L'acqua intelligente

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tascabili dell’ambiente

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Laura Bettini

l’acqua intelligente

una gestione sostenibile ed economica è possibile Questo volume è stato realizzato con il supporto di Gruppo CAP

realizzazione editoriale Edizioni Ambiente srl – www.edizioniambiente.it progetto grafico: GrafCo3 Milano immagine di copertina: Totto Renna, supertotto.com © 2015, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02 45487277, fax 02 45487333 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’Editore.

ISBN 978-88-6627-125-3 Finito di stampare nel mese di febbraio 2015 presso GECA S.r.l., San Giuliano Milanese (Mi) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta certificata FSC

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l’acqua intelligente Una gestione sostenibile ed economica è possibile

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indice

acqua smart

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incipit

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1. prequel

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2. l’acqua in rete

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3. l’acqua in casa: senza paura

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4. l’acqua in vacanza

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5. l’acqua in comune

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6. l’acqua in città, che paura

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last, but not least

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nota biografica

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di Alessandro Russo, presidente Gruppo CAP

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acqua smart

di Alessandro Russo, presidente Gruppo CAP

Leggendo questo libro, dopo anni di dibattiti e discussioni sulle Smart Cities, mi sono venute spontanee due considerazioni. La prima che finalmente esiste qualcuno che prova a fare il punto sulle innovazioni nel settore idrico. La seconda che questo compito non deve essere stato facile.

Il settore idrico è infatti per natura e per tradizione un ambiente poco propenso alle innovazioni. D’altra parte, lo si può definire un monopolio naturale ed è difficile immaginarlo impegnato in rinnovamenti spericolati.

Negli ultimi anni però la competizione virtuosa tra aziende ha prodotto un fermento palpabile, e anche un settore conservatore come quello dell’acqua non è rimasto immune alle innovazioni tecnologiche, soprattutto quando si sono rivelate essenziali per la salute dell’uomo e per la sicurezza dell’ambiente.

Il compito di chi gestisce il servizio idrico è quello di offrire acqua di qualità e costantemente controllata agli utenti e, nel rispetto dell’ambiente, di lavorare per migliorare il servizio svolto.

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Per questo investire nell’innovazione significa far guadagnare competitività al sistema produttivo, ma anche dimostrare rispetto e cura per una delle più importanti risorse del nostro pianeta.

Si può persino dire che anche la maggiore consapevolezza dell’acqua come risorsa preziosa e limitata ha agevolato l’uso di soluzioni tecnologiche migliorative per garantire un utilizzo efficiente e sostenibile, in grado di evitarne lo spreco. Un ciclo virtuoso che fa bene sia all’ambiente sia all’economia.

Questo libro ha un grande merito, quello di essere un punto di partenza per individuare e mettere in rete le migliori pratiche ed esperienze, le soluzioni tecnologiche e gli strumenti di programmazione sul servizio idrico.

Condividere la conoscenza sui temi dell’innovazione nel settore idrico è sicuramente una scelta smart.

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incipit

“Time, because it is so fleeting, time, because it is beyond recall, is the most precious of human goods and to squander it is the most delicate form of dissipation in which man can indulge...”

W. Somerset Maugham, Collected Short Stories: Volume 2

Ogni volta che non impiego bene il mio tempo mi tornano in mente queste parole di W. S. Maugham che la mia insegnante di inglese del liceo mi fece studiare a memoria; un monito per gli anni a seguire, perché a quell’età certo non capivo che il tempo è davvero una risorsa limitata.

Ora che ho molti più anni e lavoro in una radio, invece, capisco bene che il tempo è un bene prezioso e non sprecabile. Tra un giornale radio e l’altro ho appena 50 minuti se devo aggiornare un pezzo su qualche evento in divenire. Se invece sono fortunata, tra la riunione del mattino e il giornale radio principale delle 13 ho al massimo tre ore e mezza. Qualunque notizia va condensata in un pezzo di 5060 secondi, posso arrivare a 70 secondi se contiene anche un’intervista. Pochi secondi di silenzio saranno considera-

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ti una sciagura perché l’ascoltatore pensa che la frequenza sia caduta e cambia canale. È una sciagura anche un ospite che in diretta non si interrompe e parla a macchinetta per minuti interi: per togliergli la parola devi “saltargli sopra”, finendo col fare la figura dell’arrogante.

Ormai quando cuocio la pasta non guardo più l’orologio, in testa ho una clessidra molto precisa, bene o male che sia.

Purtroppo il tempo non è illimitato per noi esseri umani.

Come l’acqua. Se sostituissimo il sostantivo “water” a “time” in quella massima di Maugham avremmo comunque una frase di senso compiuto. E che senso! L’acqua, perché è così effimera, perché non si può recuperare, è il bene più prezioso e sprecarla è la più raffinata sregolatezza che ci si possa concedere.

Il nostro dramma, soprattutto come italiani, è che questa sregolatezza è la nostra normalità e non la “raffinata eccezione” di cui parla Maugham.

La buona nuova è che si può migliorare.

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1. prequel

Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua.

Anno dopo anno la stampa non se la fa sfuggire, declinandola a seconda delle mode e dei grandi temi del momento: c’è l’anno delle guerre per l’acqua e quello del risparmio domestico. Abbiamo vissuto l’anno delle crociate contro l’acqua in bottiglia e quello contro gli sprechi dell’agricoltura.

Purtroppo, però, l’anno dell’acqua smart non è ancora arrivato e invece ne avremmo bisogno, seriamente.

Provate a digitare “emergenza idrica” su un motore di ricerca e ve ne convincerete: si trova di tutto, cronache locali e nazionali di piccoli e grandi disastri. Emergenze sanitarie in Italia e all’estero. Allarmanti ricerche universitarie, come quella pubblicata nel luglio del 2014 dalla danese Aarhus University (in collaborazione con la Vermont Law School e la cna Corporation negli Stati Uniti) secondo la quale, proseguendo con l’attuale passo, nel 2040 potremmo trovarci a dover scegliere se soddisfare il fabbisogno idrico delle persone o impiegare la risorsa per coprire i consumi dell’industria energetica.

L’acqua attraversa tutte funzioni del nostro vivere e non

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solo l’ovvio (bere, lavarsi e lavare). Con l’acqua produciamo cibo nei campi e negli allevamenti, ma anche oggetti di uso quotidiano, materiali da costruzione ed energia. All’acqua chiediamo di tutto e lei, paziente, si adatta. Ma dobbiamo smettere di pensare che la sua vendetta non arriverà mai.

Nel maggio scorso unimondo.org riportava questa notizia: “... I dati dicono che lo Yemen è diventato uno dei paesi più aridi del mondo, con 125 metri cubi di acqua disponibili per yemenita all’anno, una quantità molto bassa rispetto alla media mondiale che è 7.500 metri cubi per persona. L’intero paese soffre di una mancanza di acqua senza precedenti. La cattiva gestione delle risorse idriche e la scarsità delle acque piovane sono due dei motivi per cui le falde acquifere si sono notevolmente impoverite. A causa dei continui combattimenti e dell’insufficiente fornitura di gasolio, molte pompe per l’acqua sono rimaste paralizzate in tutto il paese, il prezzo dell’acqua è più che raddoppiato e il costo per trasportarla è diventato così oneroso che la maggior parte della popolazione potrebbe presto non essere più in grado di avere acqua potabile sicura. ... La capitale Sanaa, la città murata localizzata a un’altitudine di 2.300 metri sul livello del mare, non è più capace di soddisfare le esigenze dei suoi abitanti in termini di acqua potabile, e in certi quartieri l’acqua arriva nelle case solo una volta ogni 20 giorni.

Secondo voci non prive di fondamento, Sanaa rischia

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1. prequel

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di diventare la prima capitale senza acqua nel mondo nel giro dei prossimi quindici anni...”1 Nelle campagne yemenite, invece, la popolazione presto potrebbe dover scegliere se bere l’acqua o usarla per le coltivazioni. Un po’ come noi che dovremo scegliere tra energia e acqua. È vero che la situazione italiana è completamente diversa da quello dello Yemen per posizione geografica, disponibilità della risorsa, reti e infrastrutture. Ma non per questo possiamo permetterci di ignorare quello che accade nel mondo, dai cambiamenti climatici all’aumento della popolazione, e trascurare quanto la ricerca e le nuove tecnologie ci offrono per “coccolare” l’acqua della nostra penisola, usandola e gestendola in modo intelligente e rispettoso.

Sulla falsariga di quanto è stato fatto anche in Italia per l’energia e in parte per il gas, possiamo rendere efficienti le nostre reti e trasformarle in smart water network grazie a sensori, smart meters, sistemi di controllo e supervisione da remoto, piattaforme ict. Tutte tecnologie disponibili, che per essere applicate hanno “solo” bisogno di una rivoluzione organizzativa e di governance.

Molto si può fare anche a livello di popolazione, di cittadinanza, di scuole e famiglie. L’informazione sporadica della giornata mondiale dell’acqua non basta. Abbiamo bisogno di una formazione continua che ci difenda, come consumatori, dagli astuti mercanti ma anche dai rischi dell’ignoranza.

1 http://www.unimondo.org/Notizie/Yemen-emergenza-acqua-146039.

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Il resoconto di questo mio viaggio nel mondo dell’acqua, compiuto in apnea nell’estate 2014, vuole essere proprio questo: un contributo alla conoscenza di quello che esiste, di quel che si può fare e di quanto di buono è già stato fatto in quel puzzle disordinato che è la nostra Italia.

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