Dieci azioni per zero rifiuti

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Dieci azioni per zero rifiuti presenta le migliori esperienze italiane di aziende, amministrazioni locali e realtà territoriali impegnate nel cammino verso “rifiuti zero”.

24,00 euro ISBN 978-88-6627-067-6

9 788866 270676

dieci azioni per zero rifiuti

è stato assessore all’ambiente del Comune di Alba. È fondatore e presidente di ERICA soc. coop., presidente dell’AICA (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) e fa parte del Consiglio direttivo dell’ACR+ di Bruxelles. Collabora con alcune trasmissioni radio televisive sui temi ambientali. Per i tipi di Edizione Ambiente ha pubblicato nel 2011 Meno 100 chili, ispirato dall’omonimo monologo e dal quale è stato tratto un docufilm con, tra gli altri, Mario Tozzi, Luca Mercalli e Giuseppe Cederna.

Roberto Cavallo

“Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo.” Luca Mercalli

Roberto Cavallo e coop. Erica

Erica soc. coop. (Educazione Ricerca Informazione Ambientale) nasce nel 1996 ad Alba (CN) a seguito della tragica alluvione che ha colpito il Sud Piemonte nel 1994, con l’obiettivo di occuparsi di ambiente, sia in termini di comunicazione e prevenzione dei rischi sia fornendo supporto tecnico a enti pubblici e privati del settore. Nel corso del tempo, ERICA sviluppa un’area comunicativa-educativa e un settore tecnico, occupando oltre 25 persone. Le competenze legate alla gestione del ciclo dei rifiuti e ad altri settori ingegneristico-ambientali si concretizzano in progetti che hanno al centro il dialogo con il territorio, con i cittadini e gli amministratori in particolare.

a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica

SOLUZIONI CONCRETE PER COMUNI, AZIENDE E CITTADINI presentazione di Luca Mercalli

DIECI AZIONI PER ZERO RIFIUTI

“La questione dei rifiuti nella nostra civiltà è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. [...] La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente [...] ne è testimonianza.” Così scrive Luca Mercalli nella Presentazione al volume. La gestione rifiuti oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent’anni fa ogni prodotto utilizzato dall’uomo era biodegradabile o realizzato con un composto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine. In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera... Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura migliaia di anni e produce danni irreversibili. Decisamente una scomoda eredità per le generazioni future. Occuparsi di una strategia “rifiuti zero” è più che mai un atto di profonda responsabilità e di assoluta necessità. Forse stupirà il lettore sapere che l’Italia è la prima nazione al mondo per numero di amministrazioni, realtà territoriali e movimenti impegnati nel cammino verso “rifiuti zero”. Dieci azioni per zero rifiuti racconta alcune delle migliori esperienze italiane nel campo della gestione dei prodotti, dall’impegno delle amministrazioni locali a quello di un’industria che sempre più sta puntando sul recupero di materia come opportunità di rilancio per superare la crisi economica.


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Dieci azioni per zero rifiuti

soluzioni concrete per comuni, aziende e cittadini

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a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica

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a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica dieci azioni per zero rifiuti soluzioni concrete per comuni, aziende e cittadini

Presentazione di Luca Mercalli realizzazione editoriale

Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it

coordinamento redazionale:  Paola Cristina Fraschini progetto grafico e copertina:  GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo

© 2013, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’editore.

ISBN 978-88-6627-067-6

Finito di stampare nel mese di ottobre 2013 presso Grafiche del Liri – Isola del Liri (FR) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta certificata FSC i siti di edizioni ambiente

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sommario

presentazione di Luca Mercalli introduzione di Roberto Cavallo

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1. la prevenzione dei rifiuti Federica Stupino

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2. il riuso Roberto Cavallo, Federica Stupino

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3. la raccolta differenziata Andrea Bertora

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4. il riciclo (filiere, valorizzazione, riprodotti) Paolo Marengo

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5. l’organico e il compostaggio Andrea Pavan

115

6. gli strumenti economici Umberto Gianolio

165

7. l’ecodesign come strumento di prevenzione dei rifiuti Francesco N. M. Rasero

201

8. comunicare con i cittadini Emanuela Rosio

225

9. l’analisi del sacco nero e la responsabilità estesa del produttore Roberto Cavallo

257

10. leftovers, cosa fare di quello che sembra non riciclabile? Enzo Favoino, Paolo Marengo

291

bibliografia

307

ringraziamenti

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presentazione

La questione dei rifiuti in questo scorcio della storia naturale terrestre, detto Antropocene, è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. È così enorme che si stenta a coglierne i contorni, tanto da parte degli individui quanto da parte della società. La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente, privi di ogni riflessione sulle conseguenze, ne è testimonianza. La questione rifiuti nell’ultimo secolo di attività della specie umana è enorme in quanto: • è chimicamente inedita. Abbiamo prodotto centinaia di migliaia di molecole di sintesi inesistenti in natura, che sono prive di una chiusura del loro ciclo compatibile con la biosfera. Fino a cent’anni fa ogni prodotto utilizzato dall’uomo o era biodegradabile o era in genere un composto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque esclusivamente temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine: si pensi alla rivoluzione nella tipologia di rifiuto generata dalle materie plastiche; • è globale. I rifiuti attuali sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta: la plastica galleggia e vaga nelle acque di fiumi, laghi e oceani, se bruciata le sue emissioni si diffondono in atmosfera, danneggiando la vita e il clima. E così ogni altro rifiuto gassoso, liquido o radioattivo;

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• è transgenerazionale. Mai era capitato che i rifiuti di una generazione compromettessero la qualità della vita di quelle future: oggi la tipologia di rifiuti immessi nell’ambiente ha durate millenarie e conseguenze irreversibili. Una scomoda eredità; • è insostenibile a lungo termine. Non solo per la tossicità sulla biosfera, ma anche per l’immensa perdita di materie prime rare o non rinnovabili che vengono disperse e non saranno più recuperabili. In sostanza, occuparsi di una strategia rifiuti zero è oggi un atto di profonda responsabilità. Coinvolge profondamente l’etica dell’individuo e della specie. E soprattutto, è di assoluta e improcrastinabile necessità, pena una drastica riduzione della futura qualità della vita nostra e del resto della biosfera. Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo. Luca Mercalli Presidente della Società Meteorologica Italiana

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general beverage: 90 milioni di pasti senza rifiuti da imballaggi di bevande Quante volte vi è capitato di entrare in una mensa e di consumare diversi alimenti e bevande, tutti debitamente confezionati e imbustati? Al termine del pasto mette sempre po’ di inquietudine constatare la mole di rifiuti che resta sul nostro vassoio, tra confezioni monodose per il pane e i condimenti, piatti, tovaglioli e posate monouso, bottiglie d’acqua e lattine di bibite. Soprattutto se si pensa alla quantità di cibo che abbiamo assunto in quell’occasione! Ma come garantire decine di milioni di pasti, degustando diverse bevande senza fare rifiuti? Chiedetelo a General Beverage, l’azienda italiana che gestisce erogatori alla spina per diversi prodotti alimentari, in particolare bevande. Nel 2005, grazie alle caratteristiche innovative della propria attività, è stata insignita dalla Regione Toscana del 1° Premio Toscana ecoefficiente e ha riscosso, in diverse altre occasioni, riconoscimenti istituzionali importanti, tra cui la menzione speciale del Premio Impresambiente 2005 e la segnalazione del Premio per lo Sviluppo Sostenibile 2009. Il fiore all’occhiello per la sostenibilità ambientale è rappresentato dal sistema Freebeverage. Come funziona? L’azienda installa presso le mense e le comunità interessate uno o più erogatori alla spina per acqua microfiltrata e bevande naturali e gassate; il consumo è libero poiché il servizio ha un costo fisso, fattore che ne rende semplice e agevole la fruizione (basta munirsi del proprio bicchiere o borraccia). L’intelligente accortezza di fornire agli utenti bevande concentrate in “bag in box” (speciali contenitori) semplifica la gestione dei prodotti e riduce notevolmente la frequenza del rifornimento. General Beverage ha registrato fino a oggi un costante gradimento e interessamento, grazie anche ai costi fissi molto contenuti, raggiungendo 90 milioni di pasti serviti all’anno con le proprie bevande su tutto il territorio italiano . Grazie al Freebeverage, in un anno sono state evitate 3.300 tonnellate di rifiuti (le confezioni monouso delle bevande) e il trasporto (con conseguente costo economico e socio-ambientale) di circa 138.000 tonnellate di merci; in termini percentuali, una riduzione del 99% dei rifiuti da bottigliette e del 96% dei trasporti. Una montagna di rifiuti inutili in meno

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1. la prevenzione dei rifiuti

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e un risparmio di 3.100 tonnellate di petrolio e 3.500 tonnellate di CO2 in un solo anno! L’azienda si rivolge a un pubblico molto vario, accomunato però da un semplice bisogno di base: la nutrizione. Le mense aziendali, universitarie, ospedaliere, scolastiche, le case di riposo e le caserme sono le destinazioni perfette per questo tipo di servizio. Questo diverso approccio al consumo, oltre a essere in linea con i criteri ambientali minimi per la ristorazione previsti dal Piano d’azione nazionale del green public procurement (voluto dal ministero dell’Ambiente per normare e incentivare gli acquisti verdi), comporta anche una riduzione di circa il 30% dei costi energetici per la refrigerazione delle stesse e di quelli a monte della produzione degli imballaggi, non più necessari in una mensa che utilizzi il sistema Freebeverage. Questo è possibile grazie alle caratteristiche energetiche dei distributori e alle modalità di distribuzione (una minor dispersione di calore dovuta all’utilizzo di acqua di rete). Se poi la mensa è attrezzata con bicchieri pluriuso, in vetro o policarbonato, il risultato di prevenzione rifiuti è ancora più consistente. Per il futuro, General Beverage si propone di allargare ad altri contesti l’uso dei sistemi Freebeverage, come per esempio la ristorazione commerciale, offrendo anche all’estero la propria esperienza ecosostenibile.

tassazione al prelievo di acqua minerale

Paese: Italia, Regione Piemonte Scala: in corso (4,4 milioni di abitanti) Frazione di rifiuto: bottiglie Risultati: riduzione delle emissioni di CO2 Per ulteriori informazioni: www.envi.info; www.regione.piemonte.it; www.regione.lombardia.it; www.regione.umbria.it; www.regione.veneto.it La Regione Piemonte, con l’obiettivo di prevenire la produzione di rifiuti, ha emanato il nuovo Regolamento, con il quale si è voluto premiare, con riduzioni e, in alcuni casi, esenzioni dal canone di emungimento, tutte quelle aziende che privilegeranno l’utilizzo del vetro o di contenitori ecosostenibili, il recupero dei vuoti a rendere e l’adesione a sistemi di gestione ambientale certificati. Il provvedimento prevede, dal 1° genna-

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io 2014, un sistema di incentivi che sarà del 30% se l’imbottigliamento avverrà in contenitori di vetro, e si eleverà al 50% qualora il concessionario effettui il recupero dei vuoti. La riduzione sarà invece rispettivamente del 20% o del 15% se l’acqua verrà imbottigliata in contenitori equi e sostenibili o se il concessionario aderisce a sistemi di gestione ambientale certificata. Anche la Lombardia ha approvato un’iniziativa analoga (5 centesimi ogni 100 litri), così come l’Umbria e il Veneto. Quest’ultima regione è la più intraprendente, con un’imposta di 480 euro a metro cubo prelevato (che salgono a 516 nelle zone montane), contro una media nazionale di 30 euro. L’Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale (AICA) ha calcolato che il passaggio dall’acqua in bottiglia a quella da rubinetto potrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica di un milione di tonnellate, pari allo 0,21% degli obiettivi di Kyoto per l’Italia. “porta la sporta”

Paese: Italia Scala: nazionale Frazione di rifiuto: buste in plastica e in altri materiali con utilizzo usa e getta Risultati: N/A Per ulteriori informazioni: www.portalasporta.it La campagna “Porta la sporta” è una campagna promossa dall’Associazione comuni virtuosi per dimostrare come sia facile modificare stili di vita errati semplicemente diventandone completamente coscienti e attuando semplici accorgimenti per poterli prevenire. Il nome evoca l’abuso della busta di plastica che è l’oggetto che più abbonda nelle case, che riveste e trasporta ogni acquisto, un oggetto usato per pochi minuti ma che può durare anche centinaia di anni. Il modello di azione proposto dalla campagna mette a disposizione, con il supporto del proprio sito, una varietà di materiali informativi e modelli di azione personalizzabili nella sezione “Entra in azione” divisa per profilo di utente, e cioè cosa è possibile concretamente fare come singolo cittadino, negozio, azienda, scuo-

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1. la prevenzione dei rifiuti

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la, associazione o amministrazione pubblica. Viene inoltre fornita assistenza gratuita agli utenti che adottano il progetto e ne viene stimolata la partecipazione nella creazione di nuovi materiali. Per arrivare al grande pubblico e ampliare il numero di promotori della campagna sul territorio sono stati lanciati alcuni eventi: la giornata internazionale “Plastic Bag Free” e la settimana nazionale “Porta la Sporta”, con la partnership delle associazioni nazionali che aderiscono al progetto. Oltre a enti e istituzioni nazionali o locali possono diventare infatti promotori della campagna anche istituti scolastici, aziende, associazioni e federazioni di diversa natura. L’appello trasmesso in occasione della settimana nazionale ha ribadito quanto quotidianamente la campagna promuove: una presa di conoscenza e di coscienza delle responsabilità individuali e collettive che hanno conseguenze sullo stato di salute del pianeta e un invito a prendere parte attiva nella lotta ai cambiamenti climatici a partire dalle azioni quotidiane. Dal lancio del sito avvenuto il 22 marzo 2009, l’attività di informazione capillare ha interessato il 90% degli oltre 8.100 comuni italiani e tutte le relative provincie e regioni, ottenendo complessivamente la partecipazione di oltre 400 comuni e 14 provincie tra eventi o azioni di promozione della campagna. Sono state inoltre coinvolte, per la prima volta in Italia, anche cinque insegne della grande distribuzione organizzata che rappresenta un partner strategico molto importante per il diffondersi dell’iniziativa. nella culla più salute meno rifiuti

Paese: Italia, Provincia Torino Scala: provinciale e azienda municipale Frazione di rifiuto: pannolini Risultati: 93 tonnellate/anno Per ulteriori informazioni: www.amiat.it http://www.provincia.torino. it/ambiente/rifiuti/programmazione/eco_pannolini Il progetto “Ecobimbi” con il claim “Nella culla più salute meno rifiuti” è stato lanciato ufficialmente attraverso una delibera di giunta provincia-

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le della Provincia di Torino, (Dgp n. 425-29345/2008 del 06/05/2008), coinvolgendo le famiglie di due comuni pilota, Beinasco e Chieri (rispettivamente 18.125 e 34.677 ab. al 2006 – circa 500 nati/anno) e ai dipendenti della Provincia di Torino (circa 50 nati/anno), cui in seguito si è aggiunto il Comune di Torino attraverso l’Amiat. Nello specifico, il progetto dell’amministrazione provinciale prevede la fornitura alle famiglie di un carnet di buoni sconto (un buono da 35 euro e tre da 25 euro) per l’acquisto di massimo quattro kit di pannolini lavabili. Il primo buono sconto è volutamente più consistente (oltre il 46% del valore totale del kit) al fine di incentivare i genitori alla prova dei pannolini lavabili al posto degli usa e getta. Ciascun kit è costituito da 5 pannolini, 2 mutandine impermeabili, 100 veli raccogli feci. A Torino il progetto è stato accompagnato da una specifica campagna di comunicazione supportata da 5.000 opuscoli in carta ecologica, 100 espositori da banco in cartoncino e 300 lettere di accompagnamento alla consegna dei kit. Nell’opuscolo era contenuto il tagliando per ottenere gratuitamente il kit di pannolini. Sono stati organizzati incontri, cui hanno partecipato di volta in volta i diversi portatori di interesse, invitati a mezzo fax, email e con recall telefonico. Sono stati effettuati tre incontri di concertazione generale, 8 di presentazione ai corsi preparto e 8 incontri presso gli asili nido comunali. Al termine dell’iniziativa è stata condotta un’indagine telefonica avente lo scopo di capire e misurare la soddisfazione/insoddisfazione delle mamme che hanno provato a utilizzare il pannolino lavabile fornito grazie al progetto Amiat. Il campione preso in esame, cui è stato sottoposto un questionario, si basava sui dati forniti da Amiat inerenti le famiglie che avevano ricevuto il kit da almeno un mese. Delle 80 famiglie in elenco, l’indagine ha potuto essere condotta su 30, ovvero il 37,5% del campione. I risultati sono confortanti: il 79% del campione intervistato utilizzerà ancora i pannolini lavabili dopo questa prova con il campione di Amiat, mentre il 14% è ancora indeciso e solo il 7% è sfavorevole a proseguire nell’utilizzo. Nei due comuni pilota nel corso del primo anno di progetto sono stati distribuiti 109 buoni sconto da 35 euro e 281 buoni da 25 euro, per un totale di circa 200 kit di pannolini venduti.

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3. la raccolta differenziata

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analisi merceologiche La pianificazione di servizi di raccolta dei rifiuti urbani necessita di un livello approfondito di conoscenza non solo delle quantità prodotte, ma anche della composizione media degli scarti. È perciò necessario suddividere il rifiuto nelle diverse classi merceologiche, in maniera da poter preventivare i quantitativi da raccogliere, per ciascuna tipologia di rifiuto. Se è vero che l’analisi dei dati di raccolta degli ultimi anni permette di stimare una produzione complessiva futura, è altrettanto vero che ciò non è sufficiente per la quantificazione dei flussi di ogni singolo materiale. Per redigere una pianificazione che sia il più possibile aderente alla realtà, occorre avere un’idea precisa delle quantità di rifiuto prodotte per ciascuna frazione merceologica. A tale scopo è possibile operare in due maniere: o si utilizzano dei dati di letteratura oppure si procede con l’effettuazione di analisi merceologiche dei rifiuti indifferenziati prodotti

Analisi merceologica rifiuti, Vigevano (PV). Fonte E.R.I.C.A. soc. coop.

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nel territorio oggetto di progettazione. La seconda ipotesi permette sicuramente di ottenere risultati maggiormente precisi e aderenti alla realtà. Le analisi merceologiche hanno una valenza statistica, perché naturalmente non sarebbe possibile misurare la reale composizione della totalità dei rifiuti prodotti; pertanto occorre utilizzare un campione che sia rappresentativo sia per quantità sia per qualità. È necessario innanzi tutto scegliere la provenienza del rifiuto da esaminare: infatti, per fare un esempio, il materiale proveniente da un circuito di raccolta relativo alle sole utenze commerciali è differente rispetto a quello che arriva da un giro effettuato nelle zone rurali del territorio. L’individuazione del rifiuto dipende dal tipo di progettazione che si andrà a sviluppare. Nel caso di più comuni con caratteristiche differenti, può essere opportuno operare più analisi su campioni provenienti dalle diverse realtà in questione. Se invece il territorio è quello di un singolo comune, ma con zone che differiscono in maniera significativa tra loro, è bene che si effettuino analisi rappresentative di ognuna delle parti in cui idealmente si divide il territorio. Esistono diverse metodologie che indicano come effettuare le operazioni. In ogni caso si tratta di dividere un campione rappresentativo di rifiuti (tra i 100 e i 200 kg) nella varie frazioni merceologiche principali. Per esempio la metodologia messa a punto dall’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (Ipla) prevede che il materiale di partenza sia suddiviso in specifiche categorie (vedi tabella 3.1). Talvolta si trovano oggetti particolari, che non è semplice catalogare. Altre volte succede di reperire qualcosa che l’analizzatore ritiene valga la pena recuperare direttamente (personalmente, durante un’analisi effettuata presso il Comune di Capri, tra resti di spaghetti e latte di pelati, trovai una banconota da venti euro). Una volta cernito il campione, denaro incluso, ogni frazione viene pesata in modo da determinare la composizione complessiva del materiale esaminato. Mediando le successive analisi che si effettuano, si ottiene la suddivisione merceologica del rifiuto indifferenziato, relativamente al territorio in questione. Combinando i risultati delle merceologiche con i dati di raccolta differenziata, è possibile avere una stima della composizione media dell’intero rifiuto prodotto.

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3. la raccolta differenziata

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tabella 3.1 analisi merceologica, tipologie di rifiuto Sottovaglio (tutto ciò che passa al vaglio di 20 mm) Vetro Altri inerti (porcellana, ceramica, pietre, gessi, mattoni ecc.) Metalli Alluminio Pile e batterie Farmaci Contenitori T/F (prodotti tossici e infiammabili) Altri pericolosi (tubi fluorescenti, termometri, siringhe ecc.) Tessili Pelli e cuoio Plastica in film Contenitori per liquidi in plastica Altra plastica Organico Carta Cartone Legno

Fonte: “Analisi merceologica dei rifiuti urbani�, Anpa.

figura 3.1 risultati analisi merceologiche vigevano Pannolini 4% Altro 2% Contenitori T/F 0,2% Tessili 3%

Sottovaglio 4%

Legno 0,1% Organico 38%

Plastica in film 8%

Altra plastica 6% Alluminio 0,1% Metalli 2% ontenitori per liquidi C in plastica 3% Vetro 6% Cartone 5%

Carta e cartone 19%

Fonte: E.R.I.C.A. soc. coop.

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la pianificazione La tipologia di raccolta che negli ultimi anni ha dimostrato di permettere il raggiungimento dei migliori risultati dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo è senza dubbio quella domiciliare. Infatti, la combinazione tra la comodità di avere tutti i contenitori a portata di mano e la possibilità di effettuare controlli puntuali sui conferimenti, rende il porta a porta il sistema di raccolta più adatto. Non è detto però che sia sempre applicabile in qualunque contesto; esistono casi in cui non è sostenibile sotto il profilo economico oppure a causa delle caratteristiche del territorio. La raccolta porta a porta si basa sull’assegnazione di contenitori e sacchi per la raccolta dei rifiuti a ogni numero civico, sia esso un condominio, una panetteria, una villetta o una fabbrica. Le attrezzature consegnate sono a uso esclusivo delle utenze corrispondenti al numero civico e devono essere collocate in spazi privati pertinenziali; nei giorni e negli orari previsti per la raccolta, i contenitori o i sacchi vanno esposti su suolo pubblico, a cura dell’utenza. il porta a porta è come smettere di fumare Nel 2004, quando venne avviata la raccolta domiciliare a Grugliasco (TO), l’allora Sindaco Marcello Mazzù, nel corso delle assemblee pubbliche con la popolazione, era solito usare una metafora, ossia che la raccolta differenziata è come smettere di fumare: all’inizio si sta male, si ha più tosse, più malesseri e si ha voglia di ricominciare subito a fumare. E poi, cosa succede? Lo chiediamo direttamente a Marcello Mazzù, che oltre a essere stato Sindaco di Grugliasco, di professione è medico... Succede che capita lo stesso con la differenziata porta a porta: all’inizio mucchi di rifiuti, caos, proteste ecc. Io dicevo di tenere duro, esattamente come ai pazienti che volevano ricominciare a fumare: “Tra sei mesi si starà meglio e il sistema funzionerà”. ... e questa “terapia” ha poi effettivamente funzionato? A distanza di anni, quando si parla di rifiuti, i cittadini di Grugliasco si ricordano che ho dato inizio alla rivoluzione epocale del porta a porta e ringraziano per l’organizzazione che permette di avere adesso una città pulita. Adesso lo riconoscono...

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3. la raccolta differenziata

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Cosa ricorda in particolare di quel percorso? Ricordo senz’altro i mucchi di rifiuti nelle strade nel primo periodo, ma soprattutto la nostra tenacia e caparbietà nello spiegare, rispiegare e cercare di convincere sempre tutti i cittadini, sia quelli che incontravamo per strada, sia quelli delle numerose riunioni, nei condomini, sempre piuttosto “calde”; tutto ciò accompagnato da qualche “blitz” volutamente plateale nelle utenze più “indisciplinate”. Cosa le ha lasciato questa esperienza? La certezza che se si è assolutamente convinti di fare una cosa ritenuta giusta e la si spiega con passione e precisione, alla fine i cittadini ti seguono. La pratica della vera politica è faticosa e piena di sacrifici e così penso debba essere, ma la gratificazione del raggiungimento del risultato positivo per il bene comune è enorme. Quanto è importante il lavoro della “macchina comunale”, tecnica e politica, e il coordinamento interno, nell’introduzione del porta a porta? La macchina comunale è fondamentale. Si possono raggiungere in breve tempo i risultati che abbiamo ottenuto a Grugliasco solo se c’è un grande lavoro di squadra con i funzionari, i tecnici comunali, gli assessori e la struttura della società che si occupa della raccolta quotidianamente (Cidiu Spa). Quanto crede abbia contribuito l’introduzione della raccolta domiciliare a fare di Grugliasco una città più sostenibile? Le percentuali della raccolta differenziata a Grugliasco, tra le più alte dell’area metropolitana torinese, rappresentano il fiore all’occhiello e il segno distintivo, senz’altro il primo per importanza, per definire la nostra città ecosostenibile. Se non c’è questo, il resto sono solo chiacchiere. Cosa resta da fare al suo successore, secondo lei? Non deve accontentarsi dei buoni risultati già ottenuti. Bisogna sempre fare formazione e dare informazione per alzare il livello della qualità. Ci tiene a sottolineare ancora qualcosa di particolare sull’introduzione del porta a porta a Grugliasco? Credo in verità che il più grande successo stia nel fatto che i cittadini non si ricordino più di come era prima. Questo vuol dire che il sistema della raccolta differenziata porta a porta è entrato definitivamente e in modo irrinunciabile negli stili di vita dei cittadini grugliaschesi. Enrico Di Nola Project manager settore comunicativo E.R.I.C.A. soc. coop.

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6. gli strumenti economici

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figura 6.2 esempio di suddivisione delle superfici, utenze non domestiche (m2) 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000

Cam Mus ei, bi pegg bliot i, dis eche tribu ... tori c arbu Stab ranti ilime nti b Espo alnea sizio ri n i , auto Albe salon rghi i c o n rist Albe rghi oran senz t e a rist Case oran te di cu ra e r Uffic iposo i , a genz Banc ie, st he ed Nego udi... istitu zi ab ti di biglia credi m ento to Edico , calz la, fa ature Attiv rmac ità a ... i a , taba rtigia Attiv Carro ccaio nali t ità in ... zzeri i po b dust a, au otteg riali c toffic Attiv h e .. on ca . ina, e ità a rtigia pann lettra nali d oni d uto i pro i pro duzio duzio Risto ranti ne ne b , trat eni s torie pecif , oste ici Supe rie, p rmer Bar, c izzer cato, ie a f f è, pa pane sticc e pas Pluri e r ia t licen a, ma ze al celle Orto imen r i a frutt ... tari e a, pe /o m sche iste rie, fi ori e Disco pian Banc tech te hi di e , nigh merc Banc t clu ato b hi di b eni d merc urevo ato b li eni a lime ntari Banc hi di merc ato

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Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013.

quota fissa totale tra utenze domestiche e utenze non domestiche avviene sulla base della quota delle superfici totali rispettivamente occupata dalle due categorie. I costi della quota variabile, sia quelli per la raccolta differenziata sia quelli per i rifiuti indifferenziati, sono ripartiti tra le utenze domestiche e le utenze non domestiche in proporzione alle rispettive quantità di rifiuti loro ascritte. Qualora il sistema di gestione non preveda la contabilizzazione separata dei rifiuti conferiti dalle utenze domestiche e dalle utenze non do-

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dieci azioni per zero rifiuti

mestiche, la determinazione delle quantità ascrivibili alle due fasce avviene sulla base di un calcolo presuntivo secondo il procedimento indicato dalla Circolare del Ministero dell’Ambiente del 7 ottobre 1999, partendo dalla produzione totale di rifiuti urbani stimata per l’anno di riferimento. La produzione presuntiva delle utenze non domestiche è data dalla sommatoria dei prodotti delle superfici di ciascuna categoria e dei rispettivi kd (coefficienti di produzione potenziale kg/m2/ anno ex Allegato 1 al Dpr 158/1999). Di conseguenza la produzione presuntiva di rifiuti delle utenze domestiche è data dalla differenza tra la produzione totale di rifiuti stimata e di quella presuntiva di quelle non domestiche.

figura 6.3 esempio di composizione delle famiglie, castagnole delle lanze Famiglie con 1 componente 494,2

Famiglie con 6 o più componenti 18,8 Famiglie con 2 componenti 480,4

Famiglie con 5 componenti 55,2

Famiglie con 4 componenti 224

Famiglie con 3 componenti 315,8

Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013.

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6. gli strumenti economici

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figura 6.4 esempio di quantità di utenze non domestiche per categoria 100

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52 39

40 20

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3

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4

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10 0

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Mus Cam ei, bi pegg bliot i, dis eche tribu … tori c arbu Stab ranti ilime nti b Espo alnea sizio ri ni, au Albe t o salon rghi i con r Albe istor rghi ante senz a rist oran Case te di cu ra e r Uffic iposo i , a g Banc enzie he ed , stud Nego istitu i… zi ab ti di biglia credi m to e nto, c Edico alzat la, fa Attiv r u m r e acia, … ità a taba rtigia ccaio Carro Attiv nali t … ità in zzeri ipo b a, au dust otteg riali c toffic h Attiv e … on ca ina, e ità a lettra pann rtigia oni d nali d uto i pro i pro duzio duzio Risto ne ranti ne b eni s , trat pecif torie , oste ici Supe rie, p rmer Bar, c izzer cato, ie a f fè, pa pane sticc e pas Pluri e r t ia a , mac licen ze al elleri Orto i m a … enta frutt ri e/o a, pe sche m i s rie, fi te ori e Disco pian Banc t t e e c he, n hi di ight merc Banc club ato b hi di eni d merc urevo ato b li eni a lime ntari Banc hi di merc ato

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Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013, Castagnole delle Lanze.

la tariffazione puntuale

La “puntualità” della tariffa si riscontra nella misurazione, attraverso sacchi verdi riportanti i segni distintivi del comune, della quantità di rifiuti urbani indifferenziati conferiti da ciascuna famiglia e da ciascuna utenza non domestica. Questi sacchi costituiscono, quindi, un parametro per l’applicazione della tariffa stessa: utilizzare altri sacchi per i rifiuti indifferenziati, ovvero, nell’ipotesi ancor più grave, abbandonarli significa evaderne il pagamento.

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TITOLI RECENTI DALLA COLLANA SAGGISTICA AMBIENTALE Gestire i rifiuti nei parchi nazionali

Strategie innovative per la realizzazione di sistemi integrati per il recupero da biomassa 2013 – 192 pagine – 24,00

La terra che vogliamo

Il futuro delle campagne italiane di Beppe Croce, Sandro Angiolini 2013 – 208 pagine – 18,00 euro

State of the World 2013

È ancora possibile la sostenibilità? di Worldwatch Institute a cura di Bologna Gianfranco 2013 – 464 pagine – 26,00 euro

Il Patto dei Sindaci

Le città come protagoniste della Green Economy di Antonio Lumicisi 2013– 328 pagine – 25,00 euro

Sostenibilità in pillole

Per imparare a vivere su un solo pianeta di Bologna Gianfranco 2013 – 302 pagine – 20,00 euro

2052

Scenari globali per i prossimi quarant’anni di Jorgen Randers 2013 – 336 pagine – 25,00 euro

Efficienza energetica

Gli incentivi per il risparmio energetico, le rinnovabili termiche e la cogenerazione di Redazione Nextville 2013 – 208 pagine – 20,00 euro

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L’acqua che mangiamo

Cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo a cura di Marta Antonelli, Francesca Greco 2013 – 288 pagine – 25,00 euro

L’Italia oltre la crisi

Ambiente Italia 2013: idee di futuro a confronto a cura di Duccio Bianchi, Edoardo Zanchini 2013 – 208 pagine – 22,00 euro

Fonti rinnovabili

Autorizzazioni, connessioni, incentivi e fiscalità della produzione elettrica a cura di Anna Bruno, Redazione di Nextville 2012 – 236 pagine – 20,00 euro

Acquisti sostenibili

Imprese e amministrazioni pubbliche per un’economia più verde e responsabile di Silvano Falocco, Simone Ricotta 2012 – 352 pagine – 28,00 euro

Green economy: per uscire dalle due crisi Rapporto 2012

a cura di Edo Ronchi, Roberto Morabito 2012 – 304 pagine – 26,00 euro

9 miliardi di posti a tavola

La nuova geopolitica della scarsità di cibo di Lester R. Brown 2012 – 168 pagine – 18,00 euro

Eating Planet 2012

Nutrirsi oggi: una sfida per l’uomo e per il pianeta di Barilla Center for Food & Nutrition 2012 – 352 pagine – 26,00 euro

L’Italia della green economy

Idee, aziende e prodotti nei nuovi scenari globali di Silvia Zamboni 2011 – 320 pagine – 28,00 euro

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Dieci azioni per zero rifiuti presenta le migliori esperienze italiane di aziende, amministrazioni locali e realtà territoriali impegnate nel cammino verso “rifiuti zero”.

24,00 euro ISBN 978-88-6627-067-6

9 788866 270676

dieci azioni per zero rifiuti

è stato assessore all’ambiente del Comune di Alba. È fondatore e presidente di ERICA soc. coop., presidente dell’AICA (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) e fa parte del Consiglio direttivo dell’ACR+ di Bruxelles. Collabora con alcune trasmissioni radio televisive sui temi ambientali. Per i tipi di Edizione Ambiente ha pubblicato nel 2011 Meno 100 chili, ispirato dall’omonimo monologo e dal quale è stato tratto un docufilm con, tra gli altri, Mario Tozzi, Luca Mercalli e Giuseppe Cederna.

Roberto Cavallo

“Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo.” Luca Mercalli

Roberto Cavallo e coop. Erica

Erica soc. coop. (Educazione Ricerca Informazione Ambientale) nasce nel 1996 ad Alba (CN) a seguito della tragica alluvione che ha colpito il Sud Piemonte nel 1994, con l’obiettivo di occuparsi di ambiente, sia in termini di comunicazione e prevenzione dei rischi sia fornendo supporto tecnico a enti pubblici e privati del settore. Nel corso del tempo, ERICA sviluppa un’area comunicativa-educativa e un settore tecnico, occupando oltre 25 persone. Le competenze legate alla gestione del ciclo dei rifiuti e ad altri settori ingegneristico-ambientali si concretizzano in progetti che hanno al centro il dialogo con il territorio, con i cittadini e gli amministratori in particolare.

a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica

SOLUZIONI CONCRETE PER COMUNI, AZIENDE E CITTADINI presentazione di Luca Mercalli

DIECI AZIONI PER ZERO RIFIUTI

“La questione dei rifiuti nella nostra civiltà è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. [...] La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente [...] ne è testimonianza.” Così scrive Luca Mercalli nella Presentazione al volume. La gestione rifiuti oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent’anni fa ogni prodotto utilizzato dall’uomo era biodegradabile o realizzato con un composto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine. In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera... Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura migliaia di anni e produce danni irreversibili. Decisamente una scomoda eredità per le generazioni future. Occuparsi di una strategia “rifiuti zero” è più che mai un atto di profonda responsabilità e di assoluta necessità. Forse stupirà il lettore sapere che l’Italia è la prima nazione al mondo per numero di amministrazioni, realtà territoriali e movimenti impegnati nel cammino verso “rifiuti zero”. Dieci azioni per zero rifiuti racconta alcune delle migliori esperienze italiane nel campo della gestione dei prodotti, dall’impegno delle amministrazioni locali a quello di un’industria che sempre più sta puntando sul recupero di materia come opportunità di rilancio per superare la crisi economica.


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