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Tappeto erboso prevenire e curare
Infestanti e sclerotinia.
Proseguiamo l’approfondimento tecnico sul prato, concentrandoci sulle principali patologie a cui è soggetto. Ecco come schivare le problematiche e come affrontarle
di Valerio Pasi
TEMPO DI LETTURA: 12 minuti
Eccoci al “secondo capitolo” della serie di approfondimenti sulle regole di base per l’impianto e la cura del tappeto erboso residenziale. Dopo aver visto sullo scorso numero (a pag. 16) le operazioni preliminari, la semina e la concimazione, in questo articolo ci concentriamo sulle principali patologie a cui è soggetto il prato. Dopo averle descritte, illustriamo le soluzioni per un manto erboso in salute.
IN PRIMAVERA E AUTUNNO
Durante la stagione di crescita del tappeto erboso si possono manifestare patologie che vengono favorite dall’aumento delle temperature e dell’umidità dell’aria. Una patologia frequente nella stagione primaverile è causata dalla Scletotinia homeocarpa, che si manifesta con la comparsa di macchie tondeggianti abbastanza regolari delle dimensioni di una moneta, da cui il nome inglese
Tappeto erbos
prevenire e curare
di Dollar spot. Il fungo attacca solo i tessuti fogliari e l’erba colpita si dissecca. È più frequente su varietà sensibili di loietto e poa con clima umido, abbondante e persistente rugiada e carenza di azoto. Il patogeno riesce a permanere nel tappeto erboso all’interno dei residui vegetali che costituiscono il feltro. Un’altra patologia tipica dei periodi primaverili e autunnali umidi è causata da Laetisaria fuciformis ed è conosciuta come “Filo rosso” per la colorazione rosata o rosso arancio che assume la lamina fogliare colpita dal fungo. Vengono attaccate tutte le principali specie da tappeto erboso, ma in modo particolare le festuche fini e il loietto. Si evidenziano delle chiazze irregolari, di dimensioni variabili da pochi centimetri fino a oltre 50, ove sono colpite solo le foglie dell’erba. La malattia è favorita da condizioni di elevata umidità con persistenza della rugiada e da bassi livelli di concimazione azotata.
QUANDO LE TEMPERATURE AUMENTANO
In estate, con l’aumentare delle temperature, sono soggette in particolar modo all’attacco dei funghi le specie microterme, in quanto il loro metabolismo rallenta e diventano quindi più suscettibili. I patogeni più frequenti sono gli agenti del marciume radicale (Pythium spp.) e della macchia bruna (Rhizoctonia solani). Il primo può causare gravi danni molto estesi in quanto si espande velocemente in modo aggressivo, compromettendo tutte le parti della pianta e causando quindi la morte del prato a partire da piccole chiazze irregolari che diventano sempre più grandi dove l’erba assume un aspetto marcescente. La seconda compare con macchie piuttosto estese, dove è riconoscibile una sorta di anello con colorazione più chiara, che poi diventa più scura.
Tappeto erbos
prevenire e curare o,
I PRINCIPALI
PATOGENI • Scletotinia homeocarpa • Laetisaria fuciformis • Pythium spp. • Rhizoctonia solani
Popillia japonica su tappeto erboso.
COME
RIPARARE
I DANNI • Scegliere il momento più indicato per la germinazione dei semi nel caso di un nuovo impianto o di una trasemina • Nel caso di trasemina, rimuovere i residui di erba morta o malata e il feltro • Approfondire la lavorazione con l’arieggiatore per uno o due centimetri di profondità • Se necessario, livellare il piano spargendo del top soil sabbioso e incorporarlo al terreno smosso sottostante • Procedere con la trasemina • Dopo la semina, concimazione starter ad alto tenore in fosforo e azoto a lenta cessione, gestione attenta dell’irrigazione e protezione con reti delle aree traseminate
Forte attacco di Pythium spp.
Le chiazze diventano più estese e, all’interno, si manifestano inizialmente disseccamenti; poi l’erba recupera vitalità ed emette nuova vegetazione, assumendo l’aspetto tipico.
LE FASI DELLA GESTIONE OTTIMALE
In generale, per la migliore gestione delle patologie del tappeto erboso, si devono attuare tutte le misure genetiche, agronomiche e biologiche. Si inizia dalla scelta delle specie e varietà, prediligendo quelle che presentano caratteristiche di resistenza ai diversi patogeni in funzione del clima locale. Dal punto di vista agronomico, diventa molto importante una corretta concimazione del tappeto, con apporti equilibrati e costanti dei nutrienti, in particolare azoto, in grado di ritardare l’insorgenza delle malattie e di ridurne l’estensione e la gravità. Occorre anche favorire la riduzione del feltro con una raccolta migliore dell’erba tagliata e con l’arieggiatura a fine inverno e in autunno, con contestuale raccolta del feltro. Un ruolo importante riveste l’irrigazione del tappeto, che deve essere effettuata evitando le ore serali e intervenendo a tarda notte o al mattino presto, in modo da ridurre anche la persistenza della rugiada, che verrà convogliata al terreno. Un’attenzione particolare va dedicata al tosaerba in quanto nella
stagione caldo-umida diviene facilmente veicolo di trasmissione dei patogeni se non si interviene con un’accurata pulizia tra un taglio e l’altro o tra un cliente e il successivo. Utili possono essere i prodotti contenenti i cosiddetti elicitori, ovvero agenti biotici o abiotici in grado di indurre, nella pianta, la biosintesi di metaboliti (fitoalessine) implicati nelle risposte difensive. Sono utili anche prodotti contenenti silicio, fosfiti, biostimolanti e tutti quelli in grado di agire da antistress, che possono essere applicati sia per via radicale che per via fogliare. Come ultima ratio resta l’applicazione di fungicidi specifici per tappeto erboso, da utilizzarsi sempre secondo la normativa vigente (DM 22 gennaio 2014 - PAN). Anche gli insetti possono provocare danni al tappeto erboso, ma di questi ne abbiamo parlato ampiamente sul numero 27 (a pag. 16).
in particolar modo all’attacco
rallenta e diventano quindi più suscettibili
INTERVENTI A FINE STAGIONE
Alla fine della stagione, il tappeto erboso si presenta generalmente con vari difetti, più o meno importanti a seconda dell’incidenza degli stress idrici, degli attacchi fungini e parassitari. Le aree prive di erba tendono a diventare terreno di conquista per le malerbe e il muschio, trasformandosi quindi in focolai di invasione nel tappeto erboso. Per decidere quale tipo di intervento attuare occorre valutare l’estensione dei danni, scegliendo se fare un nuovo impianto, fare una trasemina o utilizzare del tappeto precoltivato. Per riparare i danni sul tappeto, occorre scegliere il momento più indicato, ovvero quando la temperatura del terreno e il livello d’umidità sono favorevoli alla germinazione dei semi nel caso di un nuovo impianto o di una trasemina. Ovviamente se
ACCORGIMENTI PER LA TRASEMINA
Nel caso in cui il terreno fosse particolarmente compattato, si consiglia, prima di traseminare o di stendere un tappeto precoltivato (a zolle), effettuare una bucatura con punte piene o una carotatura con fustelle, che dovranno approfondirsi il più possibile. Esistono macchine abbastanza piccole per essere utilizzate anche in giardini di dimensioni ridotte che solitamente riescono a bucare fino a 5-7 centimetri di profondità. Con la bucatura e la carotatura si può pensare anche di apportare sabbia silicea lavata e vagliata nel caso di terreni molto compattati e poco drenanti, con matrice argillosa o limosa, in quantità variabile da 4 a 8 litri per metro quadrato.
La sabbia va sparsa prima della bucatura, in modo molto omogeneo a mano o con apposite macchine spandisabbia. Dopo la bucatura si passerà una rete o una scopa metallica per far penetrare il più possibile la sabbia (e le eventuali “carote”) nei fori.
COME
EVITARE
I PROBLEMI • Scegliere specie e varietà resistenti ai patogeni • Concimare correttamente • Favorire la riduzione del feltro • Irrigare a tarda notte o al mattino presto • Pulire accuratamente il tosaerba • Utilizzare prodotti contenenti elicitori e quelli contenenti silicio, fosfiti, biostimolanti • Applicare fungicidi specifici per tappeto erboso
Danni al tappeto a zolle.
è presente l’impianto di irrigazione le possibilità di successo sono più alte. Nel caso si proceda con una trasemina, si attua la rimozione dei residui di erba morta o malata e del feltro ove presente. Se la superficie del terreno è sufficientemente morbida, si può effettuare direttamente la trasemina, altrimenti occorre approfondire la lavorazione con l’arieggiatore per uno o due centimetri di profondità. Qualora sia necessario, livellare il piano spargendo del top soil preferibilmente sabbioso e incorporarlo al terreno smosso sottostante. Si può quindi procedere con la trasemina, valutando molto bene la quantità di seme a seconda si tratti di aree completamente spoglie, cui corrisponde una dose piena di seme, o di aree diradate, ove la dose di seme va ridotta fino al 50%. La trasemina può essere effettuata a spaglio manualmente oppure con apposite macchine, nel caso di superfici sufficientemente estese (approfondimento nel box “Accorgimenti per la trasemina”).
Dettaglio degli effetti da Pythium spp.
Dopo la semina, si seguiranno le stesse regole valide per un nuovo impianto, con concimazione starter ad alto tenore in fosforo e azoto a lenta cessione, gestione attenta dell’irrigazione e protezione con reti delle aree traseminate da eventuali presenze sgradite (piccioni e altri uccelli, animali granivori).