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Intervista
Crai sulla strada che porta a Futura
Cambiamenti in corso per Crai che, a partire dal prossimo anno, svestirà i panni di distributore per trasformarsi in un gruppo unico che punterà sempre di più su marchio privato e tecnologia.
Di Luca Salomone ed Emanuele Scarci
Crai sempre meno un distributore e sempre più un gruppo unico. Il prossimo marzo sarà comunicato il piano industriale e nei 3 anni successivi Crai punterà con decisione su risorse umane, sviluppo della Mdd e innovazione tecnologica: è questa la roadmap tracciata dall’amministratore delegato di Crai Secom, Giangiacomo Ibba, a Distribuzione Moderna. L’annuncio arriva subito dopo la nomina di alcuni manager chiave che lo affiancheranno in un nuovo piano industriale denominato Crai Futura. Si tratta di Grégoire Kaufman, dg dal 1° febbraio, Roberto Comolli, ad di Cuore dell’Isola, società di Gruppo Abbi, che assume la carica di dg della newco Food 5.0 (Mdd e sviluppo del format Tuttigiorni), e Mario La Viola neo direttore commerciale. Gruppo Crai dichiara una rete di 1.500 pdv, divisa tra food e drug. Fa parte della supercentrale Forum (6 miliardi di fatturato gestiti, di cui circa 2 per la rete Crai), in partnership con Despar, D.it - distribuzione italiana e Consorzio C3. Nella Crai Futura ci sarà anche posto per una new company consortile (Ibba ne accenna), a cui trasferire la gestione delle attività commerciali comuni e delle negoziazioni con l’industria di marca. Di sicuro la nuova Crai cambia passo e si lascia alle spalle una serie di operazioni che ne hanno segnato profondamente gli ultimi anni. Per esempio, la sfida italo-francese, con il gruppo Casino, per i discount Leader Price ha comportato, nel bilancio 2021 di Crai Secom, un buco di 4,4 milioni. Inoltre, il gruppo siciliano Radenza ha ritenuto di rescindere il contratto con Crai Secom, pagando 5,2 milioni. Poi la grande forza di New Fdm in Sicilia è stata messa al servizio di Coop Alleanza 3.0. Una serie di errori di valutazione che, forse, hanno contribuito all’uscita dell’ex amministratore delegato, Marco Bordoli. Alla fine, nel bilancio 2021 di Crai Secom, firmato dal presidente Piero Boccalatte, il maxi provento di New Fdm ha più che compensato la svalutazione di Leader Price Italia, anche se
la tagliola fiscale ha quasi azzerato l’utile d’esercizio. Da notare, infine, che i ricavi della centrale di Milano 2 sono repentinamente scivolati, da 90 milioni a circa 55, soprattutto per effetto del decentramento degli acquisti di merci nelle piattaforme di ortofrutta, spiegato con la necessità di una gestione assortimentale e locale differenziata tra i soci.
Cosa prevede, Giangiacomo Ibba, per il programma Crai Futura?
Il piano parte, intanto, dalla visione di Crai come una sola e grande azienda, con un solo conto economico. Dunque, abbiamo bisogno di definire la nostra strategia e i nostri obiettivi e di perimetrare, in modo preciso, la nostra filiera e la nostra rete, che è particolarmente numerosa e complessa: il suo fine è, e sarà sempre, di coprire tutto il territorio italiano, sia con negozi di prossimità, sia attraverso i supermercati. Questa fase preparatoria, richiesta proprio dalla nostra base sociale, durerà fino a marzo 2023, quando il piano sarà comunicato agli stakeholder. In seguito, nei tre anni successivi, passeremo alla fase più operativa, incentrata su una serie di pilastri: ulteriore valorizzazione delle persone, potenziamento del ruolo della Mdd (oggi attestata a 1.600 referenze e a un 20% di quota sul paniere totale, ndr), deciso raffor-
zamento di tutto il versante tecnologico, il che non vuol dire solo e-commerce, ma soprattutto uno snellimento dell’operatività quotidiana e ricorrente. E questo si può fare solo se si passa da gruppo distributivo a grande azienda. Perciò anche la nostra parte retail drug, con la quale abbiamo un ottimo rapporto, sta costituendo un proprio consorzio, fortemente sinergico con la nuova Crai.
Quali sviluppi ci saranno per il nuovo format Tuttigiorni?
Posso dirle, intanto, che è un successo e ci sta dando soddisfazioni. L’Edlp è una tecnica che, rispetto allo schema hi-low, permette al consumatore una scelta veramente consapevole, in quanto svincolata dalle promozioni, che condizionano le vendite. Questo consente di misurare in modo molto preciso le performance dei prodotti e delle Mdd, per mettere al centro la marca privata. Il primo negozio, quello di Cagliari (aperto alla fine di maggio 2022, ndr), era già un punto vendita con tre anni di storia e performante prima della conversione, grazie a un fatturato sopra i 12mila euro al metro quadrato. Ma, a seguito della conversione, oggi sviluppa un +25-30 per cento. Il pdv di Sassari (inaugurato alla fine dell’estate scorsa, ndr) deve essere considerato ancora come un test: anche qui però i buoni risultati ci sono e sono superiori alle nostre aspettative. Queste due esperienze sono un “cantiere aperto”, che sta consentendo al nostro staff di capire la forza della Mdd. Stiamo immaginando ulteriori prove in altre aree come Piemonte, Campania e Veneto per comprendere se la formula può aggiungersi al nostro paniere distributivo.
Crai è anche sinonimo di formati più grandi, come Crai Extra, che parte dagli 800 metri quadrati. Questo avrà ulteriori sviluppi?
Nato in Sardegna, questo format fa già parte della rete del gruppo e si rivolge, con orari più ampi e maggiori servizi, ai clienti che hanno la necessità di fare la spesa in un’ottica di prossimità medio-grande. Attualmente i pdv sono circa 80, ma il futuro è, dal nostro punto di vista, nella velocità e nella comodità di spesa, indipendentemente dalla conformazione del punto vendita.
Recentemente siete anche entrati in Assobio. Per quale motivo?
Ritengo che, oggi più che mai, ogni distributore debba occuparsi di calmierare, per quanto possibile, l’inflazione, ma anche di dare buoni prodotti, che sono centrali. E questo spiega la nostra adesione a un’associazione che ha come compiti il confronto, il lavoro e la rappresentanza del settore in Italia e all’estero, per favorire la cultura del biologico, sinonimo dell’impegno e della promessa di un prodotto sano, realizzato nel totale rispetto dell’ambiente e garantito per legge.
Torniamo alle cronache. L’esperienza di Leader Price non è stata positiva, infatti avete ceduto gran parte della rete e svalutato la partecipazione. E ora?
Sì, abbiamo svalutato la partecipazione in Leader Price, ma ora la nostra attenzione è appuntata sulla riconversione dei negozi rimasti.
Di che si tratta?
È un progetto che sto portando avanti da quando ho assunto la carica di amministratore delegato di Leader Price Italia. Stiamo lavorando su una razionalizzazione, su un progetto che comprende l’evoluzione del format che Casino ha in Francia: abbiamo deciso cioè di dedicare la struttura centrale non più alla gestione della rete, ma al lavoro sulla marca convenienza. Ora il progetto continua, in particolare sulla rete sarda, ma, penso, anche in altre aree: si punta su una prossimità di convenienza che possa esprimere una profondità più forte, grazie a una razionalizzazione degli assortimenti governata da una marca con un posizionamento più basso. Questo è il percorso che abbiamo tracciato. Infine, abbiamo ceduto la quasi totalità della rete perché i negozi non erano convertibili e non avevamo i soci per gestirli.
L’uscita di Radenza da Crai con i suoi circa 300 pdv ha azzerato la presenza di Crai in Sicilia. Qual è il progetto di rinascita?
Abbiamo fatto un accordo con un partner di Forum, il gruppo Sammaritano, per lo sviluppo dell’insegna in Sicilia. E infatti si è iniziato ad aprire negozi a insegna Crai. Tra le altre cose, questa vicenda insegna che non sempre bisogna costruire Cedi, o piattaforme distributive nei territori in sviluppo, quando si può contare sulle sinergie con i colleghi di centrale.n