatoio del primo piano, con la creazione di una

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nuova soletta. Per il resto, lo schema distributivo del palazzetto non è stato modificato. Dall’atrio di ingresso viene servito il corridoio con spogliatoi e servizi per gli atleti, la zona bar, la zona personale e uffici e i collegamenti verticali per il primo piano. Al piano superiore, due corridoi servono rispettivamente la palestrina e la tribuna, i nuovi spogliatoi e i relativi servizi. A seguito dell’occupazione e dell’abbandono protrattesi per diversi mesi, è stato necessario svolgere un intervento di sgombero e pulizia profonda di tutto l’impianto. Sono stati sostituiti tutti i sanitari presenti nei servizi igienici dell’impianto e tinteggiate pareti e plafoni di tutti i locali. I servizi per disabili sono stati messi a norma, con la posa di sanitari ed accessori ad hoc. La pavimentazione in gomma della palestra principale è stata sostituita con una nuova, in parquet certificato FIBA UNI EN 14904. Per rendere possibile la pratica del basket, della pallavolo e del calcetto, il campo da


gioco è stato tracciato secondo le disposizioni previste dalle rispettive federazioni, in merito a misure, quote e tipologia di linee: oggi sono praticabili la pallacanestro, la pallavolo con campionati ufficiali serie A2 femminile e serie B maschile, e il calcetto con partite amatoriali o ufficiali di serie C. Il parapetto della tribuna è stato sostituito con uno a norma, in acciaio e vetro; è stata inoltre creata una nuova balconata per gli spettatori con disabilità, proteggendo la caduta con un parapetto in vetro. Dal punto di vista impiantistico, è stato ripristinato l’impianto di termoventilazione, con nuovi motori per la ventilazione dell’aria, e le relative canalizzazioni a vista. La centrale termica, originariamente funzionante a metano, dalla precedente gestione veniva alimentata col gasolio: il progetto ne ha previsto la rimetanizzazione, con la manutenzione delle caldaie e dei bruciatori, e la rimozione delle linee dell’alimentazione a gasolio.

I campi esterni Come si è anticipato nell’introduzione, nel perimetro del Centro Iseo è incluso il centro Ripamonti, la cui struttura principale è costituita dalla tribuna in muratura, per 900 posti, contenente al suo interno gli spazi per spogliatoi e servizi, prospiciente il lato lungo del campo da rugby, funzionale anche per il calcio a 11. Questi spazi non sono stati oggetto di importanti adeguamenti. Sono stati rinnovati, invece, i campi più piccoli, per il calcio a sette e il calcio a cinque, dotandoli di manto in erba sintetica.

Other facilities Restructuring of the Iseo Sports Center in Milan The construction of the Sports Center Iseo, in the Affori district of Milan, dates back to 1965; within its perimeter are comprised three distinct venues, which are managed independ-

ently of each other. The first, external, is constituted by the Sporting Ripamonti Centre, which comprises first of all a natural grass field, approved for both the soccer-a-eleven that for the Rugby, equipped with a grandstand uncovered for 900 seats; there are also a soccer-a-seven field and a football pitch, which in 2015 were equipped with a synthetic turf. The second facility is the swimming pool, built in 1975, which reopened its doors to the public last February, after thirteen months of renovation and upgrading works. Finally, the building - known as Palaiseo - built in 1993, which was closed in 2011 following a fire, arson, which had prejudiced the habitability; subject to major renovation, was reopened last year, except for a part that, for the severity of the damage incurred, requires a further phase of work. In these pages is described the work on these two plants that were returned to the use of the city after five years of inactivity.

A destra, la tribuna scoperta del campo di rugby. In basso, il campo a sette in erba sintetica e una porta del campo da rugby in erba naturale. Right, the grandstand of the rugby field. Below, the soccer-a-seven field in synthetic grass and the rugby field in natural grass.

Ristrutturazione Centro sportivo ISEO di Milano Committente: Comune di Milano – Milanosport spa Manutenzione straordinaria e adeguamento della Piscina Iseo Progetto: Coni Servizi (direttore tecnico arch. Alberto Lucantoni) Inizio lavori: gennaio 2015 Fine lavori: febbraio 2016 Importo dei lavori: 826.000 euro Interventi di funzionalizzaizone del Palaiseo Progetto: ing. Dante Lisier Inizio lavori: gennaio 2014 Fine lavori: ottobre 2015 Importo dei lavori: 518.341 euro Rifacimento manto in sintetico dei Campi esterni (calcio a 7 e calcetto) Fine lavori: 2015

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ALTRI IMPIANTI - TENNIS

Centro per il tennis a Zhuhai, Cina Il Zhuhai Tennis Centre, realizzato nella città sulla costa meridionale della Cina, nel Guangdong, è una struttura per il tennis internazionale e ospiterà il Trofeo WTA Elite Zhuhai dal 2015 al 2019. La prima fase, già realizzata, comprende un centro tennis con 5.000 posti a sedere, un campo secondario con posti a sedere per 1500 persone, quattro campi da gara con 250 posti a sedere ciascuno, e 12 campi di addestramento. Questa fase è stata com-

pletata nel mese di settembre dello scorso anno, ad appena 12 mesi dall’apertura del cantiere, nella Hengqin Island, che è una parte della città di Zhuhai, e ha ospitato il suo primo torneo di grande successo nel mese di novembre. Il Trofeo WTA Elite è classificato come un torneo all'aperto: ciò significa che le condizioni ambientali per i giocatori (temperatura e umidità), devono essere le stesse sui campi coperti come all’aperto: il Zhuhai

di Joseph Wolfe

Sotto, scorcio dell’accesso al centro tennis e planimetria generale; in basso, rendering dell’intero centro sportivo in progetto. Nelle due pagine seguenti, vista serale dell’esterno, e prospetti ovest e nord. Below, a view of access to the tennis center and site plan; bottom, rendering the entire sports center project. In the following two pages, the outside night view, and elevations west and north.


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Nelle due pagine, piante dei livelli 1 e 3. Nelle foto, particolari della facciata. In the two pages, plan at levels 1 and 3. In the photos, details of the façade.

Tennis Centre è il primo impianto coperto per il tennis costruito in Cina, che può ancora essere riconosciuto come campo da tennis outdoor, proteggendo i giocatori e gli spettatori dalle intemperie ma permettendo nel contempo la penetrazione della luce solare filtrata e il flusso d'aria naturale nell'arena. Ciò si è ottenuto con un’elegante e semplice soluzione: un tetto esterno a sbalzo sopra i posti a sedere e un tetto interno circolare sopra il campo, con dei varchi per la ventilazione naturale. Un aspetto particolare del progetto è l’effetto dell'acustica della arena principale: l’ambiente nonostante i 5.000 posti a sedere risulta molto intimo, tanto che si può sentire ogni rimbalzo del pallone, e provare la stessa emozione dei giocatori. Il contesto del Centro Tennis di Zhuhai è stato progettato come un parco verde per la comunità: presenta un paesaggio simile a una foresta, un ambiente lussureggiante che verrà utilizzato dalle persone durante i giorni privi di eventi sportivi; a questo si

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aggiunge la progettazione di un ingresso iconico di bambù per riflettere il paesaggio che circonda la città. La seconda fase del progetto, che sarà avviata quest’anno, comprenderà un campo in un'arena da 15.000 posti, una sala allenamento indoor, appartamenti per gli atleti, un museo del tennis e altri campi di gara. Zhuhai è considerata come la città più vivibile in Cina, ed è una popolare destinazione turistica. La città si impegna ora a continuare il processo di internazionalizzazione, e il nuovo Centro Tennis può aiutarla ad emergere sulla scena mondiale, contribuendo a migliorarne l’immagine e l’interesse anche fuori dei confini nazionali. ____________________________________ Other facilities - Tennis Tennis centre in Zhuhai, China Zhuhai Tennis Centre is an international standard tennis facility and will host the WTA


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Sotto, panoramica dell’area esterna e di un corridoio interno; in basso, il campo al centro dell’arena. Below, panoramic view of the outside area and an innterior corridor; bottom, the playing field at the center of the arena.

Zhuhai Tennis Centre, Zhuhai, Cina Committente: Zhuhai Huafa Culture and Educational Tourism Industrial Development Co Progetto: Populous (Andrew James + Tiric James e altri) Inizio lavori: ottobre 2014 Fine lavori: settembre 2015 Importo dei lavori: 84 milioni di dollari USA

Elite Trophy Zhuhai from 2015-2019. The first stage includes a Centre Court with 5,000 seats, a match court with seating for 1500, four match courts with 250 seats each, and 12 training courts. The first stage of the Tennis Centre was completed in September 2015 and held its first very successful tournament, the WTA Elite Trophy, in November 2015. Zhuhai Tennis Centre is the first Centre Court built in China to have a roof and still be recognized as outdoor tennis court, protecting players and spectators from the elements. Stage two of the project, due to start late 2016, will include a 15,000 seats tennis arena, indoor training hall, athletes’ apartments, a tennis museum and additional match courts. The Zhuhai Tennis Centre has been designed as a green park for the community. It provides a ‘raised forest’ landscape to provide a lush environment which will be used by people during non-event days.

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IMPIANTI PER IL NUOTO

Piscina coperta a Manfredonia (Foggia) di Pietro Chianchiano

L’iter per la realizzazione di questo impianto natatorio è stato un po’ tormentato, ma a poco più di dieci anni dalla prima aggiudicazione, i lavori sono stati portati a termine. La gara per l’affidamento della concessione di progettazione, costruzione e gestione risale infatti al 2004, ma nel 2011 la società concessionaria recedeva dal contrato per l’imprevedibile aumento dei costi riscontrato in corso d’opera. Veniva quindi indetta una nuova gara, con la

procedura del project financing, comprensiva del completamento e della successiva gestione dell’impianto, e nel 2014 i lavori riprendevano con un nuovo gruppo di imprese e professionisti. Il progetto L’impianto è destinato alla pratica del nuoto e dell’aquagym, e per le sue caratteristiche può essere utilizzato, oltre che per l’attività di base e amatoriale, anche per l’attività

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Nella pagina, due viste dell’esterno e la sala vasche. In this page, two views of the exterior and the pools hall.


In questa pagina, prospetti laterale e frontale. In basso, vista della facciata posteriore. Nella pagina di fronte, due sezioni; nelle foto, la vasca natatoria e il corridoio con le pareti vetrate sia sulle palestre che sulla sala vasche. In this page, front and side elevations. Below, view of the rear façade. Next page, two sections; in the photos, the swimming pool and the corridor with glass walls towards either the gym and the pools hall.

agonistica. La struttura comprende anche quattro palestre, adibite esclusivamente ad attività amatoriale. Schematicamente l’impianto si suddivide in sei zone: l’ambiente per il nuoto; i servizi ausiliari per il nuoto; le palestre; i servizi ausiliari per le attività di palestra; la segreteria, reception e sala ristoro; i locali tecnologici, situati in parte al piano terra e in parte nel seminterrato. Il locale vasche, sede dell’attività sportiva vera e propria, ospita due vasche distinte, aventi le dimensioni di 25x 12,50 e 6x12,50 metri. la prima, con profondità variabile da 1,35 a 1,65 m, è destinata alla pratica del nuoto a livello amatoriale e agonistico, mentre la seconda, profonda 1 metro, è per l’attività ricreativa (aquagym, idrobike, ecc). Questa vasca, avendo profondità superiore a 60 cm, non potrà essere utilizzata per l’avviamento al nuoto dei bambini. All’interno sono garantite condizioni termoigrometriche ottimali grazie ad un impianto

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di riscaldamento e trattamento dell’aria oltre a un idoneo pacchetto di coibentazione ed impermeabilizzazione. La pavimentazione intorno alle vasche è costituita da piastrelle antisdrucciolo di colore chiaro e presenta pendenze tali da garantire che le acque di lavaggio non confluiscano nelle canalette di sfioro dell’acqua delle vasche: le prime infatti sono allontanate attraverso le condotte fognarie, mentre le acque di sfioro hanno come destinazione le vasche di compenso, distinte per le due piscine. Queste sono rivestite in klinker, e la vasca più grande è attrezzata con corsie galleggianti, scalette a pioli, blocchi di partenza, realizzando 6 corsie della larghezza di 2 metri ciascuna. Il locale vasche, oltre a presentare uscite di sicurezza ad uso esclusivo, è direttamente collegato con il deposito e con il pronto soccorso oltre che, ovviamente, con gli spogliatoi, dai quali si accede a mezzo di tre distinti passaggi obbligati con presidio lava piedi.


Il rientro negli spogliatoi avviene attraverso altri tre distinti passaggi forniti di un sistema di controllo dei rientri, che impedisce l’accesso in piscina se non attraverso il passaggio obbligato. I servizi ausiliari e di supporto per atleti ed istruttori sono distinti in due blocchi (uomini e donne) e trovano posto in posizione simmetrica rispetto alla costruzione. Si è tenuta in particolare considerazione la netta separazione tra la zona a piedi nudi e la zona a piedi calzati che non interferiscono fra loro. Ad ogni blocco si accede attraverso un corridoio di distribuzione direttamente collegato alla hall di ingresso, utilizzando dei selettori di accesso facilmente collegabili dalla segreteria. Nel progetto si è fatta la scelta di non inserire le cabine a rotazione in quanto, dalle esperienze gestionali della committenza, si è rilevato che le stesse risultano poco funzionali e scarsamente utilizzate dagli atleti. Alla hall di ingresso si accede direttamente dall’esterno attraverso un ampio spazio

scoperto direttamente collegato ai parcheggi. All’interno della hall è ricavata un’area per l’attesa degli accompagnatori, nonché la zona bar-ristoro. Dall’atrio di ingresso si ha accesso direttamente alla segreteria ed alla reception; in tal modo il personale addetto ha la possibilità di controllare gli accessi, raccogliere le iscrizioni, rispondere ad eventuali visitatori. Una volta arrivati nell’atrio, gli atleti possono avere accesso agli spogliatoi attraversi i selettori di cui sopra mentre i loro accompagnatori possono accomodarsi nell’area bar dove la presenza di un’ampia vetrata consente loro di seguire le attività natatorie. Il complesso comprende infine quattro sale di attività, per una superficie di circa 500 mq; di queste, le due più piccole sono destinate al fitness e ad attività a corpo libero; le altre sono una per il fitness/spinning e una per il body building. A queste sale si ha accesso attraverso un corridoio di distribuzione separato dalle sale e dal locale vasche tramite ampie vetrate; la pavimen-

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A destra, pianta dell’edificio. Sotto, la vasca principale. Nella pagina di fronte, gli ambienti accessori: palestre e spogliatoi. Right, plan of the building. Below, main swimming pool. Next page, ancillary rooms: gym and changing rooms.

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tazione di questi ambienti è in parquet di legno. La struttura sportiva è stata dotata delle migliori tecnologie al fine di ottenere il massimo risparmio energetico, installando per esempio un impianto solare termico ed un impianto fotovoltaico da 50 kWp, oltre a motori elettrici ad inverter e caldaie modulari a condensazione di ultima generazione.

Swimming centres Covered swimming pool in Manfredonia The venue is intended for the practice of swimming and aquagym, and for its characteristics can be used, as well as for the basic activities and amateur, also for the agonistic activity. The center also includes four gyms, which are used solely for recreational activities. The local tubs houses two distinct tanks, having the size of 25x12,50 and 6x12,50 meters.

The auxiliary and support services for athletes and instructors are divided into two blocks (men and women) and are placed in a symmetrical position with respect to the construction. At the entrance hall there is direct access from the outside through a large open space directly related to parking. Input from the lobby you have access directly to the secretary and to the reception. Once arrived in the atrium, athletes can have access to the changing rooms while their companions can sit in the bar area where the presence of a large window allows them to follow the swimming activities.

Completamento e gestione del centro sportivo costituito da piscina coperta climatizzata, palestra, annessi servizi, Manfredonia (Foggia) Committente: A.T.I. tra ICOS Sporting Club srl (capogruppo), Edilproget srl (opere strutturali), Cardignan Tecnologie srl (opere impiantistiche), Carlino Luigi, R.T.P. Gruppo Progettazione e Direzione Lavori Progetto architettonico: ing. Fabrizio Lecciso, Ing. Claudio Barriera; collaboratore arch. Vincenzo De Fabrizio Progetto impianti: ing. Giovanni Epicoco, ing. Silvia Macchitella; collaboratore ing. Antonio Caricato inizio lavori (di completamento): dicembre 2014 fine lavori: febbraio 2016 importo dei lavori (di completamento): euro 2.400.000 importo delle opere realizzate con il primo contratto: euro 816.748

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“maestri”dei tappeti erbosi La profonda conoscenza della biologia dell'erba e le competenze tecniche specialistiche acquisite in molti anni di esperienza e molteplici realtà, sono il fondamento del lavoro di AGEC. I nostri agronomi specialisti interpretano idee e necessità dei clienti fornendo soluzioni personalizzate sia progettuali che di gestione, finalizzate al massimo risultato per assicurare gli interessi dei proprietari e gestori di impianti calcistici e percorsi golfistici, nel rispetto delle caratteristiche estetico funzionali dei tappeti erbosi.

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REPORTAGE

Italia-Spagna al Dacia Arena, la nuova vita dello Stadio Friuli a cura della Redazione

È stato il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, durante una conferenza stampa insieme con il patron dell'Udinese Gianpaolo Pozzo, nel giorno della partita inaugurale dello Stadio Friuli rinnovato e rinominato Dacia Arena, il 17 gennaio scorso, ad annunciare il debutto europeo del nuovo impianto con la partita amichevole Italia-Spagna del 24 marzo. “Un segnale per ringraziare e dimostrare la vicinanza della Federazione a questa terra e a questo grande impianto". In quella occasione Tavecchio ci tenne a spezzare una lancia in favore della ristrutturazione degli stadi contro il consumo di suolo e la cementificazione: chissà se si è

trattato di un moto passeggero dell’animo o di un vero programma, il futuro ce lo dirà. Intanto, dopo aver visto, nello scorso numero di Tsport, lo Stadio rinnovato nei suoi aspetti tecnici ed architettonici, ci siamo tolti la soddisfazione di ritornare ancora su questo impianto in occasione di quella che è stata chiamata un’”amichevole di lusso”. Per apprezzare così ancora una volta, con le belle foto di Pietro Savorelli a stadio vuoto e di Matteo Favi durante la partita, la qualità e il piacere dei colori e delle linee disegnate dal folto gruppo di progettazione, che per completezza riportiamo nuovamente in scheda in queste pagine. I colori delle sedute, le luci, le linee curve

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della copertura, e anche il vecchio arco che è stato conservato come citazione “storica” del vecchio stadio. Per andare alla giornata in questione, la Nazionale italiana tornava in Friuli, dicono le cronache degli archivisti del calcio, per la settima volta, e ad 8 anni dall’ultima. Gianpaolo Pozzo – il decano dei patron di serie A - ci teneva ad aprire “alla grande” il suo gioiello, e niente di meglio che ospitare la Nazionale, oltretutto in un incontro (sia pur amichevole) con una compagine, come la Spagna, reduce da alcune fauste annate con i risultati degli Europei 2008, i Mondiali

2010 e nuovamente gli Europei 2012. Il tutto, con l’occhio all’appuntamento in Francia del prossimo mese di giugno. E qui entriamo in un “campo” – si perdoni il gioco di parole – che non è propriamente il nostro, di tecnici dell’architettura sportiva. “Antonio Conte schiera un modulo 3-4-3 con Florenzi e Giaccherini larghi sulle fasce, Candreva ed Eder ai lati di Pellè in avanti. La Spagna di Del Bosque propone un 4-4-2 mascherato, visto che in avanti Mata e Thiago Alcantara giostrano tra le linee ad innescare la coppia offensiva formata da Morata e Aduriz…”

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In queste pagine, l’esterno e l’interno del Dacia Arena durante Italia-Spagna del 24 marzo scorso. In alto, particolari della facciata con i pannelli metallici a sagoma piramidale. In these pages, the exterior and interior of Dacia Arena during Italy-Spain on 24 March. Above, details of the facade with metal panels with a pyramidal shape.


Ristrutturazione dello Stadio “Friuli” a Udine Committente: Udinese Calcio Spa, Udine Progetto dello Stadio: RTP - Area Progetto Associati (ing. Roberto Regni, ing. Marco Balducci, ing. Francesco Bartocci, arch. Gioia Biscottini. Geom. Michele Moretti); - Cooprogetti (ing. Valter Fabio Filippetti, ing. Edoardo Filippetti, ing. Moreno Panfili, ing. Mario Traversini, arch. Paolo Ghirelli, Geol. Fausto Pellicci; - ing. Marco Armeni. Progetto architettonico facciata: Archea Associati (arch. Marco Casamonti, Laura Andreini, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi) Team progettazione: Emiliano Romanazzi, Matteo Chelazzi, Raffaele Ferrandino, Gioacchino Gualtieri Direttore lavori e varianti in corso d’opera: Archest (ing. Stefano Costantini) Inizio lavori: aprile 2014 Fine lavori: dicembre 2015 Costo di realizzazione: euro 27 milioni Servizio fotografico di Matteo Favi (partita) e Pietro Savorelli (stadio vuoto)

Pare che l’Italia giochi meglio nel primo tempo mentre gli iberici tendono a rifarsi nella ripresa; ma è solo al 68’ che gli azzurri guadagnano il meritato primo goal (descrizione per la cronaca: Bernardeschi allarga sulla sinistra per Giaccherini, il cui cross basso è toccato in spaccata da Insigne, bravo ad infilare de Gea…). Ma gli spagnoli ci mettono appena due minuti a pareggiare spiazzando il nostro Buffon. Il 2 a 1 sembra sfiorato negli ultimi minuti di gioco, ma si finisce …amichevolmente con il pareggio, e la soddisfazione di un test che fa ben sperare per gli europei. Noi, che prima dei giocatori guardiamo le

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sedute, le travi e i puntoni, dobbiamo sfogliare queste stesse pagine per ritrovare l’atmosfera di un evento.. “di lusso”.

Reportage Italy-Spain at the Dacia Arena: the new life of Stadio Friuli He was the president of the FIGC, Carlo Tavecchio, during a press conference together with Udinese owner Gianpaolo Pozzo, the day of the opening match of the Stadio Friuli renovated and renamed Dacia Arena on January 17 last, to announce the


European debut of the new system with the friendly match Italy-Spain on 24 March. "A signal to thank and to demonstrate the closeness of the Federation to this land and to this great facility." On that occasion Tavecchio kept us to break a lance in favor of the renovation of the stadiums against the land use and overbuilding: we wonder if it was a fleeting idea or a real program, the future will tell. Meanwhile, after seeing, in the last issue of Tsport, the refurbished Stadium in its technical and architectural aspects, we took the satisfaction of going back again on this facility during what has been called a '' lux-

ury friendly match. " So to appreciate even once, with beautiful pictures of Peter Savorelli on empty stadium and Matthew Combs during the game, the quality and the pleasure of colors and lines drawn by the large engineering group.

Italia-Spagna al Dacia Arena, conclusa in pareggio. In alto, Antonio Conte, commissario tecnico della Nazionale italiana. Italy-Spain at Dacia Arena, match ended in a draw. Top, Antonio Conte, coach of the Italian football team.

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MANUTENZIONE

Adeguamento palazzetto dello sport a Rosignano Solvay (Livorno) di Bea Rispoli

Il palazzetto dello sport è uno dei centri sportivi più utilizzati del comune di Rosignano Solvay: all’interno si susseguono attività di diverse discipline, durante tutta la giornata. La mattina viene utilizzato come palestra per l’attività di educazione fisica della scuola secondaria, mentre durante il resto della giornata è sede di attività sportiva a servizio delle diverse associazioni (basket, pallavolo, karate) presenti sul territorio. Storia dell’edificio Il 5 giugno 1972 fu approvato il progetto per

la costruzione di una palestra coperta a Rosignano Solvay, redatta dall’arch. Garroni di Roma. Il progetto prevedeva la creazione di un edificio costituito da due blocchi: in uno trovavano posto le due palestre, una leggermente rialzata per il gioco della pallavolo/pallacanestro, la seconda sottostante e parzialmente interrata, destinata alla pratica di varie discipline, a livello di esercizio. In un edificio attiguo e collegato al primo mediante un tunnel sopraelevato trovavano

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Viste esterne del palazzetto: in alto, il lato palestra, in basso il corpo spogliatoi. Outdoor views of the palace: above, side of the gym hall; below, the body of changing rooms.


posto gli spogliatoi per gli atleti al primo piano ed un porticato aperto al piano terra. I lavori furono ultimati intorno ai primi anni ’80. Nel 1985, per esigenze dell’Amministrazione comunale, la porzione di edificio adibita a spogliatoio fu oggetto di lavori: venne chiuso, mediante pareti vetrate, il porticato al piano terra al fine di realizzare degli uffici a servizio delle associazioni sportive. Il palazzetto rimase inalterato fino al 1999, quando furono eseguiti interventi per un adeguamento funzionale, suddiviso in 3 lotti, con lavori di rifacimento alla copertura, adeguamento della struttura ai portatori di handicap ed un restyling generalizzato. Dopo questa data l’edificio non fu più soggetto ad interventi, se non di manutenzione ordinaria. In conseguenza di ciò, si sono avute in seguito numerose segnalazioni durante l’utilizzo della struttura nel suo complesso: numerose infiltrazioni di acqua all’interno della palestra soprattutto dopo alcuni fenomeni temporaleschi di grande rilievo; infiltrazioni all’interno

degli spogliatoi dovuti a danneggiamenti della guaina a protezione; i locali spogliatoi risentivano di problematiche riguardanti sia la vetustà degli impianti (idrico, elettrico e sanitario) sia quella delle parti propriamente a vista (pavimenti, rivestimenti e sanitari); il campo da gioco ha una pavimentazione usurata e pericolosa per i fruitori, soprattutto nelle zone poste sotto canestro; l’illuminazione sia del campo che della palestra sottostante non risultava più allineata alle nuove normative CONI e di Federazione. Il progetto L’intervento realizzato nel 2015 è suddiviso in quattro lotti: - copertura della palestra: è stato effettuato il completo rifacimento del manto di copertura esistente, con la contemporanea installazione della linea vita; - nuova illuminazione: sia il campo di gioco che lo spazio adibito a palestra per gli allenamenti sottostante, sono stati dotati di un nuovo impianto di illuminazione in ottempe-

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ranza anche a quanto previsto dal CONI e dalle federazioni di attività; - edificio spogliatoio: l’edificio che ospita al piano primo gli spogliatoi, ha subito profondi interventi di ristrutturazione e adeguamento impiantistico; - adeguamento prevenzione incendi. Il rifacimento della copertura sovrastante le due palestre, ha adottato un sistema simile all’esistente: copertura in lamiera metallica a giunti drenanti costituito da elementi grecati metallici, di lunghezza pari a quelli della falda, con una canala di deflusso che garantisce la tenuta idrica. Per l’illuminazione, l’intervento è stato attuato con caratteristiche diverse su due zone ben distinte: la palestra del seminterrato, che ospita attività sportive non agonistiche (allenamenti, educazione fisica ed attività ricreative) con discipline multiple, dalla ginnastica al judo e arti marziali , con lo spazio a disposizione diviso in due mediante un telone azionato elettricamente e assenza di spettatori; il palazzetto a piano terra, con campi di gioco


regolamentari per competizioni a livello medio, quali gare a livello regionale o locale, per attività sportive quali pallacanestro e pallavolo. Le due zone richiedono parametri illuminotecnici diversi, derivanti sia dalle norme tecniche vigenti sia dalle prescrizioni presenti nei vari regolamenti delle Federazioni Sportive. La distribuzione elettrica e i sistemi di accensione sono rimasti invariati, mentre l’alimentazione dei singoli apparecchi ha subito delle modifiche per la diversa disposizione all’interno dell’area da illuminare, dovuta alle caratteristiche tecniche delle apparecchiature. Per il miglioramento del livello prestazionale di illuminazione sono state valutate varie sorgenti luminose, in sostituzione di quelle preesistenti, che sia a piano seminterrato che a piano terra erano a ioduri metallici con potenza di 250W più accessori, anche se di costruzione diversa: nel seminterrato proiettori a plafone sulle travi del solaio, a piano terra a sospensione dal solaio con rete di protezione. Nella progettazione dei nuovi sistemi di illumi-

nazione si è inserita anche l’illuminazione di emergenza, intesa sia come illuminazione antipanico o di sicurezza che quella necessaria per l’esodo sia degli atleti sia, a piano terra, degli eventuali spettatori. E’ stato anche affrontato il fattore risparmio energetico, cercando di ridurre i consumi ed ottimizzando l’investimento iniziale nel confronto tra le varie soluzioni studiate. Il progetto ha visto poi il completo rifacimento del blocco spogliatoio, rendendolo accessibile ai portatori di handicap, la manutenzione straordinaria della copertura con il posizionamento della linea vita e la manutenzione straordinaria dei servizi igienici di servizio per il pubblico. In relazione alle norme di prevenzione incendi, si sono resi necessari interventi all’impianto sportivo per consentire di usufruire appieno della struttura che in precedenza aveva una limitazione di capacità a 99 persone comprensiva di spettatori e atleti. In particolare si è dovuto intervenire sull’impianto di estinzione incendi modificando il sistema di

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Nella parte alta delle due pagine, pianta e prospetti del corpo spogliatoi, alla quota +5,40. In basso, planimetria generale (a sinistra) e pianta alla quota del campo di gioco (+3,00). In the upper band of the two pages, plan and elevations of the changing rooms body, at level +5.40. Below, general plan (left) and plan at playing field level (+3.00)

Manutenzione straordinaria e adeguamento del palazzetto dello sport “Gianni Balestri” a Rosignano Solvay (Livorno) Committente: Comune di Rosignano Marittimo Team di progetto: ing. Serena Talamucci (Responsabile UO Progettazione e Direzione Lavori del Comune di Rosignano Marittimo) Inizio lavori: maggio 2015 Fine lavori: novembre 2015 Importo dei lavori: euro 465.000


alimentazione idrica e effettuando adeguamenti vari. Al termine dei lavori la capacitĂ dell’impianto sportivo risulta di 255 spettatori. Il pavimento sportivo, per motivi di budget a disposizione, non è stato per il momento sostituito.

Maintenance Adjustment of the sports palace in Rosignano Solvay

Sotto, la nuova copertura; il giardino esterno; lo spogliatoio atleti. In basso, la palestra polivalente. Below, ten new roofing; external garden; changing room for athletes. Bottom, the multipurpose sports hall.

The sports hall is one of the most used sports centers in the municipality of Rosignano Solvay: inside one another activity from different disciplines, all day. The morning is used as a gym for physical education activities in secondary school, while during the rest of the day is home to sports for the various associations (basketball, volleyball, karate) in the area. The project realized in 2015 is divided into four lots: the complete overhaul of the existing roof covering; new lighting; the building that

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houses the changing rooms on the first floor underwent intensive restructuring; fire adjustment. At the conclusion of the works, the sports venue capacity is 255 spectators. The playing floor, due to budget available, it was not replaced for the moment.


MANUTENZIONE

Ripristino di un palazzetto a Cavezzo (Modena) Il Palazzetto dello Sport di Cavezzo fu costruito negli 1994-96, denunciato come nuova opera in cemento armato e acciaio secondo la legge 1086 con pratica n. 15844 del 3.11.94. Consiste di un padiglione centrale di dimensioni 34,20 m in larghezza e 46,20 m in lunghezza, altezza lorda 11,70 m dal pavimento, realizzato con ossatura prefabbricata di Cemento Armato a sostegno della copertura in carpenteria metallica. La costruzione prefabbricata ricalca una pianta rettangolare con perfetta simmetria rispetto agli assi principali dell’area

sportiva. Oltre ai pilastri principali, a diretto sostegno delle capriate, con passo di 5,10 m, sono presenti sui fronti laterali stilate di pilastri a passo di 4,80. In aderenza alle stilate principali, all’interno del padiglione e quindi su entrambi i lati dell’area sportiva sono presenti gradonate contrapposte realizzate con elementi prefabbricati in c.a., utilizzate come tribunette per il pubblico, a cui si accede direttamente dal piano terra dalla parte del fronte ingresso principale e dai corridoi del primo piano per entrambe le gradonate.

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di Riccardo Consoli

Esterno e interno del palazzetto. Exterior and interior of the sports palace.


In aderenza al nucleo centrale sul lato ovest ed est sono presenti costruzioni di servizio funzionale all’impianto sportivo realizzate prevalentemente con tipologia tradizionale. Il terremoto del maggio 2012 Il sisma del 20 e sopratutto quello del 29 maggio 2012, hanno provocato un sensibile scuotimento della parte superiore del padiglione, i cui effetti più evidenti si sono riscontrati nella devastazione dell’ambiente interno, con la caduta di quasi la totalità dei pannelli del controsoffitto e la rottura della propria orditura di sostegno, che in parte è crollata e in parte è rimasta appesa in equilibrio precario. La parte relativa all’impianto di riscaldamento con termostrisce radianti sospese ha subito alcune rotture nelle raccorderie idrauliche e nei tubi di collegamento, così come il canale circolare di ventilazione, anch’esso in sospensione, si è staccato nel raccordo con il tratto posizionato in esterno. Il movimento della copertura ha prodotto in diversi punti la rottura del manto impermeabile soprattutto nei risvolti contro il

tamponamento che ha determinato infiltrazioni meteoriche all’interno del padiglione con danno alle tinteggiature e alla pavimentazione in legno del parterre. All’esterno si sono manifestate lesioni nel pannello superiore di cornicione su entrambi i fronti nord e sud, per effetto del martellamento della carpenteria di copertura contro il tamponamento. La forza d’urto ha provocato la rottura di tutti gli attacchi della trave di bordo sui pilastri in c.a. in entrambi i fronti nord e sud. Sono inoltre rimasti evidenti i segnali del sensibile movimento che hanno subito i pannelli stessi nella parte alta del tamponamento, i quali, privi di collegamenti meccanici, hanno rischiato di uscire dalla tacca di guida del pilastro. La costruzione risalente a 25 anni fa, fu concepita secondo un modello isostatico, essendo costituita da componenti strutturali prefabbricati in cemento armato nelle opere in elevazione, e in carpenteria metallica per la copertura del padiglione in appoggio alla sommità dei pilastri. Anche i solai sono del tipo a pannelli, in

appoggio semplice sulle travi, pur con il getto integrativo di completamento leggermente armato. Pertanto una costruzione non conforme ai criteri di modelli sismo-resistenti, che tuttavia, in occasione degli eventi sismici del maggio 2012, ha mostrato di assorbire sollecitazioni e spostamenti, senza manifestare deformazioni permanenti e rotture dei principali componenti strutturali, se non in qualche situazione marginale e di dettaglio. La forma pressoché quadrata e regolare dell’impianto strutturale, la fondazione su pali pilota, l’ossatura compatta e rigida su tutti i lati con pannelli di tamponamento in c.a. alloggiati ad incastro tra i pilastri, la leggerezza della copertura metallica, sono stati tutti fattori che hanno giocato un ruolo importante nella distribuzione delle forze, che non hanno manifestato concentrazioni apprezzabili su un singolo componente strutturale piuttosto che su altri. Gli effetti della sisma si sono riscontrati soprattutto nei danni arrecati nelle opere di completamento ed accessorie, come la controsoffitta-


tura completamente disfatta o crollata e il manto impermeabile di copertura che si è strappato nelle parti perimetrali risvoltate sui pannelli di tamponamento, segni evidenti di una forte movimentazione della copertura del padiglione principale durante il sisma. Gli interventi di adeguamento antisismico Oltre alla funzione di impianto sportivo il Palazzetto dello Sport assume rilevanza strategica per la Protezione Civile in caso di calamità, per cui la Committenza (Comune di Cavezzo) ha indicato per l’edificio la Classe d’uso IV con vita nominale di almeno 50 anni. Le verifiche pertanto sono state uniformate alle sollecitazioni derivanti da severe condizioni di carico di cui la componente sismica assume un rilievo particolarmente gravoso (accelerazione massima in superficie pari a 0,327), in considerazione della categoria D del terreno, esperita dalle indagini geologiche. Si annota che la massima accelerazione registrata al sito nell’evento del 29 maggio 2012 è stata pari a 0,28.

Il progetto di adeguamento sismico ha comportato interventi sulle strutture di tipo conservativo in quanto teso essenzialmente a non alterare l’identità tipologica della costruzione nel suo insieme, senza modifiche delle caratteristiche architettoniche del complesso. Pertanto interventi non invasivi dell’integrità dei locali e delle finiture in quanto le opere introdotte con finalità di adeguamento hanno preservato l’assetto distributivo originale dell’impianto sportivo all’interno dell’edificio senza alterare la composizione dei prospetti, costituita da tamponamenti prefabbricati e da parti di muratura con paramenti a vista. Pur coinvolgendo ogni parte della struttura, il criterio informatore è stato quello di mantenere ogni elemento tipologico strutturale in essere senza modificarne la geometria delle sezioni e quindi le proprie caratteristiche statiche, a volte con interventi di rafforzamento locale, ma soprattutto con l’introduzione di organismi strutturali con la funzione di eliminare le situazioni di vulnerabilità più rilevanti, conseguenza della isostaticità del modello globale di origine.

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Di fronte, pianta del palazzetto. Qui sotto, prospetti e sezioni. Nelle foto, dettagli della facciata e dell’area di gioco. Left page, plan of the building. Below here, elevations and sections. In the photos, details of the façade and the playing field.

Recupero strutturale con adeguamento sismico del Palazzetto dello Sport di Cavezzo (Modena) Committente: Comune di Cavezzo RUP: Geom. Dario Previdi (UTC Comune di Cavezzo) Progetto, Direzione dei Lavori e coordinamento della sicurezza: RTP ing. Bruno Dettori, ing. arch. Francesco Minghelli Importo dei lavori: euro 903.587 Inizio lavori: gennaio 2015 Fine Lavori: agosto 2015


Gli altri interventi Fra gli interventi accessori al consolidamento strutturale, sé stata rifatta interamente la copertura del padiglione, impiegando lamiera d’alluminio a tutta lunghezza senza soluzione di continuità, sovrapposta al preesistente manto impermeabile, dotata di tutti gli accessori per la tenuta e lo smaltimento delle acque meteoriche, senza uso di guaine e sigillanti, in modo che possibili movimenti della struttura metallica, non diano luogo a spostamenti relativi delle lamiere, dei canali di gronda e in genere di tutte le raccorderie che possano causare infiltrazioni entro il padiglione. Uno studio dettagliato delle lattonerie in lamiera di alluminio del cornicione, delle converse unitamente ai pluviali esterni e agli scarichi di troppo pieno, concorre alla funzionalità complessiva nel tempo dell’impianto di tenuta alle precipitazioni meteorologiche. Sono state eseguite nuove impermeabilizzazioni con guaine prefabbricate bituminose protette da ghiaia lavata in superficie contro gli effetti di essicazione della matrice bituminosa ai

raggi solari. Esse sono state realizzate su tutti i terrazzamenti di copertura dei corpi dell’edificio aderenti al padiglione principale, con incollaggio a caldo sulle guaine esistenti, previo la conformazione regolare delle pendenze agli scarichi per il deflusso delle acque meteoriche. Infine, un nuovo pavimento ligneo del campo di gioco è stato realizzato con le stesse caratteristiche e modalità costruttive del campo originale: questo è stato demolito in quanto rovinato a seguito del sisma, ma soprattutto deformato per effetto dell’umidità in tre anni di non utilizzo dell’impianto sportivo. E’ stato realizzato un parquet galleggiante a listoni di faggio, ammortizzato su orditura sottostante, secondo modalità costruttive specifiche per l’uso sportivo del pavimento.

Maintenance Restoring a sports hall in Cavezzo The Sports Hall was built in 1994-96. It consists of a central pavilion with a frame in rein-

A destra, facciata principale. Sotto, particolari dell’area di gioco. Right, the main façade. Below, details of the playing area.

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forced concrete supporting the cover in metallic carpentry. On both sides of the playing field are opposing tiers, used as tribunes for the public. In adherence to the hall on the west side and the east there are service buildings. The earthquake in May 2012 caused serious injury to the structure. The seismic upgrading project entailed interventions on the structures without modification of the architectural features of the complex, especially with the introduction of structural bodies with the function of eliminating the most significant vulnerability situations. Among the additional measures to the structural consolidation, it has been completely rebuilt the pavilion roof; furthermore, a new playing field wooden floor has been set with the same features and construction methods of the original field, with a floating parquet in flooring beech.


ARREDO URBANO

Sistemazione della passeggiata a Praia a Mare (Cosenza) di Maria Carbone

La cittadina di Praia a Mare ha la necessità di favorire un turismo qualificato e duraturo in coerenza con gli obiettivi del Patto Territoriale regionale che sono finalizzati allo sviluppo del turismo e dell'occupazione. L'unica via possibile di sviluppo sostenibile per il suo territorio, e in generale dell'alto tirreno cosentino, è una riqualificazione turistica, una riorganizzazione del paese affinché diventi attrattore importante nei circuiti turistici nazionali ed internazionali. Praia a Mare quindi ha la necessità di ricreare

il centro propulsore per legare e far funzionare le attività e le infrastrutture in essa già esistenti: il lungomare, lungo 5 km, caratterizzato da un percorso pedonale ed una pista ciclabile lungo tutta la sua lunghezza; le numerose attività turistiche balneari ricreative, localizzate in adiacenza al lungomare sull'area demaniale; un'arteria stradale che, adiacente al lungomare, collega ben tre Comuni confinanti: Tortora, Praia a Mare e San Nicola Arcella. Il lungomare, inoltre, conduce, verso sud, alla località Fiuzzi prospicente l'isola di Dino, i cui

fondali sono stati dichiarati zona SIC (sito di interesse comunitario). La stessa isola ed i suoi dintorni sono classificati Parco Marino dalla Regione Calabria. E' necessario, però, creare un collegamento del lungomare con l'area da urbanizzare, baricentrica rispetto all'ingresso del Santuario della Madonna della Grotta, anch'essa interessata da sviluppo turistico in particolare religioso e culturale. E' necessario il riutilizzo di contenitori per la realizzazione di eventi che fungano da attratto-

A sinistra, la piazza antistante il Municipio. In basso a sinistra, la nuova sistemazione di viale della Libertà. Sotto, scorcio di Praia a Mare con gli alberi del viale in primo piano. To the left, the square outside the Town Hall. Bottom left, the new setting of Viale della Libertà. Below, a look on Praia a Mare with the avenue trees in the foreground.

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ri, per le attività di piccole e medie imprese collegate allo sviluppo turistico, per la localizzazione di stazioni punti informazione anche mediante sistemi informatici Totem Touch Screen, e un'accessibilità ad una rete wi-fi.

Nelle foto delle due pagine, alcune viste dell’intervento in Viale della Libertà. In basso, dettagli del progetto di pavimentazione. Nel riquadro a destra, panorama con l’isola Dino, riserva naturale. In the photos of the two pages, some views of the intervention in the avenue. Below, details of the paving project. In the right frame, view with the Dino Island, nature reserve.

L’ambito di intervento L’area di intervento è posta nel cuore della cittadina in zona pianeggiante a poca distanza dal mare. Il progetto interessa un’area urbana che costituisce il cuore della vita sociale del piccolo centro: il viale della Libertà rappresenta il luogo d’incontro per eccellenza, il centro ed il cuore delle attività turistiche. Il viale percorre il territorio praiese in direzione nord-sud interessando il fronte mare, adiacente alla viabilità pedonale e alla pista ciclabile preesistente, occupato da spiaggia libera. Viale della Libertà è inoltre il viale principale di Praia a Mare, su cui prospetta il Municipio, compreso tra Piazza Italia e Piazza della Resistenza. L’importante valore dell’area trova corrispondenza nella sua qualità estetica. Lungo il Viale

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si affacciano da una parte edifici in prevalenza bifamiliari e monofamiliari a due/tre piani, circondati da giardini e sfalsati in modo da non interferire gli uni con gli altri, oltre alla Chiesa del Sacro Cuore; dall’altra parte è presente un’area verde caratterizzata da aiuole. Da entrambi i lati i platani percorrono tutto il Viale. Al di là della lunga aiuola esiste una strada carrabile a ridosso del fronte costante e compatto di edifici storici caratterizzati da tipologie edilizie a schiera. Generalmente le colorazioni utilizzate per le tinteggiature degli edifici sono tenui tendenti al pastello. L’area si presentava, prima dell’intervento, con un aspetto poco caratterizzante e dimesso, in contrasto con la notevole importanza sociale, turistica ed economica che invece rappresenta. Il viale, asfaltato, presentava alberature isolate verso gli edifici e aiuole con arbusti e altre alberature verso la viabilità carrabile antistante. I materiali presenti erano i cordoli di marciapiede in cemento il più delle volte fatiscenti,


una pavimentazione in asfalto, anch'essa fatiscente, un arredo urbano poco qualificante, casuale e non omogeneo, oltre che di scarso pregio. L’infrastrutturazione materiale e immateriale a fini turistici pressoché assente. Un intervento di riqualificazione dell'area non poteva che essere migliorativo. Il progetto L’intervento è inquadrato come una riqualificazione delle infrastrutture materiali e immateriali del centro storico di Praia a Mare, in coerenza con le finalità e gli obiettivi del Patto Territoriale. La proposta progettuale nasce da un’attenta analisi dei luoghi: un lungomare di matrice storica in uno scenario completamente urbanizzato. Nello specifico l’intervento consiste nella sostituzione della pavimentazione e dell’arredo oltre che della rete di illuminazione preesistente, senza rompere equilibri precostituiti. È stato quindi previsto un piano del verde con la formazione del prato a raso con la

Praia a Mare, la cittadina e il territorio Praia a Mare, cittadina del Golfo di Policastro, è indubbiamente oggi uno dei più importanti centri turistici della costa settentrionale tirrenica calabrese. È il penultimo centro della Provincia di Cosenza, risalendo vero nord, a pochi chilometri dalla foce del fiume Noce che segna il confine tra Calabria e Lucania. Anche se la cittadina è ubicata a pochi chilometri dal mare, dal punto di vista morfologico nel territorio praiese sono presenti diversi contesti paesaggistici: la costa, la pianura, la collina e la montagna. Il territorio costiero delimita l’intero territorio verso ovest per tutta la sua lunghezza. Questa fascia presenta un andamento pianeggiante che prosegue ad est verso l’interno del territorio, dove nasce e si sviluppa nel tempo il centro urbano. A circa 1 km dal mare inizia la zona collinare che ha una notevole estensione ed è occupata dalle due principali frazioni di Praia a Mare: Laccata e Foresta. Il territorio praiese è inoltre delimitato verso est dalle estreme propaggini dell’Appennino Calabrese che con le sue montagne occupa gran parte del territorio comunale più interno. Parte di questo territorio montuoso costituisce l’estremo lembo sul mare del Parco Nazionale del Pollino, il più grande parco d’Europa, non accessibile però direttamente dal territorio praiese, data la natura impervia di questo versante. Tra gli elementi significativi, naturali e simbolici, di Praia a Mare vi è l’isola Dino, selvaggia e ospitale allo stesso tempo, caratterizzata da alti strapiombi, grotte e anfratti, e da un’intensa e interessante flora e sulla quale, sull’estremo limite occidentale, sorgono i resti di un tempietto dedicato a Venere; suggestive e caratteristiche sono le grotte. Tra gli altri elementi naturali si trova l’incantevole scogliera di Fiuzzi, situata di fronte all’isola sulla spiaggia, con una cinquecentesca torre di difesa costiera, e il Castello dei Normanni che domina con la sua mole parte del territorio a sud est dove ha inizio la frazione di Foresta. Ad oriente del centro urbano, in una delle colline parallele al mare, si trova il Santuario della Madonna della Grotta, di origini antichissime, alla cui nascita e storia sono legate le origini di Praia a Mare, oggi uno dei più importanti siti archeologici della zona e centro di devozione popolare.

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Nelle foto, particolari dell’arredo urbano a intervento concluso. In the photos, details of the urban furniture, at work concluded.

Riqualificazione delle infrastrutture materiali e immateriali del centro storico di Praia a Mare (Cosenza), in coerenza con le finalità e gli obiettivi del Patto Territoriale. Viale della Libertà e fronte mare Committente: Comune di Praia a Mare Progettista e Direttore dei Lavori: arch. Maurizio Bradasca Collaboratori: ing. Federica La Rocca, arch. Antonella Russo Inizio lavori: 2015 Fine lavori: 2016 Importo dei lavori: euro 1.470.000

pavimentazione in pietra in corrispondenza delle aiuole preesistenti. Dunque i platani presenti vengono preservati e valorizzati. La pavimentazione in asfalto è stata sostituita con pietra compattata posta in lastre di diversa larghezza, con lunghezza a correre, caratterizzata da tre tipi di lavorazione superficiale: fiammata, naturale e lappata. L'area a verde non costituisce più una barriera tra il viale della Libertà pedonale ed il fronte degli edifici storici dove sono presenti le attività commerciali, ma mette in comunicazione tali aree per instaurare con esse un forte legame. ______________________________________ Urban furniture Arrangement of the promenade of Praia a Mare The project proposal is born from a careful analysis of the attractions: a waterfront of historical matrix located in a completely urbanized scenario. The intervention arises as an engine for the

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relaunch of the tourist accommodation in Praia a Mare, and involves the replacement of the flooring and furnishings as well as the network of existing lighting without breaking preconceived balances. The project concerns the upgrading of tangible and intangible infrastructure of the historic centre of Praia a Mare (CS), in line with the aims and objectives of the territorial pact. Specifically, the project aims to upgrade the infrastructures of viale della Libertà and the sea front to extend the abilities and the tourist offer of the town. The intervention has as replacing the existing asphalt pavement in natural stone, such as replacing the existing lighting network and upgrading the urban system and does not break previously established balances. Since this is the rationalization and replacing a public lighting and furniture and flooring system exists, there is that aesthetically perceptual improvement. The works do not interfere in any way with any of the ecosystems.


PROGETTISTI

Trieste

Maurizio Bradaschia www.studiobradaschia.it

Maurizio Bradaschia si laurea in Architettura presso lo IUAV nel 1987 con Luciano Semerani. Consegue il Dottorato di Ricerca presso l'Università "La Sapienza" di Roma, è professore associato confermato a Trieste, dove insegna Progettazione Architettonica, Architettura Tecnica e Progetto di Componenti Edilizi presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura. Ha tenuto seminari e conferenze presso diverse sedi universitarie italiane e straniere. È fondatore e Direttore della rivista internazionale di Architettura, Arte, Comunicazione e Design "Il Progetto". È autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche. Tra le principali opere il progetto relativo al lotto 4 del progetto Tergeste Urban PIC Italia, l’ampliamento del Municipio di Sgonico, il centro civico di via Pagano per il Comune di Roma, la piazza Falloni a Monteiasi (vedi Tsport n.282), il centro visite dei monti Picentini a Eboli, la nuova sede MIDJ a Cordovado. Ha partecipato alla 7a mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia (2000) “La sperimentazione del nuovo, giovani architetti italiani: un incontro sulla condizione contemporanea”. È stato uno dei 65 architetti invitati alla Mostra "Dal futurismo al futuro possibile nell'architettura italiana" in occasione delle manifestazioni per Italia in Giappone 2001. E’ stato co-progettista del Master Plan per Trieste Expo 2008, progetto esposto alla 9a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Metamorph (2004); è tra gli architetti italiani pubblicati nel catalogo del Padiglione italiano della 10a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2006), è stato invitato tra gli architetti internazionali nel padiglione ungherese alla 12a Biennale di Architettura di Venezia 2010. E' stato Assessore alla Pianificazione Territoriale del Comune di Trieste.

Maurizio Bradaschia (Trieste, 1962) graduated in architecture at IUAV in 1987 with Luciano Semerani (tutor). He obtained his Ph.D. at the University "La Sapienza" of Rome; he is associate professor in Trieste, where he teaches "Architectural Design", "Technical Architecture" and "Project Components of Building" at the Department of Engineering and Architecture. He has given seminars and lectures at several universities all around the world. Founder and Director of the international magazine of Architecture, Art, Communication and Design "Il Progetto". Author of over three hundred scientific publications. Among the major works, the project for Lot 4 of the project Tergeste Urban PIC Italy, the expansion of the Town Hall of Sgonico, the civic center “via Pagano” for the City of Rome, the square Falloni in Monteiasi (see in Tsport 284), the Center of visits for the Picentini mountains in Eboli , the new headquarters MIDJ in Cordovado. He participated in the 7th international architecture exhibition of the Venice Biennale (2000) . He was one of the 65 invited architects to the exhibition for “Italia in Giappone” 2001; and was co-designer of the Master Plan for Trieste Expo 2008, the project was exposed in the 9th International Architecture Exhibition of La Biennale di Venezia, Metamorph (2004); he is among the Italian architects published in the catalog of the Italian Pavilion of the 10th International Architecture Exhibition of La Biennale di Venezia (2006), he was among the invited international architects in the Hungarian pavilion at the 12th Biennale of Architecture in Venice in 2010. He was the Town Councillor for Territorial Planning of the City of Trieste.

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Scienza dell’erba

Pesticidi, norme e buone pratiche a cura della Redazione

Il tema della tutela dell’ambiente è un argomento sempre più sentito anche a livello europeo, tanto che nell’ambito comunitario si è lavorato per far si che i singoli stati membri legiferassero per produrre una normativa finalizzata al miglior utilizzo dei pesticidi. La direttiva 128/2009/CE sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi è stata recepita dall’ordinamento giuridico italiano con il decreto legislativo 120 del 14 agosto 2012 e ne realizza l’attuazione. L’art. 18 include sia la difesa integrata che l’agricoltura biologica, l’art. 19 segnala invece alcuni elementi fondamentali quali tecniche di prevenzione, monitoraggio delle infestazioni e delle infezioni, utilizzo dei mezzi biologici, ricorso a tecniche di coltivazione appropriate, uso di prodotti fitosanitari a minor rischio. Ci parla della situazione normativa in Italia il nostro esperto Erminio Sinigaglia, dello studio di consulenza Agec Service. Ad oggi è in vigore il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con l’obbligo per gli operatori di adottare, almeno, tecniche colturali integrate e approcci alternativi alla difesa chimica. Nel PAN vengono definite le condizioni necessarie perché gli utilizzatori professionali dispongano delle informazioni e degli strumenti in linea con gli obiettivi prioritari del Piano. In particolare si sofferma sulla protezione degli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e della popolazione interessata, sulla tutela dei consumatori, sulla salvaguardia dell’ambiente acquatico e delle acque potabili e

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sulla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. Il Piano prevede una serie d’interventi da attuare su più fronti, quali formazione e prescrizioni per gli utilizzatori, i distributori e i consulenti agronomi, informazione e sensibilizzazione, controlli delle attrezzature per l'applicazione dei prodotti fitosanitari, misure specifiche per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile e per la riduzione dell'uso di prodotti fitosanitari in aree specifiche, manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze, difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari (strategie fitosanitarie sostenibili). Dal 27 febbraio scorso, ogni regione avrebbe dovuto legiferare per regolamentare l’uso di fitofarmaci, ma a tutt’oggi questo non è ancora avvenuto. Alla luce dei recenti aggiornamenti in termini di PAN sembra che, ferma restando la naturale evoluzione nella direzione di cui sopra, ovvero nel perseguire la logica dell'impiego minimo o nullo di fitofarmaci negli spazi pubblici, ad oggi le regioni abbiano deciso di non deliberare in materia, derogando il tutto a venire, in tal senso, le restrizioni di cui sopra non trovino applicazione concreta e per questo ci si possa riferire alla legislazione vigente. Dunque quali sono i punti fermi, al momento? È certo che, come previsto dalla legislazione in vigore, i tappeti erbosi possano essere trattati solo e soltanto con molecole registrate in altrettanti formulati idonei all'impiego su tappeti erbosi. Per tali prodotti vanno rispettati assolutamente tre parametri: dosaggio massi-

mo consentito, numero massimo di trattamenti e tempo di rientro, tempo che deve passare tra il trattamento e la possibilità di accedere alla superficie trattata sia per i giocatori che per gli addetti ai lavori che varia dalle 24 alle 48 ore in funzione di quanto prescritto dall’etichetta. Si fa presente che per almeno due molecole (propiconazolo e prochloraz) utilizzate sul tappeto erboso, il dosaggio massimo legale sia del tutto inefficace e pertanto contribuisca addirittura allo sviluppo di resistenza da parte del fungo agente di malattia. Tutto ciò è chiaramente specificato sulla confezione del prodotto ovvero sull'etichetta in vigore, ciò vuol dire che la registrazione del prodotto presso il Ministero della Salute deve essere attiva e non scaduta, e che in tal senso indica e determina i dettami di legge da rispettare. Ciò significa che, anche laddove le regioni non deliberino in materia di PAN, il manutentore deve comunque attenersi scrupolosamente al rispetto del dosaggio massimo, del numero massimo di trattamenti e soprattutto del tempo di rientro specificati in etichetta ai termini di legge. Diversamente, ovvero laddove si agisca al di fuori di quanto sopra, il proprietario o il rappresentante legale della superficie a verde e il manutentore si espongono singolarmente, nel senso che l'uno non può sollevare l'altro dalla responsabilità, a sanzioni di carattere amministrativo e penale. È opportuno quindi orientarsi verso prodotti che diano maggiore affidabilità dal punto di vista della tutela ambientale. Quali i suggerimenti? Proprio nell’ottica del contenimento dell’uso dei fitofarmaci di sintesi, assumono particolare importanza i prodotti fitosanitari e altri mezzi di controllo delle avversità a basso impatto ambientale. Si sta diffondendo l’impiego di diversi prodotti per il contenimento delle malattie e dei parassiti del tappeto erboso, di origine naturale, nonché fitoregolatori e stimolanti naturali della nutrizione, soprattutto concimi organici, fertilizzanti fogliari e per la fertirrigazione. Molti prodotti ad azione fungicida o insetticida di origine biologica hanno il vantaggio di avere anche un effetto stimolante, in questo modo, oltre ad allontanare i sintomi, tendono a prevenirne nel tempo la ricomparsa, perché le essenze migliorano il normale stato fisiologico. Da alcuni anni stiamo sperimentando l’utilizzo di prodotti alternativi a quelli di sintesi. I risultati positivi ottenuti nell’ambito del greenkeeping hanno permesso di utilizzare una miscela di prodotti pesticidi in basso dosaggio e prodotti ecosostenibili in grado di stimolare l’aspetto fisiologico della pianta, creando una sinergia capace di risolvere la problematica degli attacchi fungini. Abbiamo trovato prodotti per il contenimento di malattie sensibili alla carenza di azoto quali Dollar spot (Sclerotinia homeocarpa), Antracnosi (Colletotrichum spp.), Elmintosporiosi (Bipolaris spp.,

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Dreshslera spp.), Red thread (Laetisaria fuciformis) e Ruggini (Puccinia spp.). Per il Pythium blight (Pythium spp.) abbiamo ottenuto già apprezzabili risultati, inoltre stiamo mettendo a punto un prodotto specifico per il Brown patch (Rhizoctonia solani). Anche per il muschio esiste un prodotto particolarmente efficace che lo contrasta. Gli studi fatti fino ad ora ci consentono di affermare che l’utilizzo di questi prodotti stimolatori della crescita del manto erboso, permettono di migliorare lo stato fisiologico delle essenze, producendo prati più sani e in grado di resistere con più facilità agli attacchi dei patogeni o degli insetti, dando la possibilità agli operatori di diminuire la quantità di principi attivi utilizzabili, o addirittura eliminarli, laddove non sia possibile chiudere le superfici a gioco per il tempo di rientro. Questo diviene di particolare interesse per molte Amministrazioni Comunali che, nell’ottica di salvaguardare l’ambiente, hanno deciso di vietare l’utilizzo di principi attivi di sintesi sulle superfici a verde di loro competenza. In tutti i casi, vengono tutelate all'origine le figure implicate nella corretta gestione del manto erboso, soprattutto, vengono rispettati tutti i fruitori, in termini di inquinamento ambientale e tutela della loro salute. La riduzione dell’inquinamento sarà possibile solo attraverso iniziative che supportino la transizione a tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente e della biodiversità, attente alla tutela di lavoratori e degli utilizzatori.

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progettare l’accessibilità

Il Piano Eliminazione Barriere Architettoniche

di Tommaso Empler

seconda parte

Strumenti urbanistici in genere Ulteriori indicazioni sono fornite nel D.P.R. 503/96, dove all’art. 3 – aree edificabili - non si fa più solo riferimento all’adozione di specifici Piani come i PEBA, ma agli strumenti urbanistici in genere: “Nell’elaborazione degli strumenti urbanistici le aree destinate a servizi pubblici sono scelte preferendo quelle che assicurano la progettazione di edifici e spazi privi di barriere architettoniche”. Tale articolo incide direttamente anche sulla zonizzazione prevista nei Piani Regolatori Generali, indicando come, vista l’accentuata orografia presente sul suolo italiano, la scelta delle aree da dedicare a servizi pubblici debba tener conto della possibilità di progettare spazi pedonali in piano ed edifici accessibili. Ulteriori specifiche riguardano gli spazi pedonali – art. 4 – per i quali si deve prevedere: “I progetti relativi agli spazi pubblici e alle opere di urbanizzazione a prevalente fruizione pedonale devono prevedere almeno un percorso accessibile in grado di consentire con l'utilizzo di impianti di sollevamento ove necessario, 1'uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale anche alle persone con ridotta o impedita capacita motoria o sensoriale. Si applicano, per quanto riguarda le caratteristiche del suddetto percorso, le norme contenute ai punti 4.2.1., 4.2.2. e 8.2.1., 8.2.2. del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236, e, per quanto riguarda le caratteristiche degli eventuali impianti di sollevamento, le norme contenute ai punti 4.1.12., 4.1.13. e 8.1.12., 8.1.13. dello stesso decreto, con le successive prescrizioni elaborate dall'ISPESL e dall'U.N.I. in conformità alla normativa comunitaria”. Tale articolo riguarda criteri di tipo urbanistico attuativo, da prendere in considerazione quando si tratta di progetti relativi agli spazi pubblici e alle opere di urbanizzazione a prevalente frui-

zione pedonale (piazze, percorsi, aree verdi, ecc.). In questi casi devono essere previsti itinerari accessibili che consentano anche alle persone a mobilità ridotta o con problemi sensoriali “l’uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale”. Ove il caso, per perseguire questa irrinunciabile finalità, si suggerisce, in alternativa alla predisposizione di rampe non sempre consigliabili e risolutive, anche l’uso degli opportuni “impianti di sollevamento” quali ascensori, piattaforme elevatrici, ecc. Alcune delle indicazioni finora emerse, sono ribadite nel D.P.R. 6 giugno 2001, n.380, dove l’art. 82 comma 8 recita: “I piani di cui all'articolo 32, comma 21, della legge n. 41 del 1986, sono modificati con integrazioni relative all'accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all'individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all'in-

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stallazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone handicappate”, riprendendo l’art. 24, comma 9, della Legge 104/92. Il comma 9, invece, richiama il comma 11 dell’art. 24 della Legge 104/92, relativamente ai regolamenti edilizi: “I comuni adeguano i propri regolamenti edilizi alle disposizioni di cui all'articolo 27 della citata legge n. 118 del 1971, all'articolo 2 del citato regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 384 del 1978 (leggasi D.P.R. 503/96), alle disposizioni di cui alla sezione prima del presente capo, e al citato decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236. Le norme dei regolamenti edilizi comunali contrastanti con le disposizioni del presente articolo perdono efficacia”.


Norme Regionali per il PEBA Alcune Regioni hanno legiferato a carattere locale fornendo indicazioni specifiche sull’adozione del PEBA, ed, in certi casi, hanno formulato quelli che devono essere i contenuti degli stessi Piani. Le informazioni che seguono non hanno la pretesa di essere esaustive sulle emanazioni regionali, ma di vedere l’atteggiamento che alcune Regioni hanno nei confronti dei Piani per eliminazione delle barriere architettoniche. La Regione Toscana, con Legge Regionale 9 settembre 1991, n. 47, all’art. 9 – Programmi comunali di intervento – recita: “1. I Comuni predispongono programmi operativi di intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche anche avvalendosi degli strumenti previsti dalla normativa regionale in materia di recupero e qualificazione dei sistemi insediativi (Comma così sostituito con L.R. 20 marzo 2000, n.34, art.10). 2. Gli Enti e le Società pubbliche che svolgono servizi aperti al pubblico predispongono un programma di adeguamento alle disposizioni della presente legge sui beni immobili di loro proprietà. 3. Tale programma deve fissare scadenze temporali per la sua attuazione ed indicare le modalità di reperimento dei mezzi finanziari occorrenti. 4. Il programma di cui al secondo e terzo comma viene inoltrato al Sindaco per la predisposizione dei programmi di cui al primo comma.

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5. I programmi di cui ai precedenti commi sono costituiti dai seguenti elaborati: - rilievo di spazi, strutture ed edifici, sia pubblici che privati, aperti al pubblico, riguardante la situazione su tutto il territorio rispetto all’accessibilità, fruibilità e sicurezza di detti luoghi; - relazione che illustra le azioni da realizzare nei vari settori di cui all’art. 2 e definisce le priorità d’intervento in riferimento alla disponibilità finanziaria ed ai programmi di intervento nei settori stessi nonché alle indicazioni contenute nelle disposizioni di cui al primo comma dell’art. 3; - schede tecniche riferite ai singoli interventi con l’indicazione dell’entità delle opere e dei relativi costi, nonché dei tempi previsti per la realizzazione degli stessi; - relazione finanziaria contenente, tra l’altro, l’indicazione dei modi con i quali si intende far fronte alle spese. (omissis) 8. Per l’elaborazione dei programmi di intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche i Comuni possono avvalersi della collaborazione delle Associazioni di tutela delle persone con handicap più rappresentative operanti sul territorio (Comma aggiunto con L.R. 20 marzo 2000, n.34, art.10)”. La Legge Regionale 30 agosto 1991, n. 32 della Regione Sardegna agli artt. 7, 8, 9 e 10 recita: “Articolo 7 - Censimento degli immobili ed edifici pubblici. 1. La Regione promuove un censimento degli


immobili ed edifici pubblici e di uso pubblico di cui al precedente articolo 5, secondo comma, lettera a), interessati da interventi per l'abolizione delle barriere architettoniche. 2. Al censimento provvedono i Comuni sulla base delle modalità di rilevazione approvate dalla Giunta regionale. 3. I dati del censimento sono utilizzati ai fini della programmazione degli interventi regionali e degli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, nonché per l'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 32, ventunesimo comma, della legge 28 febbraio 1986, n. 41. Articolo 8 - Atti di programmazione regionale 1. Nella formulazione dei piani, programmi e progetti generali e settoriali, la Regione tiene conto - con particolare riferimento ai contenuti programmatori e agli aspetti finanziari - dell'obiettivo di eliminare le barriere architettoniche in ambito regionale. Articolo 9 - Atti di programmazione comunale o provinciale 1. I Comuni e le Province predispongono, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, piani biennali di intervento, tenuto conto dei piani predisposto ai sensi dell'articolo 32, ventunesimo comma, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, finalizzati all'eliminazione delle barriere architettoniche per le strutture e costruzioni di propria competenza, con indicazione degli interventi prioritari. 2. Trascorso il previsto termine la Regione nomina un Commissario ad acta per la predisposizione dei piani di cui all'articolo 32, ven-

tiduesimo comma, della legge 28 febbraio 1986, n. 41. 3. L'approvazione dei piani biennali di cui al precedente comma abilita i Comuni e le Province alla richiesta delle sovvenzioni regionali di cui al successivo capo III, in base all'articolo 2, lettera a), della legge regionale 22 aprile 1987, n. 24. Articolo 10 - Disposizioni generali 1. I Comuni adeguano alle disposizioni della presente legge i loro strumenti urbanistici ed i regolamenti comunali introducendo ulteriori prescrizioni volte a perseguire le finalità definite dagli articoli 1 e 2 della presente legge”.

Integrazione del PEBA con gli altri Piani Urbanistici Il “Piano Integrato per gli Spazi Urbani” (PISU) è la predisposizione, in alcuni ambiti territoriali specifici (come nella Regione Lombardia), di Piani ai sensi del comma 9 dell’art. 24 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, che nascono da una lettura separata (e non integrata) tra tale comma e il contenuto del comma 21 dell’art. 32 della Legge 28 febbraio 1986, n. 41, in cui viene indicato con il termine PEBA il piano per eliminare le barriere architettoniche negli immobili di proprietà degli Enti Pubblici (Comuni, Province, USL, ATER - ex IACP, Poste, ecc...). Il PISU costituisce, pertanto, un piano per rimuovere le barriere architettoniche dai marciapiedi, prevedendo un miglioramento dell’accessibilità degli spazi urbani. Al di là delle diverse definizioni, separate o integrate, dei Piani per gli edifici e per gli spazi

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esterni, PEBA e PISU, che possono emergere dai citati articoli, ciò che sicuramente più interessa ai fini della presente trattazione è l’integrazione tra uno strumento per programmare l’eliminazione delle barriere architettoniche e gli altri strumenti di programmazione, dai Piani Urbani del Traffico ai diversi Piani e Programmi Urbanistici Attuativi. Si deve infatti considerare che il Piano Urbano del Traffico rappresenta l’occasione non solo per affrontare le esigenze di riordino della rete viaria comunale, ma anche per progettare e realizzare una città più equilibrata, confortevole e accessibile. Risulta, pertanto, importante la sincronia tra il PUT e il PEBA (PISU), poiché possono essere fuse insieme due previsioni in un’unica fase attuativa. Analogamente, nella redazione di un Piano Regolatore Generale o di un Piano Particolareggiato, secondo quanto previsto nell’art. 3 – aree edificabili – del DPR 503/96, si deve tener conto che le aree destinate a servizi pubblici devono essere scelte preferendo quelle che assicurano la progettazione di edifici e di spazi privi di barriere architettoniche, rispettando quella sinergia che vuole gli spazi per la collettività collocati su superfici con migliori caratteristiche orografiche, evitando di dover ricorrere ai ripari successivamente, quando le complicazioni sono difficilmente recuperabili nella realizzazione degli immobili o nella definizione degli spazi esterni di pertinenza.


Impianti etici / impianti sostenibili a cura di Stefano Longhi

L’insostenibile leggerezza dell’essere Gentili lettori, in questo numero esamineremo due interessanti proposte che riguardano un’area della Francia che molto ha realizzato per essere meritatamente ritenuta all’avanguardia nell’ambito della bioarchitettura, mi riferisco alla città di Bordeaux. Il primo intervento riguarda il nuovo stadio realizzato dalla prolifica coppia di progettisti Herzog e De Meuron che tanto spazio ricevono in questa rubrica anche, e non solo, per la consolidata prassi di progettare e realizzare

interessantissimi esempi di architettura sportiva (progetto pubblicato su Tsport 299). In questa opera vorrei soffermarmi in particolare sul valore estetico del risultato dando per scontati i pur interessanti interventi di ecocompatibilità (un enorme impianto fotovoltaico, ampio utilizzo di luci a led, sofisticato impianto di recupero delle acque piovane, etc), ritenendo che ben difficilmente in passato si era garantito un risultato che assommasse all’indiscutibile eleganza estetica e funzionale un tale livello di leggerezza strutturale.

Il novo stadio di Bordeaux, progettato dagli architetti Herzog e De Meuron.

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Vista dall’esterno la struttura sportiva incuriosisce perché il suo inserimento nella pianeggiante pianura bordolese sembra interrompere la continuità di natura e vigneti: un monumento bianco fittamente arricchito da esili colonne dallo schema planimetrico non immediatamente decifrabile. La struttura stupisce anche l’occhio esperto perché contiene, in una geometria spiccatamente essenziale, un morbido sviluppo di gradoni generati dal basso e confluenti nella sottilissima copertura a “velo”. Le dimensioni della struttura, tutt’altro che trascurabili, appaiono meno ingombranti grazie al sapiente uso della plasticità materica e dell’elegante sovrapposizione della fitta trama di elementi verticali reggenti la stessa copertura. Vista dall’interno la struttura ha il grande pregio di mantenere invariate le spiccate qualità architettoniche non distogliendo l’attenzione dal rettangolo di gioco che nel contesto del candido colore bianco complessivo appare non di meno particolarmente evidente. La parte perimetrale della struttura sportiva è stata progettata specificamente dall’architetto paesaggista francese Michel Desvigne che ha avuto il compito di completare l’inserimento dell’edificio nel contesto ambientale circostante e di individuare la soluzione più appropriata per far coesistere esteticamente parcheggi, piastre sportive, percorsi di servizio etc.


L’altro intervento a mio avviso significativo riguarda un interessante programma d’investimento immobiliare che si realizzerà prossimamente nei pressi della stazione ferroviaria del-

l’alta velocità di Saint-Jean. Esso permetterà di trasformare 800.000 metri quadrati in un polo integrato con la città costituito da spazi per il terziario, centri commerciali e residenze

Sitografia http://www.gobordeaux.fr/article/bordeaux-sustainable-city https://www.herzogdemeuron.com/index/projects/complete-works/351-375/367-nouveau-stade-de-bordeaux/html http://www.sou-fujimoto.net/ http://www.designboom.com/architecture/sou-fujimoto-canopia-timber-tower-bordeauxeuratlantique-laisne-roussel-03-15-2016/ http://www.bordeaux-euratlantique.fr/territoire-de-projets/projet-st-jean-belcier/

Il progetto immobiliare di prossima realizzazione in prossimità della stazione ferroviaria di Saint-Jean, Bordeaux.

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a torre alte fino a 50 metri interamente realizzate con struttura portante in legno di abete rosso e legno lamellare, con l’obiettivo principale di porre la sostenibilità ambientale come l’elemento qualificante di tutto l’intervento. Architettonicamente la struttura progettata dal team Laisné Roussel e Sou Fujimoto architects mi ha sorpreso per la similitudine nell’utilizzo degli elementi strutturali portanti verticali, esili “colonnine”, che sembrano riprendere quasi fedelmente alcuni elementi caratterizzanti l’intervento precedentemente descritto. La struttura è accattivante nella sua originalità: le torri residenziali appaiono slanciate verso l’alto ma al tempo stesso sono reciprocamente collegate con passerelle aeree che culminano in sommità con degli interessanti giardini pensili su più livelli in grado di conferire una vivibilità straordinaria in un contesto assolutamente originale. In particolare gli spazi residenziali più alti godranno di affacci e viste panoramiche assolutamente stupefacenti: la mirabile fusione fra ambienti aperti ed elementi strutturali opachi, la penetrazione della luce e del verde in ogni locale appare compiutamente riuscita. L’organizzazione dello spazio in copertura sembra essere l’elemento più innovativo: i percorsi pedonali raccordano livelli posti a quote diverse attraverso orti, piante ornamentali, fioriere e persino un piccolo vigneto per non dimenticare che in questa latitudine si producono alcuni dei migliori vini al mondo. Come si è visto sono diverse le similitudini fra i due casi presentati: un riuscitissimo approccio progettuale in grado di massimizzare le proprietà estetiche dei materiali utilizzati, riducendo contestualmente al minimo la percezione degli ingombri strutturali e ponendo in evidenza, viceversa, quasi a volerne fare vanto, le capacità resistive degli elementi portanti più esili. Inoltre sembra evidente, nei due casi, l’esigenza imprescindibile di procedere ad un accurato studio di inserimento ambientale al fine di gestire proficuamente anche le aree contestuali sia sotto l’aspetto distributivo che puramente estetico.


Ciao Wiliam Nell’autunno del 2005 percorrevamo insieme le balze del Sestriere e di Sauze d’Oulx per realizzare il memorabile servizio sugli impianti destinati all’Olimpiade invernale di Torino, pubblicato su Tsport 247. Era l’apice di una intensa fase di lavoro comune che ci vide seguire insieme la preparazione, lo svolgimento e la conclusione dell’Olimpiade torinese per quasi quattro anni, puntualmente documentati in quasi venti numeri della rivista. Wiliam Marsero era un po’ il deus ex machina della manifestazione per quanto riguardava gli aspetti tecnici relativi alle Paralimpiadi, ma la sua esperienza ci guidò passo per passo in tutti i dettagli e i segreti di ognuno degli impianti torinesi. Ma non è l’unico ricordo. Le serate in compagnia per le strade di Colonia all’appuntamento biennale della FSB, per esempio. E se andiamo indietro nel tempo – magari non c’erano tutti quelli della attuale redazione, ma qualcuno sì - si racconta di mitici viaggi in nordamerica, in occasione della fiera internazionale dalla IAAPA; negli anni’90 Wiliam è stato anche direttore di Tsport, e di quelle annate la rivista conserva i suoi interventi editoriali, attenti, bonari, ma anche critici quando occorreva. Se ricordiamo tutti con affetto il Wiliam amico e compagno di viaggio, in giro per il mondo o tranquillo nel suo studio di corso Monte Cucco, uno dei lunghi e sereni viali alberati di Torino, non dobbiamo dimenticare che Tsport ha ospitato – si può dire da sempre – il frutto delle sue fatiche di professionista. A cominciare dall’innovativo “archivio prezzi” dell’impiantistica sportiva, voce in quegli anni assente dai consueti prezziari ufficiali delle opere edili; ma poi centri sportivi, tribune, padiglioni, progetti di arredo urbano, rintracciabili negli indici sistematici della rivista. Dunque Wiliam ci ha lasciato, troppo presto, ma con una grande eredità, di calore umano oltre che di insegnamento, giornalistico e professionale. Fra i tanti suoi scritti, vogliamo ricordare un suo commento a conclusione delle Olimpiadi di Torino, o meglio ancora delle Paralimpiadi, pubblicato su Tsport 249. Allegro e riservato allo stesso tempo com’era, Wiliam lascia trapelare appena la commozione per un evento che forse più di tanti altri lo ha visto – e noi con lui – impegnato e partecipe in prima persona. La redazione

Wiliam Marsero, nel suo studio, 2007. In basso, alcuni progetti pubblicati su Tsport.

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Riflessioni a luci spente (maggio-giugno 2006) Alla fine della cerimonia di chiusura dei giochi paralimpici ci chiedevamo: ma adesso è davvero tutto finito? Ora, a luci spente, possiamo guardarci intorno e riflettere su quanto è successo e a cosa è veramente servito. Abbiamo preparato e seguito con grande trepidazione l’inizio dei giochi e, benché fortemente coinvolti, ci siamo trovati a partecipare, alla pari, con lo stupore di chi fino all’ultimo momento non aveva nascosto perplessità e timori sul perfetto funzionamento. Ma che all’improvviso si è reso conto che la macchina che aveva progettato, pur con qualche residua preoccupazione non percepibile dai non addetti ai lavori, stava lavorando anche meglio di quanto si potesse attendere. “Ce l’abbiamo fatta“ ha annunciato Valentino Castellani, presidente del comitato organizzatore, durante la cerimonia di apertura, e lo ha ribadito con un senso di liberazione e soddisfazione nella cerimonia di chiusura poco prima che il sindaco di Torino Sergio Chiamparino passasse la bandiera al sindaco di Vancouver Sam Sullivan, disabile tetraplegico. (…) Il Torinese, malgrado da tempo avesse già dato segni di cambiamento senza essere troppo preso sul serio, si è presentato completamente rinnovato all’appuntamento e, risultati sportivi a parte, è stato il vero protagonista di una grande festa contribuendo in modo non secondaria alla riuscita dell’evento. Naturalmente tutto è stato possibile grazie all’ospitalità del territorio che anche nei momenti più difficili per la presenza di neve e fango si è rivelato molto più accessibile e fruibile di ogni ottimistica previsione. Il ”territorio”, anche quello che aveva approfittato del passaggio della torcia olimpica per esprimere il proprio dissenso nei confronti dei grandi progetti infra-strutturali come la TAV, forse gli stessi che avevano ostacolato, anni prima, la candidatura olimpica, si è in parte riveduto, ammettendo che “le cose”, quando sono fatte bene, possono essere rispettate, anche quando non pienamente condivise, fino a coglierne gli aspetti più positivi fino ad immergersi nella festa quasi come se l’iniziativa fosse nata proprio da chi di queste “cose” non ne aveva mai sentito la necessità. Grande coinvolgimento quindi grazie alla buona organizzazione complessiva, ma soprattutto in ragione di un grande “disegno” che la città e le sue valli hanno saputo preparare ancora prima dei giochi, coscienti che il futuro di questi luoghi stava cambiando e che per la terza volta in 150 anni di storia occorreva inventare un nuovo ruolo. (…) Il grande lavoro di preparazione dei giochi olimpici ha permesso di offrire, a costo contenuto, quei giochi che Sir Philip Craven, presidente del comitato paralimpico internazionale (IPC) ha ricordato come i giochi paralimpici invernali più belli della storia, sia per le strutture eccezionali in cui si sono svolte le gare, ma soprattutto per la massiccia e partecipata presenza di un pubblico eccezionale che ha esaurito in quasi tutte le competizioni la quasi totalità dei posti disponibili. Pubblico che per primo si è reso conto che, dal punto di vista sportivo, tra le due manifestazioni

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non c’erano differenze. Differenze non emerse anche grazie alla preparazione del “territorio” e alla disponibilità di tutti gli operatori oltre che all’entusiasmo degli spettatori, soprattutto disabili, che con grande discrezione e tolleranza ci hanno permesso di accoglierli. Differenza appena percettibile nell’attenzione dei media che hanno comunque, più che in ogni altra occasione, saputo dedicare attenzione e valorizzare i meriti agonistici dell’evento. Mentre andava in stampa il numero precedente eravamo alla vigilia dei giochi paralimpici e provavamo ad immaginare, anche se con non poche perplessità, che i due eventi disputati in contemporanea avrebbero potuto offrire pari dignità agli atleti. A giochi ultimati riteniamo che per il bene di entrambi, non è al momento possibile, né auspicabile. I giochi di Torino hanno infatti dimostrato che la loro contemporaneità avrebbe richiesto molte più risorse e la realizzazione di strutture non facilmente utilizzabili a giochi finiti. Inoltre l’aspetto agonistico dei giochi olimpici fortemente influenzato dagli interessi commerciali degli sponsor e dei media avrebbe finito per offuscare l’incomparabile risultato agonistico dei giochi paralimpici. Avrebbe invece messo in evidenza solo aspetti umani secondari rispetto al valore degli atleti. Aspetti umani che, se correttamente segnalati, possono rappresentare un grande esempio per il valore sociale, medico, tecnologico, oltre che sportivo, che atleti eccezionali possono trasmettere ad altri per dimostrare che la ”normalità“ è soprattutto un aspetto oggettivo e non soggettivo. (…) Se Barcellona era un riferimento europeo per una Olimpiade ben riuscita, presa ad esempio anche per i giochi di Torino, seppure con i dovuti distinguo legati alle ancora evidenti differenze che esistono tra una olimpiade estiva ed una invernale, crediamo di aver raccolto nel migliore dei modi il testimone. Wiliam Marsero


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news

HOK per il Barcelona New Palau Blaugrana Arena Aprirà tra il 2019 e il 2020 la nuova arena del FC Barcelona, che, in seguito a un concorso internazionale di architettura, è stata assegnata a HOK Spor ts+Recreation+Enter tainment e TAC Arquitectes per la progettazione. New Palau Blaugrana avrà una capacità di 12 mila posti a sedere per eventi sportivi e 12,500 per eventi culturali e sociali; si tratta di un componente chiave di un progetto ampio che punta a migliorare le strutture del FC Barcelona, incluso il rinnovamento del Camp Nou e la creazione di un distretto spor tivo, Espai Barça. La costruzione dello stadio dovrebbe iniziare durante la stagione di basket del FC Barcelona 2017-2019 per

Progetto e rendering del New Palau Blaugrana Arena, il nuovo stadio dell’FC Barcelona, che sarà progettato da HOK Sports+Recreation +Entertainment e TAC Arquitectes.

concludersi alla stagione 2019/2020. La nuova arena sostituirà lo stadio originale, aper to nel 1971, e sa-

rà costruita sull’attuale posto del Mini Estadi, stadio da 15 mila posti a sedere. Il progetto mantiene le carat-

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Notizie teristiche base del Palau, ovvero un’arena energetica, ampia, in grado di fornire ai fan un’esperienza unica. I posti a sedere sono stati disegnati come in uno spazio teatrale, con un disegno asimmetrico, il primo di questo tipo in un’arena per il basket, per dare maggiore capacità su un lato. Questa forma a cavità dà ottimale visibilità e crea una “parete di persone”, catturando il rumore per creare un’esperienza intensa per il pubblico e molto scenografica per i team. Sono inclusi nel progetto 24 vip box, 4 sky bar/lounge con vista sui campi, e tre aree indipendenti: un campo adiacente per 2 mila spettatori, una pista per il ghiaccio per 800 posti a sedere e l’accademia FCB Escola, con due campi di calcio.


Notizie Qatar, in costruzione il “diamante del deserto” Durante le fasi di costruzione del Qatar Foundation Stadium a Doha sono stati rinvenuti straordinari reper ti geologici, rocce datate decine di milioni di anni. Lo stadio, che ospiterà fino ai quarti di finale della Fifa World Cup 2022, ha un design che rappresenterà un “diamante nel deser to”. Durante gli scavi è stato rivelato un sito geologico rilevante risalente da 20 a 30 milioni di anni fa: si tratta di rocce originate sott’acqua, un tipo di rilevamento che di solito è tipico nei lavori di scavi relativi per esempio ai tunnel ferroviari. D’altra par te, lo scavo è andato in profondità a 17 metri, poiché, secondo gli studi degli architetti, in questo modo si minimizza l’effetto del vento e si massimizza quello del riscaldamento naturale. Anche l’impianto di raffrescamento del

news Il rendering di progetto del Qatar Foundation Stadium a Doha.

Qatar Foundation Stadium sarà sotto terra, per diminuire l’effetto sull’area circostante. Ora il sito è pronto per la costruzione ver ticale dello stadio da 40 mila posti a sedere, che dopo le competizioni sarà ridotto a 25 mila posti e diventerà il centro della lega universitaria. Infatti, il Qatar Foundation Stadium e le strutture spor tive dei dintorni che includono arena indoor, campi da tennis, piscina coperta, saranno usati dagli studenti dell’Education City dopo il completamento, per poter praticare spor t tutto l’an-

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no, in condizioni confor tevoli. Nello stadio è incluso il padiglione acquatico con strutture di prima classe come piscina olimpica, piscina per diving e allenamenti, padiglione multifunzionale per spor t indoor e concer ti, spa per uomini e donne, campi di allenamento all’aper to, campi tennis indoor e outdoor, strutture per il basket e il football. Collegata con lo stadio, inoltre, una stazione della metro a pochi passi a piedi. Sussex, Inghilterra: riqualificazione del centro sportivo e ricreativo King Alfred Un centro multifunzionale risalente agli anni Trenta, incapace di soddisfare, oggi, le aspettative degli utenti moderni e per di più costoso da mantenere e da gestire: questo è l’attuale King Alfred di Hove, nel Sussex (Inghilterra), che sarà presto de-

molito per far fronte a un complesso misto residenziale e sportivo. Il processo di ricerca di un par tner per lo sviluppo del progetto è iniziato nel 2014 e nel gennaio 2016 sono stati selezionati i main contractor e i progettisti del nuovo complesso. Il centro spor tivo costerà 40 milioni di sterline e sarà in gran parte pagato grazie allo sviluppo dei 560 appartamenti della par te residenziale. Includerà una piscina da 25 metri a 8 corsie, con 352 posti in tribuna, una vasca training, una vasca divertimento, una

Sussex, Inghilterra, immagini del centro sportivo e ricreativo King Alfred.


news spor ts hall, 120 biciclette stazionarie, una sala da spinning, una sala per i corsi, una sauna, un centro ginnastica, un circuito da bowling, una sala ar ti marziali, un’area giochi. Mateusz Tanski è l’architetto del nuovo complesso sportivo nell’ex cava Sadowa Gòra (Polonia) Uno stadio, edifici diversi e un campus: questa la composizione del grande complesso spor tivo, nell’ex cava Sadowa Gòra, per il quale è stato selezionato l’architetto polacco Mateusz Tanski. La pista e lo stadio sono localizzati centralmente: la sola struttura che emerge in questo caso è quella delle tribune, che ospitano 1000 posti a sedere, e sotto le quali saranno installate diverse funzioni. La struttura è posizionata tra la pista di atletica e la strada, in modo da avere la cer tezza dell’assenza di interruzioni da parte del traffico veicolare. L’architettura proposta sarà bene incorporata nell’ambiente circostante, riflettendo i muri della cava, con la forma e i materiali. Dal lato della strada di accesso e l’area davanti all’entrata dello stadio, assomiglia a un largo blocco di rocce, dove tutte le componenti infrastrutturali sono sviluppate: scale, finestre, ingressi. Gli impianti sportivi e gli edifici di ospitalità sono incorporati nell’ambiente circostante, per somigliare alle formazioni rocciose circostanti, attraverso le forme e i materiali usati per le facciate. Gli edifici sembrano rocce della cava e coper te

dal verde locale. Le parti caratteristiche di tutto il complesso sono la forma dinamica e il tetto multi-angolare. Lo sport campus, adiacente allo stadio, offre un albergo e un ristorante, e tutte le strutture saranno adatte ad accompagnare eventi come competizioni spor tive, conferenze, banchetti, camp per adulti e bambini, eventi scolastici.

Roma 2024, scelti gli stadi Per la candidatura alle Olimpiadi del 2024 Roma ha scelto i suoi stadi, che segnano da nord a sud il percorso dello sport. Sono undici e comprendono il Barbera di Palermo, il Franchi di Firenze, il Meazza di Milano, lo Juventus Stadium a Torino, il Ferraris di Genova e poi ancora Roma, Napoli, Bari, Bologna, Udine con lo stadio Friuli e Verona con il Bentegodi. A

Polonia, il nuovo complesso sportivo nell’ex cava di Sadowa Gòra.

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Notizie competere per i Giochi ci sono Los Angeles, Amburgo, Roma, Budapest e Parigi, le cinque città candidate tra cui verrà scelta la sede nel 2017. Roma ha scelto dieci città, oltre alla capitale, dove è in progetto il nuovo stadio della Roma. Quattro degli impianti prescelti sono già messi a norma, come l’Olimpico di Roma, lo Juventus Stadium, il San Siro e lo stadio Friuli di Udine.



regioni, province, comuni a cura di Pietro Chianchiano e Sabina Orrico

Gorizia: nuova vita per il parco del castello, grazie al bando comunale per la progettazione dell’intervento di recupero che prevede la valorizzazione della zona del parco che parte dall’area d’ingresso di via Giustiniani e si sviluppa lungo il sentiero che conduce alla cinta muraria del maniero. Il progetto, finanziato con fondi Pisus e fondi comunali, costerà in tutto circa 180 mila euro e si articolerà su quattro aree di intervento che riguarderanno l’ingresso parco, l’area ludica e fitness, il sentiero di risalita alle mura e il percorso adiacente la cortina muraria. Tutti i lavori saranno realizzati con soluzioni tecniche poco impattanti, come indicato nelle schede progettuali. Saranno ricavate due aree di svago: l’area

più a valle sarà riservata ai bambini di età inferiore ai sei anni, con giochi a corda e percorsi a torre, mentre l’area superiore sarà riservata alla predisposizione di un breve percorso dotato di attrezzature dedicate agli amanti del fitness. L’intervento prevede poi la realizzazione di un impianto di illuminazione a basso impatto ambientale; saranno inoltre sostituite tutte le palizzate oggi fortemente rovinate e si prevede l’installazione di nuove panchine e cestini lungo il percorso. «Con questo intervento raggiungeremo una nuova, importante tappa nel programma di valorizzazione del castello e, soprattutto, di maggior fruizione di tutti i suoi elementi, compreso il parco, sia da parte turisti-

ca sia da parte dei goriziani – ha marcato il sindaco Ettore Romoli. Con i lavori mi auguro che quest’area verde, a due passi dal centro cittadino, possa essere nuovamente frequentata dalle famiglie, magari dopo una visita al nostro monumento simbolo». Lodi: nuova gestione per il centro sportivo di Bertonico, che è stato affidato all’associazione sportiva Azzurra di Castiglione. Gli impianti sono strutture nuove che non necessitano di interventi importanti. L’affidamento è stato stabilito fino al 30 giugno 2020. Fra il comune e il gestore è prevista la stipula di una convenzione che prevede alcuni doveri da parte del gestore stesso: la custodita

della proprietà, l’apertura dell’impianto sportivo secondo un calendario condiviso fra comune e gestore, il taglio dell’erba, l’irrigazione, la pulizia degli spogliatoi, la manutenzione ordinaria della struttura. Novi (Mo): dopo il terremoto del maggio 2012, che ha colpito soprattutto l'Emilia-Romagna, molte realtà del Trentino si sono mobilitate per realizzare interventi di ripristino e ricostruzione. In questo comune sono state distrutte numerose strutture pubbliche, tra cui la palestra e il centro sportivo polifunzionale. In frazione Rovereto sulla Secchia è stata inaugurata dopo due anni di lavori la Casa dello Sport: costruita con criteri antisismici, fungerà, in caso di


regioni, province, comuni Novi (Mo), l’inaugurazione della casa dello sport.

emergenza, anche da punto di accoglienza e ricovero della popolazione. Si sviluppa su una superficie di 600 metri quadri, ripartiti su due piani. Quello di terra ospiterà il circolo della Polisportiva e una sede dell'Arci, una cucina attrezzata e la sede di alcune associazioni di volontariato, mentre il primo sarà adibito alla promozione di eventi pubblici, grazie a due diverse sale polivalenti in grado di ospitare concerti e conferenze. La struttura sorge su un terreno di proprietà comunale e confina

con la vicina palestra, ricostruita grazie ai fondi regionali dell’Emilia Romagna, con la tensostruttura denominata PalaPanini realizzata grazie alle donazioni di privati e con il campo di bocce comunale. Un punto nevralgico che si inserisce all’interno dell’offerta sportiva che il comune, grazie alla preziosa collaborazione della Polisportiva Roveretana, rivolge ai propri cittadini. Pietrasanta (Lu): salva la stagione sportiva del campo La Pruniccia di Strettoia. L’amministrazione comunale di Pietrasanta, attraverso l’assessorato allo sport, ha predisposto un piano straordinario di interventi di manutenzione che consentiranno alla società Versilia Calcio e ai suoi 250 tesserati tra piccoli amici e terza categoria, di ottenere l’omologazio-

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ne da parte della Figc che aveva sollecitato l’adeguamento agli standard federali. L’amministrazione Mallegni investirà circa 30 mila euro per effettuare tutti quegli interventi attesi ormai dai fruitori della struttura inaugurata nel 2007. «Assicurare l’agibilità sportiva di questa importante struttura che rappresenta anche un centro di aggregazione per la frazione di Strettoia e per la nostra comunità – ha spiegato Andrea Cosci, assessore allo sport – era una

Pietrasanta (Lu), il campo sportivo.

priorità di questa prima parte di mandato. Metteremo porte nuove e faremo tutti quegli interventi richiesti». Anche il campo Pedonese, a Fiumetto, sarà interessato da interventi indispensabili per garantire la stabilità del campo da gioco ed evitare gli infortuni dei giocatori. Sul manto sono infatti presenti delle depressioni e delle buche che vanno assolutamente eliminate». Alla Pruniccia gli interventi programmati sono tanti e di diversa natura ma tutti mirati all’omologazione e alla sicurezza per i fruitori e prevedono: arieggiatura del manto erboso, sostituzione dei dischetti di rigore, spazzolatura e pulizia del manto, nuove porte ed annesse protezioni e le operazioni di reintegro dell’intaso. Pistoia: sono in corso i lavori di ripristino della copertura della


palestra scolastica Martin Luther King. La struttura sportiva aveva subito ingenti danni agli infissi esterni e alla copertura a seguito della tempesta di vento del 2015: i primi interventi necessari alla messa in sicurezza dell´edificio erano stati attivati a una settimana dall´evento calamitoso, prevedendo il rifacimento degli infissi e della copertura divelti dalle raffiche di vento, al fine di consentire l´utilizzo dell´impianto pubblico, adibito non solo all´uso scolastico, ma anche in convenzione con società sportive locali. Con il trascorrere dei mesi sono emerse, però, ulteriori criticità alla copertura dell´edificio che evidenziano infiltrazioni di acqua all´interno della palestra. «L’amministrazione comunale ha seguito costantemente la situazione di criticità tramite il servizio impiantistica sportiva e il gestore, ai quali va il ringraziamento per la collaborazione dimostrata – ha evidenziato l´assessore ai lavori pubblici, Mario Tuci. ««Con l’intervento andiamo, quindi, a restituire la piena fruibilità della palestra tanto agli studenti del locale istituto scolastico quanto agli atleti delle associazioni sportive che se ne avvalgono». Al fine di ripristinare la parte della copertura danneggiata, per una superficie di mille metri quadri, nei primi giorni del 2016 l´amministrazione comunale ha redatto un provvedimento di somma urgenza e affidato a una ditta specializzata la realizzazione dell´intervento.

tuale per accedere al “Fondo Sport e Periferie”, finalizzato a finanziare interventi per il potenziamento dell’attività agonistica nazionale e dello sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane, tra cui la realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi o il completamento e adeguamento di impianti esistenti».

Pistoia: a Gello è stato realizzato un nuovo giardino pubblico. In seguito a un sopralluogo del sindaco, accompagnato dal capo della protezione civile e dai tecnici comunali, l’amministrazione ha deciso di trasformare un campo incolto, che si estendeva su un’area pubblica vicino alla ex scuola del paese, in uno spazio a verde attrezzato, luogo

Aprilia (Lt): l’amministrazione comunale ha approvato il progetto preliminare per la realizzazione di un impianto sportivo in via Respighi, destinato ad attività sportive e a iniziative di inclusione sociale. «L’Amministrazione – hanno dichiarato dal Comune - intende presentare la proposta proget-

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di svago e riposo per i cittadini. Proseguono così le iniziative dell’amministrazione comunale volte a restituire alla città ampie porzioni di verde pubblico di qualità. Tra gli ultimi interventi, quello di dicembre, quando era stato inaugurato in viale Europa il “giardino degli studenti”, creato insieme alla Fondazione Giorgio Tesi onlus e all’istituto di


regioni, province, comuni agraria De Franceschi. Dopo il taglio del manto erboso e la riparazione dei marciapiedi circostanti, sono state collocate due panchine in legno e metallo, restaurate e riportate a nuova vita dagli operai comunali. Di particolare valore è la scelta delle piante sistemate nell’area: due giovani tigli che, crescendo, andranno ad

Pistoia, i lavori al giardino di Gello.

ombreggiare le panchine, un gelso, due lagerstroemia, una magnolia e due arbusti di nandina. Il giardino sorge vicino alle ex scuole di Gello, che presto diventeranno sede di un circolo. I frequentatori del locale potranno quindi beneficiare del giardino insieme agli abitanti della zona. Crucoli Torretta (Kr): la giunta comunale ha approvato due progetti riguardanti il lungomare Kennedy e l’impianto sportivo Berlingieri, in frazione Torretta. Si tratta della riqualificazione del lungomare per una cifra di oltre 330 mila euro e del completamento e adeguamento dell’impianto comunale Berlingieri, per un importo di oltre 460 mila euro, che potrebbero essere finanziati, almeno in parte, grazie al fondo “sport e periferie” del Coni.

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Goiosa Ionica (Rc), il campo da calcio in contrada da Limina.

Gioiosa Jonica (Rc): l’amministrazione comunale di Gioiosa Jonica, proprietaria degli impianti Ai Campetti in contrada da Limina, ha approvato un progetto di ristrutturazione del campo di calcio a 5 e di tutta l’area sportiva circostante. Il progetto sarà interamente finanziato dall’associazione sportiva ASD Sensation attraverso un finanziamento da parte dell’Istituto per il Credito Sportivo rela-

tivamente ai “1000 cantieri per lo Sport”- Iniziativa 500 impianti sportivi di base”. Al campo da calcio a 5 sarà ripristinata la rete di recinzione, posando la nuova rete perimetrale e il cancello di accesso, sostituendo il manto sintetico. Saranno sistemate le aree verdi e fornite di elementi di arredo, sarà installato l’impianto di videosorveglianza e l’impianto solare termico.


Le schede tecniche di TSPORT in questo numero

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Comitato Olimpico Internazionale 12.1 - 881-888

Carta Olimpica

Olympic Charter modified by the 128th Session in Kuala Lumpur on 2 August 2015 In force as from 2 august 2015 © International Olympic Committee Stralcio capitoli 1 e 5 In vista delle Olimpiadi brasiliane, cogliamo l’occasione per dare uno sguardo alla Carta Olimpica. Si tratta di un documento ufficiale, approvato dal Comitato Olimpico Internazionale, che contiene un insieme di regole e linee guida per il governo del movimento olimpico e l'organizzazione dei Giochi olimpici, a partire dai principi fondamentali dell’olimpismo. La prima edizione fu pubblicata nel 1908, con il titolo “Annuaire du Comité International Olympique”, sulla base delle regole redatte nel 1899 da Pierre de Coubertin. La carta ha poi subito diverse modifiche, ed ha col tempo cambiato anche denominazione: l’attuale titolo di “Carta Olimpica” risale al 1978, mentre il testo oggi in vigore contiene le ultime modifiche introdotte il 2 agosto 2015. La Carta è redatta nelle due lingue ufficiali del CIO, l’inglese e il francese: qui pubblichiamo il testo inglese. La Carta Olimpica è composta da 6 capitoli e 61 articoli e contiene, al suo interno, alcune norme con valore di legge (i rispettivi capitoli che le contengono sono contrassegnati da un asterisco. - Cap. 1: definizione del movimento, missione e ruolo del CIO, non discriminazione, uguaglianza di genere, sviluppo sostenibile; - Cap. 2: descrizione del CIO quale organizzazione internazionale non governativa non a scopo di lucro dotata di personalità giuridica, con sede a Losanna (Svizzera); - Cap. 3: definizione e ruolo delle federazioni internazionali, quali organizzazioni internazionali non governative che amministrano uno o più sport a livello mondiale e che riuniscono a sé organizzazioni amministratici di tali sport a livello nazionale; - Cap. 4: definizione e ruolo dei Comitati Olimpici nazionali; - Cap. 5: regole dei Giochi Olimpici; - Cap. 6: sanzioni in caso di violazione della Carta. Lo stralcio pubblicato nelle schede tecniche è l’intero testo del capitolo 1, riguardante i principi generali, e del capitolo 5, riguardante direttamente i Giochi Olimpici e le modalità del loro svolgimento.


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