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CENNI STORICI ED EVOLUZIONE
from CLIMBSTHENICS
Il riferimento principale alla pratica del calisthenics risale all’antica Grecia, quando i soldati delle truppe di élite erano addestrati con quelle che oggi possiamo considerare le basi e le skill di iniziazione al calisthenics: la parola stessa che definisce questa disciplina deriva dal greco antico, Kalle Sthenos ovvero bellezza nell’uso della forza. Gli esercizi rimangono sostanzialmente invariati fino ai primi dell’800 quando si assiste alla prima grande rivoluzione dell’allenamento a corpo libero e della ginnastica. Partendo dalle pratiche ginniche degli atleti dell’antica Grecia e da quelle dei soldati, corpo libero e ginnastica hanno ricevuto influenze a partire dai primi decenni del 1800 da parte di personaggi quali il pedagogista tedesco Friedrich Ludwig Jahn, considerato il padre della ginnastica artistica con gli attrezzi; il medico svedese Pehr Henrik Ling, considerato il padre della ginnastica svedese; l’educatrice statunitense Catharine Beecher e l’insegnante francese Georges Hébert, fondatore dell’hebertismo o “metodo naturale” (fonte: Wikipedia).
La seconda grande “evoluzione” del corpo libero avvenne nella prima metà del 1900 sotto i regimi totalitari europei, quando la ricerca del corpo perfetto, dell’espressione di forza massima unitamente all’estetica divennero una sorta di religione. In nazioni come Italia, Germania e Russia, la popolazione giovane e attiva era sostanzialmente obbligata a praticare il calisthenics come forma “politico-sportiva-ideologica” e, di conseguenza, nei Giochi Olimpici di quegli anni la ginnastica assunse la massima importanza per identificare lo stato di salute e di “forza fisico-artistica” di una nazione. Il calisthenics, a tutti gli effetti, era praticato dalla maggior parte dei giovani e dei militari in strutture pubbliche simili ai nostri parchi o in stadi perfettamente attrezzati dallo Stato: foto e video dell’epoca ci mostrano veri e propri meeting di allenamento, come avviene oggi, con un’unica sostanziale differenza: erano obbligatori! Una differenza non da poco, rispetto all’attività odierna per la quale vige la libertà di pratica.
Nel decennio successivo, in pieno dopoguerra, molti ginnasti diedero origine e forma alle skill che attualmente sono alla base della moderna ginnastica artistica e del calisthenics. La ricerca di abilità sempre più tecniche ed evolute culmina negli anni ’90 con l’Oro di Yuri Chechi ad Atlanta, un’esecuzione perfetta, la massima espressione dell’essere umano in termini di forza ed estetica che ancora oggi desta molto stupore e ammirazione.
In quegli anni il calisthenics inizia a definirsi nella forma attuale, cioè come l’unione delle skill della ginnastica all’allenamento street, praticato inizialmente con gli arredi urbani. Ne è derivata una formula decisamente massacrante dove l’atleta deve essere bravo in termini di isometrie sia agli anelli che alla sbarra, alle parallelle come al suolo, accentuando al massimo la tenuta temporale delle stesse, alternate da scenografie e/o ripetizioni.
Questo stile, inizialmente praticato da atleti semisconoscuti negli Stati Uniti e nei paesi dell’Est Europa, divenne popolare e seguito grazie ai media e a internet, senza i quali non ci sarebbe stato l’interesse di oggi. L’atleta che più di ogni altro richiamò l’attenzione fu Hannibal Lanhan, noto come Hannibal For King, un afroamericano che si allenava nelle periferie newyorkesi; il suo corpo incredibilmente forte e scolpito unito alla presenza costante della sua gang determinarono la consacrazione del calisthenics a livello mediatico.
Nei primi anni del 2000 assistiamo all’avvento di Frank Medrano, un calisthenico di livello medio ma con un grande carisma mediatico: il suo stile piacevole e non estremo, unito all’importante supporto di videomaker capaci, diede vita a una miscela estetica accattivante che avvicinò a questa disciplina molti giovani in tutto il mondo. Ovviamente in pochi anni il livello del calisthenics divenne altissimo, nacque una community mondiale molto affiatata e, di conseguenza, iniziarono i primi campionati e le prime gare. In realtà per i primi 5/6 anni queste venivano intese più che altro come meeting: il clima di fratellanza che si respirava nell’ambiente, l’assenza di competizione tra gli atleti e la mentalità di cooperazione per cui il più bravo insegnava agli altri resero persino difficile stilare delle regole appropriate.
Di fatto, sulla scena attuale le gare di calisthenics non hanno ancora avuto un vero boom, al contrario del crossfit per esempio, dove vediamo veri e propri stadi allestiti per le competizioni con un’affluenza di pubblico numerosissima: questo è dovuto in larga misura al fatto che non ci sono ancora marchi e sponsor rilevanti a sostegno delle spese organizzative, non esiste una federazione, né tanto meno delle regole univoche per le competizioni; insomma un ambiente totalmente “anarcoautoregolamentato”. In effetti per i giudici di gara il lavoro è difficilissimo, infatti in pochi si rendono disponibili per evitare polemiche che a volte sono molto dure. Per esempio, ha più punti una Full planche perfetta ma tenuta solo 2 secondi o una meno bella ma con l’atleta che pressa Handstand? Oppure una Croce agli anelli seguita da un Front Lever belli ma non perfetti o un Front Lever perfetto tenuto 30 secondi? Valutazioni che per i giudici diventano difficili da fare.
In ogni caso, la gara che ha più sèguito nel mondo è sicuramente Battle of the Bars, che alla fine è diventata più una festa dove c’è un po’ di tutto: dal freestyle alle skill, una corposa presenza femminile rappresentata in massima parte da ex-ginnaste ora avvezze al calisthenics, qualche sponsor e dei premi in denaro – pochissimo, forse appena sufficiente per il viaggio, ma meglio che niente!
Un’altra gara molto seguita è il Campionato Italiano che si svolge a Rimini al Fitness Int. Conference, ma anche in questo caso diciamo che si tratta più che altro di un’occasione per i più forti di esibirsi in pubblico sperando di acciuffare qualche sponsor e aumentare la propria visibilità.
In Italia il calisthenico più fortunato in questo senso è senza dubbio Gaggi Yatarov, di Milano, un ginnasta italo-russo ora calisthenico, che partecipando a una trasmissione televisiva stupì tutti con le skill e le scenografie proprie del calisthenics più originale, raccogliendo molti consensi e in seguito degli sponsor.
Tirando le somme, questa è una scena ancora molto povera, molto ancorata alla mentalità street; chissà se in futuro le federazioni di ginnastica potranno inserirla e contestualizzarla in un regolamento e iniziare così un percorso più incisivo in seno alle competizioni...