Rimini
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- E 3,00
Ph. Dirk Vogel
Anno XI - N. 2 - APRILE 2011
Andrea
Guerra
La musica della vita, come in un film
Amministrative
Una poltrona per dodici
Andrea Zafferani
Ventisette anni, Capo di Stato
Raffaele Liuzzi
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Sommario
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12 Annotare Brevi IN 24 Essere Andrea Guerra 30 Amministrare Elezioni comunali 41 Governare Andrea Zafferani 46 Creare Canarezza e Coro 50 Sostenere Soroptimist Rimini 52 Abitare Appartamento per le vacanze 57 Costruire Studio Cumo-Mori-Roversi 60 Rivivere Le ville di Viserba e Viserbella
| EDITORIALE di Andrea Masotti |
65 Curare Medicina e chirurgia estetica 70 Giocare Baseball 74 Navigare Reggini sailing team 76 Degustare Raffaele Liuzzi 78 Comporre Alice Berni 80 Vestire Riccione Preview 81 Associare Serata di beneficenza 82 Prevenire “Io non tremo”
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Le musiche di Andrea Guerra fanno da colonna sonora al Rimini In. Dopo questo avvio da Oscar ambientato negli States torniamo verso casa, proiettandoci nel futuro amministrativo della città con i dodici candidati a sindaco per Rimini. Tempo di elezioni anche a Cattolica, Montescudo, Pennabilli e Novafeltria, mentre a San Marino si è da poco concluso il semestre di reggenza del 27enne Andrea Zafferani. I piccoli Stati diventano spunto per il percorso creativo di Rita Canarezza e Pier Paolo Coro; a seguire i progetti del Soroptimist di Rimini e un tuffo nell’architettura, da un appartamento per le vacanze allo Studio Cumo-Mori-Roversi, fino
alle ville di inizio ‘900 di Viserba e Viserbella. Un incontro con i professionisti della medicina e chirurgia estetica ci porta nell’ambito del benessere; parliamo di sport, invece, con la sfida scudetto nel baseball e la vela del Reggini sailing team. Con lo chef Raffaele Liuzzi assaporiamo l’alta cucina, mentre Alice Berni ci porta dentro la musica contemporanea. Poi la moda a Riccione, una serata benefica e l’evento su sicurezza e rischio sismico. Con questo numero di Rimini In facciamo anche un “in bocca al lupo” ad Andrea Biondi, passato ad altro incarico, e un benvenuto a Roberta Brunazzi, che prende il suo posto in redazione.
Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)
Ufficio commerciale: Irena Coso
Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.
Direttore Responsabile: Andrea Masotti
Collaboratori: Graziella Biagetti, Franco Cavalli, Alberto Crescentini, Claudia Gelmini, Marina Giannini, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Milena Massani, Massimo Morandi, Maria Cristina Muccioli, Stefano Rossini, Lucia Rughi, Manuel Spadazzi
Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044
Redazione centrale: Andrea Biondi, Roberta Brunazzi, Mariavittoria Andrini Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Sabrina Montefiori Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli
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Fotografi: Mario Flores, Riccardo Gallini, Filippo Pruccoli Chiuso per la stampa il 27/04/2011
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Annotare | Brevi IN
Moda e spazio incontro in Fonderia Enrico Luccioni con i Giovani di Confindustria Rimini - Enrico Luccioni, presidente dell’omonimo Gruppo leader mondiale in diversi settori, è stato l’ospite d’onore della cena organizzata dai Giovani Imprenditori di Confindustria Rimini, tenuta lo scorso 29 marzo all’Hotel Le Meridién. “Un momento di confronto molto utile per noi giovani - afferma il presidente Alessandro Formica che ci ha offerto interessanti spunti e stimoli imprenditoriali”.
Giochi Titano, nuova Poker Room
Riccione - Da un nuovo concept scaturito dalla ricerca di Oscar Del Bianco, seguito da un gruppo di commercianti e creativi, è uscita l’ennesima sfida commerciale dove si sono incontrate esperienze e tipologie diverse in un divertente mix di offerte. Lo spazio si chiama “Fonderia” (nome inventato da Benny D.com) ed ospita i 13 corner che hanno aderito al progetto realizzato nell’ex sede del Block 60 in via Milano. “Fonderia” vuole essere un low cost per un pubblico giovane e ricettivo, attento a coniugare
prezzo e moda dall’abbigliamento, alle scarpe, ai profumi, dagli articoli sportivi all’I-tech oltre a tante altre offerte, con prezzi accessibili a tutti. La filosofia del locale va oltre al tradizionale negozio per diventare anche uno spazio d’incontro e confronto di una realtà commerciale in continuo cambiamento. A completare la lista dei negozi ci sono Oscar abbigliamento, Jack e Jones, Gaudenzi, Fumetti, My Closet, Tamagnini, Black Sheep, Giulietti & Guerra, Spadarella, Pieces e Blind box. (M.G.)
San Marino - L’obiettivo è quello di restituire ai players il piacere di tenere in mano le carte, i gettoni, e guardare gli avversari negli occhi. È nata così la nuova Poker Room di Giochi del Titano, aperta tutte le sere e con un ricco programma di eventi consultabile su www.gtpoker.sm, dov’è possibile anche prenotarsi per i singoli tornei.
Rimini - La Banca di Rimini ha festeggiato i primi novant’anni di attività il 10 aprile scorso. Gli auguri allo storico istituto di credito sono arrivati da Stefano Vitali, Presidente della Provincia di Rimini, che ha incontrato i vertici della Banca nella sede centrale di via Garibaldi. Durante l’incontro, il Presidente del Consiglio di Amministrazione Cesare Frisoni e il Direttore Generale Giancarlo Morelli hanno omaggiato Vitali con targhe commemorative sui 90 anni della banca riminese. Frisoni ha annunciato inoltre l’avvio di varie iniziative organizzate dalla Banca per onorare questo importante traguardo. (F.Ri.)
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Ph. FotoRiccione
Novant’anni per la Banca di Rimini
Smart elettrica in Piazza Rimini - Presentata il 25 marzo in piazza Cavour l’anteprima della Smart Elettrica, la prima vettura al 100% elettrica, dotata di un motore da 30 kW a “zero emissioni” equipaggiata con l’innovativa batteria agli ioni, che garantisce una percorrenza di 135 km. La nuova Smart sarà disponibile dal 2012. All’evento hanno partecipato Domenico Pronti, titolare di AutoPronti e Alberto Ravaioli, sindaco di Rimini. (M.A.)
Cavour
Ducati storiche in pista
Misano - Un tuffo nel passato al Misano World Circuit. In pista sono tornati due gioielli della produzione Ducati, per un servizio fotografico della rivista Motociclismo d’Epoca. Sono la Ducati 750 F1, messa a disposizione dal Museo Ducati e la Ducati Eagle, pezzo unico, messa a disposizione dal collezionista riccionese Giancarlo Rossi.
Oltremateria, abitare Ecosostenibile Torino - Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia porta alla ribalta la città di Torino, che diviene palcoscenico di passato, presente e futuro per le eccellenze del Paese. Capolavori artistici, creatività, innovazione, moda, qualità della vita, storia, cibo, paesaggio riuniti in “Esperienza Italia”, con un fitto calendario che ha preso il via il 17 marzo e prosegue per tutto il 2011 nelle Officine Grandi Riparazioni e alla Venaria Reale. In questo straordi-
Restauro per “La grande prua” Rimini - Restaurata “La grande prua”, grande scultura di Arnaldo Pomodoro posta sulla tomba di Federico Fellini, nel cimitero civico riminese. L’iniziativa è a cura del Ladies’ Circle di Rimini: dopo 17 anni il monumento necessitava di un accurato programma di restauro conservativo, che è stato affidato all’artigiano veronese Agostino Ragusa, a capo di un gruppo di tecnici specializzati in questi interventi. La raccolta fondi per questo service, avviata dal Ladies’ Circle sotto la presidenza di Catia Drudi, ha raggiunto l’obiettivo quest’anno con la presidente Simona Menghi Sartorio. I lavori di restauro sono stati realizzati in collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici ed Anthea. (R.B.)
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nario contesto si colloca l’esposizione di materiali in cui è compresa la presenza di Oltremateria, organizzata da Material ConneXion in collaborazione con la rivista Wired. La mostra, che fa parte della “Sezione Abitare” della “Stazione Futuro”, presenta ora superfici e 3D; da maggio a luglio si parla invece di sostenibilità ed efficienza energetica, da luglio a settembre di processi e trame, per concludere a fine anno con una sezione dedicata a luce, trasparenza e traslucidità. Il progetto Oltremateria, nato e sviluppato a San Giovanni in Marignano da Loris Casalboni (nella foto) come punto di riferimento per l’abitare ecosostenibile, è stato presente anche al Salone del Mobile di Milano nell’ambito di “Itinerario Sostenibile”, che ha raccolto il miglior eco-design a basso impatto ambientale.
Carlton Myers saluta il Basket Rimini - L’abbraccio dei fans per Carlton Myers, cestista che lascia il mondo del basket dopo una lunga e brillante carriera. Myers ha salutato gli amici lo scorso 30 marzo nell’Auditorium di San Patrignano, alla presenza di oltre 1500 persone che lo hanno seguito lungo tutto il suo percorso sportivo. In platea, oltre ai tanti amici, anche il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Dino Meneghin, con Valentino Renzi e Marco Bonamico. La scelta della location è stata un omaggio a Rimini, che ha visto i primi passi del campione nel mondo del basket. Primo atleta di colore a fare da portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Sidney, Carlton Myers ha raggiunto l’apice della carriera nel 2000 con la Fortitudo, trascinata
dal campione verso il primo scudetto. Capitano della Nazionale azzurra negli anni Novanta, ha partecipato a diversi Europei arrivando, nel 1999, a vincere l’oro in maglia azzurra, all’Europeo di Parigi. Abbandonato il basket, ma solo professionalmente, Carlton si occuperà ora della sua agenzia, la B-Side. (F.Ri)
Pro-tech al servizio della sicurezza
Rimini - Pro-Tech, l’azienda riminese leader nel settore della sicurezza, ha sviluppato in questi ultimi anni avanzate tecnologie nella realizzazione di impianti utili a garantire la sicurezza di aziende ma anche di privati cittadini, utilizzando telecamere con i tradizionali rivelatori di pericolo e garantendo una puntuale e indispensabile manutenzione. Utilizzando la tecnologia legata alla rete che, come spiega il titolare, l’ing. Aldo Menghi Sartorio (nella foto), “consente di incrementare la sicurezza, gestirla con facilità e anche a distanza”.
Moda e sport insieme per “Dicuore” Rimini - Grandi firme per la solidarietà con “Dicuore”, giornata di raccolta fondi tenuta il 3 aprile scorso a favore di AROP onlus, associazione presieduta da Roberto Romagnoli che opera a sostegno dell’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale “Infermi” di Rimini. Ideatrice e motore dell’iniziativa Luisa Severi, titolare delle boutique Luisa Rimini, affiancata da molte aziende e volontari che hanno preso parte al mercatino di beneficenza con vendita di capi e accessori
delle migliori firme per uomo, donna e bambino e tanti altri prodotti d’eccellenza. In vendita anche T-Shirt autografate da campioni dello sport come Alex Del Piero, Alessandro Matri, Francesco Totti, Valentino Rossi e l’intero team dei Crabs. Forte partecipazione hanno riscosso anche i laboratori creativi per bambini curati da “Le Terre” di Veronica Zavoli e dalla cooperativa “Le Radici e le Ali”, così come l’aperitivo musicale con dj set della performer NicoNote. (F.Ri)
Nuovi talenti al “Città di Riccione” Riccione - Si è concluso il 20 marzo il IX Concorso nazionale di esecuzione musicale “Città di Riccione” per solisti e formazioni cameristiche. Promotore dell’evento è l’Istituto Musicale di Riccione, che da anni valorizza la cultura musicale del territorio. La giuria di qualità, composta da artisti di fama internazionale quali Pier Narciso Masi, Alfredo Speranza, Sergio Preticaroli e Pietro De Maria, ha proclamato vincitore il pianista Stefano Guarascio, 22 anni di Lecce, e premiato con una menzione speciale la piccola Cristina Cazac, di soli 8 anni, che ha primeggiato nel pianoforte e nel violino. L’assessore alla Cultura Maria Iole Pelliccioni ha consegnato premi e attestati, dopo il concerto finale all’Auditorium “Rita Levi Montalcini” del Liceo Volta di Riccione. (F.Ri)
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Il tramonto di Eron racconta Rimini Rimini - L’aerosol art e la bomboletta del writer di fama internazionale David Eron Salvadei scelti per rappresentare Rimini sul tradizionale manifesto che ogni anno accompagna il lancio della stagione turistica estiva. Eron si aggiunge così alla serie di artisti che si prestano a questa tradizione riminese, nata negli anni Venti per inaugurare il periodo balneare. Più volte eletto “miglior writer italiano”, per l’occasione l’artista ha creato un dipinto a vernice spray su tela di grande impatto. L’opera rientra nel suo ultimo progetto artistico intitolato “Mindscape”, che ricerca la consistenza fisica dei pensieri attraverso la convivenza di disegno, scrittura e rea-
lismo. Molto noto per i suoi trascorsi artistici locali, ad Eron era già stato affidato il compito di valorizzare Rimini attraverso l’arte dei graffiti, con cui ha decorato, nel 2004, oltre 200 metri di muro di cinta sul porto canale.
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Blanco in mostra alla Clinica Merli Rimini - L’artista santarcangiolese Leonardo Blanco protagonista della mostra allestita nella sala d’attesa della Clinica Merli, inaugurata il 15 aprile scorso. Autore di pitture, sculture e installazioni, Blanco è conosciuto in tutto il mondo per la pittura densa di vibrazioni cromatiche che donano alle sue opere grande energia. L’evento inaugurale è stato accompagnato dalla musica dell’arpista Agnese Contadini. Le opere di Blanco, in esposizione anche negli ambienti della vicina Nuova Ricerca, sono state concepite appositamente per le sale che le ospitano, e saranno visibili fino a giugno. (F.Ri.)
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Misura
Riccione - Velluti che rivestono un’intera parete, che all’occorrenza si chiudono per creare un’elegante area prova per farsi tagliare e confezionare abiti su misura; e poi quinte trattate vintage nell’area vetrine, specchi rilevati da vecchie sartorie, fari teatrali che scendono dal soffitto. Tutti oggetti ricercati che contraddistinguono l’interno della sartoria per uomo che ha le proprie vetrine affacciate in via Panoramica, al numero civico 26. Esposti nelle pareti capi di abbigliamento uomo e donna più attuali, frutto di un’accurata opera di ricerca e selezione da parte dei giovani titolari Andrea Monaldini e Roberto Casadio, che per tutta la cura dell’immagine si sono affidati alla professionalità dell’architetto Monica Gasperini di Cattolica. (M.G.)
Ph. FotoRiccione
Porche in Black,
Edizione 911
Pesaro - Presentata in anteprima la nuova Porche 911 Black Edition, durante un evento che ha visto riunirsi lo scorso 25 marzo un gruppo di appassionati al Centro Porsche Augusto Gabellini di Pesaro. La nuova 911 Black Edition, edizione limitata in soli 1911 esemplari, è stata presentata da Juri Gabellini, che ha illustrato tutte le caratteristiche tecniche dell’auto, contrassegnata dal ricorrente utilizzo del colore nero, che dona eleganza e raffinatezza all’auto sportiva. Ospiti della serata anche i partecipanti del “Cayenne Artic Route”, diretti in Alaska. Stefano Vichi, organizzatore dell’evento, ha spiegato ai presenti il significato del Cayenne Artic Route, un’esperienza totale fatta di gente che per qualche giorno all’anno to-
glie i consueti panni dell’imprenditore o del professionista ed indossa quelli da esploratore percorrendo centinaia di chilometri al giorno tra il Canada e l’Alaska, con la voglia smodata di attraversare sentieri tortuosi alla ricerca di luoghi e ambienti incontaminati. Naturalmente a bordo di una Porsche Cayenne. (F.Ri)
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21° CONCORSO NAZIONALE PROFESSIONE MODA GIOVANI STILISTI RICCIONE 18-24 LUGLIO 2011
Talento e Creatività dal 1991
Presidente della Repubblica Italiana Ministero dell’Istruzione, dell‘Università e della Ricerca Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ministero dello Sviluppo Economico Ministero della Gioventù
con il contributo di
Pasquinelli presidente della Fondazione
Mister Nut sui treni ad alta velocità Rimini - Nuova importante partnership per l’azienda riminese New Factor, leader nella lavorazione e commercializzazione di snack naturali a base di frutta secca e sgusciata. Grazie ad un accordo siglato con Ferrovie dello Stato ne diventa fornitore con il marchio Mister Nut, che sarà distribuito su tutti i treni ad alta velocità. Per le qualità alimentari delle arachidi e per la loro praticità, gli snack a base di frutta secca sono gli alimenti preferiti dai viaggiatori. Per questo New Factor, già legato ad Alitalia, ha pensato di inserire i suoi snack anche nella gamma di distribuzione dei prodotti dei treni ad alta velocità. L’azienda riminese, da sempre attenta alla cultura del mangiar sano e della buona alimentazione, è anche fra i protagonisti di “Squisito”, manifestazione che si svolge ogni anno a San Patrignano, dedicata ai nuovi sapori e alle tradizioni della cucina locale. (F.Ri)
Musica e prosa per una ricerca intimistica Montefiore Conca - Il duo Matteo Setti & Mario Nocelli si è esibito il 16 aprile scorso al teatro comunale Malatesta di Montefiore Conca con lo spettacolo “Diventa ciò che sei”, originale connubio di esperienze artistiche che spaziano dalla musica alla prosa, a rappresentare “l’infinita lotta fra ragione e sentimento”.
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Rimini - Massimo Pasquinelli e Bruno Vernocchi sono il nuovo presidente e vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Ad eleggerli con ampio consenso è stato il nuovo Consiglio Generale della Fondazione Carim, insediatosi il 4
aprile scorso. Pasquinelli e Vernocchi ricopriranno tali incarichi per i prossimi cinque anni. Le nomine per completare la formazione del Consiglio Generale, composto da diciotto membri, sono affidate all’Assemblea dei Soci della Fondazione. (F.Ri)
Nuova “Ortensia” a Marina Rimini - Un nuovo concept store di abbigliamento e accessori per donna anima Marina Centro. È “Ortensia”, nel cuore di Rimini, in viale Vespucci 9/a. Roberto Russo, il titolare, ha realizzato il completo restyling del negozio di famiglia, conosciuto con il nome “Bellissima”, che vanta una storia trentacinquennale a Marina Centro. La ristrutturazione ha visto la nascita di “Ortensia”, nuovo e mo-
Carim
Centro
derno store che conserva la voglia di rendere Marina Centro un punto di riferimento per i cittadini, i turisti ed i congressisti. Roberto Russo, che a Bologna gestisce anche uno Show Room, ha raccolto ad “Ortensia” marchi come Peserico, Feyem, Altea, Kangra, La Fabrique, per citarne alcuni. Per il prossimo futuro, oltre a nuove griffe, sono in arrivo anche scarpe e altri accessori per donna. (F.Ri.)
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Acqua: Madre, Mare, Memoria
San Marino - Si è svolto il 14 aprile al Teatro Titano di San Marino lo spettacolo “Acqua”, nato per evocare la dimensione sacra e spirituale che questo elemento ha sempre significato in ogni cultura. Al pianoforte Delilah Gutman, alla viola Angelo Cicillini. In scena anche i danzatori Vittorio Colella, Melissa Cosseta e Sara Muccioli. (M.A.)
San Marino ricorda i deportati San Marino - San Marino premia i cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro forzato durante la seconda guerra mondiale. La premiazione si è svolta il 14 aprile alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia. Medaglie d’onore a Nino Imola, Domenico Buscarini e ai famigliari di Volturno Rebosio, Domenico Rossi, Werther Vincenti, Francesco Giannini, Dante Roccoli, Luigi Contucci e don Decio Foschi. Consegnata anche l’onorificenza O.M.R.I., nel grado di Cavaliere Ufficiale, al Cav. Amelio Lazzarini. (F.Ri)
Da Raffaello a Kandinsky, nel 2012 Rimini - Va da Raffaello a Kandisky la grande mostra in programma a Rimini, nelle sale di Castel Sismondo, dal 21 gennaio al 3 giugno 2012. La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Rimini e curata da “Linea d’Ombra”, presenterà un centinaio di capolavori della pittura dal ‘400 al ‘900 provenienti da 35 musei europei e americani, e sarà articolata in nove sezioni dedicate, ognuna, al meglio dell’espressione della storia dell’arte del secolo di riferimento. Prevista anche una sezione dedicata all’arte contemporanea. (M.A.)
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Pinguini innamorati a Cattolica Cattolica - Arriva la primavera e all’Acquario di Cattolica nascono i primi amori. Gli innamorati sono i pinguini, dodici esemplari, che stanno formando le prime coppie dopo corteggiamenti ricchi di rituali da parte del maschio verso la femmina, che sarà sua compagna per tutta la vita. La prima coppia fissa, formata da Babba e Lalla, ha già scelto il nido, e ogni giorno lo prepara alla cova aggiungendo detriti, sassi e ramoscelli. Tutto è pronto per le prime deposizioni di uova, solitamente due, che saranno covate sia dal maschio sia dalla femmina. La colonia dei pinguini di Humbolt è arrivata a Cattolica lo scorso anno e fa parte di un progetto di salvaguardia e conservazione delle specie in pericolo di estinzione, pro-
mosso e coordinato dall’Associazione Europea Zoo ed Acquari. Proprio per l’eccezionalità dell’evento all’Acquario cattolicese tutti attendono con ansia la deposizione del primo uovo e la nascita di nuovi elementi che contribuiranno ad ampliare questa piccola famiglia. (F.Ri)
Annigliato al comando del 7°
reggimento Aviazione
Rimini - Cambio della guardia al vertice del 7° reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”. Lo scorso 25 marzo, presso l’aeroporto G. Vassura di Rimini, il colonnello pilota Bartolomeo Polidori, dopo più di un anno di comando, ha passato le consegne al colonnello pilota Salvatore Annigliato. Polidori lascia questo incarico e assume il comando dell’Aviation Battalion, unità di volo che gestisce le operazioni degli
elicotteri dell’esercito in Afghanistan. L’incarico arriva dopo un periodo di intenso lavoro di preparazione per piloti e tecnici, in vista dell’acquisizione dei nuovi elicotteri NH90 da parte del 7° reggimento. Il nuovo comandante Annigliato, di origini napoletane, proviene dallo stato maggiore della Difesa, per il quale ha seguito lo sviluppo dei concetti per la trasformazione delle Forze Armate. (F.Ri.)
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Essere | Andrea Guerra
24 | IN Magazine
La musica della vita,
come in un testo Manuel Spadazzi
Film
Tra Los Angeles e New York si muove Andrea Guerra, pluripremiato compositore di colonne sonore e brani per grandi artisti internazionali. Scritti con tutta la leggerezza, l’ironia e la sobrietà ereditate da Santarcangelo di Romagna.
Un giorno, a Los Angeles, in preda alla nostalgia, si è messo a cuocere una piadina nella sua camera d’albergo. “Purtroppo la piada è
bruciata, c’è stato un po’ di fumo, e dopo pochi secondi un pompiere ha bussato alla mia porta, con un’ascia in mano…”. Era una delle prime volte di Andrea Guerra in California. Oggi gli Stati Uniti, per il grande musicista e compositore di Santarcangelo, sono diventati quasi la seconda patria. “Ma l’ideale è poi tornare in Italia, dove ho la mia famiglia, tanti amici”. Il lavoro, quello non manca davvero: dopo aver incantato il cinema italiano con le sue colonne sonore, lavorando con alcuni dei più grandi registi e collezionando premi su premi (tra cui il David di Donatello, nel 2003, per La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek) è diventato richiestissimo anche oltre Oceano. Decisiva è stata la collaborazione nel 2004 con Terry George, per la colonna sonora di Hotel Rwanda. Le musi-
che gli sono valse addirittura le nomination ai Grammy e ai Golden Globe. Poi la consacrazione, nel 2006, con le musiche scritte per il primo film ‘americano’ di Gabriele Muccino, La ricerca della felicità, la pellicola campione di incassi con Will Smith.
me è solo all’inizio: è stato come avere una seconda vita artistica”. Di recente è tornato a New York per comporre le musiche del nuovo film di Roberto Faenza, Un giorno questo dolore ti sarà utile, girato e ambientato lì. Quanto ha pesato, in questa scelta, la sua conoscenza del
Davvero non ha mai pensato di an-
cinema americano?
dare a vivere negli Stati Uniti?
“Parafrasando il suo film, le precedenti esperienze sicuramente mi sono state utili… Poi con Roberto c’è un piccolo connubio: avevo già lavorato con lui, per Prendimi l’anima e Don Puglisi. Mi trovo bene, ogni suo film è qualcosa di unico, ed è bello cambiare. Anche i produttori americani del film mi conoscevano, quindi è venuto tutto naturalmente. In questo lavoro la musica sarà ‘esistenziale’ con sonorità elettroacustiche: chitarre, pianoforte un po’ scordato, pochi archi e tanti suoni vintage. Una colonna sonora di timbri, più suonata che scritta. Con una piccola grande perla”.
“In realtà ci ho pensato a trasferirmi là, anche se già adesso passo molti mesi tra Los Angeles e New York. Ma anche se è molto attraente, vivere in America sarebbe innaturale per me. Là non è tutto ‘red carpet’ o eventi, ci sono anche molte contraddizioni”. Intanto però gli ultimi film a cui ha lavorato sono tutti americani… Pensa di aver scoperto ogni ‘segreto’ di Hollywood?
“Diciamo che ho capito una parte del meccanismo dell’industria americana. Là il cinema è in mano più ai produttori che ai registi, il lato artistico è subordinato al marketing. In ogni caso il lavoro negli Usa per
Quale?
“Come in altri film, ho scritto la
IN Magazine | 25
Alcune delle tante premiazioni di Andrea Guerra. Sopra, in compagnia di Ferzan Ospetek (a sinistra), Giovanna Mezzogiorno e Filippo Nigro.
canzone dei titoli di coda. Il brano si chiamerà Love is Requited e sarà cantato da Elisa, con il testo di Michele von Buren. Non sarà solo la canzone del film, ma anche il prossimo singolo del suo disco. È stato divertente ed entusiasmante collaborare con Elisa. È di una gentilezza fuori dal comune, e nonostante sia una grandissima mi ha fatto sentire importante e al centro dei suoi desideri artistici, come non mi era mai capitato prima”. Ha lavorato con alcuni dei maggiori registi del cinema italiano: Faenza, Muccino, Ozpetek, Veronesi. Con chi le piacerebbe collaborare prima o poi?
“Non ho mai lavorato né con Sorrentino né con Garrone, sono amico di entrambi e magari prima o poi capiterà. Però vorrei avere la macchina del tempo per incontrare Elio Petri. Vale come risposta?”. La sua prima colonna sonora nel 1990, per Viaggio d’amore. Da allo-
ra ha scritto temi per oltre 70 film. Dopo 20 anni nel cinema, sempre dietro al pianoforte, non è le mai venuta la voglia di dirigerlo, un film?
“A volte ci ho pensato, ma poi basta guardare un film di un ottimo regista per tornare con la testa a posto. Il desiderio di pensare per immagini però ce l’ho sempre, perché quelle sono il motore della mia musica, è la sinergia tra suono e immagini il territorio che preferisco. Ma confesso che mi liberebbe da molti vincoli poter girare qualche sequenza, per creare della videoarte da poter poi musicare. Questa autosufficienza effettivamente mi attira”. E di esibirsi in concerto, da solo, con il pianoforte? O magari con un’orchestra?
“Sto pensando a una formula per farlo, non come solista ma con un’orchesta e il supporto delle immagini. Appena finiti i progetti di quest’anno, inizierò a pensarci
Una vita al pianoforte Nato a Santarcangelo di Romagna nel 1961, figlio del grande poeta e sceneggiatore Tonino, Andrea Guerra studia arrangiamento e composizione a Bologna col grande maestro Ettore Ballotta. Il primo film per cui scrive la colonna sonora è Viaggio d’amore, con Omar Sharif e Lea Massari. Nella sua carriera oltre 70 colonne sonore, collaborando con Rob Marshall, Griffin Dunne, Terry George, Ferzan Ozpetek, Zhang Yuan, Gabriele Muccino, Marco Bechis, Giuseppe Bertolucci, Giuseppe Ferrara, Roberto Faenza, Roberta Torre e Mariasole Tognazzi. Ha ricevuto svariati premi, tra cui un David di Donatello, un Nastro d’Argento (per la canzone Gocce di memoria, cantata da Giorgia), un European Film Award per Hotel Rwanda, il cui tema gli è valso le nomination a Grammy e Golden Globe. www.andreaguerra.it
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A fianco, Andrea Guerra (a destra) in compagnia (da sinistra) di Chris Gardner, Gabriele Muccino e Will Smith, insieme a Roma nel gennaio 2007 per la presentazione del film “La ricerca della felicità”. Sotto, Guerra con Silvio Muccino.
Ph. Pietro Coccia
concretamente, anche a un disco personale”.
leggerezza, ironia e sobrietà”.
Ha vinto tanti premi: quale sogna di
set e dagli studi di registrazione?
ricevere?
“Vita semplicissima e casalinga per la maggior parte del tempo. Per scrivere bisogna dominare lo stress ed essere concentrati, insomma essere in forma fisicamente come uno sportivo. Per questo mi impongo un po’ di sport, nonostante per natura teorizzerei il divano come habitat naturale. Poi mi piace cucinare per rilassarmi. Penso che i miei amici considerino casa mia come un ristorante, e la cosa mi diverte. Non ho la televisione, però un bel proiettore, e sono un fan delle ferramenta dove acquisto cose che non userò mai. Purtroppo faccio anche molti danni, perché mi viene più facile smontare le cose che rimontarle: chissà perché!”. IN
“Il premio più bello è quello di riuscire a scrivere bella musica. Non tutti i momenti sono giusti e neanche tutti i film lo sono. Sogno di trovare film belli. I premi vanno sulle mensole; la musica, invece, ti da un grande entusiasmo”. Ha lasciato Santarcangelo a poco più di 20 anni, per inseguire a Roma il sogno di diventare un grande musicista. Quanto le manca, la Romagna?
Sulle orme di Fellini Il 2010 è stato l’anno in cui Guerra ha firmato le musiche di Extreme measures e Letters to Juliet, mentre nel 2009 ha lavorato per i temi di Shangai di Mikael Hafstrom e Nine di Rob Marshall, remake del capolavoro felliniano Otto e mezzo. “Per Shangai in realtà ho scritto solo la parte romantica del film. Tutto è stato molto fulmineo, il mio tema poi lo ha suonato Lang Lang, che ho incontrato in Olanda: forse il più grande pianista vivente”, racconta Guerra. Che conserva un ottimo ricordo anche dell’esperienza con Marshall. “Con Rob è stata un’avventura fantastica, da come sono riuscito ad entrare nel film ai quattro mesi a Brodway per la scrittura. È stato anche un po’ come essere in carcere in America, scrivendo anche quattro minuti di musica al giorno, ma tutto è un ricordo bellissimo. Spero di poter tornare a scrivere per lui”.
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“So che prima o poi ci tornerò definitivamente, già ora ci capito spesso. Per me non è un problema che si pone. Devo dire che sono fortunato perché il mio lavoro è entusiasmante, ma è stato di grande aiuto essere cresciuto in una zona che mi ha trasmesso tanta
Chi è Andrea Guerra, lontano dal
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Amministrare | Elezioni comunali
Una poltrona per
Dodici
testo Alessandra Leardini e Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini
Una folta schiera di candidati sindaco si presenta a Rimini per le amministrative del 15 e 16 maggio. Per conoscerli meglio abbiamo rivolto a tutti le stesse cinque domande.
Il sindaco uscente Alberto Ravaioli ha governato la città per dodici anni. Quasi lo spazio di una generazione. E ora Rimini si prepara al rinnovo dell’amministrazione. Le elezioni comunali fissate per il 15 e 16 maggio segneranno la strada degli anni a venire. Per conoscere
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il futuro “timoniere� abbiamo rivolto ai dodici candidati in lizza alcune domande che travalicano il messaggio politico del loro schieramento, per scoprire chi si nasconde dietro al nome sui manifesti. Ve li presentiamo, in rigoroso ordine alfabetico.
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Pasquale Barone
Pasquale Barone, 40 anni, è nato a Cosenza ed è laureato in Giurisprudenza. Agente di Polizia Municipale, sposato, tre figli, è consigliere comunale a Rimini dal 2006 e coordinatore riminese di Futuro e Libertà. Si candida per Futuro e Libertà, Mpa, Lega Lombarda e lista civica “Cuore di Rimini”.
Di Rimini amo il mare e la spiaggia, specie d’inverno. Mi capita spesso di andarci e con la scusa di portare Maya e Camilla (le cagnoline di casa) a passeggio. Mi godo la vista, il rumore ed i profumi dell’Adriatico. Di Rimini amo la sua identità, che nonostante i milioni di turisti di passaggio e le decine di civiltà che decidono di venirci ad abitare continua a trasmettere la sua forza. Di Rimini detesto chi tutti i giorni violenta la città al solo scopo di trarre interessi personali a danno della cultura, dei monumenti, delle tradizioni, del paesaggio e del bene comune. Non condivido i project financing del Lungomare presentati da questa amministrazione, non si può nascondere il Grand Hotel con delle “colline” di palazzi, così come non si può cancellare la vista del mare dal Grand Hotel.
Idealista nel pensiero e impavido nell’azione. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
Sono una persona umile, cresciuta in una casa popolare con una madre rimasta vedova a soli 24 anni e con tre figli. Da orfano ho affrontato la vita riuscendo con pochi mezzi a realizzarmi negli studi universitari, nel lavoro e nella società. Ora che ho moglie, tre bambini, un lavoro, una casa e rappresento nel mio piccolo i cittadini, quando vedo persone in difficoltà anche solo psicologica mi adopero per aiutarli, cercando di trasmettere loro quella stessa motivazione che tanto mi è servita ad affrontare la vita. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
“C’era una volta in America” di Ennio Morricone. 5) Come s’immaginava da piccolo,
2) Per presentarsi ai riminesi che
quale professione sognava?
aggettivi userebbe?
Il medico.
Luigi Camporesi
Luigi Camporesi è nato a Rimini nel 1968. Dopo il diploma da perito meccanico si iscrive a Ingegneria a Bologna e si laurea all’Università di Bristol, Inghilterra. Lavora prima in un’azienda di progettazione e sviluppo nel settore motociclistico e in altre aziende, fino ad avviare un’attività in proprio nel campo delle telecomunicazioni, sviluppando il segmento sicurezza e tecnologie investigative. Si candida per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. 1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
4) Qual’è la colonna sonora della
Amo l’intraprendenza dei riminesi. Odio il loro scarso senso civico.
sua vita?
2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Mi piace pensare che debba ancora essere scritta, o perlomeno identificata.
Umile. Orgoglioso. E l’umiltà deve prevalere sull’orgoglio.
5) Come s’immaginava da piccolo,
3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-
Non sognavo alcuna professione. Pensavo si trattasse di mancanza di uno scopo nella vita. Ho scoperto che era invece propensione al pensiero laterale.
minesi impareranno a conoscere?
Qualunque aspetto della mia personalità è inedito per i riminesi. Non mi conoscono.
quale professione sognava?
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Aleardo Maria Cingolani
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Aleardo Maria Cingolani è nato a Rimini nel 1950, dove vive. Sposato con tre figli, è capitano di lungo corso. Ha navigato fino al ’74 su navi mercantili, per passare poi alla marina militare. Nel 2008 si è congedato con il grado di contrammiraglio. Attualmente è membro del consiglio generale della Fondazione Cassa di Risparmio Rimini e coordina una comunità di adulti scout. È candidato per la lista “Io amo Rimini”, sostenuta da Magdi Cristiano Allam.
Amo di Rimini la sua storia millenaria, la sua gente operosa, monumenti ed opere d’arte di imparagonabile bellezza. Odio di Rimini la confusione dovuta al massiccio uso di automobili, e la bruttura di alcune costruzioni recentemente edificate. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Leale, onesto e disponibile. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
Capace di lavorare in squadra per obiettivi raggiungibili per il miglioramento del bene comune. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Volare. 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Sono vissuto in una famiglia di marinai, e ho sempre e solo desiderato di diventarlo.
Claudio Dau
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Claudio Dau, classe 1955, ha due figli. Lavora come funzionario in Provincia di Rimini. Iscritto al MSI sin dal 1970, ha ricoperto diversi incarichi sia a livello provinciale regionale che nazionale anche in AN. Dal 2007 è segretario provinciale del movimento politico “La Destra”. Per diverse legislature è stato consigliere di quartiere, per due è stato presidente del quartiere n.1 di Rimini. Si candida per “La Destra”.
Intesa come città, la bellezza del suo centro storico. Odio invece la sciatteria e lo stato di abbandono dell’arredo urbano e del verde pubblico. Come comunità, amo le capacita creative dei riminesi, odio l’autolesionismo. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Coerente, laborioso, attento. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
Per necessità cerco di diventare un bravo casalingo. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
La febbre del sabato sera. 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Il soldato. Spesso però con le mie amichette giocavamo al dottore.
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Andrea Gnassi
Andrea Gnassi è nato nel 1969. Vive da sempre a Rimini, si è laureato in Scienze Politiche e fa parte di associazioni, sportive, culturali e del volontariato. Convive con Barbara, architetto di Rimini. Sviluppa progetti per le imprese, collabora con MTV e affianca suo fratello Sergio, avvocato e con attività nella ristorazione riminese. Eletto nel 2000 in Regione come presidente della Commissione Cultura-Turismo-Scuola, dal 2005 al 2007 è stato assessore al Turismo della Provincia di Rimini. È candidato per il PD. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Non odierei mai Rimini. Il peggior difetto è un’identità e un orgoglio espressi troppo spesso con timidezza, correndo il rischio di passare da disincantati. Amo il fatto che Rimini è la più europea delle città della migliore provincia italiana. In questo senso la sua anima è fissata da un frame di “Otto e mezzo” di Fellini: il dialetto che si mischia all’inglese e al francese, diventando una sorta di misterioso esperanto.
Pier Alberto Maletti
Pier Alberto Maletti, 55 anni, ha abitato a Rimini fino a qualche mese fa quando, per scelta, ha traslocato a Saludecio, “dove - dice - il rapporto con la gente è ancora vero e importante, ed ha ancora un valore la dignità ed il rispetto reciproco”. Dopo il diploma si è iscritto alla Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino e poi all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini. Ha una concessionaria a Rivazzurra e una figlia di 30 anni, Sara. Si candida per “Fiamma Tricolore”.
Mi presenterei senza aggettivi ma con un’idea. L’idea che il futuro può essere meno oscuro di come si pensa, solo diverso dalle abitudini. E che conquistarlo, per sé e per gli altri, dà senso a una vita intera.
Amo i riminesi, quelli di una volta, quelli che quando sbagliano lo ammettono, devoti alla famiglia ed ai figli, morigerati verso i doveri ed ossequiosi delle Leggi e delle Istituzioni, quelli che per spirito
5) Come s’immaginava da piccolo,
3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-
quale professione sognava?
minesi impareranno a conoscere?
Di avere una vita dignitosa e curiosa, e vivere in un posto che amo. Sogni esauditi, devo dire. Ogni bambino coltiva i propri sogni. Le professioni che più mi appassionavano da piccolo erano fare il centrocampista dell’Inter, diventare un ballerino di danza classica ma anche seguire le orme di mio padre nel giornalismo.
Non ho lati inediti. Chi mi conosce sa quali sono i miei pregi e i miei difetti. Chi non mi conosce saprà le stesse cose, perché di candidati un po’ ipocriti e un po’ in maschera ne abbiamo tutti abbastanza. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Come si fa a dirlo? Una canzone è
di solidarietà aiutano i più deboli con l’unico riconoscimento del valore morale dell’azione compiuta. Detesto l’abbandono di certi spazi comuni, l’indifferenza verso i problemi degli altri, l’ipocrisia di certi governanti e l’arraffismo diffuso.
nare ed anche ora vado a ricercare col mio strumento, la chitarra, nuove scale jazz che stimolino la creatività e mi consentano un’espressione che in altri campi è faticoso rappresentare.
2) Per presentarsi ai riminesi che
Venditore di auto, cosa che attualmente faccio.
aggettivi userebbe?
Uomo di parola che sa dire di sì se ritiene di aderire ad una proposta ma che sa dire di no quando serve ed è irremovibile in questo. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
legata a un momento o a un periodo, a una cosa allegra o una triste, a un’emozione o un dolore. Se dovessi dire, sceglierei i Radiohead. Hanno quella vena malinconica rock e vera che ti fa pensare. Ti senti vivo e riparti.
Non ci sono lati inediti, ciò che sono è manifesto e palese, senza contraddizioni. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
La mia vita è tutta una colonna sonora. In tenera età ho iniziato a suo-
5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Marco Moretti
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Marco Moretti, 61 anni, è nato a Rimini. Laureato in Ingegneria Elettronica, svolge questa professione tuttora a Rimini. Sposato con due figli, proviene dalle fila del Partito Socialista Italiano ed è stato sindaco di Rimini dal 1990 al 1992. Dal 2003 al 2004 è stato membro del Consiglio generale della Fondazione Carim. Si candida per la lista civica del movimento “Rimini 2021”, appoggiata anche dall’Udc.
Della mia città amo la gente e il mare. Detesto invece l’atteggiamento di quei riminesi che non vogliono fare squadra e hanno contribuito a portare la città alla difficile situazione attuale. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Leale, riservato, impaziente. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
La simpatia. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
“Nel blu dipinto di blu (Volare)” di Domenico Modugno. 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Ingegnere.
Fabio Pazzaglia
Fabio Pazzaglia, nato a Rimini e figlio di operai, ha 37 anni. Convive e ha due figli piccoli. Diplomato analista contabile, ha sempre lavorato nonostante la distrofia muscolare che lo costringe alla sedia a rotelle. Da 9 anni lavora in una cooperativa sociale. Eletto in Consiglio comunale a Rimini nel 2001 e nel 2006. Espulso dalla maggioranza per divergenze con l’amministrazione Ravaioli, si candida per Sinistra Ecologia Libertà con la lista civica “Fare Comune”.
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1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
2) Per presentarsi ai riminesi che
Non penso che riuscirei a stare molto tempo lontano da Rimini. Mi piace giocare coi miei figli nel Parco Marecchia e nel Parco della Cava, fare la ciclabile lungo l’Ausa, andare sulla battigia a respirare l’aria del mare, stare in centro storico (era bellissimo quando c’erano i cinema). Non sopporto che gli interessi di pochi prevalgano sul bene comune, la cementificazione selvaggia, i quartieri dormitorio, l’evasione fiscale e lo sfruttamento di chi lavora. La nostra classe dirigente, economica e politica, è poco illuminata, dovrebbe pensare meno al potere e più ai riminesi.
aggettivi userebbe?
Diverso. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
Non saprei. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Infinita: Tenco, Ciampi, CCCP, CSI, De Andrè, Battiato, Fiorella Mannoia, Baustelle, Afterhours Radiohead, Cure, U2, Tom Waits, Sigur Ros, Peter Gabriel, Kate Bush, P. J. Harvey, ecc. 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Nessuna. Sognavo di fare il calciatore.
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Sandro Pizzagalli
Sandro Pizzagalli è nato a Misano Adriatico nel 1952. Sposato con due figli, è iscritto al Partito della Rifondazione Comunista dal 1991 al 2007. A quindi aderito al movimento di Sinistra Critica. È stato consigliere comunale dal 1995 al 2004 a Misano Adriatico, consigliere provinciale dal 2004 al 2009 alla Provincia di Rimini, candidato al Senato della Repubblica nel 2008 (non eletto) e candidato a presidente della Provincia di Rimini nel 2009 (non eletto). Candidato a Sindaco nel Comune di Misano Adriatico nel 2009 (non eletto), è entrato a far parte del consiglio comunale di Misano, in carica fino a giugno 2010. 1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Amo la città di Rimini, vitale, operosa e con il suo bagaglio di Storia e di resistenza che le valsero la Medaglia d’Oro al valor civile. Rimini fu colpita da 396 bombardamenti aerei, navali e terrestri che distrussero oltre l’82% delle sue abitazioni, il tributo più alto tra tutte le città italiane con più di 50.000 abitanti. Furono 6.668 le vittime ufficiali tra civili, militari
e partigiani e oltre 6.000 i feriti, mutilati dispersi. Ciò che non amo, è la perdita delle proprie caratteristiche turistiche di accoglienza ospitalità e, quindi, le radici che hanno fatto di Rimini la capitale del turismo balneare nel mondo.
minesi impareranno a conoscere?
2) Per presentarsi ai riminesi che
5) Come s’immaginava da piccolo,
aggettivi userebbe?
quale professione sognava?
Comunista, ecologista, femminista.
Un’infanzia tranquilla, sognavo di diventare medico chirurgo.
3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-
Senz’altro l’impegno nel sociale, l’impegno politico, la coerenza. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Direi che Fabrizio De Andrè mi ha accompagnato nel corso della vita.
Antonio Polselli
Antonio Polselli, 44 anni, è oncologo all’ospedale di Cattolica, direttore del Centro Culturale Paolo VI, con una lunga esperienza nell’ambito associativo ed ecclesiale. Si candida per la lista civica “Rimini Più”, che riunisce oltre 50 professionisti ed educatori di ambito cattolico e che rifiuta ogni etichetta e ascendente politico. 1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Non c’è nulla che odi della mia città. Però per esempio ci sono alcune cose che non funzionano: penso in primis alla mobilità inadeguata, che insiste su infrastrutture obsolete. Invece sono moltissime le cose che amo: è una città accogliente, è la città dei miei affetti più cari, ci sono nato e cresciuto e ha contribuito decisamente a fare di me l’uomo che sono. Amo molto il porto canale, dove mi piace passeggiare; amo l’arte che si respira dappertutto, nelle sue bellissime chiese, per esempio; ma soprattutto amo la sua gente, i miei concittadini. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
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Sereno (in questa discesa in campo), entusiasta (del progetto politico che proponiamo), fiducioso (di ottenere un risultato importante). 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
Io sono del tutto inedito ai riminesi! Come curiosità, posso dire che sono un appassionato studioso della storia della Seconda Guerra Mondiale. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Ogni stagione della mia vita ha avuto ed ha la sua colonna sonora, che definirei “sinfonica” perché fatta da autori e generi diversi (dal canto liturgico alla musica pop, da alcuni cantautori italiani a band inglesi). Diversi miei amici accaniti musicologi sostengono che i miei
gusti sono un po’ popolari: hanno ragione, ma che male c’è? 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Il medico. Sono contento di esserci riuscito.
Gioenzo Renzi
1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Gioenzo Renzi, nato a Rimini, ha 65 anni. Diplomato ragioniere nel 1965 all’Istituto Tecnico Commerciale “R. Valturio” di Rimini, si è laureato in Sociologia nel 1970 all’Università di Trento, lavorando poi come bancario dal 1970 al 2005. Consigliere regionale dal 2005 al 2010 e comunale a Rimini dal 1985 al 1994 e dal 1999 al 2011, è sposato e ha due figli. È candidato sindaco per Pdl e Lega Nord.
Sono orgoglioso di essere di Rimini, della sua storia, della sua identità, della sua spiaggia, del mare. Detesto il traffico paralizzante e inquinante. 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Parole d’ordine: responsabilità, competenza, concretezza. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
La propensione a conciliare per trovare soluzioni vantaggiose per tutti. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
Il Signore degli Anelli. 5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?
Il medico.
Nadìa Toni
Nadìa Toni, nata a Rimini 29 anni fa, ha frequentato il liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini. Laureata in Giurisprudenza nel 2006, dal 2009 svolge la professione di avvocato. È candidata a sindaco per i Federalisti Democratici Europei. 1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?
Rimini è la città natale mia e dei miei parenti; qui sono nata, cresciuta e vissuta: mi sento dunque profondamente riminese e mi sta molto a cuore il suo benessere e la sua prosperità. Della nostra città amo soprattutto la sua storia e tradizione; il suo essere tipicamente romagnola. Amo il suo essere a misura d’uomo; la qualità della vita. Amo poter raggiungere qualsiasi luogo in bicicletta. Amo il profumo del mare che sento in cima al porto. Amo il rumore del faro che si sente ovunque nelle serate nebbiose invernali. Amo la sabbia che si appiccica sulla pelle bagnata e la salsedine. Amo i pomeriggi tranquilli a Covignano e le chiassose serate estive. Detesto in particolare che le periferie non siano valorizzate e
che siano abbandonate a loro stesse. E non trovare mai parcheggio! 2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?
Schietta, romagnola, indipendente, onesta, concreta, responsabile. 3) Qual’è il suo lato inedito che i riminesi impareranno a conoscere?
La determinazione, il senso della giustizia, la capacità di ascoltare. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?
La musica e la suggestione delle canzoni di Francesco De Gregori e le parole di Roberto Vecchioni: “sogna ragazzo sogna, non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu”. 5) Come s’immaginava da piccola, quale professione sognava?
L’archeologa. IN
Sindaci in corsa
per quattro
Comuni
testo Alessandra Leardini - foto Riccardo Gallini
Urne aperte anche a Montecolombo, Novafeltria, Cattolica e Pennabilli, per il rinnovo delle amministrazioni comunali.
Oltre al capoluogo, altri quattro comuni della provincia riminese sono chiamati alle urne il 15 e 16 maggio. Si tratta di Montecolombo, Novafeltria e dei commissariati Cattolica e Pennabilli. A Cattolica la poltrona di sindaco è contesa da quattro pretendenti. Ci riprova Cono Cimino, candidato per il centrodestra anche alle precedenti elezioni del 2009, questa volta a capo della lista “Officina civica per Cattolica” (appoggiata, tra gli altri, da Pdl e
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Lega). Per il centro sinistra scende in campo Piero Cecchini, titolare di Umpi Elettronica, mentre il “re dei cinema” Gianni Giometti gioca la carta della lista civica centrista “Giometti per Cattolica” (con Api e Udc). Il quarto candidato è Giona Di Giacomi, per Sinistra Critica. Novafeltria vede contrapposti Elena Vannoni di “Percorso Comune” (lista civica di centrodestra) e Lorenzo Marani per “Insieme per Novafeltria” (centrosinistra). A Pennabilli a
Lorenzo Valenti (“Una storia nuova
per il Comune di Pennabilli”, lista di centrosinistra) e Francesco Crociani (“In medio stat virtus” che unisce Pdl e Udc) si è aggiunto il terzo candidato per la Lega, il parlamentare Gianluca Pini. Infine Montecolombo vede schierati Sergio Orsi per il centrosinistra (più Fli e Udc), Alex Stacchini per la Lega Nord, Simonetta Palazzini per il Pdl ed Eugenio Fiorini, per la civica “Uniti per Montecolombo”. IN
Governare | Andrea Zafferani
Ventisette anni,
Capo di
Stato
testo Franco Cavalli - foto Filippo Pruccoli
Si è appena concluso il semestre da Capitano Reggente per il sammarinese Andrea Zafferani. Tra i più giovani ad aver assunto questo ruolo negli ultimi anni.
La Reggenza, ovvero la massima carica dello Stato di San Marino, è un’istituzione consolidata da centinaia di anni, in cui due persone, i Capitani Reggenti, coordinano riunioni del Governo, presiedono le riunioni del Parlamento e sono anche a capo dell’organo di governo della Magistratura. Ognuno ha diritto di veto sulle decisioni dell’altro, quindi il potere va esercitato
in accordo. Un tempo la Reggenza aveva un compito di governo diretto della comunità sammarinese; per evitare che tale potere diventasse eccessivo si decise che il ruolo poteva essere esercitato per soli 6 mesi, e che non potesse essere ricoperto nuovamente prima che fossero passati 3 anni dalla cessazione dell’incarico. È così ancora oggi, anche se i Capitani Reggenti hanno
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A fianco, i reggenti a capo del corteo verso la chiesa della patrona, durante le celebrazioni di Sant’Agata. In apertura, la cerimonia di insediamento dei Capitani Reggenti Antonio Ugolini e Andrea Zafferani per il semestre Ottobre 2010-Aprile 2011.
perso il ruolo di governo mantenendo solo quello di Capi di Stato. L’investitura avviene quindi due volte all’anno, ogni primo aprile
e ogni primo ottobre. I primi due Capitani Reggenti di cui si abbia notizia sono stati Oddone Scarito e Filippo da Sterpeto, che compaiono in un atto notarile del 1243. Per accedere a questo ruolo bisogna aver compiuto almeno 25 anni. Uno tra i più giovani Capitani Reggenti, in carica fino al primo aprile scorso, è stato Andrea Zafferani, eletto a 27 anni. Parlamentare della coalizione di maggioranza, si aspettava l’elezione, ma l’emozione è stata forte. “Essendoci una rotazione delle cariche non è giunta inattesa, ma l’emozione è stata comunque tanta. Nelle due settimane che passano tra elezione e investitura si parte alla scoperta dell’incarico, con il direttore del Cerimoniale dello Stato, Marcello Beccari, che ti spiega tutto e ti mette anche un po’ di ansia... Ti informa sui cerimoniali e sulle varie regole del protocollo, sugli incontri, sulla preparazione richiesta. È il suo lavoro, e lo fa al meglio! Subito dopo la nomina cominciano le responsabilità e ti assale un po’ di paura, ma poi passa. In realtà i giorni volano. E c’è anche la prova del vestito, che alla fine è davvero dura, ma per fortuna i Donzelli ti aiutano. Sono davvero preziosissimi, non solo per questo ma per tutto ciò di cui ha bisogno la Reggenza per fare al meglio il suo lavoro”. Com’è stato l’impatto da Capo di Stato?
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“È avvenuto a Palazzo Valloni, con il primo discorso ufficiale davanti al corpo diplomatico accreditato. Mi tremavano le gambe. Parlai per secondo dopo il Reggente Giovanni Francesco Ugolini, ed ero teso. Però per me il momento di tensione più forte è stato a Palazzo Pubblico con il cambio del collare tra la Reggenza uscente e quella entrante. È in quel momento che vieni investito sul serio del ruolo di Capo di Stato e anche lì tremavo. Sono due momenti davvero emozionanti”. La prima cosa di cui ti sei accorto da Capitano Reggente?
“Che al contrario del resto della politica, soprattutto in questo
momento, la Reggenza è ancora amata dai cittadini. Le persone ti salutano, ti rispettano. Gli anziani, quando ti incontrano, si tolgono il cappello. Nelle uscite pubbliche ti accorgi dell’attenzione della gente. E della considerazione che non ha nessun’altra istituzione sammarinese”. Questo comporterà delle responsabilità…
“Certamente. La Reggenza ha tantissimi compiti e in molti casi è anche chiamata a sbrogliare alcune matasse, soprattutto durante le sedute del Consiglio. E poi va ricordato che la Reggenza è il supremo garante delle istituzioni”. Tra i momenti ufficiali più impor-
tanti c’è stata anche la visita all’Onu, giusto?
“C’è stato sia l’incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, sia con le comunità di sammarinesi di New York e di Detroit. L’incontro con Ban Ki-moon è stato possibile soprattutto grazie all’ambasciatore sammarinese all’Onu Daniele Bodini. Due sono stati gli incontri,
Alcuni momenti ufficiali per i reggenti Ugolini e Zafferani. Dall’alto, al Teatro Dogana per lo spettacolo di beneficenza Unicef con Paolo Cevoli. Al centro, incontro al Palazzo Pubblico con Romeo Morri, Gennadios Zervos Arcivescovo Metropolita e padre serafino Corallo, rettore della chiesa Ortodossa. In basso, posa della prima pietra dell’Ospedale di Stato.
a cavallo tra un incontro di Ban Ki-moon con Obama. Abbiamo affrontato questioni internazionali come la Libia ed altre interne, relative a San Marino. Il segretario dell’Onu è stato molto attento e ci ha detto che avrebbe fatto presenti le problematiche sammarinesi direttamente a Berlusconi. Per quanto riguarda poi la visita alle comunità è stata davvero illuminante: non è necessariamente vero che dall’estero non sanno le cose. Al di là delle opinioni, tutte legittime, sull’attuale regolamentazione del voto estero e delle modalità con cui è strutturato, dire che i cittadini non residenti a San Marino non siano informati non è vero, o comunque è una generalizzazione troppo forte. Per quanto riguarda il legame con la Patria, però, ovviamente è più forte nelle persone più anziane che nei giovani”. Come è cambiata la tua vita da cittadino a Capo di Stato?
“Beh, un aspetto sopra tutti, il fatto che un Capitano Reggente non può mai rimanere da solo in pubblico. Ci deve essere sempre qualcuno, dal Donzello alla moglie. Per gli spostamenti, soprattutto a San Marino, bisogna sempre avverti-
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re la gendarmeria, e va avvertito il luogo in cui si andrà, per avere il posto riservato. Per chi è uno sportivo come me è dura, perché è impossibile andare in palestra in pubblico... In passato qualche Capitano Reggente è andato a fare footing, ma sempre in luoghi poco affollati. E poi ci vuole molta attenzione anche nell’abbigliamento. Piccoli inconvenienti, che comunque non sono nulla in proporzione all’orgoglio e all’emozione di rivestire questo ruolo”. Come avete visto il Paese?
“È ovvio che il difficile momento dei rapporti con l’Italia ha caratterizzato indirettamente il nostro semestre, così come quello precedente e l’attuale. Molte delle aziende che abbiamo visitato hanno mostrato segni di ripresa, però hanno problemi ad investire. E i cittadini ci chiedono lumi sul futuro. È una preoccupazione palpabile, ed è il tema più importante. Anche negli incontri con le scuole ci sono state rivolte domande sull’Italia, sull’Europa, sul futuro economico. Credo che oggi, per temi come questi, a San Marino serva una grande unità di intenti”. Qualche rammarico?
“Non direi. Però mi sarebbe piaciuto andare di più tra la gente. Abbiamo svolto molti incontri nei Castelli, nelle scuole, tra le aziende, però la Reggenza rimane a volte un po’ austera. È vero che anche negli altri paesi non fanno continui bagni di folla, ma mi piacerebbe che i Capi di Stato fossero ancora più a contatto con i cittadini”.
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Creare | Rita Canarezza e Pier Paolo Coro
Costellazione
di piccoli
Stati
testo Milena Massani - foto Riccardo Gallini
Un progetto a largo raggio caratterizza l’opera di Rita Canarezza e Pier Paolo Coro, artisti sammarinesi riusciti a riunire i piccoli Stati d’Europa sotto il segno della creatività contemporanea. In un’innovativa “Little Constellation”.
Sul cielo dei “Piccoli Stati” brilla una nuova costellazione: quella dell’arte contemporanea. Portata alla luce dai due artisti sammarinesi Rita Canarezza e Pier Paolo Coro che, come etnoantropologi, incontrano curatori e artisti di micro stati, sposando la cultura ad alta intensità espressiva. L’impegno culturalmente vivo contempla quello di uscire dal tecnicismo delle Accademie, delle aristocrazie edei monopoli dei galleristi?
“Il nostro progetto - dice Rita Canarezza - nasce da una ricerca effettuata dal 2004 al 2010 sui piccoli Stati d’Europa: Andorra, Cipro, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Montenegro e San Marino, piccola Repubblica dalla realtà artistica carente di Accademie ma pronta a confrontarsi
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con il mondo. Ad affiancarli micro realtà geo-culturali europee come il Canton Ticino, Ceuta (E), Gibilterra (UK) e l’enclave della regione di Kaliningrad”. Quali sono gli obiettivi di civiltà e libertà riscontrati nei vostri meeting, quali target riflettono le modalità artistiche dei piccoli Stati?
“Senza vestire i panni dei critici d’arte - prosegue Pier Paolo Coro - analizziamo il lavoro degli artisti che conducono interessanti ricerche in ambito internazionale. La prima esposizione Piccolo Stato, alla Galleria Neon-Campobase di Bologna nel 2009 ha presentato la ricerca; la seconda è stata invece nel 2010, Little Constellation a Milano, per il lancio del network alla Fabbrica del Vapore - Docva Careof. Milano è stato set interculturale tra le istituzioni di tredici piccoli
Network internazionale Stati tra loro e la città, in previsione dell’Expo 2015. La terza Little Constellation - Geografia della prossimità al Malta Contemporary Art Foundation, presso il Saint James Cavallier della Valletta, sempre nel 2010”. Dal 2004 ad oggi i viaggi sono stati numerosi, da San Marino ad Andorra, passando per Ceuta e altre micro aree. Si è mantenuto saldo il connotato identitario?
“Sì. Ci poniamo all’interno di una ricerca artistica, mettendo in discussione i classici stereotipi. Il percorso di Little Constellation diviene un meeting. Oltrepassando l’arte dei paesi (2005) è stato l’appuntamento in cui per la prima volta si sono incontrati gli artisti più rappresentativi delle istituzioni dei principali Musei e Centri per l’arte contemporanea. Quanto al tema dell’identità è questione sempre molto interessante, per la molteplicità di visioni che provoca a più livelli, soprattutto sul piano emotivo”. La complessità geoculturale e geopolitica vi ha portato verso la sprovincializzazione, aprendo possibilità di dialogo con altre realtà oltreoceano...
“Il progetto Little Constellation - prosegue Canarezza - è un network internazionale per la diffusione d’informazioni da tutto il mondo, con un focus specializzato in arte contempo-
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ranea collegata ai piccoli Stati d’Europa. In occasione della mostra di Milano è stato stampato un volume a cui hanno partecipato le istituzioni di quattordici paesi, presentato in fiere d’Arte Contemporanea (tra cui MIART di Milano, la FIAC di Parigi, Frieze Art Fair di Londra ecc…) ed entrato in importati librerie e bookstore di musei, dal MACBA di Barcelona al MACRO di Roma, e nel bookshop del MoMA PS1 - il Museo d’Arte Moderna di New York. La Library Archive di Little Constellation, ha sede presso
l’Associazione Culturale NUA nella Repubblica di San Marino, ed è stata inaugurata il 29 gennaio 2010. Dopo sette anni Little Constellation è la prima biblioteca d’arte contemporanea, con una documentazione fruibile gratuitamente di oltre 500 volumi con monografie artistiche. E presto l’archivio sarà consultabile anche sul web (www.littleconstellation.org). Dal 2005 i comunicati sul portale e-flux di New York interessano anche le più grandi capitali europee dell’arte contemporanea. Quali programmi avete a breve? Tra-
Sotto e in apertura, Pier Paolo Coro e Rita Canarezza nel loro studio sammarinese.
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scorrerete le ferie intessendo nuovi rapporti al fine di favorire la fonte ispirativa?
“Progettiamo alcune esposizioni individuali degli artisti che fanno parte del network, compresa la nostra esposizione retrospettiva del lavoro svolto tra 1998 e 2011. Lavoriamo anche alle esposizioni di Little Constellation, da qui al 2015. Le vacanze corroborano, sono momenti di riposo che serve a mantener acceso il fuoco dell’arte. Anche se, in concreto, non stacchiamo mai l’interruttore!”. IN
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Linee e coLori aLL’istituto DoLLy L’armonia deLLa chioma studiata da speciaListi Chi, almeno una volta nella vita, non avrebbe voluto avere lo stile del proprio idolo, con quei ciuffi sempre a posto, anche dopo una cavalcata forsennata?! Chi di noi non si è mai svegliato una
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naturale che stia in forma già coi capelli bagnati, senza bisogno di spazzola, phon, e piastra. Questa sinergia di azioni porta ad un risultato ottimale in termini di resa e di capacità di
mattina con la voglia di cambiare tutto partendo, guarda caso,
mantenimento del taglio. Per completare il progetto d’in-
proprio dai capelli, concedendosi allo stile più spinto del mo-
sieme bisogna unire nuance di colore che esaltino le forme e
mento? Tutto è lecito, ogni sogno potrebbe realizzarsi nelle
attutiscano eventuali imperfezioni. Nel salone Dolly la linea
mani di un buon stylist.
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Ma il look non è fatto della materia dei sogni e per non ave-
renuance, toni formulati ad hoc in grado di restituire al capel-
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lo idratazione e lucentezza a lunga tenuta, ovviando l’effetto
riporti alla vita vera, fatta di proporzioni. I tagli definiti “di
“sbiadito” e, al caso, coprendo i capelli bianchi. Valorizzarsi,
tendenza” partono tutti da delle basi classiche, canonizzate
esprimere sé stessi attraverso una capigliatura che ci rispecchi
negli anni ‘60 e ‘70, per poi deviare su una frangia più spin-
non è un’utopia, è la realtà che offre Dolly.
ta, un perimetro più scalato, un ciuffo sparato. Mai farsi piegare dallo style, meglio concedersi alla dea armonia, lasciando che Dolly e il suo staff studino la nostra fisionomia: la linea dell’attaccatura, la forma del volto, dei lineamenti, della tipologia e quantità di capelli, osservando il loro comportamento rispetto alla gravità, riuscendo così a delineare una “piega”
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Sostenere | Soroptimist Rimini
Un mondo migliore
a misura di
Donna
testo Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini
Un impegno concreto nella società contemporanea, al fianco delle fasce più deboli. È l’obiettivo del Soroptimist, club guidato a Rimini da Maria Benedetta Magnani Vitelli Casella.
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“Una voce universale per le donne”.
A Rimini il club nato nel ’77 vanta
Si legge accanto al simbolo del So-
una lunga storia, lastricata di tante
roptimist International d’Italia. E
iniziative benefiche e socialmente utili. La presidente è da due anni
forse non c’è definizione migliore per un club da sempre impegnato al fianco di signore e signorine. Fragili e inconsapevoli, coraggiose e sognatrici, Soroptimist si offre in forma di service al fine di tendere una mano ai bisogni di madri, missionarie, medici, educatrici.
Maria Benedetta Magnani Vitelli Casella. Insegnante di Italiano e Storia all’Istituto tecnico e turistico “Marco Polo”, per lei il club è un impegno di responsabilità, non un passatempo tra amiche e neanche un darsi da fare estemporaneo. Un
focus sui vuoti della società moderna, su quelle sacche d’indifferenza che contrastano con l’ideale di coesione sociale. Il club è prima di tutto condivisione di alcuni valori fondamentali. ”Lavoriamo per garantire i diritti umani a tutti, la pace nel mondo e il buon volere internazionale, la trasparenza e il sistema democratico delle decisioni, il volontariato, l’accettazione delle diversità e l’amicizia”. Quali
la campagna ‘Maternità segreta’ per far conoscere le leggi a tutela delle donne in attesa, soprattutto a quelle in difficoltà economiche oppure senza permesso di soggiorno. È rivolta in particolare alle madri immigrate, che spesso non conoscono le possibilità offerte loro dalla legge italiana. Abbiamo tradotto il materiale in nove lingue diverse. Quest’anno poi, in occasione dei 150° dell’Unità d’Italia, abbiamo
In aiuto ad ammalati e bisognosi sono gli obiettivi principali? “Con-
trastare povertà e discriminazione di genere, assicurando alle donne la piena partecipazione ai diritti sociali ed economici. Combattere il traffico di esseri umani e la violenza, garantire l’accesso alle cure, sostenere programmi contro l’Aids e altre malattie, garantire l’accesso alla formazione e all’istruzione”. Quali sono i service attuali? “Sosteniamo l’opera di Marilena Pesaresi, eletta tra l’altro ‘donna dell’anno’ dal Soroptimist, da anni dedita alla cura dei malati di Aids e dei bambini cardiopatici. Di carattere informativo, ma per noi ugualmente molto importante, è stata anche
istituito un concorso per le scuole superiori della provincia, e a maggio consegneremo i premi: tre per il testo e tre per la grafica. I nostri service spaziano anche nel campo della cultura”. Com’è oggi l’approccio al tema della solidarietà? “Superata una diffidenza iniziale di solito è un’attitudine positiva ad emergere, negli adulti e nei giovani. Quando capiscono che l’operazione è seria e non c’è scopo di lucro, allora in tanti hanno voglia di fare del bene. E noi vagliamo attentamente ogni fase delle azioni di fund raising, perché ci teniamo a garantire l’assoluta chiarezza di ogni azione”. IN
Sopra, la presidente del Club Maria Benedetta Magnani Vitelli Casella. In apertura, le socie del Soroptimist di Rimini.
Soroptimist nel mondo e a Rimini Soroptimist nasce negli Stati Uniti nel 1921. Oggi è diffuso in tutti i continenti dove opera per costruire un mondo in cui tutte le donne possano realizzare il loro potenziale individuale e collettivo e le loro aspirazioni, attraverso la rete globale e la cooperazione internazionale. Negli intenti del club c’è anche il favorire le pari opportunità, e creare forti comunità pacifiche. Le socie riminesi sono trentasei e rispecchiano nelle professioni e nei ruoli l’universo femminile, composto da tanti background e percorsi lavorativi diversi. www.soroptimist.rimini.it
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Abitare | Appartamento per le vacanze
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Il mare in una
Stanza
testo Massimo Morandi foto Mario Flores
Un originale appartamento di Bellaria regala ai suoi abitanti un appagante senso di leggerezza, allegria e relax. E l’uso sapiente della luce immerge nella fresca atmosfera delle vacanze.
Si sente il mare in questo piccolo appartamento. Anche se non lo si vede ritratto nelle fotografie, è comunque sempre presente nelle intenzioni e nell’atmosfera che l’interior design Graziella Biagetti ha voluto ricreare. Questa sorta di nido a Bellaria ha il pregio di rilassare. È una casa per la vacanza, racconta la necessità di fuggire dai rumori, dagli eccessi di stimolazioni visive. Il progetto, libero da condizionamenti e compromessi, esprime un modo di concepire gli interni con leggerezza; testimonia una esplorazione di qualità tattili e sensoriali dello spazio e dei materiali, in chiave minimale ma con una attenzione per il particolare e l’atmosfera. C’è l’allegria, flessibilità e leggerezza di uno spazio luminoso, di un’atmosfera finalmente facile e fresca, cercando una formula che unisca il confort ad un appagante semplicità. Così nasce questo picco-
lo appartamento, giocato sul bianco e sui colori dell’estate. L’appartamento è composto di tre ambienti più un piccolo bagno. La disposizione dele
stanze è rimasta quella originaria, per i
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pavimenti è stato scelto un legno caldo. Ci accoglie un ampio living dove trovano posto cucina, sala pranzo e zona Tv. Un grande spazio bianco; agli arredi ugualmente candidi si aggiungono poche note di colore opportunamente pennellate utilizzando cromie ispirate all’estate. Le ampie finestre sono filtrate da leggerissime tende per catturare più luce possibile. La scala in acciaio e vetro inserita dalla progettista collega l’ambiente del soggiorno-pranzo alla mansarda, e grazie alla trasparenza dei materiali usati trasmette la luce del piano superiore. La trasparenza come effetto di leggerezza è presente anche nelle sedie kartell e nei corpi illuminanti. Nel bagno la progettista aggiunge una nota di colore: il lilla dei mobili laccati con lavabo in appoggio. La ricorrente bicromia bianco nero è invece presente nella camera da letto, impreziosita dall’utilizzo di materiali con finitura lucida, ricorrente in tutto l’appartamento. ll letto con testata trapuntata in pelle bianca e copriletto declina su sfumature di grigio a strisce. La mansarda, più di ogni altro ambiente, ispira
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la voglia di riposarsi e leggere un buon libro. La luce è uno strumento che contribuisce a disegnare questo spazio: dal lucernario innonda le pareti colorate di bianco e raggiunge la sala al piano di sotto, attraverso il vuoto generato dalla scala con le pedate in vetro. II morbido divano letto circolare in pelle è avvolto dalla luce zenitale, che ne risalta le caratteristiche materiche. Un tocco di blu nel tappeto, infine, è un ideale richiamo al cielo e al mare. IN
Sopra, la mansarda e il bagno. Sotto, la camera da letto. In apertura, il leaving.
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Costruire | Studio Cumo-Mori-Roversi
Tradizione e innovazione
Architettura
alla base dell’
testo Graziella Biagetti - foto Riccardo Gallini
La professione avviata da Giulio Cumo prosegue oggi nello studio di famiglia. Con Silvia Cumo, Massimo Mori, Alessandro Mori e Rossella Roversi. Un’armoniosa commistione tra riminesi e fiorentini, fucina di idee e progetti.
Corso d’Augusto 126, Rimini. Elegante e rassicurante, è il palazzo in cui è situato lo studio degli architetti Cumo, Mori, Roversi. Silvia Cumo è figlia di Giulio, indimenticato geometra-pittore dei primi del secolo scorso che, per primo in famiglia, unì il suo lavoro all’arte. Si iscrisse all’ordine dei geometri dal 1930, fondò poi lo studio, al quale nel 1967 parteciparono la figlia Silvia, insieme al marito Massimo Mori, entrambi architetti. Come è stato per un giovane nato, vissuto, e laureato a Firenze, iniziare il lavoro a Rimini?
“Il padre di Silvia era splendido - risponde Massimo Mori - e ci lasciava
molto spazio. Era molto conosciuto, e i clienti non lo ‘sganciavano’ mai! Difficile proporre cose nuove: le figure tecniche dell’epoca erano il geometra o l’ingegnere, l’architetto era considerato un arredatore. La prima opera significativa fu “il Prisma”, commissionato nel 1980 da tre fratelli di Santarcangelo, Alvaro, Aldo e Raffaello Biagetti. Purtroppo ci rendemmo subito conto che non sarebbe stato possibile continuare per quella strada: i clienti non erano pronti a recepire quel tipo di architettura. Tranne che per alcune banche l’esperienza è stata irripetibile. Ci dedicammo quindi al restauro
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Alcuni progetti realizzati dallo Studio. A fianco, la sala conferenze all’interno dell’ex convento Cappuccini. Sotto, la scala della clinica odontoiatrica Merli. In basso, il restauro dell’ex campanile di Santa Colomba. In apertura da sinistra Alessandro Mori, Rossella Roversi, Silvia Cumo e Massimo Mori.
conservativo ed interpretativo”. È forse lo studio più vecchio di Rimini, sarebbe potuto diventare un grande studio associato…
“Il desiderio di uno studio familiare - prosegue Silvia Cumo - viene dal piacere di essere ‘artigiani dell’architettura’. Partiamo dai rilievi, poi i calcoli, la progettazione ed i dettagli dell’arredo disegnati a mano… La ‘creatura’ seguita dalla nascita alla consegna! Nel 1998 lo studio si è ampliato naturalmente quando Alessandro, nostro figlio, si è laureato a Firenze e poi, due anni dopo, si è sposato con Rossella Roversi, anche lei architetto, guarda caso fiorentina... (ridono, ‘pensare che ad Alessandro e a me non piacevano i fiorentini!’, aggiunge). Ed ora siamo due riminesi e due fiorentini. I giovani hanno portato aria nuova in studio, ci hanno rimesso in moto, tutto di nuovo in discussione: stiamo facendo un tipo di progettazione che da soli non avremmo fatto”. E il figlio, come si è inserito nel sodalizio quasi simbiotico dei suoi genitori?
“Seguendo il cantiere con cadenza quotidiana - risponde Alessandro Mori - guardare e pensare. L’idea è quella della ricerca: la voglia di rinnovare e sperimentare, il coraggio del loro inizio”. Cosa ne è venuto fuori?
“Restauri contaminati”, dice Massimo. “Loro sono arrivati quando tutto era maturo, dalla Sovraintendenza di Belle Arti agli utenti”. “Abbiamo iniziato senza gavetta gli fa eco Rossella Roversi - ma per
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questo non è meno facile. Santa Colomba è un progetto di 10 anni fa ed ha partecipato ad un grande concorso nazionale. Sono state selezionate 40 opere costruite su 1000! Le prescelte, pubblicate ed esposte alla Triennale di Milano”. “È così che proseguiamo”, dice Alessandro. “Innovazione e tradizione”. “Lavorare con il legno, costruire i soffitti a volte. È molto difficile dice Massimo - principalmente per l’educazione che non c’è. A volte, per fortuna, accade come a Palazzo Ghetti nel Borgo San Giovanni…”. Massimo, lei ha insegnato per anni al Liceo Artistico di Rimini…
“Ho questa passione, che condivido con Alessandro e Rossella”. “Insegno a Ferrara, - spiega Rossella - laboratorio di costruzione di architettura: tecnologia sia umido che secco. L’insegnamento porta ad un continuo aggiornamento”. Cosa vorreste progettare?
“Una fabbrica!”, esordisce Alessandro. “La sfida è che anche l’edificio utilitaristico può essere esteticamente molto bello”. Stop. Il tempo è volato, ed è stato bello trascorrerlo in loro compagnia. Con questo sodalizio in cui vecchio e nuovo si fondono in maniera lieve ma ferrea. La calma e l’intelligenza di Silvia sono la compensazione alla forza e dinamicità di Massimo, insieme nel ricordo di Giulio, e fanno da fondamenta ad Alessandro e Rossella, che proseguono questa interessante storia dell’architettura, a vantaggio della bellezza. IN
Davide Eron Salvadei for Rimini 2011
Comune di Rimini
riminiturismo.it
Rivivere | Le ville di Viserba e Viserbella
Un tuffo nella
Belle époque
testo Maria Cristina Muccioli - foto Associazione culturale Ippocampo
Le ville di Viserba e Viserbella raccontano di quando, tra fine Ottocento e inizio Novecento, nella riviera romagnola arrivavano i “signori” per la villeggiatura. L’associazione culturale Ippocampo le sta ora raccogliendo in una pubblicazione.
Mettere indietro l’orologio di un secolo, anno più, anno meno. Sul litorale di Viserba e Viserbella significherebbe ritrovarsi in un ambiente elegante, con signore che passeggiano sulla spiaggia riparate da vezzosi ombrellini e scortate dalla servitù. Che si ritrovano per l’aperitivo al café chantant Stella d’Italia, l’albergo di lusso che si affaccia sulla piazza principale, e dopo cena danzano in abiti da gran sera sulla terrazza a mare dell’Hotel Lido. Protagonisti della belle époque viserbese erano nobili, industriali,
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ministri, alti ufficiali, famosi attori e cantanti d’opera che arrivavano ad
inizio estate con carrozze o auto di lusso per soggiornare nelle ville che s’erano fatti costruire in zona, case di vacanza sorte tra fine Ottocento e inizi Novecento. Ognuna con la dipendenza adibita a garage e alloggio per cuochi, autisti e governanti, e con una fontana in giardino da cui giorno e notte zampillava abbondante acqua fresca. La varietà di queste dimore, dalle ville più grandi ai villini più modesti, costituisce un catalogo dello stile
architettonico di moda in quegli anni,
nerario alla scoperta delle ville più
il liberty italiano che ancora si ritrova negli edifici rimasti “com’erano e dov’erano” grazie alla sensibilità dei proprietari (in taluni casi eredi diretti dei primi abitanti, più spesso nuovi acquirenti). Ed è proprio su queste ville che l’as-
belle”, spiega l’architetto Pierluigi
sociazione culturale Ippocampo sta puntando l’attenzione con l’obiettivo ambizioso di crearne una mappatura completa, con dati tecnici e storici,
immagini e, perché no, racconti sui personaggi che le hanno abitate. “Stiamo studiando una sorta di iti-
Sammarini, presidente dell’associazione. “Vorremmo produrre una pubblicazione destinata ai turisti ma anche ai nostri concittadini, che da sempre sentono raccontare dai nonni le affascinanti storie dei villeggianti che animavano le estati viserbesi. Da quando abbiamo iniziato l’attività di ricerca storica sul territorio, appena un anno fa, abbiamo riscontrato grandissimo interesse. Le fotografie d’epoca dei collezionisti o fornite dalle fami-
glie stesse (catalogate e pubblicate sul sito www.ippocampoviserba.it) sono già un patrimonio storico incredibile. Ma la favola delle ville e dei loro abitanti è ancora tutta da raccontare”. Sì, il quadro di quegli anni è come una favola: lo descrive anche Elio Pagliarani, noto esponente dell’avanguardia poetica del Novecento nato a Viserba nel 1927, nell’autobiografia pubblicata recentemente da Marsilio Editore. Una delle ville più particolari, rimasta esattamente com’era, si tro-
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Ieri e oggi. A fianco, Villa Gubellini in un’immagine di inizio ’900. Sopra, come appare attualmente.
va a Viserba in via Polazzi: è Villa Gubellini, costruita nel 1904 dal bolognese Giovanni Gubellini. Nel 1936, alla sua morte, la casa venne ereditata dai figli Isora e Alcide. Dal 1957 appartiene a Corrado Mazzoni, marito di Giorgia Amadori (figlia di Isora Gubellini). Sempre a Viserba si trova il villino dove abitò e morì, nel 1940, il tenore Alessandro Bonci. La casa è stata restaurata di recente dalla nuova proprietà e porta sulla facciata una targa e un tondo con l’immagine del suo famoso inquilino. Poco distante, dietro ad un bel cancello di ferro battuto, si può sbirciare il villino che fu della famiglia di Francesco Baracca, il grande aviatore che agli inizi del secolo passava qui le sue vacanze. Costruita fra il 1895 e il 1900 la casa, dipinta di
bianco e verde chiaro, ha un solo piano, su cui si erge una torretta. Oggi è abitata dalla famiglia Parma, che l’ha acquistata dagli eredi Baracca nel 1969. “Mio padre Virgilio - spiega Pierpaolo Parma - ha voluto recuperare l’edificio lasciando le caratteristiche originarie, senza ascoltare chi suggeriva di abbattere tutto per costruire un condominio”. Francesco Baracca ci porta da Viserba a Viserbella: fil rouge è il cavallino rampante che spiccava sull’aereo dell’aviatore e che poi diventò simbolo della casa automobilistica Ferrari. E infatti qui, sul lungomare di Viserbella, troviamo il villino che fu di Enzo Ferrari. “La casa - spiega il professor Vincenzo Baietta, anche lui socio di Ippocampo - fu costruita negli anni Trenta per il figlio Dino, che necessitava di cure
e bagni di mare. I Ferrari venivano ogni estate e Dino aveva fatto amicizia con molti coetanei del luogo. Sulla facciata c’era una mattonella gialla col cavallino dipinto in nero e la scritta ‘Villino Ferrari’. Pare che l’abbiano portata via i Ferrari prima di vendere la casa, nel 1991”. Sempre a Viserbella sono tante le ville da citare: da quella del Generale Malavasi, co-firmatario con Badoglio dell’armistizio dell’8 settembre, a villa Cantelli Forti, di proprietà del presidente del Polo Universitario di Rimini, col caratteristico decoro in ceramica. E poi villa Serena, la Torretta, villa Tritapepe... Solo per l’elenco servireb-
bero decine di pagine. Ben venga, dunque, la pubblicazione che i soci dell’Ippocampo stanno preparando con tanta passione. IN
“Pro-memoria a Liarosa (1979 – 2009)”, di Elio Pagliarani Tra gli anni ’30 e ‘40 Viserba doveva avere sui 2500-3000 abitanti d’inverno e 10mila d’estate. Era costituita da alcune centinaia di villette, la maggior parte delle quali ad un solo piano, con relativo giardino, pozzo e fico. Quasi la metà di queste villette, le più graziose, erano di “forestieri”, famiglie di villeggianti che vi trascorrevano i mesi estivi. Signori di Bologna soprattutto, ma anche di Ravenna, Ferrara, Milano, emiliani e lombardi in grande maggioranza. Piccola e media borghesia in genere, con ancora qualche frangia della “grande villeggiatura”, turisti favolosi che avevano frequentato Viserba tra l’inizio del secolo e gli anni Venti.
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Curare | Medicina e chirurgia estetica
Il segreto della
Bellezza
testo Claudia Gelmini - foto Riccardo Gallini e Filippo Pruccoli
Tecniche innovative permettono oggi di correggere gli inestetismi dovuti all’età . Professionisti di medicina e chirurgia estetica ci svelano i loro segreti.
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A fianco, Manola Sarmati. Sotto, Andrea Mezzoli. In apertura, Paola Emiliozzi.
L’estate sta arrivando e si cominciano a fare i conti con lo specchio. In questi ultimi anni più che mai si parla di ritocchi estetici per migliorare l’aspetto e sentirsi di conseguenza a proprio agio nel rapporto con se stessi e gli altri. Ecco un percorso nel mondo dell’estetica insieme ad alcuni esperti tra Rimini e San Marino, per fare chiarezza su
quanti progressi siano stati fatti e come ormai molti tabù siano stati sconfitti. Una puntualizzazione utile per chi, come la sottoscritta, non ne sa molto sull’argomento: medicina estetica e chirurgia estetica sono due cose diverse.
Cominciamo con la dottoressa Paola Emiliozzi, specializzata in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, allieva del professor
Carlo Gasperoni, un maestro per il mondo della chirurgia. La dottoressa ha una grande esperienza
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“sul campo”, con viaggi e permanenze anche in Brasile, da sempre all’avanguardia in questo settore. “Sono tanti gli interventi che possono migliorare l’aspetto di una persona. In particolare, vorrei parlare della blefaroplastica: il contorno occhi è la zona del viso che risente maggiormente del passare degli anni perché la pelle delle palpebre è molto fragile, sottile ed estremamente mobile. Questa pro-
superiore, in modo da essere praticamente invisibile. Per la palpebra inferiore mi avvalgo, oltre che della tecnica tradizionale, anche della cosiddetta trans congiuntivale, tecnica che prevede un approccio senza tagli, e quindi senza cicatrici esterne: una tecnica molto semplice ma che richiede uno sviluppato senso estetico, competenza ed esperienza, necessarie per ottenere un risultato naturale: il viso è imme-
cedura consente di migliorare vari
diatamente reso più giovane e fre-
inestetismi, dall’eccesso di cute
sco”. La dottoressa Emiliozzi, che
alle borse, dovute all’affiorare del grasso periorbitario. L’intervento si esegue in day hospital, in anestesia locale, e il recupero è piuttosto veloce; i punti si tolgono il terzo giorno e la cicatrice è fatta coincidere col solco naturale della palpebra
ha svolto la sua professione anche a Roma e Milano, è a Rimini dal 2006, ha uno studio privato e si appoggia alla Nuova Ricerca. Scrive da anni su riviste come “Viver Sani e Belli” e “Fox”, rispondendo ogni mese a quesiti e dubbi dei lettori.
A fianco, Davide Forcellini.
“Le richieste d’interventi di chirurgia estetica sono sempre più numerose e variano a seconda dell’età”, comincia così il dottor Andrea Mezzoli della Domus Medica di San Marino. “Tecniche e materiali sono sempre migliori, i costi sempre più accessibili e i rischi ridotti: l’importante è rivolgersi ad un professionista qualificato che eserciti in strutture che garantiscano un’adeguata sicurezza”. Sfatiamo
il mito che la chirurgia di questo tipo sia pericolosa e costosa. “Effettuiamo più spesso la mastoplastica additiva. Nella struttura offriamo professionalità e sicurezza per le tre branche del campo estetico: medicina con rapidi trattamenti ambulatoriali, laser per eliminare macchie, peli superflui, capillari, tatuaggi, cicatrici o smagliature e chirurgia estetica all’avanguardia. Disponiamo anche di un nuovissimo centro iperbarico per l’ossigenazione dei tessuti, e accelerare la guarigione delle ferite postchirurgiche e incrementare i risultati dei trattamenti estetici”.
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Per capire bene in cosa consistono i trattamenti che ringiovaniscono il viso ne parliamo con la dottoressa Manola Sarmati, medico otorinolaringoiatra, diplomata alla scuola di medicina estetica del Fatebenefratelli di Roma. “Oggi è possibile ottenere un’attenuazione delle rugosità del viso e un miglioramento della texture cutanea con trattamenti ambulatoriali, indolori e di rapida esecuzione. Si può ricorrere alla biorivitalizzazione con acido jaluronico o suoi precursori, per reintegrarne la pre-
senza (con gli anni se ne produce di meno, ndr) e richiamare acqua nei tessuti (funzione di Hidroriserve, idratazione profonda, ndr), migliorando turgore e luminosità della pelle. Il filler (acido jaluronico stabilizzato, ndr) può essere impiegato per il riempimento di rughe, il miglioramento dei volumi di viso e zigomi o il modellamento delle labbra. Ottimi risultati si hanno con la tossina botulinica: iniettandola intramuscolo in precisi punti del viso conduce a un rilassamento del-
la muscolatura mimica, con netta riduzione delle rughe di espressione. Lo scopo è un ringiovanimento del viso, con un effetto naturale”. Concludiamo con il dottor Davide Forcellini: laureato in medicina e chirurgia, si occupa di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Ci spiega il lipofilling, tecnica che solitamente si esegue in anestesia locale o eventuale sedazione. “Si preleva tessuto adiposo dai quadranti addominali inferiori o dai fianchi, lo si purifica con apposita centrifuga e lo si usa come riempitivo per rughe vicino al naso, alla bocca, per zigomi e labbra. L’operatore effettua piccoli riempimenti graduali che, creati con moderazione, permettono di riempire quei vuoti antiestetici causati dall’invecchiamento e migliorare la trama cutanea donando armonia, freschezza e naturalezza al volto. In ambito ricostruttivo le indicazioni del lipofilling sono molteplici, a partire dal miglioramento delle cicatrici da pregressi interventi o da ustione”. IN
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Giocare | Baseball
I cugini del
Batti e corri
testo Alberto Crescentini - foto Filippo Pruccoli e Riccardo Gallini
I Pirati del presidente Rino Zangheri in cerca di conferme; la T&A di Alberto Antolini in cerca di affermazioni. Il baseball romagnolo pensa in grande, puntando a una finale scudetto in famiglia tra Rimini e San Marino.
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Nel prossimo mese di giugno compirà 79 anni, ma a vederlo agitarsi (ed entusiasmarsi o imbestialirsi, a seconda dell’evolvere della partita) nella sua classica postazione, a due passi dalla panchina riminese, nessuno penserebbe a un anziano. D’altronde lo spirito di Cesare ‘Rino’ Zangheri è sempre lo stesso,
ne, dello slang molto ‘made in Usa’ (inning, strike, ball, catcher, pitcher, shortstop e via dicendo). Tutti i successi dei Pirati - questo il simpatico nomignolo della squadra riminese sono griffati dal ‘Pres’, uno che a sol-
levare trofei non si stanca mai, uno per il quale già un secondo posto è fonte di delusione. Ecco perché un
League, l’Olimpo del baseball pro statunitense, si annuncia come un califfo, ndr). Abbiamo abbandonato la pista dei venezuelani, dei dominicani. Buoni giocatori, per carità, ma un po’ facili alle distrazioni: spiaggia, birra, donne... a Rimini l’offerta non manca. Da qui la decisione di svoltare, con la speranza
Obiettivo scudetto alla portata delle squadre romagnole di quando nell’ormai remoto 1973, poco più che quarantenne, andava a sedersi sulla tolda di comando del Baseball Rimini (www.baseballrimini.net), alla presidenza di un club che con lui fece un repentino salto di qualità, passando dall’anonimato all’élite del ‘batti e corri’ italiano. Rimase come folgorato da questa disciplina prettamente americana, lo sport della mazza e del guanto-
tipo così non può accontentarsi di vivacchiare. “Sono due, tre anni che le cose vanno e non vanno - attacca ‘Rino’ -. Gli allenatori fatti in casa non sono stati capaci di tenere la squadra, i risultati non sono venuti e adesso abbiamo cambiato registro. Il nuovo manager, Larry Olenberger, è un americano, così come sono americani alcuni stranieri (e Josh Phelps, con le sue 465 gare in Major
di non avere più questi problemi”. Il campionato è appena cominciato e l’obiettivo, per i Pirati, è solo uno: lo scudetto, quel tricolore che non fa
tappa in riva all’Adriatico dal 2006. “Quest’anno vinciamo noi - è categorico Zangheri. Penso che il team sia competitivo, dobbiamo anche recuperare il pubblico, che in questi ultimi tempi si è un po’ diradato, complice pure la massiccia dose di
IBL, una sfida per otto Sono sempre 8 le squadre coinvolte nell’IBL (Italian Baseball League), massima espressione del nostro ‘batti e corri’. Nella geografia del torneo c’è tanta Emilia Romagna (oltre a Rimini e San Marino, Godo, Bologna e i campioni in carica di Parma); altre regioni rappresentate sono Piemonte (Novara), Toscana (Grosseto) e Lazio, con il blasonato Nettuno. La formula prevede una prima fase di regular season che terminerà il 6 agosto, quindi le migliori quattro saranno ammesse al girone playoff di semifinale (11-27 agosto). Le due prime classificate daranno vita alla finalissima, al meglio delle 4 vittorie su 7 incontri (dal 2 al 17 settembre). www.fibs.it
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A fianco, Alberto Antolini. Sotto, i Pirati del Rimini. Nella pagina precedente, Rino Zangheri. In apertura, un’azione di gioco del Baseball Rimini.
calcio in tivù che sta ‘ammazzando’ tutti gli altri sport”. A metà maggio Rimini avrà il nuovo sindaco: cosa si sente di chiedere al futuro primo cittadino? “Di stare il più possibile vicino alle società sportive, non lasciarle isolate. Sindaco e assessori devono avere un rapporto non solo politico, ma umano”, è la legittima richiesta di Zangheri, che sente in maniera particolare la rivalità con San Marino. “Fino a poco tempo fa eravamo in armonia, poi ci hanno portato via i giocatori (Chapelli e Avagnina sono saliti sul Titano, De Biase è finito invece ai Pirati, ndr). “E allora è guerra”, si fa battagliero il presidente. “Mi dispiace che ‘Rino’ la pensi così. Io non mi sento assolutamente in guerra con Rimini”, ribatte Alberto Antolini, dirigente di una T&A (www.sanmarinobaseball. com) che è stata costruita pensando in grande, con mire giustificate in
campionato come in Coppa Campioni. Ad allenare c’è sempre Doria-
Tanti trofei in bacheca Era un grigio 2 novembre, anno di grazia 1975, quando il Baseball Rimini catturava il suo primo, storico scudetto in un recupero al ‘Gianni Falchi’ di Bologna. Da allora la società adriatica ha collezionato altri 10 titoli tricolori, salendo sul tetto d’Italia in vari periodi (1979, 1980, 1983, 1987, 1988, 1992, 1999, 2000, 2002 - quello della mitica stella - e 2006). Molto più avaro il raccolto in campo internazionale, con ‘appena’ 3 Coppe dei Campioni in bacheca: il primo sorriso in Spagna nel 1976, quindi altri acuti nel ‘79 e nell’89, con il digiuno europeo che si protrae dunque da 22 anni. Più recenti i successi di San Marino, che prima ha conquistato una Coppa dei Campioni (2006) poi ha messo le mani sullo scudetto, nel 2008.
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no Bindi, ormai un’istituzione a San
Marino, mentre il nuovo gm è quel Mauro Mazzotti che a più riprese ha
lavorato - come tecnico - proprio a Rimini. D’altronde gli ex si sprecano in questa sfida tra ‘vicine di casa’, con lo stesso Antolini che per tanti anni è stato il braccio destro di Zangheri nei Pirati. “Rimini ha messo assieme una gran squadra, la vedo tra le favorite insieme a Nettuno”. E San Marino? Con Thiago Da Silva che può ‘tirare’ in gara3 è stata sistemata l’unica, vera lacuna tecnica del recente passato, quella relativa ai lanciatori italiani. “La T&A finisce quarta”, è la scaramantica risposta di Antolini, che in cuor suo auspica invece una finale scudetto in famiglia, con Rimini e San Marino protagoniste. “Sarebbe bellissimo”, ammette Alberto. Intanto ci sono gustosi antipasti in regular season, con il calendario che mette di fronte le ‘cugine’ alla quarta giornata, vale a dire dal 5 al 7 maggio per le tre partite dell’andata e dal 14 al 16 luglio per il trittico del ritorno. IN
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Navigare | Reggini sailing team
Quell’Audi...
col vento in
Poppa
testo Franco Cavalli - foto Filippo Pruccoli
Reggini sailing team Andrea, Francesco e Branko pronti a bissare i successi della scorsa stagione, quando divennero campioni del mondo di vela con il loro Melges 20.
Onde, mare, vento, ma soprattutto amicizia e una passione cullata fin da giovanissimi, che riesce ad unire e amalgamare il tutto. E poi tante soddisfazioni, a cominciare dal titolo di campioni del mondo conquistato l’anno scorso. Ma partiamo dall’inizio. I protagonisti sono Andrea (al secolo Andrea Musone, 40 anni, imprenditore riminese, sposato e con due figli) e Francesco (Francesco Farneti, 31 anni, commercialista riminese, sposato). Ad unirli la passione per la vela e quella voglia di misurarsi con la natura, rispettandone le regole e assaporandone lo spirito. Il team nasce nel 2003 quando, assieme ad altri amici, sperimentano questa passione prima su imbarcazioni tipo il Mumm 30 (con cui vincono un titolo italiano, un’altra
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volta sono vicecampioni italiani e agguantano anche un terzo posto all’Europeo) e poi sul “Melges 20” una nuova imbarcazione monotipo nata nel 2009, categoria a cui approdano l’anno successivo. Ed è subito un successo. “Siamo arrivati primi già alla prima giornata di gare ad inizio campionato 2010 - raccontano sorridendo e senza nascondere troppo la soddisfazione - e gli avversari ce l’hanno subito fatta pagare. Abbiamo dovuto offrire da bere a tutti...”. Il Melges 20, che dà il nome alla categoria il cui campionato è promosso e sostenuto dalla Casa automobilistica Audi, è un’imbarcazione innovativa, tecnica e veloce, ma allo stesso tempo di semplice gestione, adatta ad armatori con un limitato tempo libero disponibile. I nostri protagonisti hanno infatti
una vita intensa, le loro imprese e il loro lavoro, la famiglia, i figli, gli amici. Durante la bella stagione, un fine settimana al mese, si dedicano alle gare e alla loro passione per le onde e il vento. E così l’anno scorso a Lerici, con l’imbarcazione numero 157 (nel mondo ne sono state vendute circa 200) si cimentano nella prima gara e il primo giorno si chiude con una vittoria e un distacco di almeno 4 minuti ai diretti inseguitori. La tappa di tre giorni si concluderà poi con il secondo posto assoluto. I successi sono continuati in tutte le altre tappe per culminare a fine luglio 2010, sul Lago di Garda con il titolo di campioni del mondo. A settembre, a Rimini, avrebbero potuto fare l’en plein con il titolo italiano, sfumato per un punto contro i vincitori dell’anno prima.
“Sul Lago di Garda - racconta Francesco - erano sei le nazioni in gara: gli Stati Uniti, la Francia, il Principato di Monaco, la Germania, la Svezia e l’Italia. Siamo stati primi fin dall’inizio e all’ultimo eravamo rimasti in tre a contenderci il titolo. È stato molto emozionante”. Dietro a questa squadra che vince c’è n’è un’altra. Un main sponsor che si chiama Reggini, concessionaria Audi e Volkswagen della Repubblica di San Marino. “Con Filippo Reggini - raccontano Andrea e Francesco - siamo amici da tempo, tra l’altro siamo anche ‘audisti’. Un giorno chiacchierando ci siamo detti ‘perché no?’ e alla fine la cosa ha portato bene e ora vogliamo continuare. In campo velico ci identificano ormai come i Reggini”. Riminesi, Andrea e Francesco parlano di una passione per il mare e la vela fin da piccoli. A loro si è aggiunto Branko Brcin (38 anni, sloveno, ma da tempo residente in Italia), che in squadra è entrato nel 2010. È il velista professionista del team: oltre ad aver allenato la squadra olimpionica slovena, nel 2010 con Andrea e Francesco ha conquistato anche un titolo mondiale in un’altra categoria. Ed ora per tutti e tre c’è il 2011, con tanti avversari in più ma con un’imbarcazione velocissima. Oltre al campionato italiano, tra gli obiettivi c’è l’Europeo a ottobre a Venezia e il mondiale a Miami. “Sarà dura essere a dicembre in Florida - confida Andrea - ma siamo i detentori del titolo. Vedremo…”. IN
Ph. Luca Buttò- Studio Borlenghi
Sopra, l’equipaggio Reggini impegnato in una regata. In apertura, i velisti Andrea e Francesco assieme al titolare della concessionaria Filippo Reggini.
Degustare | Raffaele Liuzzi
In tavola con
Classe e ironia
testo Stefano Rossini - foto Riccardo Gallini
Inventiva, divertente, capace di coniugare con fantasia accostamenti anche improbabili. La cucina dello chef Raffaele Liuzzi è così, intrigante e creativa. Con un impegno concreto: quello di salvare le ostriche di Cattolica.
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Maggio è il primo mese dell’anno senza “r”. Quello in cui, secondo la saggezza popolare (e nobiliare, visto il tipo di prodotto) si smette di mangiare l’ostrica. Almeno fino all’autunno. E gennaio? Non c’è “r”, ma niente panico. È solo una conseguenza della trasposizione del detto dal francese - lingua in cui fu pensato e coniato - all’italiano. Perché in francese è janvier, e tutto torna. Secondo gli appassionati d’oltralpe si gustano meglio nei mesi autunnali e invernali lasciandole riposare in primavera ed estate, quando, con l’innalzamento della temperatura dell’acqua, le
uova fecondate le rendono meno appetibili. Allora perché parlarne ora? Perché bisognerebbe approfittare di questo periodo di pausa per salvaguardare le ostriche di Cattolica, da pochi anni tornate sulle tavole e già in pericolo.
Siamo abituati ad associare l’ostrica all’Atlantico e alla Francia, principale allevatore e consumatore del pregiato mollusco, ma alcuni banchi si trovano anche nell’Adriatico. Nel 2002 si è scoperto, quasi casualmente, che uno, selvatico, si era riformato a 4 miglia dalla costa di Cattolica. L’ostrica cattolichina è di una varietà diversa rispetto
all’Atlantica. Si chiama Ostrea Edu-
lis ed è di forma piatta e allungata. Tra i primi a portarle sul piatto e valorizzarle lo chef Raffaele Liuzzi, dell’omonima Locanda. Ma
in pochi anni la voce si è sparsa e la richiesta è diventata sempre più alta, mettendo a repentaglio l’intero banco. Non essendoci regolamentazione o controlli chiunque può raccoglierle, col rischio di compromettere la produzione per l’anno successivo. Il gusto particolare, poi, le rende appetibili anche per l’estero, Spagna in testa, che ne ha fatto incetta. Cos’hanno di particolare queste ostriche? Ce ne parla lo stesso
Liuzzi. “Sono più carnose e leggermente più grasse rispetto alla variante atlan-
ristoranti in cui la cucina creativa diventa un modo per assecondare i voli pindarici dello chef in un ambiente asfittico e ingessato. Ma qui è diverso. Si percepisce una certa ironia e autoironia di fondo, come se volesse giocare proprio con i tipici cliché del ristorante “di alto livello”. “Quando ero piccolo avevo due zie - racconta - da una andavo volentieri. Potevo fare quello che volevo e stavo rilassato. Dall’altra non potevo fare nulla, c’era la plastica sul divano e mi sentivo in imbarazzo. Quando da giovane ho cominciato a frequentare i ristoranti “buoni” mi sembrava di essere tornato dalla mia zia, per cui ho deciso che il mio sarebbe stato diverso. Il ristorante è un luogo in cui si deve poter essere rilassati e godersi un’esperienza”.
Sopra, Raffaele Liuzzi all’opera. In apertura, lo chef degusta e scherza assieme al suo staff.
Ostriche locali, varietà da tutelare tica, con un retrogusto nocciolato
e un’acidità lieve. Questo è dovuto alla mancanza di correnti del mare Adriatico: l’acqua è più stagnante e le ostriche, come gli altri pesci, risentono del fondale più grasso. Una volta pescate devono essere affinate per almeno due mesi in acqua corrente, per ripulirle”. Liuzzi stesso, difensore della varietà locale, ha deciso di interrompere lo smercio per ora, nella speranza che il Comune approvi intanto qualche provvedimento di tutela. Ma le motivazioni per recarsi alla sua locanda non mancano. Sarò sincero. Non ho mai amato molto i
Elencare le iniziative con cui Liuzzi ha voluto mettere in pratica il suo pensiero sarebbe troppo lungo. Colpisce, al di là dell’ambiente, la cucina. Inventiva, divertente, capace di coniugare il territorio con la fantasia e gli accostamenti alcune volte più improbabili. Il gioco di Raffaele poggia spesso sui contrasti dolce e salato, caldo e freddo, o su piatti che si trasformano col tempo, come la ricciola affumicata fai da te, in cui i filetti di pesce sono lasciati in un piccolo infusore che continua ad affumicare man mano che si mangia, rendendo gli ultimi bocconi molto più forti dei primi. IN
I falsi passatelli, la sua ultima creazione Sono seppie in purezza servite come passatelli in un brodo di alghe marine e distillato di ostrica, gamberi rossi di Sicilia e limone candito. Il brodo viene versato sul piatto al momento. Lentamente il gusto si trasforma e diventa più iodato, appena un po’ più forte, ma il sapore del gambero rosso, dolce, subito lo riequilibra. È un gioco mescolare i sapori e accostarli, o aspettare qualche minuto per sentire come sono variati. Ma è un gioco molto intrigante, gustoso, che si pratica meglio quando anche lo chef gioca a carte scoperte. www.locandaliuzzi.com
Comporre | Alice Berni
Alla “corte” della
Valdoca
testo Marina Giannini - foto Fotoriccione
La riccionese Alice Berni è un giovane talento musicale. Ha frequentato la Hochschule fur Music di Mannheim col maestro Sidney Corbett, e vanta già partiture eseguite da diversi ensemble cameristici e orchestrali. Oggi le sue composizioni accompagnano il Caino della storica Compagnia teatrale cesenate.
Con le sue composizioni musicali assieme ai colleghi Enrico Malatesta e Luca Fusconi, ha debuttato il 13 gennaio nella prima assoluta dell’opera teatrale Caino, ultima produzione per il Teatro stabile di Torino della storica Compagnia Teatro Valdoca di Cesena. Uno tra gli
Studio e carriera Il percorso formativo della giovane riccionese non si è concluso con il conseguimento di un diploma da mettere in cornice. La parola d’ordine per Alice Berni è sperimentazione continua. Ha iniziato lo studio del pianoforte classico a 8 anni a Giocamusica di Riccione, sotto la guida dei maestri Enrico Cenci e Saverio Gallucci (Nafta). In quel contesto è nata la sua vena rock che l’ha portata ad appassionarsi alle musiche da film e, successivamente, alla musica contemporanea e di ricerca. Si è iscritta al Conservatorio di Cesena sotto la guida dei maestri Gilberto Cappelli, Leonardo Lollini e Claudio José Boncompagni. Nel 2010 si è diplomata col massimo dei voti. Ora frequenta il biennio specialistico di composizione al Conservatorio di Milano, con il maestro Alessandro Solbiati.
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spettacoli più attesi della nuova stagione teatrale, presentato in prima assoluta alle Fonderie “Limone” di Moncalieri. Una prima teatrale che ha visto il regista Cesare Ronconi e la drammaturga Mariangela Gualtieri, autrice dei testi, impegnati in due lunghi anni di lavoro e studio per la realizzazione di quest’opera. In scena due interpreti fra i più intensi del teatro italiano: Danio Manfredini nel ruolo di Caino e Raffaella Giordano in quello dell’angelo fragile. Le percussioni live e la musica elettronica della colonna sonora sono realizzate dal vivo ad ogni rappresentazione. Alice Berni, giovane musicista e compositrice riccionese, è sicura e determinata, consapevole anche che il successo passa attraverso un continuo impegno di studio. Qual
è la motivazione che ha determinato la tua scelta? “Mi sono sempre affidata alla composizione della musica come valvola di sfogo e di crescita. Fin dall’adolescenza ero
appassionata di musiche da film e di lì è nata l’esigenza di iscrivermi al Conservatorio di Cesena, perché era l’unica opportunità scolastica che mi portava in quella direzione. In seguito lo studio assiduo e le diverse esperienze mi hanno portato ad ampliare gli orizzonti e ad approdare alla musica contemporanea. Ho musicato diverse esposizioni di artisti famosi, tra cui la personale di pittura dell’artista Enrico Graziani, presso il Castello degli Agolanti a Riccione”. Essere stata scelta nello staff del Caino quale emozione ti ha trasmesso? “Lavorare con un maestro come Cesare Ronconi e la drammaturga Mariangela Guarnieri è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere e credere nelle mie potenzialità”. La tournèe tocca le principali città italiane. Le prossime date al Palazzo del Ghiaccio di Milano, dal 18 al 22 maggio. IN
Vestire | Riccione Preview
Il boulevard della
Moda
testo Marina Giannini
Luogo d’eccellenza per far nascere nuove tendenze, Riccione si presenta come formidabile laboratorio di idee, formule e progetti nel campo del fashion. L’evento firmato da Cna Federmoda.
In alto, Antonio Franceschini. Sotto, un momento del backstage.
Avviato nel 2010, il progetto si è posto l’obiettivo di andare oltre il settore moda portando nella “perla verde” mostre, eventi e workshop dedicati alla moda, al design e all’arte. Ospiti della rassegna due grandi icone che rappresentano il “progresso dell’innovazione”, come il creativo Antonio Spanedda e il sociologo scrittore e giornalista Francesco Morace, che da anni lavora nell’ambito della ricerca sociale e di mercato. Viale Ceccarini, viale Ippolito Nievo e viale Dante con l’evento “Riccione fashion boulevard” si sono trasformati per l’occasione in un set cinematografico dove si è “girato” il mondo della moda: luci, fotografi, truccatori, acconciatori hanno animato un suggestivo backstage-frontstage dove le modelle sono uscite in strada dai negozi di Ferretti, Sveva, Gaudenzi e Antonia, coinvolgendo operatori e pubblico in maniera interattiva. “Vogliamo che la moda scenda dal piedistallo ed entri a contatto con la gente”, ha annunciato il direttore artistico Roberto Corbelli. “Per quanto riguarda la moda - ha spiegato Antonio Franceschini, segretario nazionale di Cna
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Federmoda che promuove l’evento -
abbiamo voluto dare importanza e valore a ciò che essa rappresenta in termini di lavoro, professionalità e ricerca. In questo progetto sono state coinvolte le realtà imprenditoriali di Riccione, per valorizzare sempre più chi investe ed opera sul territorio consolidando un comune lavoro di ricerca. La collaborazione con gli operatori dell’area centrale ha portato gli abiti degli stilisti più originali che calcano le passerelle delle capitali della moda, veri e propri rappresentanti della nuova creatività contemporanea. Il progetto “Riccione Preview” include altri appuntamenti tematici come l’esposizione di pannelli tendenza per l’estate del 2012 in viale Ceccarini con i colori, le ispirazioni, i materiali e le linee sulle macrotendenze che vengono illustrate dalla rivista “Zoom on fashion trends”, con oltre un anno di anticipo sul mercato. Riccione, inoltre, anche quest’anno partecipa ad un evento moda di livello internazionale come RiccioneModaItalia, che mette in contatto il mondo dell’innovazione e della formazione con quello del lavoro. IN
Associare | Serata di beneficenza
La musica della
Solidarietà
Lusinghiero successo per la serata di beneficenza organizzata da Ladies’ Circle, Club 41 e Round Table, con raccolta fondi a favore dell’Associazione Italiana Glicogenosi.
Il fascino di Rimini è anche questo. Una lunga scogliera in mezzo al mare e sopra un locale come sospeso sull’acqua. Una serata di beneficenza organizzata da tre club service cittadini, Ladies’ Circle, Club 41 e Round Table, ha come convocato, la sera del primo aprile scorso, oltre 300 persone al Rockisland sulla palata del porto di Rimini. La sensibilità delle persone e la musica sono stati il collante dell’evento. La Prisma Band, complesso formato da imprenditori e professionisti che suonano per diletto, ha trattenuto tutti fino a tarda notte con un programma di successi rock e pop. A presentare la serata l’eleganza e la pro-
fessionalità di Patrizia Deitos. Il risultato è stato lusinghiero, anche grazie al contributo di alcuni sponsor (Italstudio spa, Rockisland, Grandi Sistemi e Civis Augustus). Al termine della serata sono stati raccolti ben 4270 euro, come hanno comunicato i presidenti dei tre club, Simona Menghi Sar torio, Marco Tognacci e Daniele Bedogni. Questa somma contribuirà a finanziare un import ante progetto av v iato dall’Associazione Italiana Glicogenosi (w w w.aig-aig.it), relativo alla ricerca di terapie farmacologiche e cellulari per il trattamento della glicogenosi, oggi malattia rara senza cura. IN
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Prevenire | “Io non tremo”
Come controllare
la forza della testo Mariavittoria Andrini
Natura
Fino al 21 maggio si tiene a Rimini “Io non tremo”, manifestazione dedicata al tema del rischio sismico con simulazioni e corsi d’aggiornamento. Insignita anche di una medaglia del Presidente Giorgio Napolitano.
insieme ai numerosi cataclismi che ogni anno si ripropongono in tutte le parti del mondo, meritano momenti di riflessione su come imparare a conoscere ma soprattutto a convivere con questi eventi naturali. Il progetto riminese è molto articolato e prevede dibattiti, incontri, mostre e simulazioni sul rischio sismico. La Protezione Civile riminese, sempre molto attiva e disponibile, ha predisposto eser-
La manifestazione “Io non tremo” è nata con l’obiettivo di stimolare la cultura dell’attenzione e della prevenzione di eventi naturali catastrofici. Organizzata dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rimini, in collaborazione con Edurisk, settore educativo-divulgativo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, si tiene a Rimini dal 7 al 21 maggio, con appuntamenti dislocati anche a Verucchio e Coriano.
L’attualità del recente terremoto che si è verificato in Giappone,
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gneri di Rimini - è spiccatamente divulgativo e focalizza l’attenzione sugli effetti devastanti prodotti da queste calamità, sui costi sociali ed economici e sugli strumenti per prevenire, inibire e contrastare, tenendo presente che il nostro Paese è all’avanguardia nel campo della ricerca antisismica”. L’importanza dell’evento è sottolineata anche dal riconoscimento ricevuto dal Presidente della Re-
citazioni nel Parco del Fiume Marec-
pubblica Giorgio Napolitano, che
chia, dove viene allestito un campo di accoglienza in collaborazione con Associazioni di Volontariato, mentre lezioni saranno tenute dagli insegnanti, dopo specifici corsi di formazione, nel corso dell’anno scolastico e anche negli anni futuri, a mille bambini dai 6 ai 13 anni che frequentano le scuole elementari e medie della provincia. Nei giorni della manifestazione saranno tenuti, da professionisti del settore, anche corsi di aggiornamento rivolti ad architetti, geometri, ingegneri e periti edili, su come costruire le nostre città e le nostre case e per imparare a difenderci dai terremoti o, almeno, attutirne le conseguenze. “Il taglio della manifestazione - afferma Marco Manfroni (nella foto), presidente dell’Ordine degli Inge-
ha insignito la manifestazione con una prestigiosa medaglia commemorativa esprimendo “il suo convinto apprezzamento per il progetto, volto ad offrire ai diversi livelli di responsabilità e di coinvolgimento gli strumenti per comprendere, prevenire e affrontare i molteplici aspetti di una calamità naturale così è devastante”. IN