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Bellezza senza sforzo
L’architetto Alessandro Lolla ha realizzato in collaborazione con il garden center Leonessa Vivai un giardino a bassa manutenzione: risparmio di energie per un risultato d’impatto
colloquio di Marta Meggiolaro con Alessandro Lolla e Franco Roldi
Bellezza za za
senza sforzo
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La nuova tendenza per la progettazione dei giardini è quella di soluzioni “pigre”: abbiamo incontrato l’architetto paesaggista Alessandro Lolla e Franco Roldi di Leonessa Vivai, che insieme in provincia di Brescia hanno realizzato un giardino a bassa manutenzione.
Partiamo dalla base, Alessandro: cosa significa progettare un giardino a bassa manutenzione?
Significa non dover essere costretti periodicamente a potature, irrigazioni e concimazioni supplementari: la condizione normale quando vengono usate delle piante non idonee in quel determinato luogo. Quando si verifica questa situazione, in cui ad esempio abbiamo un luogo troppo soleggiato per le piante che abbiamo messo a dimora, l’utente deve faticare per conservare intatto il giardino. Quindi fare un giardino a bassa manutenzione significa capire il luogo, conoscere il terreno, guardare l’esposizione; e in base a questi parametri inserire le piante adatte.
LE SPECIE SCELTE
Aster, echinacea, rudbeckia, gailardia, achillea in varietà (nella foto), euphorbia, geranium,
Erigeron, salvie ornamentali, perovskia, coreopsis, delosperma, scabiosa; festuca, miscanthus, pennisetum.
Un angolo del giardino a bassa manutenzione progettato da Alessandro Lolla con le piante di Leonessa Vivai.
Per quanto riguarda il progetto in questione, quali sono le caratteristiche dello spazio su cui si è intervenuti?
Il luogo è posto sul crinale di una collina, esposto ai venti, volto leggermente a nord, adiacente a una strada provinciale; il terreno è calcareo. Una volta risolti gli aspetti funzionali, siamo passati all’aspetto ornamentale. Abbiamo progettato la collocazione di erbacee perenni in luoghi serviti da un impianto di irrigazione a goccia, che evita al cliente di dover provvedere alle irrigazioni. Si dice “manutenzione zero”, ma in realtà è minima… per avere la manutenzione zero bisogna usare le piante di plastica! Le erbacee sono state disposte facendo in modo che le fioriture si svolgano in modo continuativo per tutte le stagioni dell’anno.
Come sono state le collocate le diverse specie?
Il giardino misura circa mille metri quadrati; il prato occupa il 40% dello spazio a disposizione: è quello che richiede il massimo della manutenzione. A parte i primi metri, nel resto del giardino è meglio
SOLUZIONI A BASSA MANUTENZIONE
◗ Gardenia Celestial Star® ◗ Escallonia Red Dream ◗ Pittosporum Tenuifolium Golf Ball® ◗ Nandina domestica nelle cultivar
Gulf Stream, Flirt, Obsessed®,
Magical Lemon Lime®, Twilight®
Per saperne di più alessandrololla.it
Per saperne di più leonessavivai.it
malattie crittogamiche su cui è quasi impossibile intervenire perché il ricorso ai fitofarmaci è ridotto. I prodotti biologici prevengono, ma nel momento in cui la malattia è in corso, non riescono sempre a risolverla. Quindi l’importante è prevenire, partendo dall’uso dell’acqua, che se dosata in modo sapiente, evita molti problemi.
Franco, passiamo al punto di vista dei produttori. Quali sono le piante che possiamo identificare come “a bassa manutenzione”? Che caratteristiche hanno?
Sono a bassa manutenzione molte delle erbacee perenni e delle graminacee, come deschampsia o miscanthus compatti caratterizzate da facile gestione ma con spighe colorate e resistenti, ma anche con alcuni arbusti riusciamo ad ottenere ottimi risultati. Essenze quali agapanthus, aster, echinacee, ma anche achillea o hoste, riscuotono sempre più attenzione da parte di chi realizza giardini. Poi tra gli arbusti mi permetto di segnare qualche essenza che sta avendo un gran riscontro: gardenia Celestial Star®, che noi produciamo, aspetto compatto verde scuro e dai fiori profumati; escallonia Red Dream con fogliame verde lucido e fiorellini rosa; pittosporum Tenuifolium Golf Ball®, sempreverde a crescita lenta dal fogliame piccolo e olivastro; la nandina domestica nelle cultivar Gulf Stream, Flirt, Obsessed®, Magical Lemon Lime®, Twilight® piante eleganti, piccole e compatte. Insomma, con le giuste scelte si possono creare davvero giardini in continua meravigliosa mutazione.
spaziare con le specie botaniche adatte. Il ruolo del paesaggista si vede nell’abbinare i colori: alla scabiosa ad esempio vanno accostati i coreopsis perché presentano lunghe fioriture in cui si accostano il blu e il giallo. Fioriture con lo stesso colore si ammazzano fra di loro, non le vedi più.
Per progettare questo giardino avete considerato anche gli aspetti della biodiversità e del sostegno agli insetti impollinatori?
Direi che è inevitabile. Un giardino ben progettato, con piante adatte al luogo, e grande varietà di fioriture che lo rendano sempre interessante, è per forza il regno della biodiversità e provvede a nutrire gli insetti impollinatori. Ad esempio, gli aster sono estremamente melliferi. Non è raro vederli coperti da nuvole di api.
La bassa manutenzione riguarda anche il ricorso ai fitofarmaci?
Questo è un discorso più complesso. Per quanto riguarda i parassiti, si cerca di evitare le piante molto soggette, considerando anche il fatto che spesso le patologie sono cicliche. Poi ci sono delle