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STORIA
SIMBOLI LA VICENDA DELLA COSTRUZIONE DI ROCCA COSTANZA A PESARO E POTERE
DI GIOVANNA PATRIGNANI FOTO LUCA TONI
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L’imponente Rocca Costanza, ben evidente in primo piano nell’angolo inferiore sinistro della veduta di Pesaro del Blaeu (1663), prese il nome da Costanzo Sforza (1447-83) signore di Pesaro, che continuò l’opera di rinnovamento urbano e difensivo della città iniziato dal padre Alessandro nei primi anni della signoria sforzesca. Morto Alessandro nel 1473, il figlio Costanzo gli succede nel governo della città, per la cui difesa militare ordina subito la costruzione di una nuova e moderna fortezza, stipulando il contratto per l’affidamento dei lavori all’impresario edile fiorentino mastro Giorgio Marchesi da Settignano e inaugurandone solennemente i lavori il 3 giugno 1474, quando fu posata la prima pietra. A metà del 1475 la struttura di base delle fondamenta era stata completata, ma Costanzo ruppe il contratto con Giorgio Marchesi, facendogli subentrare agli inizi del 1476 il celebre architetto dalmata Luciano Laurana, che fra il 1464 e il ’72 aveva lavorato nei palazzi di corte dei signori di Pesaro, Urbino e Mantova, e
mastro Cherubino di Giovanni
da Milano, che nel 1492 ottenne da Giovanni Sforza la patente di ingegnere. Entrambi sono documentati in quattro rogiti notarili, dal 1476 al ’79, riguardanti la costruzione della rocca, ma non forniscono alcuna indicazione sul progettista della rocca, che rimane ignoto, data la scarsa documentazione rimasta, anche se una consolidata opinione lo individua in Luciano Laurana, a cui va sicuramente attribuito il disegno del cortile interno ad archi su colonne, come si evince dal rogito del 1479 per l’acquisto delle pietre per tale cortile, la cui sistemazione fu completata durante la signoria di Giovanni Sforza, come attestano le iscrizioni e i fregi sulle decorazioni in pietra. Nel settembre 1479 l’architetto dalmata muore a Pesaro, dove in questi ultimi anni risiedeva; i lavori furono proseguiti dal suo aiuto, mastro Cherubino. Anche Costanzo Sforza non fece in tempo a vedere ultimata la possente fortezza a cui aveva dedicato tante energie e denari, perché morì prematuramente a 36 anni nel luglio del 1483, qualche mese prima che la rocca fosse agibile. Il figlio Giovanni, che gli succe-
VOLUTA E FINANZIATA DAGLI SFORZA, LA SUA ENORME MOLE COSTITUIVA L’AFFERMAZIONE SIMBOLICA DEL POTERE DEL SIGNORE CHE, IN TEMPO DI GUERRA, POTEVA DISPORRE DI UNA RESIDENZA PRINCIPESCA.
IN ALTO, ROCCA COSTANZA NELLA PIANTA DI PESARO PUBBLICATA DAL CARTOGRAFO E STAMPATORE OLANDESE JOAN BLAEU NEL 1663. IN BASSO, LA ROCCA OGGI, VISTA DALL’ALTO. dette nel governo della signoria, oltre a completare il loggiato, proseguì nei lavori di sistemazione degli ambienti interni, e
portò la rocca a compimento nel
1505. Voluta e finanziata interamente dagli Sforza, la sua enorme mole costituiva l’affermazione simbolica del potere del Signore che, in tempo di guerra e di disordini, poteva disporre al suo interno di appartamenti adeguati alla residenza principesca ed alle funzioni pubbliche che frequentemente vi si svolgevano. Sul finire del secondo decennio del ’500, quando il duca Francesco Maria I della Rovere ordinò la costruzione della nuova cinta muraria pentagonale, gli ingegneri ducali raccordarono la rocca al nuovo perimetro delle mura roveresche, che rimase comunque incardinato sulla fortezza sforzesca. L’intervento roveresco fissò la forma definitiva della rocca, che si mantenne pressoché invariata per più di tre secoli, poco diversa dalla forma attuale, che conserva ancora oggi la stessa struttura originaria,
esempio caratteristico di fortez-
za del Quattrocento: pianta quadrata e torri rotonde ai quattro angoli, circondata da un ampio fossato, oggi trasformato in giardino. Nel corso dei secoli l’edificio ha comunque subito diverse modificazioni nelle destinazioni d’uso: è stata trasformata da fortezza militare ad alloggio per le truppe pontificie, fino a divenire un carcere dal 1861 al 1989. Oggi il cortile ospita eventi culturali estivi.
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