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SCENARI di Nicolò Pensa
Abbiamo provato a fare una previsione di quelli che potranno essere i comportamenti dei consumatori per la prossima stagione. Per capire quali potranno essere le richieste del retail: sarà importante non banalizzare l’offerta di Nicolò Pensa
Potrebbe essere il titolo di un romanzo: il protagonista è il garden center, lo sfondo è ciò che è accaduto e l’indomani, quello della ripresa. Obiettivo scoprire come sarà
l’autunno. Abbiamo provato a chiedere ad alcuni rappresentati del mondo della distribuzione la
loro opinione durante il mese di maggio, una volta usciti dal pieno periodo di lockdown, e i pareri sono discordanti tra pessimisti e ottimisti. PESSIMISTI: PESA LA MANCANZA DI LIQUIDITÀ • Le aziende pur riprendendo le attività produttive forse non avranno la liquidità per “tenere” e conseguentemente proseguire nella seconda parte dell’anno. • I potenziali clienti non avranno liquidità e, esaurite le varie sovvenzioni statali, forse saranno di nuovo in cassa integrazione e quindi consumi a picco.
L’AUTUNNO, IL GARDEN ELA RIPRESA
• Dati i danni subiti in primavera (incremento delle quantità di invenduto e buttato, mancate vendite, perdita di clienti, eccetera…) molte aziende produttrici si concentreranno solo su prodotti consolidati, confermando un’offerta classica, che seguirà anche presso i canali distributivi. • Natale? Se continueranno le restrizioni relative al distanziamento sociale, sarà difficile garantire l’affluenza di sempre.
OTTIMISTI: IL CONSUMATORE TTIMISTI: IL CONSUMATORE HA VOGLIA DI GREEN • Non è così tragica: per settori in netta crisi ce ne sono altri che hanno tenuto durante l’emergenza e si stanno rilanciando per mantenere le proprie quote di mercato.
Questo lascia ben sperare anche per l’indotto. • I potenziali consumatori trascorreranno vacanze estive
“light”, quindi potrebbero disporre in autunno di maggior denaro da spendere nell’acquisto di piante e fiori. • Il fermo durante l’emergenza ha fatto percepire in maniera differente gli spazi abitativi domestici ed extra domestici, pertanto sarà possibile una buona ripresa già da metà settembre. • Il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione saranno di sostegno al consumatore. • Natale? È possibile gestirlo in maniera differente: spazi esterni organizzati come bancarelle e mercatini.
PRIVILEGIARE PIANTE ATTRAENTI
Come vedete un bel dilemma. Riflettendoci potremmo delineare, quantomeno in relazione a vendite e fatturati, uno scenario simile: luglio con numeri al
pari dello scorso anno; agosto con un incremento, seppure il peso del mese sull’anno sia limitato; settembre in ripresa dalla metà e fino alla Festa di Ognissanti, sempreché il garden non si faccia trovare impreparato e con assortimenti scarsi e poco attraenti.
Infine, il Natale, è un male necessario: se i centri di giardinaggio non lo dovessero proporre, il rischio è una caduta già a novembre con seria ipoteca sul risultato di fine anno, se invece sarà allestito, bisognerà sperare non sia un evento contingentato, che quindi non darà i consuenti risultati a livello di fatturato.
Insomma, volendo essere ottimisti, non tutto è perduto. È concretamente possibile che per alcune
merceologie la qualità la farà padrona, per cui, meglio privilegiare acquisti di piante attraenti,
in modo da non banalizzare l’offerta. Per esempio, il ciclamino è un prodotto classico, soprattutto se consideriamo il vaso 10 o 14 in plastica, ma se lo affianchiamo anche a una proposta in vaso 24 in terracotta, di sicuro il consumatore sarà più predisposto all’acquisto.
Se le piante, nelle ultime stagioni, hanno mostrato di essere un traino importante, anche durante il periodo dell’emergenza sanitaria, grazie alle consegne a domicilio, come produttori dobbiamo essere consapevoli di alcuni trend che sono emersi. I PROSSIMI MESI • Luglio: andamento simile a quello dello scorso anno. • Agosto: leggero incremento delle vendite. • Settembre: in ripresa dalla metà del mese, fino alla festa di Ognissanti. • Natale: dipenderà dalle disposizioni post-emergenza.
#COMPRAONLINE Durante il lockdown, molti acquisti sono stati effettuati grazie all’online e ai supporti digitali. Terminata la fase d’emergenza, i consumatori sono tornati a visitare i punti vendita, ma di sicuro una fetta di clienti finali continuerò ad apprezzare l’acquisto non tradizionale: tempi di consegna più rapidi, disponibilità del prodotto e offerte personalizzate saranno alla base del successo.
#COMPRAITALIANO L’attenzione alla sostenibilità di filiera, già diffusa nel periodo pre-Covid, continua raccogliere attenzione da parte dei consumatori, soprattutto per i prodotti a Km0, ai quali si attribuisce una garanzia di freschezza e salubrità, oltre a un sostegno verso le aziende del territorio. Poi, piante italiane? Meglio che olandesi, sembrerebbe dire l’ultimo trend, ma attenzione agli estremismi e, naturalmente, alla disponibilità immediata del prodotto. Un possibile
ritorno a prediligere fornitori interni da parte della distribuzione, ci auguriamo favorisca la crescita dei
prodotti locali rispetto a quelli più sovra nazionali, i grossisti saranno spinti a diventare forse un poco più local di quanto non abbiano mai pensato, sempreché tutta la filiera si attivi in tale senso.
#CONDIVIDEREÈBELLO La solidarietà “imparata” in tempi di emergenza rimarrà nelle abitudini dei cittadini: consumatori più attenti al “non essenziale”, ricorreranno forse di più alla “sharing economy”, a vantaggio di scelte più ambientaliste. Impor
tante, a tal proposito, un’analisi e una rivalutazione del
pacchetto “prodotto-servizi”, anche ripensando a nuove forme di offerta e a prodotti saving planet.
#INSIEMEÈBELLO Il fermo dettato dall’emergenza ha fatto riscoprire abitudini dimenticate, il ritorno in cucina non è un fuoco di paglia come non lo saranno il giardinaggio e la cura dell’orto. Il lavoro smart e la maggiore integrazione con il tempo libero, spingeranno i consumatori a condividere maggiormente le proprie esperienze green sui social. Supporti virtuali, tutorial e webinar saranno strumenti sempre più diffusi.
#SICUREZZAESALUTE Salute, sicurezza, tracciabilità saranno sempre più tenute in considerazione nelle fasi di acquisto. Per esempio, anche nella cura dell’orto il trend è quello di acquistare piantine provenienti da coltivazioni biologiche, come nell’ornamentale si va diffondendo sempre più il concetto di filiera certificata.
COLPO DI FUOCO BATTERICO IN VALSUGANA
La diffusione del batterio Erwinia amylovora è ormai confermata in gran parte della Valsugana, da Pergine fino a Carzano. La Fondazione Edmund Mach rileva che gli impianti più colpiti sono quelli messi a dimora durante questa primavera dove risultano infette tutte le varietà, ad esclusione della Golden, e senza distinzione di provenienza. D’intesa con l’Ufficio Fitosanitario della Provincia autonoma di Trento i tecnici della Fondazione stanno raccogliendo ogni elemento utile per valutare le possibili cause o i fattori scatenanti la grave infezione.
La malattia si diffonde molto facilmente e richiede l’estirpazione o l’asportazione delle parti colpite che vanno immediatamente
bruciate. La situazione più problematica riguarda la zona di Caldonazzo dove gli impianti dell’annata 2020 (circa 7 ettari) hanno percentuali di piante colpite fino ad oltre il 90% di cui alcuni sono già stati estirpati completamente. Negli altri comuni dove il problema è diffuso, si tratta soprattutto di impianti giovani da 0 a 3 anni con percentuali di piante colpite dal 20 ad oltre il 90%. La diffusione e l’intensità del danno sono, comunque, in continua evoluzione. I tecnici FEM, impegnati in prima linea nei monitoraggi e nella consulenza, riferiscono che il lavoro di pulizia eseguito dagli agricoltori nelle scorse settimane si sta dimostrando efficace e importante per ridurre al minimo l’inoculo. Ma l’attenzione deve rimanere alta, anche da parte di cittadini poiché il batterio è in grado di colpire molte piante ornamentali. Infatti sono state
ritrovate piante infette di specie ospiti del batterio presenti in giardini, bordure, orti e incolti quali sorbo,
cotogno e biancospino. Al fine di “monitorare” e se necessario intervenire con asportazione delle parti di pianta o delle piante ospiti infette presenti nelle aree verdi (parchi, ciclabili, aiuole e bordi) pubbliche, il Dipartimento Agricoltura ha inoltre attivato una collaborazione con il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale. È stato, inoltre, predisposto da parte di FEM e PAT un opuscolo informativo per i cittadini al fine di informarli sui sintomi, sulla pericolosità della malattia e sulle misure da mettere in atto.
FLORICOLTURA, TUTTE LE NOVITÀ IN UN VIDEO L’edizione annuale di uno dei più importanti avvenimenti per il florovivaismo europeo, i Flowertrials, è stato cancellato a causa della pandemia. Gli organizzatori, prendendo atto delle misure restrittive che regolano i viaggi e del clima di incertezza che avrebbe scoraggiato i visitatori, hanno deciso di provare a fornire ispirazione e nuove varietà proponendo alle aziende partecipanti di mettere in mostra le proprie novità usando gli strumenti digitali a disposizione. Sono stati sviluppati video animati, e interattivi per poter accedere alla scoperta delle novità varietali. Un esempio, la presentazione della serie Phalaenopsis Eccentrix di Floricoltura, visibile a questo link: www.floricultura.com/en/over-ons/flower-trials-2020.
RIAPRE LA FIERA DI ESSEN Sarà lei a inaugurare la riapertura, con un evento dedicato al trade del mondo dei matrimoni, “European Bridal Week”, che si terrà dal 4 al 6 luglio. Nuove norme per l’igiene e la sicurezza, messe a punto dagli organizzatori e dall’ente fiera, verranno messe in campo e sperimentate per la prima volta. I “pilastri” sono la distanza, le regole igieniche e la registrazione dei partecipanti. “Non abbiamo mai smesso di lavorare ai nostri eventi e alle nuove norme. Questo lavoro, insieme alla collaborazione con le autorità, ha reso possibile la ripresa” ha dichiarato Oliver P. Kuhrt, direttore di Messe Essen “Per questo, quando le autorità hanno autorizzato la riapertura, noi eravamo pronti. Speriamo che inaugurando luglio con questo evento potremo portare un po’ di ottimismo in tutto il settore”. Senza contare che la ripartenza delle attività fieristiche è vitale anche per la città di Essen.
SELECTA ONE ORGANIZZA TOUR VIRTUALI (E NON) Circostanze straordinarie richiedono nuovi metodi. Selecta one ha deciso di offrire ai suoi clienti tour virtuali individuali nel suo showroom digitale, dando la possibilità di visitare gli show gardens in Stuttgart o il sito di produzione Gärtnerei Filla a Straelen. In questo modo Selecta one cerca di sopperire alla mancanza delle fiere di settore e dei consueti Porte Aperte che quest’anno per ovvie ragioni non potranno avere luogo. I tour virtuali hanno luogo su appuntamento e in forma strettamente digitale. In questo modo i visitatori possono osservare le novità e i prodotti di punta fra tappezzanti, piante da balcone, garofani da vaso, oltre a poter essere assistiti da un consulente Selecta one.
Eliotropio purpureo (Heliotropium amplexicaule). Foto di Alessandro Alessandrini.
AUMENTANO LE PIANTE ALIENE Negli ultimi centovent’anni le specie verdi che vivono dentro la cerchia delle mura di Bologna sono quasi triplicate, ma sono aumentate soprattutto quelle aliene a discapito di quelle originarie del territorio. A rivelarlo è il confronto tra un catalogo botanico di fine Ottocento e una nuova mappatura fatta da ricercatori dell’Alma Mater. Il catalogo botanico, nato nel 1894 grazie all’idea del botanico bolognese Lucio Gabelli, è il registro di tutte le specie vegetali che all’epoca popolavano il centro storico di Bologna, fra cui anche un eliotropio purpureo (Heliotropium amplexicaule), un fiore originario del Perù che in qualche modo era riuscito ad arrivare fino al cuore dell’Emilia. Oggi, un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha deciso di ripetere lo stesso esperimento per capire quanto e come sono cambiate le piante urbane. Ripercorrendo i passi di Gabelli, gli studiosi hanno catalogato tutte le specie che crescono oggi nel centro storico bolognese, tra parchi, viali, marciapiedi, colonne e palazzi. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, in un articolo intitolato “Impact of climate change and urban development on the flora of a southern European city: analysis of biodiversity change over a 120-year period”. Nell’articolo si evidenzia che le specie che abitano
il centro storico bolognese sono quasi triplicate, passando dalle 176 di fine Ottocento alle 477 di oggi; allo stesso tempo è però più che raddoppiato il numero di quelle aliene, passando dal 12%
al 30% del totale. “Un cambiamento che ha visto il moltiplicarsi di specie aliene, introdotte soprattutto come piante ornamentali, a scapito di quelle native della zona, che si sono ridotte in modo significativo. Questi vasti cambiamenti sono legati probabilmente alla profonda trasformazione del centro storico di Bologna nell’ultimo secolo: la scomparsa delle aree coltivate e delle mura medievali, la cementificazione, le ampie ricostruzioni del secondo dopoguerra”, ha spiegato Annalisa Tassoni, docente dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio “Tutti questi eventi hanno portato alla scomparsa delle specie legate all’economia agraria di un tempo, come i cereali e gli alberi da frutto. In compenso l’introduzione su larga scala delle piante ornamentali, nei giardini e sui balconi, ha permesso a moltissime specie non originarie del territorio di diffondersi e radicarsi”. Più diversità da un lato, quindi, ma dall’altro meno “tipicità” per la flora bolognese. L’aumento delle specie aliene non è però necessariamente negativo. “Nei centri storici cittadini l’ambiente naturale è spesso quasi del tutto assente”, spiega Mirko Salinitro, ricercatore dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. “In questi contesti le specie aliene sono a volte le uniche in grado di colonizzare spazi che altrimenti resterebbero vuoti, creando così habitat che possono favorire ad esempio i preziosi insetti impollinatori”. A resistere sono insomma le piante – locali o aliene – capaci di sopravvivere in ambienti che, complice anche l’aumento delle temperature, diventano sempre più ostili. Una curiosità: nella loro indagine, i ricercatori hanno ritrovato anche l’Eliotropio purpureo: da oltre un secolo il fiore peruviano continua a sbocciare, anno dopo anno, nello stesso punto.
DISTRETTO DI PISTOIA, EMERGENZA LIQUIDITÀ «Il tempo è scaduto. Se non ci sarà un rapido intervento di sostegno finanziario, le aziende incominceranno a licenziare e a chiudere i battenti. E potremo dire addio a una punta di diamante dell’agricoltura toscana e dell’intero comparto florovivaistico nazionale». A lanciare il grido d’allarme con appello alle istituzioni nazionali e locali è Francesco Mati, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, il principale polo di produttori di piante vive in Italia e ai vertici anche a livello europeo. Un distretto che conta, secondo i dati provinciali 2019 della Camera di Commercio, 1.450 aziende con 6mila ettari di superfici coltivate per circa 6mila addetti più indotto e che valeva l’anno scorso 733 milioni di euro di fatturato, di cui circa 500 milioni da export. Voce quest’ultima che «dal 2017 era in trend positivo – sottolinea Mati – con l’anno scorso una crescita delle esportazioni in valore di oltre il +7%». Con lo tsunami dell’epidemia da Sars-cov-2 e del conseguente stato di emergenza in Italia e all’estero tutto è cambiato. «Negli ultimi due mesi – spiega Francesco Mati – l’attività commerciale delle aziende vivaistiche si è praticamente bloccata: in certi casi al 10%, in altri al 20% o al 30%, ma con alcune aziende scese addirittura a zero. E questo sostanziale blocco commerciale nel periodo cruciale dell’anno riguarda le piccole come le medie e le grandi aziende, è generalizzato. Se a tale contesto di mancati incassi aggiungiamo che dai vivaisti del Distretto arrivano continue lamentele per la burocrazia e le banche che rallentano gli aiuti, anche quelli che il Governo aveva promesso che sarebbero stati veloci, è facile capire in che situazione di crisi di liquidità ci troviamo». «Davvero non c’è più tempo – conclude il presidente del Distretto vivaistico di Pistoia –, le nostre aziende hanno esaurito le risorse. Abbiamo urgente bisogno di un aiuto finanziario dai livelli di governo centrali e locali. Altrimenti si innescherà nel distretto un effetto domino che porterà alla distruzione di una importante eccellenza dell’agricoltura toscana e di tutto il made in Italy».
BONUS COVID PER I DISTANZIATORI GREEN In tutta Europa le città hanno riscoperto un cuore green, avviando progetti singoli e collettivi per installare protezioni verdi in luoghi simbolo, grazie anche all’iniziativa lanciata da Giorgio Tesi Group, azienda leader nel settore vivaistico. Il progetto dei distanziatori verdi, ripreso dai più importanti media italiani e stranieri, è stato infatti presentato in Italia e nei 60 paesi in cui Giorgio Tesi Group esporta le piante coltivate nei vivai di produzione di Pistoia, Piadena, Orbetello, Grosseto e San Benedetto del Tronto. In più, associazioni di categoria e professionisti confermano che le piante possono essere considerate strumenti atti a mantenere il distanziamento sociale per garantire la sicurezza interpersonale per i quali è possibile accedere al credito d’imposta previsto dal Decreto Rilancio. Chi installerà piante rampicanti, arbusti fruttiferi e fiori a spalliera in bar, ristoranti e attività ricettiva potrà dunque accedere alle agevolazioni, oltre che contribuire a rendere più ospitale e più sostenibile la propria attività. “Ci fa molto piacere – dichiara Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group – che Pistoia abbia per prima accolto con grande entusiasmo la nostra iniziativa, diventando un esempio da seguire per moltissime altre realtà che hanno manifestato interesse a risolvere il problema del distanziamento sociale con una soluzione innovativa e ecocompatibile. Questa idea green ha riscosso uno straordinario successo, con richieste di barriere fiorite, spalliere e piante da utilizzare come distanziatori che continuano ad arrivare da tutta Europa”. “Il fatto di poter
usufruire del Bonus Sanificazione per l’acquisto di piante da utilizzare come barriere per garantire la distanza di sicurezza interpersonale al fine di rispettare i protocolli di distanziamento sociale – aggiunge Fabrizio Tesi - sarà di slancio per tutto il comparto del vivaismo, uno dei più colpiti dalla crisi economica generata dalla pandemia da
Covid-19”. Un successo testimoniato anche dalle parole da Teresa Bellanova, Ministro per le Politiche agricole e forestali, che ha commentato la notizia sul suo profilo Facebook. I distanziatori green sono disponibili in svariate tipologie di piante, per adattarsi a climi e situazioni diverse, personalizzabili per dimensioni e struttura, ma anche per costo. Per essere sostenibili da ogni punto di vista.