1 minute read

Editoriale

Next Article
News

News

Si saldi chi può!

Un vero caos questa stagione dei saldi invernali: le Regioni stanno partendo in ordine sparso addirittura in dieci date diverse. Basilicata, Molise e Valle d’Aosta hanno iniziato le vendite in sconto il 2 gennaio. Peccato che tutta l’Italia fosse zona rossa e i negozi non abbiano potuto aprire. Il 4 è toccato ad Abruzzo e Calabria, il 5 alla Sardegna, il 7 a Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia. A seguire sarà la volta dell’Umbria (il 9), del Lazio (il 12), delle Marche e della Provincia di Bolzano (il 16). Slittano invece a fine mese Liguria (il 29), Emilia-Romagna, Toscana e Veneto (il 30). Solo la Provincia di Trento ha lasciato ai negozi piena libertà sulla data d’inizio degli sconti mentre la Campania, a oggi, brancola ancora nel buio. Da quando l’emergenza sanitaria ha trasformato il calendario in una scacchiera di giornate gialle, rosse e arancioni era già abbastanza complicato per i consumatori capire se e quali negozi fossero aperti. Forse sarebbe stato il caso di semplificare loro la vita soprattutto visto che, come ha giustamente sottolineato Confesercenti, i negozi italiani arrivano ai saldi invernali del 2021 dopo un annus horribilis, che ha visto una riduzione delle vendite pari a 16 miliardi, con una flessione di oltre 600 euro a famiglia. È vero che il commercio è competenza delle Regioni, ma l’autonomia non vieta la possibilità di coordinarsi, soprattutto in un momento così delicato, scegliendo un’unica data per l’avvio in tutto il Paese. Questa grande differenza da regione a regione, oltre a creare smarrimento, avrà sicuramente come effetto quello di incentivare la mobilità tra territori, alla ricerca dell’offerta più conveniente, con gravi ripercussioni e rischi in tempo di pandemia. Detto questo, è ormai da tempo che la normativa sui saldi mostra i suoi limiti, anche sotto la pressione dei paradossi creati dall’e-commerce. A incidere sull’andamento dei saldi, infatti, non sarà soltanto il Covid-19, che ha impoverito le famiglie, ma anche gli acquisti a prezzi scontati tutto l’anno attraverso il web. Che sia giunta finalmente l’ora di pensare a nuove regole adatte alla realtà dei consumi che avremo alla fine di questa emergenza?

Stefania Lorusso, Responsabile Editoriale DM

This article is from: