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SUBSTRATI

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STORIE di ASSOCIAZIONI programmi

Un’assemblea a 360°

di Benedetta Minoliti

Lo scorso 4 novembre a Roma enti, istituzioni e organismi di categoria della filiera del verde si sono riunite, grazie ad Assofloro, per parlare del settore da tutti i punti di vista

Il nuovo consiglio direttivo di Assofloro.

“Il verde, gli alberi, sono un valore, non un costo”. Si potrebbe riassumere con questa frase emblematica l’Assemblea

di Assofloro tenutasi a Roma lo scorso

4 novembre. Un’occasione importante di incontro e dialogo tra enti, istituzioni e associazioni di categoria della filiera del verde, dalla floricoltura al vivaismo, dall’arboricoltura al giardinaggio, fino ai garden center. Diversi i temi affrontati, dal DL 198 all’importanza del verde nei contesti urbani e non, fino al PNRR, alle criticità fitosanitarie, portando lo sguardo anche al di fuori dell’Italia, verso l’Europa.

1. L’importanza del verde

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Le piante ci “danno una mano”, come sottolineato da Rita Baraldi del CNR di Bologna, non solo assorbendo l’anidride carbonica, ma anche rinfrescandoci, soprattutto in questo 2022 particolarmente caldo. «Le piante chiedono gratuitamente di essere rispettate e in questi anni sono stati dimostrati scientificamente i loro benefici sulla nostra salute» ha spiegato Baraldi. «Le piante, solo facendo questa filtrazione e purificazione, diminuiscono anche i casi di morte prematura dovuta a problemi cardiocircolatori e respiratori legati all’inquinamento». Ma non solo. Perché, “grazie” alla pandemia, abbiamo scoperto gli effetti benefici delle piante anche in termini psicologici. «Il Covid ci

ha insegnato diverse cose. Quando eravamo tutti chiusi abbiamo cercato gli spazi verdi e di recente hanno dimostrato come chi stava vicino ad un’area verde, anche solo vedendola dalla finestra, abbia sopportato meglio i

problemi psicologici derivati dall’essere chiusi in casa». Quindi, anche se potrà sembrare banale dirlo, il valore delle piante nel contesto urbano è elevatissimo e va tenuto fortemente in considerazione, in relazione a tantissimi aspetti e non solo strettamente a quelli qui citati.

STORIE di ASSOCIAZIONI programmi

2. Criticità fitosanitarie

Oltre alla crisi e ai rincari, che hanno investito in modi diversi tutti i settori produttivi del nostro Paese, il mon-

do del florovivaismo deve fare i conti anche con tut-

te quelle che sono le problematiche fitosanitarie. Per provare, e riuscire, a risolvere questi problemi, il settore deve lavorare in sinergia con l’apparato fitosanitario, come sottolineato da Paolo Arienti, Presidente Plantaregina - Distretto Vivaistico Canneto: «La ricerca deve essere svolta insieme e questo è il momento di intensificare la collaborazione già in atto». Soprattutto, come spiegato da Francesco Ferrini, Presidente Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, bisogna tenere “la guardia alta”: «Parassiti e patogeni sono una nota dolente. Vanno tenuti gli occhi aperti, anche e soprattutto sui materiali che

arrivano in Italia da canali illegali che, purtroppo, pos-

sono rappresentare un grosso problema».

3. PNRR: una risorsa che non va sprecata

Il verde deve essere “autoctono, certificato e prodotto in Italia”. A sottolinearlo è Carlo Blasi, Direttore Centro Interuniversitario CIRBISES, parlando delle risorse significative del PNRR. Un piano di rinascita e un’occasione che non va assolutamente sprecata: «Le città metropolitane non han-

no capito che se avanzano dei soldi non rimangono nelle casse, ma tornano indietro, creando un doppio danno. Qui tutti devono fare le cose per bene, seguendo le norme, coltivando nel modo giusto e utilizzando in maniera otti-

male le risorse messe a disposizione». Inoltre Nada Forbici, presidente di Assofloro, ha sottolineato l’importanza di

un “connubio tra sistema vivaistico regionale e privati”, che diventa determinante nell’ottica di un percorso che sia

condiviso. Questo per far sì che non si rimanga confinati nella vivaistica regionale, ma si crei una vera e propria sinergia, come detto, anche con i privati.

4. Uno sguardo all’esperienza europea

«Se noi non stiamo bene per diversi motivi, sicuramente in Europa non stanno meglio, anzi». A dirlo è Gianluca Boeri, Vice Presidente gruppo floricolo del Copa-Cogeca, Bruxelles. «In Olanda c’è soprattutto una difficoltà di approccio alla stagione. I dati di FloraHolland ve-

dono un calo della produzione del 50/60%. Questo perché hanno stimato che produrre in questo periodo, alle condizioni attuali, li

farebbe andare in perdita». Tutto questo è legato anche ad una minor domanda da parte dei consumatori finali. Questo perché «produciamo un bene non di prima necessità, effimero, che nel bilancio di una famiglia viene depennato per primo”. Il decremento della domanda, ad oggi, è stimato al 20/30% in meno».

5. DL 198: facciamo chiarezza

Il DL 198, che riguarda le pratiche commerciali sleali tra imprese nella filiera agroalimentare, è stato argo-

mento centrale dell’assemblea di Assofloro. Una grande opportunità che, come sottolineato da Felice Assenza,

Capo Dipartimento ICQRF Ministero delle Politiche

Agricole, Alimentari e Forestali, va assolutamente colta da tutte le aziende. «A sei mesi dall’attuazione abbiamo visto una doppia prospettiva: da una parte abbiamo ricevuto segnalazioni di pratiche sleali, e dall’altra sollecitazioni di aziende e stake holder per capire come adeguare le nuova normativa ai rapporti commerciali». Definendo il DL una “svolta epocale”, Assenza ha continuato: «I prin-

cipi di trasparenza e correttezza vanno a consolidare la nostra posizione in modo importante, dando forza,

garanzie e vitalità alle aziende. Tutti elementi necessari per superare le asimmetrie nel settore. Soprattutto, va sottolineata l’importanza di segnalare le pratiche sleali, qualora avvengano, per far sì che il meccanismo funzioni».

STORIE di ASSOCIAZIONI internazionale

AIPH, un presidente “made in Italy”

colloquio con Leonardo Capitanio di Benedetta Minoliti

Leonardo Capitanio, imprenditore barese neo eletto dall’Associazione Internazionale dei Produttori Orticoli, si concentrerà non solo sulle grandi aziende, ma anche su quelle a conduzione familiare, che hanno bisogno di “struttura e sostegno”

Cresciuto nell’azienda di famiglia, vendendo le prime piante “a 8 anni come un gioco”, Leonardo Capitanio è oggi il primo presidente italiano di AIPH, associazione di categoria dedicata alla promozione dei produttori orticoli a livello internazionale. Un traguardo importante per il titolare dell’azienda Vivai Capitanio, che in passato ha già ricoperto il ruolo di presidente di ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) e vicepresidente di AIPH.

Lei è il primo presidente italiano di AIPH, un bel segnale anche per il settore nel nostro Paese.

«Mi riempie di orgoglio e soddisfazione aver raggiunto una posizione del genere. Mi piace dire che sono “un albero

coltivato da tanti vivaisti”, perché negli anni sono stato sostenuto e ho ricevuto insegnamenti da tanti colleghi e amici, che mi hanno consentito di avanzare in questo mondo di rappre-

sentanza specializzata del settore. Al di là degli aspetti personali, spero che potrà essere un’occasione per il vivaismo italiano, perché siamo apprezzati e stimati a livello internazionale. Tutti sanno che abbiamo competenze, specializzazione, varietà e storia, ma purtroppo pecchiamo un po’ di comunicazione e rappresentanza. Siamo bravissimi a vendere piante, ma su temi dove c’è da discutere, come questioni fitosanitarie internazionali o relative ai diritti sull’ibridazione, a volte stentiamo a far sentire la nostra voce a livello internazionale».

Prendendo l’incarico ha detto che vorrebbe aiutare il settore a superare questo momento difficile, passato dalla pandemia alla crisi, non solo energetica.

«Come in ogni periodo di crisi stiamo vivendo un momento in cui molte aziende piccole affrontano serie difficoltà e quelle grandi lo diventano sempre di più. Per questo motivo ho detto che

durante la mia presidenza voglio essere attento alle grandi aziende, perché sono il traino e di stimolo per il settore. A loro andrà data la giusta attenzione, ma non voglio dimenticare le aziende piccole a conduzione familiare, perché sono quelle che hanno sem-

pre caratterizzato il nostro settore, che non parte come grande industria, ma da passione e aziende a conduzione familiare. Sono le aziende che custodiscono competenze, che hanno bisogno di struttura e di sostegno».

Voglio essere attento alle grandi aziende, traino e stimolo per il settore, ma non voglio dimenticare quelle a piccole, a conduzione familiare, perché sono quelle che hanno sempre caratterizzato il settore

Da sinistra il nuovo presidente di AIPH, Leonardo Capitanio, il presidente uscente Bernard Oosterom e il segretario generale, Tim Briercliffe.

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