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Lettura itinerari

LETTURA DEGLI ITINERARI E LEGENDA

Gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati alla data di pubblicazione della guida, le informazioni e i dati riportati possono essere però soggetti a cambiamenti per fattori esterni non prevedibili e che si potrebbero verificare con il tempo e il susseguirsi delle stagioni. Eventi meteorici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare anche radicalmente le condizioni e le caratteristiche del tracciato. Le informazioni relative ad ogni itinerario sono così organizzate. Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, provincia, area geografica, titolo dell’itinerario. Fascetta verticale sinistra: provincia, area geografica, titolo dell’itinerario, numero progressivo. Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario. Colonna verticale destra: contiene alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il profilo altimetrico. Pagina a fronte: planimetria con le località e i waypoint attraversati.

Con i dati e le informazioni organizzate in quest’ordine, riuscirete a comprendere le caratteristiche dell’itinerario e a verificare se è adatto alle vostre aspettative, all’esperienza, al tipo d’impegno fisico e di tempo necessario per completarlo. Vi esorto a verificare sempre che quanto state per affrontare sia in linea con la vostra preparazione fisica e tecnica per evitare di trovarsi in situazioni o ambienti difficili da gestire.

NOME DELL’ITINERARIO

In genere il nome degli itinerari rispetta i toponimi del territorio e spesso indica la linea seguita (es. cresta ...) oppure una delle località toccate. In alcuni casi, specie per quanto riguarda le gite “create” dall’autore, il nome del sentiero è stato inventato dallo stesso in base a fatti storici, punti d’interesse, etc. Inoltre, in tutti i sentieri CAI, è indicato il numero di riferimento del catasto.

COLONNA VERTICALE DI SINISTRA

Bellezza Probabilmente è il valore più difficile da assegnare ad un itinerario; la valutazione è ovviamente soggettiva e premia i panorami e la varietà degli ambienti che si attraversano durante il cammino. Le montagne e le valli di questo settore meriterebbero tutte cinque stelle tuttavia una classificazione è stata necessaria; non lasciatevi trarre in inganno dal giudizio espresso, spesso è frutto di una valutazione complessiva e ovviamente itinerari brevi presentano caratteristiche diverse da una lunga traversata... scegliete dove camminare sempre e soprattutto in base alla vostra esperienza.

Difficoltà Indica il grado di difficoltà secondo la tabella di pagina 24

Dislivello totale Per valutare il dislivello positivo sono stati considerati tutti i tratti in salita di ogni itinerario, estrapolandolo quindi direttamente dalla traccia gps; è un valore indicativo ma che permette di valutare l’impegno fisico necessario per concludere il percorso.

Sviluppo totale Qui troverete indicati i chilometri totali dell’itinerario dall’inizio alla fine; se si tratta di un anello la lunghezza è complessiva, altresì indica la distanza da percorrere solo per la salita. Come per il dislivello, lo sviluppo è stato estrapolato direttamente dalla traccia gps.

Tempo di percorrenza È un valore medio che è stato ricavato tenendo conto della lunghezza e del dislivello dell’itinerario procedendo con un passo regolare e non veloce; all’aumentare della difficoltà del percorso è stata considerata una migliore forma fisica. Come per la distanza il valore è complessivo solo se si tratta di un anello. I tempi di percorrenza indicati su ogni itinerario, sono stati calcolati secondo un passo medio di un escursionista esperto, senza calcolare le eventuali pause.

Fonti d’acqua Sono indicate tutte le fonti d’acqua (sorgenti naturali, fontane, etc.) e non solo quelle perenni. Infatti bisogna tener conto che molte di queste, in alcuni periodi dell’anno, risultano in secca; altre, invece, presentano acqua visibilmente non potabile. La simbologia nella mappa infatti, è stata suddivisa in due tipologie. Il simbolo della fontana, è stato usato per le fonti più importanti e di più facile utilizzo dove, di solito, è facile trovare acqua potabile. Il simbolo della goccia, invece, indica quelle sorgenti meno conosciute, che è più probabile trovare asciutte o non potabili e spesso senza una vera fontana.

Rifugi o bivacchi Troverete i nomi degli eventuali rifugi/bivacchi presenti sul percorso (o nelle vicinanze). Non tutti sono aperti, alcuni sono gestiti e per pernottare o mangiare è bene sincerarsi della disponibilità telefonando al gestore.

Segnavia Trovate indicata la tipologia dei segnavia presenti sul percorso (spesso sono di difficile reperimento in quanto vecchi o rari). Periodo di fruibilità Il grafico che è stato scelto permette di valutare rapidamente in che periodo dell’anno è opportuno affrontare un itinerario. La maggior parte dei sentieri rimane spesso esposta al sole e, tenuto conto anche della quota molto modesta, d’estate molti di questi itinerari possono diventare improponibili. Vista poi la massiccia concentrazione di mosche e tafani nella stagione calda, porta da sé a frequentare solo un piccolo numero di sentieri anche in piena estate. Il colore verde indica il periodo ottimale, il giallo che è necessario prestare attenzione alle condizioni del terreno e alle temperature medie del periodo, il rosso indica invece i mesi dove sconsiglio di affrontare l’itinerario. Questa valutazione, però, non tiene conto delle sporadiche nevicate che, raramente, interessano questi monti. Infatti, molti di questi itinerari, anche se consigliati in pieno inverno, devono comunque essere valutati con molta più attenzione in caso di neve.

QR-code In alcune pagine troverete un QR-Code con le indicazioni per il suo utilizzo.

Simbolo wilderness Indica tutti quei percorsi che si sviluppano in zone selvagge, solitarie e poco conosciute. Inoltre questi itinerari non presentano nessun segnavia (oppure per lunghi tratti ne sono privi) e spesso la traccia è di difficile interpretazione. Questi sentieri, dunque, sono riservati ad escursionisti molto esperti ed abituati nell’orientarsi e progredire su questo “particolare” terreno.

COLONNA VERTICALE DI DESTRA

Testo principale Caratteristiche generali dell’itinerario Breve descrizione e nota introduttiva alle caratteristiche generali dell’itinerario.

Descrizione Relazione completa dell’itinerario Varianti: eventuali varianti di ritorno. Profilo altimetrico Indica in modo rapido le pendenze positive e negative che presenta l’itinerario.

PAGINA A FRONTE

Mappa Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso con l’indicazione dei punti di riferimento principali per l’orientamento, i waypoints che troverete nella descrizione e le località principali toccate dall’itinerario. La macchina fotografica (o anche l’asterisco) indica un punto panoramico di particolare bellezza dove consiglio una sosta. Nei files GPX che potrete scaricare registrando la Guida con il codice univoco troverete tutte le tracce e i waypoint.

CLASSIFICAZIONE DEI PERCORSI IN BASE ALLA DIFFICOLTÀ

TT = turistico Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

EE = escursionistico Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. EE EE = per escursionisti esperti Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati. EEA EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura Percorsi attrezzati o vie ferrate per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti). F ATTENZIONE: Qualsiasi difficoltà alpinistica è da considerare superiore a quelle escursionistiche F = Facile, non presenta particolari difficoltà È il grado più semplice dell’arrampicata, si deve saper scegliere l’appoggio per i piedi e spesso è necessario utilizzare le mani per mantenere l’equilibrio; si possono incontrare passaggi di I e II grado e la progressione potrebbe essere non facile per chi soffre di vertigini. PD PD = Poco difficile, presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia I singoli passaggi su roccia possono arrivare fino al III grado e spesso è necessaria la progressione alpinistica. Si deve muovere un arto alla volta e l’uso delle mani è continuo su buone prese ed appigli.

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