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Come funziona questa guida
Struttura della guida
La guida è suddivisa in zone geografiche: ogni zona si apre con l’elenco delle vie descritte corredato da un disegno dei monti o dei gruppi montuosi a cui appartengono. Segue una foto panoramica con le indicazioni delle vette e delle vie descritte. Nelle pagine successive sono descritte le peculiarità di ogni zona e le sensazioni e impressioni profonde se ne ricavano.
Si prosegue con la descrizione della via, prima di giungere a una foto della parete con indicato il tracciato. Nella pagina a fianco si trova la piantina corrispondente. Le vie sono ordinate in base alla difficoltà e all’impegno richiesto: si inizia con le più semplici e si prosegue con quelle più difficili e impegnative. In questo modo chi vuole ha la possibilità di progredire passo a passo e di affrontare nel tempo le diverse vie di una zona. Questa classificazione tiene conto della lunghezza della via, dello stato delle protezioni (e/o della possibilità di utilizzare ulteriori protezioni) e della complessità dell’avvicinamento e della discesa. Alla fine di alcune vie si trova anche un piccolo racconto. Le indicazioni “sinistra” e “destra” sono da intendersi nel senso di marcia o di arrampicata. Nelle descrizioni delle discese sono riferite invece alla direzione di discesa.
Difficoltà
Le vie sono classificate in base alla scala UIAA, comune nelle Dolomiti. Per la valutazione della difficoltà tecnica dell’arrampicata artificiale è utilizzata una scala con cinque valori, da A0 ad A4 (A = artificiale). Malgrado gli sforzi per essere precisi e obiettivi, la valutazione della difficoltà resta sempre in certa misura soggettiva, e come tale andrebbe presa. I neofiti delle Dolomiti dovrebbero tenere a mente che le arrampicate da queste parti sono sempre piuttosto esposte e con molti metri di vuoto. Difficilmente si trovano altrove nelle Alpi vie da tre o quattro persone più ripide. Questo, unito alle protezioni spesso poco numerose o scomode, composte essenzialmente da chiodi normali e clessidre, può portare a credere che la via sia un po’ più difficile rispetto al grado assegnato.
Indicazioni sui tempi
I tempi indicati si basano su alpinisti che padroneggiano il grado di difficoltà della via prescelta, che incontrano condizioni favorevoli e che trovano al primo colpo il percorso. Vanno presi unicamente come valori indicativi. I tempi di avvicinamento sono invece un po’ più precisi.
Protezioni
Potremmo definire le protezioni delle vie presentate come “classiche”. In tutte le vie (con l’eccezione di Moiazza, Pale di San Lucano, spigolo Reali) le soste sono state attrezzate con spit ad anello oppure erano già presenti clessidre. Tutti i chiodi utilizzati sono stati lasciati sulle vie, per cui di norma non è necessario portare con sé altri chiodi. Poiché non è possibile sapere se dall’apertura della via qualche chiodo si è rotto o staccato, nelle vie più lunghe è consigliabile (come spesso nelle Dolomiti) portare con sé un piccolo as- sortimento di chiodi. La maggior parte delle clessidre è già dotata di cordino per facilitare l’orientamento. Come protezioni intermedie non sono quasi mai utilizzati spit.
Qualità della roccia
Tutte le vie sono state accuratamente pulite, rimuovendo anche i blocchi pericolosi e i detriti sciolti. Ai lati delle vie l’ambiente è allo stato naturale, con erba e pietre pericolanti. Malgrado questi lavori di pulizia, in molte vie (ad esempio la via della Punizione) si trovano ancora passaggi friabili, dove però un alpinista esperto non è immediatamente in pericolo di vita. Questo è indicato nella descrizione delle vie.
Località di partenza
L’arrivo alla località di partenza è descritto partendo dalla località più grande nei dintorni, ed è corredato dalle coordinate GPS.