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Sostenibilità ambientale, Italia al nono posto

STORIE di SOSTENIBILITÀ studi

di Penelope Moran

A dirlo è il Rapporto Italia Sostenibile di Cerved, che ha mostrato luci e ombre del nostro Paese su uno dei temi più dibattuti in questi anni

Su 29 nazioni europee, l’Italia si colloca alla quindicesima posizione

quando si parla di sostenibilità. A mostrare questo quadro poco lusinghiero del nostro Paese è la seconda edizione del Rapporto italia Sostenibile presentato da Cerved Group. Il nostro Paese si trova al di sotto della media europea a causa soprattutto delle cattive performance economiche e sociali. Ma c’è

anche una faccia positiva della medaglia. L’Italia, infatti, vanta secondo lo studio un buon livello di sostenibilità

ambientale. Il rapporto realizzato da Cerved ha preso in esame centinaia di variabili tratte dall’ampio database di informazioni proprietarie del Gruppo e da fonti pubbliche. Così, è riuscito a definire un indice generale di sostenibilità integrando aspetti economici, sociali e ambientali dei singoli territori.

“Il nostro Paese figura ai primi posti per obbligazioni green emesse”

PROVINCE PROMOSSE E BOCCIATE

Focalizzandoci sulla sostenibilità ambientale, quello che emerge è che il nostro Paese è al nono posto, davanti alla Francia. Inoltre, le regioni del Sud rimangono indietro rispetto a quelle del nord, ma con un divario più ridotto rispetto a quando si parla di sostenibilità economica e sociale. Grazie all’indice

di sostenibilità ambientale, che valuta diversi fattori, dal livello di inquinamento alla gestione delle scorie e dei rifiuti, è emerso che Macerata, Bergamo e Monza Brianza sono le tre pro-

STORIE di SOSTENIBILITÀ studi

vince migliori, mentre Siracusa, Iser-

nia e Ferrara le peggiori. La ricerca, in termini di sostenibilità ambientale, ha anche messo in luce come Milano, Torino, Venezia e Padova siano le province dove più di frequente sono state superate le soglie di inquinamento da PM10. Al contrario, Viterbo, Macerata e Urbino risultano le migliori da questo punto di vista. Lo studio pubblicato da Cerved Group ha prodotto dei dati anche per quanto riguarda la riconversione energetica, evidenziando come siano i grandi centri a capitanare la classifica. Nelle prime tre posizioni, infatti, troviamo: Brescia, Torino e Aosta. Nella capacità di gestione delle scorie, invece, spiccano: Treviso, Mantova e Pordenone. A trovarsi in difficoltà, da questo punto di vista, sono le grandi città, da Palermo a Venezia, tra Firenze a Roma.

L’ITALIA BOCCIATA IN AMBITO ECONOMICO E SOCIALE

Il nostro Paese, secondo il rapporto pubblicato da Cerved Group, è penalizzato soprattutto in ambito economico e sociale. Infatti, sono pochi gli investimenti esteri, ma anche quelli interni riguardo la ricerca, lo sviluppo e la digitalizzazione. I redditi sono fermi da 10 anni, con un tasso di occupazione al 57%. Così, l’Italia si attesta a 10 punti sotto la media UE. Per quanto riguarda invece il punto di vista sociale, l’Italia si trova al diciottesimo posto, anche qui al di sotto della media europea. Ad influire, secondo il

Indice europeo di sostenibilità generale

15°

La posizione dell'Italia per sostenibilità su 29 Paesi analizzati

Le aziende a rischio sismico e idrogeologico "alto" o "molto alto"

+1 milione

1/5

Energia consumata proveniente da fonti rinnovabili

Andrea Mignanelli, AD di Cerved Group.

Sostenibilità ambientale, in breve

• Province che hanno superato le soglie di inquinamento da PM10 più frequentemente: Milano, Torino, Venezia e Padova. Le migliori invece sono: Viterbo, Macerata e Urbino. • Le migliori per riconversione energetica: Brescia, Torino e Aosta. • Capacità di gestire scorie industriali e rifiuti urbani: spiccano Treviso, Mantova e Pordenone. In difficoltà invece Grosseto, Palermo, Genova, Catania, Trieste, Venezia, Firenze e Roma (che chiude al 94esimo posto). • 14 province sono estremamente eterogenee, dalle città portuali come Brindisi a quelle caratterizzate dall’industria pesante come Terni, il cui specifico tessuto produttivo dovrà affrontare pesanti costi per la transizione. rapporto, sono le tante famiglie a rischio povertà, la scarsa capacità di formazione del capitale umano e un sistema di sicurezza e giustizia poco efficiente. Il nostro Paese, però, si piazza meglio per quanto riguarda l’assistenza sociale e la sanità, collocandosi al settimo posto.

PARLA L’AD DI CERVED GROUP

“Con questo strumento ci proponiamo di aiutare i decisori, le istituzioni e le imprese a ragionare in termini di impatto”. A dirlo è Andrea Mignanelli, AD di Cerved Group, parlando del rapporto. “Occorre misurare il fabbisogno delle comunità per pianificare correttamente gli obiettivi dei progetti pubblici e aziendali. Colpisce, nei confronti internazionali (introdotti quest’anno) come in quelli tra le province italiane, l’evidente correlazione tra capacità di innovazione del tessuto produttivo e velocità della transizione ecologica. Ciò significa che le grandi questioni del rie-

quilibrio sociale e ambientale non sono separabili dai problemi strutturali che

limitano lo sviluppo”.

IL RUOLO DELLE PMI

Il secondo rapporto pubblicato da Cerved Group ha anche toccato il tema del

ruolo delle PMI anche sui temi della

sostenibilità. «Le piccole e medie imprese devono poter misurare i risultati in ambito ESG se vogliono attrarre capitali e crediti, sia italiani che stranieri» ha spiegato Mignanelli. «La continua crescita della finanza sostenibile rappresenta infatti un motivo di ottimismo. Il 2021 è stato l’anno del debito sostenibili, le emissioni mondiali di prestiti e obbligazioni legati a progetti e parametri sociali e ambientali sono cresciute in modo esponenziale e il nostro Paese figura ai primi posti per obbligazioni green emesse». Infine, l’AD di Cerved Group ha spiegato: «I capitali degli in-

vestitori e i crediti bancari si dirigono sempre più verso aziende capaci di fornire misure credibili della loro sostenibilità ed estendere queste misure alle piccole e medie imprese è deter-

minante per l’attrattività del Paese».

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