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Dai binari nascono i fior

Dai bi Dai binari

nascono i fior

Papavero cornuto (Glaucium flavum ‘Crantz’) al deposito ferroviario di Milano-San Rocco; sullo sfondo il più comune papavero rosso o rosolaccio (Papaver rhoeas).

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Gli ambienti urbani più ignorati dagli interventi umani e dalla pianificazione urbanistica ospitano il maggior numero di specie, incluse alcune vere e proprie rarità. A rivelarlo è una ricerca biennale congiunta condotta dai team del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca e del Museo di Storia Naturale di Milano, i cui risultati sono stati

MURA OSPITALI

Nella stessa ricerca viene posta l’attenzione anche su altri ambienti cittadini generalmente poco considerati. Ad esempio, le mura antiche, come quelle del Castello Sforzesco, ospitano specie sorprendenti come lo ieracio milanese (Hieracium australe subsp. australe). Dallo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e del Museo di Storia Naturale di Milano emerge che le aree urbane meno interessate da interventi umani, come quelle ferroviarie, sono serbatoi di biodiversità vegetale

di Viola Delfino, foto di Rodolfo Gentili

pubblicati sulla rivista internazionale Urban Forestry and Urban Greening. Lo studio, coordinato da Sandra Citterio e Rodolfo Gentili di Milano-Bicocca e da Gabriele Galasso del Museo di Storia Naturale di Milano, ha analizzato la distribuzione della biodiversità vegetale urbana nei principali paesaggi del capoluogo lombardo: le aree edificate, le principali arterie stradali coi loro viali alberati, le aree verdi e le aree ferroviarie.

RIFUGIO DI SPECIE QUASI SCOMPARSE

Meliloto giallo (Trigonella officinalis (L.) Coulot & Rabaute) al Castello Sforzesco.

La ricerca, in particolare, sottolinea l’importanza delle aree ferroviarie nel loro complesso (binari morti, adiacenze, vasche di lavaggio dei treni con formazione di pozze temporanee, massicciate, spazi tra i binari, zone a prateria e ad arbusti ecc.) come rifugio urbano per numerose specie, alcune ormai del tutto scomparse dagli altri ambienti cittadini. Le aree ferroviarie si rivelano altresì importanti per la presenza di numerose specie a fiore utili per le api e gli altri insetti impollinatori e, inoltre, perché rappresentano un corridoio di verde naturale per la rete ecologica cittadina. Lo studio suggerisce, dunque, di Per maggiori info: www.unimib.it includere tali aree nella pianificazione delle reti verdi cittadine per sostenere la natura dei paesaggi urbani: la loro sostituzione con altre tipologie di verde “pianificato” e “costruito” provocherebbe un danno alla flora con perdita della biodiversità.

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