GREEN MOBILITY
come cambiare la città e la vita
a cura di Andrea Poggio
Green Mobility Come cambiare la città e la vita
a cura di Andrea Poggio green mobility come cambiare la città e la vita realizzazione editoriale
Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it
coordinamento redazionale: Diego Tavazzi progetto grafico: GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo immagine di copertina: elaborazione GrafCo3 Milano infografiche: Luca Fazzalari in copertina: icona Freepik da www.flaticon.com
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sommario
liberi e mobili di Edoardo Zanchini
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prima parte – la nuova mobilità elettrica, connessa, condivisa, multimodale
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mobilità e innovazione, scenari di un futuro possibile di Stefano Boeri
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scenari nazionali di decarbonizzazione accelerata della mobilità e dei trasporti di Valentino Piana
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trasformazioni dirompenti nel mondo dell’auto di Gianni Silvestrini
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la transizione è oggi: quali politiche di Andrea Poggio
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2018, l’anno decisivo per l’europa di Veronica Aneris, Transport & Environment (T&E)
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l’addio ai diesel nei piani di risanamento dell’aria di Andrea Poggio
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la nuova micro-mobilità elettrica di Katiuscia Eroe
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askoll: scooter elettrici tutti italiani di Sergio Ferraris
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energica, l’italiana alla conquista del mondo di Andrea Poggio
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mobilità futura: ricerca e vision bmw di Roberto Olivi, BMW Italia
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la sfida di share’ngo di Valentino Piana
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mini-bus elettrico e a guida autonoma di Carlo Iacovini
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innovazione al trasporto pubblico di Andrea Buonomini, RATP
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tutto cambia, la mobilità come la produzione di Stefano Porro, Pirelli
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dall’italia nuovi motori elettrici nel mondo di Sergio Ferraris
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seconda parte – lotta strada per strada, la rivoluzione urbana
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la nuova mobilità libererà vaste aree di città intervista a Carlo Ratti
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lo spazio pubblico come bene comune di Maria Berrini
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piani urbani per la mobilità sostenibile e la mobilità elettrica di Anna Donati
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green infrastructure e mobilità sostenibile di Maria Rosa Vittadini
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grab: a roma il grande raccordo anulare delle bici di Alberto Fiorillo
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la politica della sosta in italia di Laurence A. Bannerman, Aipark
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mobilità urbana, laboratorio di innovazione e sostenibilità di Gabriele Crea
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enel per la mobilità elettrica in italia di Franco Caleno, Enel
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infrastrutture di ricarica per il tpl di Gianluca Donato, ABB
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l’esempio di amsterdam di Andrea Poggio
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evway, l’app per ricaricare bici e auto in tutta europa di Carolina Solcia, Route220
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terza parte – come ci si muove nelle principali città italiane
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Bari
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Bologna
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Catania
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Firenze
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Genova
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Messina
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Milano
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Napoli
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Padova
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Palermo
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Roma
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Torino
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Venezia
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Verona
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quarta parte – come cambiano gli stili di mobilità evoluzione degli stili di mobilità di Carlo Carminucci, Isfort
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prevale l’automobile, ma siamo già “multi-mobili” di Matteo Pietripaoli
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mobilità integrata e intermodale per chi lavora di Andrea Poggio
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ai nuovi assessori alla mobilità di Walter Tocci
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biografie
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liberi e mobili di Edoardo Zanchini
Sarà impossibile trovare un sogno altrettanto attraente, un’immagine tanto desiderabile e concreta di libertà e indipendenza come quella che sta dietro l’automobile. È dai tempi di Henry Ford che qualsiasi idea di mobilità si trova di fronte a un’obiezione che è prima di tutto antropologica, e che viene quotidianamente supportata da un incessante bombardamento di pubblicità di auto e film d’azione, in un mix quasi imbattibile per capacità attrattiva. Quasi, perché ormai da qualche decennio i costi ambientali e di degrado degli spazi urbani che questo modello trasportistico e urbanistico si trascina dietro sono evidenti a tutti, con studi scientifici che mettono in evidenza le conseguenze sulla salute delle persone. L’alternativa al modello di mobilità incentrato sull’automobile – che ha cambiato perfino la forma delle strade e piazze delle città, inondando di asfalto e parcheggi gli spazi pubblici – è un disegno dai contorni oggi sempre più nitidi se si mettono assieme i tasselli dei cambiamenti in corso. E che risulta interessante proprio perché propone un idea completamente alternativa e moderna di mobilità. Perché se l’obiettivo è di garantire l’accessibilità in tempi ragionevoli all’interno di un’area urbana, è sempre più evidente come esistano alternative ben più competitive rispetto al tempo passato fermi dentro una fantastica scatola di latta. E se si comincia a sottrarre spazio ai parcheggi e alle corsie stradali ci si rende conto che le città tornano a recuperare qualità e identità, e in quelle strade e piazze ci si può muovere in sicurezza a piedi e in bicicletta. Ma se queste ricette sono ormai note – perché metropolitane e tram, aree pedonali sono ormai diffuse in ogni parte del mondo –, l’innovazione nelle nuove tecnologie digitali sta producendo dei risultati inaspettati per dimensione e articolazione. L’esplosione della sharing mobility di biciclette e auto senza postazione fissa è possibile oggi per la diffusione di massa degli
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smartphone, ma anche grazie ai sistemi di controllo dei mezzi tramite GPS e del web payment. E sempre grazie agli smartphone le città possono puntare a comunicare direttamente con gli utenti e ad aiutarli nel calcolare i percorsi più brevi e in tempo reale del trasporto pubblico. Infine, la rivoluzione della mobilità elettrica. Dove in pochissimo tempo è avvenuta un’accelerazione impressionante, sono cambiati gli attori industriali, rimescolati i ruoli, e oggi sono protagonisti molti di quelli che fino a ieri erano scettici o perfino avversari di questa prospettiva. Ed è divertente notare come questa rivoluzione corra in parallelo sia su macchine sempre più attraenti e sofisticate tra la California e la Norvegia, sia su centinaia di migliaia di mezzi a due, tre, quattro ruote elettrici low cost nelle città cinesi. La conseguenza di questi processi è una sola: i prezzi delle batterie sono destinati a scendere in maniera prepotente, mentre aumentano efficienza e durata dei sistemi di accumulo, sconvolgendo totalmente il mercato. Proviamo a mettere in fila i tasselli: elettrificazione della mobilità privata, sistemi di sharing mobility sempre più articolati e semplici da usare, mobilità collettiva in sede protetta con tempi affidabili e aggiornamenti sugli smartphone, strade e piazze libere dalle auto e quindi sicure per gli spostamenti a piedi e in bicicletta, ma anche per ripiantare alberi e creare spazi per una diversa vivibilità urbana. È di questa rivoluzione che si occupa il volume curato da Andrea Poggio, con la curiosità che è nel DNA di Legambiente di andare a capire come questi processi incrociano le persone e i territori. Ed è un contributo importante per comprendere a che punto sono arrivati i processi di cambiamento e le differenze tra le esperienze, le potenzialità delle diverse soluzioni e della loro integrazione. Pensiamo a una città come Pesaro, che ha ridefinito la stessa idea di collegamenti ciclabili con l’obiettivo di renderli semplici e sicuri attraverso la straordinaria idea della Bicipolitana. Il sistema di 85 chilometri di piste ciclabili è usato ogni giorno per oltre un terzo degli spostamenti urbani e, cosa non banale, riscuote enorme successo tra i cittadini. A Firenze era davvero impossibile immaginarlo solo pochi anni fa, ma quel tram che sembrava destinato a rimanere oggetto di polemiche e scontri politici (addirittura un referendum contro!) è oggi un esempio di straordinario successo. La linea 1 che collega Scandicci alla Stazione Santa Maria Novella trasporta ogni giorno un numero di persone 14 volte maggiore rispetto a quando il collegamento era in autobus. E il numero di passeggeri continua a crescere. La ragione è molto semplice, ogni 4 minuti passa un tram e il venerdì e sabato va avanti fino alle 2 di notte. E c’è da scom-
liberi e mobili
mettere che tra pochi mesi, quando entreranno in funzione le altre linee, di cui si stanno ultimando i cantieri, Firenze diventerà una città ancora più bella, ma anche vivibile e moderna. Se poi guardiamo fuori dai nostri confini ci rendiamo conto che è diventato possibile immaginare e realizzare scenari davvero affascinanti. A Parigi non sono pazzi, la scelta di trasformare il sistema di TPL per farlo diventare tutto elettrico e rinnovabile al 2025 è stata assunta semplicemente perché oggi è possibile e risulta imprescindibile nella lotta all’inquinamento urbano. Davvero dobbiamo guardare con curiosità a quello che succede nel mondo. A Copenaghen e Londra, per esempio, nei weekend la metropolitana va avanti tutta la notte, diventando così il mezzo più sicuro e economico per centinaia di migliaia di giovani che possono lasciare le auto a casa ed evitare di rischiare la vita. A Pechino, dove l’inquinamento dell’aria è un’autentica emergenza, è in corso una vera e propria rivoluzione nello sharing delle bici e nella mobilità elettrica low cost con tratti molto diversi dalle città europee. Strade e marciapiedi sono infatti inondati da biciclette con sistema free floating (che puoi prendere e lasciare dove vuoi) e le autorità locali hanno deciso di favorire i mezzi non inquinanti nella circolazione stradale con una corsia riservata. La conseguenza è un autentico boom di motorini, tricicli e auto di forme e dimensioni diverse, ricaricabili con una semplice spina casalinga. Tra qualche tempo questa rivoluzione arriverà anche da noi, dove nel frattempo dovremo però cambiare il Codice della strada per evitare che un monopattino elettrico continui a essere considerato illegale e quindi rischi una multa di migliaia di euro. Se poi si considera la ricerca in corso nella guida autonoma, nei sistemi di gestione dei dati e nelle batterie di accumulo si comprende perché in tanti stiano guardando alla mobilità come al più grande palcoscenico di innovazioni e cambiamenti dei prossimi anni. Ma proviamo a fermarci un momento. Quindi va tutto bene, stiamo procedendo nella giusta direzione? Assolutamente no, perché la sfida che abbiamo di fronte è di dare risposta all’emergenza climatica del pianeta e a quella dell’inquinamento delle città. E non basterà guardare la diffusione di auto elettriche, motorini e biciclette, qualche tram. Servirà molto di più, per esempio nel nostro paese, se vogliamo invertire la curva delle emissioni di CO2 che proprio nei trasporti sono cresciute in questi anni a differenza di tutti gli altri settori. E abbiamo bisogno di ben altre attenzioni e risorse da parte dello stato se vogliamo che la mobilità sostenibile riprenda vigore dopo anni in cui, come raccon-
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tano i dati Isfort e di Pendolaria,1 sono incredibilmente calati i passeggeri sugli autobus in tante città e quelli sui treni in diverse grandi regioni. Insomma: abbiamo finalmente in mano una mappa per cambiare il futuro ma dobbiamo assolutamente accelerare. Dai sindaci dobbiamo pretendere una strategia per accompagnare e tenere assieme questi processi, in modo da liberare le strade e le piazze dalle auto, realizzare linee di metro e tram, reti di spazi ciclabili e pedonali. Come Legambiente lavoriamo su questi temi da anni ma siamo convinti che ora, più che mai, sia necessario rendere tutti consapevoli che i problemi delle città italiane si possono affrontare e risolvere. Se saremo capaci di tenere assieme queste sfide potremo rendere le nostre città più attraenti e vivibili e sconfiggere una paura, diffusa tra gli economisti, per cui se si riduce il numero delle auto in circolazione e di proprietà si avrebbe come conseguenza una voragine nelle entrate dello stato. Basta scuse, questa prospettiva genera vantaggi per ogni cittadino e generali in termini di maggiori disponibilità di reddito delle famiglie, di maggiore competitività delle città e riduzione della spesa sanitaria per inquinamento e incidenti. Non solo, questa ricetta permette anche di guardare al territorio italiano nel suo insieme e di affrontare le diseguaglianze che oggi caratterizzano le possibilità di mobilità delle persone. Perché le differenze nel paese sono cresciute in questi anni non solo in termini economici ma anche tra i territori e le città, e tra chi abita in aree centrali e ben servite o invece in periferia. La sfida della mobilità in Italia sta oggi nel guardare anche a chi vive in aree urbane e regioni fuori dal circuito dell’Alta velocità o in piccoli comuni dove sono stati tagliati anche i pochi collegamenti in pullman, o a chi vive in periferia e ha un contratto di lavoro precario ed è costretto a usare l’auto per andare a lavorare perché il trasporto pubblico non funziona. Il modo in cui sceglieremo di cambiare la mobilità definirà davvero i caratteri dello sviluppo nel nostro paese. Di sicuro non abbiamo più scuse, e dovremo essere capaci di spingere tutte le opportunità tecnologiche e di innovazione che stanno prendendo piede e di guidare una diffusa riqualificazione e valorizzazione delle città e del territorio italiano.
1 Dossier annuale scaricabile da www.legambiente.it.
prima parte
La nuova mobilità elettrica, connessa, condivisa, multimodale
mobilità e innovazione, scenari di un futuro possibile di Stefano Boeri
Oggi le politiche pubbliche più avanzate – così come gli investimenti più interessanti e innovativi, nonché più a rischio – riguardano la mobilità. E sempre sulla mobilità stanno investendo le grandi aziende private, tra cui quelle che si occupano di comunicazione nella sfera digitale, da Google ad Amazon. Si tratta di una considerazione per certi aspetti banale, perché l’importanza dell’innovazione nell’ambito della mobilità è una realtà che tutti noi esperiamo continuamente nella vita quotidiana. Basti pensare al modo in cui il sistema dell’Alta velocità ha modificato, in un territorio come quello italiano, le relazioni culturali e politiche tra le città; come ha trasformato le gerarchie tra i centri urbani e ha consentito accelerazioni di relazioni e innovazioni di produzioni che altrimenti non sarebbero state possibili. Ma l’Alta velocità ha anche creato nuove periferie: se da un lato Torino, Bologna e Milano sono diventate un’unica città, in cui si costruiscono e promuovono eventi con una dimensione urbana basata sul ciclo temporale quotidiano, dall’altro lato Genova si è allontanata ed è di fatto rimasta alla periferia di un sistema di relazioni intensissimo. Questo vuol dire che la mobilità dei corpi non potrà mai essere, in nessun modo, riducibile a una variabile secondaria ma rimarrà un elemento fondamentale per l’avanzamento dell’innovazione e si svilupperà in parallelo ai progressi nel mondo della tecnologia virtuale. Una seconda questione su cui riflettere a proposito di mobilità è quella dell’energia, in particolare in relazione al tema delle auto elettriche e dell’automazione dei vettori. Diverse aziende automobilistiche stanno immaginando scenari di sviluppo in cui l’auto elettrica riuscirà a fornire e accumulare energia al servizio delle case e delle abitazioni, diventando un dispositivo di connessione con la dimensione domestica. Si aprirebbero in questo senso prospettive inedite – per esempio