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Operazioni di M&A nel settore formaggi

Al pari di quanto avvenuto più o meno diffusamente nel comparto food, anche il segmento formaggi è stato impattato dal cambiamento delle abitudini dei consumatori e dalla loro impossibilità a muoversi liberamente.

Il mercato dei formaggi ha vissuto la pandemia in maniera piuttosto altalenante soffrendo, da una parte, il crollo delle vendite Horeca e delle esportazioni (-3%) e beneficiando, dall’altra, di una notevole crescita del mercato domestico (+10%), soprattutto attraverso la Gdo. Al pari di quanto avvenuto più o meno diffusamente nel comparto food, anche il segmento formaggi è stato impattato dal cambiamento delle abitudini dei consumatori e dalla loro impossibilità a muoversi liberamente. Il caso di studio in assoluto più interessante è stato quello del Grana Padano che, nel 2020, ha superato per la prima volta la cifra record di 5 milioni di forme, scontando il trend salutista che mira a privilegiare prodotti senza lattosio e/o a base vegetale e che lo smart working sembra abbia favorito. A livello di operazioni di M&A la situazione del comparto è altrettanto discontinua. Tante le operazioni annunciate dagli advisor di M&A nell’anno 2020 e quasi tutte o rinviate agli anni futuri in lenta lavorazione. Limitatamente a quanto desumibile da alcuni operatori finanziari attivi nel segmento food in Italia, infatti, non si è riusciti a superare le aspettative di valore manifestate dagli imprenditori che, a loro volta, non hanno accettato i meccanismi di condivisione del rischio “excovid” proposti dagli investitori, prevalentemente basati su meccanismi di earn-out, differimento prezzo e ratchet. Se gli effetti della crisi si dovessero placare, potremmo aspettarci un boom di operazioni tra la fine del 2021 e il 2022.n

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