La Freccia - ottobre 2024

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X FACTOR

Manuel Agnelli

Jake la Furia

Giorgia

Paola Iezzi

Achille Lauro

INTERVISTE

Anna Virginia Benzi

Enrico Brignano

Carolina Di Domenico

MUSICA NUOVA

TRAVEL

Appia Antica

Isole lombarde

ARTE E CULTURA

Festa del cinema di Roma

Antonio Ligabue

DIVENTARE

Cari lettori, qualche giorno fa, a bordo del Frecciargento che mi portava da Barletta a Roma, mi sono perso con lo sguardo al di là del finestrino. Navigavo tra i pensieri di questi primi mesi in un Gruppo così grande e strategico per il Paese, e ho pensato anche a cosa avrei potuto scrivervi nel mio primo editoriale. Mi hanno suggerito di raccontarvi il numero di ottobre. Lo faccio certamente. Ma mi piacerebbe lanciarvi una suggestione per raccontarvi una piccola prossima evoluzione. Mentre vagavo con la mente mi soffermavo di continuo su un verbo: cambiare. Sì, perché questo giornale continuerà a esistere ma avrà un’altra veste grafica, forse anche un nuovo nome, nuovi argomenti,

nuova carta.

Poi, però, mi sono detto anche che cambiare non è il verbo esatto. E a dirla tutta nemmeno mi piace molto. Perché porta con sé un significato recondito legato al lasciare da parte qualcosa. Infatti, se ci pensiamo bene, qualcosa che cambia necessariamente è altro rispetto alla forma e alla sostanza precedenti. E io non penso che questo sia possibile sempre, soprattutto nelle persone. Sono diventato giornalista a 23 anni, e una delle cose che ho da subito capito è che un giornale è fatto da persone e quindi ha una propria anima. E allora ho pensato che, più che da cambiare, fosse più giusto partire dal verbo diventare. È forte, potente. Perché qualcosa che diventa porta con sé sempre un pezzo di ciò che è stato, e

che rimane a costruire una storia nuova.

Come suona questo viaggio di ottobre? Prendo spunto dalle parole dall’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Stefano Donnarumma, e mi piace «cogliere i suggerimenti di chi viaggia con noi».

Ho scelto la parola suono perché ogni evoluzione e miglioramento non si fa da soli, ma con una serie di accordi e armonie. Che sia l’offerta a bordo dei nostri treni o i servizi nelle stazioni, senza dimenticare gli interventi per valorizzare l’enorme patrimonio del Gruppo FS.

E in questa comunione sinfonica la copertina della Freccia rende omaggio alla musica, con i protagonisti

dello show X Factor di cui Trenitalia è partner. Tramite la sua flotta – Frecciarossa, Intercity e Regionale – l’azienda farà viaggiare sull’intera rete nazionale i nuovi talenti e tutti gli appassionati del sound. Un impegno che coinvolge anche la stazione di Milano Centrale, dove i concorrenti eliminati dalla gara si potranno esibire in uno showcase, con i nuovi treni del Regionale a fare da cornice.

Il ritmo e l’armonia dei suoni sono anche al centro del progetto Luoghi del Belsentire, un viaggio a basso impatto ambientale per imparare ad ascoltare il paesaggio in Lombardia, Puglia e Campania, passando per Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria. Così come si fanno sentire gli applausi scroscianti dei fan che accolgono le star sul tappeto rosso della Festa del cinema di Roma. Un grande evento in partnership con Ferrovie dello Stato Italiane che conferma l’impegno del Gruppo a favore dell’arte e della cultura in ogni sua forma. Con queste e tante altre storie inizio il dialogo con voi, per comporre una nuova musica da ascoltare insieme. Buona lettura!

LA PREVENZIONE SALE A BORDO

Torna sui treni l’iniziativa Frecciarosa promossa dal Gruppo FS e dalla Fondazione IncontraDonna per incentivare i controlli oncologici e supportare le donne nella cura del tumore al seno

L’IMPRESA DEL SUCCESSO

Il 16 e il 17 ottobre il Leadership Forum, di cui Trenitalia è Official Green Carrier, riunisce a Milano 12 business thinker dall’Italia e dal mondo. Per riflettere sulle sfide che attendono manager e organizzazioni

DIPINGERE LA NOSTALGIA

Paesaggi d’infanzia, animali selvaggi e autoritratti. Bologna ospita per la prima volta una mostra dedicata ad Antonio Ligabue, pittore dalla vita sofferta

PRIMA

Manuel Agnelli, Jake la Furia, Giorgia, Paola Iezzi e Achille Lauro

Tra le firme del mese

GINEVRA BALDASSARI

Autrice e traduttrice, ha vissuto tra Firenze, Parigi e Roma. Dal 2021 collabora con l’Accademia Molly Bloom

CESARE BIASINI SELVAGGI

Da marzo 2017 è direttore editoriale di exibart.com. Autore e conduttore del programma televisivo Stato dell’arte su Cusano Italia TV, svolge attività manageriale in diverse fondazioni culturali italiane

SILVIA LANZANO

Giornalista e archeologa medievista. Attiva nel terzo settore con progetti di accoglienza per donne rifugiate e migranti. È impegnata nella comunicazione sul tema delle allergie alimentari in età pediatrica

VALENTINA LO SURDO

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino

I numeri di questo numero

2.336 gli anni trascorsi dalla costruzione della Via Appia [pag. 45]

1954

l’anno della prima conduzione televisiva di Mike Bongiorno [pag. 81]

250 gli oggetti della mostra Barbie. A cultural icon exhibition a Milano [pag. 99]

READ ALSO

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

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Buona lettura

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI ANNO XVI - NUMERO 9 - OTTOBRE 2024

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 25/06/1997

CHIUSO IN REDAZIONE L’08/10/2024

Foto e illustrazioni

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Copertina © Virginia Bettoja

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Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Giuseppe Inchingolo

Davide Falcetelli

Michela Gentili

Cecilia Morrico

Francesca Ventre

Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi, Francesca Ventre

Gaspare Baglio, Sandra Gesualdi

Giovanna Di Napoli

Claudio Romussi

Ginevra Baldassari, Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Francesco Bovio, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Sandra Jacopucci, Silvia Lanzano, Valentina Lo Surdo, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

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On web

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PROGETTO CREATIVO
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

FRECCIA COVER

RELAZIONE CREATIVA

Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Emilio Prini, padri del movimento dell’Arte povera, hanno avuto un legame intenso e particolare con la Liguria. Anche Michelangelo Pistoletto, protagonista della corrente, subì il fascino della regione e ancora oggi è assiduo frequentatore di Corniglia, nel comune di Vernazza, tappa delle Cinque Terre spezzine, incastonata come un cammeo ipercolorato tra le alture scogliose che si riversano nel Mar Ligure. Una relazione creativa tra territorio e nuove posture compositive che alla fine degli anni ‘60, proprio in una galleria genovese curata da Germano Celant, ha dato vita a un movimento che partiva dall’utilizzo semantico ed evocativo di materiali poveri come terra, legno, ferro, stracci e scarti per indagare la società e imporsi a livello internazionale.

Da qui nasce OTP, acronimo di Orizzonte Terzo Paradiso, progetto interdisciplinare diffuso nel comune di Vernazza che si ispira alla riformulazione del segno matematico dell’infinito da parte di Pistoletto. Otto diversi luoghi del borgo – che per posizione geografica cadono nei punti nevralgici di quel simbolo dando vita a una mappa che lo riproduce – ospitano fino al 31 dicembre una serie di eventi e progetti: una mostra su Alighiero Boetti nel Convento di San Francesco e una documentaria sull’Arte povera al Castello Doria a Vernazza, oltre a un’esposizione sparsa tra Vernazza e Corniglia corredata da interventi site-specific degli artisti Stefano Arienti, Marinella Senatore e del duo Vedovamazzei. parconazionale5terre.it

di Sandra Gesualdi sandragesu
L’installazione di Stefano Arienti, Via mare (2024), a Vernazza, nelle Cinque Terre
© Lucrezia
Corciolani
Verso Milano
© Giulia R.
Napoli Afragola
© Gianluca photographerjean
LUOGHI

LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

a cura di Enrico Procentese enry_pro

LA PREVENZIONE

SALE A BORDO

TORNA SUI TRENI L’INIZIATIVA FRECCIAROSA, PROMOSSA

DAL GRUPPO FS E DALLA FONDAZIONE INCONTRADONNA PER INCENTIVARE I CONTROLLI ONCOLOGICI E SUPPORTARE

LE DONNE NELLA CURA DEL TUMORE AL SENO

di Michela Passarin

Riparte a ottobre Frecciarosa, l’iniziativa nata nel 2010 da un’idea di FS Italiane e della Fondazione IncontraDonna per promuovere la prevenzione del tumore al seno.

Il progetto di informazione e divulgazione scientifica, giunto alla 14esima edizione e patrocinato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero della Salute, propone controlli gratuiti per tutto il mese a bordo di Frecciarossa, Intercity e Regionali, con la possibilità in alcuni casi di sottoporsi a visite senologiche ed ecografie al seno. Gli specialisti dell’Associazione italiana di oncologia medica e i volontari di IncontraDonna offrono informazioni sul tumore al seno oltre che consigli in merito alla prevenzione e ai corretti stili di vita, fornendo istruzioni per aderire ai programmi di screening offerti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). Su frecciarosa.it è inoltre possibile prenotare teleconsulti in alcuni giorni dedicati.

Nelle circa 500 tappe raggiunte dalla flotta Trenitalia lo scorso anno, sono state erogate oltre 1.500 prestazioni da più di cento tra medici e volontari che hanno aderito all’iniziativa e, anche nel 2024, l’impegno prosegue con testimonial d’eccezione. A fianco del Gruppo FS e di IncontraDonna c’è la Lega volley femminile, che sostiene la campagna con attività di comunicazione in campo e online rivolte soprattutto alle giovani donne per sottolineare l’importanza di uno stile di vita sano come alleato fondamentale nella prevenzione. «Le performance di un’atleta a qualsiasi livello sono determinate dalle sue qualità e da una perfetta condizione fisica», sottolinea Consuelo Mangifesta, responsabile eventi e comunicazione della Lega volley femminile ed ex pallavolista. «Un corretto stile di vita va insegnato sin dall’infanzia, ma quando si cresce è chiaro che a giocare un ruolo fondamentale sono anche i controlli costanti. Per questo, credo che l’iniziativa di Frecciarosa

meriti attenzione e divulgazione. Noi come Lega volley femminile, insieme a Master Group Sport, dedichiamo un impegno costante a questi temi cercando di attrarre quante più giovani possibili alla pratica sportiva, affidandoci an -

che al buon esempio delle nostre campionesse», conclude Mangifesta.

Dopo l’esperienza positiva registrata nel 2023 con il truck della prevenzione sul piazzale della stazione di Roma Ostiense, quest’anno l’unità mobile è presente nello scalo ferroviario di San Lorenzo, sempre nella Capitale. Qui chi rientra nelle fasce d’età previste dal Ssn può effettuare gratuitamente diverse prestazioni come pap test e vaccinazioni Hpv. Inoltre, saranno portate avanti attività di sensibilizzazione, invitando le persone a cui sono destinati gli screening a collegarsi al portale della regione di appartenenza per avere informazioni sulle campagne di prevenzione.

Tenere accesi i riflettori su questi temi, infatti, è l’obiettivo principale di Frecciarosa, che mira ad avvicinare tutte quelle persone che non prestano sufficiente attenzione alla propria salute per timore, mancanza di tempo o informazioni. Chi vuole approfondire, come nelle precedenti edizioni, può approfittare dei Vademecum della salute distribuiti a bordo treno o scaricabili dal sito della Fondazione. trenitalia.com | frecciarosa.it

L’immagine guida della campagna 2024

ConsueloMangifesta
Consulta il Vademecum della salute

a cura di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save the date

OTTOBRE 2024

PAESTUM (SALERNO) 31 OTTOBRE>3 NOVEMBRE

Immancabile da 26 edizioni l’evento internazionale per archeologi, appassionati e professionisti del settore, che vede la partecipazione di istituzioni, organizzazioni di categoria, associazioni e aziende turistiche. Tra gli appuntamenti di quest’anno, ospitati nel Next, ex Tabacchificio Cafasso, l’incontro Cultura, archeologia, turismo: identità mediterranee. A cura della Fondazione Cortile dei Gentili, l’iniziativa vuol promuovere il dialogo interculturale e la cooperazione tra popoli.

Nel Salone espositivo, di oltre cinquemila m2, sono presenti il ministero della Cultura con molti Parchi e Musei. le Regioni da nord a sud dell’Italia, e Paesi esteri, tra i quali Cina, Cipro, BORSA

Guatemala, Libia, Siria, Tunisia e il Vaticano. Mentre ArcheoVirtual propone la mostra DiversaMente, allestita nel Museo archeologico nazionale, per delineare modelli museali sempre più vicini ai visitatori. La sezione Incontri con i protagonisti conta, tra gli altri, la partecipazione di Christian Greco, direttore del Museo egizio di Torino, Ahmed Farouk Ghoneim, omologo del National Museum of Egyptian Civilization del Cairo, e Nikolaos Chr. Stampolidis del Museo dell’Acropoli di Atene. Infine, sono in programma laboratori di archeologia sperimentale, ArcheoLavoro per l’orientamento degli studenti e il workshop con i buyer europei selezionati dall’Enit. bmta.it

CHANGE! IERI, OGGI, DOMANI. IL PO

TORINO FINO AL 13 GENNAIO 2025   Reperti fossili, cartografie storiche e infografiche, ma anche dipinti e fotografie che restituiscono frammenti di vita quotidiana. La mostra a Palazzo Madama ripercorre lo sviluppo del Po, a partire dalla sua genesi, e indaga i cambiamenti ambientali legati al passaggio dell’uomo nell’area attraversata dalle sue acque. Il racconto, che si snoda anche attraverso le opere artistiche dedicate al Grande Fiume, invita in ultimo ad allargare lo sguardo e a riflettere non solo sui danni prodotti dall’azione antropica ma anche sulle strategie da intraprendere per tutelare la natura. palazzomadamatorino.it

© Nido Huebl/AdobeStock
L’allestimento della mostra
L’area archeologica di Paestum
Frecciarossa main partner, informazioni a pag. 113
© Giorgio Perottino

FIERACAVALLI

VERONA 7>10 NOVEMBRE

È previsto l’arrivo di 140mila persone negli spazi di Veronafiere per la 126esima edizione della manifestazione equestre di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale. Alla fiera saranno presenti oltre duemila cavalli, tra animali da sella italiani ed esemplari di razza araba, americana e spagnola, ma anche Criolli, Shire e Quarab di diverse associazioni di allevatori. Sarà inoltre possibile assistere a gare di salto a ostacoli e competizioni in stile americano. Per i più piccoli sono previsti laboratori e spazi dedicati alla conoscenza dei mini pony, mentre per gli adulti ci sono esibizioni, sfilate e spettacoli. fieracavalli.it

IL CINEMA DI PAOLO SORRENTINO.

FOTOGRAFIE DI GIANNI FIORITO

MILANO 16 OTTOBRE>3 GENNAIO 2025  Negli spazi dell’Other size gallery, 15 fotografie raccontano le scene e i backstage di alcuni film del cineasta napoletano, da Il divo del 2008, a La grande bellezza (2013), fino all’ultimo, Parthenope, in uscita nelle sale a fine ottobre. Il fotografo di scena Gianni Fiorito riesce a realizzare cronache dal set in cui si sovrappongono due linee temporali: quella della sceneggiatura, guidata dal regista, e quella degli esseri umani impegnati nel viavai frenetico delle scenografie, dei costumi e delle riprese.  workness.it

TITIZÉ. A VENETIAN DREAM VENEZIA FINO AL 13 OTTOBRE

Un progetto che conduce spettatori e spettatrici in un universo immaginario, dove reale e fantastico si confondono. Nel Teatro stabile del Veneto intitolato a Carlo Goldoni, la tradizione veneziana della commedia dell’arte lascia il posto a uno spettacolo internazionale e intergenerazionale che fonde clownerie, danza, musica e performance acrobatiche. Titizé, in veneziano “tu sei”, è portato in scena da 11 interpreti della compagnia Finzi Pasca, che nei suoi 40 anni di attività ha preso parte a cerimonie olimpiche, spettacoli del Cirque du Soleil e opere liriche. E continua a far sognare con i suoi volteggi silenziosi. finzipasca.com teatrostabileveneto.it

La cavallerizza statunitense Jessica Springsteen alla fiera del 2023
Lo spettacolo Titizé. A venetian dream
Una foto di scena sul set del film La grande bellezza
© Gianni Fiorito
© Ljuba Buzzola

IL SURREALISMO E L’ITALIA

TRAVERSETOLO (PARMA) FINO AL 15 DICEMBRE

Il movimento d’avanguardia del ‘900 compie un secolo e la Fondazione Magnani-Rocca gli dedica, nei suoi ricchi spazi espositivi, una mostra che ne esplora l’impatto e l’evoluzione nel nostro Paese. Oltre 150 opere firmate, tra gli altri, da Salvador Dalí, René Magritte, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio si distribuiscono lungo due sezioni. La prima presenta la corrente artistica a livello internazionale e il suo arrivo in Italia, la seconda ne illustra i protagonisti italiani e i punti di contatto con il gruppo francese, pur mettendone in evidenza l’originalità. Una parte è dedicata anche ai galleristi e ai collezionisti che ne hanno consentito la diffusione. magnanirocca.it

UMBRIA 19 OTTOBRE>17 NOVEMBRE

La 27esima edizione dell’evento organizzato per festeggiare l’olio nuovo, di cui Trenitalia è Official Green Carrier, si apre con La grande pedalata lungo la fascia olivata dei colli Assisi-Spoleto: una passeggiata in bicicletta o in e-bike lungo un percorso ad anello di circa 40 chilometri. Tra le novità di quest’anno c’è la Evo & Art Experience, che prevede due diversi itinerari. Il primo consente di scoprire i colli del Trasimeno affiancando un’esperienza di pescaturismo alla visita dei luoghi del Perugino, il secondo attraversa la zona dei colli Assisi-Spoleto e il sito seriale Unesco I Longobardi in Italia: i luoghi del potere. Previsti diversi percorsi di degustazione dell’olio evo e passeggiate naturalistiche come il tour degli olivi giganti patriarchi nel territorio amerino. frantoiaperti.net

Una passeggiata tra gli olivi in Umbria

GENDER BENDER

BOLOGNA 31 OTTOBRE>9 NOVEMBRE

Danza, arti visive, cinema e letteratura si incontrano per indagare gli immaginari culturali legati al corpo e al genere. Giunto alla 22esima edizione, il festival curato da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli propone di affrontare la contemporaneità con spirito giocoso, senza ignorarne le criticità ma opponendo a queste un positivo furore vitale. Spazio quindi a spettacoli di danza contemporanea con artisti internazionali come il performer australiano James Batchelor e la coreografa portoghese Margarida Alfeirão, ai lungometraggi Campo della brasiliana Juliana Rojas e If I die, it’ll be of joy del francese Alexis Taillant e a film, presentazioni e conferenze. genderbender.it

Le navire perdu di Alberto Savinio (1928)
Il coreografo australiano James Batchelor
FRANTOI APERTI

ROMAEUROPA FESTIVAL

ROMA FINO AL 17 NOVEMBRE

Cento progetti tra musica, danza, teatro e arti digitali in 20 spazi della Capitale per un programma che vede impegnati 700 performer provenienti da tutto il mondo. La manifestazione, giunta quest’anno alla 39esima edizione, è un’officina per il confronto tra generazioni e pratiche artistiche a livello nazionale ed europeo. Dal 24 al 26 ottobre va in scena Notte Morricone, un omaggio in forma di balletto al compositore premio Oscar. Mentre dal 12 al 14 novembre FIQ! (Svegliati!) riunisce 15 artisti pronti a fondere le proprie capacità acrobatiche e coreografiche tra break, taekwondo e freestyle. Gran finale il 17 novembre con “Continuum”. In the spirit of Ryuichi Sakamoto, che chiude il percorso dedicato al compositore giapponese e alle sue sperimentazioni elettroniche. romaeuropa.net

I TESORI D’ITALIA. I GRANDI CAPOLAVORI DELL’ARTE

AGRIGENTO FINO AL 30 NOVEMBRE

Tre diverse sessioni, pensate per presentare opere di artisti italiani realizzate tra il XV al XXI secolo, compongono la mostra principale del programma di Agrigento Capitale della cultura 2025. Grazie a prestiti provenienti da musei civici e collezioni private, il primo ciclo, visitabile fino a fine novembre, porta negli spazi di Villa Aurea nella Valle dei Templi i lavori di artisti come il pittore lucano Michele Tedesco, il poeta e regista Pier Paolo Pasolini e uno dei massimi esponenti del Futurismo, Giacomo Balla. Un viaggio nel patrimonio culturale e artistico nazionale a testimonianza della varietà creativa del Paese. mostreinsicilia.it

CAMPANIA TEATRO FESTIVAL

CAMPANIA FINO AL 15 DICEMBRE

Battiti per la libertà è il tema della 17esima edizione del festival diretto dallo scrittore e drammaturgo Ruggero Cappuccio. Sono molti i nomi internazionali attesi, tra i 40 spettacoli in programma. Tra questi il regista statunitense Bob Wilson, che propone nello spazio del Galoppatoio della Reggia di Portici il suo Ubu, l’attore argentino Luciano Rosso che nel Teatro Nuovo di Napoli mette in scena Apocalipsync e la neozelandese Anna Breckon che, insieme all’australiano Nat Randall, porta nel teatro di corte di Palazzo Reale Second woman. E ancora spettacoli di compagnie italiane in molti altri luoghi della cultura campana, come il Teatro Solot di Benevento e il Teatro comunale di Caserta. campaniateatrofestival.it

Un’onda di luce di Giacomo Balla (1943)
FIQ! (Svegliati!) del Groupe Acrobatique de Tanger con Maroussia Diaz Verbèke
Lo spettacolo Apocalipsync di Luciano Rosso, María Saccone e Hermes Gaido
© Rose Fayet

GUSTA & DEGUSTA

di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

A MILANO UN NUOVO TEMPIO DEL VINO E DEI DISTILLATI

Tre amici appassionati di vino e distillati hanno deciso che per degustarli al meglio era necessario un luogo che coniugasse l’eleganza di un club anglosassone al calore dell’accoglienza e a un servizio perfetto. Così Alessandro Michelon, Michele Bernardi e Amedeo Pagano hanno unito competenze ed esperienza nel settore della ristorazione per proporre al pubblico un nuovo modello di consumo e approfondimento enologico. La carta di Remedy Wine & Spirits conta circa seimila etichette e oltre 18mila bottiglie perfettamente conservate a temperatura costante e umidità controllata. Una geografia enologica che spazia dai territori vinicoli italiani ai grandi cru francesi e internazionali, con una notevole scelta di Champagne. A disposizione anche una sala privata e il sistema Coravin per degustare anche solo un singolo bicchiere di grandi annate preservandone la qualità. Sono circa duemila le etichette di distillati che vengono proposte solo in purezza per goderne appieno l’essenza. Ad arricchire il locale la maestria degli artigiani di Grottaglie (Taranto) che hanno realizzato lampade traforate e vasellame di terracotta utilizzato per il servizio. remedymilano.it

BACCANALE 2024 A IMOLA, 20 GIORNI DI CULTURA DEL CIBO

Imola, in provincia di Bologna, ospita dal 19 ottobre al 10 novembre Baccanale 2024, evento annuale dedicato alla cultura del cibo. Quest’anno, il festival esplora il tema Un filo d’olio, celebrando l’extravergine d’oliva in tutte le sue sfumature e rafforzando il legame della città con questo prezioso ingrediente. A inaugurare le giornate dedicate all’oro verde, simbolo di pace e fertilità, la lectio magistralis dello storico dell’alimentazione Massimo Montanari al Teatro Stignani.

Durante la manifestazione, dal 25 al 27 ottobre, va in scena la 30esima assemblea nazionale dell’Associazione città dell’olio e la consegna del Garganello d’oro per la promozione della cultura del cibo. Il weekend del 2 e 3 novembre è dedicato alla gastronomia, con un pranzo esclusivo in piazza Giacomo Matteotti a cura di Slow Food Italia. Dall’8 novembre, anche la 14esima edizione di Olimola, mostra mercato dell’extravergine d’oliva locale, e il 30esimo Banco d’assaggio dei vini e dei prodotti dell’imolese all’Autodromo Dino Ferrari.

La Giornata del ringraziamento imolese fissata per il 10 novembre conclude il festival con uno speciale mercato e

una sfilata di macchine agricole d’epoca, a testimoniare il profondo legame tra Imola, il suo territorio e la tradizione contadina che ne caratterizza l’identità. baccanaleimola.it

La scorsa edizione del Baccanale

La cantina caveau del Remedy a Milano
© Federico Bontempi
© Marco
Isola

IN UN LIBRO I SEGRETI DI PIETRO CATZOLA, CUOCO DEI PRESIDENTI

Sardo, marinaio e cuoco, Pietro Catzola fu chiamato al Quirinale nel 1989 dal presidente Francesco Cossiga che notò il suo talento a bordo della storica nave Amerigo Vespucci. Da allora, lo chef ha cucinato per Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano e ora lavora per l’attuale Capo di Stato Sergio Mattarella. In un susseguirsi di pranzi e ricevimenti per illustri ospiti: da Carlo d’Inghilterra all’imperatore del Giappone, dal presidente Usa George Bush al leader del Cremlino Mikhail Gorbaciov fino ai giocatori della Nazionale di calcio italiana.

L’occasione per conoscere i segreti di questi momenti di ospitalità istituzionale, dove l’Italia accoglie tutti con l’abito migliore, è offerta dal libro Il cuoco dei Presidenti. Vite e ricette di un marinaio al Quirinale (Solferino, p. 304 € 18,50) scritto direttamente da Catzola, chef delle cucine della Presidenza della Repubblica. Grazie a una miniera di aneddoti e a una panoramica da dietro le quinte, inclusi i controlli dei servizi segreti in cucina, si vede scorrere tra le pagine la vita politica italiana degli ultimi 20 anni. Ma, soprattutto, si scoprono la storia e le ricette di un cuoco d’eccezione, che è riuscito a rimanere fedele a se stesso, ai sapori della sua terra e alla genuinità della tradizione gastronomica del Paese.

AL CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES CON CARLO DUGO

Per il rigore che viene messo in atto nel processo di degustazione, il Concours Mondial de Bruxelles offre ai consumatori la garanzia di premiare vini d’ineccepibile qualità provenienti da ogni parte del mondo.

A guidare l’Italia all’interno di questa competizione enologica internazionale è Carlo Dugo, giudice e ambasciatore del concorso. Manager e sommelier, dal 2024 rappresenta il comparto agroalimentare nella Confederazione delle Associazioni europee di professionisti e imprese e, con il suo lavoro, ha consolidato lo sviluppo delle relazioni e del business nel settore vinicolo in Italia e all’estero. «Per garantire obiettività alla manifestazione», spiega, «abbiamo avviato una collaborazione con l’Istituto di statistica dell’Università Cattolica di Lovanio per l’elaborazione dei risultati e lo studio del profilo di ogni degustatore».

Dopo la presentazione a Roma il 7 ottobre, anche a Milano il 26 e 27 vengono ufficialmente annunciate le aziende vincitrici del concorso e un pubblico di appassionati e winelover potrà degustare le bottiglie premiate. concoursmondial.com

Lo chef Pietro Catzola con il Presidente Sergio Mattarella
Una degustazione durante il Concours Mondial de Bruxelles
CarloDugo

RE L’OTTAVO DI ROMA

ENRICO BRIGNANO PORTA IN TOUR LA COMMEDIA

MUSICALE LANCIATA 35 ANNI FA DAL SUO

MAESTRO GIGI PROIETTI

di Gaspare Baglio gasparebaglio

Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Lucio Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Lucio Tarquinio il superbo. Sono loro I 7 re di Roma della commedia musicale scritta da Gigi Magni, con composizioni di Nicola Piovani, che Enrico Brignano riporta in scena a 35 anni di distanza dalla prima recita datata 1989.

All’epoca sul palco c’era l’iconico Gigi Proietti, ora il suo ex allievo prende in eredità lo show cercando un equilibrio tra modernità e tradizione.

Il tour è partito l’8 ottobre dal teatro Sistina, dove il musical debuttò, e girerà l’Italia fino a marzo tra Torino, Padova, Bologna, Bari, Napoli, Milano, Firenze e Catania.

Perché hai voluto riportare in scena questo spettacolo?

Lo desidero da quando l’ho visto la prima volta, nel 1989.

Ma non sembrava mai il momento giusto: mi ci sono voluti 35 anni per trovare il coraggio.

Una volta presa la decisione, quali difficoltà sono emerse?

Ce ne sono diverse, a partire dal fatto che è un’opera monumentale e dirigere tutti è piuttosto impegnativo. Le canzoni sono meravigliose e vanno interpretate a dovere, il testo deve essere trattato con rispetto. E poi, su tutto, troneggia il ricordo del mio maestro Proietti, a cui ho voluto molto bene, che mi carica di una responsabilità enorme. Me pare abbastanza…

Quale dei sette re di Roma senti più vicino a te e quale più lontano?

Mi piacciono la dolcezza e la saggezza di Numa Pompilio e l’idealismo di Anco Marzio. Apprezzo anche Servio Tullio: è forse meno noto, un po’ trascurato, ma ha tentato di portare equità tra le classi sociali romane. Invece Tarquinio il superbo, molto divertente da interpretare, è piuttosto lontano dai miei atteggiamenti e velleità. Oltre al fatto che era di una crudeltà inaudita. Non mi identifico nemmeno in Tullo Ostilio, sempre pronto a ricorrere alle armi.

Hai modernizzato l’opera in qualche modo?

Ho cercato di non stravolgere il testo, ma abbiamo tagliato

circa mezz’ora di spettacolo: il pubblico non è più abituato a certe durate. Nell’era di tiktok anche un’opera monumentale come questa va ridotta. Ci sono poi un paio di fatti storici innegabili, tipo il ratto delle Sabine, trattati in un modo leggermente diverso rispetto al 1989: la sensibilità su alcuni temi è – giustamente – cambiata e non si può ignorare. Tipo?

Per esempio, quando narriamo la violenza ai danni della nobildonna Lucrezia che, abusata dal figlio di Tarquinio il superbo, fu incapace di sopravvivere alla vergogna e si tolse la vita. Accenniamo al fatto che l’uomo, con una visione patriarcale e autoritaria, tratta la donna come fosse una sua proprietà. E questa diventa l’occasione per domandarci quando finiranno tante ingiustizie.

La romanità è cambiata nel tempo?

L’intraprendenza, l’inventiva e un certo fatalismo capitolino sono insiti nella cultura e nella tradizione. Affondano le radici nella storia più antica. C’è una parte dello spettacolo in cui si dice che, per i romani, «Roma è Roma quanno è zozza»: dispiace dirlo, ma una certa noncuranza verso la nostra splendida città ce l’abbiamo ancora oggi.

Rigivan Ganeshamoorthy, atleta paralimpico medaglia d’oro nel lancio del disco (dalla simpatia contagiosa), è del quartiere romano di Dragona, come te. Se dovessi dargli un ruolo, quale gli affideresti?

Gli farei interpretare uno dei senatori: Rigivan rappresenta il popolo saggio, che sa molto più di quel che dice. E affronta le difficoltà con tenacia e coraggio.

Se invece avessi la possibilità di rincontrare Proietti, cosa gli chiederesti?

Gli domanderei: «Ti dispiace che faccia io questo spettacolo? E se non ti dispiace, come hai fatto ad arrivare sano e salvo fino alla fine?».

enricobrignano

EnricoBrignanoPaginaUfficiale

IN PARTENZA

DAL BINARIO 2

CAROLINA DI DOMENICO È PRONTA PER CONDURRE DA ROMA

TIBURTINA IL NUOVO MORNING SHOW DI RAI2

di Gaspare Baglio gasparebaglio

Èuna di quelle conduttrici che, in carriera, ha fatto di tutto: dalla tv dei ragazzi con Disney Club all’intrattenimento musicale nella splendente era di Mtv.

Con professionalità e classe, Carolina Di Domenico è stata al timone di tantissimi programmi, anche internazionali come l’ Eurovision Song Contest. Dal 21 ottobre alle 7:15 aggiunge un’altra esperienza al suo carnet: Binario 2, morning show sulla seconda rete condotto insieme ad Andrea Perroni, che raccoglie il testimone di Viva Rai2! Una bella sfida, ma anche «una grandissima occasione per approdare al daytime».

Prendete il posto di Fiorello. Ansietta?

Non ci mettiamo in competizione perché non avrebbe senso farlo in una fascia che ha preso vita grazie a Fiorello. È una nuova modalità di vedere la tv o di ascoltarla mentre ci si prepara la mattina. Il programma va in onda live dalla stazione di Roma Tiburtina. Come è strutturato?

Siamo in una delle bolle dell’hub. L’idea è quella di far vivere un luogo reale, accompagnando le persone che si muovono al suo interno e lo percepiscono come un posto di passaggio, di andata e ritorno. Una collocazione attiva che continua a esistere indipendentemente da noi. È uno show corale, con personaggi che ruotano e collegamenti da altre stazioni d’Italia. Che valore ha il viaggio nella tua vita?

Diventa parte di ciò che sto vivendo in un determinato momento e può assumere diversi significati: c’è quello che mi sgombra la mente e mi fa rilassare e quello che diventa studio e ricerca in attesa di raggiungere un luogo per motivi di lavoro. Ma può essere anche sinonimo

di vacanza con la famiglia, un’occasione per creare momenti di intimità indimenticabili.

Ce n’è uno in particolare che ti ha cambiata?

Quello in Messico nel 1998: sono stata fuori un mese e ho capito l’importanza di tutti i momenti di un percorso, dell’incontro con altre culture e del significato che si intende dare a un tragitto, come quello sostenibile. A proposito, di sostenibilità ti occuperai su Tv2000.

Sarò al timone di Terra Mater, un programma dedicato all’ecologia e all’ambiente. Al suo interno ci sono anche documentari, si parlerà di cammini e di spostamenti in ottica green. La differenza la facciamo con le scelte che, anche se nel nostro piccolo, sono abbastanza determinanti.

L’esperienza lavorativa che ti ha fatta crescere di più?

Disney Club, perché mi ha aiutata a capire come fare questo lavoro seriamente. Sono stata educata da persone meravigliose che mi hanno insegnato il mestiere. Ai miei primi autori devo tutto. Poi c’è Mtv, un altro momento storico, anche se non avevo la percezione di quanto sarei rimasta nel cuore delle persone. Mi sarei goduta di più alcune occasioni, soprattutto quando ero vj del programma Total Request Live e ho intervistato star come Elton John, George Michael e i Duran Duran.

La tua carriera è davvero ricca. Ti sei mai sentita sottovalutata?

Sì. Credo che le mie capacità siano note, ma nel nostro ambiente, a volte, non è solo la competenza che vale. E io sono un po’ carente dal punto di vista delle pubbliche relazioni.

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DEI RECORD ANNA

OLTRE UN MILIONE DI COPIE VENDUTE NEL 2024. A SOLI 21 ANNI, LA REGINETTA DEL RAP HA SBANCATO TUTTO. E IL 5

NOVEMBRE PARTE DA PADOVA CON IL NUOVO TOUR di Gaspare Baglio gasparebaglio

Se le chiedete di Sanremo la risposta è secca:

«Per ora non è nei miei programmi, sono onesta. Però lo guardo sempre. La scorsa edizione tifavo per Angelina Mango e Geolier, hanno spaccato entrambi». Anna è la rapper dei record. Qualche numero? Oltre un milione di copie certificate con la sua musica solo nel 2024, airplay radiofonico monopolizzato, 32 attestazioni di platino, nove settimane consecutive in vetta alla classifica dei dischi più venduti con Vera Baddie (a un’artista donna non succedeva dal 2008), prima posizione contemporanea nella hit parade dei singoli con 30°C e degli album (l’ultima a ottenere questo traguardo è stata Adele nel 2015).

Un successo senza precedenti, consolidato dall’inedito autunnale Tonight e da un tour sold out che parte il 5 novembre da Padova con gran finale a Roma il 1° dicembre. Ma come vive tutto questo la 21enne da oltre due milioni di follower su tiktok? «Non ho paura di montarmi la testa: sono sempre molto focalizzata sul mio lavoro. E non dimentico mai da dove vengo. È bello camminare su un red carpet, ma ho i piedi ben piantati a terra». Il mondo del rap è, per gran parte, ad appannaggio maschile. Difficile farsi largo?

Mi sono sempre sentita ben accolta e ho instaurato belle amicizie con i colleghi. Spero che la scena si popoli presto di altre ragazze.

Qual è il segreto per raggiungere la vetta?

Lottare per i propri obiettivi. Bisogna credere in se stessi, altrimenti nessuno ti prenderà mai sul serio.

Quando hai capito che la musica poteva diventare il tuo lavoro?

Quando Bando, il mio primo singolo, ha raggiunto il posto più alto in classifica: lì ho compreso che cantare era il mio futuro, non ho mai mollato ed eccomi qua.

Ti sei avvicinata alla musica grazie al tuo papà. Come sta vivendo questo successo?

Sono cresciuta con i vinili: molti dischi americani, tanto hip hop old school. I miei genitori sono molto orgogliosi. E questo mi rende felice.

Come sarà il tuo tour?

Mi aspetto tanta adrenalina e divertimento. Voglio spaccare tutto. Spero che le persone si dimentichino dei loro problemi e se la godano.

Quali artisti ti hanno influenzata?

La rapper Nicki Minaj su tutte, è il mio mito. Da piccola mi cimentavo nei suoi freestyle e facevo le cover dei suoi brani. Poi, quest’estate, ho avuto la fortuna di aprire il suo concerto a Milano.

Mai pensato di partecipare a un talent show?

Non ho costruito la mia carriera a tavolino, così come non ho mai fatto qualcosa per ottenere più visualizzazioni o ascolti. Ho solo composto la musica che mi piaceva. Tutte le tracce di Vera Baddie sono scritte da me: devo essere convinta di quello che faccio, poi viene il resto.

Sei un idolo per la Generazione Z. Senti il peso della responsabilità?

Ho un bellissimo rapporto con i miei fan. Se ci sono situazioni su cui sento di dover esprimere la mia opinione, lo faccio senza problemi. Non ho paura di dire le cose. Nel mio album parlo di adolescenza, delle difficoltà in amore. Il messaggio che lancio è: siate coraggiosi e credete sempre nei vostri sogni.

A chi devi dire grazie?

Al mio fantastico team, alla mia casa discografica, alla mia famiglia, ai fan e alle “baddies” che mi seguono ovunque. Il successo ti ha portato via qualcosa?

La popolarità a 16 anni penso mi abbia tolto un’adolescenza normale. Lo spiego bene nel pezzo Amore da piazza Chi è Anna?

Una ragazza di 21 anni che ha realizzato i suoi sogni. Non è stato sempre facile, so che ho ancora tanta strada da fare, ma sono contenta del mio percorso fino a qui.

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UNA FORMULA

UMANA

RENDERE ACCESSIBILE LA FISICA TEORICA È L’OBIETTIVO

DI VIRGINIA BENZI, NOTA IN RETE COME QUANTUM GIRL.

CHE DOPO IL LIBRO LA SCIENZA DELLE MERAVIGLIE

SBARCA IN TV CON IL PROGRAMMA GENQ di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Dopo il suo primo libro La scienza delle meraviglie. Come la fisica può spiegarci la realtà, appena uscito per Rizzoli, si prepara a condurre su RaiPlay il programma GenQ - Generazione Quantum

Virginia Benzi, conosciuta in rete come Quantum Girl, è una delle giovani divulgatrici più seguite sul web. Ambassador di Generazione Stem, community nata per avvicinare le nuove generazioni alle discipline scientifiche, ha come obiettivo umanizzare la scienza e far scoprire la fisica a quante più persone possibili. Nel 2024 è stata inserita da Forbes Italia tra i cento talenti under 30 che stanno cambiando il mondo.

Da dove viene il nome Quantum Girl e perché lo hai scelto?

Mi sono ispirata a Physics Girl, una ragazza americana che si occupa di divulgazione su youtube. Dopo la laurea in Fisica delle interazioni fondamentali, ho pensato di creare un format simile, unendo il mio lato artistico agli studi sulla materia oscura.

Come è nata la tua passione per la scienza?

Non è stato un percorso regolare. A scuola non ero molto interessata alle materie scientifiche: ho frequentato il liceo artistico, mi piaceva l’idea di poter trasmettere qualcosa agli altri in termini di emotività. Poi mi sono appassionata alla filosofia, dove riuscivo a trovare risposte alle mie domande. Da lì, ho cercato un compromesso tra la mia sensibilità e la realtà del mondo e ho scoperto la fisica. Di cosa tratta il tuo libro e a chi è rivolto?

Con un linguaggio semplice affronto fenomeni complessi della fisica teorica come la cosmologia, il tempo e il Big Bang. Cerco di parlare a più persone possibili, ovviamente: ho cercato di inserire poca matematica proprio per non spaventare nessuno (ride, ndr).

L’idea è di essere inclusivi, ma scrivere di certi temi – nel libro lo dico subito – è come tradurre da un’altra lingua, in questo caso dalla meccanica quantistica all’italiano. Quindi alcuni passaggi possono sembrare eccessivamente semplificati per gli addetti ai lavori. Ma non voglio che sia necessaria una laurea per capire i concetti spiegati.

Parliamo di GenQ. Come è articolato?

Nel corso del programma ci spostiamo in vari luoghi di Roma spiegando ciò che osserviamo attraverso la fisica. Per esempio, cerchiamo di far capire agli spettatori come mai il cielo è azzurro o perché la sabbia, quando è bagnata, diventa scura. Tutto con un linguaggio molto vicino a quello dei social.

Quali sono i traguardi più interessanti che la scienza potrebbe raggiungere in un futuro prossimo?

La fisica è fatta di tanti rami, ognuno con i propri obiettivi. In base ai miei interessi, un grande successo sarebbe quello di scoprire come funziona la gravità da un punto di vista microscopico, come nel film Interstellar, e saperla spiegare a livello quantistico. Per altri, invece, potrebbe essere la scoperta di un nuovo materiale sostenibile o, nel settore medico, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale al fine di personalizzare le cure o accelerare le diagnosi.

Parlando di traguardi personali, invece, come hai scoperto di essere stata inserita nella classifica di Forbes Italia?

Ero a un evento di lavoro a Milano e un amico mi ha inviato l’articolo facendomi i complimenti. L’ho saputo così e, sinceramente, non me l’aspettavo. Mi ha fatto piacere perché significa che il mondo dei social sta acquisendo credibilità. Ma è stata anche una soddisfazione personale. Anche se sono giovane e ho molto da imparare, evidentemente agli occhi degli altri ho qualcosa da offrire.

Come pensi si possano incoraggiare le ragazze ad approfondire materie tecniche e scientifiche?

Quando si parla di fenomeni sociali, le variabili che entrano in gioco sono tantissime. Bisogna innanzitutto capire il motivo per cui evitano queste materie. Penso che raccontando la scienza in modo più umano ci siano maggiori possibilità di incuriosire le ragazze più giovani. Mi capita di essere contattata sui social da bambine neppure adolescenti che vogliono parlare con me di meccanica quantistica. Ecco, ogni volta che succede mi dico: «Questo è l’obiettivo che volevo raggiungere».

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OPERA

TEATRO COMUNALE PAVAROTTI-FRENI

Venerdì 18 ottobre 2024 ore 20

Domenica 20 ore 15.30

Gioachino Rossini

Mosè in Egitto

Libretto Andrea Leone Tottola

Direttore Giovanni Di Stefano

Regia Pier Francesco Maestrini

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggo Emilia Nuovo allestimento

Venerdì 29 novembre 2024 ore 20

Domenica 1 dicembre ore 15.30

Wolfgang Amadeus Mozart Così fan tutte

Libretto Lorenzo Da Ponte

Direttore Aldo Sisillo

Regia Stefano Vizioli

Coproduzione Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Verdi di Pisa, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro Sociale di Rovigo, Opéra-Théâtre Eurométropole de Metz Nuovo allestimento

Fuori abbonamento

Sabato 14 dicembre 2024 ore 17

Benjamin Britten

Il piccolo spazzacamino

Libretto Eric Crozier

Direttore Paolo Gattolin

Regia e scene Stefano Monti

Produzione Fondazione Teatro Comunale di Modena

Fuori abbonamento

Sabato 21 dicembre 2024 ore 20

Domenica 22 ore 15.30

Giacomo Puccini

Gianni Schicchi

Libretto Giovacchino Forzano

Direttore Luciano Acocella

Regia Stefano Monti

Produzione Fondazione Teatro Comunale di Modena

Venerdì 24 gennaio 2025 ore 20

Domenica 26 ore 15.30

Georg Friedrich Händel

Giulio Cesare

Libretto Nicola Francesco Haym

Direttore al clavicembalo Ottavio Dantone

Regia Chiara Muti

Coproduzione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione

I Teatri di Reggio Emilia, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento

Nuovo allestimento

Venerdì 21 febbraio 2025 ore 20

Domenica 23 ore 15.30

Giuseppe Verdi

I due Foscari

Libretto Francesco Maria Piave

Direttore Matteo Beltrami

Regia Joseph Franconi Lee

Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione

Teatro Comunale di Modena

Giovedì 20 marzo 2025 ore 20

Sabato 22 ore 18 (Fuori abbonamento)

Domenica 23 ore 15.30

Pietro Mascagni / Ruggero

Leoncavallo

Cavalleria Rusticana / Pagliacci

Libretti Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci / Ruggero Leoncavallo

Direttore Aldo Sisillo

Regia Plamen Kartaloff

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Galli di Rimini

Nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Sofi a

Venerdì 11 aprile 2025 ore 20

Domenica 13 ore 15.30

Paavo Korpijaakko

Hengitä (Respiro)

Libretto Mirva Koivukangas

Beniamin Baczewski

Jezioro Popiołów (Lago di Cenere)

Libretto Jagoda Jagson

Marco Attura

Perla di Speranza

Libretto Vincenzo De Vivo

Direttore in via di definizione

Regia Matteo Mazzoni

Progetto Europa Creativa

Nuova opera e nuovo allestimento

Fuori abbonamento

Martedì 29 aprile 2025 ore 20

Paul Mc Cartney

Ecce Cor Meum

Oratorio

Beatles Greatest Hits

I più grandi successi dei Beatles

Direttore Lorenzo Bizzarri

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale di Modena

UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura

di Ginevra Baldassari

[autrice e traduttrice collabora con Molly Bloom*]

ROMANZO DI UN MASCHIO

SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELLE ETEROBASICHE I CLICHÉ DELL’UOMO MEDIO. E UN SISTEMA SOCIALE GOVERNATO

DALL’APPARENZA E DALLA COMPETITIVITÀ

N«on sono indeciso, non voglio scavare, la mia identità è questa: sono maschio, sono etero e sì, sono anche un po’ basic». Così si presenta il protagonista di questo libro, voce narrante senza nome, giovane uomo alle prese con la vita da adulto. La storia si apre con la sua festa di laurea e prosegue alternando ricordi e aneddoti del presente fino allo sgretolamento graduale delle certezze del maschio in questione, costretto a venire a patti, anche piuttosto chiari, con la realtà. Si trova così ad affrontare i primi approcci con il lavoro, le crisi sentimentali, le responsabilità: tutto quello con cui un ragazzo non vorrebbe mai dover fare i conti, nel duro passaggio dalla spensieratezza degli anni dello studio a quella che dovrebbe essere la maturità dell’età adulta.

Il tono è ironico, fresco, e il romanzo è pieno di quei cliché che hanno reso popolari i post delle Eterobasiche, il duo formato da Valeria De Angelis e Maria Chiara Cicolani, approdato dai social al piccolo schermo. Tra le pagine si delineano con sarcasmo i tratti di un’identità maschile parzialmente in disuso e totalmente messa in discussione da buona parte dalla società.

A incarnarla è un giovane che vive in una fortezza di abitudini rassicuranti fatte di amicizie, serate, abiti griffati, tagli di capelli, vacanze, sempre alla ricerca di uno status symbol che gli consenta di restare fedele alla propria idea di uomo, sicuro di sé e del proprio futuro.

C’è molta romanità nella scrittura, sia nel linguaggio sia nei riferimenti dei personaggi, tutti rigorosamente “pariolini” o aspiranti tali, ma i ca-

ratteri descritti e le storie di vita hanno un valore universale e sono comprensibili da chiunque.

L’impresa delle Eterobasiche, in buona parte riuscita, è quella di calarsi perfettamente nei panni di un giovane maschio risultando credibili. Nonostante il pubblico di riferimento del libro sia principalmente la Generazione Z e la scrittura sia caratterizzata da un lessico tendente allo slang socialmediatico, la lettura di questo libro potrebbe tornare utile anche agli adulti perché fornisce elementi per comprendere meglio l’universo e le lotte interiori dei giovani, nati in un mondo in cui le regole e i valori di un tempo sono stati stravolti. Non è solo il maschio eterosessuale semplice, infatti, a finire sotto la lente d’ingrandimento di questa storia, ma tutto un sistema sociale che poggia sull’apparenza, la competitività e il successo.

Ci si interroga anche su un’inclusività forzata e modaiola che non prende in considerazione la sensibilità individuale e su un certo femminismo frettoloso e a modo suo discriminante. Un romanzo dallo stile scorrevole ma solo in apparenza leggero, da assaporare così come viene o da approfondire cercando un sottotesto tra le righe. La storia del protagonista si sviluppa partendo dal mondo esterno fino ad arrivare a un’analisi del suo universo interiore. Il risultato è un ritratto che all’inizio suscita quasi un po’ di antipatia ma, a poco a poco, diventa divertente finendo per rivelare tratti sensibili e commoventi del maschio, capaci di far affezionare irrimediabilmente chi legge.

Dottore, dottore

Oggi si scrive la storia, la mia storia. «Il giorno del trionfo»: è così che voglio ricordarlo. Sono stati anni duri, lungo percorsi impervi, ma tutto è possibile per colui che combatte. Avevo solo undici anni quando sognavo di diventare un nuovo nome nella classifica «Forbes», uno come Jeff Bezos, ma con più stile e più capelli dell’originale.

Oggi metto finalmente il tassello decisivo: la fine di un’era, l’inizio di un’altra.   Dalla folla un coro si alza a gran voce: – Dottore, dottore, dottore der bucio der cu’, vaffancu’, vaffancu’! Il locale è affollato, davanti a me un mare di camicie bianche con i colletti sbottonati ondeggiano al ritmo di una musica commerciale. Nelle casse risuona Acqua azzurra, acqua chiara di Lucio Battisti remixata con El Perdón di Nicky Jam ed Enrique Iglesias: sta proprio bene come sottofondo al mio discorso di laurea. Jacopino, su un diva -

Un assaggio di lettura

netto, ci sta provando con mia cugina. La guarda negli occhi e si assicura scrupolosamente che beva tutto il bicchiere di spumante che ha in mano, come fosse la condizione necessaria al compimento dell’impresa (che, conoscendo il suo copione, prevede: sfiorata di mano finto-casuale, lingua in bocca poderosa, romantica pacca sul culo, amplesso di dubbio gusto nella sua nuova Fiat Cinquecento Abarth,  ed eventuale ghosting nei giorni a seguire). Ancora non sa che mia cugina è fidanzata da quattro anni con il personal trainer della palestra Fitness

Muscle Man di Monti Tiburtini, il quale, osservandoli da lontano ormai da oltre cinque minuti nei suoi jeans aderenti, tra poco andrà lì a minacciarlo di spezzargli le gambe. Seguirà una piccola colluttazione senza feriti, ma con tanti insulti nei confronti delle rispettive madri. – Poi ringrazio il gruppo, i miei fratelli. Sono stati anni duri, una prigione. Ma finalmente sono libero. Ce l’ho fatta, – vado avanti con il mio discorso.  Gli anni duri, per la precisione, sono stati ben otto. Non è facile concentrarsi sullo studio quando la vita ti pone davanti a sfide continue: il calcetto

Un assaggio di lettura

del mercoledì al campo sportivo di Casal de’ Pazzi, l’asta di riparazione del Fantacalcio durante la quale sono riuscito a rivendere quella pippa di Pellegrini a un buon prezzo di mercato, portare Bianca a cena al sushi vegano ogni venerdì sera, prenotare il tavolo ai Giardini sensoriali dell’Eden col gruppo. Ma ora indosso una corona d’alloro storta sulla testa, a cingere il capo di un imperatore di ritorno dalla campagna più dura della sua vita: la laurea in Economia.  […]

Bianca

Dove sta? A Bia’! Vie’ qua. Questa è la festa pure tua, senza di te non mi sarei mai laureato! Bianca mi raggiunge stretta nel tubino nero che le ho regalato per il compleanno. L’ha trovato mia madre in un centro commerciale vicino a casa e, devo dire, è stato un’ottima scelta. Frangia lunga e stivaletti di pelle. La schiena scoperta, poi, mette in mostra con orgoglio il tatuaggio di quattro farfalle che si rincorrono. «Rappresentano me e le mie amiche che ci slanciamo verso il nostro futuro insieme», m’ha detto quando l’ha fatto, al liceo.  A me pareva una cazzata già allora, ma non gliel’ho mai confessato. Del resto, le cazzate costituiscono il novanta per cento della mia personalità. A Bianca ne dico parecchie, tutte a fin di bene, sia chiaro. L’amore va protetto, custodito e coccolato. Omettere dei piccoli particolari è uno dei pochi strumenti efficaci di cui disponiamo se vogliamo avere una lunga vita di coppia. Questa donna c’ha avuto il coraggio di restare con me nonostante tutto. Lo sa solo lei quanto m’ha fatto studia’… Ti ricordi Diritto pubblico, amo’? M’hai trovato pure i riassunti! – La stringo col braccio. – Sei un coglione! – ride ubriaca. Non capisco se è davvero divertita o sta solo fingendo di stare bene con me di fronte agli altri. Scende e raggiunge le amiche, che poi sarebbero le fidanzate dei miei amici.  Il gruppo, infatti, si compone solo di coppie. È importante essere fidanzati per sopravvivere nella nostra società, per questo non mi infastidisce troppo l’idea che la nostra relazione si basi su piccole, quotidiane ipocrisie, utili a mantenere l’equilibrio intatto.   […]

Mykonos

Quest’estate si vola a Mykonos! Sarà una vacanza pazzesca! Noi facciamo sempre le cose in grande: megavilla già in via di contrattazione, giusto, Paole’? Nel sentire la parola «Mykonos» parte una risata di gruppo. Sono otto anni che ci andiamo, interrotti solo dalla vacanza a Pag nel 2016 e da quella a Ibiza nel 2018.  È il luogo delle nostre perdizioni. Un paradiso a forma di isola. Non c’è una serata tra amici nella quale non ricordiamo quella volta che Paoletto ha sbrattato sulle scarpe di una spagnola mentre andavano ad appartarsi furtivamente.  Come una manna dal cielo, la vomitata gli aveva impedito di tradire la pischella e questo, negli anni a venire, sarebbe stato uno dei suoi più grandi successi in campo amoroso.  «I sensi di colpa m’avrebbero ucciso», ripete ancora oggi, e noi facciamo finta di non aver assistito a tutte le paccate fatte in discoteca da ubriaco negli ultimi quattro anni.

[...]

*ACCADEMIA MOLLY BLOOM

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

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SCRITTORI

Scrittori in viaggio

Travis Elborough

L’ippocampo, pp. 224 € 19,90

Dal viaggio di Herman Melville a bordo di una baleniera a quello on the road di Jack Kerouac nel cuore degli Stati Uniti, fino al treno su cui J. K. Rowling ebbe l’ispirazione per creare Harry Potter. In questo libro, 35 itinerari d’autore consentono di ripercorrere vicende rocambolesche e incontri che hanno segnato la genesi di capolavori della letteratura mondiale. Una lettura perfetta per chi ama i viaggi e la narrativa, impreziosita da fotografie a colori e mappe che ricostruiscono le tappe di ogni avventura.

GLORIA

Andrés Felipe Solano

Sur, pp. 150 € 17

Si può scoprire chi è una donna raccontando solo una giornata della sua vita? L’autore descrive uno dei giorni più significativi di sua madre, l’11 aprile 1970, quando l’Apollo 13 sta per decollare e lei, a 20 anni, si prepara per il concerto dell’idolo latino Sandro al Madison Square Garden. Sullo sfondo, una New York City fatta di contraddizioni e opportunità. Con una scrittura piena di affetto, franca e mai scontata si dipana un romanzo nel quale ognuno può ritrovare i propri percorsi e desideri.

Lo scaffale della Freccia

Alice Renard

Edizioni Clichy, pp. 140 € 18,50

Non sa parlare né contare, non sa tenere una forchetta né disegnare. Ride e piange senza motivo e balla su una musica che solo lei riesce a sentire. Isor – protagonista di questo libro d'esordio di successo in Francia – ha 13 anni e due genitori che non riescono a capirla fino in fondo. Un giorno, per un’emergenza, la mamma e il papà la affidano a un vicino, lo scorbutico vedovo Vincent. I due, insieme, scoprono lati nascosti di se stessi, rivelando una grande sensibilità e la capacità preziosa di accogliere l’altro.

IL FUOCO CHE TI PORTI DENTRO

Antonio Franchini

Marsilio, pp. 224 € 18

«Mia madre si chiama Angela e tra le infinite cose che non ama la prima è il suo nome». La protagonista di questo romanzo è la mamma dell’autore, una donna del Sud dalle passioni forti, con una personalità strafottente e un carattere che sembra la sinossi di una commedia eduardiana. Franchini ne racconta con maestria l’indole impossibile e le ferite ancestrali per indagare, allo stesso tempo, una vita e le sue contraddizioni. Il libro è emblema di un pezzo di Paese, il Meridione, durante lo scorso secolo.

Marco Melegaro

Zolfo, pp. 312 € 18

Calimero, l’ippopotamo Pippo e l’uomo del Cynar sono alcune delle icone che compongono l’immaginario di Carosello. Lo storico programma tv andato in onda dal 1957 al 1977 non fu solo una raccolta di pubblicità, ma divenne laboratorio creativo e vetrina di personaggi e claim emblema del vivere moderno. Questo libro raccoglie i ricordi di attori, sceneggiatori e registi che ne segnarono il successo e restituisce l’immagine dell’Italia del dopoguerra, dal miracolo economico alla crisi petrolifera.

INVERNALE

Dario Voltolini

La nave di Teseo, pp. 144 € 17

La diagnosi di un male nefasto, circostanza umana tra le più dolorose, sconvolge ogni certezza. La vita ordinaria di un macellaio capace di gestire da decenni con precisione la carne animale è sconvolta dalla sua stessa carne, che impazzisce e si ammala. Il libro è il racconto autobiografico dell’autore ventenne che pone lo sguardo sul corpo del padre e ne descrive il deterioramento, la malinconia, la cura e la resa fino allo strazio del congedo. Un’intimità forte e una scrittura originalissima.

LA COLLERA E IL DESIDERIO
ASPETTANDO CAROSELLO

Le storie d’amore sono sempre state le protagoniste della letteratura: per questo la seconda edizione del concorso letterario A/R Andata e Racconto – In viaggio con amore è dedicata al genere romance.

I tre racconti vincitori saranno premiati sabato 12 ottobre 2024 a Torino durante la manifestazione Portici di Carta.

Info su www.salonelibro.it

Invito alla lettura ragazzi

SE FOSSI UGO

NELL’ALBO DI SERGIO OLIVOTTI

IL RACCONTO ILLUSTRATO DEL PROCESSO DI CRESCITA DI UN BAMBINO. PER RIFLETTERE CON LEGGEREZZA SULL’IMPATTO DEI

CAMBIAMENTI E SUI DIVERSI ASPETTI DELLA NORMALITÀ

Cambiare forma, guardarsi allo specchio e non riconoscersi, sentirsi disorientati ascoltando la propria voce. Capita a tutti di scoprirsi diversi ma, durante la crescita, farci i conti può essere difficile. Ugo si sveglia una mattina e si trova coinvolto in un processo di trasformazione: un giorno è uno scarabocchio, quello dopo si alza tratteggiato, passa del tempo e la sua figura è un insieme di puntini. Avere a che fare con i suoi nuovi profili non è semplice, anche perché a ognuno corrisponde un umore particolare, esigenze diverse e un preciso modo di comunicare. Tutto questo ha delle conseguenze sul rapporto con le persone intorno a lui, che reagiscono ai suoi differenti comportamenti.

Un’illustrazione di Giulia Pastorino tratta da Se fossi Ugo

L’idea di non sapere più chi sia lo spaventa, prova a risolvere l’enigma fino a quando, una

mattina, si sveglia ed è di nuovo Ugo, forse un po’ cambiato dentro ma decisamente la stessa persona. Vorrebbe comunicarlo alla sua famiglia ma qualcosa lo coglie di sorpresa: mamma, papà, fratello e sorella hanno preso forme diverse. Sarà comunque possibile stare insieme e volersi bene?

Con un linguaggio ironico e illustrazioni esplosive su sfondo color crema, questo libro invita a riflettere, per scardinarle, su alcune delle credenze che influenzano la vita delle persone piccole e grandi. Essere tutto d’un pezzo, per esempio, non è per forza una cosa positiva; l’umore può influenzare le azioni senza alterare il carattere; il cambiamento e la fallibilità riguardano anche l’età adulta perché tutto è sempre in movimento. A emergere, più di ogni altra cosa, è l’idea di una normalità traballante che non assume una forma definitiva. Ugo potrà forse tirare un sospiro di sollievo scoprendosi sfaccettato come chiunque altro, ma in questa complessità lo aspettano grandi sfide.

Corraini, pp. 40 € 18,50 (da 7 anni)

Lo scaffale ragazzi

DIVENTERÒ UNA STAR

Ulf Stark, illustrazioni Mati Lepp

Iperborea, pp. 64 € 13 (da 6 anni)

Astor è un tipo in gamba: sa muovere le orecchie, riesce a fischiare forte, camminare sulle mani e imitare il suono della campanella. È deciso a diventare una star ma si considera bruttissimo e teme che il suo aspetto possa essere un ostacolo per il successo. Un giorno il suo amico Ruben trova in biblioteca un libro per imparare l’arte dell’ipnosi e, ispirandosi al mago Mandrake, entra in azione per aiutarlo. Un libro sull’importanza dell’amicizia e della solidarietà in ogni fase della vita.

TRASFORMANUMERI

Agnese Baruzzi

Lapis, pp. 20 € 12,50 (da 3 anni)

Sembra un semplice libro sui numeri ma basta aprirlo e saltano fuori animali buffi o personaggi fantasiosi. Il due si trasforma in una coppia di streghette, il tre è fatto di dinosauri color verde smagliante, il cinque è un gruppo di buffi marziani, mentre il sospirato dieci è formato da piccoli vampiri. Si leggono le rime e, sollevando l’anta di cartone, si trovano anche lupi, fantasmi, ragnetti: ogni pagina è una sorpresa e stimola la fantasia. Per imparare a contare giocando.

LIA E L’ABETE ROSSO

Irene Cacciola

Giraldi Editore, pp. 176 € 16 (da 8 anni)

Lia vive in un paese dove c’è un albero con una storia speciale che ha per protagonista un viandante e due ragazzi coraggiosi. Quando la nonna gliela racconta, tutto inizia a cambiare: nel borgo vicino un’associazione offre accoglienza ai migranti e a scuola arrivano compagni di nazionalità diverse. Poi una malattia si abbatte sul paese e gli adulti accusano i migranti di averla portata. Ma saranno proprio i ragazzi a risolvere la situazione, educando i grandi a credere nelle possibilità più impensate.

LUPO GRIGIO VA IN CITTÀ

Gilles Bizouerne & Ronan Badel

HarperCollins, pp. 32 € 9,90 (da 6 anni)

Un’altra avventura del simpatico e maldestro lupo grigio. Questa volta ha i crampi allo stomaco per la fame e quando incontra Panache lo scoiattolo gli viene l’acquolina in bocca. Ma il succulento bocconcino agisce d’astuzia e gli propone un accordo: se smette di dargli la caccia, lo porta fino in città per scoprire posti mai visti, dove c’è tanto cibo e la sua pancia potrà essere sempre piena. Riuscirà lo sfortunato lupo a godersi uno spuntino urbano?

ADDIO STREGA

Sabina Colloredo

Gallucci, pp. 176 € 12,90 (da 12 anni)

Brilla non ha mai conosciuto sua madre e crescendo le è sempre più chiaro che le sue visioni oscure sono pericolose e la rendono diversa. Devina, invece, ha continuato a coltivare la magia nera e cerca di sfuggire al tribunale dell’Inquisizione. Anche se la vita le ha separate, le due sono destinate a incrociarsi. Dopo Non chiamarmi strega e Quando diventammo streghe, un libro che continua a parlare di sorellanza ed emancipazione femminile attraverso la lente affascinante del fantastico.

NIGHTWING DI TOM TAYLOR: LIBRO UNO

AA. VV.

Panini, pp. 440 € 43 (da 12 anni)

Il volume è una vera chicca per gli appassionati della Bat Family. Tom Taylor e Bruno Redondo hanno dato vita al pluripremiato ciclo di storie dedicato a Dick Grayson, ex Robin ora diventato Nightwing, il grande eroe di Blüdheaven e leader dei Titans, super gruppo che ha preso il posto della Justice League a salvaguardia della Terra. Il racconto si concentra sul percorso di crescita del protagonista, con un focus sulle motivazioni che lo spingono a dare il buon esempio in una città flagellata dal crimine.

Giorgia, Manuel Agnelli, Achille Lauro, Paola Iezzi e Jake la Furia davanti al Frecciarossa livreato X Factor

DELLA SUI

BINARI MUSICA

X FACTOR, LO SHOW DI SKY IN PARTNERSHIP CON TRENITALIA, ENTRA NEL VIVO E CORRE VERSO I LIVE. IN GARA TALENTI UNICI, SOGNANDO LA FINALISSIMA

DI NAPOLI IL 5 DICEMBRE

Semaforo verde e fischio d’avvio per X Factor 2024 , show Sky Original prodotto da Fremantle, atteso tutti i giovedì su Sky e in streaming su NOW, disponibile on demand, e poi tutti i martedì in chiaro su TV8. Tra i partner del programma spicca Trenitalia che ha dato il via all’avventura dalla stazione di Milano Centrale, dove insieme al programma è stato presentato un Frecciarossa speciale, personalizzato con il claim e i volti del cast di questa edizione, che viaggerà sulla rete nazionale fino al 5 dicembre 2024, data in cui i quattro finalisti si contenderanno la vittoria a Napoli.

A condurre lo show è Giorgia, una delle voci più amate della musica italiana, mentre al tavolo dei giudici sono seduti Manuel Agnelli, frontman della rock band italiana Afterhours, alla sua sesta edizione, Achille Lauro, tra i più interessanti cantautori della scena attuale, protagonista del mondo urban-street e icona glam, Jake la Furia, rapper dalla carriera lunga quasi 25 anni, e Paola Iezzi, cantautrice, musicista, produttrice discografica e deejay, nota per i successi ottenuti con la sorella Chiara.

Dopo le Audizioni e le due serate di Bootcamp, il 17 ottobre è tempo delle Home Visit per poi arrivare ai Live dal Teatro Repower di Milano, che cominciano giovedì 24. A conclu-

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

dere l’edizione poi, l’attesissima finale a Napoli, giovedì 5 dicembre.

Davanti al Frecciarossa vestito X Factor è palpabile l’emozione di Giorgia, da sempre fan del programma e ora conduttrice. «Mi sento responsabilizzata da questo ruolo e voglio portarlo avanti bene, sono sempre stata un po’ secchiona e ho studiato tanto. Ora ci aspettano i Live che sono più complessi delle puntate registrate, la diretta è un’altra cosa e dovrò memorizzare nomi e codici. Sono un po’ tesa, ma mi affiderò alla spontaneità e cercherò di vivere il momento». È comunque uno show con esibizioni dal vivo e Giorgia sa bene di cosa si tratta: «So cosa dire ai concorrenti quando li vedo agitati, anche se ho l’impressione che le nuove generazioni siano molto più consapevoli della nostra. Noi avevamo più bisogno di conferme, loro sanno chi sono. Alcuni partecipanti già si sono avvicinati alla scrittura e alla produzione grazie alla tecnologia e arrivano qui con un prodotto finito, realizzato nelle loro camere da letto. Quando ho iniziato io dovevamo andare negli studi con dei mixer giganteschi. La differenza, però, è che hanno un progetto ma non chi lo produce e per questo vengono a X Factor ».

Andando a riflettere sulla fruizione della musica, emerge poi

che i giovani e le giovani di oggi ascoltano molto le canzoni italiane. «Mi accorgo che mentre noi cercavamo gli artisti statunitensi e inglesi loro vogliono i cantanti nostrani. Anche mio figlio adolescente si sofferma sui nostri artisti e ignora gli stranieri. Ed è bello e importante, anche dal punto di vista del mercato. Si predilige l’hip-hop, il rap e anche la trap, anche se a me piace meno, però devo dire che alla fine tutti questi generi sono diventati pop, nel senso di popolare».

La mente vola poi all’ultima puntata che andrà in onda da piazza del Plebiscito, a Napoli, dove Giorgia aveva cantato nel 2008 insieme a Pino Daniele: «Ho ricordi bellissimi di quella serata. C’era un’atmosfera stupenda, eravamo felici di quella piazza super piena con tanti ospiti. Pino mi manca davvero tanto, soprattutto parlare con lui, che era un interlocutore favoloso e mi dava un punto di vista della vita eccezionale. Non so se durante la finale lo omaggeremo, ma sarebbe bello».

Per quanto riguarda il rapporto con i quattro giudici, Giorgia assicura: «Si è creato un clima stupendo, tra loro e con me. Ognuno ci tiene a voler fare bene, c’è un grande rispetto ma non mancano le battute. Manuel è l’unico che sa cosa stiamo facendo, come dico sempre, Jake ha una simpatia travolgente, Paola è una leonessa preparatissima in tanti generi musicali e Lauro mette il suo istinto e la sua esperienza a servizio del talent».

Con Agnelli, il veterano del gruppo, il discorso entra subito nel vivo dello show: «Mi sembra che a livello artistico ci sia voglia di fare cose un po’ diverse. Non ho trovato particolare originalità, forse, ma c’è il tentativo di uscire dagli schemi del mercato e dei media. I ragazzi vogliono riconquistare il diritto di mostrare un certo tipo di sincerità, non solo espressiva ma anche estetica». Per quanto riguarda la situazione della musica italiana, sta vivendo alti e bassi: «In superficie c’è il mercato mainstream della televisione e della radio, in cui si producono a catena di montaggio pezzi che si somigliano un po’ tutti. Ma, se si indaga in profondità, si trovano ragazzi e ragazze dai 16 ai 20 che stanno riprendendo a incontrarsi fisicamente, senza web e social, per suonare in gruppo. Alla fine, le etichette cercano sempre un solista perché è più facile a livello professionale e pubblicitario. Gestire un prodotto complesso è difficile, per questo i gruppi da noi sono poco rappresentati. Ma le nuove generazioni hanno una cultura dell’io meno marcata e hanno capito che il successo sul web non sempre fa bene, perché può portare troppe pressioni. E quindi decidono di riunirsi e suonare senza dipendere dal trend del momento», conclude Agnelli.

L’indipendenza e l’unicità sono aspetti importanti soprattutto per Lauro. Ma è possibile davvero rimanere se stessi nonostante i dettami delle major discografiche? «Con le etichette ho un rapporto di amore e odio. Non ha senso dire che il discografico scova nuovi talenti, perché quando decidi di fare questo mestiere è perché ti sei scoperto da solo. Bisogna trovare persone che ti spalleggiano e amplificano la tua persona-

La conduttrice Giorgia

lità: se arriva qualcuno che ti dice come cantare allora il rapporto è sbilanciato. Io stesso voglio nella mia squadra persone con un’identità bene a fuoco e quello che voglio fare è aiutarle a trovare altre parti di loro stessi, rispettando la loro anima e il loro stile».

Sull’artista che sta cercando ha le idee molto chiare: «Eticamente, io non posso far passare la musica LOL. Ci si può divertire, ma se devo pensare a qualcuno che vuole vincere X Factor e intraprendere questa carriera penso a una

persona che muore per far musica. Siamo in televisione e gli artisti vanno tutelati, senza dimenticare che la professione del cantante è comunque un lavoro».

A rafforzare il concetto interviene anche Jake: «Mi sono stufato di vedere situazioni in cui il personaggio è più importante dei brani e dell’esposizione. Oggi, paradossalmente, nella costruzione di un cantante di successo la cosa meno importante è che sappia cantare, perché tutto si misura in interazioni o visualizzazioni. Capita quindi che una persona

Jake la Furia balla con Paola Iezzi durante le Audizioni
© Virginia Bettoja

tanto brava abbia gli stessi numeri di chi fa tanto schifo. E finiamo per trovarci in un mondo distopico in cui non vi è più differenza tra un artista e un fenomeno seguito sulle varie piattaforme».

Jake si accende quando affronta questi discorsi, però subito dopo si allarga in un sorriso e torna a essere l’uragano dello show: «Dobbiamo stare tre ore al tavolo dei giudici e voglio comunque trovare dei talenti divertendomi. Non sono qui per aggredire i ragazzi, probabilmente è il giorno più importante della loro vita e bisogna avere una certa sensibilità. Ma non ha neppure senso indorare la pillola. Se mi trovo davanti una persona con un sogno che conosco, ho la responsabilità di spiegarle quello che può accadere altrimenti rischio di farle anche più male».

Con estrema grazia interviene anche Paola: «Viviamo nell’epoca dell’usa e getta e c’è molto poco di iconico, mentre io voglio qualcosa che resti. Anche nella mia scelta musicale, il pop, che viene vituperato ma alla fine piace a tutti, sia da solista sia con Chiara ho sempre cercato di creare pezzi che lasciassero il segno. Ci abbiamo provato anche nell’ultimo Sanremo con Furore. Con la mia squadra cercherò di tracciare percorsi musicali capaci di far durare un cantante più di una stagione. Non so se mi orienterò sul pop, la mia esperienza personale mi ha portato a esplorare tanti generi prima di approdare a quello. Il mio intento è far capire che la musica vera è tutta degna se fatta con qualità».

Sul ruolo dell’accessibilità tecnologica nella realizzazione

Manuel Agnelli e Achille Lauro

dei progetti musicali, Paola è convinta che possa essere croce e delizia. «Di sicuro, ha avvicinato l’artista alla produzione. Perché ora, con l’uso dei mixing, si riescono a vedere anche altri aspetti oltre alla voce. E penso a come questo possa giovare soprattutto alle ragazze, che oggi hanno più familiarità con la parte tecnica. Il nostro mestiere è bellissimo, può essere duro se ci sono momenti negativi, ma quando arriva il successo bisogna imparare a goderselo. Come sto facendo io in questo momento. X Factor è stata una sorpresa e l’alchimia con la giuria è un ulteriore regalo del destino».

La chimica tra i quattro, infatti, è tangibile. Tanto che ognuno di loro sarebbe disposto a cantare con gli altri. «Bella l’idea di qualcosa di pazzo tutti insieme, anche se Jake sarebbe la scelta a me più vicina», dice Paola. Anche Jake si esibirebbe con tutti «ma sarebbe interessante farlo soprattutto con Manuel perché siamo due mondi lontani»,

spiega. Da parte sua, Agnelli potrebbe scegliere Lauro: «Per alcuni versi siamo i più vicini, ma la cosa più sorprendente sarebbe cantare con Paola». Achille, invece, non si sbottona: «Ognuno di loro ha qualcosa che si sposa con la mia anima. Chi segue la mia carriera sa che ogni disco è sempre diverso: urban come Jake, punk rock come Manuel e pop come Paola». Ma se dovesse stringere un’alleanza a X Factor non avrebbe dubbi: «Aspetto di vedere chi vince e mi alleo!», dice ridendo. E Jake gli va dietro: «A ogni Live un’alleanza diversa». Paola, invece, si tira fuori: «Non è da me, non potrei farlo». Anche Agnelli chiosa: «Con nessuno. Poi io, e lo dico bonariamente, ho sempre avuto la giuria contro. Non sono mai riuscito a stabilire alleanze e non ho mai vinto, eppure mi continuano a chiamare. E comunque l’obiettivo di noi giudici è aiutare i ragazzi e le ragazze a fare musica e vederli crescere». xfactor.sky.it

LA GRANDE MUSICA VIAGGIA CON TRENITALIA

«In viaggio con la grande festa della musica» è il messaggio della partnership siglata tra Trenitalia e X Factor 2024. Un Frecciarossa, personalizzato con questo claim e i volti dei giudici e della conduttrice dello show, percorre la rete nazionale fino al 5 dicembre, data in cui i quattro finalisti si contenderanno la vittoria in Piazza del Plebiscito, a Napoli. Ad accompagnare gli aspiranti concorrenti nei loro viaggi verso Milano per le Audizioni hanno contribuito anche i treni Intercity e del Regionale, nel pieno rispetto della sostenibilità.

Infine, ogni venerdì, dal 25 ottobre al 29 novembre, Trenitalia ospita nella stazione di Milano Centrale i concorrenti eliminati dalla gara che si potranno esibire in uno showcase, con i nuovi treni del Regionale a fare da cornice. trenitalia.com

Da sinistra: Manuel Agnelli, Jake la Furia, Giorgia, Paola Iezzi e Achille Lauro
©
Virginia
Bettoja

SUA MAESTÀ ANTICA L’ APPIA

COSTRUITA OLTRE DUEMILA ANNI FA, ESTESA DA ROMA A BRINDISI, LA REGINA VIARUM CONQUISTA L’INGRESSO

NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

Abituata a resistere ai millenni, ha saputo aspettare un po’ prima di essere inclusa nella lista del Patrimonio mondiale Unesco. La Via Appia è il 60esimo bene italiano che entra a far parte del prestigioso elenco.

Costruita nel 312 a.C., la regina viarum vanta 2.336 anni di vita: comunemente considerata una via consolare, in verità prende il nome da un censore romano, Appio Claudio Cieco. Un progetto così rivoluzionario da far invidia alle migliori opere realizzate da ingegneri e costruttori di oggi.

Sono state le conquiste militari, l’allargamento del territorio e le esigenze di scambi commerciali a motivare la costruzione di un percorso che consentisse di spostarsi velocemente, senza deviazioni. Da qui la necessità di creare gallerie, tagliare costoni di roccia, costruire ponti e viadotti per superare qualsiasi ostacolo naturale e seguire una linea retta. Meno strada e meno tempo, quindi: lo stesso criterio ripreso oltre duemila anni dopo per la costruzione di ferrovie e autostrade. Dato l’eccezionale stato di conservazione, soprattutto nella zona di Roma, ma anche considerata la sua valenza simbolica, la Via Appia rappresenta un unicum,

un “monumento che si muove” capace di consentire nei secoli l’osmosi tra culture, tradizioni, riti e religioni. Il progetto originario contava 132 miglia, da Roma fino a Capua, l’odierna Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Nel 268 a. C. è stata prolungata fino a Benevento e, di pari passo con l’avanzare delle conquiste, a Venosa e poi a Taranto. La fine del percorso, nel 191, era Brindisi, punto di arrivo ma anche di partenza via mare verso la Grecia e l’Oriente. Il totale ammontava a 364 miglia, equivalenti a 540 chilometri.

Circa 400 anni dopo, all’inizio del II secolo d.C., l’imperatore Traiano realizzò una scorciatoia da Benevento a Brindisi, più a nord del primo percorso: nacque così la Via Appia Traiana, che consentiva di risparmiare un giorno di cammino. La regina delle strade rimase in perfetta efficienza fino al Medioevo e, dopo un periodo di abbandono, dal XIV-XV secolo ritornò la principale via di accesso a sud est. E fu testimone di episodi storici emblematici ma anche tragici come la crocifissione di seimila schiavi ribelli fedeli di Spartaco nel 71 a.C., l’entrata a Roma di Carlo V nel 1536, l’ingresso delle truppe alleate americane a Roma, nel 1944.

Un tratto della Via Appia a Roma

Attualmente, il percorso attraversa quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), decine di comuni, province e parchi. Nella sua tutela sono coinvolte università e comunità territoriali, ma anche il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e la Pontificia commissione di archeologia sacra della Santa Sede. La partenza originale, pochi lo sanno, era da piazza Albania, lungo viale Aventino, a Roma. Ora, una piacevole passeggiata può partire dal complesso della Villa di Massenzio, con il suo imponente circo, un tempo scenario di corse di carri davanti a migliaia di spettatori. Al centro del campo di gara vi era un obelisco egizio che Domiziano aveva portato via da Assuan per collocarlo nel tempio di Iside e Serapide, in Campo Marzio. Poi spostato qui, dalla metà del 1600 è al centro della Fontana dei Quattro fiumi in piazza Navona. A seguire, svetta sulla strada una torre cilindrica in blocchi di travertino su una base quadrata, alta 20 metri. È la Tomba di Cecilia Metella, come scritto nell’epigrafe ancora sul posto, simbolo incontrastato della Via. Nel XIV secolo

fu inglobata nel Castrum Caetani, palazzetto della nota famiglia romana, e trasformato nel torrione principale della fortificazione con l’aggiunta delle merlature che la rendono inconfondibile.

Continuando ancora nel tratto urbano ci si imbatte nella Villa dei Quintili, con ingresso su via Appia Nuova, il più grande complesso residenziale di età imperiale nel suburbio di Roma.

Un’area archeologica vasta e ricca di ambienti – tra cui un teatro e le terme con preziose decorazioni in marmo colorato – appartenuta prima a due fratelli di elevato rango sociale e poi confiscata dall’imperatore Commodo, perché i due avevano congiurato contro di lui.

Una volta usciti dalla città le testimonianze si assottigliano, ma sono diversi i richiami alla strada millenaria, che una volta era costellata di monumenti funebri, ponti, acquedotti, luoghi di sosta per far riposare i cavalli o in cui dormire e mangiare.

Nel centro di Terracina (Latina), dove passava l’Appia, si

La Tomba di Cecilia Metella, nel tratto romano della Via Appia
L'Anfiteatro campano a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l’antica Capua

possono ammirare il Duomo medievale e il teatro antico, da poco visitabile. Una volta usciti dalla città, lungo la strada si può notare una spaccatura nella roccia, all’altezza della rupe di Pisco Montano: comunemente attribuita all’imperatore Traiano, è una delle grandi opere di ingegneria realizzate per mantenere rettilineo il percorso.

Un’area che merita una sosta, al confine tra Lazio e Campania, è il Parco archeologico di Minturnae, attraversato nella zona centrale dal basolato dell’Appia, una volta luogo di commerci come testimonia la presenza del macellum, il mercato, e dominato da un teatro romano ben conservato. A Santa Maria Capua Vetere, il primo punto di arrivo della Via Appia, si trova il maestoso Anfiteatro campano, secondo solo al Colosseo per dimensioni e costruito poco dopo. Dotato di notevoli sotterranei, ancora oggi ben percorribili, poteva accogliere circa 60mila spettatori. Da qui è partita la rivolta di Spartaco, nel 73 a.C., che coinvolse decine di migliaia tra gladiatori e schiavi.

Tappa fondamentale del 60esimo bene Unesco è poi Benevento, scrigno di arte e architettura. Nel centro urbano, poco distante dalla chiesa di Santa Sofia, ecco apparire l’Arco di Traiano, un monumento grandioso che nei pregevoli rilievi architettonici esalta le imprese e l’immagine dell’imperatore. Tra le scene in bassorilievo, anche quella del Sacrificio per l’inaugurazione della variante stradale, gesto di devozione dovuto per la migliore riuscita dell’opera, da parte di chi la fece costruire nel 114 d.C. «a sue spese», come indica l’iscrizione centrale.

Dopo essere passati da tante cittadine e paesi, tra cui Venosa (Potenza), patria del poeta Orazio che nelle Satire racconta il suo viaggio lungo questa via, si può fare sosta a Taranto. Purtroppo, non conserva molte tracce del passato, a parte i resti di un tempio di stile dorico. Ma merita una visita per il Museo archeologico nazionale, che espone magnifici gioielli e pezzi rari come uno schiaccianoci in bronzo e la-

mina d’oro, a forma di due mani che si uniscono, realizzato oltre 2.300 anni fa.

La meta finale, che si raggiunge a grandi passi e dopo altre miglia, affacciata sul Mare Adriatico, è Brindisi. Un giro in città non può che comprendere una passeggiata fino a piazza Santa Teresa. A poca distanza si eleva una colonna, superstite rispetto a una struttura gemella, che secondo la tradizione segna la fine del percorso della Via Appia. Un selfie, scattato qui in un attimo, vale millenni di storia.

La colonna romana a Brindisi, punto di arrivo della Via Appia

L’arco di Traiano a Benevento
© Rick Henzel/AdobeStock

ASCOLTARE IL PAESAGGIO

DAL RUMORE DI UNA CASCATA AL CANTO DEI MERLI, FINO AL VOCIARE TIPICO DI UN MERCATO. ESPLORARE UN TERRITORIO ATTRAVERSO IL SUONO CHE LO CARATTERIZZA

GRAZIE AL PROGETTO LUOGHI DEL BELSENTIRE

di Silvia Lanzano e Francesco Bovio
Il ponte del Bardotto sul fiume Savio a Mercato Saraceno (Forlì-Cesena)

Scoprire il paesaggio attraverso l’armonia dei suoni. È la chiave di accesso suggestiva per un viaggio a basso impatto ambientale e ricco di stimoli culturali proposta nel progetto Luoghi del Belsentire. In Lombardia, Puglia e Campania, passando per Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria, sono stati individuati alcuni siti dalle sonorità straordinarie dove oltre agli occhi a godere è anche l’udito. Vere e proprie oasi acustiche che offrono un’esperienza sensoriale simile a quella descritta dal pittore Vasilij Kandinskij nel saggio Lo spirituale nell’arte, in cui si sottolinea il legame inscindibile tra vista e udito, musica e colore.

I punti di ristoro uditivo, ufficializzati da una targa con un QR Code che rimanda a un archivio digitale ricco di informazioni e materiali interattivi, sono stati scelti nell’ambito di un’iniziativa per il censimento del paesaggio sonoro italiano. L’idea, sostenuta dal ministero della Cultura, è frutto di una sinergia nata un anno fa tra il Forum europeo Klangland-

schaft per il paesaggio sonoro e l’associazione culturale

Artéco insieme a Vigevano Web e Crea, il Centro ricerche per l’ecologia acustica.

Da nord, il percorso suggerito parte dal Forte di Valledrane a Treviso Bresciano, un edificio storico immerso in una fitta faggeta dove, oltre a praticare trekking, si può cogliere il canto dei merli e del tordo bottaccio. Poco distante, sempre in provincia di Brescia, partendo dal lago di Idro si scoprono i sentieri che conducono alla cascata del torrente Neco, dove la magia dell’acqua che cade travolge i sensi.

Da poco, tra i luoghi del Belsentire è entrato in scena anche il Giardino della Pace a Nervesa della Battaglia, vicino a Treviso, un posto che incanta con le sue sinfonie naturali di cuculi, picchi e cicale.

Spostandosi verso il Centro Italia, in provincia di Forlì-Cesena si incontra Mercato Saraceno, un borgo affacciato sulla valle del Savio. Qui si può passeggiare lungo gli argini del fiume per vivere esperienze d’ascolto irripetibili, con suo -

Il Forte di Valledrane a Treviso Bresciano (Brescia)
© Dolores Cerqui

Il lago di Idro in provincia di Brescia

ni carichi di basse frequenze sotto il ponte del Bardotto e più alti e dolci una volta raggiunta la cascatella a forma di pescaia. Il Savio, infatti, scorre a ridosso di un alto muro di arenaria le cui risonanze modificano i rumori dell’acqua. Nello stesso territorio piccole cascate sono protagoniste della melodia che si sente tra le strette gole della via della Rupe, un sentiero scavato nella roccia che giunge al ponte Romanico e alle spettacolari Marmitte dei Giganti di Sogliano al Rubicone.

In Toscana è un vero percorso musicale quello che conduce a Montepiano, nel comune di Vernio, in provincia di Prato, dove il torrente Setta crea effetti sonori straordinari correndo dalla Fonte al Romito lungo pareti rocciose e attraverso boschi di abeti e faggi.

Il sentiero di Palliccio, vicino all’antico borgo di Amelia, in provincia di Terni, svela invece il prodigio della biodiversità quale fonte di energia acustica inesauribile. Qui è stato colto il canto di ben 25 specie diverse di uccelli, mentre il

Il sentiero di Palliccio ad Amelia (Terni)

fischio del vento che si incanala nella vallata cede il passo alle percussioni degli zoccoli di cinghiali e caprioli.

Di tutt’altro tipo ma altrettanto potente è la mappatura sonora che riguarda Campania e Puglia. Il coro spontaneo delle voci delle ragazze e dei ragazzi che frequentano il Centro Ciro Colonna di Ponticelli, a Napoli, esprime una particolare musicalità. Il disagio e la durezza della vita diventano elementi sinfonici in uno spazio di incontro e di accoglienza intitolato a un giovane ucciso dalla camorra nel 2016.

Perfino il chiasso e la confusione hanno un loro pregio acustico. Lo rivela il mercato ittico di Mola di Bari dove, a pochi metri dai pescherecci ormeggiati, ogni pomeriggio si anima un teatro, con le grida dei venditori che scandiscono prezzi e ricette intrecciate ai colpi dei coltelli utilizzati per pulire il pescato e del ghiaccio rovesciato sui banchi, in un tessuto musicale di stravagante, ipnotica armonia. luoghidelbelsentire.it

PERLE D’ACQUA PERLE D’ACQUA

OASI NATURALI CHE NASCONDONO TESORI ARCHEOLOGICI E

FAUNA PROTETTA, LE ISOLE DEI LAGHI LOMBARDI SONO GIOIELLI TUTTI DA SCOPRIRE

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

Piccoli scrigni che sorgono sugli specchi d’acqua della regione, le isole lombarde vantano una storia antichissima ed evocano sogni di vacanze fuori dal mondo.

Sul lago di Como è aperta al pubblico fino al 31 ottobre l’isola Comacina, che si raggiunge in barca da Ossuccio, nel comune di Tremezzina. Di proprietà dell’Accademia di Brera a Milano, lunga circa 600 metri e larga 200, ha riconquistato la gloria del passato grazie alle campagne di scavo compiute nel 1900 che hanno portato alla luce un palinse -

sto archeologico di eccezionale interesse. Le scoperte più notevoli riguardano il complesso romanico di Santa Eufemia, di cui sono visibili la divisione a tre navate e tre absidi, la bellissima cripta e il portico ad ali antistante, insieme ai resti della chiesa di Santa Maria col Portico e di San Pietro in Castello. Oltre alle rovine storiche, lo scenografico lembo di terra è caratterizzato da una natura splendida che si riflette nelle acque calme del Lario. Percorrendo i sentieri della Comacina è possibile ammirare le bellezze artistiche dei villaggi antistanti, come il Sacro Monte di Ossuccio, un

DOLCE DOLCE

complesso religioso inserito nel 2003 nel Patrimonio universale dell’Unesco insieme agli altri otto Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.

Un altro luogo perfetto per rigenerarsi a contatto con la natura è Monte Isola sul lago d’Iseo, nel bresciano. Diventata celebre nel 2016 grazie all’installazione di pontili galleggianti The Floating Piers, firmata dal duo di artisti Christo e Jeanne-Claude, oggi è un’oasi verde dove le auto sono bandite, ideale per fare trekking tra boschi e uliveti.

Sul punto più elevato, situato a 600 metri d’altezza, sorge l’antico Santuario della Madonna della Ceriola, da dove si gode una splendida vista sul lago e i monti circostanti. Si giunge in battello a Peschiera Maraglio da Sulzano e ci si addentra nel centro abitato, dove meritano particolare attenzione due porticcioli stretti fra antiche case di pescatori, scorci perfetti per gli appassionati di pittura e fotografia. Il borgo è inoltre famoso per la produzione di reti da pesca:

fino agli anni ‘60, infatti, qui venivano realizzate la maggior parte di quelle usate in tutta Italia e sono ancora visibili i vecchi laboratori. Tra le specialità tipiche ci sono la sardina essiccata, preparata secondo una tradizione secolare, e il coregone, un pesce di lago che arricchisce i piatti locali. Girando l’isola, immersa nel silenzio con i suoi 1.700 abitanti, si arriva alla frazione di Siviano che si estende su un pendio terrazzato rivolto a nord-est, tra viti e olivi, dominato dalla torre medievale dei Martinengo. Da qui si prende il percorso per raggiungere il santuario della Ceriola: la strada asfaltata diventa una mulattiera con vista panoramica sul lago e le vicine colline della Franciacorta.

Caratterizzata da prati verdi e cipressi, sul lago di Garda c’è l’Isola di San Biagio, conosciuta come l’isola dei Conigli per la presenza sul territorio dei piccoli animali in libertà (un tempo numerosi, ora un po’ meno) ormai abituati alla compagnia degli umani. Dal 2016, è parte della Riserva naturale della Rocca, del Sasso e Parco Lacuale di Manerba del Garda, un’area di salvaguardia unica in Italia. Nei mesi estivi, l’isola si può raggiungere facilmente a piedi, tramite una striscia di fondale che la collega con la terraferma, in corrispondenza del campeggio San Biagio. Nei periodi di acqua molto bassa il livello arriva alle ginocchia, ma per i meno avventurosi è comunque attivo un servizio di taxi boat a pagamento che collega il lembo di terra al Porto Torchio. Durante la stagione autunnale San Biagio non è aperta al

Isola Comacina (Como)

pubblico ma è possibile ammirarla da vicino tramite i tour crociera che la costeggiano. Infine, sul lago di Varese, c’è l’Isolino Virginia: un suggestivo triangolo emerso separato dalla terraferma solo da uno stretto canale detto Ticinello. La sua superficie è quasi interamente coperta da vegetazione, che ospita numerosi animali selvatici, tra cui volatili come la folaga, il germano, lo svasso, il tarabusino e la gallinella d’acqua. La flora è composta da salici, querce, ontani neri, fiori di loto, pungitopo e alcuni esemplari rari come il cipresso calvo delle paludi. Essendo uno dei siti più famosi della preistoria europea, l’area è sottoposta a vincolo e ora è chiusa per lavori, con riapertura in programma la prossima primavera. Le indagini archeologiche cominciate negli anni ‘60 dell’800, e tuttora in corso, hanno rivelato la

presenza di un insediamento preistorico di straordinaria importanza e le ricerche stanno portando alla luce uno dei più importanti siti palafitticoli del Neolitico, risalente al 5300 a.C. Qui sono stati recuperati frammenti di vasi in terracotta, lame, strumenti e cuspidi di freccia, selce, quarzo e ossidiana, asce in pietra verde. L’isolino ospita anche il Civico museo preistorico, visitabile dalla tarda primavera all’autunno durante i fine settimana e nei giorni festivi. Nel sito museale, raggiungibile in barca da Biandronno, è conservata parte della raccolta di reperti rinvenuti sull’isola mentre nel parco archeologico è presente un percorso didattico all’aperto che illustra la preistoria del lago di Varese, la sua popolazione e la vita che conducevano gli antichi abitanti. regione.lombardia.it

Monte Isola (Brescia)
Isola di San Biagio (Brescia)

ITINERARI D’

NEL NOVARESE, A PIEDI O IN BICICLETTA, TRA CHIESE, CUPOLE E MONUMENTI NEOCLASSICI PROGETTATI DALL’ARCHITETTO ALESSANDRO ANTONELLI

di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it

INGEGNO

Dalle risaie della pianura alle colline vitivinicole, la provincia di Novara è un mosaico di bellezze, in cui l’opera dell’uomo si intreccia al disegno della natura. In questo territorio, più esattamente a Ghemme, nacque nel 1798 Alessandro Antonelli, celebre architetto

della Mole, presenza inconfondibile nello skyline di Torino. Il genio novarese ha costellato otto borghi della provincia e lo stesso capoluogo di preziosi monumenti neoclassici. Le sue opere più importanti rappresentano una sintesi ideale tra stili storici, come il neoclassico e il gotico, e moderne tecniche costruttive, tutte caratterizzate da un’aspirazione alla conquista dello spazio verticale. Come risulta evidente osservando non solo il monumento principale della capitale sabauda, ma anche la cupola di San Gaudenzio, simbolo di Novara.

Chi vuole scoprire questo particolare patrimonio architettonico, esplorando il territorio a piedi o in bicicletta, può seguire l’Itinerario antonelliano che, dai comuni della provincia fino al capoluogo, rivela le bellezze ingegneristiche progettate dall’archistar nel XIX secolo.

Il percorso abbraccia nove comuni della provincia e tocca Borgolavezzaro, Novara, Bellinzago, Oleggio, Ghemme, Fontaneto d’Agogna, Romagnano Sesia, Boca e Maggiora. A Borgolavezzaro si trova la chiesa dei santi Bartolomeo e Gaudenzio, mentre a Bellinzago sorgono l’asilo infantile De Medici e la chiesa di San Clemente con la Casa parrocchiale. A Oleggio, si può invece visitare quella dei santi Pietro e Paolo, mentre nella chiesa di Ghemme, paese che diede i natali all’architetto, si può ammirare lo scurolo della Beata Panacea, in cui è conservato il corpo della giovane martire. A Fontaneto d’Agogna, annesso alla parrocchiale della Beata Vergine Maria Assunta, Antonelli ha progettato lo scurolo di Sant’Alessandro, mentre nella vicina Romagnano Sesia, sul monte Cucco, ha firmato la realizzazione di Villa Caccia, oggi sede del Museo storico etnografico della Bassa Valsesia. Appena fuori dal borgo di Boca, poi, si erge il maestoso santuario del Santissimo Crocifisso, di cui l’architetto riscrisse il progetto in stile neoclassico. Infine, a Maggiora, dove sorge anche Casa Antonelli, residenza paterna oggi privata, ha firmato lo scurolo di Sant’Agapito e l’ingresso monumentale del cimitero, l’ultimo dei suoi progetti, portato a termine dal figlio Costanzo. Nell’area collinare che circonda i comuni si snodano tre itinerari, nati come percorsi di cicloturismo ma percorribili anche a piedi: il rosa (42,5 km per 457 metri di dislivello), il verde (41 km e 390 metri di dislivello), il grigio (25,5 km e 310 metri di dislivello), espressione del progetto BicinVigna con Antonelli. Si parte da Villa Caccia a Romagnano Sesia, e si toccano Boca, Maggiora, Fontaneto d’Agogna e Ghemme, attraversando il Parco del Monte Fenera, la Baraggia e il Piano Rosa tra boschi e vigneti, svelando il fascino di un territorio sorto al cospetto del Monte Rosa e abitato dalle geometrie di Antonelli. A farli in bicicletta si impiega una giornata ma gli itinerari possono essere anche compiuti a piedi dividendo ogni tappa in due giorni. Attraversando il

Le risaie di Novara

territorio è anche possibile scoprire l’impianto per la coltivazione della vite con il metodo a maggiorina, perfezionato dallo stesso Antonelli: un sistema che prevede tre o quattro viti piantate al centro di un quadrato, con i tralci allungati verso i punti cardinali. Tenendo conto della pendenza del terreno e del peso dei rami carichi d’uva, l’architetto definì il giusto grado di inclinazione in modo che non si piegassero eccessivamente, rischiando di far cadere i preziosi grappoli. In quest’area è d’obbligo fare una sosta dai produttori per assaggiare i vini tipici, per lo più a base di Nebbiolo. Novara merita un discorso a parte, perché qui il genio piemontese realizzò alcune delle sue opere maggiori, in particolare la cupola della Basilica di San Gaudenzio, divenuta il simbolo stesso della città. Uno sforzo in salita è necessario per ascendere alla cupola – aperta da marzo a novembre – e ammirare la città da oltre 100 metri di altezza, con una vista panoramica che va dall’arco alpino fino ai grattacieli di Milano. Anche l’attuale Duomo di Santa Maria è frutto di un progetto di restauro realizzato da Antonelli, così come Palazzo Avogadro, oggi sede della Camera di Commercio. Portano la sua firma anche un’ala dell’Ospedale Maggiore della Carità, Casa Giovanetti, restaurata nel 1840, e quello che è riconosciuto come il più bel palazzo neoclassico d’Italia: Casa Bossi, già protagonista del romanzo Cuore di pietra di Sebastiano Vassalli. Per scoprire al meglio questa città a misura d’uomo punteggiata dalle opere dell’architetto, è stato creato un trekking urbano di una sola giornata. E per recuperare le energie si può gustare la cucina della tradizione piemontese con i suoi prodotti tipici, famosi in tutto il mondo: primo tra tutti il gorgonzola, visto che Novara è sede del suo Consorzio di Tutela, ma anche i Biscottini, preparati secondo un’antica ricetta utilizzando solo uova, zucchero e farina, e il riso, coltivato nelle risaie poste ai margini della città e tutt’intorno nella Bassa novarese. Nelle cascine storiche è possibile acquistare un prodotto di

Il santuario del Santissimo Crocifisso a Boca

lo scurolo di Sant’Alessandro

alta qualità nelle varietà più tipiche, dal Carnaroli al Razza77, fino ai risi aromatici neri e rossi più adatti alle insalate. E se la giornata è trascorsa in movimento, l’appetito è l’ingrediente più gustoso per un’ottima cena.

Fontaneto,
© Paolo Migliavacca

MOSTRE COLLATERALI

IL PAESE DEI MILLE PAESI

di Osvaldo Bevilacqua
[Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia] foto di Maurizio Besana
Craveggia (Verbano-Cusio-Ossola)

UNA DISTESA DI COMIGNOLI SVETTANTI E UNA CHIESA CHE CUSTODISCE UN TESORO ANTICO. NELLA TERRA DEGLI SPAZZACAMINO, TRA LA VAL D’OSSOLA E IL CANTON TICINO, PER SCOPRIRE LUOGHI RICCHI DI STORIA E TRADIZIONI

Chi non ricorda le scene del film Mary Poppins, con l’attrice britannica Julie Andrews nei panni della magica tata e lo statunitense Dick Van Dyke a interpretare Bert lo spazzacamino, personaggio poetico e scanzonato?

Questo mestiere antico è molto radicato nella Valle Vigezzo, corridoio naturale tra la Val d’Ossola, in Piemonte, e il Canton Ticino. Dalla valle alpina al confine con la Svizzera, infatti, agli inizi del ‘500, intere generazioni di emigranti si spostarono verso Francia, Germania, Austria ed Olanda per intraprendere la professione del fumista. La loro storia è custodita nel Museo multimediale dello spazzacamino a Santa Maria Maggiore, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, all’interno del Parco di Villa Antonia. Sempre in questo comune, tra fine agosto e inizio settembre, si svolge da 41 anni, anche un raduno internazionale che nel 2023 ha raggiunto la cifra record di 1.800 spazzacamini provenienti da ogni angolo del mondo.

Anche Craveggia, gioiello della provincia che conta poco più di 700 abitanti, è legata a questa antica professione, ma ciò che la rende unica è la presenza della cinquecentesca chiesa dei Santi

Giacomo e Cristoforo. Ampliata nel ‘700, custodisce un insospettabile e inestimabile tesoro composto da paramenti sacri, calici preziosissimi e ostensori ma, soprattutto, dal manto funebre di Luigi XIV e dal paramentale che la tradizione attribuisce al manto nunziale di Maria Antonietta, regina di Francia. «Tutto il paese di Craveggia», spiega il parroco don Stefano Gallina, «è in realtà un tesoro, a partire dall’urbanistica, con i camini che si innalzano verso il cielo, passando per i dipinti e le cappelle che si trovano lungo le vie e le persone nate qui o che da qui sono partite per diverse nazioni del mondo. Si tratta di un patrimonio materiale e immateriale in cui gli oggetti, gli edifici religiosi e civili e le storie delle persone si intrecciano». Ce n’è una legata al tesoro della chiesa che ha inizio nel 1515, quando alcuni artigiani della Valle Vigezzo si trasferiscono in Francia in cerca di fortuna. Fra questi alcuni membri della famiglia Mellerio che si stabiliscono a Parigi e, grazie alle loro abilità artistiche, conquistano la stima della corte reale, per la quale lavoreranno come orafi diversi anni. E sarà proprio questa famiglia, per l’attaccamento alla valle piemontese, a far dono dei preziosi oggetti esposti nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo di Craveggia.

Un’altra avvincente storia è quella di un giovanissimo spazzacamino di Villette, il comune più piccolo della valle, che nel 1612, mentre lavora nel Palazzo Reale, viene

parte del tesoro custodito nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo a

Una
Craveggia
Camino in piazza Risorgimento a Santa Maria Maggiore (Verbano-Cusio-Ossola)

a conoscenza di una congiura ai danni del re Luigi XIII. Il suo padrone riferisce tutto alla regina Maria de’ Medici, madre del sovrano, la quale, nel 1613, come riconoscenza, emana un decreto reale che consentirà a tutti gli spazzacamini, in particolare di Craveggia, Malesco e Villette, il libero commercio dei loro oggetti di chincaglieria, non solo a Parigi, ma in tutta la Francia e per sempre.

Di valore è anche il patrimonio urbanistico: a Craveggia gli occhi del visitatore vengono immediatamente catturati dai grandi camini in pietra, dagli eleganti edifici civili e dalle residenze d’epoca, come Casa Borgnis, Casa delle conchiglie e la Casa dell’oro. Facciate affrescate con tinte calde, ricche di sfumature che vanno dal giallo ocra al blu, creano un singolare contrasto con il paesaggio circostante caratterizzato, invece, da tantissime varietà di verde.

Oltre a quelle già citate, sono diverse le tradizioni popolari e le iniziative che animano la Val Vigezzo: il 19 e 20 ottobre a Santa Maria Maggiore parte Fuori di zucca, evento interamente dedicato alla gastronomia e ai sapori della stagione autunnale, mentre sono attesi, come ogni anno, i frequentatissimi mercatini di Natale.

La cucina qui rispecchia il territorio, con le erbe stagionali che aromatizzano le pietanze regalando sapori intensi agli ortaggi, alle carni e ai prodotti caseari. Sono particolarmente rinomate, poi, la polenta con formaggio, la selvaggina, la zuppa di cipolle e ortica. Merita una menzione speciale il capretto, altra eccellenza della zona. A chiudere il pasto ci pensa il caffè del pariulin, preparato in un pentolino dove la polvere scura viene fatta bollire con acqua, aggiungendo, secondo alcune ricette, la grappa o un pochino di burro.

COLAZIONE IN VAL VIGEZZO

di Sandra Jacopucci

Nelle zone della valle con clima più mite, grazie ad alcuni giovani agricoltori, è ripresa la coltivazione del grano di segale e saraceno. Da questi si producono farine scure con cui si prepara un pane nero molto nutriente e di lunga durata, utilizzato dai pastori quando portano mucche e capre, da maggio a settembre, sui pascoli di alpeggio. Qui gli animali si possono nutrire di fioriture, da cui dipende il colore giallo carico di alcuni formaggi impiegati nella prima colazione, insieme a uova e pancetta e altri salumi tra cui un particolare prosciutto, affumicato con aghi e bacche di ginepro bruciati nel camino.

La chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

BUON VIAGGIO BRAVA GENTE

di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato

[Direttore della comunicazione della basilica di San Pietro]

SOTTO IL CIELO DI FANO

L’ex chiesa di San Francesco a Fano (Pesaro e Urbino)

PRIVA DEL TETTO, E CON IL PRATO AL POSTO DEL PAVIMENTO, L’EX CHIESA DI SAN FRANCESCO NEL CENTRO DELLA CITTÀ

MARCHIGIANA CUSTODISCE IL LEGAME INTRAMONTABILE

TRA L’UOMO E IL DIVINO

Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, merita una visita che oltrepassi le mura malatestiane che proteggono il centro. Iniziando il cammino dalla centralissima piazza XX Settembre e percorrendo le stradine lastricate che serpeggiano tra gli edifici storici della città, si scorge l’ex chiesa di San Francesco. Luogo carico di storia e fascino, è oggi un monumento di grande interesse storico e architettonico, anche se il suo aspetto attuale, con mura prive di copertura e pavimentazione, è lontano da quello originario.

Le pietre corrose dal tempo sembrano sussurrare storie di antiche devozioni: è come se parlassero di fede, speranza e resistenza mostrando il legame intramontabile tra l’uomo

e il divino. La costruzione dell’edificio cominciò a metà del XIII secolo per ospitare l’ordine dei frati minori istituito da San Francesco d’Assisi e si concluse nel 1336. Originariamente era una tipica chiesa ad aula, con una copertura a capriate e un profondo presbiterio affiancato da due cappelle minori. Durante il dominio dei Malatesta a Fano, dal 1357 al 1463, fu scelta per accogliere le tombe della famiglia. Annesso alla struttura c’era anche un antico convento, che fu demolito e ricostruito completamente nella seconda metà del ‘700 e dal 1912 ospita gli uffici comunali. Della chiesa oggi sopravvive solo parte del fianco sud-occidentale, parte del muro parallelo occultato dall’edificio conventuale e la facciata, nascosta dalla loggia

ottocentesca che ospita le tombe malatestiane. Trasferite dall’interno della chiesa nel 1659, le tombe furono ricomposte nel portico ricostruito in stile neogotico dall’ingegnere Filippo Bandini.

A sinistra del portale, ci si trova davanti a quella di Paola Bianca Malatesta, prima moglie di Pandolfo III. Sulla parete orientale si ammira invece la tomba di Bonetto da Castelfranco, medico dei Malatesta: una lastra in marmo rosso veronese, autentico capolavoro di scultura araldica, raffigura un liocorno crestato sopra lo stemma malatestiano. Sul lato opposto del portale, domina la lapide di Pandolfo III Malatesta, commissionata dal figlio Sigismondo nel 1460, probabilmente su disegno dell’architetto Leon Battista Alberti.

Dopo un periodo di abbandono, la chiesa fu trasformata radicalmente tra il 1840 e il 1850 dagli architetti Giuseppe Ferroni e Angelo Innocenzi. I lavori stravolsero l’assetto

originario, elevando le strutture murarie, costruendo una copertura a volta e un campanile, poi demolito nel 1874. L’interno fu completamente rivestito in marmo, perdendo così le decorazioni originali.

Nel 1930, la chiesa subì gravi danni a causa di un terremoto, che portò alla demolizione della copertura e delle pareti elevate. Da allora, è stata consolidata e privata della pesante copertura. Oggi è di proprietà comunale e viene utilizzata per eventi culturali durante la stagione estiva. Visitare questo luogo è come fare un viaggio nel tempo, una passeggiata tra le vestigia di epoche passate che si intrecciano in un unico affascinante complesso. La storia del monumento, dalla sua fondazione all’attuale destinazione, è un riflesso delle vicissitudini e delle trasformazioni che hanno segnato la città. Ogni pietra racconta una storia, rendendo questa visita un’esperienza indimenticabile per chi desidera scoprire i segreti nascosti nei siti storici.

La tomba di Paola Bianca Malatesta

ADRENALINA

MarcoAurelio Fontana

IN SELLA

DAL 18 AL 20 OTTOBRE SI SVOLGE A GENOVA, CAPITALE EUROPEA

DELLO SPORT, IL RED BULL CERRO ABAJO, LA GARA DI URBAN

DOWNHILL PIÙ SPETTACOLARE AL MONDO

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur
Alcune immagini del video promozionale del Red Bull Cerro Abajo realizzato a Genova foto © Red Bull Content Pool

Adrenalina e spettacolo. Sono questi gli elementi che caratterizzano il downhill, disciplina del mountain biking che si disputa completamente in discesa. Normalmente si corre in montagna, su piste che vanno dai due ai cinque chilometri, lungo tracciati ripidi e sconnessi spesso caratterizzati da pietraie e ostacoli da saltare o evitare.

Abbandonando boschi e sentieri, dal 18 al 20 ottobre il downhill si sposta in un contesto urbano, tra scalinate, creuze e carruggi, i tipici vicoli strettissimi presenti nei centri storici liguri. Si svolge a Genova, infatti, la prima edizione europea del Red Bull Cerro Abajo, la gara di urban downhill

più spettacolare al mondo che dopo 20 anni in Sudamerica arriva in Italia. I rider sono pronti a sfrecciare per la città ligure, Capitale europea dello sport per il 2024, passando sopra i tetti, attraversando edifici e misurandosi con ostacoli artificiali, in un percorso che si snoda tra le colline e il mare.

C’è un filo rosso che lega il capoluogo ligure al Red Bull Cerro Abajo, e in particolare a Valparaìso, dove la competizione è nata: questa città portuale cilena che si affaccia sull’oceano è conosciuta come la Genova del Pacifico per la somiglianza delle due architetture e per i tanti genovesi che si sono trasferiti lì, nel secolo scorso, in cerca di fortuna.

A spiegare cosa rende la competizione così speciale è Marco Aurelio Fontana, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 nel cross country, disciplina regina del mountain bike: «Il Red Bull Cerro Abajo è un evento che arriva subito alla gente, perché è facile da seguire. Come in una gara di sci, i partecipanti scendono uno alla volta e vin-

mine dei due chilometri del tracciato. «Ci sono salti dove con la bici si superano anche i dieci metri e la velocità di punta può superare i 70 chilometri orari, con una media di 40. Per compiere i due chilometri del percorso, i partecipanti possono impiegare tra i due minuti e mezzo e i tre minuti. In questa gara, poi, rispetto a quelle che si svolgono in montagna, ci sono dei punti dove i ciclisti devono pedalare forte, seppur per un breve tratto, affrontando dei veri e propri scatti come avviene nelle corse su strada. Quindi per vincere, oltre alle capacità tecniche, serve anche un’ottima condizione fisica», spiega Fontana. Quella di Genova è l’ultima delle tre tappe del Red Bull Cerro Abajo e vede la partecipazione, tra gli altri, del rider ceco Tomáš Slavík, veterano della competizione e tre volte vincitore a Valparaìso. Le prime due gare dell’edizione 2024 sono state disputate a marzo: la prima a Valparaìso, con la vittoria del brasiliano Lucas Borba, e la seconda a Guanajuato, in Messico, vinta dal colombiano Juanfer Vèlez. genovasport2024.it

IN CAMPOPER LA

SALUTE

DALL’11 AL 13 OTTOBRE TENNIS & FRIENDS - SALUTE E SPORT

PORTA NELLA CAPITALE LA CULTURA DELLA PREVENZIONE, OFFRENDO VISITE GRATUITE E DIVERTIMENTO. FRECCIAROSSA

È MAIN PARTNER DELL’EVENTO

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it foto © Tennis & Friends - salute e sport

Promuovere lo sport come abitudine quotidiana e modello di educazione al rispetto del prossimo. E veicolare l’importanza di un corretto stile di vita che preveda regolare attività fisica, un regime alimentare adeguato e check-up costanti nel tempo. È

questo l’obiettivo dell’evento Tennis & Friends - salute e sport, di cui Frecciarossa è main partner, nato nel 2011 e promosso dalla onlus Friends for Health.

Dopo la tappa torinese a settembre, la manifestazione approda al Parco del Foro italico di Roma dall’11 al 13 ot-

L'edizione 2023 di Tennis & Friends - salute e sport a Roma

tobre con lo slogan Una volée per la salute: la prevenzione scende in campo. È proprio l’attenzione al benessere, infatti, il tema principale dell’iniziativa che prevede l’apertura gratuita al pubblico del Villaggio dello sport e della salute nel secondo weekend di ottobre. La prima giornata è dedicata alle scuole, con percorsi educativi sui temi del benessere e dell’attività fisica. Mentre sabato 12 e domenica 13 i cittadini hanno la possibilità di accedere gratuitamente alle strutture sanitarie del territorio, che offrono percorsi di screening mettendo a disposizione 500 professionisti per oltre 40 aree specialistiche. In 14 anni Tennis & Friends - salute e sport è diventato un vero e proprio appuntamento non solo per i cittadini e le cittadine dei territori in cui fa tappa, ma anche per tanti ambassador e ospiti istituzionali che of-

frono il loro contributo affinch é l’evento diventi sempre di pi ù un momento di incontro e riflessione sull’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita. Oltre a Veronica Maya, madrina storica della manifestazione, sono attesi quest’anno diversi ospiti pronti a sfidarsi per vincere il Torneo Celebrities.

I volti della tv Fiorello, Paolo Bonolis, Maria De Filippi, Barbara D’Urso, il cantante Marco Mengoni, e gli ex atleti Marco Tardelli e Diego Nargiso sono solo alcuni dei nomi che compongono la lista di chi ogni anno decide di sostenere l’iniziativa. Perché diffondere la cultura dello sport e del benessere significa concorrere allo sviluppo di senso civico e partecipare, indirettamente, alla costruzione di una comunità più coesa. tennisandfriends.it

Da sinistra: Max Giusti, Fiorello e Giorgio Meneschincheri, fondatore di Tennis & Friends - salute e sport

ALLA NITTO ATP FINALS CON FRECCIAROSSA

Gli otto migliori singolaristi del tennis e le otto migliori coppie di doppio si battono per l’ultimo titolo della stagione alla Nitto ATP Finals. Il Gran finale della competizione maschile, in partnership con Frecciarossa, si svolge dal 10 al 17 novembre 2024 all’Inalpi Arena di Torino. Grazie all’offerta Speciale Eventi, gli amanti della terra rossa in possesso dei biglietti delle partite possono viaggiare sulle Frecce da e per Torino con sconti fino all’75% rispetto al prezzo Base: basta inserire il codice FINALS2024 in fase di acquisto. nittoatpfinals.com | trenitalia.com

L’IMPRESA

DEL SUCCESSO

IL 16 E IL 17 OTTOBRE IL LEADERSHIP FORUM, DI CUI TRENITALIA È OFFICIAL GREEN CARRIER, RIUNISCE A MILANO 12 BUSINESS

THINKER DALL’ITALIA E DAL MONDO. PER RIFLETTERE SULLE SFIDE CHE ATTENDONO MANAGER E ORGANIZZAZIONI

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it

Un luogo dove esperienze che vengono da campi diversi trovano il loro comun denominatore. E la contagiosità dell’entusiasmo si propaga a tutti i partecipanti». Con queste parole il compositore Nicola Piovani descrive il Leadership Forum dello scorso anno, a cui ha partecipato come relatore. Il 16 e 17 ottobre, al Teatro Arcimboldi di Milano, è attesa la nuova edizione dell’evento, di cui Trenitalia è Official Green Carrier, che porta sul palco 12 business thinker e prevede oltre 1.700 partecipanti tra top manager, Ceo, imprenditrici e imprenditori. Organizzato da Performance Strategies, brand di Roi Group, è un appuntamento unico nel suo genere anche per l’attenzione riservata all’esperienza delle donne nel campo della leadership. Sono cinque quelle chiamate quest’anno a raccontare un nuovo modo di vivere e guidare le aziende, favorendo la nascita di governance più eque e inclusive. Ginni Rometty, presidente e Ceo di IBM, è una testimonianza vivente di leadership trasformativa, capace di guidare le imprese che stanno vivendo importanti cambiamenti socioeconomici. Amy C. Edmondson insegna ad Harvard ed è nota per il suo lavoro di studio sulle dinamiche dell’insuccesso, mentre la ricercatrice e docente universitaria Erin Meyer ha realizzato un modello per leggere le differenze culturali e comportamentali in vari Paesi del mondo e aiutare le aziende a costruire nuovi modelli di management. E se all’economista e

studiosa Michele Wucker, altra ospite del Forum, si deve il concetto di Rinoceronte grigio che sta rimodellando i processi di decision making nella gestione delle crisi, ad Avivah Wittenberg-Cox, Ceo di una delle principali società di consulenza di genere al mondo, la delineazione di stili di leadership più inclusivi e bilanciati.

A questi nomi si aggiungono poi quelli di Bill De Blasio, sindaco di New York per due mandati, Dan Ariely, professore israelo-americano ed esperto di economia comportamentale, Boris Becker, tennista tedesco e più giovane vincitore nella storia del Wimbledon maschile, Jay Samit, pioniere statunitense della trasformazione digitale. Non mancano le eccellenze italiane dell’impresa e della cultura, come gli imprenditori Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera e il ballerino Roberto Bolle, simbolo della danza italiana nel mondo.

Il successo dell’evento, però, non dipende solo dagli ospiti che calcano il palco: «Anche il pubblico del Leadership Forum è una fonte di ispirazione con la sua energia», ha dichiarato l’autrice Carla Harris, intervenuta nel 2022. Chi occupa le poltrone del teatro, infatti, si misura quotidianamente con decisioni importanti e in questo hub, che unisce le idee di grandi pensatori e le best practice dell’impresa, può raccogliere suggerimenti utili per muoversi al meglio verso la crescita che desidera. theleadershipforum.it

La designer svedese Anna Rosling Rönnlund sul palco del Leadership Forum nel 2023

FESTA

CAPITALE

OMAGGIO A MARCELLO

MASTROIANNI NEL CENTENARIO

DELLA NASCITA E PREMIO

ALLA CARRIERA PER VIGGO

MORTENSEN E JOHNNY DEPP.

DAL 16 AL 27 OTTOBRE IL

GRANDE CINEMA SFILA A ROMA

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it

Un lungo red carpet conduce alla cavea dell’Auditorium Parco della musica dove attrici e attori, registi e registe da tutto il mondo si fermano per uno scatto, rispondono alle domande della stampa, firma-

no autografi. È la Festa del cinema di Roma che, dal 16 al 27 ottobre, celebra la settima arte per la 19esima volta. Undici giorni di mostre, convegni, dibattiti ma soprattutto proiezioni diffuse in tutta la città, perché la kermesse punta a essere, anche quest’anno, un festival urbano. «È un evento del pubblico più che della critica», spiega Salvatore Nastasi, presidente della Fondazione cinema per Roma. «Vogliamo attirare l’attenzione di una platea ampia attraverso un’offerta trasversale: serie, documentari, produzioni indipendenti». L’Auditorium firmato dall’architetto Renzo Piano è il luogo simbolo dell’evento ma le pellicole invadono anche gli schermi dei cinema Aquila e Giulio Cesare, del teatro Palladium e, per la prima volta, dell’Olimpico. Sono 18 i titoli selezionati per il concorso internazionale Progressive Cinema - visioni per il mondo di domani, a cui partecipa anche Berlinguer. La grande ambizione di Andrea

Segre, film d’apertura della manifestazione che vede Elio Germano nei panni dello statista. «Il lungometraggio», spiega la direttrice artistica Paola Malanga, «segna un nuovo capitolo nel rapporto tra il cinema e la storia del Paese. Non si era mai fatto un film sulla figura di Berlinguer».

Alle opere in gara una giuria composta da professionisti della cultura e delle arti assegna diversi riconoscimenti, dal miglior film alla migliore sceneggiatura, fino a un premio speciale a scelta tra le categorie fotografia, montaggio, colonna sonora originale. Come ogni anno, poi, gli spettatori diventano protagonisti decretando il film vincitore del Premio del pubblico promosso dal Gruppo FS, sponsor ufficiale della manifestazione, tra quelli del

Auditorium Parco della musica Ennio Morricone
© Courtesy Fondazione cinema per Roma

concorso Progressive Cinema. Un riconoscimento trasversale incorona, invece, la miglior opera prima, scelta fra i titoli in programma non solo nella selezione ufficiale, ma anche nelle sezioni non competitive Freestyle e Grand Public. Agli esordienti si affiancano grandi nomi nazionali e internazionali, contemporanei e storici, a partire da Marcello Mastroianni, icona della scena italiana e volto del manifesto ufficiale. A cento anni dalla nascita, il festival gli dedica una

grande retrospettiva con film in versione restaurata, mostre, incontri e la proiezione del documentario  Ciao, Marcello - Mastroianni l’antidivo di Fabrizio Corallo.

Gli attori statunitensi Viggo Mortensen e Johnny Depp ricevono invece il Premio alla carriera e presentano le loro nuove opere da regista, rispettivamente il western The dead don’t hurt e il biopic su Amedeo Modigliani Modì, interpretato da Riccardo Scamarcio.

Una scena del film Berlinguer. La grande ambizione (2024) di Andrea Segre
Una scena del film Megalopolis (2023) di Francis Ford Coppola

Mentre il protagonista della preapertura è il maestro Francis Ford Coppola, autore di capolavori come Il Padrino e Apocalypse Now. Il 14 ottobre gli studi di Cinecittà ospitano l’anteprima italiana del suo Megalopolis, epopea ambientata in un’immaginaria città americana sullo sfondo della quale due personaggi antagonisti propongono diverse visioni del mondo.

C’è grande attesa anche per i film italiani fuori concorso, tra cui due dei Manetti Bros: il corto girato dentro San Pietro  La casa di tutti e la commedia sportiva  U.S. Palmese Ma anche  Il treno dei bambini di Cristina Comencini, tratto dal bestseller di Viola Ardone,  Fino alla fine di Gabriele Muccino, Eterno visionario di Michele Placido sulla vita di Luigi Pirandello, con Fabrizio Bentivoglio,  La casa degli sguardi, esordio alla regia di Luca Zingaretti che porta in scena il libro di Daniele Mencarelli, ambientato in un ospedale pediatrico. Anche le serie occupano un posto speciale con L’amica geniale. Storia della bambina perduta, ultimo capitolo della saga dedicata a Lila e Lenù, trasposizione del romanzo di Elena Ferrante, e la terza stagione di Vita da Carlo in cui Verdone interpreta se stesso.

In questa edizione della Festa c’è spazio per tutto, secondo Malanga: «Se con Berlinguer si guarda da vicino la storia della politica italiana, i documentari toccano l’attualità, con una sottotraccia che racconta la realtà di Roma, dalla stazione Termini al Tevere. È possibile intercettare anche un filone generazionale, con una serie di film che parlano dei più giovani. Mi piace immaginare la kermesse come un arazzo composto da tanti disegni. Ciascuno, osservandolo, può trovare il proprio percorso».

Più di ogni altra cosa, però, il festival capitolino è una celebrazione del cinema come macchina magica, un invito a sognare a occhi aperti. «L’obiettivo è incoraggiare gli spettatori e le spettatrici ad andare in sala sempre, tutto l’anno». romacinemafest.it

FS ITALIANE ALLA FESTA DEL CINEMA

Il Gruppo FS è sponsor ufficiale della Festa del cinema di Roma. Una partnership che conferma l’impegno di Ferrovie dello Stato Italiane a favore dell’arte e della cultura in ogni sua forma. La collaborazione è rafforzata dalla presenza, durante i giorni della kermesse, di un’area dedicata che accoglie le testate giornalistiche del gruppo e un corner per le interviste e la realizzazione di contenuti social. Torna anche il Premio del pubblico FS che verrà assegnato al miglior film della selezione ufficiale votato dagli spettatori. Chi esprime la propria preferenza all’interno del concorso organizzato da Fondazione cinema per Roma potrà aggiudicarsi delle Carte regalo, messe a disposizione dal Gruppo FS, che consentono di viaggiare a bordo dei treni del servizio ferroviario regionale e nazionale.

Inoltre, i titolari Carta FRECCIA e i possessori di un abbonamento regionale per Lazio, Campania e Toscana hanno diritto al 20% di sconto sull’acquisto dei biglietti per le proiezioni in sala. fsitaliane.it | trenitalia.com

Johnny Depp
© Tristan Fewings/GettyImages
Viggo Mortensen
© Gabriel Kuchta/GettyImages

MISTER ALLEGRIA

CON IL SUO MOTTO, È ENTRATO NELLE CASE

DEGLI ITALIANI. A CENTO ANNI

DALLA NASCITA, UNA MOSTRA

A MILANO RICORDA MIKE

BONGIORNO, RE DEI TELEQUIZ

E PROTAGONISTA DELLA

STORIA TELEVISIVA

di Gaspare Baglio gasparebaglio

S«arebbe voluto morire sul palco, con un prosciutto in mano, facendo una pubblicità. C’è mancato poco». Una battuta ironica e fulminea fa capire subito che persona era Mike Bongiorno, indimenticato conduttore tv che il 3 gennaio 1954 inaugurò il primo giorno di trasmissioni del piccolo schermo, quando era ancora a tubo catodico, con il programma Arrivi e partenze

Autore di questo ricordo è il figlio Leonardo, terzogenito dopo Michele e Nicolò, che racconta il padre in occasione della mostra Mike Bongiorno 1924-2024 , allestita a Palazzo Reale di Milano fino al 17 novembre per il centenario dalla nascita dell'anchorman di Rischiatutto. «La nostra famiglia è grata e onorata per questo evento che ci consente di rievocare la vita di nostro padre: le sue vicissitudini umane, l’esperienza da staffetta partigiana durante la Resistenza, il dopoguerra americano, il ritorno in Italia. L’esposizione (curata da Nicolò Bongiorno e Alessandro Nicosia con la consulenza di Daniela Bongiorno) va di pari passo anche

Lascia o raddoppia? (1955-1959)
Mike Bongiorno negli studi Mediaset (2003)
© Archivio
Fondazione
Mike Bongiorno
© Archivio
Fondazione
Mike
Bongiorno

con la storia della televisione e sottolinea il ruolo sociale e culturale che aveva in quel periodo, in un Paese dall’identità ancora non definita».

Effettivamente, la figura del Mike nazionale ha rappresentato un collante che, con educazione e ironia, ha saputo traghettare i suoi connazionali attraverso l’evoluzione del costume. Lo spazio espositivo permette ai visitatori di seguire un cammino immersivo, pieno di emozioni e memorie pubbliche e private, grazie ai materiali concessi, per l’occasione, dalla Fondazione che porta il nome del presentatore.

Ne esce un Mike inedito, capace di superare «mille vicissitudini senza mai arrendersi», spiega Leonardo, «infatti il suo successo è frutto dei sacrifici di un uomo normale». Oltre alla parte più intima, c’è l’esistenza sotto i riflettori che ha reso Bongiorno uno dei personaggi più amati, un genio televisivo popolare alla portata di tutti: «Ancora oggi ci fermano tante persone per raccontarci di quando vedevano i quiz di mio

papà con il nonno o la nonna. Ci regalano parole capaci di riempire il cuore. Molti si ricordano le sue gaffe e devo ammettere che, anche se non erano create a tavolino, quando capitavano ci marciava un po’ su». E se vi è saltata alla mente la famosissima battuta sulla signora Longari e l’uccello durante il Rischiatutto del 1970, c’è un piccolo scoop: «Quella frase è un falso storico. Scandagliando accuratamente gli archivi, nessuno ha mai trovato quell’espressione».

Papere a parte, la mostra offre allo spettatore la possibilità di ricordare SuperMike, riuscito nella missione (quasi) impossibile di rimanere sempre trasversale, diventando familiare per tantissime generazioni grazie a format indimenticabili come Lascia o raddoppia? La ruota della fortuna, Bravo Bravissimo, Genius, TeleMike e Pentatlon

«Faceva spesso riferimenti a com’era cambiata la tv», ricorda Leonardo. «Lui ha vissuto la prima Rai, dove c’era un censore, di solito un prete, che avvisava i direttori delle parole non

Mike con Pippo Baudo nello spettacolo Una volta al mese, in onda su Canale 5 (1997)
© Mario Dotti
Mike con Beppe Vessicchio nello show Viva Napoli, in onda su Canale 5 e Rete 4 (1994-2002)

ARTE E CULTURA

consone usate dai conduttori. Poi, è passato dalla tv pubblica a quella privata. Non combatteva il progresso, ma ci teneva a esprimere quanto i nuovi valori espressi dal piccolo schermo non fossero quelli in cui si riconosceva. Per questo amava i game show, programmi in cui si ottenevano premi attraverso l’impegno e la conoscenza».

Insegnamenti che ha trasmesso anche ai figli: «Avendo vissuto un’estrema povertà a causa della guerra, era dell’idea che ogni traguardo andasse guadagnato col sudore della fronte, rispettando sempre le persone con le quali si instaurava un rapporto lavorativo».

Una vita intensa e coraggiosa quella di Mike, segnata da un grande senso di appartenenza alla famiglia e da un piccolo grande rimpianto: «Gli dispiaceva non aver avuto la possibilità di studiare per colpa della guerra. Per questo, nei quiz, mostrava grande ammirazione per chi aveva conseguito un dottorato. Sembrava si sentisse in difetto davanti a loro. Fortunatamente, questo sogno è riuscito a soddisfarlo il 13 dicembre 2007, quando lo Iulm di Milano gli

ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Televisione, cinema e produzione multimediale».

Se per tutti è e resterà sempre il re dei telequiz, per il figlio Leonardo è stato un padre presente: «Faceva le arrampicate sul Cervino, mi ha trasmesso la passione per i viaggi e lo sport. Me lo sono goduto, soprattutto nell’ultimo periodo, quando lavorava meno». Non manca un ricordo che porterà sempre con sé. «Papà è mancato due giorni dopo il mio ventesimo compleanno. Mi viene in mente l’ultima vacanza trascorsa insieme a Santorini, in Grecia. Eravamo in una piscinetta, lui era già un po’ affaticato, si è aggrappato a me per uscire e mi ha detto: “Tu sarai il bastone della mia vecchiaia”». Poi la tv si è spenta. Anche se il piccolo schermo non è più stato lo stesso, è come se Mike non ci avesse mai lasciati e nei cuori di tutti noi, pubblico, albergano ancora il sorriso e gli occhi azzurri di questa vera e propria icona, capace di portare nelle case quel sentimento diventato il suo indimenticabile motto: «Allegria!».

Rischiatutto (1970-1974)
Mike con la sua famiglia: da sinistra, il primogenito Michele, la moglie Daniela Zuccoli, il terzogenito Leonardo e il secondogenito Nicolò

DIPINGERE LA NOSTALGIA

PAESAGGI D’INFANZIA, ANIMALI SELVAGGI E AUTORITRATTI.

BOLOGNA OSPITA PER LA PRIMA VOLTA UNA MOSTRA DEDICATA

AD ANTONIO LIGABUE, PITTORE DALLA VITA SOFFERTA

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

Antonio Ligabue

Autoritratto (1942-43)

Collezione privata

Èfacile amare Antonio Ligabue per l’uso dei colori sgargianti e l’utilizzo di animali come soggetti. Ma il genio va compreso nella sua complessità. Palazzo Albergati ospita fino al 30 marzo 2025 una mostra dedicata al pittore, per la prima volta a Bologna, organizzata e prodotta da Arthemisia, che consente di scoprire l’artista ma anche l’uomo, ricostruendo attraverso 100 opere le alterne vicende di consenso e critica che interessarono la sua storia.

Vita privata e professionale sono strettamente connesse nel caso del maestro: «La lotta per la sopravvivenza e lo strazio dell’abbandono», spiega Francesca Villanti, curatrice di Antonio Ligabue. La grande mostra, insieme a Francesco Negri, «sono presenti nei suoi lavori. Ogni pennellata è intrisa della sua sofferenza».

Seri problemi psichiatrici lo accompagnarono infatti per tutta la vita, anche negli ultimi anni, quando il pittore acquisì grande fama e le sue opere iniziarono a essere quotate

e realizzate su commissione, divenendo fonte di reddito. «Come il quadro del Serpentario esposto a Bologna», aggiunge Villanti, «ordinato da un benestante locale che non pose limiti di tempo e denaro per la sua realizzazione». E grazie alle vendite dei suoi dipinti, Ligabue comprò diverse moto, sua grande passione. Nel 1961, in particolare, l’artista ebbe successo con un’esposizione alla galleria romana La Barcaccia, promossa da chi aveva creduto in lui: lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati. Come spiega Villanti, per Ligabue fu fondamentale l’incontro con l’artista della scuola romana e sua madre che, nel freddissimo inverno del 1928-29, gli diedero da mangiare e l’ospitarono nella loro cascina. Lì Antonio passò le ore a osservare Mazzacurati e imparare l’arte. Dopo la morte, avvenuta nel 1965, cadde invece nel dimenticatoio perché al suo stile, definito naïf, venne preferita l’arte concettuale.

Col tempo, però, prese piede l’interesse verso l’uomo, anche grazie alla produzione di film e sceneggiati tv, tra cui

Antonio Ligabue Castelli svizzeri (1958-59) Collezione privata

Antonio Ligabue

Leonessa con zebra (1958-59)

Collezione privata

spicca sicuramente Ligabue, interpretato da Flavio Bucci nel 1977 per la Rai. Ma anche la più recente pellicola Volevo nascondermi, del 2020, diretto da Giorgio Diritti ed Elio Germano nei panni del pittore. In mostra è proiettato un brano del film accompagnato da una frase eloquente del regista stesso: «Ligabue cammina ancora per le strade del mondo, in mezzo ad altri migranti, ai difettosi come lui, in attesa di uno sguardo amico, di qualcuno che metta in luce il loro valore».

La vita mise a dura prova il pittore fin da piccolo. Ligabue nacque nel 1889 a Zurigo da una ragazza sola e venne dato in affido quando aveva meno di un anno a una coppia svizzera tedesca avanti con l’età. Nel 1919, durante una lite, aggredì la madre adottiva, che lo denunciò a causa dei suoi potenti attacchi d’ira. Così fu espulso dalla Svizzera e mandato in Italia, a Gualtieri (Reggio Emilia), paese del

marito della madre naturale, Bonfiglio Laccabue. Cresciuto secondo abitudini tedesche, ignaro delle tradizioni e della lingua locale, Antonio si trovò disadattato e, a causa delle sue stranezze, non fu ben accetto dai paesani. I luoghi dell’infanzia lasciarono in lui per sempre ricordi e sensazioni profonde, secondo il critico Cesare Zavattini. I paesaggi che dipinse, per esempio, sono spesso legati alla sua terra d’origine, come è evidente nella tela Castelli svizzeri, esposta per la prima volta a Bologna. Solo in due casi si ritrovano ambientazioni italiane: «Nell’opera Ligabue arrestato si vede un calesse con il pittore in mezzo a due carabinieri, che da Como lo devono riportare a casa dopo un tentativo di fuga. Poi c’è un autoritratto in cui appare ben vestito, con il Po sullo sfondo, mentre lavora accanto a un’immancabile e sfavillante moto rossa», racconta Villanti. La sua biografia artistica si può dividere in tre periodi. Il

FRECCIAROSSA TRENO UFFICIALE DELLA MOSTRA

Chi raggiunge Bologna con Frecciarossa ha diritto a uno sconto del 25% sul biglietto d’ingresso per Antonio Ligabue. La Grande Mostra. Per usufruire della riduzione è sufficiente presentare in biglietteria il ticket, con destinazione la città emiliana e una data antecedente di massimo due giorni quello d’ingresso all’esposizione. trenitalia.com

Antonio Ligabue

Cane setter con paesaggio (1954-55) Collezione privata

1928 è l’inizio del primo, che va avanti fino al 1939, quando Ligabue usa colori tenui e diluiti e predilige temi agresti. Il secondo, fino al 1952, è caratterizzato dalla scelta di una materia grassa e corposa. Il terzo, infine, che dura circa dieci anni, è il più prolifico: il segno è vigoroso e continuo, la tecnica è affinata. «È la fase di molti autoritratti», sottolinea la curatrice.

Tra i suoi soggetti ricorrenti ci sono soprattutto gli animali selvaggi, ritratti nella giungla o nei circhi in opere come Leopardo con antilope e indigeno Lince nella foresta e Circo all’aperto. Belve che lui non vide mai in natura, non avendo viaggiato molto. Ma osservò soprattutto nei circhi dove lavorava da giovane, impagliate nel Museo Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia (quattro di queste sono esposte in mostra) o rappresentate sulle figurine Liebig, regalate come gadget a chi acquistava il dado dell’azienda, che l’artista collezionava. In mostra sono esposti, infatti, due album: uno del 1954 del famoso marchio e un altro su cui l’artista amava disegnare mentre si trovava nella locanda della Cesarina.

In esposizione non mancano alcune rarità, come Crocifissione, eccezionale esempio di arte sacra e sculture che svelano un altro tratto della vita sofferta di Ligabue. Nel periodo trascorso a Gualtieri, infatti, il comune gli offrì un posto di scarriolante, cioè addetto al trasporto di materiali edilizi o di scavo: un lavoro molto faticoso che lo sottopose allo scherno di molti. «Per reagire a tutto questo», conclude Villanti, «il “matt”, come veniva appellato in modo spregiativo, plasmava delle creature fantastiche. Raccoglieva la terra lungo gli argini del fiume, la masticava per ammorbidirla e realizzava delle figure». Fedeli amiche del mondo irreale in cui si rifugiava.

Antonio Ligabue
Circo all’aperto (1955-56) Collezione privata

IL TALENTO DELLA SPERANZA

In questa foto e nella successiva Luisa Vassallo a Villa Grock - Museo del clown (Imperia)

SPAZZARE VIA UN PO’ DI POLVERE DALL’ANIMA DI CHI SI TROVA RICOVERATO IN UNA STANZA D’OSPEDALE. È QUESTO LO SCOPO DELLA CLOWNTERAPIA, RACCONTATA DA LUISA VASSALLO

di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com Cesarebiasiniselvaggi

© G. Lagorio

Villa Grock, un piccolo gioiello sulle colline di Imperia, è stata la dimora, per quasi 30 anni, di uno dei più grandi clown del ‘900: lo svizzero Adrien Wettach, in arte Grock. Musicista, compositore, fotografo, acrobata, giocoliere e contorsionista poliglotta, Grock fu amico di Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio e di artisti e sovrani di tutta Europa. Un artista poliedrico ancora oggi tenuto in alta considerazione dai clown del mondo intero. All’interno della villa, recuperata dall’oblio e dall’abbandono nei primi anni del 2000, ha avuto modo di lavorare per più di dieci anni Luisa Vassallo, incontrando personalità del mondo del circo e dello spettacolo. Donna eclettica, dipendente di una pubblica amministrazione con una laurea in Scienze religiose, nel tempo libero indossa un naso rosso e si dedica all’arte della clownterapia negli ospedali. Ma è anche una delle autrici più apprezzate di libri di gastronomia fantasy come La cucina di Narnia, A tavola con Harry Potter e L’erbario di Tolkien. Appena la telecamera del mio laptop si accende sul suo volto sorridente per la nostra intervista da remoto, capisco subito di essere di fronte a una persona davvero speciale. Che cosa vuol dire per te essere una clownterapeuta?

Come si vede il mondo con gli occhi di un clown?

Significa semplicemente essere un amico di passaggio che toglie un po’ di polvere sugli spigoli dell’anima di chi è ricoverato per curarsi. O che cerca di spazzare via un po’ di catrame depositato sul cuore dopo un incidente o durante una malattia. Vuol dire essere un piccolo arcobaleno che si affaccia tra le nuvole grigie che pesano all’interno di una stanza d’ospedale, una presenza che passa per ricordare che “buon tempo si spera”, anche se non sempre “è rosso di sera”.

Con stupore, nient’altro che questo. Lo ammetto: ero già propensa alla curiosità, che è una bella chiave per conoscere il mondo, ma senza lo stupore la curiosità rischia di diventare una vecchia zitella ficcanaso, sterile e petulante, e la cosa non mi interessa.

Lo stupore è uno sguardo che si allarga, è un imbuto che coglie la bellezza inaspettata e nascosta del quotidiano e la fa scivolare dritta al cuore. A volte, agli occhi degli altri, si rischia di risultare stupidi e, per darsi un contegno, si tende a rinnegare quello stupore, a conformarsi: ma questo è un grave tradimento verso se stessi e verso la realtà. Abbiamo un mondo – se posso usare un paio di parole un po’ spinte – pieno di scemi e carente di stupidi stupiti. Tu hai conosciuto Patch Adams, il primo medico clown del mondo, padre fondatore della terapia del sorriso. Cosa ti ha colpita di più in lui? Il primo aggettivo che mi viene in mente è ostinato, mentre tra i verbi oserei dire innamorato. Ricordo di quando ci raccontò di una sua visita in un reparto di oncologia pediatrica. Si era soffermato accanto a ogni lettino col suo nasone, la camicia multicolore e i pupazzi. Aveva strappato sorrisi innocenti e regalato gioia pura a tutti. C’era ancora una stanza, ma i medici gli dissero che non ne valeva la pena: «Ormai ha praticamente perso conoscenza, le ore sono contate…». Con gli occhi ancora pieni di commozione, Patch ci raccontò che decise di entrare e restare a lungo accanto a quel lettino. A fare cosa? «Ognuno, finché è vivo, ha il diritto di essere felice», disse. Qual è l’insegnamento più grande che hai ricevuto dalla tua attività artistica di clown?

Dicono che il naso rosso sia la maschera più piccola che esista. Forse proprio per questo, non potendosi nascondere, i clown non riescono a dire bugie e questa è la cosa

più bella che ho imparato. Sarebbe un traditore – mi disse un giorno un grande amico – il clown che anestetizzasse il male “facendo lo scemo” o proponendo solo degli spettacolini per aprire una parentesi tra le cose brutte della vita e far dimenticare la malattia, le bollette da pagare, un brutto voto o la fatica di certe giornate. Il compito del clown è quello di portare tutte queste cose in scena, di illuminarle con la speranza, mostrare che non esiste solo il fallimento perché c’è la rinascita. Non c’è solo la caduta ma anche la risalita, non c’è solo la tristezza di certi momenti perché esiste quel movimento del cuore che si chiama stupore, da cui tutto ricomincia.

Scrivi anche libri di gastronomia fantasy. Di cosa si tratta esattamente?

È un termine che è stato coniato dopo il successo del mio libro A tavola con gli hobbit. Era difficile da catalogare perché non si sapeva mai in che scaffale sistemarlo, se tra i libri di narrativa o in quelli di cucina. E così si è dato il via a questo filone di ricettari un po’ particolari.

Come è nata l’idea di coniugare la tua passione per la narrativa fantasy con la cucina? È successo per caso. Tutto nacque tanti anni fa, in un pomeriggio di settembre: ero con mio fratello Nicola e la mia amica Cinzia Gregorutti e stavamo cercando di organizzare una cena. «Cosa cuciniamo sabato sera?». «E se facessimo una cena hobbit?». «Bellissimo! Ma cosa mangiano gli hobbit?». Così io e Cinzia ci mettemmo a rileggere Il Signore degli anelli, che notoriamente non è un libretto di poche pagine, e poi Lo hobbit e Il Silmarillion, a caccia di indicazioni gastronomiche. Una volta trovate le citazioni – torta di mele, crostata di more, coniglio, funghi e pancetta – il passo successivo fu quello di cercare le ricette e, infine, sperimentarle. La cena saltò, ma a Natale di quell’anno il nostro lavoro si trasformò in un file che stampammo e regalammo agli amici per farci perdonare del lungo digiuno. Qualcuno inviò il nostro lavoro a un editore e, in men che non si dica, fummo convocate a Milano. Iniziò così la revisione di

quanto avevamo fatto a cuor leggero e, in poco tempo, ci trovammo magicamente coinvolte in un mondo sconosciuto e affascinante che ci permise di incontrare centinaia di appassionati e di golosissimi lettori. C’è un mondo fantastico che ancora ti manca e ti piacerebbe esplorare dal punto di vista gastronomico?

Tra le storie che amo, una in particolare mi è molto cara: La storia infinita di Michael Ende. Chissà se un giorno mi capiterà di sedermi a tavola con i protagonisti di questo meraviglioso racconto.

Uno scatto delle attività di clownterapia
Luisa Vassallo nei panni della dottoressa Pimpinella
Duane Michals Andy Warhol (1973)
Collezione Luigi e Peppino AgratiIntesa Sanpaolo

SEMPLICEMENTE WARHOL

IN MOSTRA A NAPOLI, FINO AL 16 FEBBRAIO, UN SIGNIFICATIVO

FOCUS DI OPERE DELL’ARTISTA AMERICANO CHE HA

SCARDINATO I LINGUAGGI DELLA CULTURA CONTEMPORANEA

di Sandra Gesualdi sandragesu

Anche chi si intende poco di arte lo conosce e riconosce. Con la sua immagine iconica che ha sbaragliato look e mode negli anni ‘60 e un nome evocativo che lui stesso si è costruito per apparire come

un newyorkese doc, se non per nascita, quanto meno per scelta e formazione. Andy Warhol, figlio di un minatore cecoslovacco emigrato negli Stati Uniti a inizio ‘900, è simbolo di un’arte che scardina la critica, supera le avanguardie

Andy Warhol Vesuvius (rosso) (1985)
Collezione Intesa Sanpaolo

e si proietta direttamente tra gli scaffali dei supermercati, dove tutto ha un prezzo e può essere consumato.

Warhol inventa un nuovo linguaggio, ridefinisce l’immaginario per intere generazioni e crea un solco nell’evolu-

zione della cultura delle rappresentazioni. Avvia il movimento della Pop Art, con cui si propone di rendere l’arte meno elitaria e avvicinarla alle persone comuni. Produce opere in serie a partire da oggetti di scarso valore e uso

Andy Warhol Triple Elvis (1963) Collezione Luigi e Peppino Agrati - Intesa Sanpaolo

quotidiano, crea infinite variazioni dell’originale, attingendo indifferentemente dal mondo della moda, del fumetto, del cinema e della politica.

Con l’uso deciso del colore o il contrasto del bianco e nero rende astratti e figurativi personaggi famosi, cristallizzandoli in una nuova iconografia che ne diventa rappresentazione universale. Sono il presidente cinese Mao TseTung, l’attrice Liz Taylor, la first lady Jacqueline Kennedy, il cantante Elvis Presley e soprattutto la celebre Marilyn Monroe.

Nel settembre del 1963, alla Ferus Gallery di Los Angeles, viene allestita la grande monografica Andy Warhol: Elvis Paintings, dedicata proprio e interamente a Elvis Presley, rappresentato in tutte le 22 opere presenti, ingrandito e moltiplicato sempre nello stesso fotogramma, estrapola -

to da un'immagine pubblicitaria del film western del 1960 Flaming Star Oggi è possibile ammirare una di quelle riproduzioni nelle sale delle Gallerie d’Italia a Napoli che, fino al 16 febbraio, ospitano la retrospettiva Andy Warhol. Triple Elvis a cura di Luca Massimo Barbero: un significativo focus espositivo di opere firmate dall’artista americano, tra cui tre fondamentali cicli grafici riuniti per la prima volta e provenienti dalla collezione Luigi e Peppino Agrati. Esposti, oltre alle iconiche Marilyn, anche un ritratto poco noto di Warhol, un piccolo scatto del fotografo americano Duane Michals e i due Vesuvius della collezione Intesa Sanpaolo, a testimonianza dell’importante legame che l’artista dai capelli argento ebbe con l’Italia e la città di Napoli. gallerieditalia.com

Andy Warhol
Mao Tse-Tung (1972) Collezione Luigi e Peppino Agrati – Intesa Sanpaolo

TUTTI I VOLTI

DI

BARBIE

A MILANO UNA MOSTRA CELEBRA LA BAMBOLA MATTEL, ICONA DI MODA E PALADINA DELL’INCLUSIVITÀ SOCIALE, A 65

ANNI DAL SUO DEBUTTO

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

In tutto l’articolo immagini della mostra Barbie: A cultural icon exhibition

Era astronauta già prima che Neil Armstrong atterrasse sulla Luna e si è candidata a Presidente degli Stati Uniti d’America battendo d’anticipo Hillary Clinton e Kamala Harris. Barbie, l’icona globale creata da Mattel, nei suoi 65 anni di storia ha interpretato i principali mutamenti culturali della società. Ha parlato di inclusività precorrendo i tempi e ha saputo cambiare mestiere di anno in anno. Al modello ispirazionale che è stata capace di creare è dedicata la mostra Barbie. A cultural icon exhibition, fino al 19 gennaio 2025 negli spazi di Next Exhibition a Milano. In mostra 250 pezzi che consentono di ripercorrere, cronologicamente e culturalmente, l’evoluzione della bambola più famosa del mondo dalla nascita, il 9 marzo del 1959, quando il primo esemplare fece il suo debutto, fino a oggi.

Particolare attenzione è riservata alla moda dato che Barbie ha saputo influenzare le tendenze degli ultimi 60 anni: da una scatola di cartone, i suoi minuti abiti, a volte sfarzosi e dai colori shocking, hanno raggiunto le passerelle più importanti del pianeta. Tra le mise più gettonate quelle per il fitness occupano un posto privilegiato. Vestita di spandex, un tessuto con fibre elastiche, ha cavalcato l’onda del culto del corpo tipico degli anni ‘70 e ‘80, aggiungendo al suo guardaroba un’intera sezione gym chic fatta di body e top fashion ma confortevoli.

Ma la moda non è l’unico ambito in cui la bambola ha esercitato un’influenza: nel 1968 ha fatto il suo debutto Christie, la prima Barbie nera, mentre nel 1980 è arrivata quella con tratti ispanici. L’iconico giocattolo è stato uno dei primi pensati in un’ottica di inclusività e rappresentazione ampia della figura femminile. Ce ne sono oggi innumerevoli modelli, in cui cambia il colore della pelle o quello dei capelli, disponibili in tre diverse taglie: petit (minuta), tall (alta) e curvy (formosa). E, ancora, Barbie con le protesi, con la vitiligine, oppure in carrozzina.

In esposizione anche la linea ispirata alle Role Model, modelli positivi capaci di spronare a credere nei propri sogni come la campionessa paralimpica di scherma Bebe Vio. Si continua con i vari ruoli professionali rico -

perti dall’eroina Mattel, dalla veterinaria alla pilota, dalla paleontologa al chirurgo. Per entrare poi nel vivo del progetto The Dream Gap, che dal 2019 punta a depotenziare gli stereotipi e i pregiudizi sociali che possono influenzare le scelte e il futuro delle bambine già dalle scuole elementari. L’obiettivo è colmare il divario di genere, cercando di incoraggiare nelle più piccole l’interesse per ogni tipo di professione e incrementando la

convinzione che chiunque possa essere un buon leader. Chiudono la mostra le interviste video ai designer della bambola e una raccolta di set e accessori iconici: dalla prima Dreamhouse del 1962 all’inconfondibile macchina rosa, dalla tavola da surf alle due postazioni per selfie di Barbie e Ken, riprodotte a grandezza naturale per poter scattare delle foto souvenir. nextexhibition.net

PHOTO INQUADRARE UN SOGNO

Polina Kostanda Dalla serie Alice in Wonderland
© Polina Kostanda

A CENTO ANNI DALLA NASCITA DEL SURREALISMO, REALTÀ E FANTASIA SI MESCOLANO NELLE

OPERE IN MOSTRA AL PHEST, IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA E ARTE IN PROVINCIA DI BARI di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Ismail Ferdous Dalla serie Sea Beach
© Ismail Ferdous

C’è chi di notte sogna montagne di zucchero filato e chi, a occhi aperti, immagina di diventare una rockstar. E poi ci sono persone che nel sonno vivono avventure incredibili e adornano la realtà di colori nuovi, srotolando gomitoli dalle tinte vivaci e applicando piume variopinte sui volti dei propri cari. Il sogno è il tema che guida la nona edizione di PhEST, il festival internazionale di fotografia e arte che fino al 3 novembre accende Monopoli, in provincia di Bari.

Nell’anno in cui si celebrano i 100 anni del Surrealismo, nato ufficialmente nel 1924 con il Manifesto scritto da André Breton, le 33 mostre della rassegna di cui Trenitalia è Vettore Ufficiale rendono omaggio al movimento mescolando fantasie oniriche, realtà storiche e ricordi personali attraverso gli scatti di diversi artisti internazionali.

Tra questi, la digital artist ucraina Polina Kostanda che, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, invita gli osservatori ad abbracciare le possibilità illimitate dell’immaginazione. Ma an-

che il fotografo del Bangladesh Ismail Ferdous, che tornando nei luoghi della sua infanzia ne rievoca i ricordi, e l’artista visivo e giardiniere berlinese Bruce Eesly, capace di creare un’assurda storia per immagini, ambientata durante la rivoluzione verde degli anni ’60, sulla creazione di colture migliori grazie alla manipolazione genetica. In mostra anche gli scatti dell’artista polacca Michalina Kacperak che in Soft Spot, progetto realizzato insieme alla sorella, ripercorre la storia della sua vita con un padre dipendente dall’alcol. E quelli di Jan von Holleben, fotografo tedesco che durante una residenza d’artista a Monopoli ha coinvolto bambini e bambine della comunità locale trasformando i loro sogni in scatti divertenti.

Le loro opere sono esposte in diverse sedi sparse per la città, dal Porto vecchio di Monopoli al castello Carlo V, passando –tra gli altri – per Palazzo Palmieri, la chiesa dei santi Pietro e Paolo e il monastero di san Leonardo. phest.info _phest_ phestseebeyondthesea

Jan von Holleben
Dalla serie All Humans Be Cats
© Jan von Holleben
Michalina Kacperak
Dalla serie Soft spot
© Michalina Kacperak

OBIETTIVI SUL

MONDO

AL SIENA AWARDS, FINO AL 24 NOVEMBRE, I MIGLIORI SCATTI DI FOTOGRAFI INTERNAZIONALI CHE RACCONTANO LA SOCIETÀ, L’AMBIENTE E I PERSONAGGI PIÙ ICONICI DELLA STORIA RECENTE

di Sandra Gesualdi sandragesu

Uno scatto dalla mostra Piatsaw di Nicola Ókin Frioli

Le lunghe e intarsiate lance del popolo indigeno, irte e rivolte al cielo, fanno da contraltare ai bracci meccanici delle escavatrici schierate come un esercito. Lo scatto di Nicola Ókin Frioli, artista italiano indipendente che negli ultimi 20 anni ha lavorato su tematiche legate ai diritti umani e ambientali, rappresenta la tenace resistenza degli abitanti della foresta amazzonica ecuadoriana nel proteggere le loro terre antichissime dall’estrazione mineraria e petrolifera. L’immagine esposta all’Accademia dei Rozzi fa parte della mostra Piatsaw, organizzata per la decima edizione del Siena Awards, che fino al 24 novembre riempie di eventi e arte il centro storico della città toscana. Lo scorso 28 settembre, inoltre, sono stati assegnati i pre -

Irreplaceable (Insostituibile) del palestinese Ali Jadallah, fotografo dell’anno del Siena International Photo Awards 2024

mi destinati alle diverse categorie: il palestinese Ali Jadallah, con Irreplaceable ( Insostituibile), è stato nominato fotografo dell’anno con un’immagine colma di disperazione scattata a Gaza e capace di raccontare il dramma del conflitto israelo-palestinese. Gilad Topaz, israeliano, con Drifting in space si è aggiudicato il Drone Photo, mentre l’artista spagnola Lurdes Santander con Dreaming above the universe è stata decretata la migliore fotografa del Creative Photo Awards. Protagonisti della manifestazione sono proprio fotografi di fama internazionale provenienti da tutto il mondo che, con i loro lavori di grande impatto visivo e scenico, affrontano temi di rilevanza sociale e politica. Gli spazi dell’Accademia dei Fisiocritici, per esempio,

Steve Schapiro, Campagna di Robert Kennedy, California (1966)

ospitano la personale Saving the Monarchs dello spagnolo Jaime Rojo, interamente incentrata sulla spettacolare migrazione delle farfalle color ocra, dette monarca, note per l’attività impollinatrice e la capacità di spostarsi per migliaia di chilometri. Davanti alle foto si riflette sul pericolo di estinzione dei piccoli insetti alati, aumentato vertiginosamente negli ultimi decenni.

Infine, poco fuori Siena, verso ovest, il borgo di Sovicille accoglie uno degli appuntamenti più importanti del festival: American Edge, retrospettiva dedicata a Steve

Schapiro. Il fotografo newyorkese, scomparso nel 2022, ha saputo raccontare la società americana dello scorso secolo attraverso iconiche immagini dedicate ai momenti cruciali della storia degli Stati Uniti negli anni ‘60 e ‘70. Famose le immagini che ritraggono figure politiche celebri come Robert Francis Kennedy e Martin Luther King Jr., o quelle rubate dietro le quinte dei set di Hollywood, dove sono nati capolavori come Il Padrino di Francis Ford Coppola o Taxi Driver di Martin Scorsese. sienawards.com

Uno scatto di Jaime Rojo della serie Saving the Monarchs
Dreaming above the universe di Lurdes Santander, vincitrice del Creative Photo Awards

FRECCE TRENITALIA

IN FRECCIAROSSA LUNGO L’ITALIA

Che sia per svago o per lavoro Frecciarossa accompagna ogni spostamento. L’autunno, poi, porta con sé una doppia novità. La prima è che il Frecciarossa arriva anche a Gorizia, rendendo possibile raggiungere la città friulana da Napoli, Roma, Firenze, Bologna, senza effettuare cambi. La seconda consiste in due nuovi collegamenti diretti, in arrivo e partenza da Foggia: si sale sul treno la mattina per arrivare a Roma alle 9:15, con fermate a Benevento e Caserta, con possibilità di proseguire verso Milano senza fermate intermedie; al ritorno si parte da Milano nel pomeriggio, con fermate intermedie a Roma, Caserta e Benevento, per raggiungere la città pugliese in serata. Frecciarossa è anche il modo migliore per raggiungere Venezia, con un’offerta imbattibile: a disposizione, per esempio, 44 collegamenti al giorno con Milano, 36 con Bologna, oltre 30 con Roma, 30 con Firenze, oltre 20 con Napoli. Anche per i viaggi di lavoro, Frecciarossa si conferma la scelta migliore: nove treni no stop connettono Milano e Roma senza fermate, con tempi di viaggio a partire da 2 ore e 50 minuti e sono 100 al giorno i collegamenti complessivi tra la città meneghina e la Capitale, con ampia scelta di orari e disponibilità di posti per pianificare il proprio viaggio. Infine, per chi intende raggiungere Parma, il servizio ParmaLink mette a disposizione 12 corse giornaliere che consentono di arrivare nel centro della città emiliana con un comodo interscambio treno-bus dalla stazione di Reggio Emilia AV.

Gorizia

ALLA BORSA  MEDITERRANEA DEL TURISMO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM CON LE FRECCE U

n momento di incontro per gli appassionati del settore ma anche un’opportunità di business per gli operatori e un’occasione per promuovere al meglio l’offerta turistico-archeologica italiana e del mondo. Da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre, Paestum ospita la XXVI Borsa mediterranea del turismo archeologico.

Per chi partecipa all’evento e raggiunge Napoli o Salerno con le Frecce è disponibile il 30% di sconto sul prezzo Base del biglietto del treno. Per ottenerlo, bisogna scaricare il coupon presente sul sito bmta.it, compilarlo e inviarlo via mail all’Ufficio Gruppi Frecciarossa (ufficiogruppifrecciarossa@trenitalia.it), indicando nell’oggetto della mail BMTA 2024. La richiesta deve essere inviata almeno cinque giorni lavorativi prima della data del viaggio. Il coupon ottenuto va presentato al capotreno insieme al biglietto.

Maggiori informazioni su trenitalia.com

CARNET AZIENDE

PER

I VIAGGI DI LAVORO:

PROMOZIONI FINO AL

50%

Spostamenti di lavoro tra due città? Il Carnet Aziende consente di risparmiare sui viaggi di dipendenti e collaboratori. Si può scegliere tra il Carnet da 10, 30 e 50 viaggi e in via promozionale, dal 1° ottobre al 30 novembre, chi acquista il pacchetto da 50 viaggi ha diritto a uno sconto del 50% sulla tariffa Corporate, anziché del 40%.

Il Carnet è dedicato solo alle aziende iscritte al programma gratuito Trenitalia for Business e non è nominativo, quindi può essere utilizzato da diversi dipendenti e collaboratori della stessa impresa. E poi è valido tutti i giorni della settimana, in entrambe le direzioni.

Sia prenotazioni che viaggi devono essere effettuati nel periodo di validità del Carnet, con possibilità di cambi gratuiti e illimitati data/ora.

Maggiori informazioni su trenitalia.com/it/informazioni/trenitalia-for-business/carnet-aziende

Tutti i vantaggi del programma nella pagina Trenitalia for Business sul sito trenitalia.com

BASE

LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.

Freccia 2X1

La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconto fisso del 50% del prezzo Base su Frecciarossa e Frecciargento. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive e del Salottino Business 1

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Viaggia il martedì, mercoledì e giovedì con sconti fino al 60% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 3

FrecciaFAMILY

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 4

NOTE LEGALI

1. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio scelto e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

2. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Standard Premium e Business. Prevede, a seconda della classe e relazione di viaggio, l’acquisto a prezzi fissi in Standard/2^ classe a partire da 29 €, in Premium a partire da 34 € e in Business/1^ classe a partire da 39 €. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

FrecciaYOUNG

Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 19 € a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci Carta FRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 5

A/R in Giornata

Con l’offerta A/R in giornata si può partire e tornare nello stesso giorno usufruendo di uno sconto per singola tratta rispetto al prezzo Base del 40% nelle giornate dalla domenica al venerdì e del 60% nella giornata del sabato 6

A/R FRECCE IN SETTIMANA

Con l’offerta A/R Frecce in Settimana si può scegliere un’andata e un ritorno dal lunedì al venerdì della stessa settimana, con uno sconto per singola tratta rispetto al biglietto Base, del 40% nelle giornate di lunedì e venerdì e del 50% nelle giornate dal martedì al giovedì 7

3. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.

Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

4. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti.

5. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€, 29 € e 39€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

6. L’offerta consente di acquistare due biglietti, uno per il viaggio di andata e uno per il viaggio di ritorno, da effettuare nella stessa giornata, sulla medesima tratta e categoria di treno. Disponibile su tutti i treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca in tutte le classi e livelli di servizio ad eccezione del livello di servizio Executive e del servizio Salottino. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Modificabile, ma non rimborsabile. Gli sconti previsti rispetto al prezzo Base verranno applicati fatti salvi i minimi tariffari.

7. L’offerta consente di acquistare due biglietti, uno per il viaggio di andata e uno per il viaggio di ritorno, da effettuare tra il lunedì ed il venerdì della stessa settimana sulla medesima relazione e categoria di treno. Il viaggio di andata e ritorno non può essere effettuato nella stessa giornata. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento in tutte le classi e livelli di servizio, ad eccezione del livello di servizio Executive e del servizio Salottino Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Modificabile, ma non rimborsabile. Gli sconti previsti rispetto al prezzo Base verranno applicati fatti salvi i minimi tariffari.

Informazioni aggiornate al 6 settembre 2024

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Hai voglia di una pausa ad Alta Velocità diversa dal solito? Aggiungi al tuo viaggio un’esperienza di gusto! Il FRECCIABistrò ti aspetta al centro del Frecciarossa: lì troverai prodotti da forno, snack dolci e salati, piatti caldi e freddi, taglieri, panini, tramezzini, pizza, hamburger e soft drinks, birre artigianali, cocktail, vini e bollicine. Inoltre, puoi scegliere tra tanti menù pensati per ogni momento della giornata

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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E

AGEVOLAZIONI NELLE

PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA

Nel Torinese, ci sono due luoghi di storia, cultura e bellezza da raggiungere in treno e visitare a prezzo scontato. Il primo è la Reggia di Venaria, dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, che incanta con le architetture barocche e i giardini affacciati sulle Alpi. Il secondo è il Museo egizio, capace di stupire i visitatori e le visitatrici con la più importante collezione di antichità – al di fuori dell’Egitto – appartenute alla popolazione nata sulle rive del Nilo. Sono previsti sconti sull’ingresso a Venaria Reale per chi viaggia con Frecciarossa, Frecciabianca, Intercity o Intercity Notte fino a Torino e prosegue poi con il Regionale fino alla reggia. Riduzione sul biglietto anche per chi arriva direttamente con il Regionale. Inoltre, i titolari di CartaFRECCIA e X-GO possono usufruire di uno sconto del 15% per gli acquisti nel bookshop. Ingresso ridotto al Museo egizio, invece, per i titolari di Carta FRECCIA in possesso di un biglietto Frecciarossa o Frecciabianca con destinazione Torino, per gli iscritti al programma X-GO che hanno acquistato un biglietto Intercity, Intercity Notte o Regionale, per i titolari di abbonamento Regionale annuale o mensile valido per raggiungere la città e per gli stranieri non residenti in Italia in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciabianca, Intercity, Intercity Notte o Regionale. Inoltre, i titolari di Carta FRECCIA che esibiscono un biglietto Frecciarossa o Frecciabianca con destinazione Torino possono usufruire del 10% di sconto presso il bookshop del museo. lavenaria.it | museoegizio.it

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1950-1970 LA GRANDE ARTE ITALIANA - CAPOLAVORI DALLA

GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA DI ROMA

Dal 19 ottobre al 2 marzo 2025 a Palazzo Chiablese, Torino museireali.beniculturali.it | arthemisia.it

BERTHE MORISOT. PITTRICE IMPRESSIONISTA

Dal 16 ottobre al 9 marzo 2025 alla Gam, Torino gamtorino.it

DUBUFFET E L’ART BRUT. L’ARTE DEGLI OUTSIDER

Dal 12 ottobre al 16 febbraio 2025 al Mudec, Milano mudec.it

GALLERIE LEONARDO DA VINCI, MILANO museoscienza.org

MUNCH. IL GRIDO INTERIORE

Fino al 26 gennaio 2025 a Palazzo Reale, Milano  palazzorealemilano.it | arthemisia.it

NIKI DE SAINT PHALLE

Fino al 16 febbraio 2025 al Mudec, Milano  mudec.it

DISNEY. L’ARTE DI RACCONTARE STORIE SENZA TEMPO

Fino al 23 febbraio 2025 al Centro culturale Altinate, Padova  altinatesangaetano.it

HENRI DE TOULOUSE LAUTREC.

IL MONDO DEL CIRCO E DI MONTMARTRE

Fino al 12 gennaio 2025 a Palazzo Dalla Rosa Prati, Parma palazzodallarosaprati.it | navigaresrl.com

HELMUT NEWTON. LEGACY

Fino al 24 novembre alle Stanze della fotografia, Venezia  lestanzedellafotografia.it

ANTONIO LIGABUE. LA GRANDE MOSTRA

Fino al 30 marzo 2025 a Palazzo Albergati, Bologna  palazzoalbergati.com | arthemisia.it

TUTTI DE SICA. REGISTA & INTERPRETE

Fino al 12 gennaio 2025 alla Galleria Modernissimo, Bologna cinetecadibologna.it

LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI, GENOVA cittadeibambini.net

HELEN FRANKENTHALER. DIPINGERE SENZA REGOLE

Fino al 26 gennaio 2025 a Palazzo Strozzi, Firenze palazzostrozzi.org

Fernando Botero

Il picnic (1989)

Collezione privata

BOTERO

Forme rotonde e ambientazioni paradossali sono i tratti distintivi delle opere di Fernando Botero, il pittore colombiano a cui Palazzo Bonaparte, nel centro storico di Roma, dedica una mostra aperta fino al 19 gennaio 2025. A un anno dalla scomparsa dell’artista, è possibile ammirare dipinti, acquerelli, sculture e alcuni inediti raccolti in una selezione curata dalla figlia Lina Botero e da Cristina Carrillo de Albornoz.

Sconto sull’ingresso all’esposizione per chi esibisce in biglietteria il titolo di viaggio Frecciarossa o Frecciabianca con destinazione Roma e una data antecedente al massimo di due giorni rispetto l’ingresso alla mostra. mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

ANTONIO LIGABUE. I MISTERI DI UNA MENTE

Fino al 12 gennaio 2025 al Museo storico della fanteria, Roma navigaresrl.com

MIRÓ. IL COSTRUTTORE DI SOGNI

Fino al 23 febbraio 2025 al Museo storico della fanteria, Roma navigaresrl.com

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La Reggia di Venaria e una galleria del Museo egizio © Dario Fusaro

Parigi Lione

LEGENDA:

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia com

Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com

Cartina aggiornata al 24 settembre 2024

Caserta

Foggia
Lecce
Reggio di Calabria
Fiumicino Aeroporto Genova
Pescara
Taranto
Lamezia Terme
Potenza Matera Trento Ravenna Verona
Napoli Napoli Afragola
Salerno
Falconara Marittima
Sibari

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497

WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio FRECCIAROSSA ETR 700

FRECCIAROSSA ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze

Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

PRIMA

SFUMATURE DI STAGIONE

DAL FRIULI ALLA CAMPANIA, PASSANDO PER LA TOSCANA, IN TRENO STORICO ALLA SCOPERTA DI PAESAGGI AUTUNNALI ED ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE

Aottobre la natura cambia forme e colori regalando paesaggi emozionanti. In questa stagione, la Fondazione FS Italiane propone interessanti itinerari turistici per scoprire il territorio e le sue eccellenze enogastronomiche.

In Toscana, il 12 ottobre, si festeggia l’autunno con un viaggio da Siena ad Abbadia San Salvatore a bordo di un

13, 20,

11, 12, 13 12, 19,

Irpinia express. Il treno del paesaggio

Treno delle mongolfiere

TrEno Langhe Roero e Monferrato

Treno natura. Festa d’autunno

Lario express

Treno natura. Sapori e profumi dei boschi amiatini

Sebino express

Treno Fiera di San Simone

Treno del Sacro Monte

Pietrarsa express

Treno natura. Festa dell’olio novo

Reggia express Treno della zucca

Besanino express Treno natura. Sagra del tordo

convoglio storico trainato da una locomotiva a vapore. Percorrendo il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete senesi, si ha la possibilità di degustare i prodotti locali e visitare l’abbazia di San Salvatore, che ha dato il nome al comune in provincia di Siena, nel cuore del Monte Amiata, e il Museo della miniera, nel Parco nazionale delle colline metallifere grossetane. Le corse sui treni a vapore vengono replicate in Toscana ogni domenica del mese e conducono i viaggiatori alla scoperta di boschi, eventi folkloristici, olio locale e feste dal sapore medievale, come la Sagra del tordo di Montalcino, vicino a Siena, che termina il 27 ottobre. Lo stesso giorno è in programma la Festa della zucca a Venzone, in provincia di Udine. Per l’occasione, una locomotiva elettrica traina una serie di carrozze Centoporte da Trieste fino al borgo fortificato trecentesco nel Parco naturale delle Prealpi Giulie, definito “salotto tra le mura”.

Da non perdere, infine, l’appuntamento con il Festival internazionale mongolfiere Fragneto Monforte. Dall’11 al 13 ottobre è prevista la partenza giornaliera di un treno storico che collega Napoli Centrale al comune in provincia di Benevento dove si tiene la manifestazione, giunta ormai alla 36esima edizione. fondazionefs.it | fstrenituristici.it fondazionefsitaliane

© Moreno Orlando per Fondazione FS Italiane
Un treno storico percorre la Pedemontana del Friuli

PRIMA DI SCENDERE

di Mario Tozzi

mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

L’ANIMA DELLA PUGLIA

Il fatto che la Puglia sia una delle mete più attrattive della penisola non dovrebbe portare i turisti a concentrarsi su una sola località ma, anzi, a esplorare tutta la regione, meglio ancora se fuori stagione.

Giovinazzo, nel territorio di Bari, è ancora simbolo di una Puglia dalle radici antiche e poco conosciuta rispetto alle vicine Molfetta o Trani. Ma possiede un centro storico notevole, che ha poco da invidiare alle consorelle cittadine della costa vicino al capoluogo, e un’acqua trasparente e invitante limitata dal calcare bianco delle Murge. È un borgo di mare che guarda l’entroterra, circondato da

uliveti e vigneti e percorso da tradizioni storiche e da un certo orgoglio identitario che si può cogliere scendendo verso il mare o facendo lo struscio sulla grande piazza Vittorio Emanuele II.

Il Torrione aragonese, detto il tamburo per la forma tondeggiante, campeggia e fa da cardine agli approdi, mentre l’Arco di Traiano costituisce una delle antiche porte di accesso alla città. In estate si può cenare direttamente sul mare al vecchio porticciolo, che ancora resiste quasi intatto, ma ogni momento è buono per divorare la tradizionale focaccia con i pomodori, unta e croccante come deve essere.

Giovinazzo, Bari

PRIMA DI SCENDERE

MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio nerina.dinunzio nerinadinunzio

[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

IMPARARE AD ASPETTARE

Immaginate di essere bloccati in un ingorgo stradale. L’impazienza potrebbe spingervi a suonare il clacson, a imprecare o a cercare disperatamente di trovare una via d’uscita, aumentando lo stress e la frustrazione. Cosa cambierebbe se, invece, accettaste la situazione così com’è?

La pazienza, il secondo pilastro della mindfulness, è spesso considerata una virtù antiquata in un mondo che corre alla velocità della luce. A molti, soprattutto se si vive una vita frenetica, può sembrare un lusso inutile. Tuttavia, è una qualità essenziale per ridurre lo stress e trovare l’equilibrio. Esercitare la pazienza non significa semplicemente aspettare senza fare nulla, ma sviluppare la capacità di credere nel processo, di avere fiducia nel naturale svolgersi degli eventi, senza forzare o controllare ogni situazione. Nella meditazione, significa non cercare per tutto il tempo una concentrazione perfetta o il relax assoluto, ma vivere tutte le fasi necessarie alla mente per rispondere alle nostre intenzioni. Meditare ogni giorno, anche solo per cinque minuti, aiuta a imparare ad aspettare.

Ma la pazienza non coincide con la passività: è una scelta attiva che consente alla vita di svolgersi secondo i suoi tempi. Tornando all’ingorgo stradale, affrontarlo con calma non farà scomparire il traffico ma vi consentirà di risparmiare energia mentale e fisica, evitando di aggiungere ulteriore stress a una situazione già frustrante. Riflettendo un attimo, potreste decidere di sfruttare quel tempo per ascoltare un podcast o semplicemente per respirare profondamente e rilassarvi.

La pazienza, inoltre, implica un profondo rispetto per le diverse fasi di un processo e per i suoi ritmi. Un contadino che pianta un seme non si aspetta di vedere il raccolto il giorno dopo, né si arrabbia con la terra se la radice non germoglia immediatamente: capisce che ogni cosa ha il suo momento. Allo stesso modo, nella vita, molte situazioni richiedono tempo per svilupparsi, maturare e raggiungere una conclusione. La pazienza è una forma di saggezza che riconosce e accetta questo ritmo naturale. È la consapevolezza che non tutto può essere controllato o accelerato: a volte la cosa migliore da fare è aspettare e avere fiducia.

PRIMA DI SCENDERE

FOTO DEL MESE

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Nella regione di Rivne, in Ucraina, due bambine corrono su un prato, mentre una terza impara ad andare in bicicletta, divertita e concentrata. Sembra una normale mattinata al parco, ma sullo sfondo si solleva una colonna di fumo scuro e denso. È il risultato di un attacco notturno dei droni russi, che ha provocato l’incendio di un vicino deposito di petrolio. Il fotografo documentarista polacco Patryk Jaracz, autore dello scatto, nella vita si occupa di testimoniare la situazione dei diritti umani nell’Est Europa e grazie a questa immagine è stato premiato nell’ambito del World Report Award - Documenting Humanity. La mostra Single shot: storie dal mondo in 30 scatti, che raccoglie tutte le immagini classificate nella categoria dedicata agli scatti singoli, è aperta fino al 27 ottobre nella sede della banca Centropadana di Lodi. È una delle oltre 20 esposizioni organizzate in occasione del Festival della fotografia etica, che in vari luoghi della città – da Palazzo Barni al Chiostro dell’ospedale vecchio – ospitano gli scatti di talenti internazionali, tra racconti di umanità e di territori. festivaldellafotografiaetica.it fotografiaetica

© Patryk Jaracz
Patryk Jaracz Kids learning how to ride a bicycle, Ucraina

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