impianti sportivi e ricreativi, piscine, fitness e arredo urbano
anno XLI - LUGLIO AGOSTO 2016 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1- DCB Bergamo - Euro 13,00
ISSN 1121-6913
international magazine of sport and recreational facilities, swimming pools, fitness and urban furnishing
with english abstract
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sommario contents
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ANNO/YEAR XLI - LUGLIO-AGOSTO / JULY-AUGUST 2016
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BRUNO GRILLINI OPINIONE / OLIMPIADI: IL PUNTO Opinion / Olympics: to sum things up
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MARIA CARBONE STADI E CAMPI DI CALCIO / IL NATIONAL STADIUM DI TIRANA (ALBANIA)
(Progetto CMR – Massimo Roj Architects)
Stadiums and soccer fields / National Stadium in Tirana (Albania)
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A CURA DI BRUNO GRILLINI TSCAPE / THE FLOATING PIERS
- ARTE, ARREDO, PAESAGGIO, EVENTO MEDIATICO…
Tscape / The Floating Piers - Art, townscape, landscape, media event…
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JOSEPH WOLFE Rio 2016 26 - Deodoro Sports Complex, Rio de Janeiro 33 - Youth Arena
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CESARE LINO ALTRI IMPIANTI / CANALE PER CANOA A IVREA (TORINO) Other facilities / Canoe channel in Ivrea
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(Whitewater Parks International; Czech Technical University; Jaroslav Pollert Jr; Ondrej Svanda + Cundall Engineering)
PIETRO CHIANCHIANO STADI E CAMPI DI CALCIO / TRIBUNA E SPOGLIATOI PER IL CALCIO A RHO (MILANO) Stadiums and soccer fields / Grandstand and locker rooms for football in Rho (Milan)
(arch. Paolo Zago, p.i. Roberto Sensis)
numero speciale a cura di / special issue by Bruno Grillini
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BEA RISPOLI ALTRI IMPIANTI / CAMPO DA RUGBY IN ERBA SINTETICA A VICENZA
(arch. Giovanni Alì)
Other facilities / Rugby field with artificial turf in Vicenza
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SANDRO RUBICONDI ALTRI IMPIANTI / PALESTRA DI ARRAMPICATA A VALLORIATE (CUNEO)
(arch. Marco Mauro)
Other facilities / Climbing wall in Valloriate
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SCIENZA DELL’ERBA / FINE ESTATE: TEMPO DI RIGENERAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO CALCISTICO - a cura della Redazione
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STEFANO LONGHI IMPIANTI ETICI / IMPIANTI SOSTENIBILI Architetture internazionali
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NOTIZIE / News - a cura di/by C.F. REGIONI PROVINCE COMUNI / From the municipalities - a cura di/by Pietro Chianchiano, Sabina Orrico SCHEDE TECNICHE / Technical cards Federazioni e leghe: 12.2 - Fidal – atletica leggera
Tsportmagazine Editoriale Tsport srl via Antonio da Saluzzo 16 – 20162 Milano Tel. (+39) 026 438 282 - 026 66 111 685 fax (+39) 02 23 369 039 www.tsport.it E-mail: info@tsport.it
The Floating Piers, Lago d’Iseo. Installazione di Christo, 2016 Il progetto è pubblicato a pag. 17
opinione Olimpiadi: il punto
Bruno Grillini
While are held the Games of Rio 2016 (in this issue, we assign 14 pages), Italy is divided - as usual - on being favorable or not to the candidature of Rome for 2024. Or rather, like many other occasions when we are asked to take sides (see: referendum) we divide according to political preferences rather than entering into the matter. The selection of the host city of the Games of the XXXIII Olympiad began in 2015; the final decision will be taken September 13, 2017, during the 130th Session of the International Olympic Committee in Lima, Peru. At this moment, besides Rome, candidates are: Paris (which hosted the Games in 1900 and 1924); Budapest; Los Angeles (before the host in 1932 and 1984). Instead, they have withdrawn their application: Hamburg, following a referendum which decided to no in 51.6%; Boston, for economic reasons; Madrid, for the veto by Mayor Ana Botella; Dubai; San Diego. Rome, which hosted the Games in 1960, she was nominated for 2004 but was not chosen; a subsequent nomination proposal for 2020 did not have the support of the Government (chaired by Mario Monti) as a result of the economic situation. Rome's candidacy for 2024 was announced on 15 December 2014 by the Prime Minister Matteo Renzi and the President of CONI Giovanni Malagò; but the mayor Virginia Raggi, elected in the spring of this year, said he did not believe the Olympics a priority for Roma dieting problems to be solved on the level of essential services in the city. The final documents and the letter of guarantee of the Government should be presented in January 2017. Between citizens and political will (which do not seem, in general, favorable to the event), uncertainty reigns; it is also going to collect signatures to request a referendum on the issue. At the moment we do not express; the times are not happy ones in 1960, and many experiences in the meantime (we have often spoken on this page) have not been encouraging; but between now and 2024 there are eight years, and - you know - tomorrow is another day, we'll see.
Roma, Foro Italico (foto Bruno Grillini per Tsport)
Mentre si svolgono i Giochi di Rio 2016 (in questo fascicolo, gli dedichiamo 14 pagine), l’Italia si divide – come suo solito – sull’essere favorevole o meno alla candidatura di Roma per il 2024. O meglio, come accade per molte altre occasioni in cui ci viene chiesto di schierarci (vedi: referendum) ci si divide in base alle preferenze politiche più che entrando nel merito della questione. La selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXXIII Olimpiade è iniziata nel 2015; la decisione definitiva sarà presa il 13 settembre 2017, durante la 130a sessione del Comitato Olimpico Internazionale a Lima, in Perù. Al momento, oltre Roma, si sono candidate: Parigi (che ha ospitato i Giochi nel 1900 e nel 1924); Budapest; Los Angeles (già ospitante nel 1932 e nel 1984). Hanno invece ritirato la loro candidatura: Amburgo, a seguito di un referendum popolare che ha deciso per il no al 51,6%; Boston, per motivi economici; Madrid, per il veto posto dal sindaco Ana Botella; Dubai; San Diego. Roma, che ha ospitato i Giochi nel 1960, si era candidata per il 2004 ma non fu scelta; un successiva candidatura proposta per il 2020 non ha avuto il sostegno del Governo (presieduto da Mario Monti) a causa della congiuntura economica. La candidatura di Roma per il 2024 è stata annunciata il 15 dicembre 2014 dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal presidente del CONI Giovanni Malagò; tuttavia il sindaco Virginia Raggi, eletta nella primavera di quest’anno, ha dichiarato di non ritenere le Olimpiadi una priorità per Roma stanti i problemi da risolvere sul piano dei servizi essenziali della città. I documenti definitivi e la lettera di garanzia del Governo dovrebbero essere presentati nel gennaio del 2017. Tra politica e volontà dei cittadini (che non sembrano, in generale, favorevoli all’evento), l’incertezza regna sovrana; è anche in corso una raccolta di firme per la richiesta di un referendum popolare sul tema. Al momento noi non ci esprimiamo; i tempi non sono più quelli felici del 1960, e molte esperienze nel frattempo (ne abbiamo spesso parlato su questa pagina) non sono state confortanti; ma da qui al 2024 ci sono otto anni, e – si sa – domani è un altro giorno: si vedrà.
Olympics: to sum things up
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STADI E CAMPI DI CALCIO
Il National Stadium di Tirana (Albania)
di Maria Carbone
Uno stadio multifunzionale, sostenibile e innovativo: è questo il concept con cui il progetto italiano, presentato in queste pagine, si è aggiudicato nel 2014 il primo premio nella competizione internazionale indetta per il National Stadium di Tirana, finanziato in parte dalla UEFA che prenderà il posto del Qemal Stafa Stadium, costruito nel 1946 e già rinnovato nel 1974. I piani per demolire lo stadio attuale e ini-
ziare la costruzione di uno nuovo sono stati approvati dalla Federazione calcistica albanese e dal governo, che si dividono i diritti di proprietà dello stadio (75% la Federazione e 25 il governo). Il nuovo stadio avrà una capienza di oltre 33.000 spettatori e sarà destinato solo al calcio, con l’eliminazione della pista di atletica. La demolizione del vecchio stadio è stata compiuta nello scorso mese di giugno.
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In basso, l’esterno dello Stadio, dal lato delle attività commerciali. Negli spaccati assonometrici, da sinistra e dall’alto: livello campo, primo anello, livello suite, livello media, livello uffici, copertura. Bottom, exterior of the Stadium, side of the mall. In the axonometrics, from the left and the top: playground level, first ring, suite level, media level, offices level, roof.
Sotto, inserimento urbanistico; pianta primo anello; pianta al livello suite. Nella pagina di fronte: panoramica sullo sfondo della città; vista della facciata con la schermatura a lamelle orientabili. Below, urban insertion; first ring level plan; suit level plan. Next page: panoramic backdrop of the city; view of the façade with screening slats.
Il progetto Situato a sud di Tirana, lo stadio si trova in una zona storica della città, a pochi chilometri dal centro storico, in una delle aree più interessanti della capitale albanese. In una posizione strategica per la città, infatti, lo stadio si sviluppa su una superficie di 36.000 mq e sarà interpretato come fulcro di relazione tra il grande vuoto del parco I Madh e il tessuto consolidato di Tirana. Il nuovo complesso infatti, con una superficie costruita di 43.000 mq (di cui 25.000 mq con funzioni dedicate allo stadio, 10.000 mq per gli uffici e 8.000 mq per il retail), si pone come struttura integrata: uno stadio di categoria 4 UEFA, che diventa strumento urbanistico in grado di congiungere il tessuto sociale e di realizzarsi come edificio pubblico aperto alla città, in comunicazione con il territorio e la natura, oltre che come architettura monumentale. Progettato su quattro livelli principali, il nuovo stadio riflette la storia della città attraverso un’interpretazione innovativa e
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contemporanea capace di mettere in comunicazione le esigenze dei cittadini e il valore storico dell’edificio, attivando nuove sinergie urbane e sociali. I servizi e le funzionalità del nuovo National Stadium, infatti, si trasformano in fulcro per le attività urbane ospitando servizi e aree commerciali al suo interno, attivi anche in assenza di eventi sportivi, per fornire accoglienza e comfort ad ogni tipologia di utenza. Uno spazio razionalizzato, ottimizzato e innovativo, progettato secondo i principi qualitativi dell’architettura sostenibile, ad elevato risparmio energetico e proiettato verso il futuro. Una prima, importantissima fase di progetto riguarda l’armonizzazione tra l’ambiente naturale e costruito. Il nuovo National Stadium of Tirana è stato progettato per rispettare la natura degli edifici esistenti e le loro relazioni, senza invadere l’ambiente urbano circostante e creando sinergie con le strade principali e secon-
darie per restituire un volto rinnovato alla città. La posizione dell’edificio nella città determina il principio base sul quale si fondano tutte le scelte progettuali. Esso è disegnato tenendo in considerazione la tradizione architettonica e la storia della città, i quattro prospetti principali riflettono gli elementi urbani dell’immediato contesto e li reinterpretano in chiave contemporanea: l’espressione architettonica e la percezione visiva dell’edificio sono quindi la trasposizione del significato pubblico che questa architettura avrà, sempre in relazione con il contesto in cui si trova. A seconda della posizione da cui verrà percepito lo stadio, si avrà un’esperienza diversa: sarà un edificio pubblico aperto verso città se si arriva da nord; un edificio al servizio dei quartieri residenziali limitrofi visto da est; un’architettura monumentale a ovest, arricchita dalla storica scala che caratterizza il fronte; un edificio ai bordi del parco nell’area a sud.
Per questo motivo, dalla presenza del nuovo edificio nel contesto urbano e dalle funzioni che ospiterà scaturiranno le nuove sinergie. L’edificio, mantenendo la forma ovale che lo contraddistingue, puó essere ricondotto a tre semplici volumi che si alternano a diverse altezze intorno al campo da gioco, vero fulcro della struttura: il livello del podio (che ospita anche l’area retail), il livello degli spalti (in cui sono collocati anche gli uffici) e la copertura. Una torre di oltre 73 metri, inoltre, permetterà una vista panoramica della città e della struttura, ospitando i servizi di ristorazione e le aree lounge. Questa semplice strategia progettuale, insieme al disegno delle facciate, costituisce la chiave di lettura architettonica dell’intero progetto, raccogliendo e armonizzando, all’interno di un unico edificio, tre diverse funzioni: stadio, centro commerciale e uffici. L’intera facciata sarà realizzata in pietra di Nesli, uno dei più nobili materiali locali, resi-
stente alle basse temperature e alla compressione, utilizzata anche come schermatura degli ambienti interni nell’anello superiore della facciata. Il livello del Podio è quello direttamente collegato al percorso pedonale e rappresenta l’elemento più significativo nel definire i rapporti tra lo stadio e la città. In esso sono integrati l’accesso urbano e la zona commerciale aperta (14.300 mq di retail aperta 365 giorni all’anno) e, a seconda dell’orientamento dal quale viene considerato, accoglie l’ingresso allo stadio, le vetrine legate ai percorsi di quartiere, l’accesso storico/monumentale, l’apertura verso il parco della città e anche l’accesso rialzato alla sezione uffici. L’area del campo da gioco in erba naturale avrà gli standard internazionali (125x85 m) e le sedute intorno al campo da gioco sono state progettate rispettando i regolamenti UEFA accogliendo 22.000 posti a sedere, divisi in tre categorie: pubblico, media e vip. La configurazione lineare del primo livello di
Sotto, sezione trasversale e prospetto. In basso, rendering della facciata monumentale. Nella pagina di fronte, due scorci del catino interno e delle tribune. Below, cross section and elevation. Bottom, rendering of the monumental façade. Next page, two views of the interior bowl and grandstands.
National Stadium of Tirana, Albania Proprietà: Federata Shqiptare e Futbollit (FSHF) e Governo dell’Albania Progetto: Progetto CMR – Massimo Roj Architects Consulenti esterni: Pitch and Bowl: Manica Architecture Functions and facilities: Estudio Lamela MEP: STI engineering Structures: iDeas Costo presunto: 60 milioni di euro Inizio lavori: 2016
spalti crea un’atmosfera intima e coinvolgente, avvicinando il pubblico al campo da gioco, enfatizzando in questo modo il coinvolgimento e la partecipazione del pubblico all’evento, sportivo o musicale, che ospiterà. La copertura è l’elemento che esprime l’unità della forma architettonica del progetto, convogliando efficienza strutturale ed estetica. La struttura piana del tetto, infatti, di forma ovale, si estende verso l’interno, come copertura per le sedute del pubblico, e verso l’esterno avvolgendo anche le aree retail ed uffici. Il risultato è un design altamente integrato, in cui le discipline progettuali si fondono per un alto risultato tecnico-strutturale, ingegneristico, estetico ed ecosostenibile. Questa peculiarità rappresenta contemporaneamente una sfida e un'opportunità: l’effetto bidimensionale del tetto si esprime nella forma scelta, che permette una durata massima del tetto e la possibilità di applicare travi a sbalzo che permettono una
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distribuzione uniforme dei carichi di copertura. Sulla copertura dello stadio sarà inoltre installato un impianto solare con moduli fotovoltaici a film sottile, orientabili in base ai giochi di ombre. Grazie a questa tecnologia sarà possibile avere buone prestazioni anche con luce diffusa o alte temperature, con il vantaggio, quindi, di una maggiore produzione di energia nel periodo estivo. Il sistema sarà composto da circa 2.500 moduli fotovoltaici che produrranno circa 300.000 kWh di elettricità all'anno che provvederà anche al consumo energetico degli uffici e delle aree commerciali. Inoltre, un sistema integrato di lighting control gestirà l’illuminazione in base all’occupazione degli spazi (per la zona uffici) e ai livelli di illuminazione naturale. Il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio saranno assicurati da un sistema geotermico che utilizza l’acqua di falda come fluido termico capace di eliminare le emissioni di anidride carbonica; un sistema di
ventilazione a fan-coil filtra l’aria e la restituisce deumidificata e refrigerata assicurando la corretta temperatura all’interno dell’edificio; l’irrigazione del campo da gioco sarà effettuata riutilizzando l’acqua piovana evitando il ricorso all’acqua potabile. Una tecnologia sostenibile che si esprime nelle scelte progettuali, grazie a soluzioni tecniche che permettono una forte sinergia con l’ambiente utilizzando al massimo le energie naturali.
Stadiums and soccer fields National Stadium in Tirana (Albania) Multi-functional stadium, sustainable and innovative: this is the concept with which the Italian project, presented in these pages, was awarded in 2014 the first prize in the international competition announced for the National Stadium in Tirana, funded in part by UEFA which kicks instead of Qemal Stafa Stadium, built in 1946 and renovated in
1974 already. The new stadium will have a capacity of over 33,000 spectators and will be used only to soccer, with the elimination of the athletics track. Designed on four main levels, the new stadium reflects the history of the city through innovative and contemporary interpretation able to communicate the needs of the citizens and the historical value of the building, enabling new urban and social synergies. Depending on the location from which the stadium will be perceived, you will have a different experience: it will be a public building open to the city if you arrive from the north; building at the service of the neighboring residential districts seen from the east; monumental architecture west, enriched by historical scale that characterizes the opposite; building at the edges of the park in the south. The building, maintaining the oval shape that distinguishes it, can be traced to three simple volumes that alternate at different
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heights around the playing field, the true focus of the structure: the level of the podium (which also houses the retail area), the level of the stands (where the offices are also placed) and the cover. A tower of over 73 meters will also provide a panoramic view of the city and the structure, housing the catering and lounge areas. This simple design strategy, along with the design of the facades, is the architectural interpretation of the entire project, collecting and harmonizing, within a single building, three different functions: the stadium, shopping center and offices.
TSCAPE
Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori
Dida
Importo dei lavori: euro 400.000 circa Dida
T HE FLOATING P IERS ARTE ,ARREDO ,PAESAGGIO ,EVENTO MEDIATICO a cura di Bruno Grillini
Sopra: panoramica dell’opera completata / above: overview of the work completed. Sotto, dall’alto / below, from the top: Christo; Germano Celant; Vladimir Yavacher, luglio 2014. Photo: Wolfgang Volz © 2016 Christo
Non è un impianto sportivo, e non è nemmeno un intervento di arredo urbano. Se però la nostra rivista allarga lo sguardo a tutto quanto fa parte della pubblica fruizione degli spazi, e si consente di allargare la scala dal giardinetto urbano (tanti ne abbiamo pubblicati) al paesaggio, ecco che “The Floating Piers” ha suscitato il nostro interesse. Innanzitutto nasce come opera d’arte. Su questo campo, non possiamo mettere in discussione – piaccia o non piaccia – il significato artistico degli interventi che, da decenni, Christo mette in opera in ogni parte del mondo. Qui la scala diventa macroscopica: non siamo più all’impacchettamento della statua di Vittorio Emanuele (Milano, 1970) o del Reichstag di Berlino (1995): qui si disegna un quadro d’arte moderna sulla superficie di
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un lago, visibile anche dai satelliti, e il soggetto è anche la popolazione che, come formiche, punteggia e anima quella striscia di colore “dipinta” sull’acqua. L’altra componente dell’opera d’arte, qui, è poi l’effimero: 16 giorni e poi più, l’opera deve restare nella memoria di chi l’ha visitata, nelle foto (forse milioni), nella storia dell’arte. E niente souvenir: tutto viene smantellato e riciclato a fine evento (anche se quadratini di telo arancione sono stati regalati ai visitatori che hanno fatto in tempo prima che esaurissero). Un secondo modo di vedere l’intervento è quello di ciò che possiamo chiamare, con termine un po’ vetusto, “arredo urbano”: l’uso di materiali, colori, ed effetti di vario tipo per “arredare” gli spazi pubblici fa parte di questa
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Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2015 in two parts, 165 x 106.6 cm and 165 x 38 cm. Pencil, charcoal, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, map, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2015 Christo
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), collage 2014 (55,9 x 43,2 cm). Pencil, wax crayon, enamel paint, photograph by Wolfgang Volz, technical maps, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, handdrawn map, cut-out photographs by Wolfgang Volz, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2016 in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, hand-drawn map and fabric sample. Photo: André Grossmann © 2016 Christo.
Sopra, disegni preparatori di Christo. Nelle foto, dall’alto e da sinistra: l’attacco del pontile a Peschiera Maraglio, su Montisola; Panorama di Montisola dall’alto del colle che sovrasta la riva bresciana del lago d’Iseo, all’alba del 24 giugno 2016; l’isolotto di San Paolo con la villa Beretta; spiaggia galleggiante alle spalle di San Paolo (foto Bruno Grillini per Tsport). Above, preparatory drawings by Christo. In the photos, from above and from the left: the attack of the pier at Peschiera Maraglio, on Montisola; panorama of Montisola from the hill above the Brescia shore of Lake Iseo, at dawn on June 24, 2016; the islet of San Paolo with the Villa Beretta; floating beach behind San Paolo (photo Bruno Grillini for Tsport).
disciplina. Per quanto effimero, il progetto appare a tutti gli effetti come un esercizio di modifica estetica dei luoghi fruiti dalla gente, spingendosi all’estremo di far fuoriuscire le strade dei due paesi proiettandole nel lago. Ma l’effetto più scenico non si è goduto forse camminando sui pontili, esperienza – in acque calme – non dissimile da una passeggiata su un normale lungolago: ma dall’alto, proprio alla scala di paesaggio, dove i segni gialli creati ad arte sulla superficie azzurra davano un senso – con la loro estraneità – proprio alla bellezza stessa del paesaggio. Chi ha potuto (per scelta o per ventura, non
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trovando parcheggio in riva al lago) osservare l’opera dai monti circostanti (come del resto raccomandava lo stesso Christo) ha raccolto un’emozione in più, ha visto davvero ciò che l’artista aveva immaginato. Il successo di pubblico – e i disagi connessi – replica quanto si è visto l’ano scorso nei padiglioni di Expo: quanto più giungevano notizie di ressa agli ingressi, tanto più la gente si proponeva di andare. A quel punto, l’imperativo è diventato semplicemente: “esserci”. Non per amore dell’arte; non per la curiosità di “camminare sull’acqua”; non per godere un paesaggio nuovo; ma per poter dire “c’ero
anch’io”. È lo stesso effetto di tante mostre “popolari”, che attirano il pubblico più diverso creando lunghe code davanti a musei e gallerie quando l’evento è impostato in modalità “mediatica”: quante mostre e musei sono invece, nelle stesse ore, deserti? Non sia detto in senso critico: è una constatazione, e in questo caso, in particolare, fa parte del gioco. Esserci, vedere, partecipare: c’eravamo anche noi.
L’opera L’installazione è stata aperta al pubblico dal 18 giugno al 3 luglio. La parte appariscente
dell’opera era costituita da circa 100.000 metri quadrati di tessuto giallo cangiante – realizzato in Germania – tenuto a galla da un sistema modulare costituito da 220.000 cubi di polietilene ad alta densità ancorati al fondo con pesi di cemento. Il percorso univa i due paesi di Sulzano – in terraferma – e Peschiera Maraglio, su Montisola (la più ampia isola lacustre d’Europa), spingendosi poi a toccare, ed abbracciare, l’isolotto di San Paolo, occupato da un villa privata. I pontili avevano una larghezza di 16 metri e circa 35 cm di sporgenza dalla superficie del
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lago, con le parti terminali in pendenza verso l’acqua; inoltre, il tessuto si andava ad estendere per altri 2,5 km nelle strade dei due paesi. L’autore ha tassativamente voluto che la fruizione dell’opera fosse gratuita e accessibile 24 ore al giorno senza possibilità di prenotazione, interpretando i Floating Piers come pure estensioni della pubblica via; i vincoli, naturalmente, li ha creati l’affluenza che ha messo in crisi la mobilità generale, oltre alle condizioni meteorologiche che hanno in più di un’occasione indotto alla evacuazione e alla chiusura in vista di temporali.
Lunga la genesi del progetto, concepito nel 1970 da Christo e dalla compagna JeanneClaude (scomparsa nel 2009). L’ipotesi di realizzarlo in altre località del mondo (dall’estuario del Rio delle Amazzoni alla baia di Tokio) si è scontrato con i mancati permessi da parte delle autorità. Nella primavera e nell'estate del 2014, Christo, Vladimir Yavachev (Direttore Operazioni), Wolfgang Volz (Project Manager), e Josy Kraft (Cancelliere / Curatore), esplorarono i laghi del Nord Italia. Insieme al Direttore del Progetto Germano Celant, hanno trovato come luogo più sti-
molante il lago d'Iseo, e sono riusciti ad avere rapidamente il consenso delle autorità, e persino l’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali. Come con tutti i progetti di Christo e Jeanne-Claude, The Floating Piers è finanziato interamente attraverso la vendita di opere d'arte originali di Christo, e dei disegni stessi di progetto. In Italia, Christo e Jeanne-Claude hanno già creato diversi progetti nel corso degli anni: l’impacchettamento della fontana e della Torre medievale di Spoleto, nel 1968; i monumenti avvolti in piazza della Scala e in
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Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2015 in two parts, 165 x 106.6 cm and 165 x 38 cm. Pencil, charcoal, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, map, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2015 Christo
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), collage 2014 (55,9 x 43,2 cm). Pencil, wax crayon, enamel paint, photograph by Wolfgang Volz, technical maps, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, handdrawn map, cut-out photographs by Wolfgang Volz, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2016 in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, hand-drawn map and fabric sample. Photo: André Grossmann © 2016 Christo.
Sopra, disegni preparatori di Christo. Nelle foto, dall’alto e da sinistra: l’attacco del pontile a Peschiera Maraglio, su Montisola; Panorama di Montisola dall’alto del colle che sovrasta la riva bresciana del lago d’Iseo, all’alba del 24 giugno 2016; l’isolotto di San Paolo con la villa Beretta; spiaggia galleggiante alle spalle di San Paolo (foto Bruno Grillini per Tsport). Above, preparatory drawings by Christo. In the photos, from above and from the left: the attack of the pier at Peschiera Maraglio, on Montisola; panorama of Montisola from the hill above the Brescia shore of Lake Iseo, at dawn on June 24, 2016; the islet of San Paolo with the Villa Beretta; floating beach behind San Paolo (photo Bruno Grillini for Tsport).
disciplina. Per quanto effimero, il progetto appare a tutti gli effetti come un esercizio di modifica estetica dei luoghi fruiti dalla gente, spingendosi all’estremo di far fuoriuscire le strade dei due paesi proiettandole nel lago. Ma l’effetto più scenico non si è goduto forse camminando sui pontili, esperienza – in acque calme – non dissimile da una passeggiata su un normale lungolago: ma dall’alto, proprio alla scala di paesaggio, dove i segni gialli creati ad arte sulla superficie azzurra davano un senso – con la loro estraneità – proprio alla bellezza stessa del paesaggio. Chi ha potuto (per scelta o per ventura, non
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trovando parcheggio in riva al lago) osservare l’opera dai monti circostanti (come del resto raccomandava lo stesso Christo) ha raccolto un’emozione in più, ha visto davvero ciò che l’artista aveva immaginato. Il successo di pubblico – e i disagi connessi – replica quanto si è visto l’ano scorso nei padiglioni di Expo: quanto più giungevano notizie di ressa agli ingressi, tanto più la gente si proponeva di andare. A quel punto, l’imperativo è diventato semplicemente: “esserci”. Non per amore dell’arte; non per la curiosità di “camminare sull’acqua”; non per godere un paesaggio nuovo; ma per poter dire “c’ero
anch’io”. È lo stesso effetto di tante mostre “popolari”, che attirano il pubblico più diverso creando lunghe code davanti a musei e gallerie quando l’evento è impostato in modalità “mediatica”: quante mostre e musei sono invece, nelle stesse ore, deserti? Non sia detto in senso critico: è una constatazione, e in questo caso, in particolare, fa parte del gioco. Esserci, vedere, partecipare: c’eravamo anche noi.
L’opera L’installazione è stata aperta al pubblico dal 18 giugno al 3 luglio. La parte appariscente
dell’opera era costituita da circa 100.000 metri quadrati di tessuto giallo cangiante – realizzato in Germania – tenuto a galla da un sistema modulare costituito da 220.000 cubi di polietilene ad alta densità ancorati al fondo con pesi di cemento. Il percorso univa i due paesi di Sulzano – in terraferma – e Peschiera Maraglio, su Montisola (la più ampia isola lacustre d’Europa), spingendosi poi a toccare, ed abbracciare, l’isolotto di San Paolo, occupato da un villa privata. I pontili avevano una larghezza di 16 metri e circa 35 cm di sporgenza dalla superficie del
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lago, con le parti terminali in pendenza verso l’acqua; inoltre, il tessuto si andava ad estendere per altri 2,5 km nelle strade dei due paesi. L’autore ha tassativamente voluto che la fruizione dell’opera fosse gratuita e accessibile 24 ore al giorno senza possibilità di prenotazione, interpretando i Floating Piers come pure estensioni della pubblica via; i vincoli, naturalmente, li ha creati l’affluenza che ha messo in crisi la mobilità generale, oltre alle condizioni meteorologiche che hanno in più di un’occasione indotto alla evacuazione e alla chiusura in vista di temporali.
Lunga la genesi del progetto, concepito nel 1970 da Christo e dalla compagna JeanneClaude (scomparsa nel 2009). L’ipotesi di realizzarlo in altre località del mondo (dall’estuario del Rio delle Amazzoni alla baia di Tokio) si è scontrato con i mancati permessi da parte delle autorità. Nella primavera e nell'estate del 2014, Christo, Vladimir Yavachev (Direttore Operazioni), Wolfgang Volz (Project Manager), e Josy Kraft (Cancelliere / Curatore), esplorarono i laghi del Nord Italia. Insieme al Direttore del Progetto Germano Celant, hanno trovato come luogo più sti-
molante il lago d'Iseo, e sono riusciti ad avere rapidamente il consenso delle autorità, e persino l’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali. Come con tutti i progetti di Christo e Jeanne-Claude, The Floating Piers è finanziato interamente attraverso la vendita di opere d'arte originali di Christo, e dei disegni stessi di progetto. In Italia, Christo e Jeanne-Claude hanno già creato diversi progetti nel corso degli anni: l’impacchettamento della fontana e della Torre medievale di Spoleto, nel 1968; i monumenti avvolti in piazza della Scala e in
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Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2015 in two parts, 165 x 106.6 cm and 165 x 38 cm. Pencil, charcoal, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, map, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2015 Christo
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), collage 2014 (55,9 x 43,2 cm). Pencil, wax crayon, enamel paint, photograph by Wolfgang Volz, technical maps, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, handdrawn map, cut-out photographs by Wolfgang Volz, fabric sample and tape. Photo: André Grossmann © 2014 Christo.
Christo The Floating Piers (Project for Lake Iseo, Italy), drawing 2016 in two parts, 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm. Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, cut-out photographs by Wolfgang Volz, hand-drawn map and fabric sample. Photo: André Grossmann © 2016 Christo.
Sopra, disegni preparatori di Christo. Nelle foto, dall’alto e da sinistra: l’attacco del pontile a Peschiera Maraglio, su Montisola; Panorama di Montisola dall’alto del colle che sovrasta la riva bresciana del lago d’Iseo, all’alba del 24 giugno 2016; l’isolotto di San Paolo con la villa Beretta; spiaggia galleggiante alle spalle di San Paolo (foto Bruno Grillini per Tsport). Above, preparatory drawings by Christo. In the photos, from above and from the left: the attack of the pier at Peschiera Maraglio, on Montisola; panorama of Montisola from the hill above the Brescia shore of Lake Iseo, at dawn on June 24, 2016; the islet of San Paolo with the Villa Beretta; floating beach behind San Paolo (photo Bruno Grillini for Tsport).
disciplina. Per quanto effimero, il progetto appare a tutti gli effetti come un esercizio di modifica estetica dei luoghi fruiti dalla gente, spingendosi all’estremo di far fuoriuscire le strade dei due paesi proiettandole nel lago. Ma l’effetto più scenico non si è goduto forse camminando sui pontili, esperienza – in acque calme – non dissimile da una passeggiata su un normale lungolago: ma dall’alto, proprio alla scala di paesaggio, dove i segni gialli creati ad arte sulla superficie azzurra davano un senso – con la loro estraneità – proprio alla bellezza stessa del paesaggio. Chi ha potuto (per scelta o per ventura, non
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trovando parcheggio in riva al lago) osservare l’opera dai monti circostanti (come del resto raccomandava lo stesso Christo) ha raccolto un’emozione in più, ha visto davvero ciò che l’artista aveva immaginato. Il successo di pubblico – e i disagi connessi – replica quanto si è visto l’ano scorso nei padiglioni di Expo: quanto più giungevano notizie di ressa agli ingressi, tanto più la gente si proponeva di andare. A quel punto, l’imperativo è diventato semplicemente: “esserci”. Non per amore dell’arte; non per la curiosità di “camminare sull’acqua”; non per godere un paesaggio nuovo; ma per poter dire “c’ero
anch’io”. È lo stesso effetto di tante mostre “popolari”, che attirano il pubblico più diverso creando lunghe code davanti a musei e gallerie quando l’evento è impostato in modalità “mediatica”: quante mostre e musei sono invece, nelle stesse ore, deserti? Non sia detto in senso critico: è una constatazione, e in questo caso, in particolare, fa parte del gioco. Esserci, vedere, partecipare: c’eravamo anche noi.
L’opera L’installazione è stata aperta al pubblico dal 18 giugno al 3 luglio. La parte appariscente
dell’opera era costituita da circa 100.000 metri quadrati di tessuto giallo cangiante – realizzato in Germania – tenuto a galla da un sistema modulare costituito da 220.000 cubi di polietilene ad alta densità ancorati al fondo con pesi di cemento. Il percorso univa i due paesi di Sulzano – in terraferma – e Peschiera Maraglio, su Montisola (la più ampia isola lacustre d’Europa), spingendosi poi a toccare, ed abbracciare, l’isolotto di San Paolo, occupato da un villa privata. I pontili avevano una larghezza di 16 metri e circa 35 cm di sporgenza dalla superficie del
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lago, con le parti terminali in pendenza verso l’acqua; inoltre, il tessuto si andava ad estendere per altri 2,5 km nelle strade dei due paesi. L’autore ha tassativamente voluto che la fruizione dell’opera fosse gratuita e accessibile 24 ore al giorno senza possibilità di prenotazione, interpretando i Floating Piers come pure estensioni della pubblica via; i vincoli, naturalmente, li ha creati l’affluenza che ha messo in crisi la mobilità generale, oltre alle condizioni meteorologiche che hanno in più di un’occasione indotto alla evacuazione e alla chiusura in vista di temporali.
Lunga la genesi del progetto, concepito nel 1970 da Christo e dalla compagna JeanneClaude (scomparsa nel 2009). L’ipotesi di realizzarlo in altre località del mondo (dall’estuario del Rio delle Amazzoni alla baia di Tokio) si è scontrato con i mancati permessi da parte delle autorità. Nella primavera e nell'estate del 2014, Christo, Vladimir Yavachev (Direttore Operazioni), Wolfgang Volz (Project Manager), e Josy Kraft (Cancelliere / Curatore), esplorarono i laghi del Nord Italia. Insieme al Direttore del Progetto Germano Celant, hanno trovato come luogo più sti-
molante il lago d'Iseo, e sono riusciti ad avere rapidamente il consenso delle autorità, e persino l’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali. Come con tutti i progetti di Christo e Jeanne-Claude, The Floating Piers è finanziato interamente attraverso la vendita di opere d'arte originali di Christo, e dei disegni stessi di progetto. In Italia, Christo e Jeanne-Claude hanno già creato diversi progetti nel corso degli anni: l’impacchettamento della fontana e della Torre medievale di Spoleto, nel 1968; i monumenti avvolti in piazza della Scala e in
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Nel riquadro sopra a destra, fasi di lavorazione. Sequenza in alto: per scoprire i difetti, il tessuto è retroilluminato e controllato continuamente, Greven, Germania, agosto 2014; edili e subacquei installano le fondamenta che sosterranno la rampa di lavoro che viene utilizzata per montare e varare i cubi di polietilene, una volta collegati, Montecolino, Lago d'Iseo, ottobre 2015; un sub posiziona uno degli ancoraggi prima che venga adagiato sul fondo del lago, gennaio 2016. Sequenza in basso: un sub collega una cima in polietilene ad altisismo peso molecolare, rivestita con uno strato protettivo di poliestere con carico di rottura di 20 tonnellate, per mantenere i pontili in posizione; veduta aerea del cantiere di progetto sulla penisola Montecolino (a sinistra) e l'area di parcheggio per le trenta sezioni di 100 metri per 16 sul Lago d'Iseo (a destra), aprile 2016; foto: Wolfgang Volz. Ultima foto: vista da Piazzetta Monsignor Gallizioli in frazione Tassano, giugno 2016; foto Giuseppe Fremondi per Google Maps.
Nelle foto in alto: l’isolotto di San Paolo (Photo: Wolfgang Volz); visitatori all’incrocio tra due bracci del pontile; accostamento di colori cangianti tra il telo e l’acqua; il telo arancione prosegue attraverso alcune vie di Sulzano, in terraferma. Qui sopra, visitatori e cigni nel tratto iniziale della passerella (foto Bruno Grillini per Tsport). In the photo above: the islet of San Paolo (Photo: Wolfgang Volz); visitors at the junction between two arms of the piers; juxtaposition of the changing colors of the cloth and the water; orange towel continues through some streets of Sulzano, on the mainland. Above, visitors and swans in the initial section of the walk (photo Bruno Grillini for Tsport).
piazza Duomo a Milano, nel 1970 (pesantemente contestati e rimossi dopo pochi giorni); e The Wall, un muro romano impacchettato a Roma, nel 1973-1974.
Tscape The Floating Piers Art, townscape, landscape, media event … For sixteen days – June 18 through July 3, 2016 – Italy’s Lake Iseo was reimagined. 100,000 square meters of shimmering yellow fabric, carried by a modular floating
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dock system of 220,000 high-density polyethylene cubes, undulate with the movement of the waves as The Floating Piers rised just above the surface of the water. Visitors experienced this work of art by walking on it from Sulzano to Monte Isola and to the island of San Paolo, which was framed by The Floating Piers. The mountains surrounding the lake offered a bird’seye view of The Floating Piers, exposing unnoticed angles and altering perspectives. Like all of projects by Christo, The Floating Piers was absolutely free and accessible 24 hours a day, weather permitting. There were
no tickets, no openings, no reservations and no owners. The Floating Piers were an extension of the street, belongng to everyone. A 3-kilometer-long walkway was created as The Floating Piers extended across the water of Lake Iseo. The piers were 16 meters wide and approximately 35 centimeters high with sloping sides. The fabric continued along 2.5 kilometers of pedestrian streets in Sulzano and Peschiera Maraglio. The Floating Piers was first conceived by Christo and Jeanne-Claude together in 1970. In the spring and summer of 2014, Christo, Vladimir Yavachev – Operations Director,
Wolfgang Volz – Project Manager, and Josy Kraft – Registrar/Curator, scouted the lakes of Northern Italy. Along with Project Director Germano Celant, they found Lake Iseo to be the most inspiring location. Since that time they have worked alongside team members from around the world to realize The Floating Piers. Christo and Jeanne-Claude have a long history of creating projects in Italy: Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower in Spoleto, 1968; Wrapped Monuments in Milan, 1970; and The Wall – Wrapped Roman Wall in Rome, 1973–74.
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In the frame on the right above, working phases. Top sequence: to discover flaws, the fabric is back lit and checked continuously. Greven, Germany, August 2014; Construction workers and divers install the foundations that will support the working ramp which is used to assemble and launch the polyethylene cubes once connected. Montecolino, Lake Iseo, Italy, October 2015; a diver positions one of the anchors before it is lowered to the ground of the lake, january 2016. Bottom sequence: a diver connects a rope made of ultra-high-molecular-weight polyethylene, covered with a polyester protective layer with a breaking load of 20 metric tons, to keep the piers in place; aerial view of the project’s building yard on the Montecolino Peninsula (left) and the parking area for the thirty 100 by 16 meter sections on lake iseo (right), april 2016; Photo: Wolfgang Volz. Last photo: view from Piazzetta Monsignor Gallizioli in Tassano, June 2016. Photo Giuseppe Fremondi for Google Maps.
Nel riquadro sopra a destra, fasi di lavorazione. Sequenza in alto: per scoprire i difetti, il tessuto è retroilluminato e controllato continuamente, Greven, Germania, agosto 2014; in fabbrica, 75.000 metri quadrati di tessuto giallo sono cuciti in pannelli, Lubecca, febbraio 2016; edili e subacquei installano le fondamenta che sosterranno la rampa di lavoro che viene utilizzata per montare e varare i cubi di polietilene, una volta collegati, Montecolino, Lago d'Iseo, ottobre 2015; un sub posiziona uno degli ancoraggi prima che venga adagiato sul fondo del lago, gennaio 2016. Sequenza in basso: un sub collega una cima in polietilene ad altisismo peso molecolare, rivestita con uno strato protettivo di poliestere con carico di rottura di 20 tonnellate, per mantenere i pontili in posizione; il feltro che coprirà i cubi sotto il tessuto di colore giallo viene trasportato da Montecolino all'isola di San Paolo dal servizio elicotteri Elimast, maggio 2016; veduta aerea del cantiere di progetto sulla penisola Montecolino (a sinistra) e l'area di parcheggio per le trenta sezioni di 100 metri per 16 sul Lago d'Iseo (a destra), aprile 2016; foto: Wolfgang Volz. Ultima foto: vista da Piazzetta Monsignor Gallizioli in frazione Tassano, giugno 2016; foto Giuseppe Fremondi per Google Maps.
In the frame on the right above, working phases. Top sequence: to discover flaws, the fabric is back lit and checked continuously. Greven, Germany, August 2014; at geo – die luftwerker, 75,000 square meters of yellow fabric are sewn into panels, lübeck, germany, february 2016; Construction workers and divers install the foundations that will support the working ramp which is used to assemble and launch the polyethylene cubes once connected. Montecolino, Lake Iseo, Italy, October 2015; a diver positions one of the anchors before it is lowered to the ground of the lake, january 2016. Bottom sequence: a diver connects a rope made of ultra-high-molecular-weight polyethylene, covered with a polyester protective layer with a breaking load of 20 metric tons, to keep the piers in place; the felt that will cover the cubes underneath the yellow fabric is transported from Montecolino to San Paolo island by Elimast helicopter service, may 2016; aerial view of the project’s building yard on the montecolino peninsula (left) and the parking area for the thirty 100 by 16 meter sections on lake iseo (right), april 2016; Photo: Wolfgang Volz. Last photo: view from Piazzetta Monsignor Gallizioli in Tassano, June 2016. Photo Giuseppe Fremondi for Google Maps.
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Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori Importo dei lavori: euro 400.000 circa
Nel riquadro a sinistra, fasi di lavorazione. Sequenza in alto: per scoprire i difetti, il tessuto è retroilluminato e controllato continuamente, Greven, Germania, agosto 2014; edili e subacquei installano le fondamenta che sosterranno la rampa di lavoro che viene utilizzata per montare e varare i cubi di polietilene, una volta collegati, Montecolino, Lago d'Iseo, ottobre 2015; un sub posiziona uno degli ancoraggi prima che venga adagiato sul fondo del lago, gennaio 2016. Sequenza in basso: un sub collega una cima in polietilene ad altisismo peso molecolare, rivestita con uno strato protettivo di poliestere con carico di rottura di 20 tonnellate, per mantenere i pontili in posizione; veduta aerea del cantiere di progetto sulla penisola Montecolino (a sinistra) e l'area di parcheggio per le trenta sezioni di 100 metri per 16 sul Lago d'Iseo (a destra), aprile 2016; foto: Wolfgang Volz. Ultima foto: vista da Piazzetta Monsignor Gallizioli in frazione Tassano, giugno 2016; foto Giuseppe Fremondi per Google Maps.
Nelle foto in alto: l’isolotto di San Paolo (Photo: Wolfgang Volz); visitatori all’incrocio tra due bracci del pontile; accostamento di colori cangianti tra il telo e l’acqua; il telo arancione prosegue attraverso alcune vie di Sulzano, in terraferma. Qui sopra, visitatori e cigni nel tratto iniziale della passerella (foto Bruno Grillini per Tsport). In the photo above: the islet of San Paolo (Photo: Wolfgang Volz); visitors at the junction between two arms of the piers; juxtaposition of the changing colors of the cloth and the water; orange towel continues through some streets of Sulzano, on the mainland. Above, visitors and swans in the initial section of the walk (photo Bruno Grillini for Tsport).
piazza Duomo a Milano, nel 1970 (pesantemente contestati e rimossi dopo pochi giorni); e The Wall, un muro romano impacchettato a Roma, nel 1973-1974.
Tscape The Floating Piers Art, townscape, landscape, media event … For sixteen days – June 18 through July 3, 2016 – Italy’s Lake Iseo was reimagined. 100,000 square meters of shimmering yellow fabric, carried by a modular floating
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dock system of 220,000 high-density polyethylene cubes, undulate with the movement of the waves as The Floating Piers rised just above the surface of the water. Visitors experienced this work of art by walking on it from Sulzano to Monte Isola and to the island of San Paolo, which was framed by The Floating Piers. The mountains surrounding the lake offered a bird’seye view of The Floating Piers, exposing unnoticed angles and altering perspectives. Like all of projects by Christo, The Floating Piers was absolutely free and accessible 24 hours a day, weather permitting. There were
no tickets, no openings, no reservations and no owners. The Floating Piers were an extension of the street, belongng to everyone. A 3-kilometer-long walkway was created as The Floating Piers extended across the water of Lake Iseo. The piers were 16 meters wide and approximately 35 centimeters high with sloping sides. The fabric continued along 2.5 kilometers of pedestrian streets in Sulzano and Peschiera Maraglio. The Floating Piers was first conceived by Christo and Jeanne-Claude together in 1970. In the spring and summer of 2014, Christo, Vladimir Yavachev – Operations Director,
Wolfgang Volz – Project Manager, and Josy Kraft – Registrar/Curator, scouted the lakes of Northern Italy. Along with Project Director Germano Celant, they found Lake Iseo to be the most inspiring location. Since that time they have worked alongside team members from around the world to realize The Floating Piers. Christo and Jeanne-Claude have a long history of creating projects in Italy: Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower in Spoleto, 1968; Wrapped Monuments in Milan, 1970; and The Wall – Wrapped Roman Wall in Rome, 1973–74.
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In the frame on the left above, working phases. Top sequence: to discover flaws, the fabric is back lit and checked continuously. Greven, Germany, August 2014; Construction workers and divers install the foundations that will support the working ramp which is used to assemble and launch the polyethylene cubes once connected. Montecolino, Lake Iseo, Italy, October 2015; a diver positions one of the anchors before it is lowered to the ground of the lake, january 2016. Bottom sequence: a diver connects a rope made of ultra-high-molecular-weight polyethylene, covered with a polyester protective layer with a breaking load of 20 metric tons, to keep the piers in place; aerial view of the project’s building yard on the Montecolino Peninsula (left) and the parking area for the thirty 100 by 16 meter sections on lake iseo (right), april 2016; Photo: Wolfgang Volz. Last photo: view from Piazzetta Monsignor Gallizioli in Tassano, June 2016. Photo Giuseppe Fremondi for Google Maps.
Nel riquadro sopra a destra, fasi di lavorazione. Sequenza in alto: per scoprire i difetti, il tessuto è retroilluminato e controllato continuamente, Greven, Germania, agosto 2014; in fabbrica, 75.000 metri quadrati di tessuto giallo sono cuciti in pannelli, Lubecca, febbraio 2016; edili e subacquei installano le fondamenta che sosterranno la rampa di lavoro che viene utilizzata per montare e varare i cubi di polietilene, una volta collegati, Montecolino, Lago d'Iseo, ottobre 2015; un sub posiziona uno degli ancoraggi prima che venga adagiato sul fondo del lago, gennaio 2016. Sequenza in basso: un sub collega una cima in polietilene ad altisismo peso molecolare, rivestita con uno strato protettivo di poliestere con carico di rottura di 20 tonnellate, per mantenere i pontili in posizione; il feltro che coprirà i cubi sotto il tessuto di colore giallo viene trasportato da Montecolino all'isola di San Paolo dal servizio elicotteri Elimast, maggio 2016; veduta aerea del cantiere di progetto sulla penisola Montecolino (a sinistra) e l'area di parcheggio per le trenta sezioni di 100 metri per 16 sul Lago d'Iseo (a destra), aprile 2016; foto: Wolfgang Volz. Ultima foto: vista da Piazzetta Monsignor Gallizioli in frazione Tassano, giugno 2016; foto Giuseppe Fremondi per Google Maps.
In the frame on the right above, working phases. Top sequence: to discover flaws, the fabric is back lit and checked continuously. Greven, Germany, August 2014; at geo – die luftwerker, 75,000 square meters of yellow fabric are sewn into panels, lübeck, germany, february 2016; Construction workers and divers install the foundations that will support the working ramp which is used to assemble and launch the polyethylene cubes once connected. Montecolino, Lake Iseo, Italy, October 2015; a diver positions one of the anchors before it is lowered to the ground of the lake, january 2016. Bottom sequence: a diver connects a rope made of ultra-high-molecular-weight polyethylene, covered with a polyester protective layer with a breaking load of 20 metric tons, to keep the piers in place; the felt that will cover the cubes underneath the yellow fabric is transported from Montecolino to San Paolo island by Elimast helicopter service, may 2016; aerial view of the project’s building yard on the montecolino peninsula (left) and the parking area for the thirty 100 by 16 meter sections on lake iseo (right), april 2016; Photo: Wolfgang Volz. Last photo: view from Piazzetta Monsignor Gallizioli in Tassano, June 2016. Photo Giuseppe Fremondi for Google Maps.
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Adeguamento dello stand di tiro fino a 50 m per armi di prima categoria in contrada Pieve di Macerata Committente: Comune di Macerata Servizio lavori pubblici Responsabile del procedimento e Progettista: ing. Giorgio Gregori Importo dei lavori: euro 400.000 circa
Rio 2016
Certamente la situazione economica e amministrativa del Brasile quando gli fu assegnata l’organizzazione dei Giochi Olimpici 2016 era ben diversa da quella di oggi: si giustificano pertanto le ansie e i timori che hanno preceduto l’evento, in particolare riguardo al completamento degli impianti. I Giochi, che si svolgono dal 5 al 21 agosto, sono stati concentrati in quattro aree di rio de Janeiro, tranne le partite di calcio che si svolgono in altre città. La maggior parte degli eventi si tiene a Barra da Tijuca, dove è anche stato realizzato il Villaggio
Sotto, la baia di Marina da Gloria a Copacabana, dedicate alla vela. A destra, il masterplan del Villaggio Olimpico. Nella pagina di fronte, la distribuzione degli impianti sportivi nelle quattro aree di Rio de Janeiro; nelle foto piccole, in senso orario: il Centro nazionale di Hockey a Deodoro; la Future Arena, installazione temporanea per la pallamano a Barra; la Carioca Arena per il basket, a Barra; il Maracana; l’X-park per la BMX, a Deodoro. Below, the bay of Marina da Gloria in Copacabana, dedicated to sailing. To the right, the master plan of the Olympic Village. On the opposite page, the distribution of sports facilities in the four areas of Rio de Janeiro; in small photos, clockwise: the National Hockey Centre in Deodoro; Future Arena, a temporary installation for handball in Barra; the Carioca Arena for basketball, Barra; the Maracana; the X-park for BMX, in Deodoro.
Olimpico; le altre zone sono Copacabana, Maracanã e Deodoro. È in quest’ultima zona della città che abbiamo scelto alcuni degli impianti, nuovi o riadattati, per raccontarli nelle nostre pagine. _______________________________________ Rio 2016 Certainly the economic and administrative situation in Brazil when he was assigned the organization of the Olympic Games in 2016 was quite different from that of today: it is therefore justify the anxieties and the fears that preceded the
di Joseph Wolfe
event, in particular regarding the completion of the facilities. The Games, which take place August 5 to 21, were concentrated in four areas of Rio de Janeiro, except the football matches that take place in other cities. Most of the events will be held in Barra da Tijuca, where he was also made the Olympic Village; other areas areCopacabana, Maracanã and Deodoro. In this last area of the city we have selected some of the venues, new or refurbished, to describe them in our pages.
IMPIANTO
DISCIPLINA
RIO DE JANEIRO Zona Barra
Zona Maracanã
Zona Deodoro
Zona Copacabana
Centro Aquático Maria Lenk Centro Olímpico de Tênis Estádio Olímpico de Desportos Aquáticos Centro Olímpico de Treinamento Velódromo Olímpico do Rio Riocentro Golfe Reserva Marapendi Parque Aquático Julio de Lamare Estádio Olímpico João Havelange Sambodromo di Rio de Janeiro Maracanã Ginásio do Maracanãzinho Arena de Deodoro Arena de Rugby e Pentatlo Moderno Centro Aquático de Pentatlo Moderno Centro Nacional de Hipismo Centro Nacional de Tiro Esportivo Centro Olímpico de Hóquei Centro Olímpico de BMX Estádio Olímpico de Canoagem Slalom Parque Olímpico de Mountain Bike Parque do Flamengo Estádio de Copacabana Forte de Copacabana Lagoa Rodrigo de Freitas Marina da Glória Itaipava Arena Fonte Nova
– Tuffi, Nuoto sincronizzato – Tennis – Nuoto, Pallanuoto – Pallacanestro, Judo, Lotta, Scherma, Taekwondo, Pallamano – Ciclismo su pista – Pugilato, Tennistavolo, Badminton – Golf – Pallanuoto – Atletica, Calcio – Tiro con l’arco, Atletica (maratona) – Cerimonie, Calcio (finali) – Pallavolo – Pallacanestro, Pentathlon moderno (scherma) – Rugby, Pentathlon moderno (equitazione, evento combinato) – Pentathlon moderno (nuoto) – Equitazione – Tiro – Hockey su prato – BMX – Canoa (slalom) – Ciclismo (mountain bike) – Atletica, Ciclismo su strada – Beachvolley – Nuoto (maratona), Triathlon – Canoa (velocità), Canottaggio – Vela – Calcio
Estádio Nacional Mané Garrincha Mineirão Arena Corinthians Arena da Amazônia
– Calcio – Calcio – Calcio – Calcio
ALTRE LOCALITA' Brasilia Belo Horizonte São Paulo Manaus
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RIO 2016
Deodoro Sports Complex, Rio de Janeiro di J.W.
Sotto, a sinistra, ortofoto dell’area olimpica di Deodoro (foto Jomar Bragança/BCMF Arquitetos); a destra, sulle due pagine, vista aerea del centro di tiro (foto Kaká Ramalho); in basso, il centro equestre (foto WEB). Nella pagina di fronte, dall’alto: il centro di tiro (foto Kaká Ramalho); l’entrata per il pubblico al centro di tiro (foto Leonardo Finotti); un’ulteriore scorcio aereo con i campi di tiro (foto Kaká Ramalho). Nei disegni, sezioni e pianta dell’impianto. Below, left, orthophotos of the Deodoro Olympic site (photo Jomar Bragança / BCMF Arquitetos); right, on two pages, aerial view of the shooting center (photo Kaká Ramalho); down, the equestrian center (photo WEB). On the opposite page, from above: the shooting center (photo Kaká Ramalho); the entry for the public at the shooting center (photo Leonardo Finotti); further aerial view with the shooting range (photo Kaká Ramalho). In the drawings, the sections and plan of the venue.
Come stabilito dal Comitato Olimpico Brasiliano (COB), le strutture previste per i Giochi Panamericani di Rio 2007 e per le Olimpiadi del 2016 sono state raggruppate in quattro aree distinte della città - Barra da Tijuca, Copacabana, Maracanã e Deodoro che per l’occasione sarebbero state collegate da un sistema di trasporto pubblico efficiente. Questa strategia aveva lo scopo di diffondere i benefici diretti e indiretti di entrambi i giochi tra tutti gli abitanti di Rio de Janeiro, attraverso la costruzione di nuovi
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impianti e infrastrutture, nonché attraverso il miglioramento della rete esistente. Mentre il gruppo di Copacabana consisterà principalmente di strutture temporanee, gli impianti esistenti nei cluster Maracanã e Deodoro sono stati ammodernati e il cluster Barra da Tijuca ospita la stragrande maggioranza delle sedi di nuova progettazione per il 2016. In generale i progettisti incaricati hanno cercato di sottolineare il paesaggio esuberante di Rio de Janeiro, che può essere mozzafia-
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In questa pagina, dall’alto: la terrazza VIP del centro di tiro; le postazioni da 50 metri; percorso per il pubblico in notturna (tutte foto Leonardo Finotti); schizzo panoramico generale (Cláudio Barreiras/BCMF Arquitetos); postazione da 10 metri (foto Leonardo Finotti); tribuna accreditati (foto Kaká Ramalho). Nella pagina di fronte: fotomontaggio su foto aerea del centro equestre (BCMF Arquitetos) e due immagini dell’arena di gara (Kaká Ramalho/BCMF Arquitetos). In this page, from top: the VIP terrace of the shooting center; the 50 meters range; path to the public at night (all photos Leonardo Finotti); general panoramic sketch (Cláudio Barreiras / BCMF Arquitetos); 10 meters range (photo Leonardo Finotti); accredited grandstand (photo Kaká Ramalho). In the front page photomontage of aerial photo of the equestrian center (BCMF Arquitetos) and two images of the race arena (Kaká Ramalho / BCMF Arquitetos).
to anche in aree suburbane, come Deodoro. Rio si è sviluppata ed è cresciuta disordinatamente attorno a una mix di montagne, foreste, spiagge, laghi e paludi, e si potrebbe dire che la natura predomina ancora sull'architettura nella configurazione complessiva della città. Ma oltre alla sua nota e celebrata bellezza naturale - e all'interazione unica e talvolta radicale tra la costruzione e l'ambiente naturale - la città (che è stata capitale del paese dal 1763 al 1960) ha anche una lunga tradizione di spazi aperti pubblici e di attività all'aria aperta. Pertanto, invece di un approccio eccessivamente iconico verso l'architettura (a Rio il paesaggio urbano in sé è l'icona dominante), si è data priorità alla integrazione dei nuovi impianti e del paesaggio nelle diverse ed estremamente complesse condizioni urbane e naturali della città, in qualche modo ispirata dagli esempi mitici dell’architettura modernista di Rio de Janeiro (soprattutto dal periodo “eroico” degli anni ‘50 e '60), che sono sempre stati un punto di riferimento per l’equipe di architetti. I vari edifici per scopi diversi, sono tutti elementi forti caratterizzati da un forte rigore geometri-
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co e dall'impiego di pochi elementi e materiali costruttivi per creare un legame formale tra gli isolati e una unità di linguaggio per l'intero cluster, in contrasto con il lussureggiante paesaggio che costituisce lo sfondo. Il Deodoro Sports Complex, costruito per i Giochi Panamericani di Rio 2007, è stato progettato con la consapevolezza che un simile impianto e programma avrebbero potuto essere utilizzati per una futura Olimpiade (Rio 2016). Il cluster comprende il tiro a segno, l’equitazione, il tiro con l'arco, strutture per l’hockey e il pentathlon moderno, e anche aree di allenamento permanenti per tutte le più importanti competizioni nazionali, regionali e internazionali. Tutte le sedi erano già conformi agli standard internazionali, e hanno avuto bisogno solo di adeguamenti minori e integrazioni per le Olimpiadi. La regione di Deodoro ha il più alto tasso demografico di giovani all'interno della intera regione metropolitana, ed è una delle zone più povere della città. Fino a poco tempo fa in questa zona mancavano le infrastrutture e le strutture per supportare le esigenze di base della popolazione. Lo sviluppo di
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In questa pagina, sotto: planimetria di progetto; le stalle (Bruno Carvalho / BCMF Arquitetos); interno delle stalle (Kaká Ramalho/BCMF Arquitetos); schizzo di progetto delle stesse strutture (BCM Arquitetos/Claudio Parreiras). Nella pagina di fronte: due immagini dall’arena di competizione (foto WEB); cross country (Kaká Ramalho/BCMF Arquitetos); due scorci dell’esterno dell’arena (BCMF Arquitetos/Leonardo Finotti). In this page, below: project plan; stables (Bruno Carvalho / BCMF Arquitetos); interior of the stables (Kaká Ramalho / BCMF Arquitetos); project sketch of the same structures (BCM Arquitetos / Claudio Parreiras). On the opposite page, two images from the race arena (photo WEB); cross country (Kaká Ramalho / BCMF Arquitetos); two exterior views of the arena (BCMF Arquitetos / Leonardo Finotti).
impianti per i Giochi Panamericani del 2007 ha incoraggiato i giovani meno privilegiati di questa regione suburbana a partecipare attivamente nello sport e di impegnarsi in attività sociali. L'aggiunta di alcuni servizi specificamente mirati, in particolare la X-Park Precinct prevista per il 2016, costituirà un ancor più forte patrimonio ed opportunità per lo sviluppo sociale sportivo della comunità. Il cluster è già un patrimonio importante, che ha innescato con successo il rinnovamento e l'ulteriore sviluppo di questo importante vettore della città. Il progetto affronta le complesse problematiche di un contesto suburbano unico comprendente un distretto militare, una favela densamente popolata, un fatiscente area industriale, ma anche una grande distesa di vegetazione autoctona. Con le sue nuove attrazioni e miglioramenti, il complesso Deodoro Sports sarà consolidato entro il 2016 come un formidabile patrimonio di sport ad alto livello, costituendo un polo con un grande potenziale per catalizzare la rivitalizzazione generale di una significativa area della città.
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I due impianti Lo Shooting Center ha circa 50.000 mq di superficie costruita, disposta su un sito 150.000 mq complessivi lungo uno dei più importanti assi di accesso della città (un ibrido tra Avenue e autostrada). Pochi materiali, le linee orizzontali e una griglia enigmatica di deflettori in legno predominano in questo impianto sportivo collocato su un terreno di forma trapezoidale in una valle spettacolare, circondata da cime montuose. Il National Equestrian Center si trova invece nella parte sud del distretto militare. Costruito per i giochi Panamericani del 2007, è stato progettato in conformità con gli standard federali per le competizioni internazionali. La sede è stata ampliata per i Giochi di Rio 2016 e pienamente integrata nelle strutture del Centro di Allenamento Olimpico, costituendo una base importante per gli sport equestri in Brasile. Essa continuerà inoltre ad essere utilizzata per le competizioni più importanti, come i Giochi Mondiali Militari. Oltre ad essere un molto più grande delle altre sedi, con quasi 900.000 mq,
il Centro Equestre ha alcune altre caratteristiche molto diverse. L'area è delimitata a ovest da una formazione di baracche, caratteristica delle occupazioni informali esistenti nel quartiere Magalhães Bastos. A est e a nord, le installazioni militari ben organizzate (istituzioni e abitazioni) continuano a dominare il paesaggio, mentre a sud la ripida topografia e la fitta vegetazione fanno da sfondo principale. All’interno dell’area ci sono ancora alcune "enclave" che sono state tenute all’esterno del perimetro protetto di quest’oasi di classe: un cimitero, un centro di trasmissione radio, un condominio residenziale e una caserma. _______________________________________ Rio 2016 Deodoro Sports complex in Rio de Janeiro As set out by the Brazilian Olympic Committee (COB), the planned facilities for the Rio 2007 Pan American Games and for the 2016 Olympics were grouped into four separate areas of the city – Barra da Tijuca, Copacabana,
Maracanã and Deodoro – which were linked by an efficient public transport system. This strategy was intended to spread the direct and indirect benefits of both Games among all the inhabitants of Rio de Janeiro, through the construction of new facilities and infrastructure, as well as through improvements to the existing network. While the Copacabana cluster consist mainly of temporary structures, the existing venues in the Maracanã and Deodoro clusters were updated and the Barra da Tijuca cluster housed the vast majority of newly designed venues for 2016. The Deodoro Sports Complex, constructed for the Rio 2007 Pan-American Games, was designed with an awareness that a similar competition venue and program would be applied to a future Olympic Games (Rio 2016). The cluster includes the shooting, equestrian, archery, hockey and modern pentathlon facilities, and also permanent training areas for all major national, regional and international competitions. All venues already meet international standards, and needed just minor adjustments and complements for the Olympics.
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Impianti per tiro a segno, sport equestri, hockey, tiro con l’arco e pentathlon moderno nel quartiere Deodoro a Rio de Janeiro, Brasile Architetti: BCMF Arquitetos (Bruno Campos, Marcelo Fontes e Silvio Todeschi) Team di progetto: Cláudio Parreiras Reis, Luciana Maciel, Lisiane Melo, Leonardo Fávero, Cristiano Monte-Mór, Ana Kawakami, Fabiana Fortes e Antônio Valadares Project manager e coordinamento generale: Engesolo Engenharia Ltda Strutture: Helio Chumbinho (Misa Engenharia)/ Lino Nunes de Castro (Globsteel) Impianti meccanici: ENIT (Moshe Gruberger) Consulenti sportivi: Aqualar (Swimming Pool), Forbex (Grass Hockey), Eduardo Castro Mello Overlay: John Baker (EKS) & CO-Rio 2007 Team (Gustavo Nascimento, Ana Paula Loreto & Izabela Hasek) Illuminazione: Godoy Associados
RIO 2016
Youth Arena di J.W.
Insieme con la X-Park, l'Arena della gioventù sarà una delle più grandi eredità di Rio 2016. Durante i giochi, ospiterà gare di basket femminile, pentathlon moderno con scherma e scherma su sedia a rotelle. Una volta terminate le Olimpiadi, sarà utilizzato come centro di istruzione e formazione per gli atleti. Uno degli aspetti più impegnativi del progetto è stato quello di disegnare un unico spazio in grado di ospitare la zona delle gare di Pentathlon e Scherma in cui le partite si svolgono simultaneamente, e il campo da
basket che richiede solo un quarto di questo spazio. I giochi per entrambi gli sport avranno luogo a sei giorni di distanza, a cominciare dal basket. Quindi, al fine di adeguare il layout di entrambi gli sport e in modo che sia utilizzabile anche in seguito, sono state create installazioni temporanee all'interno dell’impianto permanente. Il progetto contempla una sala sportiva come concetto, essendo coerentemente elegante con la scala olimpica e la presenza di un grande arco di 66,5 metri, in grado di ospitare
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Vista dall’alto (foto Gabriel Heusi); vista notturna (foto Leonardo Finotti); esterno diurno (foto Andre Motta). View from above (photo Gabriel Heusi); night view (photo Leonardo Finotti); daytime outside (photo Andre Motta).
In alto, vista notturna della facciata laterale (foto Leonardo Finotti). In questa colonna, dall’alto: assonometria, spaccato costruttivo, schema della ventilazione, sezione prospettica. A destra, planimetria generale del sito; interno dell’arena (foto Andre Motta); in basso, sezione. Nella pagina di fronte, pianta. Above, night view of the side facade (photo Leonardo Finotti). In this column, from top: isometric projection, constructive insight, ventilation pattern, perspective section. To the right, the general layout of the site; inside the arena (photo Andre Motta); below, section. In the front page, plant.
diverse modalità di fruizione. L'edificio è stato progettato per funzionare solo con ventilazione e illuminazione naturale una volta destinato alla cittadinanza. I dispositivi regolabili di ombreggiamento e schermatura alle aperture di facciata e le aperture di scarico sul tetto così come le grandi zone d'ombra sulla facciata contribuiscono alla riduzione dei costi di manutenzione. L'illuminazione artificiale e il condizionamento dell’aria sono richiesti dal Comitato Olimpico, ma saranno utilizzati solo durante i Giochi. Durante le competizioni di basket, le tribune saranno collocate su tutti i lati del campo, con una capienza di 5.000 persone. Il concetto di creare un catino in cui il pubblico circonda i giocatori viene utilizzato in arene sportive per creare l'atmosfera di uno spettacolo. Nella gara di Pentathlon Moderno, che richiede una zona più ampia per i suoi giochi rispetto al basket, le tribune saranno ridotte a 4.000 posti a sedere e occuperanno solo i lati del campo. A fine giochi, l'Arena della gioventù avrà otto campi sportivi e 2.000 posti a
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In questa pagina, scorci dell’interno; dall’alto, foto di Leonardo Finotti, Miriam Jeske, Andre Motta. In this page, interior views; from above, photo by Leonardo Finotti, Miriam Jeske, Andre Motta.
Youth Arena a Rio de Janeiro (Brasile) Committente: Città di Rio de Janeiro Progettisti incaricati: arch. Héctor Vigliecca e Luciene Quel Project Manager: Elaine Silva Architecture Technical Manager: Ronald Werner
sedere su un solo lato. La maggior parte della struttura è stata realizzata in acciaio poiché era il materiale più adatto per creare grandi luci e anche per essere più veloce da costruire. Per ridurre i costi, si è cercato di lavorare con le più piccole campate possibili rispondendo a tutti i requisiti olimpici. Queste campate sono rese possibili da 7 capriate triangolari di 4,30 m di altezza, tutte collegate ad una facciata a tralicci in acciaio. ______________________________________ Rio 2016 Youth Arena Along with the X-Park, the Youth Arena will be one of the greatest 2016 RIO Legacies. During the games, it will stage the Women’s Basketball competitions, Modern Pentathlon Fencing and Wheelchair Fencing. Once a legacy, it will be used as an education and training center for athletes. One of the most challenging aspects of the
Technical Sub-Managers: Ronald Werner (Masterplan / Youth Arena), Fernanda Trotti (Radical Park), Kelly Bozzato (Olympic Field Hockey Centre), Rafael Alcântara, Pedro Ichimaru (Equestrian and Adaptations) Landscape Design: Raul Pereira, Rulian Nociti Architetti: Ana Luiza Galvão, André Ciampi, André Godinho, Angélica Larocca, Barbara Iseli, Carolina Passos, Cintia Marino, Dalmer Ordontis, Daniel Pizzocolo, Fabio Ucella, Guilherme Filocomo, Guilherme Maia, Hernani Paiva, Juan Sebastián Longhini, Julio Bastos, Lina Corrêa, Lucia Viana, Lucila Pintos, Maria Elisa Fernandes, Mariana Puglisi, Marina Piccolo, Rebeca Grinspum, Renato Silveira, Romildo Barros, Thaís Velasco Operational Support: Neli Shimizu, Paulo de Arruda Serra, Arielli Siqueira, Caroline Picolo, Deborah Giannini, Hediane Kuasne, Laryssa Cardoso, Luci Maie, Martha Martins Consulenti: Focus Group (Engineering) Robert Campbell, John Felton, Damien Dungworth (Canoe Slalom), Tom Ritzenthaler, Johan Lindstrom (BMX), Pierre Michelet (Equestrian), David Douek, Caterina Chippari (Sustainability), Raphael Magalhães, Pedro Moretti (Environmental Consultancy), Marília Martins (Technical Specifications Consultancy) Avvio del progetto: agosto 2013 Fine lavori in modalità Olimpiadi: maggio 2016 Fine lavori adattamento post-Olimpiadi: dicembre 2016 (previsione)
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project was to design a single space able to house the Pentathlon Fencing games area in which simultaneous matches take place and the Basketball court that requires only a fourth of this space. The games for both sports will take place six days apart - the first one is Basketball. So in order to adapt its layout to both sports and also make it useful once in legacy mode, temporary installations were created within the permanent installation. The project uses a sports hangar as its concept, being coherently elegant with the Olympic scale and presenting a great span of 66.5 meters, able to house several sport modalities. The building was designed to operate with only natural ventilation and illumination once in legacy mode. The adjustable shading devices and screens on the facade and exhaust openings on the roof as well as large shaded areas on the facade all contribute to a lowered maintenance cost. The artificial lighting and air conditioning are demanded by the Olympic Committee but will only be used during the Olympic Games.
PROGETTISTI
São Paulo (Brazil) Da sinistra: arch. Héctor Vigliecca (socio fondatore), ing. Paulo Serra (direttore amministrativo), arch. Ronald Werner (capo progetti sportivi e grandi complessi), arch. Luciene Quel (socio fondatore), arch. Neli Shimizu (capo progetti di edilizia sociale), arch. Caroline Bertoldi (capo progetti urbanistici).
Vigliecca & Associados www.vigliecca.com.br
viglieccaeassociados
Vigliecca & Associados è un studio di architettura brasiliana fondato nel 1996, con sede a San Paolo e Rio de Janeiro. È formato dai soci fondatori Héctor Vigliecca e Luciene Quel e dagli associati Paolo Serra, Ronald Werner, Neli Shimizu e Caroline Bertoldi, oltre a un team di architetti. Sviluppa progetti architettonici e urbanistici, con una particolare attenzione a progetti urbani a grande scala. Ha all’attivo una vasta gamma di opere che comprende alloggi sociali, centri sportivi, edifici istituzionali, centri culturali, progetti di ri-urbanizzazione e rinnovo di spazi pubblici. Ha partecipato intensivamente a concorsi nazionali ed internazionali raccogliendo più di 50 premi. Tra i loro progetti principali è il Parque Novo Santo Amaro V, un’importante referenza nel campo del social housing, l’Arena Castelao, che ha ospitato le partite della Coppa del Mondo FIFA 2014, il Parco Olimpico di Rio 2016 nel quartiere Deodoro, che ospiterà 11 diversi sport (del quale pubblichiamo la Young Arena nelle pagine precedenti), l’ampliamento della Biblioteca Nazionale Brasiliana, che è la più grande biblioteca in America Latina secondo l'UNESCO, e il progetto di ristrutturazione urbana Mooca-Vila Carioca (Quartieri Tamanduateí), che è uno dei più grandi piani urbanistici mai sviluppati per San Paolo, con 1.600 ettari. Partecipa anche a una parte del Programma Morar Carioca (Morro dos Macacos / Parque Vila Isabel) e del programma Renova SP (Morro do S4 Perimeter). A livello internazionale, Vigliecca è stato finalista nel concorso per il Grande Museo Egizio del Cairo (2003), ricevendo una menzione d'onore, e nel Concorso per la Biblioteca Nazionale Messicana (2002), a Città del Messico. Ha ricevuto anche una menzione d’onore per il concorso per il Piano Nueva Alameda Providencia (2015) a Santiago del Cile. Vigliecca & Associados ha inoltre partecipato con il padiglione del Brasile alla Biennale di Venezia del 2014 con due progetti: Parque Novo Santo Amaro V e Jardim Vicentina, entrambi in aree problematiche della città di San Paolo.
Vigliecca & Associados is a Brazilian architecture office founded in 1996 established in São Paulo and Rio de Janeiro. It is formed by the founding partners Héctor Vigliecca and Luciene Quel and the associates Paulo Serra, Ronald Werner, Neli Shimizu and Caroline Bertoldi, in addition to a team of architects. It develops architecture and urban project with a special focus in large-scale urban projects. It has a wide range of works that includes social housing, sports arenas, institutional buildings, cultural centers, re-urbanization projects and improving public spaces. It has heavily participated in national and international competitions receiving more than 50 awards. Amongst their main projects is Parque Novo Santo Amaro V, an important social housing reference, Arena Castelão, that has hosted the 2014 FIFA World Cup games, the Deodoro Olympic Park, RIO 2016 Olympic Park that will host 11 sports modalities, the Brasil National Library Annex, which is the largest library in Latin America according to Unesco, and the urban restructuring project Mooca-Vila Carioca (Tamanduateí Neighborhoods), which is one of the largest urban plans ever developed for São Paulo, with 1,600 hectare. It is also a part of the Morar Carioca Program (Morro dos Macacos/Parque Vila Isabel) and the Renova SP Program (Morro do S4 Perimeter). Internationally, Vigliecca was a finalist in the Grand Egyptian Museum Competition (2003), in Cairo being awarded an “Honorable Mention”, and for the Mexican National Library Competition (2002), in Mexico City. It also was awarded an “Honorable Mention” for the competition Plan Nueva Alameda Providencia (2015) in Santiago Chile. Widely awarded, Vigliecca & Associados participated of the Brazil Pavilion in the 2014 Venice Biennale with two projects - Parque Novo Santo Amaro V and Jardim Vicentina, both in critical areas of the city of São Paulo.
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ALTRI IMPIANTI
Canale per canoa a Ivrea (Torino) Nei primi mesi del 2015 Ivrea Canoa Club ha incaricato Whitewater Parks International (WPI) per contribuire a migliorare la capacità di pagaia e la qualità del suo canale di rafting. Priorità generali del progetto sono state il miglioramento delle caratteristiche delle rapide, contemporaneamente alla stabilizzazione idraulica del canale. L'intero progetto di modifica è stata una intensa collaborazione tra professionisti del settore e competenze locali. È iniziato con un rilievo topografico delle sezioni più ripide del canale, che ave-
vano maggior bisogno di affinamento. La sezione superiore del canale è stata assoggettata ad un tradizionale rilievo in 3D, mentre la sezione inferiore, necessitando di un livello ancora più elevato di dettaglio, è stata rilevata mediante scansione laser. I punti topografici sono stati utilizzati per creare un profilo di superficie del canale. È stato quindi sviluppato un modello idraulico in scala 1:17 presso la Czech Technical University di Praga, con l'aiuto del Laboratorio di Ingegneria Civile e Idraulica di
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di Cesare Lino
Vista aerea di Ivrea; al centro, il canale derivato dalla Dora. Aerial view of Ivrea; middle, the channel derived from the Dora river.
Planimetria del canale con il posizionamento degli ostacoli artificiali. In basso, sequenza del mondiale di slalom 2016. Nella pagina di fronte, rilievo degli ultimi 50 metri del canale artificiale, con dettagli fotografici. Plan of the channel with positioning of artificial obstacles. Bottom, a moment of the world slalom rafting 2016. Next page, survey of the last 50 meters of the artificial channel, with photo details.
facoltà. Obiettivi specifici per la modellazione includevano la progettazione di modifiche semplici ed economiche, che potessero avere però impatti significativi. Esperimenti con ostacoli di fondo in posizione strategica hanno fornito molti risultati positivi nel modello, come una corrente più centralizzata, la sincronizzazione delle onde e una maggiore stabilizzazione dei mulinelli. WPI ha lavorato anche con gli utilizzatori finali e le ditte esecutrici di Ivrea, per individuare un approccio al lavoro di modifica che potesse essere realizzato principalmente sul posto e ad un costo ragionevole. Innanzitutto sono state preparate delle superfici in calcestruzzo colato per la modifica di elementi che erano stati o confezionati sul posto o prefabbricati. Questi sono stati depositati meccanicamente nel canale e poi fissati con semplici tasselli. Infine, il processo ha richiesto, per un giorno o due, di aprire o chiudere l’afflusso dell’acqua, osservando e perfezionando gli effetti del posizionamento dei singoli elementi. Questi lavori in situ sono stati completati nel gennaio 2016.
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La storia La canoa sulle acque della Dora Baltea compare all’inizio degli anni ’50: la cronaca riporta, quale evento scatenante dell’interesse per la disciplina, il raid Ivrea-Venezia da parte di Giulio Valzolgher e Gianfranco Voltolina nel 1952, su una canoa a due posti. Inizialmente l’Ivrea Canoa Club si installa nei fatiscenti edifici della Caserma Valcalcino, in riva alla Dora: in seguito, l’amministrazione demaniale, che ha in gestione il Naviglio di Ivrea (usato per portare nel vercellese le acque della Dora Baltea) concede l’uso di una piccola costruzione storica, chiamata il Pontetto, proiettata sul fiume con una propaggine utile a varare le canoe. Il “Pontetto” è posizionato nel punto in cui la Dora Baltea – dal lato sinistro – si trasforma in una largo e tranquillo canale che raccoglie le acque da convogliare verso il Naviglio di Ivrea e – dal lato destro – continua il suo corso naturale che, a causa del dislivello determinato dallo sbarramento, si trasforma
in una piccola rapida di circa 300 metri di lunghezza. È solo dopo l’incontro con i canoisti di Nova Gorica, abituati alle rapide dell’Isonzo, che gli eporediesi cominciano ad affrontare le rapide della Dora. Da quel momento, lo slalom tra le rocce, dal Ponte Vecchio al Ponte Romano, entra nel calendario delle manifestazioni canoistiche nazionali e internazionali. Detriti e rocce, con la creazione di mulinelli e rigurgiti, rendevano il percorso particolarmente interessante, e l’inserimento di gabbioni con pietre e assi di legno ne aumentava volutamente il moto ondoso e la difficoltà. Tuttavia, alla fine degli anni ’70 una piena distrugge la diga di San Bernardo, posta alcuni chilometri a valle, modificando di fatto il regime idrometrico e riducendo sostanzialmente il livello delle acque a valle del campo di gara. Conseguentemente, aumentato il dislivello, la pendenza del tracciato con i relativi ostacoli diventava proibitiva. Un primo tentativo di intervento risale a metà
degli anni ’90, con la posa di grossi massi a ridisegnare la sponda sinistra della Dora. I progetti si susseguono nel tentativo di trovare la soluzione migliore per disegnare un tracciato impegnativo ma sicuro: fra questi, il tentativo dello slovacco Ciback, già autore del canale di Liptovsky Mikulas in Slovacchia, che modifica la pendenza nel tratto finale per ridistribuire i dislivelli lungo tutto il percorso. Ulteriori modifiche introdotte dalla francese Hydrostadium, progettista del canale olimpico di Atene, consentono di ospitare a Ivrea la Coppa del mondo 2007 e i Mondiali di Canoa discesa 2008. Ma volendo offrire un impianto per la pratica della canoa slalom, risulta necessario rimodulare ancora le pendenze, oltre ad allungare la sponda di sinistra per creare una vasta piscina nella parte finale dove potere esercitarsi con maggiore tranquillità. La posa di lastroni piatti all’uscita dalla piscina va a determinare una inattesa onda da surf. Si arriva così all’intervento del 2015, in vista della prima prova di Coppa del Mondo 2016
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di Canoa Slalom, con l’obiettivo di creare morte più stabili, di poter disporre di una maggiore varietà di combinazioni tecniche. Il nuovo canale ha oggi caratteristiche di eccellenza certificate dall’International Canoe Federation, e nella sezione finale è molto simile all’impianto olimpico di Rio 2016; classificato di 4° grado per una lunghezza di 230 metri, attrezzati con 60 porte da slalom su un dislivello di 6 metri e una pendenza media del 3%; la portata media è, nel tratto, di 11/13 metri cubi al secondo. Ogni anno lo Stadio della Canoa di Ivrea ospita importanti manifestazioni a livello nazionale ed internazionale nonché competizioni di canoa freeride in occasione degli Eporedia Active Days. _____________________________________ Other facilities Canoe channel in Ivrea In early 2015, Ivrea Canoe Club commissioned Whitewater Parks International (WPI) to
Nelle prime due immagini, il modello in scala realizzato presso l’Università di Praga, e una sua rappresentazione computerizzata. Al centro, realizzazione del modello e simulazione in scala. In basso, le sezioni superiore e inferiore del canale a Ivrea. In the first two images, the scale model realized at Praga University, and its computer imaging. Middle, building the model and scale test. Bottom, upper and lower sections of the channel in Ivrea.
Adeguamento del canale per canoa a Ivrea (Torino) Committente: Ivrea Canoa Cub Progetto: Whitewater Parks International; Czech Technical University; Jaroslav Pollert Jr; Ondrej Svanda + Cundall Engineering Fine lavori: gennaio 2016
help improve the paddling capacity and quality of its whitewater channel. Overall project priorities were aimed at enhancing whitewater features, while stabilizing channel hydraulics. The entire modification project was a robust collaboration between industry professionals and local expertise. It began with a topographical survey of the steeper sections of channel, which were most in need of refinement. The upper section of the channel relied on a traditional 3D survey, while the bottom section reflected an even higher level of detail, as it was surveyed by laser scanning. Survey points were used to create a channel surface profile. It was then developed a 1:17 hydraulic scale model at Czech Technical University in Prague, with the help of their Civil Engineering / Hydraulic Laboratory Faculty. Specific objectives for the modelling included designing simple and affordable modifications that could also have significant impacts. Experiments with strategically placed bottom obstacle provided many positive
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results in the model, such as more centralized current, wave synchronization and increased eddy stabilization. Poured concrete surfaces were prepared in advance for modifying units that were either locally cast or pre-molded. These were able to be mechanically lowered into the channel and later fixed in place with simple anchors. Finally, the process required a day or two of turning the water on and off, while observing and refining the effects of unit positioning. These in-situ works were completed in January 2016.
Gioch nfiniti
Idee che trasformano gli spazi
STADI E CAMPI DI CALCIO
Tribuna e spogliatoi per il calcio a Rho (Milano) di Pietro Chianchiano
Il centro sportivo, che sorge nella frazione di Lucernate, è composto da un campo di calcio - omologato per la Prima Categoria ai soli effetti sportivi -, una struttura spogliatoi con soprastante tribuna coperta, un edificio bar con servizi. È previsto un uso della struttura secondo diversi momenti aggregativi: utilizzo del campo da parte di società sportive per gli allenamenti e le partite di campionato, oltre al possibile utilizzo
scolastico e l’eventuale affitto. Si prevede che l’impianto sarà fruito prevalentemente di giorno, con possibilità di attività sportive serali. La collocazione nell’area d’intervento dei diversi elementi costituenti l’impianto è il risultato di una serie di fattori agenti sul progetto: in prima analisi, la mediazione tra le relazioni funzionali degli spazi nell’ottica progettuale di un utilizzo più autonomo e flessibile possibile; poi la particolare forma del lotto ed infine le condizioni al
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Prospetto e vista dal campo. Elevation and view from the playground.
Intervista: la Rhodense e il settore non agonistico La AC Rhodense è una delle società che può vantare una tradizione sportiva di primaria importanza nel settore giovanile lombardo e nel contesto calcistico italiano: i piazzamenti delle squadre nei vari campionati degli ultimi anni rappresentano il risultato di un impegno costante. Impegno che si esprime ogni giorno nel seguire, istruire e far crescere con le famiglie circa 400 ragazzi, dagli otto agli oltre 20 anni di età. “Non è da tutte le società riuscire a portare tra i professionisti almeno due ragazzi ogni anno – commenta Roberto Trapani, responsabile dell’Attività di Base -. Le società professionistiche si sono congratulate con noi per la preparazione dei nostri atleti, frutto di allenamenti adeguati a preparare quei ragazzi già predisposti ad esprimersi al meglio anche in un contesto professionistico. Questi risultati stanno rafforzando i nostri rapporti con le società professionistiche che ci riconoscono l’importante lavoro svolto sui campi. Per la stagione sportiva 2015 - 2016 la Rhodense ha messo in campo un progetto che prevedeva l'inserimento di istruttori qualificati, laureati in Scienze Motorie anche per il settore non agonistico. E' stata prevista inoltre la figura di un preparatore coordinativo, anche lui laureato in Scienze Motorie, che lavora esclusivamente sull'aspetto motorio in età evolutiva dei nostri ragazzi. Crediamo che la preparazione e la professionalità sia alla base di un buon lavoro, ed è essenziale se si lavora con i bambini. Ad oggi abbiamo oltre 350 iscritti: un numero che esprime una sensibile crescita rispetto all'anno passato, e che continua a d aumentare vista le numerose richieste di iscrizione che continuiamo a ricevere”.
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contorno, rappresentate sostanzialmente dalla fascia relativa alla zona di rispetto e tutela del fiume Olona. Alla luce di questi elementi, è emersa una distribuzione dell’impianto che prevede da un lato l’edificio servizi ben servito dalla nuova strada prevista, e accessibile direttamente dagli utenti esterni e dagli spettatori delle competizioni; dall’altro, le attrezzature sportive dedicate al calcio, il campo di gioco, poste più all’interno ed accessibili da un ingresso dedicato. A servizio degli atleti ed i giudici di gara è previsto un percorso separato dal pubblico. Tale accesso, completato anche da stalli di sosta per autovetture ed ambulanza, sarà utilizzato anche dai mezzi di Pronto Soccorso, per i quali è stato previsto uno spazio di infermeria all’interno dello stabile. La nuova struttura che è stata inaugurata lo scorso aprile, già inserita nel Contratto di Quartiere di Lucernate, è costituita da 6 spogliatoi, 4 per gli atleti e 2 per i giudici di gara, situati nella parte sotto la tribuna coperta, e un edificio bar con servizi e con il locale di primo soccorso.
Il locale di ristoro, con una superficie di 46 mq, è dedicato alla vendita e alla consumazione di cibi e bevande, corredato dei relativi servizi, deposito e magazzino con accesso indipendente, e sarà a servizio della cittadinanza come spazio di ritrovo indipendentemente dalle attività sportive in corso nel campo. La tribuna coperta prevede 254 posti a sedere (nello specifico, 7 file da 32 posti più una da 30 posti a sedere - non sono previsti posti in piedi), e nel parterre lato ovest sono previsti 10 posti dedicati ai diversamente abili. Tutti gli spazi legati all’attività sportiva (spogliatoi, servizi igienici, campi gioco, spazi distributivi interni ed esterni) sono accessibili ai disabili. Come indicato, gli spogliatoi per gli atleti sono 4, di cui due permettono ciascuno di ospitare 20 atleti e gli altri due permettono di ospitare ciascuno 17 atleti. Sono tutti dotati di docce, wc e lavabi. I due spogliatoi per i giudici di gara, che permettono di ospitare in totale fino a 12 persone, sono altresì dotati di wc, docce e lavabi. Il locale di primo soccorso è situato nell’edificio bar e servizi ed è attrezzato per il primo soc-
Nella pagina di fronte, planimetria generale del centro sportivo; nel riquadro, giovani della Rhodense sul campo. In questa pagina, pianta della tribuna/spogliatoi al livello inferiore e al livello sedute. In basso, l’interno e l’esterno del blocco spogliatoi. In the left page, general plan of the venue; in the frame, young people on the field. In this page, plan of the grandstand/changing rooms at lower level and at seating level. Bottom, interior and exterior of the changing rooms.
Sotto, due scorci della tribuna con la copertura in legno lamellare; nell’ultima foto, un interno dei servizi. Below, two views of the grandstand with shelter in laminated wood; last photo, an interior of services.
Tribuna e spogliatori del campo da calcio comunale “Valter Vinciguerra” in Rho (Mi), frazione Lucernate Committente: Comune di Rho Responsabile del procedimento: ing. Giovanni Battista Fumagalli Progettisti: arch. Paolo Zago, p.i. Roberto Sensis Importo complessivo dell’intervento: euro 877.200
corso; inoltre i mezzi di soccorso hanno un ingresso separato e uno spazio di sosta appositamente creato. La struttura è dotata di sistemi di riscaldamento e produzione acqua calda collegati alla rete centralizzata del teleriscaldamento, inoltre la tettoia della tribuna è corredata da un impianto fotovoltaico per la produzione di energia. A nord della struttura bar/servizi è prevista la futura realizzazione di un’area verde attrezzata e di una palestra che andrà a completare la dotazione di strutture sportive del centro.
Stadiums and soccer fields Grandstand and locker rooms for football in Rho (Milan) The sports center consists of a football field, a structure above the grandstand with changing rooms, a bar with building services. There is a use of the structure according to various aggregation moments: use of the field by sports clubs for training and league games, in
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addition to the school can use and eventual rent. The distribution system provides on the one hand the services building accessible directly from external users and spectators of the competitions; on the other hand, sports equipment for football, placed more inside and accessed by a dedicated entrance. As a service of the athletes and the judges there will be a separate path from the public. The new structure consists of six changing rooms, 4 for athletes and 2 for the judges, located under the grandstand, and a bar with building services and the first aid room. The grandstand provides 254 seats, and 10 seats for the disabled. The facility is equipped with heating and hot water connected to the centralized district heating network, also the canopy of the stands is equipped with a photovoltaic system for the production of energy. North of the bar / service structure is expected the future creation of equipped green area and a gym which will complete the equipment of the sports facilities of the center.
“maestri”dei tappeti erbosi La profonda conoscenza della biologia dell'erba e le competenze tecniche specialistiche acquisite in molti anni di esperienza e molteplici realtà, sono il fondamento del lavoro di AGEC. I nostri agronomi specialisti interpretano idee e necessità dei clienti fornendo soluzioni personalizzate sia progettuali che di gestione, finalizzate al massimo risultato per assicurare gli interessi dei proprietari e gestori di impianti calcistici e percorsi golfistici, nel rispetto delle caratteristiche estetico funzionali dei tappeti erbosi.
by Tsport mktg & adv
AGEC si occupa nello specifico di studio di fattibilità, realizzazione del progetto grafico e descrittivo, direzione lavori garantendo la massima redditività e risparmio, consulenza agronomica e attenzione per l'ambiente, mirate al mantenimento del tappeto erboso.
Laboratorio analisi
Alessandro Bertolini
Fulvio Bani
Erminio Sinigaglia
AGEC Service srl - via Turchia 2 - 35030 Selvazzano Dentro (Pd) ph. +39 049 638787 - fax +39 049 638922 - studio@agecservice.net - www.agecservice.it
ALTRI IMPIANTI
Campo da rugby in erba sintetica a Vicenza di Bea Rispoli
Il centro sportivo Sant’Agostino si trova alla periferia sud di Vicenza, ai margini del parco creato lungo il fiume Retrone, che con il Bacchiglione attraversa poi il centro storico della città. La squadra di serie A dell’ASD Rugby Vicenza (i Rangers) gioca in questa struttura su un campo regolamentare; con l’impegno della stessa Società, del Comune, e della Federazione Italiana Rugby, si è potuto realizzare, accanto a questo, un campo di allenamento in erba sintetica, in grado di consentire il gioco con ogni condizione atmosferica.
La società sportiva, a fronte dell’impegno economico assunto, manterrà la gestione dell’impianto per 20 anni, mentre la proprietà è assunta dal Comune di Vicenza. L’ampliamento del centro sportivo dedicato al rugby ha un particolare valore per la città che conta quasi 600 iscritti praticanti, nonostante lo sport non sia tra quelli più diffusi nel nostro Paese. I lavori Il particolare “sistema” installato sul nuovo
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Due viste del campo, senza e con gli atleti in allenamento. Two views of the field, without and with athletes in training.
campo, costituito da un manto sintetico abbinato a un sottotappeto elastico shock-pad da 22 mm, è dotato di omologazione internazionale I.R.B.; si tratta del primo campo da rugby realizzato in Italia con questa tipologia. Si tratta del primo campo da rugby realizzato in Italia con questo "sistema". Il sottotappeto elastico, soddisfa i criteri di assorbimento degli shock da gioco o caduta, riducendo efficacemente i rischi di danni e lesioni. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche costruttive, il materassino ha un'alta flessibilità termica, è ecocopatibile e consente un drenaggio eccellente. L'erba artificiale utilizzata è un monofilamento da 60 mm, (idonea anche per il gioco del calcio e riconosciuta Fifa Quality Turf Preferred Producer), intasata con sabbia silicea per la stabilizzazione e granulo di gomma SBR nobilitata per il prestazionale. Nel gioco del rugby la componente dell'elasticità e del ritorno di energia è fondamentale, e questa ha indubbiamente risultati ottimali con questo tipo di intaso prestazionale. Sotto, operazioni di collaudo; a lato, planimetria del campo. Nella pagina di fronte, le fasi di lavorazione, dalla posa del sottotappeto elastico, alla stesa dei teli di erba sintetica, alla semina dell’intaso; in basso, due particolari del campo finito. Below, testing operations; right, plan of the field. Next page, stages of working, from the laying of the elastic underlay, paving of sheets of synthetic grass, to infill spreading; bottom, two details of the finite field.
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La società sportiva Il Rangers Rugby Vicenza è un’associazione sportiva dilettantistica, cioè senza fini di lucro e basata sul volontariato di soci e collaboratori, nata nel 1974 con lo scopo di propagandare e diffondere il gioco del rugby; i colori ufficiali sono quelli della città di Vicenza, il bianco e il rosso. La sede si trova presso l’impianto intitolato ad Angelo Gobbato - uno dei fondatori del club – che conta tre campi regolamentari, oltre agli spogliatoi, le tribune, una palestra, la club house, la segreteria e i magazzini per le attrezzature. Dalla stagione 2012/2013, si è inaugurato il campo comunale a Sant’Agostino, dove vengono disputate le partite della prima squadra, a cui si affianca oggi il nuovo campo di allenamento in sintetico. Le due associazioni che formano il Rugby Vicenza, Rangers e amatori, gestiscono 11 categorie di atleti per un totale di 13 squadre dall’u6 alla first xv ed old. A questi vanno aggiunti un centinaio tra allenatori/educatori,
dirigenti accompagnatori e dirigenti delle associazioni, portando a oltre 500 il numero dei tesserati. La formazione seniores maschile è composta dalla prima squadra e dai cadetti: la prima squadra è iscritta al campionato nazionale di serie A, i cadetti partecipano al campionato di serie C; il settore giovanile é costituito dalle squadre under 16 e 18, iscritte ai campionati del C.R.V., la formazione femminile partecipa alla coppa Italia Seven; la formazione degli “old” (quatro gati) riunisce le “vecchie glorie” del Rugby Vicenza, ancora desiderose di calcare i campi di gioco. L’attività del minirugby, infine, comprende le categorie under 6, 8, 10, 12 e 14, che partecipano a tornei e concentramenti. _______________________________________ Other facilities Rugby field with artificial turf in Vicenza The league team ASD Rugby Vicenza (Rangers) plays at this facility on a regulatory field; with the commitment of the Company, the
City, and the Italian Rugby Federation, it has been achieved, next to this, a training field with synthetic grass, able to allow the game under any weather. The sports club, the commitment undertaken in the income, will keep the management of the plant for 20 years, while the property is taken by the City of Vicenza. The particular system installed on the new field, constituted by a synthetic membrane coupled to an elastic shock-undermat pads 22 mm, is equipped with international approval I.R.B .; the synthetic surface is also FIFA Quality Turf Preferred Producer: this is the first rugby field realized in Italy with this type. The prefabricated mat, for the absorption of the game from shock and from fall, is shaped with XC cuts that compensate for the expansion and contraction of the foamed material, avoiding the creation of waves due to thermal expansion; it can also reduce the amount of performance infill, and ensures optimum drainage. The artificial grass is a 60 mm monofilament, clogged with silica sand and rubber granules SBR ennobled.
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Realizzazione campo di rugby in manto sintetico nell’area sportiva di S.Agostino, Vicenza Committenti: ASD Rugby Vicenza, Comune di Vicenza Responsabile Unico del Procedimento per il Comune di Vicenza: ing. Giovanni Fichera (Lavori Pubblici) Progetto e Direzione Lavori: arch. Giovanni Alì Collaudatore: arch. Mauro Concentri Importo dei lavori: euro 385.168 Inizio lavori: settembre 2015 Fine lavori: aprile 2016 Impresa Appaltatrice: Tagliapietra Impianti Sportivi, Basiliano (Ud) Erba Sintetica: Rhino-Turf International Ltd Collaboratore Italia: dr. Enrico Pozzobon Consulente all'installazione: sig. Bas Lodewijkx
ALTRI IMPIANTI
Palestra di arrampicata a Valloriate (Cuneo) In un contesto di colline verdissime, volontà dell’Amministrazione comunale (sia il Sindaco Gianluca Monaco che il tecnico comunale, geometra Valerio Dalmasso, sono appassionati di arrampicata), è stata la realizzazione di questa palestra di arrampicata. L’idea originaria è dell’autunno 2011, quando si sono riuniti Amministratori e tecnici per ricercare un possibile iter finanziario presso l’assessorato allo Sport della Regione Piemonte.
L’idea della palestra di arrampicata sportiva era al tempo solo un’idea ancora non ben separata dall’idea di un palco per manifestazioni varie. Con il passare del tempo ha preso forma l’idea di una palestra di arrampicata vera e propria con l’obiettivo di essere omologabile dal CONI per competizioni a livello nazionale. Nascono i primi schemi progettuali, con la struttura che si eleva dai 7 metri iniziali sino a 11 e poi 12,50 metri. Gli abitanti del piccolo paese di Valloriate si sentono coinvolti
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di Sandro Rubicondi
In questa pagina, la piccola palestra di arrampicata vista nel contesto del paesaggio. On this page, the small climbing wall seen in the context of the landscape.
nella cosa e ciascuno propone proprie idee sulla gestione delle futura palestra di arrampicata, organizzazione di eventi, gare e manifestazioni. Si completa il progetto nella sua stesura definitiva e si cercano le ditte per l’appalto, due separate: una per le opere edili ed una per l’allestimento della palestra vera e propria con i pannelli appositamente studiati per il tracciamento delle “vie” di arrampicata. Nel giro di poche settimane vengono realizzate le fondazioni che dovranno sopportare sia il carico che la spinta del vento sulla struttura primaria in legno lamellare, su cui saranno resi solidali i pannelli delle “vie” di arrampicata. Il meteo non aiuta, e i lavori vengono più volte interrotti dalle cattive condizioni climatiche. Arriva la primavera e con il clima più mite si può proseguire con il montaggio della struttura in legno lamellare atta a proteggere e sorreggere le pareti di arrampicata. Tutti i pezzi arrivano in cantiere pre-confe-
zionati siano essi in legno che in metallo, tutti tagliati da macchine a sistema numerico. Gli artigiani, con perizia, assemblano rapidamente il tutto ed il giorno 29 di aprile, a lavori ultimati, si procede al collaudo formale delle strutture. L’aspetto tecnico L'impianto presenta 4 facciate adiacenti con inclinazione diverse e collegate da chiusure arrampicabili. La struttura portante in pianta misura alla base 9x7 metri mentre alla sommità 9x8 metri sporgendo di 1 metro oltre il basamento. L'altezza è di 12,8 metri. Le due facciate centrali sono larghe 3,05 metri e si sviluppano su tutta la lunghezza disponibile della struttura portante fino ad una altezza di 12,5 metri, mentre le due facciate laterali sono larghe 1,25 metri e si sviluppano solo sul primo tratto inclinato di 10° fino ad una altezza di 7,5 metri. Lo sviluppo complessivo è di 15,50 metri, per una superficie di circa 50 mq; lo svilup-
po complessivo di superficie arrampica bile, comprensivo delle chiusure laterali ortogonali tra le varie facciate, è di 140 mq. I pannelli hanno un reticolo di 30 fori per mq per l'applicazione degli appigli mobili mediante le apposite viti e hanno la superficie a vista trattata con sabbia quarzifera per aumentarne l'aderenza. La struttura è progettata per la salita come primo di cordata su tutte le facciate. Gli itinerari di salita sono 7, ciascuno costituito da una progressione di placchette di ancoraggio intermedio culminanti con una sosta. Tutti i punti di protezione sono ancorati direttamente alla struttura portante e sono posti ad una distanza relativa e da terra conforme alla normativa vigente. Sulle facciate insiste una copertura ad una falda realizzata con pannelli metallici coibentati da 40mm di spessore. La copertura si estende alla parte posteriore della struttura, mentre frontalmente ed ai lati rimane aperta. La struttura portante è realizzata con travi di
legno lamellare GL24 collegate con piastre in acciaio zincato e bulloneria zincata di classe 8.8 o superiore. ____________________________________ Other facilities Climbing wall in Valloriate Against a backdrop of green hills, the municipal administration will was the realization of this climbing gym. The idea of climbing gym was just an idea at the time still not well separated from the idea of a stage for various events. With the passage of time took shape the idea of a effective climbing gym in order to be approvable by CONI for national competitions. The project is completed in its final form and is seeking two separate companies for the contract: one for building works and one for the preparation of the gym with specially designed panels for tracking "ways" of climbing. Within a few weeks are made foundations
that will withstand both load and the wind pressure on the primary structure of laminated wood, on which the climbing panels will be made. All the pieces come pre-packaged in the yard both in wood and in metal, all cut by digital system machines. Artisans, with skill, quickly assemble everything and the day April 29, when work is completed, we proceed to testing facilities.
Nella pagina di fronte, prospetto frontale di progetto; nelle foto, fasi della costruzione. In questa pagina, sezione di progetto; nella colonna qui sotto, dettagli costruttivi in corrispondenza delle cerniere. On the opposite page, the front elevation of the project; in photographs, stages of construction. On this page, project section; in the column below, construction details in correspondence of the hinges.
Palestra di arrampicata a Valloriate (Cuneo) Committente: comune di Valloriate (Cn) Tecnico comunale: geometra Valerio Dalmasso Progettista e direttore dei lavori: arch. Marco Mauro (Architettura e Costruzioni – studio associato) collaudatore strutturale: arch. Giovanni Comba Inizio dei lavori: aprile 2015 Fine dei lavori: aprile 2016 importo dei lavori: euro 102.775
Scienza dell’erba
Fine estate: rigenerazione del tappeto erboso calcistico a cura della Redazione
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In vista della ripresa delle attività sportive sui nostri campi, si ripresenta il problema della messa in efficienza dei tappeti erbosi naturali, stressati dal sovrautilizzo e dalle condizioni ambientali dettate dalla stagione estiva. Chiediamo al nostro consueto ospite, Erminio Sinigaglia, perito agrario dello studio di consulenza Agec Service, cosa vuol dire, a fine estate, trovarsi a dover rigenerare un tappeto erboso. Rigenerare un tappeto erboso calcistico significa essenzialmente recuperarne i migliori caratteri estetico-funzionali, inevitabilmente alterati dal gioco, spesso sproporzionato per la tipologia dei vari impianti. Quanti di quest’ultimi possono vantare in effetti criteri costruttivi tali da poter sopportare un livello di calpestio quale quello tipicamente garantito in media nel nostro paese? Non per niente il calciatore medio in Italia è abituato a giocare su campi in terra o in situazioni miste laddove oltre alla terra rimane poca erba. In ogni caso, la rigenerazione deve mirare a riportare le caratteristiche funzionali dell’impianto in erba entro standard comunque apprezzabili. Bisogna innanzi tutto saper valutare il degrado in essere, le conseguenti potenzialità di recupero, i tempi e i denari connessi. Le due ultime voci giocano spesso la differenza. Quindi non esiste un approccio univoco o generalizzabile bensì infinite possibilità.
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Cominciamo a vedere, schematicamente, quali sono gli approcci che possono essere adottati. In termini di rigenerazione si deve innanzi tutto suddividere l’ap-
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In questa doppia pagina: 1: Slicing 2: Attrezzatura per arieggiatura di media profondità, chiodatura o carotatura 3: Operazioni di trasemina 4: Prato appena traseminato 5: Particolare: dischi della traseminatrice Nella pagina seguente: 6: Spargisabbia 7: Spazzolatrice
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proccio “superficiale” ovvero dell’intervento o degli interventi superficiali e quello “di profondità”. Tra le lavorazioni superficiali spicca il cosiddetto verticutting ovvero il passaggio con apposite macchine dotate di coltelli verticali che incidono il tappeto erboso allo scopo di asportare i tessuti senescenti o degradati e di vivacizzare le gemme latenti. Si tratta di un lavoro tipicamente “a sfioro” cioè da eseguirsi senza toccare la superficie del terreno. Diversamente se il coltello dovesse penetrare anche leggermente nel terreno si passerebbe alla “scarifica”. In ogni caso si tende a non approfondire la lavorazione. Sia il verticutting che la scarifica rientrano tecnicamente nell’arieggiamento di superficie. In seguito al verticutting, si incrementano gli scambi di ossigeno nel manto erboso, soprattutto in quella parte costituita da materiale vegetale indecomposto che viene tecnicamente identificata come “feltro” o “tatch”. Si riduce la persistenza temporale di umidità, ciò semplifica agronomicamente la gestione delle eventuali patologie, si incrementa l’efficacia dell’irrigazione e dei sirynging, nonché gli scambi nutrizionali con il top soil. Il verticutting migliora inoltre il risultato del taglio sia in termini di asporto massale che in senso puramente estetico. Trattandosi di arieggiamento superficiale, si pensi di intervenire in forma ordinaria ovvero su tappeti erbosi in buona salute come in forma straordinaria, laddove si debba successivamente intervenire
con una trasemina. Un buon tappeto erboso dovrebbe comprendere nella propria gestione almeno due/tre verticutting all’anno, compreso quello di pre trasemina. Andando invece in profondità? Passando alle lavorazioni di profondità, esse vanno ulteriormente suddivise in operazioni di media profondità e di profondità vera e propria. Tra le prime spicca la carotatura caratterizzabile come asporto di cilindretti di terreno compatto ad una profondità di circa 10 centimetri. Ciò si ottiene con fustelle cave, ma una bucatura fine a se stessa ovvero senza asporto di materiale può essere ottenuta con fustelle “piene”. Si parla in questo caso di “chiodatura”. In ogni caso, dopo una bucatura di media profondità si usa effettuare il top dressing con sabbia silicea. Esistono anche macchine in grado di decompattare mediante il passaggio di lame o “sciabole” disassate montate a distanza di circa 25cm su albero rotante. Lo slicing va considerato in generale un’operazione straordinaria da effettuarsi laddove il top soil abbia perduto temporaneamente la sua porosità e la capacità drenante. A questo punto, necessiterà intervenire anche con una nuova semina? La rigenerazione di tappeti erbosi calcistici dovrebbe comprendere una semina di rinforzo, il cosiddetto overseeding o trasemina. Quale essenza usare se non il Lolium perenne, veloce nella germi-
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nazione e nel successivo insediamento? Se si considera che ad oggi risulta ancora migliore per l’adattamento al calpestio calcistico, il gioco è fatto. Dosaggi? Da venti a sessanta grammi per metro quadrato. Si preferisca un miscuglio intra specifico contenente più varietà di loietto rispetto alla singola varietà. È possibile impiegare loietti con caratteristiche stolonifere. Un buon overseeding va effettuato con seminatrici a dischi per l’interramento e la copertura del seme. Eventualmente nelle zone più rade intervenire con una trasemina a spaglio dotandosi di una tramoggia spargiseme. In ogni caso va effettuato un buon top dressing di copertura con sabbia silicea, in successione immediata all’overseeding. E per finire? Come ultima operazione la fertilizzazione di supporto all’overseeding. Va utilizzato un buon prodotto “starter” con titolo spostato verso il fosforo. E’ importante scegliere l’intervento migliore in base alla temperatura, all’attività batterica, alla fisica del top soil, alla composizione floristica del tappeto erboso nonché ai tempi di consegna all’utilizzatore. Così come credo sia ancora e soprattutto un’arte comprendere un paziente delicato come il tappeto erboso calcistico, intuirne le dinamiche, garantirne l’eccellenza. La rigenerazione passa da tutto ciò, da una mano sapiente che sa toccare forte o piano, con la stessa efficacia e sensibilità.
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Impianti etici / impianti sostenibili a cura di Stefano Longhi
Architetture internazionali Gentili lettori, in questo numero ci soffermeremo sugli aspetti di design di alcuni esempi di architettura internazionale per dimostrare che sovente è possibile coniugare soluzioni tecnologicamente innovative avendo attenzione e riguardo alle tematiche ambientali senza per questo rinunciare necessariamente al design. Di seguito illustrerò tre esempi di progetti realizzati che meglio dimostrano e documentano questo concetto. I primi due affrontano un diverso approccio con l'elemento acqua, derivante da budget ed obiettivi della committenza decisamente diversi tra loro. Il primo intervento è l'AISJ Aquatic Center realizzato da Flansburgh Architects a Johannesburg, South Africa nel 2012. Questo intervento fonda la sua caratterizzazione nell'essenzialità delle forme e della struttura
portante, chiaramente leggibile e comprensibile, in un contesto di attento ed accurato studio degli aspetti ambientali. L’obiettivo della progettazione è stata quella di contenere il più possibile i costi complessivi, in particolare per la struttura portante, e che nel suo complesso si integrasse appieno con le caratteristiche ambientali di un un altipiano ad oltre 1500 m. sopra il livello del mare, dove anche se il clima è temperato, le temperature notturne possono scendere significativamente. Strutturalmente l’edifico sorprende per la estrema semplicità compositiva dei suoi elementi portanti tubolari in acciaio, che integrano mirabilmente la percezione dei disegni geometrici delle tipiche perline africane dei nativi dando vita in questo modo ad una mirabile eleganza compositiva. Sotto l’aspetto più propriamente funzionale, si evidenzia la presenza di innovativi pannelli tela-
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ti orientabili in grado di modulare la luce del giorno e regolare i movimenti convettivi a vantaggio del benessere ambientale complessivo. L’edifico è orientato e concepito in modo tale da massimizzare l’esposizione solare attraverso gli ampi pannelli solari termici collegati al sistema idrico (vasca più acque ad uso sanitario); inoltre è presente un funzionale sistema di raccolta delle acque piovane ad uso delle aree esterne permeabili. Complessivamente la combinazione di pannelli di tessuto, lucernari in plexiglass e feritoie orientabili riduce al minimo i riflessi, crea un intrigante gioco di luci dando origine ad un ambiente in cui sono mirabilmente fusi insieme rilassanti tonalità cromatiche e godibile benessere ambientale. Occorre rilevare dello stesso gruppo di progettazione un’altra interessante opera: l'Hawaii Preparatory Academy Energy Lab, un edificio scolastico per gli ordini liceali focalizzato sullo studio delle energie alternative, con il fine di far sperimentare direttamente agli studenti le tecnologie di energia rinnovabile. L'edificio impiega pannelli fotovoltaici e turbine eoliche per soddisfare il proprio fabbisogno energetico (è interamente autosufficiente ed è in grado di non consumare energia più di quella generata), raccoglie l'acqua piovana per soddisfare le proprie esigenze anche di acqua potabile. Inoltre sotto l’aspetto meramente architettonico e compositivo è davvero un bel edificio. Il secondo intervento di ambito natatorio è l'Aquatic Centre "Aquamotion" ad opera dello
Sitografia http://www.flansburgh.com/ http://www.aisj-jhb.com/page.cfm?p=572 http://www.flansburgh.com/portfolio/hawaii-preparatory-academy-energy-lab/ http://www.auer-weber.de/de/startseite.html Nella pagina di fronte, nella foto grande, Hawaii Preparatory Academy Energy Lab (Flansburgh Architects); sotto, AISJ Aquatic Center a Johannesburg (Flansburgh Architects). In questa pagina, qui sotto, Aquatic Centre "Aquamotion" a Courchevel, architetto Auer Weber; in basso, “The Couch”, Amsterdam, dello studio olandese MVRDV.
http://www.archdaily.com/530287/azur-arena-auer-weber http://www.auer-weber.de/en/projects/details/azur-arena-antibes.html https://www.mvrdv.nl/en/projects/tennis-club http://www.archdaily.com/775452/the-couch-mvrdv
studio tedesco dell’architetto Auer Weber. Il nuovo centro acquatico è realizzato a Courchevel, centro turistico e mondano di rilievo internazionale, situato nel cuore delle Alpi francesi su un eccezionale panorama montano di rilevanza unica. In questo contesto ambientale l’architetto Weber ha riproposto in chiave architettonica l’eleganza e la sinuosità dei rilievi vallivi ed alpini fondendo mirabilmente gli spazi funzionali interni con le grandi strutture portanti esterne. L’intervento spicca per la pulizia delle linee compositive le quali non hanno assolutamente un significato “manieristico” fine a se stesso ma, anzi, sono sempre riconducibili ad una legittima giustificazione funzionale in perfetto equilibrio compositivo. In particolare colpiscono gli spazi occupati dalle vasche natatorie che quando corrispondono agli ambienti interni sono di una essenzialità estrema e quando proseguono all’esterno sembrano coesistere da sempre come se la struttura architettonica si fosse fusa con esse in un secondo tempo. La copertura segue l’orografia del terreno su cui è realizzato il complesso acquatico, risultando così in parte seminterrata e divenendo al tempo stesso una "scultura" di spazi e luce traendone i benefici dell'isolamento, sia invernale che estivo, dovuti all'essere parzialmente ricoperta da un tetto a giardino risultando
verde in estate e suggestivamente ricoperto di neve durante l'inverno. Attualmente il complesso acquatico è un vero e proprio polo funzionale regionale: al suo interno trovano spazio palestre, sale ricreative, giochi d’acqua, SPA e molto altro ancora: vengono organizzate le più svariate attività ludicosportivo garantendo una occupazione giornaliera e stagionale assolutamente in linea con l’importante investimento di realizzazione e gli ingenti costi di gestione e conduzione. Dello stesso gruppo di progettazione è da rimarcare l'Azur Arena di Antibes sempre in Francia a dimostrazione di una spiccata familiarità con la composizione architettonica sportiva. Il terzo intervento che intendo proporvi è il “The Couch” di Amsterdam (The Netherlands) ad opera dello studio olandese MVRDV. Il progetto riguarda la realizzazione di una club house per il Tennis Club nella zona est di Amsterdam, attraverso un tentativo di ridurre al minimo l'uso di spazio prezioso per il gioco, combinando la tipologia della club house, una striscia lunga, bassa ed aperta alla viste della corte da un lato e affacciante sulle acque del fiume IJmeer dall'altra, con quello di una tribuna sportiva, perfettamente studiata per la visualizzazione del centro campo. Il tetto della club house si modella al fine di creare una piattaforma per ospitare gli spettatori, fino ad un
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massimo di 200 persone. In questo caso le immagini sono molto più esemplificative di qualunque prolissa descrizione: la semplicità compositiva, la gioiosa soluzione cromatica e l’essenzialità degli interni creano un ambiente affascinante, pienamente riuscito, il vero significato di valore aggiunto dell’architettura alla esigenza funzionale dello sport.
news
Alessandria, nuove idee per la centrale elettrica La centrale elettrica di Alessandria è stata oggetto di un concorso internazionale di idee promosso con il programma Futur-E per individuare una nuova destinazione d’uso del sito. L’iniziativa ha coinvolto 200 partecipanti da 8 Paesi di Europa, America Latina e Asia: gruppi di imprese, studi di architettura e associazioni hanno inviato le loro proposte che sono state selezionate dalla giuria composta da rappresentanti di Enel, comune di Alessandria, politecnico di Milano e università del Piemonte Orientale. Tre i premi assegnati, come previsto dal bando, ai quali sono state aggiunte due menzioni speciali. Il progetto vincitore, XXL di Recchi associati e Frigerio Design, prevede la realizza-
zione di un parco dedicato agli sport estremi, suddiviso in 5 aree tematiche (acqua, terra, aria, energia e natura). I due ex-serbatoi sono riutilizzati rispettivamente per attività indoor di arrampicata (area terra) e immersioni subacquee/tuffi d’altura (area acqua); esternamente, l’uno è circondato da aree dedicate a skate, bmx, pattini e parkour, l’altro da aree per attività quali surf e wakeboard. Nell’area dedicata all’aria, si potrebbe inserire un simulatore di paracadutismo con diverse attività, quali bungee jumping, base fly e corsa in verticale. Nell’area energia, i gruppi turbogas, i camini e il carroponte costituiscono l’ambiente di base per un parco avventura; un’ampia area verde è inoltre dedicata a diverse attività sportive (area natura). Un
nuovo edificio conterrà gli spogliatoi, una sala medica, una zona ristoro, negozi specializzati e un auditorium, dedicato ad attività formative. XXL è stato premiato per la qualità progettuale di alto livello e il concept innovativo sia dal punto di vista architettonico sia da quello gestionale, grazie al riutilizzo di molte strutture esistenti, riconver tite a uso spor tivo e integrate nel progetto. L’idea si basa su un business model con potenziali e positive ricadute occupazionali per Alessandria e per le zone limitrofe, focalizzate soprattutto sui giovani. Impianti sportivi: al via 160 milioni di euro per i comuni 160 milioni di euro per gli impianti sportivi in tutta Italia: questo lo stanziamento fulcro del protocollo d’intesa fir-
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Notizie mato tra l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e il Credito Sportivo, che permetterà ai comuni di attivare mutui a tasso agevolato per interventi di costruzione, ampliamento, ristrutturazione, efficientamento energetico e messa a norma di impianti spor tivi, compresa l'acquisizione di aree e immobili funzionali. L’iniziativa sui mutui sarà accompagnata da una seconda azione che prevede l’avvio di una banca dati sull’impiantistica che darà un quadro nazionale sulle strutture e sul loro grado di efficienza e qualità. 60 milioni per mutui a tasso zero saranno assegnati entro il 31 dicembre 2016: 24 milioni saranno destinati a interventi realizzati dai comuni fino a 5mila abitanti, 18 milioni per inter venti nei comuni medi (da 5 a 100mila abitanti) e
Notizie dalle unioni dei comuni e altri 18 milioni per i comuni capoluogo. Per quanto riguarda gli altri 100 milioni stanziati, la riduzione del tasso d’interesse sarà dello 0,70%.
news
Rendering di progetto del nuovo Chase Center di San Francisco. © JP Morgan Chase
Il nuovo Chase Center di San Francisco pronto nel 2019 La nuova casa del basket per i Golden State Warriors di san Francisco sarà un centro multifunzionale che ospiterà anche concerti, intrattenimento per le famiglie e altri eventi durante tutto l’anno. In accordo con lo studio JP Morgan Chase, infatti, lo stadio sarà fatto non soltanto per il basket, ma anche per la comunità: includerà uffici, ristoranti, spazi aperti che saranno il cuore di “Mission Bay”, area oggi sede di un campus medico per l’università di California San Francisco. Una linea metropolitana, attualmente in costruzione, collegherà l’arena e UCSF verso gli alberghi della parte bassa della città oltre che alle altre linee metropolitane. Chase Center sarà aperto per la stagione NBA 2019-20 e
ospiterà 18 mila posti a sedere in un’area che comprenderà ristoranti, uffici, piazze, un parco pubblico. Delle 25 città più popolate negli USA, san Francisco è l’unica che risultava mancante di un’arena indoor da 12 mila posti e oltre. Ora con il Chase Center la città avrà ciò che le serve. Stadio Druso di Bolzano: nel 2017 sarà ampliato, su progetto GMP Lo studio di progettazione internazionale GMP è stato incaricato del miglioramento dell’architettura delle tribune dello stadio Druso di Bolzano, con l’obiettivo di renderlo conforme alle esigenze degli standard italiani di serie B per la FC Südtirol. Gli architetti di GMP si occuperanno della conversione dello stadio insieme a Dejaco and par tner di Brixen e gli ingegneri Ingenieurteam Bergmeister di Bolzano. Localizzato in centro città, lo stadio comprende le tribune Zanvettor e Canazza che saranno oggetto di ristrutturazione e ampliamento: la tribuna Zanvettor
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news
Nelle due immagini, rendering dell’ampliamento previsto nel 2017 per lo Stadio Druso di Bolzano. © GMP
sarà demolita e ricostruita, ampliata in lunghezza e profondità verso il campo di gioco; il campo sarà rifatto e sarà eliminata la pista di atletica; la tribuna Canazza sarà rinforzata ma mantenuta allo stato attuale. Lo stadio sarà ristrutturato e la capacità salirà da 3100 a 5400 posti a sedere durante la prima fase: si allungheranno le tribune estendendole fi-
no agli angoli del campo di gioco, aggiungendo in una seconda fase anche tribune a nord e sud, con un aumento fino a 10 mila posti a sedere. A piano terra gli spogliatoi saranno due, uno a destra e uno a sinistra dell’entrata storica; si aggiungerà un asilo nido, sale briefing, sale antidoping e per la stampa. L’arrangiamento esterno replica la cornice e
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Notizie
Notizie le proporzioni della facciata storica: con la costruzione minimalista la facciata principale apre un dialogo a contrasto tra nuovo e vecchio. L’obiettivo è una dif ferenziazione visuale e una caratterizzazione migliore di quella attuale. Capannori, nuovo volto per la città. E i cittadini hanno voce in capitolo Si è conclusa la mostra che ha fatto conoscere ai cittadini i 35 progetti che hanno par tecipato al concorso di idee “Capannori Città-una comunità, quaranta paesi” promosso dall’amministrazione per riqualificare la frazione capoluogo e le frazioni centrali del territorio. L’esposizione ha avuto l’obiettivo di condividere con la cittadinanza le idee progettuali scaturite dal concorso per dare un nuovo volto a Capannori. Tre i progetti che
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hanno vinto il concorso di idee: al primo posto si è classificato il progetto “Capannori svelata. Una terra sociale, un’attitudine naturale, un percorso per il futuro” realizzato da una squadra di quattordici professionisti capitanati da Nicola Boccaccini che si è aggiudicato il premio di 9.000 euro; al secondo posto il progetto “Noi cambiamo rotta” della squadra di tredici professionisti il cui capogruppo è Andrea Perelli, e che conquista il premio di 6.000 euro. Al terzo posto, infine, il progetto “The Social City, una città da coltivare” del team di diciotto professionisti guidati da Alessandro Tolaini, che ha ottenuto il premio di 3.000 euro. Il percorso di costruzione di Capannori città prosegue ora con la valutazione da par te dell’amministrazione comunale delle proposte progettuali per ve-
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nute, in modo che le soluzioni innovative presentate da tanti professionisti diventino la realtà per i cittadini di Capannori, nel rispetto dell’identità e delle peculiarità della comunità che vive le frazioni centrali del territorio. Il progetto “Capannori città – una comunità, 40 paesi” è un progetto complesso, ampio, che toccherà tutte le frazioni della zona centrale, a par tire dal capoluogo. Cominciando con Capannori funzionale o nuova, dove il progetto urbano/architettonico è avulso dal contesto, generando problematiche di tipo spaziale e di proporzione che restituiscono un’idea di spaesamento e perdita dei riferimenti; dove la strada e la piazza diventano luoghi anonimi e non decodificabili, lasciando l’osser vatore in balia dello spazio, privo di ogni riferimento dimensionale e
tipologico. Tema specifico: diverso/nuovo senso urbano in contrapposizione all’attuale modello di città incompiuta. Poi, Capannori storica o fondativa, dove è presente e ancora percepibile un senso di identificazione che di per sé diventa un valore patrimoniale forte; qui troviamo la chiesa con il suo campanile, la piazza antistante ad essa, la scuola e i centri culturali di Ar tè e Athena. In questo luogo si compie la liturgia classica di identificazione e riconoscibilità del centro. Tema specifico: valorizzazione del cuore simbolico dell’insediamento e dello spazio pubblico. Infine, Capannori cerniera o snodo, luogo sede di Ar temisia che ha un profondo radicamento culturale e storico nella memoria dei cittadini. Ex centro sociale ristrutturato recentemente, ha amplificato in ma-
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niera esponenziale il suo ruolo attrattore. La potenzialità di questo “luogo sociale” è ulteriormente aumentata restituendo un ruolo centrale alla stazione di Tassignano che dovrebbe diventare una sor ta di pivot, sul quale far ruotare sia una visione di mobilità d’area, sia lo snodo, la cerniera di accesso e collegamento principale di tutta la città di Capannori. Tema specifico: snodo legato alla mobilità e ai trasferimenti valorizzando le connessioni.
progettazione, ar ticolato in due fasi, fa parte del percorso di riqualificazione previsto dal Protocollo di Intesa sottoscritto il 17 marzo 2015 tra CDP Investimenti Sgr, comune di Bergamo e l’università degli Studi di Bergamo per riqualificare e valorizzare il complesso immobiliare di interesse storico-ar tistico. Gli studi di architettura finalisti sono stati quello lon-
dinese dell’architetto David Chipperfield, gli studi portoghesi di Ines Lobo e di Joào Maria Ventura Trinidade, gli architetti spagnoli Barozzi/Veiga e Nieto/Sobejano. Il progetto di Barozzi/Veiga è stato scelto dalla giuria come progetto vincitore poiché risponde in maniera più appropriata e convincente rispetto ai criteri di valutazione in particolare per quanto
Bergamo, nuovo look alle caserme Il progetto vincitore del concorso internazionale di architettura, volto alla riqualificazione delle ex-caserme Montelungo-Colleoni, situate nel centro storico di Bergamo e abbandonate da 5 anni, è dello studio BarozziVeiga: esso prevede residenze per studenti, strutture sportive di livello universitario, spazi pubblici e funzioni da integrare negli esistenti spazi tramite piazze e parchi. Nel complesso da edificare verrà realizzato un parco pubblico: l’area verde interna sarà isolata dal traffico veicolare; il collegamento pedonale principale sarà l’elemento strutturale del parco, a ovest e a est del quale si disporranno le aree verdi. I traspor ti saranno implementati per favorire la mobilità pubblica al posto del trasporto privato. L’area da sviluppare è situata nella zona centrale di “Città Bassa”, circondata da importanti strutture storiche, architettoniche, spor tive e culturali: il borgo Pignolo, i parchi Marenzi e Suardi, la torre del Galgario e il sistema delle antiche Muraine, il palazzetto dello sport e lo stadio, l’accademia Carrara, la galleria di Ar te Moderna e Contemporanea, non lontano dai plessi universitari di via Pignolo e dell’ex convento di sant’Agostino. Il concorso di 69
Notizie riguarda l’inserimento urbanistico dell’inter vento e la configurazione degli spazi pubblici e semi-pubblici. Lo studio ha approntato un progetto nei minimi dettagli includendo anche i costi da affrontare; gli step successivi prevedono la progettazione esecutiva e l’apertura della gara di appalto del mese di ottobre, con inizio lavori nella primavera del 2017.
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regioni, province, comuni a cura di Pietro Chianchiano e Sabina Orrico
Gottolengo (Bs): è stato inaugurato il nuovo centro sportivo della comunità parrocchiale, composto da un campo di calcio a sette con manto sintetico e una piattaforma polifunzionale, per la pratica di pallavolo e basket. All’inaugurazione del centro sportivo dell’oratorio san Luigi Gonzaga era presente Daniele Baselli, giocatore del Torino.
zazione di nuove rampe che scenderanno fino al campo da calcio e la sistemazione della vecchia pista. «I lavori sono cominciati e dureranno fin dopo l’estate. In questo lasso di tempo il parco non sarà disponibile ma l'intervento è stato concordato con gli stessi ragazzi», ha spiegato l’assessore alle opere pubbliche, Alessio Zanoni.
Riva del Garda (Tn): al centro sportivo Malossini nascerà presto uno dei principali skatepark trentini. L'amministrazione comunale spenderà poco meno di 150 mila euro per l'ampliamento dell'area sita al rione 2 Giugno; la riorganizzazione prevede l'allargamento dello skate park con la realiz-
Orvieto: si è conclusa la fase di riqualificazione realizzata dalla Uisp Orvieto, concessionaria per la gestione della struttura di Ciconia, di proprietà del comune di Orvieto, ed è stato inaugurato il campo di calcetto. All’inaugurazione erano presenti la presidente del Comitato Uisp Orvieto, Federi-
ca Bartolini, il sindaco, Giuseppe Germani, la vice sindaco e assessore allo sport, Cristina Croce e altre autorità. «Nell’ottica della riqualificazione degli impianti sportivi in generale, attraverso lo strumento della gestione in convenzione e grazie alla sinergia dei soggetti gestori e del Comune, è possibile approntare soluzioni soddisfacenti», ha sostenuto l’assessore Cristina Croce. «In questo caso, infatti, la Uisp ha realizzato l’intera recinzione della struttura mentre il Comune ha installato le due nuove porte del calcetto. Inoltre, sono stati collocati i nuovi canestri del basket nella vicina area giochi, facente parte anch’essa dell’impianto di via degli Aceri che adesso è
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pienamente fruibile da parte dei cittadini». Rimini: uno degli interventi più complessi tra quelli previsti nel piano di riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà comunale, messo a punto dall’Amministrazione, riguarda l’ampliamento e adeguamento del centro sportivo Ina Casa. Il progetto coinvolge anche il parco XXV Aprile, nel quale è inserito il centro sportivo. Esso prevede la modifica del profilo architettonico dei manufatti a servizio del centro calcio; il vecchio edificio spogliatoi sarà demolito e il nuovo fabbricato avrà una diversa configurazione in pianta in armonia con il contesto circostante; saranno realizzati tre corpi di fabbrica
regioni, province, comuni a cura di Pietro Chianchiano e Sabina Orrico
collegati tra loro, che delimiteranno una corte interna esposta a sud est e protetta a nord e ovest, in grado di diventare luogo aperto di sosta e gioco. Gli ambienti ospiteranno due spogliatoi per 18 atleti e 2 spogliatoi per istruttori e arbitri, oltre a locali tecnici, depositi, infermeria e servizi igienici per il pubblico. La struttura sarà realizzata con una tecnologia costruttiva innovativa a moduli preassemblati con telaio strutturale in legno e ulteriore finitura a cappotto termico al fine di contenere i tempi di realizzazione. Le pavimentazioni esterne saranno di tipo drenante e i colori adeguati al contesto paesaggistico del parco nel quale l’opera è inserita. Sarà inoltre realizzato un impianto fotovoltaico di 4 kw. L’intervento dovrebbe essere completato per la fine di agosto, in tempo per l’avvio della nuova stagione sportiva.
Rimini, l’area verde del centro sportivo Ina Casa.
Cengio (Sv), il campo Manassero in località Isole.
Cengio (Sv): il campo da calcio Manassero, situato in località Isole, a Cengio, è stato oggetto di lavori di riqualificazione che hanno consentito la realizzazione del calcetto a cinque in erba sintetica per gli allenamenti dei più piccoli e per tornei e competizioni. Il progetto è stato completamente finanziato dalla società USD Cengio 1929. All’inaugurazione la categoria pulcini 2007 ha disputato il torneo calcistico “Memorial Manassero”. Capannori (Lu): è in corso il progetto di riqualificazione dell’impianto sportivo di Carraia, che prevede la realizzazione di un campo di calcio a sette in sintetico, opere di manutenzione straordinaria per gli spogliatoi del softball e completamento della struttura adiacente;
miglioramento delle sistemazioni esterne (vialetti, aiuole); lavori di sistemazione della tribunetta esistente. La consistente opera di miglioramento della struttura sportiva polivalente di via Tazio Nuvolari è a totale carico della società sportiva Checchi Calcio che si è aggiudicata la gestione per 25 anni di questo impianto sportivo che è tra i più importanti del territorio. Il centro è costituito da un campo da baseball e softball, 2 campi da calcetto in sintetico, un edificio a uso spogliatoi e altre aree, per una superficie complessiva di 13 mila metri quadrati. «Con questa importante opera di riqualificazione l'impianto sportivo di Carraia sarà arricchito e reso nel suo complesso più moderno, funzionale e sicuro», hanno affermato gli assessori allo sport Serena Frediani e ai
Capannori (Lu), l’impianto sportivo di Carraia.
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lavori pubblici, Gabriele Bove. «Questa struttura, che ospita uno dei più importanti campi di softball e baseball della provincia, potrà in questo modo tornare a svolgere un'importante funzione nel panorama sportivo locale, con alcune novità rispetto al passato che lo rendono più fruibile per la cittadinanza. Il gestore si è infatti impegnato a creare un piccolo parco giochi per bambini e un’area ristoro e a instaurare collaborazioni con le scuole». Fiumicino (Rm): nell'ambito dei lavori di riqualificazione del parco della Villa Guglielmi sono state smontate le attrezzature in legno per il fitness, ormai consumate dal tempo, come anche i giochi per bambini, anch’essi vecchi e in gran parte utilizzabili. Nuove attrezzature andranno ad arricchire i percorsi sportivi all’interno dell’area verde nel cuore di Fiumicino, a Isola Sacra: tra queste, alcune dotazioni standard per il fitness all'aperto dedicate al benessere degli sportivi, quali barre di trazione e spalliere e nuovi giochi per bambini, in sostituzione di quelli esistenti, che verranno posizionati nella stessa area, accanto alla recinzione interna della villa. Pomezia (Rm): è stata inaugurata la nuova palestra coperta della scuola media di Santa Palomba. L’opera, realizzata dal comune, permetterà agli studenti dell’istituto e alle associazioni del quartiere di usufruire di una struttura sportiva all’avanguardia. «I lavori di completamento della struttura sono iniziati a gennaio e hanno interessato l’impianto idrico, quello termico ed elettrico e le opere murarie. È stato inoltre installato un sistema di allarme
e sono stati completati gli arredi», ha spiegato l’assessore Federica Castagnacci. «Abbiamo mantenuto l’impegno preso con i docenti e gli studenti: a settembre scorso, in occasione dell’apertura dell’istituto scolastico, avevamo annunciato che la palestra sarebbe stata completata. Così è stato: in pochi mesi sono stati conclusi i lavori che consentiranno agli studenti e al quartiere intero di utilizzare uno spazio di circa 600 metri quadri per le attività scolastiche e associative». I lavori, del valore di circa 75.000 euro, sono stati finanziati interamente con fondi comunali. Pomezia (Rm): in presenza del sindaco e di diverse altre auto-
rità locali è stato consegnato ai cittadini il rinnovato giardino di via Gran Bretagna a Torvaianica, intitolato alla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera . Il giardino, ristrutturato in soli 5 mesi, vanta ora un’area giochi sicura e attrezzata, nessuna barriera architettonica, un campo da basket, una nuova area cani, arredi totalmente riqualificati, bat box e casette nido per uccelli. Così ha affermato il sindaco Fabio Fucci durante la cerimonia inaugurale: «Restituiamo alla cittadinanza un’area verde storica, che è rimasta trascurata per troppo tempo. Dedichiamo questo giardino agli uomini e alle donne della Capitaneria di Porto che quotidianamente sono al servi-
zio del territorio, in particolare del nostro litorale, garantendo la sicurezza della cittadinanza e la tutela della nostra costa. Ringrazio in maniera particolare il comandante Falato per la disponibilità e la collaborazione che ci ha visti fin da subito insieme al lavoro. Auguro ai cittadini di Torvaianica e ai turisti di godersi questa area verde completamente ristrutturata». San Salvatore Telesino (Bn): si sono conclusi i lavori del campo sportivo polivalente coperto, realizzato grazie ai fondi del PON Sicurezza nell’ambito dell’iniziativa “Io gioco legale”, progetto volto a costruire 100 impianti sportivi in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Il
campetto, destinato all’esercizio di varie discipline tra le quali calcio a cinque, pallavolo e pallacanestro, è stato realizzato in un’area periferica del territorio comunale, per favorire l’utilizzo anche da parte dei residenti dei comuni limitrofi. Presenti all’inaugurazione l’assessore allo sport Roberto Natillo e il que-
San Salvatore Telesino (Bn), l’inaugurazione del campo polivalente coperto. ©IlQuaderno
regioni, province, comuni store di Benevento, Antonio Borrelli, che ha ricordato che «investire nei giovani, investire nello sport, significa investire nella sicurezza perché crescere sani, crescere liberi, rispettare le regole significa avere un domani, crescere giovani con dei valori profondi, che non sono quelli del bullismo e della criminalità». Parma: nell’ambito del Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza, il Comune partecipa al bando nazionale con una proposta per la trasformazione dell’ex CRAL Bormioli, nel quartiere San Leonardo, oggi abbandonato: un piano dal costo preventivato di 4.881.000 euro. Un soggetto privato, la Brf Property spa, ha già messo in campo 900.000 euro: si tratta
Parma, il progetto per la trsformazione dell’ex CRAL Bormioli.
della Società che si appresta a realizzare un nuovo quartiere residenziale sull’area di 140.000 mq della vetreria Bormioli; quali oneri di urbanizzazione e compensazioni per un aumento di volumetria edificabile, il costruttore società ha ceduto gratuitamente al Comune l’area di circa 8.000 mq dell’ex Cral e si è impegnata a finanziare parcheggi, strade e verde al suo interno per 784.000 euro. Il progetto, che sarà realizzato in tre stralci funzionali, prevede il mantenimento del carattere ludico sportivo dell’intera area
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attraverso la sua ridefinizione formale e funzionale per renderla più facilmente fruibile. L’elemento caratterizzante dell’intero progetto viene assunto dal “corridore” posto sull’asse mediano nord-sud che distribuisce ai vari spazi ludico sportivi. Il corridore si presenta completamente porticato nella sua parte basamentale, mentre un secondo livello sopraelevato permette, attraverso un percorso terrazzato, di assistere alle singole manifestazioni sportive da una visuale privilegiata. La direzione del corridore coincide con l’asse eliotermico consen-
tendo una più idonea esposizione degli impianti sportivi. Il progetto prevede inoltre la valorizzazione del laghetto per la pesca sportiva attraverso la realizzazione di una Club House posta in adiacenza all’ingresso pedonale. E’ prevista la demolizione di tutti i fabbricati presenti all’interno dell’area ormai fatiscenti e pericolanti, non più utilizzabili, fatta eccezione per il fabbricato posto nell’angolo nord adibito in passato a casa del custode, per il quale si prevede la ristrutturazione ad uso foresteria. Il parcheggio posto in adiacenza avrà la possibilità di ospitare camper, così come sarà possibile campeggiare negli spazi a verde in prossimità del laghetto, per un turismo sportivo, legato agli eventi ed alle manifestazioni in programma
nell’area. Il verde dell’intero complesso verrà implementato per la creazione di un parco ludico didattico con finalità educativo ambientali. Mercato san Severino (Sa): sono stati ultimati i lavori per la costruzione della palestra a servizio della scuola elementare e materna Emilio Pesce in via Pizzone. La struttura sarà inaugurata in settembre, all’apertura del nuovo anno scolastico. Ha spiegato il sindaco: «L’intervento rientra nel “Piano di riqualificazione urbanistica” approvato dalla Regione, che ha interessato proprio l’area compresa tra piazza Dante e il rione Regina Pacis. Alcuni lavori compresi nel progetto sono stati già eseguiti e tra questi la palestra». La struttura sportiva, dotata di spogliatoi, sarà utilizzata anche per attività extrascolastiche e avrà due ingressi: uno dalla scuola, attraverso un tunnel che eviterà bruschi sbalzi termici agli alunni, e uno indipendente dall’esterno. A servizio della palestra è stato realizzato anche un parcheggio esterno, cui è possibile accedere dalla vicina strada comunale mediante un cancello carrabile. Ha aggiunto il sindaco: «La realizzazione del centro sportivo è un contributo alla riqualificazione dell’intera area, perché sarà fruibile anche per finalità extrascolastiche, una grande opportunità per i residenti e le associazioni sportive. Tutto questo senza alcun onere per il Comune, in quanto la struttura è stata realizzata dall’impresa che ha vinto la gara di appalto per la riqualificazione, quale opera di urbanizzazione secondaria».
sportivo importante per la nostra comunità», ha affermato il sindaco Massimo Farro. «Voglio ringraziare la dirigente scolastica Rosa Rambone per la collaborazione per l’organizzazione della giornata e tutti i consiglieri comunali di maggioranza, che con il loro lavoro hanno consentito l’inaugurazione del centro. La struttura è
stata intitolata a S. Francesco, in omaggio all’importante tradizione francescana che ha caratterizzato la storia della frazione di Copersito». L’opera dovrà essere ancora rifinita ma era importante renderla immediatamente fruibile per tutti i giovani che quotidianamente potranno utilizzare i campetti per la pratica sportiva.
Torchiara (Sa): è stato inaugurato il centro sportivo “Coopersport” in località Copersito. «Siamo felici di aver reso finalmente agibile un complesso
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Torchiara (Sa), il centro sportivo Coopersport.
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Le schede tecniche di TSPORT in questo numero
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Federazioni e leghe 12.2 - 897/904
(Sostituisce le schede 776-783)
Fidal - atletica leggera Federazione Italiana di Atletica Leggera CIRCOLARE IMPIANTI FIDAL 2015 - NORME PER LA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI ATLETICA LEGGERA approvata il 18 dicembre 2014 Stralcio dei capitoli: I, III, IV, VI, VII La nuova “Circolare Impianti FIDAL 2015”, approvata e deliberata dal Consiglio Federale il 18 dicembre 2014 sostituisce quella del 2012, pubblicata in stralcio su Tsport n. 292 con le schede 776/783. Continua in questo numero, dopo le prime schede pubblicate su Tsport 309, la riproduzione dei capitoli che interessano più direttamente gli aspetti tecnici per la progettazione e la realizzazione della pista di atletica leggera, tralasciando quanto riguarda le procedure e i collaudi: la circolare integrale è comunque reperibile sul sito federale www.fidal.it. Una comunicazione della Fidal mette in evidenza gli aspetti innovativi di questa circolare rispetto al passato. Dando seguito al percorso tracciato dalla Circolare del 2012, relativamente agli aspetti costruttivi e in particolare riferendosi a quegli spazi e a quei locali sino ad oggi assenti nella nostra impiantistica, la Circolare 2015, considerandoli componenti obbligatorie, ne stabilisce in maniera ancor più esplicita destinazioni d’uso e dimensioni minime. Altra novità “tecnica” per il documento di riferimento impiantistico della FIDAL, è rappresentata dall’inserimento nello stesso, delle “Voci di Capitolato” relative alle metodologie di costruzione, ricostruzione e conservazione delle superfici sintetiche specialistiche, prefabbricate e colate in opera che, definite in accordo con le più importanti Aziende italiane, sono oggi ritenute le più affidabili. La stesura della Circolare 2015 è il frutto di un congiunto ed impegnativo lavoro svolto in grande sintonia dall’Ufficio Impianti Sportivi della Federazione, assieme ad alcuni Partner Tecnici della FIDAL e al Coordinatore della Commissione Nazionale degli Impianti Sportivi.
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