Forlì IN Magazine 03/23

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ALFIERI DELLA BICI

GIANLUCA E MARCO BERNARDI

LA DINASTIA DEL SEAFOOD

STEFANO E ANDREA BARTOLINI

BOTTEGA E CUCINA UN NUOVO MODELLO DI OSPITALITÀ

n.3 2023 www.inmagazine.it forlì

In questo numero vi raccontiamo le storie di due famiglie capaci di dettare il trend nei propri settori: i fratelli Bernardi del BRN Village di Forlimpopoli, Stefano e Andrea Bartolini de “La Buca” di Cesenatico. Entriamo poi nei locali di Forlì che uniscono i luoghi di lavoro all’ospitalità e ci spostiamo nel distretto calzaturiero del Rubicone per conoscere la svolta al femminile di Greymer. Prendiamo palla per rivivere l’entusiasmante stagione di tifo per il basket forlivese e facciamo un salto nella collina che riparte dopo l’alluvione. Partiamo poi in moto sulle orme di Garibaldi e ripercorriamo gli ultimi tre mesi attraverso le foto del gruppo Cartoline da Forlì & Dintorni. Infine, alziamo il volume per il festival di Vitignanostock, che riaccende le luci sul Parco Urbano di Forlì. Buona lettura!

Edizioni IN Magazine s.r.l.

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Anno XXV N.3

agosto/settembre

Reg. di Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n.27

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Clarissa Costa

Coordinamento di redazione: Roberta Invidia

Artwork e impaginazione: Francesca Fantini

Ufficio commerciale: Gianluca Braga

Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN)

Chiuso per la stampa il 1/08/2023

Collaboratori: Anna Chiarini, Barbara Baronio, Paola Francia, Francesca Miccoli, Emilio Salvatori, Cristina Zoli.

Fotografi: Riccardo Gallini, Massimo Nazzaro, Emilio Salvatori, Gianmaria Zanotti, Cristina Zoli.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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EDITORIALE 14 08 PROFILI ALFIERI DELLA BICI 08 46 28 14 PROFILI LA DINASTIA DEL SEAFOOD 20 OSPITALITÀ BOTTEGA E CUCINA 28 VISIONI ANIME DI STILE 34 SPORT IL TIFO RITROVATO 41 TERRITORIO COLLINA DA VIVERE 46 ITINERARI SULLE ORME DI GARIBALDI 54 FOTOGRAFIE CARTOLINE DA… 56 MUSICA SOUND EMERGENTE 08 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
DI ANDREA MASOTTI

PILLOLE

LA VIDEOARTE DI IBRIDA FESTIVAL

FORLÌ | Si svolge all’Ex ATR di Forlì, dall’8 al 10 settembre, il Festival Internazionale delle Arti Intermediali “Ibrida”. L’ottava edizione, dal titolo-tema Novacene, traduce in proposta culturale e artistica il cambiamento epocale che tutti stiamo vivendo. L’edizione 2023 prevede videoarte, performance art, installazioni interattive, dialoghi e musica elettronica e l’assegnazione del premio Ibrida Forlì Prize, per la miglior opera di videoarte. Info e programma dettagliato su ibridafestival.it.

LA STAGIONE DEL DIEGO FABBRI

FORLÌ | Torna la stagione del Teatro Diego Fabbri, una stagione di ampio respiro qualitativo e quantitativo, inclusiva di ogni linguaggio dello spettacolo dal vivo: prosa classica e contemporanea, commedie e musical, comicità, danza, family e musica d’autore, per accogliere tutti i pubblici di Forlì con un totale di 40 spettacoli. Tra gli attori in scena, Claudio Bisio, Katia Follesa, Edoardo Leo, Angela Finocchiaro, Arianna Porcelli Safonov, la musica di Max Gazzè e poi 4 spettacoli a ingresso gratuito in collaborazione con il Centro per le famiglie della Romagna forlivese. Info 0543 26355 www.accademiaperduta.it

GIANVITO ROSSI CEDE LA MAGGIORANZA A RICHEMONT

SAN MAURO PASCOLI | Richemont, multinazionale svizzera del lusso ha sottoscritto un accordo per acquisire la quota di maggioranza di Gianvito Rossi, la maison calzaturiera fondata a San Mauro Pascoli, nel 2006, dal figlio di Sergio Rossi. Il brand ha un fatturato di circa 100 milioni di euro e una cinquantina di negozi in molte parti del mondo.

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PROFILI

ALFIERI

DELLA BICI

“La bicicletta non è un mezzo di locomozione, è un racconto di fate.” Sono parole dal sapore fiabesco quelle utilizzate dallo scrittore francese Jean-Noël Blanc per tratteggiare l’anima delle due ruote. Sinonimo di libertà, di vita all’aria aperta, di sana ricercata solitudine. Un concetto astratto che a Forlimpopoli si è vestito di concretezza grazie all’estro di due fratelli visionari, Gianluca e Marco Bernardi, ideatori della Disneyland della bici: il BRN Village. Immerso in un’area verde a uso pubblico di 70.000 mq, il primo parco italiano dedicato ai ciclisti rappresenta un unicum nel suo genere. “All’estero ci sono bike park anche più estesi ma non così strutturati e a ingresso gratuito,” spiegano i due fratelli.

Un progetto che viene da lontano e affonda le radici nell’attività di famiglia, trasformatasi da piccola bottega di riparazione di biciclette ad autentico colosso del settore. Una storia che attraversa tre generazioni dagli anni Quaranta a oggi: dal capostipite

nonno Guglielmo a papà Natalino, mancato nel 1999, ancora in giovane età. Uno strappo violento, destinato a segnare la vita dei due ragazzi. Il primogenito Marco, 53 anni, si vede costretto a mettere in ghiaccio la laurea in architettura per raccogliere l’eredità paterna. “Conclusi gli studi al Politecnico di Milano,” racconta, “ho vissuto tra Firenze e il capoluogo lombardo. La scomparsa di papà mi ha indotto a tornare a casa.” Meno forzato l’ingresso in azienda di Gianluca, 47 primavere consumate a pane e tubolari, e una passione innata per lo sport e la salute. Sotto l’egida dei due artusiani, l’impresa vive un’impennata in termini di affari, diventando leader in Italia nella distribuzione di componenti, ricambi e accessori per la bicicletta: oltre 10.000 gli articoli in catalogo tra quelli realizzati in proprio – “dai cesti in vimini ai caschi full-face” – a quelli dei migliori brand a livello mondiale. Prodotti di design, innovativi e performanti, frutto dell’investimento costante nel settore ricerca e sviluppo e della

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E MARCO BERNARDI IDEATORI DEL NUOVO BRN VILLAGE
GIANLUCA
DI FRANCESCA MICCOLI

capacità di rinnovarsi in linea con le nuove esigenze del mercato. Articoli presenti in 3.000 negozi in Italia e 4.250 in Europa. “Papà aveva circa 150 clienti, noi oggi abbiamo superato quota 3.000.” Un crescendo che rende improvvisamente ‘stretta’ la sede aziendale. “Dopo oltre 20 anni di attività, abbiamo individuato nell’area dell’ex zuccherificio Sfir lo spazio ideale da riqualificare attraverso un progetto sostenibile.” Niente cementificazione, dunque, ma la bonifica e il recupero di un’area industriale dismessa, oggi riconsegnata alla comunità in seguito a un grande lavoro di rigenerazione urbana “Abbiamo voluto restituire valore al territo-

PROFILI

IL BRN VILLAGE È IMMERSO IN UN’AREA VERDE A USO PUBBLICO DI 70.000 MQ, IL PRIMO PARCO ITALIANO DEDICATO AI CICLISTI MA ANCHE FAMIGLIE E RAGAZZI, CHE RAPPRESENTA UN UNICUM NEL SUO GENERE.

rio, che ci ha dato tanto,” dicono i due Ceo. “Partendo dall’idea di creare un giardino aperto a tutti, da vivere quotidianamente.” Una cittadella arricchita da centinaia di piantumazioni e completamente autosufficiente a livello energetico. Meta non solo di ciclisti ma anche di famiglie e ragazzi, “da avvicinare al mondo della bicicletta e da educare a uno stile di vita salutare, costruito su una sana alimentazione, un adeguato movimento, una vita all’aria aperta fatta di condivisione e socialità.” Un progetto giunto a compimento, anche se in costante divenire, proprio nel periodo dell’alluvione che ha funestato la Romagna. “Abbiamo deciso di partire per dare un segnale forte al territorio. Nel primo mese di apertura,” spiega Gianluca, “abbiamo registrato una risposta superiore a ogni aspettativa: ben 30.000 le presenze, un flusso continuo e non solo nel fine settimana. Avevamo imputato i grandi numeri all’effetto curiosità ma in realtà sono tantissime le persone che sono tornate più volte.”

Al BRN Village è davvero impossibile annoiarsi. A rendere unico il parco è la presenza di sei piste per discipline sportive differenti: dal tracciato didattico in manto gommato, progettato per l’educazione civica e stradale a disposizione delle scuole, che potranno avvalersi di un’aula didattica, ai due circuiti di pump track, percorsi tecnici per mountain bike e freestyle caratterizzati dalla presenza di dossi, compressioni e paraboliche. Si tratta dell’area pump più grande d’Italia, con 342 metri lineari e uno sviluppo complessivo di 3.200 mq. “A Forlimpopoli ci si può allenare come in montagna,” chiosa Gianluca.

Il valore aggiunto è rappresentato dalla filosofia su cui è edificata la struttura. A pochi passi dell’ingresso si trova il Bike Cafè, in cui vengono proposti piatti al 100% biologici e a chilometro zero. A partire dagli estratti di frutta e verdura, prodotti selezionati per colazione e snack artigianali realizzati con grani antichi, integratori per lo sport prodotti da Buon Food, ramo aziendale di BRN attivo in ambito Sport & Health Food. “Abbiamo

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iniziato producendo integratori per gli sportivi,” spiega Bernardi junior, “e oggi abbiamo una lista infinita di prodotti per tutti, poco lavorati e di alta qualità. E gli stessi piatti romagnoli rivisitati in maniera sana senza rinunciare al gusto.” Nella medesima area del Cafè si trova la piazza del ciclista, il cuore del parco. Un’officina a cielo aperto con bike station check dotate di attrezzi per la cura e la manutenzione delle bici, 9 punti di ricarica e-bike e una casetta dell’acqua funzionale, dove riempire la borraccia scegliendo tra acqua alcalina, idrogenata e mineralizzata, per migliorare idratazione e anche le performance sportiva. Il tutto all’interno di un percorso ciclopedonale di oltre 2 km, che collega il parco alla rete ciclabile del centro urbano. Tanti i progetti realizzati, tanti quelli da sviluppare in futuro, a partire da quelli ludico-didattici rivolti ai bambini. “All’inaugurazione è intervenuto il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara, che punta molto sulla diffusione di stili di vita sani, guardando

in particolare alle nuove generazioni. Allo studio anche partnership e collaborazioni con associazioni, istituzioni e professionisti della medicina. Nel nostro laboratorio realizziamo prodotti per pazienti che necessitano di un’alimentazione dedicata. E se non esistono, li creiamo.”

A trarre giovamento dall’Eden dei ciclisti saranno anche gli operatori economici del territorio: prevedibile una discreta ricaduta in termini di indotto. “In futuro organizzeremo eventi che richiameranno persone da tutta Italia.” E già piovono prenotazioni tramite l’app MyBrnVillage. Per i due fratelli ci sono ancora obiettivi da inseguire, con la consapevolezza di essere sulla ‘pista’ giusta. “Oggi abbiamo la piena percezione di quanto siano felici le famiglie che scelgono di trascorrere qualche ora al bike park. Una gioia che si riflette negli occhi dei bambini, pronti ad accantonare telefonini e tablet non solo durante la permanenza al parco ma anche al rientro a casa, sanamente stanchi.”

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PROFILI
APERTURA, GIANLUCA E MARCO BERNARDI. IN QUESTE PAGINE, IL BRN VILLAGE DI FORLIMPOPOLI.

la tua prossima esperienza culinaria per il tuo business, per il tuo tempo libero, per tutti momenti che contano davvero.

PROFILI

LA DINASTIA

FAMIGLIA BARTOLINI, CINQUE LOCALI E UNA STELLA MICHELIN

DEL SEAFOOD

Hanno trent’anni di differenza, lavorano insieme tutti i giorni e le intuizioni di uno sono d’ispirazione per l’altro. Dopo percorsi alterni e di diversa formazione hanno scelto di seguire l’amore per il mare e per la loro Cesenatico e, guardando all’esempio del nonno pescatore Marcello che negli anni Settanta ha rilevato la prima osteria-trattoria Da Alfredo, hanno investito nella ristorazione fino a ottenere nel 2013 la stella Michelin con il loro ristorante La Buca a Cesenatico.

Stefano Bartolini, classe 1953, è stato anche definito l’uomo dei ‘no slogan’, è colui che conosce la tradizione, l’ha vissuta e interiorizzata. Laureato in Economia, in lui non si rintraccia quel romanticismo nostalgico del tempo che fu, ma tanto pragmatismo e competenza nel lavoro. Poi vi è il figlio Andrea, 40 anni, che ha trascorso i fine settimana della giovinezza a lavorare nel ristorante di famiglia e che ha scelto di laurearsi in Architettura. Forse contagiato dal padre Stefano, Andrea ha poi deciso di seguire la via intra-

presa dalla sua famiglia, diventando quell’architetto capace di raccontare e concretizzare sogni. Perché con il suo intuito, tenacia e lungimiranza ha saputo fare quei passi avanti che, uniti al savoir faire d’eccellenza del padre, hanno permesso a La Buca di entrare nella rosa dei 5 ristoranti italiani stellati che propongono solo pesce.

Stefano e Andrea Bartolini, insieme alla madre Anna, sempre presente dietro le quinte, sono una quadra che ha saputo sfruttare le diverse competenze per sviluppare un progetto di cucina marinara, unica e rara. Una realtà imprenditoriale non sempre facile da condurre, ma tanto appassionante e che oggi offe lavoro fino a 140 persone nei periodi più intensi. “Da ragazzo non pensavo che avrei potuto interessarmi di ristorazione,” racconta Stefano Bartolini, “come non lo desideravo per Andrea. Dopo la laurea ho trovato subito lavoro, ma pur amando l’economia ho compreso presto come non fosse il mio mondo. Così sono tornato alle mie ori-

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DI BARBARA BARONIO FOTO GIANMARIA ZANOTTI

gini: al ristorante di mio padre.”

Così nel 1985 Stefano Bartolini prende in gestione il ristorante sul Porto Canale di Cesenatico, prima chiamato La Buca di Amalfi. “Ho eliminato il ‘Da Amalfi’ ed è restata semplicemente La Buca. Ho intrapreso questo nuovo progetto con la presunzione di farne un ristorante gourmet. Ricordo ancora il consiglio che mi diede mio padre: ‘Dai da mangiare alla gente quello che mangeresti anche tu.’ Se oggi fosse con me apprezzerebbe molto le Osterie e forse meno la Buca di cui però, sono certo, si innamorerebbe con il tempo.”

Nel 1999 Stefano Bartolini apre l’Osteria del

PROFILI

NEGLI ANNI, STEFANO E ANDREA BARTOLINI SONO ARRIVATI A CREARE UN NETWORK DELLA GASTRONOMIA MARINARA, AUTENTICA E RAFFINATA, CHE SI SVILUPPA TRA CESENATICO, MILANO MARITTIMA E BOLOGNA.

Gran Fritto, poi diventata Osteria Bartolini, un luogo informale in cui presenta un menù semplice fatto di poche portate, tra cui il famoso Risotto alla moda di una volta che i Bartolini propongono nella loro ricetta originale.

La Buca nel 2010 è stata poi trasferita in una location migliore e più opportuna lungo il Porto Canale leonardesco e ne è stata ripensata completamente l’atmosfera, anche grazie alla sensibilità di Andrea che ha realizzato un ambiente elegante e garbato. “Oggi è Andrea che ha preso le redini di tutti ristoranti,” precisa Stefano. “Posso dire che la scelta è stata vincente perché grazie alla capacità gestionale e all’intuito di Andrea, uniti alla complicità che lui ha con il nostro executive chef Gregorio Grippo, sono nati progetti molto interessanti e siamo cresciuti tanto.” Negli anni, i Bartolini sono arrivati a creare un network della gastronomia marinara che si sviluppa con le osterie Bartolini a Cesenatico, Milano Marittima e Bologna e con Terrazza Bartolini sempre a Milano Marittima. Cinque locali che raccontano la loro identità.

È nel 2016 che arriva per Bartolini l’opportunità di spingersi fino a Bologna per portare sotto le Due Torri, nel palazzo Dondini Ghiselli, già Marescotti, “il sorriso e far sentire la stretta di mano dei marinai che ogni giorno tornano dal mare.” Un ‘angolo’ in cui Stefano e Andrea presentano il pesce fresco del loro mare. “L’aspetto interessante è che tutte queste realtà erano nella pancia de La Buca,” racconta Andrea, “che nel tempo è cresciuta e ha lasciato dietro delle briciole da cui si sono sviluppati altri progetti come l’osteria, più tradizionale, per arrivare all’ultima nata Terrazza Bartolini a Milano Marittima.”

Ricerca e attenzione alla qualità sono al centro del lavoro dei Bartolini: “La Buca ha come chef Matteo Tonin, cresciuto con il nostro storico executive chef Gregorio Grippo con cui abbiamo raggiunto la Stella. A Tonin affido grande autonomia nella scelta dei menù e del personale. Condividiamo le scelte, le vi-

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sioni e progettiamo il menù,” spiega Andrea. “Né io né mio figlio siamo cuochi,” aggiunge il padre Stefano, “e da soli non riusciremmo a trasformare in un piatto l’idea che abbiamo in testa. Gregorio Grippo, lasciata La Buca nelle mani di Tonin, continua ad essere nel Team Bartolini, ascolta, corregge, perfeziona e dialoga. Nelle nostre cucine si è creato un magnifico gruppo di lavoro grazie alla sua capacità di valorizzare i collaboratori, e non a caso Tonin, il suo ‘secondo’, è diventato colonna portante del ristorante.”

I Bartolini hanno raggiunto il traguardo di una media di 40 coperti al giorno presso La Buca, di cui il 70% con il menù degustazione che offre 9 portate con 9 calici in abbinamento che arrivano dalla cantina Bartolini dove, su 500 etichette, 250 sono ‘bolle’. “Siamo riusciti,” racconta Andrea, “a rompere quella barriera psicologica che a volte impedisce l’accesso al ristorante stellato grazie ai ‘Menù al buio’. Si tratta di serate con un menù più contenuto nei costi e nelle porta-

te (cinque) e che offrono quindi l’occasione, anche giocosa, di approcciarsi a un ristorante stellato senza affrontare una spesa eccessiva. Scoperto poi l’alto livello della proposta spesso i clienti ritornano per sperimentare il menù degustazione ‘Essenza’. In questo modo è cresciuta molto la clientela giovane.” Oltre ai cinque locali, i Bartolini hanno realizzato un laboratorio di pasta fresca, dove tre sfogline tirano a mano la pasta come un tempo, e un laboratorio di pasticceria che si occupa dei dessert delle osterie. Anche se per Andrea “il babbo quando ci sono metri da costruire li fa” per il momento i Bartolini stanno concretizzando un’idea che riguarda sempre il food, ma non l’apertura di un nuovo locale. Durante la pandemia hanno avviato il progetto della Dispensa Bartolini, ovvero le specialità di mare pronte all’uso che producono in proprio e commercializzano direttamente. Forse potrebbe essere questa la nuova frontiera dei Bartolini: ancora nulla trapela, ma di certo sapranno stupire!

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IN QUESTE PAGINE, STEFANO E ANDREA BARTOLINI, PADRE E FIGLIO, PROPRIETARI DEL RISTORANTE LA BUCA DI CESENATICO E DI ALTRI QUATTRO LOCALI DI CUCINA DI MARE.
Infissi. Storie. Progetti. Forlì / Treviso / Bologna / Arezzo / Teramo / Roma / Taranto www.giemme.net
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BOTTEGA

TRE LUOGHI DI LAVORO E DI SVAGO CHE FANNO

E CUCINA

Esprimere al meglio i valori e la vocazione genuina della Romagna, terra operosa e accogliente, terra di braccia e di cuore, in cui il lavoro sposa la convivialità e il tempo libero. È l’idea che ha ispirato l’estro e l’iniziativa di quelle realtà del forlivese che hanno deciso di coniugare l’attività imprenditoriale e l’ospitalità, in nome della tradizione e dello star bene a tavola, in una sorta di ‘bottega e cucina’ in cui il valore dell’impresa si misura anche con il benessere, la qualità della vita e l’identità del territorio e dei suoi sapori. C’è chi è partito da lontano, dalle radici di famiglia, e chi ha deciso di intraprendere una nuova avventura nel mondo della ristorazione, affiancandola ai luoghi della produzione e a momenti di svago, in cui poter coltivare sport e passioni. Ha inaugurato da pochi mesi la nuova avventura imprenditoriale di Bottega Bastarda: un po’ officina e un po’ cucina. Un vero e proprio paradiso per gli aman-

ti della moto e dello stile di vita on the road – che qui arrivano da tutt’Italia e anche dall’estero –con un format del tutto originale che associa le attività dell’officina meccanica, in cui il team di Bottega Bastarda personalizza le

moto dei clienti trasformandole in pezzi unici, a un nuovo locale per gli amanti della cucina romagnola rivisitata, la Bastarda Kitchen, ristorante e cafè con una attenzione particolare ai prodotti del territorio. Alla guida ci

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ANCHE RISTORAZIONE
DI PAOLA FRANCIA

DAL

PEPPO, L’ENOSTERIA DELLA STORICA

AZIENDA AGRICOLA

SABBATANI, RENDE

OMAGGIO AI NONNI

DI FILIPPO SABBATANI

CHE HA RICREATO, IN QUELLA CHE ERA STATA

LA LORO ABITAZIONE, “UN LUOGO IN CUI SENTIRSI A CASA.”

sono Emiliano Casadei Turroni, Alessandro Solfrini e Matteo Cardelli, affiancati da uno staff di una decina di persone, che hanno deciso di investire nella nuova sede di viale Bologna. “Il nostro è un mondo a tutto tondo e per realizzarlo abbiamo preso ispirazione da modelli visti all’estero,” spiegano. “In Italia non c’è un locale come il nostro che associa il concetto di ‘bottega” romagnola in chiave contemporanea, le attività dell’officina e il punto vendita specializzato

con accessori di alta gamma per i riders, a uno spazio di relax e divertimento in cui gustare buon cibo e buona musica.”

Altro esempio è Dal Peppo, l’Enosteria della storica azienda agricola Sabbatani, che sorge sulle prime colline di San Lorenzo in Noceto e che da dodici anni offre un angolo di Romagna dall’atmosfera famigliare: un luogo in cui la filiera integrata dell’azienda, dai mangimifici agli allevamenti alle uova, si sposa con i prodotti e con i valori del

territorio. “Qui viveva nonno Giuseppino, detto Peppo, e proprio qui, negli anni Cinquanta aveva aperto insieme a nonna Olga una di quelle botteghe dove potevi trovare di tutto, dai tessuti agli alimentari, la classica drogheria da foto in bianco e nero,” racconta Filippo Sabbatani. “Ecco perché nel 2011, insieme alla mia famiglia, ho deciso di dar vita a un piccolo ristorantino in cui poter degustare un calice di vino accompagnato dai prodotti del territorio, per

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IN APERTURA, BOTTEGA BASTARDA. IN ALTO LA FAMIGLIA SABBATANI E QUI ACCANTO, L’ENOSTERIA DAL PEPPO.
C.SO REPUBBLICA, 157 FORLÌ
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rendere omaggio ai nonni, ricreando, in quella che era stata la loro abitazione, un luogo in cui sentirsi a casa.” Dopo i primi due anni, il locale si dedica alla ristorazione vera e propria, proponendo una cucina che rispetta la stagionalità dei prodotti e che si ispira alla tradizione romagnola, reinterpretata dallo chef Pietro Scarale, affiancato da Michele, in cui le consuetudini della terra si uniscono alla ricerca e all’innovazione. “Ci piace pensare,” dice Filippo Sabbatani, “che le persone arrivando qui possano respirare un’atmosfera famigliare, coltivando le relazioni e la convivialità, stemperando lo

stress del lavoro e dei ritmi quotidiani.”

È immerso in un’oasi naturale in cui è possibile praticare trekking, fare lunghe passeggiate nel bosco o intorno al lago e dedicarsi al birdwatching. Il tutto accompagnato dai piatti della cucina romagnola, con riflessi internazionali, e dalle proposte di una ricca cantina. È La Riserva, il nuovo locale che sorge nel cuore dell’area del golf dell’Oasi di Magliano, una delle prime in Europa a incorporare questo tipo di sport in una zona dedicata alla protezione avifaunistica che da quarant’anni ospita una delle più alte concentrazioni di uccelli

LA RISERVA SORGE NEL CUORE DELL’AREA DEL GOLF DELL’OASI DI MAGLIANO, IN CUI TRA TREKKING, PASSEGGIATE NEL BOSCO O INTORNO AL LAGO E BIRDWATCHING, È POSSIBILE GUSTARE PIATTI DELLA CUCINA ROMAGNOLA, RIVISITATI.

nidificatori e migranti d’Italia. L’idea è venuta a due giovani forlivesi, Thomas Leonardi e Alex Foschi. Il locale, inaugurato di recente, è aperto la sera, dal mercoledì alla domenica, e a pranzo dal venerdì alla domenica, con una ricca proposta di aperitivi. “Ci siamo innamorati subito di questo luogo magico,” raccontano Thomas e Alex, “in cui insieme alla proposte enogastronomiche e a un programma di concerti dal vivo che animano le serate estive, le persone possono trovare un momento di relax lontano dalla frenesia quotidiana, circondate da una natura incontaminata.”

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ANIME

TRE SORELLE ALLA GUIDA DI GREYMER PER LA STAGIONE DEL FUTURO

DI STILE

Hanno preso le redini dell’azienda di famiglia, hanno creato un nuovo brand, ampliato il personale, rivoluzionato il welfare aziendale e si preparano a realizzare il nuovo stabilimento di 4.000 mq: ecco la nuova stagione di Greymer targata Perla, Margherita e Antonia Alessandri, le tre figlie di uno dei fondatori Luciano Alessandri.

È 3Juin il brand segna il nuovo corso di Greymer, azienda calzaturiera dal 1980 presente a San Mauro Pascoli. L’arte del padre Luciano è stata reinterpretata dalle figlie che dal 3 giugno del 2020 hanno lanciato sul mercato questo nuovo progetto che racconta la donna di oggi. Una donna che chiede il prodotto di qualità, esclusivo, ma non sempre con il tacco altissimo e una donna moderna e femminile che vuole cambiare spesso anche in conseguenza della dinamicità della sua giornata.

“Il 3 giugno,” racconta Perla Alessandri, “è un giorno che se-

PERLA, MARGHERITA E ANTONIA OLTRE A INTRODURRE

UNA NUOVA VISION ALL’INTERNO DI GREYMER STANNO CONDUCENDO

UNA RIVOLUZIONE NELL’AMBITO DEL WELFARE AZIENDALE, INTRODUCENDO UN FONDO SOLIDALE PER SOSTENERE I LAVORATORI IN SITUAZIONI DI CRISI.

gna la ripartenza, non solo una data, ma un vero e proprio concept per identificare una nuova linea di calzature femminili 3Juin. Siamo grate dell’esperienza e del know how che arriva da Greymer e facendo tesoro della

tradizione e dell’esperienza acquisita in 40 anni da nostro padre abbiamo avuto il desiderio di creare questa nuova opportunità per la moda italiana. Nostro padre ci ha concesso di fare spazio a questa nuova avventura che è molto vicino alla realtà del momento e che offre l’opportunità di entrare nel mercato con un prodotto di altissima qualità, semplice e che, a macchia di leopardo, anche grazie agli showroom di Massimo Bonini, ha conquistato l’Italia e il resto del mondo.”

Perla Alessandri, classe 1983, è la maggiore delle sorelle ed è il Ceo dell’azienda di famiglia. La sorella Margherita, 28 anni, segue gran parte della produzione insieme al padre e Antonia, 25 anni, rientrata da Milano dopo aver studiato all’università Iulm, si occupa di comunicazione, reclutamento e welfare aziendale. Tre anime diverse per un’azienda che incarna il concetto di imprenditoria al femminile, non

28 VISIONI
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a caso il 55% del personale di Greymer è donna. “Abbiamo il vantaggio di offrire direttive molto chiare, siamo organizzate, lungimiranti e nonostante le sensibilità diverse che ci contraddistinguono siamo state in grado in questi anni di unire le nostre competenze nella concretizzazione di una serie di idee a noi molto care. Le nostre creazioni nascono da una progettualità che viene costantemente rivista e monitorata fino a quando non si raggiunge l’eccellenza. La donna desidera un prodotto bello, comodo e di qualità. E proprio per questo poniamo grande attenzione sulla scelta dei materiali e sulle rifiniture, che sono curatissime.”

3Juin è un progetto che piace e che sta entrando nelle più importanti retail luxury boutique nazionali e internazionali. E a dimostrare la dinamicità dell’azienda ci sono i numeri: il fatturato dell’azienda è passato dai 19,5 del 2021 ai 32 milioni nel 2023. “Siamo cresciuti anche tanto nelle assunzioni: oggi contiamo 105 dipendenti (nel 2019 erano 80) e ne assumeremmo altri se lo spazio ce lo consentisse. Per questo abbiamo in cantiere, è proprio il caso di dirlo, un nuovo stabilimento di 4.000 mq che si collegherà ai 3.000 già esistenti. Tutto lo spazio sarà su due piani e quindi avremo 6.000 mq dove condurremo un completo restyling dell’azienda, rivedendo

il layout industriale. A tutto ciò si aggiunge anche il nostro stabilimento in Romania con una settantina di lavoratrici. L’età media del personale dell’azienda è di 40 anni.”

Greymer è la casa madre a cui oggi è in capo la parte produttiva, e le sorelle Alessandri, grazie al loro saper fare e ai maestri calzaturieri che lavorano nell’azienda sammaurese, producono per grandi brand di moda e designer emergenti. Perla ha anche un suo brand Alevì che a differenza di 3Juin propone una scarpa luxury legata a momenti straordinari e a situazioni speciali.

Perla, Margherita e Antonia oltre a introdurre una nuova visione all’interno di Greymer

30
NOSTRO
ABBIAMO CREATO UN VERO E PROPRIO CONCEPT PER IDENTIFICARE UNA NUOVA LINEA DI CALZATURE FEMMINILI.”
“FACENDO TESORO DELL’ESPERIENZA ACQUISITA IN 40 ANNI DA
PADRE
PH RICCARDO GALLINI

stanno conducendo una rivoluzione nell’ambito del Welfare aziendale. “Desideriamo,” conclude Perla, “che i nostri dipendenti vivano l’azienda non solo come luogo di lavoro, ma come una casa dove ci si prende cura di coloro che la abitano e che se ne occupano. Pertanto abbiamo scelto di versare il 10% dell’importo del premio collettivo in un Fondo Solidale che servirà a sostenere i lavoratori in situazioni di crisi, aiutando le famiglie o singoli nel fronteggiare problemi economici. Il Fondo, che vedrà accantonate decine di migliaia di euro, sarà disciplinato da un regolamento, condiviso con le Organizzazioni Sindacali e permetterà di rispondere alle esigenze dei lavoratori in maniera veloce, trasparente e, soprattutto, equa. Inoltre abbiamo messo in campo una formazione interna del personale che prevede corsi di

lingua inglese, informatica e di metodi per la riorganizzazione del posto di lavoro con l’obiettivo di crescere tutti in un luogo di lavoro sano, stimolante e al passo con i tempi.”

VISIONI
IN
APERTURA, LE SORELLE ALESSANDRI. IN QUESTE PAGINE, PERLA ALESSANDRI E LA SEDE DI GREYMER. PH RICCARDO GALLINI

ADVERTORIAL OROGEL UN MONDO FATTO DI SEMPLICI MERAVIGLIE

DAL 1978, L’IMPEGNO DI OROGEL È

UNA PROMESSA

MANTENUTA

OGNI GIORNO:

PORTARE SULLA

TAVOLA PRODOTTI

MERAVIGLIOSI, CON

UN GUSTO GENUINO, BUONO, CHE STUPISCE AL PRIMO ASSAGGIO.

È il 1967 quando undici appassionati produttori ortofrutticoli del cesenate, per valorizzare al massimo le produzioni del territorio, decidono di associarsi costituendo la prima cooperativa del gruppo. In poco tempo altri operatori locali seguono l’esempio, dando vita ad altre cooperative che nel 1969 si uniscono creando il Consorzio Fruttadoro di Romagna. Un consorzio di secondo livello che investe, da subito, nello studio dei processi di conservazione degli alimenti, e in particolare nella surgelazione, per risolvere il problema delle eccedenze di produzione dei soci e per innovare l’offerta orticola, fornendo sul mercato prodotti freschi anche fuori stagione. Dopo la posa della prima pietra dello stabilimento di sur-

gelati nel 1975, tre anni dopo, nel 1978 viene fondata Orogel Nel tempo, con passione e innovazione, Orogel è diventata il primo gruppo italiano nella produzione di vegetali freschi surgelati. Tutto senza mai perdere di vista l’attenzione verso la qualità, i valori, le tradizioni del territorio e il rispetto per la natura. Per fare un prodotto eccellente servono due elementi: materie prime di ottima qualità e un processo produttivo all’avanguardia. I soci agricoltori di Orogel coltivano a pieno campo, rispettando i cicli stagionali e raccogliendo gli ortaggi nel momento di maggiore concentrazione di vitamine e minerali. L’irrigazione avviene sfruttando per quanto possibile le precipitazioni e le risorse naturali. Per ridurre l’impatto dell’irri-

gazione vengono usati strumenti di precisione, anche con l’aiuto di riprese satellitari. La difesa fitosanitaria è importante: l’utilizzo di fitofarmaci può essere ridotto grazie all’utilizzo di modelli previsionali, all’applicazione di rigidi disciplinari di coltivazione e all’uso di mezzi di difesa alternativi. Questa visione di agricoltura sostenibile è alla base della qualità dei prodotti

Dopo essere stati selezionati, lavati, tagliati e scottati pochi secondi a vapore o in acqua bollente, gli ortaggi vengono surgelati. Grazie alla surgelazione il cuore del prodotto raggiunge velocemente una temperatura di -18°C. Durante il processo di raffreddamento, l’acqua contenuta nel prodotto si solidifica in micro-cristalli talmente piccoli

L’AMORE PER LA TRADIZIONE, LA CURA DI OGNI PRODOTTO, LA RICERCA E L’ATTENZIONE VERSO LA NATURA E LE PERSONE, SONO I PRINCIPI CHE FANNO DI OROGEL IL PRIMO GRUPPO ITALIANO DI ECCELLENZA NELLA

PRODUZIONE DI VEGETALI FRESCHI E SURGELATI.

da non danneggiare la struttura delle cellule. Pertanto, le caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli alimenti si conservano intatte per lungo tempo, anche in fase di scongelamento. Da sempre, alla base c’è la ricerca dell’eccellenza: Orogel è riconosciuta, dal mondo della distribuzione e da un numero sempre maggiore di consumatori, come l’azienda specialista nel settore dei vegetali surgelati e di piatti e contorni a base di verdura. Lo spirito fortemente innovatore ha portato l’azienda ad ampliare il proprio orizzonte, arricchendo

la propria offerta di anno in anno, andando sempre a intercettare i bisogni e i gusti dei consumatori. La Cucina Salute e Benessere Orogel è il luogo d’elezione per lo studio, la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti.

Quella di Orogel è una storia nata oltre cinquant’anni fa e basata sui valori sanciti nella Dichiarazione d’identità cooperativa: democrazia, eguaglianza, equità, solidarietà, onestà, trasparenza, responsabilità sociale, attenzione verso gli altri, aiuto reciproco. Questi valori, propri della tradizione coope -

rativa , unitamente a un forte legame con la base sociale e il territorio, a una profonda conoscenza della filiera produttiva e a una costante attenzione al prodotto in termini di innovazione, sicurezza e qualità, hanno contribuito all’affermazione di Orogel. I principi della cooperazione e della mutualità sono alla base di ogni azione che Orogel porta avanti non solo all’interno del proprio sistema, ma anche verso il territorio in cui opera. Per questo Orogel ha contribuito alla nascita e fondazione del Consorzio Romagna Iniziative ,

per valorizzare l’attività sportiva e progetti artistico-culturali rivolti ai giovani, e la Fondazione Romagna Solidale, che riunisce 70 aziende del territorio cesenate impegnate a sostenere realtà del no-profit che operano in diversi settori: dalla tutela della salute alle disabilità, dall’assistenza agli anziani alla formazione dei giovani.

Nel 2017, a 50 anni dall’avvio della propria attività di surgelazione, Orogel ha dato vista alla propria fondazione F.OR, che opera negli ambiti dell’impegno sociale, della solidarietà e della cultura.

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IL TIFO

SPIRITO E PASSIONE DEI TIFOSI DELLA PALLACANESTRO FORLÌ 2.015

RITROVATO

Una cavalcata appassionante e travolgente, tale da unire un’intera città non sempre incline a facili entusiasmi. L’annata 20222023 della Pallacanestro Forlì 2.015 va in archivio tra gli applausi di una tifoseria innamorata. Grata per una stagione chiusa a un passo dal sogno: vinte a suon di record la regular season e la fase 2, i ragazzi di coach Antimo Martino hanno regalato agli amanti della palla a spicchi gioia allo stato puro. Riaccendendo quella ‘corresponsione di amorosi sensi’, mai così focosa in tempi recenti. Per i meno giovani, il privilegio di rivivere emozioni antiche eppur sempre nuove. Partiti a fari spenti, i biancorossi hanno imboccato da subito la corsia di sorpasso, acquisendo fiducia partita dopo partita e macinando primati su primati: 77% di vittorie sul totale dei match disputati, 27 giornate al vertice della classifica, 15 trionfi lontano dalle mura amiche e una striscia di ben 11 successi. La sconfitta

LA TIFOSERIA BIANCOROSSA È IMPAGABILE NEL

SUPPORTARE LA SQUADRA NEI MOMENTI DI GIOIA COME ANCHE NEI RARISSIMI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ: UN GRANDE SPIRITO DI GRUPPO PERCEPITO ANCHE DA QUESTA SQUADRA DI CESTISTI DI GRANDE TALENTO E PROSPETTIVA.

tifoseria forlivese, fa appello a una sola parola per tratteggiare il campionato appena consegnato agli annali: semplicemente “incredibile. Non partivamo da favoriti e abbiamo raggiunto un risultato straordinario, superiore a qualsiasi aspettativa,” dichiara il leader degli ultras forlivesi, dal 1978 al seguito della squadra e reduce da 11.000 chilometri per assistere dal vivo a tutte le partite dell’ultima stagione. “Eccezion fatta per la trasferta di Pistoia, siamo stati in partita dal primo all’ultimo minuto in ogni singola gara.”

contro Cremona nella sfida per agguantare un posto nell’olimpo della massima serie non intacca quanto di buono fatto nel corso dei dieci mesi precedenti. Un’ottima base su cui edificare il futuro. Davide Bravi, presidente del Club Marini, culla della

Un grande spirito di gruppo percepito e fatto proprio dai tifosi, impagabili nel supportare la squadra anche nei rarissimi momenti di difficoltà.

Altrettanto carico e già impegnato a programmare il futuro

è Riccardo Pinza, presidente del settore giovanile. “Abbiamo raggiunto un traguardo storico: con grande emozione, dopo 28 anni siamo tornati a giocarci la

34 SPORT
DI FRANCESCA MICCOLI

promozione,” dichiara. “Contemporaneamente la squadra under 17 si è aggiudicata il bronzo alle finali nazionali: un traguardo mai raggiunto prima dal basket giovanile forlivese. Due risultati straordinari nello stesso anno, frutto di un investimento sul lungo periodo. Ci auguriamo di poter proseguire sulla stessa linea, stiamo lavorando per questo.” Alcuni dei ragazzini terribili hanno già provato l’ebbrezza del debutto in prima squadra, per

altri le porte dell’Unieuro Arena si chiuderanno presto. “Come dice il responsabile delle giovanili Lorenzo Gandolfi, sarebbe un sogno portare un giocatore del vivaio nei primi dieci entro tre anni e in quintetto entro cinque. Abbiamo posto le basi per provarci: alcuni classe 2005 come Borciu, Munari e Zilio hanno esordito; poi ci sono le ottime annate 2006 e 2007.” Cestisti di grande talento e prospettiva, coccolati con gli occhi

dai tifosi: poco più di un anno fa furono addirittura mille i sostenitori, per lo più giovanissimi, accorsi al Villa Romiti a supportare l’under 19 nel big match contro Treviso. La società fa molto affidamento sul sesto uomo.

“L’auspicio è quello di fidelizzare la tifoseria sulla base di un amore per la maglia che prescinda dai risultati, sia pure importantissimi.” L’affetto manifestato dalla torcida alla prima squadra dopo la fine dei giochi contro Cre-

35 IN
ALTO, IL PALAZZETTO GREMITO PER UN ANNATTA SPORTIVA DA RICORDARE.

mona lascia ben sperare. “Nessuna recriminazione: abbiamo perso perché gli altri sono stati più bravi, solo di poco superiori a noi. Abbiamo dato tutto, raggiungendo il massimo traguardo. Il coach e lo staff ci hanno davvero fatto divertire. Anche per il prossimo anno stiamo allestendo una squadra competitiva ai massimi livelli.” Considerati i recenti risultati, sarà difficile nascondersi.

“Al contrario, partiamo a fari spentissimi: altre squadre di vertice hanno fatto investimenti importanti. Nonostante l’aumento dei costi di almeno il 25% per effetto della riforma fiscale sul lavoro sportivo, Verona, Cantù, Udine, Treviglio, Trapani e Trieste si sono rinforzate. Rispetto a loro, come lo scorso anno partiamo da underdog, consapevoli tuttavia che non si vin-

cono i campionati con i freddi numeri e le figurine. Confidiamo in giocatori molto motivati: il risultato potrebbe essere analogo a quello dell’ultima stagione o addirittura migliore.” Molto più che una professione di fede.

“ABBIAMO DATO TUTTO, RAGGIUNGENDO IL MASSIMO TRAGUARDO. IL COACH E LO STAFF CI HANNO DAVVERO FATTO DIVERTIRE. ANCHE PER IL PROSSIMO ANNO STIAMO ALLESTENDO UNA SQUADRA COMPETITIVA AI MASSIMI LIVELLI.”

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IN ALTO, L’ESULTANZA DELLA SQUADRA. SOTTO, RICCARDO PINZA E MATTIA GIUDICI DELLE GIOVANILI, CLASSE 2008.
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L’AZIENDA A CONDUZIONE FAMIGLIARE È LEADER INTERNAZIONALE NELLA

PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E INSTALLAZIONE DI IMPIANTI DI STOCCAGGIO, TRASPORTO, DOSAGGIO E AUTOMAZIONE DELLE MATERIE PRIME.

ADVERTORIAL CEPI AL CUORE DELLA TECNOLOGIA

La storia di CEPI è una di quelle che vale la pena raccontare. L’intuizione e la perseveranza dei quattro soci fondatori hanno creato, nel 1985, non solo un’impresa ma una fabbrica di idee. CEPI nasce dall’incontro tra Pierdomenico Ceccarelli e Giuseppe Milanesi, a cui si uniscono poi anche Marino Montalti e Giancarlo Riccardi, tutti originari dell’Appennino forlivese. Dietro a quest’azienda che progetta, realizza e installa impianti di stoccaggio, trasporto, dosaggio e automazione delle materie prime in cinque continenti, c’è la storia di tre famiglie: un cuore pulsante che trova la sua linfa vitale nella centralità della tecnologia e che si fonde con il territorio in un abbraccio sincero e sicuro.

E dopo 38 anni, eccoci qua, leader non solo in Italia ma anche nel mondo. La nuova sede di CEPI, a

Villa Selva di Forlì, non passa inosservata. “La nostra casa sorge su un’area di circa 15.000 metri quadri tra produzione, logistica e uffici,” racconta Giancarlo Riccardi, Presidente del Consiglio di Amministrazione. “È un edificio a basso impatto ambientale, il cui progetto è emerso da un senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente: l’impianto fotovoltaico da 430 kw/h, il riscaldamento a pavimento radiante e il sistema di recupero del calore ne sono un esempio. Ma non solo. Nel nuovo stabilimento c’è anche la testimonianza della nostra dedizione alla ricerca: una sala prove e prototipazione di 240 mq dotata di sala metrologica. Crediamo molto in un metodo di lavoro chiavi in mano, che sviluppa innovazioni su misura per i nostri clienti,” conclude Riccardi. Quella di CEPI è anche una storia

di emigrazione, riscatto e integrazione. “Ci piace definirci un’azienda a conduzione familiare con uno sguardo internazionale,” racconta Sandra Ceccarelli, figlia di Pierdomenico e CFO . “Mio padre e chi ha avviato l’azienda con lui partivano da una forte esperienza di lavoro nei mercati esteri. Questo ci ha permesso di guardare all’Europa fin dall’inizio, creando un modello relazionale che costruisce, giorno dopo giorno, rapporti di collaborazione e crescita reciproca. Il risultato è una salda rete di partner commerciali in cinque continenti,” afferma Sandra. “E se siamo ciò che siamo è anche e soprattutto grazie ai nostri dipendenti, un gruppo solido di circa 150 persone. Senso di appartenenza, fidelizzazione reciproca e un programma di welfare premiato nell’ambito di Welfare Index PMI:

DURATURA CHE SI ADATTA AL MODELLO DI ECONOMIA CIRCOLARE.”

questi alcuni degli ingredienti alla base della nostra forza.” La continuità storica in CEPI è anche valoriale. “Per veicolare questo,” continua Sandra, “CEPI ha declinato, in chiave personale, le ‘5P’ dell’agenda 2030: persone, pianeta, partnership, prosperità e pace. Tutti elementi che da sempre si sono tradotti in scelte concrete in ambito di cura, sicurezza e accrescimento per i nostri dipendenti e per il territorio.”

Il principio della restituzione è valore fondante del lavoro di CEPI, che fornisce attivamente sostegno al territorio supportando numerosi enti e associazioni nell’ambito del sociale. Ne è un perfetto esempio il laboratorio di saldatura della Casa Circondariale di Forlì, avviato insieme ad Altremani e volto a formare figure professionali in piena regola favorendone il reinserimento lavorativo. “In CEPI, stiamo pianificando un ulteriore aumento della capacità produttiva che si traduce anche in un investimento in persone e formazio-

ne, tema a noi particolarmente caro. La collaborazione con gli enti erogatori e la costruzione di percorsi formativi ad hoc per rispondere a esigenze lasciate scoperte dai mercati ci rendono particolarmente orgogliosi,” racconta Davide Saputo, AD e socio di Altremani.

La sostenibilità riguarda anche il prodotto di CEPI: impianti costruiti principalmente in acciaio inossidabile con un alto indice di circolarità materiale.

“Uno dei nostri punti di forza è il revamping, cioè la capacità di dare nuova vita a impianti che altrimenti verrebbero dismessi,” spiega Stefania Montalti , Responsabile della Comunicazione e Coordinatrice della Strategia di Sostenibilità. “Alcuni sistemi che abbiamo realizzato 30 anni fa funzionano ancora in modo efficiente,” continua. “Il nostro metodo di lavoro raggiunge due obiettivi: rendere gli utenti indipendenti e soddisfare le loro esigenze specifiche, e fornire loro un’installazione duratura che si

adatta al modello di economia circolare,” conclude Stefania. Cepi lavora con tutti i mercati dell’industria alimentare, costruendo impianti altamente personalizzati a livello globale. Igor Riccardi, Direttore Commerciale, spiega: “Investiamo nell’internalizzazione delle competenze: tutte le fasi del progetto sono gestite internamente, dall’analisi di processo e prodotto fino alla progettazione meccanica ed

elettronica, produzione, installazione, avviamento e tutta l’assistenza post-vendita. Il nostro obiettivo è, da un lato, l’ulteriore ampliamento della nostra rete, in particolare negli Stati Uniti. Parallelamente, la nostra strategia è quella di investire in altri settori del food & beverage (fra cui gelato, cioccolato, premiscelati) senza mai perdere di vista il bakery, che resta il nostro core business.”

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TERRITORIO

COLLINA

MODIGLIANA RIPARTE CON MUSICA E LE STORICHE FESTE DELL’800 DA

VIVERE

La collina si rialza dopo i rovesci dell’alluvione, con lo spirito di chi, abituato alla bellezza ma anche alle asperità della vita di montagna, non si perde certo d’animo. Un esempio è Modigliana, uno dei comuni più colpiti dai danni dell’alluvione, che non ha perso tempo e ha fatto dell’estate il momento buono per ripartire. A cavallo tra luglio e agosto e appena le strade sono state di nuovo percorribili, la cittadina che ha dato i natali a Silvestro Lega ha lanciato ‘Terra mossa’, un festival nato in poche settimane e realizzato grazie alla generosità degli artisti coinvolti che hanno accettato di esibirsi senza percepire compenso, ma solo con l’intento di ‘rimettere Modigliana nelle mappe’. A riportare il balsamo della musica dove la ferita era più profonda è stato il modiglianese Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, musicista, produttore, autore di musiche per il cinema e cofondatore del festival ‘Strade Blu, Folk e dintorni’ che fino allo scorso anno, proprio da Modigliana, portava nei borghi di collina una ricca rassegna musicale con artisti internazionali. Il suo invito ai tanti amici musicisti ha raccolto una grande

adesione. Sul palco, infatti, sono saliti Vinicio Capossela, Eugenio Finardi, Fry dei Modena City Ramblers, il tastierista Bob Malone e altri apprezzati artisti venuti a riaccendere i riflettori su uno dei luoghi più suggestivi

della Romagna Toscana. “Avevamo ricevuto diverse richieste di amici musicisti che ci chiedevano come aiutare il paese,” dice Gramentieri. “Abbiamo pensato che il modo migliore fosse mettere a disposizione la

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DI ROBERTA INVIDIA

IL FESTIVAL “TERRA MOSSA” HA PORTATO A MODIGLIANA LA SOLIDARIETÀ DI TANTI MUSICISTI, DA CAPOSSELA A FINARDI. PER LA TERZA SETTIMANA DI SETTEMBRE, TORNERANNO ANCHE LE FESTE DELL’800.

TERRITORIO

visibilità di molti di loro per dire alle persone che a Modigliana si può e si deve tornare. D’altronde Modigliana la musica ce l’ha nel Dna, basti vedere quanti musicisti professionisti ci sono.” È nata così una rassegna gratuita che difficilmente i bilanci di un comune che ha altre priorità si sarebbe potuto permettere, e che ha sicuramente contribuito a risollevare il morale del paese. “Abbiamo sposato subito l’idea del festival,” dice Roberto Amaretti della Pro Loco di Modigliana, organizzatrice del festival insieme a Big Ben APS e con il Patrocinio del Comune, “è stato il nostro modo per dire che ci siamo e siamo vivi. Tutte le attività hanno riaperto e nonostante i danni stiamo tornan-

do alla normalità.” Il nome del festival ‘Terra Mossa’ ha voluto proprio parlare di questo: di una comunità che è rimasta sotto la terra, sotto il fango, ma si muove, è viva e pulsante. Altro segnale del fatto che la cittadina ha voglia di ripartire è la conferma , per la terza settimana di settembre, delle Feste dell’800 con i famosi ‘quadri viventi’ che ogni anno ripropongono le rappresentazioni dal vivo dei quadri di Silvestro Lega con figuranti nei costumi d’epoca e ambientazioni attentamente ricreate. Un appuntamento che abbina ai tableau vivant anche aperture dei musei, visite guidate e l’enogastronomia tipica della zona. La Tribuna, ovvero la porta principale della città, e il borgo

vecchio con il Palazzo Pretorio, la chiesa di San Sebastiano, la Pinacoteca, torneranno dunque ad accogliere turisti e visitatori in cerca di arte e frescura. “Le feste sono nate all’inizio degli anni Novanta per una felice intuizione dell’allora amministrazione comunale e sono un momento in cui il paese si riconosce e si sente coinvolto,” dice il sindaco di Modigliana Jader Dardi. “Abbiamo avuto qualche dubbio se riproporle, le ferite ci sono e sono profonde, anche se in centro non si vedono, ma abbiamo voluto dare un segnale di ripartenza e dire alle persone che Modigliana è viva e che si può tranquillamente raggiungere in macchina. Siamo terre ferite ma restiamo terre ospitali.”

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ADVERTORIAL CLINICA MERLI LA CURA DEL SORRISO NEL DNA DI FAMIGLIA

ni, diventata poi sede stabile di questo importante momento di confronto scientifico.

Per i figli Mauro, Aldo e Monica l’imprinting paterno è stato fondamentale. Impegno, dedizione ed entusiasmo professionale sono il motore quotidiano che li guida nel proprio operato. Oggi la Clinica Merli conta su un’equipe medica di più di venti specialisti, nella convinzione che la miglior cura dipenda essenzialmente dalla visione integrata e interdisciplinare di uno staff professionale e qualificato. Attualmente la famiglia Merli sta crescendo e vede già impegnata sul campo la terza generazione di dentisti: Dott.ssa Francesca M., Dott.ssa Ilaria M., Dott.ssa. Eugenia R., Dott. Pietro M., Dott. Marco M. e Dott. Federico M.. Questo ha portato all’apertura di una terza struttura a Forlì in Via Ravegnana, 220.

DA 70

ANNI LA

FAMIGLIA MERLI PORTA AVANTI

UNA VISIONE

INTERDISCIPLINARE PER LA MIGLIORE

SALUTE ED ESTETICA ORALE, OGGI ANCHE

NELLA TERZA SEDE DI FORLÌ.

L’Odontoiatria per i Merli è una passione di famiglia da ben 70 anni. Una storia di tre generazioni con solide conoscenze e principi professionali, che dal passato attraversano il presente e si proiettano verso il futuro grazie al digitale e alle nuove tecnologie, per offrire ai propri pazienti cure d’eccellenza. Questi sono i presupposti migliori per raccontare la famiglia Merli e la storia delle loro cliniche odontoiatriche. Tutto ha inizio negli anni Cinquanta con il patriarca il dottor Mario Merli , dopo la laurea in medicina e la specializzazione in

odontostomatologia, decide di aprire il suo primo studio a Morciano di Romagna, paese natio e, in seguito, un altro a Rimini. Passione, serietà e attenzione alla ricerca hanno fatto di lui un riferimento di successo. Nel suo percorso di crescita umana e professionale è stato determinante l’incontro con il collega Augusto Biaggi, fondatore di una scuola per giovani odontoiatri e di un’associazione a Brugg in Svizzera, denominata “Amici di Brugg”. Grazie a Mario, per anni il congresso annuale degli “Amici di Brugg” si è tenuto a Rimi-

In tutte le sedi si utilizzano attrezzature all’avanguardia e tecnologie orientate a raggiungere standard operativi di qualità assoluta. Come la tomografia computerizzata per quanto riguarda gli approfondimenti diagnostici avanzati necessari a formulare il piano di trattamento più appropriato per i pazienti e la sua esecuzione nel rispetto dei giusti tempi di guarigione.

La Clinica Merli conta anche sulla tecnologia CAD-CAM e sugli scanner intraorali, connessi a sistemi informatici di ultima generazione. Le immagini eseguite tramite scansioni ottiche all’interno della bocca vengono visualizzate immediatamente sul monitor del computer e possono essere elaborate dal medico in maniera diretta e interattiva, coinvolgendo anche il paziente il quale, in questo modo, è ancor più al centro delle cure.

LA CLINICA UTILIZZA ATTREZZATURE ALL’AVANGUARDIA

ORIENTATE A RAGGIUNGERE STANDARD OPERATIVI DI QUALITÀ ASSOLUTA. TRA QUESTE, LA TECNOLOGIA CADCAM, GLI SCANNER INTRAORALI E IL DIGITAL SMILE DESIGN.

Nelle sedi della Clinica Merli sono presenti i reparti:

• Chirurgia orale, Implantologia, Parodontologia, Odontoiatria

• Chirurgia Maxillo-facciale, Patologia orale

• Conservativa, Endodonzia, Protesi estetica

• Ortodonzia, Gnatologia

• Odontoiatria pediatrica

• Prevenzione, Fluoroprofilassi

• Igiene orale, Sbiancamento, Stili di vita

• Diagnostica per immagini

Questa visione interdisciplinare propria della Clinica Merli ha

come obiettivo il raggiungimento di risultati di qualità per la salute orale e per l’estetica del sorriso e del volto.

La Clinica Merli ha attivato un sistema di Welfare aziendale. Si tratta di un programma pensato per le aziende, per la promozione della salute orale dei dipendenti e delle loro famiglie.

Attraverso una piattaforma dedicata al welfare aziendale, la Clinica Merli mette a disposizione, delle imprese aderenti al circuito, un portale per la promozione della salute orale, con

servizi e convenzioni dedicate Ogni azienda del territorio ha la possibilità di convenzionarsi con la nostra clinica odontoiatrica e, attraverso la piattaforma www.clinicamerliwelfare.it, potrà offrire ai propri dipendenti e alle loro famiglie, vantaggi esclusivi e riservati per la cura della loro salute orale.

Una volta attivata la convenzione, verranno inviate delle credenziali d’accesso al Portale Welfare e l’azienda convenzionata potrà inserire per ogni dipendente un importo totale del

premio erogabile sotto forma di welfare. In base alle ultime leggi finanziarie i bonus ed i benefit in servizi sanitari sono molto più convenienti fiscalmente di un aumento retributivo di pari valore in denaro, perché abbattono totalmente il cuneo fiscale per il dipendente e l’azienda. L’azienda convenzionata con la Clinica dà la possibilità ai suoi collaboratori e ai loro familiari di accedere alle principali prestazioni di diagnosi e prevenzione a prezzi agevolati per la cura della propria salute orale.

RIMINI | Viale Settembrini Luigi, 17/O | T. 0541 52025 MORCIANO DI ROMAGNA | Via Venezia, 2 | T. 0541 988255 FORLÌ | Via Ravegnana, 220 | T. 0543 723247 info@clinicamerli.it | www.clinicamerli.it

SULLE ORME

DI GARIBALDI

Chissà quali pensieri passarono nella testa di Garibaldi quando, giunto sul luogo dell’appuntamento verso la mezzanotte del 14 agosto, non trovarono nessuno ad aspettarli. Eppure era proprio lì, davanti all’ingresso monumentale del cimitero di Forlì, che avrebbe dovuto avvenire il ‘passaggio’ dello scomodo fuggiasco dalle mani dei patrioti ravennati a quelle dei forlivesi per proseguire quella fuga che, per le modalità con cui si svolse, prese il nome di Trafila di Garibaldi. Del resto, in quel mese e mezzo trascorso dalla fine del sogno della Repubblica romana e dall’uscita dalle porte della Città eterna alla testa di oltre 4.000 uomini, il 2 luglio 1849, era successo di tutto: un esercito di volontari decimato dalla caccia senza sosta per mezza Italia da parte delle truppe austriache, francesi, spagnole, napoletane e toscane; lo scioglimento della legione a San Marino e la l’inizio della fuga risalendo i territori del Rubicone fino al porto di Cesenatico, dove si imbarcò in cerca del sogno poi sfumato della

Repubblica di Venezia; la cattura e fucilazione di molti dei volontari che l’avevano seguito fin sulla spiaggia di Comacchio; la morte di stenti della moglie Anita alle Mandriole; la fuga tra le paludi ravennati fino a qui, alla periferia di Forlì, guidati da patrioti che non esitarono a mettere in pericolo la propria vita per portare in salvo colui che con la sua persona ha incarnato l’anelito per la libertà e l’indipendenza nazionale. Seguendo quindi uno degli itinerari proposti da Romagna Motorcycle, il nostro viaggio sulle orme di quegli eroi prosegue proprio da qui, alle porte della città che, non senza patemi, fu attraversata nella notte guadando il Rabbi quasi alla confluenza con il Montone. Tappa successiva del manipolo di fuggiaschi sarà invece la Terra del Sole che con Rovere segnava il confine tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. All’altezza di Pieve Salutare deviamo sulla SP54 poco prima di Dovadola per visitare un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, quella Villa Raggi

46 ITINERARI
IN MOTO SUI LUOGHI DI UNA LEGGENDARIA STORIA DI LIBERTÀ
TESTO E FOTO DI CRISTINA ZOLI ED EMILIO SALVATORI
47

che diede rifugio per la notte ai fuggitivi e ai loro accompagnatori: “Guidato a Monte Trebbio dove era atteso da don Giovanni Verità,” ricorda infatti la lapide commemorativa, “Giuseppe Garibaldi qui si fermò dalla sera del 17 a quella del 18 agosto 1849.” Al di là del monte infatti li attendeva a Modigliana un prete del tutto speciale, Don Giovanni Verità che riuscì a incarnare il suo essere uomo di chiesa con quello di patriota con ugual intensa partecipazione. È poco dopo Dovadola, che con ciò che rimane del suo antico castello recentemente restaurato domina ancora la statale che si allunga verso il Passo del Muraglione e la Toscana, che deviamo verso Modigliana e il Passo del Monte Trebbio Purtroppo le recenti vicissitudini che il no-

stro territorio ha subito specie in questi luoghi al momento non permette di percorrere – speriamo per poco – la SP21 che porta alla sommità del passo dove ‘Don Zvàn’, come veniva chiamato, lo stava attendendo per raggiungere la casa parrocchiale dove, in assoluto segreto, poterono riposarsi per un paio di giorni, in particolare ‘Leggero’, l’aiutante di campo del Generale che, unico sopravvissuto, l’aveva fin qui accompagnato.

Lasciamo anche noi Modigliana e le sue testimonianze storiche di grande bellezza – la porta d’ingresso al centro storico, la Tribuna, o il ponte della Signora, nella prima periferia, o ciò che rimane dell’antica Rocca dei Conti Guidi – per seguire, come fecero Garibaldi e Leggero travestiti da carbonai, il

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ITINERARI

L’ITINERARIO SULLA TRAFILA FORLIVESE

PARTE PROPRIO

DALLE PORTE DELLA

CITTÀ CHE FU

ATTRAVERSATA NELLA

NOTTE GUADANDO

IL RABBI QUASI ALLA

CONFLUENZA CON

IL MONTONE, FINO

ALLE PORTE DELLA TOSCANA.

corso del torrente Accereta, che lasciata la città si spinge nell’intimità dell’Appennino. Raggiunta Marradi è attraverso la stradina intervalliva che da Badia della Valle la strada conduce fino a Popolano. Siamo nel cuore più selvaggio di questi monti, fuori dalle rotte più battute come quelle che dovette scegliere Don Giovanni Verità nella fuga. La meta si avvicina ed è di valle in valle che ora prosegue il percorso: prima, superato Passo Carnevale, fino a Palazzuolo sul Senio, poi, oltre il Valico del Paretaio, fino a Coniale, per proseguire toccando Sasso di San Zenobi fino al Passo della Raticosa e a Filigare, dove maestoso come un tempo si erge il complesso doganale, costruito nel 1818 da Ferdinando III di Toscana a controllo del confine con lo

Stato Pontificio. A Filigare Garibaldi, Leggero e Don Zvàn si separeranno e prenderà inizio la parte toscana della fuga, che dalla spiaggia di Cala Martina porterà sì i fuggiaschi in salvo a Porto Venere, in Liguria, ma che purtroppo rappresenterà solo una tappa del lungo peregrinare che porterà Garibaldi esule in America. Per noi, invece, il termine della Trafila romagnola segnerà il luogo dove ha fine un emozionante viaggio sulle orme del mito e della storia.

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IN APERTURA, TERRA DEL SOLE. IN QUESTE PAGINE, VILLA RAGGI E SASSO SAN ZENOBI IN TOSCANA.

SEGUENDO I

PRINCIPI DEL FENG

SHUI, ELISA E SILVIA OFFRONO SERVIZI DI PROGETTAZIONE E SOLUZIONI

D’ARREDO IN GRADO DI FAVORIRE L’EQUILIBRIO

PSICO-FISICO ED EMOZIONALE.

ADVERTORIAL

STUDIO ARCHIBENESSERE IL RAPPORTO TRA SPAZIO E SALUTE

Abitare bene per vivere meglio. C’è uno stretto legame tra gli spazi in cui viviamo e il nostro benessere psico-fisico. È questo il principio guida del Feng Shui, disciplina millenaria che affonda le radici nella medicina cinese e che ha lo scopo di armonizzare l’energia degli ambienti e degli spazi, quelli domestici così come quelli lavorativi, per migliorare la qualità della vita e la salute. Ed è questo il principio che si sposa a quella branca dell’archi-

tettura che, nella progettazione degli spazi, mette al centro la persona, realizzando soluzioni d’interni e strutturali in grado di favorire l’equilibrio fisico, mentale ed emotivo. È quello che fa Archibenessere, realtà professionale presente sul territorio dal 2011, specializzata nella progettazione tecnica e in soluzioni d’arredo studiate in base ai principi del Feng Shui, che ha come obiettivo la cura della salute olistica della persona

Archibenessere progetta il benessere abitativo con gli strumenti dell’Architettura del Benessere, affinché gli elementi che compongono gli interni di casa – come luci, colori, materiali, forme, immagini, suoni, percorsi, pieni e vuoti, parti aperte e chiuse – una volta armonizzati, siano in grado di suscitare stimoli psicofisici ed emozionali capaci di generare serenità e fiducia, percepibili con una piacevole ‘sensazione a pelle’, e in grado di ridurre lo stress domestico, favorire il riposo e rafforzare il sistema immunitario

Un inedito approccio alla progettazione tecnica e a quella d’interni, in cui gli aspetti più tecnici e strutturali dell’architettura si fondono con quelli stilistici e si integrano con la lettura psicosomatica della persona nello spazio in cui si muove, attraverso il Feng Shui e le scoperte neuroscientifiche applicate all’architettura. A occuparsi della progettazione di questi spazi ‘emozionali’ sono Elisa Santi , architetto, e Silvia Ruffilli, consulente di Feng Shui, di Architettura del Benessere e di Psicologia dello Spazio. “Ci siamo conosciute nel 2011 durante una formazione in Feng Shui ed è stato subito feeling grazie alla visione comune di una nuova metodologia per progettare, arredare e vivere lo spazio di casa e di lavoro,” spiegano Elisa e Silvia. “Ci siamo rese conto che all’architettura tradizionale mancava quell’attenzione e quella cura delle persona che per noi sono indispensabili e quindi ab-

GLI ASPETTI PIÙ

TECNICI E STRUTTURALI DELL’ARCHITETTURA SI FONDONO CON QUELLI STILISTICI E SI INTEGRANO CON LA LETTURA

PSICOSOMATICA DELLA PERSONA NELLO SPAZIO

IN CUI SI MUOVE. “LA CURA DEL BENESSERE PARTE

DALLA CURA DELLA CASA.”

biamo unito le nostre professionalità per facilitare il benessere agendo sugli spazi. Crediamo che la casa, come l’ufficio, debba essere vissuta in base alla psicologia dell’abitare, muovendosi all’interno di spazi empatici capaci di influire in modo positivo sull’aspetto emotivo delle persone e, di conseguenza, guidare i loro comportamenti per vivere al meglio.”

Archibenessere si occupa della progettazione tecnica e architettonica degli immobili, con il supporto dell’analisi Feng Shui, per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, della ridefinizione degli spazi interni e di soluzioni d’arredo

Elisa e Silvia forniscono consulenze ad hoc per ogni singola esigenza anche per le soluzioni d’arredo di abitazioni private e di ambienti di lavoro: tutto in base ai principi della ‘vendita etica’, con una particolare attenzione alla cura della relazione con il cliente, considerata fondamentale per trasmettere fiducia, sicurezza ed entusiasmo.

Gli strumenti utilizzati durante le diverse fasi della consulenza – dalla progettazione tecnica a quella distributiva degli interni –sono numerosi e comprendono analisi Feng Shui dell’immobile, disegni tecnici e architettonici, progetti distributivi dell’arredo, tavole olfattive, test di valu -

tazione energetica personale, cromoterapia ambientale e psicosomatica dell’abitare, a partire dall’interazione tra l’uomo e l’ambiente sia in chiave di medicina cinese sia in chiave neuroscientifica, grazie alle recenti scoperte collegate all’architettura.

“La cura del benessere parte dalla cura della casa,” dicono Elisa e Silvia, “perché lo spazio che viviamo manifesta ciò che siamo e influenza stati d’animo, pensieri, scelte e comportamenti. Lavorare sugli spazi, quindi, significa favorire l’equilibrio psicofisico delle persone, migliorandone la forma fisica, mentale ed emotiva e, in generale, il benessere quotidiano.”

Via Giovita Lazzarini 19, Forlì | T. 0543 30103 | mob. 366 7286262 | www.archibenessere.it
IN QUESTE PAGINE, ELISA SANTI (A SINISTRA, NELLE FOTO) E SILVIA RUFFILLI (A DESTRA) MOSTRANO ALCUNI DEGLI STRUMENTI CHE UTILIZZANO PER LA LORO CONSULENZA.

RIPERCORRIAMO

I SECONDI TRE MESI

DEL 2023 CON LE FOTO

POSTATE NEL GRUPPO

FACEBOOK “CARTOLINE DA FORLÌ & DINTORNI”.

SCATTI DI FORLÌ IN CUI

I FOTOGRAFI HANNO

CATTURATO L’ESSENZA

DELLA PRIMAVERA

NEL MESE DI APRILE, LE FERITE

DELL’ALLUVIONE A MAGGIO E LA

RIPARTENZA A GIUGNO.

Aprile

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FOTOGRAFIE
Italy
DAVIDE AMADORI UNA CASCATA DI GLICINI AL CAMPUS DELL’UNIVERSITÀ DI FORLÌ
CARTOLINE DA
A CURA DI ROBERTA INVIDIA
ELENA ARCANGELONI FERRO E FIORI NELLA ROTONDA DI PIAZZALE DEL LAVORO MASSIMO BRIGANTI CORTINA DI FIORI ALLA CHIESA PARROCCHIALE DI CASTIGLIONE
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ROBERTA INVIDIA PAESAGGIO LUNARE AL PARCO URBANO SOMMERSO DAL FANGO PAOLO AMBROSINI VIALE BOLOGNA TRASFORMATO DALLA VIOLENZA DELL’ALLUVIONE
MASSIMO BRIGANTI LA CAROVANA DELLE AUTO STORICHE DELLA MILLE MIGLIA PASSA DA FORLÌ A CATERINA
MANUEL VILLA IL FESTIVAL AL SAN DOMENICO DEDICATO
SFORZA
Maggio Giugno

EMERGENTE

MUSICA SOUND AL PARCO URBANO DI FORLÌ MUSICA E SOLIDARIETÀ CON VITIGNANOSTOCK
DI ANNA CHIARINI

La musica torna a suonare in uno dei luoghi del cuore di Forlì duramente colpiti dagli effetti dell’alluvione. È Vitignanostock il festival musicale dedicato alle band emergenti che si terrà alla Collina dei Conigli nel cuore del Parco Urbano di Forlì, dal 1 al 3 settembre; evento che lo scorso anno ha raggiunto un pubblico di circa 5.000 persone

La manifestazione giunta all’edizione numero 14, è nata da un’idea di giovani musicisti –oggi riuniti nell’Aps Socialbeat – capitanati da Federico Compagnone e Guido Tasselli, e vede la direzione artistica di Marcella

Pappiani e Mirko Corbara, che hanno selezionato le oltre 450 candidature arrivate e curato il programma musicale. L’evento è patrocinato dal Comune di Forlì, Assessorato alla Cultura.

L’edizione 2023 sarà densa di novità: una serata in più, con il palinsesto ampliato e un programma raddoppiato. “Quest’anno,” commenta Alessia Sacco

IL FESTIVAL MUSICALE DEDICATO ALLE BAND EMERGENTI, GIUNTO ALL’EDIZIONE NUMERO 14 E NATO DA UN’IDEA DI GIOVANI MUSICISTI, TORNERÀ AL PARCO URBANO DI FORLÌ. “QUEST’ANNO,” COMMENTA ALESSIA SACCO, “IL FESTIVAL HA ANCORA PIÙ VALORE PER LA NOSTRA CITTÀ.”

to colpito da questa emergenza, riscontrando diversi danni. Vitignanostock si svolgerà proprio al centro del Parco Urbano e sarà ancora una volta simbolo di speranza e leggerezza, un evento che ci permette di condividere attraverso la musica uno degli spazi cittadini più amati. Sarà un evento con al centro le connessioni tra le diverse persone, tra i partner e le diverse realtà della città sia commerciali che sociali. Il palinsesto artistico è stato studiato proprio per offrire qualità musicale e differenze di stili, per unire le persone e celebrare con tutta la comunità l’arte.”

di Vitignanostock, “il festival ha ancora più valore per la nostra città. Siamo rimasti increduli e scossi dagli avvenimenti dell’alluvione, ma nessuno è rimasto fermo. Anche il Parco Urbano, uno dei simboli e punto di riferimento per i forlivesi, è stato mol-

Vitignanostock, organizzato grazie al contributo degli sponsor e di numerosi volontari, sarà un viaggio nella musica lungo tre giorni, con tre stili differenti. A partire dalle 17 di ogni giornata la Collina dei Conigli darà il via agli aperitivi con le prime esibizioni live che andranno fino alle 20 con l’inizio dei concerti. Saliranno sul palco un susseguirsi di

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UN EVENTO

NON SOLO DI MUSICA, CHE METTE AL CENTRO

LE CONNESSIONI TRA

LE DIVERSE PERSONE, TRA I PARTNER E

LE DIVERSE REALTÀ DELLA CITTÀ SIA COMMERCIALI CHE SOCIALI.

MUSICA

artisti per tutta la serata e a concludere ogni data ci sarà un dj set selezionato. Per un totale di 19 artisti e 9 dj. Ultima novità dell’edizione è la scelta artistica di avere almeno una donna per serata ognuna con la sua particolare originalità nel panorama musicale.

La prima serata dedicata ai giovani ha come headliner Legno, gruppo emergente che sta conquistando gli amanti dell’indie, ma anche Tibi, MonnaElisa, Futura e gli Hernandez e Sampedro, in assoluto la band con più anni di esperienza di questa edizione. A chiudere la serata guideranno i djset Doansai e Nick Lencioni. Il 2 settembre sarà la data dedicata a tutte le sfumature del rock: partirà con la dolcezza del piano di Andrea Missiroli, che si trasformerà

nel R&B di Frances P, arriverà al Grunge dei LoudBanner ed esploderà nel rock punk italico con gli Elephant Brain, headliner della serata. Boccia e Greg, due dj giovanissimi e molto noti nel nostro territorio, faranno scatenare tutti alla fine dei concerti e fino a notte fonda. Il 3 settembre avrà un sapore del tutto speciale dalle mille sfumature: è la giornata dedicata al sociale e alle famiglie. Partirà con la band che ha radici nel sociale, Tam Tangram Band composta da 22 musicisti con fragilità che hanno fatto della musica il loro capolavoro, seguiti dal genere folk de Il Mago Annoiato che incuriosirà con le sue chitarre fatte con orologi, spade e scatole di sigari. La serata continuerà con un gruppo rock ironico, I Santini, che poi lasceranno il passo ai tanto atte-

si Rumba De Bodas, protagonisti della serata con il loro funk adriatico. A chiudere la 14esima edizione del festival sarà Dj Cleto Vitignanostock è un festival con la musica al centro, ma non solo: l’associazione giovani di Avis Forlì sarà partner del festival per promuovere e sensibilizzare i giovani sull’importanza della donazione del sangue, lo speciale foodtruck ChiCChiAmo gestito da ragazzi con fragilità, progetto ideato da CavaRei, sarà presente per far gustare un ottimo caffè e far conoscere la nuova realtà. Ma sarà presente a partire dalle 17 di ogni giorno anche l’artigianato locale che darà vita al market del festival ed infine ci sarà uno spazio dedicato all’arte con diverse sculture di artisti che ci trasporteranno in una dimensione intima.

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