Ravenna IN Magazine – 04/2010

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r a ve n n a

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00

Anno IX - N. 4 - settembre 2010

Filippo

Donati L’arte dell’accoglienza

Ravenna WebTV Antenne nella rete Il Candiano Alle “sorgenti” del Canale Karin-Silvia Retzlaff Dipingere sogni e visioni



Editoriale

Bilanci e

Progetti

di Andrea Masotti

innamorato del proprio mestiere, che continua a fare pur vivendo ormai metà della settimana a Roma, ma anche l’occasione per approfondire il tema, conoscendo l’opinione sua e, subito dopo, incontrando alcuni protagonisti del settore turistico e dell’accoglienza a Ravenna per fotografare la situazione, analizzando un settore che nel complesso ha tenuto, ma nel quale non mancano criticità. Informazione, arte, storia, sport gli altri principali argomenti del nuovo “IN Magazine”, che è entrata

Parliamo di turismo: potrebbe sembrare “fuori stagione”, ma l’occasione, in coincidenza con l’incontro Filippo Donati, da qualche mese ai vertici nazionale di Asshotel, è ghiotta. Anche perché la Ravenna turistica non vuole certo assopirsi dopo il periodo primavera/estate, anzi per l’autunno rilancia: non è una novità la Notte d’Oro, ma le iniziative si moltiplicano, fino a fine anno. Quindi la chiacchierata con Donati diventa non solo un incontro con un albergatore profondamente

ravenna

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Faenza

Pesaro-Urbino

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 Anno IX - N. 4 - settembre 2010

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010

Carlo

Filippo

Zoli

Donati

rimini

L’arte dell’accoglienza

Un avvocato... in campo

Ravenna WebTV Antenne nella rete Il Candiano Alle “sorgenti” del Canale Karin-Silvia Retzlaff Dipingere sogni e visioni

Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale Mauro Bendandi Sentimento del presente Trail Romagna Sulle note del trekking

Forlì

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Silvia

Cecchi

Il volto elegante della Legge

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

Cesena

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Anno XIII - N. 4 - Agosto 2010

Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010

Anno X - N. 4 - settembre 2010

40 anni in...

Miniatura Paolo, Silvia, Lisa e Ivana Rambaldi

Il turismo d’affari La Riviera dei congressi Benessere in hotel Accoglienza da Spa Jamil Sadegholvaad Politica è partecipazione

Osti per

Passione

Il sogno diventato realtà

Campigna e Cullacce Passeggiata nel bosco Cesare Serra La grinta e la grazia La dolce vita... forse Ricordi di un'epoca

La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

Roberto Casamenti e Alessandra Bazzocchi

Grazie ragazzi!

nella giovane redazione di Ravenna WebTV, incontrando i colleghi di questa innovativa testata, che vive “on line”; i consueti appuntamenti culturali si concentrano sulla pittrice polacca e ravennate d’adozione Karin-Silvia Retzlaff e, per l’approfondimento storico, sulla vicenda del Candiano, nome ben noto ma che nasconde una interessante quanto dimenticata vicenda. Spazio, poi, ad uno degli sport più amati in città, che dopo qualche anno sta riscuotendo nuove attenzioni e, soprattutto, ottenendo risultati: la pallavolo. Perché se dopo il primo anno in A2 i ragazzi della Marcegaglia sono pronti per un campionato da protagonisti, la ribalta va alle ragazze della Teodora, dopo la promozione in B2 Infine le rubriche: si parla di ballo con la giovane Chiara Nicastro, “emigrata” in America per seguire la sua passione; di olio, ma non solo, nel nuovo viaggio gastronomico del nostro chef-giornalista; di libri, infine, con le ultime uscite locali. A proposito, non perdete le imminenti novità targate Edizioni IN Magazine: innanzi tutto le due agende 2011. Quella dedicata alla filosofia, che ha debuttato al Festival di Modena dello scorso settembre, e l’Agenda Romagnola, dedicata a storie e personaggi che hanno reso celebri la nostra terra. E non è finita qui.

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Sommario 3

Editoriale

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Essere | Filippo Donati

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Approfondire | Dibattito sul turismo

22

Informare | Ravenna WebTV

26

Creare | Karin-Silvia Retzlaff

22

30

12

26

Ricordare | Il Candiano

34

Allevare | Alberto Pelloni

40

Vincere | Teodora Volley

44

30

Confidare | Chiara Nicastro

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì tel. 0543.798463 fax 0543.774044

Gustare | Azienda CaMontalbano

48

Leggere | Novità in libreria

50

Scegliere | Shopping

Isabella Fazioli. Ufficio commerciale: Roberta Missiroli.

www.inmagazine.it

Collaboratori:

inmagazine@menabo.com

Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

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Controllo produzione e qualità:

Casadio, Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia

Direttore Responsabile: Andrea Masotti.

Graziani, Aldo Savini, Matteo

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

Zampiga.

Salbaroli, Michele Virgili, Francesca

Chiuso per la stampa il 27/9/2010

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Francesca Fantini

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Annotare | Brevi IN

SPECIAL ADV

affidarsi alla

Il divertimento di scena all’Alighieri

Ravenna - Saranno vere star della

Incontri al Cardello Casola Valsenio - Lo scorso 25 settembre si è rinnovato l’appuntamento con gli “Incontri del Cardello”, la manifestazione che ogni anno sancisce l’apertura della stagione delle attività culturali della Fondazione “Casa di Oriani”. L’incontro (il XXII) ha visto come relatore Maurizio Ridolfi, sul tema “Risorgimento: miti e luoghi della memoria dagli anni di Oriani ad oggi”. A conclusione l’abituale merenda finale a base dei genuini prodotti della tenuta agricola del Cardello, e la consegna in omaggio ai presenti di un Annale dei “Quaderni del Cardello”. www.fondazionecasadioriani.it

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individuare e ottenere il miglior mutuo o finanziamento per raggiungere l’obiettivo desiderato - continua Simonetta. Nei casi specifici, lo aiutiamo anche ad individuare il pre-

ventivo migliore per piccole o grandi ristrutturazioni.” Un’attività volta in tutto e per tutto a rendere soddisfatto il cliente, consapevole di essersi affidato a mani competenti. Mazzini Casa, via Mazzini 9, Ravenna. Tel. 0544.1950354; 349.6351868.

SPECIAL ADV

125 anni di

BPR

Ravenna - Dalla sua fondazione, nel 1885, la Banca Popolare si è guadagnata un posto di primo piano nella vita economica e sociale della città. Per celebrare il 125° anniversario, l’istituto ha promosso la pubblicazione de La Banca Popolare di Ravenna. Storia, architettura, arte e archeologia (1885-2010), edito da Longo. Lo scorso 18 settembre il libro è stato presentato con una manifestazione presso l’anfiteatro sul retro della Banca. Sono intervenuti il presidente Giuseppe Poggiali, il vice-presidente Claudio Martinelli, Franco Gabici,

Maria Grazia Maioli e Paolo Bolzani, curatore del volume. (A.C.)

Informazione pubblicitaria

risata ad essere protagoniste del palcoscenico del Teatro Alighieri per la stagione comica 2010/2011 organizzata dall’Amministrazione Comunale e Accademia Perduta/ Romagna Teatri. Quattro appuntamenti imperdibili per tutti gli amanti della comicità intelligente, a volte pungente, sempre brillante, frizzante e soprattutto esilarante come quella proposta da nomi del calibro di Vito e Maria Pia Timo con la ripresa di Se perdo te 2 (23 novembre), Antonio Albanese con una serrata carrellata dei suoi più celebri Personaggi, (19 dicembre), Giuseppe Giacobazzi con il comicissimo monologo Una vita da “pavura” (19 gennaio) e, infine, Corrado Nuzzo e Maria Di Biase nel nuovo show Cribbio che scherzo la vita! (21 febbraio). www.teatroalighieri.org (V.D.S.)

Ravenna - Ha preso il via il 19 giugno scorso la nuova avventura imprenditoriale di Simonetta Iantosca: Mazzini Casa. Dopo cinque anni di esperienza professionale nel settore immobiliare, Simonetta ha deciso di aprire una propria agenzia a Ravenna, in via Mazzini 9. “Ho pensato a un ufficio elegante e confortevole - spiega Simonetta - dove il cliente possa sentirsi a proprio agio durante il colloquio iniziale o la trattativa di un immobile.” L’agenzia Mazzini Casa offre un servizio di qualità per la compravendita e la locazione degli immobili di tipo residenziale e commerciale. “Effettuiamo valutazioni immobiliari, aiutando il cliente ad

Competenza

Ph. Lidia Bagnara

Mazzini Casa,



L’innovazione del

GialloLuna NeroNotte: dal Noir ai Vampiri Ravenna - Sono i vampiri i protagonisti del festival che fino al 12 ottobre, traghetterà il pubblico nel mondo della paura. “Siamo passati alla narrativa della ‘paura’ - ha detto Nevio Galeati, presidente dell’associazione Pa.Gi.Ne., che ha organizzato il festival con l’aiuto dell’associazione culturale Fas - al romanzo gotico, per rivalutare, non senza ironia, la figura del vampiro”. Come sempre ci saranno incontri con gli autori, tra cui spicca quello con la statunitense Colleen Gleason, autrice di una saga ottocentesca sui cacciatori di vampiri, ma anche mostre, musica, cene con delitto e conferenze in vari luoghi della città. Parteciperanno inoltre Andrea Mingardi, Gianfranco Manfredi, Paolo Cortesi, gli archeologi Luca Cesari e Giovanna Montevecchi, Silvano Vinceti e Carlo Lucarelli, gli autori “nostrani” Silvio Gambi, Fabio Gavelli e Mario Scarponi. Nove scrittrici internazionali pubblicano, infine, il volume Sorrisi di Gatto a favore dei bambini afflitti dalla malattia genetica “Cri du Chat”. (A.D.L.)

“Da Azzaroni ai Signorini” Ravenna - La storia locale del mosaico raccontata attraverso quattro generazioni della stessa famiglia: dal 15 ottobre al 13 novembre verranno esposti per la prima volta opere, disegni, cartoni, mosaici, lettere e fotografie in gran parte inedite, presso la niArt Gallery di via Anastagi, spazio espositivo dell’omonima associazione culturale per la salvaguardia e promozione del mosaico. La mostra, patrocinata dal Comune e dalla Provincia, ripercorre le tappe del mosaico a Ravenna, da Alessandro Azzaroni (1857-1947), disegnatore e mosaicista, al pronipote Carlo Signorini, la cui attività riguardò sia la produzione di mosaico moderno che il settore del restauro, fra cui l’imponente lavoro del pavimento della Basilica di Otranto. www.felicenittolo.it (V.D.S.)

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Mosaico

Ravenna - Studio Akomena rappresenta una delle realtà più innovative nelle arti applicate, in particolare il mosaico. In vent’anni d’attività si è distinta per lavori come il sepolcro di Rudolf Nureyev e il memoriale di Rajiv Gandhi, operando con architetti e gallerie in tutto il mondo. Da pochi mesi ha inaugurato la nuova sede, in via Chartres 3. Lo studio continua a occuparsi di mosaico legato ad architettura, arredo e produzione di collezioni progettate all’interno. Una novità legata alla nuova sede in centro, sono i corsi per bambini e adulti che vogliano imparare attraverso il mosaico il percorso della creatività. www.akomena.com

Nuova stagione al Teatro

Ravenna - Il programma di quest’anno dà grande spazio ad autori contemporanei e drammaturgia del Novecento. Aprirà la stagione, il 26 novembre, un insolito Elio nei panni “screanzati” di Gian Burrasca, riscritto e diretto da Lina Wertmüller. Le signorine di Wilko, tratto dal romanzo dell’autore polacco Jaroslaw Iwaszkiewicz, diretto da Alvis Hermanis, con Laura Marinoni e Sergio Romano protagonisti, sarà di scena dal 9 al 12 dicembre. Dal 27 al 30 gennaio

Alighieri Sandro Lombardi e Federico Tiezzi si confronteranno poi con I promessi sposi, mescolando ai temi manzoniani riflessioni sui nuovi mali della società. Il programma prosegue, dal 15 al 18 febbraio con Donne informate sui fatti: otto personaggi femminili coinvolti in un fatto di cronaca nera. Torna, a fine febbraio, Alessandro Gassman con Roman e il suo Cucciolo, dell’americano Reinaldo Povod, mentre dal 10 al 13 marzo il Teatro dell’Elfo porterà in scena Angels in America. Parte II: Perestroika di Tony Kushner. A seguire, il Don Chisciotte, riadattato da Ruggero Cappuccio e interpretato dai grandi Roberto Herlitzka e Lello Arena (dal 31 marzo al 3 aprile). A chiudere, dal 18 al 21 aprile, sarà Luca De Filippo, protagonista di Le bugie dalle gambe lunghe. Il prologo della stagione, fuori abbonamento sarà Detto Molière, scritto e diretto da Marco Martinelli. www.teatroalighieri.org (A.D.L.)



Matrimonio da premio

Ravenna - Un nuovo riconoscimento per Massimo Fiorentini (collaboratore di “Ravenna IN”) da parte di WPJA, tra le associazioni più prestigiose al mondo per le fotografie realizzate durante cerimonie di nozze, in stile reportage. L’immagine segnalata è stata scattata nel maggio scorso a San Martino in Fiume durante il corteo degli invitati guidato dalla Fiat 500 degli sposi Gennaro e Michela, in arrivo per il ricevimento a Villa Aspasia. La foto (inserita nella categoria Humor) è stata mandata al Contest Q2 2010 di WPJA, raggiungendo il primo posto. www.wpja.com

Premio Nazionale delle Arti

Roma - L’8 luglio scorso è stato assegnato a Silvia Naddeo (1984), studentessa del biennio specialistico di Mosaico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, il primo posto (sezione decorazione) del Premio Nazionale delle Arti 2009-2010, promosso dal Ministero dell’Istruzione e dall’Alta Formazione Artistica e Musicale, per l’opera Eat Meet, gigantesca carota fatta di coloratissimi smalti e murrine, realizzata nell’ambito del workshop condotto da Dusciana Bravura. Indirettamente il riconoscimento va, per la capacità di sperimentare, all’Accademia ravennate, che ha presentato 4 artisti dei corsi di mosaico e pittura: Melisa Soledad Fassora, Roberta Grasso, Elena Saraceni e la Naddeo. (A.S.)

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Muti ei

Tre presidenti

Trieste - Il viaggio dell’amicizia ha portato Ravenna Festival, lo scorso 13 luglio, a un abbraccio fra Italia, Slovenia e Croazia. Per l’occasione Riccardo Muti ha diretto l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e l’Orchestra Giovanile Italiana, affiancate da musicisti e coristi delle Accademie di musica delle Università di Lubiana e Zagabria e del Conservatorio ‘Giuseppe Tartini’ di Trieste; infine dall’ensemble ‘La Stagione Armonica’, dal Coro accademico ‘France Preseren’ di Kranj e dall’Ensemble Corale interprovinciale del Friuli; maestro del coro, Sergio Balestracci.

A sottolineare la promessa di futura collaborazione, in Piazza Unità d’Italia erano presenti il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, della Slovenia Danilo Türk e della Croazia Ivo Josipovic´: hanno firmato un documento in cui si legge “la volontà di far prevalere quel che oggi ci unisce su quel che ci ha dolorosamente diviso.” (A.D.L.)

Ormeggio al

Terminal

Ravenna - Con l’ormeggio della nave Azamara Quest, lo scorso 24 agosto, si è inaugurato il primo stralcio funzionale del nuovo Terminal Crociere a Porto Corsini. Due dei quattro accosti potranno ormeggiare navi fino a 350 metri di lunghezza con un pescaggio

Ph. Massimo Fiorentini

di 10,50 metri. L’area adiacente sarà urbanizzata e ospiterà Stazione Marittima, uffici, aree verdi e residenziali, hotel di lusso. www.ravennatp.it

Premio

Marina di Ravenna

Marina di Ravenna - Il Premio, che ha avuto luogo lo scorso 27 agosto, ha reso omaggio a tre figure storiche dell’arte contemporanea. Molto diversi per formazione e sensibilità

pittorica, a Bendini, Rainer e Mathieu è stato riconosciuto un ruolo di primo piano nelle vicende artistiche europee, a cominciare dagli anni ’50, come attestano anche le partecipazioni a prestigiose manifestazioni internazionali e la vastissima bibliografia che li riguarda. Agli artisti è stata consegnata la “Vela d’oro”, premio alla carriera, e una selezione delle opere è stata esposta fino al 26 settembre al Mar di Ravenna. La serata è stata condotta da Claudia Graziani. (A.D.L.)


Grandi nomi per il

Bagnacavallo - Un colorato ensemble di sentieri artistici diversi: la nuova stagione del teatro Goldoni continua a perseguire un progetto artistico che spazia tra i più variegati linguaggi espressivi, dalla prosa allo spettacolo musicale e comico, dal teatro per ragazzi a quello dialettale. Protagonisti importanti personaggi dello spettacolo italiano: da Michelle Hunziker, con il “one woman show” Mi scappa da ridere, a cui seguiranno Francesco Paolantoni con Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo, le frizzanti Sorelle Marinetti con lo spettacolo musicale Non ce ne importa niente, un’originale rilettura de Il malato immaginario di Molière del Teatro Kismet Opera, Don Chisciotte con Roberto Herlitzka e Lello Arena, il nuovo spettacolo di Claudio Casadio L’Orchetto. Chiuderà la stagione Alessandro Bergonzoni con un monologo

Goldoni

Nuova guida per il Gruppo Cantieristica

comico dal titolo ancora top secret. www.accademiaperduta.it (V.D.S.)

Ravenna - Stefano Silvestroni, di Rosetti Marino, è stato eletto Presidente del Gruppo Cantieristica, Manufatti off-shore, di Confindustria Ravenna. Vice presidente è Giorgio Zuffa di Cosmi, mentre Gianfranco Lucchi di Nuova Saimar sarà il rappresentante della Piccola Industria. Il Gruppo, che conta 14 imprese associate per un totale di 700 dipendenti e un fatturato complessivo, nel 2009, di circa 500 milioni di euro, è composto da un numero limitato di aziende, ma produce una fetta consistente del Pil provinciale. www. confindustriaravenna.it (V.D.S.)

Verlicchi presidente del Gruppo Salute

Il monomarca di

Richard Ginori 1735

Ravenna - Inaugura il 9 ottobre prossimo il nuovo negozio del famoso marchio di porcellana da tavola di alta qualità, in via Lago di Como 27, nel Quartiere San Giuseppe. Il progetto, nato da un’idea del presidente Roberto Villa, prevede la realizzazione un allestimento, che, ricreando la magia della manifattura, darà vita ad

un ambiente moderno e accogliente, dove i clienti potranno toccare con mano le collezioni in un vero e proprio “salotto”. Inoltre straordinarie immagini della storica Manifattura di Doccia saranno la testimonianza del design che da oltre 270 anni rappresenta il Dna dell’azienda, oltre che un patrimonio unico italiano. Il gruppo fiorentino, nato nel 1735, è uno dei brand più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale, che, coniugando tradizione e modernità, si propone come trend setter nel suo campo e collabora da sempre con grandi esponenti del design e della moda italiani, tra cui Gio Ponti e Missoni. www.richardginori1735.com (V.D.S.)

Ravenna - Passaggio di consegne per il Gruppo Salute di Confindustria: oltre a Silvano Verlicchi (San Pier Damiano hospital Medical Center - Gruppo Villa Maria), lo scorso 23 settembre sono stati scelti Michela Guerra (Ospedale privato San Francesco) come vice presidente e Barbara Orlandi (Studio tecnico associato De Gaspari Orlandi) a rappresentare il Gruppo nella Piccola Industria. Composto da 15 imprese per un totale di 700 dipendenti e un fatturato, nel 2009, di 150 milioni di euro, il Gruppo sta organizzando un convegno su politiche e strategie d’impresa nel comparto ospedaliero, termale e della cura della persona. www.confindustriaravenna.it (V.D.S.)

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Essere | Filippo Donati

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Benvenuti a...

Casa mia

testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini

Impeccabile padrone di casa quando lavora nel suo Diana, è attento e curioso quando si trova, per lavoro o vacanza, in altri hotel. Per Filippo Donati, presidente nazionale di Asshotel-Confesercenti, l’accoglienza è più che un mestiere, una passione.

“Ho una sindrome, quella dell’albergatore.” È un “malato” felice Filippo Donati, gestore dell’Hotel Diana e dal gennaio scorso presidente nazionale di Asshotel-Confesercenti. Si ritiene fortunato perché fa un

lavoro che ama. Allora, quando si trovò a doverlo fare, quasi per caso, non lo avrebbe mai immaginato, ora ne è consapevole: non avrebbe potuto fare altro nella vita. E ha un’idea precisa di albergatore: lui più che un imprenditore che gestisce la sua attività da dietro una scrivania, si sente un vero padrone di casa. “Non riesco a non vedere chi va a dormire nelle mie camere - ci racconta in un momento di pausa. L’albergo mi piace viverlo, mi piace starci, chiacchierare con gli ospiti.”

Anni d’esperienza l’hanno portato a capire da una semplice occhiata il tipo di cliente appena entra e non per saccenteria, ma per una forma discreta d’empatia. “L’attenzione per gli altri è una forma di grande intelligenza, perché è meglio sor-

prendere che deludere.” Ed è così che in 26 anni d’attività può dire di aver fatto mattina chiacchierando con Carmelo Bene, confrontandosi a lungo con Nilde Iotti, ascoltando le storie di Gianandrea Gavazzeni, intrattenendosi con Fausto Bertinotti, Umberto Bossi, Piero Angela, Vittorio Sgarbi, Elettra Marconi, Liliana De Curtis, Karlos Kleiber, Veronica De Laurentis, Heiner Hesse, figlio di Hermann, per dirne solo alcuni che gli hanno lasciato particolari ricordi. “Quando sapevo chi sarebbe venuto da noi, facevo sempre io il turno di notte perché a fine giornata, finiti gli impegni, ad esempio teatrali per gli artisti o congressuali per i politici, ci si rilassa e si è disposti a parlare di tante cose. Per me sono state piacevoli lezioni di vita.” Tornando alla patologia, di cui si sente un felice portatore sano, Donati ci racconta che, quando per motivi di vacanza o lavoro si trova a soggiornare in alberghi in Italia

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A fianco e in apertura, Filippo Donati fotografato nell’albergo di famiglia.

e all’estero, per una forma di curiosità professionale tocca le pareti della stanza, tasta i tessuti delle tende, annusa i cuscini. Ne scruta i particolari per viverla e sentirsi accolto. Così come gli fa piacere che i clienti si sentano accolti nel suo albergo dove, precisa, non ha collaboratori, ma colleghi con i quali ci si capisce con uno sguardo o a piccoli gesti. E intanto la malattia si manifesta anche in altri momenti. “Quando vado all’estero - racconta - mi capita di comprare qualcosa per la mia casa, un quadro, una suppellettile, poi invece finisce in albergo.” E dire che proprio non lo aveva previsto. Donati aveva un futuro

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da commerciante. Era destinato a seguire le orme del padre Giancarlo che aveva lo storico negozio “Donati Sport”. Del resto lo sport lo ha

sempre coinvolto molto, assieme al fratello Giacomo. “Li ho fatti tutti: football americano, windsurf, atletica, sci. Alcuni anche a buon livello, anche se mio fratello era più bravo: campioni italiani e vice europei con i Doves di Bologna nel football e 24° nel campionato del mondo sulla tavola a vela. Indossavamo, naturalmente, gli ultimi modelli, chissà se era una scelta di marketing di mio padre, ed eravamo più belli che bravi. Comunque dal bancone del negozio sono passato a quello dell’hotel dopo una

riunione di famiglia. Il Diana era nostro, ma lo avevamo dato in affitto. Scaduto il contratto si trattava di decidere cosa farne. Era il 1984. Tra i sei cugini, chi per lontananza e chi per altra attività lavorativa, l’unico che avrebbe potuto occuparsene ero io. Così dal 1984 al 1990 ho gestito il vecchio Diana. Vecchio perché solo dopo quell’esperienza capii che era un lavoro fatto su misura per me e che era anche ora di ammodernarlo. Dopo due anni di lavori riaprimmo il 30 marzo 1992. Fummo i primi a ristrutturare, poi seguirono altri alberghi. E siccome è importante cambiare, ora siamo pronti a una nuova mutazione, che non svelo e che sarà possibile vedere solo il prossimo anno. Cambierà il rapporto coi clienti, con nuove attenzioni e una modalità diversa di accoglienza.” Il suo lavoro da alcuni mesi si è complicato, anche se l’entusiasmo non manca, da quando è stato eletto presidente nazionale AsshotelConfesercenti. Una scelta caduta su di lui per diverse ragioni: viene da una regione ad alto tasso turistico, è proprietario di un tre stelle, la categoria più diffusa (l’85% delle strutture italiane sono piccole aziende), è giovane e dinamico, con idee chiare sul futuro del turismo nel nostro Paese. Almeno tre giorni a settimana è a Roma dove ha già impostato la sua modalità di lavoro: ranghi serrati e impegno,

condividere gli obiettivi. “Il turismo ha enormi problemi, ma con-


Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - commerciale@edilravenna.it - www.edilravenna.it


A fianco, il presidente di AsshotelConfesercenti alla reception del Diana. Anche se l’impegnativo incarico nazionale lo vede spesso a Roma, quando è a Ravenna lavora con grande passione nel suo hotel.

temporaneamente tante potenzialità e può fare molto per il Paese. Prendiamo coscienza che il turismo è un moltiplicatore di ricchezza. Ora è utilizzato per il 30% e per crescere

chiediamo che ci sia un progetto di governance. Si tratta di prendere semplicemente in considerazione cose di una semplicità infantile, ma la situazione non consente di essere ottimisti quando si pensa che l’Enit è commissariata da un anno, mortificando professionalità ed esperienze. Il turismo, è vero, è inerziale, si muove da solo, ma non basta. Ripeto, governance, finanziamenti e credito al settore, nuova legge quadro, più formazione e meno burocrazie. In quest’ultimo caso non parlo solo di addetti alla ricezione, ma di figure professionali che sappiano come comunicare il nostro Paese all’estero. E poi è importante fare un salto in avanti in civiltà. Se la città è pulita il turista è contento per il periodo che vi trascorre; io che ci abito lo sarò per tutta la vita. Una semplice ricetta che ci coinvolge tutti e non solo gli operatori del settore.” Un altro impegno di Donati è l’in-

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carico nel Consiglio d’indirizzo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. “Un incarico che mi dà grandi soddisfazioni perché offre la possibilità di seguire e sostenere progetti importanti come il restauro delle porte antiche di Ravenna, quello che partirà tra poco di Palazzo Rasponi in Piazza Kennedy, l’aiuto a importanti realtà come la Fondazione Ravenna Manifestazioni, la Fondazione Ravenna Antica, il Mar, la Fondazione Lucé, che sostiene pazienti oncologici e familiari, gli Amici di

Enzo, nel seguire gratuitamente i ragazzi nel doposcuola.” Poi c’è la famiglia: la sua compagna, anche lei nel settore turistico, e tre figli. Anche se dice che il suo hobby è l’albergo, Donati ama leggere, andare in mountain bike e guardare i film a casa. Quello che gli piace di più è L’uomo dei sogni con Kevin Costner. “Fantastico poter giocare una partita di baseball con i grandi miti e col proprio padre. Una cosa straordinaria e impossibile potersi confrontare alla pari col proprio genitore.” IN

Una vita intrecciata al turismo 49 anni, è nato a Ravenna. Master in management alberghiero presso la Luiss Management di Roma, matura le prime esperienze nel settore alberghiero tra 1985 e 1998 come amministratore delle società Accadi srl, Hotel Diana, e Cappello srl, Hotel Cappello di Ravenna e dal 2005 come componente del consiglio di amministrazione della DeltaHotels srl (marchio MyWays). Componente del Tavolo di lavoro sul Golf, istituito dal ministero del Turismo. Membro del Comitato di concertazione turistica della Regione Emilia-Romagna e dello staff tecnico dell’Unione di Prodotto città d’arte. È nel Consiglio di amministrazione di www. visitemiliaromagna.com, portale di promo-commercilizzazione dell’offerta turistica della Regione. Dal 2010 è presidente nazionale di Assohotel, dal 2002 è vice presidente regionale e dal ’98 presidente provinciale. Dal 2000 è membro del Consiglio di indirizzo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Nel 2002 fonda Ravenna Incoming. Nel 2005, secondo albergatore dell’Emilia-Romagna, ottiene l’Ecolabel, certificato europeo per le strutture ricettive e marchio di qualità ambientale promosso dall’Ue.


Baie dove i mercantili possono sostare per rifornirsi, caricare e scaricare le merci prima di proseguire il loro viaggio...Ma anche locande sulle banchine dei porti inglesi, dove i marinai si riunivano ed erano reclutati, per imbarcarsi sui mercantili che salpavano verso ogni parte del mondo…

Questo è Port of Call, il “porto intermedio” in linguaggio marittimo. Per noi Port of Call rappresenta un punto di partenza, per esplorare nuovi orizzonti nella cultura gastronomica ravennate.Vi aspettiamo (anche nel dehors sul waterfront della Darsena di città, aperto tutta la bella stagione) per scoprire le proposte dello chef Matteo Salbaroli: dai menù degustazione di mare e di terra alle proposte alla carta. Port of Call è aperto anche per gustare la cena dopo una piacevole serata a teatro. E, per le vostre colazioni di lavoro, un menù business formato da due portate, a un prezzo davvero “light”.

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Approfondire | Dibattito sul turismo

20 | IN Magazine


Una risorsa da

Valorizzare

testo Roberta Bezzi - foto Massimo Argnani e Massimo Fiorentini

È il turismo, in particolare quello legato a Ravenna come città d’arte. Tra bilanci di fine stagione e nuove strategie, tra tenuta del mercato ma anche elementi di incertezza, ne parliamo con alcuni protagonisti del settore.

L’autunno si preannuncia una stagione “calda” per il turismo ravennate. Tra forum e incontri promossi dalle varie associazioni di categoria, sarà infatti il momento giusto per fare un bilancio dell’estate appena trascorsa ma anche per valutare nuove strategie per valorizzare il turismo legato alla città d’arte che dura tutto l’anno. “Finora il 2010 si conferma in

linea con l’anno passato e questo è un risultato soddisfacente se si considera l’attuale crisi economica - illustra Andrea Corsini, assessore al Turismo del Comune. Gli unici dati a disposizione del Comune sono quelli relativi a presenze e arrivi, forniti direttamente dagli albergatori tenuti a compilare apposite cartelle.” Un rapporto, quello fra Amministrazione e albergatori, non sempre idilliaco. “Insieme alle principali associa-

zioni di categoria - aggiunge l’assessore -, abbiamo avviato nei mesi scorsi un progetto per raccogliere informazioni aggiuntive quali le motivazioni del viaggio, il mezzo di trasporto utilizzato, città e paese di provenienza. Purtroppo, però, sono poche per ora le schede che arrivano compilate dagli albergatori.” Secondo Confesercenti, non mancano gli elementi di incertezza e preoccupazione e a soffrire sono, soprattutto, le strutture medio-piccole. “La città sta subendo la crisi

e le aziende turistiche registrano un calo dei fatturati - spiega il presidente provinciale Roberto Lucchi. Paradossalmente i posti letto aumentano, anche in virtù della forte concorrenza di strutture extralberghiere, tipo bed&breakfast, a fronte di una clientela disposta a spendere sempre meno per una camera.” Due le proposte: chiede-

re il pieno rispetto delle regole da parte di tutti (“troppi quattro stelle praticano prezzi da tre stelle”) e provare a scorporare i dati delle presenze a Ravenna, differenziando tra centro storico e periferia, per indagare meglio sullo stato di salute del turismo legato alla città d’arte. La candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura nel 2019 rappresenta, per l’Amministrazione, un’ottima carta da spendere per favorire la crescita economica e turistica della città. “Fondamentale al riguardo è sviluppare una collaborazione con le altre località, in particolare Forlì e Fa-

enza, per creare un vero e proprio circuito a livello romagnolo”, precisa Corsini, giudicando soddisfacente quanto finora fatto nell’ambito della Borsa del Turismo che ha portato a Ravenna cento tour operator provenienti da ventitre

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A fianco, l’assessore al Turismo Andrea Corsini e Roberto Lucchi, presidente provinciale Confesercenti. Sotto, da sinistra, Pierluigi Casalegno, presidente Gruppo Turismo e Comunicazione Confindustria, e gli imprenditori alberghieri Maurizio Bucci e Salvatore Casarubbia.

nazioni. Pienamente d’accordo è Pierluigi Casalegno, presidente del Gruppo Turismo e Comunicazione di Confindustria Ravenna, nonché titolare del residence La Réunion, che da tempo crede fermamente nella necessità di reinventare il turismo creando un vero e proprio “brand” Romagna. “Occorre pun-

tare sulla qualità della cultura del turismo e su una maggiore unità nelle scelte strategiche - spiega. Ci aspettano anni impegnativi, in cui pubblico e privato devono lavorare per un fine comune: portare più persone nel nostro territorio. La candidatura di Ravenna dovrebbe

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dare la spinta giusta per rilanciare un progetto turistico non limitato ai mesi estivi, ma più ambizioso, che valorizzi il mare e la spiaggia per un periodo più lungo, insieme alla città d’arte.” Più scettico invece un altro imprenditore che ha molto contribuito allo sviluppo alberghiero della città, Maurizio Bucci, titolare di Mosaico Hotels. “La candidatura è qualcosa di positivo ma ci sono ancora tanti ostacoli da superare - sottolinea. Mancano completamente le infrastrutture e Ravenna continua a essere isolata: le linee dei treni sono carenti, le strade non facili e manca un servi-


zio efficiente di collegamento con il più vicino aeroporto, a Forlì. Non c’è da stupirci quindi che le tariffe alberghiere della nostra città siano tra le più basse d’Italia. Vuol dire che non riusciamo ancora a vendere bene il nostro prodotto, che la città non è giudicata qualitativamente interessante.” Secondo Bucci le tariffe restano basse perché l’80% delle presenze è legato al turismo commerciale, ossia a persone di passaggio per lavoro, grazie al traino

Qualità e scelte strategiche delle industrie e del porto, mentre solo il 20% al turismo di piacere, e solo un aumento di quest’ultimo fa alzare i prezzi. L’abbassamento dei prezzi è anche legato alle politiche di nuovi alberghi - accanto a quelli tradizionale del centro storico, quali Diana e Byron - che si sono sviluppati nella cintura periferica. Al Class Hotel, si sono affiancati il Cube e l’Holiday Inn. “Ispirandoci alla politica di deregulation degli Stati Uniti, abbiamo dato un taglio alle tariffe storiche livellando il mercato verso il basso spiega il direttore dell’hotel Cube, Salvatore Casarrubia. Rappresentiamo una valida alternativa per chi non vuole andare in centro storico, noto per la difficile viabilità. Da settembre a luglio lavoriamo soprattutto con clienti commerciali, in gran parte italiani, mentre nei week-end estivi anche con famiglie di passaggio per andare a Mirabilandia.” IN

L’esperienza del B&B In crescita l’ospitalità turistica extralberghiera grazie soprattutto ai bed & breakfast che fioriscono un po’ in tutta la città. Abbiamo incontrato i titolari di uno dei questi, aperto nel Natale 2006, nella centrale via Paolo Costa. A Casa di Paola ospita turisti in gran parte italiani (circa il 70%), ma anche stranieri (fra cui in ordine di presenza australiani, statunitensi, belgi, tedeschi, francesi e spagnoli). “Il nostro punto di forza è certamente la qualità del servizio che ci distingue non solo dai concorrenti diretti ma anche dagli alberghi in centro - afferma Carlo Lombardi, titolare della struttura insieme alla moglie Paola Roncuzzi. Ambiente curato, con spazi comuni liberi e facilmente fruibili, camere con frigobar gratuito. Ma ci premia anche la posizione, a due passi dalla stazione, visto che molti dei nostri ospiti arrivano in treno.”


Informare | Ravenna WebTV

Antenne nella

Rete

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Argnani e Massimo Fiorentini

“Drizza le antenne” è il logo (e lo slogan) adottato da Ravenna WebTV, nuovo mezzo di comunicazione che vuole documentare città e territorio attraverso lo strumento della televisione via computer.

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Ravenna WebTV è un nuovo modo

di trasmettere ed è nata da un gruppo di lavoro, formato da noti professionisti che da anni operano nei settori comunicazione, informazione e arti visive, tutti accomunati dall’idea di voler documentare spazi e tempi vicini all’esistenza delle persone che vivono nella città che ne è anche la sede: Ravenna. “Drizza le antenne” è il logo che hanno adottato e proprio con due simpatiche antenne hanno scandagliato tutti i luoghi della città immortalandola interamente e riprendendo con brevi, ma significative interviste, studenti, vigili, personalità istituzionali, attori. È

scattata immediatamente la curiosità al punto che dopo appena tre mesi avevano raccolto 5 milioni di contatti e ben 26mila navigatori unici. Il presidente Roberto Gallamini racconta i primi passi e lo sviluppo di questa idea, che fin dall’inizio ha voluto la partecipazione dei giovani alla realizzazione del progetto: “Un’idea nuova, un vero e proprio esperimento di comunicazione sociale che intende mettere a disposizione della città un luogo virtuale vivo e denso di informazioni in cui poter condividere e mettere in risalto eventi, iniziative e progetti e, allo stesso tempo, approfondire temi ed ar-


gomenti che coinvolgono l’intera collettività. Ravenna WebTV vuole essere uno strumento spontaneo e diretto al servizio di una città aperta al dialogo e al confronto.” A Gallamini abbiamo chiesto su quale base legale nasce l’iniziativa : “Abbiamo costituito una cooperativa che ha sede all’interno di Confcooperative, in via di Roma. Il nostro è uno strumento di comunicazione agile e duttile, che a Ravenna mancava e credo che, in Emilia Romagna, siano solo due le WebTV.” Dario De Francesco, responsabile della sezione video editing e della produzione, giovanissimo, ma con una notevole esperienza, ci ha raccontato come ha vissuto inizialmente il suo nuovo incarico: “Per me è stato l’inizio di una bellissima avventura nella quale mi sono tuffato e immerso totalmente. È un’esperienza che mi fa crescere professionalmente ogni giorno. Con l’intento di facilitare i contatti, anche per i meno esperti, abbiamo allestito il sito con categorie e sottocategorie, per esempio cultura e, al suo interno, musica, teatro, cinema,

57mila contatti al giorno giusto per fare un esempio. Abbiamo subito notato che i contatti crescevano da un giorno all’altro e questo ci dava nuovo entusiasmo nel portare avanti il nostro lavoro. Nel tempo massimo di un’ora riusciamo a montare la notizia, quindi quasi in tempo reale.” Giampiero Corelli, fotoreporter reduce da importanti mostre a livello nazionale, è il direttore editoriale e, naturalmente, anche il supervisore dell’immagine: “Il nostro obiettivo è stato instaurare un meccanismo virtuoso attraverso il quale la WebTV arriverà anche ad autoalimentarsi grazie ai contributi video che proverranno dalla collettività. Chiunque potrà essere fruitore e, allo stesso tempo, autore e produttore di video che siano di pubblico interesse; saranno servizi di breve durata, da 3 a 5 minuti e le rubriche di circa 10 minuti. Lo staff della nostra WebTV provvede ad organizzare gli approfondimenti quando gli argomenti lo richiedono.” Joseph Franzò, coordinatore e segretario di redazione, è onnipresente quando ci sono eventi importanti. “In tre

La prima vera Casa del Te’ in Romagna “Solo Prodotti Biologici e Naturali”


A fianco parte dello staff di Ravenna WebTV nella sede della redazione. In apertura una collaboratrice durante un servizio. I video sono montati e caricati sul sito nell’arco di un ora.

mesi sono stati caricati 700 video, i contatti giornalieri si aggirano sui 57mila, una cifra importante se consideriamo che siamo molto giovani; è interessante notare che la provenienza dei visitatori del sito è del 78% dall’Italia; del 17% da vari paesi europei e del 5% da altre parti del mondo.” L’intento di questo nuovo mezzo, a detta di coloro che lo rappresentano, vuole essere diverso anche nei contenuti, vale a dire che si vuol puntare proprio su notizie che i quotidiani trascurano per mancanza di spazio o approfondire aspetti di alcuni eventi dando voce e spazio anche a chi altrimenti non avrebbe visibilità. I collabora-

tori e le collaboratrici, tutti molto giovani, sguinzagliati per la città, hanno prodotto, nell’insieme dei loro reportage, l’immagine di una città vivace e disposta a farsi

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coinvolgere. A neanche tre mesi dalla sua nascita, Ravenna WebTV ha partecipato attivamente a tre eventi trasmessi in streaming sul territorio nazionale. “Un video della rubrica Life Style - continua - caricato su You Tube, ha ottenuto un successo sorprendente: 2° video più cliccato su You Tube, in Italia e 40° video più cliccato su You Tube nel Mondo.” IN

Struttura della WebTV Nata pochi mesi fa è già al centro dell’attenzione, presente ad ogni evento importante, veloce nel comunicare notizie, arricchite da immagini, in brevissimo tempo. La struttura direttiva è così costituita: Roberto Gallamini (presidente sviluppo media), Giampiero Corelli (direttore editoriale), Vincenzo Pioggia e Dario De Francesco (responsabili sezione video editing e produzione). La redazione comprende: Joseph Franzò, coordinatore e segretario; Sara Pietracci e Valery Maniscalco, collaboratrici e inviate; Francesco Farinelli e Mohamed El Ghouzli collaboratori e inviati. Il palinsesto comprende informazioni di cronaca quotidiana, rubriche d’arte, eventi, spettacoli, tutti arricchiti con reportage e interviste. La sede è in via di Roma 18. www.ravennawebtv.it


Arredamenti e progettazione d’interni

quartadimensione Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it


Creare | Karin-Silvia Retzlaff

Dipingere sogni e

Visioni

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

L’originale sperimentazione della pittrice polacca, ravennate adottiva, Karin-Silvia Retzlaff: atmosfere incantate, filtrate attraverso i ricordi e la fantasia.

L’avventura artistica di Karin-Silvia Retzlaff ha inizio nei lontani anni ’60, prima a Berlino, poi a Barcellona, infine a Ravenna dove, trasferitasi nel 1970 per motivi professionali, frequenta il Corso libero di nudo dell’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Teodoro Orselli e Orano Compagnoni. I principi basilari della sua formazione sono quelli della tradizione, ovvero il disegno e l’uso del colore, associati a un costante esercizio; ma la sua tensione creativa l’ha portata, in sintonia con i fermenti innovativi che animavano la scena dell’arte di allora, a privilegiare la sperimentazione con soluzioni originali mai improvvisate, pur con evidenti affinità con l’Arte povera e il Concettuale. Tuttavia, non le sono estranei rimandi, più che citazioni, alla storia dell’Arte, rintracciabili proprio nelle opere più recenti per gli indiretti richiami alle vedute urbane di Primo Conti, alle periferie di Mario Sironi, o alle soluzioni formali di Giorgio Morandi. Col tempo ha sedimentato una molteplicità di esperien-

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ze, senza però ancorarsi ad esse, reclamando costantemente il ruolo della soggettività interpretativa nel rapporto e nella rivisitazione di tutto ciò che ha necessariamente attinenza al reale. Pertanto, il piacere evocativo e trasfigurante degli elementi naturalistici, anche nella

loro materiale fisicità, si immerge e contamina con la dimensione emozionale, silenziosa e personale,

tenuta sotto il controllo razionale nell’ideazione compositiva delle immagini. Non appare disponibile a compromessi, tanto meno a rinunciare a una libertà assoluta, quasi una rivendicazione di volontà di potenza, lungo un itinerario che conduce in tempi recenti alla pura pittura, come un ritorno alle origini. Karin-Silvia non dipinge dal vero, il ricordo e l’immagina-

za ricorrente quale costante fonte d’ispirazione e poi il paesaggio marino, vagamente mediterraneo, ma piuttosto irreale e mentale, quindi puramente pittorico. Il suo mare non è quello delle spiagge popolate da bagnanti e nemmeno quello delle marine della tradizione figurativa dei pittori locali. Per un certo periodo è stato ridotto semplicemente a un’onda che occupa l’intero spazio pittorico, poi è diventato un elemento scenografico che compare in lontananza per delimitare l’orizzonte visivo, dove il

tempo e lo sguardo sembrano fermarsi. Anche i cieli uniformi, talvolta cristallini altre cupi, insieme a una vegetazione elementare di pochi alberi anch’essi immobilizzati, appaiono come un fondale in funzione emozionale per disegnare

zione depurano la realtà dai detta-

ambienti familiari, dove pare non

gli marginali che, comunque, ha

esserci spazio per presenze umane. In queste atmosfere incantate, spazi ideali per architetture talvolta deformate, il sentimento e la sensibilità prevalgono sull’immediatezza paesaggistica. Secondo un ordine misurato di distanze e vici-

osservato attentamente, tanto da interiorizzarla emotivamente: ciò le consente di rappresentarla nella sua scarna essenzialità, senza preoccupazioni descrittive e narrative. Prima di tutto il mare è una presen-



nanze, di pieni e vuoti, sono disposte le plastiche forme geometriche in cui piani e volumi, quasi sospesi, non rispondono alle regole della prospettiva ma solo all’impressione ottica. Sono case isolate e vuote con finestre buie e profonde come buchi, costruzioni architettoniche e villaggi d’invenzione concepiti come volumi dialoganti in un contesto vagamente metafisico. Gli effetti visivi della luce, solare, lunare, diffusa o artificiale, conferiscono al dipinto una suggestiva e intensa effusione cromatica che compensa l’assenza di elementi dinamici e vitalistici. Una pittura che svela il rapporto del vissuto personale con la natura, soprattutto

attraverso le suggestioni implicite nel rapporto spazio-tempo, dove il tempo sembra arrestarsi, fissando albe, tramonti e notturni ideali. Le sfumature di colore e l’incanto luministico rendono i “luoghi”, che

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pure sono luoghi dei suoi viaggi mentali, dei “non-luoghi”, dei sogni dipinti. Sempre nelle sue opere si prospettano mondi segreti ed enigmatici, ma non inquietanti: per accedervi bisogna ricorrere alla fantasia e all’immaginazione perché in essi si può trovare quello che si sta cercando. IN

Sopra e in apertura, l’artista all’opera nel suo studio a Ravenna.

Biografia in breve Karin-Silvia Retzlaff è nata a Kalisz (Polonia) nel 1941. Quando il padre è giustiziato dai nazisti per aver partecipato all’attentato a Hitler il 20 luglio 1944 è costretta a fuggire (gennaio ’45) con madre e fratelli a Berlino dalle zie paterne. Anche se piccola ricorda bene la tremenda battaglia di Berlino, la capitolazione, la città distrutta e le difficoltà per la sopravvivenza durante il “blocco” nel ’48, attenuato solo grazie al ponte aereo degli alleati. Riconosciuta come vittima del Nazismo, frequenta il Liceo scientifico poi studia pedagogia dell’arte alla Hochschule für Bildende Künste (HFBK) a Berlino Ovest. Quando viene eretto il muro decide di lasciare la città per continuare gli studi a Barcellona, dove si diploma come traduttrice di lingua spagnola. Nel 1966 si trasferisce per lavoro in Italia e inizia a praticare svariate tecniche artistiche, pittura grafica e scultura. Dopo il successo al concorso “Coppa Rossano Brazzi” di Marina di Ravenna, stringe amicizia col professor Walter Magnavacchi e i pittori Ruffini, Verlicchi, Giangrandi, Basigli e Bucci; intraprende un’intensa attività espositiva in città italiane ed europee.



Ricordare | Il Candiano

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Alle “sorgenti” del

Canale

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

La storia del Candiano, attraverso i cambiamenti territoriali e toponomastici del Medioevo e dell’età Moderna. Un nome che resiste tutt’oggi, testimone di un passato dimenticato.

“La parola Candiano è, nella toponomastica ravennate, una di quelle forme che resistono perennemente giovani e ribelli a tutte le vicende e le sopraffazioni, com’edera abbarbicata ai muri.” Nulla meglio delle parole scritte, quasi cento anni fa, da Santi Muratori riesce a rendere il significato davvero centrale rivestito, nella storia della città, da un termine che da semplice toponimo ha finito, nei secoli, per sublimarsi fino quasi ad assurgere al rango di concetto a sé stante. Per i ravennati del XXI secolo, il Candiano è il canale per antonomasia, il cordone ombelicale verso l’appendice balneare di Marina, la culla del porto novecentesco. Eppure, com’è noto, la sua denominazione “ufficiale” è quella di “canale Corsini”, dal nome del papa che ne promosse l’escavo quasi tre secoli fa. “Candiano”, in realtà, è termine dalla storia ben più antica, e che rimanda a tempi e luoghi diversi da quelli oggi familiari: i tempi della tarda antichità, del Medioevo e della prima età moderna, e i luoghi in cui la massa scura della pineta di Classe si staglia solitaria sui larghi orizzonti

della pianura a sud della città. L’origine del termine non è molto chiara. Forse deriva dal nome proprio latino Candianus - un generale di Galla Placidia si chiamava così, e i Candiano furono un’importante famiglia veneziana che mutò poi il cognome in Sanudo. Senza dubbio, però, l’attestazione più antica è quella del ponte Candidiano (pons Candidiani), luogo decisivo per la storia ravennate della tarda antichità. Si trovava (anzi si trova ancora, visto che alcuni decenni fa Arnaldo Roncuzzi individuò qualche metro sotto terra quelle che sembrano esserne le fondamenta) in quella che è oggi la prateria fra S. Apollinare in Classe e la Spreta, non lontano dal Dismano. Dal momento che vi convergevano tutte strade provenienti da sud, il ponte costituiva l’unica via d’ingresso alla città, allora circondata dalle paludi. Qui, nell’anno 400, pose il suo accampamento il re dei Vandali Alarico, nella prima delle scorrerie che dieci anni dopo lo avrebbero condotto al grande saccheggio di Roma; qui, nel 491, si svolse una cruenta battaglia fra Odoacre e

Teodorico, durante l’assedio della città da parte del re goto. Tre secoli dopo, nel 710, quando l’Esarcato di Ravenna dovette difendersi contro l’assalto dal mare della “matrigna” Bisanzio, agli abitanti del Decimano (all’incirca le odierne Ville Unite) toccò il compito di presidiare il portus Candiani. È la prima attestazione dell’esistenza di un porto con questo nome. Sorgeva, appunto, sulla linea di costa che allora correva non molto lontana dall’aeroporto e dalla pineta, ed era uno dei tanti scali ricavati nelle foci dei fiumi, dal Primaro al Savio, che si gettavano in Adriatico. In realtà, non sappiamo esattamente quale corso d’acqua passasse sotto il ponte Candidiano (il Ronco? Un canale fra le paludi e il mare?), e quali fossero l’origine e il tracciato del Candiano d’età esarcale, fra l’altro in un contesto in cui la fine della regimentazione romana aveva riportato l’idrografia ravennate a muoversi secondo i suoi bizzarri e mutevoli ritmi naturali. Quando comparvero le prime mappe attendibili, però, verso il ’500, la sua forma fu riprodotta con un’imma-

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A fianco la “Torraccia”, torre di guardia del XVII secolo. In apertura, il Candiano in una cartina topografica d’epoca veneziana, del XV-XVI secolo (immagine - rielaborata graficamente - tratta dall’Archivio storico comunale, Carte topografiche, n.283).

gine che doveva essergli propria già da secoli: quella di un cavo serpeggiante che collegava il mare all’estremità settentrionale della valle Candiana (in seguito meglio nota come Standiana), la grande palude a monte della pineta di Classe, bonificata per intero solo nel ’900. Per tutto il Medioevo il porto era stato operativo, anzi era stato probabilmente uno dei più importanti della costa ravennate, raccogliendo di fatto l’eredità del vecchio scalo di Classe, tanto che verso la metà del ’400 i veneziani lo avevano potenziato. Un secolo dopo, però, complice il progressivo avanzamento della linea di costa, era diventato ormai impraticabile. Solo nel 1612 il legato pontificio Bonifacio Gaetani promosse nuovi lavori di escavo, ottenendo la riconoscenza dei ravennati con la colonna eretta in suo onore che si trova oggi in piazza dell’Aquila. Un intervento ben più significativo fu però quello che venne effettuato qualche decennio dopo, fra 1652 e 1654, dal cardinale Stefano Donghi. Questi fece scavare un nuovo

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naviglio, detto “Panfilio” in onore del pontefice di allora, Innocenzo X Pamphilj. Il nuovo canale, dopo essersi staccato dal corso del vecchio Candiano, scivolava nella pineta allora esistente presso Porto Fuori, passava accanto all’antica basilica, costeggiava nell’ultimo tratto l’attuale via Cesarea e terminava in una darsena a poche decine di metri dalle mura. Fu in questa circostanza che Porta Nuova (anch’essa ribattezzata “Panfilia”) assunse la decorazione attuale, per dare un ingresso “trionfale” alla città per chi vi giungeva dalla nuova darsena o da Roma. La presenza dello scalo portuale favorì poi, nella seconda metà del ’600, la nascita del borgo oltre la porta, abitato in un primo tempo prevalentemente da immigrati riminesi e chioggiotti. Alla foce, accanto alle poche strutture di servizio dello scalo (fra cui l’immancabile osteria riportata in tutte le mappe dell’epoca), verso il 1670 fu edificata la nuova torre di guardia, quella che poi sarebbe di-

ventata popolarmente nota come la Turaza (“Torraccia”).

“Sù le barche, e sù i battelli/goderemo in festa, e in gioco/il piacer di quel bel loco./Sù sù sù, che noi partiamo/al Canal Pamphilio andiamo”, recitava entusiasta uno dei componimenti poetici pubblicati per la circostanza. In realtà, la visione delle acque a pochi metri da Porta Nuova sarebbe scomparsa in qualche decina d’anni. Con la diversione del Ronco e del Montone, verso il 1730, il nuovo corso dei Fiumi Uniti finì con l’intersecare il tracciato del Panfilio, che dopo qualche anno venne rimpiazzato dal nuovo canale diretto verso nord e dedicato a papa Corsini. A quel punto, indifferente a tale “rivoluzione” topografica, la più erratica e tenace delle parole ravennati si traslò sulla nuova realtà: da allora, il Candiano sarebbe stato il naviglio che sfociava fra i Piomboni e la Baiona. Col passare del tempo, e l’avan-

zare della linea di costa, invece, del vecchio canale e dell’antico porto si sarebbe persa ogni traccia. Ancora nelle mappe d’inizio ’900, il vecchio e tortuoso tracciato a nord della pineta sopravviveva come un semplice fossato a delimitare il confine dell’azienda “Sacca”. Oggi che si può appena intravvedere la sua ombra, dalle parti della via Bosca, aguzzando gli occhi sulle foto satellitari di Google Earth, solo la “Torraccia” resta a svettare in quella che è ormai l’aperta campagna ai margini della pineta, muta testimone dei tempi in cui, su quelle solitudini, si ergeva all’orizzonte il profilo dei velieri che correvano veloci fra i flutti dell’Adriatico. IN



Allevare | Alberto Pelloni

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Passione

Selvatico

per il

testo Antonio Graziani - foto Massimo Argnani

Allevare le principali specie di selvaggina e pennuti da cortile, dividendosi tra serre e cortile e i moderni uffici dentro la vecchia casa dei nonni. è il mestiere di Alberto Pelloni, titolare di una delle principali aziende del settore in provincia.

“Da oltre mezzo secolo seguiamo la nostra passione di allevatori, e col passare degli anni i miei genitori e io ci siamo impegnati per offrire le qualità dei nostri selvatici quali massima salubrità, bontà delle carni e un valore estetico difficilmente reperibili sul nostro territorio.” È Alberto Pelloni a manifestarci, nel suo “covo”, un ufficio realizzato nella vecchia casa pietra a vista, dove hanno vissuto i suoi avi, lavoratori della terra, la filosofia di allevatore di selvaggina e animali pennuti da cortile contornato da computer, libri, faldoni e riviste specializzate. “Porto un cognome

che ha una storia - dice - ma la mia famiglia non ha alcun vincolo di parentela col bandito Stefano Pelloni, il Passatore.” Alberto Pelloni, 36 anni, perito agrario, sposato a 24 con Stefania, due figli, Alice e Filippo, rispettivamente di 8 e quasi 6 anni, è il

titolare dell’azienda che alleva, a Mezzano di Ravenna, animali sel-

vaggi come la quaglia, la starna, la pernice, il fagiano, e animali rurali o da cortile, quali il pollo, il cappone, la faraona, il galletto e il coniglio. Dai suoi capannoni e dalle sue ampie serre passano, ogni anno, oltre 200 mila capi. Ogni giorno nascono, vivono e sono preparati per le varie destinazioni di mercato, secondo le stagioni, dai 40 agli 80 mila animali. Ha ereditato dal padre, che dà ancora un’importante collaborazione in azienda assieme alla madre, la passione dell’allevamento di animali selvaggi; egli avviò l’attività nell’85, abbandonando definitivamente il mestiere di autotrasportatore e il lavoro agricolo del nonno. Ha cominciato con l’allevamento dei conigli per poi allargarlo agli animali avicoli selvatici. “Sono entrato in azienda a tempo


Alberto Pelloni insieme al padre. In apertura, mentre mostra un fagiano allevato nella sua azienda a Mezzano.

pieno dopo la maturità agraria e il servizio civile - racconta. Questo è un lavoro che richiede impegno assiduo. Si inizia la mattina presto e ci si ferma la sera; a volte si va anche oltre, troppo tardi, a sentire mia moglie!” Tutta l’estensione dell’azienda, oltre 45 mila metri quadrati, è riservata alla produzione di animali. Gli animali sono commercializzati consegnandoli direttamente ai consumatori. Quelli selvatici ven-

trova di fronte a una ressa di decine di migliaia di piccolissime quaglie, appena uscite dalle minuscole uova, che corrono senza meta in una gabbia di decine di metri quadrati di superficie. Nel portone successivo ci sono le quaglie di qualche settimana di vita. Per vederle adulte si deve uscire all’aperto, dove sono contenute in ampi recinti, come vivessero nei loro ambienti naturali.

gono quasi esclusivamente utiliz-

simpatia per il fagiano. “Mi sono

zati dalle aziende venatorie nelle

reso conto che c’è una grande dif-

Alberto Pelloni ha una particolare

ferenza tra un fagiano comune e un bel fagiano, un ‘signor’ fagiano, volatore come il selvatico e con un’estetica perfetta: la sua livrea colorata e questa coda magnifica, dipinta a forcella.” L’azienda ha in animo di realizzare, entro l’anno prossimo, un importante progetto: un locale che abbia i requisiti igienico-sanitari per offrire al consumatore il prodotto, anche in pezzi, pronto da cucinare. Alberto Pelloni si vanta di una caratteristica unica in tutta la provincia di Ravenna: non ci sono altri allevamenti che producono tutte le razze diverse che si possono trovare nella sua azienda di Mezzano. “Noi abbiamo la forza

- afferma - di presentarci sul mercato con un’amplissima gamma di animali, mentre gli altri produttori sono specializzati su una al massimo due specie. Noi, quelle principali, le abbiamo tutte.” IN

riserve faunistiche, quelli da cor-

tile sono venduti direttamente in azienda ai consumatori. “Faccio questo lavoro con passione. Evidentemente tengo presente anche la risorsa economica, tuttavia non è il mio fine, ma un mezzo per avere un’azienda ben strutturata e avere maggiore disponibilità di tempo per gli altri miei interessi.” Chi visita gli ambienti dell’azienda è soggetto a continue sorprese. Aprendo il portone di un box si

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Gli allevamenti sul territorio Non ci sono altri allevamenti in provincia di Ravenna che producano tutte le specie che si trovano da Pelloni: quaglie, starne, pernici, fagiani, capponi, faraone, galletti, conigli. Queste le altre principali aziende di produzione: Itco Italian Trading Srl, allevamento di fagiani (Pineta di Classe). L’azienda ha anche un centro di produzione di starne e pernici a Castelvetro di Modena; La Viola, selvaggina da ripopolamento, specialmente fagiani, allevamento di bovini (Bagnacavallo); Tamburini Maurizio e Franco, Az. Agraria Sant’Uberto, allevamento selvaggina, esclusivamente fagiani (Traversara di Bagnacavallo); Trerè Italo, piccioni e pollame (San Cristoforo di Brisighella); Polleria Gio-dor, pollame, conigli e selvaggina, in prevalenza fagiani (Fusignano); Bambi, allevamento fagiani (San Pancrazio di Russi); Allevamento Ambra, produzione fagiani (Fusignano).


TREKKING SULLE ORME

DELLA FEDE

Viaggiare a piedi, attraverso boschi e piccoli paesi, ha sempre un fascino particolare. Un passo dopo l’altro, il “Cammino di San Vicinio” ci porta per oltre 300 km, tra Romagna, Toscana e Marche, sugli antichi sentieri calcati anche da San Vicinio e dai pellegrini a lui devoti, su strade e mulattiere caratterizzate dalla presenza di piccole e grandi chiese, cellette e maestà votive: un paesaggio unico ed

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OASIS DINNER A MArinA di rAvennA, lA nuovA “oAsi” del gusto Ha inauguRatO a fine maggiO il nuOvO RistORante Di COnsuelO ROssini. un lOCale RaffinatO e intimO, attentO ai sapORi Della nOstRa teRRa, peR piaCevOli mOmenti COnviviali.

Un ambiente accogliente e familiare, un ottimo servizio e materie prime di qualità. È questo il biglietto da visita del ristorante Oasis Dinner, in pieno centro a Marina di Ravenna che è stato inaugurato lo scorso 31 maggio, su iniziativa della giovane Consuelo Rossini (apn pena 32 anni). Il risultato è un posto tranquillo, raffinato e intimo in cui trascorrere insieme alla famiglia e agli amici una piacevole serata a base di convivialità e buon cibo. “L’idea di un nuovo ristorante nasce dall’esperien za quindicinale nella gestione dell’Hotel Oasis n illustra Consuelo n. Lo stabile di viale delle Nazioni 70 era di pron prietà della mia famiglia già da quindici anni. Dopo aver visto alternarsi diverse gestioni, quest’anno ho deciso di impegnarmi in prima persona, sviluppando un progetto che mi è caro da quando ho finito gli studi di agraria,


La famiglia della giovane titon piatti selezionati ricercati e insoliti, vale a dire un ristorante in grado di valon lare gestisce da 15 anni l’Hotel in grado di stuzzicare anche i palati rizzare i prodotti tipici del territorio. spaOasis in viale delle Nazioni. più esigenti. Si può iniziare, per esemn zio dunque alla pasta rigorosamente pio, con un carpaccio di mora romagnola fatta in casa e a carni selezionate, marinato con pompelmo rosa e proseguire con triangoli come l’agnellone e la mora romagnola, una razza suina di robiola e pere con ragù di agnellone QC tagliato al nostrana a Qualità Controllata che arriva direttamente coltello. Fra i secondi, ampia la scelta di fiorentine, con dal Copaf di Brisighella, presidio Slow Food. Una scelta state, tagliate, filetti e braciole, serviti con l’ottimo olio insolita per una località di mare, ma che sta dando i prin di Brisighella. A chiusura del pasto non manca una cron mi buoni frutti. Ricordo che una sera un cliente è entrato stata fatta in casa, mentre il caffè è servito con prelibati aspettandosi di poter mangiare il pesce. A fine serata, scroccadenti. Fra le leccornie da provare, le pere al marn mi ha detto che era andato tutto bene e che questo è sala con zabaione, i mantecati al caffè e all’aceto balsan proprio un locale fuori dalle righe. Un complimento mico di Modena Igt, il mascarpone e la zuppa inglese. A che mi ha da dato una grande soddisfazione perché era disposizione della clientela, due ampie sale per circa esattamente il mio obiettivo.” il menù è composto di un’ottantina di posti a sedere, con un ampio e funn zionale bar al centro. Ovunque si respira un’avvolgente sensazione di calore, grazie al parquet del pavimento e al legno di sedie e tavoli, al color crema delle pareti, deln le tovaglie e delle tende. Linee moderne ed essenziali, sobrie ed eleganti, impreziosite dai lampadari scuri con sfiziose gocce pendenti. apertura: tutte le sere dal martedì al sabato (chiusura il lunedì), la domenica solo a pranzo.

Oasis Dinner Restaurant viale delle Nazioni 70 n Marina di Ravenna Tel. 0544/531582 e 347/4843630


Vincere | Teodora Volley

Ritorno tra le

Grandi

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

Reduci da un campionato in pratica perfetto, le ragazze della Teodora si preparano alla B2. Consapevoli della difficoltà della nuova stagione, ma anche della loro grinta e voglia di emergere.

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È partita lo scorso 23 agosto con il primo allenamento la stagione ufficiale 2010/2011 della Teodora. Dopo il trionfale campionato dello scorso anno, che le ha viste vincere il torneo di serie C con 71 punti, le ragazze guidate da Loris Polo sono al lavoro per preparare il campionato di serie B2 che le vedrà debuttare il 16 ottobre ad Altedo. “Siamo andati oltre le attese - dice il tecnico. Eravamo condannati a vincere e l’abbiamo fatto nel miglior modo

possibile.” Venticinque vittorie e una sola sconfitta a Massa Lombarda: sono questi i numeri con i quali la Teodora ha guadagnato la promozione. Al primo anno di nascita del Consorzio che raggruppa Torrione, Vigili del Fuoco, Volley Romagna e Portuali è arrivato questo importante risultato. “Abbiamo

allestito l’organico - prosegue il tecnico - con le giocatrici più forti provenienti dalle formazioni del Consorzio; le ragazze hanno for-


mato un ottimo gruppo che è la base per raggiungere gli obiettivi. La squadra era equilibrata e la nostra superiorità l’abbiamo dimostrata per tutto l’anno. C’è da dire, ad onor del vero, che il campionato non era di altissimo livello, poche squadre sono riuscite a competere con noi. Il San Giovanni in Marignano è stata la rivale principale però non ha mantenuto le attese, Forlì si è piazzato al secondo posto ed è stato una sorpresa, poi faccio i nomi anche di due ottime formazioni come Porto Fuori e Rimini.” Il tecnico ravennate ricorda in particolare due gare: “Il successo più bello è stato nel girone d’andata a San Giovanni in Marignano dove abbiamo vinto 3-2: quel successo ci ha fatto capire che eravamo i più forti, a livello mentale è stato molto importante. Altra gara da non dimenticare è quella di Rimini, dove abbiamo raggiunto il picco massimo di gioco, penso che nessuno abbia fatto vedere in serie C dei livelli così.” Il nome Teodora regala sempre sensazioni particolari: “Con que-

sto nome l’anno scorso eravamo obbligati a vincere ed è stata una motivazione, quest’anno siamo in un campionato nazionale e ci sentiamo in dovere di fare bene. Per me poi è un onore, visto che sono amico di Matteo Guerra, aver riportato a livello nazionale il nome Teodora, che suo padre Sergio ha portato in cima al mondo.” Quasi tutte confermate le atlete della rosa: Lisa Mazzotti, Monia Laghi,

Mary Comandini, Elisa Cortesi, Katia Bucci, Greta Conti. I nuovi arrivi sono Martina Focaccia, Federica Pondi, Martina Picchetti, Ilaria Napodano e Ilona Klimankova. “Sono ragazze che hanno sempre giocato per vincere, non vedo per-

ché si dovrebbe cambiare la mentalità. Sappiamo che non potremo ripetere i risultati dell’anno scorso, perderemo qualche gara in più ma non partiremo sconfitti da nessuno.” Le ravennati sono inserite nel girone D: “È un’incognita come raggruppamento, ci sono squadre emiliane e venete. Come favorita vedo Cesena che ha cambiato poco ma ha inserito elementi di valore, fra tutte la Beccaria”. Entrano nello staff della Teodora il preparatore atletico Simone Angelini, che ricopre anche la carica di direttore tecnico del Consorzio e, come allenatore in seconda, Gianluca Bacchetta. IN

A sinistra, la rosa al completo della Teodora Volley. Sotto, allenamento per la Marcegaglia, pronta alla seconda stagione in A2.

E anche la Marcegaglia rilancia “Il bilancio finale della scorsa stagione è solamente positivo, alla prima stagione in A2 siamo stati additati come la rivelazione del campionato.” Il presidente della Marcegaglia Luca Casadio è molto soddisfatto per il torneo che ha visto i ravennati concludere la regular season al settimo posto e raggiungere i play-off dove la squadra di Babini è stata poi eliminata ai quarti di finale dalla Zinella Bologna. Nel mercato sei i nuovi acquisti per rafforzare ulteriormente il rooster: “Sono arrivati elementi di grande valore, il nostro obiettivo è migliorare la posizione dell’anno scorso. Ci attende un campionato difficile, molte squadre si sono rinforzate, tra tutte Santa Croce, Padova, Città di Castello e Genova.”

IN Magazine | 43


IN Magazine | Special ADV

Hotel mare e pineta

La perLa di miLano marittima si rifà iL trucco grazie a saLaroLi il gruppo forlivese, dopo aver assunto il controllo societario del prestigioso albergo, ha in programma un ampio progetto di restyling che eleverà l’esclusiva struttura ricettiva a 5 stelle.

Fascino, eleganza, esclusività sono gli

sivo progetto di ristrutturazione.

ingredienti che hanno sancito negli

“Il Mare e Pineta - afferma l’ammini-

anni il successo del mare e pineta,

stratore unico Davide Salaroli - è un

“perla” ricettiva inserita armoniosa-

patrimonio del nostro territorio per

mente fra i pini secolari e il dorato

quell’alone di charme e classe che lo

arenile di Milano Marittima. Oggi

rende meta ambita da una clientela

l’Hotel torna alla ribalta della cronaca

esclusiva e raffinata, che sa apprez-

per due avvenimenti: da una parte il gruppo salaroli ne ha assunto il

zare il valore assoluto del ‘bello’. Per Giancarlo e Davide Salaroli

controllo societario, dall’altra è in fase di definizione un esclu-

questo, e per l’amore che ci lega a

questo simbolo d’eccellenza, abbiamo deciso di offrire il nostro


contributo alla valorizzazione di una struttura che è un capitolo affascinante della storia della Riviera.” Del resto il gruppo Salaroli ha scelto da sempre la cultura della bellezza, riscontrabile negli show-room presenti nelle principali città della Romagna. L’area su cui è dislocato il Mare e Pineta si estende per circa 25.000 mq fino alla spiaggia privata, da sempre vanto per l’ampiezza e la riservatezza che solo 4 file di ombrelloni sanno garantire: nell’area esterna sono ubicati il giardino, 10 campi da tennis e la piscina di 33x11 mt. a servizio della clientela ospitata nelle attuali 165 camere. Da ottobre 2010 è prevista la prima fase del progetto di ristrutturazione di questo “mito” che, per step, si rinnoverà con soluzioni estetiche e architettoniche di rara esclusività. “Abbiamo affidato il progetto - precisa Salaroli - allo studio Lissoni di Milano, team di fama internazionale, che ha curato l’interior design per hotel di lusso in tutto il mondo, ha conseguito a New York, nel 2005, il premio Hall of Fame of Interior Design e ha firmato collezioni per Alessi, Artelano. Boffi, Cappellini, Cassina e Flos/Antares. Grazie alla genialità dello staff guidato da Piero Lissoni stanno prendendo corpo soluzioni creative, che contribuiranno a perpetrare il fascino che qualifica da sempre il Mare e Pineta. Alcune anticipazioni: sono già state tracciate le linee per la realizzazione un centro benessere che introduce concetti innovativi di intendere la cura personale; saranno realizzate nuove ed esclusive suite e riprogettate le strutture ricettive in spiaggia: questi ed altri interventi lo eleveranno a 5 stelle”. La gestione del Mare e Pineta, dopo la ristrutturazione, rimarrà affidata a Select Hotel Collection, che assicura garanzia di servizi d’altissima qualità, grazie all’esperienza pluriennale nella conduzione di strutture ricettive di lusso.

hotel mare e pineta Viale Dante Alighieri 40 - 48015 Milano Marittima (RA) www.selecthotels.it


Confidare | Chiara Nicastro

Incontri di

Stile

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

“Ho iniziato a frequentare scuola di danza a 12 anni e subito è diventata una passione.” Esordisce così Chiara Nicastro, reduce dalla sua esperienza a New York dove ha frequentato per due anni un’importante Accademia. Giovanissima, solare, con un sorriso contagioso e dolce, che nasconde volontà e determinazione. Attualmente è in vacanza, ma tornerà presto in America per un ulteriore anno di formazione e, nello stesso tempo, di sperimentazione e audizioni. Chiara, a 18 anni hai preso la decisione di lasciare Ravenna per trasferirti a New York. Cosa ti ha portata a un passo così importante?

“Finito il Liceo dovevo decidere se iscrivermi all’Università oppure continuare con la danza. Ho capito

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che mi interessava di più quest’ultima, in modo particolare il musical. Ho cominciato a sognare da quando ho visto per la prima volta West Side Story. Mi sono resa conto subito della completezza e della complessità del musical e che, se volevo davvero prepararmi, dovevo andare proprio dove è la culla di questo genere. Ho cercato su internet e ho chiesto di sostenere un’audizione; sono stata ammessa e, grazie al sostegno dei miei genitori, ho iniziato questa esperienza.” Hai incontrato difficoltà? Hai avuto timore di non riuscire?

“Trovarmi in un paese nuovo, lontana da casa... Ho avuto un momento di timore e quasi di ripensamento, ma mio padre mi ha molto aiutata a capire che questa era stata una scelta ponderata e, per questo, dovevo andare avanti. In poco tempo mi sono inserita, ho superato le difficoltà linguistiche, anche se avevo studiato lingue nelle scuole superiori, ho incontrato amici che, come me, arrivavano da paesi diversi. Tra le difficoltà tecniche quella più dura è stata il tip-tap, un passo che qui da noi non è insegna-

to e presenta notevoli difficoltà.” È vero che le Accademie americane sono difficili e rigorose?

“Sì. Si lavora moltissimo. Si studia danza ma anche canto, dizione... tutto quanto troviamo nel musical, che è la forma di danza più complessa e completa. Io iniziavo la mattina e, a volte, andavo avanti fino alle 11 di sera. Per fortuna i docenti sono comprensivi e seguono molto da vicino. L’accademia AMDA, American Musical Dramatic Academy, stabilisce esami per ogni semestre; solo alla fine, superando tutte le fasi, si può avere il diploma. Ora, dopo averlo ottenuto, lo Stato americano mi permette un ulteriore anno di soggiorno, durante il quale devo dimostrare di essere in grado di trovare un lavoro che mi permetta di mantenermi e, nello stesso tempo, partecipare alle audizioni. Tornerò in America a settembre. Poi si vedrà.” Alla fine di questo terzo anno come e dove vedi il tuo futuro?

“Chissà! Forse a New York, o a Londra, o in Italia. Vedremo. Comunque la strada è ancora molto lunga, ma io voglio farcela.”


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Gustare | Azienda CaMontalbano

Un olio d’

Eccellenza

testo Matteo Salbaroli - foto Massimo Fiorentini

Montuschi insieme al padre, Enzo,

Ancor prima di parlarvi di olio e vino voglio premettere che quella mattina, prima della visita in azienda mi sono fermato a far colazione in un bar sotto la via degli Asini; ho ordinato caffè e pasta e fin qui niente di strano, poi mi son guardato intorno e mi son reso conto di essere in un altro mondo dove la serenità e la pace sembrano essere di casa: la barista, con canoni diversi dalle nostre di riviera e città, mi ha sorriso e con un gesto buffo ma elegante mi ha passato la tazzina chiedendomi imbarazzata se volevo un goccio d’acqua naturale o gassata . Le si leggeva in faccia la curiosità di saper cosa ci faceva un estraneo alle 7.20 del mattino a Brisighella. Risalgo in auto verso Strada Casale subito dopo la frazione di Fognano svolto a destra, in via Cavina direzione la Valletta e dopo un paio di km intravedo una torre che sovrasta il colle immersa nel verde, una struttura rurale risalente alla fine del 1700. Qui mi accolgono i proprietari, in particolare Erika

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che gentilissimi si sono ritagliati un po’ di tempo da dedicarmi durante il periodo di vendemmia. Diamo uno sguardo verso i vigneti, rivolti a sud-est e, dunque, con una buona esposizione al sole per quasi tutta la giornata. Più in basso si intravedono gli ulivi: circa un ottantina di piante, alcune di queste hanno circa duecento anni. Dalle loro parole capisco, tuttavia, che l’obiettivo principale per l’Azienda CaMontalbano è vinificare. La mia intenzione invece è visitarla per parlarvi del loro olio, prodotto con olive nostrane brisighellesi: un prodotto di buon spessore che ho avuto modo di gustare e assaporare, ideale per grigliate di carne ma non solo, anche per pesci dal gusto intenso. Estratto a freddo da olive nostrane di Brisighella, con un color giallo verdolino, un retrogusto leggermente piccante e amarognolo e un profumo persistente. Oltre a l’“Eccellenza”,

questo è il suo nome in etichetta, ne producono un’altra qualità da olive Frantoio e Leccino, che si chiama “Extravergine”. Entrambi belle esperienze per il palato Per quanto riguarda il vino, ho assaggiato il Sangiovese superiore, del

2007, assieme a Marco Catapano, somellier professionista. Di color rosso rubino con riflessi aranciati, dal boquet olfattivo un po’ povero, forse penalizzato dalla carica alcolica che emana; comunque, una bella struttura, ma con poca integrazione del tannino, leggermente debole. Per l’Albana passita di loro produzione, “CaMontalbana” una bella nota di credito, un vero piacere degustarla. Ho notato in loro una grande passione, penso che in futuro ci riserveranno piacevoli sorprese a livello enologico: per adesso è presto valutarli, sono solo alla loro quinta vendemmia. www.camontalbano.it

Consigli e appuntamenti L’olio di CaMontalbano ben si abbina a una zuppa di fagioli borlotti con trippe di baccalà, sarà presto un piatto che troverete nel mio menu, al Port of Call di Ravenna. Tra gli appuntamenti gastronomici nei prossimi mesi, si segnalano Enologica a Faenza, dal 19 al 21 novembre (www.enologica.org), Giovinbacco, dal 5 all’8 novembre al Pala de Andrè di Ravenna (www.giovinbacco.it); a Brisighella, tutte le domeniche di novembre, “Quattro sagre per tre colli” (www.brisighella.org).



Leggere | Novità in libreria

Freschi di

Stampa

testo Francesca Zampiga

Il caldo, le ferie e tutte le dinamiche del “divertimentificio” romagnolo non hanno fermato la fucina editoriale e le penne ravennati. Bompiani presenta, infatti, l’ultimo testo del giovanissimo e già proiettato nel panorama internazionale Alessandro Fabbri. Il re dell’ultima spiaggia, questo il titolo del romanzo, si rivolge prevalentemente al popolo dei ventenni italiani che condividono linguaggi, tendenze, ideali e trasgressioni. Ambientato in una riviera romagnola pullulante di sesso e droga, il protagonista Carlo Neri, bello, trasgressivo e calato in un mondo dai valori rovesciati, è disposto a tutto pur di inseguire l’ideale del successo. Un “animale notturno”, che riproduce con tratti avvincenti una generazione che “insegue sogni televisivi, senza fare i conti con la realtà”. Sempre la stessa casa editrice ha pubblicato da pochi mesi il testo di un altro celebre ravennate. Si tratta di Andrea Pezzi: il suo Fuori programma è un testo scritto in prima persona dove l’autore, come in una sorta di diario, racconta la sua ricerca, il suo percorso esistenziale, il cammino, come lui stesso scrive, “che sta sulle tracce dell’Essere”. Definisce la vita “un bellissimo gioco di intelligenza” e si rivolge ai giovani, non a tutti, ma a quelli che per lui sono i “Giovani”, ovvero

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coloro i quali “sanno vivere nella società senza mai diventare della società”. Pagine avvincenti, che regalano uno spaccato del tutto singolare e inedito dell’autore. Da Faenza, invece, la casa editrice Freaks propone un testo originalissimo il cui titolo, I Brevissimi, preannuncia già ciò che vi si troverà all’interno. Una squadra di scrittori, tutti vincitori dello stesso concorso, hanno contribuito con i loro testi alla realizzazione di questo libro estremamente variegato. Si tratta di un coloratissimo caleidoscopio di racconti e poesie, che spaziano attraverso i temi più svariati, dalla diversità all’amore, fino alla semplicità di un passatempo, ma tutti però assoggettati a una regola: una lettura alla velocità della luce! Testi insomma capaci di “emozionare il lettore in un massimo di due pagine oppure trenta versi”; brevi appunto Brevissimi, in

grado di appassionare nella temporanea parentesi di un’attesa. Infine, ma non da ultima, torna la scrittrice ravennate Ornella Fiorentini che pubblica col Centro Studi Socio Politico Tindari Patti il suo ultimo romanzo Obiettivo Veronica. Si tratta di un fantasy dove Tork9, un alieno della galassia senza luce e sentimenti, arriva sulla Terra nelle vesti di un quarantenne professore di scienze motorie, per rapire una giovane donna incinta. Per portare a termine la missione deve però vivere e “sentire” come gli uomini e non solo indossarne le vesti. Studia così gli umani attraverso film, libri, ne imita gli atteggiamenti, ma in fondo capisce che nulla può veramente spiegare e svelare le emozioni umane. Una storia avvincente, non solo nell’intreccio, ma anche nella scorrevolezza del linguaggio e nella semplicità dell’approccio. IN


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