Il patto dei sindaci

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le cittĂ come protagoniste della green economy

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Antonio Lumicisi

IL PATTO DEI SINDACI LE CITTĂ€ COME PROTAGONISTE DELLA GREEN ECONOMY Presentazione di Gianni Silvestrini Prefazione di Luca Mercalli

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Antonio Lumicisi il patto dei sindaci le città come protagoniste della green economy realizzazione editoriale

Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it

coordinamento redazionale: Paola Cristina Fraschini progetto grafico:  GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo immagine di copertina: ©Shutterstock – elaborazione GrafCo3 Milano

© 2013, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333 Il ricavato delle vendite del libro verrà utilizzato per azioni di informazione e formazione sul tema del Patto dei Sindaci. L’autore e tutti i soggetti coinvolti hanno fornito il proprio contributo a titolo gratuito. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’editore. ISBN 978-88-6627-096-6 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 presso Grafiche del Liri – Isola del Liri (FR) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta certificata FSC i siti di edizioni ambiente

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sommario

presentazione di Gianni Silvestrini prefazione di Luca Mercalli introduzione dell’Autore

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1. il patto dei sindaci in europa 1.1 la politica europea sui cambiamenti climatici 1.2 la decisione “effort sharing” 1.3 il patto dei sindaci: stato dell’arte a livello europeo 1.4 le linee guida per la redazione dei paes 1.5 le risorse finanziarie a disposizione 1.6 copenaghen: un esempio di eccellenza in europa 1.7 dal patto dei sindaci alle smart cities

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2. il patto dei sindaci in italia 2.1 la politica nazionale verso il 2020 2.2 la campagna see-italia 2.3 lo stato dell’arte del patto dei sindaci in italia 2.4 le risorse finanziarie a disposizione 2.5 alcuni strumenti di promozione e formazione del patto dei sindaci

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3. dall’adesione al patto alla redazione del paes:

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alcuni esempi di eccellenza 3.1 il settore residenziale e l’illuminazione pubblica 3.2 il settore della mobilità 3.3 il settore delle piccole e medie imprese (pmi)

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3.4 i settori delle aree verdi, rifiuti e acqua 3.5 il settore della comunicazione, educazione

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3.6 altri settori (acquisti verdi; coordinamento e gestione;

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ambientale e formazione

coinvolgimento portatori di interesse) 3.7 la produzione di energia rinnovabile locale 3.8 i paes sovra-comunali 3.9 il comune di milano, in attesa del paes 3.10 il paes e i piani per il clima: il tema dell’adattamento 3.11 il monitoraggio delle azioni 3.12 dal patto dei sindaci alle smart cities in italia

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4. le prospettive della green economy locale 4.1 la strategia energetica nazionale 4.2 l’incentivazione delle fonti di energia rinnovabile

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4.3 gli strumenti fiscali a disposizione 4.4 i fondi comunitari per la coesione sociale 4.5 gli strumenti amministrativi

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5. conclusioni

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e dell’efficienza energetica

ringraziamenti

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appendici il testo del patto dei sindaci formulario d’adesione

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E meno male che c’è l’Europa! In molti casi serve un input dall’alto per smuovere le cose. Anche se poi è dal basso che le iniziative decollano e i risultati prendono forma. Prendiamo il boom in atto delle fonti rinnovabili. Prima del 2000 il tasso annuo di crescita nell’intero continente era limitato all’1,8%. Da quando sono stati fissati obiettivi vincolanti al 2020 l’incremento annuo è passato al 6,3%. Un analogo stimolo è venuto con il “Covenant of Mayors”, il “Patto dei Sindaci”, nato per creare animazione sui territori e favorire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici. Una scommessa basata su di un rapporto diretto tra la Commissione e gli enti locali, sulla quale, a distanza di 5 anni, è possibile fare le prime valutazioni. Innanzitutto i numeri, che non sono tutto, ma comunque dicono qualcosa: 4.600 enti locali coinvolti in tutta Europa rappresentano un buon risultato. Il fatto poi che oltre 2.200 Comuni aderenti siano italiani e che questi sommati a quelli spagnoli rappresentino l’80% del totale, fa riflettere. È probabile che le comunità locali del Centro e Nord Europa con sensibilità ambientale elevata e con governi da tempo su posizioni molto avanzate su queste tematiche abbiano sentito meno la necessità di questo input. In fondo si tratta di programmi e iniziative che fanno parte dell’impostazione corrente delle politiche locali e il valore aggiunto del Patto dei Sindaci deve essere sembrato limitato. Anche se molte città hanno colto l’occasione per fornire ulteriori elementi di sviluppo del Patto stesso, per esempio iniziando a considerare il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici.

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Viceversa, nel nostro paese, in ritardo nelle politiche e nelle prassi ambientali, la suggestione di un messaggio europeo forte, il coinvolgimento nell’impegno contro i cambiamenti climatici, la possibile riduzione dei costi energetici grazie all’attivazione di risorse finanziarie in grado di attivare circuiti di green economy, ha riscontrato un notevole interesse. Sull’adesione di massa dei Comuni italiani si può fare un’ulteriore riflessione. È probabile che in alcuni casi non si sia compresa in pieno la portata dell’iniziativa e, soprattutto, che dopo la firma del Patto non sia seguita un’azione coerente e incisiva di cambiamento. E, certamente, in alcuni casi ha giocato l’appeal della tematica. Ma, attenti, la mancanza di un serio impegno successivo alla firma del Patto si paga nei confronti dell’opinione pubblica locale, si paga nei confronti dell’Europa. Detto questo, è comunque significativo che a oggi ben 1.200 amministrazioni abbiano elaborato e approvato nel proprio Consiglio comunale i Piani di azione per l’energia sostenibile (PAES) e che l’adesione all’iniziativa stia portando una serie di risultati sicuramente positivi. A partire dall’innalzamento dell’attenzione politica locale sulle tematiche dell’efficienza energetica, delle rinnovabili, della mobilità sostenibile, dei rifiuti, dell’informazione ai cittadini. Nella pratica, l’avvio di questo percorso ha consentito, banalmente, di effettuare una ricognizione della domanda di energia. In molti casi, le amministrazioni infatti non conoscono i costi energetici delle proprie utenze; l’informazione su consumi e sprechi rappresenta il primo passo per decidere di agire. E veniamo all’elaborazione delle proposte. In alcuni casi, la preparazione dei Piani ha portato a un’azione sinergica tra tecnici di diversi assessorati e consulenti esterni, avviando un metodo di lavoro partecipato. Ancora più interessanti sono le aggregazioni di piccoli Comuni di una certa area che, sotto la spinta del Patto dei Sindaci e spesso grazie al sostegno di qualche Provincia o Regione, hanno iniziato a lavorare in modo condiviso.

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Più in generale, il Patto dei Sindaci ha consentito di far circolare misure di successo, aree di intervento inesplorate, strumenti innovativi sperimentati, insomma ha favorito una diffusione di buone pratiche e già questa è una ricaduta molto positiva. Come membro della giuria del premio A+COM, organizzato da Alleanza per il Clima-Italia e dal Kyoto Club per segnalare le migliori esperienze all’interno del Patto dei Sindaci, sono stato positivamente colpito dalla ricchezza, articolazione, inventiva di molti Piani di azione presentati, e questo anche nel caso di Comuni piccoli e piccolissimi. Definire scenari di intervento rappresenta certo un passaggio importante, perché consente di indicare le priorità e l’efficacia delle diverse misure praticabili. È un esercizio che, inoltre, è importante perché abitua ad adottare una visione di lungo periodo, per lo meno al 2020, non sempre presente tra gli Amministratori locali. Facendo un discorso di più ampio respiro, va evidenziato come questo esercizio consentirà nel tempo alle amministrazioni di attrezzarsi verso i radicali cambiamenti che ci aspettano e che vedranno un ruolo centrale degli enti locali. In questi mesi si stanno discutendo in Europa gli impegni da assumere al 2030 e si parla di un taglio delle emissioni del 40%, con possibili obiettivi anche per le rinnovabili e per l’efficienza energetica. Si profilano quindi cambiamenti profondi. Nell’ottica di lungo periodo, le amministrazioni dovranno maneggiare trasformazioni radicali su temi delicatissimi come la mobilità e l’energia. Dovranno dunque introiettare la cultura, le conoscenze, la creatività necessaria per affrontare queste sfide. Ma torniamo al Patto dei Sindaci e riflettiamo sulla fase due, la realizzazione degli interventi, la vera cartina di tornasole della sua efficacia. Possiamo considerare due aree d’azione, entrambe importanti. La prima riguarda le misure che coinvolgono direttamente l’ente pubblico. Percentualmente pesano poco sui consumi totali e sulle emissioni complessive, ma portano vantaggi immediati alle amministrazioni e soprattutto possono avere una grande efficacia in termini di esemplarità. Gli inter-

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venti sono molteplici, da quelli scontati sull’illuminazione pubblica alla definizione di bandi per edifici a energia quasi zero, dall’introduzione di regolamenti edilizi innovativi all’utilizzo spinto del Green Public Procurement, dall’avvio di gruppi d’acquisto solari alle semplificazioni dei processi autorizzativi. Uno dei nodi per l’avvio degli interventi è dato dalla debolezza in Italia di un sistema di Energy Service Companies in grado di intervenire efficacemente con mezzi propri recuperando gli investimenti effettuati con i risparmi energetici conseguiti. Nel nostro paese operano infatti da un lato alcune grandi ESCo, poco interessate a misurarsi con opere di limitata entità, che in ogni caso hanno visto il fatturato dividersi per 10 anche a causa delle difficoltà e dei ritardi di pagamento da parte degli enti pubblici. Dall’altro sono sorte centinaia di piccole ESCo che generalmente non dispongono di risorse finanziarie proprie e non hanno quindi l’equity per accedere al credito, anche nei casi in cui si trovasse una banca disponibile a prestare soldi. Dunque, il nodo è quello di garantire il funzionamento delle ESCo. Il decreto sulle rinnovabili termiche appena approvato consentirà di attivare investimenti per le pubbliche amministrazioni per 5 miliardi di euro al 2020, ma certamente non basta. Lo sblocco dei pagamenti richiesto da parte degli enti locali va nella direzione giusta. Ma servirebbero anche degli investitori in capitali di rischio e dei fondi di private equity, cosa più facile da trovare all’estero che in Italia. In alternativa, occorrerebbe un’azione forte governativa volta alla creazione di seri fondi di rotazione e di garanzia cui possano accedere con facilità le ESCo. La seconda importante sfida del Patto dei Sindaci è quella di svolgere un ruolo di animazione per facilitare l’avvio della molteplicità di misure da parte di cittadini e imprese del territorio in grado di ridurre in maniera significativa le emissioni climalteranti. Il coinvolgimento degli stakeholders e delle associazioni rappresenta un elemento centrale per il successo dei PAES. Altrettanto importante il ruolo dell’informazione sulle opportunità di incentivazione disponibili, il suggerimento di percorsi nuovi. Il contributo più significativo riguarda infatti l’identificazione delle mo-

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dalità di accesso alle risorse finanziarie in grado di trasformare obiettivi ambiziosi in risultati concreti. Questa è la vera frontiera da superare in un periodo di risorse limitate, di vincoli del Patto di Stabilità, di difficoltà di accesso al credito. In realtà, alcuni strumenti esistono, come i recenti decreti sulle rinnovabili elettriche e termiche, i titoli di efficienza energetica, le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica. Esistono altre possibilità, come l’EEEF (European Energy Efficiency Fund) o il Fondo ELENA (European Local Energy Assistance), finora però poco utilizzati. Ma le cose si stanno muovendo. Già alcune Regioni stanno pensando di dare priorità nell’erogazione dei finanziamenti ai Comuni che hanno seguito proficuamente il percorso del Patto dei Sindaci. È auspicabile che il nuovo governo innalzi l’attenzione, al momento molto ridotta, sulle grandi opportunità che il Patto dei Sindaci potrebbe offrire, predisponendo strumenti in grado di accelerare gli interventi dei Comuni coinvolti. L’istituzione di fondi di rotazione e di garanzia va in questa direzione, ma si devono anche esplorare nuove soluzioni che altrove hanno funzionato. Nel campo dell’edilizia il Property Assessed Clean Energy (PACE) statunitense o il Green Deal del Regno Unito, per esempio, rappresentano soluzioni interessanti che prevedono la possibilità di effettuare interventi di riqualificazione energetica degli edifici senza bisogno di anticipare capitale, un’opportunità che nell’attuale situazione finanziaria sarebbe una benedizione. In conclusione, con il Patto dei Sindaci ci troviamo di fronte a un programma di valorizzazione delle competenze e del ruolo degli enti locali che potrà essere centrale nel processo di de-carbonizzazione dell’economia che si è avviato e che può fornire risposte in controtendenza rispetto alla crisi economica in atto. Questo libro offre spunti utili per il processo di organizzazione dal basso che è partito e che potrà nei prossimi anni svolgere un ruolo centrale nelle politiche nazionali sul clima. Gianni Silvestrini Direttore scientifico Kyoto Club

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2. L’elenco specifico delle azioni nei settori di diretta e indiretta competenza. Ogni azione dovrà essere corredata da informazioni puntuali, inclusi gli aspetti organizzativi e finanziari. 3. L’individuazione dell’obiettivo quantitativo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2020, con una visione quindi di medio-lungo periodo. Il PAES è costruito quindi secondo il concetto di pianificazione integrata e con un approccio olistico ai sistemi energetici locali, con l’obiettivo di ridurre la domanda di energia nei diversi settori chiave e di utilizzare le fonti di energia rinnovabile disponibili per soddisfare la domanda locale di energia. Le azioni da inserire nel PAES devono ovviamente coinvolgere sia il settore pubblico sia quello privato. L’amministrazione locale può avere diretta competenza e responsabilità su settori che coprono, in media, il 3-5% delle emissioni locali, mentre un’azione incisiva dell’amministrazione comunale verso il settore privato (coinvolgimento degli stakeholders, delle piccole e medie imprese locali e dei cittadini) può determinare un alto livello di riduzione delle emissioni. Per il ruolo che svolge un’amministrazione locale, si possono identificare quali settori chiave gli edifici, le strutture e le infrastrutture in generale (principalmente residenziale, terziario e il settore pubblico) e i trasporti (pubblico, privato e commerciale). Il PAES dovrà necessariamente contenere azioni specifiche sui settori prioritari altrimenti non sarà considerato eligibile da parte della Commissione europea. Gli altri ambiti sui quali l’amministrazione locale potrà presentare azioni specifiche riguardano: • l’industria, escludendo però le imprese già incluse nel sistema ETS europeo (quindi, principalmente le piccole e medie imprese locali); • la pianificazione e gestione del territorio, in particolare per uso agricolo e forestale, ove va precisato che è possibile inserire nel PAES eventuali misure di calcolo del potenziale assorbimento di CO2 da parte dei sistemi agroforestali programmati, ma tale valore non potrà esse-

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re contabilizzato ai fini del raggiungimento dell’obiettivo minimo di riduzione delle emissioni; quindi, potrà essere presentata solo come misura addizionale una volta determinato con altre misure l’obiettivo minimo da raggiungere, pari alla riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020; • la comunicazione, in termini di programmi e azioni di coinvolgimento attivo dei cittadini e degli stakeholders locali; • la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare da impianti di piccola scala a servizio della comunità locale; • il Green Public Procurement (GPP), con identificate le azioni concrete per aumentare gli acquisti verdi da parte dell’amministrazione locale; • la gestione dei rifiuti e dell’acqua, in particolare con l’identificazione di azioni concrete per ridurre la quantità di rifiuti prodotti a livello locale, aumentare il livello di raccolta differenziata e ottimizzare il consumo idrico cittadino. Per la redazione del PAES, l’amministrazione comunale è libera di scegliere l’approccio metodologico più consono alle proprie peculiarità. Lo schema metodologico qui descritto in forma generale è perfettamente compatibile affinché il Patto dei Sindaci possa essere formalmente riconosciuto come uno “strumento operativo” in sinergia con le azioni che saranno delineate a livello nazionale e questo particolare aspetto sarà approfondito nel paragrafo 2.1 in merito alla situazione nel nostro paese. Una volta redatto, il PAES dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio comunale o analogo organo di governo locale per poi essere inviato all’Ufficio europeo del Patto dei Sindaci che provvederà, attraverso il CCR della Commissione europea, ad analizzarlo per verificare che sia stato correttamente redatto sulla base delle Linee Guida europee. L’invio del PAES all’Ufficio europeo avviene tramite applicativo web, ove è richiesto al Comune di compilare il Template in lingua inglese con le informazioni salienti del proprio PAES. Il PAES integrale può invece essere trasmesso, sempre da applicativo web, direttamente nella lingua originale in cui è stato redatto.

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Nella compilazione del Template e nella redazione del PAES sono da tenere in considerazione i principali aspetti metodologici sintetizzati nella tabella 1.1. Al di là del risparmio energetico, i risultati delle azioni che gli aderenti al Patto inseriranno nel PAES sono molteplici: la creazione di posti di lavoro stabili e qualificati, non subordinati alla delocalizzazione; un ambiente e una qualità della vita migliori; un’accresciuta competitività economica e una maggiore indipendenza energetica. Su questi aspetti torneremo nel capitolo 4 ove si analizzeranno le prospettive della green economy locale. A oggi con già oltre 2.000 PAES redatti a livello europeo, abbiamo a disposizione una banca dati di buone pratiche che rappresentano un’eccezionale fonte d’ispirazione per i nuovi aderenti al Patto dei Sindaci che hanno la possibilità di analizzare gli ambiziosi obiettivi fissati dagli altri firmatari e le misure chiave che questi hanno identificato per il raggiungimento degli obiettivi. Nell’analisi svolta dal JRC della Commissione europea sui primi PAES redatti a livello europeo nel periodo 2010-2011,

tabella 1.1 i principali aspetti metodologici per la redazione del paes e la compilazione del template Anno base

Il 1990 è l’anno di riferimento nei principali standard internazionali (Protocollo di Kyoto, Rapporti dell’IPCC) e non potrà essere scelto dall’autorità locale come anno base un anno antecedente il 1990. Scelta che avverrà anche sulla base della disponibilità dei dati territoriali. Finora la maggior parte dei Comuni ha scelto un anno intorno al 2005-2007

Unità di misura

• Tonnellate di CO2 se l’autorità locale sceglie di considerare solo le emissioni di CO2 • Tonnellate di CO2 eq. se l’autorità locale sceglie di includere anche gli altri gas serra (CH4; N2O) le cui emissioni sono appunto convertite in CO2 equivalente

Fattori di emissione

• Metodologia cosiddetta Standard (adottata dall’IPCC), che considera le emissioni di CO2 relative al consumo energetico sul territorio comunale, dovute sia direttamente dalla combustione di combustibili fossili sul territorio sia indirettamente dalla combustione di combustibili fossili associata alla produzione di energia elettrica, termica e frigorifera prodotta al di fuori del territorio ma consumata all’interno dello stesso • Metodologia Life Cycle Assessment (LCA) che considera l’intero ciclo di vita di ogni processo. In tal caso si aggiungeranno anche le emissioni dell’intera filiera di produzione dell’energia (sfruttamento, trasporto, trattamento ecc.)

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si è evidenziato che sono oltre 70 milioni (circa il 45% della popolazione totale degli aderenti attuali al Patto dei Sindaci) i cittadini residenti in città che hanno presentato il proprio PAES con un impegno totale di riduzione delle emissioni di oltre 128 milioni di tonnellate di CO2 (pari al 29,8% del totale delle emissioni di quei territori). Da qui al 2020 viene stimato un risparmio energetico annuo di 94 milioni di MWh e una generazione locale di energia rinnovabile annua di 35 milioni di MWh (equivalenti, in totale, a 50 centrali a carbone da 300 MW). Dal punto di vista economico, l’analisi su questi primi PAES evidenzia piani di investimento per quasi 40 miliardi di euro. Nei primi mesi del 2013 è previsto un aggiornamento di tali analisi con l’inclusione dei PAES redatti nel corso del 2012. Dal punto di vista organizzativo, l’amministrazione locale dovrà seguire lo schema riportato in figura 1.3 ove in semplici tre passi viene descritto il processo che il Comune dovrà seguire per adempiere agli impegni sottoscritti con il Patto dei Sindaci. A seguito dell’adesione formale al Patto dei Sindaci, risulterà fondamentale la creazione di un’adeguata struttura operativa interna all’amministrazione comunale. Con ruoli ben definiti e identificati, sia dal punto di vista politico (Sindaco e Assessori di riferimento) sia tecnico-amministrativo (referente del Patto dei Sindaci verso la Commissione europea e gruppo di lavoro comunale). Per impostare correttamente la redazione del PAES, è necessaria come prima azione la preparazione dell’inventario delle emissioni locali (Inventario base delle emissioni, IBE; Baseline Emissions Inventory, BEI) che fornirà una fotografia dello stato dell’arte nell’anno base di riferimento scelto dal Comune in termini di consumi energetici ed emissioni di gas serra. Principalmente, tale inventario si preparerà a partire dai consumi energetici locali (suddivisi per settori) che attraverso appropriati fattori di conversione si tramuteranno in emissioni di gas serra. L’inventario delle emissioni è una componente essenziale del PAES poiché offre una descrizione della situazione attuale e dà l’opportunità all’amministrazione locale di individuare i settori di intervento prioritari per raggiunge-

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figura 1.3 il percorso del patto dei sindaci tre passi verso gli obiettivi del patto dei sindaci: -20% co2 entro 2020 Passo 1: firma del Patto dei Sindaci Creazione di un’adeguata struttura amministrativa Sviluppo Inventario base delle emissioni (IBE) e redazione PAES con coinvolgimento di stakeholders e cittadini Passo 2: presentazione del PAES Attuazione del PAES Monitoraggio & Reporting

Passo 3: presentazione del Rapporto di attuazione (ogni 2 anni)

Fonte: elaborazione dell’autore su informazioni tratte dal sito europeo del Patto dei Sindaci.

re i propri obiettivi di riduzione delle emissioni. Per questo è necessario condurre periodicamente il monitoraggio degli stessi inventari delle emissioni per valutare la potenziale riduzione delle emissioni derivante dagli interventi realizzati. Nei primi mesi del 2013 sarà reso disponibile, unitamente alle specifiche Linee Guida, il Template per il monitoraggio che dovrà essere compilato da ogni aderente al Patto. Nel Template si chiederà di indicare eventuali variazioni rispetto al PAES presentato e per ogni azione di indicare lo stato di attuazione con il maggior numero di informazioni quantitative possibile (numero di edifici ristrutturati, superficie di solare termico e/o fotovoltaico installati ecc.), incluse quelle relative alle potenziali ricadute occupazionali e agli investimenti effet-

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tuati. Ai Comuni che per primi hanno presentato il proprio PAES nel corso del 2009 e 2010 è richiesto l’invio del rapporto di attuazione (incluso quindi il monitoraggio delle azioni) nel corso del 2013. Il Patto dei Sindaci, pur essendo un’azione volontaria degli enti locali, presenta un rigido meccanismo di controllo da parte della Commissione europea che risulta essere un vero e proprio valore aggiunto e che mette in risalto gli sforzi profusi dalle amministrazioni locali. Coloro che non riescono a seguire i tempi dettati dal Patto dei Sindaci (per esempio, consegnare il PAES entro un anno dall’adesione formale, oppure consegnare il rapporto biennale di attuazione del PAES) vengono esclusi dal Patto stesso con formale comunicazione da parte della Commissione europea. I Comuni estromessi dal Patto (nel corso del 2011 sono state 32 le autorità locali sospese dal Patto) potranno rientrarvi ottemperando alle mancanze evidenziate. Ovviamente, come già accaduto per diversi Comuni, è possibile richiedere delle proroghe per la consegna del PAES, giustificando adeguatamente tale richiesta. Rilevare i consumi energetici a livello locale non sempre si presenta come una facile azione e per tale motivo risulta fondamentale coinvolgere fin da subito quei soggetti (enti locali sovra-comunali, aziende municipalizzate, distributori di energia locale, camere di commercio, associazioni di categoria ecc.) che potranno contribuire fattivamente alla raccolta dei dati di consumo che riguardano l’utilizzo di combustibili fossili (emissioni dirette di gas serra) e la produzione di energia consumata (emissioni indirette di gas serra) nel territorio di competenza, nei diversi settori – chiave e non – sopra descritti. Per i Comuni di piccole dimensioni ubicati nella stessa area è possibile aggregarsi e lavorare congiuntamente nella redazione di un unico PAES territoriale (sovra-comunale), ferma restando l’adesione formale al Patto da parte di ogni singolo Comune. La cooperazione tra Comuni di una stessa area territoriale ai fini della redazione di un unico PAES può essere formalizzata attraverso i diversi strumenti a disposizione; in Italia, principalmente si utilizzano gli accordi di programma (art. 15 Legge n. 241/1990 e art. 34 Dlgs n. 267/2000), all’interno dei quali trovia-

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3.2 il settore della mobilità Da sempre i trasporti, soprattutto nel nostro paese, rappresentano la sfida più impegnativa nell’ambito delle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Sempre di più si acquista consapevolezza sul fatto che è a livello locale che le politiche sulla mobilità sostenibile potranno ottenere i migliori risultati. Di seguito alcune delle iniziative che, in prospettiva, emergono dai PAES analizzati. comune di genova Comune  Riduzione CO2 al 2020 Contatti

Genova 23,7% rispetto al 2005 http://www.genovasmartcity.it

Azione PAES: TRA–S01 – Assi protetti. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di trasporto innovativo, preferibilmente a trazione elettrica, su assi protetti nella Valbisagno, tra Prato e la Foce e tra Marassi e Brignole, e lungo l’asse costiero tra Nervi e Sampierdarena. Il “sistema innovativo di superficie” prevede 26 km di assi dedicati, con fermate ad alto livello di comfort, l’impiego dei sistemi tecnologici per la priorità semaforica del sistema, la realizzazione di zone di sosta residenziale e di interscambio, un incremento della velocità commerciale sugli assi protetti stimato intorno a 6 km/h. Gli obiettivi principali del progetto riguardano il miglioramento complessivo della mobilità pubblica in termini di affidabilità, velocità e comfort, in grado di attrarre passeggeri e favorire una politica disincentivante del mezzo privato, e il miglioramento dell’arredo urbano degli assi viari interessati, in termini di vivibilità e fruibilità pedonale. Gli assi si integrano con le infrastrutture attuali di trasporto pubblico e sono inseriti nelle zone prive di un sistema di trasporto organizzato in sede protetta intrecciandosi con le linee dei diversi servizi di forza del trasporto pubblico locale compensando la riduzione di accessibilità automobilistica al centro della città. La realizzazione del sistema innovativo di trasporto di superficie comporta contemporaneamente la riorganizzazione della circolazione (incluse le tematiche

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legate alla sosta di interscambio e alla gestione della sosta dei residenti), che diventa un elemento cruciale per la riuscita del progetto, soprattutto in relazione ad alcune intersezioni principali, in cui sarà necessario favorire il transito del trasporto pubblico e nello stesso tempo garantire la fluidità del traffico. comune di pisa Comune  Riduzione CO2 al 2020 Contatti

Pisa 21,67% rispetto al 2008 www.comune.pisa.it/sindaco/?page_id=3788

Azione PAES: MO_L07 – Programma per la mobilità elettrica. Il piano della mobilità urbana del Comune di Pisa concentra l’attenzione su alcuni aspetti e priorità mirate alla riduzione degli inquinamenti atmosferici e acustici anche attraverso una programmazione di attività volta alla promozione della mobilità elettrica. Dal 2009 il Comune di Pisa è coinvolto nel progetto e-mobility per la sperimentazione di un modello integrato di mobilità elettrica, attraverso un’iniziativa pilota che vede coinvolte anche le amministrazioni di Roma e Milano. Inoltre, attraverso la concessione dell’autorizzazione ai mezzi elettrici privati per la circolazione nelle zone a traffico limitato, sono stati stipulati accordi specifici con alcuni enti, tra i quali Poste Italiane, Farmacie spa e Avr spa (società che gestisce il global service strade del Comune di Pisa); tutti utilizzeranno mezzi elettrici per le loro attività nel centro storico. Il programma prevede anche il coinvolgimento dell’azienda ospedaliera, al fine di realizzare all’interno dell’area del Polo Ospedaliero di Cisanello, un sistema di mobilità esclusivamente elettrica, che interessi i flussi interni dei pazienti, dei visitatori, delle merci e della logistica in generale. Con la società Pisamo spa, si focalizza l’attenzione all’ingresso delle merci nel centro storico: l’idea è quella di consentire l’accesso al centro storico per le consegne solo ai mezzi elettrici realizzando una piattaforma logistica all’ingresso della città nella quale dare la possibilità di noleggiare tali mezzi elettrici per la distribuzione delle merci. Altre azioni riguardano la progettazione di un collegamento veloce a tra-

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3 | dall’adesione al patto alla redazione dei paes: alcuni esempi di eccellenza

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zione elettrica tra l’aeroporto di Pisa e la stazione ferroviaria, attraverso un sistema people mover e di un collegamento, sempre a trazione elettrica, tra il nuovo polo ospedaliero di Cisanello, la stazione ferroviaria e la zona monumentale, attraverso un sistema di tramvia. Infine il programma prevede lo sviluppo di politiche di divulgazione e incentivazione all’uso di auto elettriche con l’obiettivo della diffusione della mobilità elettrica per un valore del 10% rispetto al parco veicoli circolanti dell’intero Comune. Ipotizzando una tale trasformazione del parco veicoli circolante nel Comune di Pisa, si stima una riduzione delle emissioni pari a circa 30.000 tCO2/anno. comune di trezzo sull’adda (mi) Comune

Trezzo sull’Adda (MI)

Riduzione CO2 al 2020

27% rispetto al 2005

Contatti

www.infoenergia.eu

Azione PAES: TR 12F – Prolungamento della linea MM2 della metropolitana. La presenza sul territorio del capolinea della linea MM2 rappresenta un punto importante di riferimento per i servizi di trasporto collettivo a elevate prestazioni in direzione del capoluogo regionale. Il prolungamento della linea MM2 da Gessate fino all’Adda (nel territorio del Comune di Trezzo d’Adda) genera un modello di mobilità sostenibile a servizio di un rilevante bacino di utenti. A oggi, la stazione di Gessate, pur rappresentando un punto di grande attrazione per tutta l’utenza dell’area territoriale compresa tra i Comuni di Gessate, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda e Cassano d’Adda, è servita da linee di trasporto pubblico su gomma che risentono in modo rilevante della congestione veicolare, soprattutto nelle ore di punta del mattino e della sera, con effetti negativi sui tempi di percorrenza e sui livelli di servizio. Il tracciato proposto scorre per l’intera tratta a raso o in leggero rilevato, senza comportare consistenti opere infrastrutturali. Le nuove stazioni previste risultano distanziate in modo omogeneo, generando un’ottimale cadenza del servizio e potranno essere dotate di adeguati parcheggi di interscambio per le autovetture private. Il progetto è completato anche da un pia-

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il patto dei sindaci

no di riorganizzazione del trasporto pubblico locale su gomma in grado di massimizzare le ricadute sull’intero comparto del trasporto collettivo. L’analisi di fattibilità è finanziata dal Comune di Trezzo sull’Adda e dalla Fondazione Cariplo. Il risparmio energetico stimato per questa azione è pari a 1.138,45 MWh/anno con una riduzione delle emissioni pari a 298,35 tCO2/anno. comune di varedo e bovisio masciago (mb) Comune  Riduzione CO2 al 2020 Contatti

Varedo e Bovisio Masciago (MB)  Bovisio Masciago (25,7%) Varedo (25,2%) entrambi rispetto al 2005 info@agenziainnova21.org www.agenziainnova21.org

Azione PAES: MOB 03 – Pedali & Pendolari. I Comuni di Varedo e Bovisio Masciago, nell’ambito del PAES sovra-comunale redatto insieme al Comune di Barlassina, stanno realizzando il progetto “Pedali & Pendolari”, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, al fine di migliorare la sicurezza dei parcheggi per le biciclette in alcune zone chiave del territorio, in particolare in prossimità delle stazioni ferroviarie, snodi nevralgici all’interno del tessuto comunale. L’obiettivo è quello di ridurre il traffico locale e di incentivare l’utilizzo della bicicletta quale mezzo privilegiato per gli spostamenti sistematici casa-stazione, attraverso l’aumento di interconnessione tra la mobilità su ferro e la mobilità ciclistica. In sintesi, le azioni che si intendono realizzare riguardano l’aumento della capacità dei parcheggi per biciclette nei pressi delle stazioni dei due Comuni, la regolazione dell’accesso ai parcheggi attraverso un sistema gratuito di badge personalizzati per i cittadini che aumentino la sicurezza e monitorino il flusso di utenti e gli orari di maggior accesso, l’adozione di un sistema di video-sorveglianza per la custodia delle biciclette. Principali fruitori saranno i pendolari e gli studenti che avranno la possibilità di utilizzare uno spazio di ricovero delle proprie biciclette con ingresso diretto ai binari che consentirà agli utenti una notevole rapidità di accesso ai treni, lasciando il proprio mezzo nella sicurezza di una struttura protetta e al coperto.

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3 | dall’adesione al patto alla redazione dei paes: alcuni esempi di eccellenza

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comune di villasanta (mb) Comune  Riduzione CO2 al 2020 Contatti

Villasanta (MB)  18,6 % (28,1% se calcolato pro capite) rispetto al 2005 http://www.comune.villasanta.mb.it/servizi/menu/dinamica.aspx? idArea=16913&idCat=17195&ID=25031&TipoElemento=categoria

Azione PAES: TR 12A – Piedibus. L’amministrazione comunale ha realizzato per l’anno scolastico 2011/2012 un progetto di mobilità sostenibile per i bambini delle scuole elementari, il “Piedibus”. Il progetto ha visto la partecipazione di 160 alunni e 40 accompagnatori (nonni, genitori, associazioni del territorio), con la creazione di 4 linee di piedibus attive per i due plessi scolastici del Comune (Scuola Primaria Villa e Istituto Comprensivo Fermi – Oggioni), per una frequenza di un giorno alla settimana da novembre 2011 a giugno 2012. A fine anno scolastico l’amministrazione comunale ha consegnato, per ogni plesso scolastico, un premio alla classe che ha registrato la maggiore frequenza all’iniziativa e tutti i bambini partecipanti hanno ricevuto da Infoenergia un “attestato” di merito che ha messo in evidenza come questa iniziativa, oltre ad avere una valenza educativa, ha portato anche un contributo in termini di riduzione di emissioni inquinanti sul territorio comunale. L’amministrazione comunale, visto il successo riscontrato, ha deciso di proseguire nel progetto anche per i prossimi anni. 3.3 il settore delle piccole e medie imprese (pmi) Non tutti i Comuni hanno coinvolto in maniera adeguata il settore delle piccole e medie imprese (PMI), ragionando sul fatto che vedono il PAES sostanzialmente come uno strumento utile per intervenire sul settore pubblico. In realtà non è così e il coinvolgimento del settore privato, in particolare le PMI, risulta strategico per un concreto sviluppo sostenibile a livello locale. È stata quindi selezionata un’azione semplice ma, al contempo, di ampia prospettiva programmata dal Comune di Collegno.

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“In molti casi serve un input dall’alto per smuovere le cose. Anche se poi è dal basso che le iniziative decollano e i risultati prendono forma” (Gianni Silvestrini, Kyoto Club). Il Patto dei Sindaci è il principale movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali e regionali impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Attraverso il loro impegno, i firmatari del Patto intendono raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.

Antonio Lumicisi

IL PATTO DEI SINDACI LE CITTÀ COME PROTAGONISTE DELLA GREEN ECONOMY Antonio Lumicisi

da oltre 20 anni si occupa di politiche e misure per lo sviluppo sostenibile. Dopo aver collaborato con Greenpeace, dal 2000 collabora con il Ministero dell’Ambiente sui temi del cambiamento climatico e dell’energia sostenibile; dal 2008 si occupa del Patto dei Sindaci a livello nazionale. È consigliere di ITABIA (Italian Biomass Association) e membro di diversi comitati scientifici. Da aprile 2013 è Presidente della Fondazione Ambiente Pulito (FAP). Vive tra Roma e Copenaghen. A Roma abita in un appartamento all’interno di un condominio che, con interventi realizzati oltre dieci anni fa (impianto solare termico e fotovoltaico, coibentazione, efficientamento energetico interno, utilizzo di materiali naturali), è stato reso a emissioni quasi zero. Antonio Lumicisi

il patto dei sindaci

www.edizioniambiente.it www.nextville.it www.reteambiente.it www.puntosostenibile.it www.freebookambiente.it Seguici anche su: Facebook.com/EdizioniAmbiente Twitter.com/EdAmbiente

25,00 euro ISBN 978-88-6627-096-6

9 788866 270966

Presentazione di Gianni Silvestrini Prefazione di Luca Mercalli

Una scommessa tra la Commissione europea e le autorità locali: il Patto dei Sindaci nasce nel 2008 per creare animazione sui territori e favorire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici. Da allora il numero degli enti coinvolti è in costante aumento: 4.600 Comuni europei che assommano in totale oltre 175 milioni gli abitanti. A cinque anni dal lancio, il Patto prosegue senza sosta la marcia verso il 2020 e per le sue singolari caratteristiche è considerato dalle istituzioni europee come un eccezionale modello di governance multilivello. Il testo si propone come “manuale di orientamento” e strumento di divulgazione al tempo stesso, traccia un bilancio di quanto accaduto in Italia nei primi cinque anni di attività del Patto dei Sindaci e ne costituisce un momento identitario (i Comuni italiani aderenti sono oltre 2.200 e questi, sommati a quelli spagnoli, rappresentano l’80% del totale). In chiusura al manuale un decalogo rivolto al prossimo governo, affinché valorizzi il ruolo degli enti locali nella lotta ai cambiamenti climatici e ascolti le richieste che giungono dal territorio. Perché ogni azione ben attuata a livello locale contribuisce al raggiungimento degli obiettivi nazionali assunti in sede europea e internazionale.


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