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Il campanile infernale
Tanamea
Accesso: da Tarcento verso il passo omonimo, dopo il Rifugio Pian dei Ciclamini, si vede in alto il paretone giallo grigio. Si parcheggia su uno spiazzo ghiaioso a sinistra, e si seguono gli ometti e le tracce nel bosco (meravigliosa faggeta), in 15 minuti si raggiunge la base della parete.
Scalata: molto tecnica, spesso strapiombante, tiri lunghi e tecnicamente impegnativi. Ad oggi circa 20 tiri, alcuni lunghi circa 40 metri.
Roccia: di tipo “dolomitico”, alternando tratti di ottima roccia grigia, con dei gialli più delicati.
TANAMEA 1. PUBE MAJOR 2. JOULE 3. VATIKANAL N.L. 8a+ 7c
4. AAA 5. SKIZ APEROL 6. MORS TUA TANA MEA 7. SPRIZ MORBIDO 8. SENZA UN PERCHÉ 9. TI PIACE DIEDRO? 10. STRONZETTA 11. BOTTANAMEA 12. SPERMAFROST
6c N.L. 7c N.L. N.L. 7a 7c N.L. N.L. 13. CATTAGIBI 7b+ 14. VARIANTE SENZA NOME N.L. 15. INNERES AUGE N.L. 16. 1TOTA PULCHRA N.L.
Giulio Moscatelli,
falesia di Crosis, Tocja par crodi, 8a. Foto: M. Vitale ? 7c
8a+ 7c 6c
6 7
1 2 3 4 5
? 7b+
7a
7c 10 11 12 13 14
8 9
Trieste verticale
Nel vento dell’Est
Testo Luciano Frezzolini Foto Paolo Manca
Se cercate una meta verticale un po’ diversa dal solito la Venezia Giulia offre parecchie possibilità interessanti. Questa breve striscia di terra stretta tra il mare e il confine sloveno è sempre stata vista dagli arrampicatori “foresti” come una zona di passaggio per recarsi alle più famose falesie oltreconfine della vicina Osp e dell’Istria croata.
Gabriele Gorobej
sulla sua ultima creazione in Napoleonica. L’amore ha un solo colore è un 8b di placca verticale, per veri intenditori. Foto: Paolo Manca
Scendendo in doppia
nella falesia di Duino. Foto: Paolo Manca M a se, fino a qualche anno fa, le visite si limitavano quasi esclusivamente ai regionali ed ai vicini veneti e sloveni, da qualche tempo nei parcheggi delle maggiori falesie si stanno vedendo diverse targhe provenienti da distanze decisamente maggiori. Con spostamenti molto brevi, al massimo mezz’ora dal centro città di Trieste, si possono trovare decine di settori capaci di offrire un’ampia scelta per tutti i gusti di stile e difficoltà: luoghi che trasmettono un certo senso di pace e tranquillità ma raggiungibili in pochi minuti di avvicinamento, con un superbo panorama sul golfo e la città. Il clima è decisamente mite ma con una caratteristica che spesso non è particolarmente gradita ai visitatori: da queste parti è il vento a fare da padrone e a cambiare le condizioni, il grip e la scelta del settore dove andare a scalare. Quando soffia lo Scirocco, vento di mare che porta umidità, di solito è meglio lasciar stare qualsiasi ambizione di prestazione, ma si sarà ampiamente ripagati nelle giornate di Bora, che con le sue fredde raffiche di sorprendente potenza vi permetterà di godere pienamente dei movimenti sulla roccia.
LA FASCIA COSTIERA
Il tour che vi proponiamo inizia pochi chilometri dopo esser usciti dall’autostrada. Siamo sull’altopiano carsico, un territorio aspro e affascinante che da una quota di circa 300 metri va a tuffarsi direttamente nel mare. L’Adriatico viene a morire qui, contro la scogliera di Duino, in una zona molto suggestiva, tanto da aver ispirato il poeta austriaco Rilke. Su queste rocce a picco sul mare sono state aperte a fine anni Settanta parecchie vie classiche, soprattutto da parte dei fratelli Lucio e Tullio Piemontese. Quest’ultimo è stato l’autore della prima, storica guida di arrampicata a Trieste, stampata nel 1984. Un’opera di grande valore, vista la meticolosità del lavoro svolto e l’enorme quantità di dati raccolti, con un’impaginazione elegante e ben curata. Oramai è praticamente introvabile, quasi un pezzo da collezionismo, anche perché chi ne possiede una copia la custodisce gelosamente. Tutta l’area compresa tra il castello di Duino e la vicina baia di Sistiana è di grande interesse naturalistico, tanto che già nel 1986 era stata interdetta l’arrampicata per agevolare la nidificazione dell’avifauna. Dal 1996 la zona è stata dichiarata riserva naturale regionale, pertanto la frequentazione dei sentieri e dei settori di arrampicata viene regolamentata dal comune di DuinoAurisina. Di solito i divieti alla pratica della scalata sono in vigore nei primi sei mesi dell’anno, ma, prima di far visita ai tre settori attualmente frequentabili, consigliamo di consultare il sito www.falesiediduino.it e di leggere l’ordinanza comunale. Dal lato del castello di Duino troviamo due pareti in un ambiente idilliaco a poche decine di metri dal mare: il Piastrone, con una decina di belle vie facili su una lunga placca solcata da rigole d’erosione, e Sister Moon, una falesietta piccola ma sicuramente meritevole di una visita. Con piacere e un po’ di nostalgia vogliamo ricordare l’amico e guida alpina Carlo Gasparini, che ci ha lasciato nel 2011 vittima di un incidente mentre stava chiodando queste rocce da lui tanto amate. Dalla parte opposta della riserva, in direzione Trieste, la baia di Sistiana offre invece un numero decisamente maggiore di vie sul fronte di una grande ex cava ma purtroppo in un contesto ambientale rovinato dallo sfruttamento turistico e dalla presenza di un orribile depuratore fognario. Nonostante tutto Sistiana è un sito abbastanza frequentato, sicuramente per la bellezza delle sue vie, in particolare alla parete della Panza dell’elefante, ma anche per la possibilità di combinare mare e scalata durante una vacanza estiva. Risaliamo in auto per proseguire lungo la panoramica strada costiera in direzione Trieste. Pochi chilometri dopo il paese di Sistiana, superato un breve tunnel scavato nella roccia, fermatevi al belvedere: vi troverete al cospetto di una delle migliori falesie, non solo della zona ma di tutta la regione. Ad inizio degli anni Ottanta la Costiera è stata il vero riscatto dei giovani dell’epoca, che qui hanno chiodato la prima falesia locale interamente sportiva. Infatti, mentre negli altri luoghi culto, la Napoleonica e la Val Rosandra, piantare gli spit
L’estetico spigolo
del secondo tiro di Pasticcini, 7b, Costiera. Foto: Paolo Manca