Perché Ciajkovskij si nascose sotto il divano (anteprima)

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Titolo originale: Why Handel waggled his wig by Steven Isserlis First published in 2006 by Faber and Faber Limited 3 Queen Square, London WC1N 3AU All rights reserved © Steven Isserlis, 2006 Illustrations © Susan Hellard, 2006 Per l’edizione italiana: Direzione editoriale: Laura Moro Traduzione: Cecilia Rivers Editing: Giovanni Podera, Ombretta Maffeis Impaginazione: Francesca Centuori Artwork di copertina: studioscuola di Gabriele Clima EDIZIONI CURCI S.r.l. - Galleria del Corso, 4 - 20122 - Milano. © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati. EC 11806 / ISBN: 9788863951363 Stampato in Italia nel 2013 da Grafitalia Industrie Grafiche S.r.l., Via R. Sanzio, 9 – Reggio Emilia


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L’autore Alla nascita Steven Isserlis conosceva la cura di tutte le malattie possibili e immaginabili e le risposte a tutti gli interrogativi della scienza rimasti irrisolti negli ultimi millenni. Peccato, però, che dimenticò tutto un attimo prima di imparare a parlare: bello spreco! Poi, a sei anni, decise di imparare a suonare il violoncello, e così passò gli anni successivi a studiare. Oggi trascorre la maggior parte del tempo a girare il mondo per tenere i suoi concerti tra un bel pranzetto e l’altro. Ha registrato molti dischi, anche della musica di quattro dei compositori di cui si parla in questo libro. Oltre ai concerti per violoncello e orchestra, si occupa di recitals per violoncello e pianoforte, musica da camera con gli amici e di concerti per bambini. È inoltre direttore artistico di un corso per giovani musicisti professionisti in Cornovaglia, dove si diverte molto a mostrare loro tutti gli errori che fanno. Steven vive a Londra con Pauline (che lo sopporta da ben venticinque anni), con il figlio Gabriel (che lo sopporta invece solo da sedici anni, benché mostri già parecchi segni di stress) e con il criceto Speedy, che tanto dorme quasi sempre quindi lo tollera meglio. Nel 1998 gli è stata assegnata (a Steven, non a Speedy) l’onorificenza di Comandante dell’Impero Britannico e, da allora, cerca di convincere tutti che è una persona davvero importante.

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Perché Ciajkovskij si nascose sotto il divano

A Gabriel (come sempre) e alle mie due nipoti preferite (in realtà le uniche due che ho), Isabel e Natasha; al mio adorabile figlioccio Leonardo Tognetti; a Oliver e Adam Weber (i soli ad avermi fatto i complimenti per come gioco a calcio); e a tutti i miei giovani amici. Grazie alla loro compagnia, NE È VALSA PROPRIO LA PENA!

Una nota per i genitori Ogni capitolo è suddiviso in tre parti: la biografia del compositore che i ragazzi possono leggere da soli (o farsi leggere); ulteriori aneddoti biografici, che possono essere letti in ordine, oppure no; e una breve descrizione della musica del compositore, con una guida a quei brani che i giovani lettori potranno apprezzare facilmente (e anche voi!).

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Indice Introduzione

p.

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George Friederich Händel

9

Franz Joseph Haydn

55

Franz Peter Schubert

110

Pyotr Ilyich Ciajkovskij

151

Antonín Dvořák

216

Gabriel Fauré

265

Glossario

319

Ringraziamenti

325

Indice analitico

327

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Introduzione

N

el 2001 ho pubblicato un libretto sulla vita e la personalità di sei compositori, che si intitola Perché Beethoven lanciò lo stufato e che è andato molto bene (almeno per quanto mi riguarda). Avevo cominciato a scriverlo a uso e consumo di mio figlio Gabriel, ma poi ci ho preso gusto. Mi ha fatto un gran piacere sapere che altri bambini lo avevano letto e lo avevano trovato molto divertente. E mi ha fatto ancora più piacere vedere che quegli stessi bambini si erano presentati ai miei concerti, divertendosi anche lì! Insomma, ero proprio contento. Poi, però, sono tornato alla mia vita normale… Be’, sempre che si possa definire “normale” la vita di un violoncellista. Dopo qualche mese tutti hanno cominciato a chiedermi, con una frequenza inquietante: «Di chi parli nel tuo prossimo libro?». Io ho provato a spiegare gentilmente che non ci sarebbe stato un “prossimo” libro. Ne avevo scritto uno, punto e basta. Ma i miei amici continuavano a darmi consigli sui protagonisti del prossimo libro. «NON esiste un prossimo libro!» rispondevo io, con un po’ più di fermezza. Tuttavia, sempre quei miei amici, che possono essere davvero scortesi, non mi davano retta. A volte, persino, litigavano tra loro per decidere quale compositore sarebbe stato più adatto per il Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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prossimo libro, mentre io me ne stavo seduto in disparte in silenzio, intervenendo soltanto quando temevo che stessero per venire alle mani. Alla fine ho dovuto cantargliene quattro. «Sentite» ho detto «ho davvero un mucchio di cose da fare, tra suonare il violoncello, organizzare concerti e tutto il resto. Nella mia vita non c’è assolutamente spazio per nient’altro. Sarebbe una follia scrivere un altro libro.» Per tutta risposta ecco qua il secondo libro, in cui incontrerete altri sei personaggi affascinanti che, guarda caso, sono anche dei giganti della musica. Negli ultimi due anni o giù di lì, hanno monopolizzato la mia vita. Ho letto libri su di loro, ho ascoltato la loro musica, ho fatto moltissime ricerche, e spero di aver imparato a conoscerli un pochettino. Ma la cosa più bella è che… mi piacciono davvero! Erano uomini fantastici e unici. Per quanto riguarda la loro musica... Be’, adesso vedrete (o meglio, sentirete!).

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Georg Friederich Händel 1685-17 5 9

M

ah... Credo che sia successo qualcosa di strano nel 1685; forse qualcosa nelle stelle, o magari le cicogne si comportarono in modo diverso dal solito; non saprei. Il fatto è che in quell’anno – e mai ce ne fu un altro simile – nacquero nientemeno che tre grandi compositori. Il primo, il genio tedesco Johann Sebastian Bach, è spesso descritto come il più grande compositore mai esistito. Il secondo, l’italiano Domenico Scarlatti, è celebre soprattutto per le più di seicento stupende sonate per clavicembalo (lo strumento a tastiera che la faceva da padrone prima che il pianoforte lo soppiantasse). Scarlatti passò alla storia per le sue trovate di grande effetto, come quella di incrociare le mani e suonare la parte bassa della tastiera con la mano destra e la parte alta con la sinistra, fino al dì – almeno così si dice – che diventò troppo grasso, il suo enorme stomaco ci si mise letteralmente di mezzo, e dovette abbandonare quel trucchetto. Infine, c’è Händel. Georg Friederich Händel nacque a Halle, nell’allora Prussia (Germania), il 23 febbraio 1685. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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Tuttavia le cose non sono così semplici. Venne battezzato col nome di Georg Friederich Händel (quei due puntini sulla “a”, in tedesco, per qualche motivo, si pronunciano come una “e”). Durante la sua vita il compositore venne anche chiamato Hendel, Endel, Haendel, Händeler, Hendler (questa poi non l’ho mai capita!) e Handell; al poveretto deve essere venuta una crisi d’identità! Noi, per comodità, lo chiameremo con il suo nome di battesimo. Questo per quanto riguarda il nome; la data di nascita, invece, è tutta un’altra storia. Sappiamo che Händel nacque il 23 febbraio. Stando al registro della parrocchia fu battezzato il ♂ 24 febbraio (♂ è il simbolo astronomico che rappresenta il martedì; buffo, no?). Ma il 23 febbraio del 1685 non è lo stesso 23 febbraio che oggi conosciamo e amiamo. Nel 1685 i calendari inglesi erano indietro di dieci giorni rispetto a quelli tedeschi; e nel 1700, in un momento di imperdonabile distrazione, persero per strada un altro giorno. Non che questo importasse molto al giovane Händel quando spegneva le candeline sulla torta, perché a quei tempi probabilmente non aveva mai neanche sentito parlare dell’Inghilterra, ma in seguito fece di Londra la sua casa e vi passò forse il maggior numero di compleanni della sua vita, quindi il problema delle date deve averlo quantomeno sconcertato. Pensate che strano dev’essere non sapere se il proprio compleanno è davvero... il proprio compleanno! (In realtà succede ancora oggi. Ho un amico nato il 29 febbraio, e a sessant’anni ha finalmente festeggiato il suo quindicesimo compleanno!) Fu solo nel 1752 che la Gran Bretagna si allineò all’Europa. Quell’anno gli inglesi andarono a letto il 2 settembre e si svegliarono il 14. Quando si dice svegliarsi tardi! Ma almeno avevano raggiunto l’Europa. (La Gran Bretagna Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


Georg Friederich Händel

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ha un po’ la tendenza a fare di testa sua. Per esempio, ha la guida a sinistra, mentre il resto d’Europa ce l’ha a destra; e questo perché, a quanto pare, nei tempi antichi chi andava a cavallo doveva poter sguainare la spada contro un cavaliere che venisse nel senso opposto – il che forse non è davvero necessario al giorno d’oggi; e comunque, un bel problema per i mancini!) E così abbiamo risolto il problema della data di nascita. Almeno siamo certi della sua città natale: Halle, in Germania. Ma anche qui c’è un intoppo. Malgrado Halle fosse situata ufficialmente nella regione della Prussia, Händel si considerava un sassone, cioè un abitante della Sassonia, che si trova in un’altra area della Germania. Oh, e per vostra informazione, preferiva scrivere in francese che in tedesco. Tutto chiaro? Ottimo, sono contento di aver sistemato la faccenda. E ora parliamo della sua vita. Il padre di Händel – che si chiamava anche lui Georg, in caso la situazione non fosse ancora sufficientemente confusa – aveva sessantatré anni quando nacque il figlio. Faceva il barbiere e il chirurgo; allora la concomitanza di queste due professioni era piuttosto comune: che usanza bizzarra! Ve lo immaginate oggi: «Buongiorno, signor barbiere, mi taglia i capelli con la scalatura dietro? Oh, e già che c’è, mi può operare anche di appendice? Grazie». Ma all’epoca era una consuetudine, forse perché il barbiere disponeva di rasoi così affilati per tagliare i capelli che funzionavano benissimo anche come bisturi per incidere la pancia. Di solito non giungono mai fino a noi notizie precise sui compositori che vissero in tempi così remoti, ma nel caso di Händel, per fortuna, ne abbiamo a disposizione parecchie. Un anno dopo la sua morte, venne pubblicato il libro Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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Memorie della vita dello scomparso George Frederic Händel, scritto da John Mainwaring, che si può considerare a tutti gli effetti la prima vera biografia di un compositore. Al suo interno possiamo leggervi molti dettagli sull’infanzia e la giovinezza di Händel. Sappiamo, per esempio, che suo padre non approvava lo studio della musica, il che è un vero peccato, dato che il figlio invece lo approvava eccome! Quando il padre lo venne a sapere, si infuriò e gli proibì di tenere strumenti musicali in casa, e persino di recarsi in qualunque altra casa dove ve ne fossero. Ma il nostro Händel aveva altri piani. Riuscì in qualche modo a procurarsi un clavicembalo (il meno rumoroso di tutti gli strumenti a tastiera), lo portò di nascosto in soffitta e, quando in famiglia dormivano tutti, andava di sopra e studiava. Sembra strano che non lo abbia mai sentito nessuno, ma il padre probabilmente era diventato sordo, o magari russava molto forte, e forse la signora Händel segretamente la pensava come il figlio e faceva finta di niente. Il giovane Händel era figlio di seconde nozze del padre, e quindi aveva svariati fratellastri e sorellastre più grandi (alla sua morte, il padre aveva ben ventotto nipoti e due bisnipoti!). Un giorno l’anziano signore annunciò che sarebbe andato a trovare il figlio Karl, che lavorava a corte e che aveva quasi trent’anni più di Georg Friederich. Quest’ultimo pregò e supplicò di poter accompagnare il padre, ma questi non ne volle sapere. D’altronde era troppo piccolo per un viaggio del genere; inoltre che figura ci avrebbe fatto a presentarsi a corte con un moccioso (Georg Friederich all’epoca aveva circa undici anni)? Ma il nostro Händel, che era un ragazzino ostinato, non era il tipo da scoraggiarsi facilmente. Aspettò che la carrozza con a bordo il padre partisse per mettersi a corrergli dietro. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


Georg Friederich Händel

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I cavalli, probabilmente, non erano tra i più veloci al mondo, perché poco fuori dalle mura della città, Georg Friederich li superò. Questa volta supplicò con tanta convinzione il padre che questi si arrese. Fu così che il giovane Händel fece il suo primo viaggio: che emozione! Una volta a corte non perse occasione per esibirsi e farsi notare (come fanno tutti i ragazzini)...giusto un pochino… Gli fu permesso di suonare l’organo della cappella dopo un servizio religioso. Al duca, il datore di lavoro del fratello Karl che per caso era rimasto in chiesa, sembrò che l’organista fosse diverso dal solito. Chiese a Karl chi stesse suonando, e rimase esterrefatto quando questi gli rispose che si trattava del suo fratellino. Il duca volle subito conoscere il piccolo prodigio e disse al padre che sarebbe stato «un crimine contro il pubblico e i posteri» se al giovane genio non fosse stato permesso di studiare musica. Il vecchio Händel ne fu scandalizzato, e cercò di convincere il duca che il mestiere del musicista era poco serio (uffa!). Ma non poteva certo mettersi a discutere con un personaggio così influente, perciò promise, a malincuore, di cercare un maestro di musica per il figliolo una volta rientrati a Halle, a patto che il ragazzo continuasse anche il resto dei suoi studi. Il duca se ne compiacque; e Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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se ne compiacque ancor più il giovane Händel (soprattutto perché il duca gli aveva elargito una lauta mancia a ricompensa della sua esibizione), sebbene il padre, con ogni probabilità, tenne un broncio tremendo per tutto il viaggio di ritorno. Be’, è meglio per noi se il ragazzo non ha dato retta al padre intraprendendo la carriera di avvocato, altrimenti questo capitolo sarebbe stato molto noioso! Di nuovo a Halle, venne trovato un maestro per Georg Friederich. Si trattava di Zachow, organista e direttore di coro di una chiesa locale. Quest’ultimo fu molto contento dell’incarico, in parte perché dev’essere stata una delizia insegnare a un allievo così brillante, e in parte perché Zachow poteva permettersi di spassarsela con gli amici mentre Händel svolgeva tutti i compiti per conto proprio. Ci guadagnarono entrambi, insomma. La vita di Händel continuò placidamente per alcuni anni, mentre quella del padre, altrettanto placidamente, terminò poco prima del tredicesimo compleanno del figlio. Händel scrisse una mesta poesia per il funerale, dedicandola alle “materie umanistiche” e firmandola “George Friedrich Händel”, piuttosto ambizioso per un ragazzino di dodici anni! Alcuni anni dopo, forse in memoria del padre, si iscrisse davvero all’Università di Halle, e pare che vi abbia pure studiato legge per un anno. Ma sapeva che sarebbe diventato musicista e stava facendo progressi notevoli. Andò addirittura a Berlino, dove il re di Prussia gli offrì un sostegno economico, che però egli rifiutò perché temeva di rimanere bloccato a corte per sempre. Händel non voleva passare la vita a far divertire un principe qualunque: voleva conquistare il mondo! Accettò allora un impiego come organista a Halle, ma non resistette a lungo: aveva bisogno di spiegare le ali, viaggiare, imparare, diventare un grande Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


Georg Friederich Händel

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compositore. Mainwaring ci racconta che a questo punto fu deciso che la città tedesca di Amburgo sarebbe stata ideale perché le opere là erano eccellenti; così Händel partì, citando letteralmente il libro, “sul suo sedere” (che modo di dire curioso. Mi domando: sul sedere di chi altro avrebbe potuto viaggiare, se non sul suo? Presumo significhi che pagò il viaggio di tasca propria, ma, concedetemelo, suona davvero strano...). Georg, quindi, si trasferì ad Amburgo nel 1703, quando aveva diciotto anni; era un ragazzo pronto a tutto. Nei tre anni successivi, risiedette in questa città e divenne molto conosciuto come autore di opere liriche. Dopodiché, dato che era oramai un appassionato di opera, decise di andare a visitare il paese che ne era stata la culla e dove era (ed è tuttora) amatissima: l’Italia. Si risolse così a partire appena ne avesse avuto i mezzi (ancora una volta “sul suo sedere”, come ci informa Mainwaring: sempre interessante...). Händel trascorse in Italia circa tre anni e mezzo e pare che si sia divertito moltissimo; o meglio, pare che tutti abbiano fatto una gran festa alla sua musica, il che per un compositore è praticamente la stessa cosa. Scrisse brani bellissimi per la chiesa cattolica (anche se lui rimase un protestante luterano convinto fino alla fine dei suoi giorni) e anche opere di successo, in italiano naturalmente, com’era d’uso in quel periodo. Riuscire a essere preso sul serio come compositore d’opera dagli italiani, che a buon diritto consideravano questa forma d’arte di loro esclusiva proprietà, fu un’impresa straordinaria. E non fu solo preso davvero sul serio, ma anche adorato... e non solo dal pubblico. Questo è l’unico periodo della sua vita in cui sappiamo quasi con certezza che egli ebbe una storia d’amore; la sua amata era un soprano di nome Vittoria. A quanto ci risulta la donna trasferì le sue simpatie da un Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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principe locale a Händel; un comportamento piuttosto pericoloso, soprattutto perché i principi spesso hanno un caratteraccio e magari tagliano anche le teste di quelli che li hanno fatti davvero innervosire. Ma i due innamorati sopravvissero; forse per il principe la musica era più importante dell’amore! (E lo stesso pare valesse pure per Händel. Non sappiamo nient’altro della sua vita sentimentale dopo questo episodio, sebbene magari la tenne semplicemente ben nascosta... e ora è troppo tardi per rivelarla!). A dispetto dei suoi trionfi in Italia, nel 1710 decise di tornare in Germania e cercarsi un nuovo impiego. (Chissà come l’avrà presa Vittoria? Forse stava proprio fuggendo da lei…) Gli offrirono un posto di musicista alla corte di George, elettore di Hannover (in alcune parti della Germania, i principi venivano chiamati elettori perché avevano diritto di voto nell’elezione dell’imperatore del Sacro Romano Impero della nazione germanica; il che deve averli fatti sentire molto importanti). Händel temeva che questo nuovo impiego non gli avrebbe permesso di viaggiare. «Non c’è problema» lo rassicurò l’elettore di Hannover. «Viaggia quanto ti pare. Basta che ti ricordi di dire a tutti che sei al mio servizio». Un’opportunità perfetta! Händel accettò il generoso salario e ripartì immediatamente. Prima si recò a Halle, a trovare la madre malata, alla quale aveva sempre mandato una bella fetta dei suoi guadagni: quel che si dice un bravo figliolo! Poi, eccolo di nuovo in viaggio, questa volta per la sua prima, ma certamente non ultima, visita all’Inghilterra. Infatti, dal suo secondo viaggio a Londra, nel 1712, fino alla morte, l’Inghilterra divenne la sua patria. Non che lui si sentisse un inglese; tanto per cominciare, non perse mai il suo forte accento tedesco. Ma in Inghilterra decise di restare, di fare carriera e anche di guadagnare un bel po’ di soldi, il che non guasta mai. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


Georg Friederich Händel

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Episodi Biografici ◆1◆

È difficile stabilire da chi Händel abbia ereditato il suo talento musicale; di sicuro non c’erano musicisti nella sua famiglia. Va tenuto presente, però, che il nonno paterno fu una personalità di spicco: ricevette infatti la nomina di pesatore ufficiale del pane per la città di Halle. Uhm... Spero che la cosa vi faccia effetto... Un padre dai molti talenti... Il padre di Händel, oltre al suo mestiere principale di barbiere-chirurgo, svolse anche, per un certo tempo, un’altra attività: quella del commerciante di vini. Dunque poteva offrire ai suoi clienti un servizio completo: prima li rimetteva in salute, operando da chirurgo, poi li rimetteva in ordine, tagliando loro i capelli, e infine li rimetteva di buon umore, vendendo loro del buon vino. Il suo momento di gloria lo ebbe quando, in veste di chirurgo, dovette operare un ragazzino che piuttosto stupidamente aveva ingoiato un coltello: Händel padre rimosse il coltello alla perfezione, il bambino si rimise, venne soprannominato “il Mangiatore di Spade di Halle” (che fantasia!) e da grande divenne anch’egli chirurgo.

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...eccome se sono sopravvissute Per gli inglesi, che lo avevano adottato, o meglio, che erano stati adottati da lui, Händel rappresentò sempre una gloria nazionale da celebrare con orgoglio (cosa che deve aver irritato un pochino i tedeschi, visto che l’avevano prodotto loro!). Tre anni dopo la sua morte, venne inaugurato il memoriale di Roubiliac, che era (ed è tutt’ora) molto imponente: un Händel di bronzo, con un mantello gonfiato dal vento, tiene in mano lo spartito di una delle arie più celebri di Messiah (So che il mio Redentore vive) con lo sfondo della copertina di Messiah (che però, chissà perché, è scritto senza la doppia “s”) e di un organo, più un angelo seduto comodo su una nuvola che suona l’arpa, proprio sopra la testa del celebre compositore. L’unico problemino è che la data di nascita è sbagliata: Händel non è nato nel 1684! Vabbè, pazienza. I concerti della sua musica (non le opere, ma gli oratori e la musica strumentale e cerimoniale) ne mantennero vivo il nome. Ma la cosa che veramente cementò la sua fama fu la celebrazione del suo centenario nel – ehm… – 1748 (gli appassionati di Händel erano ovviamente un po’ confusi sulla cronologia). Fu un momento storico, che terminò con Messiah alla Cattedrale di Westminster eseguito da 500 musicisti. Da allora i festival dedicati a Händel continuarono, a Londra e sempre più spesso anche altrove. Forse il più grande di tutti ebbe luogo nella capitale inglese nel 1883, quando un’orchestra di 500 persone e un coro di 4.000 si esibirono davanti a un pubblico di oltre 87.000 spettatori. Accipicchia! Chissà che cosa ne avrebbe pensato Händel? Forse sarebbe rimasto Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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scioccato per il volume della musica, molto diverso rispetto ai suoi tempi; ma poi, forse, una volta ripresosi, ho il sospetto che ne sarebbe stato molto lusingato (anche per tutti i soldi che finivano nelle casse della biglietteria). E chissà, per il piacere, la sua parrucca avrebbe fatto una piccola scrollatina…

La musica Non sono sicuro che sia mai esistito un compositore la cui musica sia emozionante come quella di Händel. Riesce sempre a comunicare, già dalle prime note, che sta per cominciare qualcosa di speciale, di importante, o magari che è già cominciato. Non sorprende che gli venissero commissionate musiche per tanti eventi; li avrebbe resi senz’altro memorabili! A Händel piacevano tamburi e trombe, e in genere un gran fracasso, ma non ne aveva bisogno per suscitare emozioni. Sono i suoi ritmi martellanti e sferzanti, la combinazione straordinaria di voci e strumenti, le armonie stimolanti a creare la magia; nessuno ha mai avuto il senso del dramma di Händel. Ma non sono solo l’emozione e il dramma a fare di Händel un compositore unico; ci sono anche tenerezza, arguzia e una valanga di melodie stupende e orecchiabili. Riesce sempre a coinvolgerci, anche se gli dei e le dee, i re e le regine protagonisti delle sue opere e dei suoi oratori non si incontrano proprio per strada (quanti re e regine conoscete voi?). Ma alla fine ci immedesimiamo, perché la musica ci trascina nel loro Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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mondo. Sebbene loro siano eroi ed eroine e noi no (magari voi lo siete, io no di sicuro), le emozioni sono universali e parlano direttamente al nostro cuore. La musica di Händel non ci descrive la sua vita interiore; perlomeno, non le sue storie d’amore o le emozioni intime. Non era quel tipo di compositore. È come se avesse rivestito le sue opere con abiti formali e parrucca: ma che abiti magnifici! Che parrucca imponente! La musica può essere tragica e tenebrosa, oppure gioiosa e trionfante, ma ascoltandola si ha la sensazione che la vita sia stimolante ed emozionante, che il mondo, dopotutto, sia un posto fantastico in cui vivere. E dobbiamo esserne grati a Händel.

Cosa ascoltare Il problema nel raccomandare un particolare brano di Händel, è che ne scrisse talmente tanti (più di seicento composizioni, compresi sessanta lunghi oratori e opere) che non si sa da dove cominciare. Magari potreste provare un po’ della sua musica da cerimonia. Se avete un’incisione di Zadok the Priest (Zadok il Gran Sacerdote), ascoltatela col volume alto (ma non troppo, o farà saltare in aria voi e infuriare i vicini). Inizia piano, e sembra che non succeda niente, ma aleggia nell’aria la sensazione che stia per accadere qualcosa di solenne. Poi, improvvisamente, l’intero coro attacca, cantando con tutta l’anima e fortissimo; è uno dei momenti più emozionanti in tutta la musica. Musica per i reali fuochi d’artificio è piena di sfarzo e ostentazione, e un brano che vi farà sentire pieni di vita è L’arrivo Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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della Regina di Saba (in realtà, non è il titolo che gli diede Händel, e comunque: da dove diamine arrivava questa regina? Non si sa...). Fra i pezzi più celebri e importanti, bisogna assolutamente citare Messiah. Vi conviene ascoltarlo un paio di volte su disco, così cominciate a conoscerlo bene prima di assistere a un concerto. Dura quasi due ore e mezzo, quindi vi conviene individuare i pezzi che vi piacciono di più, così potete pregustarveli. E, state tranquilli, ce ne saranno moltissimi! (C’è un coro davvero celebre che tutti conoscono come l’Hallelujah di Händel e che vale da solo il prezzo del biglietto). Ma vale la pena familiarizzare con tutti i grandi oratori, come Theodora, Israele in Egitto, e molti altri. Se potete, tenete le parole del libretto (tradotto, perché l’originale è in inglese) davanti a voi, perché è ancora più divertente. E lo stesso dicasi per le opere: è importante sapere cosa sta succedendo! Guardarle in video è una buona idea, anche se naturalmente niente è paragonabile all’effetto che si ha a teatro. Provate Giulio Cesare o Alcina (un’opera che narra le vicende di una maga che ha la brutta abitudine di trasformare le persone in pietre, rocce, alberi, torrenti o bestie selvagge): sono entrambi dei capolavori. E forse la più divertente è Serse, in cui le coppie di amanti si lasciano e poi si ritrovano, dove tutto va a rotoli e poi si sistema. Un’altra musica emozionante è un brano corale che Händel scrisse in Italia a soli ventidue anni, il Dixit Dominus. E poi c’è una miriade di musica strumentale che toglie il fiato, come i Concerti Grossi, Opera VI, numero 5. Ma è davvero difficile scegliere, perché è tutto così bello! Vi conviene cominciare a esplorare: vi aspetta un’infinità di tesori... Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2013 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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