Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ -
SPECIAL DOME.
architettura e interior design
FAENZA: Villa dai due volti,
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EDITORIALE di Andrea Masotti
Quello che avete in mano è un numero speciale di IN Magazine Premium, il semestrale che dal 2005 mette a fuoco ed evidenzia le eccellenze della nostra Emilia-Romagna. Premium dà spazio a imprese e a personaggi di successo che si distinguono per un approccio innovativo al proprio settore di competenza e DOME è il titolo della sezione dedicata al design e all’architettura. Questo speciale raccoglie, come indica il sottotitolo, le più belle architetture della Romagna, narrate attraverso una selezione di articoli ospitati nel tempo sulla rivista. Accanto a questo tema portante abbiamo dato spazio ai designer – di interni e di oggetti - che danno lustro alla Romagna per il respiro internazionale della loro attività Partiamo da Faenza, con una villa dove convivono modernità e passato in un’architettura che si ispira alla lezione di Frank Lloyd Wright sull’architettura organica, quando parla di strutture che si sviluppano “dall’interno all’esterno, in armonia con le condizioni del suo essere”. A Riccione troviamo, invece, una casa museo, un buen retiro creativo conosciuto come Villa Malaspina, dal nome dei proprietari che lo fecero costruire alla fine dell’800. Ci spostiamo nell’entroterra, a Forlì, dove un’antica casa, abitata in origine da nobili casate d’origine medievale, è rinata dopo cinque anni di appassionati restauri. Parliamo poi di Claudio Pironi, architetto e designer d’origini italiane ma cresciuto a Buenos Aires, che da Forlì disegna spazi privati per clienti di tutto il mondo. A San Marino INMAGAZINE PREMIUM abbiamo una villa, ispirata alle strutture di un’imbarcazione a vela, dove gli spazi abitativi e il paesaggio circostante si compenetrano in un raffinato gioco di luci e trasparenze. Facciamo un salto indietro nel tempo a RavenLE PIÙ BELLE ARCHITETTURE DELLA ROMAGNA. na, in un palazzo d’epoca arredato in modo da fare di questa dimora un raro gioiello di antiquariato. Giampiero Bodino è un designer che ha iniziato la propria carriera nel settore auto con Giorgetto Giugiaro e arrivato ai gioielli grazie a Gianni Bulgari. A Riccione c’è una casa in collina, una villa dei pini, affacciata sul Mare Adriatico e nata sul concetto di ricordo, inteso come gioco di contrasti materialiARTICOLO SOTfra TOTITOLO antichi e moderni. A Cesena scopriamo una villa immersa nel verde dove l’architettura vive nella natura e dove il panorama si apre al Monte Titano e, all’opposto, spazia dai lidi riminesi a quelli ravennati. Roberto Semprini è il terzo designer ospitato in questo speciale, emblema del Minimal Warm, come è stato definito sulla rivista internazionale di arredamento AD. Segue Erika Calesini che, partita dalla architettura e interior design trasformazione di vecchie biciclette, ha spostato la sua attenzione sui lamFAENZA: Villa dai due volti, RICCIONE: La casa museo, padari, quelli grandi, barocchi, ricchi FORLÌ: L’attualità dell’antico, di cristalli e sfaccettature luminose. SAN MARINO: Spazi di luce. Finiamo con MA.RA.MA., nome che nasconde il designer di mobili Marcantonio Raimondi Malerba.
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INMAGAZINE PREMIUM-DOME
LO SPECIALE CON
SPECIAL DOME.
SOMMARI O
SOMMARIO DOME ARCHITET TURA E DESIGN
Editoriale
9
Accenti
12
Villa dai due volti
18
18
La modernità sposa il passato.
Spazi di luce
24
Una villa d’avanguardia.
L’attualità dell’antico
30
La filosofia del restauro.
La casa museo
36
24
Il buen ritiro creativo.
Il Settecento ritrovato
42
Il gusto della tradizione.
Villa dei pini
48
La casa in collina.
Vista sul verde
54
36
Una casa che vive nella natura.
Scala di valori
60
Sintesi di forma e materia.
Abitare l’intreccio perfetto 66 Lusso e design in campagna.
Ridisegno domestico
72
Comfort contemporaneo.
Ruota del tempo
78
Il restauro di un antico mulino.
48 10
Attico vista mare Dettagli esotici a Lido di Savio.
84
SOMMARI O
SOMMARIO DOME ARCHITET TURA E DESIGN
Claudio Pironi
90
Creare stupore e meraviglia.
Gianpiero Bodino
92
Lo splendido manufatto.
Roberto Semprini
94
Design terapia!
Erika Calesini
96
Dare anima alle cose.
Ma.Ra.Ma.
98
66
L’onirica ironia dell’artista.
“IN MAGAZINE PREMIUM” Speciale DOME Reg. al Tribunale di Forlì il 28/10/2005 n. 43 Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. - Menabò Group Redazione e amministrazione: 47122 Forlì - Via Napoleone Bonaparte, 50 tel. 0543.798463 - fax. 0543.774044 www.inmagazine.it www.menabo.com info@inmagazine.it Stampa: Grafiche MDM Forlì Direttore Responsabile: Andrea Masotti. Redazione centrale: Serena Focaccia.
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Artwork: Francesca Fantini. Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Irena Coso, Laura De Paoli, Elvis Venturini. Collaboratori: Linda Antonellini, Annalisa Balzoni, Andrea Cesaretti, Arianna Denicolò, Monica Gasperini, Gianluca Gatta, Lucia Lombardi, Rosa Mambelli, Massimo Morandi, Matteo Tosi, Antonella Zaghini. Fotografi: Foto Domenicali, Valentina Donatini, Massimo Fiorentini, Mario Flores, Riccardo Gallini, Luca Massari, Enrico Muscioni, Studio Paritani, Pietro Savorelli, Giorgio Sabatini. Chiuso per la stampa il 22/04/2016 Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine
90
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gruppo
in cooperation with
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ACCEN TI
S T I L I DI VITA AL MIC FAENZA - “Ceramica e stili di vita. Dal Barocco ai giorni nostri” è una mostra itinerante, allestita fino all’11 settembre, curata dal MIC, nel contesto del progetto europeo Ceramics and its dimension che coinvolge undici Paesi europei e che mette in mostra la storia della ceramica a partire dal ’600 nella prospettiva delle relazioni tra oggetti d’uso, sviluppo sociale e contesti geografici. Sono esposti circa duecento oggetti provenienti dai musei coinvolti, dal Museo Nazionale della ceramica “González Martí” di Valencia al “Potteries Museum & Art Gallery” di Stoke on Trent, passando per Tallin, Praga, Ljubljana e tante altre raccolte europee.
S MA R T HOUS E A L S AIE 2 01 6
RIMIN I SUN
B O LO GN A - Dopo il successo
RIM INI - Dopo il debutto in contemporanea dell’anno scorso, si rinnova dal 13 al 15 ottobre 2016, l’appuntamento con TTG Incontri, il Salone Internazionale del Turismo, con un focus sul turismo religioso, SIA GUEST, il Salone Internazionale dell’Ospitalità, con sei filoni tematici (management, breakfast show, trend, green, guru, technology), e SUN, Salone Internazionale dell’Esterno, degli Stabilimenti Balneari e dei Campeggi, suddiviso nelle sezioni Camping&Village e Mare. “Il cliente – commenta Paolo Audino, Direttore Business Unit Tourism & Transport di Rimini Fiera – vive un’esperienza complessa, che lo mette in relazione con persone, prodotti, tecnologie, soluzioni: mettere sotto lo stesso tetto il prodotto, la sua progettazione e ideazione, e l’intermediazione permette ai professionisti di cogliere tendenze e visualizzare nuovi scenari.”
della scorsa edizione, che ha contato 66.630 visitatori, il SAIE guarda all’edizione 2016 del 19-22 ottobre per rafforzare la propria posizione di riferimento per un cambiamento radicale considerato ormai necessario per un vero rilancio di un’industria delle costruzioni rinnovata e riqualificata. Se nel 2015 il
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SAIE ha inaugurato un nuovo format concentrandosi sul tema della Smart House, quest’anno il focus si amplierà alla Building and construction e si arricchirà della manifestazione ExpoTunnel, dedicata alle tecnologie per sottosuolo, e di H20, salone delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue.
Trascorriamo le ore piテケ belle in un luogo in cui tutto ティ perfetto, dove le forme sono semplici e chiare.
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ACCEN TI
S ALONE DEL MO B ILE M IL A NO - Si è svolta dal 12 al 17 aprile la 55° edizione del Salone del Mobile.Milano con 207.000 mq di superficie espositiva netta e 2.310 espositori. A riconoscimento di una tipologia di prodotto già affermata sul mercato americano, è stato lanciato quest’anno il nuovo settore xLux per dare una collocazione precisa a questo tipo di prodotto, fino alla scorsa edizione presentato diffusamente all’interno di diversi padiglioni. Da sottolineare la mostra-evento Before Design: Classic, riflessione sull’anima classica dell’abitare contemporaneo, e il cortometraggio realizzato dal regista Matteo Garrone che narra il gusto classico del Made in Italy.
L E T R E DIM ENS IO NI DI I P ERDIM E NS IONE
D ESIGN WEEK 2 016
FO R L Ì - Iperdimensione rilancia la
BOLOGNA - Dal 28 settembre al 1 ottobre 2016 si terrà il secondo appuntamento bolognese dedicato all’incontro tra designer e mondo produttivo con un programma che, tra percorsi, gallerie e palazzi inediti, animerà la città in una quattro giorni dedicata alle culture del progetto e alle industrie culturali e creative. Bologna Design Week è una manifestazione internazionale che s’inscrive nella rete delle realtà che si occupano di design dei processi e di valorizzazione del territorio ed è anche un evento culturale che si pone l’obiettivo di mappare la creatività diffusa, attivando collaborazioni inedite tra istituzioni, imprese, progettisti, università, enti di ricerca, associazioni e privati, un processo che avviene attraverso principi di co-design e di progettazione partecipata (tutti i dati sono open-source e pubblicati sul sito www.bolognadesignweek.com).
sua creazione, una chaise longue che si distingue per confort e design, con nuove personalizzazioni di colori e materiali. Si chiama Azimut ed è l’icona della startup forlivese fondata da Roberto Malaguti (nella foto). “Azimut nasce da un progetto di squadra” afferma Malaguti. “Progettiamo i prodotti nel nostro atelier, dove mescoliamo l’abilità artigianale con le competenze artistiche e tecnologiche. Questa è la caratteristica del nostro essere romagnoli e questo è quello che vogliamo raccontare al mondo attraverso le nostre creazioni”. Accanto ad Azimut, Iperdimensione propone la collezione composta dalla poltrona Zenit e dalla linea di coffee table Elica. “Un piccola gamma con cui ci proponiamo al mercato, per il quale intanto stiamo preparando alcune sorprese” prosegue ancora Malaguti. Non resta quindi che rimanere 14
connessi con l’azienda, che ha in programma una serie di eventi con cui caratterizzerà la sua presenza soprattutto nel mondo dell’arte e della cultura. I prodotti Iperdimensione possono essere acquistati contattando l’azienda su www.iperdimensione.it, oppure via email a sales@iperdimensione.it, per conoscere il punto vendita più vicino.
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FAEN Z A
VILLA DAI DUE VOLTI LA MODERNITÀ SP OSA IL PASSATO testo Lucia Lombardi - foto Pietro Savorelli
“L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce”, affermava Le Corbusier, e come dargli torto, soprattutto se ci si trova davanti alla Villa di Celle – realizzata dallo Studio Bartoletti Cicognani Architettura e Design di Faenza – in cui l’assioma esposto dal grande architetto si concretizza immediatamente davanti ai nostri occhi: una villa di campagna pensata per una giovane famiglia di quattro componenti, realizzata là dove c’era un’antica aia campestre, tipica dell’entroterra romagnolo, costituita da più strutture, come la casa colonica, il fienile, la stalla, che nella massiccia ristrutturazione sono state tra loro armonicamente riorganizzate creando un dialogo continuo e centripeto tra gli edifici e le loro funzioni rispetto all’oggi.
COL PI DI SC ENA SPAZIA L I. La scala che raccorda le stanze e lo studio verso il primo piano è semplice e geometrica, ma con ingegnosi colpi di scena che creano un raffinato gioco, come se si muovesse su se stessa nell’effetto ottico di rotazione sul ballatoio. Un intreccio continuo tra linee e materiali differenti restituisce forme astratte e divertissement tra gli elementi stessi donando movimento ai prospetti.
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NEG L I AR R E D I S I È O P TATO P E R U N A PERF E T TA FU S IO N E TR A L ’E L E ME N TO D IS EG N ATO A D HO C E R E A LIZ Z ATO A RT I G I AN A LM E N TE .
“Il nostro intervento si pone come obiettivo quello di mantenere l’aspetto degli edifici il più simile possibile all’originale – raccontano dallo studio –, ma inserendo tecnologie e sistemi costruttivi contemporanei. Un esempio fra tutti è come abbiamo risolto il tetto ventilato, mantenendolo leggero e povero con l’aspetto di un tetto tradizionale, semplicemente invertendo gli elementi, facendo uscire i travetti della ventilazione come fossero gli elementi strutturali che invece rimangono più bassi internamente, l’aria di ventilazione filtra attraverso fori posti fra un travetto e l’altro.” Un progetto totale che ha investito 1000 mq dislocati su più piani e più edifici per tre ettari di giardino valorizzando l’esistente, pur donandogli una veste moderna, e creando una sorta di doppio volto all’edificio, un Giano architettonico, uno dal volto antico, più austero, protettivo, filologicamente recuperato, l’altro arioso, moderno, luminoso, che funge da raccordo tra l’esterno e l’interno dell’edificio, giocando con la luce e le stagioni, con la mutevolezza del paesaggio circostante. Questa attenzione porta alla 21
NEL L A ST RU T T U R A A B I TAT I VA I M AT E R IA LI U T I L I Z Z AT I ST R I Z Z A N O L ’O C C HI O A L P A SSATO G RA Z I E A L AVO R A Z IO N I A NT I C HE AT T U A LIZ Z ATE .
mente ciò che dichiarava Frank Lloyd Wright, quando parlava di Architettura Organica: “Io intendo un’architettura che si sviluppi dall’interno all’esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da un’architettura che venga applicata dall’esterno”. Bartoletti e Cicognani pare abbiano assimilato molto bene la lezione del grande americano, restituendoci un progetto di grande personalità che ha saputo tener conto di questi aspetti, e fare del recupero in chiave contemporanea la propria cifra. Linee asciutte, precise ed eleganti: “Intervenire su un edificio come questo, significa per noi progettare con semplicità e senso dell’equilibrio, sottrarre anziché aggiungere, ripulire dagli eccessi sedimentati nel tempo, integrando tutto delicatamente attraverso una progettazione contemporanea ma rispettosa dei fondamenti storico tipologici,” dichiara l’architetto Luigi Cicognani. L’antica casa colonica, presente nelle mappe antecedenti al 1938, aveva un vincolo tipologico e l’obbligo di mantenere intatti tutti gli elementi che caratterizzavano l’edificio originale. Al suo interno la tipologia distributiva degli spazi è stata completamente stravolta, sviluppando su due livelli gli ambienti e collegandoli da una serie di affacci e aperture in continuo dialogo. La zona più intima e privata, quella che riguarda le stanze da letto della famiglia, è collocata nella zona più antica dell’edificio, ricostruita in cemento armato, come fosse una casa-fortezza con le sue piccole finestre, gli spazi raccolti e avvolgenti. A cui è stata donata sapientemente una luce soffusa. Un grande studio con affaccio sulla grande sala, con divani incassati, aperta sul giardino, è dotato di elementi illuminanti verticali disegnati dai progettisti stessi, insieme all’ampia libreria-arredo realizzata su misura. (da Premium n. 1/2015)
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SAN MARI N O
SPAZI DI LUCE U NA VILLA D’AVANGUARDIA testo Massimo Morandi - foto Mario Flores
G L I SP A Z I A B I TATIVI E IL PA ESA G G I O C I R C O S TA N TE SI C O M PENET R A N O I N U N R A F F I NATO G IO C O D I LU C I E T R A SP A R E N Z E .
Questa villa è situata in un terreno in leggera pendenza, appoggiata su una delle colline che affacciano sul monte Titano nella Repubblica di San Marino. L’edificio è chiuso verso la strada per aprirsi verso il giardino e il panorama: un impianto dalla forma semplice in dialogo con il paesaggio. In questa casa, progettata dall’architetto Vanda Venturi, si ha la sensazione di essere guidati dalla luce. Si è come rapiti dalla matericità delle superfici e dalla fluidità degli ambienti, in un paesaggio unico dove interno ed esterno dialogano e si compenetrano. Vanda, che opera tra Rimini e San Marino, ha fondato uno studio che, giustamente, definisce sartoriale. Segue i propri clienti passo a passo con lo stesso amore con cui ha curato i dettagli della casa. All’esterno la villa è rivestita da una pelle in zinco titanio e da intonaco veneziano chiaro. Frangisole e tapparelle in alluminio orientabili meccanicamente proteggono in maniera efficace dall’irraggiamento solare e
contribuiscono a rendere l’edificio sostenibile. Il problema dell’illuminazione è stato risolto con ampie vetrate rivolte sul paesaggio. Il giardino entra in gioco in un dentro-fuori efficace e mai scontato. Oltre il soggiorno, la terrazza disegnata a tolda di nave si protende verso la vallata e verso il mare. Parapetti in acciaio inox e pavimenti in legno fanno da cornice ad arredi fluidi in polietilene. “Mi sono ispirata all’architettura delle imbarcazioni a vela” spiega Vanda. La casa è pensata per vivere in tranquillità e poter ricevere gli amici. Il cuore di tutto il progetto è la corte aperta che caratterizza la composizione volumetrica. Viene vissuta dai proprietari come una sala da pranzo a cielo aperto, protetta dai venti e delimitata da un gazebo in acciao inox. All’interno lo sguardo è subito catturato dal magnifico panorama che si ammira da ogni stanza. L’architetto ha distribuito gli ampi spazi del piano terra in maniera funzionale, ma ciò che rende unica l’esperienza è il modo in cui la luce rivela i volumi interni e asseconda la matericità delle finiture. L’impianto ha uno sviluppo lineare. Il vero lusso è uno spazio semplice e pulito.
IL LIVING CON IL CAMINO SOSPESO E LE AMPIE VETRATE.
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Un camino sospeso ci accoglie all’ingresso. L’atmosfera è calda incline ai colori dei beige tortora e del bianco. Al piano terreno un grande open space riunisce cucina, pranzo e living le cui funzioni sono ben separate da pannelli scorrevoli. Il pavimento di tutto il piano è una stupenda superficie continua color crema, rivestita in ecomalta a base di acqua fornita da “Oltremateria”. Accanto ai mobili laccati della cucina e della sala, si ammirano poltrone “Frau”, divani “Minotti”, oggetti di design e pezzi d’arte contemporanea. L’architetto ha progettato e curato in ogni minimo dettaglio. Un sistema domotico touch screen dellla “Merten” controlla finestre e luci artificiali. L’illuminazione contribuisce alla coreografia di un ambiente accogliente e al tempo stesso sofisticato. Al centro della casa, attraverso la scala si accede alle camere, allo studio e alla zona benessere situati al piano superiore. Salendo si entra in contatto ancora una volta con l’esterno. Il bagno padronale si svela come uno scrigno prezioso. Pareti a specchio e cielo stellato amplificano i materiali preziosi e le soluzioni compositive innovative. (da Premium n. 2/2011)
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GUARDANDO LA N ATURA . La camera principale si affaccia a un balcone con parapetto in vetro. Un parquet a grandi listoni posato a spina di pesce riveste il pavimento, mentre le pareti sono chiare come nel resto della casa. Gli ambienti ancora una volta sono dotati di ampie vetrate con viste su un panorama spettacolare: le tre torri di San Marino e il mare.
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L’ATTUALITÀ DELL’ANTICO LA CONTEMP ORANEA FILOSOFIA DEL RESTAU RO testo Matteo Tosi - foto Luca Massari
U N PA L A Z ZO STO R IC O È O G G I L A D I M O RA D I U N A NU M E RO SA FA M IG LIA C HE HA U NI TO LIN E E E T EC NO LO G I E M O D E R N E A G L I A NT I C HI M ATE R IA LI.
Visitiamo un’antica casa di Forlì, un tempo abitata da nobili casate d’origine medievale, oggi recuperata e vissuta da un imprenditore della città e dalla sua numerosa famiglia, dopo cinque anni di appassionati restauri. L’atrio al piano terra ci accoglie con i due cavalli indiani in legno, l’arazzo con l’albero genealogico dei Marchesi Paulucci dal 1389 al 1724 e, dappertutto, opere d’arte e pezzi d’antiquariato, abilmente collocati, che scopriremo poi in tutti gli spazi della casa; da qui si raggiunge il primo piano, tramite lo scalone a “U” in pietra serena con la boiserie in stucco a imitazione perfetta di una pietra arenaria (originale) e col bel lampadario in vetro di Murano inizio ‘900. Altre sorprese nell’ampio salone principale dove, nascoste all’interno di quella che sembra una boiserie in legno, due scalette contrapposte servono due soppalchi ai lati opposti del grande spazio, uno dei quali permette di godere della vista dalle alte finestre poste su via Maroncelli e, all’interno, di cogliere tutto il volume della sala, i suoi arredi, il camino, i due pianoforti a coda contrapposti, il grande acquario e la palma trentennale, cui una speciale illuminazione e un software che gestisce l’umidità del terreno garantiscono le condizioni di vita. Adiacente, lo spazio della biblioteca del Paulucci, più intima, con le pareti/libreria in massello di rovere, e in alto gli affreschi recentemente restaurati da Isabella Cervetti, che raffigurano varie scene
SOPRA, LA SALA DA PRANZO E LA BIBLIOTECA CON IL TAVOLO DA BILIARDO. A SINISTRA, L’ATRIO DEL PALAZZO.
legate alla storia della casa Paulucci, (Dante che la cita nella Commedia, Fulcieri Paulucci di Calboli, eroe di guerra, la pace Ordelaffi, una celebrazione delle Arti...) La sala da pranzo, con le belle finestre che raccolgono la luce del pomeriggio è arredata con un grande tavolo antico in legno, sovrastato da un rosso lampadario di Murano e, per contrasto, con le sedie “Louis Ghost” di Kartell, sintesi ironica fra il valore contemporaneo della plastica trasparente e la stilizzazione della sedia barocca. Al piano interrato, in una cantina protetta da un cancello veneziano in ferro battuto e climatizzata per garantire al meglio temperatura e umidità, scopriamo Bordeaux e Borgogna d’annata e un polveroso Sauternes di 25 anni mentre poco oltre, attraverso una antica porta indiana si accede a una piccola spa, con piscina incassata fra i muri e le volte in mattoni e dove, in un affresco di Mario Arnaldi, sono ritratti i sei giovani di casa. In questo ambito di casa storica e con la passione crescente dei padroni per l’arte classica e il collezionismo di mobili ed oggetti di antiquariato, il rischio che possa trasformarsi in casa-museo è scongiurato dalla vivacità con cui gli spazi sono vissuti. 33
Il restauro architettonico e le soluzioni abitative, curate dall’architetto ravennate Aristide Missiroli in sinergia attiva coi padroni di casa, è stato condotto concordemente alle direttive della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici competente, secondo i dettami della contemporanea filosofia del restauro e recupero degli edifici storici: risanamento e conservazione di quanto esistente con particolare attenzione alle tecnologie originali, introduzione di quelle moderne in maniera non invasiva (come per il riscaldamento a pavimento o l’inclusione in vetri-camera degli originali vetri di alcune belle finestrate), approccio pratico, direi minimalista, alla soluzione degli interni in modo da rendere evidenti e non mimetici rispetto alle preesistenze, gli interventi strutturali, di partizione degli spazi e di arredamento. Per questo motivo i soppalchi, che nelle camere da letto ospitano i bagni, sono ripartiti con lastre di cristallo temperato e trasparente, sagomate a seguire il profilo dei soffitti a volta, affrescati, lasciando inalterata la percezione complessiva degli spazi; molto interessanti anche le scalette in lamiera d’acciaio Cor-Ten, che si svolgono senza soluzione di continuità fra alzata e pedata, solo una fuga rientrante separa la ruggine del Cor-Ten dalla calce della finitura dei muri: un’assenza di decorazione, quindi, sottolinea le differenze fra oggi e il passato. (da Premium n. 1/2009)
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SPA DOM EST IC A . Attraverso una antica porta indiana si accede a una piccola spa, con piscina incassata fra i muri e le volte in mattoni e dove, in un affresco di Mario Arnaldi, sono ritratti i sei giovani di casa.
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RI CCI ON E
LA CASA MUSEO IL B UEN RETIRO CREATIVO testo Arianna Denicolò - foto Riccardo Gallini
Conosciuto come Villino Malaspina, dal nome dei proprietari che lo fecero costruire alla fine dell’800 nel cuore di Riccione, la dimora riscopre gli antichi splendori grazie a un proprietario fuori dal comune.
La storia del villino Malaspina, gioiello architettonico che ha attraversato un periodo di abbandono, riprende nel 2011, quando ne diventa proprietario il celebre designer Giampiero Bodino, direttore creativo del gruppo Richemont, colosso del lusso numero due al mondo dopo Lvmh, che ha in portafoglio marchi quali Cartier, Van Cleef & Arpels, Piaget, Jaeger le-Coultre, Officine Panerai, Iwc, Montblanc. Giampiero Bodino, torinese, si divide tra Milano, dove lavora nella sede della Maison, e Riccione, che ha scelto tra tante cittadine della Riviera romagnola per la sua dimensione umana e, ovviamente, per il mare che lui ama particolarmente durante l’inverno, per le sue spiagge deserte, i cavalloni, il profumo...
“A me interessa la vicinanza con il mare - sottolinea il proprietario - e Riccione è davvero una città di mare. Diversa da Rimini che, dal mio punto di vista, ha due anime, una cittadina e una marina, che però non sono tra loro in relazione”. Il Villino Malaspina rappresenta dunque una sorta di buen retiro creativo: una casa di 200 metri quadrati nella quale ogni oggetto, incontrato e collezionato nel corso degli anni, racconta una sua storia; disegni, ceramiche, statue, quadri… ‘piccole cose’, come le definisce Bodino, che si parlano fra loro in un infinito gioco di rimandi e che qui hanno trovato la loro collocazione ideale. Una delle stanze più affascinanti è certamente lo studio, collocato al pian terreno. 37
Uno spazio di riflessione, il luogo dei ragionamenti, dei bozzetti, della pittura più intima… Perché la creatività di Bodino si esprime sempre in diversi aspetti, tra arte e design. E così qui nascono i suoi quadri, di grandi dimensioni, realizzati ad olio su carta o su tela. Lui che ha iniziato a disegnare da bambino e non ha mai smesso, che ha sempre saputo che avrebbe lavorato disegnando: dalle auto ai gioielli e agli orologi, non era importante il cosa ma il fatto di disegnare. Alla domanda se vi sia un angolo della casa che preferisce, il direttore creativo di Richemont risponde: “Non dovrebbe esserci. Un luogo che ci rappresenta funziona se ogni angolo ti emoziona. Quindi in assoluto non c’è: mi piacciono tutti e tutti mi trasmettono qualcosa. L’idea alla base del progetto, infatti, è che ci sia una relazione tra ogni spazio, da qualsiasi punto la si guardi”. A curare il progetto generale è stato l’architetto Mariano Mulazzani con il supporto del geometra Mirco Coli, incaricato della direzione lavori. Un connubio perfetto e molto favorevole grazie all’alchimia creatasi da subito con il committente, prima per l’impostazione stilistica poi per l’unione di due mondi che hanno dato vita ad un 38
UN A CASA DA COLLEZ I ONISTA . Il Villino Malaspina rappresenta dunque una sorta di buen retiro creativo: una casa di 200 metri quadrati nella quale ogni oggetto, incontrato e collezionato nel corso degli anni, racconta una sua storia; disegni, ceramiche, statue, quadri… ‘piccole cose’, che si parlano fra loro in un infinito gioco di rimandi e che qui hanno trovato la loro collocazione ideale.
L ’I NT E RVE N TO S I È M O SSO AT TO R N O A D U N F U LC R O D I VA LO R I I NC E NTR ATI SU L R IS P E T TO D EL L E C A R AT TE R IS TIC H E STO RI CH E D E LL’ IM MO B ILE .
intreccio molto interessante. La progettazione dell’illuminazione è stata seguita da VBO di Marisa Lazzaretti di Riccione; pareti e isolamenti sono realizzati da Artegessi di Cattolica mentre la pavimentazione e le superfici continue a base di acqua sono state eseguite da Oltremateria di San Giovanni in Marignano. La suddivisione interna ha mantenuto le caratteristiche dell’edificio scoprendo e sottolineando alcuni elementi che riportano all’origine, quali l’intonaco della parete di fondo dello studio e le travi in legno del solaio di copertura della biblioteca che, tornando visibili, hanno definito un ambiente ricco di suggestione. Per ciò che concerne tutti gli impianti, sono state utilizzate tecnologie d’avanguardia che, rimanendo ben mascherate nei solai e nelle murature, non hanno minimamente intaccato i segni decorativi con cui sono stati arricchiti gli ambienti interni: stuccature alle pareti, opere d’arte ed arredi di altri tempi, che ben si affiancano e dialogano con interventi e materiali contemporanei, quali le malte cementizie dei pavimenti in color sabbia, lo stucco bianco delle pa-
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A FIANCO, LA SERRA IN GIARDINO; SOTTO, GIAMPIERO BODINO, PROPRIETARIO DEL VILLINO MALASPINA.
reti e i tagli nei soffitti, da cui escono fasci di luce capaci di esaltare i vari ambienti e ciò che in essi è contenuto. A fare da cornice, all’esterno, è un elegante giardino ornamentale all’italiana di circa 600 metri quadrati con numerose piante, vialetti in ghiaia, una statua in bronzo degli anni ’30 proveniente da una scuola che diventa un’inedita fontana, una panchina in pietra con leoni e una nuova serra, in stile début du siécle, destinata a proteggere le piante e luogo prediletto per disegnare durante l’inverno. Un progetto affascinante ha così ridato vita a Villa Malaspina, antica abitazione trasformata in qualcosa di nuovo, che è sinonimo di un pensiero architettonico alla cui base sta il sano equilibrio tra luce e coinvolgimento, armonia e rispetto dell’ambiente. (da Premium n. 1/2014) 40
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VBORICCIONE
ph. Riccardo Gallini
DIECI ANNI DI LUCE E GRANDE BELLEZ ZA…
L’ IL LU M I NA Z I O NE È LO S T RU M ENTO P E R D EF I NI RE L’ AT M O S F ERA E D O NA RE ID ENT I TÀ A G L I SP AZ I . C ON L’ E S PERI ENZ A D I M A RI SA LA Z Z A RET T I I R I SU LTAT I S ONO SE M PRE U NI C I . Ad aprirvi le porte dello showroom di Colle dei Pini a Riccione è una solare Marisa Lazzaretti, da dieci anni rivenditore monomarca Viabizzuno e da quaranta nel settore dell’arredo illuminotecnico. Un’esperienza che trae origine nell’azienda di famiglia, specializzata nella vendita di materiale elettrico e illuminazione, e che Marisa negli anni ha arricchito con il suo tocco personale. Da qui nascono le virtuose collaborazioni con alcuni degli studi di architettura più noti. Le luci di Vboriccione illuminano ad arte location d’eccezione quali, solo per citarne alcune, Villa Sgarbi, Villa Malaspina e Hotel Tiffany a Riccione, Tenuta Mara a San Clemente, il nuovo negozio Baldinini in via Montenapoleone a Milano. Ma quali sono i motivi che spingono tanti affermati professionisti a rivolgersi a Vboriccione? Innanzitutto la
grande esperienza di Marisa, alla quale basta uno sguardo per immaginare il progetto di illuminazione più appropriato per ciascun ambiente. Poi perché è incontestabile la qualità dei prodotti, il fascino della luce d’atmosfera che sono in grado di creare, la quantità di modelli proposti per l’ar-
redo d’interno e d’esterno, nonché per il settore decorativo. Marisa Lazzaretti e il suo staff si mettono a completa disposizione degli architetti per sviluppare insieme l’idea, scendendo nel minimo dettaglio e seguendo il lavoro direttamente sul cantiere, interfacciandosi con i tecnici. Per progetti
Riccione | Via dei Pini 47 | T +39 0541 601989 | vboriccione@gmail.com
speciali, poi, si avvalgono di un team di professionisti formati direttamente dalla casa madre. Affidarsi a Vboriccione significa contornarsi di materiali preziosi che riflettono la luce accompagnandoci nei piaceri più intimi. Oggetti unici che riempiono gli occhi di grande bellezza.
RAVEN N A
IL SETTECENTO RITROVATO IL GUSTO DELLA TRADIZIONE testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini
Il sapiente restauro del palazzo d’epoca e il raffinato gusto ornamentale per i complementi d’arredo della padrona di casa fanno di questa dimora un raro gioiello di antiquariato.
Une delle più lussuose dimore ravennati si trova a Palazzo Cavalli, in via Salara a Ravenna, lungo la quale un’epigrafe riporta la scritta “Quì, ferito a morte da Francesco Maria della Rovere Duca d’Urbino, cadde il Cardinale Alidosi, il XXIV maggio del MDXI fremente di sdegno - Giulio II P.M.”. Presumibilmente proprio le stanze da letto del Cardinale Alidosi fanno ora parte del pregevole appartamento della signora Lora Savini che, insieme al fondatore dell’Ottica Gasperini, ha arredato l’ambiente con gusto e raffinatezza. Sono state modificate le altezze dei solai a seguito del restauro filologico compiuto dalla ditta del geometra Antonio Antonellini, il quale ha seguito il progetto di consolidamento architettonico,
riportando all’antico splendore anche i soffitti lignei in travi trattate a mano. Un lavoro minuzioso anche quello compiuto grazie alla Soprintendenza dei Beni Culturali, che ha curato la fase di ricerca storica e risanamento conservativo della struttura. Il Palazzo Cavalli del ‘700 s’impone così per la sobria eleganza di struttura: dall’androne d’ingresso una scala in cotto conduce al piano nobile, raffinata abitazione della signora Lora Savini, conosciuta a Ravenna per il suo impegno nelle associazioni locali. Gli ambienti più suggestivi sono la sala da pranzo e il salotto. Sontuose e scenografiche le due sale si sviluppano in altezza così da enfatizzare il soffitto cassettonato, al quale sono appesi lampadari Venini in vetro di Murano, uno dei quali 43
ideato per la Villa dei marchesi Paulucci di Cesena, di fattezza atipica perché non totalmente a motivi floreali come andava nel ‘700. Altri elementi illuminanti sono le lampade porta ceri laccate oro e verde: colori caratteristici della Venezia del ‘700, stessa provenienza dei due lampioni all’epoca erano posizionati all’ingresso dei palazzi. Al centro delle due finestre simmetriche, che bagnano di luce il salotto, il grande camino ligneo del ‘500 rivestito in foglia oro con putti. Sopra di esso un reliquiario e scatole appartenenti alla collezione di oggetti d’antiquariato della signora Lora. Ben integrate nel contesto le poltroncine in stile Luigi XV rivestite in tessuto damascato, che dialogano con le forme “libere e capricciose” degli altri elementi Rococò. Raffinato il servizio di argenti: una teiera sbalzata a mano con samovar a fiamma e, di tutt’altra origine, la collezione di vasi locali in ceramica, di cui tipico è il “bianchetto”, vaso in terracotta smaltata bianca di alto valore tradizionale nell’arte povera forése. Pezzo raro è l’armadio in noce che presenta due bandelle laterali: cosa atipica per uno stile più neoclassico, che solitamente presenta solo i due sportelli anteriori. Interessante anche la “componente olfattiva” della libreria toscana del ‘500: quando 44
ARREDAMENTO IN A RM ONIA CON I DECORI. Gli affreschi dell’attuale sala da pranzo facevano parte della stanza da letto del Cardinale, ciò si evince da emblemi religiosi che incorniciano le porte e adornano le pareti. Il ricco arredo, scelto dalla padrona di casa perché fosse in perfetta armonia con le linee architettoniche e l’esornatività dei decori pittorici, le numerose tele raffiguranti in prevalenza ritratti, i pregiati argenti e i complementi d’antiquariato, fanno dell’abitazione un raro gioiello del centro storico di Ravenna.
SA REB B E C U R IO S O SA PERE QU A N TI N EG OZ I D ’A NT I QU A R IATO, FIE R E E M E RC ATIN I A B BIA VIS ITATO LO RA P E R TR OVA R E O G G E T TI C O S Ì R IC E R C ATI.
la stanza rimane chiusa diffonde il profumo del legno di cipresso, essenza intatta anche dopo centinaia d’anni. Ci spostiamo ora nella sala da pranzo, dove svetta una imponente madia datata 1651. Su di essa un grande vassoio da portata con coperchio e basamento, in cui vi si riponeva l’acqua calda a tenere tiepido il tacchino durante il banchetto. Sulla parete un paliotto del ‘600, pannello decorativo lavorato con una tessitura in argento che, come fosse un arazzo, rivestiva la parte anteriore degli altari. I toni delicati e armonizzati delle mantovane di tessuto ricamato in oro e argento ben si sposano con lo stile rinascimentale della console, fatta di rilievi decorati a foglia oro; sul ripiano in marmo un orologio a parigina stile Impero. In cucina troviamo un insolito mobile per i piatti ricavato da un armadio “porta briglie da cavallo”, in legno zappettato a mano del ‘400; sopra di esso, un vaso cuoci fagioli proveniente dall’Umbria. Sempre in arte povera una fratina medioevale, restaurata nel ‘400, il cui legno è divenuto fossile per vetustà. Ci accingiamo ad uscire e sopra la nostra testa un maestoso lampadario votivo da
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chiesa, stile turibolo, si sposa con la pala d’altare del ‘700, ora usata come tavolino su cui appoggiare le chiavi. Connotazione insolita per cui solo il gusto raffinato dell’“oste” ha saputo coniugare la fastosità estetica di altre epoche con la funzionalità della vita odierna. Stili diversi ed epoche differenti, legate da elementi omogenei che si ripetono in ogni stanza: cinque porte del ‘700 tutte uguali (rare da trovarsi) ed eleganti tappeti persiani. Ci chiudiamo la porta alle spalle e rimane l’immagine di quegli oggetti preziosi, tessuti pregiati… il tutto legato da un fil rouge che Lora ha creato fra il carattere architettonico del palazzo d’epoca e il gusto ornamentale dei complementi d’arredo. Preziosi esempi di eleganza stilistica che non perdono la memoria del tempo. (da Premium n. 1/2011)
UN BA G NO I N ROSSO E ORO. Andiamo verso il corridoio d’ingresso e, passando davanti al bagno di servizio, salta all’occhio il rosso porpora delle pareti in stucco veneziano… la specchiera ottocentesca riflette il sapore di un epoca di lusso e sfarzo, come i candelabri d’argento ricoperti in foglia d’oro che accolgono all’entrata.
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Concept Store Marocchi è il luogo d’incontro per i professionisti della progettazione e dell’arredamento. In esposizione l’alta gamma dei migliori brand italiani ed esteri: uno spazio aperto alle realizzazioni delle più importanti aziende del mondo dell’architettura per esterni ed interni.
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RI CCI ON E
VILLA DEI PINI LA CASA IN COLLINA testo Lucia Lombardi - foto Domenicali
Se il buongiorno si vede dal mattino, nel caso di Mariani è una verità assodata che ha preso corpo nel progetto riccionese della Villa dei Pini. In questo progetto vi è condensata tutta la sua filosofia progettuale, che non rimane sorda rispetto alle esigenze dei suoi futuri abitanti. “Un architetto deve essere un po’ psicologo nei confronti del committente. - dichiara Mariani. - Mackintosh suggeriva di andare a dormire a casa del cliente per entrarvi in totale sintonia. Senza essere così radicali, è sicuramente utile creare empatia, poi, però, risulta fondamentale saper trasmettere e difendere le proprie idee, imporle per non disperderne la forza iniziale.” L’architetto Mariani fa un buon uso dei ricordi del passato, mescola passioni personali e gli insegnamenti dei maestri, fa uso di una architettura spirituale e
VOLU M I SIM M ET RIC I E ARM ONIOSI. Adagiata tra pini odorosi sulla omonima collina affacciata sul mare Adriatico, realizzata per una giovane famiglia, la “villa” è costituita da due unità uguali che compongono un’unica struttura simmetrica. La casa ha un’altezza di due piani a monte e di tre piani a mare. Per meglio assecondare la pendenza del terreno in realtà i tre piani sono divisi in sei livelli (mezzi piani) sfalsati. Gli ingressi principali sono posizionati a monte.
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U NA G R A N D E S C A LA I N A C CIA IO S P A Z ZO LATO F U NG E D A G R A N D E TOT E M , A L TE M P O ST ESSO E LE M E N TO D EC O R ATIVO.
simbolica. Queste particolarità balzano subito ad uno sguardo sensibile, infatti, entrando in villa ci si trova inconsapevolmente in un labirinto odoroso, le cui pareti d’alloro schermano il prospetto dell’abitazione, il sentiero si fa surreale e ludico, come Alice nel Paese delle Meraviglie che alla meta arriva in maniera inedita. Qui il percorso emozionale porta dopo qualche istante ad uno specchio d’acqua che è piscina e laghetto al tempo stesso, ma funge da spartiacque difensivo, come un metaforico fossato, la forma insolita della piscina ricorda il simbolo dell’infinito. Come infinito è il sogno. Il sogno della vita. Al di là di esso si è traghettati attraverso l’attraversamento di un ponticello zen, che riporta la mente ai giochi di luce e rimandi del giardino di Monet a Giverny. I colpi di teatro non terminano qui: grandi tende scure in tessuto nautico calano centralmente dall’alto della facciata, nascondendo l’ingresso, come a preludere l’opera cui si parteciperà entrando. “La facciata sud è caratterizzata dal grande porticato curvo, dalla piscina e dal ponticello pedonale che guida verso gli ingressi della villa, - spiega l’architetto.- La ricerca 51
DALLE GRANDI VETRATE ESTERNE SI AMMIRA LA SCALA IN ACCIAIO CHE COLLEGA I VARI PIANI.
della simmetria e di forme classiche, nel pacato contrasto con materiali moderni, comunicano serenità in uno spazio che appare senza tempo.” Un vestibolo nero, come una sorta di scatola in lacca cinese accoglie l’ospite che si sveste degli umori esterni, in questa silenziosa anticamera ovattata si ripulisce di suoni e luce, come una grotta, un utero, che accolga l’errare quotidiano. Il viaggio verso casa come quello di Ulisse è costellato di paure, incanto e meraviglia, un gioco continuo di rimandi e contraddizioni. Rappresentato qui anche dal contrasto stilistico che il progettista con leggerezza calviniana propone. Un sensuale gioco di luci accoglie al pian terreno. “In questo spazio - spiega Mariani - si trovano gli ingressi alla villa, i dop52
pi volumi con le scale libere in acciaio spazzolato, la cucina e il pranzo. In sezione la casa è caratterizzata dalla divisione degli spazi su mezzi piani; questo per assecondare al meglio la pendenza del terreno accentuando la fusione degli spazi interni ed esterni tra loro.” L’insieme risulta rigoroso ma giocoso al tempo stesso, un’opera d’arte in cui vivere, un’idea modernista fortemente mossa da innovazione e tecnologia. Non c’è ostentazione, c’è “varietas”, contrasto pieni e vuoti, tra materiali: legno e vetro; pietra e ferro; tra costruzione umana e natura circostante. La ricerca continua è tesa al dialogo, che sia a tratti soliloquio, a tratti con il tutto o coi suoi abitanti. L’occhio dalle grandi vetrate fugge verso “l’hortus conclusus”, dove un pero da fiore segna simbolicamente il passaggio delle stagioni. I muri, le pareti giocano con i dislivelli del terreno creando campi visivi inattesi, ma misurati. In una economia degli spazi e di armonia sinergica tra le parti, tra interno ed esterno. Particolare raro nell’architettura contemporanea. Scendendo un’ampia scala in travertino romano (così come il resto dei pavimenti e dei terrazzi) si arriva al soggiorno formale che si
N E L G IA R D IN O R O MA N TIC O VI SO N O P IA N TE E S PAZ I DOVE R IC E VE R E L’O SP I T E E LU O G H I INT I M I IN C U I R IFLE T T E R E . affaccia sul parco sottostante e getta lo sguardo sul mare in lontananza. Al centro sono posizionati gli elementi tecnologici sottolineati dai volumi in zinco titanio dei camini. Scendendo ancora una mezza rampa si arriva al salotto informale (la sala giochi dei bimbi) area benessere e ospiti. Scendendo ancora alcuni gradini si arriva nel garage dal quale si accede alla centrale termica. Ritornando al piano d’ingresso, si sale la scala di acciaio per entrare nella camera padronale, rivestita in palissandro, con un’ampia vetrata rivolta verso il mare. Salendo una rampa curva si accede alle due camere da letto delle bimbe con balcone sulla piscina e a un ufficio-atelier da cui spiccano i rivestimenti dell’esterno in cedro americano, che sovrasta il cappotto termico in sughero (non è aggredibile dagli insetti, invecchia naturalmente ed è in contrasto netto con l’uso del vetro). (da Premium n. 2/2014)
LA CASA COME AUTORITRATTO
Lo studio Mariani Architetti è uno studio di progettazione fondato da Fabio Mariani nel 1992, specializzato nell’invenzione di progetti di sviluppo sostenibile, sia a livello ambientale che economico. Nato e cresciuto nella contraddizione tra un’educazione d’impresa rigorosa e pragmatica e un approccio personale e intuitivo ai problemi, ha trasformato nel tempo tale duplicità nella caratterizzazione dello studio. Il risultato è quello di “trasformare le visioni in realtà”. Seguendo il motto “architettura è natura”, l’architetto Mariani sviluppa composizioni il cui fulcro è spesso un albero a foglia caduca che rappresenta simbolicamente lo scorrere del tempo.
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CESEN A
VISTA SUL VERDE UNA CASA CHE VIVE NELLA NATURA testo Annalisa Balzoni - foto Valentina Donatini
Costruita nei primi anni Novanta questa dimora unifamiliare si erge sulle prime colline cesenati ed è immersa in un parco di diecimila metri quadrati, alcuni dei quali coltivati a vigna e ulivi che regalano alla proprietà la possibilità di una produzione privata di vino e olio. Il panorama che si può godere dall’ampio giardino spazia su tutta la Riviera romagnola: dai lidi ravennati fino a Rimini e sulla destra si erge il Monte Titano di San Marino. La posizione di questa abitazione e il suo ampio e aperto panorama
sono certamente i valori più “alti” della casa. Su progetto dell’architetto Marco Peticca, la casa è stata studiata in modo tale da integrarsi alla collina, senza disturbare l’equilibrio rurale. Primaria importanza è stata data al paesaggio circostante, tanto che i muri perimetrali vengono tagliati per garantire e creare tra interno e esterno un effetto osmotico con la natura circostante. Oserei dire che non si può parlare di finestre, o di grandi vetrate, ma di tagli, come cornici di un quadro, su tutte le pareti.
L’ A BITA Z IO N E S I IN S E R IS C E IN M O D O S ILE N Z IO S O N E LLA C O R N IC E N ATU R A LE , QU A S I N A S C O S TA TR A LE C O LLIN E . Il volume di questa residenza risulta dalla intersezione di due corpi rettangolari posti a “L” e da un terzo corpo centrale, pressoché quadrato, ruotato di quarantacinque gradi rispetto alla direzione dei bracci della “L”. La rotazione dei volumi avviene attorno a un “perno” centrale, un pilastro che costituisce la struttura formale e statica dell’edificio che ben si nota all’ingresso del grande salone. Esso rappresenta il fulcro della composizione insieme al volume che delimita la scala. La parte residenziale si sviluppa su due livelli di poco sfalsati; i servizi sono interrati, seminterrati e posti nei volumi del sottotetto. La struttura risulta essere in cemento armato; i paramenti murari in blocchi di laterizio intonacati; grande copertura in coppi, al cui interno si sviluppa un sottotetto in cemento armato a vista ampio e ben studiato che attraverso un ballatoio si affaccia sul grande salone, a cui è 56
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collegato attraverso una scala rivestita in marmo bianco, inondata dalla luce naturale proveniente dal grande lucernaio posto in copertura come a creare una sorta di rapporto e collegamento con il cielo. Inoltre il corpo scale con la sua copertura vetrata, percepito dall’esterno, costituisce l’asse di rotazione dei tre volumi della casa e ne segna le tre direzioni di sviluppo. Le falde del tetto, molto sporgenti dalle murature, sono in parte sorrette da pilastri a tronco di cono ed offrono riparo e ombra, dando alla composizione architettonica una sensazione di movimento, percepito anche dalla forma quasi “stellare” della stessa copertura. Finiture esterne in travertino, mentre all’interno le pavimentazioni sono in marmo bianco e legno a doghe lunghe, visibili nel grande salone che si incontra entrando. Il grandissimo soggiorno “terra e cielo” dona una sensazione di enorme spaziosità, arredato con gusto, ottenuto unendo arredi moderni, come le bellissime sedute, con oggetti in stile classico dalle linee semplici e pulite, come il bel tavolo romagnolo nella zona pranzo, il trumò che precede la zona notte, con inseriti anche mobili tibetani e indiani: il tutto viene impreziosito da opere d’arte sia classiche che contemporanee, tra cui la “casina” del pittore Carlo Cola, e alcune tavole realizzate dallo stesso proprietario. (da Premium n. 2/2014) 58
UN O SGUARDO SULLA ROM A G NA . Immersa nel verde delle colline cesenati, una villa che si fonde con l’ambiente e che lo accoglie dinamicamente nei suoi spazi. Con uno sguardo affascinato e insieme distaccato su un ampio scorcio di Romagna: dai lidi ravennati fino a Rimini e sulla destra si erge il Monte Titano. La posizione di questa abitazione ed il suo ampio ed aperto panorama, sono certamente i valori più “alti” della casa.
BENESSERE DA VIVERE. TUTTO L'ANNO. Ristrutturare con le porte e finestre FINSTRAL
ph:Daniele Domenicali
FIN-PROJECT nasce dall’esigenza di coniugare in un singolo prodotto la risposta a diverse esigenze: la necessità di valori di trasmittanza termica sempre più bassi, la richiesta di profili sempre più snelli, che permettano di aumentare la superficie vetrata, e la domanda di eleganza e design contemporaneo.
TRA IL TUO SPAZIO E IL MONDO La nostra missione è rendere ogni abitazione una casa migliore in un mondo migliore dove vivere.
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Via Piratello, 58/2 - Lugo (RA) Tel. 0545 27222 lugo@edilpiu.eu
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SAN MARI N O
SCALA DI VALORI SINTESI DI FORMA E MATERIA testo Rosa Mambelli - foto Enrico Muscioni
Un appartamento di circa 200 metri quadrati posto su tre piani, precedentemente concepito secondo canoni attesi e ordinari, trasformato in uno spazio armonico e unitario. Il progetto di conversione e riadeguamento per questa abitazione di Chiesanuova è stato progettato dallo studio GA&E di San Marino (www.gae.sm) e firmato dall’architetto Enrico Muscioni, responsabile del settore Architettura dello studio sammarinese. Elemento dominante diviene la scala, originariamente relegata in una posizione talmente marginale da incidere negativamente su tutta la superficie abitabile, trascinando in maniera disordinata gli spazi circostanti. Attraverso la rotazione degli spazi funzionali, e con il preciso intento di ricollocarla idealmente in posizione baricentrica rispetto all’intero concept di progetto, la scala elicoidale ha riacquistato il suo ruolo naturale di punto focale della casa, assumendo sia formalmente che funzionalmente il valore di spina scultorea e punto di connessione dei tre livelli di abitazione. Libera dalle pareti circostanti, che la avvolgono senza soffocarla, è impreziosita per l’intera lunghezza da un lampadario di 8 metri che attraversa e illumina tutti e tre i piani. Pensato come scultura sospesa, il lampadario segna 62
GI OCARE CON G L I SPA ZI. L’idea dominante dell’intervento è caratterizzata dalla volontà di incidere in maniera profonda sullo spazio, ottenendo il massimo ampliamento con una strategia minimale. La strategia d’intervento, caratterizzata da parziali demolizioni e ricostruzioni, ha conservato le principali opere in muratura originarie valorizzando e contemporaneamente innovando gli spazi sotto un profilo funzionale, fornendo all’intero ambiente un senso generale di dilatazione della superficie abitabile, grazie al recupero di aree marginali.
L A SC A LA E LIC O ID A LE È LU C E , È VIVA : LA FO R Z A E L A P R E S E N Z A D I QU E S TO EL E M E N TO S I P E R C E P IS C E I N O G N I MO M E N TO E SP A Z I O D E LL’ A BITA Z IO N E .
con la luce l’asse distributivo dell’intera abitazione. L’ingresso è a piano terra, direttamente nell’area living, i cui elementi sinuosi e rigorosi al contempo si fondono al raggio di curvatura della scala, catturando l’attenzione di chi entra. Luce e materia, nella forma e nella sostanza, accompagnano in esperienze visive e sensoriali all’interno dell’ambiente, concepito come un vero e proprio open space in cui è protagonista la contrapposizione di pieni e vuoti, di volumi puri e linee sinuose. Gli arredi, realizzati su misura, sono concepiti come intransigenti forme geometriche e resi parte integrante del progetto nella sua complessità. Assurgono al proprio ruolo di spazi contenitori e arricchiscono l’ambiente come segni e linee che concorrono a definire atmosfere e spazi interni. La piana sagomata della zona video svolge la triplice funzione di spazio contenitore atto a nascondere alla vista tutti gli impianti audio visivi, di base ideale per l’esposizione di sculture e oggetti di design e, al contempo, scandisce e accompagna in planimetria la
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pavimentazione, rendendo fluida la forma che si fonde con le pareti e la scala. Funge anche da filtro semiaperto al disimpegno guardaroba, realizzato in vetro curvo laccato nero, che completa il gesto ondulato tipico della zona d’accesso dell’abitazione. Innovativo è l’elemento cucina: solitamente confinata in zone precise e marginali della casa, qui diventa fulcro della vita domestica, individuando nell’isola il suo elemento dominante. Concepita come un imponente monolite nero lucido, fonde la zona cottura e area living e allo stesso tempo le distingue, fungendo da filtro. L’impatto visivo diventa accogliente e rilassante grazie ai cromatismi che delimitano, insieme alle forme, gli spazi. La percezione è quella di entrare in un luogo dominato da equilibrio e “calma”, in contrapposizione al ritmo caotico del mondo esterno. L’accesso alla zona notte, posta al primo piano, è caratterizzato da uno spazio distributivo radiale, che nel preciso punto di arrivo offre una suggestiva accelerazione prospettica attraverso l’ingresso del bagno al piano. Questo spazio diviene altare espositivo di cui il lavabo in pietra è l’assoluto protagonista e al contempo dona anche qui la percezione di una dilatazione dello spazio che acquisisce maggior respiro. Questo spazio è caratterizzato da una inusuale declinazione degli elementi tradizionali - legno, pietra e vetro - valorizzati da un gioco di luci attentamente elaborato per trasformarlo in una vera e propria nicchia luminosa. (da Premium n. 2/2012)
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UN O S G U A RDO SU L L A CAMERA PA DRONA L E. Concepita come “family room”, gode della miglior vista sull’orizzonte della riviera e offre spazi per il riposo e il benessere. Lo spazio dedicato al benessere funge da testata al salottino e alla zona notte, ed è illuminato da due grandi finestre, oltre che da una luce secondaria, artificiale o naturale, proveniente dalla parete in vetro bianco che lo divide dal bagno.
vicolomercato_savignano sul rubicone
vicolomercato_savignano sul rubicone
necessaire_rimini
Progettista di interni, arreda residenze private, negozi e locali pubblici, designer di oggetti e collezioni nel campo dell’arredamento. Appassionata mente creativa, spontanea ricercatrice, i suoi progetti sono caratterizzati dalla passione ma anche dall’analisi funzionale e dal rigore progettuale, sono vestiti di ricerca di atmosfere che contaminano gli spazi, di cura dei dettagli frutto del disegno personalizzato. Insieme parte creativa e parte razionale, entrambe indispensabili per un risultato ottimale. Il progetto è un percorso: parte dalla ricerca, dall’ ascolto, passa all’ottimizzazione degli spazi in relazione alla loro funzione, poi diventa la definizione di uno stile personale, di chi lo abita, chi lo vive, chi lo lavora, infine è competenza, attenzione ed esperienza per seguirne con cura la realizzazione. Progetti >Linea Tegusto per Infinito design oggetti per la tavola. Locali pubblici: >Nécessaire bottega gourmet club rimini - progetto di interni e immagine grafica in collaborazione con Elisabetta Angelini architetto >Vicolomercato a Savignano sul Rubicone, >Solymar ristorante Riccione, >JOY emotions store Le Befane.
residenza privata Home office: Piazza Carracci, 1 | Santarcangelo di Romagna | 47822 RN Italia | info@cristinazanni.com | +39 340 30 57 871
LUGO
ABITARE L’INTRECCIO PERFETTO LUSSO E DESIGN IN CAMPAGNA testo Annalisa Balzoni - foto Valentina Donatini
In un’antica dimora nelle campagne della Bassa Romagna convivono gusto e sensibilità contrastanti con originalità e voglia di stupire. Per un risultato di grande armonia.
Nel nostro viaggio alla ricerca delle dimore più prestigiose, siamo ospiti di un casale, originariamente dipendenza del castello locale, situato nelle campagne della bassa Romagna. Le prime pietre vengono posate nel 1420 poi, attraverso diversi accorpamenti, si è arrivati alla composizione attuale verso la fine del ’600. Dal 1600 al 1960 è stata sede di un opificio che produceva armi, appartenente ad una delle famiglie più importanti di armaioli. Dal 1992 diviene residenza degli attuali proprietari, che iniziano il recupero durato anni: viene creato lo splendido giardino che originariamente non esisteva, perché occupato da vigneti, e nella progettazione esterna vengono mantenuti i bossi, i pini e le magnolie. Il tutto vie-
ne curato dall’Arch. Maluccelli, mentre gli interni sono frutto della creatività dell’Architetto Gianluca Zoffoli. Vengono utilizzati materiali da recupero per i percorsi pedonali esterni, costituiti da pietre miliari trovate in loco, accatastate all’interno della casa. Originariamente la casa era abitata nella parte bassa, mentre nella parte alta, come nelle Barchesse Venete, si trovavano i fienili. Questi ultimi sono stati recuperati e le arcate sono state chiuse con vetrate, per consentire ai proprietari la coltivazione e conservazione delle piante di agrumi nella stagione invernale, offrendo uno sbocco romantico sul giardino sia in estate sia in autunno. Nel giardino, curato nei minimi dettagli, spicca un ulivo intrecciato 67
PA SSATO E F U T U R O, G U STO E EL EG A N Z A C O NT RA D D I ST I NG U O N O Q U E STA D I M O R A , C H E SP RI G I O NA A M O R E IN U N I NT REC C I O P ERFE T TO.
alle radici ad una pianta di fico; queste piante diventano quasi il leitmotiv di un sentimento profondo di unione tra natura e uomo, tutto si fonde, la terra nutre la natura, così come il sentimento dell’uomo nutre l’ambiente che vive, rendendo il sentimento e l’anima tangibile. La bellezza dei salici piangenti, il pergolato di viti, le tante specie di arbusti interagiscono tra di loro, e danno allo spettatore la sensazione di una forma di comunicazione intima, trasmettendo pace e riempiendo lo sguardo. Passando all’interno, troviamo il recente restauro e recupero di due zone living al piano terra. Nella prima stanza troviamo decori classici e arredi antichi, come colonne e fonti in marmo; qui spicca centrale un pozzo del ’300 con sovrastante lastra in cristallo, dominata dall’alto da uno splendido lampadario Rezzonico di Murano, il cui nome deriva dal primo lampadario realizzato, ideato e disegnato nel ‘700 per conto di una nobile famiglia veneziana – i Rezzonico appunto – ed apposto nel loro palazzo sul Canal Grande, ora museo del settecento veneziano, con il nome di Ca’ Rezzonico. Portoni originali restaurati, vetrine in cristallo che accolgono oggetti in vetro di Murano della collezione privata dei proprietari, l’altro ambiente adiacente, sempre al piano terra, è impreziosito da un camino francese di fine ’800. È la stanza dei viaggi, rifugio privato, ove spicca la bellissima seduta di Giorgetti di fine anni ’80–primi ’90, tanti og-
LA “STANZA DEI VIAGGI” CHE RIPRENDE CON ELEGANZA LO STILE ECLETTICO DELL’ABITAZIONE.
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I L GUARDI AN O DELLA CASA. Sorveglia l’ingresso una scultura di Antonio Giancaterino, scultore veneziano, opera unica, in terracotta e legno, dal titolo Il mercenario, eletta a sentinella della dimora.
getti di tanti stili miscelati, che creano un connubio particolare, uno stile eclettico che si sposa con l’anima del suo creatore. La distribuzione degli ambienti sia al piano terra sia al piano superiore, dedicati al relax e alla meditazione, sembra portare il visitatore a pensare che, nella corsa della vita, è necessario fermarsi ogni tanto e riflettere, comunicare, confrontarsi, e a volte tale invito può arrivare
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anche da un pezzo di design, come la Vis à Vis firmata Salvador Dalì, che spicca in una sala del piano superiore, posizionata di fronte a tre lastre di marmo, disposte in maniera sequenziale che sembrano rappresentare le onde del mare. Una passeggiata nel tempo, nella vita, nei ricordi e nel futuro. I colori seguono questo viaggio, nessuna parete è bianca, ogni ambiente è caratterizzato da colori che
sembrano quasi accompagnare i pensieri. Prima della sala da pranzo troviamo un altro vano relax elegante e avvolgente. La luce si diffonde nella bellissima sala da pranzo sulla quale si affaccia un ballatoio, la luce naturale penetra dalle aperture sulle pareti portanti, mentre quella artificiale nasce da uno splendido lampadario che scende dal volume che sovrasta la stanza. (da Premium n. 1/2015)
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ELEGANZA ED ESSENZIALITÀ CON I SERRAMENTI EDILPIÙ
A M M I RI A M O U NA CA SA LO S V I LU PPO D E I VOLU M I E I L G I OC O D EI MAT ERI A L I C REA NO UN A M BI ENT E A F FA S C I NA NT E E B EN I NC O RNI C I ATO D A S ERRA M ENT I D I D ES I G N. L’abitazione “House C” sorge nel centro di Imola, nel quartiere che collega il centro storico della città all’autodromo Ferrari e si snoda attraverso viali alberati e zone verdi. Il lotto su cui sorge la casa è di piccole dimensioni e l’abitazione appare come la fusione di due volumi contrastanti per materiale di rivestimento, intonaco e zinco-titanio. Il volume intonacato ricalca la forma dell’abitazione esistente tipica degli anni ’50, di forma regolare, con coperto a quattro acque e tipica struttura in muratura portante. La parte in ampliamento, ottenuto attraverso l’analisi delle strette imposizioni dei regolamenti comunali, viene enfatizzata dall’utilizzo di una parete ventilata con rivestimento in zinco-titanio, portando l’edificio a raggiungere la classe energetica A. I serramenti dell’abitazione sono stati tutti forniti da Edilpiù: finestre della serie Fin-project Finstral, porte della gamma Filomuro Garofoli, portone d’ingresso, nero laccato lucido, Silvelox e porta garage ad apertura ango-
lare, Normstahl. La volontà di creare un ambiente intimo ha generato l’esigenza di legare i volumi attraverso un cavedio interno, quasi completamente vetrato, il quale permette di portare la luce fino all’interno dell’abitazione, consentendo una chiusura parziale dell’involucro. Al piano terra si sviluppano i locali di servizio, il garage e la palestra che affaccia sul giardino. Al piano primo si disimpegnano la zona giorno e la stanza da letto padronale. Il salotto, lo studio e la cucina si
sviluppano attorno ai due lati dello spazio esterno centrale, la struttura di acciaio scandisce gli ambienti e un grande mobile di ferro sapientemente costruito da Officine 11 di Russi divide gli ambienti. Salendo le scale di ferro con pianerottoli in cemento armato, si accede all’ultimo piano, dove si trovano la camera singola e un terrazzo. La camera è uno spazio ampio dove la zona armadi, il grande tavolo disegnato e la zona letto si fondono in un unico ambiente con doppio affaccio, sia sul
Lugo | Ravenna | Imola | Forlì | www.edilpiu.eu
cavedio che verso l’esterno. Il bagno è in resina bianca, il lavabo in metallo così come le mensole ed è presente un’ampia doccia, la tinta uniforme crea un intenso effetto optical. Il terrazzo si snoda su più lati, trasformato in piacevole zona living, diventa utilizzabile in più stagioni. Il verde del bambù collega tutti gli ambienti aperti dell’“House C”, dal giardino al terrazzo. (Progetto: Pinoni+Lazzarini Architects, Faenza / Anno 2013)
RI MI N I
RIDISEGNO DOMESTICO COMFORT CONTEMP ORANEO testo Monica Gasperini - foto Mario Flores
LA REINVE NZ I O NE COMPOSIT I VA D I U NA D IMORA D I C A M P A G NA . UN INTERV ENTO D I RESTA URO I NC ENT R ATO SULLA SPERI M ENTA Z I O NE .
Un’interpretazione emozionale ha guidato la mano di Massimo del Monte nella progettazione architettonica di questa abitazione dalla forte impronta materica e dagli ambienti non convenzionali. Ha scelto materiali come cemento, ferro lasciato al naturale, legni trattati e particolari vetri per dare vita all’idea di una nuova dimora di campagna. Gli arredi sono tutti su disegno, miscelati liberamente a oggetti e luci “affettivi”, pezzi di modernariato dei proprietari, e configurano un comfort contemporaneo avvolto da pareti di colore morbido misto a crudo cemento grigio in cui sono state abolite le luci a sospensione - eccetto alcune “storiche” come il lampadario - e sostituite da suggestivi tagli di luce indiretta ricavati nei soffitti e nelle pareti. Gli ambienti si succedono e comunicano liberamente fra di loro aprendosi sul paesaggio. Il living si articola in momenti differenti: uno comprende la zona più riservata con l’impianto di home theatre e il divano in pelle nera e l’altro è dato dal camino con la poltrona bianca di fronte, simbolo fondamentale di intima convivialità. Il camino è pensato come un taglio nella parete, definito all’interno di un mobile realizzato con pannelli artistici decorati con resine e vernici a mano. Ci spostiamo e la vista è catturata da una parete trattata con cemento naturale che, come una quinta scenografica, conduce all’area più intima della casa. Sul lato destro si sviluppa la scala, impercettibile, in ferro verniciato nero che conduce al piano
OSSERVANDO I L LI VI N G. Continuazione del living è la cucina completamente realizzata in acciaio, divisa dal resto dell’area da vetri trasparenti e fumè terra tetto. Infine la zona con il tavolo da pranzo in legno scuro e lamiera nera affiancato da un mobile a tutta altezza sempre in legno e vetro retroilluminato. Lo sfondo è arricchito da morbide tende bianche, leggere, cadenti e fluttuanti.
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Che Luce è un’azienda leader nel settore dell’illuminazione tecnica e decorativa. Presente a Rimini, dispone di un innovatico showroom che propone un’ampia gamma di prodotti per l’illuminazione e complementi d’arredo dei più prestigiosi marchi di design. È presente al suo interno uno studio di progettazione, in grado di fornire le più efficaci soluzioni coniugando funzionalità, innovazione, design e risparmio energetico.
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superiore in un’area relax. Il controllo dal dettaglio alla dimensione più generale prosegue anche nella zona notte. Negli spazi privati la narrazione si affida a materiali porosi, a rilievo, declinati in texture d’ispirazione artistica supportate da giochi di vetri e specchi, restituendo la sensazione di una patina di vissuto con riflessi di luce ogni volta diversi. Scelte cromatiche che sono un continuo rincorrersi di sfumature, tra neri che diventano grigi asfalto o antracite e “bianchi” modulati in una gamma di tonalità sabbia, bronzo e rame, si coniugano con una luminosità leggera e soffusa affidata a velette da cui fuoriesce la luce. Tutto lo spazio è permeato dal piacere del “saper fare” e di piegare i materiali, anche i più semplici, a un sapiente riuso-riciclo. (da Premium n. 1/2009)
VI VERE NEL CONT EM PORA NEO. Texture materiche reinventano e animano, come un fondale - quadro, la parete della camera da letto. In questo luogo vuoto, essenziale, ma lontano dalle soluzioni minimaliste, i bagni diventano luoghi di riferimento. Qui boiserie continue, piani sfalsati in legno e pedane in ottone brunito nascondono alla vista ogni oggetto d’uso quotidiano, mentre i lavabi sono in acciaio curvato su pareti nere.
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L’eleganza senza tempo e la forma discreta sono le parole che meglio definiscono lo stile di Monica Gasperini architetto. Il lavoro è caratterizzato da un linguaggio personale, che nasconde una complessità semplificata. I progetti d’architettura e di design, apparentemente minimali, sono il risultato di una ricerca approfondita, sia di nuove tecnologie sia di materiali. I progetti che nascono sono mirati a cogliere l’essenza delle cose, a dare forma armonica a strutture funzionali, a usare volumi necessari come forma estetica, utile sì ma anche moderni e seducenti. È una ricerca sull’eleganza contemporanea che alla preparazione professionale unisce il gusto per i movimenti dell’arte e della moda, che porta a sperimentare materiali nuovi e proposte di colori. Da anni lo studio si occupa di progetti d’interni per residenze private, hotel e Spa, allestimenti per le fiere, definizione di concept per negozi di moda, ristrutturazioni di spazi industriali trasformati in loft e showroom, progettazione di spazi destinati a laboratori e uffici. Tutti i progetti sono rigorosamente scanditi da un segno sempre leggero e volumi netti e funzionali.
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CASEN TI N O
RUOTA DEL TEMPO IL RESTAURO DI UN ANTICO MULINO testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini
I N Q U ESTA PI C CO LA PA RT E D I M O ND O, È PA L P A B I L E I L FO RT I SSI M O RA P P O R TO C O N L A NAT U R A E C O N C I Ò C HE PU Ò O FFR IR E .
Il ritorno alle origini cosa significa? Se sostenuto da un sentimento fortissimo porta a scelte importanti, a radicali cambiamenti. Se poi le proprie origini hanno un rapporto stretto con la natura, con la musica del vento e le note dell’acqua, ecco che ci troviamo di fronte ad una piccola parte di paradiso. Un’oasi naturale, ricavata da un’ansa del fiume che spacca la montagna, rigogliosa di vegetazione, le cui acque hanno dato e danno energia alle pale di un antico mulino risalente al ‘400. L’antico mestiere del mugnaio - gli stessi avi del proprietario erano mugnai fin dal 1700 - l’amore per la pace e la serenità, lontano da una vita frenetica, che forse rischia di far perdere di vista il proprio senso, hanno spinto chi ci ospita ad intraprendere un viaggio meraviglioso, a realizzare un sogno mai dimenticato. È così che è rinato il mulino, è così che è tornato a funzionare, grazie anche all’intervento di Maurizio Sansavini di Forlì, il quale ha riprogettato la turbina di legno, come l’originale, dopo anni d’abbandono; si è riunito all’acqua e il risultato è a dir poco emozionante. È proprio il desiderio di provare emozioni che ci ha spinto ai confini delle foreste Casentinesi: non solo ci siamo trovati di fronte a un attento restauro ma anche a un recupero straordinario del paesaggio circostante. Il primo impianto risale al 1400, in seguito fu costruito, adiacente al primo, un altro mulino intorno al 1700, mentre la
UNA STANZA DELLA ZONA GIORNO, DOTATA DI CAMINO.
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OGGETTI D’AUTORE ph. Luca Massari
INVESTIRE IN UN SOGNO
D AL D I A LOG O VIRT U OS O T RA CU LT U RA P ROD U T T I VA E UM A NI S T I C A N A S C O NO G L I O G G ET T I D ’ AU TORE , O PERE D I D ES I G N C H E SF I D A NO I L T EM PO. L’acquisto di un oggetto può essere un ottimo investimento sia economico che emozionale, perché durerà più della nostra stessa vita; gli Oggetti d’Autore sono così, possiamo semplicemente definirli opere d’arte, frutto di ricerche sia in campo scientifico che umanistico. Perché naturalmente i grandi e i migliori prodotti di design sapranno sfidare il tempo, diventando parte della nostra storia e continuando a parlare di noi. Alla luce di questa prospettiva temporale, comprare qualcosa che costa un po’ di più ma che promette di sfidare il tempo e di diventare oggetto della memoria non è forse una scelta anche economicamente avveduta? Molto è cambiato rispetto alla condizione storica cui era legato l’operare, la reputazione e l’idea stessa del design, un settore che invece è oggi divenuto centrale nell’agire dell’impresa, nell’atteggiamento accorto del consumatore evoluto. Questo ha portato – oltre naturalmente a un’utile noto-
rietà, conoscenza e valorizzazione – ad alcune ambiguità, per cui, per esempio, talvolta lo stesso termine design è utilizzato per intendere cose differenti o contraddittorie. In tale situazione di ipercomunicazione, in grado di incidere sul mercato, capita che venga proposto come “buon design” soprattutto il prodotto facile e di immediato impatto visivo, ideale per le copertine della riviste di settore, a scapito di una chiave di lettura articolata e complessa che ne faccia emergere il carattere di approccio globale. Partiamo da una definizione: «Il vero design è tale solo quando agiscono forti interazioni fra scoperta scientifica, applicazione tecnologica, buon disegno ed effetto sociale positivo» (G. K. Koenig, Design: rivoluzione, evoluzione o involuzione?, in Ottagono, 1983). Una corrispondenza virtuosa fra culture – produttiva e progettuale, tecnica e umanistica –, capace di integrare i numerosi fattori (econo-
mici, produttivi, sociali, culturali) che concorrono alla realizzazione di un prodotto, si attua quando la produzione stabilisce interazioni con il territorio in cui è insediato. Quelli esposti sono concetti basilari per Oggetti d’Autore, showroom di oltre 2.000 mq collocato alle porte della nostra città, fin dal 2004. Il personale altamente qualificato di Oggetti d’Autore accompagna il cliente alla realizzazione del “sogno”, il sogno di personalizzare e plasmare ogni ambiente in cui vive o lavora a sua im-
Forlì | Via Martoni, 54 | Tel. 0543 724163 | info@oggettidautore.it
magine, perché diventi anche un modo di comunicare la propria vita, i propri valori e soprattutto il proprio pensiero. Questo dialogo è il principio basilare della filosofia che ha da sempre accompagnato questa azienda, che ama accogliere nei propri salotti momenti di incontro con professionisti organizzando conferenze e workshop con architetti e personalità internazionali del mondo del design. Perché “crescere” e “confrontarsi” sono sempre segni indiscussi di intelligenza e di cultura.
casa padronale risale ai primi del ‘900. L’avventura dei proprietari, invece, ha inizio nel 1995 fino al 2002, anni, questi, contrassegnati da un attento restauro degli immobili e dalla ricerca di materiali di recupero per evitare qualsiasi forma d’alterazione - nel profondo rispetto dell’antico impianto e di tutto ciò che lo contraddistingueva: dal sasso delle murature portanti, alle architravature in legno, fino agli stessi infissi esterni ed interni, risalenti al ‘700. Il restauro dell’intero complesso è stato affidato all’architetto Marco Tampieri di Faenza, collaboratore della Soprintendenza delle Belle Arti di Ravenna. Nulla è stato cambiato, tutto recuperato e ripulito dai rovi, dal fango e dall’incuria in cui versava l’intera proprietà fin dal 1960. Contornata dal fiume, l’unico accesso è rappresentato dalla strada carrabile che termina proprio all’ingresso della tenuta, qui inizia una nuova vita. Qui il tempo sembra si sia fermato, tutto è tornato all’antico splendore; sensazione che si avverte anche all’interno degli edifici, dove tutto è stato recuperato, grazie alla maestria di piccole imprese artigianali locali a conduzione familiare, che vivono con la passione e la capacità di ridare vita alle bellezze antiche del luogo. Bellissime le porte del Settecento, stupenda è l’ex stalla trasformata in zona living e ritrovo per amici dove, attraverso una parete vetrata dal forte effetto scenografico, il visitatore può vedere gli antichi cilindri del mulino; pavimentazioni lignee originali cosi come le travi del tetto. Ricercatezza, gusto, amore per le proprie origini, amore per la natura, amore per l’antico mestiere del mugnaio sono alla base di questa piccola parte di mondo. (da Premium n. 2/2011)
UN M U L INO IM M ERSO N EL VERDE. Il mulino e la casa padronale sono circondati da uno splendido parco di tre ettari e mezzo curato e progettato da Crespi di Parabiago (Mi), fondatore della Crespi Bonsai - prima azienda importatrice di bonsai in Italia - che ha saputo dare un tocco di colore e trasformare un fosso pieno di ghiaia in un laghetto artificiale, diventato anche un’oasi naturale per aironi.
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AZIMUT, NON SOLO UNA CHAISE LONGUE “Azimut è la nostra icona,” afferma Roberto Malaguti, ingegnere meccanico, designer e titolare di IPERDIMENSIONE, “e nasce da un progetto di squadra. Progettiamo tutto come in un atelier, dove mescoliamo l’abilità artigianale con le competenze artistiche e tecnologiche. Questa è la caratteristica del nostro essere romagnoli, e questo è quello che vogliamo raccontare al mondo con le nostre creazioni.”
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LI DO DI SAVI O
ATTICO VISTA MARE DET TAGLI ESOTICI A LIDO DI SAVIO testo Matteo Tosi - foto Luca Massari
“Vista Mare” è una dichiarazione di intenti, uno slogan che riassume in sé e condensa esperienze d’impresa, vita vissuta e life style di Massimo Natali, imprenditore della costa romagnola di cui visitiamo uno spazio abitativo inconsueto ed originale. Forse è un attico, forse è un loft, di certo è posto all’ultimo piano, in cima al “Vista Mare Suite”, hotel design di Lido di Savio, nato dall’intenzione di esprimere sulla spiaggia la stessa filosofia gestionale che ha fatto del Papeete Beach degli anni ‘90 prima, e poi del Caffè della Rotonda (col suo ristorante Zafferano), il meeting point più trendy e raffinato di Milano Marittima. E con l’hotel condivide spazi, atmosfera e l’intenzione, dichiarata, di essere orientato e proiettato verso il mare, con una attitudine e una modalità che deriva dalle esperienze di viaggio e di soggiorno in località di mare di tutto il mondo, in cui all’esperienza della vacanza si associava la curiosità dell’imprenditore. Dalla “Voile Rouge” anni ‘80 di Saint Tropez, a Miami, a Cape Town, a Punta del Este, capitale del turismo di élite uruguaiano, al nord Africa di Marrakesh, alle Mauritius, con ancora fresca nella memoria l’immagine di quel cameriere che sembrava camminare sull’acqua... Questi 86
UN RI FUGI O SU L L ’A DRIAT IC O. Gli spazi abitativi più importanti agli ultimi piani sono affacciati sull’Adriatico e con esso dialogano, lasciando entrare dalle pareti a tutto vetro, senza quasi filtrarla, la luce di nord est. All’attico, nella stanza padronale questa luce s’infrange, fin dalle prime ore dell’alba, su una testata letto in mosaico oro di Sicis, dettando così il ritmo della giornata. In soggiorno, sotto la copertura curva in abete sbiancato, simile all’interno dello scafo di una nave capovolta, domina Intrigo, divano di Fendi Casa, con alle spalle la grande libreria in cartongesso.
Q U E STO A FFA S C IN A N TE SP A Z I O FO R S E È U N AT T I C O, FO R S E U N LO F T, D I C E RTO È A LL’ U LTIM O PI A NO, IN C IMA A L “VIS TA M A R E SU ITE ”.
luoghi ed altri riferimenti culturali come gli hotel di Philippe Stark (il Delano di Miami, il Sanderson a Londra oppure il Pianeta Faena di Buenos Aires) hanno contribuito a creare lo spirito tanto della nuova struttura ricettiva e balneare che dell’appartamento padronale. Le due realtà, casa e hotel, si rispecchiano e si compenetrano: il fatto di vivere in albergo fa dei suoi clienti degli ospiti che condividono la casa, in una sorta di reinterpretazione del bed & breakfast in versione esclusiva. Lo scopo: “fare che i clienti si sentano un po’ a casa mia e molto a casa loro”, spiega Natali. Tutti gli spazi dell’hotel, a cominciare dalle sue suite, la lobby con l’american bar come il ristorante aperto anytime o la piccola ma completa spa, guardano verso il mare, dove la piscina di acqua salata con sale di Cervia, il cui bordo si confonde con l’orizzonte del mare e i morbidi king size bianchi sulla sabbia, ospitano le attività di sera sulla spiaggia, uno show dinner con consolle a bordo piscina (audio sotto controllo naturalmente) luce soft, cucina a base di pesce e un’ottima cantina, per dare emozioni “enoaudiogastronimiche”.
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Al 6° piano un altro spazio di soggiorno accoglie chi visita la casa; alla prima occhiata, attraverso la vetrata scorrevole che dà sul terrazzo si ha l’impressione di viaggiare su uno yacht diretto in Croazia; in terra una zebra vera proveniente da un recente viaggio in Sudafrica, divano di B&B Italia, una lounge chair in palissandro firmata Charles Eames, lampade di Viabizzuno e Flos, porte imbottite e rivestite in iguana di Fendi; una dominante di colori bianco-sabbia che ha il suo perché nell’amore per Marrakesh e il nord Africa. Da uno scorcio attraverso la piccola cucina passante in nicchia si intravede il bianco tavolo inconfondibile di Eero Saarinen con le sedie tulip chair. Nei bagni mosaici di Sicis e sanitari di Flaminia. Non tutti i pezzi d’antiquariato dal mondo hanno trovato posto in casa; e allora hanno contribuito a creare l’atmosfera etno-minimal degli spazi di soggiorno dell’albergo in una sintesi della filosofia dell’abitare e dello spirito imprenditoriale del padrone di casa e della sua famiglia. (da Premium n. 2/2009)
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DESI GN ER
CLAUDIO PIRONI “CREARE STUPORE E MERAVIGLIA”
Italiano d’origine, cresciuto sotto il cielo di Buenos Aires e poi ritornato in Italia dove ha scelto di esercitare la sua professione, Claudio Pironi riunisce in sé la ricchezza dei due opposti emisferi e quello sguardo aperto e plurale che rende chiaro e nitido ogni suo intervento. Nel suo studio di Forlì Claudio Pironi disegna spazi privati per clienti di tutto il mondo e oggi è anche l’architetto di concept store di brand del lusso come Philipp Plein e Casadei, collocati sia nelle capitali storiche sia in quelle emergenti della moda.
Non chiedetegli qual è il suo stile, risponderà che “ogni progetto è una storia a sé, una pagina bianca da scrivere. Non mi appoggio a sicurezze di nessun tipo”. Un approccio chiaro quello di Claudio Pironi, firma dietro alcuni dei progetti di luxury retail più noti degli ultimi anni. Pironi, che il suo stile sia proprio questo? Iniziare ogni volta da zero? “Direi di sì. Non ha senso rifugiarsi dietro alcun leitmotiv: rifuggo qualsiasi tipo di continuità nei miei progetti. L’unico punto in comune tra loro è la mia dedizione. Certo, quando si tratta di retail non si può non fare riferimento al family feeling del brand, che va tradotto nel modo più efficace e seducente possibile”. Ed è quello che lei fa dal 2013 per Philipp Plein. Una collaborazione che vi ha visti responsabili di un restyling dei loro monomarca sparsi in tutto il globo. “Ci siamo inseriti in un continuum e abbiamo dovuto apportare modifiche che, pur sostanziali, non fossero in aperta rottura con il concept precedente. Questo ci ha permesso di attuare una progressione utile a preservare l’identità di brand”. Un esempio? “L’uso della luce. Nel luxury retail devi essere catturato da un’atmosfera, da una fascinazione capace di farti immergere in un mondo. Abbiamo ridistribuito la luce all’interno dei negozi, verticalizzandola. Questo è stato il contributo che ha permesso di esaltare la brand e le collezioni, non oscurandole né lasciandole in secondo piano. La luce è sempre un elemento chiave. Per esempio nello store Plein 90
di Montecarlo abbiamo realizzato le nuove schiene degli espositori, composte da esagoni luminosi che creano una vera e propria scenografia visibile anche all’esterno del negozio”. E ha creato il concept ‘box in the box’. “Esatto. Ogni display è pensato proprio come una ‘scatola dentro una scatola’. Semplificando, si tratta di gabbie di metallo caratterizzate da plug in pensati ognuno in maniera differente per contenere ed esaltare al meglio le collezioni. Non ci siamo fermati alla forma, ma abbiamo anche dato dei nomi ai contenitori. ‘T-shirt Sanctuary’ e ‘Sneakers Beast’ per esempio”. Un lavoro che abbraccia in toto un brand e lo ritraduce al pubblico. “Progettiamo e pensiamo a tutto, dal tavolo all’illuminazione. Ogni elemento è cucito addosso al committente. Mai fatta una cosa uguale a un’altra in vita mia”. L’approccio resta identico anche per i progetti residenziali? “Sì. Ci sono due fattori fondamentali che vanno sempre combinati nel modo giusto: creatività e risposte adeguate ai bisogni. Per costruire qualcosa insieme bisogna lasciarsi andare, comunicare le proprie necessità e avere fiducia. Per questo al primo incontro per un nuovo lavoro mi presento con un semplice taccuino bianco e la mia matita. C’è una storia tutta da scrivere”. E poi? Si passa subito alla fase progettuale? “In genere sì, arrivo con un progetto già piuttosto avanzato. Chi si rivolge a me sogna di vivere o lavorare in un posto migliore,
NELLE FOTO, LA BOUTIQUE DI PLEIN OSPITATA ALL’INTERNO DEL METROPOLE SHOPPING CENTER, TEMPIO DEL LUSSO DI MONTECARLO. SPAZIO ALL’USO DEL MARMO NERO PATINATO NELLE PARETI E AL CEMENTO MODELLATO CON LINEE LEGGERE CHIARE E SCURE NEI PAVIMENTI. LE SCHIENE DEGLI ESPOSITORI SONO COMPOSTE DA ESAGONI LUMINOSI IN ACCIAIO INOX LUCIDO E METACRILATO.
adatto ai ritmi delle sue giornate e al suo stile. Il mio ruolo non è solo creativo e progettuale: devo semplificare, alleggerire, e questo richiede studio e impegno. L’architettura non è solo fare dei progetti: il nostro lavoro è affascinare, sorprendere. ‘Stupore e meraviglia’ diceva Calvino. Questo è il motore della vita”. Ascoltare è cruciale, quindi. “Non solo. Trovo fondamentale avere un profondo rispetto nei confronti di ogni progetto. Anche quella che può sembrare
una piccola modifica comporta un grande dispendio di energie e questo richiede un consistente livello di responsabilità e sensibilità. Allo stesso tempo va considerato un forte elemento di seduzione: un’idea in architettura si sviluppa non solo in senso meramente materico ma porta con sé un’illusione, una fascinazione. Chi viene da noi porta un pezzo di carbone, sta a me restituirgli un diamante”. Vale a tutti i livelli? “Nel retail va considerato anche un ulteriore fattore. Un negozio
fa parte di un profondo sistema di comunicazione: bisogna sapere esattamente cosa si vuole dire perché un sistema di valori sia comunicato in maniera potente”. Come si diventa un architetto di successo? “Ci vuole molta esperienza per iniziare a fare dei lavori degni di nota. Poi servono tre fattori: fortuna, capacità di saperla cogliere e tenacia. Mai arrendersi: lo chiedo quotidianamente ai miei giovani collaboratori e, soprattutto, a me stesso”.
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GIAMPIERO BODINO LO SPLENDIDO MANUFAT TO testo Andrea Cesaretti
Allievo di Giorgetto Giugiaro, Giampiero Bodino comincia la sua esperienza professionale nel mondo delle auto passando alla gioielleria su sollecitazione di Gianni Bulgari, che lo vuole a Roma. Nel 2002 diventa art director di Richemont e nel 2013 apre la sua maison, con sede nell’affascinante cornice di Villa Mozart, dove lo incontriamo per l’intervista.
Quali sono i valori che trasmettono i tuoi gioielli e il tuo brand? “Più che di brand, nel nostro caso parliamo di maison perché la nostra è proprio una casa. In termini di valori, quello principale è la consapevolezza che un oggetto che appartiene al mondo dell’alta gioielleria deve durare per sempre, viene tramandato ed entra a far parte della tua storia e di quella della tua famiglia. Un oggetto di alta gioielleria deve rappresentare qualcosa di più rispetto al gioiello visto semplicemente come complemento, talvolta addirittura ostentazione, o come investimento economico, ma deve avere piuttosto la presunzione di costituire un investimento emotivo.” Dove trovi l’ispirazione per le creazioni? “Non puoi sapere dove e quando nasce un’ispirazione. Può succedere durante un viaggio, leggendo un libro, guardando un oggetto, visitando una mostra. Qualsiasi cosa può far nascere un’ispirazione. Tuttavia, più che di ispirazione, mi sentirei di parlare di una modalità di approccio a quello che mi ispira e devo dire che l’arte del passato anche recente, il Novecento italiano con le sue sculture, con il lavoro del ferro, ha lasciato testimonianze di un gusto decorativo strabiliante. Devo dire che, per quanto mi riguarda, l’architettura ha un peso forte. Io resto affascinato dalle lavorazioni della pietra da costruzione in certe facciate o in certi interni, come pure dal modo in cui l’architettura ha interpretato talvolta la natura e gli animali facendoli diventare elementi di decorazione. E, fortunatamente, è un mondo di cui il nostro Paese è ricco.” (da Premium n. 2/2015) 92
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ROBERTO SEMPRINI DESIGN TERAPIA!
testo Lucia Lombardi - foto Studio Paritani
Lui è l’emblema del “Minimal Warm”, minimalismo caldo, come hanno scritto sulle pagine della rivista internazionale di arredamento AD. Uno stile dal linguaggio altamente simbolico, quello dell’architetto e designer riminese Roberto Semprini, che predilige la sintesi di forme presenti in natura o nel mondo dell’arte.
Roberto Semprini si è formato all’Università di architettura di Firenze, una città che lo ha contagiato esteticamente, donandogli un imprinting indelebile: “L’arte è la mia fede laica. Tutto il mio lavoro non è stato altro che una interpretazione parallela dell’arte. A Firenze ho vissuto una piccola ‘sindrome di Stendhal’, troppa arte in così poco spazio! - racconta ancora oggi entusiasta - Le mie lunghe passeggiate notturne per il centro storico sono servite più di cento libri di storia dell’architettura. È stato come vivere all’interno di un set cinematografico ambientato alla corte dei Medici. Nel mio monolocale sui tetti di Firenze potevo ammirare il tramonto sulla cupola di Santa Maria del Fiore e l’alba sorgere 94
dalle colline di Fiesole, un’esperienza unica e irripetibile.” La passione per il design nasce durante gli ultimi anni di università, quando incuriosito dal fervore culturale della città inizia a frequentare anche le lezioni di design all’Accademia di Belle Arti, in Piazza Brunelleschi. “Il mondo
del design in Italia è un ambiente effervescente, ricco, creativo, meritocratico, che tutto il mondo ci invidia e che da tutto il mondo attrae talenti. Purtroppo l’architettura in Italia è stata dal dopoguerra in poi il contenitore dei progetti mai realizzati, dei concorsi truccati o che non
si realizzano, della burocrazia, delle conoscenze politiche, ora, finalmente, sembra che qualcosa si stia muovendo.” Nel 1987 ha aderito al movimento Bolidista, che contemplava il design in chiave simbolica. Trasferitosi a Milano ha iniziato a scrivere per alcune riviste di design e, nel tempo, in qualità di designer e direttore artistico, ha stretto partnership importanti con: Fiam, Moroso, Alivar, Edra, Slide, Sicis, Dilmos, Pedrali, Morelato, Morfeus, Scab, Edilco, Lab 23, L2, Mastella Design, Valdichienti, Adrenalina. “Se Firenze è il luogo dove si può preparare del buon pane profumato, Milano è il grande mercato in cui poterlo vendere - chiosa consapevole.- È l’unica città in Italia che sa riconoscere e valorizzare i talenti. È il luogo al mondo che
ha più riviste, studi e scuole di design. Per chi vuol intraprendere la carriera del designer è d’obbligo passare da Milano.” Gli anni milanesi sono fervidi e forieri di grandi soddisfazioni e contatti proficui che lo portano a distinguersi a livello internazionale, è nell’anno della caduta del muro di Berlino che si aggiudica, proprio in quella Germania della svolta, il prestigioso premio TOP TEN a Düsseldorf con il progetto del divano “Tatlin” di Edra. Nel 1994 con il tavolino “Manta” per Fiam è tra i vincitori del premio Young & Design. Mentre altri suoi importanti pezzi fanno bella mostra nella collezione permanente del Montreal Museum of Decorative Arts in Canada e del New Museum of Design di Londra. Il ruolo del design oggi è per
Semprini un po’ quello che è sempre stato: “Terapeutico. Un bell’oggetto deve far star bene, deve migliorare la qualità della nostra vita a livello funzionale e psicologico. La penso come Matisse quando affermava: io sogno un’arte di equilibrio, di purezza, di tranquillità, senza un soggetto inquietante, che sia per ogni lavoratore un lenitivo simile ad una poltrona che lo riposi dalle sue fatiche.” E Semprini di poltrone se ne intende, il suo “Tatlin” è diventato un must tra le Rockstar: La cantante Madonna ne ha comperati ben tre esemplari per la sua casa di New York, utilizzandone persino sul palco nei concerti della stagione 2005. “Tatlin” è apparso in alcuni film, nonché è il soggetto per una serie di francobolli sul design italiano.
IN QUESTE PAGINE DUE CREAZIONI DI ROBERTO SEMPRINI: IL DIVANO “TATLIN” E LA SCALA “ROLLING”.
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ERIKA CALESINI DARE ANIMA ALLE C O SE
testo Antonella Zaghini
L’esperienza artistica di Erika Calesini inizia su alcune vecchie biciclette, trasformate in oggetti d’arte must have. Di recente ha scoperto di avere un’attrazione per i lampadari. Non lampadari qualsiasi, piuttosto per quelli grandi, ricchi di cristalli e sfaccettature luminose. È l’ultima tentazione della giovane artista romagnola che dalla piccola San Giovanni in Marignano si è fatta strada fra New York, Miami, Barcellona, Roma e Londra.
“È un nuovo progetto. Per i lampadari ho sempre avuto un’attrazione. Dal mio punto di vista sono elementi che riempiono la casa,” racconta Erika Calesini, una cascata di capelli color grano, occhi che sprizzano gioia e tanti sbaffi di vernice addosso portati con nonchalance. È al lavoro nel suo studio atelier di San Giovanni in Marignano e quando parla dei suoi lavori emana un’energia contagiosa. “Di recente – prosegue – mi sono avvicinata alla fotografia e ho iniziato a fotografarli. Poi mi sono detta: qui serve un tocco artistico, una foto da sola non basta, è poco. Ho sviluppato gli scatti e ho iniziato a lavorarli. Ho mixato smalti, resine all’acqua e screpolanti.” Il risultato è una nuova serie di quadri in edizione limitata, non più di venticinque copie per immagine, che fanno già parlare di sé. Sono soggetti appariscenti, scovati nelle case e ville di amici. Una prima serie di chandelier, i cui riflessi emergono da tele color amaranto, blu oltremare e nero, ha già preso la strada per Miami, destinazione la galleria Cà d’Oro con la quale da anni ha avviato una proficua collaborazione. Altre tele presto seguiranno analoghe strade. Talento e grande lavoro ne hanno fatto un’artista riconosciuta a livello internazionale, tant’è che non è raro trovare una sua opera nelle dimore di personalità e vip della cultura e dello spettacolo, in Italia e nel resto del mondo. Il suo percorso artistico inizia da Morciano di Romagna. Guarda per ore il padre fabbro lavorare il ferro. Quando è ora di decidere la scuola non ci sono dubbi: 96
si forma sui banchi dell’istituto d’arte di Pesaro Mengaroni, sezione moda e costume. Appena diplomata fa una prima esperienza collaborando con marchi di moda importanti come Aeffe e Baldinini. Dal 2005 sceglie di dedicarsi completamente all’arte, prende parte alle prime mostre collettive, di lì a poco arriveranno le personali. Sono due i punti di svolta della sua carriera artistica: il passaggio alla Biennale d’Arte di Venezia e subito dopo l’incontro con i titolari della Galleria d’arte Cà d’Oro di Roma. Alla Biennale di Venezia partecipa nel 2011, mentre in occasione dell’edizione del 2015 espone all’Officina delle Zattere. Da quel momento Erika Calesini inizia una fruttuosa collaborazione con la galleria d’arte Cà d’Oro che, oltre a Roma, ha sedi a Miami e New York. Nel 2014 arriva la chiamata da parte del gruppo Fiat, per realizzare delle auto esteticamente modificate, da esporre in occasione di importanti eventi di moda e costume. Il risultato? Tre Lancia Ypsilon che tutte noi vorremmo guidare: la prima, quella di maggiore impatto, è ricoperta interamente di paillettes (53mila, attaccate una per una), la seconda si veste con le borchie e la pelle al pari di un punk, la terza opta per il pizzo: dark su sfondo cipria. Impareggiabile. La sua maggiore qualità è vedere il bello dove la gente non vede che scarto. Il recupero, la second chance, è del resto la sua grande passione/osses-
sione. Nella sua produzione artistica ci sono temi ricorrenti. L’oggetto più importante, quello che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, è appunto la bicicletta. Prima di finire sotto le sue mani è solo della ferraglia scovata dai rigattieri insieme ad ammassi di camere d’aria, catene ed altro. Lei ci vede qualcosa, le bici rinascono a nuova luce, si colorano di bianco, rosa, oppure scelgono la versione black&white, spaziano dall’oro all’argento e si potrebbe conti-
nuare all’infinito, sono il simbolo della sua arte. Altro oggetto lavorato con costanza sono le lampade da tavolo (“Adoro la luce, mi ricorda Dio”), le basi portano un’altra sua firma: pezzi di jeans trattati e plastificati. Nelle sculture la fantasia sale in cattedra: hai visto mai un vecchio palo della luce dismesso che cosa diventa se lo rivesti con dei cristalli? Un oggetto che volentieri porteresti a casa. (da Premium n. 2/2015)
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MA.RA.MA.
L’ONIRICA IRONIA DELL’AR TI STA testo Linda Antonellini
Artista a 360 gradi, ha affrontato 11 traslochi in 10 anni ed ora ha deciso di fermarsi un attimo a “creare idee”, che trasforma in materia all’interno di un particolare laboratorio nella prima periferia di Cesena, in un ambiente luminoso che coadiuva le sue ispirazioni. Carismatico e poliedrico, Marcantonio Raimondi Malerba continua a stupirsi della sua passione per le cose che hanno per filo conduttore una storia e il tempo.
Negli oggetti recuperati e in quelli ricreati da zero c’è sempre un percorso. L’anima in legno di quello che poi è diventato il divano 18 Pillow, ad esempio, lo ha colpito in modo particolare. Su questo scheletro ha appoggiato cuscini legati, contrapponendo l’antico ad un concept moderno, comodo ed ergonomico. “Se si riesce a fare una cosa nuova con una vecchia - dice Marcantonio - soddisfa un po’ tutti, perché le cose vecchie danno sicurezza. Guardo con sospetto il design contemporaneo che il prossimo anno già stanca, perchè non ha legami con nulla se non con la sola immagine con cui viene presentato e corredato. Malerba arriva alle sue visioni con passione e riesce a raccontarle e a nutrirle. Self-container, ad esempio, è l’armadio antropomorfo che contiene gli organi: una provocazione dell’oggetto che può contenere solo se stesso, con le costole che si aprono come ante e il cuore che viene avanti come un cassetto. Nella stessa stanza il calco dal vero di un uomo che diventa un oggetto, e avendo come subìto un processo di industrializzazione regge con una mano alzata una lampadina, come fosse egli stesso elemento illuminante. Marcantonio è un designer a cui piace giocare, recuperare, raccontare storie, tutto in maniera molto istintiva. Tra le sue ultime crezioni i Sending Animals il trio casse-contenitore mucca, maiale e oca prodotte da Seletti; poi ancora una carriola che contiene una cassettiera da cui il nome di Mobile, in quanto spostabile su ruote, così come i Sassi, che divengono sedute “dadaiste” o elementi decorativi amovibili. Così i suoi oggetti ritrovano dimensioni nuove, tra sogno e realtà. (da Premium n. 2/2012) 98
ph. Fabio Giuliani
arch. Luca Gangemi Ldac | Laboratorio di Architettura Contemporanea Milano | Rimini | 339.3564094 | studio@ldac.it | www.ldac.it
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