Edizioni Curci – Una storia italiana da 160 anni (anteprima)

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© 2020 EDIZIONI CURCI S.r.l – MILANO

A cura di GUENDALINA GRAMITTO RICCI Testi di DAMIANO KAZUO AFRIFA Art director: STEFANO ROSSETTI Progetto grafico e impaginazione: PAOLA CONVERTINO/PEPE NYMI Coordinamento editoriale: IRENE MILAZZO/PEPE NYMI

PROPRIETÀ ARTISTICA E LETTERARIA RISERVATA PER TUTTI I PAESI. OGNI RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, È VIETATA.

ISBN 978-8863953404 EC 30008


Questa è la storia, e non l’apologia, di una famiglia che ha servito, e serve, da centosessant’anni la causa della musica e della cultura musicale in Italia. Storia semplice, scandita dai fatti e dalle opere, dove le persone, pur mantenendo vivi e inconfondibili i loro caratteri e i loro apporti d’ingegno e di volontà, s’inseriscono in un tessuto di attiva intelligenza. Lasciamo dunque la parola ai fatti e alle opere.


ORGOGLIOSAMENTE INDIPENDENTI Prefazione di ALFREDO GRAMITTO RICCI 9—13

EDIZIONI CURCI, UNA STORIA ITALIANA DA 160 ANNI 15—231

1910—1860

Introduzione di ANGELO FOLETTO

Un vivace debutto

23

Personaggi FRANCESCO CURCI

34

PASQUALE CURCI

46

Scommesse vinte

19—67

I PIANOFORTI

54

LA SALETTA BIANCA

58

1960 —1910

Editoria

La svolta editoriale

LE COPIELLE

38

LA CANZONE NAPOLETANA

66

Introduzione di LUCA CIAMMARUGHI

73

Personaggi ALBERTO CURCI

88

ALFREDO CURCI

106

Scommesse vinte

69—129

O MIA BÈLA MADUNINA

100

I FESTIVAL

124

NEL BLU DIPINTO DI BLU

128

Editoria LE COLLEZIONI CURCI

114


2010—1960

Introduzione di GIANPIETRO QUIRICONI

Un lungo successo

135

Personaggi GIUSEPPE GRAMITTO RICCI

148

ALFREDO GRAMITTO RICCI

180

Scommesse vinte

131—181

TOTO CUTUGNO

164

VASCO ROSSI

176

2020 —2010

Editoria

La Curci oggi

MILANO DISCOGRAFICA

156

Introduzione di ANDREA LAFFRANCHI

187

Personaggi GUENDALINA GRAMITTO RICCI

226

Scommesse vinte

183—225

DIODATO

198

LO STUDIO

204

Editoria CURCI YOUNG

UNA STORIA ITALIANA DA 160 ANNI 229

RINGRAZIAMENTI 235

BIBLIOGRAFIA 237

CREDITI FOTOGRAFICI 239

216



Alfredo Gramitto Ricci

ORGOGLIOSAMENTE INDIPENDENTI PREFAZIONE


Nella nostra azienda la tradizione di famiglia è stata trasmessa con cura e passione di padre in figlio. Questo modus operandi è scritto nel nostro codice genetico: è un entusiasmo contagioso che fin dagli inizi è caratteristica principale della nostra attività. Alfredo Gramitto Ricci


10—11

Il ruolo dell’editore negli ultimi cento anni non è mai cambiato sostanzialmente. Il suo scopo è tutelare, promuovere e divulgare le opere dell’ingegno dell’autore. Nell’ultimo secolo, com’è ovvio che sia, sono cambiate le modalità di fruizione dei prodotti musicali. Inizialmente, dai primi del Novecento, un’opera musicale veniva diffusa principalmente attraverso lo spartito, penso in particolare al mondo dell’opera e dell’operetta. Negli anni Cinquanta si passò al supporto fonografico, cioè il vinile, le musicassette, poi il cd, per arrivare ad oggi alle piattaforme che consentono di fruire la musica attraverso il download e lo streaming online. In ogni caso, le regole e le leggi intrinseche dell’attività editoriale sono rimaste le stesse, fin dalla fondazione di Casa Curci nel 1860: divulgazione, promozione e sfruttamento economico dell’opera musicale. Nel corso degli anni, perciò, il ruolo dell’editore ha finito per intersecarsi con quello del discografico, colui il quale ha da sempre goduto più rapidamente degli incassi dovuti sia dalla vendita del supporto, sia dagli introiti derivanti dalla musica registrata. Per questo motivo, mio padre Giuseppe Gramitto Ricci fondò, nel 1959, la casa discografica Carosello, in modo che i profitti generati dall’opera musicale potessero rimanere nella stessa azienda, sommando le entrate procurate dall’editoria a quelle fornite dall’opera registrata. Sposando Clotilde Curci nel 1950, e venendo a mancare prematuramente mio nonno Alfredo Curci nel 1952, mio padre, pur provenendo da un ambiente completamente differente – si era laureato in Legge ed era divenuto direttore commerciale alla Nestlé – dovette prendere in mano le redini dell’azienda, dimostrandosi da subito molto intuitivo e capace nel proprio lavoro. Io nacqui nel 1959, stesso anno in cui fu fondata la Carosello, e di conseguenza ho respirato l’aria di questo mondo fin da piccolo. A diciotto anni iniziai a lavorare negli uffici della casa discografica, accompagnando per un paio d’anni gli artisti in promozione e adempiendo alle mansioni più ordinarie. A venticinque anni mi laureai in Legge e, dopo un altro periodo di tirocinio interno, passai alla direzione della Carosello per undici anni. Quando nel giugno del 1998 per motivi di salute mio padre decise di abbandonare il ponte di comando dell’editoria, il primo luglio entrai in pianta stabile nel ruolo di direttore generale delle Edizioni Curci.

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Orgogliosamente indipendenti


— Il management di Edizioni Curci nel 2020. Da sinistra a destra Claudia Mescoli, Cristina e Alfredo Gramitto Ricci, Laura Moro e Guendalina Gramitto Ricci

In questo passaggio, avevo chiare le dinamiche, i pregi e i punti critici del gruppo, avendo alle spalle l’esperienza della Carosello. Mi resi immediatamente conto che con l’avvento di internet eravamo rimasti molto indietro. Il principale errore fu non capire che bisognava affiancarsi a questo strumento, anziché combatterlo. La componente giusta di questa valutazione fu il comprendere che i nostri contenuti sarebbero andati probabilmente diluendosi, diventando accessibili a tutti. Mio padre era molto anziano, e l’azienda iniziò a scricchiolare. Si può dire senz’altro che gli anni Novanta siano stati i peggiori per la nostra azienda. Questa situazione non mi ha colto impreparato poiché, vivendo da sempre nel mondo dell’editoria, avevo ben presente le dinamiche con cui le multinazionali, discografiche ed editoriali, erano entrate nel nostro mercato. Proprio in questo periodo abbiamo rischiato seriamente di chiudere, o di essere fortemente ridimensionati o, addirittura, di essere assorbiti da una di esse. In quegli anni ricevemmo infatti due o tre offerte molto sostanziose e allettanti da parte di aziende americane, che mio padre fortunatamente rifiutò, anche se a tratti molto tentato di cominciare una trattativa. La consapevolezza del peccato mortale che avrebbe costituito perdere un’azienda storica che tanto aveva dato alla cultura italiana ci tenne sempre alla larga da quell’evenienza. Era quindi giunto il momento di prendere una decisione e tentare di dare una sterzata strategica, che consentisse di rientrare sul mercato rapidamente, essendone purtroppo finiti ai margini. Avevo capito che le multinazionali stavano vivendo questa difficoltà, causata da internet, allo stesso modo, o addirittura in forma più evidente, di quanto non stessimo facendo noi. Ero certo che queste aziende fossero sovradimensionate in questo periodo di transizione, dato l’eccesso di personale in tutti i ruoli, dall’amministratore delegato al fattorino. Infatti, guardando e sbirciando per mesi come si muovevano le major, mi resi conto che le difficoltà per queste aziende erano dovute non solo al sovradimensionamento, ma pure al diminuito volume d’affari, e, di conseguenza, furono costrette a effettuare significativi tagli al personale. Compresi che era proprio questo il momento di fare uno sforzo economico di grande rilievo: è nei momenti di crisi che, quando se ne ha la possibilità, ha più senso fare grandi investimenti. Mi dissi: faccio come la ricca squadra di calcio del Barcellona! Andai dagli autori più importanti sotto contratto con le multinazionali e gli feci proposte economiche molto invitanti. Ne bastò uno per far ripartire la macchina. Saverio Grandi, in quel momento autore di una multinazionale, fu il primo. Gli parlai, offrendogli un importante contratto e garantendogli di effettuare un grande lavoro professionale su di lui, riuscendo così a strapparlo alla concorrenza e a portarlo in Casa Curci. Poi seguirono un secondo, un terzo e un quarto. Piano piano ci accorgemmo che, a fronte di un notevole sforzo economico e di un grande impegno lavorativo e creativo, avremmo potuto tornare a essere competitivi sul mercato.


12—13

— Guendalina e Alfredo Gramitto Ricci, Uffici Curci, Milano 2010

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Le solide basi lasciate in eredità da mio padre hanno permesso alle Edizioni Curci di esercitare un forte richiamo per i nuovi potenziali autori. Cominciai così a costruire un roster di autori di grande prestigio. Misi a punto la sezione artistica acquisendo alcuni manager che provenivano da società multinazionali, i quali, mai prima di allora, avrebbero immaginato di venire da noi. Compresero però che ora le cose stavano cambiando e che potevano essere diverse per una società privata delle nostre dimensioni. Dopodiché toccò anche alla Carosello e, quindi, alla sezione Classica. Questo è stato l’iter che ha concesso al gruppo di rimanere in vita e di acquisire lentamente più forza e consistenza rispetto a qualche anno prima. Nel frattempo le multinazionali perdevano via via importanza, sia dal punto di vista creativo sia da quello economico. Mi ero inoltre accorto delle difficoltà con cui esse lavoravano, costrette continuamente a chiedere l’autorizzazione dei capi americani o inglesi, allungando notevolmente ogni tipo di processo. Vedevo che quando facevano un investimento dall’estero, la dirigenza e gli azionisti pretendevano rientri economici nell’arco di tre o cinque anni, cosa che a me non interessava assolutamente. La mia azienda, al contrario, poteva permettersi tempi di recupero ben più lunghi. Innanzitutto perché la società ha una proprietà familiare, secondariamente perché, avendo degli eredi, eventualmente sarebbero stati loro poi a godere dell’investimento precedente. Portando a termine questa strategia di acquisizione, il nostro catalogo ha assunto nel tempo un valore sempre maggiore, regalando consistenza musicale e forza economica all’azienda. Questa è una delle caratteristiche vincenti di Casa Curci. Fin da Francesco Curci abbiamo creduto profondamente nella forza della gestione familiare. Degli investimenti che ho fatto non sarò solo io a beneficiare, ma sarà l’azienda, negli anni, a trarne profitto. Abbiamo avuto tantissimi grandi autori e compositori. Penso a Giovanni D’Anzi, a Domenico Modugno, a Toto Cutugno, ad Alberto Testa, a Vito Pallavicini, a Bruno Canfora, a Tony De Vita. Mi vengono in mente i nomi di Saverio Grandi, di Vasco Rossi, di Tiziano Ferro, ma anche Pacifico, Bungaro, Chiodo, Niccolò Agliardi, Diodato, Maurizio Fabrizio, Roberto Casini, Luca Chiaravalli e molti altri. Come detto in precedenza, negli anni sono riuscito ad acquisire importanti cataloghi, tra cui spiccano quello di Antonello Venditti, Claudio Baglioni e Francesco Renga. Le Edizioni Curci sono oggi una realtà di grande prestigio, perché, la tradizione di famiglia è stata trasmessa con cura e passione di padre in figlio. Questo modus operandi è scritto nel codice genetico della nostra azienda: è un entusiasmo contagioso che fin dalla sua fondazione è caratteristica principale della nostra attività.


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