Il teatro e le sue storie (anteprima)

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Direzione editoriale: Laura Moro Coordinamento e redazione: Cinzia Di Dio La Leggia, Francesca Centuori Direzione artistica: studioscuola di Gabriele Clima Illustrazioni: Andrea Goroni, Pietro Dichiara Impaginazione: Tiziana Ciliani

Proprietà per tutti i Paesi: Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © Copyright 2009 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati EC 11663 / ISBN: 9788863950267 Stampato in Italia da A.G.F. S.r.l. nel mese di Febbraio 2009 www.edizionicurci.it


Magia dell’Opera I. Per chi è questo libro Questo libro ti accompagnerà in un viaggio entusiasmante nel magico mondo dell’opera lirica, ti permetterà di scoprire i suoi mille trucchi e segreti e ti farà amare le sue storie leggendarie e le sue meravigliose armonie. Leggendo i suoi capitoli ti si aprirà un mondo dove tutto è al tempo stesso vero e fantastico; conoscerai, un passo alla volta, i tanti artisti e tecnici che lavorano nella “fabbrica dell’opera” e ne imparerai i tanti trucchi e mestieri. Conoscere le storie dell’opera sarà appassionante e divertente: alcune buffe, altre romantiche, altre ancora letteralmente mitiche, ti regaleranno tutte grandi emozioni. Sei pronto? Allora, partiamo per questo viaggio avventuroso. Preparati a un percorso ricco di giochi e di esperienze nuove. Per cominciare, firma il libro con il tuo autografo, come fanno i cantanti famosi, così tutti sapranno che è tuo. Buon viaggio!

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II. L’opera lirica: ma che cos’è? Prima di partire per il tuo viaggio è bene che tu capisca meglio dove sei diretto e che cosa troverai al tuo arrivo. Quindi, vediamo di rispondere alla domanda “che cos’è l’opera lirica?”. L’opera è una forma di teatro speciale perché è in musica e i suoi interpreti, sul palcoscenico, non parlano ma cantano! I loro “discorsi” canori sono accompagnati dalla musica eseguita da una grande orchestra. Gli interpreti indossano costumi, trucco e parrucche bellissimi e si muovono sullo sfondo di una scenografia che rappresenta i luoghi in cui si svolge la storia. Ecco, abbiamo già individuato gli ingredienti principali di un’opera: il palcoscenico, i cantanti, l’orchestra, le scene, i costumi e il trucco. Mescolando insieme questi elementi, con le parole, i canti e l’azione scenica si dà vita a una storia... Ma come nasce la storia di un’opera? Può prendere spunto da una leggenda, da una favola, da un romanzo o da un lavoro teatrale, ma può anche essere completamente inventata. Uno scrittore (definito librettista) scrive i dialoghi dei personaggi, quasi sempre in versi, e le didascalie con cui descrive l’epoca e i luoghi in cui si svolge la vicenda. Il risultato finale è il libretto d’opera. Seguendo il testo del libretto, il compositore mette in musica i versi, creando l’atmosfera della storia e sottolineando i sentimenti e le emozioni dei personaggi. Se, per esempio, arriva in scena un “cattivo” la musica sarà cupa e minacciosa, mentre se due innamorati si lasciano l’orchestra accompagnerà il loro addio con melodie dolci e struggenti. Per questo l’opera lirica si chiama anche melodramma: una storia in cui la musica (melos) e la parola (dramma) vanno a braccetto per dare vita a uno spettacolo. Ma per costruirlo in teatro è necessario il lavoro di così tante persone, mezzi e strumenti che si può parlare di una vera e propria “fabbrica dell’opera”. 6

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Magia dell’Opera Giochi e quiz dell’opera Correggi i proverbi Ciascuno di questi proverbi ha una parola con una lettera o una vocale errata. Trova quelle giuste e scrivile nelle colonne di destra. Scoprirai un sinonimo della parola opera. Il buongiorno si vede dal gattino La frutta è cattiva consigliera Il pupo perde il pelo ma non il vizio Quando la nave affonda i tipi scappano Non c’è bue senza tre Non c’è cosa senza spine Ogni lisciata è persa Il fine giustifica i pezzi Una tela al giorno leva il medico di torno Inno nuovo, vita nuova

Scopri l’intruso Quale di queste parole non appartiene al mondo dell’opera? A) B) C) D) E) F) G) H)

Compositore Orchestra Palcoscenico Cantanti Libretto Costumi Scintigrafia Didascalie

Trova le risposte giuste a pag. 78 © 2009 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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III. Un viaggio nella fabbrica dell’opera Ora che sai cosa ti aspetta, puoi partire alla scoperta della fabbrica dell’opera che, naturalmente, si trova dentro al teatro. Entra dall’ingresso del pubblico e dirigiti verso l’interno. Ti troverai in un grande ambiente a forma di ferro di cavallo: è qui che siedono gli spettatori.

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IV. Storia dell’opera in pillole Le origini dell’opera lirica: tutto ebbe inizio così... Nell’antichità l’opera lirica non esisteva. C’erano il teatro, fin dai tempi dell’antica Grecia, e la musica, ancora più primitiva, ma si trattava di due generi distinti e separati. L’opera, che tutti conosciamo come melodramma, è nata tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, epoca in cui in Italia fiorivano l’arte e la cultura. Della sua creazione dobbiamo ringraziare il papà di Galileo Galilei, il famoso scienziato e inventore, che si chiamava Vincenzo Galilei. Ecco come andò: un gruppo di artisti e intellettuali si riuniva abitualmente a casa del conte Bardi, a Firenze, e per questo si faceva chiamare “Camerata de’ Bardi”. Il leader del gruppo era proprio Vincenzo Galilei che voleva dar vita a una nuova forma d’arte che fu definita “recitar cantando”. L’idea era appunto che la musica dovesse accompagnare un testo teatrale per commentarlo e dargli maggiore intensità. Nacquero così le prime opere che venivano rappresentate nei palazzi delle famiglie reali e della nobiltà, solitamente provvisti di un teatro al loro interno. Erano quasi tutte basate su argomenti classici o mitologici, come L’Orfeo di Claudio Monteverdi, che è considerato il primo capolavoro della storia dell’opera. Narravano le vicende di divinità o personaggi storici sullo sfondo di scenografie fantastiche con grandiosi effetti scenici: fuochi d’artificio, nuvole, fumo, fiamme e tanto altro ancora. Ai suoi primordi, quindi, l’opera era un privilegio di pochi aristocratici; tuttavia le cose cambiarono quando, nel 1637, a Venezia, fu aperto il primo teatro pubblico (chiamato San Cassiano) dove tutti potevano andare ad assistere agli spettacoli.

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L’opera cominciò così a diventare popolare ed ebbe subito un tale successo di pubblico che i cantanti lirici divennero delle vere e proprie “star”, come i cantanti pop di oggi. Per soddisfare i gusti di un pubblico più popolare, un po’ alla volta gli autori, cominciarono a comporre melodie più orecchiabili e arie che permettevano ai cantanti di esibire la loro voce, sorprendendo e deliziando gli spettatori.

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Vuoi saperne di più? Leggi la storia di questa opera nella seconda parte del libro 18

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Magia dell’Opera suoi capricci, se la vede brutta e rinuncia alle nozze. Nel genere serio, il suo capolavoro è Lucia di Lammermoor, tragico dramma di una fanciulla innamorata che, a causa di un perfido inganno, vede infrangere i suoi sogni d’amore e, per il dolore, impazzisce e muore. Giuseppe Verdi, nato nel 1813 a Roncole di Busseto, un paesino vicino Parma, è uno dei massimi compositori italiani: ha scritto ventisette melodrammi che sono tuttora tra i più rappresentati nel mondo. Verdi era di origini umili e contadine e non aveva i mezzi per studiare. Tuttavia, la sua passione per la musica e il suo grande talento convinsero l’organista della chiesa di Roncole a dargli gratuitamente le prime lezioni. In seguito, un ricco negoziante del luogo lo aiutò a proseguire gli studi. Si trasferì a Milano per completare la sua formazione. Qui, quando aveva solo ventiquattro anni, fu rappresentata la sua prima opera: Oberto di San Bonifacio. Il lavoro suscitò un certo interesse e gli procurò altri incarichi; ma fu solo, con Nabucco, cinque anni più tardi, che il suo talento si rivelò pienamente. Devi sapere che Verdi era anche un ardente patriota, sostenitore dei moti del Risorgimento che volevano cacciare gli austriaci invasori e dare vita a un libero Regno d’Italia. Per questo la sua musica, e in particolare il celebre coro del Nabucco, “Va pensiero sull’ali dorate” diventò una specie di inno segreto contro l’Austria e Verdi stesso un simbolo del movimento di liberazione. I patrioti scrivevano sui muri – Viva V.E.R.D.I. – come codice segreto per acclamare il futuro Re d’Italia (Vittorio Emanuele Re Di Italia). Quando finalmente il Regno d’Italia fu creato, Verdi venne eletto deputato del primo Parlamento Italiano (1861) e, successivamente, senatore a vita (1874). Ma questo avveniva circa vent’anni dopo! Dopo il successo di Nabucco, Verdi fu molto richiesto dai teatri: nei dieci anni successivi scrisse una decina di opere, lavorando a ritmi massacranti. Egli stesso definì quel periodo “gli anni di galera”. A trentacinque anni era già famoso in tutta Europa e le sue opere si rappresentavano ovunque; ma quando compose Rigoletto, superò se stesso e fu acclamato come il maggior compositore d’opera italiano del suo tempo. Quest’opera è la prima della cosiddetta “trilogia popolare” e narra la tragica vicenda di Rigoletto, buffone di corte, che vuole vendicarsi del Duca suo padrone, perché gli ha sedotto la figlia Gilda. Ma la vendetta ricade crudelmente © 2009 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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L’Orfeo di Claudio Monteverdi La leggenda ha origine nella mitologia greca e narra di Orfeo, figlio di Apollo, dio della bellezza, che aveva il dono di incantare la natura con il suo canto e le melodie della sua cetra: udendolo, le belve si ammansivano, il vento si fermava e le piante si inchinavano al suo passaggio. L’opera di Monteverdi inizia con Orfeo, il bel musico dai lunghi capelli biondi, che festeggia le sue nozze con la bella e amatissima Euridice in compagnia di pastori e ninfe. I due sposi sembrano destinati a una felicità senza limiti, ma un crudele destino è in agguato. Pochi giorni dopo, infatti, Orfeo si sta intrattenendo con gli amici pastori quando all’improvviso sente un grido disperato: è una ninfa che arriva di corsa per annunciare la tragica morte di Euridice, morsa da un serpente velenoso calpestato per errore. Orfeo è distrutto dal dolore e tutti i pastori si uniscono al suo pianto mentre l’anima di Euridice vola verso il regno delle ombre, dove i vivi non possono entrare. Ma Orfeo non si rassegna alla perdita della sua sposa. Invoca la dea Speranza perché lo accompagni in un lungo e pericoloso viaggio verso il regno delle ombre, governato dal dio Plutone e da sua moglie Proserpina. Insieme si avviano per sentieri scoscesi tra le montagne, scendono tra burroni e crepacci, fino a raggiungere un muro su cui è scritto “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. È l’ingresso al regno dei morti! Alla dea Speranza non è permesso proseguire oltre e deve allontanarsi. Orfeo resta solo ed impaurito quand’ecco pararglisi davanti un orribile vecchio dalla lunga barba: è Caronte, il guardiano del regno dei morti, che gli sbarra minaccioso il passo. Le suppliche di Orfeo però finiscono per commuoverlo: il guardiano si dilegua nel nulla lasciando il Musico libero di proseguire. Rimasto nuovamente solo, al buio, tra il guizzare di tanti piccoli fuochi, Orfeo piange, canta il suo dolore e prega gli dei di resituirgli Euridice. Finché, nel bagliore di una fiamma, gli appare Proserpina, impietosita dalle sue preghiere. La dea intercede presso Plutone affinché Euridice possa tornare fra i vivi. Il dio acconsente ma ad una condizione: Orfeo potrà riavere la sua sposa solo se nel viaggio di ritorno non si volterà mai a guardarla; un solo sguardo e la perderà per sempre! Orfeo si incammina, ma non resiste al desiderio di rivedere la sua amata e si volta prima di arrivare alla meta: vede Euridice, bella e sorridente, per l’ultima volta, mentre gli spiriti infernali la circondano e la portano via. Impietosito dal dolore di Orfeo, Apollo lo fa ascendere al mondo degli dei, dove non esiste sofferenza e la gioia è eterna e dove lui potrà continuare a sognare ed amare Euridice. 34

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Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni è un aristocratico spagnolo, ricco, bello, grande spadaccino e gran conquistatore di donne, anzi, un vero e proprio collezionista di cuori femminili. Non per niente, proprio per questa sua caratteristica è diventato una leggenda, un vero mito! All’inizio dell’opera di Mozart lo troviamo impegnato nella conquista di una nobildonna, benché non propriamente nei modi che ci si aspetterebbe da un gentiluomo del suo rango: con il volto nascosto da una maschera, si è introdotto, di notte, nella camera da letto della sua “vittima” e ha cercato di sedurla! Donna Anna, la nobildonna in questione, indignata per l’attentato alla sua virtù, lo ha respinto urlando furiosamente e ora lo insegue per smascherarlo. Le sue grida fanno accorrere il padre, il Commendatore che, sebbene anziano, sfida a duello l’ignoto seduttore. Don Giovanni tenta invano di dissuaderlo ma è costretto ad accettare la sfida: ferisce a morte l’anziano sfidante prima di darsi alla fuga assieme al suo servo Leporello, che ha assistito inorridito alla scena. Donna Anna, sconvolta dal dolore, fa giurare al suo fidanzato, Don Ottavio, che vendicherà l’assassinio del padre. Don Giovanni non sa che il delitto appena compiuto sarà la sua rovina. Inconsapevole, non prova alcun rimorso e continua la vita dissoluta di sempre. Infatti, eccolo il giorno dopo che, vista da lontanto una bella dama, le si avvicina per corteggiarla, non accorgendosi che la sconosciuta altri non è che Donna Elvira, una donna che egli ha già sedotto e abbandonato e che ora lo cerca ovunque, un po’ per amore (sarebbe pronta a perdonarlo!) e un po’ per vendicarsi. Don Giovanni, che non ha intenzione di farsi intrappolare, fugge via con una scusa, lasciandola con Leporello. Il povero servitore, imbarazzato, non trova di meglio da fare che enumerarle tutte le conquiste del suo padrone: migliaia di donne in tutte le nazioni, senza fare differenza tra giovani e vecchie, magre e grasse, bionde e brune, nobili e popolane. Donna Elvira, furente, si lancia nuovamente alla ricerca del suo seduttore. Intanto lì vicino un gruppo di contadini festeggia due giovani, Masetto e Zerlina, che stanno per sposarsi. Don Giovanni, capitato sul posto, senza alcun ritegno inizia subito a corteggiare la futura sposa e per poterla circuire meglio, invita tutti ad una festa da ballo al suo castello, dopo aver ordinato a Leporello di distrarre Masetto. Rimasto solo con Zerlina, Don Giovanni la lusinga con complimenti e parole 36

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Magia dell’Opera Carmen di Georges Bizet La storia si svolge a Siviglia ai primi del 1800. Carmen è una gitana bella e provocante, corteggiata da tutti, che ama sedurre e scherzare con gli uomini. Lavora con tante altre donne in una fabbrica di sigari, di fronte alla caserma dei Dragoni. Lì, tra gli altri, c’è un bel brigadiere, Don José, originario di un paese vicino dove vivono sua madre e la sua fidanzata Micaela. José è un ragazzo serio, pensa sempre con affetto e nostalgia alla sua ragazza e non presta attenzione alle altre donne. Questa sua indifferenza infastidisce Carmen, che vorrebbe tutti gli uomini sempre ai suoi piedi, così lo provoca gettandogli, come per sfida, un fiore. Egli finge di non darle peso ma in realtà è turbato dal fascino di lei e ne è attratto. Mentre José è assorto in questi pensieri, nella fabbrica scoppia una lite provocata proprio da Carmen che ha picchiato una compagna. La gitana viene arrestata e il bel brigadiere è incaricato di portarla in carcere. Carmen non si perde d’animo, mette in atto tutte le sue arti di seduzione, gli dice di amarlo e che lui non può resisterle perché il fiore che gli ha gettato è stregato: vuole che la lasci fuggire. José prova a resisterle ma, alla fine, cede affascinato da lei e dalle sue lusinghe d’amore. Finge che Carmen gli sia sfuggita, ma il suo attento capitano si accorge dell’inganno, lo degrada e per punizione lo arresta. A Don José non resta che sognare il momento in cui uscirà di prigione e potrà rivedere la bella gitana che gli ha promesso di aspettarlo nell’osteria di Lillas-Pastia. E, in effetti, così lei fa, ma trascorrendo il tempo allegramente, ballando e cantando con le sue amiche e i soldati. A modo suo gli è fedele, perché respinge il corteggiamento di un celebre torero, Escamillo, e rifiuta anche di seguire sulle montagne il Dancairo e il Remendado, due contrabbandieri della banda a cui appartiene. Finalmente Don José, scontata la pena, la raggiunge, pazzo d’amore e con il solo desiderio di stare insieme a lei. Ma Carmen non vuole una vita tranquilla: vuole andare a stare sulle montagne con i suoi amici contrabbandieri e gli chiede di seguirla. Don José esita: dovrebbe disertare il reggimento, vivere come un fuorilegge, dimenticare la sua famiglia! La supplica di cambiare idea, ma quando vede che tutto è vano, cede e accetta di seguirla. Nel covo dei contrabbandieri, © 2009 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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Ti ricordi chi sono? Scrivi il nome di ciascun personaggio. Riesci a ricordarli tutti?

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Appendice Bon ton all’opera In sala le luci sono spente. Sul palcoscenico c’è una struggente scena d’amore. La musica è sempre più intensa, lirica, struggente. L’emozione cresce e tutto il pubblico trattiene il fiato, in silenzio, per ascoltare meglio e lasciarsi trascinare dalla magia di quelle note. Ma, improvvisamente...DRIN…DRIN…Un cellulare comincia a suonare! La magia è distrutta! Il direttore d’orchestra, i cantanti e gli orchestrali, da veri professionisti, continuano imperterriti a cantare e suonare, ma si vede che sono un po’ seccati. Gli spettatori sono invece irritati e si guardano tra loro con aria sospetta, alla ricerca del colpevole maleducato. Ugualmente fastidioso è chi continua a masticare rumorosamente, o maneggia pacchetti di patatine e popcorn, o entra ed esce dalla sala, magari anche parlando ad alta voce…Distrae l’attenzione di chi segue lo spettacolo, interrompe l’incanto, guasta l’atmosfera. Noi vorremmo che non accadesse mai! Per questo ti abbiamo scritto questa piccola appendice sul “bon ton all’opera”! Il Teatro d’Opera è un luogo pieno di fascino, frequentato da principi e principesse, intellettuali e persone comuni, gente ricca e povera. Ma è anche un’importante istituzione musicale che richiede il rispetto di alcune regole di comportamento: non si devono disturbare gli altri spettatori; inoltre, bisogna ricordare sempre che tutte le persone che hanno lavorato duro per portare in scena uno spettacolo meritano il rispetto del pubblico e saranno ripagate soltanto dalla sua attenzione e dai suoi applausi. Ecco quindi poche regole da non dimenticare: In teatro non si mangia e non si beve se non al bar, durante l’intervallo. I telefoni cellulari devono essere spenti prima che l’orchestra inizi a suonare. È fondamentale rispettare il silenzio. Durante lo spettacolo non si possono fare fotografie con il flash. Bisogna stare fermi sulla propria poltrona, senza agitarsi o muoversi (per non importunare lo spettatore seduto dietro). Si arriva puntuali e a spettacolo iniziato non si entra ed esce dalla platea. Non si entra ed esce neppure dai palchi, durante lo spettacolo, tranne in casi di effettiva necessità.

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Magia dell’Opera Il dizionario dell’opera Applauso. Si applaude alla fine dello spettacolo o di ogni atto per manifestare il gradimento dell’opera e dei suoi interpreti. A volte il pubblico applaude anche alla fine di un’aria o di un brano che ha particolarmente apprezzato. Assolo. È un brano musicale, cantato o suonato, eseguito da un singolo interprete che emerge, quindi, come solista. Atto. Un’opera può essere formata da uno o più atti. Tra l’uno e l’altro ci sono gli intervalli, durante i quali si cambiano le scene e gli spettatori si intrattengono nel Foyer. Attrezzeria. Grande magazzino del teatro in cui si conservano tutti gli arredi e oggetti usati per i diversi spettacoli. Attrezzista. Il responsabile dell’allestimento delle scene, atto per atto, con gli elementi di arredo e gli oggetti necessari allo spettacolo, che riporrà, dopo l’uso, nell’attrezzeria. Bacchetta. Lo strumento usato dal direttore d’orchestra per dirigere gli orchestrali. Baritono. La voce maschile intermedia tra quella più acuta del tenore e quella più grave del basso. Basso. La più grave delle voci maschili. Belcanto. Tecnica di canto virtuosistico caratterizzata da agilità nel fraseggio. Bis. È un termine internazionale che indica la ripetizione di un’aria appena cantata su richiesta del pubblico. Quando è particolarmente entusiasta di un cantante, il pubblico chiede a gran voce e tra gli applausi, il bis. Di solito, però, nell’opera non se ne concedono troppi, per non interrompere lo svolgimento dello spettacolo. Boccascena. Grande arco che separa il palcoscenico dalla platea. Botteghino. È la biglietteria del teatro dove si vendono i biglietti. Buca. Un piccolo vano che si affaccia al centro del palcoscenico, al proscenio. Lì si posiziona il maestro suggeritore, che suggerisce sottovoce le battute ai cantanti aiutandoli a ricordarle. Buca d’orchestra. Spazio interrato (per questo si chiama buca!) tra la platea e il palcoscenico in cui prendono posto gli orchestrali. Viene anche chiamato “golfo mistico”. Camerini. Sono i locali in cui gli attori indossano il costume di scena e si truccano © 2009 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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Magia dell’Opera Indice I

Per chi è questo libro

Pag. 3

PARTE PRIMA: L’OPERA LIRICA II

L’opera lirica: ma che cos’è?

Pag. 6

III Un viaggio nella fabbrica dell’opera

Pag. 8

IV Storia dell’opera lirica in pillole

Pag. 18

PARTE SECONDA: LE STORIE DELL’OPERA L’Orfeo di Claudio Monteverdi Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi Carmen di Georges Bizet Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini Guglielmo Tell di Gioachino Rossini La sonnambula di Vincenzo Bellini L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti La Traviata di Giuseppe Verdi Otello di Giuseppe Verdi Falstaff di Giuseppe Verdi La Bohème di Giacomo Puccini Tosca di Giacomo Puccini Gianni Schicchi di Giacomo Puccini L’anello dei Nibelunghi di Richard Wagner Pagliacci di Ruggero Leoncavallo

Pag. 34 Pag. 35 Pag. 36 Pag. 38 Pag. 40 Pag. 41 Pag. 43 Pag. 45 Pag. 47 Pag. 49 Pag. 50 Pag. 51 Pag. 54 Pag. 57 Pag. 60 Pag. 62 Pag. 64 Pag. 65 Pag. 69

APPENDICE Bon ton all’opera Pag. 72 Il dizionario dell’opera Pag. 73 Soluzioni di giochi© 2009 e quiz Pag. 78 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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