r i m i n i
n.2 2022 w w w. i n m a g a z i n e . i t
MAURIZIO FOCCHI
CAVALIERE DEL LAVORO
IL GUSTO DI CAMBIARE
STESSI LUOGHI, NUOVI LOCALI
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EDITORIALE
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8 / PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
8 36 / NATURA COLTIVARE UN SOGNO
Apriamo questo numero celebrando la nomina a Cavaliere del Lavoro di Maurizio Focchi: una storia a cavallo fra eccellenza e impegno per i più deboli, grazie ai progetti di cooperazione internazionale mandati avanti da Cittadinanza Onlus. Passeggiamo per Rimini, alla ricerca di quei luoghi iconici del cibo e del divertimento che oggi vengono rimodernati e riproposti, in equilibrio fra storia e futuro. Parliamo di arte e futuro passeggiando per il Padiglione dedicato alla Repubblica di San Marino alla 59a Biennale di Venezia. In sella alla moto andiamo alla scoperta della Val Marecchia; con Willie Sintucci, storico dj e oggi uno dei maggiori organizzatori di spettacoli dal vivo in Romagna, parliamo della storia del clubbing e dei numerosi personaggi da lui attirati nell’orbita romagnola, da Franco Battiato a Lou Reed; e tanto altro ancora. Buona lettura!
41 / EVENTI
10 / PROFILI
LEGGERE IL CAMBIAMENTO
MAURIZIO FOCCHI
44 / CURIOSITÀ
16 / VISIONI
L’ESSENZA DI RICCIONE
IL GUSTO DI CAMBIARE
46 / ANNIVERSARI
22 / ARTE
LO SPAZIO CHE VIVE
UMANO PROSSIMO
DI ANDREA MASOTTI
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28 / TERRITORIO Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXII N. 2 luglio/agosto Reg. di Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n.34 Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Beatrice Loddo Coordinamento di redazione: Lucia Lombardi Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Roberto Amadori, Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 18/07/2022 Collaboratori: Stefano Bonini, Lucia Lombardi, Milena Massani, Lucia Rughi, Emilio Salvatori, Flavio Semprini, Cristina Zoli. Fotografi: Riccardo Gallini, Emilio Salvatori, Cristina Zoli.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it
ALLE FONTI DEL MARECCHIA
28 48 / MISSIONI NUOVI CODICI
PILLOLE
60 ANNI DI GIOIELLERIA RICCIONE | Sono trascorsi 60 anni da quando Enzo Baleani aprì la sua gioielleria in viale Ceccarini. Per rendere omaggio al padre, le figlie Anna e Polly hanno pubblicato un volume con la storia dei gioielli creati dall’arte di famiglia, una storia d’affetto lunga tre generazioni che ha visto il suo apice in una festa grandiosa: centotrenta ospiti nel parco della storica Villa des Vergers, catering e allestimento da favola a cura dei Girasoli di Rita Leardini, fuochi d’artificio e una torta imperiale. (L.L.)
SU STRADA CON IL CUORE RIMINI E SAN MARINO | Al campione della due ruote Enea Bastianini, Reggini ha consegnato un Volkswagen Crafter Furgone, perfetto per trasportare moto e kart durante gli allenamenti nei kartodromi e circuiti nazionali. Nella foto, Bastianini con la famiglia Reggini e Michele Gallazzi, Responsabile Commerciale di Zona Veicoli Commerciali Italia, con il Volkswagen Crafter Furgone, uno dei veicoli di maggior successo sul mercato della sua categoria. “Da anni, sosteniamo e affianchiamo i valori sportivi e coloro che, come Bastianini, con abilità e responsabilità se ne fanno portavoce.” dice Maria Reggini. “Su strada, con il cuore!”
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PROFILI
MAURIZIO FOCCHI
IMPRENDITORE, MEDICO E FILANTROPO, OGGI È CAVALIERE DEL LAVORO
DI LUCIA LOMBARDI
FOTO RICCARDO GALLINI
“Mi reputo un curioso, tengo in alta considerazione il punto di vista altrui, cerco di imparare molto dallo scambio: siamo fatti di relazioni”, dice di sé Maurizio Focchi, a capo dell’omonima azienda di famiglia, nata nel 1914, con sede alle porte di Santarcangelo di Romagna. È qui che ci accoglie a pochi giorni dalla notizia dell’attribuzione del cavalierato del lavoro 2022. “Sono molto sorpreso ed emozionato per questo riconoscimento. Ogni cosa che avviene mi piace condividerla con le persone del Gruppo Focchi. Qui in azienda ci mettono tutti l’anima. Il merito è soprattutto del loro lavoro, del loro entusiasmo e della loro passione, se oggi leggo il mio nome tra i 25 grandi professionisti che stanno migliorando le condizioni di vita e di lavoro del Paese. Nella nostra azienda lavorano 380 persone, tra Rimini, Londra e New York, e tra loro 120 sono giovani sotto i 30 anni. In momenti come questi, tra crisi, guerra e incertezze, per fare futuro bisogna concentrare le
forze del nostro lavoro verso i giovani.” Parliamo di un’azienda che firma le facciate a silicone strutturale, cioè a tutto vetro, per i più avveniristici edifici al mondo, come Paddington Square, Londra (Renzo Piano); 40 Leadenhall, Londra (Make Architects); Battersea Power Station Phase 2 (WilkinsonEyre); One Broadgate, Londra (Allford Hall Monaghan Morris); The Broadway, Londra (Squire and Partners); Domino Sugar Refinery, Brooklyn (PAU Arch.), solo per citarne alcuni. Per essere scelti dai migliori progettisti al mondo, un segreto c’è: “Ci differenzia il riuscire a rendere fattibili i progetti degli architetti più visionari. Tradurre in pratica le idee creative, soprattutto le opere più sfidanti. Progettando gomito a gomito con loro alla ricerca della soluzione più adatta. Lo si ottiene ponendosi umilmente in sintonia con l’architetto, con la volontà di capire cosa il creativo va cercando, immedesimandosi totalmente con il disegno, con il desiderio, la volontà dell’architetto. In tut11
“RIUSCIAMO A RENDERE FATTIBILI I PROGETTI DEGLI ARCHITETTI PIÙ VISIONARI, PROGETTANDO GOMITO A GOMITO CON LORO ALLA RICERCA DELLA SOLUZIONE PIÙ ADATTA”, DICHIARA MAURIZIO FOCCHI.
IN APERTURA, IL CAVALIERE DEL LAVORO MAURIZIO FOCCHI. IN ALTO, PADDINGTON SQUARE, A LONDRA, PROGETTATO DA RENZO PIANO. NELLA PAGINA SEGUENTE, MAURIZIO FOCCHI PARLA CON GLI ARCHITETTI MASSIMILIANO E DORIANA FUKSAS.
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to ciò i nostri tecnici rappresentano il vero made in Italy”. I suoi collaboratori devono saper “lavorare bene in team, aver passione ed essere intraprendenti, a costo di essere rompiscatole!” Maurizio ha due figlie e un figlio, con caratteri e attitudini diverse, “da cui ho imparato molto”, ammettte. “Non li ho mai spinti in nessuna direzione specifica, se non donato loro autonomia decisionale. L’unico progetto: che seguissero la loro strada!” Queste affermazioni offrono una connotazione precisa del personaggio che abbiamo davanti. Una Laurea in Medicina, per la quale ha “conservato la passione”, confessa apertamente il manager. “Una parte di me è ancora là, rimango tuttora iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia. I miei interessi scientifici si sono rivolti alla salute mentale delle persone.” Interessi portati avanti parallelamente all’im-
pegno in azienda e per i quali ha ricevuto il premio Jano Planco d’oro a fine 2021, per il suo impegno con Cittadinanza Onlus, cui ha dato vita nel 1999, per la quale, in qualità di presidente e fondatore, realizza progetti di cooperazione internazionale per bambini, giovani e adulti con disabilità e problemi di salute mentale in Paesi a basso reddito. “Con Cittadinanza Onlus ci dedichiamo ai bimbi con problemi di sviluppo abbandonati nelle capanne nelle slum di Nairobi. Se gli insegniamo a camminare, a mangiare da soli, possono emanciparsi andando anche a scuola che è il nostro intento primario. Così attraverso la cooperazione internazionale, grazie ad una figura per me di riferimento in questo ambito, lo psichiatra Benedetto Saraceno, ho potuto unire i miei interessi in un unico progetto volto ad aiutare quei Paesi a basso reddito, in cui alcune malattie non vengono considerate, con grandi ricadute sulla qualità
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PROFILI
della vita per la società. Abbiamo iniziato in India nel ’99, pensando a progetti per adulti affetti da malattie mentali. Ogni area geografica stabilisce un rapporto diverso con questo tipo di malattie: nel continente indiano, per esempio, vengono considerate come fuggevoli, perché per la loro filosofia di vita nulla dura per sempre, neanche queste condizioni. Ciò ne agevola il superamento, soprattutto nei villaggi dove c’è ancora partecipazione. La malattia si cura insieme alla famiglia e alla società.” Maurizio Focchi si riscontra “un eccessivo senso del dovere”: negli anni Ottanta il padre si ammala, subentra la crisi edilizia, e
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LAUREATO IN MEDICINA, FOCCHI È TUTTORA ISCRITTO ALL’ORDINE: “I MIEI INTERESSI SCIENTIFICI SI SONO RIVOLTI ALLA SALUTE MENTALE DELLE PERSONE.” PER QUESTO NEL 2021 HA RICEVUTO IL PREMIO JANO PLANCO D’ORO.
lui si trova costretto ad accantonare l’idea di vivere a Londra o New York per fare il medico e abbraccia la professione edilizia. “Mi ero dato tre anni di tempo: se non fossi riuscito nell’intento di governare e risanare l’azienda, avrei lasciato. Invece si è ripresa.” La formazione è avvenuta dopo, “con un corso in strategie aziendali in Bocconi”. Grazie alle parole di un professore, che consigliava di specializzarsi in qualcosa, “durante un viaggio in Florida presi ispirazione e mi specializzai in facciate continue, abbandonando il mondo dei serramenti. Da questa scelta derivò il primo progetto bolognese in piazza Trento e Trieste, e da lì passammo al Lingotto con Renzo Piano”, poi si sono diretti verso Vienna ed è stato un crescendo di commissioni. “Renzo Piano mi ha sempre colpito positivamente per la sua visione sintetica, con dettagli costruttivi pazzeschi e un grande amore per i materiali, che spesso restituisce tramite schizzi in verde, ovunque si trovi, anche su fogli volanti o tovaglioli.” Un’altra figura stimolante incontrata da Maurizio Focchi è stato lo scienziato Silvio Garattini, “a cui Mario Negri alla sua morte lasciò tutto, compreso il famoso istituto milanese. Garattini all’epoca aveva solo 27 anni e faceva l’assistente in farmacologia. Si trovò all’improvviso a dover prendere le redini di tutto e a svolgere il duplice ruolo dello scienziato e dell’imprenditore: Negri ci aveva visto lungo!” Con i suoi modi pacati e i suoi interessi verso i meno fortunati, Maurizio Focchi risponde perfettamente alla descrizione dell’imprenditore filantropo, quasi un uomo di altri tempi nel suo donarsi al prossimo. Cerca di essere un punto di riferimento per i suoi collaboratori, e ritiene l’ottimismo un requisito fondamentale: “Devi credere di farcela, sempre, anche contro l’evidenza!” Un aiuto nella vita frenetica a cui è sottoposto gli viene dallo sport: il tennis lo aiuta a scaricare pressioni e ansie. “Il mondo può andare solo meglio!” e se ce lo dice lui, non possiamo fare altro che crederci.
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VISIONI
IL GUSTO DI CAMBIARE RINNOVARE ANGOLI DELLA CITTÀ CON LA RISTORAZIONE
DI STEFANO BONINI
FOTO RICCARDO GALLINI
Rimini sta affrontando un processo di cambiamento che non si è fermato neanche con la pandemia. E che accanto agli attori pubblici sta trovando attiva complicità anche in un settore economico come quello della ristorazione, al di là delle difficoltà occupazionali ed economiche. Un manipolo di imprenditori ha infatti deciso di scommettere sul futuro, proprio e di una città in divenire. È quindi attraverso i loro progetti che raccontiamo questa evoluzione: dall’Avamposto al Birrodromo, dalla Chesa de Vein al Chiosco di Rinaldini, dal Circolino (del tennis) al Rockisland. Sei progetti diversi per background e target, ma tutti con la voglia di sfidare il futuro, tra nuovi format e tradizioni reinterpretate. Il nostro percorso comincia dalla punta della palata tanto cara ai riminesi. Qui l’iconico Rockisland quest’anno cambia formula e mood. Il locale, di proprietà di Pompeo Pivi, titolare di Petrol-
UN MANIPOLO DI IMPRENDITORI DEL FOOD HA DECISO DI SCOMMETTERE SUL FUTURO DI RIMINI: ATTRAVERSO I LORO PROGETTI RACCONTIAMO QUESTA EVOLUZIONE.
tecnica, da qualche settimana è stato preso in mano da un pool di imprenditori messo insieme dall’ex sindaco Andrea Gnassi, vero promotore di questa nuova avventura. “È una sorta di factory nella quale, tra buon cibo e buoni drink, libertà, musica e poesia”, ci spiega Gnassi, “lo chef Giuliano Canzian insieme alla moglie Enrica Mancini
(Dallo Zio, Marianna e altri), i ragazzi del Peacock e Claudio Berardi (per tutti Spadino), collaborano per regalare momenti di piacere e relax, dall’aperitivo al tramonto al dopo cena, più qualche speciale colazione, in un luogo che è un po’ Ibiza, un po’ California e un po’ Isola delle Rose.” Ma che soprattutto è tanto Rimini e punta a riaffermarsi come locale di riferimento tra “infradito e tacchi a spillo, smoking e bermuda”. A pochi metri da qui, sul piazzale del porto, ha riaperto dopo una lunga chiusura un altro luogo emblematico per la comunità riminese. Oggi si chiama Avamposto, ma per decenni è stato il Ristorante dei Marinai, sede anche dell’ANMI – l’Associazione Nazionali Marinai d’Italia, proprietaria dell’immobile. “Questa era la Stazione di Vedetta della Marina Mercantile,” ci racconta Yuri Guidi che con il padre Daniele gestisce ora il locale, “e per noi, che in questa zona ab17
RUBRICA
IN APERTURA, IL ROCKISLAND E, A FIANCO, L’AVAMPOSTO. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, IL CIRCOLINO E, SOTTO, IL BIRRODROMO A POCHI PASSI DALLA STAZIONE.
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biamo radici, affetti e interessi (Strampalato e Club Nautico), è sempre stato un sogno quello di ridare lustro a questo piccolo grande gioiello di architettura razionalista con vista sul porto canale.” Con questa passione e lungimiranza Yuri e Daniele riconsegnano alla comunità una struttura monumentale con un importante intervento di recupero che consente agli ospiti di godere di uno spazio su 3 livelli nel quale gustare alcuni piatti di mare della tradizione abbinati a un’eccellente selezione di cocktail, vini e birre.
Sempre sul mare un altro locale si è rifatto il look, soprattutto in cucina. È il Circolino (presso il Circolo Tennis), da quest’anno nelle giovani e creative mani dei fratelli Alex e Riccardo Santolini. “Dopo l’esperienza all’Osteria Franca all’interno del Pizzicagnolo Officina Alimentare”, ci spiega Alex, “gestito da nostro zio Roberto Filippi (alias Bubana), cercavamo un luogo dove poterci mettere in proprio e creare un’osteria di pesce moderna, attenta al territorio ma con un tocco di internazionalità.” Il Circolino apre la mattina con le co-
lazioni e arriva a tarda sera con un intrigante e divertente american bar con cocktail ricercati e un piacevole dj set. Tutto questo con un sogno a medio termine: stare aperti tutto l’anno. A monte della ferrovia, a pochi passi dalla stazione, ecco il nuovo Birrodromo. Ricavato all’interno di una struttura storica che fu prima stazione del treno Rimini-Novafeltria e poi stabilimento delle Ferrovie Padane, è il fratello dell’omonimo locale riccionese. Il progetto di recupero di uno spazio industriale abbandonato nasce dalla creatività
VISIONI
di Lorenzo Carigi, giovane imprenditore riminese. “Dopo alcuni anni di lavoro all’estero mi era venuta voglia di fare qualcosa di particolare nella mia città”, ci dice Lorenzo, “e quando ho visto questo luogo, mi è venuta subito l’idea di una ristrutturazione sul modello di quanto visto in diverse città europee. Ho condiviso il progetto con i soci del Birrodromo originario: Fabio Ubaldi, Paolo Amedei, Stefania e Roberta Tosi. Gli è piaciuto e così abbiamo fatto rinascere questo spazio con una proposta food & beverage solida, fatta di hamburger di qualità, pizze e
IN ALTO, L’INGRESSO DELLA CHESA DE VEIN. A FIANCO, IL CHIOSCO DI RINALDINI.
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specialità di carne a filiera corta accompagnate da specialty beer e drink”. Con Lorenzo a guidare il locale, aperto tutto l’anno, c’è Gianprimo Sarti, riconosciuto frontman di vari locali riminesi. Lungo questo fil rouge gastronomico ci avviciniamo al centro storico. Ed ecco la Chesa de Vein, altro pezzo di storia locale. Chiuso da tempo, questo ristorante, che per molti anni è stato anche luogo di ritrovo delle società di calcio e basket riminesi, trova finalmente una nuova vita grazie all’iniziativa di un imprenditore come Rino Mini. La Chesa de Vein, che
sorge laddove secoli fa c’era la Chiesa di San Girolamo e di cui oggi resta ben visibile l’Oratorio di San Giovannino, ha riaperto i suoi cancelli “con un’offerta completa”, illustra Mini, “che va dalla pizzeria alla cucina di mare e di terra, con il pescato del giorno e le carni di allevamento locali insieme a verdure e ortaggi biologici, anche da orti di nostra proprietà”. Il desiderio di Rino è quello di riaffermare questo luogo, completamente ristrutturato, come il “ristorante dei riminesi”, così come era stato durante la mai dimenticata gestione di Bruno Giorgini, grazie “ad una cucina riconoscibile più di sostanza che di apparenza, e a prezzi accessibili”. E per finire in dolcezza, eccoci alle spalle di Castel Sismondo, oggi Fellini Museum. Qui, nella cornice dell’arena intitolata a Francesca da Rimini, c’è il nuovo Chiosco di Rinaldini. Una formula giovane e veloce quella pensata dal celebre pastry chef riminese Roberto Rinaldini, che spazia dalla spianata romagnola, ma gourmet, alla colazione con granite siciliane fino ai cocktail innovativi. Dalla colazione all’after dinner il Chiosco offre proposte semplici ma uniche, in un contesto di grande pregio immerso nella storia e nella bellezza.
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ARTE
UMANO PROSSIMO POSTUMANO METAMORFICO: DUE PAROLE PER INDAGARE IL FUTURO DELL’UMANITÀ
DI LUCIA LOMBARDI
La naturale tensione dell’uomo verso il futuro, tra nuovi scenari, possibili trasformazioni e inedite forme di esistenza e coesistenza è il tema su cui tutti quanti siamo chiamati a ragionare ora più che mai. Ed è questa l’urgenza collettiva che otto artisti sono stati chiamati a indagare secondo il loro linguaggio artistico: il tema del Postumano Metamorfico. Un suggestivo percorso sviluppato proprio in contrapposizione con gli spazi rinascimentali di Palazzo Donà dalle Rose, a Venezia, dove è stato allestito il Padiglione della Repubblica di San Marino alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, visitabile fino al 27 novembre 2022. Elisa Cantarelli, Nicoletta Ceccoli, Endless, Michelangelo Galliani, Rosa Mundi, Roberto Paci Dalò, Anne-Cécile Surga, Michele Tombolini: questi gli otto artisti selezionati da un comitato scientifico composto da Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti, Cristian Contini, Fulvio Granocchia, 22
Pasquale Lettieri, James Putnam, Riccardo Varini, Angela Vettese. “San Marino vi è rappresentata dai poli della sua cultura, dai suoi artisti e dalla sua Università”, afferma il Segretario di Stato per la Cultura Andrea Belluzzi. “Il Paese sta portando avanti un percorso di maggiore focalizzazione sulle iniziative culturali come elementi di attrattiva che contribuiscano a portare visitatori attenti nel nostro Paese. Il motivo che mi ha fatto propendere per la collaborazione con FR Istituto d’Arte Contemporanea e con il suo partner Cris Contini Contemporary è che il progetto avrà una ricaduta sul territorio sammarinese durante e dopo la Biennale: gli artisti presenti all’evento porteranno infatti le loro installazioni e le loro performance anche a San Marino.” “Il Padiglione”, dichiara il commissario Riccardo Varini, “ospita contributi di artisti sammarinesi, italiani, francesi e inglesi, per promuovere il Sistema Paese attraverso l’arte contemporanea, in un’ottica di confronto
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IN APERTURA, L’INSTALLAZIONE DI ELISA CANTARELLI, WRP WITHOUT ESSENZA. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, RISVEGLI, NICOLETTA CECCOLI E, SOTTO, UN GIARDINO IMPERFETTO, MICHELANGELO GALLIANI.
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ed apertura internazionale. In risposta alle sollecitazioni della direttrice artistica della Biennale Arte 2022, Cecilia Alemani, si è scelto di approfondire il tema proposto – corpo e metamorfosi, rapporto individuo/tecnologia e individuo/natura – su diversi piani: dal linguaggio alla riflessione sul presente, sino all’opera d’arte nel suo farsi. Palazzo Donà dalle Rose, sede della mostra, è esemplificativo di questo concetto. Rappresenta esso stesso differenti dimensioni e anime, materiali e immateriali, che si tramandano dal passato e si fondono nel pre-
sente, coniugando la permanenza della città antica con la visione innovativa di quella moderna.” A Belluzzi e Varini si unisce poi il curatore, Vincenzo Rotondo (FR Istituto d’Arte Contemporanea): “Il progetto Postumano Metamorfico nasce nell’agosto del 2021, a partire da studi condotti negli anni precedenti su Postumanesimo e Transumanesimo, dalla consapevolezza della fragilità umana, ma anche dal grande dono di cui disponiamo, ovvero la capacità di guardare e andare oltre. Ci siamo sempre posti tante domande: come prolungare la nostra vita, come trasformarci per adattarci ai cambiamenti. Ora siamo arrivati ad un punto critico, in cui l’essere umano pensa di poter bastare a se stesso e di poter dominare il mondo. La tecnica, secondo il Transumanesimo, nasce per salvare la vita umana. Grazie alla scienza e alla medicina abbiamo avuto grandissimi vantaggi da questo punto di vista, ma far sopravanzare la scienza e la medicina a discapito del rapporto uomo/natura sottende un grande rischio. Così come è rischioso forzare e adattare l’ambiente ai propri bisogni: lo vediamo nell’inaridimento del globo terracqueo, nello scioglimento dei ghiacciai, nel cambiamento della Corrente del Golfo. In effetti, il problema vero siamo noi, che dovremmo muoverci verso la Natura e trovare soluzioni che ci consentano di entrare in sinergia con l’ambiente. Il Postumano Metamorfico che ci piace immaginare sarà in grado di interagire con il proprio Macrocosmo di riferimento, creando nuove forme di coesistenza e trasformazione”.
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TERRITORIO
ALLE FONTI DEL MARECCHIA SCOPRIAMO IN SELLA ALLA MOTO UN TERRITORIO UNICO AL MONDO
TESTO E FOTO DI EMILIO SALVATORI E CRISTINA ZOLI
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TERRITORIO
Il Marecchia è lungo non più di una settantina di km: un corso tanto corto quanto ricco di meraviglie, sia storiche che naturalistiche. Magnifica testimonianza ne sono i blocchi di calcare che in un periodo lontanissimo scivolarono dal Tirreno fino a qui, galleggiando su un mare d’argilla e rendendo questo territorio unico al mondo. Il profilo del monte del Titano è solo il primo, provenendo dal mare, degli incontri che faremo nel nostro viaggio di scoperta che, in sella alla nostra moto e seguendo itinerari secondari e romantici, ci porterà a scoprire, risalendone il corso, il fiume Marecchia fino alle sorgenti che si perdono tra le falde del Monte Zucca. Oltrepassato all’altezza di Covignano il serpente di lamiera della Nuova Circonvalla-
IN APERTURA, IL PERCORSO CHE COSTEGGIA SAN LEO. A FIANCO, I CALANCHI DELLA VALMARECCHIA, E LE CASCATELLE DEL CONCA.
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zione, la via Santa Cristina ci proietta, col suo andamento sinuoso, nella bellezza del territorio riminese. Superati i Casetti, non occorre poi molto per iniziare ad affrontare le prime curve della collina, che ancora qualcuno continua a chiamare al costi ad Sgrigna. Via Santa Cristina è un vero e proprio Eden per ogni motociclista coi suoi tornanti e i suoi saliscendi che in breve, superata San Paolo, ti portano al cospetto del profilo del Monte del Titano e delle tre torri che come pennacchi lo caratterizzano. Sulla destra, poco oltre, è invece la rocca di Verucchio, la fortezza da cui il centenario Malatesta (o il Mastin vecchio, come lo ha reso immortale Dante) dominava l’antica strada che da sempre, lungo il corso del fiume che ha dato il
LE CASCATELLE DEL CONCA SONO UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE, SPECIE SE SI HA LA FORTUNA DI TROVARLE GONFIE D’ACQUA E DI AVERE UNA MOTO CHE PORTA FIN QUASI AL PUNTO IN CUI LE ACQUE PRECIPITANO A VALLE.
nome alla stessa città di Rimini, ha collegato l’ultima propaggine della pianura padana alla Valtiberina, l’Adriatico al Tirreno. Lasciando il fascino di Verucchio, del suo castello, del suo borgo e, soprattutto, dello straordinario museo archeologico che, con pezzi unici al mondo, è forse la testimonianza più alta della civiltà Villanoviana, è solo per pochi km che dobbiamo scendere sulla frustrante Marecchiese prima di risalire verso San Leo e il suo forte. Federico da Montefeltro (ricorrono quest’anno i 600 anni dalla sua nascita) affidò il compito di ridisegnare la rocca per approntarla alle nuove esigenze difensive al grande architetto e ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini, che la rese un tesoro inestimabile per storia e bellezza. I 9 km che da Pietracuta ci portano nel cuore di questo borgo antico, capace di conservare oltre alla rocca gioielli architettonici unici come la torre civica, il duomo, la pieve, sono un inno al piacere d’andare in moto. Dall’alto di San Leo lo sguardo è libero di spaziare a 360°, verso la visione del mare e San Marino, ma anche verso i profili rupestri del Monte Aquilone e della rupe di Maioletto, e verso il profilo di Villagrande e del Carpegna, verso cui ora ci dirigiamo. Tra Villagrande e Carpegna l’incontro con le cascatelle del Conca sono un appuntamento da non perdere, specie se si ha la fortuna di trovarle gonfie d’acqua e di avere una moto come la nostra che, agile, ci porta fin quasi al punto in cui, fragorose e affascinanti, le acque precipitano a valle. Carpegna, col suo Palazzo dei Principi di Carpegna, ci aspetta così come, più avanti ancora, il magico spettacolo dei Sassi di San Simone e del Simoncello, i due blocchi calcarei che, attorno a 137 milioni di anni fa, tra il Tortoniano ed il Pliocene inferiore, 31
TERRITORIO
IN ALTO, ALL’ORIZZONTE, I SASSI DI SAN SIMONE E SIMONCELLO.
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giunsero scivolando lentamente fino a qui, durante quella che la geologia definisce la Colata della Val Marecchia. Numerosi sono i blocchi calcarei che, come il Sasso Simone (1204 m) e il Simoncello (1221 m), caratterizzano oggi la Valmarecchia, dalle rupi di San Leo e San Marino al Monte Carpegna, ai profili di Verucchio, Pietracuta, Saiano, Torriana, Pennabilli. Un territorio unico di 4791 ettari nel cuore del Montefeltro, che la concomitanza fortuita del caso e la lungimiranza dell’uomo ha tutelato e difeso, con la nascita nel 1996 di un parco regionale e nel 2013 del Parco interregionale Sasso Simone e Simoncello. Diverse sono le opzioni per entrare, una volta lasciata la moto, nel cuore del parco. Quello che personalmente preferiamo parte da Ca’ Barboni, a cui si giunge, lasciata Carpegna e superata Miratoio, dopo una ventina di km lungo la SP84. Un’oretta di cammino impegnativo quanto gratificante porta ai piedi di Sasso Simone e a ciò che resta della Città
del Sole, uno dei sogni infranti di Cosimo de’ Medici. Proseguendo da Ca’ Barboni in breve si è invece a Sestino e da qui, risalendo in piega i bellissimi tornanti del valico di Colcellalto, tornare in Valmarecchia per giungere, seguendo il corso secondario del Presale, a Badia Tedalda, tappa fondamentale di quella giostra che è, per tutti i motociclisti tosco-romagnoli, il Passo di Viamaggio. Sosta dovuta, se non altro per continuare a farsi rapire dal panino con la finocchiona al ristorante Il Sottobosco, e poi via, all’altezza della Svolta del Podere, per giungere in breve a Pratieghi. È da qui che, lasciata la moto per seguire un sentiero che si fa largo tra campi, siepi e calanchi, dopo 1 km e mezzo è possibile giungere, nel mezzo di una faggeta, alle pendici del Monte Zucca e alla sorgente del fiume Marecchia, là dove, a pochi metri dal confine tosco-romagnolo, le coordinate 43° 44’ 38” N 12° 05’ 07” E, individuando la sorgente, sanciscono anche la fine del nostro viaggio.
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NATURA
COLTIVARE UN SOGNO CASA BLUMEN, IL TEMPIO DEI FIORI BIOLOGICI
DI CRISTINA RIGHI
Quando le chiedevano cosa avrebbe fatto da grande, rispondeva “la fioraia”. Poi la vita di Sabrina Linardi ha preso un’altra strada: gli studi, la famiglia, un lavoro d’ufficio. Quel desiderio di bambina, però, è rimasto nel cassetto, in attesa del momento giusto per diventare realtà con Casa Blumen. “Sono ufficialmente una contadina”, si descrive con soddisfazione Sabrina: “coltivo fiori biologici e sento che è quello che avrei sempre dovuto fare.” Le brillano gli occhi mentre ci mostra il suo mondo, con la consapevolezza che si tratta di un “germoglio” che ha il peso e la leggerezza di qualcosa di prezioso, come il ritorno alla natura, a un’esistenza fondata sul rispetto. Come nasce Casa Blumen? “Avevo smesso di comprare fiori. Dopo una vacanza lavoro nella flower farm Vom Hügel in Austria, la folgorazione! È possibile comprare fiori recisi rispettando l’ambiente. Nel marzo successi-
“LA PASSIONE PER I FIORI ME L’HA TRASMESSA MIA MAMMA. AVEVAMO SEMPRE FIORI FRESCHI IN CASA E IO LE RACCOGLIEVO MAZZI IN OGNI OCCASIONE”, RACCONTA SABRINA LINARDI.
vo il lockdown. È periodo di semina, così ho seminato Girasoli e Zinnie, ricordo dell’Austria. Carlo, il mio compagno, mi ha dato la possibilità di realizzare il mio progetto sul terreno della sua famiglia. Poi si è appassionato quanto me. Da qui il nome, CaSa Blumen: Carlo, Sabrina, e la parola tedesca per fiore. I miei genitori mi hanno sempre inco-
FOTO RICCARDO GALLINI
raggiata a cercare la mia strada e a lavorare sodo per quello in cui si crede. Così oggi uso humus di lombrico e compost per concime. Semi raccolti dalla parte di fiori lasciata in campo fino a maturazione. Qualità rustiche, annaffiate lo stretto indispensabile con l’acqua del pozzo, distribuita per gocciolamento con l’energia di pannelli solari. Siamo consapevoli che i fiori non sono indispensabili, ma sono importanti, sono presenti in ogni momento significativo, sono nutrimento per lo spirito, anche se non li mangiamo. Per averli non dobbiamo impoverire la terra.” C’è un fiore preferito e a cosa si ispira per le composizioni? “Il mio fiore preferito è quello del momento. Ora è il Cosmos, che dona leggerezza a ogni mazzo. Osservo la natura e mi ispiro a lei. Le creazioni più belle sono quelle che abbiamo intorno. Uso nastri di fibre naturali. Niente spugna da fioristi: per le composizioni uso giunchi, filo e rete 37
NATURA
metallici. Sono nate poi collaborazioni con artigiani locali, che realizzano vasi bellissimi.” Cosa trovano le persone a Casa Blumen? “Casa Blumen è uno spazio vivo, da condividere. Credo che i fiori coltivati in libertà riescano a trasmettere emozioni e le persone le percepiscono. Portano il
IN QUESTE PAGINE, SABRINA LINARDI ALL’INTERNO DI CASA BLUMEN E ALCUNI DEI FIORI CHE SI POSSONO SCEGLIERE PER COMPORRE MAZZI IN MODO SOSTENIBILE.
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buon umore, toccano le corde degli affetti e dei ricordi, hanno a che fare con i sentimenti più profondi. Per questo spero che a Casa Blumen le persone riescano a trovare tranquillità o semplicemente osservare la bellezza. Possono scegliere i fiori direttamente in campo, partecipare a laboratori di composizione o fare
attività di meditazione e yoga. Il lavoro e lo studio da fare è tanto. Mi reputo molto fortunata, per il sostegno del mio compagno e l’accoglienza della sua famiglia. Perché incontro persone disponibili ed entusiaste del mio progetto, che spero continui a crescere sano, nel senso più completo del termine.”
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EVENTI
LEGGERE IL CAMBIAMENTO WILLIE SINTUCCI E IL MONDO DELLO SPETTACOLO DAL VIVO
DI LUCIA LOMBARDI
“Sono uno che si alza presto la mattina e va a lavorare”, dichiara l’ultimo discendente della dinastia del clubbing, il regale William Sintucci, per tutti Willie, riminese, un’età indefinita, uno stile unico, di poche parole ma sagaci. “Per 23 anni ho fatto il dj, poi, per raggiunti limiti d’età, ho smesso, dedicandomi a quello che ho sempre fatto, lavorare con la musica, organizzando concerti, come facevamo negli anni Ottanta!” Divenendo uno dei più quotati promoter di eventi e spettacoli dal vivo della Romagna. Nella sua carriera ha messo dischi dallo Slego al Paradiso, passando per tanto altro, “facendo bosco e Riviera”, come dice lui. “Cambiando generi senza snaturarmi, unendo new wave ed elettronica.” Gianni Fabbri, il patron della discoteca Il Paradiso di Rimini, lo chiamò a lavorare con lui: “Fu una grande palestra, voleva che organizzassi dei concerti a Covignano nei suoi spazi, così gli proposi di mettere musica nel giardino della sua discoteca, cosa che fino a quel momento non era ancora stata fatta, e fu un vero successo. Portai lassù, al Colle, un pubblico più giovane. Fabbri è stato uno degli ultimi veri per-
sonaggi riminesi dell’ambiente”. Attorno a quel mitico “salotto della notte” giravano filosofi, soubrette, politici: un luogo indimenticabile. Ora, Willie, mentre racconta,
FOTO RICCARDO GALLINI
declina tutto al plurale: “Nei 13 anni di IO, lo street club underground da centro storico londinese, sul lungomare di Rimini, ho dato fondo al mio ego. Era un periodo di edonismo e spiccato 41
EVENTI
“IL MIO PREGIO È QUELLO DI ESSERE LOCAL, VIVERE QUI E FARE COSE SUL TERRITORIO, PER IL TERRITORIO: LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI QUESTO LO APPREZZANO”, SPIEGA WILLIE. “BISOGNA PORTARE UN BEL PUBBLICO, IN QUESTO CONSISTE LA DIFFICOLTÀ DEL MESTIERE.”
individualismo, ma l’esperienza arricchiva. La città, la provincia tutta, a quei tempi era un laboratorio. Il clubbing dava molta soddisfazione, e Rimini aveva un pubblico preparato. Molti ragazzi tornavano dall’università il venerdì, appositamente per poter partecipare ai concerti che organizzavamo. Adesso penso al plurale, uso il noi, e non il singolare perché, anche se sono al comando, dietro a uno spettacolo importante si muovono fino a 150 persone. Ci sono economie vere e proprie, anche se non sembra, e quest’anno non si trova personale: i due anni di pandemia hanno cambiato tutte le logiche”.
Con la sua Pulp, Willie ha portato in Romagna nomi del calibro di John Cale, i Deep Purple, i Ramones, Brian May, Lou Reed, Patty Smith, Miles Davis, Jo Cocker, De Gregori, Zucchero, Ligabue… La lista è interminabile. Per far calcare i palchi locali ai big internazionali e nazionali “ci vuole credibilità, il luogo è fondamentale, così come il portfolio che hai all’attivo: Franco Battiato, portato più volte in Romagna, con la sua presenza ha sdoganato il Capodanno di Rimini. Era una persona molto umile, non metteva mai nessuno in difficoltà. Lou Reed lo portai a cena in un valido ristorante di quei tempi, Il
Lurido: ne fu entusiasta. Mentre lo accompagnavo in aeroporto mi chiese di andare piano alla guida, altrimenti sarei stato ricordato come quello che aveva fatto schiantare Lou Reed, e addio musica!” Tra le tante piazze, arene e stadi, Willie ha organizzato al 105 Stadium i concerti zero di molti artisti, come le prove del tour dopo il primo lockdown per Zucchero. “Il mio pregio è quello di essere local, vivere qui e fare cose sul territorio, per il territorio: le amministrazioni comunali questo lo apprezzano”, spiega deciso. “Bisogna portare un bel pubblico, in questo consiste la difficoltà del mestiere. Si cerca di seguire un pubblico di qualità, interessante, che generi un turismo di qualità. Bisogna alzare l’asticella. Ci vorrebbe più impegno da parte di tutti! Negli ultimi tre anni a Cattolica stiamo facendo un ottimo lavoro e il botteghino ci dà ragione. Eccezionale il cartellone dell’Arena della Regina: per l’estate 2022 ha il programma più bello in assoluto di tutta la Riviera, in agosto aspettiamo Blanco, Litfiba, Coez.” Il manager Sintucci ha il pregio di saper leggere il cambiamento. “Abbiamo insegnato un modello che ora non funziona più, eravamo alternativi ma facevamo selezione all’ingresso. Perché se si paga un biglietto per ballare o ascoltare musica, si vuole anche essere sicuri di potersi godere quel momento! Bisogna difendere gli spazi cittadini, con una logica di livello, essere più esigenti, senza prendere tutto quello che fa numero, e scegliere la qualità.”
NELLA PAGINA PRECEDENTE, WILLIE SINTUCCI IN PIAZZA CAVOUR A RIMINI. IN QUESTA PAGINA, WILLIE DURANTE UN EVENTO RIMINESE DEL 2019.
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CURIOSITÀ
L’ESSENZA DI RICCIONE COME PORTARE A CASA IL PROFUMO DELLA VACANZA
DI FLAVIO SEMPRINI
SOTTO, GIOVANNA FABBRI ALL’INTERNO DEL FIOR DI LOTO E, NELLA PAGINA A FIANCO, IL PROFUMATORE PER AMBIENTI L’ESSENZA DI RICCIONE.
Riccione compie 100 anni e Giovanna Fabbri, titolare del negozio Fior di Loto, ha deciso che la città che tanto ama avrebbe dovuto avere un profumo per ambienti che contenesse, nello stesso tempo, la fragranza più
FOTO RICCARDO GALLINI
vera della Perla Verde e il suo spirito più reale. L’ha chiamato L’Essenza di Riccione. “Ho volutamente giocato con il termine,” spiega Giovanna. “Essenza in quanto profumo e in quanto anima della città.”
Qual è l’aroma del profumo? “È una fragranza marina con note iodate, accompagnata dai frizzanti sentori agrumati del bergamotto e del mandarino e da quelli avvolgenti e confortanti dei legni della macchia mediterranea. Secondo l’aromaterapia, le essenze che abbiamo utilizzato hanno diversi benefici: in particolare, il profumo del mare rallegra l’umore; gli agrumi danno energia e con i sentori del legno si trasmette tranquillità. Insomma, sanno di vacanza a Riccione. Chi se lo porta a casa, porta con sé i buoni odori e sapori dell’estate nella Perla Verde: il mare, la sabbia ma anche la gioia e l’atmosfera che si respirano solo nella nostra città. Ed è adatto a tutti gli ambienti. È perfetto nei mesi caldi per la sua freschezza e vivacità, ma ancora di più nelle grigie giornate invernali perché, sentendolo, l’estate riccionese ci avvolge di nuovo.” Il diffusore da 200 ml, dal design moderno e pulito, valorizza il
colore azzurro mare dell’essenza che si sposa in modo naturale con i toni sabbia del tappo in legno e dei bastoncini. Anche il packaging è color sabbia e, sullo sfondo, riprende una foto di Riccione. “Tutto è studiato nei minimi particolari perché L’Essenza di Riccione rifletta la joie de vivre della città”, sottolinea Giovanna. Come si fa a “inventare” un profumo per ambienti? “Noi di Fior di Loto abbiamo avuto l’idea e avevamo ben chiaro che sensazioni dovesse suscitare e quali fragranze ne dovessero fare parte. Per la realizzazione pratica ci siamo rivolti a un nostro importante fornitore italiano che ha costruito il profumo secondo le nostre esigenze, tenendo alta la qualità.” L’attenzione alla qualità, del resto, fa parte della vita di Giovanna Fabbri e di Fior di Loto da sempre. L’attività è partita nel 1980 come negozio di fiori e, nel corso degli anni, si è sviluppata
seguendo anche altri filoni: oggettistica d’arredo di alta qualità e poi brand di profumeria per ambienti e per la persona molto importanti e fuori dai classici circuiti di distribuzione. Da Fior di Loto, ad esempio, si possono trovare i profumi per ambienti Dr Vranjes, azienda fiorentina specializzata e nota in tutto il mondo; oppure i diffusori Lampe Berger, storico marchio parigino, che hanno la particolarità di “pulire” l’aria della stanza nella quale vengono posti e poi di profumarla. I profumi per ambienti sono adatti sia a uomini che a donne? “Sì, il profumo d’ambiente è adatto a tutti. Abbiamo notato che L’Essenza di Riccione piace sia alle donne che agli uomini. In aromaterapia si direbbe che è pensato per far star bene. Come tutti i profumi, colpisce il sistema limbico, il cosiddetto cervello emotivo e dunque fa partire i ricordi, si spera piacevoli, della vacanza a Riccione.”
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ANNIVERSARI
LO SPAZIO CHE VIVE UN DOCUMENTARIO PER CELEBRARE I 75 ANNI DEL CEIS
DI MILENA MASSANI
Lo spazio vive, se dentro c’è la vita, e al CEIS di vita ce n’è tanta, da ben 75, preziosi anni. Lo spazio che vive è anche il titolo del documentario di Teo De Luigi realizzato in occasione dell’importante anniversario della fondazione dell’Asilo Svizzero, avvenuta il 1° maggio del 1946 da parte della società di mutuo soccorso svizzero, in una Rimini devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e priva di ogni bene di prima necessità. Così Margherita Zoebeli, giovane educatrice e assistente sociale svizzera, si trasferisce nella città ferita per dare sostegno a bambini e genitori senza casa, e, insieme a un esiguo manipolo di illuminati, nella zona dell’Anfiteatro romano, insieme all’architetto Felix Schwarz monta le prime baracche militari in legno poste in senso circolare. È proprio da questa forma perfetta, tonda ed inclusiva che nasce il progetto pedagogico per la co-
munità, e dal senso d’insieme che ne deriva prende avvio il film documentario di De Luigi, pensato per sensibilizzare l’Italia intera e non solo, per diffondere e sostenere il metodo d’insegnamento qui profuso. Un metodo ispirato alle teorie di Pestalozzi, nonché ai fondamenti di Freinet, Bovet, Montessori, Adler e Steiner; una pietra miliare utile alla società civile tutta, un esempio da tutelare e valorizzare. Al CEIS si mette in pratica attraverso molteplici discipline educative una vera officina didattica: uno spazio vuoto da riempire di giorno in giorno, dentro e fuori dalle tredici baracche, nucleo attorno cui vive questa scuola, in cui gli alberi piantati rappresentano un simbolo di pace che si nutre di libertà e collaborazione. Si stimola il naturale sostegno reciproco fra bambini, e dei bambini stessi con la natura e l’ambiente circostante, liberandosi da modelli precostituiti, come teorizzato con la
TEO DE LUIGI HA REALIZZATO IL DOCUMENTARIO NELLA SPERANZA CHE QUESTO POLMONE CHE RESPIRA E SCANDISCE IL TEMPO CONDIVISO POSSA VENIRE SALVAGUARDATO DALLA COMUNITÀ.
pedagogia attiva di Margherita Zoebeli. Come un patrimonio da tramandare con tenacia, nel rispetto dell’unicità di ciascun bambino, Teo De Luigi ha scritto insieme a Serena Saporito ed Edda Valentini questo toccante documentario, per restituire l’atmosfera e il valore del Ceis, attraverso interviste a pedagogisti, educatori volontari, architetti, ex alunni. Fra i diversi collaboratori, troviamo Michele Barone come direttore della fotografia, gli operatori video sono Marco Colonna, Enrico Guidi, Roberto Bianchi e Gianmarco Zannoni, mentre le
musiche sono di Massimiliano Rocchetta. Un progetto in viaggio per festival di cinema nazionali e internazionali, che già alcuni riminesi hanno avuto modo di vedere al Fulgor e al Tiberio. Il sogno di De Luigi è che questo polmone che respira e scandisce il tempo condiviso possa venire salvaguardato dalla comunità. Ecco che Rimini può diventare il centro di riferimento di una dinamica psico-didattica moderna da esportare, un modello utile per creare i cittadini di domani nella consapevolezza del valore unitario ed esistenziale dell’intera comunità.
“Packaging” tradotto letteralmente dall’inglese significa imballaggio. In realtà, però, il termine inglese copre molti più signifi cati di quello italiano. Il packaging è infatti la scienza, l’arte e la tecnologia di avvolgere e proteggere i prodotti per la distribuzione, lo stoccaggio o la vendita. Il packaging, oggi, è molto più di un semplice imballaggio che serve a proteggere la merce. È una forma di comunicazione verbale, contiene e avvolge il prodotto. L’involucro, è la prima immagine che vediamo, la prima sensazione che percepiamo. Spesso è proprio il primo impatto a determinare il successo di un prodotto! Come un packaging efficace va ben oltre la copertura di un prodotto con un involucro, la sua realizzazione è altrettanto importante per garantire la perfetta qualità ottimizzando i tempi e i costi. Da oggi La Pieve Poligrafi ca può offrire ai propri clienti un servizio completo nel settore del Packaging cartaceo, realizzando internamente tutto il processo, dalla stampa alla confezione e, se richiesta, anche l’ingegnerizzazione ottimizzata. Questo grazie a figure professionali specifi che e ad una tecnologia dedicata che mirano a garantire risultati ottimali.
MISSIONI
NUOVI CODICI I FINALISTI DEL PREMIO ARTISTI ITALIANI PART IN MOSTRA
DI LUCIA RUGHI
FOTO RICCARDO GALLINI
IN BASSO, LA MOSTRA IL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE. A FIANCO, LETIZIA MORATTI, CO-FONDATRICE DELLA FONDAZIONE SAN PATRIGNANO.
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Sono 12, tutti under 40. Nati a cavallo del millennio, italiani di origine o di adozione, selezionati accuratamente tra le più importanti gallerie internazionali. Sono i finalisti che si contenderanno il Premio Artisti Italiani PART, promosso da un’idea di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Giuseppe Iannaccone. Il nuovo riconoscimento biennale per talenti dell’arte contemporanea di età inferiore ai quarant’anni, italiani o residenti in Italia, nato dalla collaborazione tra la Fondazione San Patrignano e il Comune di Rimini. Il riconoscimento si basa sulla selezione di una rosa di candidati, scelti da tre selezionatori che
si sono distinti per le loro attività nel campo dell’arte emergente contemporanea. Il comitato, composto da Edoardo Bonaspetti, Lucrezia Calabrò Visconti e Francesco Garutti, ha individuato dodici tra le voci più interessanti in Italia: Benni Bosetto, Costanza Candeloro, Caterina De Nicola, Binta Diaw, Lorenza Longhi, Beatrice Marchi, Diego Marcon, Daniele Milvio, Margherita Raso, Andrea Romano, Giangiacomo Rossetti, Davide Stucchi. Tre i riconoscimenti che saranno assegnati dal comitato dei sostenitori del Premio e dal Sindaco di Rimini che insieme avranno il compito di scegliere le tre opere che en-
treranno a far parte della Collezione San Patrignano e saranno esposte al PART. I tre vincitori, che si aggiudicheranno una somma in denaro per un totale di 20.000 Euro, saranno proclamati durante la cerimonia pubblica in occasione della fine della mostra, sabato 1 ottobre 2022. “Ci è sembrato importante”, sottolinea Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, “contribuire alla valorizzazione dei giovani artisti italiani perché è coerente con la missione di San Patrignano.” Le dodici opere in mostra sfuggono da classificazioni rigide: parlano di spazi intimi e al contempo metafisici, riflettono sulla condizione umana, svelano nuovi codici estetici, esplorano la società odierna e i suoi rituali, abbandonano le nozioni tradizionali di spazio e tempo per utilizzare un linguaggio visivo inedito. Sculture, video installazioni e disegni stupiscono e affascinano. “Sono opere che indagano sulla complessità del nostro tempo”, aggiunge Moratti. “A volte le opere hanno anche aspetti drammatici. Da una parte richiamano la tradizione, dall’altra l’innovazione con lo studio di nuovi materiali e tecnologie.”
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