Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - EURO 3,00
CESENA
ANGELINI
Virginia
TALENTO NOSTRANO
MARCO TUPPONI / Avvocato in papillon RICOMINCIARE / Oltre ogni ostacolo FABIO PORCELLINI / Sfida ai giganti
N° 1 FEBBRAIO/MARZO 2021
NUOVA DESTINAZIONE: CITROËN GRUPPO NRG.
FORLÌ
CESENATICO
CESENA
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EDITORIALE
SOMMARIO
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In questo numero, il forlivese Marco Tupponi e la cesenate Virginia Angelini sono i nostri personaggi di copertina: un estroso avvocato tra i massimi esperti di diritto commerciale il primo, una giovane ingegnere aerospaziale la seconda. Parliamo di arredo nautico di lusso con Diesse Arredamenti e di tre aziende della Provincia che sono ripartite dopo un devastante incendio. Incontriamo Fabio Porcellini, fondatore della startup NatLive, e inauguriamo la nuova rubrica Pet’s Amore. Intervistiamo i fratelli Faggi, uniti dal talento musicale e diamo uno sguardo alle foto scattate dai cittadini per la nuova rubrica Cartoline da. Andiamo a spasso con Lorenzo Angelini alla scoperta di Bertinoro ed entriamo dentro l’abitazione forlivese della cantante Marianne Mirage. Infine, ti suggeriamo il libro In pizza veritas per scoprire che pizza sei. Buona lettura! Andrea Masotti
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Marco Tupponi
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ESSERE
Virginia Angelini
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ARREDARE
Interni di lusso
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RICOMINCIARE
Oltre ogni ostacolo
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INNOVARE
Sfida ai giganti
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it
FOTOGRAFARE
Cartoline da Forlì e Cesena
DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Invidia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XXIII- N. 1 Chiuso per la stampa il 24/2/2021 Collaboratori: Lorenzo Angelini, Barbara Baronio, Dolores Carnemolla, Giulia Masci Ametta, Francesca Miccoli, Giorgio Pereci. Fotografi: Andrea Bardi, Andrea Bonavita, Giulia Masci Ametta, Gianmaria Zanotti.
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SCOPRIRE
La vista dal colle
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GUSTARE
E tu che pizza sei?
CONDIVIDERE
Pet’s amore
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CANTARE
La musica nel sangue Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.
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ABITARE
Ritratto di famiglia
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un'architettura dalle linee moderne inserita in un contesto di prestigio.
ANNOTARE
Distanze Critiche PODCAST
Città degli ALBERI
FORLÌ Distanze Critiche è il titolo della seconda stagione del podcast ideato dal collettivo Olvidados, un progetto di approfondimento culturale realizzato con il patrocinio dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere conversazioni contro l’isolamento sociale attraverso il confronto con personaggi del mondo della cultura, dell’arte e dello sport, per raccontare i lati inediti del loro percorso e discutere di argomenti attuali e cari alle nuove generazionazioni. Tra gli ospiti dei primi sei episodi troviamo The Andre, Marianne Mirage, Angelo Trabace, Edoardo Leo e Silvia Camporesi – immancabile anche un omaggio a Kobe Bryant – tra musica, cinema, sport, meditazione e fotografia. È possibile ascoltare il podcast gratuitamente online su Spotify, Apple e Google nel profilo “RadiOlvidados”.
CESENA La città di Cesena
CCR: l’evoluzione DEI SERVIZI CESENA Il Credito Cooperativo Romagnolo conferma la sua
presenza sul territorio proponendo nuovi servizi innovativi: Sono evoluto, il bancomat con tante funzioni in più che permette, semplicemente utilizzando la propria carta bancomat, di effettuare in autonomia e senza costi aggiuntivi la maggior parte delle operazioni che di solito si fanno agli sportelli tradizionali, come prelievi, versamenti di contanti e assegni, bonifici verso l’Italia, estratti conto e ricariche; e Sophia, che risponde in tempo reale a tutte le domande sul sito www.ccromagnolo.it e a breve anche sull’app di messaggistica WhatsApp. Una “rivoluzione gentile” che non rinuncia al contatto diretto con le persone, ma che permette di interagire con la Banca e di accedere ai servizi bancari quando, come e dove si vuole. “Un’evoluzione necessaria, oggi più che mai,” dice il presidente del CCR Valter Baraghini, “che ci permette di moltiplicare i canali di interazione con la Banca e di utilizzare meglio anche le nostre risorse interne.”
è stata riconosciuta a livello mondiale tra le 120 “città degli alberi”, una nomina ricevuta dalla Fondazione internazionale Arbor Day all’interno di un progetto che consente di far parte di una rete di città e creare punti di incontro e scambio di buone pratiche in merito alla valorizzazione del verde e delle alberature cittadine. Sono sette le città italiane nominate: oltre a Cesena, troviamo Milano, Modena, Padova, Torino, San Mango d’Aquino, Lignano Sabbiadoro. “Questo riconoscimento,” commenta l’assessore alle Politiche Ambientali Francesca Lucchi, “ci inorgoglisce ma ci induce a lavorare sempre meglio. Stiamo ultimando la progettazione del bosco urbano che si troverà nell’area compresa tra la svincolo della Secante e via Machiavelli e che vedrà, in autunno prossimo, la piantumazione di 333 alberi e oltre 5.000 arbusti, per una superficie di circa 30.000 mq.”
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IN MAGAZINE
ESSERE
Avvocato
IN PAPILLON ESTROSO E SPUMEGGIANTE, IL FORLIVESE MARCO TUPPONI È UNO DEI MASSIMI ESPERTI DI DIRITTO COMMERCIALE ED ESPONENTE DI UNA FAMIGLIA CHE HA DATO A FORLÌ INSIGNI PERSONAGGI. di Francesca Miccoli / ph Andrea Bonavita
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“Non sono certo normale!” È un’esclamazione autoironica e scanzonata a tratteggiare in poche parole quello straordinario personaggio che è Marco Tupponi, uomo curioso e pieno di grinta, autorevole e mai banale. 61 anni portati con disinvoltura, avvocato e docente universitario dall’avvincente capacità comunicativa, per mutuare un’espressione del linguaggio giovanile, il giurista forlivese è uno che spacca. Erede di una famiglia che annovera tra le sue fila avvocati, farmacisti e medici di fama, Tupponi ha avuto un destino segnato sin dai primi vagiti, a causa di un lignaggio ingombrante ma vissuto con leggerezza. “Durante l’infanzia nessuno mi ha mai chiesto di essere all’altezza ma il mio cammino era già delineato,” racconta il legale. “Non ho scelto la scuola superiore: un Tupponi - Benzoni - Nigrisoli non poteva non iscriversi al ginnasio. Ma è andata bene, studiare mi è sempre piaciuto.” Lo fa tuttora con passione, l’avvocato col papillon, diviso tra professione, docenza, famiglia e mil-
le interessi: dai viaggi allo sport, dalla convivialità alla cultura nelle sue innumerevoli declinazioni. Tante e tali passioni da far impallidire anche il più esperto di multitasking. “Si può fare tutto nella vita, è sufficiente organizzarsi e avere un po’ di incoscienza.” Ad alleggerire la quotidianità la sete di sapere e la ricerca continua di novità, oltre alla gioia di fare ciò che si ama. Anche se non lo si è scelto. “Eppure quella di avvocato era una professione inseguita nei sogni di bambino. Mio padre, ufficiale di Marina, era sempre lontano dalla famiglia, al contrario del papà di mio cugino Andrea (Benzoni, chitarrista e compositore di fama internazionale), che indossava la toga.” Tenera aspirazione o scelta di vita, Marco avvocato lo è diventato davvero, cassazionista per la precisione, ma le sue giornate non si nutrono di udienze e tribunali. “Non mi appassiona il contenzioso ma il diritto commerciale, internazionale in primis.” L’affermato studio di via Bruni fornisce assistenza integrata alle IN MAGAZINE
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IL PAPILLON È LA SUA PASSIONE. “NE POSSIEDO UN’OTTANTINA, PERSINO ALCUNI CON FANTASIA ANANAS E COCOMERI ACQUISTATI IN CAMBOGIA E VIETNAM. LI CAMBIO QUOTIDIANAMENTE, ABBINANDOLI RIGOROSAMENTE ALLE CALZE.”
IN QUESTE PAGINE, MARCO TUPPONI CON I SUOI PAPILLON, UNA DELLE SUE TANTE PASSIONI.
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IN MAGAZINE
imprese che operano a tutte le latitudini. Tra contrattualistica, diritto doganale e dei trasporti, rapporti bancari e digitalizzazione, non si trascura la formazione: dai master organizzati per il Sole 24 Ore alla redazione del manuale di diritto commerciale internazionale, edito da Giappichelli e giunto alla terza edizione, all’attività universitaria. Tupponi è docente a contratto di diritto commerciale internazionale all’Università di Macerata e di diritto dell’impresa nel biennio di specializzazione alla facoltà di Economia a Forlì. La padronanza della materia sposata alla parlantina sciolta, soprattutto empatica, finisce col coinvolgere e travolgere di entusiasmo gli studenti. “Insegnare mi piace: è una soddisfazione impagabile dare metodo e indirizzare i colleghi di domani, fornendo impulso alla cultura specifica.” Chissà cosa pensano i ragazzi quando si trovano al cospetto un docente così brillante e sui generis. “Il primo giorno
mi guardano come un marziano per via del farfallino e delle battute in dialetto romagnolo,” scherza Marco. Tra gli allievi della prima ora, anche Giuseppe De Marinis, “presentatosi che non era ancora laureato e oggi è un’autorità nel suo settore, il diritto internazionale dei trasporti”, e Alessandro Russo, oggi contitolari dello studio. “Ho una mia visione dell’avvocatura, che deve prevenire prima che curare, e del lavoro in gruppo: il nostro studio, che annovera 9 professionisti, ha una struttura all’americana. Siamo imprenditori della consulenza: non esistono clienti personali e abbiamo costituito una società a responsabilità limitata per partecipare ai bandi in tema di internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e delle singole Regioni.” L’attività con l’estero è anche sinonimo di AE, rivista trimestrale di settore inviata a un indirizzario di 8.000 cultori della materia. La vocazione cosmopolita trova terreno fertile nella vita errante condotta da Tupponi alla scoperta del mondo. “La mia famiglia ha sempre viaggiato: un’abitudine, e un privilegio, che ho conservato e oggi condivido con moglie e figli: una volta l’anno partiamo tutti assieme, sono capogruppo di Avventure nel Mondo”. Qualsiasi destinazione ha il profumo di casa grazie alla presenza della famiglia, punto saldissimo nella vita dell’avvocato, figlio unico di due autentici e irreplicabili personaggi: la mitica Lucia Benzoni, persona coltissima e altrettanto curiosa, pala
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AVVOCATO CASSAZIONISTA E DOCENTE UNIVERSITARIO. “IL MIO CAMMINO ERA GIÀ DELINEATO. UN TUPPONI BENZONI - NIGRISOLI NON POTEVA NON ISCRIVERSI AL GINNASIO. MA È ANDATA BENE, STUDIARE MI È SEMPRE PIACIUTO.”
dina delle cause giuste, sempre in trincea in difesa dei più deboli e degli alti ideali, e il papà, ufficiale della Marina mercantile, non meno geniale della consorte. Parlando dei genitori, Marco s’illumina. Una luce che si ammanta di tenerezza quando la chiacchierata scivola sui figli, i Tupponcini: Sofia, quadrata studentessa di giurisprudenza, già Governatrice di Interact, la sezione under 18 del Rotary, e il più giovane Andrea, liceale e precoce appassionato di finanza. Entrambi amanti dello
sci, sport praticato dal padre a livello agonistico in gioventù al pari di vela e atletica: carriere promettenti, troncate da un’automobilista incauto. “A 14 anni venni travolto in via Zanchini e traportato più morto che vivo in ospedale. A causa della frattura della quarta vertebra cervicale dovetti lasciare l’agonismo.” Ex presidente del Rotary Club Forlì Tre Valli, Tupponi è membro di numerose associazioni culturali: dall’Accademia dei Benigni a quella degli Incamminati, dai Filopatridi al Tribunato di Romagna, passando per l’Accademia Italiana della Cucina. Ogni conviviale è un’occasione di incontro ma anche di approfondimento e riflessione. “Amo studiare. Adoro la storia e conservo gelosamente tantissimi bandi della città di Forlì del Sette-Ottocento”. L’ultima curiosità riguarda l’inseparabile papillon. “Me ne innamorai osservando una foto dell’elegantissimo nonno materno Antonio, fucilato nel 1944 a Castrocaro dai fascisti.” Scocca-
to il dardo, nel 1983 la cravatta viene prematuramente pensionata. Nessuno strappo alla regola, nemmeno per gli impegni distrettuali del Rotary. “Grazie all’abilità di Villetta Righi del Regno delle Cravatte di Sarsina, la cravatta che accomuna tutti i rotariani del mondo è diventata un papillon! In totale ne possiedo un’ottantina, persino alcuni con fantasia ananas e cocomeri, acquistati da mia moglie in Cambogia e Vietnam. Li cambio quotidianamente, abbinandoli rigorosamente alle calze.” Uno sguardo al futuro, da vivere nell’amata Forlì, “troppo spesso bistrattata dai suoi abitanti.” costituisce l’occasione per rivisitare un’intera esistenza. “Ringrazio i miei genitori e il Signore per le possibilità che ho avuto. Se dovessi morire, potrei dire di aver fatto tutto quello che desideravo: ho avuto una vita straordinariamente piena, persino due mogli!” Improvvisamente l’avvocato si fa serio. “Nell’interregno ho vissuto un momento davvero buio, poi ho trovato Lia e si è aperto l’arcobaleno.”
IN APERTURA E QUI A LATO, TUPPONI AL CAMPUS DELL’UNIVERSITÀ DI FORLÌ, DOVE INSEGNA.
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ESSERE
Talento
NOSTRANO STUDIARE L’UNIVERSO, DA CESENATICO A LONDRA: VIRGINIA ANGELINI È UNA GIOVANE INGEGNERE AEROSPAZIALE CHE CONDUCE ANALISI DI DATI PER LE MISSIONI DELL’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA. di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti
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Da oltre 5 mesi si sta occupando della missione Solar Orbiter (orbita attorno al sole), ogni giorno scrive righe e righe di codici e analizza i dati che arrivano dallo spazio. A soli 25 anni è alla sua terza missione per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e ora che ha realizzato il suo sogno punta a Saturno, il suo pianeta preferito. Si tratta di Virginia Angelini, giovane ingegnere aerospaziale originaria di Cesenatico che da quasi due anni vive a Londra e opera presso il prestigiosissimo Imperial College dove conduce le sue analisi per la missione Solar Orbiter. Una passione quella per l’Universo che è nata in tenera età senza ragioni particolari, ma semplicemente sfogliando dei libri dedicati allo spazio. “Ho frequentato il liceo scientifico di Cesenatico e poi ho puntato su Ingegneria Aerospaziale a Forlì. Ho sempre desiderato lavorare per un’agenzia spaziale e oggi sono felice di aver raggiunto questo importante risultato. All’università le difficoltà non sono mancate: siamo partiti in 120, al secondo anno eravamo
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in 60, in tutto il corso vi erano solo 10 donne. Non mi ritengo un genio, ho lavorato sodo per arrivare dove sono ora.” Tanta tenacia e ore e ore di studio ogni giorno hanno condotto Virginia a conseguire la laurea magistrale in Ingegneria Aerospaziale con il massimo dei voti. Il quarto e quinto anno di corso sono stati complessi e interamente in lingua inglese: “Si è trattato di un corso di alto profilo e difficile,” sottolinea la Angelini, “che però mi ha permesso di abituarmi all’uso quotidiano della lingua anglosassone e a prendere confidenza con la cultura in cui oggi sono completamente immersa.” Il primo contatto con l’Imperial College avviene durante il periodo di tesi. “Sono approdata a questa, che è una delle università più prestigiose del mondo, nel 2019 per lavorare su dati e materiali indispensabili al mio progetto di tesi. Poi vi sono tornata per un colloquio di lavoro ancora prima del conseguimento della laurea magistrale. Ricordo che l’incontro era per una posizione per la quale alla fine
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non mi hanno scelta, ma questo è stato il trampolino di lancio per il mio primo incarico per l’ESA. Sono stata inserita nel team della missione internazionale Juice che, nel 2022, invierà in orbita un satellite attorno a Giove. In particolare, ho seguito assieme ad altri ingegneri aerospaziali la costruzione di un magnetometro che avrà il compito di misurare il campo magnetico del più grande pianeta del sistema solare. Uno strumento fondamentale per verificare l’eventuale presenza di oceani d’acqua sotto la superficie di alcune lune di Giove.” Virginia ha lavorato nella Clean Room dell’Imperial college, uno spazio ad accesso ultra limitato e dotato delle più alte tecnologie in ambito aerospaziale, in cui con l’ausilio di bulloni in titanio e in un’atmosfera ad aria controllata ha operato per la realizzazione del magnetometro. “Quando si parla di ingegneria aerospaziale 16
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la mente vola alle immagini di Cape Canaveral della NASA, alle missioni spaziali, ai razzi e agli astronauti. Non ho mai pensato di viaggiare fisicamente nello spazio, ma ho sempre desiderato operare per la realizzazione di macchine che aiutino l’uomo a studiare lo spazio e ad analizzare i dati che l’universo rilascia. Mi fermo spesso a riflettere su quanto siano fondamentali tali dati. La precisione della lettura delle informazioni che ricevo e che analizzo può essere determinante per altri studiosi che indagano i più diversi fenomeni. A volte,” confessa Virginia, “i dati raccolti in una settimana sono oggetto dei miei studi per interi mesi. Quando li rilascio devo essere certa di averli interpretati al meglio, perché sbagliare nel mio campo può voler dire consegnare al mondo intero dati errati che poi potrebbero condizionare altre importanti ricerche e scoperte.” Terminata la missione su Giove e
VIRGINIA VIVE DA DUE ANNI A LONDRA E OPERA PRESSO L’IMPERIAL COLLEGE. È NEL TEAM DELLA MISSIONE JUICE CHE, NEL 2022, INVIERÀ IN ORBITA UN SATELLITE ATTORNO A GIOVE. ATTUALMENTE CONDUCE LE SUE ANALISI PER LA MISSIONE SOLAR ORBITER.
intrapresa quella sull’orbita solare le è stato anche chiesto di contribuire al progetto Bepi Colombo, esplorazione di Mercurio che aiuta a raccogliere dati inerenti al Sole. “È stato in questo frangente che ho avuto l’onore di essere invitata a partecipare in maniera determinante all’analisi dei dati di Solar Orbiter. A volte mi viene domandato a che servono i codici che scrivo e i dati che analizzo: grazie
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“NON HO MAI PENSATO DI VIAGGIARE FISICAMENTE NELLO SPAZIO, MA HO SEMPRE DESIDERATO OPERARE PER LA REALIZZAZIONE DI MACCHINE CHE AIUTINO L’UOMO A STUDIARE LO SPAZIO E AD ANALIZZARE I DATI CHE L’UNIVERSO RILASCIA.”
IN QUESTE PAGINE, VIRGINIA ANGELINI, INGEGNERE AREOSPAZIALE.
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alla sonda del magnetometro che studia l’orbita del Sole ricaviamo informazioni sulle tempeste solari, il bombardamento di ioni, sullo stato di salute del Sole e sul suo processo di fusione. Per la Terra il Sole è fondamentale e studiarlo così da vicino è una responsabilità unica per me. Il team in cui sono inserita è internazionale e raccoglie molte donne. La grande apertura verso tutto ciò che è giovane, innovativo e dinamico è senza dubbio uno degli aspetti che apprezzo di più di Londra. Eventi gratuiti, musei, ristoranti e multiculturalità, accoglienza e grande valorizzazione del merito e della professionalità. Ricordo che nello stesso periodo in cui ho partecipato al colloquio a Londra che mi ha condotto all’ESA, un’azienda italiana mi aveva contattata per una posizione legata ai miei studi. Se a Londra mi è stato offerto un ot-
timo stipendio e una posizione di rilievo, in Italia mi è arrivata la proposta di un contratto da stagista per poche centinaia di euro al mese. L’Italia è la mia casa e Cesenatico mi manca, ma devo ammettere che in molti campi è ancora tanto indietro nella valorizzazione dei giovani talenti.” Se la sua giornata è caratterizzata dall’osservazione dello spazio e dei dati che esso rilascia, Virginia non trascura la sua passione per il ballo latino che ha studiato per alcuni anni, continuando però a sognare di quando potrà mettere mano a studi su Saturno. “Sono molto affascinata da questo pianeta il cui satellite Encelado è stato oggetto della mia tesi triennale. Su questo che è il sesto satellite di Saturno è stata individuata la presenza di acqua, e se mai un giorno sarà organizzata una missione si potrà andare ad analizzare l’oceano che esiste sotto la coltre di ghiaccio che circonda Encelado. Non possiamo sapere se dentro quell’oceano possano esistere forme di vita a noi sconosciute. Ma soprattutto, se ci pensiamo, non siamo al centro della Galassia e non dobbiamo escludere che vi siano altre vite e mondi, o a mondi simili al nostro. Occorre anche tener conto che potremmo anche aver già ricevuto messaggi che però ancora non sappiamo interpretare perché non ne abbiamo le competenze. C’è ancora tanto da scoprire e forse è proprio questa grande sproporzione tra noi e il grande Universo che lo rende tanto affascinante.”
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realizza tutt’ora, gran parte degli arredi dei suoi prestigiosi clienti. Questa collaborazione dalle origini ha permesso a Diesse di sviluppare un know-how esclusivo nell’arredamento di yacht, maturando precisione, velocità di esecuzione e flessibilità nei tempi e nelle fasi di costruzione.” Negli anni Diesse ha stretto collaborazione con altri stimati gruppi del mondo della nautica, quali il Gruppo Azimut-Benetti, Sanlorenzo Yacht, Sunseeker International ltd, conquistando inoltre nuovi segmenti di mercato – i mega yacht – e ampliando così la propria attività specializzandosi sempre più nel settore. Come riuscite a coniugare la produzione artigianale con l’innovazione tecnologica?
UNA REALTÀ CHE DA TRENT’ANNI SI OCCUPA DELL’ALLESTIMENTO DI INTERNI PER YACHT E MEGAYACHT DI LUSSO PER I BRAND PIÙ PRESTIGIOSI DELLA NAUTICA MONDIALE, E CHE LUNGO IL PERCORSO HA MANTENUTO VIVA LA CARATTERISTICA DELLA CONTINUA EVOLUZIONE.
“Siamo una realtà unica e distintiva e questo dualismo tra industria, tecnologia, innovazione, efficienza, organizzazione, da un lato, e artigianalità, qualità, cura dei dettagli, flessibilità, dall’altro, è connaturato.” Come fate a garantire l’eccellenza nel processo produttivo? “Abbiamo maturato negli anni un know-how esclusivo che ci permette di realizzare con estrema flessibilità le più diverse soluzioni di arredo per tutti i tipi di imbarcazioni. Questo è reso possibile da processi produttivi organizzati all’insegna della massima efficienza e qualità del prodotto finito. Il nostro obiettivo è quello
A LATO, PAOLO RAVAGLIOLI, AMMINISTRATORE UNICO DI DIESSE ARREDAMENTI.
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“ABBIAMO MATURATO NEGLI ANNI UN KNOW-HOW ESCLUSIVO CHE CI PERMETTE DI REALIZZARE CON ESTREMA FLESSIBILITÀ LE PIÙ DIVERSE SOLUZIONI DI ARREDO PER TUTTI I TIPI DI IMBARCAZIONI,” AFFERMA PAOLO RAVAGLIOLI, AMMINISTRATORE DI DIESSE ARREDAMENTI.
del miglioramento continuo attraverso l’innovazione di prodotti e servizi e attraverso un modello organizzativo efficace. Solo in questo modo possiamo offrire ai
nostri clienti la garanzia di un prodotto e di un servizio di qualità, differenziandoci dai competitor. Puntiamo molto anche sul coinvolgimento del personale.” Qual è la sfida maggiore nel campo dell’ar redamento nautico? “Per quel che ci riguarda è la capacità di mutare a seconda delle richieste del mercato. Cerchiamo di essere flessibili, dinamici ed efficienti. E continuiamo a fare il possibile per cercare di realizzare prodotti praticamente perfetti.” Nel corso di questi anni di attività qual è stata la richiesta più particolare da accontentare? “I nostri clienti sono tutti mol-
to esigenti e facciamo sempre il possibile per realizzare qualsiasi tipo di richiesta. Ogni commessa è una sfida.” I materiali utilizzati per le barche sono molto diversi da quelli utilizzati per le abitazioni? “No, ci sono solo attenzioni ai particolari tecnici e costruttivi perché il prodotto deve avere caratteristiche specifiche perché esposto ad ambiente salino e marino e ai raggi UV.” Che caratteristiche avranno le barche del futuro? “Come per tutte le cose ci sarà sempre una maggior attenzione al green e una continua crescita dell’utilizzo della tecnologia.”
IN ALTO, GLI INTERNI DEL RIVA 110 DOLCEVITA, REALIZZATI DA DIESSE ARREDAMENTI. A LATO, LA NUOVA SEDE.
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Gamma Range Rover Evoque, valori di consumo carburante (l/100 km): ciclo combinato da 2,0 a 9,6 (WLTP). Emissioni CO2 (g/km): ciclo combinato da 44 a 217 (WLTP). I valori sono indicati a fini comparativi. Gamma Discovery Sport, valori di consumo carburante (l/100 km): ciclo combinato da 2,0 a 10,1 (WLTP). Emissioni CO2 (g/km): ciclo combinato da 44 a 227 (WLTP). I valori sono indicati a fini comparativi.
Piazza Saffi 52 - FORLÌ
RICOMINCIARE
Oltre ogni
OSTACOLO C’È CORAGGIO, CUORE E TANTA SOLIDARIETÀ NELLE STORIE DI TRE AZIENDE DI FORLÌ E CESENA CHE SONO RIPARTITE, TRASFORMATE, DOPO UN DEVASTANTE INCENDIO.
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di Roberta Invidia / ph Gianmaria Zanotti
“La prima cosa da fare dopo un incendio? Guardare in faccia la realtà e affrontarla. Un terzo della nostra azienda non c’era più ma potevamo ancora contare su molte altre risorse.” Era il 13 gennaio del 2020 e un devastante incendio aveva appena distrutto 3.500 mq sugli 11.000 totali della nota azienda di borse e accessori Campomaggi & Caterina Lucchi, un gioiello di creatività e maestria tutto Made in Cesena. Uno shock difficile da raccontare, e ancor più da vivere, che però ha segnato un nuovo inizio. “Gran parte della collezione primavera estate, era già pronta ed è andata distrutta,” raccontano Caterina Lucchi e Marco Campomaggi. “Per fortuna i campionari erano su un camion che doveva partire la mattina dopo, così abbiamo potuto rifare il lavoro. Non è stato facile: dovevamo recuperare i materiali, riorganizzare gli spazi. Ci siamo fermati solo due giorni per permettere ai vigili del fuoco di bonificare l’area. La squadra era unita e sentivamo forte la necessità di farcela e quando senti questa necessità è più facile raggiungere l’obiettivo. In 20 giorni abbiamo ricostruito il lavoro di 3 mesi
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e abbiamo avuto una ondata di solidarietà di amici, fornitori, dalla città intera, che ci ha fatto capire che in questi 25 anni non abbiamo solo fatto borse: abbiamo intessuto relazioni che ci hanno sostenuto nel momento in cui ne avevamo più bisogno.” Dopo l’incendio è arrivato il lockdown e la collezione così duramente recuperata è rimasta in gran parte invenduta. C’era di che disperarsi ma ancora una volta è emersa la capacità di guardare oltre. “Io e Caterina ci siamo detti che se muri e materiali erano bruciati, la creatività e la genialità dei nostri prodotti erano ancora intatte e, anzi, era il momento di farle vedere ancora di più. Così abbiamo cominciato a raccontare ancora meglio cosa c’è dietro ogni prodotto, consapevoli che le persone oggi hanno bisogno di storie e di valide ragioni per fare un acquisto. Per la fine dell’anno speriamo saranno pronti i nuovi capannoni che serviranno per incrementare e accogliere un nuovo canale di vendita, l’e-commerce, che nel frattempo abbiamo sviluppato molto. Oggi siamo un’azienda più consapevole del nostro valore e ancora più
IN ALTO, MARCO CAMPOMAGGI E CATERINA LUCCHI NELLA LORO AZIENDA A CESENA.
Il libro di CAMPOMAGGI “La necessità è un grande vantaggio, è quello che ti permette di venir fuori. Se le persone credessero di più in loro stesse avrebbero più successo nella vita, che non vuol dire avere soldi ma riconoscere le proprie qualità e puntare su di esse.” È il filo conduttore del libro “Il rumore della necessità” che racconta proprio la storia di Marco Campomaggi partito da zero e diventato un brand di grande ispirazione. “Il libro mi ha aiutato ad affrontare ancora di più il problema dell’incendio. Dopo un disastro così devi capire se vuoi ricominciare, se ne valeva la pena di tutto il lavoro e sacrifici fatti. Ho capito che non potevo mollare, che ne valeva ancora la pena e molto.”
UN TERZO DELL’AZIENDA NON C’ERA PIÙ. IO E CATERINA CI SIAMO DETTI CHE SE MURI E MATERIALI ERANO BRUCIATI, LA CREATIVITÀ E LA GENIALITÀ DEI NOSTRI PRODOTTI ERANO ANCORA INTATTE E, ANZI, ERA IL MOMENTO DI FARLE VEDERE ANCORA DI PIÙ.
proiettata verso il futuro.” Quando il telefono ha squillato a notte fonda, Simona Buda e Gianni Casadei hanno capito subito che non si trattava di buone notizie. Nella notte tra il 30 settembre e il primo ottobre 2020, un incendio doloso aveva semi distrutto il magazzino dello stabile in viale Roma a Forlì: non un semplice punto vendita ma il quartier generale dei 12 negozi di articoli per animali domestici a marchio Robinson Pet Shop presenti in tutta la Romagna. “Se ci penso sento ancora l’odore acre del fumo. Un’esperienza traumatizzante. È stato mio marito a
prendere in mano la situazione. A dare alla squadra il coraggio che serviva per non perderci d’animo e andare avanti.” A raccontare quei momenti difficili è Simona, che 20 anni fa ha lasciato il suo lavoro da insegnante per dedicarsi completamente all’attività assieme al suo compagno di vita. “Oggi abbiamo 30 dipendenti che sono parte della nostra grande famiglia. Dopo l’incendio ci siamo seduti tutti insieme e block notes alla mano abbiamo fatto un piano per salvare il salvabile e riattivare velocemente il canale online.” Ma il peggio non era ancora passato. Pochi giorni dopo, un altro IN MAGAZINE
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ph Andrea Bonavita
LA MATRICE DOLOSA È ANCORA PIÙ DIFFICILE DA ELABORARE, MA ABBIAMO TROVATO LA FORZA PER RIPARTIRE” SPIEGA SIMONA BUDA. “LA DATA DELL’INCENDIO L’ABBIAMO FATTA INCIDERE NEL CEMENTO. È STATO COME RINASCERE” AFFERMANO ALEX E LUCA PESCI.
IN ALTO, SIMONA BUDA, CO-TITOLARE DI ROBINSON PET SHOP. A LATO, ALEX E LUCA PESCI, TITOLARI DELL’AZIENDA ALPE.
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incendio sempre per mano dello stesso autore, ha reso inagibili anche gli uffici. “La matrice dolosa è ancora più difficile da elaborare,” spiega Simona. “Ti senti violato nel profondo. Dobbiamo molto alla Questura di Forlì che non ci ha mai lasciati soli e anche i nostri clienti, amici e fornitori che ci hanno assistito in tutti i modi: il Conad ci ha dato gratuitamente un spazio da destinare a magazzino alla Cava, un altro fornitore ci ha messo a disposizione altri preziosi locali. Abbiamo sentito la vicinanza della città e questo ci ha aiutati molto.” Come per Marco e Caterina, tra le macerie del lavoro di Simona e Gianni si era salvato non solo il coraggio di andare avanti ma anche uno strumento fondamentale: “il server informatico per tenere in rete tutti i nostri punti vendita.” Da amante degli animali, Simona ha anche trovato la forza per fare della solidarietà. “Nel magazzino c’erano cibo, integratori, farmaci.
Abbiamo salvato il 30% delle merce. Ciò che era ancora utilizzabile, ma invedibile per via del fumo, lo abbiamo donato ai vari canili e gattili della zona.” Oggi l’azienda è in due sistemazioni provvisorie: gli uffici in via Costanzo II e il magazzino alla Cava. “Siamo alla ricerca di una nuova sede per riunire il nostro quartier generale. Speriamo di trovarla entro breve e poter festeggiare degnamente i nostri vent’anni di attività che ricorrono proprio quest’anno.” 2 Aprile 2020, lo si legge inciso nel cemento all’ingresso del moderno capannone della Alpe di Forlì, in via Righi, inaugurato a inizio gennaio. “La data l’ha scritta a mano mio fratello Luca, per ricordare non tanto l’incendio che quel giorno ha completamente distrutto il capannone costruito dai nostri genitori, quanto l’inizio della nostra rinascita. Proprio quella sera, osservando le ultime braci che ancora ardevano, eravamo qui a pensare a quello che avremmo potuto fare e a progettare la nostra ripartenza.” È il racconto di Alex Pesci, titolare insieme al fratello della ditta che dal 1983 produce imbottiture per divani e dà lavoro complessivamente a circa 40 persone. Eravamo nel pieno del lockdown, il fumo che saliva nella zona industriale si vedeva da lontano, la totale devastazione avrebbe scoraggiato chiunque. Ma non i due fratelli che si sono subito rimboccati le maniche per bonificare e ricostruire. E ci sono riusciti in tempi record. Col
BELLE EPOQUE
supporto di Cna, il progetto si è inserito nel percorso semplificato del Comune “Forlì impresa facile. Nove mesi tondi per il taglio del nastro con una tappa intermedia: l’assemblea di Cna che si è tenuta a settembre proprio nei locali della Alpe, per testimoniare il bell’esempio di quello che possono fare pubblico e privato insieme. Grazie all’impegno dei dipendenti l’azienda è riuscita a non fermare la produzione, allestendo una tensostruttura temporanea,
affittando un altro capannone e affidando una parte di lavoro ad altre aziende del territorio: “Una volta li si sarebbe chiamati competitor,” spiegano i fratelli Pesci, “ma noi preferiamo ragionare in una logica di collaborazione, basata sulla fiducia e sulla stima che negli anni ci siamo guadagnati.” Con l’aiuto di tutti l’azienda non solo è ripartita ma ha anche aumentato il fatturato del 7%, dopo un triennio già molto positivo. Davvero un grande lavoro di squadra.
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QUEL CASTELLO DI DIEGARO LE TRE ANIME DELL’ECCELLENZA
TRA LE COLLINE CESENATI, QUEL CASTELLO DI DIEGARO È IL LUOGO DOVE L’ECCELLENZA DELLA PROPOSTA GASTRONOMICA SI UNISCE A UN’ACCOGLIENZA CALDA E DISCRETA.
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Sentirsi unici, essere accolti come a casa propria con garbo e gentilezza, avere l’opportunità di gustare un pranzo, una cena o trascorrere momenti speciali in cui l’eleganza e la bontà dei piatti si accompagnano ad atmosfere emozionanti e avvolgenti. Tutto questo e molto altro è Quel Castello di Diegaro di Cesena, che da 40 anni è il luogo dove l’eccellenza della proposta gastronomica si unisce a un’accoglienza calda e discreta. Lorenzo Illotta, proprietario e restaurant manager, è l’anima e il signore del suo Castello. Cresciuto insieme al fratello Enrico tra le sale e gli scorci della bellissima fortezza che si erge sulle colline cesenati, da oltre venti anni ha raccolto il testimone del padre
Bruno subentrando alla guida di Quel Castello di Diegaro, raccogliendo un successo nazionale e un posizionamento di mercato straordinario. Lorenzo, imprenditore eclettico e in continua evoluzione, ha saputo far emergere l’identità speciale, unica ed esclusiva del suo ristorante valorizzandone tutte le diverse anime. Salendo al Castello si può scegliere di rilassarsi sulla terrazza per una colazione di lavoro o un aperitivo informale, godere del piacere di assaporare le ricche pizze proposte nella veranda e ancora farsi condurre alla scoperta dei menù pregiati e gustosi nell’ampio ristorante o in una delle tante salette del Castello prenotabili in esclusiva per occasioni indimenticabili.
E così è possibile brindare con uno dei vini italiani o francesi della aggiornatissima Cantina che raccoglie oltre 400 etichette, lasciarsi sedurre dal gusto deciso della Faraona con scalogno glassato o dal Piccione con ristretto di Sangiovese e pera volpina, e ancora, innamorarsi dell’Agnolotto di ripieno di baccalà mantecato al burro di maggiorana o puntare sulla delicatezza del Pesce pescato all’amo in cottura al sale e al profumo di agrumi. Proposte gastronomiche che diventano quadri del sapore dove la nobile materia prima domina il piatto e permette di vivere sublimi momenti di gusto. Dal 2015, Quel Castello di Diegaro è anche hotel di lusso con le sue bellissime suite dagli splendidi arredi. “È questa la terza anima del nostro Castello,” racconta soddisfatto Lorenzo. “Dopo la cena la magia della serata può proseguire nelle suites lontano dalla frenesia quotidiana, per regalarsi un risveglio nella pace accogliente delle nostre colline e una ricca colazione in camera o sulla terrazza immersa nello splendido giardino del Castello. Una proposta, questa,” continua Lorenzo, “chè è stata molto apprezzata dalla nostra clientela che nei mesi del coprifuoco ha potuto concedersi il piacere di una cena da degustare con tranquillità nella ricercatissima sala del camino, per poi soggiornare in una suite del Castello come la Royal ispirata all’epoca di Luigi XIV.” Il ristorante di Illotta è senza dubbio il luogo prediletto per vivere i momenti indimenticabili
ADVERTORIAL
UNA LOCATION ESCLUSIVA DALLE TRE ANIME: LA RISTORAZIONE, CON GUSTOSE PROPOSTE GRASTRONOMICHE; LA CANTINA, CHE RACCOGLIE OLTRE 400 ETICHETTE; E L’HOTEL, CON LE SUE BELLISSIME SUITE LONTANO DALLA FRENESIA QUOTIDIANA.
della vita. “Da celebrazioni con pochi invitati fino a gruppi più nutriti, la nostra struttura è in grado di adeguarsi e calibrarsi alle esigenze e alle richieste dei nostri clienti. I due chef che guidano uno staff di 13 persone propongono esperienze gastronomiche uniche. Sono convinto che nel mondo della cucina sia necessario porre grande attenzione a seguire o inseguire mode e tendenze. Noi partiamo dall’ottimo per giungere all’eccellenza. La nostra cucina si fonda sul giusto equilibrio tra innovazione e tradizione, ad esempio l’impasto delle nostre pizze è composto da farina semi integrale coltivata tra Emilia-Romagna e Marche. Non più tanti impasti ritenuti più o meno validi, ma uno standard di eccellenza.” Il buon gusto è all’origine dell’opera di Lorenzo che afferma: “L’azzardo in cucina spesso è proporre l’ortaggio dimenticato, esaltarne il sapore anziché puntare sull’uso della spezia orientale.” Quel Castello di Diegaro, per la sua varietà di scenari e scorci, è spesso al centro di produzioni cinematografiche, set fotografici, o accoglie molti volti noti del panorama artistico internazionale. L’ultima pellicola che ha puntato sulle bellissime atmosfere del Castello è Est del regista Antonio Pisu.
Da oltre 40 anni il Castello stupisce e si rinnova grazie alla sensibilità di Lorenzo che come imprenditore ha sempre investito nella formazione e ha saputo anticipare i tempi. “La differenza tra un ristoratore tradizionale e un restaurant manager sta proprio nella capacità di saper guardare avanti. Il Covid per il mio settore ha aperto nuovi scenari che Quel castello di Diegaro ha saputo affrontare proprio con il delivery, per il quale eravamo già pronti da mesi: il Covid ci
ha solo imposto di partire sin dai primi giorni di Marzo 2020. Oggi i risultati sono eccezionali se consideriamo che il 30% del nostro fatturato è proprio legato ad esso.” Entusiasmo e voglia di crescere, unita a cura del dettaglio e attenzione alla persona che sono il carburante del team di Quel Castello di Diegaro perché, come afferma Lorenzo: “della bellezza si fa esperienza attraverso la sobrietà, il vero e il saper far bene.”
Via Emilia Ponente Loc. Diegaro - Cesena (FC) T. +39 0547.347030 - Mob. +39 380.5412654 info@quelcastello.it - www.quelcastello.it IN MAGAZINE
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INNOVARE
Sfida ai
GIGANTI PARTE DA FORLÌ IL PROGETTO CHE LANCIA LA SFIDA ALLE GRANDI PIATTAFORME VIDEO. CHI LO HA CREATO? FABIO PORCELLINI, NOTO COMMERCIALISTA E ORA ANCHE IMPRENDITORE DIGITALE. di Dolores Carnemolla / ph Andrea Bonavita
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Fabio Porcellini, dal sogno alla realtà, attraverso la tecnologia. Solido commercialista e ora anche imprenditoriale digitale, insieme al suo socio Giovanni Serrau ha avviato a Forlì una startup tecnologica che lancia la sfida alle grandi piattaforme video. Quali sono le caratteristiche innovative di NatLive? “Le nostre piattaforme digitali multimediali forniscono la possibilità di gestire trasmissioni video in diretta streaming oppure on demand, anche da smartphone, con alta velocità di connessione e con garanzia di sicurezza e tracciabilità delle informazioni.” Si può dire che su NatLive tutti possono aprire il proprio canale TV? “Sì, noi forniamo la tecnologia e i contenuti restano di proprietà di chi li produce. È proprio questo aspetto, ovvero la proprietà dei contenuti, che ci distingue dalle altre piattaforme.” Chi può avere bisogno di NatLive? “Ad esempio i settori più colpiti dalla pandemia: cinema, teatri, università, fiere. Immaginiamo l’attività di una palestra che su NatLive può gestire i corsi in diretta oppure on demand, o una
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fiera che può svolgersi in maniera ibrida tra digitale e in presenza, ampliando la clientela potenziale. Già oggi NatLive fornisce la tecnologia per trasmettere in diretta streaming le partite del basket forlivese e molte altre iniziative.” Che ricadute può avere il vostro progetto sul territorio? “La nostra startup si colloca in un segmento di mercato in grande accelerazione: oggi il 55% della popolazione guarda video online ogni giorno e i video rappresentano l’82% di tutto il traffico digitale. Nei prossimi due anni prevediamo di assumere risorse dedicate allo sviluppo tecnico – informatico della piattaforma, alla vendita, la distribuzione e la personalizzazione del prodotto. Ora stiamo attingendo a professionalità di altri territori (Milano, Roma, Pesaro, Miami, Madrid e Londra) ma speriamo di poter attingere sempre di più da competenze del territorio. “ NatLive ha già ricevuto importanti premi… “Sì, il Premio Amazon Web Service, il Premio Marzotto, il riconoscimento Coordinamento TV 4.0 al MISE; siamo stati tra i finalisti all’Unicredit Startup Lab nel 2019 e tra le startup di Banca
“LA NOSTRA STARTUP,” SPIEGA PORCELLINI, “SI COLLOCA IN UN SEGMENTO DI MERCATO IN GRANDE ACCELERAZIONE: OGGI IL 55% DELLA POPOLAZIONE GUARDA VIDEO ONLINE OGNI GIORNO E I VIDEO RAPPRESENTANO L’82% DI TUTTO IL TRAFFICO DIGITALE.”
Intesa Innovation Center. Una profonda soddisfazione accompagnata dal senso di responsabilità sull’attività che sto svolgendo e sull’opportunità di fare qualcosa di significativo per il territorio, per la mia famiglia, per i miei collaboratori e per me.”
La formazione NEL SETTORE A Forlì è appena entrato in funzione il corso di Laurea Magistrale in Digital Transformation Management: il primo corso di laurea biennale, in inglese, per specializzarsi proprio in trasformazione digitale. “Il corso nasce per creare figure professionali in grado di governare e spingere sull’innovazione digitale – spiega Matteo Golfarelli docente di sistemi informativi e data mining dell’Università di Bologna -. Chi si laurea in questo corso trova sbocchi occupazionali in molti ambiti: dai servizi all’industria, fino all’agricoltura, che sta vivendo una forte accelerazione nell’adozione di soluzioni tecnologiche. I laureati sono particolarmente richiesti dalle società di consulenza strategica e l’interesse verso queste figure è confermato dalle tante aziende del territorio emiliano romagnolo che supportano il progetto”.
IN ALTO, FABIO PORCELLINI, IMPRENDITORE DIGITALE FONDATORE DI NATLIVE.
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CONDIVIDERE
Pet’s
AMORE RUGGERO SINTONI E LUCA PAGLIACCI CI RACCONTANO IL RAPPORTO CON I LORO CANI SCILLA E WILSON, DUE METICCI CHE HANNO DOVUTO AFFRONTARE LUNGHI E PERIGLIOSI VIAGGI PER TROVARE L’AMORE E UNA VERA FAMIGLIA.
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di Clarissa Costa / ph Andrea Bardi e Gianmaria Zanotti
Il viaggio verso casa a volte può essere più lungo del previsto, ma il destino ha le sue strade e in questo caso potremmo proprio dire che ci ha messo lo zampino per far sì che i cani Scilla e Wilson trovassero la famiglia perfetta per loro. I cani lasciano un’impronta nell’anima di chi li accoglie nella propria vita. Forse sono loro stessi ad aprirci la strada per riscoprire parti di noi un po’ sepolte e per ricordarci che le lezioni migliori, sulla vita e sull’amore, possono arrivare anche da dove e da chi non ce lo aspettiamo. “Un cane non può essere un’ostentazione come una borsetta o un paio di scarpe, è qualcosa di molto più interiore che non c’entra nulla con la razza o la bellezza. Adottate i cani, non comprateli,” afferma con fermezza Ruggero Sintoni, produttore e co-direttore della Compagnia Teatrale Accademia Perduta/Romagna Teatri. “Di solito non parlo della mia vita privata ma voglio lanciare questo messaggio.” Seppur con due vissuti differenti, entrambe le storie di Scilla e Wilson partono con l’adozione dal canile. “Scilla proviene dal canile di
Vibo Valentia, in Calabria. La adottammo quando aveva circa 2 mesi, tramite l’associazione AnimalFreedom di Rimini. Mi occupai personalmente di portare Scilla a casa: con la staffetta del canile avrei dovuto attendere altri due mesi, e non avevo intenzione di lasciare il mio cane in canile più del dovuto. Inoltre, per il viaggio di ritorno, presi in carico altri sei cani per consegnarli alle loro famiglie.” Scilla, un incrocio tra un jack russel e un pitbull, oggi ha 9 anni ed è “12 chili di amore puro.” Come i suoi padroni ama viaggiare – dopotutto il suo primo lungo viaggio è stato quello che l’ha portata a casa. “Da quando c’è Scilla la qualità della mia vita è migliorata, è una compagnia straordinaria e non la lasciamo mai sola,” continua. “La sua voglia di vivere e il suo entusiasmo fanno bene alla mente, è quasi una forma di igiene mentale. Anche in questo ultimo anno, che è stato difficile per chi fa il mio lavoro, nei momenti di sconforto basta il suo sguardo per darmi la forza di non abbattermi.” “I cani ti danno tantissimo senza chiedere niente,” concorda Luca Pagliacci, direttore marketing di Orogel, che un anno e mezzo fa ha adottato Wilson da un canile locale. “L’idea di andare in canile venne a mia figlia Bianca, prima avevamo sempre avuto solo cani di razza. Per me è stata la prima esperienza ma ha cambiato la mia prospettiva, consiglio a tutti di adottare,” ammette. Inizialmente soprannominato Gas dallo staff del canile per le sue corse sfrenate, Wilson emana dolcezza e simpatia, seppur portando con sé qualche cicatrice del passato: “È stato abbandonato sulle prime colline cesenati, nella curva di una strada,” spiega. “È rimasto lì due settimane, forse aspettando che qualcuno lo andasse a riprendere. Ci hanno detto che dopo averlo caricato in macchina ha continuato a guardare quella curva fino all’ultimo momento. Per questa sua storia gli vogliamo ancora più bene e ci raccontiamo
“È QUASI UNA FORMA DI IGIENE MENTALE,” AFFERMA RUGGERO SINTONI. “LA SUA VOGLIA DI VIVERE E IL SUO ENTUSIASMO FANNO BENE ALLA MENTE.” “I CANI TI DANNO TANTISSIMO SENZA CHIEDERE NIENTE,” CONCORDA LUCA PAGLIACCI.
che finalmente è arrivato a casa.” Il meticcetto Wilson – un nome che è ispirato al film Cast Way con Tom Hanks – oggi è parte integrante della famiglia, conquistandone il cuore… e altri spazi: “Dorme nel letto con mia figlia, è anche riuscito a infilarsi sotto le coperte, con la testa sul cuscino come un umano! È il re della casa,” ride. “Ama dormire sopra di me quando sono steso sul divano a guardare la tv, ha proprio bisogno di sentire il contatto. Molto spesso perdiamo la testa dietro al cane di moda, di razza, quando invece questi meticci hanno una storia e una dolcezza infinita.”
NELLA PAGINA ACCANDO, RUGGERO SINTONI E SCILLA. IN ALTO, LUCA PAGLIACCI E IL CANE WILSON.
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Con ID.3 ha inizio una nuova era nel mondo della mobilità elettrica.
CANTARE
La musica
NEL SANGUE I FRATELLI FRANCESCO ED ELENA FAGGI SONO UNITI DAL TALENTO E DALL’AMORE PER L’ARTE, IL CANTO, IL MUSICAL E IL TEATRO. DOPO IL DEBUTTO A ITALIA’S GOT TALENT È ARRIVATO SANREMO.
S
di Francesca Miccoli
Sono i figli che ogni genitore sogna: facce pulite, principi sani, eccellenti negli studi, un talento artistico esagerato, coltivato con dedizione e non vanificato in un autocompiacimento che in età adolescenziale sarebbe persino lecito. Francesco ed Elena Faggi sono i giovanissimi fratelli forlivesi saliti alla ribalta mediatica nel 2017 per la strabiliante performance a Italia’s Got Talent. Un’esibizione voce e piano da brividi, un duetto potente nella sua delicatezza, a testimonianza di una maturità artistica inconsueta per due ragazzini, all’epoca di appena 18 e 15 anni. Due musicisti che tuttavia già avevano macinato parecchi chilometri di strada e davanti ai quali oggi si spalanca un orizzonte pieno di possibilità. Per Elena è su quel palco che il sogno di trasformare la passione in professione assume i contorni della consapevolezza. Francesco aveva iniziato a considerare una vita nella musica a 14 anni iscrivendosi al liceo artistico, dove nel tempo si sarebbe distinto per medie da urlo e diploma con lode. Oggi il giovane Faggi è uno studente di pianoforte jazz al Conservatorio Bruno Maderna di Cesena mentre “Elly” si appresta ad affrontare la IN MAGAZINE
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dal punto di vista della fratellanza non facciamo eccezione: litighiamo come tutti. Abbattiamo il mito dei fratelli superdolci!” Primi sostenitori la sorellina Ilaria, 15 anni pieni di talento, e mamma e papà, bravi a supportare senza fare pressioni. “Quando ci hanno visto calcare le scene hanno percepito la nostra passione e la naturalezza sul palco. Papà ci segue sempre ed è coautore di alcuni testi.” L’imperativo è affrontare la vita senza paura e con la giusta convinzione, alimen-
IN QUESTE PAGINE, FRANCESCO ED ELENA FAGGI.
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maturità linguistica. A favorire lo sbocciare del loro talento il fatto di essere cresciuti in un ambiente musicalmente fertile e stimolante. “I nostri genitori, grandi appassionati, hanno sempre frequentato amici artisti. E da giovanissimi ci hanno iscritto alla scuola Federico Mariotti,” raccontano i giovani Faggi. Francesco si dedica al piano mentre Elena sceglie il violino ma, poiché un vero artista riesce a esprimere il talento in molteplici direzioni, i fratelli si cimentano con successo nel teatro, nel musical e nella danza. “Abbiamo lavorato anche come performers, sviluppando tutte le discipline legate alla sfera artistica,” spiega Francesco, che in curriculum vanta anche una borsa di studio a Broadway. La priorità rimane tuttavia la musica: i due ragazzi rivendicano la propria individualità artistica, anche se incrociano spesso talenti e furore, propulsori di un connubio esplosivo. “Siamo due solisti che collaborano spesso dando vita a featuring speciali.” I generi preferiti sono l’hip hop e l’RnB, i testi sono legati alla quotidianità: “Raccontiamo il nostro vissuto, in cui molte persone possono identificarsi.” Osservando le esibizioni di Elly e Fra si resta stregati da una complicità che si percepisce già nell’incrocio di sguardi. “Siamo migliori amici, ci confidiamo anche sulla vita sentimentale. Ma
FRANCESCO SUONA IL PIANO, È PRODUTTORE E NEL CURRICULUM VANTA UNA BORSA DI STUDIO A BROADWAY. ELENA INVECE SUONA IL VIOLINO E AL FESTIVAL DI SANREMO 2021, NELLA SEZIONE GIOVANI, CANTA UNA CANZONE ARRANGIATA DAL FRATELLO.
tata dall’impegno quotidiano. Una filosofia che ha permesso a Elena di vincere Area Sanremo 2020, accedendo così alla sezione Nuove Proposte del Festival 2021. “Avevamo ragionato sull’opportunità di partecipare individualmente o come duo e abbiamo scelto la prima opzione: sarebbe stato difficile poi scrollarsi di dosso l’etichetta di coppia. E poi scoccando due frecce è più probabile che una colpisca il bersaglio.” Anche Francesco si classifica tra i primissimi ma la giuria non attinge due volte alla stessa fonte. Il fratellone ha staccato comunque il biglietto per la città dei fiori in veste di produttore e arrangiatore del brano scritto e interpretato da Elly. Al di là dell’esito del concorso, l’obiettivo è più elevato. “La notorietà non deve incidere sul fatto di essere brave persone. La fama va e viene, i riflettori potranno anche spegnersi sull’artista ma l’essere umano rimane.”
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CNA FORLÌ-CESENA PER LE AZIENDE SOLUZIONI CALATE SU OGNI SETTORE
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L’INDAGINE SWG, SU UN CAMPIONE RAPPRESENTATIVO DI IMPRESE CNA, MOSTRA SITUAZIONI MOLTO DIVERSE NEI VARI SETTORI.
IN ALTO, LORENZO ZANOTTI, PRESIDENTE DI CNA FORLÌ-CESENA, SUL CANTIERE DI RISTRUTTURAZIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO, CURATO DA UN’IMPRESA ASSOCIATA.
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Imprese con situazioni molto diverse, per le quali è necessario pensare a soluzioni ancor più mirate, calate sui diversi settori. È questa la fotografia che emerge dall’indagine su un campione rappresentativo delle oltre 6.000 piccole medie imprese che compongono la base associativa di CNA Forlì-Cesena. Un report a un anno dall’inizio della pandemia, in collaborazione con l’istituto di ricerca SWG, che dovrà servire ad orientare l’azione dell’Associazione ma che potrà essere una bussola anche per le istituzioni del territorio. “In questo studio – spiegano Lorenzo Zanotti e Franco Napolitano, rispettivamente presidente e direttore generale di
CNA Forlì-Cesena – abbiamo preso in considerazione oltre 440 realtà in base al loro settore di riferimento. I dati ci dicono che ci sono aziende che ancora oggi dipendono dai ristori e altre che hanno recuperato il terreno perso nel 2020 e stanno spingendo sull’acceleratore con nuovi investimenti. È evidente che per essere utili ai nostri associati dobbiamo tenere conto di queste differenze e proporre soluzioni che siano ancor più su misura, perché una ricetta buona per tutti non c’è”. Grazie anche al lavoro del suo Ufficio Studi, negli ultimi anni CNA Forlì-Cesena ha rimodulato le chiavi di lettura sulle dinamiche imprenditoriali locali, combinando il criterio del-
la dimensione con quello del mercato di riferimento delle imprese, suddivise in 5 macro settori: Casa, Trasporti e Logistica, Produzione industriale, Servizi e Produzioni tipiche di qualità. Considerando tutti i settori, il 60% delle imprese del campione risulta pienamente operativo, mentre il 35% sta viaggiando a scartamento ridotto, valore che nelle Produzioni tipiche di qualità sale al 51% e nei Servizi al 44%. Buone notizie invece dal settore Casa dove il 74% delle imprese va a pieno regime e quelle col freno a mano tirato scendono al 25%. “Il comparto Casa, con la sua filiera fatta di edilizia, impiantistica, arredo e molto altro, è un settore per noi molto im-
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“IL SUPERBONUS 110% È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE DEL COMPARTO CASA E ANCHE PER I CITTADINI. IN CNA C’È UN TEAM DEDICATO PER DARE RISPOSTE E AGEVOLARE IL LAVORO DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI”. PER INFO: SUPERBONUS@CNAFC.IT
portante, come del resto per coinvolto anche i nostri parttutto il Paese, e rappresenta ner finanziari per facilitare una grande fetta della nostra l’accesso al credito e abbiamo base associativa. Su questo diversi percorsi dedicati alle comparto abbiamo fatto un piccole imprese che da sole ragionamento in più per aiuta- non potrebbero accedere a D3. Attualmente la suaquesto impresa è… mercato”. re i nostri associati a sfruttare al meglio gli incentivi fiscali CNA Forlì-Cesena ribadisce la (ecobonus), da sempre nostro TOTALEnecessità CAMPIONEdi un nuovo patto per il territorio da stringere tra cavallo di battaglia. È quanto Report quantitativo mai attuale il superbonus 110%, imprese, Stato, istituzioni, banPienamente operativa che, cittadini anche in veste di misura dal grande potenzia2 Febbraio 2021 61% 35% Un patto in cui le per cittadini e imprese ma consumatori. Operativa, vuole svolgere estremamente complessa da l’Associazione ma in misura ridotta scaricare a terra. Per arrivare per intero il suo ruolo, consaalla meta è indispensabile che pevole che il benessere delle tutti gli attori coinvolti, pub- sue imprese e delle tantissime blici e privati, svolgano la loro persone che ne fanno parte parte in maniera coordinata. è strettamente interconnesso 4% chiusa di tutto il terriPer questo abbiamo messoMomentaneamente in con la salute / sono sospese le attività campo un team dedicato con torio. competenze diverse, che pos- “Rappresentiamo una comusa fare da regia 0 e %dare rispo- nità di persone prima ancora Chiusa definitivamente ste veloci sia ai cittadini che che di imprese e vogliamo affrontare la crisi guardando al alle nostre imprese. In questo progetto abbiamo futuro con ottimismo e met-
tendo a disposizione il lavoJob 37545 ro del nostro Ufficio Studi, in grado di misurare la temperatura dei mestieri e di dare informazioni sempre aggiornate sul tessuto produttivo locale. Crediamo che questa conoscenza sia vitale non solo
per i nostri progetti ma anche per gli enti pubblici e privati che devono assumere decisioni importanti. Le imprese in questa crisi hanno dato prova di grande capacità di inventiva e di resilienza e oggi meritano di vedere una nuova alba”.
Più colpito il settore delle produzioni tipiche e di qualità
La fotografia delle associate dopo un anno di pandemia
DETTAGLIO MACROSETTORE
I MACROSETTORI AL CENTRO DELL’INDAGINE
Pienamente operativa
74%
70%
52%
36%
79% 51%
Operativa, ma in misura ridotta
Momentaneamente chiusa / sono sospese le attività
Base:
25%
30%
1%
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CASA
TRASPORTI E LOGISTICA
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44% 21% 0% PRODUZIONE INDUSTRIALE
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Valori %. Base rispondenti: totale campione – 441 casi .
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4% SERVIZI
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13% PRODUZIONI TIPICHE E DI QUALITÀ
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ABITARE
Ritratto di
FAMIGLIA
MAURO E GIOVANNA.. UN PADRE E UNA FIGLIA. E POI ANCORA L’ARTE E LA MUSICA, L’ASCOLTO E IL SILENZIO, E UNA CASA CHE RACCOGLIE E RACCONTA TUTTE QUESTE COSE. Testo e foto di Giulia Masci Ametta
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Impara l’arte e mettila da parte. Questa è la prima grande lezione che Mauro Gardelli ha dato a sua figlia. A raccontarcelo è Giovanna – in arte Marianne Mirage – la forlivese che ha aperto tutte le date italiane del tour di Patty Smith. E poi ancora Sanremo, le colonne sonore per Genovese e Pupi Avati, i due dischi all’attivo. Di questa lezione si può dire che non ne abbia fatto troppo tesoro, o che l’abbia reinterpretata, a modo suo. “Maurino è stato il mio maestro. Mi ha sempre detto: conosci te stesso. In un connubio tra la saggezza dei greci e il buon senso della romagna. La vera perfezio-
“CASA SIGNIFICA ODORI, SAPORI E IMMAGINI. LE RISATE A TAVOLA DAVANTI A UN PIATTO DI TORTELLINI FUMANTI, IO CHE SUONO CON LA CHITARRA L’ULTIMA CANZONE SCRITTA MENTRE SIAMO SEDUTI SUL DIVANO E SI CREA SEMPRE UN SILENZIO SOLENNE.”
ne.” A parlare di questa filosofia è Giovanna, Maurino è il babbo, il suo babbo. Perché lo chiami così? Le chiedo. Mi risponde sorridendo con gli occhi, sono azzurro cielo come lo sfondo del quadro dietro di lei. “Perché da adulti i genitori te li scegli, non sono più il babbo e la mamma. Sono persone con cui scegli di passare il tempo, di avere uno scambio.” “Nel buddismo si dice che noi scegliamo la famiglia in cui ci troviamo, e se fosse così sono felice di aver scelto proprio loro perché sin da bambina mi hanno sempre lasciato la possibilità di sperimentare, prendere rischi, sbagliare e poi capire.” Giovanna torna spesso in Romagna, nella casa forlivese dov’è cresciuta. In questa casa l’arte 44
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non è poi mai stata messa da parte e lo testimoniano le pareti tappezzate dei falsi d’autore del padre. Da Boldrini a Van Gogh, i grandi maestri vivono da sempre, letteralmente, sotto lo stesso tetto della famiglia Gardelli. “La mia stanza preferita era lo studio di mio padre,” ci racconta Giovanna, “dove quando entravi venivi sommerso da un muro di libri. Precisamente una collezione di autobiografie, perché a lui piace collezionare storie di vite. Forse anche per questo ho cominciato a scrivere canzoni. Il problema di dislessia che avevo riscontrato alle elementari cercavo di
IN APERTURA, GIOVANNA E IL PADRE MAURO. SOTTO, L’ARTISTA SI SPECCHIA IN UNO DEI QUADRI EX-VOTO CHE TAPPEZZANO LA PARETE.
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“LA MIA STANZA PREFERITA ERA LO STUDIO DI MIO PADRE MAURO,” RACCONTA GIOVANNA. “DOVE QUANDO ENTRAVI VENIVI SOMMERSO DA UN MURO DI LIBRI, UNA COLLEZIONE DI AUTOBIOGRAFIE PERCHÉ A LUI PIACE COLLEZIONARE STORIE DI VITE.”
combatterlo con la assidua lettura di libri dalle storie avvincenti. La voglia di sapere andava oltre le limitazioni fisiche.” Giovanna scriveva, Mauro dipingeva e il jazz accompagnava questa magia. Al-
cuni pezzi di questa magia sono andati a Milano con lei, un De Chirico e un Gauguin, per averli sempre a portata di ispirazione. Quando chiedo come si intreccia la loro arte, entrambi mi parlano del mare. Delle vacanze di famiglia in barca a vela in Grecia, di quando lasciavano dormire Giovanna sulla chiglia della nave e delle stelle che fanno luce come fosse giorno. “La nostra arte si intreccia nelle onde del mare, è lì che ho imparato a pensare alla solitudine come positiva, che ho assaporato il gusto della scoperta e la contemplazione della natura. Nella natura c’è la musica.” Le passioni ereditate dai genitori sono tante, da quella per le piante, “Casa mia a Milano ne è piena”, a quella per la cucina. La madre, Roberta Garavini, oltre
ad essere una fisioterapista è una Marietta e ha girato il mondo insegnando le tecniche per tirare la sfoglia al mattarello. La cucina è il punto di incontro di tutti i mondi, centro nevralgico della condivisione e degli affetti. “Ogni volta che torno a casa mi sembra di tornare bambina,” racconta Giovanna. “Casa significa odori, sapori e immagini. Le risate a tavola davanti a un piatto di tortellini fumanti, io che suono con la chitarra l’ultima canzone scritta mentre siamo seduti sul divano e si crea sempre un silenzio solenne.” Perché i genitori sono il primo pubblico di Marianne Mirage, che spesso ritorna ad essere solo Giovanna, mentre seduta sul divano di casa intona un pezzo con il suo Maurino.
IN ALTO, GIOVANNA INSIEME ALLA MADRE ROBERTA GARAVINI NELLA CUCINA DI CASA. A LATO, INSIEME AL PADRE NELLO STUDIO, CIRCONDATI DAI LIBRI E DALLE TELE.
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LA BELLEZZA AUTENTICA E SPONTANEA DELLE FOTO DEI CITTADINI INNAMORATI DELLA PROPRIA CITTÀ. QUESTO È CARTOLINE DA, LA NUOVA RUBRICA CHE SARÀ LA NOSTRA FINESTRA APERTA SU FORLÌ E CESENA GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON I GRUPPI FACEBOOK FOTOGRAFIAMO CESENA E CARTOLINE DA FORLÌ & DINTORNI.
MONICA GIUSTI Ex Atr, Forlì HO SCATTATO PERCHÉ Tracce di città che si mischiano a tracce di alberi. La street art di Andreco è l’emblema del bellissimo progetto di riqualificazione urbana che ha interessato l’intero quartiere.
MICHELA MAZZOLI Piazza Ordelaffi, Forlì HO SCATTATO PERCHÉ L’ombra del Duomo disegna un tempio sulla facciata della Prefettura. Come l’uomo in bicicletta, abbiamo ombre da attraversare per tornare alla luce.
PAOLO AMBROSINI Torre civica, Forlì
Forli
HO SCATTATO PERCHÉ Il tempo è ciò che scompone e ricompone. E mentre noi lo percepiamo come lineare, lui si fa beffe di noi con la sua struttura insondabile.
PIETRO DI PILATO Musei San Domenico, Forlì HO SCATTATO PERCHÉ Un timido sole illuminava le finestre nel cielo temporalesco. Ho avuto l’impressione che la costruzione fosse costituita dalla sola facciata.
RENZO ZILIO Corte interna, via Molino Ripa, Forlì 50
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HO SCATTATO PERCHÉ In questa immagine lo sguardo sale dallo spazio ristretto delle finestre verso il cielo infinito. Una prospettiva sul futuro oltre il momento presente.
MARCO BOSCHETTI Rocca Malatestiana, Cesena HO SCATTATO PERCHÉ La Rocca è un grande classico, ma io sono in continua ricerca di nuovi scorci e prospettive per fotografare Cesena da punti insoliti.
NICOLETTA VITTORI Via Zeffirino Re, Cesena
HO SCATTATO PERCHÉ Nel centro storico, le vie sono labirinti di archi e case strette le une alle altre a formare una continuità di forme, colori e geometrie.
Cesena
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NICOLA BATTISTINI Studio di scultura Leonardo Lucchi, Cesena HO SCATTATO PERCHÉ Mi ha colpito il forte contrasto tra i colori e i materiali e la posa rilassata della scultura. Con il taglio quadrato e la posizione decentrata della dama ho voluto addolcire le geometrie dello scatto.
MASSIMO BERTOZZI Porta Montanara, Cesena HO SCATTATO PERCHÉ Mi piace fotografare Cesena da punti insoliti e immaginare l’epoca in cui la Porta Montanara vedeva passare solo cavalli o carri e veniva chiusa per proteggere gli antichi cesenati.
ROBERTO CECCARELLI Via Angeloni, Cesena
HO SCATTATO PERCHÉ Questo vecchio opificio mi ha affascinato con il suo tetto a dente di sega che sembra giocare con le sorprendenti geometrie delle ombre degli alberi.
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SCOPRIRE
La vista
DAL COLLE LORENZO ANGELINI, DIRETTORE DELLA STRADA DEI VINI E DEI SAPORI DI FORLÌ E CESENA, CI FA CONOSCERE BERTINORO ATTRAVERSO IL SUO OBIETTIVO FOTOGRAFICO CON CUI IMMORTALA PANORAMI MOZZAFIATO.
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di Lorenzo Angelini / ph Andrea Bardi
L’amore per Bertinoro è cominciato alle scuole superiori. I primi giri in motorino da Forlì per andare a trovare gli amici. Mi ricordo che il più delle volte arrivavo in cima alla salita con il motore surriscaldato, ma che gioia passare i pomeriggi lassù. Anche da grande, non ho mai smesso di venire a Bertinoro. Ho sempre amato frequentare la sua meravigliosa terrazza e i suoi fantastici scorci e i tanti luoghi dove mangiare bene. D’altronde sono sempre stato appassionato di vini, buona cucina e del nostro territorio e non potevo non innamorarmi di Bertinoro. Poi ho avuto l’opportunità di diventare il direttore della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena, realtà partecipata dalla quasi totalità dei comuni della Provincia e da circa 80 aziende private del mondo del vino, dell’enogastronomia, del prodotto tipico e della ristorazione, che ha lo scopo di promuovere il nostro territorio e un turismo lento che faccia scoprire le nostre tante eccellenze. Per una pura combinazione, la sede dell’ente è proprio a Bertinoro nell’ufficio turistico. Dalla finestra del mio ufficio, sotto la terrazza panora-
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mica, ho una vista strepitosa. Non potevo chiedere di meglio. Il mio primo giorno di lavoro, nel 2016, ho fatto una foto dalla finestra: sotto di me si srotolava la Romagna, bella, bellissima, con i suoi campi e i suoi colori e poi la Riviera con ben visibili i grattacieli di Milano Marittima e Cesenatico. Ero stupefatto! Lavorare con una vista così di sicuro allieta la mente e dà tutto un altro brio alla giornata. Bertinoro è in una posizione centrale rispetto a Forlì e Cesena e non poteva che essere la scelta giusta per ospitare la Strada dei Vini e dei Sapori, oltre ovviamente ad essere un luogo di forte vocazione enogastronomica. E poi Bertinoro è una piccola perla tutta da scoprire anche nei suoi angoli più nascosti. Ma partiamo con ordine, per raccontare alcuni posti di Bertinoro che per me sono speciali e significativi. Ovviamente Piazza della Libertà con il suo affaccio sulla pianura rappresenta uno degli scorci più suggestivi che si possano trovare. Da qui sembra di poter toccare il mare con un dito e lo sguardo spazia da San Marino fino alle Alpi, quasi da
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“DALLA FINESTRA DEL MIO UFFICIO HO UNA VISTA STREPITOSA. IL PRIMO GIORNO DI LAVORO HO SCATTATO UNA FOTO: SOTTO DI ME SI SROTOLAVA LA ROMAGNA CON I SUOI CAMPI E IN FONDO I GRATTACIELI DI MILANO MARITTIMA E CESENATICO.”
non credere. Proprio di recente mi è capitato di vedere e fotografare dal Balcone di Romagna le cime innevate (credo fosse l’Adamello). Mi era successo di vederle altre volte ma mai in maniera così nitida e contrastata, uno spettacolo! Di solito si vedono d’inverno
ph Lorenzo Angelini
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quando il sole è ancora basso e non c’è l’evaporazione a offuscare lo sfondo. L’aria deve essere tersa, altrimenti l’inquinamento copre tutto. Io però ero pronto a cogliere l’attimo con la mia Canon e il mio teleobiettivo. Un altro posto speciale per me è il torrione immerso nel verde che si trova sotto alla meravigliosa Rocca di Bertinoro, nel parco sottostante. Da lì, invece, si possono vedere le nostre colline fino alla Campigna. Mi ricordo che spesso in estate e primavera, quando pensavo potesse fare un bel tramonto, prendevo il motorino e da Forlì e venivo qui in fretta e furia per fare qualche scatto e poi me ne stavo lì ad ammirare i colori che avvolgevano tutto. Uno scorcio che amo e che resta impresso nella memoria per la sua
IN APERTURA, LORENZO ANGELINI DI FRONTE ALLA CASA DI NINO, IN VIA MAZZINI. SOTTO, LA VISTA DAL SUO UFFICIO.
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particolarità è la casa di Nino, un personaggio mitico di Bertinoro, in via Mazzini, la strada che porta alla piazza principale. È una casina speciale che se ne sta lì stretta stretta tra due vie, praticamente poco più dello spazio di una porta. Davvero deliziosa! Da dovunque la si guardi e la si fotografi Bertinoro e le sue viste sanno ammaliare, e se dovessi consigliare a un fotografo dove andare a scattare sicuramente gli direi di fare una meravigliosa panoramica la mattina presto dal Balcone di Romagna in Piazza della Libertà. Nelle mattine d’inverno è possibile vedere la zona a est della cittadina già completamente inondata dal sole in contrasto con la zona ovest dove ancora tutto è blu e congelato dal freddo. Un effetto di luce davvero notevole.
PROPRIO DI RECENTE MI È CAPITATO DI VEDERE E FOTOGRAFARE DAL BALCONE DI ROMAGNA LE CIME INNEVATE DELLE ALPI. MI ERA SUCCESSO DI VEDERLE ALTRE VOLTE MA MAI IN MANIERA COSÌ NITIDA E CONTRASTATA, UNO SPETTACOLO!
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Che dire, Bertinoro è da sempre un luogo del cuore. Un esempio di tutto il bello che il territorio romagnolo sa offrire, con i suoi paesaggi meravigliosi e i suoi borghi ricchi di eccellenze enogastronomiche e artistiche.
IN ALTO, UNA FOTO SCATTA DAL BALCONE DI ROMAGNA CHE IMMORTALA LA CITTÀ E LE ALPI INNEVATE. SOTTO, ANGELINI CON LA SUA CANON.
GUSTARE
E tu che
PIZZA SEI? LA PIZZA FA PARTE DEL NOSTRO DNA. UN LIBRO SPIEGA CHI SIAMO A PARTIRE DA COME LA MANGIAMO E QUALE PREFERIAMO. E NON SOLO.
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La pizza non ha bisogno di presentazioni: tutto il mondo la conosce e la apprezza. Le varianti locali e internazionali – dalla pizza con l’ananas statunitense a quella croccante di Carlo Cracco, dalla pizza al tegamino a quella al taglio – dimostrano una duttilità pressoché infinita del concetto. Accanto a questa estrema varietà di offerta si colloca inoltre l’abitudine di ciascuno nell’approcciarsi a questo piatto: c’è chi ama variare continuamente e chi sceglie invece da decenni sempre la medesima pizza, c’è il purista della tradizione napoletana e lo sperimentatore etnico. Varia anche il come viene mangiata: c’è chi la mangia a spicchi e con le mani, chi scarta il cornicione, chi mangia prima il condimento, chi
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di Giorgio Pereci
la taglia a spirale, chi addirittura ama mangiarla strappandola a brani. Insomma, sembra che la pizza, più di altri piatti, dica qualcosa di noi, che possa rappresentarci per come siamo e, probabilmente, possa svelare qualche lato nascosto della nostra personalità. Questa suggestione è raccolta nel libro In pizza veritas, che nel sottotitolo riassume esattamente il contenuto: Tutto quello che non sai sulla pizza… e su te stesso. Ogni pagina del libro è una sorpresa e sfogliarlo è un piacere per gli occhi e per la lettura. Ma non solo: può essere considerato un vero e proprio libro interattivo, che coinvolge il lettore ad ogni pagina – con curiosità, infor-
mazioni nutrizionali, statistiche e pillole di storia – fino ad arrivare al test psicologico finale. Anzi, sarebbe meglio dire test pizzologico, perché in poche domande veniamo profilati e possiamo capire che mangiatori di pizza siamo: alternativi, schizzinosi, pigri, camaleonti, emotivi, festaioli, temerari… vengono descritti nel dettaglio ben 40 profili. Un gioco intelligente che mostra, una volta di più, che siamo quello che mangiamo. Curatore della guida è Emanuele Bassetti, sociologo, che si è avvalso della collaborazione di Deborah Loddo, psicologa, per la profilazione dei tipi psicologici, e Nicola Castaldini, medico specialista in alimentazione ed educazione alla salute, per l’approfondimento degli aspetti nutrizionali.
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Anche per il biennio 2021-22 le imprese e i lavoratori autonomi che investono in pubblicità sulla stampa possono accedere a un credito d’imposta nella misura del 50% dell’intera spesa sostenuta: si tratta del cosiddetto bonus pubblicità, introdotto nel 2017 e che, rinnovato dal decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020) e dal decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020), è stato prorogato per ulteriori due anni dalla Legge di Bilancio n. 178/2020 (art. 1, comma 608).
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