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Casso

I bucolici prati di Campurus. Foto: Arch. I. Da Rios

Bivacco romantico sulle Cenge di Brica. Foto: Arch. I. Da Rios

Il Cason di Brica. Foto: Arch. I. Da Rios e l’ambiente incastonato in una conca di rara bellezza. Ogni scorcio lascia col fiato sospeso e portarsi la tenda fino a qui per passare una notte tra i selvatici al pascolo sotto un mare luminoso di infinite stelle ha pochi eguali in tutte le Dolomiti.

“ARRIVIAMO ORA IN DISCESA AL PICCOLO RICOVERO DI CASERA

VALBINON (O VALMENON M. 1778) DOVE CONFIDANDO NEL BUON CUORE DEL CUSTODE DENIS POTREMO RISTORARCI CON UNA PASTASCIUTTA, UNA BIBITA E QUALCHE ANEDDOTO DI VITA SOLITARIA TRA I MONTI.

Recuperate le forze riprendiamo il sentiero CAI che ritorna 361 e superata una prima parte lungo lo splendido bosco della Val Binon (ma i folletti dove sono?) si arriva alla Caseruta dei Pecoli (m 1371) e proseguendo lungo il torrente con vari passaggi sul greto del torrente Meluzzo (occhio al merlo acquaiolo che ogni tanto si fa vedere) ci si ricongiunge con il bivio della mattina e si può rientrare alle auto o passare al Rifugio Pordenone (bivio con breve ma sofferta salita a destra poco dopo la Casera Meluzzo) per la meritata birra.

Gruppo Montuoso: Dolomiti Friulane Cartina: Tabacco Foglio 021 Segnavia: 361 362 369 C.A.I. Tipologia sentiero e Difficoltà*: E.E. difficoltà per la lunghezza Quota partenza: 1160 m.s.l.m. Quota massima: 2170 m.s.l.m. Dislivello: m. 1100 Tempo: 7 ore con le soste Giro: ad anello Punti di appoggio: Rifugio Pordenone, Casera Valbinon (o Valmenon) Acqua, sorgenti: sì Ricezione telefonica: nulla per qualsiasi operatore. Località: Cimolais Entrata in valle con auto: a pagamento 10,5 km di strada dalle 7 alle 16 in alta stagione

Area Boulder Claut

Area Trieste (Alta)

Testo Daniele Bucco

Tutto è cominciato nel 1997 durante l’ennesimo viaggio di ritorno da Fontainebleau… Eravamo stanchi ed affamati per le “bastonate” prese nella Foret, ma soprattutto dispiaciuti perché fino al prossimo viaggio, basta bouldering…

Il Luca Meneguzzi detto “Biondo” d’un tratto sbottò: “Ma è possibile che non si riesca a trovare qualche fottuto blocco qui da noi, magari vicino a casa?!”. Dopo un po’ di silenzio, durante il quale ognuno vaga con la mente alla ricerca della soluzione, Luca Lorenzi detto “Big” disse: “Beh ecco, mi sembra di ricordare qualcosa… quando ero piccolino e vivevo a Claut, andavo con mio padre in un posto dove c’erano dei sassi enormi… ma non sono sicuro… magari sembravano così grandi allora, ma adesso… e poi erano in un grosso torrente , con tanta acqua… bisognerebbe andare a darci un’occhiata”. Detto e fatto!!! Luca “Big” ricordava bene: il posto esisteva davvero e di blocchi tanti, belli e… grandi. E tutto vicino a casa, proprio nelle amate valli e sotto le nostre montagne, bastava cercare un pochino e uscire dai sentieri. Da allora si sono aperti nuovi orizzonti per noi: abbiamo iniziato a frequentare assiduamente il “nostro” nuovo paradiso di boulder e col tempo si sono aggiunti a noi gli amici di Trieste e del Veneto. Così ci raccontano i Soci Fondatori di ASD Teste Di Pietra…

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