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Raccomandazioni e sicurezza
Sono passati ormai 25 anni da quando ho iniziato a frequentare i monti Lepini e, ancora adesso, non smetto mai di meravigliarmi di tanta bellezza ma soprattutto di stupirmi di quanto, ancora oggi, siano così selvaggi questi monti. Trovo che queste montagne, a parte ghiacciai e grandi pareti rocciose, non abbiano proprio niente da invidiare a molti altri più famosi gruppi montuosi italiani, anzi, c’è anche il mare!!! Non solo, se paragoniamo i sentieri lepini e quelli del Circeo alla maggior parte dei sentieri normali alpini, si nota subito quanto questi ultimi siano molto più “addomesticati” rispetto ai primi. Per questo motivo non bisogna mai sottovalutare queste montagne perché possono riservare spiacevoli sorprese, dovute magari all’inaspettata lunghezza, alla traccia quasi assente, ai segni sbiaditi o rari, alla sorprendente vegetazione e alla sottovalutazione dell’itinerario da percorrere. Ma, per questo stesso motivo, si possono riscoprire sensazioni astrali di una natura incontaminata dove camminare in silenzio su queste lievi tracce diventa una vera e propria meditazione dinamica. Comunque sia, girovagare in questi luoghi vuol dire soprattutto inoltrarsi in angoli ancora selvaggi e solitari dove si nascondono alcuni pericoli ai più sconosciuti. Uno fra tutti è la massiccia concentrazione di cavità sotterranee che per la maggior parte delle volte hanno un’entrata a
Sosta a Colle Trevi (© Funaro)
pozzo (ousi) e non segnalata. Sul Circeo, invece, la fanno da padrone le aeree creste a picco sulle pareti e l’impenetrabile macchia mediterranea. Quindi bisogna prestare la massima attenzione a non perdere la traccia e a dove si mettono i piedi. Come tutte le montagne, poi, si ricordi che, anche se relativamente basse, il tempo può cambiare velocemente mettendo a repentaglio l’incolumità dei singoli escursionisti. Quindi oltre a guardare e valutare bene la meteo, bisogna anche portare sempre con sè il minimo indispensabile per un eventuale temporale o repentino abbassamento delle temperature. È anche da tener conto che molte delle fonti d’acqua presenti, specie nei periodi di siccità o freddo intenso, risultano spesso secche. Inoltre, un’attenta valutazione dell’itinerario ed una corretta lettura della carta (consigliabile, nel caso, approfondire un po’ di topografia) possono rendere il tutto più piacevole e rilassante. Il GPS non può e non deve sostituire l’uso della cartografia cartacea ma bensì implementarlo e soprattutto non può rimpiazzare l’esperienza, la prudenza ed il buonsenso; inoltre bisogna sapere che le tracce gps degli itinerari qui descritti, non sono sempre precisissime, ma variano di luogo in luogo in base anche alla qualità del segnale satellitare. Ricordo, oltretutto, che la maggior parte dei rifugi lepini non sono gestiti e risultano sprovvisti di molti confort (acqua, ecc.), alcuni sono inagibili (o quasi) ed altri ancora sono chiusi e abbisognano di una prenotazione con ritiro delle chiavi; mentre sul Circeo sono assenti (forse, a breve, verrà costituito un Rifugio Marino sull’isola di Zannone). Animali molto pericolosi non ce ne sono ma bisogna fare comunque un po’ d’attenzione ad alcuni, come i cani inselvatichiti, i cinghiali, i lupi e le vipere. Altri “grandi” animali che si possono incontrare con facilità su questi monti sono: volpi, tassi, daini, cavalli, mucche, pecore, capre e lepri (senza menzionare l’immenso numero di specie di uccelli, rapaci e piccoli mammiferi). Oltre a questi, quando fa caldo, c’è una grossa concentrazione di mosche e tafani, quindi, consiglio di portare sempre (a parte nella stagione invernale) un repellente topico per questi insetti. Nei luoghi più frequentati dagli animali (soprattutto sull’isola di Zannone) non è difficile imbattersi nelle “famigerate” zecche. Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, in molte zone, c’è un altro fastidioso e più importante pericolo per gli escursionisti e cioè quello delle battute di caccia al cinghiale (informarsi prima, in base al calendario venatorio del Lazio e alle zone assegnate alla Braccata).
NORME DI COMPORTAMENTO ESCURSIONISTICO GENERICO
- Scegli sempre itinerari in funzione delle tue capacità fisiche e tecniche, documentandoti adeguatamente sulla zona da visitare. Se cammini in gruppo prevedi tempi di percorrenza in base agli escursionisti più lenti. Studia sempre preventivamente itinerari alternativi. - Provvedi ad un abbigliamento e ad un equipaggiamento consono alla gita da intraprendere. Porta sempre nello zaino l’occorrente per eventuali emergenze. - Di preferenza non andare in montagna da solo e, comunque sia, lascia sempre detto il luogo e l’itinerario programmato nonché quello alternativo. - Informati e valuta bene le previsioni meteo e, durante l’escursione, monitorale sempre. Evita altresì, di uscire inutilmente fuori dalla traccia. - Quando si hanno dubbi, torna sempre indietro. Spesso è meglio rinunciare che arrischiare l’insidia del maltempo o voler superare distanze estreme o difficoltà di grado superiore alle proprie forze, capacità e attrezzature. - Riporta sempre a valle i tuoi rifiuti e, se possibile, anche quelli di qualche sprovveduto. Rispetta la flora, la fauna e tutto quello che ti circonda. Rispetta anche le culture e le tradizioni locali.
Per tutte le emergenze in zone montane, impervie o in grotta chiama il 112 o il numero 3486131300, oppure si può tentare di comunicare, eventualmente, con Rete Radio Montana canale 8-16 vhf, previa registrazione sul sito (leggere il regolamento). Consiglio anche di scaricare ed utilizzare l’applicazione GeoResQ.