Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - EURO 3,00
R AV EN N A
DONZELLINI
Fausto
IL SIGNORE DELLE CICOGNE
CAMMINARE / Trekking in città CRISTINA MAZZAVILLANI MUTI / Giovani energie TIZIANO GAMBERINI / Il cinema prima di tutto
N° 2 MAGGIO/GIUGNO 2017
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EDITORIALE
SOMMARIO
D
Ded ichiamo la copertina di questo numero primaverile a Fausto Donzellini, proprietario e gestore del ristorante La Campaza che ha realizzato a Fosso Ghiaia un suggestivo villaggio delle cicogne. Tempo d’estate, tempo di diete ma anche tempo di mangiare sano e di movimento: abbiamo incontrato tre realtà che hanno sposato la filosofia vegana e vegetariana e alcuni ravennati che amano camminare. Siamo poi tornati in centro a passeggiare nella zona dantesca e ad ascoltare musica con Emanuela Drei, in arte Giungla. Abbiamo inoltre incontrato Cristina Mazzavillani Muti, Tiziano Gamberini, Luca Rosetti, Luca Vernocchi, Christian Zoli, Michael Canducci, Mauro Ulivi e Francesca Giorgia Piras. Buona lettura
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Fausto Donzellini
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VIVERE
Mangiar sano
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CAMMINARE
Trekking in città
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ESPLORARE
La zona dantesca
Andrea Masotti
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CANTARE
Giungla
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it
CORRERE
Michael Canducci
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GIOCARE
DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta, Giulia Masci Ametta ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: Seven Seas Srl - RSM
Golf con il sorriso
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DIPINGERE
Filippo Farneti
Anno XVI - N. 2 Chiuso per la stampa il 24/05/2017 Collaboratori: Erika Baldini, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Nevio Galeati, Serena Onofri, Elio Pezzi, Aldo Savini, Gianni Zampaglione Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini
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SCOPRIRE
Giovani energie
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INTRAPRENDERE
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Tiziano Gamberini
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Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte
INNOVARE
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ANNOTARE
Palio del Niballo ON LINE FAENZA Un Niballo a cavallo
Accademia Perduta SI RINNOVA BOLOGNA Si è tenuta
il 15 maggio l’assemblea degli associati alla Sezione Autonoma dello Spettacolo dal Vivo dell’EmiliaRomagna. L’assemblea ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali eleggendo come Presidente Ruggero Sintoni di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Tra gli obiettivi prioritari dell’associazione, indicati dal nuovo Presidente appena eletto, il consolidamento del dialogo con la Regione Emilia-Romagna per la valorizzazione di un sistema d’imprese ed enti dello spettacolo riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, indispensabile elemento di crescita civile, culturale ed economica del nostro territorio.
Tutti sulla spiaggia con BEACHES BLUE FESTIVAL RAVENNA . Giunge alla sua sesta edizione Beaches Brew, il festival sulla spiaggia dell’Hana-Bi dal 5 all’8 giugno. Il tutto sempre a ingresso gratuito per uno degli appuntamenti più attesi del panorama internazionale. Quattro giorni di musica internazionale che vedranno alternarsi - sul palco di uno dei principali festival musicali europei - alcuni artisti della nota agenzia di concerti olandese Belmont Bookings. Il 5 giugno aprono la line up sulll’Harbour stage, in Darsena, Kikagaku Moyo, Operators, Mandolin Sisters, Altin Gün Il 6, nella cornice dell’Hana-bi suoneranno King Gizzard & the Lizard Wizard, King Khan & the Shrines, The Coathangers, Death Valley Girls, Lame e The Devils. Si proseguirà anche il 7 giugno, sempre sotto la famosa tettoia dello stabilimento balneare con Shellac, Weyes Blood, Preoccupations, Kaitlyn Aurelia Smith, Decibelles, Mood, DJ Fitz. L’8 giugno concluderanno il festival i Thee Oh Sees, i Moon Duo, Blue Crime, King Ayisoba, Gomma e Matteo Vallicelli. Il tutto rigorosamente a piedi nudi sulla sabbia. Hana-Bi – Viale della pace, 452G – Marina di Ravenna Molo Dalmazia – Marina di Ravenna.
fra tradizione e innovazione: questa la principale novità della 61° edizione del Niballo – Palio di Faenza 2017. Ai classici appuntamenti in programma, che riempiranno i pomeriggi e le serate faentine a partire dal prossimo 29 maggio, si aggiungeranno quest’anno anche una serie di novità sul Web. La prima fra queste sarà l’aggiornamento del sito internet, www.paliodifaenza. it, che garantirà una visione più interattiva e aggiornata del Mondo Palio. Oltre alle dirette streaming delle manifestazioni più importanti, si aggiungerà un’area news per restare sempre aggiornati su quanto accade, utile per gli appassionati di rievocazioni storiche, i tifosi rionali e i turisti e curiosi desiderosi di conoscere e vivere l’esperienza del Niballo.
Nuovi spazi per NET SEALS FORNACE ZARATTINI Net Seals, azienda nata nel 1999 che commercializza guarnizioni per oleodinamica e pneumatica di ogni tipo, ha ampliato la propria sede con un intervento di ristrutturazione in perfetta sintonia con la filosofia che guida il management aziendale. L’intervento inaugurato sabato mattina è stato pensato per dare un nuovo spazio – molto più ampio, piacevole e luminoso – agli uffici aziendali, fino a ieri costretti in un ambiente più piccolo. Il nuovo spazio è illuminato da grandi vetrate e contiene diversi angoli verdi: “Un giusto riconoscimento ad uno staff motivato e capace, che lavora bene e sodo, ed è il vero motore della nostra crescita nel mondo”, ha detto il direttore generale Andrea Rani. Intanto, l’azienda si prepara a partecipare con un proprio stand alla fiera più importante dell’anno: la grande Hannover Messe in Germania, in programma dal 24 al 28 aprile.
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IN MAGAZINE
Trascorriamo le ore più belle in un luogo in cui tutto è perfetto, dove le forme sono semplici e chiare.
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ANNOTARE
Premio EXCELLENT MILANO Consegnato,
Fitness AL LAGO RAVENNA“Non esiste social network che possa sostituire il beneficio di un allenamento all’aria aperta, condividendo un’esperienza salutare e divertente. Questo è il vero circuito social, virtuoso e solo positivo” Vincenzo Zacchini ideatore dell’iniziativa e presidente dell’associazione sportiva Postural Benefit (nella foto), lancia un’iniziativa molto estiva per vivere e far vivere il parco con il lago, zona verde urbana particolarmente amata dai ravennati. Le lezioni di fitness e postural di gruppo si tengono da maggio a settembre in orario serale nella cornice dello splendido lago di via Pertini. Se volete saperne di più, per informazioni: www.facebook.com/ posturalbenefit
Darsena BY BIKE RAVENNA È diventato operativo in Darsena Pop Up il nuovo punto bici allestito dall’associazione “Naviga In Darsena” in collaborazione con “BiciDeltaPo”. Il servizio, attivo dalle 9 in poi, mette a disposizione 50 biciclette pensate per ogni esigenza: City Bike, Mountain Bike, Child Bike, Racing Bike, Graziella e Camel. Le bici potranno essere noleggiate per pedalate in centro storico e in città o verso il mare, magari sfruttando la banchina della Darsena di città. Un secondo punto bici sarà allestito nel mese di giugno nel piazzale Aldo Moro, all’ imbocco del sottopasso, al servizio dei turisti in arrivo con i pullman. Tutti gli Iat della città hanno ricevuto il materiale informativo e già i primi turisti si sono presentati quando il Punto Bici era ancora in fase di allestimento. “Uno dei nostri associati curerà “l’officina”, annessa al Punto Bici, per la costante manutenzione delle biciclette, pronto ad insegnare il mestiere a qualcuno dei tanti ragazzi che frequentano l’area; anche questo - dice Paolo Monduzzi presidente di Naviga in Darsena - è parte della filosofia che ci anima ogniqualvolta intraprendiamo una nuova iniziativa”. Le tariffe vanno dai tre euro per un’ora ai dodici euro per 12 ore. Sono anche disponibili vari accessori come seggiolino porta bimbi, casco, Zaino e giubbino.”
nell’elegante cornice dell’Hotel Principe di Savoia, il Premio Excellent 2017 ad Andrea Corsini (nella foto), Assessore al Turismo della regione EmiliaRomagna. La motivazione: “Dalla promozione del prodotto turistico alla valorizzazione di un mix fra destinazioni e prodotti di eccellenza. È la svolta storica che porta la firma di Andrea Corsini, Assessore Regionale al Turismo dell’EmiliaRomagna dal 2015, firmatario della Nuova Legge 4 sul Turismo.” Il Premio Excellent, ideato da Mario Mancini e promosso da Communication Agency, da ventidue anni premia l’eccellenza fra gli operatori di punta del settore turistico e fra le tante personalità di primissimo piano del mondo della cultura, del sociale e dell’economia nazionale del nostro territorio.
A casa come al ristorante FOOD RACERS RAVENNA Ordinare direttamente a casa o in ufficio i piatti dei propri
ristoranti preferiti: da mercoledì a Ravenna si può. Grazie a Foodracers, una piattaforma online che permette agli utenti di scegliere tra tanti menù diversi e farsi recapitare i piatti a pranzo e cena. A effettuare le consegne sarà una squadra di “racers” selezionati, persone che mettono a disposizione il loro tempo libero per il “food delivery” nella logica della sharing economy. Sono già 9 i primi ristoranti di Ravenna dai quali, a partire da mercoledì 24 maggio, si potrà ordinare tramite l’app scaricabile su smartphone o tablet e il sito web www.foodracers.com. Foodracers, una startup innovativa, 100% italiana che ha lanciato il sito e la app a gennaio 2016 e vanta già oltre 60.000 ordini consegnati in 19 città, ha scelto di portare il servizio in tutti i capoluoghi di provincia italiani. 8
IN MAGAZINE
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Il Caffè del Teatro
ANNOTARE
Raccontare in 10 RIGHE
Bandiera blu per CERVIA
BAGNACAVALLO È dedicata a Leo Longanesi, a sessant’anni dalla morte, la diciottesima edizione del concorso Il Racconto in 10 righe. Il tema scelto è proprio uno degli aforismi del celebre giornalista, editore e intellettuale che nacque in queste terre: “Non datemi consigli, so sbagliare da solo”. Possono partecipare i residenti in Emilia-Romagna inviando, entro il 30 giugno 2017, un racconto inedito e originale, ispirandosi all’aforisma. La lunghezza massima del testo: 10 righe, scritte in carattere Times New Roman corpo 12. Due le sezioni, adulti (a partire dai 15 anni) e under 14, che potranno partecipare singolarmente, o come gruppo. I vincitori saranno premiati, con libri, durante l’ultima serata della rassegna estiva Bibliocaffè (10 luglio) nella Biblioteca comunale Taroni di Bagnacavallo. www.comune. bagnacavallo.ra.it
CERVIA Cervia sorride perché ha conseguito la Bandiera Blu 2017, la ventiduesima per questa famosa località marittima. Un prestigioso riconoscimento al nostro mare e alle nostre spiagge, che arriva per il diciannovesimo anno consecutivo. Il premio, istituito nel 1987, è stato consegnato a Roma. L’assegnazione della Bandiera Blu avviene dopo una rigorosa e accurata selezione, attraverso l’esame comparato dei dati acquisiti ed elaborati direttamente dalla Fee-Italia relativi a qualità delle acque, qualità della costa, qualità dei servizi e delle misure di sicurezza ed educazione ambientale. Quest’anno sono 163 i Comuni italiani premiati per complessive 342 spiagge, mentre in Emilia Romagna sono stati premiati 6 comuni, uno in meno rispetto allo scorso anno.
A Lugo continua SCRITTURA FESTIVAL LUGO Quarta edizione per “ScrittuRa Festival”, dopo gli
appuntamenti a Ravenna, dal 22 al 28 maggio, anche a Lugo, dall’8 all’11 giugno 2017. Dopo la parte ravennate, la prosecuzione a Lugo offre l’opportunità di altri incontri, altrettanto interessanti, con l’inviato di Repubblica Riccardo Staglianò, la scrittrice Teresa Ciabatti, Alberto Rollo, direttore editoriale e finalista al premio Strega, e poi Lidia Ravera, Michele Dalai, Luca Briasco e Andrea Vitali. ScrittuRa Festival è diretto da Matteo Cavezzali e realizzato dall’associazione Onnivoro grazie al contributo degli assessorati alla cultura dei comuni di Ravenna e Lugo, della Regione EmiliaRomagna, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e CMC.
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Il posto dove vivere.
ESSERE
Il signore delle
CICOGNE
FAUSTO DONZELLINI, PROPRIETARIO E GESTORE DEL RISTORANTE LA CAMPAZA, HA REALIZZATO A FOSSO GHIAIA UN SUGGESTIVO VILLAGGIO DELLE CICOGNE, CHE LA TRADIZIONE POPOLARE ASSOCIA ALLE NASCITE. di Roberta Bezzi / ph Massimo Fiorentini
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Quando è stato ospite nel 2010 della trasmissione TV della Rai Soliti ignoti, nessuno alla fine indovinò il suo mestiere: allevatore di cicogne. Ma a Fosso Ghiaia, centro abitato di circa 1.500 anime a Sud di Ravenna, tutti conoscono Fausto Donzellini, proprietario e gestore del ristorante La Campaza dal 1980, con una passione smodata per gli splendidi trampolieri che la tradizione popolare associa alle nascite dei bambini e ad altri eventi fortunati. Quello che inizialmente era solo un piacevole passatempo, si è trasformato gradualmente in una missione possibile che – proprio quest’anno – sta dando importanti frutti, quali la candidatura a Villaggio europeo delle Cicogne, premio assegnato dall’associazione tedesca Euronatur, la vittoria del carro dedicato alle cicogne nell’ambito del Carnevale dei Ragazzi 2017 e la prossima intitolazione di Fosso Ghiaia - Villaggio delle Cicogne che sarà visibile nel cartello stradale della località. È un fiume in piena Donzellini, quando inizia a parlare di cico-
gne, gli occhi si illuminano, le mani faticano a restare ferme, come a voler trasmettere al suo ascoltatore tutta la sua passione. E tutto l’orgoglio per il suo villaggio che sorge in un’area di circa 40 ettari di terreno su cui volano, libere o in una gigantesca voliera, circa 150 esemplari di cicogna. Come nasce il suo amore per gli animali? “Già da bambino mi divertivo soprattutto stando a stretto contatto con la natura, incuriosito da tutti gli esseri viventi che lì vivevano. Ho avuto tanti amici a quattro zampe, in particolare cani, cavalli, pecore, capre. Poi quando nel 1980 ho comprato La Campaza, ho iniziato ad avere nel laghetto anatre, cigni, fenicotteri, pavoni, fino a raggiungere la ragguardevole cifra di oltre 300 esemplari.” Poi sono arrivate le cicogne bianche. Perché proprio loro? “Mi sono sempre piaciute. Non solo per le leggende positive che vi ruotano attorno, ma in quanto sono uccelli veleggiatori abituati a vivere a contatto con l’uomo e a nidificare nei centri abitati. Fondamentale è stato anche l’in-
contro – all’inizio del 2000 – con Carlo Gulmanelli, che curava le cicogne del parco Bucci di Faenza, con cui si è subito instaurato un bel rapporto d’amicizia. È stato lui a dirmi che i terreni della Campaza, si prestavano bene ad accoglierle. Mi ha convinto facilmente, anche se poi sono passati alcuni anni prima di cominciare il percorso.” Si ricorda ancora quando è arrivata la prima cicogna? “Certo, non potrei mai scordarlo: domenica 4 marzo 2012. Stavo guardando in diretta televisiva i funerali di Lucio Dalla, il mio idolo, quando mio cugino è venuto da me trafelato per dirmi che nella voliera era arrivata la prima cicogna. Ero scettico, perché credevo fosse un airone o un altro uccello, ma il suo battere il becco in segno di saluto mi ha tolto qualsiasi dubbio. Quello è stato un segno del destino e l’ho chiamato Lucio. Pensavo che restasse solo qualche giorno, invece si è affezionato a me… Poi nell’estate 2013 sono arrivate ben 22 cicogne.” La storia di Lucio scatena un forte interesse mediatico... “È un esemplare che sa il fatto suo. In poco tempo è diventato il custode della voliera. Libero di giorno, quanto vola su tutte le aree circostanti, ma la sera ritorna per coricarsi.” Anche il paese ha fatto quadrato attorno a lei… 14
IN MAGAZINE
“I cittadini credono molto in questo bel progetto. Insieme alle parrocchie di Fosso Ghiaia e Lido Adriano abbiamo anche creato il carro Migranti come le cicogne, con grandi cicogne in cartapesta, che ha vinto il primo posto dell’edizione 2017 del Carnevale dei Ragazzi Città di Ravenna.” A questo punto vi manca solo il riconoscimento di Villaggio europeo delle cicogne “A breve sapremo qualcosa. Siamo positivi, perché abbiamo tanti punti a nostro favore: prima di tutto il fatto che, in Italia, a nessuno prima di noi sia mai stato conferito il premio, poi l’ambiente perfetto per le cicogne, con tanto di canale che attraversa la voliera piena di gamberi della Louisiana – importate da tempo – di cui sono ghiottissime.” Come si è sviluppato il progetto che ha portato alla reintroduzione delle cicogne nel territorio? “Nel 2001 abbiamo realizzato una grande voliera di 2.400 metri quadrati dove sono nate le prime cicogne di allevamento e dove i nuovi nati rimangono fino al secondo anno di vita. Essendo uccelli gregari, nel corso del tempo hanno iniziato a fermarsi qui anche gli esemplari di passaggio nidificando nelle piattaforme appositamente realizzate e collocate all’interno e all’esterno della voliera. Si tratta di piattaforme con
IL 2017 È UN’ANNATA SPECIALE: DOPO LA VITTORIA DEL CARRO CON LE CICOGNE AL CARNEVALE DEI RAGAZZI, C’È ATTESA PER LA CANDIDATURA A “VILLAGGIO EUROPEO DELLE CICOGNE”. A BREVE INOLTRE LA LOCALITÀ SARÀ INTITOLATA “FOSSO GHIAIA – VILLAGGIO DELLE CICOGNE”.
un diametro di 150 centimetri e collocate a un’altezza di 14/15 metri. È facile vederle svettare anche nel lato opposto al ristorante, quello verso il mare, un’area che confina con il Parco del Delta del Po particolarmente adatta, per il suo grande lago e la sua vicinanza alle Valli Ortazzo e Ortazzino dietro la pineta di Classe.” Oltre a lei, chi è stato il primo a credere in questa sua missione? “Lo stesso Gulmanelli che per primo me lo ha suggerito. Un giorno mi disse: Solo tu puoi farla. Una cosa come questa in tale contesto, non ha eguali nel mondo. Non voleva dire che non ci potessero essere altre aree idonee, ma puntare l’accento sulle tante difficoltà che implica. La sola passione per questo progetto non basta, perché servono mezzi economici adeguati.”
Dietro di lei infatti c’è l’ormai solida realtà imprenditoriale della Campaza. “Ristorazione e natura sono un bel connubio. Mentre personalmente mi occupo di continuare a migliorare la parte esterna, mia moglie Pierangela Patrignani cura con grande abilità la parte ristorativa, insieme a nostro figlio Gilles e alla fidanzata Anna che hanno sviluppato anche il servizio di catering. Il ristorante può ospitare fino a 1.300 persone.” Può ricordare i tempi mitici in cui avete mosso i primi passi? “Tutto lo si deve principalmente a mia moglie. All’inizio degli anni Ottanta, avevamo comprato questi terreni incolti che nessuno voleva. La mia idea era di farne un magazzino edile perché i miei genitori vendevano materiale edile e a me piaceva girare con camion e macchinari vari. Quando mia 16
IN MAGAZINE
UN’AREA DI CIRCA 40 ETTARI DI TERRENO, CON UN BEL LAGO, UNA GRANDE VOLIERA DI 2.400 METRI QUADRATI, VARIE STAZIONI DI AMBIENTAMENTO E NUMEROSE PIATTAFORME A 14/15 METRI DI ALTEZZA, VIVONO E NIDIFICANO CIRCA 150 ESEMPLARI DI CICOGNA.
moglie mi disse che avrebbe iniziato la stagione estiva, le proposi di aprire un piccolo chiosco di piadina e cocomeri. Lo gestì con tale entusiasmo e schietta cordialità che diventò presto un’area di ristoro fondamentale per i viaggiatori che affollavano l’arteria stradale principale della riviera adriatica. E così un passo dietro l’altro, siamo arrivati a oggi.”
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Mangiar
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LA RÊVERIE, AMARANTO E ROSETTI SONO TRE DIVERSE REALTÀ, UN PICCOLO GRAZIOSO LOCALE, UN RISTORANTE VEGANO E UN NEGOZIO DI FRUTTA E VERDURA, CHE PROPONGONO CIBI FRESCHI E GENUINI, CON FRUTTA E VERDURA A KM ZERO. di Roberta Bezzi / ph Massimo Fiorentini
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Estratti, centrifughe, insalate, zuppe, a base di frutta, verdure, spezie e semi, ancora meglio se di origine biologica. Questo è il nuovo lessico del mangiar sano, una tendenza che è ormai diventata una pratica di vita per molte persone che prediligono cibi freschi, genuini, in definitiva di stagione, e possibilmente a km zero. Girando per Ravenna, anche i più distratti avranno notato la grande varietà di negozi e locali, dedicati a questo nuovo modo di mangiare con soluzioni sfiziose per un pranzo, una merenda o una piccola pausa salutare. In via Mura San Vitale 11, ha di recente festeggiato il suo terzo compleanno La Rêverie che ha fatto da apripista nel settore. “Quando abbiamo aperto nel marzo 2014 – raccontano le due titolari Francesca Feletti e Gabriella Scarabelli che sono anche amiche nella vita -, la nostra era una proposta diversa dalle altre. Adesso in tanti si sono messi a fare creme di verdure calde, zuppe, cous cous, cereali, succhi, mousse, centrifughe e frullati, ma la nostra offerta resta sempre molto originale. Anzitutto per il rispetto di ciò che la natura e il territorio offrono nei
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IN MAGAZINE
IN QUESTE PAGINE, FRANCESCA FELETTI E GABRIELLA SCARABELLI, TITOLARI DEL RISTORANTE “LA REVERIE”, E ALCUNI DEI LORO PIATTI VELOCI E NATURALI.
vari periodi dell’anno, ma anche per la nostra formula così facilmente fruibile. Nel nostro locale, cerchiamo di far sentire le persone come a casa propria, offrendo l’occasione di rilassarsi per una gustosa pausa pranzo o per una veloce pausa di metà mattina o pomeriggio. Ma anche piacevoli aperitivi il venerdì sera, con buffet vegetariano, vino bio e birra artigianale. Senza contare poi che mettiamo anche a disposizione il comodo servizio takeaway per chi preferisce rientrare a casa”. Questo piccolo grazioso locale si è fatto subito riconoscere, non solo perché premiato dal Comune di Ravenna come startup sin dal primo anno, ma per la grande risposta di pubblico. La scelta di non essere troppo estremi nelle proposte, ha infatti attirato una clientela eterogenea fatta di vegani/vegetariani/onnivori: dai giovani studenti per i prezzi accessibili, alle mamme incinta attente all’alimentazione, dagli uomini più restii che hanno scoperto come non addormentarsi sulla scrivania dopo la pausa pranzo alle signore più mature abituate a scegliere con cura gli alimenti. Restando in via Mura San Vitale, ma al civico 10, c’è
il nuovo ristorante vegano Amaranto aperto nel novembre 2014. “La nostra filosofia – racconta il proprietario Stefano Pezzi – è quella di far capire alle persone che si può mangiare sano ma con gusto, orientandosi verso prodotti stagionali, biologici e del nostro territorio, senza quindi il ricorso alla chimica. Questo significa non solo fare
“NEL NOSTRO LOCALE, CERCHIAMO DI FAR SENTIRE LE PERSONE COME A CASA PROPRIA, OFFRENDO UNA GUSTOSA PAUSA PRANZO O UNA VELOCE PAUSA MERENDA. MA ANCHE PIACEVOLI APERITIVI IL VENERDÌ SERA, CON BUFFET VEGETARIANO”.
del bene per se stessi ma anche per l’ambiente, in quanto si inquina di meno facendo circolare meno camion, aerei e mezzi vari, e per gli animali, poiché si smette di torturali per cibarsi delle loro IN MAGAZINE
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DA AMARANTO È POSSIBILE PRANZARE CON CAPPELLETTI AL RAGÙ DI FRUTTA SECCA E SEITAN, SI PESA E SI PAGA CIÒ CHE SI MANGIA. DA ROSETTI, UN MUST SONO L’INSALATA DI SPINACI, FRAGOLE E FETA O IL FRULLATO AL LATTE DI COCCO, BANANA E SEMI DI CHIA.
proteine”. La scoperta a livello personale dei benefici dell’essere vegano, la lettura di best-seller sull’alimentazione quali The China Study di Campbell e la conoscenza di esperti del settore, hanno aperto nuovi orizzonti a Pezzi che – prima di decidere quale formula adottare per il suo ristorante – ha visitato come cliente circa una trentina di locali simili. Alla fine, ha deciso per il buffet di mezzogiorno dal lunedì al sabato, con 13/14 proposte salate e 6/7 dolci, lasciando al cliente grande libertà: ognuno può infatti decidere quanto mangiare e quanto spendere, semplicemente pesando ciò che si mette nel piatto. Solo la domenica il buffet diventa a prezzo fisso, con bevande comprese, mentre la sera si può cenare alla carta. Le specialità da provare? I cappelletti e i ravioli con ragù di 20
IN MAGAZINE
frutta secca e seitan. Una bella scommessa, in terra di Romagna! Molto apprezzato, tutto l’anno, è anche l’ottimo crumble di mele. Restando su questo filone, c’è un’altra storia che merita di essere raccontata. Quella del negozio di frutta Rosetti, attività di lungo corso presente sul territorio dal lontano 1979, con due sedi a Lido Adriano e a Ravenna. A fondarla è stato Claudio Rosetti che, tuttora, si preoccupa di selezionare con cura la frutta e la verdura nei migliori mercati di Cesena e Bologna, oltre che nelle campagne circostanti. A poco a poco, la sua passione per l’ortofrutta ha coinvolto tutta la famiglia, ossia la moglie e le due figlie, sempre alla ricerca di nuove idee per accontentare la sempre più esigente clientela. Così, dallo scorso anno, una parte del negozio di via IV Novembre 47,
IN ALTO, STEFANO PEZZI, TITOLARE DEL RISTORANTE “AMARANTO”, CHE PROPONE PRANZI A BUFFET DOVE SI PAGA A PESO CIÒ CHE SI MANGIA. QUI SOTTO UNO SCATTO DELLA SALA.
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in pieno centro storico a Ravenna, è stata trasformata e adattata alla vendita di cose sane, come si legge sul cartello: insalate pronte
e frutta tagliata, frullati ed estratti. Qualche prelibatezza? Per esempio, l’estratto di rapa rossa, carota e zenzero, oppure il frullato con latte di cocco, ananas, banana e semi di Chia, e ancora l’insalata con avocado o spinaci, fragole e feta. “Ci pensavamo da diversi anni – racconta una delle figlie Cristina Rosetti -, e finalmente è arrivato il momento di questo giusto completamento. D’altra parte l’interesse verso il mangiare sano è aumentato, soprattutto nei giovani che hanno una consapevolezza maggiore. E per chi non vuole faticare troppo a casa o in ufficio, facciamo anche consegne a domicilio”.
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A PIEDI L’ASSOCIAZIONE RAVENNA CAMMINA PROPONE PER DUE SERE A SETTIMANA ITINERARI A PIEDI IN MEZZO AI MONUMENTI. I RAVENNATI IN SOLITARIA AMANO CAMMINARE SULL’ARGINE DEI FIUMI UNITI. di Roberta Bezzi / ph Massimo Fiorentini
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Ci sono tanti buoni motivi per camminare, dal tenersi in forma al prevenire problemi di salute, dal piacere di godersi un luogo al condividere una parte del tempo libero, dal ridurre lo stress alla passione per l’atto in sé. Di certo è che nel camminare c’è una dimensione interiore ed esteriore che ciascuno può declinare a suo piacere: nel primo caso, significa infatti scegliere se farlo da soli o in compagnia, prediligendo quindi la componente più meditativa o quella sociale e amicale; nel secondo caso, valutare dove avventurarsi, che sia in un contesto urbano o a diretto contatto con la natura. E poiché il camminare è un atto profondamente libero, le carte possono rimescolarsi in qualsiasi momento. Un ottimo esempio organizzato, è quello di Ravenna Cammina, associazione dilettantistica nata nel 2014 che raccoglie attualmente ben 350 iscritti, proponendo due Camminate… per piacere a settimana, il lunedì e mercoledì sera. “Per tanto tempo – racconta il presidente Ivo Angelini –, ho fatto delle camminate lungo l’argine dei Fiumi Uniti a Ponte Nuovo in compagnia del mio cagno-
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lino. Nel 2012, in occasione del cinquecentenario della Battaglia di Ravenna, ho organizzato una prima camminata collettiva e l’avventura è poi proseguita con alcune camminate pomeridiane di domenica in cui riuscivo a coinvolgere una quindicina di amici. Nel momento in cui stavo per stancarmi, a incoraggiarmi è stato Andrea Lami, l’ex presidente del CSI ravennate, che mi ha suggerito di proporre le camminate in orario serale. Quell’idea è stata vincente, perché in poco tempo hanno aderito una settantina di persone.” Un altro punto di forza si dimostra la scelta di itinerari sempre diversi che spaziano dai luoghi più suggestivi del centro storico ai lidi ravennati. Si parte alle 21, sempre da un luogo facilmente raggiungibile, muniti di casacca e torcia. I gruppi sono mediamente costituiti da 120-150 persone, in prevalenza donne che rappresentano il 70 per cento delle iscritte. L’età media è di 50-55 anni, considerando l’arrivo in questi ultimi due anni di molti trentenni. Si percorrono in tutto non più di sei chilometri a sera e ciascuno sceglie la velocità in base alla propria forma fisica. “È un ottimo modo per socializzare e conoscere nuove persone – racconta il dirigente bancario Giuliano Lugli –. Mi è sempre piaciuto camminare per passione e per tenermi in forma. Tra chi cammina più velocemente, alla fine si crea una specie di sana competizione.” Ha iniziato a partecipare alle camminate di Ravenna Cam-
mina lo scorso gennaio anche l’impiegata Fabiana Vannucci. “Sin da bambina ho praticato sport e in particolare l’atletica – spiega –, ma dopo la nascita delle mie due figlie avevo un po’ rallentato. Mi sono incuriosita subito sentendo parlare di questo gruppo, pensando che facesse al caso mio, visto che la sera è il momento della giornata in cui sono più libera. Apprezzo molto anche gli itinerari, come quello alla scoperta delle porte storiche di Ravenna, ma anche intorno alla basilica di San Vitale.” Per l’artigiana Stefania Mazzolani, camminare è stata una necessità. “Stando tutto il giorno seduta – commenta –, arrivavo a sera con le gambe pesanti. Ho cominciato a camminare da sola tutti giorni 30-40 minuti, finché un’amica mi ha coinvolto. Temevo di non essere abbastanza allenata, così ho tentennato un po’. È stata una piacevole sorpresa camminare con altre persone formando un bel serpentone. Il tempo passa ancor più velocemente, visto che parliamo e ci confrontiamo mentre passeggiamo.” Ma che Ravenna sia una indiscussa città di camminatori, al di là dell’esperienza dell’associazione dilettantistica, lo dimostra il viavai che c’è in certi luoghi magici a Ravenna, come l’argine dei Fiumi Uniti. Qui è facile imbattersi nel responsabile commerciale di Ravenna IN Magazine Gianluca Braga, nel commerciante Mauro Tagiuri o nel dirigente d’azienda Carlo Licciardi. “Da un paio di anni – racconta Braga – alterno
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UN ALTRO PUNTO DI FORZA SI DIMOSTRA LA SCELTA DI ITINERARI SEMPRE DIVERSI CHE SPAZIANO DAI LUOGHI PIÙ SUGGESTIVI DEL CENTRO STORICO AI LIDI RAVENNATI. SI PARTE ALLE 21, DA UN LUOGO FACILMENTE RAGGIUNGIBILE, MUNITI DI CASACCA E TORCIA.
il tennis e la camminata veloce/ corsa, rispettivamente due volte a settimana. Il mio percorso tipico? Da Ponte Nuovo a Porto Fuori andata e ritorno, per un totale di 12/13 chilometri. C’è sempre gente, a piedi, in bicicletta, persino a cavallo. Il luogo diventa spettacolare al tramonto, quando vicino alla chiusa di Porto Fuori è possibile scorgere anche qualche airone. Un’alternativa al rivale del fiume, è il parco di Teodorico. Praticare attività fisica è un ottimo antistress, oltre che essere un buon modo per tenermi in forma.” “Sono un ex corridore – racconta 26
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Tagiuri –, ma con l’età mi sono avvicinato alla camminata all’aria aperta. Oltre alla riva dei Fiumi Uniti, luogo unico in tutte le stagioni, adoro addentrarmi nella pineta di Marina di Ravenna o percorrere la ciclabile verso Punta Marina. Nel pieno della mia forma fisica riesco a camminare cinque o sei volte a settimana, per circa un’ora. Mi piacerebbe farlo in compagnia, ma per motivi lavorativi finisco per essere solo così da sfruttare i pochi momenti liberi.” “Riesco a camminare due o tre volte a settimana – conclude Licciardi –, alternando luoghi a contatto con la natura, come la riva del fiume o la pineta, o percorsi cittadini, come per esempio dalla rotonda di viale Randi al Cinemacity o anche nella nuova zona dietro il tribunale. A volte riesco ad andare con colleghi o amici, ma più spesso da solo ed è l’occasione anche per meditare. Camminare è sempre stata una passione, ma con il passare del tempo è diventata anche un’esigenza di salute. Il sogno? Fare cento chilometri in una settimana, quelli del Cammino di Santiago di Campostela.”
Ravenna Cammina IN CIFRE Questi sono i numeri di Ravenna Cammina: 350 iscritti per il 2017, oltre 2.000 i partecipanti complessivi, 64 itinerari diversi ogni anno. Le donne rappresentano il 70 per cento del totale, mentre l’età media è di 50-55 anni. A ogni uscita serale partecipano tra 120 e 150 persone e si percorrono 5-6 km.
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ESPLORARE
La zona del
SILENZIO
ALLA SCOPERTA DI UN ANGOLO APPARTATO DI RAVENNA, DOMINATO DA UN’ATMOSFERA INTIMA: È LA ZONA DANTESCA, TRA PIAZZA S.FRANCESCO E LA TOMBA DEL GRANDE POETA. di Andrea Casadio / ph Massimo FIorentini
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Quando si chiede a un ravennate quale sia la sua parte preferita del centro storico cittadino, la riposta (tutt’al più a pari merito con via Galla Placidia) è abbastanza scontata: la zona dantesca. Lo stesso, con tutta probabilità, vale per i turisti e gli ospiti più o meno occasionali della città. Questo angolo appartato di Ravenna, dove la prospettiva ampia e ieratica di piazza S. Francesco convive con le atmosfere più intime attorno alla tomba di Dante, con i suoi scorci medievaleggianti che fanno capolino dietro le fronde dei pini e dei cipressi, ben si addice al ruolo per il quale è universalmente riconosciuto: quello di zona del silenzio, dove i ritmi della città quotidiana si placano in una pausa senza tempo ad abbracciare nella quiete il riposo del divino poeta. Con tali premesse, potrebbe allora stupire il fatto che, fino a un secolo fa, tutto questo non esisteva, e che quello che a uno sguardo superficiale sembra un lacerto di Medioevo miracolosamente sopravvissuto fino a noi non è altro che una creazione novecentesca. Un passante che, nel 1917, si volgeva da via Corrado Ricci verso piazza S. Francesco (muta-
te anche nel nome: allora erano rispettivamente via Mazzini e piazza Byron), non ammirava la facciata della chiesa nella forma odierna, dal momento che all’epoca si presentava ancora nelle linee barocche che aveva assunto qualche secolo addietro. D’altra parte, una sua visione completa era impossibile, perché era impedita dalla presenza, sulla piazza, di alcuni grandi tigli e del monumento a Garibaldi, qui eretto nel 1892. A destra, al posto del portico della Provincia correva il muro di cinta del palazzo che era stato dei Rasponi, e che in quel momento era il lussuoso hotel Byron. A sinistra, dove oggi sorge la biblioteca Oriani, il passante del secolo scorso avrebbe potuto fare una sosta sotto la pensilina del caffè Byron, in quell’antica casa Rizzetti che nel 1819, quando era sede dell’albergo Imperiale, aveva ospitato per alcuni mesi il poeta inglese. Sul retro, in luogo delle auliche atmosfere del giardino attuale si affollava un conglomerato di casupole, fra le quali la popolare “birreria-bottiglieria” del Bugno, gratificata pure da una citazione stecchettiana. Tutto questo era il frutto di una lunga stratificazione storica. Nel IN MAGAZINE
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NELLA ZONA DEL SILENZIO, I RITMI DELLA CITTÀ QUOTIDIANA SI PLACANO MAGICAMENTE IN UNA PAUSA SENZA TEMPO AD ABBRACCIARE NELLA QUIETE IL RIPOSO DEL DIVINO POETA, DANTE ALIGHIERI, CARO A TUTTI I RAVENNATI E VISITATORI.
corso dei secoli, attorno alla chiesa di S. Francesco (la basilica tardoantica di S. Pier Maggiore, dal Duecento concessa appunto ai francescani dell’attiguo convento), al suo sagrato e al suo cimitero (dove nel 1321 era stato eretto il primo sepolcro dantesco) la città era cresciuta e si era moderniz-
zata, coinvolgendo questa zona nei ritmi prosaici della sua vita quotidiana. Fu solo dalla seconda metà dell’Ottocento che il rilancio del culto di Dante e una nuova concezione dei beni storicoculturali suggerirono la necessità di una più dignitosa sistemazione del sepolcro e del contesto urbano in cui era inserito. Il punto di svolta in questo processo fu, nel 1913, la costituzione di un comitato capeggiato da don Giovanni Mesini con il fine di restaurare S. Francesco in vista del centenario dantesco del 1921. In questo progetto don Mesini trovò l’appoggio dell’amministrazione civile, e in particolare dell’uomo che da un ventennio era il vero ispiratore degli interventi sul patrimonio storico-artistico ravennate, e cioè Corrado Ricci. Legato a questi luoghi anche da vincoli sentimen-
tali (era infatti nato e cresciuto in casa Rizzetti), Ricci, anche se fisicamente assente da Ravenna, ispirò e seguì passo passo tutti i lavori che vi si sarebbero succeduti nei decenni seguenti. I primi furono appunto quelli che, fra il 1919 e il 1921, interessarono la basilica e l’area contigua al sepolcro. In quest’ultima si intervenne con la sistemazione del quadrarco di Braccioforte, la collocazione della nuova cancellata in ferro battuto e la costruzione, sul retro della tomba, della scala con in cima la campana donata dai comuni italiani, mentre nei contigui chiostri del vecchio convento francescano fu creato il Museo Dantesco. Ben più radicali gli interventi nella chiesa, che venne completamente modificata sia all’interno che all’esterno con l’eliminazione di ogni elemento barocco, l’elevazione del campa-
IN ALTO, PIAZZA SAN FRANCESCO NEI PRIMI DEL ‘900. A FIANCO, UNA VEDUTA DELLA PIAZZA CON LA STATUA DI GARIBALDI E I TAVOLINI DEL CAFFÈ BYRON (1928)
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■ 1 GIUGNO
Uccidiamo il chiaro di luna ■ 8 GIUGNO
Les mémoires d’un seigneur
un festival che danza
Olivier Dubois
■ 10 GIUGNO
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■ 29 GIUGNO
Ballet Nacional de Cuba ■ 22 LUGLIO
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IL 13 SETTEMBRE 1936, A TRE ANNI ESATTI DALL’INIZIO DEI LAVORI, LA ZONA DEL SILENZIO VENIVA UFFICIALMENTE INAUGURATA. OGGI, DOPO I MOMENTI BUI SEGUITI AGLI ANNI ‘70, ESSA SEMBRA VIVERE UN NUOVO RINASCIMENTO.
IN ALTO, UNO SCORCIO DELLA TOMBA DI DANTE.
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nile e la ristrutturazione finalizzata a un ripristino non tanto della forma originaria del V secolo, quanto di quella ritenuta in tale caso più significativa, e cioè della chiesa trecentesca che aveva ospitato i funerali di Dante. All’inizio degli anni ’20, dunque, S. Francesco, con la facciata medievale in mattoni faccia a vista, aveva acquisito il suo aspetto attuale. Un nuovo tassello nella formazione della zona dantesca di oggi si aggiunse poco dopo, intrecciandosi
drammaticamente con le vicende politiche di quegli anni. Nel corso degli anni ’20 furono elaborati vari progetti (alcuni molto invasivi, come ad esempio quello dell’architetto Gustavo Giovannoni che prevedeva fra l’altro la costruzione di un bislacco mausoleo al posto del tempietto del Morigia), che però non trovarono attuazione. Fu solo all’inizio del decennio seguente che l’operazione conobbe una decisiva svolta, questa volta sulla scorta di un sostegno imbattibile, e cioè l’investimento ideologico del regime nella valorizzazione di Dante come poeta nazionale per antonomasia. Ancora una volta, a sovrintendere all’operazione era Corrado Ricci, membro più influente dell’apposito comitato nominato dal ministero dell’Interno nell’estate del 1933. Il 13 settembre, in occasione dell’annuale celebrazione dantesca, i lavori della nuova zona del silenzio potevano così essere ufficialmente avviati. In realtà, a quella data il piccone risanatore
aveva già sgomberato il retro di casa Rizzetti, relegando il Bugno e gli altri edifici nel novero delle memorie della vecchia Ravenna scomparsa. Al loro posto venne creato il giardino attuale, delimitato da due lati dal portico cinquecentesco che trovò qui la requie apparentemente definitiva di una vita assai travagliata. Il 13 settembre 1936, a tre anni esatti dall’inizio dei lavori, la zona del silenzio veniva ufficialmente inaugurata. Oggi, dopo i momenti bui seguiti agli anni ‘70, quando era diventata la sede per antonomasia del degrado e del disagio giovanile, essa sembra vivere un nuovo Rinascimento. Seduti ai tavolini di un caffè, sfogliando un volume nel giardino dell’Oriani o ascoltando il silenzio fra gli archi, i sepolcri e le fronde, i ravennati sono tornati finalmente a riappropriarsi di uno spazio che, come volevano i suoi creatori, è davvero uno dei più suggestivi ed evocativi della città.
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Incontro Giungla, Emanuela Drei, e già dal soundcheck, lei sola sul palco, capisco che ho davanti una che sa cosa sta facendo e lo fa con una sicurezza e una naturalezza tale che rimango stupita, vista la giovane età. 28 anni, proveniente da Solarolo. Ho ascoltato il suo EP e ne vengo rapita. Alle porte la aspettano i migliori festival indie che conosco, l’Eurosonic in Olanda, il SXSW in Texas e il Canadian Music Week a Toronto. Direi che partire da Solarolo con la propria musica e arrivare a tanto in pochi mesi mi fa pensare che abbiamo davanti una ragazza che ha proprio qualcosa da raccontare... Partiamo dal nome, perché Giungla? “Innanzitutto volevo un nome in italiano, che significasse qualcosa alle mie orecchie, e poi perché l’ho trovato molto legato al tipo di musica che faccio. Da un lato è una parola che viene spesso usata come metafora del caos e dall’altro è un posto dove c’è ricchezza, tanta vita. Mi dava un’idea di esplorazione. Tutte queste cose assieme che un po’ si contraddicono e un po’ no, le ho sentite molto affini a quello che volevo dire e anche al tipo di sound che
è venuto fuori, da un lato abbastanza rumoroso, e dall’altro con delle parti più orecchiabili dove c’è una varietà dal punto di vista delle sfumature”. Raccontiamo bene la tua storia: da dove vieni, che scuola hai frequentato cosa facevi prima di suonare? “Ho frequentato il liceo linguistico e poi ho scelto il percorso da grafica, facendo un corso professionale, poi l’Accademia di Belle Arti di Bologna in Graphic Design. Ma parallelamente ho sempre portato avanti il percorso musica, concerti.” Il tuo inizio con la musica? “I miei genitori mi hanno messo sul pianoforte a soli 5 anni. Ho studiato per sette anni, ma non ascoltavo ancora musica davvero. Poi ho iniziato a suonare la chitarra e da lì mi è scattato qualcosa. Durante l’adolescenza, ho iniziatoo ad ascoltare certi dischi, tipo Alanis Morissette, e lì mi è iniziata subito la voglia di scrivere, ascoltando artisti che cantavano suonando la chitarra. Praticamente appena ho iniziato a mettere gli accordi insieme, ho iniziato a scrivere i testi. Poi l’incontro con gli HHTG Heike Has the Giggles, volevamo mettere su
IN QUESTA PAGINA LA CANTANTE GIUNGLA DURANTE UN LIVE.
ph Stefano Masselli
A 5 ANNI HO INIZIATO COL PIANOFORTE, MENTRE IN UN SECONDO MOMENTO MI SONO AVVICINATA ALLA CHITARRA. DURANTE L’ADOLESCENZA HO COMINCIATO AD ASCOLTARE CERTI DISCHI, TIPO ALANIS MORISSETTE E LÌ MI È INIZIATA SUBITO LA VOGLIA DI SCRIVERE.
una band io e il batterista, e poi subito dopo il bassista, sempre tutti di Solarolo. Non avevo idea di cosa sarebbe successo, difatti il nome della band così difficile era fatto apposta perché pensavamo proprio di non uscire dalla sala prove.... Il sound che avevamo si creava partendo da idee mie e del gruppo, poi in sala provando, a seconda dello strumento ognuno contribuiva alla nascita del pezzo. Abbiamo suonato insieme dal 2007 in giro per locali, il primo disco 2010 e poi suonato insieme fino al 2013. Attualmente non siamo più attivi, per situazioni naturali, dopo 6/7 anni abbiamo iniziato a fare altre cose. Ad esempio io nel frattempo ho suonato il basso in un’altra band His Clancyness. Nel contempo scrivevo e producevo, con l’idea di formare una nuova band aperta
a più generi, ma per diversi motivi non sono riuscita a incrociarmi con le persone giuste, quindi sono stata per un periodo anche inattiva, e, un po’ forse, anche delusa dal momento diciamo così statico. Pensavo comunque a una band. ma questa band non arrivava. Motivo per cui ho detto va bene, faccio da sola!” Ed eccoci al qui e ora: chi e cosa proponi con la tua musica? Qual è il messaggio? “Secondo me i miei testi hanno un messaggio a volte per me, altre volte per qualcuno; non scrivo tanto dei fatti miei, parto da episodi o eventi che mi riguardano ma non mi piace legare quello che faccio in maniera troppo personale o autobiografica, spero di evocare delle emozioni in maniera più generale, perchè è un approccio più freddo ma legato IN MAGAZINE
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ph Giulia Mazza
“SOGNI DI IERI E SOGNI DI OGGI. LE ASPIRAZIONI SI SONO EVOLUTE, HO CAPITO MEGLIO QUELLO CHE VOGLIO, CIOÈ TANTE ESPERIENZE ALL’ESTERO. NEL 2017, INTANTO, MI ASPETTANO DIVERSI FESTIVAL INTERNAZIONALI: UNA BELLA SFIDA PER CUI MI STO PREPARANTO AL MEGLIO”.
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ad un senso più ampio”. Una canzone ad esempio racconta di un sogno ricorrente che ho fatto per anni, e parla per immagini che però non c’entrano con me. Sand, la mia preferita… di cosa parla? Com’è nata? “Questa canzone racconta di un episodio di una serata in spiaggia, fondamentalmente si basa sull’immagine di una persona che pretenderebbe che un qualcosa avvenga per forza, quindi parla del fatto che non puoi costringere le cose a avvenire, che quello che deve venire poi viene… in un certo senso è malinconica, ma parla anche di libertà.” Emozioni: cosa si prova a fare tutto da sola? E a portare su un palco il proprio lavoro?
“Con la band ero più protetta, più leggera, adesso devo essere super attenta, però questo mi ha portata ad essere più consapevole e a crescere. Non me l’aspettavo ma mi piace questa situazione, mi tocca e mi sprona a migliorare anche a livello personale”. Ispirazioni: da dove ti arrivano? Cantanti o musicisti di riferimento? Mi piace tenere la mente aperta. ogni volta che visito una città, trovo delle ispirazioni. Ascoltare altra musica, altri generi e andare a concerti: Pj Harvey, Grimes, Warpaint, Chromatics. Nel 2017, sarai in diversi festival internazionali, Eurosonic in Olanda, SXSW in Texas e Canadian Music Week a Toronto... “Una bella sfida trovarsi nella stessa line up di quelli veri. Cercherò di fare del mio meglio. Ci penso e mi preparo! Sono comunque belle esperienze anche dal punto di vista del viversi i festival in prima persona”. E oltre la musica? Cosa ti appassiona? “La grafica, la fotografia, tutto il discorso visivo. E poi correre!” Sogni di ieri e sogni di oggi: a cosa aspiravi all’inizio e cosa a oggi? “Le aspirazioni si sono evolute, ho capito meglio quello che voglio, cioè fare tante esperienze all’estero.” Must have: non puoi stare senza... “La borsa con tutto! Il cellulare ovviamente, e una giacca presa in un mercatino a Bologna.”
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ENERGIE SI INTITOLA ALLA SCOPERTA DELLE ENERGIE CREATIVE DELLA ROMAGNA, IL NUOVO PROGETTO DI CRISTINA MAZZAVILLANI MUTI CHE HA PORTATO SUL PALCO DEL TEATRO ALIGHIERI GIOVANI DAGLI 8 AI 18 ANNI PER VEDERE COSA SANNO FARE. di Nevio Galeati
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Non ci sono premi in palio, non è un talent show e non si deve comporre alcun cast per uno spettacolo. È una scelta di campo, dettata dalla volontà di conoscere quali siano, davvero, le potenzialità creative dei ragazzi di queste terre. Quali siano i loro sogni, insomma. Il progetto pensato e lanciato da Cristina Mazzavillani Muti, Alla scoperta delle energie creative della Romagna, ha portato sul palco del Teatro Alighieri giovanissimi e giovani, dagli 8 ai 18 anni, a far vedere cosa sanno, o anche solo vogliono, fare: cantare, danzare, recitare o suonare uno strumento. “È un’iniziativa che mi sta a cuore moltissimo: iniziare una specie di censimento – spiega la presidente di Ravenna Festival – di questi ragazzi, non solo perché saranno il nostro pubblico di domani, ma perché è lì, fra loro, che si forma il futuro della nostra storia, lì che ci sono le intelligenze e le spinte creative indispensabili per progettare. Ma ci si deve ricordare di loro, li dobbiamo conoscere, abbracciare, ascoltare. Ecco, è l’eredità che desidero lasciare alla mia città”. La strada era tracciata da tempo, con le Trilogie verdiane dirette da Cristina Mazzavillani: in quelle occasioni erano stati coinvolti giovanissimi talenti della fotografia, della scrittura e del video, perché capissero e documentassero il lavoro che porta alla messa in scena dei grandi melodrammi. “Ho pensato di fare un passo in più: non portiamo i ragazzi dietro le quinte, o in platea a vedere come lavoriamo. Abbiamo chiesto loro di salire sul palcoscenico a presentarsi. Desidero far capire ai giovanissimi che ci siamo. Ho la sensazione che questo manchi un po’ in una fascia generazionale, come dire, di mezzo, appesantita da troppi preconcetti; si sono un poco dimenticati i valori di cui questi ragazzi sono portatori. Invece spesso è proprio il loro sguardo a rivelarci prospettive sorprendenti. Sono stata in
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alcune scuole a presentare il progetto: i ragazzi sono educatissimi, sensibili, vogliono capire: che meraviglioso lavoro si può fare con loro”. Cristina Mazzavillani è talmente convinta di questo, da aver aperto per loro le porte del Teatro Alighieri, principale cuore pulsante della cultura ravennate, nei giorni che hanno preceduto la ventottesima edizione del Festival, dal 23 al 30 Maggio. E ha presieduto in prima persona la commissione, insieme agli altri componenti la direzione artistica, per capire, insieme, quali germogli creativi si celino anche dietro i banchi di scuola, fra timidezze e atteggiamenti troppo esuberanti. “In questo credo mi abbia aiutato la mia esperienza da scout, quando andavamo nei quartieri a incontrare i nostri coetanei, ma anche i loro genitori, le famiglie, per conoscerli e farci conoscere. Questa chiamata ha qualcosa di quei tempi, assomiglia a un censimento dei… desideri e dei sogni. Nasce anche per iniziare a rispondere alla domanda che dovremmo sempre farci: a che pun-
“È UN’INIZIATIVA CHE MI STA A MOLTO A CUORE: INIZIARE UNA SPECIE DI CENSIMENTO DEI RAGAZZI. LORO SARANNO IL NOSTRO PUBBLICO DI DOMANI ED È FRA LORO CHE SI FORMA IL FUTURO DELLA NOSTRA STORIA E CHE CI SONO LE INTELLIGENZE E LE GIUSTE SPINTE CREATIVE”.
to siamo? Sono sicura che avrò molte sorprese e conoscere questa parte così importante della nostra gente potrebbe anche portare a progettare, per il Festival, eventi più adatti a loro.” Ma il progetto ha avuto anche un’altra, importante valenza: è stato dedicato, e quindi intitolato a Giuliano Bernardi, baritono ravennate scomparso prematuramente nel 1977 a soli 37 anni. Nella propria carriera già luminosa aveva cantato con José Carreras, Ruggero Raimondi, Luciano Pavarotti. IN MAGAZINE
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INTRAPRENDERE
Prima il
CINEMA
ALLA SCOPERTA DELLA PASSIONE CHE MUOVE I PROGETTI DEL PRESIDENTE DI ITALSAR, TIZIANO GAMBERINI, CHE GESTISCE CINEMAINCENTRO, IL CIRCUITO D’ESSAI PIÙ VITALE E LONGEVO DEL NOSTRO TERRITORIO. di Erika Baldini
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Cinemaincentro, la realtà cinematografica gestita dalla faentina Italsar, coordina quattro sale d’Essai – il Centrale a Imola, il Sarti e l’Italia a Faenza, il Mariani a Ravenna –,tutte iscritte all’eccelso circuito Europa Cinemas, oltre alle arene estive di Rocca Brancaleone a Ravenna e l’Arena Borghesi a Faenza. I numeri parlano chiaro: nel 2016, 140.000 spettatori coinvolti nelle varie iniziative; per Cinema Divino un totale di oltre 12.000 presenze, alla Rocca Brancaleone 14.000 presenze. Di Italsar, società attiva dalla fine degli anni ’80, conosciamo idee e progetti. Ma non conosciamo la storia di chi c’è dietro. Il fondatore e presidente Tiziano Gamberini racconta come si trasforma una passione in lavoro. “Arrivato alla soglia dei cinquant’anni, ho deciso che era arrivato il momento di fare solo le cose che mi piacevano. Per restare in tema, sono passato da Shining, nel quale Jack Nicholson recita ‘Infinite cose da fare, e così poco tempo’, a Toni Servillo in La grande bellezza, ‘Non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare’. Ho cercato di applicare ciò che avevo imparato nel mondo dell’impresa, coniu-
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gando la passione per il cinema al mondo del lavoro.” A fronte dell’invasione delle multisale, come si riesce a essere un circuito d’Essai di successo? “Con tanta passione, prima di tutto. Cinemaincentro è un’organizzazione poliedrica, che esce dagli schemi precostituiti. È un mix fra un’impresa, un’associazione e una cooperativa. Molti dei nostri collaboratori sono anche soci e tutti mettiamo al primo posto il piacere di fare insieme le cose che ci piacciono, senza farsi condizionare dalla ricerca ossessiva del profitto. Mi piace pensare che il nostro pubblico capti questo e ci premi con la sua presenza.” Un prestigioso riconoscimento del vostro lavoro viene dal fatto che la FICE ha segnalato il suo nome e l’ha portata come giurato alla sezione Panorama del Festival di Berlino lo scorso anno. Cosa conserva di questa esperienza? “Undici giorni ricchi di soddisfazione ed entusiasmo, di grande crescita personale. Ricordo il rapporto di grande sintonia e comune senso di appartenenza che si è creato con gli altri membri della
IN QUESTA PAGINA TIZIANO GAMBERINI, PRESIDENTE DI ITALSAR. A DESTRA CON STEFANO ACCORSI
giuria; potersi confrontare con esercenti di sale cinema d’Essai di altri Paesi è stata una continua sorpresa. Di tutti i 33 film presentati nella sezione Panorama, sezione che raccoglie il meglio della produzione mondiale di Art Cinema, solo pochissimi sono distribuiti in Italia. Non nego che ciò mi crea un senso di frustrazione, ma non scopriamo certo ora i grandi limiti della distribuzione in Italia. Un grande limite alla diffusione nel nostro paese è data dalla necessità di doppiare i film, cosa che non è assolutamente richiesta negli altri Paesi europei. Mi permetto un suggerimento: provate a vedere un film in lingua originale. Vi sorprenderete di quanto il doppiaggio, per quanto fatto bene, tolga molto al film.” Tra gli obiettivi della vostra società c’è la specializzazione nella programmazione di film di altissima qualità e l’organizzazione di iniziative volte a ravvivare il centro storico cittadino. Quali altri progetti in cantiere? “Lavoriamo per e all’interno dei nostri splendidi centri storici cercando ogni idea e ogni mezzo per rendere il più possibile gradevole frequentarli e viverli ogni giorno. Cerchiamo di far amare, facendo cinema, uno stile di vita volto alla scoperta (o riscoperta) del nostro territorio. Certamente un sogno nel cassetto sarebbe vedere l’Arena Borghesi di Faenza diventare un polo culturale di assoluto rilievo nel panorama italiano. Ci sono tutte le premesse perché ciò avvenga, ma il percorso non è facile e occorre tanta buona volontà.” Com’è nata l’idea del cinema all’aperto e il connubio cinema e vino del progetto itinerante Cinema Divino? “L’idea è di Valter Dal Pane, purtroppo prematuramente scomparso qualche anno fa. Nel 2017 abbiamo celebrato la 14° edizione.
“UN GRANDE LIMITE ALLA DIFFUSIONE NEL NOSTRO PAESE È DATA DALLA NECESSITÀ DI DOPPIARE IL FILM, COSA CHE NON È ASSOLUTAMENTE RICHIESTA NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI. UN SUGGERIMENTO: GUARDATE UN FILM IN LINGUA ORIGINALE, VI SORPRENDERETE”.
L’anno scorso abbiamo realizzato 50 serate in Emilia-Romagna. È la rassegna che più ci distingue, anche perché indica chiaramente la strada per capire cosa il pubblico cerca e quindi premia. Non basta infatti un’attenta programmazione e una oculata scelta di pellicole di qualità. Sempre più lo spettatore vuole essere partecipe di un evento unico e irripetibile. Una serata d’estate in cantina, sui colli, una buona cena, un bicchiere di vino e un buon film sono la ricetta vincente. Da qui il grande appeal che la rassegna ha sul pubblico. Ritengo che sempre più i gestori della sale classiche e tradizionali debbano aprirsi verso nuove esperienze, allargare i propri orizzonti, creando sinergie con le eccellenze del nostro territorio.” IN MAGAZINE
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OTTICA GASPERINI OPTICAL EVOLUTION IN VIA CAIROLI
L’OTTICA GASPERINI HA RIVOLUZIONATO L’APPROCCIO ALLE ESIGENZE DEI CLIENTI, TRA INNOVAZIONE E PERSONALIZZAZIONE.
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“Optical evolution” è lo slogan scelto per la nuova veste del punto vendita di Ottica Gasperini, in via Cairoli. Non si tratta esclusivamente di restyling, come spiega Gianni Forlini, anima dell’impresa, con alle spalle un’esperienza pluridecennale. “Il progetto era creare qualcosa che non ci fosse ancora, in un negozio di ottica, partendo da una tradizione lunga 55 anni, tenendo conto di come questo non voglia essere un punto d’arrivo, ma l’avvio di un processo che intende andare avanti, per stare al passo con le esigenze e le sfide che
il futuro ci metterà davanti. Intendiamo farlo tenendo fermi tre concetti: tecnologia, innovazione, persone. E non si tratta di slogan, ma di concetti che si concretizzano nel nostro modo di lavorare”. La sede, nel cuore del centro storico, accoglie i ravennati con le vetrine incorniciate in legno, mantenendo quindi l’immagine che tutti avevano nella mente. Poi il salto tecnologico: uno schermo televisivo ad alta definizione, composto da quattro sezioni, sul quale scorrono immagini che comunicano un prodotto o una campagna con il linguaggio
delle emozioni. I temi inseguono le parole chiave: world, people, tecnology. Sull’altro lato dell’ingresso, vicino agli “orologi” di meteo, pressione e temperatura, un altro schermo televisivo più piccolo, sul quale scorre la presentazione delle novità. Entrando, una profusione di luci, che non abbagliano ma riscaldano e accolgono. “In questi ambienti ci sono solo lampade a led, per offrire l’illuminazione idonea al servizio che offriamo, nel rispetto assoluto del risparmio energetico. E qui – continua Gianni Forlini – la tecnologia e l’innovazione vanno a braccetto. Abbiamo infatti ripensato gli ambienti a seconda delle funzioni che rivestono, aggiungendo anche qualche sorpresa in più”. Al centro della sala principale, quella a cui si accede arrivando dalla strada, c’è una struttura centrale il cui piano è costituito da un nuovo video touch screen. Qui il cliente può scegliere la tipologia d’occhiale, i servizi, le informazioni sul nostro mondo. E intanto abbiamo pensato di regalargli anche un’emozione olfattiva: si va dagli aromi di Chanel, o di altre case di produzione internazionali, a sensazioni diverse selezionate da noi. Un’idea particolare, che sta piacendo molto”. I tavoli per la vendita da seduti con video “tattile” si moltiplicano negli altri spazi, da quello
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CI DEDICHIAMO QUOTIDIANAMENTE ALL’ASCOLTO E ALLA CONOSCENZA DEI NOSTRI CLIENTI. LAVORIAMO PER MEGLIO INTERCETTARE I DESIDERI, MA SOPRATTUTTO PER CONSIGLIARE GLI STILI CHE MEGLIO SI CONFANNO AL VISO, AL COLORITO DELLA PELLE, ANCHE AL CARATTERE DEL CLIENTE.
per la scelta delle montature, a quello più raccolto, realizzato a fianco dell’ambiente dedicato alla misurazione della vista, il regno dell’optometrista e, quindi, di Gianni Forlini. “Ogni schermo è collegato agli altri, e questo ci consente di trasferire le informazioni in tempo reale, senza appunti su foglietti o annotazioni cartacee. L’affidabilità delle lenti è una conferma, affinata dalle nuove strumentazioni tecnologiche che affiancano l’esperienza del personale. “Pensiamo alla videocentratura. Possiamo dire che oggi sono le lenti a cercare di adattarsi alle esigenze dell’occhio e non viceversa, come è avvenuto in passato. Così mettiamo a disposizione tecniche e montature di lavoro dotate di sensori per individuare posture, gesti, movimenti del cliente; e tarare la lente su questi dati”. Non basta: all’Ottica Gasperini c’è la possibilità di capire l’effetto reale di una lente fotocromatica, di quelle progressive, delle colorazioni di quelle da sole, delle polarizzate, tramite l’esperienzialità fornita da prototipi e modelli. Perfezioni tecniche e innovazione in quantità, insomma. “Ma tutto questo non avreb-
be molto senso se non continuassimo a tenere al centro le persone. Da un lato i collaboratori del negozio - formati con programmi continui di potenziamento professionale -, che si sono impegnati al massimo per rendere possibile la realizzazione di questo… sogno. Poi i nostri clienti, al centro delle nostre attenzioni. Per questo ci dedichiamo quotidianamente all’ascolto e alla conoscenza. Lavoriamo per meglio intercettare i desideri, ma soprattutto per consigliare gli stili che meglio si confanno al viso, al colorito della pelle, degli occhi e dei capelli e anche
al carattere del cliente. Poi pensiamo anche alle esigenze economiche, di risparmio”. Non a caso in via Cairoli si possono trovare occhiali completi di lenti su misura a partire da 40 euro. Quelli che si tengono di riserva in un cassetto; o nel portaoggetti dell’auto. L’impegno è di non lasciare mai senza occhiale il cliente, utilizzando forti promozioni che incoraggino il secondo equipaggiamento e con l’utilizzo di apparecchiature che consentono la sagomatura a distanza delle lenti in modo da inviare alla casa di produzione i parametri esatti, così da montarle immediatamente appena arrivano”.
Ravenna - Via Cairoli, 17/A - Tel. 0544 218210 info@otticagasperini.com - www.otticagasperini.com IN MAGAZINE
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INNOVARE
Misurare
LA FELICITA BEACON, NUOVO PROGETTO DI LUCA ROSETTI, LUCA VERNOCCHI E CHRISTIAN ZOLI, È UNA APP DI ASCOLTO, CHE SI RIPROMETTE DI MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA LAVORATIVA ALL’INTERNO DELLE AZIENDE. di Elio Pezzi / ph Massimo Fiorentini
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Tutto è nato da una amicizia. Una parola strana in questi tempi in cui tutto è tecnologizzato e globalizzato, in cui sembra abbiano spazio soltanto affari, economia e potere. Amicizia è invece la parola chiave del successo del progetto Beacon, balzato agli onori delle cronache per la sua originalità, per il suo porsi come una vera e propria rivoluzione nel campo delle relazioni aziendali e interpersonali. Beacon è un prodotto software, uno strumento tecnologico basato sulle neuroscienze, attraverso il quale l’impresa che lo applica può monitorare e verificare il coinvolgimento dei suoi dipendenti e, di conseguenza, trasformare le informazioni acquisite in soluzioni pratiche per migliorare se stessa e la propria mission. Beacon è una app che permette di ridurre i costi aziendali di selezione e formazione del personale, di mantenere, anzi di fidelizzare i talenti migliori e di alzare la produttività. Gli ultimi studi di settore, nello specifico le ricerche di Gartner e Deloitte, confermano che le imprese con un alto coinvolgimento dei propri collaboratori conseguono un fatturato medio superiore al 147% rispetto ad un’azienda media (e con un ritorno per gli azionisti più alto dell’80%). I fondatori sono tutti ravennati: Luca Rosetti, 36 anni, amministratore delegato, Luca Vernocchi, 43 anni, direttore vendite e comunicazione, e Christian Zoli, 42 anni, VP of Product. Partendo da percorsi formativi diversi tra loro e portando avanti esperienze lavorative insieme, per alcuni periodi anche in differenti ambiti, hanno fatto diventare il loro sogno realtà. “Occupandoci da tanti anni di formazione, gestione risorse umane e dinamiche comportamentali – prosegue Vernocchi –, abbiamo maturato la grande convinzione che in un momento storico come quello che stiamo vivendo, il valore delle imprese si sarebbe spostato dal prodotto e dal servizio alle dinamiche relazionali, alle
persone, che hanno e avranno sempre più un valore maggiore. In breve, sono le persone che fanno la differenza. Abbiamo così cercato di capire come creare un sistema, appoggiandoci alla tecnologia che oggi ci permette di fare cose incredibili, che avesse uno scopo principale: migliorare la qualità della vita lavorativa e personale all’interno delle aziende strutturate”. Oggi più che mai, gli imprenditori fanno infatti a gara a produrre prodotti e servizi vincenti, poi cercano un sistema commerciale il più forte possibile per affermarsi sul mercato. Da qui è nata la domanda, sintetizzata da Vernocchi: “Caro imprenditore, chi sono i tuoi uomini per mettere in pratica tutto questo? Non basta che tu sappia profilare
AMICIZIA È LA PAROLA CHIAVE DEL SUCCESSO DEL PROGETTO BEACON, BALZATO AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER LA SUA ORIGINALITÀ, PER IL SUO PORSI COME UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE NEL CAMPO DELLE RELAZIONI AZIENDALI E INTERPERSONALI.
il cliente, occorre profilare i tuoi uomini”. “Non ci bastava più operare come liberi professionisti – si inserisce Zoli –, occorreva lavorare insieme, realizzare una realtà nostra. Con Rosetti che è stato un po’ l’ariete di questo progetto è nata così Millenniaminds, la nostra azienda di consulenza specializzata nello sviluppo delle organizzazioni e nel neuromarketing, con sede a San Francisco e a Ravenna, che ha iniziato a studiare i contenuti del nostro progetto, sviluppato in partnership con Horsa di Bologna, azienda leader nel mercato Ict, con oltre vent’anni d’esperienza nel settore delle soluzioni software per imprese”.
A SINISTRA CHRISTIAN ZOLI, A DESTRA LUCA VERNOCCHI, DUE DELLE MENTI DI BEACON, LA APP CHE PROMETTE DI MIGLIORARE LA VITA LAVORATIVA NELLE AZIENDE.
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ROCK SEA BAR MARINA DI RAVENNA, DA VIVERE DI GIORNO E DI NOTTE
IN POSIZIONE STRATEGICA, IN VIALE DELLE NAZIONI 154, IL LOCALE È MOLTO FREQUENTATO DAI GIOVANI CHE SI RITROVANO PER VEDERE UNA PARTITA, SORSEGGIARE UN BUON BICCHIERE DI VINO, UNA BIRRA DA INTENDITORI, UNO SFIZIOSO COCKTAIL O UN LIQUORE DA DEGUSTAZIONE.
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Si è già imposto come un nuovo punto di riferimento a Marina di Ravenna il Rock Sea Bar, molto apprezzato per l’ambiente curato e accogliente, per il personale gentile e disponibile, per l’impeccabile servizio che spazia dalle colazioni all’aperitivo, con una accurata selezione dei prodotti. Aperto nell’aprile 2016, nel cuore della località in viale delle Nazioni 154, il locale è un bar e pub molto frequentato dai giovani ma non solo che lo hanno ‘eletto’ a punto di ritrovo per piacevoli serate in compagnia, sorseggiando un buon bicchiere di vino, una birra da intenditori, uno sfizioso cocktail o un liquore da degustazione. Un locale da vivere tutto l’anno, a 360 gradi, in grado di soddisfare qualsiasi richiesta e che – durante la stagione estiva – dà il meglio di sé grazie all’ampia area esterna che
praticamente raddoppia la già importante superficie interna. Il Rock Sea Bar colpisce subito per l’ampiezza, ma anche per lo stile particolare con cui è stato completamente ristrutturato. “Conoscevamo bene il locale per l’ottima posizione – raccontano i titolari Laura Agostini e Vieru Bucur Florin -. Quando ci è stato proposto di rilevarlo dal proprietario dei ‘muri’, abbiamo prontamente accettato, convinti di poter fare bene. Non ci siamo sbagliati come dimostrato dalla calorosa accoglienza dei clienti, per lo più residenti della località in inverno, ma anche tanti turisti e persone di passaggio in estate, di età diversa”. A dare nuovo ‘smalto’ al locale facendolo risorgere come un’araba fenice, è stato in particolare il giovane Florin che si è dedicato anima e corpo a un
progetto fortemente voluto. Grazie alle sue straordinarie abilità da artigiano, è riuscito infatti a rimettere a nuovo l’intero locale senza praticamente dover fare ricorso a manodopera esterna. Tutto è stato fatto dalle sue mani d’oro, dai muri ai pavimenti, le pitture, gran parte degli arredi, così come l’impianto elettrico e idraulico. Entrando, si resta subito colpiti dal soffitto dipinto di grigio scuro, che ‘dialoga’ con il pavimento tortora chiaro su cui spiccano i tavolini grezzi, ma opportunamente lucidati, e le sedie in legno naturale fatte a mano. Sulla sinistra, si trova una prima grande sala con schermo gigante ad alta definizione, l’ideale per vedere le partite di calcio con amici. Da qui si accede poi a un salotto con divani Chesterfield e tappeti, dalle
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UN AMBIENTE CURATO E ACCOGLIENTE, PERSONALE GENTILE E DISPONIBILE, UN SERVIZIO CHE SPAZIA DALLE COLAZIONI ALL’APERITIVO. IN ESTATE, LA MUSICA È PROTAGONISTA CON I CONCERTI DI SPIAGGE SOUL E LA DJ ADA REY IL GIOVEDÌ SERA.
pareti viola, per ricreare un’atmosfera di maggiore relax. C’è poi una terza sala, una specie di ‘jolly’, particolarmente adatta a ospitare feste di compleanno o altre ricorrenze private, su prenotazione. A farla da padrone, di fronte all’ingresso è però il bancone in legno di cedro del Canada, illuminato da colorati led, con tanti sgabelli attorno. La parete del bar è stata completamente rivestita con piastrelle bianche per un piacevole effetto vintage, con scaffalature da cui spiccono bottiglie anche di un certo pregio, in particolare la serie di grappe Sibona, l’apprezzata vodka Grey Goose, il gin Hendrick’s, le selezioni di rum e le bollicine Rotari. Per quanto riguarda le birre, si fanno notare le spine originali Pilsner Urquell e Guiness, a cui si aggiungono la rossa London Pride, quella a doppio malto Steen Brugge e la bianca Saint-Benoit. Mentre per il caffè, ai clienti viene servita la raffinata miscela Masini di Essse Caffè. Ma non finisce qui perché un altro punto di forza del locale è il secondo bar – quello estivo – fronte strada che consente, quindi, ai clienti di ordinare direttamente dal posto in cui si è comodamente seduti.
Anche la musica riveste una certa importanza durante l’estate. “Lo scorso anno abbiamo ospitato concerti ogni martedì sera da aprile sino a fine agosto, spaziando dal blues al jazz e fino al rock e che si sono conclusi con il concerto di Spiagge Soul. Quest’anno manterremo l’impegno ma limitandoci a due concerti. In compenso, avremo una novità: tutti i giovedì sera, per tutta l’estate, avremo la dj Ada Rey di Radio Studio Delta”. Il Rock Sea Bar non dorme mai grazie soprattutto all’infaticabile Florin, sempre pronto nell’ac-
cogliere i clienti nel bar, aperto dalle sette di mattina alle due di notte. A dimostrazione di come lavorando bene, i locali funzionino. “Non c’è maggior soddisfazione – concludono i due titolari – che vedere un cliente ritornare perché vuole dire che è stato soddisfatto. A Marina a volte le polemiche si ‘sprecano’: è vero che manca il cosiddetto ‘dopo serata’, le discoteche che c’erano una volta, ma le spiagge funzionano e in paese locali come il nostro offrono un momento di svago a qualsiasi ora della giornata e della serata”.
Marina di Ravenna - Viale Delle Nazioni, 154 - Tel. 320 8767024 IN MAGAZINE
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CORRERE
Talento su
DUE RUOTE LA ROMAGNA È TERRA INDISCUSSA DI MOTORI. MICHAEL CANDUCCI, 19 ANNI, CORRE NEL MONDIALE SUPERSPORT600 CON IL CAMPIONE DEL MONDO KENAN SOFUOGLU. di Gianni Zampaglione
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Nell’ultimo triennio, dalla capitale bizantina si sono imposti a livello mondiale Marco Faccani, che dopo le ottime prestazioni in stock600 ha trasferito la sua carriera tra le 1000cc, nel campionato Superstock, alla guida di una BMW dell’Althea Racing Team campione in carica. Poi è arrivata la gloria per Federico Caricasulo, che dopo i passaggi dal Supersport600 (campione Italiano 2014) e Superstock600, attualmente sta fornendo ottime prestazioni nel mondiale Supersport con il GRT Yamaha Official WorldSSP team. Ma il 2017 è l’anno che segna un nuovo ingresso, un talento di 19 anni proveniente da S. Pietro in Campiano: Michael Canducci. Lo abbiamo incontrato per raccontare la sua storia, ricca di aneddoti e particolari molto toccanti. Che le due ruote sarebbero state il suo futuro lo si era capito fin dalla tenera età, Michael a 5 anni girava tutto il giorno attorno a casa con la sua moto da cross. Poi la voglia sempre più crescente di correre, di gareggiare. Con questo chiodo fisso, nel 2012 arriva l’approcio alle prime gare di minimoto, nel 2013 passa in sella
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a una 125cc prima nel campionato italiano e successivamente nel campionato europeo junior. Ma il motociclismo è uno sport che spesso richiede investimenti importanti, e anche il padre di Michael, Andrea, si è trovato fin dall’inizio a dover affrontare lo spinoso tema. Tuo padre ha sempre creduto in te e ti ha sempre stimolato a proseguire il percorso, anche quando l’economia non permetteva grandi investimenti su moto e ricambi. Come avete fatto? “Mio padre ha sempre assecondato questa mia passione per le moto. Ma l’economia si è fatta sentire da subito, lui è un artigiano, e non ci sono mai stati molti soldi da poter affrontare le spese che si presentavano gara dopo gara. I primi anni li abbiamo affrontati con l’arte di arrangiarsi, abbiamo fatto i vari campionati con un nostro team tutto casalingo, assemblando pezzi di motori anche diversi fra di loro. Nel 2015 per esempio abbiamo corso il Campionato Italiano di Velocità con una Yamaha R6 fatta in casa, ricordo di aver corso con una forcella più corta dell’altra, l’importante era avere un mezzo
SOPRA, IL PILOTA DICIANNOVENNE DELLA KAWASAKI, MICHAEL CANDUCCI.
LA STORIA DI MICHAEL CANDUCCI INSEGNA CHE LA FORZA DI VOLONTÀ E L’ARTE DI ARRANGIARSI POSSONO AVERE LA MEGLIO ANCHE QUANDO L’ECONOMIA SEMBRA DARTI PER SPACCIATO. CON UMILTÀ E PAZIENZA SI RAGGIUNGONO TRAGUARDI INASPETTATI.
efficente per scendere in pista. Il grande merito di tutto ciò va al mio amico e meccanico Elis Mattioli.” Il 2015 e il 2016 sono stati gli anni della svolta, della tua consacrazione, dove hai raccolto i frutti di quelli precedenti, e dove hai trovato anche un team disposto a investire su di te, giusto? “Dopo il Civ corso con la Yamaha fatta in casa sono stato contattato dal team Green Speed di Bologna, che mi ha permesso di correre con la loro Kawasaki. Due vittorie, un secondo e un terzo posto, un bottino importante che mi ha dato molta visibilità.
Poi la bellissima esperienza del mondiale Supersport, dove sono stato contattato dal Grt Team di Terni per sostituire Wagner nelle ultime 4 gare della stagione.” Le tue ottime prestazioni si sono concretizzate in un contratto con il Team Puccetti, che ti ha voluto in squadra al fianco del campione del mondo Kenan Sofuoglu, nel mondiale Supersport600 in corso. Un sogno ma anche una grande responsabilità... “Certamente, qui sento un carico maggiore di responsabilità e di aspettative del team che mi ha voluto come pilota ufficiale. Qui nulla è al caso, dalla progettazione alle strategie di gara, anche la mia preparazione atletica ora è più intensa e dettata dal team.” Nelle prime 4 gare del mondiale Michael ha ottenuto un 14° posto in Australia, un ritiro per guasto in Thailandia mentre era in 6° posizione, un ottimo 5° posto ad Aragon in Spagna, suggellato con il miglior tempo di gara e un 7° posto ad Assen in Olanda. La confidenza con la moto aumenta giorno dopo giorno e le prossime gare lasciano ben sperare sul futuro del talento ravennate. La storia di Michael Canducci insegna che la forza di volontà e l’arte di arrangiarsi possono avere la meglio anche quando l’economia sembra darti per spacciato. Con umiltà e pazienza si possono raggiungere traguardi a volte anche inaspettati. IN MAGAZINE
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GIOCARE
Golf con il
SORRISO IL SORRISO GOLF, FONDATO A RAVENNA DA MAURO ULIVI E FRANCESCA GIORGIA PIRAS, ORGANIZZA OGNI ANNO UNA COMPETIZIONE NAZIONALE CHE COINVOLGE GIOCATORI DI TUTTA ITALIA LUNGO 27 TAPPE. di Gianluca Gatta / ph Massimo Fiorentini
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Il golf trova sempre più appassionati. È uno sport di cui ci si innamora: tutte le persone che lo praticano mettono puntualmente in luce quanto sia stata una felice scoperta e quanto sia seducente il poter giocare immersi nella natura, spesso vicinissimi a veri e propri parchi naturalistici, con tempi e ritmi che ciascuno adatta
alla proprie esigenze. È quanto dice anche Mauro Ulivi che, insieme a Francesca Giorgia Piras, ha organizzato la seconda edizione di una gara di 27 tappe su un circuito nazionale: “Ho cominciato a giocare perché alcuni amici mi hanno portato sul campo da golf… e mi sono ammalato di questo sport. Praticavo sub e vela, ma ho lasciato tutto per dedicarmi al golf”. Oggi la passione è diventata una professione che ha un nome, Il sorriso Golf, una città di riferimento, Ravenna, e una competizione di livello nazionale inaugurata a marzo al Golf Club le Fonti di Bologna e che si chiuderà il 6 ottobre al Golf Club di Asolo (Treviso), passando per Firenze, Viterbo, Roma, Rimini, Forlì, Grosseto, Trieste, Taranto, Lecce, Pistoia, Ferrara, Pisa, Roma, Brescia, Sondrio, Gorizia, Venezia, Matera. “Sono circa 3.000 i giocatori che ci seguono in tutta Italia. Le gare sono organizzate tra l’altro nei weekend, in modo da poter passare del tempo anche con i propri familiari e amici,” precisa Ulivi. Anche se il golf è uno sport gentile non significa che non ci sia competizione e, di conse-
guenza, un premio finale, che quest’anno è una crociera per due persone completamente gratuita della durata di otto giorni con Costa Crociere. Sono poi assegnati premi di giornata e premi speciali: driving contest maschile e femminile, nearest to the pin, gara di puttin green. Per tutti i partecipanti, inoltre, è prevista degustazione di prosecco e birra e premi a estrazione. L’iniziativa, ovviamente, si regge oltre che sui tesseramenti anche su sponsor tecnici del golf e non solo: “Il tesseramento non è obbligatorio per partecipare alla gara, ma permette di ottenere una serie di sconti sia sull’acquisto dei prodotti delle aziende sponsor sia sulla partecipazione alle singole gare”. Gareggiare in mezzo alla natura e terminare con un aperitivo: sicuramente il golf è uno sport sui generis, che sconta purtroppo un pregiudizio legato all’idea di essere disciplina d’élite, molto costosa. “Il golf negli ultimi tempi – precisa Ulivi – è diventato alla portata di tutti. La federazione italiana permette di tesserarsi online con 75 euro.” Basta verificare sul sito della FIG i circoli locali che aderiscono all’iniziativa e il gioco è fatto.
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CENTRO BENESSERE LA VIOLA SCOPRIRSI E MANTENERSI BELLI
IL CENTRO BENESSERE LA VIOLA, A FAENZA, È ATTREZZATO PER RISPONDERE A OGNI ESIGENZA DEL CLIENTE E A SODDISFARLO COMPLETAMENTE.
In tempi frenetici, competitivi e stressanti come quelli odierni, ritagliarsi una dimensione nella quale rilassarsi e liberarsi dalla negatività diventa sempre più importante. Soprattutto se, all’interno di questo spazio, si viene seguiti con grande cordialità, competenza ed esperienza in un percorso che, oltre a soddisfare il cliente dal punto di vista estetico, può anche farlo stare meglio interiormente. Il Centro Benessere La Viola, sito a Faenza e diretto da Caterina Erbacci, è attrezzato per rispondere ad ogni esigenza del cliente e a soddisfarlo completamente, grazie ad un personale molto qualificato, che offre consulenze personalizzate e trattamenti estetici mirati a risolvere tutti gli inestetismi del corpo, all’interno di un ambiente igienicamente controllato, elegante e all’avanguardia. La filosofia che sta alla base del Centro, pionieristico dal punto di vista dei servizi offerti, è quel-
la del “bellessere”, spiegataci da Caterina Erbacci stessa che, quest’anno, festeggia i 40 anni di attività: “bellessere non significa solo essere belli esteticamente, ma soprattutto sentirsi belli, ovvero stare bene con se stessi. Se si è sereni, si è belli di conseguenza. Senza dimenticare che, ogni età, ha una sua bellezza ed un suo fascino. Questo aspetto fa parte dei miei principi”. Il Centro è sempre alla ricerca
Faenza, Via Alcide De Gasperi, 115 Tel. 0546 31485 info@benesserelaviola.it - www.laviolacentrobenessere.it 1
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di pacchetti e prodotti specifici per ogni cliente, con la possibilità di acquistare una linea di prodotti per il viso firmati “La Viola”. Tra i trattamenti più richiesti dai clienti all’interno del Centro troviamo una vasta gamma di massaggi rilassanti e di trattamenti al viso, ma molto gettonate sono anche le ‘Giornate Bellessere’, con pacchetti di trattamenti da comporre a proprio piacimento e molto adatti anche come idee regalo. Un punto forte del Centro, inoltre, è il Poliambulatorio diretto dal Dott. Giovanni Urso. Nel Poliambulatorio, una squadra di esperti è pronta a seguire con visite e consulenze il paziente, spaziando dal campo dell’estetica a quelli della dietologia e della fisioterapia ad esempio, con il motto che “dove non arriva l’estetista, interviene il medico”.
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Tracce
EVANESCENTI UN SENSO DI MISTERO E INDEFINITEZZA, COSÌ SONO DESCRITTE LE OPERE DI FILIPPO FARNETI, PITTORE RAVENNATE RESPONSABILE DELLA SEZIONE DIDATTICA DEL MUSEO DELL’ARTE DELLA CITTÀ DI RAVENNA. di Aldo Savini / ph Lidia Bagnara
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Come da uno specchio offuscato dal vapore emergono volti dai tratti indefiniti e sfuggenti che Filippo Farneti, con una pittura liquida fissa sulla carta. L’acqua stagnante e la nebbia, proprie del paesaggio ravennate, indicano le tonalità cromatiche evanescenti nelle sfumature del grigio, talvolta sostenuto da velature gialle o rosate, mai gridate. Così i volti sono semplici sagome oppure caratterizzati da pochi lineamenti che più che evidenziarne la presenza ne testimoniano la lontananza, se non l’assenza. Le bocche sono mute e gli occhi socchiusi rimandano a un’altra dimensione, a un altrove, come suggeriva il titolo della recente mostra alla Galleria niArt di Ravenna. Quasi una perdita del contatto con la dimensione fisica per addentrarsi negli spazi dell’interiorità, dove vagano i fantasmi dell’inconscio o semplici rimandi a sensazioni e a vicende che si perdono nella memoria. Sono immagini che, pur coinvolgendo, non inquietano, tanto che l’Ofelia, soggetto letterario che ha ispirato alcune opere recenti, sembra addormentata mentre si lascia cullare dall’acqua. Così Davide Caroli nella pre-
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sentazione in catalogo fa notare come “i suoi dipinti sono sempre ammantati da un senso di mistero e indefinitezza, i paesaggi e i volti perdono parte della loro leggibilità per diventare quasi una visione, la traccia di un ricordo, che lascia un segno quasi evanescente, trasfigurati in una percezione onirica che ci instilla il dubbio che si tratti di ricordi reali del passato o immagini del tutto immaginarie, fantasmi di storie e vite già vissute da qualcuno”. Filippo Farneti è nato a Ravenna
dove ha frequentato il Liceo artistico e si è laureato alla Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti. La sua ricerca artistica è testimoniata da mostre tra cui la partecipazione a Selvatico 7 Out of the map a Cotignola. Nel 2011 ha vinto il Premio di Pittura Marina di Ravenna e il Concorso della C.N.A di Ravenna per la realizzazione di una scultura a mosaico. Attualmente è il responsabile della Sezione didattica del Museo d’arte della città di Ravenna.
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