1 minute read
L’opinione
L’albero: memoria del passato, perché il futuro sia migliore
Parco delle Rimembranze a Venezia.
di Anna Zottola
Leggere il libro Natura aere perennius, recente opera di Vincenzo Cazzato, dedicata ai “viali delle rimembranze”, mi ha fatto pensare a quante testimonianze di storia e di racconti leggendari gli alberi, e i giardini, ci possano proporre ancora oggi.
L’autore, già Sovraintendente e ora Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione
Parchi e Giardini d’Italia (APGI), ha pubblicato il libro in collaborazione con l’Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione. L’obiettivo, a mio modo di vedere, è molto ambizioso, dal momento che la ricerca potrebbe, in un futuro non lontano, portare a censire un patrimonio arboreo di straordinario valore storico, culturale e sociale – quello dei viali delle rimembranze – ad oggi poco o per nulla sentito. Una ricchezza, in troppi casi, abbandonata e in fase di decadenza.
Pochi forse sanno infatti che in tutta Italia sono presenti parchi, giardini e viali alberati a memoria della Grande Guerra. A Trieste c’è il parco delle
Rimembranze sul Colle di San Giusto, a Roma il parco di Villa Glori, a Cagli (Pesaro-Urbino) il viale delle Rimembranze, con tempietto dedicato ai caduti. E sono solo alcuni dei molti esempi che si potrebbero citare. Era il 1922 quando Dario Lupi, l’allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione, invitava le amministrazioni locali a ricordare i caduti della Grande Guerra proprio piantando un albero. Ed è proprio l’essenza dell’editto ministeriale che fa riflettere, perché pone il ricordo e la memoria di una tragedia per la perdita di numerose vite umane, nei principi di solidità e di sostenibilità dell’albero. Un albero che, se sopravvive, superando le condizioni climatiche e le altre avversità, può rappresentare uno stimolo ad essere difeso e tutelato per tutto quello che vale, che resta e che si rigenera. Lo confermano i 170 alberi definiti “Hibaku Jumoku”, alberi sopravvissuti, che per volontà dell’architetto Kenzo Tange sono conservati e valorizzati nel Peace Memorial Parc di Hiroshima, perché sopravvissuti alla bomba atomica. Anche per noi sarebbe educativo dedicare maggiori risorse economiche per la cura di questo importante patrimonio arboreo, come dono da consegnare alle prossime generazioni del nostro Paese, che con la storia ha costruito le proprie origini.