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La natura che resiste

Gli incendi divampati dall’Oristanese quest’estate in Sardegna, come del resto spesso capita in queste zone nei mesi più caldi, sono ormai purtroppo noti. Oltre alle cause più immediate sulle quali si è indagato nei giorni subito successivi, in moltissimi hanno sottolineato quanto sia necessario scavare più a fondo: in Sardegna, infatti, gli incendi sono così devastanti perché le condizioni del verde del territorio lo permettono – alberi incolti e strade non curate dopo lo svuotamento delle campagne diventano prede facili per le fiamme -, con l’aggravante del cambiamento climatico, che rende l’estate arida e calda, ad appesantirne le conseguenze.

IN FIAMME IL “SA TANCA MANNA”

I simboli di quest’emergenza, senza precedenti secondo il presidente della regione Solinas, sono stati molti e fra questi senza dubbio uno tra i più forti è stato l’andare in fiamme dell’olivastro millenario di Cuglieri, piccolo borgo dove l’agricoltura è al centro della quotidianità ed in particolar modo l’olio. Le radici del “Sa Tanca Manna” - così era noto alla comunità- sono sopravvissute a guerre e secoli, e qui era conosciuto come “Il Patriarca”. Si trattava di un olivastro, ovvero di un ulivo selvatico. Prende il nome dalla località in cui si trovava, e non è stato risparmiato dalla violenza delle fiamme nonostante la sua imponenza. Il confronto tra le immagini precedenti all’incendio e quelle successive è impressionante, e dà davvero la misura della portata del disastro che ha colpito la Sardegna.

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LE MISURE

Il Sa Tanca Manna misurava quasi 17 metri di altezza e il fusto circa 10 metri di circonferenza.

SPERANZE VERDI

Esperti botanici dell’Università di Cagliari si sono però subito mobilitati, e già dalle prime verifiche è stato evidente che nonostante le fiamme fossero ormai esternamente spente, all’interno l’ulivo continuava a bruciare: un fuoco sotterraneo che distrugge dall’interno gli apparati della pianta, conosciuto come “effetto carbonaia”. A favorire la combustione, anche il calpestio del terreno circostante: e così la popolazione tutta si è riunita a fare da scudo al millenario olivastro, delimitando gli accessi all’area. Nonostante ci vorranno anni perché la vita del verde in quelle zone torni a crescere rigogliosa, e nonostante Il Patriarca non tornerà all’antica magnificenza, sono stati raggiunti ottimi risultati ed il possibile è stato fatto per il Sa Tanca Manna, divenuto ormai simbolo della rivalsa della regione.

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LA NATURA

CHE RESISTE

Lo scorso luglio un incendio ha messo alla prova la Sardegna mandando in fiamme anche l’olivastro millenario di Cuglieri, che tuttavia non è perito, diventando simbolo di resilienza di una regione di Rachele Pozzato

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