n.4 2022 www.inmagazine.it rimini SORELLE FABBRI IL SOGNO MARLÙ GIOIELLI SPECIALE ROMAGNA SPECIALE CELEBRAZIONI
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In questo numero che ci accompagna nel nuovo anno, parliamo di sogni e imprenditorialità con le sorelle Fabbri, in copertina, fondatrici del marchio di gioielli Marlù. Viaggiamo alla scoperta dei ristoranti premiati dalla Guida Michelin 2023, ed esploriamo in moto elettrica il Montefeltro, terra di confine tra Romagna e Marche. Incontriamo Francesco Sgaramella, che conquista i lavoratori con i suoi corsi accattivanti dedicati alla sicurezza sul lavoro, e Sara Misir, pilota professionista metà riminese e metà giamaicana. Scopriamo la Galleria Buonadrata, il nuovo spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini inaugurato in occasione del trentennale. Vi presentiamo poi lo speciale IN Magazine Romagna, anteprima della nuova testata online firmata Edizioni, e lo speciale Celebrazioni dedicato alle eccellenze imprenditoriali. Buona lettura!
Edizioni IN Magazine s.r.l.
Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXII N. 4
dicembre/gennaio Reg. di Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n.34
Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa Coordinamento di redazione: Lucia Lombardi
Artwork e impaginazione: Francesca Fantini
Ufficio commerciale: Roberto Amadori, Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 12/12/2022
Collaboratori: Stefano Bonini, Sabrina Marin, Stefano Moroni, Emilio Salvatori, Flavio Semprini, Cristina Zoli. Fotografi: Riccardo Gallini, Emilio Salvatori, Giorgio Salvatori, Cristina Zoli.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it
EDITORIALE DI ANDREA MASOTTI 27 10 / PROFILI SORELLE FABBRI 10 34 22 16 / CUCINA STELLE SPLENDENTI 22 / TERRITORIO TERRA DI CONFINE 27 / LAVORO SEMPRE IN SICUREZZA 30 / SPORT SARA MISIR 34 / CULTURA COLLEZIONE D’ARTE 35 / SPECIALE IN MAGAZINE ROMAGNA 53 / SPECIALE CELEBRAZIONI AZIENDALI 08 / PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
PILLOLE
ADI PREMIA OLTREMATERIA
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO | ADI, Associazione Disegno Industriale, ha attribuito il Premio per l’Innovazione ADI Design Index 2022 ad A Mare, la nuova e innovativa superficie per pavimenti di Oltremateria realizzata in resina con oltre il 60% di conchiglie marine provenienti dal mondo del riciclo certificato. Sul mercato mondiale A Mare è l’unica superficie ad avere tali caratteristiche. “Dopo l’Archiproducts Design Awards, per la categoria finiture e sostenibilità 2022, ricevere questo importantissimo premio è il giusto riconoscimento agli sforzi di Oltremateria,” afferma Loris Casalboni, CEO dell’azienda.
SIGISMONDO D’ORO 2022
NUOVE IDEE NUOVE IMPRESE
RIMINI| Blueat - La pescheria sostenibile di Mariscadoras srl, società di benefit di 5 donne, si aggiudica il primo premio alla 21a edizione di Nuove Idee Nuove Imprese, grazie a un progetto che mira a salvaguardare l’ecosistema del Mediterraneo pescando le specie alloctone per utilizzarle nella filiera alimentare. “A me piace chiamarle idee d’impresa,” commenta Maurizio Focchi, presidente dell’Associazione. “Sono ai primi passi, noi cerchiamo di dare un contributo di formazione insieme a partner prestigiosi.”
RIMINI | Fernanda Argnani, professoressa di Lingue e Letterature Straniere, e Aureliano Bonini, pioniere degli studi e delle analisi legate al turismo, hanno ricevuto la massima onorificenza cittadina, il Sigismondo d’Oro 2022. I due cittadini sono stati premiati per il loro contributo decisivo alla formazione e alla promozione della crescita della collettività.
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SORELLE
DI LUCIA LOMBARDI
IL SOGNO DEL BRAND MARLÙ GIOIELLI CONTINUA CON SUCCESSO
FABBRI
FOTO RICCARDO GALLINI
Disegnare, progettare eticamente un nuovo concetto del bijoux, è il punto di arrivo di tre sorelle, che da 20 anni inanellano consensi grazie alla capacità di creare dialogo intergenerazionale, attraverso i messaggi positivi che diffonde il loro brand, Marlù. Frutto della crasi tra i nomi di Marco e Lucia, figli di Morena, la più grande delle sorelle Fabbri dalla quale tutto è scaturito, “questa azienda nasce dalla risoluzione di un problema momentaneo,” che ha portato la creativa del gruppo a reagire e a coinvolgere nel suo sogno Monica e Marta. “Ero stata licenziata da una azienda del settore perché incinta del secondo figlio, così ho deciso di mettere a frutto il mio bagaglio e creare qualcosa che mi corrispondesse,” spiega con delicata energia Morena. “Infatti nel progettare i modelli delle nostre collezioni ho riposto la risoluzione alle esigenze di esercenti, rivenditori e clienti finali. Ascolto e osservo il mercato, in cerca di escamotage pratici e innovativi,” di soluzioni che includano messaggi etici dal
design contemporaneo creando un dialogo tra le parti, per una gioielleria italiana prêt-àporter pensata per lei e per lui, che vede più di 3.000 elementi progettati in 20 anni, con circa 10 collezioni l’anno che presentano dai 20 ai 40 prodotti.
Incontriamo le tre imprenditrici nel loro quartier generale, a San Marino, dove si passano parola tra loro, poi si ascoltano, una finisce il discorso dell’altra, sorridono, annuiscono, si impensieriscono, mentre cercano una posizione attorno al tavolo trasparente, come loro. In questa sede privata fuori da occhi indiscreti, piano piano si lasciano andare anche se qualche dipendente rimane in ascolto dentro la stanza. Sono delle donne rimaste semplici, dirette, concrete. “Nulla arriva per caso,” chiosa Monica, l’esperta di marketing, ma “con l’aiuto di tutti” sono arrivate a 9 negozi diretti Marlù a cui si aggiungono 38 store della rete franchising (quindi 48 negozi monomarca) e oltre 1.500 corner e space nei negozi multibrand
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distribuiti in ogni regione italiana. “Il gruppo vanta 160 collaboratori, in cui comprendiamo oltre a chi sta in azienda anche agenti, imprenditori, visual.” Il loro primo negozio di proprietà è stato aperto a Riccione, altri 8 sono in apertura e 15 previsti per il 2023 “Si prova orgoglio a dare lavoro, addirittura internamente c’è anche qualcuno con cui siamo cresciute, e nutriamo un grande senso di responsabilità nei loro confronti,” afferma Marta, la più giovane, quella che si occupa di comunicazione. “Tutto nasce e si sviluppa all’interno dell’azienda: creatività, idee, logistica, anche i collaboratori esterni passano da qui. Le decisioni le prendiamo assecondando
HA RICEVUTO IL PREMIO MEDE@ PER IL SETTORE IMPRESE E INDUSTRIA, PER L’IMPEGNO ETICO CON CUI DA ANNI MARLÙ AFFRONTA TEMI E PROBLEMI SOCIALI. “UNA RESPONSABILITÀ CHE TUTTE LE AZIENDE DOVREBBERO SENTIRE.”
le esigenze del momento, e tutto viene riletto in chiave Marlù.”
Contratti e benessere aziendale consentono la maternità senza problema e gli orari di lavoro sono sempre costruiti in base alle esigenze di una donna/madre. La parità salariale è completa. Stessa mansione, stessa retribuzione, stesse opportunità di crescita e carriera. Del resto, queste sono le scelte valoriali e imprenditoriali delle tre sorelle Fabbri. La responsabilità sociale per loro deve sempre essere concreta e reale.
Il loro successo lo ha decretato il mercato, così come i programmi televisivi di cui sono partner, Amici di Maria De Filippi in primis. Ma un riconoscimento inaspettato di grande valore morale è arrivato da Roma, attribuitogli a fine 2022 durante la cerimonia tenutasi a Villa Laetitia: si tratta del Premio Mede@ per il settore imprese e industria, alla presenza della madrina Anna Fendi e ricevuto dalle mani della presentatrice Simona Gobbi e dell’attore Edoardo Sylos Labini. Ricevuto per l’impegno etico con cui da anni la comunicazione di Marlù affronta temi e problemi sociali. Nel suo intervento, Marta Fabbri ha sottolineato la forte responsabilità che lei e le sorelle sentono ogni giorno, sia nel fare comunicazione – sui media, online, negli store, nell’organizzazione di eventi – sia nel disegnare e distribuire gioielli che esprimono messaggi, significati, valori, emozioni. “Una responsabilità che tutte le aziende dovrebbero sentire,” sottolinea ancora Marta, “perché chi fa impresa ha il privilegio di rivolgersi ogni giorno a migliaia di persone.”
Il loro pubblico è trasversale, abbraccia genitori e figli, perché i loro sono prodotti democratici, arrivano in maniera diretta riuscendo a far emergere i sentimenti di tutti, in maniera sempre coerente e attuale. I followers del brand sammarinese su Instagram sono 140.000 e 108.000 su Facebook. Inoltre Marlù collabora con i giovanissimi youtuber ed è seguitissimo sul canale TikTok. I negozi sono ‘interattivi’, pensati quali piattaforme di sperimentazione. Il 2023 vedrà le sorelle Fab-
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L’AZIENDA
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bri impegnate a portare il loro brand in tour in giro per l’Italia “con al centro le famiglie, sviluppando temi rivolti al sociale. Desideriamo che le persone si incontrino di persona, nel mondo reale e non solo nel virtuale, incrociando generazioni diverse. I temi che il brand porta avanti sono continuativi, utili ad aiutare le associazioni, creando vicinanza con il territorio circostante, sia dell’azienda madre sia degli store e dei franchising. Con il ricavato delle vendite vengono sostenuti e realizzati progetti e iniziative dell’associazione di volontariato che opera presso l’ospedale di Rimini, per aiutare i bimbi nati prematuri e le loro famiglie: La Prima Coccola.” “Abbiamo scelto di offrirgli un sostegno costante nel tempo,” spiega Marta. “Anche con Il Colore del Grano – centro di assistenza e spazio educativo per disabili – abbiamo instaurato una fitta collaborazione che permette ai ragazzi down di interagire con l’azienda attraverso attività utili allo sviluppo della loro manualità. Alcuni dei nuovi progetti per il 2023 sostengono il calcio femminile sammarinese e il reparto di cardiologia
di San Marino. I messaggi dei nostri bijoux,” continua, “quelli che diffondiamo attraverso i nostri canali, li usiamo come motivazione personale in primis per noi stesse, poi per incoraggiare il prossimo. Tutti noi abbiamo bisogno di essere stimolati e supportati.”
Si sentono delle mecenate. “I nostri collaboratori hanno piena possibilità di esprimersi, fare, mettere in campo nuove idee, così come ognuna di noi usa la creatività nel proprio settore. Non essere troppo burocratizzate e in grado di cambiare idea e posizione in fretta rende la nostra azienda dinamica, pronta a rimettersi in gioco. La staticità e pensare di essere arrivati distruggono l’impresa,” affermano, sfilandosi le parole di bocca l’una con l’altra. “Così abbiamo imparato a rispettarci, a darci spazio, ognuna di noi si affida alle scelte altrui. Siamo passionali e dirette. Un filo permalose ma ce la facciamo passare, senza nutrire rancori.”
La loro ricetta per durare nel tempo è “l’essere visionari, senza esserlo non si evolve. Marlù invita a sognare, e a non smettere mai di farlo.”
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IN QUESTE PAGINE, LE SORELLE MORENA, MONICA E MARTA FABBRI, COFONDATRICI DI MARLÙ. NELLA PAGINA PRECEDENTE, MARTA FABBRI RITIRA IL PREMIO MEDE@.
STELLE VIAGGIO NEI RISTORANTI PREMIATI DALLA GUIDA MICHELIN 2023 SPLENDENTI DI STEFANO BONINI FOTO RICCARDO GALLINI CUCINA
Ristoranti, trattorie e osterie, come novelli ambasciatori del made in Italy, hanno un ruolo strategico per la valorizzazione e promozione del territorio. Se poi sono insigniti di importanti riconoscimenti, assumono ulteriore rilevanza. Il fatto quindi che per il 2023 Abocar Due Cucine, Guido, Osteria del Povero Diavolo e Piastrino abbiano visto riconfermata la prestigiosa stella della Guida Michelin, è un indubbio atout per Rimini e dintorni. Il macaron è simbolo di eccellenza e qualità: “Una cucina di grande qualità che merita la tappa!” recita la Rossa. E già così per il territorio che li accoglie è un valore aggiunto. Se poi la guida continua e dettaglia: “Prodotti di prima qualità, finezza nelle preparazioni, sapori distinti, costanza nella realizzazione dei piatti”… bingo! La 68a edizione della Guida Michelin, riassegnando tutte le 4 stelle Michelin, sottolinea l’eccellenza gastronomica di questa terra, che
ABOCAR DUE CUCINE, GUIDO, OSTERIA DEL POVERO DIAVOLO E PIASTRINO, SONO AMBASCIATORI DEL RIMINESE: “PRODOTTI DI PRIMA QUALITÀ, FINEZZA E SAPORI DISTINTI,” RECITA LA GUIDA MICHELIN. TRA LE NOVITÀ LA STELLA VERDE AL RISTORANTE VITE DI SAN PATRIGNANO PER LA SOSTENIBILITÀ.
per il 2023 si arricchisce anche della stella verde al ristorante Vite di San Patrignano. Con questo simbolo, dal 2020, si premiano i ristoranti impegnati in una cucina sostenibile, attenti alle conseguenze etiche e am-
bientali, sensibili agli sprechi della loro attività, e che lavorano con produttori e fornitori ‘sostenibili’. “Siamo orgogliosi ed emozionati per questo riconoscimento,” commenta Arianna Merlo, direttrice di Vite. “La sostenibilità è un valore vissuto quotidianamente a Sanpa e a Vite, nella scelta attenta dei menù come nella formazione dei ragazzi che, a fine percorso di recupero, compongono la giovane brigata di cucina.” Oggi guidata dallo chef di origine partenopea Davide Pontoriere. Risale al 2018 invece la stella con cui Abocar Due Cucine ‘illumina’ il centro storico di Rimini. Abocar significa ‘avvicinare’ e l’avvicinamento di Camilla e Mariano, riminese lei e argentino lui, pare esser stato vincente vista l’attestazione della Guida Rossa. “Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione,” rivela Mariano, “soprattutto perché la stella ci ha dato la necessaria fiducia per proseguire nella nostra proposta
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di cucina. Che ha evidentemente uno stile diverso, contaminato e molto personale, poco allineato soprattutto al gusto della clientela riminese. La stella ci ha aiutato a sostenere ulteriori sforzi, e poi ci ha regalato una notorietà che prima chiaramente non avevamo. Ha iniziato a frequentarci una clientela diversa, più eterogenea, in gran parte di fuori Rimini, particolarmente preparata e con aspettative più alte. La sua conferma è una spinta a continuare a credere nel nostro lavoro e nella nostra visione non convenzionale di cucina.” La stella di Guido brilla ininterrottamente dal 2008 sulla spiaggia di
Miramare. Qui i fratelli Raschi, Gianluca e Gianpaolo, nel 2001 hanno trasformato il ‘capanno’ costruito sulla spiaggia da nonno Guido nel 1946 in un ristorante gourmet che, anche grazie al macaron della Michelin, è frequentato tutto l’anno da un pubblico per buona parte forestiero. “Ci consideriamo a tutti gli effetti degli ambasciatori della ‘riminesità’,” spiega lo chef Gianpaolo, “perché, con la nostra cucina, raccontiamo il mare di quest’angolo di Romagna a una clientela nazionale e internazionale. La stella è un riconoscimento importante per il nostro lavoro che resta centrato sulla soddisfazione
dell’ospite che, proprio in virtù della stella, è anche più attento e critico. Fare una cucina riconoscibile, costruita sui prodotti locali, non d’avanguardia e senza contaminazioni particolari ci ha sempre aiutato a farci comprendere.” Risalendo la Valmarecchia si trovano invece gli altri due rappresentanti stellati della ristorazione riminese. L’Osteria del Povero Diavolo a Torriana è la stella più ‘fresca’, datata 2020. È la casa di Giuseppe Gasperoni, chef appena trentenne che l’arrivo della stella non se l’aspettava proprio avendo aperto il locale solo due anni prima. “La stella è giunta in un momento difficilissimo, in piena pandemia da Covid,” confida francamente, “e ha rappresentato un raggio di sole che ci ha spinto a continuare sulla strada intrapresa, perseverando nel fare quello che ci piace. Che non per forza rientra nei paradigmi del ristorante stellato più canonicamente inteso.” Al Povero Diavolo, Giuseppe continua infatti a portare avanti con passione una cucina che rinnova la tradizione locale con semplicità e genuinità. “Che piace soprattutto a una clientela giovane, under 40… il nostro principale pubblico,” prosegue lo chef. “La stella ha contribuito ad ampliare e rinnovare la cliente-
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IN APERTURA, LA BRIGATA DEL RISTORANTE VITE DI SAN PATRIGNANO E, A LATO, LO CHEF MARIANO GUARDIANELLI, TITOLARE DI ABOCAR DUE CUCINE. IN ALTO, GIAMPAOLO RASCHI, CHEF DEL RISTORANTE GUIDO DI MIRAMARE DI RIMINI.
la, che adesso arriva soprattutto da fuori ed è più consapevole e preparata.” Ma soprattutto la stella, Giuseppe lo conferma, ha portato un 30% in più circa
di giro d’affari e più richieste di lavoro e di stage da parte di giovani cuochi. Giovani come tutto lo staff del Povero Diavolo, che ha un’età media di 30 anni. A Pennabilli infine ecco il Piastrino, stellato dal 2009, simbolo di una cucina radicata nel territorio, amplificatrice delle eccellenze dello stesso. Alla guida c’è Riccardo Agostini che confida: “Tredici anni fa la stella fu un grande risultato, soprattutto inaspettato perché non era nei nostri pensieri e neppure tra i nostri obiettivi, che erano molto più romantici.” Si sa che
parte del valore della stella sta nella sua capacità di spostare pubblico e condizionare i ricavi. “È evidente che la stella ha acceso i riflettori su di noi,” continua Riccardo, “conducendo qui un pubblico diverso, proveniente anche da lontano, di fascia medio-alta, curioso e appassionato. Siamo un ristorante che fa destinazione, e di questo siamo orgogliosi. Ci stimola molto il fatto di contribuire a valorizzare il territorio e promuoverlo con la nostra cucina, che racconta questa terra attraverso la stagionalità e la semplicità.”
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IN ALTO, GIUSEPPE GASPERONI, CHEF DELL’OSTERIA POVERO DIAVOLO A TORRIANA. A LATO, RICCARDO AGOSTINI, CHEF DE IL PIASTRINO DI PENNABILLI.
Biglietti e info: www.sanmarinoteatro.sm / tel. 0549 882452 | info@sanmarinoteatro.sm 2022>2023 e > mozioni sanmarinoteatro.sm ISTITUTI CULTURALI Seconda parte Gennaio - Aprile 2023 MAR 17 GENNAIO 2023 | Teatro Nuovo ore 21.00 LAURA MARINONI E ELISABETTA POZZI MARIA STUARDA DOM 22 GENNAIO 2023 | Dipartimento di Storia - Aula Magna “L. Ferroni” ore 16.30 Sguardi oltre la scena DAVIDE RIONDINO E DARIO VERGASSOLA I NOSTRI CLASSICI DOM 29 GENNAIO 2023 | Teatro Titano ore 21.00 ALESSANDRO ALBERTIN PERLASCA Il coraggio di dire no SAB 11 FEBBRAIO 2023 | Teatro Nuovo ore 21.00 DANILO NIGRELLI, IRENE IVALDI FESTEN Il gioco della verità SAB 4 MARZO 2023 | Teatro Titano ore 21.00 SCENA VERTICALE – ISTITUTO MUSICALE SAMMARINESE ASPETTIAMO SENZA AVERE PAURA, DOMANI Canzoni e disquisizioni su Lucio Dalla MER 8 MARZO 2023 | Teatro Titano ore 21.00 GINEVRA DI MARCO E GAIA NANNI DONNE GUERRIERE MER 22 MARZO 2023 | Teatro Titano ore 21.00 STIVALACCIO TEATRO ARLECCHINO MUTO PER SPAVENTO SAB 18 MARZO 2023 | Teatro Nuovo ore 21.00 MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY CARMEN/BOLERO DOM 23 APRILE 2023 | Sala “Il Ritrovo” di Fiorentino ore 16.30 Sguardi oltre la scena FILIPPO NIGRO EVERY BRILLIANT THING Le cose per cui vale la pena vivere VEN 28 APRILE 2023 | Teatro Titano ore 21.00 FATTORIA VITTADINI EUTROPIA nell’ambito di palcoscenici per la danza contemporanea DOM 19 FEBBRAIO 2023 | Teatro Titano ore 21.00 LINO MUSELLA TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO…
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TERRA
IN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI MONTEFELTRO CON LA MOTO ELETTRICA
DI CONFINE
A volte basta veramente poco, come quando svoltando a destra, all’altezza del semaforo di Casalecchio, lasciamo alle spalle lo stress della consolare di San Marino per immergerci nella bellezza di un territorio che sembra disegnato apposta per viaggiare in moto. Certo la due ruote che oggi ci troviamo a guidare è una moto del tutto speciale: una full electric prodotta dalla Zero Motorcycles, la Casa californiana leader del settore. Non potremo mai ringraziare abbastanza Massimo e Federico della Square 42, la concessionaria riminese, per averci dato questa opportunità che cancella tutto quel peso di pregiudizi che il motociclista ‘classico’ – e noi siamo per età ed esperienza in questa categoria – si porta con sé nell’approccio con la ‘modernità’ che avanza. Ma la SR/S, con cui per qualche giorno e diversi km viaggeremo, è una vera moto a tutto tondo e lo si avverte ancora prima di capirlo, semplicemente aprendo
l’acceleratore. Con attenzione, però, perché i 190 Nm di coppia di questa Sport Tourer sono pronti in un attimo a scaricarsi sull’asfalto e possono sorprendere, e molto, anche il motociclista più esperto. Entrare in sintonia con una moto a propulsione elettrica è facile e si inizia subito a godere del viaggiare su una delle strade del territorio che più amiamo, la via Santa Cristina, con i suoi saliscendi, con le sue curve e tornanti che impegnano nella piega, col suo paesaggio così dolce e particolare su cui, come in un quadro, si staglia il profilo del monte Titano o, in lontananza, la cuspide della rocca di Verucchio. Una breve digressione a valle ed eccoci già impegnati sui curvoni in salita che ci portano a San Leo e alla sua meravigliosa fortezza che segna l’inizio del Montefeltro, un territorio di confine, da sempre conteso tra la Romagna e le Marche ma, a nostro avviso, patrimonio di entrambe. Dante
non risponde forse così: “Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni” a Guido da Montefeltro quando lo prega di dirgli qual è la condizione politica della sua terra? Proseguiamo dunque senz’altro pensiero al mondo che immergerci in questo paesaggio fantastico per godere di una moto che non produce alcun rumore, non scalda, ma soprattutto non inquina, che di questi tempi non è cosa secondaria per nessuno. E poi, grazie anche alla mancanza del cambio, non stressa regalando una maniera di viaggiare che si sposa con la nostra. Oltrepassata Carpegna, Pennabilli è ormai davanti a noi, proprio alla fine della discesa che dal Passo della Cantoniera ci porta davanti alle rupi di Penna e di Billi. Anche per l’ora, è qui che abbiamo pensato a un primo pit stop: per noi con un bel cassone di alici marinate sulla piazza Vittorio Emanuele II; per la nostra Zero Motorcycles, con un bel pieno di
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TESTO E FOTO DI EMILIO SALVATORI E CRISTINA ZOLI
TERRITORIO
IN VIAGGIO CON UNA FULL ELECTRIC, PRODOTTA DALLA ZERO MOTOCYCLES, DA VIA SANTA CRISTINA DOVE SI STAGLIA IL MONTE TITANO FINO A URBINO E RITORNO. DOPO UN PAIO DI RIGENERANTI PIT STOP, SEMPLIFICATI DA APP COME JUICEPASS CHE MAPPA I LUOGHI IN CUI SI TROVANO LE COLONNINE DI RICARICA.
energia in una delle colonnine di Enel X Way lontane non più di un centinaio di metri su viale Bistolli. È grazie ad App come JuicePass che i moto-elettrici hanno sempre sotto controllo i luoghi in cui si trovano le colonnine di ricarica, il loro stato, la possibilità di pagare l’energia una volta prelevata. 100% di carica e siamo pronti per proseguire il viaggio, dimenticandoci delle domande che accompagnano tutti nel primo approccio con la moto elettrica: “quanta autonomia ha?” e “quant’è il tempo di ricarica?” sono interrogativi legittimi ma a cui è difficile dare una risposta precisa perché tante sono le variabili, soprattutto legate al tipo di guida ma anche alla tipologia della strada. È la concretezza dell’utilizzo però che cancella ben presto questa ‘ansia da prestazione’ per entrare, con le modalità giuste e un approccio corretto, in sintonia con il piacere che il guidare una moto elettrica sa donare. Sfiorando Ca’ Barboni e i profili magnifici dei sassi di Simone e Simoncello, si arriva ben presto a Sestino È da qui che si diparte la stradina panoramica che supera il Passo della Spugna per raggiungere in breve Borgo Pace attorno a cui i torrenti Meta e Auro si abbracciano divenendo il Metauro. La strada che ci proietta verso Urbania è bellissima, come pure la deviazione che da Urbania ci porta in breve nel cuore di Urbino, dominata come un tempo da Palazzo Ducale e dai suoi Torricini, custodi nelle sale della Galleria
nazionale delle Marche di opere pittoriche altissime e con pochi rivali al mondo. Ed è così che mentre noi godiamo della visita a questa fonte di meraviglie, la nostra SR/S si ricarica d’energia in uno dei punti di ricarica che si trovano proprio ai piedi di Palazzo Ducale, in piazza Mercatale. Il ritorno potrebbe essere veloce puntando verso Auditore e da lì, attraversata la magia di Montealtavelio, giungere a Mercatino Conca, proseguire verso Montescudo e casa, ma… ci stiamo divertendo troppo, e poi vogliamo ancora gustarci le in-
stallazioni artistiche che accompagnano il viaggiatore lungo la provinciale di Montefabbri: l’Oca migratoria, o il mastodontico Cavallo che salta verso il cielo dell’artista marchigiano Gianni Calcagnini o, più semplice e consueta, la Panchina Gigante, per tornare bambini riscoprendo il paesaggio. Mondaino, Montegridolfo, Saludecio per scendere verso Morciano sulla valle. Ma solo per un attimo perché già le curve che ci portano verso Monte Colombo e il suo borgo ci richiamano prima di riconsegnare la SR/S diventata ormai nostra.
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SEMPRE
FRANCESCO SGARAMELLA CONQUISTA I LAVORATORI CON SEMPLICITÀ
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Francesco Sgaramella si è ricavato uno spazio di portata nazionale nel mondo della formazione per la sicurezza sul lavoro ed è riuscito a farlo in una maniera assolutamente inusuale, attraverso corsi accattivanti. 37 anni, geometra, di origini pugliesi, Francesco vive ormai da qualche anno a Riccione, tanto da considerarsi romagnolo a tutti gli effetti. È soprattutto per merito suo se il convegno nazionale ‘Think Safe’ sulla sicurezza sul lavoro si è tenuto a Rimini e non in un’altra città italiana.
Francesco, hai più volte affermato che per te trattare la sicurezza sul lavoro è una passione che hai trasformato in lavoro… “Sì, è una passione trasmessa dal mio vecchio titolare, il geometra Franco Mazza. Mi ha preso ‘a bottega’ che di sicurezza non sapevo niente e mi ha dato i giusti stimoli. La sua lezione più grande: ‘Metti sempre qualcosa di tuo nel lavoro che fai.’ Poi mi ha insegnato a parlare la lingua del pubblico che ho davanti: ‘muratore’ coi muratori, ‘ingegnere’ con gli ingegneri, così la comunicazione diventa empatica e più efficace. Questo è molto importante perché le persone si lasciano influenzare dalle emo-
zioni, ed è un approccio che mi permette di veicolare meglio il mio messaggio.”
C’è un episodio legato alla formazione che ti è rimasto particolarmente in mente? “Recentemente sono stato uno dei quattordici relatori al TEDx di Spoleto. Lì ho raccontato, fra le altre cose, di un lavoratore che non voleva mettersi le cuffie per proteggersi dall’eccesso di rumore. Scoperto che aveva una figlia con il sogno di diventare cantante professionista, gli ho detto: ‘Ma tu vuoi continuare ad ascoltare tua figlia anche in futuro?’ Così l’ho convinto a mettersi le cuffie, e non citandogli gli articoli di legge che glielo imporrebbero. Come amo ripetere sempre, vedo la sicurezza sul lavoro come un casco da moto: se sai come usarlo e sai che è importante, lo indossi.”
Esistono delle nuove metodiche che possono rendere più sicuro il lavoro?
“Certo, sono legate alle tecnologie. Trent’anni fa si era agli inizi con la legge 626 appena approvata. Allora s’imponeva la legge così com’era ad aziende e lavoratori, oggi si cerca di trasmettere il valore della sicurezza usando metodi nuovi che arrivano fino
alla realtà virtuale e al gaming, cioè all’imparare giocando. Insomma, si è passati all’imparare attraverso le tecnologie e il gioco e ciò permette, fra l’altro, di aumentare la capacità di fare squadra fra lavoratori.”
Perché ci sono ancora tanti incidenti sul lavoro?
“I tempi sono sempre più ‘tirati’, poi incidono piccole distrazioni, ad esempio, la vibrazione del cellulare che si ha in tasca può essere deleteria. C’è anche una dose di ‘machismo’: voler far vedere che si può compiere un’operazione in fretta e senza protezioni. Altre volte s’ignorano le regole.”
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LAVORO
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LA CORSA
SARA MISIR, RIMINESE E GIAMAICANA, È PILOTA D’AUTO PROFESSIONISTA
È DONNA
“Vivo a Miami ma nel mio cuore c’è Rimini.” La Romagna scorre nel sangue di Sara Misir, la prima ragazza caraibica a diventare una pilota professionista. Nata nel gennaio 1998 a Kingston, il papà è giamaicano e la mamma una riminese doc: “Sono e mi sento metà giamaicana e metà italiana, adoro entrambi i miei Paesi di origine. Rimini e la sua gente mi hanno insegnato molto.” Da bambina prodigio dell’equitazione, dopo tante medaglie prestigiose, sognava le Olimpiadi ma due brutti infortuni a 17 anni le hanno fatto chiudere quella pagina. L’influenza del padre e a sua detta il ‘sangue romagnolo’ le fanno poi nascere la passione dei motori. Parte dai Go-Kart per poi passare alle macchine, dove sbaraglia la concorrenza vincendo campionati nazionali in Giamaica e acquisendo una certa popolarità, tanto da essere ricevuta dal ministro dello Sport.
Ha debuttato come pilota professionista l’11 giugno nel circuito di Snetterton in Inghilterra, come guida ufficiale del team Trade Centre Formula Woman, a bordo di una McLaren 570 GT4 nel GT Cup Championship, campionato britannico alla sedicesima edizione. Il 31 luglio ha corso sul rinomato percorso di Silverstone, facendo registrare dei buoni tempi e dimostrando il suo talento. Questa opportunità è arrivata dopo aver partecipato a Formula Woman, una competizione per donne che sognano una carriera da pilota professionista, dove è stata selezionata come una delle migliori quattro su oltre 10.000 partecipanti. Ora vive nella nota città sulla costa della Florida, dove studia Architettura, ma nel suo cuore c’è la riviera, dove torna appena ha un periodo di riposo. “Preferisco senza dubbio Rimini,” rivela. “Per il mangiare, per la gente e per la storia di que-
SPORT
DI STEFANO MORONI
FOTO GIORGIO SALVATORI
PARTECIPA ALLA COMPETIZIONE FORMULA WOMAN E VIENE SELEZIONATA COME UNA DELLE MIGLIORI QUATTRO SU OLTRE 10.000 PARTECIPANTI. “IL MIO VERO OBIETTIVO È ESSERE DI ESEMPIO PER LE RAGAZZE DI TUTTO IL MONDO.”
sta città meravigliosa. Miami è più avanzata tecnologicamente ma Rimini è più calorosa e ti fa sentire a casa. Quando avevo 9 anni, ho conosciuto tanti amici qui in Italia e sono sempre con loro quando ritorno, in più mia madre vive qui. Un giorno mi piacerebbe abitarci.”
Il suo posto preferito è la spiaggia libera vicino al porto: “Mi basta andare lì con il mio cane e un libro e mi sento in paradiso.” Ma la sua vera passione è il cibo romagnolo: “La tappa obbligatoria quando sono qui è la piadina della Lella.” Nonostante abbia incontrato tante culture diverse nella sua vita, i riminesi le hanno trasmesso molti valori: “Mi hanno insegnato a essere sempre modesta, a dare il 100% in tutto quello che faccio, mi impressiona il loro senso del lavoro. Poi anche a essere solari, ad avere sempre il sorriso e il senso dell’umorismo, mi piace scherzare su tutto.”
Il suo idolo è Lewis Hamilton, e Sara ha le idee chiare: “Il mio sogno l’ho già raggiunto quando sono diventata professionista per la McLaren, ma il mio vero obiettivo è far vedere ad altre donne che è possibile entrare in un settore che è storicamente considerato da uomini. Vorrei diventare un esempio per le ragazze di tutto il mondo.” Sara racconta le sensazioni provate all’arrivo nel paddock: “Il mio, è il primo team della McLaren composto solo da donne. Quando siamo scese in pista la prima volta, ci guardavano tutti in modo un po’ storto e tra di noi ci siamo dette di lasciarli perdere, con l’obiettivo di dimostrare il nostro valore.” Ora Sara Misir è stata confermata dal suo team e l’anno prossimo tornerà in Inghilterra per un’altra stagione di GT4 con l’ambizione di arrivare sempre più lontano, tenendo alto l’onore riminese.
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IN QUESTE PAGINE, LA PILOTA SARA MISIR. IN ALTO, A RIMINI.
Concept di guida completamente elettrico, connettività all’avanguardia, eccezionale efficienza. Tutto ciò ha convinto una giuria internazionale e indipendente di esperti a eleggere il nuovo ID. Buzz Cargo “International Van of the Year 2023”*.
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*L’ID. Buzz Cargo è stato eletto “International Van of the Year 2023” durante la votazione per “International Van of the Year 2023” (“Logistra” numero 9 10/2022). L’immagine del veicolo mostra equipaggiamento optional.
COLLEZIONE
DI SABRINA MARIN
LA GALLERIA BUONADRATA DELLA FONDAZIONE CARIM
D’ARTE
Una collezione, due musei. È questo il fil rouge all’insegna dell’arte che lega un nuovo percorso culturale a Rimini. In occasione dei festeggiamenti per il suo trentennale, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha voluto celebrare la sua notevole ‘Collezione d’Arte’, non solo rinnovando il deposito temporaneo dei suoi capolavori, dal Trecento riminese al Rinascimento malatestiano e romagnolo fino al Seicento bolognese, già nel Museo della Città ‘Luigi Toni-
ni’, ma creando un nuovo spazio espositivo aperto al pubblico. La neonata Galleria Buonadrata è un suggestivo percorso espositivo progettato dall’architetto Carlo Cabassi e dallo storico e critico d’arte Alessandro Giovanardi, nell’omonimo palazzo, sede della Fondazione in Corso d’Augusto 64. La raccolta, che propone al pubblico oltre 75 opere, è esposta nelle sale moderne recentemente allestite. Si parte dalle tavole sacre di Marco Palmezzano, si arriva alla
lunga linea della pittura classica del Seicento e del Settecento con opere di Guido Cagnacci e Nicola Levoli, si prosegue poi nell’Ottocento e Novecento con Guglielmo Bilancioni e Gino Ravaioli. Non mancano le sperimentazioni linguistiche del XX e XXI secolo grazie agli artisti Guido Baldini, Elio Morri, fino al contemporaneo Eron. “È stato naturale,” commenta Mauro Ioli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, “pensare di raccogliere, ordinare e caratterizzare nella nuova Galleria alcune decine di opere, di vario tipo e datazione, acquisite nel corso del tempo e che erano rimaste poco visibili al pubblico. È l’idea guida che ci siamo dati per il futuro, cioè contribuire alla ricostruzione di una memoria storica profonda, riportando nella comunità di riferimento i preziosi manufatti delle scuole artistiche che hanno lavorato per la nostra città e nel nostro entroterra, o che vi hanno avuto origine.” La nuova Galleria Buonadrata desidera dunque offrirsi come una piazza cittadina della cultura, luogo di condivisione sociale e umana, sui temi più alti, cosmopoliti e complessi della identità storica riminese.
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CULTURA
SOTTO, IL PERCORSO ESPOSITIVO DELLA NEONATA GALLERIA BUONADRATA.
FOTO RICCARDO GALLINI
ROMAGNA
FORLÌ IL MIGLIO BIANCO
RAVENNA ANGOLO DI ROMAGNA
E DA VIVERE
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RICCIONE PERLA DELL’ADRIATICO ROMAGNA DA (RI)SCOPRIRE
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ROMAGNA.
IN MAGAZINE ROMAGNA
IL MIGLIO LA CITTÀ DI FORLÌ RECUPERA E RILANCIA IL QUARTIERE RAZIONALISTA BIANCO
ANDREA BONAVITA
DI ROBERTA INVIDIA
FOTO
IN MAGAZINE ROMAGNA
“LA ZONA È UN UNICUM
NEL SUO GENERE. IN POCHE CENTINAIA DI METRI C’È UNA CONCENTRAZIONE DI STILI E DI OPERE CHE RAPPRESENTANO UNA SORTA DI “CATALOGO A CIELO APERTO”
DELL’ARCHITETTURA DEL PERIODO.”
Poco più di un chilometro e mezzo, in cui si condensa un pezzo di storia di Forlì e dell’Italia con la sua più alta espressione architettonica. È quello che l’assessore alla cultura del Comune di Forlì, Valerio Melandri, ha chiamato il ‘miglio bianco’ e su cui l’amministrazione di centro-destra guidata dal sindaco Gianluca Zattini ha avviato una decisa opera di restauro. Stiamo parlando del Quartiere Razionalista di Forlì che dalla Stazione dei treni si snoda fino a piazzale della Vittoria e che comprende edifici realizzati nel Ventennio, colpiti dallo stigma Fascista e per questo lasciati a lungo al degrado, come l’ex Gil, l’ex Collegio Aeronautico, il Monumento ai caduti con le Vittorie alate e diversi altri edifici che rappresentano una sorta di ‘catalogo a cielo aperto’ dell’architettura del periodo “Questa zona di Forlì rappresenta un unicum nel suo genere perché in pochissimo spazio troviamo tanti stili diversi,” dice Melandri. “Per avere una varietà simile, a Roma devi fare 50 chilometri passando dall’Eur al Foro Italico, dalla Città Universitaria al Palazzo Piacentini. A Forlì, in poche centinaia di metri, abbiamo l’ex Gil di Cesare Valle, le case dei Postelegrafonici, le palazzine progettate da Cesare Bazzani, l’edificio che fu l’asilo dedicato a Rosa Maltoni, ognuno di questi è ascrivibile a un periodo storico di cui il Razionalismo fu l’espressione più famosa e anche, è bene ricordar-
lo, l’ultima architettura italiana conosciuta nel mondo dopo il Rinascimento.” Un’operazione, quella di recupero e valorizzazione di un patrimonio a lungo dimenticato, che non è esente da critiche da parte di chi vorrebbe associare a questo progetto anche una sorta di ‘riabilitazione’ del regime che lo commissionò. Una lettura che l’assessore non condivide. “Alcune associazioni dicono ancora che si tratta di un patrimonio dissonante. A pensarci bene, tutti i patrimoni sono a loro modo dissonanti: l’arte ha sempre fatto il paio con la politica, quindi, è ovvio che porti con sé un’eredità che si presta ad essere giudicata. Vogliamo parlare di Giulio II, il ‘Papa terribile’ come venne chiama-
to, che posò la prima pietra dei Musei Vaticani e della Cappella Sistina? Era un papa guerriero e sanguinario, allora demoliamo tutto? Cancelliamo anche Depero per il suo stretto rapporto con il Fascismo? Non deve più succedere, secondo me, che si colleghi un certo tipo di arte alla politica e la si definisca dissonante, se un’architettura è di pregio lo è anche se è stata fatta in un periodo storico buio.”
Il ‘miglio bianco’, chiamato così per il colore delle architetture dell’epoca che sono principalmente bianche, è uno degli asset su cui il Comune punta per convogliare su altri punti di Forlì i flussi turistici del San Domenico, che ancora oggi lambiscono il centro senza davvero interes-
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IN APERTURA UNA VEDUTA AEREA DEL “MIGLIO BIANCO” CHE VA DALLA STAZIONE FERROVIARIA A PIAZZALE DELLA VITTORIA. ACCANTO, L’ASSESSORE ALLA CULTURA VALERIO MELANDRI CHE HA LANCIATO L’IDEA.
sare la città. “Certo, Forlì non è Firenze però abbiamo alcune caratteristiche che possono interessare almeno 50-100mila persone all’anno. Tra queste, appunto, c’è il ‘miglio bianco’, il Razionalismo e l’architettura del Ventennio, poi c’è Caterina Sforza, icona del Rinascimento forlivese, non dimentichiamo il Risorgimento – siamo la città di Aurelio Saffi con la sua casa museo e la sua tomba al Cimitero monumentale – e le grandi mostre del San Domenico che oggi ci caratterizzano più di tutto. Il museo sarà la punta di diamante del sistema SAN, acronimo dei tanti contenitori culturali di Forlì – San Domenico, San Sebastiano, San Giacomo, Santarelli – che saranno in piccolo il nostro Maxi di Roma a cui ci ispiriamo.”
Insomma, un progetto che dal ‘miglio bianco’ si estende per mettere a sistema tutte le poten-
zialità cittadine. Nei progetti del Comune c’è anche un biglietto unico che metterà in collegamento le grandi mostre con gli altri riferimenti culturali. Tornando al Quartiere Razionalista (in cui rientrano per la loro collocazione anche gli ottocenteschi Giardini della Vittoria di piazzale della Vittoria, anch’essi oggetto di restauro), i lavori hanno già restituito splendore alle Vittorie alate sulla cui cima è di nuovo accesa la lampada, spenta dopo i danneggiamenti della Seconda Guerra Mondiale e mai più riaccesa. Anche viale della Libertà ha una illuminazione tutta nuova e una risistemazione di alberature e pavimentazione (“non si faceva da 100 anni”); in via di rifacimento anche gli intonaci dell’ex Collegio Aeronautico (“uno dei più grandi d’Italia”) e il Comune è pronto a dar vita a due chicche che aumenteranno l’offerta
per i turisti e l’attrazione verso il Quartiere Razionalista. “Nell’ex Gil sarà realizzato l’Auditorium della Musica con il contributo da parte del Conad di ben 2 milioni di euro spalmati su 20 anni, e arriverà anche il Museo nazionale della ginnastica, grazie al nostro compianto concittadino Bruno Grandi. Si farà anche il Museo del volo nell’ex Collegio Aeronautico, dove valorizzeremo il quadrilatero dei mosaici per metterli in collegamento con i mosaici antichi di Ravenna, raccontando come l’arte musiva sia stata espressione del potere in momenti storici molto diversi tra di loro.”
A restauro concluso l’intenzione dell’assessore Melandri è di candidare il ‘miglio bianco’ a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. “Il Quartiere Razionalista è un modo per valorizzare e non rinnegare quello che rende Forlì unica al mondo.”
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UN PARTICOLARE DEL VIALE DELLA STAZIONE DI FORLÌ DOVE SI CONCENTRANO DIVERSI STILI DELL’ARCHITETTURA RAZIONALISTA.
ANGOLO
IN SPIAGGIA A DOHA PER I MONDIALI DI CALCIO CON L’IDEA DI GAFFURI
DI ROMAGNA
IN MAGAZINE ROMAGNA
DI ROBERTA BEZZI
FOTO ELISA PAOLUCCI GIANNETTONI
Se i mondiali di calcio 2022 in Qatar sono da dimenticare per l’assenza degli Azzurri in campo, al contrario sono da ricordare per la bontà dell’offerta di intrattenimento made in Romagna. Chi avrebbe mai pensato di allestire uno stabilimento balneare in stile cervese a Doha? Forse nessuno prima di Alessandro Gaffuri, amministratore delegato e fondatore di Cels Group, multinazionale già da anni attiva in Medio Oriente con un fatturato di 23-24 milioni di euro e 50 dipendenti fissi. Milanese di nascita ma ormai romagnolo d’adozione, visto che si divide tra Dubai, Doha e Milano Marittima, è noto sul territorio soprattutto per gli allestimenti luminosi e il villaggio di Babbo Natale oltre che per gli eventi estivi. Per la Fifa gestisce ben 24 progetti in Qatar, legati al divertimento e all’accoglienza dei tifosi da tutto il mondo, fra cui il bagno Angolo di Romagna, le innovative installazioni di Marco Lodola, i
L’IDEA È DEL VISIONARIO ALESSANDRO GAFFURI, CEO E FONDATORE DI CELS GROUP, CHE HA PENSATO A PROGETTI PER LA GESTIONE DEL DIVERTIMENTO E DELL’ACCOGLIENZA DEI TIFOSI DA TUTTO IL MONDO.
tunnel immersivi di un chilometro e mezzo e i sette chilometri di allestimenti sul lungomare di Doha.
“Ho iniziato nel 2015 a lavorare per il governo del Qatar,” spiega Gaffuri, “realizzando manifestazioni e festival importanti, con coreografie e migliaia di droni in cielo, per investimenti anche di 4-5 milioni di euro per un’ora
di show. Con tali disponibilità economiche la mia società è cresciuta in fretta, arrivando poi a occuparsi anche di concerti per le star Katy Perry e Maluma. L’idea di allestire uno stabilimento balneare in stile romagnolo,” prosegue, “nasce nell’ambito del progetto di supporto dell’isola Qetaifan dove si ricercano investitori immobiliari. Qui mi è stata offerta l’opportunità di aiutare l’isola nel completare l’offerta della spiaggia dove c’è una Fun Zone, ossia un’area vicina agli stadi dove offrire eventi quando non c’è la partita.” Nel complesso, sono coinvolte 600 persone per un investimento totale di oltre 20 milioni di euro. Il divertimento è garantito durante tutto l’arco della giornata: di giorno in spiaggia e di notte con la musica di dj internazionali, show di droni, fiamme laser e giochi d’acqua. Tra i numerosi artisti romagnoli invitati, meritano una citazione una resident band romagnola con musicisti ravennati, forlivesi e
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L’ANGOLO DI ROMAGNA È FREQUENTATO SOPRATTUTTO DA RESIDENTI OCCIDENTALI E ASIATICI, OLTRE CHE DAI NUMEROSI TURISTI E TIFOSI DI PASSAGGIO.
IN NUMERI: 800 OMBRELLONI, 3.000 LETTINI E 500 SDRAIO.
riminesi, dj Fabio Bartolini del Pineta, insieme ad altri colleghi della riviera, e Matteo Scaioli già di casa con la sua Maquina Parlante con cui conquista il pubblico. “A parte l’acquisizione di licenze molto care per distribuire alcolici,” ricorda Gaffuri, “non ci sono restrizioni particolari. Dimostrando una grande attenzione per la sicurezza, la Guardia Costiera locale e il ministero dell’Interno ci hanno messo a disposizione 20 bagnini locali a supporto dei 6 romagnoli
portati da noi, per coprire 500 metri lineari di spiaggia.” L’Angolo di Romagna è frequentato soprattutto da residenti occidentali e asiatici, oltre che dai numerosi turisti e tifosi di passaggio. “Mancano invece i qatarini,” specifica il fondatore di Cels. “Essendo molto sensibili al tema dell’alcol, in genere non frequentano posti dove c’è poco controllo sul consumo di tali bevande.”
Ed ecco alcuni numeri dello stabilimento balneare: 800 ombrel-
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IN APERTURA, ALESSANDRO GAFFURI (IL TERZO DA DESTRA), AD E FONDATORE DI CELS GROUP, INSIEME AL TEAM DI QETAIFUN.
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loni, 3.000 lettini e 500 sdraio. I materiali sono stati messi a disposizioni dagli otto stabilimenti balneari cervesi coinvolti nel progetto: Bandito, Mosquito, Bicio, Papao, Tangaroa, Spiaggia 30, Cortesi e Lanzarini. Tra gli imprenditori coinvolti c’è Alessandro Fanelli del Bandito 211. “Collaboro da tre anni con il gruppo Cels,” racconta. “Ho subito trovato il progetto molto stimolante dal punto di vista sia mediatico che delle attività. In quanto presidente della Pro Loco di Milano Marittima, oltre che presidente del sindacato Ristoratori Fiepet Confesercenti Cervia, qualunque attività di promozione turistica per me è sempre determinante. Spero che questo progetto possa ripetersi.” Per Fanelli dunque questa è la strada giusta da percorrere. “Il nostro Paese è percepito come un brand,” spiega. “Non c’è ovviamente una conoscenza specifica di Cervia e del turismo
classico romagnolo ma il nostro spirito festaiolo è noto. Ed è questo il motivo per cui l’offerta è stata principalmente incentrata sull’intrattenimento. Proporre una filosofia è un modo di farsi conoscere. Guardando al futuro, si può cercare di espandere l’attività, con il supporto delle istituzioni, promuovendoci nel mon-
TRA GLI IMPRENDITORI COINVOLTI, C’È ALESSANDRO FANELLI DEL BANDITO DI CERVIA: “UN’ESPERIENZA MOLTO STIMOLANTE, DA RIPETERE. PROPORRE UNA FILOSOFIA È UN MODO DI FARSI CONOSCERE ALL’ESTERO.”
do più come regione che come località. Siamo ancora indietro purtroppo, perché si investe poco in marketing e comunicazione, elementi invece fondamentali. Sarebbe bello riuscire a mettere insieme l’intrattenimento della spiaggia con il wellness e lo sport dell’entroterra romagnolo e con la Motor Valley emiliana.”
46 IN MAGAZINE ROMAGNA
IN QUESTE PAGINE, LA SPIAGGIA DEL BAGNO ANGOLO DI ROMAGNA A DOHA.
Uno diverso dall’altro come i nostri ospiti... Fantastici
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PERLA
I 100 ANNI DI RICCIONE, MUSA E ICONA ITALIANA
DELL’ADRIATICO
Lo sviluppo di Riccione da piccolo borgo agricolo a capitale del turismo nazionale prima, e internazionale poi, ha qualche cosa di unico nella storia del turismo. “Tutto parte da un treno: mezzo indispensabile per l’accessibilità e per un veloce collegamento con Rimini. L’idea di creare una piccola fermata temporanea avviene nei primi anni Sessanta dell’Ottocento a un curato di campagna, don Carlo Tonini,” racconta Davide Bagnaresi, professore e studioso dell’Università di Bologna, specializzato in tematiche storiche legate al mare, al turismo e alla storia del motociclismo.
Ma a chi doveva servire quel treno? “Siamo ancora anni luce dal turismo di massa e dall’uso della spiaggia come lo intendiamo noi adesso. Però, c’è un però. Stanno uscendo da parte di dottori universitari di tutta Europa numerosi trattati medici che descrivono ampiamente le capacità curative del sole. Il sole – lo dicono i dot-
RICCIONE ENTRA NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO DELLA NAZIONE E DIVENTA MUSA ISPIRATRICE, OLTRE CHE DESTINAZIONE TURISTICA D’ECCELLENZA, RACCONTATA E MUSICATA.
tori – è capace di curare tutto, dalla scrofolosi al rachitismo: malattie endemiche nelle città. Ed ecco allora la seconda idea di don Tonini: portare a Riccione, col treno, bambini scrofolosi provenienti da Bologna. Il successo è immediato: a Riccione giungono nel corso degli anni un numero tale di bambini che, lungo la spiaggia, si verranno a
creare dagli anni Settanta i primi imponenti sanatori.”
Parte poi la seconda ondata di questo sviluppo: dove vengono ospitati i primi villeggianti? Il vuoto che da sempre contraddistingue la spiaggia inizia a colmarsi. “Si chiama passaparola. Prima i genitori dei bambini, poi aristocratici e industriali. Non esistono strutture per riceverli, locande e bagnini che rendano gradevole il soggiorno in spiaggia. I riccionesi devono inventarsi un lavoro. Si affittano case, si creano baracche e ripari per il sole. Lo sviluppo potrebbe sembrare lento ma è costante. Anno dopo anno le richieste crescono e allora si rendono necessari i primi piani regolatori. La zona a marina cambia il suo aspetto. Cambia il suo aspetto Viale Viola (oggi Viale Ceccarini) e nascono nuove ville. Proprietaria è, ovviamente, l’aristocrazia emiliana. Sul finire dell’Ottocento Riccione è a tutti gli effetti una destinazione turi-
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DI LUCIA LOMBARDI FOTO EPIMACO “PICO” ZANGHERI
IN MAGAZINE ROMAGNA
stica in grado di competere anche con la vicina Rimini. Ma c’è un problema: Riccione fa parte di Rimini.”
Così, Riccione inizia a rivendicare la sua autonomia. “Riccione è divenuta una frazione irrequieta, tra lei e Rimini c’erano all’epoca ben 12 chilometri di terra di nessuno, di paludi. Rimini la sera è ben illuminata, a Riccione manca persino l’acqua potabile. Il divario è troppo e l’accusa da parte riccionese è quella di essere abbandonati.” Gli abitanti di Riccione iniziano con sempre maggior frequenza a chiedere investimenti per modernizzare il territorio. “Arriva poco di ciò che è richiesto,” continua Bagnaresi. “Per fortuna a colmare la lacuna ci sono benefattori (o meglio benefattrici) venuti da lontano. Il riferimento
è ovviamente Maria Boorman Ceccarini.” Anno dopo anno, dalla percezione dell’abbandono si passa alla consapevolezza di potercela fare da soli. Quindi cosa succede? “Nasce la Pro Riccione, il cui scopo è quello di raggiungere l’autonomia. Ne fanno parte i primi imprenditori turistici che nel frattempo sono nati, ma anche i proprietari di villini. La ‘battaglia’ è lunga, perseverante fino all’ottenimento dello scopo: la vittoria arriva nel 1922, con Regio Decreto.” Riccione è ora una icona italiana e mediatica, entra nell’immaginario collettivo della nazione e diventa musa. Nel corso di questo secolo è stata raccontata e musicata. “È stata persino protagonista di molti film. Ma andiamo per ordine. In pochi sanno ma esiste un romanzo, si
chiama Lembi d’anime, stampato nel 1919 e ambientato a Riccione. Una storia che all’apparenza può sembrarci un classico cliché ci offre invece l’immagine di una città in grande evoluzione, dove sono presenti tutti gli elementi per un futuro successo: la civettuola vita di spiaggia, il pomeriggio nei rinomati caffè e le serate alla moda sono oramai entrate a pieno diritto nella vita estiva della città. Siamo anni luce dalla Riviera raccontata da Tondelli, ma i primi richiami a una città senza orari ci sono tutti. Lembi d’anime non diverrà un best seller e verrà presto dimenticato, ma questo poco importa per Riccione. A parlare per lei saranno tra le due guerre i rotocalchi e le riviste. Nel secondo dopoguerra l’esplosione.”
Negli anni Sessanta Riccione è la capitale del turismo balneare italiano e come tale entra nei cinema e nelle case di tutti gli italiani. “Valerio Zurlini (suo assiduo villeggiante) la sceglie come set di Estate violenta (1959) e per alcune scene de La prima notte di quiete (1972). Nella Perla Verde dell’Adriatico vengono girati altri film cult come La Parmigiana (1963) e L’ombrellone (1965), girato da Dino Risi. Riccione ha continuato a essere protagonista di film, basti pensare al recente successo del 2020 di Sotto il Sole di Riccione di Enrico Vanzina. Una vita meritatamente sotto i riflettori, si potrebbe dire.”
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IN QUESTE PAGINE, ALCUNE FOTO RACCONTANO LA STORIA DI RICCIONE. IN ALTO A DESTRA, IL PROFESSORE DAVIDE BAGNARESI. SOTTO, RICCIONE NEGLI ANNI SESSANTA (NELLE FOTO D’ARCHIVIO DELLA BIBLIOTECA GAMBALUNGA DI RIMINI).
PH ALESSANDRO CATRANI
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Oggi alla guida c’è il figlio Paolo Golinucci – laurea in economia e commercio, pubblicista da 30 anni in materia assicurativa per Corriere della Sera – che taglia con soddisfazione il nastro che riavvolge gli ultimi 70 anni. L’attività, con sede in viale Bovio 194 a Cesena, è stata trasformata da lui 20 anni fa in broker di assicurazioni, anticipando le esigenze di una clientela che ricerca una consulenza sulle polizze, senza
IN ALTO PAOLO GOLINUCCI INSIEME AL PAPA’ GIUSEPPE, STORICO AGENTE DI ASSICURAZIONI DI CESENA, E ALLA FIGLIA MARGHERITA, TERZA GENERAZIONE IN ATTIVITA’ ALLA GOLINUCCI; A LATO, DALL’ALTO : PAOLO RICEVE LA TARGA DI COVERHOLDER AT LLOYD’S DA VITTORIO SCALA, RAPPRESENTANTE IN ITALIA ; GIUSEPPE CON MARISA PAVIRANI, STORICA COLLABORATRICE PER OLTRE 45 ANNI E VOLTO NOTO PER MOLTI CESENATI.
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La Golinucci, se negli anni Sessanta offriva polizze ad agricoltori, artigiani e commercianti, con l’avvento negli anni Settan-
ta dell’assicurazione obbligatoria RC Auto ha incrementato questo mercato, puntando sempre a promuovere assicurazioni non ‘standard’ come le prime assicurazioni di tutela dei professionisti negli anni Ottanta o le polizze vita di risparmio, trasparenti nei costi negli anni Novanta quando i costi di questi contratti erano occulti.
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zionali, specializzate in nicchie di mercato come la responsabilità civile di titolari di azienda, professionisti, dipendenti pubblici, medici e personale sanitario, ospedali. Compreso il mercato dei Lloyd’s di Londra, il più antico del mondo con più 330 anni di storia – di cui la Golinucci è Coverholder – dove lavorano oltre 80 compagnie specializzate nelle assicurazioni più moderne e innovative. I periodici incontri a Londra sono lo stimolo a innovare servizi e processi informativi, e come aggiornamento
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su nuovi contratti al passo con i tempi da quelli di responsabilità professionale per manager, professionisti, amministratori di società, a quelli per assicurare le aziende da attacchi informatici (‘cyber risks’). Oltre alle tradizionali polizze per i beni aziendali, personalizzate con le coperture per i danni da interruzione attività, i rischi catastrofali quali terremoto e allagamenti. Un’attenzione particolare Golinucci la dedica alla gestione dei sinistri: al verificarsi di un danno, subìto dal cliente o provocato a terzi, assiste il cliente con personale
specializzato nella pratica di valutazione del danno e gestione dello stesso con la compagnia di assicurazioni.
In occasione del 70° anniversario
è stata lanciata un’iniziativa per rafforzare lo sviluppo di una green economy: in pochi mesi si è evitata la produzione di gas serra pari a 2.084 kg di CO2 grazie alla firma elettronica dei contratti, al posto di quella autografa, con la relativa mancata stampa di 52.104 fogli di carta, un dato aggiornato in tempo reale sul sito golinucci.it/co2.
È stata anche prodotta una spe-
cifica App che traccia il risparmio energetico prodotto dai singoli clienti. La transizione ecologica va di pari passo con quella digitale per promuovere un cambiamento di abitudini nella vita degli uffici, evidenziando i vantaggi per l’ambiente che ogni cliente genera con un semplice gesto di firma elettronica dei documenti. Come spesso sul biglietto del treno ci viene indicato il risparmio di CO2 e gas serra ottenuto rispetto a un altro tipo di trasporto, così anche per la firma dei contratti – come nel caso di quelli assicurativi – secondo l’a-
IN ALTO, IL TEAM DI ESPERTI CHE COMPONGONO LA GOLINUCCI SRL. A LATO PAOLO GOLINUCCI INSIEME AL PADRE E ALLA FIGLIA.
CELEBRAZIONI
IN OCCASIONE DEL 70° ANNIVERSARIO È STATA LANCIATA L’INIZIATIVA PAPERLESS PER RAFFORZARE LO SVILUPPO DI UNA GREEN ECONOMY E RIDURRE L’USO DELLA CARTA, OLTRE A UN’APP CHE TRACCIA IL RISPARMIO ENERGETICO PRODOTTO DAI SINGOLI CLIENTI.
zienda cesenate è utile ed ecologico mostrare il risparmio in CO2, di acqua e di rifiuti, con la firma elettronica avanzata. “Un’iniziativa nata nel 70° anniversario della nostra attività,” ha dichiarato Paolo Golinucci, amministratore della Golinucci Srl, “per porre l’attenzione sulla transizione energetica, sulla riduzione del gas serra, e sui vantaggi di un sistema paperless per gli uffici e gli stessi clienti e mostrare alle imprese e professionisti che la riduzione di CO2 è possibile anche dalla quotidiana riduzione di stampa della carta per la sottoscrizione di contratti. Un piccolo ma significativo contributo per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.” Lo sguardo di Golinucci continua a posarsi sul futuro. “Da un paio di anni lavora con noi mia figlia Margherita,” conclude, “laureata in Giurisprudenza e specializzata in Responsabilità civile esercenti la professione sanitaria, con apposita tesi di laurea. È sempre più importante portare competenza giuridico-legale nelle attività, in particolare di broker assicurativo, per controllare che i contratti siano in linea con le nuove normative e ‘personalizzati’ a favore dei clienti e delle loro particolari esigenze. La nostra è una vera storia di famiglia, con mia figlia si apre la terza generazione Golinucci.”
Cesena | V.le Bovio, 194 Tel. 0547 22351 www.golinucci.it
70°
IL TEMPIO DELLA PASTICCERIA DI ROBERTO RAMBALDI E CRISTINA BABINI PROPONE SQUISITE E UNICHE PRODUZIONI
ARTIGIANALI
IN UN LOCALE COMPLETAMENTE RINNOVATO.
ADVERTORIAL GRAN CAFFÈ 900 DELIZIE
ARTIGIANALI
Castrocaro? Novecento! Da ventidue anni la località termale rinomata nel mondo come città della musica e delle acque, proietta il proprio nome ben oltre i confini locali grazie alle squisite produzioni artigianali del barpasticceria e gelateria Gran Caffè 900. Il tempio di golosi, oggi completamente rinnovato negli arredi che rendono ancora più caldi e accoglienti i locali impreziositi da una raffinata fibra di vetro (innovativa e particolare) e da splendidi accessori di design. Il luogo ideale dove iniziare dolcemente la giornata, consumare uno snack in clima conviviale o nella riservatezza della sala da tè, gustare un aperitivo o magari un gelato nella bella terrazza estiva, affacciata sul cuore cittadino.
Vastissima la scelta delle sfiziosità che prendono forma e sapore tra le mani di Roberto Rambaldi, autentico guru della pasticceria: delizie artigianali lievitate naturalmente quali soffici brioches, freschissime paste dolci e salate, mignon e biscotteria, praline di cioccolato, torte uniche per gusto ed estetica Abile a sviluppare quel talento naturale palesatosi in verdissima età, Rambaldi, titolare del Gran Caffè 900 assieme alla moglie Cristina Babini, ha appreso l’abc della pasticceria da bambino, studiando attentamente le ricette e la gestualità della zia Ester, ottima cuoca e depositaria di dolci e preziosi segreti. Ravennate di origine, Roberto era destinato a intrecciare indissolubilmente il
proprio destino a quello di Castrocaro: dapprima iscrivendosi alla locale scuola alberghiera, quindi lavorando, in esordio di carriera, nel monumentale Grand Hotel Terme, e incontrando la splendida compagna di vita e madre dei suoi figli.
Specializzatosi nella ristorazione a 360° e in seguito nella pasticceria, Rambaldi si forma a fianco di mastri pasticceri svizzeri e francesi, frequentando al contempo corsi di nouvelle cuisine e buffeting. Dopo le esperienze in locali di prestigio, dal ristorante Altini di Madonna di Campiglio al Caminetto di Milano Marittima, è alla pasticceria Al Duomo di Ravenna che Roberto trova il trampolino di lancio verso la città termale e quella splendida
LA PASSIONE E LA SELEZIONE ACCURATA DI MATERIE PRIME DI QUALITÀ, E DI INGREDIENTI FRESCHI E GENUINI, DANNO VITA A SOFFICI BRIOCHES, PASTE DOLCI E SALATE, MIGNON E BISCOTTERIA, PRALINE DI CIOCCOLATO, TORTE NUZIALI E PANETTONI A LIEVITAZIONE NATURALE.
palazzina liberty dei primi del Novecento, affacciata su viale Marconi di fronte all’ingresso delle Terme, sapientemente restaurata dal titolare dell’immobile, pronto a sposare il progetto di un talentuoso giovane di solide speranze. Una scommessa vinta. Lo testimoniano i tanti clienti affezionati e disposti a macinare chilometri per gustare le delizie made in Castrocaro. Tra i punti di forza del Gran Caffé le torte nuziali personalizzate e quelle per celebrare ricorrenze e occasioni importanti. Uniche per sapore e design, grazie alla capacità di Roberto di capire e interpretare i desideri degli sposi e dei committenti, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, come nel caso dei nubendi stranieri che hanno scelto il Bel Paese per scambiarsi la promessa di amore eterno. Vere creazioni artistiche personalizzate con fantasia e creatività, proposte non attraverso la consultazione di un catalogo ma con un assaggio guidato, dal gusto più delicato a quello più saporito. Dettagli che fanno la differenza come testimoniato dalle numerose recensioni affidate al web.
Il segreto di tanta meraviglia? La selezione accurata delle materie prime, ingredienti freschissimi, genuini e di altissima qualità, e un’immensa passione. E ancora l’impiego del lievito madre fermentato naturalmente, curato da Roberto come un bambino, con pazienza e amorevole dedizione: la chiave per rendere i lievitati soffici e delicati, profumati, leggeri e digeribili. È il caso dei panettoni a lievitazione naturale, sospesi fra tradizione e modernità, realizzati secondo antiche ricette e arricchiti da farciture sempre nuove, da scegliere in base ai propri gusti: classici e mandorlati, alla pera e cioccolato, all’albicocca, al limone e cioccolato bianco, ai tre cioccolati e, novità 2022, quelli con mela, uvetta macerata, cannella e zenzero, e ancora al caffè e cioccolato al caramello. Leccornie proposte con gentilezza e professionalità dalla padrona di casa Cristina, colonna portante del Gran Caffè, e dallo staff affiatato e sempre cordiale, unito dal reciproco affetto e dalla comune passione per la professione. Castrocaro? Semplicemente Novecento!
Viale Marconi, 9 Castrocaro Terme (FC) | T. 0543
769685 | www.grancaffe900.com
CELEBRAZIONI
F.LLI ANELLI COSTRUITI CON PASSIONE
ALVARO ANELLI RACCONTA LA STORICA AZIENDA A CONDUZIONE FAMILIARE CHE, DA PIÙ DI 60 ANNI, OFFRE PRODOTTI E SERVIZI PER IL MONDO DELL’EDILIZIA.
IN APERTURA, ALVARO ANELLI. NELLA PAGINA ACCANTO, LA MOSTRA DELLA CERAMICA E QUELLA DEL CARTONGESSO E ALCUNI MATERIALI DA COSTRUZIONE.
Alvaro Anelli, carismatico 83enne, è una persona molto concentrata sul lavoro e, forse, non si accorge di quanto lui e la sua azienda siano ‘un’istituzione’ per il riminese. La F.lli Anelli esiste dal 1960, esattamente dal 15 maggio di quell’anno, quando lui e i suoi fratelli Alberto e Bruno (venuto a mancare nel 2014 ma che ancora oggi rappresenta un modello di riferimento per la sua generosità e dedizione sia in ambito lavorativo sia nei rapporti umani) iniziarono quest’avventura imprenditoriale. Dunque è sul mercato da ben 62 anni. Non sono molte le aziende locali che possono vantare una simile longevità. Alvaro ha festeggiato poche settimane fa i 70 anni di lavoro ininterrotto (iniziato quando era un ragazzino). Ecco, 62 di questi anni sono dedicati alla sua ‘creatura’ che si è sviluppata fino ad avere quattro punti vendita nel riminese che da inizio 2023 diventeranno ben cinque. E, naturalmente, di andare in pensione neanche se ne parla. “Finché c’è la salute, si lavora!” conferma Alvaro. Ma com’è nata questa realtà così forte e importante? Ce lo siamo fatti raccontare… Alvaro, come vi venne l’idea di aprire una rivendita di materiali edili?
“Ho cominciato a lavorare il 12 novembre del 1952 come ragazzo di bottega in un magazzino edile. Lì ho appreso il mestiere. Nel 1960, una persona che a sua volta aveva un magazzino di materiali da costruzione mi fece una proposta: ‘Tu sei uno sveglio,’ mi disse. ‘Io ho quest’attività ma ho una certa età e i miei figli vogliono fare altro. Ti andrebbe di comprare il mio magazzino?’ Risposi che io e i miei fratelli eravamo tutti squattrinati ma lui insistette perché pensava che fossi la persona giusta. Oltretutto, dovetti anche convincere mio pa-
dre perché nel 1960 non avevo ancora 21 anni e per le leggi di allora non ero maggiorenne. Alla fine noi tre accettammo e ci tuffammo in quest’avventura e nel lavoro. Fummo bravi e fortunati. Incrociammo gli anni del boom economico; lavorammo sodo e, dal 1960 al 1969 crescemmo del trecento per cento.”
Da quell’inizio in cui producevate manufatti in cemento e vendevate materiale edile, vi siete evoluti anche in altri settori: dall’arredo bagno alla ceramica, dal cartongesso alle finiture murali ad altro ancora. Come ci siete riusciti?
“Il mondo dell’edilizia cambia continuamente e noi siamo stati bravi a stare al passo con i tempi. Forse, più che bravi, siamo tutti dei gran lavoratori: a partire da chi ha fondato l’azienda fino ai nostri figli e nipoti, impegnati in azienda, ognuno secondo le proprie inclinazioni. L’altro segreto è stato investire sempre nell’azienda. Tutto. Mai fatto una vita da nababbi. Niente dividendi a fine anno. Questo approccio ha permesso alla F.lli Anelli di reggere bene anche nel periodo di crisi del settore edilizio che abbiamo affrontato dal 2010 al 2019. Anni tremendi che abbiamo superato credendo sempre nel nostro lavoro.”
Tra i settori dei quali vi occupate qual è quello che vi dà maggiori soddisfazioni?
“La produzione di manufatti per l’edilizia tradizionale ci ha dato sempre grandissimo impulso, dall’inizio della nostra attività fino ad oggi. Attualmente abbiamo ottimi riscontri dalle soluzioni di isolamento termico e dai materiali a secco, specialmente da ‘Modula’, la nostra linea di prefiniti in cartongesso. In realtà, in ogni cosa che si fa ci può essere soddisfazione, se ci si crede. Anche se, a volte, ci si può rimettere.”
“LA PRODUZIONE DI MANUFATTI PER L’EDILIZIA TRADIZIONALE CI HA DATO SEMPRE GRANDISSIMO IMPULSO. ATTUALMENTE ABBIAMO OTTIMI RISCONTRI DALLE SOLUZIONI DI ISOLAMENTO TERMICO E DAI MATERIALI A SECCO, SPECIALMENTE DA ‘MODULA’, LA NOSTRA LINEA DI PREFINITI IN CARTONGESSO.”
CELEBRAZIONI
IN ALTO, LA COPPA DELLA PACE 2022. A LATO, LA SEDE DI SANT’ERMETE DI SANTARCANGELO DI ROMAGNA.
La F.lli Anelli dà molta importanza anche alla formazione. Perché?
“Organizziamo scuole di posa, incontri tecnici ed eventi formativi. Questo perché i nostri addetti devono essere consapevoli, specializzati e pronti. Quando un cliente privato o un tecnico vengono in azienda devono capire che stanno parlando con persone che conoscono bene il mestiere. Un mestiere che si deve aggiornare continuamente perché, come ho detto prima, l’edilizia è in continua evoluzione. Basta leggere le riviste specializzate per accorgersene. Facciamo formazione anche per le imprese e per gli studi tecnici del territorio in collaborazione con i principali fornitori di materiale e gli ordini professionali della Provincia di Rimini.”
Una curiosità. Dal 1975 organiz-
zate la Coppa della Pace, una prestigiosa gara ciclistica per dilettanti. Come vi è venuto in mente di allestire una competizione così complicata da preparare?
“Siamo sempre stati appassionati di ciclismo fin dai tempi del dualismo tra Coppi e Bartali e lo abbiamo sempre praticato da cicloamatori. Nel 1971 c’è stata la 1° edizione della Coppa della Pace. L’idea nasce da un gruppo di amici seduti intorno al tavolo di un bar: Nazzareno Frisoni, Everardo Anelli e Willer Frisoni. All’epoca era famosa la Coppa della Pace che si teneva nei paesi dell’Est, e i tre pensarono di riproporla in chiave romagnola. A Sant’Ermete c’era Alfio Vandi, un ragazzino che andava molto forte. Nel 1975 iniziamo a sostenere la Coppa della Pace in modo diretto e vince quell’anno proprio Alfio Vandi.
Da lì è stato un crescendo che ha portato sulle nostre strade giovani corridori spesso diventati poi grandi campioni: il grande Marco Pantani, Fabio Casartelli (Oro Olimpico 1992), Davide Cassani (ex CT della Nazionale Italiana Ciclismo su Strada), Paolo Bettini (Oro Olimpico 2004, più volte vincitore della Coppa del Mondo), Paolo Savoldelli (vincitore del Giro d’Italia 2002 e 2005) Ivan Basso (vincitore del Giro d’Italia 2006 e 2010) fino poi a Primoz Roglic (vincitore di 3 Vuelta a Espagna) e Filippo Baroncini (recente Campione del Mondo Under 23). Nel 1992 corse da noi anche Davide Rebellin, recentemente scomparso in un incidente stradale. Iniziammo così, per passione e amore per questo sport, fatto di fatica e spesso metafora di una vita che presenta salite an-
CELEBRAZIONI
che impervie da affrontare con grinta e dinamismo. Per diversi anni si teneva una presentazione ufficiale, una conferenza stampa durante la quale veniva consegnato un riconoscimento ad una personalità dello sport, della televisione, della politica che in qualche modo aveva a che fare con il ciclismo. È stato premiato, tra gli altri, anche Sergio Zavoli. La Coppa della Pace ha toccato le 50° edizione nel 2022 e oggi è una delle corse giovanili più conosciute al mondo. È stata preolimpica nel 1992 e valida per i Campionati del Mondo militari nel 1997 quando vinse il lettone Romans Vainsteins poi Campione del mondo anche tra i professionisti nel 2000.”
Nel 1960, quando siete partiti, si sarebbe mai immaginato tanto successo nel lavoro?
“Diciamo che lo sognavo… Ho un ricordo legato al periodo nel
quale svolsi il servizio militare obbligatorio. Uno dei miei compiti era guidare una camionetta e vedevo, durante il mio servizio, file e file di camion che andavano e venivano. Mi dicevo: ‘Voglio averli io tutti questi camion…’ Beh! Lavorando sodo e credendoci, assieme ai miei fratelli, abbiamo ottenuto questo e altro.” Come immagina il futuro dell’azienda?
“Spero in bene ma tutto è nelle mani del Signore! Mi auguro che i giovani di famiglia vadano avanti e facciano ancora crescere la F.lli Anelli. Vorrei vedere in azienda i miei pronipoti, essere lì con loro. L’entusiasmo c’è, la lucidità pure ma anche l’età cresce. In effetti, la vera sfida è affrontare gli anni a venire. La pandemia prima, la crisi del mercato delle materie prime abbinata alla guerra in Ucraina e ai crescenti costi energetici, sono stati e sono problematiche
eccezionali che hanno richiesto interventi eccezionali. Ma ora siamo pronti a chiudere questo capitolo particolarmente insidioso e a investire per consolidare la nostra posizione di mercato e rafforzare i comparti sui quali puntare.”
Un’ultima curiosità. È vero che ogni mattina pulisce il piazzale antistante alla vostra sede di Sant’Ermete?
“No. È vero che lo spazzo ogni venerdì pomeriggio e sabato mattina. E questo pomeriggio, quando sarò nella nostra sede di Cattolica, metterò in ordine anche quel piazzale. Cerco di insegnare a figli, nipoti e dipendenti con l’esempio. Io mi presento in azienda con il grembiule e il giacchetto da lavoro come facevo già sessanta anni fa. Non so se i più giovani possono comprendere questo mio modo di essere.”
S.Ermete
di Santarcangelo (RN) | Via Marecchiese, 1056 | Tel. 0541 750155 | www.fratellianelli.com
CASA
ADVERTORIAL
TENDA
Offrire la migliore risposta per gli spazi interni ed esterni delle abitazioni, garantendo la massima personalizzazione possibile per soddisfare i diversi gusti e le varie esigenze della clientela. Questo è il punto di forza di Casa della Tenda di Ravenna, azienda storica a conduzione familiare che festeggia i sessant’anni di attività. Tutto ha avuto origine nel lontano 1962, quando Bruna e Ottavio Baruzzi hanno dato vita a una piccola bottega artigiana, in cui in un primo momento si confezionavano soprattutto tende. Nel tempo, il testimone è passato oggi nelle mani dei figli Massimo e Catia che, insieme alla madre, hanno ampliato e innovato l’attività senza però mai per-
dere di vista la qualità artigianale che da sempre la caratterizza. Pur avendo mantenuto il nome storico, Casa della Tenda è il regno della casa a tutto tondo, con tutto ciò che serve per renderla più accogliente e confortevole, conferendole quello stile – dal classico al moderno – che ciascuno riconosce come proprio: oltre a un ampio assortimento di tendaggi e tessuti, carta da parati, moquette e tappeti in lana, qui si trovano infatti biancheria, letti, materassi e reti, divani e complementi di arredo e qualche mobile. “Accompagniamo il cliente in tutte le sue scelte,” spiegano Massimo e Catia Baruzzi, “offrendo una vera e propria consulenza che prevede, per chi
lo desidera, una visita in loco dei nostri tecnici arredatori, la confezione sartoriale dei tessuti nel nostro laboratorio interno e l’installazione eseguita da tecnici specializzati.”
Con il supporto di architetti e arredatori, la Casa della Tenda realizza anche progetti d’interni e tutto può essere fatto su misura, dai tappeti alle tovaglie, dalle tende alle lenzuola, anche con decoro a propria scelta. Non sempre la personalizzazione del prodotto richiede un budget elevato, tant’è che la ditta ravennate riesce a suggerire diverse varianti di tessuto per venire incontro alle esigenze di spesa, ottenendo comunque il massimo risultato. “La novità di questi ultimi anni,” ricordano i titolari, “è l’aumento della richiesta di prodotti e servizi per l’outdoor. Come già avviene per l’interno, progettiamo su misura balconi, terrazzi e giardini con sistemi apribili, pergole bioclimatiche con vetrate panoramiche o chiusure, vele ombreggianti, arredi da esterno e complementi outdoor, fino a barbecue e vasche idromassaggio. Negli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia, abbiamo registrato un importante incremento di richieste, a testimonianza di quanto le persone desiderino valorizzare la propria casa con spazi di convivialità.”
Per quanto riguarda gli interni, attualmente, lo stile più apprezzato è quello moderno e lineare, mentre i tessuti preferiti sono quelli naturali come il lino e le sete, con forte incremento del velluto, declinati in colori moda, con
È
CASA
TONDO
CUI TROVARE TUTTO CIÒ CHE SERVE PER RENDERLA PIÙ ACCOGLIENTE E CONFORTEVOLE, CON
CASA DELLA TENDA
IL REGNO DELLA
A TUTTO
IN
STILE.
DELLA
LA STORICA AZIENDA RAVENNATE COMPIE 60 ANNI
“LA NOVITÀ
DI QUESTI
ULTIMI ANNI È L’AUMENTO DELLA RICHIESTA DI PRODOTTI E SERVIZI PER L’OUTDOOR.
IN PARTICOLARE CON LA PANDEMIA, LE PERSONE HANNO RISCOPERTO GLI SPAZI DI CONVIVIALITÀ ALL’APERTO, IN CUI RIPARARSI DAL SOLE IN ESTATE E DAL FREDDO IN INVERNO.”
tante sfumature grigio, tortora e qualche punta di colore, con forte richiesta di stampe fantasiose. Molto apprezzate anche le carte da parati per l’alta decorazione, per dare un tocco in più agli ambienti. Oltre le tende morbide, vengono fortemente proposte e apprezzate le tende tecniche, rulli minimal, pannelli, veneziane e veneziane in legno per completare gli arredamenti più moderni. Anche in questo campo c’è più attenzione al green con tessuti in fibre riciclate per un effetto di grande naturalità. Molto d’arredo è sempre la doppia tenda, l’abbinamento con tessuti con pesan-
tezza, colori e texture diverse tra loro, dal più leggero ai tessuti più corposi, con molta richiesta di tessuti oscuranti o semplicemente d’arredo, coordinabili con gli altri complementi d’arredo della casa. A fronte di clienti sempre più attenti ed esigenti, la Casa della Tenda offre uno staff attento e preparato, formato da una decina di persone, sempre in grado di consigliare e proporre la giusta soluzione. L’azienda si occupa direttamente delle confezioni e dei montaggi, in modo da fornire un servizio completo che prevede anche le riparazioni post vendita.
Ravenna Circonvallazione S. Gaetanino, 104 Tel. 0544 454119 www.casadellatenda.com
LA GIOIELLERIA CASADEI, DA OLTRE MEZZO SECOLO PUNTO DI RIFERIMENTO NEL CESENATE E NON SOLO, INAUGURA UN NUOVO NEGOZIO A RICCIONE.
CASADEI GIOIELLI PREZIOSI RICORDI DA INDOSSARE
Fu nonno Dino ad aprire il primo negozio della famiglia Casadei in piazzetta Partigiani, alle Vigne di Cesena, negli anni Sessanta. Fra le sue mura coltivava il sogno di diventare orologiaio e, sebbene i figli Giampiero e Roberto, fin da giovanissimi, imparavano la sua ‘arte’, nonno Dino non poteva sapere che a distanza di 50 anni dall’apertura della sua attività la Gioielleria Casadei sarebbe diventata un punto di riferimento nel Cesenate, dove ha aperto numerosi negozi.
Oggi è presente anche a Milano Marittima, dove il negozio è stato aperto in collaborazione con il brand Pandora. Ma se il motto di famiglia resta quello di un tempo, cioè “che i sogni diventano realtà”, questa storia prosegue con la fresca inaugurazione di un nuovo negozio a Riccione, in viale Ceccarini 104. A distanza di più di mezzo secolo, sono i figli di
Dino che, insieme ai propri figli, guidano l’attività di famiglia con amore e competenza proponendo ai propri clienti gioielli e orologi esclusivi.
Nicole Casadei, dopo la laurea alla Bocconi di Milano, è tornata a Cesena spinta dalla voglia di partecipare attivamente ai nuovi progetti dei negozi di famiglia. Lei, insieme a papà Roberto, mamma Cinzia e i loro preziosi collaboratori, raccontano con passione e professionalità ai loro clienti come i migliori brand reinterpretano oggi la gioielleria, alla luce della femminilità libera e raffinata del terzo millennio, nei tre negozi uno a fianco all’altro di Cesena di cui uno interamente dedicato al mondo dell’orologeria anche d’epoca, antica passione di famiglia. Anelli, orecchini, collane e gioielleria di lusso possono diventare un modo unico e personale per esprimere il pro-
prio carattere, e sono un regalo molto apprezzato da ricevere o da dedicarsi. In via Carbonari a Cesena si trova anche l’Ottica Casadei, presente con tre negozi anche a Sant’Egidio di Cesena, vicino al primo negozio aperto dal nonno.
La gioielleria è attiva anche sul sito online dove è possibile acquistare da tutto il mondo. Fra l’ampia gamma di brand e servizi offerti c’è la consulenza e vendita di oro sotto forma di lingotti e monete, con autorizzazione ufficiale della Banda d’Italia alla commercializzazione dell’oro da investimento. Infine nei negozi di Cesena si producono gioielli su misura: ogni idea o schizzo nero su bianco dei clienti può diventare realtà. Antiche pietre pregiate possono rinascere, con la consulenza di Roberto, esperto gemmologo, per dare nuova vita a preziosi ricordi.
Milano Marittima, viale Gramsci 61 | Riccione, viale Ceccarini 104 | Cesena, via Carbonari 25 | www.casadeigioielli.it
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