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STAGIONALI Rarità per estimatori? Non solo di Marta Meggiolaro

RARITÀ PER ESTIMATORI? NON SOLO

Svecchiare una pianta banalizzata dalla coltivazione tradizionale, proponendo varietà storiche o sconosciute: il concetto di prodotto di nicchia si evolve in limited edition, ed è un successo

colloquio con Gabriele Cantaluppi di Marta Meggiolaro

Comasco d’origine, ma come tutti i Millennial “cittadino del mondo”, Gabriele si è laureato a Milano in “Produzione e protezione delle piante e sistemi del verde”. La sua avventura nel mondo botanico inizia collaborando con diversi professionisti sul territorio e con Orticolario, per cui fa parte della giuria tecnica. È stato anche il più giovane giudice di Murabilia. Dal 2016 Gabriele lavora nella Floricoltura Schullian, a Bolzano, dove si occupa della ricerca e di introduzione sul mercato di varietà poco conosciute.

Pelargonium ‘Lemon Fancy’, un pelargonio a foglia profumata di limone.

Ph: Oliver Jaist.

Il garden Schullian possiede, grazie al tuo lavoro, una collezione di gerani di grande interesse…

Ritenevo il geranio una pianta comune, svalutata e banalizzata perché il mercato è inondato da migliaia di piante. Per questo mi son messo a contattare chi lo coltiva e a coltivarlo da me: volevo trovare un motivo per farmelo piacere. È un sistema che uso spesso. Ho la passione per piante particolari, quindi per appassionarmi a una pianta mi basta scoprire la sua particolarità. Scoprirne la storia, scoprire che le loro sfaccettature compongono un universo straordinario, in cui ci sono varietà splendide, è stata una folgorazione. Il geranio non è una pianta da balcone, per dir così, senza arte né parte; ha una storia ricchissima, e in alcune epoche ha avuto un ruolo importante, ad esempio in epoca vittoriana. Le prime ibridazioni risalgono addirittura alla fine del Settecento, perché è una pianta duttile, facile da coltivare, che da noi si è ambientata benissimo.

Pelargonium ‘Platinum’.

Pelargonium ‘Roccanigi’, ibrido del famoso Carlo Giorgi.

Questo lavoro di scoperta sui gerani in cosa si è tradotto, alla fine?

Nel 2017 si è tradotto in una mia produzione di 117 piante da vendere nel garden di Martina. Tutti erano scettici, perché mi sono impuntato a venderlo a sette euro, e mi davano del pazzo. Invece le ho vendute tutte e 117. Nel 2018 ho fatto 1300 piante che ho presentato in primavera. A fine aprile le piante erano terminate. Nel 2019 ho fatto tremila piante. A fine stagione, le piante erano terminate. Quest’anno ne ho preparate seimila, e iniziamo a venderle adesso nello shop online… Speriamo. Costano 7,99 euro e sono in vaso 13.

Caspita!

Sì, ma sono fiori del 1700, ibridati per i nobili, o con le foglie profumate! Quaranta varietà della collezione che abbiamo qui sono gerani profumati, le rimanenti sono principalmente pelargoni zonali. Il 90% sono ibridi che vanno dalla fine del 1700 agli inizi degli anni ’50. Sono andato io a recuperare le piante madri in giro per l’Italia da amici, orti botanici, vivaisti. Sono tutte varietà di nicchia, con una storia e un valore. Non avranno mai grande diffusione, e il prezzo stesso, che è proporzionato al loro valore, non permette di fare altrimenti. Ma mi piace che sia così. Sono come delle limited edition vegetali.

So che questa produzione è stata anche un evento culturale che ha avuto una certa risonanza…

Sì, abbiamo organizzato la prima mostra nel 2018 con 60 varietà, e nel 2019, visto l’alto gradimento del pubblico, abbiamo replicato con 130 varietà. L’idea è nata sulla scia di una caratteristica del garden Schullian su cui Martina insiste spesso, il fatto di differenziarci dal resto dell’offerta. A me è venuto in mente che la collezione di gerani che ho raccolto per Martina è composta da piante difficilmente reperibili, presenti in Italia ormai solo in due vivai specializzati. Quindi ho proposto di presentare

Q Pelargonium ‘Mr Charles’, un ibrido degli anni Settanta dai caratteristici fiori, che restano chiusi e somigliano ai tulipani.

le nostre piante nella serra storica, quella costruita negli anni ‘50 dal Pelargonium ‘Allesley shadow’, padre di Martina, Franz Schulun ibrido inglese di geranio nano. lian, e che Martina ha dedicato alla mostra sulla floricoltura altoatesina. È una serra con un grande appeal, il posto giusto per una mostra non di oggetti, ma di qualcosa di vivo. Di settimana in settimana i visitatori vedevano le piante di geranio che mutavano, crescevano, fiorivano e poi sfiorivano; le piante madri non sono mai state potate e quindi per di più le si ammira nel loro aspetto naturale.

Come era organizzata?

Si poteva girare liberamente per la serra, ma per ogni varietà avevo predisposto una breve descrizione con storia e aneddoti particolari. Ad esempio, “Red Black Vesuvius” è stato il primo geranio nano ed è del 1890. Tutti i gerani in mostra si trovavano poi in vendita. La mostra è stata fatta a fine marzo 2018, faceva ancora molto freddo, ma alla fine metà delle piante erano già state vendute. Gli acquirenti non sono solo appassionati, ma anche i giardinieri. Sono venuti a vedere la mostra anche alcuni produttori. Ultimamente ho visto dai fornitori olandesi qualche geranio particolare, per cui penso di aver precorso un pochino un trend che in realtà era lì pronto. Come sempre, non è che abbia inventato qualcosa, è già tutto qui, basta solo mettersi in gioco.

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