ALBAROSA ZOFFOLI
LADY CHEF
SERGIO GUIDI
DELLA BIODIVERSITÀ
n.1 2023 www.inmagazine.it cesena
META DA NON PERDERE
CUSTODE
IL BOOM DI RIDRACOLI
Custodire il patrimonio di un territorio è il valore condiviso dai due personaggi di copertina di questo numero: l’agronomo Sergio Guidi, presidente dell’associazione i Patriarchi della Natura, dedica la sua vita a tutelare la biodiversità e gli esemplari di alberi più antichi, mentre Albarosa Zoffoli, Lady Chef premiata, promuove la tradizione e la cultura gastronomica romagnola. Incontriamo poi le imprese nate dalle idee degli ex studenti di Ingegneria biomedica di Cesena, diventate eccellenze nel loro campo, e riscopriamo la Diga di Ridracoli. Parliamo della ritrovata popolarità dei giochi da tavolo e del ritorno ad antichi mestieri come quello del liutaio, proiettandoci poi nei nuovi mercati come quello della canapa con l’azienda CBWeed. Infine, torniamo a parlare di sport con il Giro d’Italia 2023 e con una disciplina sempre più seguita, la pole dance. Buona lettura!
Edizioni IN Magazine s.r.l.
Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it
Anno XXV N.1
marzo/aprile
Reg. di Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n.27
Direttore Responsabile: Andrea Masotti
Redazione centrale: Clarissa Costa
Coordinamento di redazione: Roberta Invidia
Artwork e impaginazione: Francesca Fantini
Ufficio commerciale: Roberto Amadori, Gianluca Braga
Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 24/03/2023
Collaboratori: Barbara Baronio, Andrea Bonavita, Lucia Caselli, Paola Francia, Francesca Miccoli, Federica Pogliani. Fotografi: Andrea Bardi, Andrea Bonavita, Erika Cesarini, Valter Casalin, Alejandro Vejar.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it
EDITORIALE
DI ANDREA MASOTTI
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26 SCIENZE CERVELLI IN LOCO 32 TURISMO IL BOOM DI RIDRACOLI 38 SOCIETÀ GIOCHI DA TAVOLO 46 MESTIERI RITORNO IN BOTTEGA 50 IMPRENDITORIA IL FRANCHISING CBWEED 54 FOTOGRAFIE CARTOLINE DA… 58 CICLISMO GIRO D’ITALIA 54 SPORT LA FORZA DELLA POLE 08 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
14 PROFILI SERGIO GUIDI
PROFILI ALBAROSA ZOFFOLI
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PILLOLE
VITIGNANOSTOCK XXL 2023
FORLÌ | Anche quest’anno l’estate forlivese accoglierà la musica e le vibrazioni del Vitignanostock Musica Festival nella speciale location del Parco Urbano di Forlì. Un festival storico nel territorio romagnolo, arrivato alla 14° edizione, che ha visto la partecipazione sempre più attiva del pubblico con il record di presenze lo scorso settembre – circa 5.000 persone – e che ha già registrato un boom di candidature per l’edizione 2023. Quest’anno il denso programma sarà diviso in tre serate: “Oltre alle band e gli artisti emergenti, che possono spaziare dal pop, all’indie, al rock o al soul, stiamo selezionando anche diversi Dj che andranno a chiudere i concerti per dare spazio anche alla musica elettronica.”
L’ARTE DELLA MODA
FORLÌ | Fino al 2 luglio, il Museo San Domenico ospiterà la grande mostra L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968: la moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti in tre secoli, dalla Rivoluzione Francese alla Pop Art fino alla nostra contemporaneità. Circa 100 artisti e 50 stilisti e couturier porteranno in scena l’influenza reciproca che da sempre scorre tra arte e moda, uno scambio continuo capace di raccontare i cambiamenti sociali e culturali che hanno attraversato ogni epoca, con continue citazioni e rimandi in un andirivieni storico che racconta tanto anche di noi. “Un autentico kolossal con 200 opere e circa 100 abiti: un’operazione mai tentata prima per numeri e qualità delle scelte,” le parole del Direttore Generale Gianfranco Brunelli.
APPARIZIONI IN MOSTRA
MELDOLA | È visitabile fino al 15 maggio 2023 la mostra Apparizioni, che raccoglie, nel suggestivo spazio della Galleria Michelacci (ex Chiesina dell’Ospedale) nel cuore di Meldola, le opere di Giuseppe Biagi, Marcello Chiarenza, Stefano Gattelli, Enrico Lombardi, Alberto Mingotti, Monica Spada, Giorgio Tonelli. Questa mostra collettiva contiene uno spaccato significativo della ‘Nuova figurazione italiana’, con artisti (2 scultori e 5 pittori) che, pur essendo di diverse generazioni e con percorsi differenti, si trovano a offrire una ricerca coerente di arte figurativa profondamente e orgogliosamente legata alla grande tradizione italiana, in contrasto con gli andamenti delle mode artistiche contemporanee.
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CLAUDIO MALACARNE LAST WORKS
CESENA | Claudio Malacarne ha inaugurato una nuova mostra personale, Last works, presso i locali di Damasco Art Exhibition a Cesena. 22 le opere esposte: tutti lavori recenti del noto Maestro mantovano, olio su tela, con alcune piccole rarità realizzate in olio su plexiglass nero. La mostra propone le note opere a tema ‘acquatico’ dell’artista che lo hanno reso famoso a livello internazionale e che hanno nutrito felicemente la sua poetica, facendolo divenire protagonista indiscusso dell’arte contemporanea dal grande effetto comunicativo e nostalgico, in grado di trasmettere lievità e benessere con un forte impatto emotivo. La mostra è promossa dalla Galleria d’arte Damasco e resterà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 23 aprile 2023.
LE SMART CITIES DI CARLO RAVAIOLI
FORLÌ | Dal 14 aprile al 4 maggio, all’Oratorio San Sebastiano a Forlì, si tiene la mostra personale di Carlo Ravaioli dal titolo Smart Cities, un racconto immersivo nelle città del futuro, ottenuto con un sapiente gioco di dipinti su tela. La mostra ripercorre la produzione pittorica di Ravaioli che da oltre vent’anni raffigura le città come metafore filosofiche, sociali e antropologiche: dalle iconiche città medusa fino alla Città infinita (una rappresentazione a 360 gradi) e alla Città dei filosofi che può essere percorsa idealmente con una guida turistica. La mostra a cura di Sabrina Marin, con l’intervento del poeta Davide Rondoni, inaugura il 14 aprile alle 18 e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30.
I BORGHI PIÙ BELLI
BAGNO DI ROMAGNA | La cittadina termale romagnola è stata ufficialmente selezionata tra i ‘I Borghi più Belli d’Italia’, un circuito selettivo a livello nazionale che mira a rappresentare il valore peculiare dell’Italia nel mondo. Un riconoscimento esclusivo che dona prestigio a tutto il territorio della destinazione turistica della Valle del Savio. Il 25 marzo si è tenuta la cerimonia ufficiale: premiate le caratteristiche urbanistiche e ambientali, la storia, i progetti di sviluppo e l’attrattività turistica. “Sosteniamo, assieme ai Comuni, progetti di rigenerazione e riqualificazione che contrastano lo spopolamento e valorizzano i tanti punti di forza delle aree dell’Appennino,” spiega l’assessore Mauro Felicori.
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PILLOLE
CALA IL SIPARIO SU PICTA
TERRA DEL SOLE | Si è conclusa con successo e tra gli applausi del pubblico la prima edizione di Picta, Rassegna europea di arte contemporanea. Una manifestazione che per quasi trentaquattro giorni ha calamitato l’attenzione di circa 2.000 visitatori al Palazzo pretorio di Terra del Sole, per ammirare la splendida collettiva composta da 27 artisti e 84 opere. Il debutto di Picta ha coinciso con la prima edizione del premio Città di Castrocaro Terme e Terra del Sole, assegnato a Grazia Deledda, scrittrice insignita del Nobel.
FRANCO ‘GROTA’ VERSO I 50
PREDAPPIO ALTA | Il pittore Franco Gianelli, in arte ‘Grota’, festeggia 50 anni di carriera. Una strada artistica e culturale in continua evoluzione, la sua, un percorso che dimostra la capacità di aggiungere qualcosa in più all’analisi dei temi affrontati. Il suo cammino artistico comincia nel 1973. “Sono 50 anni che imbratto tele e scarabocchio solo semplici racconti. Vivo nel mio paese, Predappio Alta, da sempre: è dove lavoro in solitudine ed è il luogo in cui festeggio i miei 50 anni di matrimonio con l’arte, prima con una mostra al Ristorante La Vecia Cantena Dla Pre, Verso i 50, e poi con una seconda esposizione all’asilo Santa Rosa.”
I VINI TOP DI ROMAGNA
CESENA | Sono 33 i vini romagnoli che hanno ricevuto le Quattro Viti, il prestigioso premio che segnala i “vini di eccellente profilo stilistico e organolettico”, ottenendo il massimo punteggio dall’Associazione Italiana Sommelier. Nel dettaglio, ne sono state assegnate 18 per Forlì, 6 per Ravenna e Faenza, 6 per Imola, 1 a Rimini e 2 a Cesena.
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SERGIO
Dilatare la longevità fino a lambire l’immortalità: un obiettivo inseguito invano dagli scienziati. Un’utopia probabilmente destinata a rimanere tale. Un traguardo che in botanica è stato invece raggiunto attraverso un piccolo, grande, miracolo targato Forlì. A compiere il prodigio, un gruppo di studiosi romagnoli da una vita impegnati nel monitoraggio degli alberi monumentali e oggi riuniti nell’associazione I Patriarchi della Natura, fondata all’ombra di Saffi nel 2006. Al timone del sodalizio è Sergio Guidi, predappiese residente a Forlimpopoli, sessantanove anni spesi per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Una passione che affonda le radici negli anni Cinquanta in quella verde frazione di San Savino divenuta ben presto posto delle fragole. “Trascorrevo le vacanze in campagna dagli zii che, non essendo diventati genitori, mi amavano come un figlio,” racconta Guidi. “Lo zio, che curava l’orto e produceva un sangiovese incredibile, mi ha fatto conoscere alberi e foglie, l’alter-
narsi delle stagioni e il canto degli uccelli; dalla zia ho acquisito l’amore per i funghi.” Una luce destinata a illuminare il resto dell’esistenza. “Conseguita la laurea in Agraria a Bologna nel 1979, ho svolto attività di consulenza nel settore zootecnico, ma con un’attenzione sempre rivolta all’ambiente, e lavorato per Arpa, in seno alla quale ho creato l’unità operativa biodiversità.” Senza trascurare le collaborazioni con il Ministero dell’Agricoltura e altri prestigiosi enti, e ancora l’attività di divulgazione attraverso numerose pubblicazioni, a partire dalla collana Frutti dimenticati e biodiversità recuperata Una sorta di bibbia per gli appassionati della materia.
Dotato di una memoria prodigiosa che negli anni universitari gli permetteva di apprendere i nomi latini delle piante alla prima lettura, per l’amata natura Sergio ha portato a termine autentiche imprese. “Ad esempio quando raggiunsi Linosa assieme a mia moglie, all’epoca mia fidanzata, per fotografare
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PROFILI
PATRIARCHI DELLA NATURA: PER IL FUTURO DELLA BIODIVERSITÀ GUIDI
DI FRANCESCA MICCOLI
FOTO ANDREA BARDI
l’unico fiore spontaneo mancante nella mia collezione di diapositive. Il mio docente di botanica, palermitano, mi diede del pazzo.” Benedetta follia! Nel curriculum chilometrico spicca, oltre alla creazione dei Patriarchi della Natura, la paternità della Rete dei giardini della biodiversità. “Già negli anni Novanta, i nostri agronomi e forestali hanno iniziato a censire e riprodurre gli alberi monumentali disseminati in tutta Italia, Paese straordinario dal punto di vista storico, culturale, architettonico ma anche paesaggistico e ambientale. Un territorio in cui coesistono aree semidesertiche della Sicilia e quelle alpine del Trentino, a testimonianza di una
PROFILI
A SERGIO GUIDI SI DEVE
biodiversità che non ha eguali in Europa. Una ricchezza che non dobbiamo sprecare: ogni albero che perdiamo diventiamo più poveri.” L’enciclopedico archivio comprende oggi 13.000 esemplari, suddivisi in due filoni. “Da un lato abbiamo i patriarchi della natura ovvero i capostipiti dei boschi e delle foreste, a partire da querce, pioppi, salici, olmi, aceri, conifere quali pini e abeti.” Custodi di una storia secolare, se non addirittura millenaria, ma altresì pilastri del futuro. “A dispetto dei rami secchi e della corteccia screpolata, un albero di 500 anni ha superato 500 estati magari molto siccitose, 500 inverni più o meno rigidi e dunque ha nei suoi geni la capacità di adattamento all’ambiente e la resistenza agli stress. La seconda categoria riguarda i patriarchi da frutto: l’Emilia-Romagna, capitale europea della frutticoltura, vanta piante che hanno dimostrato resistenza alle patologie e resilienza alle avversità. Gli agricoltori di un tempo non disponevano infatti di antiparassitari né di celle frigorifere per la conservazione dei frutti, longevi e con grandi proprietà nutraceutiche. Eppure abbiamo rischiato di perderli.”
Pericolo scongiurato grazie alla capacità del sodalizio forlivese, che vanta oggi una rete su tutto il territorio nazionale, di ‘resuscitare’ alberi estinti e garantire un futuro a quelli altrimenti destinati a estinzione. “Abbiamo riprodotto lo straordinario patrimonio genetico delle specie a rischio, dando vita a nursery dove è conservato il ‘germoplasma’ in attesa di essere messo a dimora. Da semi grandi come capocchie di spillo, prodighi di energie e informazioni, prendono vita alberi destinati a diventare pilastri della terra, con radici che possono arrivare a trenta metri di profondità garantendo un assetto idrogeologico a un territorio geologicamente fragile e giovane come il nostro.
La Rete dei Frutteti della biodiversità è nata non solo per conservare il patrimonio genetico ma anche per lo studio dei cambiamenti climatici. “Grazie all’accordo tra regione e Arpa, in Emilia-Romagna ce n’è uno in ogni
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provincia. Forlì ne conta addirittura due: la Cattedrale delle foglie e delle piante contadine, sulla spiaggia di Cesenatico, e il Sentiero dei Frutti Perduti di Alfero, nel comune di Verghereto. La Cattedrale, formata da 7 foglie in acciaio korten disposte ad anfiteatro, è l’ultimo regalo del nostro amico Tonino Guerra. A cui abbiamo dedicato una pianta derivata dal suo giardino dei mandorli di Pennabilli: un albero che raggiunge la piena fioritura in primavera proprio nel giorno cui Guerra è ‘andato nell’altra stanza’. L’abbiamo chiamato Il respiro di Tonino: quella pianta che l’ha visto bimbo, ha assorbito la sua anidride carbonica.” Pura poesia. Oggi sempre più enti e privati si rivolgono ai Patriarchi per la progettazione e la realizzazione di orti urbani e giardini. All’associazione di Guidi si deve la nascita del parco a forma d’Italia realizzato sull’Appia antica e dedicato all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Al suo interno c’è una pianta per ogni regione. La Romagna è rappresentata da un cotogno antico proveniente
da Faenza.” A Papa Francesco è stato invece donato un piccolo frutteto con 7 piante. “Nei giardini vaticani c’è persino un fico della Basilicata che fruttifica a Natale.” Tra gli ultimi a entrare nella grande famiglia, il cantante Al Bano. “Ci ha contattato dopo aver visto Il giardino di marzo che abbiamo realizzato per Mogol: a Cellino San Marco abbiamo progettato la fattoria dei frutti perduti che ricalca il logo dell’azienda agricola pugliese ovvero un sole, dal titolo del primo grande successo di Al Bano, con 24 raggi a rappresentare le 24 ore del giorno. Al centro l’ulivo testimone dell’infanzia del cantante e tutto intorno un giro di viti con 24 aiuole e altrettante piante da frutto.” Tutte straordinarie creazioni di quell’inimitabile artista che è madre natura. Beni della collettività, da preservare e prendere a esempio nell’affrontare le sfide del quotidiano. E a cui mostrare riconoscenza. Come diceva Tonino Guerra: “È ora che quando incontriamo un albero diciamo: buongiorno signor albero!” Sì, i tempi sono maturi. Parola di Patriarca.
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ALBAROSA
LA LADY CHEF E L’ARTE DELLA TRADIZIONE IN CUCINA
ZOFFOLI
È stata battezzata la regina del cappelletto dallo chef Antonino Cannavacciuolo, il suo talento per la cucina l’ha portata a conseguire il Leone d’Oro per meriti professionali, in occasione del Gran Premio Internazionale del Leone d’Oro di Venezia.
Da oltre quarant’anni è dietro ai fornelli e innumerevoli sono i riconoscimenti ottenuti su scala internazionale, in particolare la medaglia di bronzo all’IKA - Olympiade der Köche 2016, a Erfurt in Germania, la maggior competizione professionale al mondo per gli chef, e la medaglia d’oro nella categoria cucina artistica in Lussemburgo alla Culinary World Cup. Albarosa Zoffoli, originaria di Gatteo Mare, è maestra nel settore ‘pasta’ e membro della Federazione italiana cuochi con il titolo di eccellenza di Lady Chef.
Cucina di recupero e valorizzazione della tradizione sono i cavalli di battaglia di Albarosa che con il suo storico mattarello spesso fa rivivere i sapori di un tempo, riprendendo e tutelando tutto il patrimonio gastronomi-
co della terra di Romagna. Chiamata in ogni parte d’Italia per corsi, seminari o esibizioni, Albarosa si presenta sempre con i suoi ‘arnesi da cucina’, il suo mattarello e si raccomanda che le facciano trovare uova gialle, “perché la sfoglia deve avere un bel colore intenso, non può essere sbiadita.”
“Provengo da una famiglia numerosa,” racconta, “siamo otto fratelli e sin da giovanissima ho dovuto preferire il lavoro alla scuola perché era necessario per aiutare la mia famiglia. Il mio primo impiego è stato presso una camiceria. Qui essendo molto portata sono diventata anche direttrice. Poi ho incontrato Giancarlo, l’uomo che sarebbe diventato mio marito e ho cambiato lavoro. I miei suoceri, i signori Francesconi, gestivano un albergo a Gatteo e io sono entrata nello staff. Mia suocera era in cucina e da nuora ho iniziato ad affiancarla perché un tempo quando ti sposavi entravi in famiglia e ti collocavi lì, proprio vicino alla mamma. Da lei ho imparato tutte le accortezze da tenere quando si
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PROFILI
DI BARBARA BARONIO
FOTO GIANMARIA ZANOTTI
cucina, mi ha trasmesso le basi del buon saper fare, della cucina di recupero e di quella a bassa temperatura. Ho iniziato a intuire che cucinare, preparando per gli altri e sperimentando anche nuovi sapori, era per me molto appassionante e che desideravo saperne ogni giorno di più. Così oltre a lavorare in albergo ho iniziato a specializzarmi. Nel frattempo sono diventata anche mamma di Dunia.” Albarosa dal 1976 diventa sempre più abile in cucina. Sin dai suoi primi esordi mostra una particolare predisposizione per la preparazione del pesce, tanto che si racconta che all’arrivo del suo fritto misto in sala gli ospiti dell’albergo applaudissero sempre. “Poi sono passata ai sughi e alla pasta fresca, un valore aggiunto ad ogni buon pranzo.”
Per Albarosa Zoffoli in cucina non devono esserci segreti, al massimo ci sono piccole astuzie date dall’esperienza, e serve molta manualità. “Ad esempio la tagliatella dopo che è stata preparata deve avere il tempo di asciugare e deve acquisire quella consistenza
PER IL SUO GRANDE TALENTO LE È STATO RICONOSCIUTO IL PREMIO PER L’OPERA DI TUTELA E CONSERVAZIONE DELLA CULTURA
GASTRONOMICA
ROMAGNOLA E TUTTI GLI ANNI VIENE INVITATA A CASA SANREMO.
ruvida che trattiene il sugo, mentre il cappelletto si può consumare subito, appena lo si compone.” Albarosa inizia ad arricchire così i buffet dell’albergo con le sue proposte. Solare e dalla simpatia contagiosa, la Lady chef di Gatteo ha partecipato a molti show cooking dove ha insegnato al grande pubblico a tirare una sfoglia a regola d’arte. “Ricordo tre anni fa l’emozione della mia partecipazione a Cuochi d’Italia. Trovarmi con a fianco Antonino Cannavacciuolo e Gennarino Esposito mi sembrava impossibile, poi abbiamo iniziato a chiudere tutti insieme i cappelletti e il divertimento non è mancato. Ho ancora nella mente lo sguardo stupito di Alessandro Borghese quando mi osservava farcire il cappelletto senza l’uso della sac à poche. Ho imparato a distribuire le palline di ‘compenso’ con le mani e sono molto veloce così, non potrei farlo diversamente.” Una preparazione sconfinata delle diverse preparazioni della Romagna, quella della Chef, che le è valsa il premio per l’opera di tutela e conser-
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IN APERTURA, ALBAROSA, MEMBRO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI CON IL TITOLO DI ECCELLENZA DI LADY CHEF. IN ALTO, LA CHEF A CASA SANREMO. NELLA PAGINA SUCCESSIVA, RICEVE IL LEONE D’ORO DI VENEZIA PER I MERITI PROFESSIONALI.
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La selezione è un processo attraverso il quale l’uomo impone il proprio essere nello stato delle cose. Esperienza e conoscenza sono fondamentali per poter operare una scelta, ma ancora di più lo è l’amore per il nostro territorio e la sua tradizione.
Selezioniamo ogni giorno solo materie prime d’eccellenza per offrire ai nostri ospiti un’esperienza coinvolgente fatta di ricerca ed equilibrio con lo sguardo aperto di chi riscopre continuamente la bellezza e i sapori del nostro mare e della nostra terra.
vazione della cultura gastronomica romagnola. Albarosa, che per oltre 35 anni ha guidato la cucina dell’albergo di famiglia, durante il periodo invernale ha sempre investito nella sua formazione. “Lo studio e il confronto sono stati per me sempre un’occasione preziosissima per imparare e affinare l’arte della cucina. Un’aragosta può essere preparata in dieci modi diversi e solo l’incontro con altri chef permette di scoprirli. Da una ricetta infatti ne possono nascere tante altre.”
Oggi Albarosa è spesso in viaggio. Tutti gli anni viene invitata a Casa Sanremo, in occasione del Festival della canzone italiana, per cucinare per i vip della kermesse musicale
PROFILI
ALBAROSA ZOFFOLI
IMPARA I SEGRETI DELLA CUCINA AFFIANCANDO LA SUOCERA. OGGI VIAGGIA IN TUTTA ITALIA PER FAR
RIVIVERE LE RICETTE DELLA TRADIZIONE, UN PATRIMONIO CHE NON DOBBIAMO DIMENTICARE.
e più di frequente la si può trovare in seminari, show cooking e scuole di cucina dove racconta le antiche paste di un tempo. “Sto girando in lungo e in largo per l’Italia per far rivivere la pasta lorda, una ricetta semplice dell’area del ravennate, che si presenta in piccoli quadretti di pasta all’uovo dai bordi frastagliati e imbottiti. Il nome deriva dal fatto che la sfoglia è appena appena sporcata da un ripieno scarno. Racconto poi il cappelletto finto, realizzato nei periodi di grandi ristrettezze economiche, una pasta all’uovo che viene chiusa come un cappelletto, ma senza ripieno. Nell’ultimo periodo ho scelto di riportare sulle tavole anche il bottoncino, una pasta realizzata al fine di recuperare la carne da brodo. Dal formato tondo, il bottocino è infatti ripieno di carne macinata con aggiunta di noce moscata.”
Ma quando si parla di tradizione e Romagna non può mancare la piadina. “Prediligo quella cesenate, molto più spessa,” confida Albarosa, “è buona e comoda perché si mantiene morbida. Se però una persona apprezza quella croccante la riminese è l’ideale. Oggi si usa anche un pizzico di lievito nella piadina e meno di frequente il bicarbonato come nella ricetta originaria.”
Nonostante la numerosa schiera di chef famosi, per Albarosa la cucina è una questione femminile. “Un tempo la donna, quando non lavorava fuori casa, era la regina della cucina. Oggi invece le donne sono molto impegnate e non sempre hanno modo di cucinare come vorrebbero. Nei miei corsi insegno a ottimizzare i tempi, a lavorare a quattro mani. Racconto la bellezza del preparare in coppia la pasta sfoglia e un bel pranzetto e ancora come rivivere i gusti di un tempo. Tanti avranno in mente l’odore del brodo che arriva dalla cucina la domenica mattina e ancora il profumo di un buon ragù. Una memoria del gusto e un patrimonio culturale che non dobbiamo dimenticare, ma che soprattutto ci ricorda da dove veniamo, perché il futuro strizza sempre l’occhio alla tradizione, soprattutto in cucina.”
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LE IMPRESE DEGLI EX STUDENTI DI INGEGNERIA BIOMEDICA DI CESENA IN
SCIENZE
LOCO
DI ROBERTA INVIDIA
Esperienze che hanno mosso i primi passi nel Campus di Cesena, che spesso sono state ‘incubate’ a CesenaLab e che sono sbocciate attraverso i bandi regionali per le Startup, da cui hanno avuto la prima infusione di fiducia. Sono le imprese nate per iniziativa di ex studenti di Ingegneria biomedica, una facoltà che sforna ogni anno nuovi laureati molto richiesti da un settore in forte crescita. Se non possiamo parlare di un distretto del biomedicale vero e proprio, certamente di un seme molto benefico per il territorio sì. Un seme nato sul terreno accademico, cresciuto grazie alle idee e alla caparbietà degli ingegneri e che oggi si innesta con successo nel mondo produttivo.
Una delle esperienze che più ha fatto parlare di sé, con il ‘frontman’ del gruppo inserito da Forbes nei 100 under 30 più influenti del 2020, è Vibre, acronimo di Virtual Brain Experience.
“All’inizio,” dice Raffaele Sal-
VIBRE HA SVILUPPATO UN DISPOSITIVO CHE
OGGI TROVA AMPIO SPAZIO NELLE IMPRESE PRIVATE E NEGLI OSPEDALI, IN GRADO DI MISURARE LA FATICA E FORNIRE DATI CHE POI VENGONO UTILIZZATI PER RIDURRE IL RISCHIO DI ERRORI SUL LAVORO.
vemini di Vibre, “abbiamo puntato molto sull’integrazione tra l’intelligenza artificiale e le interfacce neurali con l’obiettivo, ad esempio, di sviluppare sistemi per la riabilitazione dei pazienti colpiti da ictus. Poi ci siamo resi conto che la realtà vera era ancora troppo acerba per quella virtuale e che le due tecnologie – le interfacce e le VR – si
sviluppavano a velocità troppo diverse tra di loro. Continuando a lavorare sulle interfacce neurali abbiamo messo a punto un dispositivo, una sorta di cerchietto da mettere sulla fronte, di 20 o 30 grammi di peso, con 5 sensori che permettono di captare e analizzare l’attività del cervello. L’interfaccia neurale a contatto con le onde del cervello ricava una sorta di impronta unica e distintiva e questa impronta è simile a una forma di arte astratta.” Da qui è nato il primo progetto, Brainart, che ha catapultato l’azienda alla ribalta nazionale. Accanto a Brainart, Vibre ha sviluppato anche un’applicazione delle interfacce neurali che oggi trova ampio spazio nelle imprese private e negli ospedali. “Con l’interfaccia siamo in grado di misurare la fatica analizzando l’attività della corteccia prefrontale e fornire dati che poi vengono utilizzati per ridurre il rischio di errori. L’abbiamo testata in passato sui
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piloti di formula 1 e la stiamo utilizzando ora per Edison, per misurare la fatica dei tecnici addetti alla manutenzione delle pale eoliche, e nelle sale operatorie dell’ospedale di Ferrara per misurare la fatica dei chirurghi. Su questo stiamo curando una pubblicazione ad hoc.”
Ad annoverare clienti come la NASA e alcune tra le più prestigiose università del mondo è poi Elements, che si occupa di progettazione elettronica e microelettronica in ambito di ricerca scientifica con un particolare focus sull’elettrofisiologia, ovvero sul comportamento elettrico delle cellule. Elements sviluppa l’elettronica che serve per far funzionare i nanopori: piccolissimi sensori in grado di
leggere la struttura di molecole di varie tipologie, compreso il DNA. L’iniziativa è partita da un gruppo di ricerca nel campo dei nano sensori attivo proprio al Campus di Cesena, per arrivare alla costituzione dell’azienda nel 2013, anche grazie ai diversi contributi resi da Spinner, Startcup Competition e CesenaLab. “Fin da subito,” dice Federico Thei, CEO di Elements, “abbiamo stabilito delle collaborazioni con aziende estere che ci hanno permesso di crescere velocemente e di sviluppare il nostro mercato. Oggi l’azienda impiega 17 persone, in buona parte ingegneri ma anche biologi molecolari. La progettazione e produzione avviene tutta a Cesena e presto avremo un desk a Milano
presso il Mind (Milano Innovation District), in collaborazione con l’Università di Milano. Attraverso collaborazioni con professionisti locali ci stiamo espandendo anche negli USA.” I ricercatori di Elements sono stati fin dall’inizio innovativi e lungimiranti nel proprio settore, specialmente nel sequenziamento del Dna, tanto che “le nostre tecnologie oggi sono molto richieste, specialmente dalla Silicon Valley, e siamo coinvolti in molti progetti di ricerca europei e americani, in particolare con il JPL della Nasa, che prevede di utilizzare i nanopori sulle prossime sonde per l’esplorazione spaziale, con lo scopo di cercare tracce di vita sui residui di ghiaccio presenti su Marte e su lune di
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IBD A
SCIENZE
APERTURA,
IL TEAM DI VIBRE E, A SINISTRA, RAFFAELE SALVEMINI MENTRE ILLUSTRA IL PROGETTO BRAINART. A LATO, I RICERCATORI DI ELEMENTS. NELLA PAGINA ACCANTO, ANDREA VISOTTI PRESSO LA SEDE DI
SAN MARTINO IN STRADA.
LE TECNOLOGIE INNOVATIVE SUI NANOPORI DEI RICERCATORI DI ELEMENTS SONO MOLTO RICHIESTE, TANTO DA ESSERE COINVOLTE IN PROGETTI DELLA NASA PER L’ESPLORAZIONE SPAZIALE.
IBD SI COLLOCA TRA I CINQUE PRODUTTORI DI IMPIANTI DI DIALISI AL MONDO, A CUI AFFIANCA ANCHE LA DIVISIONE DEI RESPIRATORI POLMONARI MESSI A PUNTO A TEMPO RECORD DURANTE IL 2020.
pianeti del sistema solare.”
A fare un po’ storia a sé è IBD, Italian Biomedical Devices, che ha sede a Forlì e ha appena inaugurato, a San Martino in Strada, una sede da 1.600 mq di cui 700 dedicati alla ricerca e sviluppo. L’idea di IBD è partita dall’esperienza di uno dei soci, il medico Corrado Ghidini, che a Londra aveva studiato il mercato delle dialisi per mettere a punto un macchinario a basso costo destinato ai paesi emergenti. Da questo progetto nasce poi l’azienda che oggi ha due divisioni, quella delle dialisi e quella dei respiratori polmonari messi a punto a tempo record nel 2020 per rispondere alle emergenze del Covid e poi prodotti e utilizzati in diversi ospedali anche all’estero. “Oggi,” dice Andrea Visotti, R&D manager e ingegnere biomedico laureato a Cesena, “IBD si colloca tra i cinque produttori di impianti di dialisi al mondo. La nostra macchina è di dimen-
sioni ridotte e quindi permette di avere più postazioni, inoltre abbiamo fatto delle migliorie idrauliche che rendono il montaggio più semplice e ci consentono di spedirle ovunque.” IBD, sebbene non abbia seguito il percorso delle altre aziende, è oggi sede di tirocinio di molti ingegneri
biomedici che studiano a Cesena e ha scelto Forlì anche per la vicinanza alla facoltà di medicina. Un cerchio che si chiude e unisce, a tutto tondo, ricerca, produzione e dialogo con chi poi quelle tecnologie le dovrà applicare in futuro per portare la medicina a livelli più alti.
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FOTO ANDREA BONAVITA
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TURISMO IL BOOM
DI RIDRACOLI TESTO E FOTO ANDREA BONAVITA
LA DIGA SI È GUADAGNATA IL SUO POSTO TRA LE METE DA NON PERDERE
La tracimazione della diga di Ridracoli è stata uno spettacolo ancora più emozionante degli altri anni. Sia perché nel 2022 non era avvenuta, sia perché in tempi di crisi idrica il gigante dell’acqua appare sempre di più una benedizione. Il frutto di una visione lungimirante, quella di Giorgio Zanniboni, che in tempi non sospetti – tra il 1979 e il 1982 – ha capito che raccogliere e gestire l’acqua sarebbe stata una scelta strategica per tutta la Romagna, specialmente nella stagione estiva in cui la richiesta d’acqua per il turismo aumenta in modo esponenziale. E quella diga, tanto osteggiata in passato, è diventata non solo una infrastruttura di primaria importante ma anche una risorsa per il turismo con un boom che quest’anno, nel momento
clou della tracimazione, ha fatto registrare migliaia di presenze e tanto interesse da parte della stampa nazionale. Il lago della diga, infatti, è anche un luogo di straordinaria bellezza naturale, grazie alla sua ubicazione speciale ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, patrimonio UNESCO. Negli ultimi anni attorno al lago sono nate tante attività legate alla natura e all’escursionismo in molte forme e modalità. I percorsi da trekking davvero non mancano e sono percorribili sia da principianti che da esperti camminatori, avendo cura ovviamente di scegliere il percorso giusto per le proprie capacità. Partendo da Idro, l’Ecomuseo delle Acque, ad esempio, è possibile seguire il facile ‘Percorso Natura’ che porta su fino
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TURISMO
UN LUOGO DI STRAORDINARIA
BELLEZZA CHE
QUEST’ANNO HA
REGISTRATO UN BOOM
DI PRESENZE, COMPLICE
LA TRACIMAZIONE
DELLA DIGA CHE A
MARZO HA CATTURATO
L’INTERESSE DELLA
STAMPA NAZIONALE.
all’apice della diga in pochi chilometri ed è percorribile praticamente da tutti. Una volta raggiunta la diga, si può fare una piacevole sosta al chiosco presente sul lato est dell’invaso godendosi il panorama dall’alto per poi proseguire lungo il percorso che porta al rifugio Ca’ di Sopra, dove è assolutamente d’obbligo pranzare per assaporare le meravigliose tagliatelle ai funghi preparate da mani esperte, magari accompagnate da un buon bicchiere di Sangiovese della vallata del Bidente.
Lungo il lago si trova la sede di Outdoor Romagna, un’associazione nata da qualche anno che organizza escursioni guidate in canoa sul lago di Ridracoli. È possibile effettuare escursioni con questo mezzo semplice e sicuro, visitando le calette e gli anfratti nascosti del lago che in altro modo non sarebbero visibili. Le canoe, infatti, permettono di accedere anche dove l’acqua è più bassa o la vegetazione sfiora l’acqua e quindi il battello elettrico non può accedere. Dal muro della diga poi è possibile salpare per tranquille escursioni con un battello elettrico che percorre tutto il lago, effettuando un paio di scali: il primo al Comignolo, piccolo pontile all’estremità del lago, dove è possibile, procedendo a piedi per alcuni chilometri, arrivare fino all’antica Foresta della Lama, dove ruscelli rigogliosi, imponenti alberi secolari e una vecchia chiesetta che sembra uscita da un quadro alpino, ci aspettano per un picnic o un sonnellino ristoratore all’ombra dei castagni o delle sequoie giganti che, anche se non propriamente autoctone, qui è possibile ammirare in tutta la loro maestosità.
Il secondo scalo del battello elettrico è presso il pontile del rifugio Ca’ di Sopra, grazie al quale è possibile accedere direttamente al rifugio senza la fatica della camminata – perdendo-
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si però il piacere di passeggiare dentro a un bosco appenninico davvero lussureggiante. Il consiglio, quindi, è di fare almeno l’andata o il ritorno a piedi godendo così di tutte e due le esperienze.
Per i più sportivi, Outdoor Romagna offre anche escursioni in mountain bike o e-bike. Sono molti i percorsi nei quali è possibile pedalare in mezzo al bosco o su un crinale, sia per i ciclisti esperti sia per chi non ha mai messo le ruote nella terra battuta.
La strada bianca del Passo del Vinco, ad esempio, sul crinale est del lago, permette di percorrere diversi chilometri in quota, offrendo incredibili scorci di panorami sulle montagne romagnole per poi addentrarsi nella strada forestale che porta alla Foresta della Lama, un ambiente fiabesco. A valle della diga, merita una visita IDRO, l’Ecomuseo delle Acque, dove viene raccontata la funzione della diga, la sua realizzazione e molte installazioni multimediali svelano a grandi e piccini, tanti segreti e curiosità sull’acqua. Presso IDRO, inoltre, è possibile
prenotare anche la visita guidata ai cunicoli che scorrono dentro al muro della diga. Non tutti sanno infatti che è possibile visitare la diga dall’interno passeggiando nelle gallerie create per la manutenzione della struttura e poterne garantire il controllo e la sicurezza. Un ambiente come quello che si trova attorno al lago della diga di Ridracoli, oltre che allo sport e alle escursioni, invoglia al relax e alla buona compagnia magari cucinando nel barbecue che è a disposizione presso le case, o per meglio dire I Nidi, che IDRO mette a disposizione di coloro che vogliono trascorrere qualche giorno nella quiete della foresta. Ambienti dotati di ogni comfort, isolati dal rumore del mondo, permettono di godere con il proprio partner o con un gruppo di amici di un ambiente unico in totale relax. Il territorio della diga di Ridracoli insomma è adatto a molteplici visitatori, sportivi e non, amanti del buon cibo o solo del relax. L’importante è lasciarsi trasportare dalle meraviglie che si incontrano, per staccare la spina e ricaricarsi totalmente.
36 IN
IN
APERTURA, UNA PANORAMICA DELLA DIGA DI RIDRACOLI. NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA VECCHIA CHIESETTA SITUATA NELL’ANTICA FORESTA DELLA LAMA E, IN ALTO, LA TRACIMAZIONE DELLA DIGA A INIZIO MARZO 2023. IN ALTO, UN’ESCURSIONE GUIDATA
CANOA NEL LAGO.
RIMETTERSI
GIOCHI FANTASTICI E DOVE TROVARLI NELLA PROVINCIA
IN PARTITA
I giochi da tavolo e di società sono spesso associati a momenti di forte condivisione: per tante persone non c’è stato Natale senza Tombola o domenica pomeriggio senza Monopoli. Con l’avanzare della tecnologia i videogiochi si sono presi il proprio spazio, ma il gioco da tavolo non ha mai perso terreno e, anzi, negli ultimi anni ha conosciuto una vera rinascita, complice la pandemia che ha contribuito all’aumento del loro acquisto e della loro produzione – come confermano i dati di vendita, che hanno registrato nel 2021 una crescita annua del 13% contro l’11% dei videogiochi per lo stesso periodo. Una popolarità che è stata favorita anche dalla rappresentazione mediatica e dallo sviluppo di nuovi titoli che si rivolgono a una vasta gamma di interessi e gruppi di età, diventando così alleati di famiglie, insegnanti e psicologi nei percorsi educativi. Sono degli ultimi anni giochi
IL GIOCO DI SOCIETÀ
NEGLI ULTIMI ANNI HA
CONOSCIUTO UNA
VERA RINASCITA. NELLA NOSTRA PROVINCIA
SONO DIVERSE LE ‘ISTITUZIONI’ DEL SETTORE. TRA QUESTE ABBIAMO
KAZUMA A CESENA, LA TORRE NERA
E IL GAMES BOND A FORLÌ.
come La Mi Rumagna, prodotto dalla casa editrice Demoela, o Forum Livii, prodotto dall’associazione Agenda Filosofica APS e ideato dal forlivese Simone Valmori, dedicati alla riscoperta della cultura e delle tradizioni delle città e dei territori. Giochi che accompagnano i più piccoli
verso l’apprendimento di abilità specifiche come negoziazione e pianificazione, rientrando nella specifica categoria di giochi e videogiochi che hanno come finalità dichiarata l’edutainment Socialità e comunità sono quindi le parole chiave della cultura del gioco da tavolo. Nella nostra provincia sono diverse le ‘istituzioni’ del settore, alcune nate negli anni Novanta, altre più giovani. Tra queste se ne distinguono tre: Kazuma a Cesena, la Torre Nera e il Games Bond a Forlì.
Kazuma, che nasce nel 2018 dalla passione dei soci fondatori Nicola Ambrogetti e Nicola La Corte per il mondo dei fumetti, è un luogo di ritrovo e aggregazione ricco di suggestioni legate al mondo di fumetti, giochi da tavolo, action figures, che offre anche cibo e bevande importati direttamente da Stati Uniti e Giappone. All’apertura del punto vendita di Cesena hanno contribuito, grazie all’esperienza
38 SOCIETÀ
DI FEDERICA POGLIANI
FOTO GIANMARIA ZANOTTI / ANDREA BONAVITA
acquisita attraverso il progetto America Graffiti, anche i fratelli di La Corte, Fabio e Riccardo. “L’idea è stata quella di creare un luogo di ritrovo per gli affezionati che potesse allo stesso tempo avvicinare chi non è ancora familiare con questo mondo,” racconta Ambrogetti. “Ogni settimana vengono proposti eventi dedicati ai giocatori, che possono stare nella sala da gioco e testare nuovi giochi o partecipare a tornei.” A questi si uniscono
anche iniziative per i più piccoli, che attraverso la guida di educatori con il gioco imparano delle capacità basilari come l’intelligenza emotiva. “L’interesse nei confronti del gioco da tavolo è dovuto non solo alla pandemia, ma anche alla rappresentazione di questa attività nei media più pop, che ha permesso una vera e propria rottura con l’idea del nerd rinchiuso nello scantinato con pochi amici,” conferma. Ricordiamo in particolare la
serie Stranger Things, fenomeno cinematografico prodotto da Netflix, in cui oltre alla trama il vero protagonista è il gioco di ruolo Dungeons & Dragons
La seconda istituzione del territorio è Torre Nera, associazione di promozione sociale fondata a Forlì nel 1997 che ancora oggi è un punto di riferimento per tante persone, con una crescita costante di associati oltre che di associazioni ‘figlie’. “Le porte della sede associativa sono
39 IN ALTO, NICOLA
INSIEME
DEL NEGOZIO KAZUMA.
AMBROGETTI, AL CENTRO,
ALLO STAFF ALL’INTERNO
aperte tutte le sere e accolgono gli appassionati più trasversali,” spiega Fabio Bianchetti, tra i fondatori dell’associazione oggi presieduta da Paolo Anconelli. Secondo Bianchetti, quello per il gioco da tavolo è un amore che ritorna: “Ci si avvicina da giovani per poi ritornarci durante un’età più matura, quando si ha la possibilità di apprezzare il gioco in tutte le sue sfumature,
non solo quindi l’aspetto ludico, e indipendentemente dall’evoluzione della cultura più popolare.” Infatti, se i soci sono per la maggior parte persone dai vent’anni in su, vengono comunque portate avanti iniziative anche per le famiglie e di avvicinamento al gioco. Queste sfaccettature sono evidenziate anche nella divisione degli spazi che l’associazione mette a disposizione per i soci:
“Per esempio c’è una sala per la decorazione delle miniature, poi ci sono i luoghi dedicati al gioco da tavolo, ai giochi di carte e di ruolo e anche uno spazio esterno sfruttato soprattutto nelle serate estive per giocare, organizzare presentazioni o semplicemente ritrovarsi.”
Un locale da cui almeno una volta tutti i residenti in provincia sono passati è il Games
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IN ALTO, FABIO BIANCHETTI, TRA I FONDATORI DELL’ASSOCIAZIONE TORRE NERA, ALL’INTERNO DELLA SEDE. NELLA PAGINA SEGUENTE, STEFANO MULAS, AL CENTRO, GESTORE DEL GAMES BOND DI FORLÌ.
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“L’INTERESSE NEI CONFRONTI DEL GIOCO DA TAVOLO È DOVUTO
ANCHE ALLA SUA
RAPPRESENTAZIONE NEI MEDIA PIÙ POP, CHE HA PERMESSO UNA
ROTTURA CON L’IDEA DEL NERD RINCHIUSO NELLO SCANTINATO CON POCHI AMICI.”
Bond di Forlì. Aperto nel 1993 da Stefano Silvestri, Marcello Rossetti e Claudio Tani e dal 2001 diventato ufficialmente ludoteca, ha sempre avuto come obiettivo quello di abbracciare il significato di circolo nel suo senso più stretto. Oggi gestito da Stefano Mulas – il ‘Bond’, come viene chiamato dai suoi frequentatori più assidui – è un circolo ARCI e ludoteca che mette a disposizione giochi da tavolo, di società, ma anche i grandi classici della sala giochi in un vero e proprio cabinato d’epoca restaurato. “Offriamo, tra le altre, anche una serata alla settimana organizzata in collaborazione
con l’associazione Area Games in cui vengono presentati sempre nuovi giochi,” afferma Mulas. Proprio nel nome dell’associazionismo, poi, tutti i soci sono liberi di organizzare eventi e serate di tornei o presentazioni di giochi, così come proporre nuovi titoli per gli acquisti. “I soci del circolo sono generalmente diversi tra loro,” racconta Mulas, “ma con una forte maggioranza d’iscritti all’università, che trovano nel Bond non solo uno spazio ricreativo, ma soprattutto un luogo dove creare nuovi rapporti e amicizie.”
Oltre a queste testimonianze di longevità delle attività presenti
in provincia, ricordiamo anche Magic Store, che dal 1999 è un punto di riferimento storico per i giocatori oltre ad essere stato uno dei primi rivenditori online di giochi da tavolo. Si prospetta quindi un futuro roseo per il settore dei giochi di società. Giochi che negli ultimi tempi hanno trovato sempre più spazio anche nelle librerie, grazie all’interesse espresso dalle grandi case editrici, come ad esempio la Mondadori di Forlì che ha dedicato un’intera sezione proprio a giochi e fumetti, pronta ad accogliere gli appassionati e chi ancora non è entrato nella tana del Bianconiglio.
42 SOCIETÀ
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RITORNO
SUZZI E MONTESI E L’ARTE ARTIGIANA DELLA LIUTERIA IN
BOTTEGA
MESTIERI
DI LUCIA CASELLI FOTO GIANMARIA ZANOTTI
UN MESTIERE, QUELLO DEL LIUTAIO, FATTO DI MANUALITÀ, SENSIBILITÀ E COMPETENZA. “GLI STRUMENTI A CORDA NON SONO SOLO OGGETTI, OGNUNO GENERA UN SUONO E UN’EMOZIONE DIVERSA, NUOVI INSEGNAMENTI.”
La musica è un’arte, costruire strumenti musicali lo è al quadrato. Negli ultimi anni si respira più di prima il ritorno a un tempo lento, dettato dall’ascolto di un vinile, dalla scelta consapevole di ciò che riecheggia nelle nostre orecchie, dalla riparazione piuttosto che l’acquisto, dal fermarsi per non perdersi. E l’attività artigianale, specie quella romantica del liutaio, riporta la mente a questi ritmi più rilassati, in cui lo scorrere delle ore diventa superfluo davanti a un violino o una chitarra che reclamano attenzione.
Ogni strumento da riparare ha una sua storia pregna di vita, di sudore, di sacrificio, di respiri e il liutaio, nel momento in cui se lo ritrova tra le mani, ha il compito di cullarlo e renderlo protagonista. Per non parlare della costruzione, del legno che prende vita tra le dita e arriva a sprigionare suoni altrimenti nascosti. Difficile trovare un talento più nobile e incredibile,
estremamente rilevante per il nostro Paese. Bisogna ricordare infatti che Cremona è la capitale mondiale della liuteria.
A Cesena c’è Diego Suzzi a tenere alta la bandiera della liuteria italiana. Diego inizia a suonare a 17 anni a Montalto, in quel di Sarsina. Appassionato di chitarre, un giorno varca la soglia di Jimmy Guitar, negozio di Cesena che ha chiuso i battenti diversi anni fa. Qui rimane folgorato dalla vastità di strumenti vintage esposti e scatta in lui un qualcosa che lo porta a cercare e acquistare numerose chitarre solo per il gusto di ripararle, chiedendo consiglio ai liutai della zona. Il risultato, vent’anni dopo, è la Liuteria Diego Suzzi, un laboratorio che da due anni e mezzo anima il centro di Cesena. Posizionata in via Cesare Battisti, è diventata punto di riferimento per musicisti e semplici appassionati, evolvendosi anche in vinileria e luogo ideale per promuovere e ospitare rassegne
V IA LE GUGL I EL M O MAR CO N I , 7 - 47 0 11 C A S T R O C A R O TE R ME (FC ) T E L + 39 0543 7 67305 - IN FO @ G I O IE LLE RI A C A LO N IC I .I T
musicali e letterarie a cui hanno preso parte nomi del calibro di Motta, Dente, Boosta dei Subsonica, Bianco e Ian Svenonius. Uno spazio in cui entrando è possibile vedere all’opera il liutaio specializzato nel restauro mentre si lascia trasportare da quell’attività così insolita, che richiede un’abile manualità e una pazienza infinita. Tutto attorno strumenti in vendita o parte della sua collezione. I clienti non mancano, anzi, vengono da diverse parti d’Italia: da Padova fino a Roma, senza contare chi
lo ha raggiunto dalla Spagna o i professionisti della musica italiana e internazionale che da qui sono passati a più riprese e con i quali Suzzi ha instaurato in certi casi delle vere e proprie collaborazioni.
Per il liutaio questa attività è una scoperta ogni giorno. “Gli strumenti a corda non sono solo oggetti,” racconta. “Ognuno di loro genera un suono e un’emozione diversa in base a quanti anni hanno, quanto sono stati usati, chi li ha suonati e come li ha conservati. Ognuno ha un suo valore e qualcosa di nuovo da insegnare. Quello che deve metterci il liutaio è la sensibilità, la capacità di ascolto e la competenza.” Il liutaio ha una pagina Instagram molto attiva, in cui pubblica il suo lavoro.
Sfrutta la fotogenia degli strumenti anche Mattia Montesi, specializzato nella costruzione e riparazione di strumenti ad arco. Il ravennate ma forlivese di adozione si è avviato a questo mestiere all’età di 22 anni, nel 2008, e ha aperto un paio di anni fa il suo scrigno in via Romanello da Forlì, da cui può testimoniare come il panorama
musicale si sia affievolito rispetto a una decina di anni fa.
“Se un tempo anche Forlì era un ambiente florido musicalmente,” racconta, “ora si riflette anche a livello locale la situazione che colpisce tutto il Paese. In Italia si respira tristezza, mentre all’estero il settore mantiene una certa vivacità.”
Montesi ha praticamente iniziato per gioco a occuparsi di strumenti e nel 2021 l’hobby si è trasformato in lavoro a tempo pieno: “Non sono pentito della scelta fatta. Ogni giorno ho a che fare con dei pezzi da capire e ascoltare, in cui immergermi per ripararli con estrema sensibilità.”
Il tutto inizia con il desiderio di costruirsi da solo uno strumento: “Ho chiesto consiglio a un liutaio di Cervia. È stato frequentando la sua bottega che la passione ha preso il sopravvento e mi ha portato a frequentare due corsi ad hoc. Sono rimasto affascinato dal lavoro sul legno e abbinare questo materiale all’acustica mi ha stravolto la vita. Mi sono affacciato all’ambiente con leggerezza, ma mi ha assorbito completamente.”
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IN APERTURA, DIEGO SUZZI DI FRONTE ALLA SUA LIUTERIA A CESENA. IN ALTO, MATTIA MONTESI ALL’INTERNO DEL SUO LABORATORIO-BOTTEGA.
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Gianni
NUOVI
IL FRANCHISING DI SUCCESSO DI CBWEED CHE PUNTA SULLA CANAPA
MERCATI
La svolta arriva sull’isola di Koh Samet, isola semideserta del Golfo della Thailandia, dove a partire dal mese di marzo del 2020 resta per quattro mesi, in una permanenza ‘forzata’ che coincide con il periodo più duro della pandemia.
È qui che Riccardo Ferrini, 37 anni, originario di Predappio e Ceo di Cbweed – realtà forlivese specializzata nella produzione e vendita di prodotti a base di cannabis light – matura una nuova idea di business che lo porterà, nel giro di poco, a espandere la catena in franchising fino a raggiungere il traguardo di oltre 100 punti vendita, in Italia e in Europa. Tanto da essere inserita nelle classifica dei Leader della crescita stilata da Il Sole 24 Ore che prende in considerazione le piccole aziende capaci di competere a livello europeo.
Cbweed, il cui nome deriva da un gioco di parole che associa il Cbd o cannabidiolo (fitomolecola estratta principalmente dai
fiori e dalle foglie delle piante di canapa impiegata in diversi ambiti, dalla nutraceutica alla cosmeceutica) e weed (erba), nasce del 2017, con l’apertura del primo negozio in corso Garibaldi a Forlì. Un progetto imprenditoriale che prende corpo dall’idea di nove professionisti appartenenti a diversi settori ma con una passione comune: quella per la canapa e per i suoi svariati utilizzi.
Ed è così che, dopo l’apertura del primo shop ufficiale a Forlì, nello stesso anno si susseguono in poche settimane diverse inaugurazioni in tutta l’Emilia-Romagna e non solo. Una crescita che si proietta velocemente sui mercati europei e che ad oggi vanta diverse collaborazioni con i Paesi dell’Est Europa come Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia e nell’ultimo anno anche Francia e Spagna, dove sono presenti 25 negozi a marchio Cbweed. “Quando sono arrivato a Koh Samet per una vacanza avevamo
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IMPRENDITORIA
DI PAOLA FRANCIA
già aperto una ventina di negozi,” racconta Riccardo Ferrini. “Lì ho avuto quattro lunghi mesi per riflettere e rivedere, con calma, l’approccio e una nuova mentalità nella gestione delle attività. Quando sono tornato, dopo aver aperto un nuovo punto vendita a Cesenatico, è arrivata la svolta.”
Per un progetto che nasce, un po’ per caso, durante una cena tra un direttore di banca, un commercialista, un coltivatore, un grafico e altri professionisti che hanno incrociato competenze ed esperienze diverse, ma complementari, e che oggi portano avanti l’attività.
Cbweed commercializza oltre 200 prodotti: dai fiori classici di cannabis, agli oli anti stress indicati per il sonno e per combattere l’ansia, ma anche alimenti
biologici prodotti in Emilia-Romagna, come la piadina romagnola a base di farina di canapa e 11 tipi diversi di tisane. Poi c’è la parte riservata alla cosmetica
UN PROGETTO CHE NASCE DALLA VOLONTÀ DI NOVE
PROFESSIONISTI
CHE RIESCONO
A VEDERE LE POTENZIALITÀ
DELLA LORO IDEA DI BUSINESS. CBWEED
DIVENTA FRANCHISING
APRENDO PIÙ DI 100
PUNTI VENDITA
IN ITALIA E IN EUROPA E VIENE INSERITA NELLA
CLASSIFICA DEI LEADER DELLA CRESCITA DE IL SOLE 24 ORE.
per combattere lo stress e nel trattamento dell’insonnia
“La nostra forza è la ricerca,” continua il Ceo, “per questo facciamo costanti investimenti per creare nuovi prodotti da immettere sul mercato, anche grazie alle collaborazioni con le principali aziende del territorio con le quali produciamo la cioccolata con i semi di canapa e la biscotteria.”
per il benessere e la cura della persona. Il cannabidiolo è infatti noto per le sue proprietà antalgiche e antinfiammatorie, utile
Una ricerca che viene portata avanti dal Growers Department, ramo d’azienda nato nel 2018 che lavora alla produzione e sviluppo dei fiori di cannabis light, creato per avere un controllo totale e completo della proopria filiera. La realtà forlivese ha ottenuto vari riconoscimenti: dopo il premio ‘Best Brand’ ricevuto nel 2022, è stata premiata alla sesta edizione del ‘Canapa Mundi’ di Roma, una delle fiere più importanti a livello nazionale e internazionale per il settore della cannabis light, per il miglior stand dell’evento.
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paziente in modo totalmente indolore. L’immagine prodotta sarà analizzata dal dentista insieme al paziente, per valutare insieme la soluzione migliore per la riabilitazione del cavo orale. La stessa fotografia, all’occorrenza, è utilizzata anche per ottenere un ‘sorriso di prova’ digitale che può essere trasformato in un provvisorio da provare direttamente in bocca, simulando così il risultato estetico a fine cura.
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Lo studio dentistico Castellani - Delia, in via Sandro Pertini 42 a Forlimpopoli, è il frutto dell’unione professionale e privata tra la Dott.ssa Elisabetta Castellani e il Dott. Simone Delia. Una crescita esponenziale velocissima e tanta passione in un progetto che decolla lo scorso anno e rappresenta una sfida importante.
“Ci siamo trasferiti da Milano a Forlimpopoli, la mia città di origine, con l’obiettivo di dare alla
luce un progetto tutto nostro e crescere i nostri due bambini,” racconta Elisabetta. “Mio marito è rimasto colpito da questi ampi locali con vista parco e così l’8 marzo del 2022, a fine pandemia, abbiamo aperto il nostro studio.” Un ambiente confortevole e luminoso progettato personalmente dalla coppia, con tocchi di colore e forme armoniose che mettono da subito a proprio agio il paziente, secondo un’estetica che punta a rasserenare la mente. All’interno dello studio sono presenti tecnologie di ultima generazione come lo scanner intraorale, che permette di ottenere in pochi secondi un modello 3D della bocca del
L’obiettivo è accompagnare il paziente in un percorso completo di diagnosi precoce e cura all’interno della struttura stessa, evitando la dispersione in termini di tempo e consolidando un rapporto di fiducia con il proprio medico,” spiega Simone. Per questo motivo fra gli strumenti diagnostici è presente anche la teleradiografia del cranio , che consente di valutare se la posizione delle arcate dentarie è corretta così come la posizione dei denti rispetto alle ossa. Inoltre è possibile eseguire la TAC direttamente in studio, senza doversi spostare in una struttura specializzata come l’ospedale più vicino. “Sia che il paziente telefoni per una semplice igiene periodica, sia che ci contatti per una specifica sintomatologia, proponiamo sempre una prima radiografia per costruire una storia clinica. Oltre alla cura del sintomo contingente, l’obiettivo è la diagnosi precoce e la sensibilizzazione riguardo le eventuali patologie che
ADVERTORIAL
UNA VISIONE ALL’INSEGNA DELL’ECCELLENZA E DELL’EMPATIA, CON L’OBIETTIVO DI ACCOMPAGNARE IL PAZIENTE IN UN PERCORSO COMPLETO DI DIAGNOSI PRECOCE E CURA ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA STESSA, CONSOLIDANDO UN RAPPORTO DI FIDUCIA CON IL PROPRIO MEDICO.
si potranno sviluppare in futuro,” sottolinea Elisabetta. “Le ricerche ci dicono che il solo 38% degli italiani si reca dal dentista una volta all’anno, mentre le line guida del Ministero della Salute prevedono due appuntamenti annuali per garantire una corretta prevenzione. Purtroppo esiste ancora una certa reticenza nelle persone quando si tratta di dentista e la causa è in parte la paura di esporre una parte così intima e sensibile del proprio corpo come la bocca.”
Per garantire la massima scrupolosità nell’iter di cura e per rasserenare il paziente, il lavoro all’interno dello studio è scandito da precisi protocolli condivisi con tutto il team. Ad ognuno spetta un ruolo ben definito, affinché ogni decisione presa sia impeccabile dal punto di vista della sicurezza e della tracciabilità: per questo motivo, a prescindere dal motivo della visita, il primo incontro è sempre svolto dai due titolari. Elisabetta è specializzata in Ortognatodonzia e Funzione Masticatoria per bam-
bini e adulti, si occupa quindi di apparecchi ortodontici e ha alle spalle una lunga esperienza nel capoluogo lombardo. Simone è un chirurgo orale, con un importante percorso come tutor accademico e collaborazioni con studi di respiro internazionale, oltre ad essere autore e coautore di articoli scientifici di rilievo. Due curriculum di spessore e due personalità complementari a ser-
vizio dei cittadini di Forlimpopoli e dei territori limitrofi che hanno risposto in modo entusiasmante. Sugli obiettivi per il 2023 la visione dei due professionisti è molto chiara: “Ampliare lo staff per consolidare e incrementare l’offerta, avvalendoci di collaboratori altamente competenti che condividano la nostra visione all’insegna dell’eccellenza e dell’empatia.”
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Gennaio
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FOTOGRAFIE
ALESSIO AGNOLETTI OLTRE LA NEBBIA, VISTA SU BERTINORO
CARTOLINE DA Italy
A CURA DI ROBERTA INVIDIA
ILVA COCCHI NEVE E FUOCO, IL VULCANELLO DI MONTE BUSCA
STEFANIA SOLDÀ FIOCCHI SU FORLÌ, PIAZZA SAFFI
Febbraio
Marzo
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RENZO ZILIO ALLEGRIA RITROVATA, CARNEVALE DI MELDOLA
PAOLO AMBROSINI ANTICHI SPLENDORI, IL RESTAURO DEL MONUMENTO AI CADUTI
PAOLO AMBROSINI LO SPETTACOLO DEI CAVALLI LUMINOSI, PIAZZA SAFFI
ILVA COCCHI È PRIMAVERA, APRE LA MOSTRA “L’ARTE DELLA MODA”, AL SAN DOMENICO
GIOVANNI TAIOLI - FIDEURAM
CESENA
UN RITORNO CARICO DI GRATITUDINE
RESPONSABILITÀ
SOCIALE E DESIDERIO DI CREARE SINERGIE
ALL’INTERNO DELLA
COMUNITÀ: QUESTO
È IL MODUS OPERANDI DEL MANAGER E CONSULENTE
GIOVANNI TAIOLI, OGGI A CAPO DELLA FILIALE DI CESENA DI FIDEURAM.
“Sono grato per quello che la mia Romagna mi ha dato. In 40 anni di esperienza nell’ambito finanziario, di cui 22 da manager, sono riconoscente per gli incontri che ho vissuto, per le opportunità che mi sono state offerte e per la fiducia che è stata riposta in me. Il mio desiderio, oggi, è quello di restituire, almeno in parte, il buono che ho ricevuto e la soddisfazione più grande è farlo attraverso il mio lavoro.” Giovanni Taioli, manager responsabile dell’agenzia di Cesena di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking ha un nuovo e importante obiettivo: interpretare sempre di più i bisogni della sua comunità e creare percorsi virtuosi che possano far crescere il territorio grazie all’opera e all’impegno della sua Banca
Taioli, negli ultimi due anni, è stato prestato alla vicina Toscana
dove è stato nominato responsabile commerciale di Prato, Firenze, Empoli e Pisa. Primo romagnolo in Fideuram a ricoprire un ruolo tanto strategico per l’intera banca, ha seguito ben 160 consulenti finanziari per una movimentazione di capitali di 5 miliardi di euro. Da gennaio 2023 è rientrato nella sua Romagna per riprendere in mano il gruppo di Cesena, composto da 24 consulenti, e implementare la presenza di Fideuram a Cesenatico e a Gatteo.
“Per quanto l’esperienza fuori regione mi abbia permesso di affrontare tante sfide interessanti e stimolanti, tornare a guidare il gruppo cesenate mi riempie di orgoglio. Nel 2020, quando ho salutato Cesena per la parentesi toscana, il mio team di consulenti era risultato il quarto tra i 110 gruppi Fideuram presenti in Italia.
Oggi è mia intenzione continuare su questa strada facendo della nostra banca un’eccellenza.”
Sta in questa responsabilità sociale e nel desiderio di creare sinergie all’interno della comunità l’etica imprenditoriale che muove Giovanni Taioli nel suo lavoro di consulenza. “Avere clienti soddisfatti, sviluppare progetti condivisi e generare opportunità sono il modo in cui la nostra banca può restituire al territorio quanto ha ricevuto. La presenza di Fideuram fa la differenza, non solo per chi la sceglie, ma per l’intera comunità in cui è presente e che potrà beneficiare di una serie di sinergie che saranno allacciate con enti e realtà imprenditoriali e culturali.”
Fideuram sin dalle sue origini ha sempre posto al centro la persona e per essere validi consulenti è necessario ascoltare e avere cura del cliente. Questo sguardo attento si concretizza nella creazione di percorsi di investimento personalizzati che vanno a rispondere alle esigenze e prospettive del risparmiatore. Tutto questo è possibile perché ogni persona che sceglie Fideuram può contare su un unico banker personale che si impegna a proteggere il suo patrimonio e a comporre un piano investimenti declinato sui suoi bisogni famigliari o imprenditoriali.
“Nel mondo delle banche,” prosegue Taioli, “si assiste quotidianamente a un ridimensionamento della forza lavoro e alla
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chiusura di sportelli per contenere i costi. Fideuram invece crea spazi nuovi e cresce nel numero dei consulenti e questo è il sintomo che il nostro modello è apprezzato. E così da settembre 2022 a Cesenatico è stata aperta una nuova agenzia dove operano 5 banker che seguono 770 clienti. A Gatteo, realtà in cui Fideuram è presente da 20 anni, il gruppo ha potenziato il team raggiungendo una squadra di 7 consulenti per circa 1.200 clienti.”
Una crescita costante quella di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking che prosegue anche a livello nazionale e internazionale. Nel 2022 la società ha raggiunto risultati importanti che la pongono stabilmente tra i principali operatori europei del Private Banking per totale amministrato di 327,2 miliardi di euro. Solo nel bacino cesenate, dove è presente da quasi 30 anni, raggiunge una gestione di 700 milioni di euro accompagnando tantissime persone, dal piccolo risparmiatore al grande imprenditore, nella scelta delle strategie finanziarie più efficaci.
“Ad oggi è fondamentale avere
un consulente finanziario capace di leggere i tempi e che sappia comprendere i cambiamenti sociali che spesso si riflettono nei trend finanziari . Sostenibilità, attenzione al rispetto dei diritti umani e tutela del lavoro sono alcune delle spinte irrevocabili a cui soprattutto i giovani rivolgono grande attenzione e di
conseguenza anche il piano investimenti non può sottrarsi dal tener conto di queste evoluzioni del pensiero e dei valori.”
Secondo Taioli nell’ultimo anno le persone hanno anche mostrato di aver acquisito una maggiore consapevolezza di quelli che sono gli andamenti dei risparmi.
“È segno che l’opera di educa-
zione finanziaria che ogni nostro consulente mette in campo sta rendendo i nostri clienti sempre più coscienti e ben informati sugli approcci migliori da assumere nel risparmio gestito. Un modus operandi che sta avvicinando anche piccoli risparmiatori e che ha premiato Fideuram già da tempo.”
Via Ilaria Alpi 65 | 47522 Cesena | Tel.0547/609611 | fax 0547/609661
“OGGI È FONDAMENTALE AVERE UN CONSULENTE FINANZIARIO CAPACE DI LEGGERE I TEMPI,”
AFFERMA TAIOLI, “E CHE SAPPIA COMPRENDERE I CAMBIAMENTI SOCIALI CHE SPESSO SI RIFLETTONO NEI TREND FINANZIARI.”
LA CORSA
DI FRANCESCA MICCOLI
IL GIRO D’ITALIA 2023
ATTRAVERSA
IL CUORE DI CESENA
IN ROSA
Tornano a tingersi di rosa le strade della Romagna. Il 14 maggio la festante carovana del Giro d’Italia sfilerà nel ‘solatio, dolce paese’: la nona tappa della 106a edizione della corsa prevede infatti una cronometro individuale di 33.6 chilometri con partenza da Savignano sul Rubicone, ‘l’Atene della Romagna’, e arrivo nel cuore di Cesena. Una distanza da percorrere nella terra del sole e del liscio, del wellness e del sorriso. Quel lembo di magia in cui il ciclismo è una religione, una vocazione che tiene incollati al sellino giovanissimi ai primi giri di ruota e canuti incalliti, magari cresciuti nel mito di eroi di altri tempi come Ercole Baldini, il treno di Forlì – al quale verrà dedicata una tappa nell’edizione 2024 – o leggende di ieri come Marco Pantani, il Pirata di Cesenatico. Un evento che terrà davanti alla tv milioni di appassionati ma che altresì chiamerà a raccolta tifosi provenienti da ogni dove, pronti ad affrontare
IL 14 MAGGIO LA MAGIA DELLA CAROVANA ROSA TOCCHERÀ LA PROVINCIA CON LA TAPPA SAVIGNANOCESENA. PREVISTO UN PASSAGGIO ANCHE DA CESENATICO, LA CITTÀ DEL PIRATA MARCO PANTANI.
un’avventura entusiasmante tra paesaggi unici, antichi borghi, profumi e colori di una tarda primavera ormai pronta a passare il testimone all’estate.
Il via alla cronometro in piazza Borghesi a Savignano, dove ha sede l’Accademia dei Filopatridi: uno dopo l’altro i ciclisti si avvieranno verso Bellaria e, lasciate alle spalle San Mauro Pascoli
e Sala di Cesenatico, s’immetteranno nella strada provinciale che porta a Pontepietra prima di arrivare a Cesena attraverso la via Emilia, con Porta Santi a far da cornice al centro storico come già nel 2008. Superato il Duomo, si svolterà in corso Sozzi percorrendo corso Cavour, apripista agli ultimi chilometri con rush finale e blocco del cronometro di fronte al Technogym Village.
“Una tappa facile lungo un percorso pianeggiante ma già banco di prova importante,” spiega Davide Cassani, ex professionista già commissario tecnico della nazionale di ciclismo e oggi presidente dell’Apt dell’Emilia Romagna. “In calendario al termine della prima settimana, la cronometro ci permetterà di capire un po’di cose: gli atleti saranno uno contro l’altro, senza la possibilità di stare a ruota o fare gioco di squadra. Un momento decisivo.” Smessi i panni del ‘corridore’, Cassani indossa la veste istituzionale. “È un’opportunità impor-
58 CICLISMO
FOTO UFFICIO STAMPA
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IL VIA ALLA CRONOMETRO IN PIAZZA BORGHESI
A SAVIGNANO: UNO
DOPO L’ALTRO I CICLISTI SI AVVIERANNO VERSO BELLARIA, CON RUSH
FINALE E BLOCCO DEL CRONOMETRO DI FRONTE AL TECHNOGYM VILLAGE.
tante per la nostra regione, che già da diversi anni ospita tappe e vanta nel recente passato anche una partenza. Il Giro viene visto in tutta Italia e in tutta Europa, una vetrina che ci permette di fare presenze e riempire le camere d’albergo ma altresì comunicare e tenere ai vertici l’interesse verso la nostra regione che da sempre crede moltissimo nel cicloturismo: promuoviamo tutti gli eventi, dalle corse giovanili a quelle amatoriali, dalle gran fondo alle gare dei professionisti. Prove che portano a pedalare in Romagna migliaia di persone.” Non a caso la regione che vanta la maggiore diffusione di piste
ciclabili: addirittura 8.000 chilometri tra percorsi stradali e sterrato, 2.000 nella sola ‘wellness valley’. Itinerari da affrontare in compagnia di tutta la famiglia e tracciati più impegnativi per i forzati della bicicletta, sospesi tra le dolci colline dell’entroterra e il mare, tra carezze di serenità e botte di adrenalina. Per rilassarsi in maniera attiva nei coriandoli di tempo oppure nell’arco di più giorni, magari approfittando dell’offerta alberghiera dedicata con bike hotel e servizi ad hoc di alta qualità: dall’assistenza tecnica ai massaggi alla proposta di un menù energetico e bilanciato. La cronometro del Giro non
concederà solo una passerella di pochi minuti: il 15 maggio è previsto il giorno di riposo e la carovana si fermerà prima del trasferimento in Emilia. Sarà dunque possibile respirare a pieni polmoni l’atmosfera del grande circo e vivere il ciclismo tra i ciclisti. Altra chicca, l’arrivo al Technogym Village. Una scelta che non necessita di spiegazioni. “Basta la parola wellness a indirizzare subito il pensiero verso Technogym!” il Cassani pensiero.
Il grande evento è destinato dunque a trasformarsi in una vera e propria festa, un momento di aggregazione che unisce nel nome delle due ruote e di quel sano tifo che porta a macinare chilometri su chilometri per stare emotivamente a ruota del proprio campione.
Per accogliere al meglio i 176 atleti delle 22 squadre, l’intero circo rosa e le migliaia di appassionati al seguito, nulla è stato lasciato al caso. Tanto è vero che da mesi a Savignano un comitato di tappa che lega istituzioni, associazioni e cittadini è al lavoro per rendere il ‘passaggio’ memorabile nel cuore dei tifosi e per mettere le ali ai piedi degli atleti, alleggeriti nella fatica da un contorno fatto di colore, folclore e genuinità. E se il 2023 del distretto ciclistico romagnolo proseguirà all’insegna della Nove Colli, dell’Ironman, di eventi extrasportivi quali il Cycle Summit di Riolo, workshop internazionale dei tour operator bike, e l’Oscar del Cicloturismo a Cesena, c’è chi già si proietta al giugno 2024, quando l’Emilia-Romagna ospiterà ‘le grand depart’ del Tour de France…
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CICLISMO
A LATO, IL TECHNOGYM VILLAGE, PUNTO DI ARRIVO DELLA NONA TAPPA, ILLUMINATO DI ROSA PER CELEBRARE L’OCCASIONE.
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Evoluzione tecnologica, capacità di innovazione e competitività sono requisiti fondamentali per un settore, come quello dei software informatici, in costante cambiamento e che mai come oggi richiede il raggiungimento di elevati standard qualitativi. Requisiti che però, da soli, non bastano a fornire soluzioni adeguate se non sono accompagnati da una attenzione per il cliente e da una meticolosa valutazione delle sue esigenze. Coniugare avanguardia tecnologica e assistenza personalizzata è la sfida che, fin dai suoi esordi, vent’anni fa, ha intrapreso Sistemi Forlì, azienda specializzata in servizi applicativi e tecnologie informatiche per le piccole e medie imprese e per i professionisti ,
come commercialisti e consulenti del lavoro.
Con una specifica competenza: fornire consulenze, progetti, prodotti, formazione e assistenza per tutto ciò che riguarda la sfera gestionale delle imprese e degli studi professionali, in un percorso che va dall’analisi delle esigenze di gestione, fino all’installazione dei software e alla formazione sul loro utilizzo, coprendo un territorio che va da Forlì e Cesena, fino a Rimini. Nata nel 2002 su iniziativa dei soci Roberto Saporetti e Michele Barboni, Sistemi Forlì è partner di Sistemi Spa, società con sede a Torino sorta nel 1976 – ovvero, nel picco della rivoluzione industriale dell’informatica – che sviluppa software gestionali per
commercialisti, consulenti, avvocati, oltre che per imprese, associazioni, aziende manifatturiere e del settore servizi e produzione. “La caratteristica che ci contraddistingue, similmente alla nostra casa madre, è la cura dell’aspetto umano nella relazione con il cliente,” dice l’Ingegner Roberto Saporetti. “Al centro del nostro lavoro ci sono prima di tutto le persone, che non sono lasciate ad anonimi call center o a voci elettroniche: i clienti che si rivolgono a noi conoscono i nomi di tutti i nostri assistenti e questo è per noi un grande motivo di orgoglio. Il servizio di assistenza è il nostro punto di forza ed è il motivo per il quale continuiamo a investire in personale e in formazione. Il nostro slogan chiari-
sce bene quali sono i nostri valori fondanti e la nostra missione: vicino a te, insieme a te, per lavorare, produrre, creare e innovare.” Una missione che, nel giro di poco, è stata sinonimo di crescita e di un potenziamento dell’azienda. Se al momento della sua nascita Sistemi Forlì contava 6 persone impiegate e un pacchetto di 150 clienti, oggi ne conta 23 con una platea di 500 clienti.
Sono principalmente due le direttrici sulle quali si muove
l’azienda forlivese: da un lato la competenza rispetto a una normativa in continuo aggiornamento , dall’altro la capacità di fornire una veloce risposta tecnologica in un mercato caratterizzato da una forte concorrenza, nel quale piccole e medie imprese hanno ancora bisogno di migliorare la loro capacità di innovazione e di adottare tecnologie più avanzate per competere a livello internazionale.
“Cerchiamo di costruire con il cliente un percorso basato sul-
la fiducia e sulla collaborazione,” afferma Michele Barboni, “accompagnandolo in ogni sua necessità, per permettergli di restare al passo con le novità del settore.”
Un panorama nel quale la pandemia ha giocato un ruolo importante e ha imposto un’accelerazione nell’applicazione delle tecnologie. Da qui l’implementazione delle attività fornite da Sistemi Forlì che, oltre all’assistenza telefonica e alla tele-assistenza da remoto, ha aggiun-
to nuovi servizi di condivisione come webinar, lezioni online e video formativi “Sappiamo che ogni realtà ha bisogni diversi che cambiano con il passare del tempo ed è quindi importante che i nostri software siano personalizzabili,” continua Barboni. “È fondamentale recepire le necessità dei nostri interlocutori e della società per poter proporre le soluzioni più adatte. È quello che cerchiamo di fare da vent’anni e che vogliamo continuare a fare.”
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Baldassari,
“CERCHIAMO DI COSTRUIRE CON IL CLIENTE UN PERCORSO BASATO SULLA FIDUCIA E SULLA COLLABORAZIONE,” AFFERMA
MICHELE BARBONI, “ACCOMPAGNANDOLO IN OGNI SUA NECESSITÀ, PER PERMETTERGLI DI RESTARE AL PASSO CON LE NOVITÀ DEL SETTORE.”
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LA FORZA
DELLA POLE
Ogni figura è una sfida personale. Il controllo del proprio corpo, l’abilità di superare i limiti individuali e il grande appagamento che dona nel completamento del proprio esercizio sono alcuni degli elementi che rendono la pole dance uno sport sempre più apprezzato e diffuso, non solo tra i giovanissimi ma anche tra gli adulti. Marko Daza, cileno d’origine e da quasi 10 anni in Romagna, è tra i migliori professionisti della pole dance a livello mondiale e risiede a Forlì dove ha all’attivo moltissimi corsi presso la Pole Art Academy. “Dopo la mia partecipazione a Chile Got Talent sono stato contattato dalla titolare di una palestra di Forlì che mi ha offerto un lavoro. All’inizio ho faticato a credere che fosse vero e ci sono voluti bene 6 mesi perché mi decidessi a trasferirmi. Una volta arrivato a Forlì poi non mi sono più mosso.”
La pole dance è una disciplina molto diffusa in tutta l’America
DAZA È CAMPIONE MONDIALE DI POLE ART
‘POSA’ E MEDAGLIA DI BRONZO MONDIALE DI POLE ‘SPORT’. “DOPO LA MIA PARTECIPAZIONE A CHILE GOT TALENT HO INIZIATO A INSEGNARE A FORLÌ, RACCOGLIENDO MOLTO INTERESSE.”
oltre un centinaio le sole donne iscritte ai corsi.”
e consiste nell’unire danza ed esercizi ginnici acrobatici alla pertica. Oggi è molto praticata anche in tanti paesi europei, ma in Italia è arrivata con un certo ritardo e sono state poche le palestre che hanno investito nell’apertura di corsi di pole.
“Quando ho iniziato a insegnare a Forlì nel 2015 ho subito raccolto molto interesse e oggi sono
Benessere a livello psicologico e grande senso di libertà sono le prime sensazioni che provano le persone che si accostano a questa disciplina. “Esistono vari tipi di pole dance: la pole art che è molto legata alla danza, la pole sport estremamente competitiva e l’exotic pole dance che è quella che si pratica con l’utilizzo dei tacchi.” Daza, che ha intrapreso questo percorso 11 anni fa in seguito a un grave lutto, nel 2019 è diventato campione mondiale di pole art posa a Novosibirk, in Russia, e ha conquistato la medaglia di bronzo ai mondiali di pole sport portando sul podio di questa disciplina il tricolore.
“La ‘sport’ è la versione più rigida e rigorosa della pole, prevede che la persona raggiunga la perfezione nell’esercizio. Di certo lo sviluppo delle gare ha determinato negli ultimi anni un aumento dell’interesse per questo ramo della pole da parte dell’u-
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POLE DANCER MARKO DAZA
CLAUDIA NICOLINI
I
E
DI BARBARA BARONIO FOTO ALEJANDRO VEJAR
SPORT
È
niverso maschile. Nella pole sport sono valutate in primis le capacità necessarie a ‘tenere una posizione al palo’, l’abilità nel compiere esercizi puliti e sempre più complessi. Nell’ambito delle gare ha molte somiglianze con il corpo libero. Ad esempio riuscire a tenere una ‘bandiera’ (anche definita human flag) è spesso l’obiettivo che porta molto uomini ad accostarsi alla disciplina.”
Diversa, ma non meno difficile, è la exotic pole dance: “Ricordo che tutto è iniziato oltre 10 anni fa perché stavo cercando un corso di tango a Cesena. Sono arrivata a una palestra di Budrio di Longiano dove mi è stato proposto di provare il corso di pole e questa disciplina mi ha incuriosita talmente tanto che sono diventata maestra di pole dance in soli due anni.” È questa la storia di Claudia Nicolini, classe 1994, oggi titolare della Pole Acrobatic Studio, la prima scuola e associazione sportiva a Cesena interamente dedicata a questo sport e ad altre discipline aeree.
“La pole dance,” racconta Claudia, “si basa sull’esecuzione di figure aeree e acrobatiche, utilizzando la forza di gravità e sviluppando forza muscolare, flessibilità, coordinazione e resistenza. È uno sport che può essere praticato da chiunque, non richiede doti o capacità pregresse, consente in breve tempo di tonificare e sviluppare la muscolatura in maniera sana ed equilibrata. La lezione viene svolta con un riscaldamento iniziale, esercizi di potenziamento e l’esecuzione di giri e trick al palo, per poi terminare con la fase di stretching.”
Claudia che, dopo la prima sede in via Macchiavelli a Cesena,
ha aperto nell’ottobre del 2020 anche la seconda palestra in via Del mare a Ponte Pietra è specializzata in exotic pole dance, una pole dance che si pratica realizzando coreografie con i tacchi. “Si tratta ovviamente di calzature realizzate a questo scopo e che contribuiscono a conferire alla coreografia di pole dance una maggiore sensualità e soprattutto ne aumentano la difficoltà di esecuzione. Tutti possono approcciarsi a questo sport anche in età matura e
diversi sono anche i corsi per bambini che stanno nascendo sul territorio. Certamente l’organizzazione di gare e la diffusione mediatica di questo sport, che negli ultimi anni ha avuto molto risalto in trasmissioni televisive e attraverso i social, hanno chiarito che non si tratta semplicemente del ‘muoversi attorno ad un palo’, ma che vi è tutta una serie di rigorosità negli esercizi da tenere presente perché la pole è uno sport completo e molto competitivo.”
66 SPORT
CLAUDIA NICOLINI
SPECIALIZZATA IN ‘EXOTIC’ POLE DANCE, CHE SI PRATICA CON I TACCHI. “QUESTA DISCIPLINA MI HA INCURIOSITA TALMENTE TANTO CHE SONO DIVENTATA MAESTRA IN SOLI DUE ANNI.”
IN APERTURA, IL CAMPIONE MONDIALE DI POLE MARKO DAZA. IN ALTO, L’INSEGNANTE DI EXOTIC POLE DANCE CLAUDIA NICOLINI.
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