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Digital advertising:
dos and don’ts per promuovere i tuoi prodotti nel digitale
In un mondo sempre più digitale, i consumatori si affidano a Internet non solo per l’informazione e l’intrattenimento, ma anche per gli acquisti, facendosi influenzare dalle informazioni raccolte online.
Se da un lato agli utenti, soprattutto ai Millennial, piace ricevere pubblicità personalizzate, dall’altro c’è una crescente preoccupazione su come vengono trattati i dati personali condivisi dagli utenti online. Proprio al fine di assicurare una maggiore trasparenza e accrescere il senso di fiducia degli utenti, la Commissione Europea ha recentemente presentato il cosiddetto “Digital Services Act Package”, che, tra le varie misure sui servizi digitali, prescrive più stringenti obblighi di trasparenza nella pubblicità sulle piattaforme online. La nuova normativa impone che venga resa nota agli utenti la natura pubblicitaria dei contenuti sponsorizzati, insieme alla specifica su chi sia il committente del contenuto sponsorizzato e sui parametri di profilazione in base ai quali la pubblicità viene indirizzata all’utente. Nell’attesa che la proposta di regolamento entri in vigore, nella propria comunicazione commerciale online le aziende devono già oggi perseguire obiettivi di trasparenza e correttezza nei propri messaggi pubblicitari. A tal proposito, in assenza di specifiche fonti normative nazionali sulla pubblicità online, per le aziende italiane sarà utile seguire le linee guida della Digital Chart dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e rendere nota la natura pubblicitaria dei messaggi sponsorizzati sui social, diffusi anche tramite influencer, attraverso l’utilizzo di specifici hashtag, quali #Advertising, oppure #Sponsoredby e il tag al brand. Quello che invece non va fatto, nell’ottica di ottenere la fiducia dei consumatori, è far passare come contenuti spontanei o redazionali, messaggi che in realtà hanno natura pubblicitaria. Al fine di evitare pratiche commerciali scorrette, anche nei confronti dei concorrenti, è infine importante veicolare informazioni veritiere e dimostrabili, evitando di trasmettere, anche solo indirettamente, messaggi ingannevoli. Un esempio? I claim sui prodotti “green” devono far comprendere al consumatore quali sono le effettive caratteristiche per cui un prodotto è più sostenibile rispetto a un altro, al fine di evitare di costituire una comunicazione ingannevole. Queste regole, già valide per la pubblicità tradizionale, assumono un’importanza maggiore in relazione al digital advertising, poiché alla portata potenzialmente globale dei messaggi veicolati senza confini di territorio, si accompagna un maggiore rischio di incorrere in pratiche commerciali scorrette, pesantemente sanzionate dai tribunali e dalle Authority competenti per materia.n
Ida Palombella, Partner& Head of IP, IT & Data Protection di Deloitte Legal - S.t.A.r.l. Federica Caretta, Managing Associate di Deloitte Legal - S.t.A.r.l.