ANNO XII | NUMERO 8 | AGOSTO 2020 | www.fsitaliane.it
PER CHI AMA VIAGGIARE
è
m u o v i A m o ci
AGOSTO DALLE ALPI FINO ALLE EGADI
EDITORIALE
© Clara Neri
PRENDO IL TRENO
«M
eriggiare pallido e assorto/presso un rovente muro d’orto». Riecheggia, nella mia testa, questo noto incipit montaliano e mi evoca remoti pomeriggi agostani. «Andando nel sole che abbaglia», continuano quei versi, guardiamo verso un futuro che è, di sua natura, come la vita, pieno di incognite: rischi e opportunità. Per dirla con Montale, un «seguitare una muraglia/che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia». Nel giro di pochi mesi la vita di tutti noi ha dovuto fare i conti con quei cocci aguzzi diventati, da metaforici dissuasori di fughe esistenziali, un monito per sottrarci da altri concreti pericoli. Il timore del contagio da Covid-19 non
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deve ancora abbandonarci, per l’unico motivo che abbassare la guardia ora potrebbe farci ripiombare in un’emergenza che ci auguriamo tutti resti soltanto un doloroso, quanto indimenticabile, ricordo. Come abbiamo detto a luglio, FS Italiane la guardia non l’ha mai abbassata e non lo farà certo ora, anzi. Restano le raccomandazioni, l’attenzione estrema alle norme di profilassi. Abbiamo addirittura iniziato a produrre in un nostro stabilimento di Bologna mascherine protettive, il cui corretto uso è ancora essenziale per tutelare noi stessi e gli altri. Ma dobbiamo ripartire, muovere l’economia del Paese e le nostre passioni, dare sfogo alla vitalità repressa nei mesi del lock-
E VENGO DA TE
down. Agosto è questo: libertà, voglia di mettersi in gioco, amore, movimento, sole. Lo strillo di copertina, e il gioco di parole che abbiamo scelto, intendono stimolare tutto questo. Così come gli articoli che leggerete sfogliando, ancora una volta virtualmente, La Freccia. A settembre ci riproponiamo di tornare (anche) sulla carta, seppure con una tiratura più contenuta del solito. Ma vediamo quello che ci riservano le settimane a venire. Intanto, da un’indagine promossa da Isnart-Unioncamere e pubblicata a metà luglio, emergerebbe che quasi un italiano su due quest’estate non andrà in vacanza. Il 75% di chi le farà sceglie il mare. Trenitalia di treni per il mare ne ha messi tanti,
persino un Frecciarossa che corre tra Liguria e Maremma. Ma, si legge nella ricerca, anche gli spostamenti saranno brevi. Tanto turismo di prossimità. Le gite di un giorno, quelle che una volta per molti erano la regola, negli anni del boom economico. E così, di ricordo in ricordo, penso alle estati di fine anni ‘60 quando, da ragazzino, pantaloni corti, il sabato o la domenica salivo con i miei in treno per raggiungere Castiglioncello. Pochi soldi, tanta voglia di mare e sole. Mi accompagnavano le note di Azzurro, le parole di Paolo Conte, la voce di Adriano Celentano. Possiamo farlo ancora. «E allora, io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te». 3
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UPDAY, NEWS A PORTATA DI SMARTPHONE INFORMAZIONE SELEZIONATA E PERSONALIZZATA CON LA PRIMA APP EUROPEA CHE OFFRE NOTIZIE SU MOBILE. NE PARLIAMO CON GIORGIO BAGLIO, COUNTRY MANAGER E DIRETTORE DELL’EDIZIONE ITALIANA di Marco Mancini
L’
evoluzione del mondo dell’informazione parla il linguaggio digitale degli algoritmi, dell’Internet of Things, dei Big Data e si concretizza con l’utilizzo di media capaci di trovarti ovunque. Anche davanti al frigorifero di casa dove, mentre ti accingi a prendere il latte per colazione, uno schermo sullo sportello ti mostra l’ultima breaking news. Per proporti, come fa lo smartphone che ogni tanto allontaniamo dagli occhi, gli argomenti preferiti senza dover sfogliare compulsivamente il giornale. Abbiamo incontrato Giorgio Baglio, country manager e direttore di Upday, un’app che fa questo, e bene. Tanto che in pochi anni ha scalato le classifiche di Audiweb ed è oggi stabilmente tra i primi dieci brand dell’informazione online più letti in Italia, subito dietro corrazzate come il Corriere della sera e La Repubblica. Giorgio Baglio, 36 anni, già con importanti esperienze giornalistiche alle spalle, tra cui otto anni all’Agi, è a capo di una redazione composta da altri cinque giornalisti tutti più
Giorgio Baglio 4
marmanug
giovani di lui. Come dire, tutti possono fare tutto, ma fino a un certo punto. Il ricambio generazionale non apporta solo entusiasmo ma anche visioni davvero disruptive e innovative. Nel concreto e non nella retorica di quegli slogan che fanno dell’aggettivo nuovo, paradossalmente, l’attributo più consunto e abusato. Iniziamo dalla domanda più semplice: cos’è Upday e che fa? È un’app sviluppata da Axel Springer, il principale editore digitale europeo, preinstallata su tutti gli smartphone Samsung, nata con l’obiettivo di fare giornalismo di qualità e contrastare le fake news. È partita così nel 2016, è arrivata in Italia a febbraio del 2017 e, sempre nel corso dello stesso anno, in altri 16 Paesi europei. Ora siamo in 34 Paesi. Contrastare le fake news, un nobilissimo obiettivo. Sì, è stato il nostro filo conduttore, fin dall’inizio. Come ha ribadito in una recente intervista Mathias Döpfner, l’amministratore delegato di Axel Springer. Siamo editori, ci
mettiamo la faccia, abbiamo dei giornalisti che ci lavorano, quindi se pubblico una fake news ne ho piena e totale responsabilità. Insomma, non un semplice aggregatore che, su input di algoritmi o scelte del lettore, pesca qua e là nel web. Di questi ne esistono da tempo… Appunto, la novità, l’esperimento iniziale, direi riuscito, consiste nel coniugare l’algoritmo con il lavoro giornalistico, i cui fondamentali restano sempre gli stessi, non cambiano con l’evolversi delle tecnologie. Perché gli algoritmi riescono a scegliere le notizie adatte a ogni singolo lettore ma non a selezionarle e a verificarne l’attendibilità. Esperimento di successo, perché i numeri vi danno ragione. Siamo la prima fonte di informazione su dispositivi mobili in Europa. In Italia, secondo i dati Audiweb, abbiamo circa due milioni di lettori. Premiati anche dalla permanenza sull’app, con un indice altissimo che arriva fino a cinque, sei minuti. Quindi da un lato il traffico elevato e dall’altro la lettura attenta dei contenuti. Evidentemente facciamo una buona selezione. Solo selezione? No, anche se già questo è un lavoro importante. Perché il compito e la funzione sociale del giornalista consistono anche nel mettere un filtro tra la massa di informazioni e il pubblico. Se togli questa mediazione rischi di essere inondato di fake news che, soprattutto nel delicato momento che stiamo vivendo, sono pericolosissime. Spiegami allora come siete organizzati, qual è il vostro lavoro. Ogni Paese ha una sua redazione. In Europa siamo in tutto 55 giornalisti e una cinquantina di persone dedicate a Upday a Berlino, all’interno di Axel Springer, con gli sviluppatori, gli addetti al marketing e alla pubblicità. Qui in Italia siamo in sei e abbiamo dei turni come in un’agenzia di stampa. Apriamo alle sei e chiudiamo intorno a mezzanotte, sette giorni su sette. Selezioniamo le fonti migliori, senza fare un semplice copia e incolla degli articoli scelti, ma presentandoli con un titolo e un testo scritti da noi. Così come per le foto, abbiamo i nostri abbonamenti all’Ansa e a Getty. I giornalisti si occupano della sezione Top News, le prime dieci notizie sull’app. Continuando a scorrere c’è la sezione My News, in cui un algoritmo, sviluppato internamente, seleziona le notizie in base agli interessi e alle preferenze di lettura. Ma siamo anche una testata giornalistica e abbiamo i nostri contenuti, articoli scritti dai nostri redattori che, facendo squadra con gli altri editori, hanno quindi un taglio diverso da quello delle altre testate. Insomma, non facciamo concorrenza alla Repubblica o al Post o al Sole 24 Ore, dai quali scegliamo, per esempio, le breaking news che, cliccate sulla nostra app, portano poi traffico diretto a loro. Questo è un passaggio importante, da spiegare bene. Non sottraete traffico o, ancor peggio, non vi impossessate indebitamente del lavoro intellettuale altrui, come molti editori lamentano che accada, ma portate traffico a vantaggio degli editori vostri partner. È così. E gli editori che lo ricevono lo monetizzano con le
revenue pubblicitarie che vanno al 100% a loro. Insomma, siamo un editore che fa squadra con gli altri editori. Tutti? A livello europeo abbiamo tutti i più importanti. In Italia l’unico che manca è il Corriere della Sera, che ha un paywall sul sito e, visionato un certo numero di articoli, richiede di attivare un abbonamento. Abbiamo una partnership molto stretta con Il Sole 24 Ore, il cui paywall è sul modello “freemium”, con alcuni contenuti non accessibili e altri aperti che pubblichiamo sull’app. Poi altri accordi ancora, come con La Repubblica e La Stampa, che ci consentono di rilanciare anche alcuni articoli a pagamento. Upday finora ha scelto di non avere contenuti premium. Per farlo occorre una versione dell’app non più gratuita. Però vediamo, stiamo lavorando su tanti progetti. Quali? Per esempio quello di aumentare la nostra produzione editoriale, sperimentando nuovi formati e offrendo contenuti anche sui podcast. Innovare, non fermarsi mai, restare avanguardia nel mondo dell’informazione digitale. Sì, l’accordo con Samsung è sempre più forte ma col tempo abbiamo sviluppato anche altre app, come earliNews, disponibile anche per iPhone, ed earliAudio, un’app di podcast preinstallata su Samsung ma disponibile anche su Apple, quindi ci siamo allargati a tutto il mondo mobile. Stiamo puntando sui podcast anche in virtù di un accordo con una nota casa automobilistica tedesca che ci consentirà di essere preinstallati sulle loro autovetture. L’obiettivo è arrivare ovunque, su tutti i dispositivi, dai frigoriferi Samsung ai telefoni, dalle auto agli orologi. Poi c’è l’accordo con Facebook che è molto promettente, anche a livello di immagine. Facebook ci ha scelti per curare il loro speciale sul Covid-19. E qui ha pagato la nostra serietà e attenzione alle notizie che diffondiamo. Torniamo lì, i fondamentali del mestiere non cambiano. Il mio primo capo redattore all’Ansa, dove stavo facendo uno stage, davanti a una vecchia tastiera consumata dalle sigarette, quando ancora si fumava in ufficio, mi disse: «Questa tastiera si può trasformare in un AK-47, in un fucile d'assalto, soprattutto se fai la giudiziaria». Quindi, massima attenzione a quello che pubblichiamo. Con precise indicazioni che da buon direttore darai alla tua giovanissima squadra... Guarda, fin dai nostri primi passi, quando avevamo ancora poche centinaia di utenti, ho sempre chiesto ai miei di non intasare gli smartphone con le notifiche push breaking e di controllare sempre tutto, anche 200 volte, perché noi arriviamo sui telefoni nelle mani di tutti e dobbiamo essere guidati da un grande senso di responsabilità. Sul Covid-19 abbiamo avuto un’attenzione veramente maniacale, mai replicato o dato risonanza a voci su complotti, farmaci o terapie miracolose. Evitiamo titoli acchiappa click. Che spesso, venendo meno alle buone regole deontologiche, si pongono a servizio del marketing per rincorrere una sostenibilità economica sempre più difficile da raggiungere per tanti prodotti editoriali, sia analogici che digitali. 5
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Il futuro del giornalismo è senz’altro sul mobile. La carta stampata non scomparirà a breve ma è ormai costretta a svendere gli spazi pubblicitari, e le notizie che leggi sono già vecchie. Così come i siti di solo testo. Potranno sopravvivere, ma come strumenti di approfondimento. Resiste ancora un po’ la tv, ma la pubblicità ormai si sta spostando sul mobile e sul digitale. Perché ti permettono di targettizzare i messaggi arrivando a proporre campagne pubblicitarie personalizzate. E non la trovo una cosa negativa o disdicevole, tutt’altro. Se in questo periodo voglio cambiare macchina, e leggo molte news sui motori, non può che interessarmi ricevere la pubblicità di un’auto, magari un native advertising fatto bene, con le caratteristiche del veicolo, un video, belle foto. Mentre diventa irritante, oltre che inutile, se quegli stessi messaggi li riceve un ecologista convinto, che va solo in bicicletta e odia i motori. Insomma mi vuoi dire che una delle chiavi del successo è la capacità di veicolare pubblicità insita nel medium. Il nostro modello di business è incentrato sulla pubblicità, il che non va disgiunto dalla qualità dell’informazione che offri. E anche nella pubblicità lavoriamo in coordinamento con Berlino e abbiamo sviluppato formati molto innovativi, come quello che scorre in orizzontale, con le snap story. Così, nonostante il periodo difficilissimo, reggiamo bene e, addirittura in pieno lockdown, abbiamo avuto due campagne advertising di due case automobilistiche. Upday è arrivata al break even l’anno scorso, in tre anni. È qualcosa di estremamente importante per un’azienda editoriale. Certo, essere preinstallati sui dispositivi Samsung vi ha aiutato molto… Senz’altro, ma le app si possono anche disinstallare. Un altro parametro per testare il nostro lavoro è il numero di utenti che disattivano il servizio. È una percentuale bassissima. Come quella di chi disattiva le notifiche push, appena il 20%. Poi facciamo sondaggi tra i nostri utenti, a campione, e anche quelli sono molto positivi. L’ultimo lo abbiamo con-
dotto per capire come era percepita la nostra informazione sulla pandemia. Se era troppo invasiva, o non sufficiente. Insomma, curiamo molto il rapporto con i lettori. Una cura che non potrà mai darti nessun algoritmo. Ripeto, la figura del giornalista resta cruciale. L’hai detto, anche in chiave anti fake news. Ma la storia del giornalismo è ricca di bufale e leggende metropolitane scambiate per verità anche sui giornali blasonati. Quindi il terreno che frequentate è minato… Proprio per questo, quando esce una notizia, i colleghi di turno la cercano e la leggono su diverse testate, e confrontano i contenuti. Se per esempio viene citato un articolo della stampa americana, il collega va a vedersi la fonte originale. Solo dopo decide se pubblicare o no e sceglie quella che reputa la fonte migliore, indipendentemente dagli accordi che abbiamo con gli editori. Ecco, le fonti. Devo dire che io sono un costante fruitore della vostra app. Trovo un po’ di tutto, anche articoli di testate semisconosciute e di gossip. Abbiamo fatto una selezione delle fonti per la sezione My News, quella gestita dall’algoritmo, però c’è davvero un po’ di tutto. È un tema sul quale mi confronto spesso con Berlino, io sono per ridurle, però noi abbiamo lettori di ogni genere quindi, alla fine, bisogna essere il più generalisti possibile. E se abbiamo appassionati di gossip, dobbiamo far sì che possano trovare gli articoli di loro interesse. Insomma, se oggi molti giornali e periodici cercano un’ancora di salvezza, e di sostenibilità economica, nello schierarsi in maniera netta, nel rivolgersi a una nicchia, nel ritagliarsi un proprio target e nel fidelizzarlo, Upday si apre a ventaglio. Perché tutti hanno uno smartphone in tasca e (presto) uno smart speaker a casa. O, addirittura, un frigorifero che offrirà loro le notizie fresche di giornata, e di loro gusto. updayIT
Da sinistra, Anna Bigano, Fortunato Pinto, Silvia Giannelli, Biancamaria Simonetti (head of sales Italia), Giorgio Baglio (country manager e direttore), Enrico Codella, Federico Thoman
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Parma e Busseto, 11 set - 10 ott 2020 XX Edizione Parco Ducale di Parma 11, 13 settembre 2020
Teatro Regio di Parma 3 ottobre 2020
Versione di Parigi (1865) in forma di concerto
MACBETH
QUARTETTO PROMETEO
Parma, Busseto, Zibello 12, 13,19, 20, 26 settembre 2020
Teatro Regio di Parma 7 ottobre 2020
CARAVAN VERDIANO LA TRAVIATA
LETTERALMENTE VERDI
Parco Ducale di Parma 18, 20 settembre 2020
Teatro Regio di Parma 9 ottobre 2020
Lo spirito di Violetta
MESSA DA REQUIEM Parco Ducale di Parma 25, 27 settembre 2020
ERNANI
In forma di concerto Parco Ducale di Parma 2 ottobre 2020
CONCERTO SINFONICO Direttore
VALERIJ GERGIEV
Con
LUIGI LO CASCIO
RIGOLETTO, LA NOTTE DELLA MALEDIZIONE Di e con
MARCO BALIANI
Teatro Regio di Parma 10 ottobre 2020
GALA VERDIANO Con
LUCA SALSI
festivalverdi.it
SOMMARIO AGOSTO 2020
IN COPERTINA
muoviAmo ci è AGOSTO
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62
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UN TRENO DI LIBRI Invito alla lettura di Alberto Brandani, che questo mese propone ai lettori della Freccia il nuovo romanzo di Lisa Jewell, Qualcuno ti guarda
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RAILWAY HEART
EMOZIONI SOSPESE Ponti tibetani e zip line per volare tra
17 L’ITALIA CHE FA IMPRESA
cielo, terra e mare. La bellezza dell’Italia contemplata da una prospettiva originale
20 SAVE THE DATE
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MERANO MON AMOUR
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UN TUFFO NEL LIBERTY
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66
22
VERONA ALL’OPERA
GUSTA & DEGUSTA
Il 7 agosto si accendono le luci
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2020. Nel rispetto delle norme anti
WHAT’S UP
Covid-19
dell’Arena per il Festival d’Estate
ULISSEFEST A RIMINI
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IN CAMMINO A CERVETERI
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MOLISE DA SCOPRIRE
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BENVENUTI ALLE EGADI
34
62
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IN VIAGGIO CON ISOARDI
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IL CINEMA DI VENEZIA 77
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MADE IN ITALICS
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PER SEMPRE KURT
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FUORI LUOGO
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LA FRECCIA JUNIOR LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO
81 SCOPRI TRA LE PAGINE L’OFFERTA DELLE FRECCE E LE PARTNERSHIP TRENITALIA i vantaggi del programma CartaFRECCIA, le novità della ristorazione a bordo e l’intrattenimento del Portale FRECCE
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I numeri di questo numero
Tra le firme del mese
3.200
i metri di lunghezza della zip line a San Vigilio di Marebbe [pag. 36] VITTORIO GIANNELLA
80
Fotografo freelance, da anni gira il mondo per realizzare reportage di viaggio e scatti naturalistici per riviste del settore. Ama riportare a casa il senso di meraviglia che il pianeta regala
i chilometri dei Sentieri d’Acqua Meranesi [pag. 40]
PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XII - NUMERO 8 - AGOSTO 2020 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/07/2020 Foto e illustrazioni Archivio Fotografico FS Italiane FS Italiane | PHOTO AdobeStock Copertina © Roberto Di Patrizi Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT
Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it
1990
l’anno di nascita della Galleria Continua [pag. 75]
PEPPE IANNICELLI Giornalista, scrittore e conduttore radio e tv Ama raccontare e vivere la vita: viaggi, tavole gustose, arte e spettacoli, chiese e moschee, incontri occhi negli occhi
ALESSANDRA IANNELLO Giornalista e influencer di enogastroturismo, redattrice per VdGmagazine, collabora con diversi periodici e quotidiani nazionali. Lavora anche in radio e televisione, trattando temi legati ai viaggi e al patrimonio enogastronomico italiano
Read also
Un viaggio in treno tra arte, bellezza e sostenibilità. L’ITALIA ripARTE è il nuovo progetto multimediale di FS Italiane che prevede l’attivazione di contenuti, immagini e clip di videoartisti sui profili Instagram e Facebook del Gruppo e sul blog Railpost, per riscoprire il variegato territorio della penisola, dalle città d’arte alle mete per le vacanze, rilanciando il turismo sostenibile e gli spostamenti di prossimità. Travel blogger, instagrammer, videomaker e illustratori sono chiamati a interpretare un personale daily tour tutto italiano, lanciando il proprio racconto sulle piattaforme social, taggando @fsitaliane e @frecciarossaofficial e utilizzando gli hashtag #IlMioViaggioSostenibile #RAILWayheArt #fsitaliane. Con un doppio invito ai follower: tornare a viaggiare e dare il proprio contributo all’iniziativa. I migliori contenuti saranno ripostati sui canali ufficiali FS.
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Marco Mancini Davide Falcetelli Michela Gentili Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre Silvia Del Vecchio Gaspare Baglio Francesca Ventre Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis, Claudio Romussi Serena Berardi, Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani, Viola Chandra, Roberto Di Patrizi, Fondazione FS Italiane, Vittorio Giannella, Alessio Giobbi, Peppe Iannicelli, Alessandra Iannello, Antonio Li Piani, Valentina Lo Surdo, Luca Mattei, Bruno Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Andrea Speziali, Filippo Teramo, Mario Tozzi
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ANDREA SPEZIALI Dopo il dottorato all’Accademia di Belle Arti di Urbino si è distinto come artista all’Affordable Art Fair di Amsterdam (2010) e alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Una dozzina i volumi scritti come critico d’arte. Nel 2014 ha dato vita al portale Italia Liberty
La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC®️ e da materiali riciclati
On Web La Freccia si può sfogliare su ISSUU e su fsnews.it
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Da 19 euro al giorno fino al 31/08/2020 Offerta non cumulabile con altre promozioni in corso e riservata ai passeggeri delle Frecce, Intercity, Intercity notte, Eurocity ed Euronight. L’offerta e i punti CartaFRECCIA saranno riconosciuti esclusivamente utilizzando il codice convenzione Avis AWD T314101, Budget BCD A300306 e Maggiore PDN U044200 e presentando, al momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario oppure il numero della Carta Fedeltà. Per informazioni e prenotazioni: www.abg-noleggiofacile.it · Call Center riservato ai clienti Trenitalia 800.867.196 · Modifiche e Cancellazioni gratuite.
FRECCIA COVER
We the People - Defend dignity (2017) Serigrafia su carta Collezione Pinto
THE ART OF SHEPARD FAIREY di Cecilia Morrico
MorriCecili
Messaggi forti, chiari e che fanno riflettere. La street art è protagonista a Palazzo Ducale di Genova, fino al 1° novembre, con la mostra Obey fidelity. The art of Shepard Fairey. Un’ideale passeggiata nella notte metropolitana. Le opere di Obey (pseudonimo di Shepard Fairey) sono parti organiche della stessa famiglia che formano una conversazione urbana tra missive militanti, visioni pacifiste e passioni solidali. Sembra che dicano tutte: «Fate arte al posto della guerra. Fate l’amore al posto della guerra. Celebrate la bellezza al posto della violenza». Il percorso espositivo, a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, si snoda tra quattro temi: donna, ambiente, pace, cultura. Le palette cromatiche sono semplificate: le creazioni in mostra si basano sulle grafiche sovietiche e futuriste di inizio ’900, le pitture parietali latinoamericane, i murali-
morricocecili
smi italiani alla Mario Sironi. Argomenti scottanti vengono affrontati utilizzando i simboli e l’intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi. Tra queste We the People - Defend dignity, una grafica politica in risposta al sentimento xenofobo, razzista e ostile agli immigrati promosso dall’attuale amministrazione Usa. L’opera appartiene a una serie di tre ritratti per la campagna We the People pubblicata da Amplifier Art il 21 gennaio 2017, in concomitanza con la Marcia delle donne, la più grande protesta di un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. PalazzoDucaleFondazioneperlaCultura palazzoducalegenova PDucaleGenova 11
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PHOTOSTORIES PEOPLE Arrivi © Michela Razza michelarazzaphotography
IN VIAGGIO Verso Napoli © Antonello Cenci stradeferratesuditalia
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LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME a cura di Enrico Procentese
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt un progetto di Digital Communication, Direzione Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.
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LUOGHI Stazione Napoli Afragola AV © Edoardo Cortesi eddiecortesi
AT WORK Enea, macchinista Frecciarossa © Antonio Li Piani ermetico.op
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A TU PER TU a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
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ariateresa, 28 anni, della Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia, ci racconta la sua esperienza e le aspettative professionali sul suo lavoro. Qual è il tuo ruolo all’interno del Gruppo FS Italiane? Sono entrata in Trenitalia nel 2012 e mi sono occupata sin dall’inizio di customer care nella lunga percorrenza, Frecce e Intercity. Pochi mesi fa ho risposto a una interpellanza aziendale per un ruolo di assistenza a Milano Centrale, avevo l'entusiasmo alle stelle, ma nel frattempo è scoppiata l'emergenza sanitaria. Come hai vissuto quei giorni in stazione? Ricordo soprattutto l’insicurezza, a volte la paura, e le preoccupazioni delle persone che si rivolgevano a noi per veri icare quando e come mettersi in viaggio. I loro dubbi, la delusione nel dover rimandare la partenza, nel non poter raggiungere un loro caro. Ma anche le loro richieste di aiuto per interpretare le disposizioni di sicurezza dovute al Covid-19. Questo succedeva prima e dopo l’inizio delle nostre attività in back office a seguito del lockdown. Qual è stato il tuo percorso professionale? Il contatto diretto con il viaggiatore ha caratterizzato, anche per la mia predisposizione caratteriale, diversi ruoli operativi nell’assistenza clienti nelle stazioni milanesi di Garibaldi, Rogoredo e Centrale. Ho ricoperto incarichi nei desk, nei FRECCIAClub, nelle Sale Freccia e FRECCIALounge, seguendo l’evoluzione delle nostre aree dedicate, grazie a una formazione ad hoc e ai corsi periodici di aggiornamento sulle normative commerciali e front line. Cosa ti aspetti dal tuo lavoro?
© Martina Onori
Di sviluppare ancora di più le attitudini personali a migliorare il confronto con chi sta dall’altra parte, perché ogni richiesta del cliente nasconde una soggettività e come tale va trattata. Al di là dei regolamenti, che devono essere spiegati e condivisi con il viaggiatore nella massima semplicità, rimane il fatto che dietro una domanda, un dubbio o anche un’indisponibilità causata da un problema, c’è una situazione che non deve essere a rontata in automatismo, ma nella sua unicità. Dobbiamo dare il meglio di noi nel bilanciare con attenzione le reazioni di fronte alle situazioni prevedibili, agli eventi eccezionali e ai cambiamenti, adattando le soluzioni alle procedure. La parte che più ti piace del tuo lavoro? Poter contare sulla squadra, sul legame professionale con i colleghi, insieme ai quali trascorro buona parte della giornata e dai quali ricevo un supporto nei momenti di maggior concitazione. Capita, infatti, che un cliente abbia la necessità di ascoltare più di un parere nella soluzione di una criticità: infondere un senso di omogeneità e di preparazione collettiva è una condizione irrinunciabile per lavorare quotidianamente faccia a faccia con chi ha bisogno di noi e da noi pretende il massimo.
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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
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arco Nocca, 59 anni, docente universitario di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti a Roma, racconta con entusiasmo la sua esperienza di viaggio, sui treni dell’Alta Velocità, Regionali e sui servizi di trasporto intermodale. Quanto è importante il treno per il suo lavoro? Il sistema universitario italiano prevede una grande mobilità dei professori: molti viaggiano sulle lunghe distanze per insegnare, rafforzando il fenomeno del pendolarismo sull’Alta Velocità. Il treno diventa il luogo ideale per lavorare, correggere tesi di laurea, colloquiare con gli studenti. Per me è un pensatoio mobile, dove posso utilizzare in modo produttivo il tempo mentre mi sposto verso Venezia, Torino, Milano, Bologna, Firenze o Napoli, tutte città dove ho tenuto lezioni o sono andato per convegni, studi e incontri. Cosa le piace del viaggio sui binari? L’idea di attraversare rapidamente luoghi diversi e viverli in simultanea: una conquista della modernità. Per questo amo sia le Frecce sia i Regionali. I primi consentono di osservare realtà urbane ed extraurbane differenti, i secondi di penetrare in zone più omogenee, ma con altrettanto interesse culturale. Le linee regionali del Lazio, per esempio, sono dense di riferimenti storici: nel percorso ferrato che dalla Capitale porta a Velletri, cittadina dove risiedo e che ospita una sede dell’Accademia di Belle Arti di Roma, si passa su un ponte che è un capolavoro di ingegneria dell’800. Il treno favorisce la conoscenza del territorio, quindi? Per chi come me si porta dietro la cartina per individuare dal finestrino i luoghi che lo incuriosiscono, muoversi sui binari è un’opportunità di conoscenza. Va poi ricordato che l’arte, in un museo a cielo aperto come l’Italia, si studia sul territorio, visitando gallerie, archivi, chiese, collezioni di grandi città, piccoli centri e borghi ricchi di tradizione. Tutti raggiungibili organizzando il viaggio con pochi click, alternando treni e bus, metropolitane e tram, bici e sharing mobility, oltre che camminando a piedi. È un sostenitore del trasporto intermodale e del turismo di prossimità? Promuovere la mobilità sostenibile e con mezzi diversi, grazie all’integrazione tariffaria, migliora la qualità della vita anche di chi si sposta nel tempo libero. È evidente soprattutto in questa estate con le vacanze di prossimità, un’occasione di ripartenza per il Paese. Purtroppo siamo ancora dominati da una cultura che fa dell’auto privata il principale mezzo di spostamento, abitudine dettata perlopiù da pigrizia e che ha reso invivibili, per il traffico, luoghi straordinari. Un suggerimento per migliorare il viaggio? Mi piacerebbe veder utilizzare i monitor a bordo dei treni per fornire informazioni geolocalizzate sulle principali attrattive artistiche, culturali, naturalistiche, enogastronomiche della zona che si sta attraversando. Potrebbe essere l’occasione per spingere le persone a documentarsi, tornare in quei luoghi e visitare in modo approfondito un territorio in cui erano solo di passaggio.
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L’ITALIA che fa IMPRESA
L’A R T E DELL’OSPITALITÀ EMPATIA, ATTENZIONE AL CLIENTE E RIORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI. COSÌ MARIA DE DONNO SI PREPARA AD AFFRONTARE UN’ESTATE PARTICOLARE AL RELAIS VALLE DELL’IDRO DI OTRANTO
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di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
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25 anni è una giovane promessa dell’imprenditoria alberghiera, amministratrice unica di un hotel a quattro stelle in Salento. Dopo il proseguimento degli studi all’estero nel settore manageriale turistico, Maria De Donno è tornata in Italia per mettere le sue conoscenze al servizio delle persone. Una passione per l’arte dell’ospitalità, che quest’anno si deve misurare con una stagione estiva diversa dal solito. Di cosa ti occupi esattamente? Lavoro al Relais Valle dell’Idro di Otranto (LE), acquistato, ristrutturato e preso in gestione dalla mia famiglia più di dieci anni fa. Prima di questa attività ho avuto la possibilità di approfondire gli studi oltreconfine, in ultimo nella catena alberghiera Hilton nel Regno Unito, sviluppando ulteriori conoscenze professionali nel settore dell’accoglienza, un mondo affascinante ma complesso. Come sei arrivata a lavorare nel settore turistico alberghiero? Terminato il percorso in manage-
ment aziendale alla Bocconi, ho seguito uno stage di eventi e pubbliche relazioni a New York e poi un master alla scuola svizzera Glion per la gestione dell’ospitalità. L’ultima tappa all’estero ha riguardato l’esperienza maturata in UK, all’Hilton, dove mi sono ulteriormente specializzata nel Food & Beverage.
Sono tornata a Otranto poco prima dell’emergenza Covid-19, da subito è stato evidente che stavamo per affrontare una stagione unica nel suo genere, oltre qualunque scenario immaginato. Ho accettato la sfida. Com’è stato l’inizio della ripresa? Avevamo previsto di riaprire le at-
Qui e nella pagina seguente, esterno del Relais Valle dell’Idro, Otranto (LE)
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L’ITALIA che fa IMPRESA
tività di business nel periodo pasquale, ma poi abbiamo cercato di sfruttare al meglio i mesi del lockdown per ripensare le strategie da adottare. Un lavoro di preparazione intenso che ci ha portato alla prova del fuoco di giugno. La capacità di riprogrammare i processi, con maggior attenzione alle nuove esigenze dei visitatori, si è rivelata fondamentale per far ripartire al meglio un’estate piena di incognite. Tutto può ancora accadere, tanti aspetti della nostra attività vanno valutati sul campo, tenendo conto, oggi più di ieri, delle peculiarità del cliente, delle esigenze mutate e dei suoi timori. Elementi, questi, che dal nostro punto di vista equivalgono a una maggiore empatia verso chi si affida a noi nel suo tempo libero, tenendo conto delle disposizioni sulla sicurezza sanitaria, in continuo aggiornamento, e alle quali ci siamo attenuti con un occhio di riguardo
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verso l’igienizzazione delle aree dedicate ai clienti e al personale. Empatia e capacità di riprogrammazione, quindi. Che ruolo gioca il confronto con i collaboratori? Direi fondamentale, per poter crescere, conoscersi e relazionarsi con i visitatori. Puntare su un clima di confronto positivo garantisce migliore reattività al cambiamento e capacità di adeguamento continuo alle esigenze del cliente. Per quanto riguarda la formazione, abbiamo accordi con le scuole alberghiere del territorio. Con gli stagisti si punta a raggiungere gli obiettivi scelti e scadenzati insieme, discutendo periodicamente la tabella di marcia per correggere gli aspetti che non ci soddisfano, sia nel front line sia nei diversi dipartimenti dell’hotel. Partiamo sempre dall’idea di ospitalità, che significa principalmente comprensione e vicinanza, saper sorridere con gli occhi quando si indossa
la mascherina. Far sentire il cliente a casa è il miglior feedback che ci deve ritornare. Che tipo di turismo vi aspettate ad agosto? In passato siamo stati concentrati su visitatori prevalentemente stranieri, quest’anno invece ci attendiamo soprattutto italiani, che in tempo di Covid-19 hanno scelto di orientare le proprie vacanze sul territorio nazionale. Le presenze sono aumentate di settimana in settimana tra giugno e luglio, gettando le basi per un buon mese di agosto. Tutto questo andrebbe interpretato come un messaggio di ottimismo e opportunità sia per chi arriva in Puglia dalle diverse parti del Paese, sia per chi proviene dalle zone limitrofe alla scoperta di questa terra incantevole. Un messaggio positivo che vogliamo trasmettere anche noi addetti ai lavori. Si riparte anche da qui.
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di Filippo Teramo - a cura di vdgmagazine.it
© Paolo Chiodini
tto stelle Michelin su cinque ristoranti a soli 40 anni. È un percorso di tutto rispetto quello dello chef Enrico Bartolini. «La mia non è una famiglia di ristoratori, mio padre aveva un’azienda calzaturiera e io fin da piccolo sono stato affascinato dal lavoro manuale, trovando nella cucina il terreno giusto per esprimere con soddisfazione la mia creatività. Dopo il diploma all’Istituto Alberghiero ho lavorato a Parigi e a Londra, per concludere poi il mio percorso formativo in Italia con Massimiliano Alajmo». Come hai raggiunto questo record? Nel 2005 ho preso in gestione Le Robinie in Oltrepò Pavese, ottenendo nel 2008 la mia prima stella Michelin. La campagna
Il ristorante Enrico Bartolini al Mudec di Milano
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SPIRITO ECLETTICO E CURA DEI DETTAGLI. CON I SUOI CINQUE RISTORANTI, ENRICO BARTOLINI È L’ITALIANO CHE HA OTTENUTO PIÙ RICONOSCIMENTI MICHELIN AL MONDO
© Paolo Chiodini
LO CHEF DELLE STELLE
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è da sempre il mio ambiente ideale, al tempo stesso però ero attirato dalla città e pensavo a Milano con ammirazione e desiderio, ma anche con timore. Nel 2010 ho lasciato l’Oltrepò per occuparmi del Devero Ristorante a Cavenago Brianza (MB), ma nei miei progetti avevo sempre il capoluogo lombardo. Il grande passo è arrivato ad aprile 2016, quando abbiamo aperto l’Enrico Bartolini al terzo piano del Mudec - Museo delle Culture, a Milano, e contemporaneamente il Casual a Bergamo (nella Città Alta) e La Trattoria all’interno dell’Andana Resort in Maremma, a Castiglione della Pescaia (GR). Poi, a settembre dello stesso anno, il Glam dentro Palazzo Venart, a Venezia. A novembre abbiamo ottenuto quattro stelle in un colpo solo: due a Milano, una a Bergamo e una a Castiglione della Pescaia. Non era mai accaduto prima e per me è stata un’emozione enorme. Esattamente un anno dopo, è arrivata la quinta grazie al Glam. Proseguendo dritti nel nostro lavoro, fatto di passione e impegno, a marzo 2018 è nata la Locanda del Sant’Uffizio, nel Monferrato, premiata nello stesso anno con una stella. Poi l’ultima edizione della Guida Michelin ne ha attribuite tre al ristorante del Mudec e ha assegnato la seconda a quello di Palazzo Venart. Cosa c’è alla base del tuo successo in cucina? La classicità contemporanea: la tradizione interpretata con modernità e con sperimentazione per dare vita a sapori nuovi, ma al tempo stesso carichi di ricordi. In ogni ristorante cerchiamo di interpretare il territorio con talento ed etica, rispettando le tradizioni locali e soprattutto i meravigliosi ingredienti che la ricchissima biodiversità italiana ci regala. Enrico Bartolini chef_enricobartolini
RISOTTO ALLE RAPE ROSSE E SALSA GORGONZOLA “EVOLUZIONE” La lista della spesa (per 4 persone) 320 g di riso Carnaroli, 160 g di purea di rape rosse, 100 g di burro, 80 g di Grana Padano, circa ½ lt di brodo vegetale, 100 g di gorgonzola dolce, 50 g di vino bianco, sale q.b. Per la salsa di noci: frullare per circa 10 minuti e setacciare 200 g di noci sgusciate e leggermente tostate, 150 g di brodo vegetale e 1 g di sale Maldon Per la salsa di amarene: frullare per qualche minuto 200 g di purea setacciata di amarene, 100 g di brodo vegetale e 1 g di sale Maldon Preparazione Tostare il riso in pochissimo burro e sfumare con il vino bianco. Aggiungere il brodo, il sale e cuocere per circa 11 minuti (non oltre). Togliere il risotto dal fuoco e mantecare con burro e Grana Padano, aggiungere quindi la purea di rape rosse molto fredda e, se il gusto lo richiede, qualche goccia di limone. Appena diventa ben cremoso, stendere il risotto nel piatto e, con l’aiuto di un cucchiaio, “macchiarlo” con la salsa di gorgonzola, precedentemente fuso a bagnomaria con poco latte, alternando con la salsa di amarene e creando, poi, con quella di noci una sorta di cornice. 19
AGENDA
save AGOSTO the date 2020 Sconti Trenitalia
MEETING SPECIAL EDITION 2020 di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
RIMINI//18>23 AGOSTO Sono 40 anni che il Meeting di Rimini, sfidando un mondo in continua evoluzione e perenne stato di relatività, si pone domande esistenziali e affronta impegnative riflessioni filosofiche. Fino a rivestire, nella Special Edition 2020, dal 18 al 23 agosto nella città romagnola, un ruolo anche profetico. A partire dal titolo, scelto un anno fa: Privi di meraviglia - Restiamo sordi al sublime: «È stato pensato quando nessuno si aspettava di affrontare, a causa del Covid-19, un periodo così eccezionale di sofferenza. E il Meeting, in quest’anno così diverso, ci mette tanto cuore», ha sottolineato il
presidente Bernhard Scholz. Che dedica l’edizione 2020 allo stupore provato di fronte a chi ha prestato cura e attenzione agli altri, dal personale sanitario agli insegnanti, fino ai genitori. Una meraviglia da cui ripartire con un nuovo appuntamento annuale, capace come sempre di mettere in relazione fra loro persone in grado di valutare possibili sviluppi culturali, sociali, economici e politici. Rimini accoglie il Meeting con diverse iniziative, in presenza e a distanza, mostrando un volto diverso da quello balneare. La città si trasforma in una grande piazza pronta a ospitare molteplici eventi tra cui, il 20 agosto, il panel su mobilità e turismo con l’amministratore delegato di FS Italiane Gianfranco Battisti. Ma c’è anche un omag-
gio a Federico Fellini, che qui è nato, e la serie di incontri Esseri viventi, che si interrogano su cosa contraddistingue la vita e la non vita. Stupore è anche l’unicità dell’arte. Bethlehem reborn. Le meraviglie della Natività illustra la Basilica sorta sul luogo della nascita di Gesù, ancora più splendente dopo dieci anni di restauri italiani. Ma anche la natura è bellezza, come illustra la versione digitale della mostra Siamo in cima! La vetta del K2 e i volti di un popolo. Fitto, infine, il calendario di spettacoli ed eventi musicali di ogni genere, da Brunori Sas a Beethoven. Chiude con talento e ironia, la sera del 22 agosto, Gioele Dix accompagnato da oltre 100 giovani artisti nella performance Enjoy the meeting. meetingrimini.org
Presentazione del Meeting 2020 Special Edition. A sinistra il direttore Emmanuele Forlani, a destra il presidente Bernhard Scholz © Roberto Masi
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a cura di Luca Mattei
L’Aperia nel giardino inglese della Reggia di Caserta - Un’Estate da Re (2019) unestatedare UnEstateDaRe unestatedare
FERRARA BUSKERS FESTIVAL FERRARA//26>30 AGOSTO Neanche il Covid-19 ferma la rassegna internazionale del musicista di strada, nata nel 1987 da un’idea di Stefano Bottoni, ancora oggi direttore artistico della manifestazione. Come ogni anno, gruppi italiani e internazionali si alternano in performance dal vivo ma per il 2020 il programma tiene conto di alcune limitazioni per la sicurezza di artisti e spettatori. Solo prenotandosi online si può vivere la musica delle 15 migliori band di busker europee in cinque luoghi storici di Ferrara: i giardini di Palazzo dei Diamanti e Palazzo Roverella, i cortili di Palazzo Crema e Castello Estense e il chiostro di San Paolo. Come da tradizione, i protagonisti delle esibizioni (ogni sera dalle 20 a mezzanotte) non ricevono compensi, a eccezione delle offerte che il pubblico vorrà lasciare nel loro cappello. ferrarabuskers.com
ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it
UN’ESTATE DA RE CASERTA//FINO AL 13 SETTEMBRE Artisti e orchestre di fama mondiale, musica incantevole e atmosfera da favola nell’Aperia della Reggia di Caserta. Sono gli ingredienti per il successo della kermesse organizzata da Scabec nel palazzo vanvitelliano, giunta alla quinta edizione. Quest’anno la platea è ridotta per le misure contro il coronavirus ma gli spettacoli sono visibili a tutti con le riprese di Rai Cultura. Tre gli appuntamenti d’agosto: si parte il 3 con il Maestro Daniel Oren, il tenore Vittorio Grigolo e il soprano Sonya Yoncheva in Summertime. Il 13 Lina Sastri, con il Maestro Antonio Sinagra, propone il recital Eduardo mio, dedicato a De Filippo. Il 22 l’evento clou, il Gala di Plácido Domingo a cui partecipano il direttore Jordi Bernàcer e il soprano Saioa Hernández. Grande chiusura il 13 settembre: il Balletto del Teatro di San Carlo, con l’étoile Giuseppe Picone, si esibisce sulle note de Le quattro stagioni di Vivaldi. unestatedare.it
Ferrara Buskers Festival (2019) © Benedetta Biscaro FerraraBuskersFestival FerraraBuskers ferrarabuskersfestival
Ecomob Expo Village 2019 © Serena Rabottini ecomobexpo ecomob_expo
ECOMOB EXPO VILLAGE 2020 PESCARA//4>6 SETTEMBRE Mobilità sostenibile, cicloturismo ed ecologia ambientale sono i focus dell’evento abruzzese che, grazie al successo delle due precedenti edizioni (nel 2019 oltre diecimila visitatori), sta diventando un punto di riferimento nel Centro-Sud per la diffusione di una cultura ecosostenibile. Anche quest’anno fa da cornice all’iniziativa il suggestivo porto turistico Marina di Pescara con il suo Polo Fieristico, all’interno del quale si estende un’area di circa 20mila m2 che ospita spazi espositivi dedicati anche a workshop, meeting, food&beverage, spettacoli di teatro e biker acrobatici. Non possono mancare all’appuntamento pescarese gli appassionati di biciclette, veicoli elettrici o ibridi, abbigliamento tecnico, accessori e alimentazione per ciclisti, bike hotel, viaggi ed esperienze su due ruote con tour operator specializzati. Ma anche gli interessati a temi come mobilità ciclabile, arredo urbano, smart city, green energy ed economy. ecomobexpo.eu 21
GUSTA & DEGUSTA
a cura di Andrea Radic
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PENSIONE WILDNER OSPITALITÀ TRADIZIONALE E CUCINA CONTEMPORANEA A VENEZIA
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i sono dei luoghi che uniscono bellezza, suggestione e memoria, testimoni nel tempo della conservazione del bello. La Pensione Wildner a Venezia è uno di questi, con le sue finestre affacciate su Riva degli Schiavoni, di fronte all’isola di San Giorgio. Un edificio storico rilevato negli anni ’60 dalla nonna di Benedetta e Luca Fullin, che, oggi come allora, offrono una deliziosa ospitalità fatta di piccoli, grandi dettagli e una cucina di indubbio talento e contemporaneità. Matteo Tagliapietra, chef del Local, il ristorante contemporaneo dei fratelli Fullin, si è trasferito qui, in attesa di riaprire a settembre. Con lui il sous chef Marco Vallaro e in sala Manuel Trevisan, maître e sommelier. Una cucina di bella ispirazione e intensità aromatica, classici veneziani e non solo, con sapiente uso delle spezie.
Da non perdere il risotto di Gò a base di ghiozzo, piccolo e saporito pesce della Laguna, la saltata di cozze, superbo mix di sapori, e gli spaghetti con vongole nostrane, chili e zenzero. Cantina di ottimo livello e originalità: Luca Fullin è il fondatore, con Raffaele Bonivento, di Meteri, società che seleziona bottiglie particolari, da agricoltura biologica e biodinamica, di produttori italiani e non solo. «L’artigianato del vino, un fatto di cultura del territorio», dice Luca. Interessante sapere che la cucina del Local si può gustare anche veleggiando in Laguna con Edipo Re barca d’epoca sulla quale salivano Maria Callas e Pier Paolo Pasolini. Un’esperienza che consente di vivere Venezia in maniera insolita e affascinante. hotelwildner wildner.venice
LA GRIGLIA DI VARRONE SI FA IN TRE DOPO LUCCA E MILANO, APRE A PIETRASANTA
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Massimo Minutelli 22
llo storico ristorante di Lucca e al suo gemello milanese si aggiunge l’apertura a Pietrasanta (LU). Siamo in Corte Lotti, dove Massimo Minutelli, patron de La Griglia di Varrone, ha portato il suo talento sotto un suggestivo gazebo liberty. La capacità di selezionare il meglio e diventare punto di riferimento per chi ama la carne è confermata da un menù dove i grandi classici come la Chateaubriand di Black Angus duettano con proposte di bella geografia contemporanea, come il Bao (panino orientale) con Pluma di Pata Negra e maionese di Wasabi o il succulento Tacos di coda alla vaccinara.
Barbara e Luca Fullin con lo chef Matteo Tagliapietra
COME ARRIVARE STAZIONE DI VENEZIA SANTA LUCIA
Una selezione raffinata di tagli particolari, una sintesi del meglio che questo alimento sa offrire. Cotture, provenienze e frollature sono il fil rouge di questa esperienza. Dalla Fassona piemontese alla Rubia gallega, dal Wagyu giapponese al maiale iberico, fino al Black Angus americano. La griglia, rigorosamente alimentata da legno di quercia, è protagonista di cotture che rispettano la materia prima esaltandone il sapore. Da provare la selezione di purè di patate: al lime, al confit di cipolle, alle lamelle di tartufo, al gorgonzola e noci. laGrigliadiVarrone la_griglia_di_varrone
COME ARRIVARE STAZIONE DI PIETRASANTA (LU)
IO MAZZUCATO UN SOGNO CHE SI REALIZZA A BREGANZE
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na bollicina a Breganze, in una zona dove sono le uve passite a fare la parte del leone. Ma Andrea Mazzucato e sua moglie Laura, giovani produttori mossi da una grande passione, amano sia la Vespaiola che il Pinot Nero e decidono che quel metodo classico che hanno in mente può nascere davvero. Così, da uve 50% Vespaiola (omaggio al territorio) e 50% Pinot Nero (riferimento all’amore di una vita) nasce il metodo classico Io Mazzucato, sia bianco che rosé. Dopo almeno 36 mesi di riposo in bottiglia, il risultato dà vita a un perlage di notevole raffinatezza, che evolve al naso con un ricordo di crema pasticcera e strizza l’occhio a note agrumate di lime e cedro. In bocca il ventaglio aromatico si amplifica, trovando complessità. Colpisce l’equilibrio con cui si sostengo-
Laura e Andrea Mazzucato
no acidità e sapidità, con un continuo alternarsi di note minerali e marine. Una produzione di bottiglie numerate, che portano una bella novità. Dalla cantina notevoli espressioni anche nel Merlot, nella Vespaiola in purezza
ROMANTIK HOTEL OBERWIRT ATMOSFERE DI INIZIO ’900 La famiglia Waldner
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n giardino elegante con tavoli in ferro battuto, un gazebo a portare ombra da un lato e una splendida padrona di casa, Barbara Waldner. Vestita con un ricercato abito tradizionale altoatesino coccola gli ospiti uno per uno, ricordando i gusti di chi lì soggiorna spesso e pro-
ponendo il meglio a chi si trova per la prima volta al Romantik Hotel Oberwirt. Siamo a Marlengo (BZ), a due passi da Merano. L’atmosfera è quella di inizio ’900, ricercata e informale al tempo stesso: non ci si stupirebbe nel vedere la principessa Sissi attraversare il giardino, facendo
e nel tradizionale Torcolato. iomazzucato
COME ARRIVARE STAZIONE DI THIENE (VI) scricchiolare la ghiaia, al braccio di un altolocato nobile austriaco. Merito della famiglia Waldner, guidata dal padre Josef, detto Sepp, che ha insegnato a sua figlia Barbara il senso più vero dell’ospitalità, quella che fa sentire ciascuno a casa. E all’Oberwirt è così, tra relax e benessere, tra la piscina coperta e scoperta e una spa completamente rinnovata con le più avanzate tecnologie del bien-être”. Alto livello anche in cucina, sia nel ristorante stellato che nella stube, sala calda e accogliente rivestita in legno con quadri e trofei di caccia alle pareti. Dettaglio non da poco: la famiglia Waldner possiede anche la tenuta vinicola Eichenstein a 550 metri d’altezza, affacciata sulla Val d’Adige, e la Malga Waldner, un gioiello di architettura di montagna dove pare di essere nelle illustrazioni di una fiaba. Qui è stato ospite anche Luciano Pavarotti, che dopo una grigliata ha cantato a pieni polmoni di fronte al panorama. RomantikHotelOberwirt romantikhoteloberwirt
COME ARRIVARE STAZIONE DI MERANO O MARLENGO (BZ) 23
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VIAGGIO NEL LUSSO COSTANTINO DELLA GHERARDESCA RACCONTA IL NUOVO LIBRO, TRA GRANDEUR E INNOVAZIONE. IN ATTESA DI TORNARE IN TV COME CONCORRENTE A BALLANDO CON LE STELLE di Gaspare Baglio
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Photo German Larkin
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i viaggi Costantino della Gherardesca ne ha fatti parecchi con il mitico reality game di Rai2 Pechino Express. Poi l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha messo forzatamente a riposo il programma di successo, girato (spesso) in luoghi considerati a rischio. Il conduttore, però, non si è dato per vinto e, oltre a prepararsi all’impegno settembrino di Ballando con le stelle su Rai 1, ha dato alle stampe l’ultima fatica letteraria La religione del lusso (Rizzoli, pp. 192 € 19). Come nasce l’idea del libro? Sono andato in Algeria per visitare i luoghi del film La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo. In quell’occasione ho incrociato il presidente francese Emmanuel Macron, con l’apparato che si porta dietro: aereo, auto blu, motociclette della polizia e ambulanza per soccorrerlo nel caso di un malore. Mi sono detto che, se un presidente italiano avesse sfoggiato tanto sfarzo, ci sarebbero state molte critiche e una vera gogna sui social. Da qui l’idea di un libro che glorificasse grandeur, dispendio e arte. Come santi protettori del lusso hai inserito personaggi noti, da Barbara d’Urso a Michael Jackson. Come mai? Persone, spesso controverse, che decodifico come fenomeni culturali. L’operazione è antropologica: nel libro troviamo una presentatrice tv, una vera santa come Madre Teresa di Calcutta e artisti di nicchia con vite che hanno superato ogni eccesso, tipo Jack Smith, che rileggo in chiave pop. Personaggi dall’impatto culturale epocale. Non mancano consigli su come differenziarsi in base ai Paesi visitati. Non bisogna mai omologarsi. In Italia le persone sono vestite tutte uguali. A Istanbul, invece, avevo la stessa impressione di quando andavo a New York da ragazzino: trovavo di tutto, dalla ricca signora ingioiellata al punk. Racconto persone coraggiose, dalle esistenze straordina-
rie, che se ne sono fregate di quello che pensava il pubblico. Un po’ come te: da sempre lotti contro ogni tipo di razzismo. Ricordo la battaglia in favore dei Paesi musulmani. Il razzismo è eticamente deplorevole oltre che antieconomico. Dobbiamo scambiarci informazioni e commerciare con gli altri Paesi. La mia è un’opera profondamente antisovranista. Come vedi il futuro dopo il Covid-19? Bisogna adattarsi, non aver paura della modernità. L’innovazione è la cura. L’immobilismo italiano è nefasto dal punto di vista culturale ed economico. Ho riscritto parte del libro focalizzandomi sui mutamenti sociali dovuti alla pandemia, come le architetture degli ospedali o lo smart working. Il virus ci ha costretti a cambiamenti che sarebbero successi comunque. Vale la legge di Darwin: chi non si adatta sopperisce. Parliamo di tv: ti aspetta un autunno caldo… Tornerò sul piccolo schermo come concorrente di Ballando con le stelle, su Rai1. Partecipo perché nelle persone amo il coraggio, e Ballando, che mi fa paura, è una sfida. Poi mi diverte molto la competizione. Farò di tutto per vincere. Cosa vorresti portare sul piccolo schermo? Uno show meta-televisivo sui programmi di tutto il mondo. E una serie molto attuale come quella britannica e statunitense I may destroy you, scritta da Michaela Coel. È una fiction che tratta il tema della violenza sulle donne, girata a Londra e con alcune riprese a Ostia. È la cosa mediaticamente più moderna vista negli ultimi tempi. Costantino della Gherardesca costantinodellagherardesca CdGherardesca
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BEM VINDO
AO BRASIL
© Eleonora Ferretti
TORNA DOPO TRE ANNI, SU RAI RADIO2, LO STORICO SHOW SULLA MUSICA CARIOCA CONDOTTO DA MAX DE TOMASSI
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degli artisti. Cos’altro racconterete? L’interazione tra la cultura brasiliana e quella italiana: il rapporto tra Roberto Murolo e Vinícius de Moraes quando frequentava la casa di Chico Buarque negli anni ’50; la collaborazione tra Ornella Vanoni e Toquinho nell’album del 1976 La voglia, la pazzia, l’inconscienza, l’allegria; l’esibizione di Jovanotti e Carlinhos Brown, a Sanremo 2000, sulle note di Cancella il debito. Il Brasile è al centro dei drammatici risvolti della pandemia da Covid-19. Tu ci andavi spesso… Mi manca moltissimo, ma assaporo le
esperienze vissute, come quelle nei territori incantevoli del Maranhão e nel deserto dei Lençóis. Per il resto sono sempre stato molto fatalista, vivo il presente, soprattutto dopo aver perso la casa durante il terremoto di Amatrice (RI). Nella mia vita è arrivato tutto in modo spontaneo: non avrei mai pensato, per esempio, di fare questa carriera. Volevo solo promuovere il Brasile tra i miei amici e connazionali. Cosa rappresenta questo Paese per te? Un’esplosione di sentimenti. G.B. MaxDeTomassiBrasil
Erica Mou
ABBABULA MUSICA D’AUTORE © Virginia Bettoja
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osa accomuna la regina Elisabetta e il conduttore radiofonico Max De Tomassi? La Cruzeiro do Sul, l’onorificenza più alta che il Governo di Brasilia concede ai cittadini stranieri che si distinguono nella divulgazione della cultura carioca. De Tomassi, infatti, è stato al timone del celebre programma musicale Brasil, in onda su Rai Radio1 dal 2001 al 2017. La trasmissione, dopo uno stop di tre anni, ritorna ora su Rai Radio2, alle 23, nei weekend dall’8 agosto al 13 settembre, con la partecipazione di Pamela D’Amico. Una gradita ripresa per i tanti fan che hanno comunque continuato a seguire il loro beniamino a Stereonotte, storico show sulle frequenze della prima emittente del servizio pubblico. Brasil è…? Un ventaglio sulla musica carioca dai classici alla nuova scena. Si parlerà di Marisa Monte, Gilberto Gil, Caetano Veloso e Ivan Lins, ma anche dell’elettronica di Ceu. Usciremo dagli stereotipi e avremo molti pezzi cantautorali. L’impianto sarà più pop, con una presentazione succinta delle canzoni e
Max De Tomassi
La pandemia non ha fermato l’Abbabula, lo storico festival di Sassari dedicato alla musica e alle parole d’autore. Dal 4 al 7 agosto va in scena la 22esima edizione della rassegna, con un cartellone che vede, tra gli altri, i live di Samuel, Erica Mou, Lodo Guenzi & Bebo Guidetti.
UN TRENO DI LIBRI
Invito alla lettura di Alberto Brandani [Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]
In viaggio con il Prof
QUALCUNO TI GUARDA UN PUZZLE DI OSSESSIONI E SEGRETI, UN CRESCENDO DI TENSIONE IN CUI NIENTE È COME SEMBRA. NELLA LUCE IMPERTURBABILE DEL BIANCO E NERO
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i siete mai chiesti cosa vorreste davvero trovare in un romanzo? Forse scene di azione, dialoghi serrati, descrizioni di epoche passate? Di certo ognuno desidera livelli sempre crescenti di tensione: segreti da svelare, personaggi di cui fidarsi e di cui allo stesso tempo dubitare. Tutto questo, e molto altro, si trova nel nuovo romanzo di Lisa Jewell. Il misterioso cadavere nel primo capitolo ci indurrebbe a pensarlo come un thriller, ma questa storia è un crescendo di ossessioni. Dopo aver conosciuto le normalissime vite dei protagonisti, iniziano a emergere particolari che stonano con l’apparente tranquillità del quadro generale. I dettagli si sommano, alimentando un senso di inquietudine crescente, arte nella quale Jewell è maestra. Il lettore dubiterà inevitabilmente di ciascun personaggio e allo stesso tempo tiferà per lui. Ai capitoli finali ogni rivelazione, sempre inaspettata, si incasellerà in un inquietante puzzle di ossessioni e segreti. L’autrice riesce con abilità a far sprofondare il lettore in un sobborgo-bene di Bristol, mostrandogli l’orrore della banalità quotidiana di una ristretta comunità, fino a trascinarlo in una spirale insospettabile. Il vortice delle ossessioni parte da Tom Fitzwilliam, preside del liceo di Melville, affascinante e carismatico, di cui tutte le donne sembrano innamorarsi e di cui anche gli uomini subiscono il fascino. Ombre del passato incombono su di lui, sulla moglie troppo perfetta e
su Freddie, il figlio sedicenne, ossessionato dai vicini di cui spia morbosamente ogni mossa. Il lettore si sente come seduto lì, accanto a Freddie, un po’ come un voyeur. Ed ecco che Jewell inquadra nel suo obiettivo (e nel nostro) Joey, una giovane donna poco più che ventenne che abita a due case di distanza. Joey, da subito, prova una forte attrazione per Tom, nonostante la differenza di età e il bel marito nuovo di zecca. Incredibile come la scrittrice trasformi pian piano ognuno dei protagonisti in un personaggio diverso, come se l’essere sfiorati da passioni e segreti profondi basti a privarli del tutto delle loro maschere di rispettabilità. Gli altri personaggi del romanzo gireranno intorno, seguendo il corso del vortice e facendosene fagocitare fino ad avere ruoli quasi da protagonisti. E veniamo a tre riflessioni di carattere generale, che spero aiutino il lettore nei meandri della complessa trama a più strati. Primo. Ci sono tre film che aiutano a capire come spesso la realtà non è quella che sembra. Da La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock a Omicidio a luci rosse di Brian De Palma, fino a Blow up di Michelangelo Antonioni, i protagonisti vedono scorrere la propria vita e le abitudini, ma la realtà si spezzetta in mille frammenti e talora è addirittura incomprensibile. Secondo. Tutto il romanzo è avvolto in un’atmosfera di sesso “sospeso”: mai compiuto, mai esibito, spesso desiderato e poi reso addirittura malinconico.
In tutti, e dico tutti i protagonisti, c’è una forte carica sensuale con risvolti che la lasciano sempre incompiuta. Sospesa, appunto. In ultimo, il protagonista principale del libro resta il fermo immagine, riprodotto e interpretato in mille modi e con i diversi mezzi della moderna tecnologia. Resta lì, signore implacabile che calma le ansie di chi lo scatta, pietrifica frammenti di vita che talvolta vorremmo rimuovere. E aiuta più di ogni indagine psicologica la risoluzione di casi difficili, illuminandoli con il suo imperturbabile bianco e nero. Il finale? Non lo sveleremo, così come la trama. Ma sarà scioccante e imprevedibile, in perfetto stile Jewell.
Neri Pozza, pp. 384 € 19 29
UN TRENO DI LIBRI
[...] L’indomani mattina udì di sfuggita una conversazione tra il padre e la madre. Erano in cucina e Freddie sentiva aprire e chiudere cassetti, tintinnio di posate, acciottolio di piatti tirati fuori dalla lavastoviglie e impilati, con il borbottio basso del giornale radio della BBC in sottofondo. «Ho parlato con la ragazza, ieri» sentì che diceva il padre. «La figlia». «Ah, sì». «Le ho detto quello che mi hai raccontato». Il rumore di piatti cessò di colpo, poi Freddie udì la voce della madre. «E cos’ha detto?» «Pare che la madre sia convinta di conoscerci. Di averci incontrato da qualche parte in vacanza anni fa». «Oh». Lo sportello di una credenza si aprì e si richiuse di botto. «Ed è vero?» Silenzio. «Non me l’ha saputo dire. È stata vaga. Non sapeva nemmeno dove». «Be’, non è che ci sia una grande scelta. Abbiamo fatto ben poche vacanze in questi ultimi anni, a parte quella volta nel Lake District e qualche fine settimana da tua madre. Io sono sicura di non averla mai vista». Freddie trattenne il fiato. La vacanza nel Lake District gli metteva angoscia solo a pensarci. Era stata una settimana terribile, il peggio del peggio. Suo padre detestava viaggiare, era partito controvoglia e lo aveva fatto pesare dal principio alla fine. Era stato intrattabile tutto il tempo e la mamma, pur di compiacerlo, era stata ancora più zerbino del solito. Lei e Freddie avevano camminato sulle uova per l’intera settimana. E per di più faceva un caldo maledetto. Nel B&B non si potevano aprire le finestre e non si respirava, lui dormiva per terra su un materasso ai piedi del letto dei genitori come un bambino piccolo, benché avesse già nove anni e, se solo provava ad aprir bocca per lamentarsi, la mamma lo zittiva subito. Per non parlare del giorno della gita in pullman, quando era spuntata all’improvviso una che aveva preso a botte suo padre. Lo aveva picchiato di brutto. Era furibonda, gli aveva gridato di tutto, sputando per la rabbia. Freddie non aveva mai visto una persona così arrabbiata in vita sua, così nera e rossa di rabbia. Oltretutto gridava parolacce che adesso non gli avrebbero fatto né caldo né freddo, ma che all’epoca lo avevano scioccato colpendolo come altrettante coltellate. Gridava: Vergognati! Come hai potuto? Continuava a ripetere: Vergognati! Come hai potuto? Suo padre l’aveva presa per le braccia piuttosto brutalmente e l’aveva portata come un sacco di patate sull’altro lato della strada. Freddie li aveva visti gesticolare animatamente, ma non aveva sentito quello che dicevano per via delle auto che passavano. Dopo mezzo minuto il padre era tornato da loro e li aveva fatti salire in fretta e furia sul pullman. «Sali!» gli aveva bisbigliato prendendolo con forza per un braccio e spingendolo. «Sali, ho detto!» Li fissavano tutti e Freddie si era sentito avvampare. Una volta sul pullman, aveva sbirciato fuori dal finestrino e la 30
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BRANI TRATTI DA QUALCUNO TI GUARDA
James Stewart nel film di Alfred Hitchcock La finestra sul cortile (1954)
donna era ancora nel punto dove aveva bisticciato con suo padre, ma nel frattempo l’aveva raggiunta un’altra donna, più giovane, che le assomigliava e la abbracciava. Quest’ultima aveva guardato verso il pullman e aveva incrociato lo sguardo di Freddie. Nei suoi occhi c’era odio puro, alla massima potenza. Freddie si era voltato dall’altra parte e aveva nascosto la faccia nella spalla di sua madre. Quando aveva girato di nuovo gli occhi, le due donne non c’erano più. [...] 10 marzo Lì per lì Joey ignorò lo strombazzare insistente di un clacson. O era il furgone bianco di un corriere, nel qual caso preferiva non alzare la testa e trovarsi davanti un deficiente e il suo collega con la lingua di fuori, oppure le strombazzate non erano rivolte a lei e avrebbe fatto la figura della sfigata che si volta sperando di vedere due deficienti con la lingua di fuori. Poi però udì una voce maschile che chiamava «Josephine!»,
Un assaggio di lettura si voltò e vide Tom Fitzwilliam che si sporgeva dal finestrino della sua auto facendole segno di avvicinarsi. «Posso darti un passaggio? Sto andando in centro». Fitzwilliam accostò al marciapiede e Joey, che era diretta alla fermata dell’autobus, guardò prima lui, poi la città in lontananza. «Ehm, sì. Grazie. Sicuro?» «Certo che sono sicuro! Sali». Joey si sedette e allungò il braccio per prendere la cintura. «Molto gentile» disse. «Figuriamoci» replicò lui. «Ti vedo sempre alla fermata, ma di solito vado nella direzione opposta». La guardò sorridendo e Joey pensò: Sono in macchina con Tom Fitzwilliam! Sono sulla macchina di Tom Fitzwilliam! È vero! Non sto sognando! Allacciò la cintura e ricambiò il sorriso. «Grazie» disse, e poi: «Dove vai? Niente scuola oggi?» «No» rispose Fitzwilliam guardando nello specchietto laterale per reimmettersi nel traffico. «Oggi ho una riunione importante in municipio con l’Ufficio scolastico locale. Ti racconterei volentieri i particolari, ma poi sarei costretto a ucciderti». Fitzwilliam sorrise di nuovo, ma con un lampo di malizia che le fece venire il sospetto che fosse veramente capace di ucciderla. «Lavori sempre alla ludoteca?» le chiese occhieggiando il logo sulla T-shirt. «Purtroppo sì» rispose Joey. «Anche se sta cominciando a piacermi. Ho dei colleghi simpatici». «È la cosa più importante» osservò lui. «L’ho imparato negli anni. Se sei con le persone giuste, di solito vuol dire che sei al posto giusto».
«A meno che non si tratti di un carcere». Joey rise e subito dopo si detestò per il suono aspro e falso di quella risata. «No, vale anche in carcere» ribatté lui. «Sul serio! Perlomeno se ci sei per aver commesso un reato e non per un errore giudiziario». Joey accarezzò il sedile di pelle pensando a quante volte aveva curiosato dentro l’auto di Tom parcheggiata davanti a casa immaginando di essere a bordo, seduta al suo fianco. E adesso che c’era non capiva più niente. Si mise più dritta e scosse leggermente la testa. «Quindi non pensi più di fuggire all’estero?» le chiese Fitzwilliam con un sorrisetto. «No, mi è passata la voglia» rispose Joey scuotendo la testa. «Bene. Mi fa piacere». A quell’ora del mattino c’era molto traffico in uscita da Melville e, non potendo usare la corsia preferenziale come il bus, Joey rischiava di arrivare tardi al lavoro. Ma non le importava. Annusò: l’aria nell’abitacolo profumava di cuoio vissuto e di uomo appena uscito dalla doccia. Osservò le mani di Tom Fitzwilliam, posate sul volante. Erano bellissime. Non poté fare a meno di immaginarle che le accarezzavano il viso, le si insinuavano sotto i vestiti, la abbrancavano. Sentì la voglia di essere toccata da quelle mani sgorgarle dentro così improvvisa e bruciante che le parve impossibile che lui non le leggesse nel pensiero. Nei pressi del bivio per l’Academy, Joey vide una marea di studenti in giacca grigia che arrivavano da tutte le direzioni. Era incredibile, pensò, che l’uomo garbato che le aveva dato un passaggio avesse la responsabilità di tutte quelle giovani vite.
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David Hemmings e Veruschka nel film Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni
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UN TRENO DI LIBRI
Un assaggio di lettura
[...] L’indomani Joey porta Eloise a trovare la nonna, Nana Sarah, come lei e Jack hanno deciso che Eloise chiamerà la loro madre quando avrà imparato a parlare. Il cielo scuro annuncia un temporale estivo ed essendo uscita senza ombrello Joey farebbe meglio a tornare a casa, ma qualcosa la spinge a continuare. La sensazione che la vita vada avanti comunque, forse. I bambini fanno quest’effetto: ti costringono a vivere nel presente e nello stesso tempo ti fanno correre verso il futuro e sentire il legame con il passato. Sulla tomba c’è un mazzetto di tulipani rinsecchiti dal caldo di agosto. Joey vi sistema accanto le sue rose color rosa polvere e si siede a terra, con una mano sul passeggino per cullare delicatamente Eloise che dorme. «Ciao, mamma, sono io» dice. «Ti ho portato a vedere Eloise, ma dorme e non ti darà grande soddisfazione oggi. A casa va un po’ meglio. Jack è ancora tristissimo e mi dispiace vederlo così abbacchiato. Prima era lui che teneva allegri tutti quanti, a cominciare da me, e mi fa uno strano effetto che i ruoli si siano invertiti. Ma va bene così. Dovevo smettere di fare la bambina indifesa, e con un fratello come Jack affidarsi era fin troppo facile. Lo so, continuo a venire qui a dirti che sto maturando, ma prima pensavo che volesse dire fare cose da adulti, invece adesso ho capito che non è vero, che essere adulti non vuol dire sposar-
si, avere una bella casa e iscriversi a un gruppo di lettura. Vuol dire assumersi le proprie responsabilità, rispondere delle proprie azioni e delle loro conseguenze. Insomma, ci sono quasi, mamma, ce l’ho quasi fatta e…» Si interrompe nell’udire il rumore di qualcuno sopraggiunto alle sue spalle. Prende fiato e si volta. È un uomo di mezza età con una T-shirt degli Stone Roses e bermuda mimetici, i capelli grigi che incorniciano disordinatamente il viso scavato e un mazzo di tulipani rossi comprati da Asda per 99 pence in mano. «Ciao, tesoro». «Papà» replica Joey. «Ho portato dei fiori alla mamma» dice lui battendo il mazzo sull’altra mano. «Anch’io». Lo sguardo si sposta sul passeggino e Joey vede che gli si riempiono gli occhi di lacrime. «Questa è…?» «Sì, è Eloise». Il padre di Joey annuisce e ricaccia indietro le lacrime. «Wow» dice, commosso. «Wow». «Dorme». Un altro cenno affermativo. «Non svegliarla». Per un attimo restano entrambi in silenzio. Una goccia di pioggia cade in mezzo a loro, grossa, pesante. Poi un’altra. Alzano gli occhi al cielo, poi si guardano. «Andiamo?» dice Joey. «Beviamo qualcosa?» propone il padre. «Sì, volentieri» risponde Joey.
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Craig Wasson osserva il panorama dal telescopio di Gregg Henry in una scena del film Omicidio a luci rosse (1984)
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Lo scaffale della Freccia LA SALITA DEI SAPONARI Cristina Cassar Scalia Einaudi, pp. 312 € 18 Esteban Torres, cubanoamericano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera, viene trovato morto nel parcheggio dell’aeroporto di Catania: qualcuno gli ha sparato al cuore. L’uomo ha un passato oscuro eppure nessun indizio riesce a sbloccare le indagini, almeno finché a Taormina, dentro un pozzo nel giardino di un albergo, si scopre il cadavere di Roberta Geraci, detta Bubi. Torres e Bubi si conoscevano. Molto bene.
6x10cm 300DPI
RICORDATI DI BACH Alice Cappagli Einaudi, pp. 264 € 17,50 Esistono passioni così potenti da cambiarti la vita. Da rovesciarti la testa, i pensieri, lo sguardo. Per Cecilia la musica è esattamente questo: un modo di vivere, il solo che conosce. «Fai finta di dover parlare di tutto quello che è finito in un abisso», le dice il suo maestro, «della gioia e del pianto, della vita e della morte. Fai finta di dovermi raccontare qualcosa che non ha mai avuto parole per essere descritto. Rimane Bach».
IL SUSSURRO DELLE API Sofía Segovia Rizzoli, pp. 496 € 20 Sono i primi anni del ’900 e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto la campagna fertile di Linares, un angolo di Messico dove sorge l’hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l’anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, in un viluppo di stracci, circondato da un nugolo di api, trova un neonato.
MOLTE AQUILE HO VISTO IN VOLO Filippo Nassetti Baldini+Castoldi, pp. 144 € 15 Per scrivere il libro l’autore si è ispirato al ricordo del fratello Alberto, primo pilota civile a rientrare in servizio dopo un'operazione chirurgica al cervello e poi scomparso a 28 anni per un incidente durante un volo di collaudo. La sua vicenda è legata a quella di un altro aviatore, Pierpaolo Racchetti, che ha perso la vita nella stessa tragedia. Le esistenze dei due colleghi si sfiorano passandosi il testimone. Da qui si dipana un filo conduttore che approfondisce la vita di altri piloti. Si parla di Antonino Vivona, ex Freccia tricolore che fu testimone della tragedia di Ramstein, in Germania, dove nel 1988, durante un’esibizione acrobatica, tre aerei precipitarono causando la morte dei tre conducenti e di 67 persone a terra. E si raccontano anche le storie di Francesco Miele, primo caso in Europa di pilota amputato, Tullio Picciolini, che oltre al cielo ha conquistato i mari tentando la traversata atlantica in catamarano dal Senegal alle Guadalupe, Dino Iuorio, con la sua grande passione per la montagna e il soccorso alpino, e Marco Conte, fondatore della onlus Friends for Water per scavare pozzi di acqua potabile in Mali. L’opera si pone un interrogativo fondamentale: che cosa spinge una persona a guidare un aereo? Certamente l’amore per il rischio, ma anche altri elementi che rendono la risposta molto meno scontata. Una certezza, invece, è tutto il vissuto personale che Nassetti ha messo in quest’opera particolarmente sentita, emozionante ed emozionata. G.B.
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TRAVEL
EMOZIONI
SOSPESE PONTI TIBETANI E ZIP LINE PER VOLARE TRA IL CIELO, LA TERRA E IL MARE. LA BELLEZZA DELL’ITALIA CONTEMPLATA DA UNA PROSPETTIVA ORIGINALE. CON IL CUORE IN TUMULTO E GLI OCCHI COLMI DI STUPORE di Peppe Iannicelli
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© Gabriele Zanon
a vacanza all’insegna dell’avventura è certamente una delle più trendy del momento. Ponti tibetani sospesi sugli strapiombi e zip line vertiginose attirano ogni giorno migliaia di viaggiatori desiderosi di sperimentare, in totale sicurezza, emozioni fantasmagoriche. Solo a guardarli, certi passaggi fanno venire
i brividi. L’adrenalina scorre a fiumi indossando caschetti e protezioni. I primi passi sono pesantissimi, i primi metri infiniti. Ma poi, trovato il ritmo giusto, si entra in una dimensione fantastica e vorresti che il viaggio, sospeso a un esile ma resistentissimo filo d’acciaio o in precario ma stabile equilibrio su una fune o un’asse di legno, non finisse mai.
La zip line di San Vigilio di Marebbe (BZ) 34
© Enrico De Vita/AdobeStock
Il Volo dell'angelo tra Pietrapertosa e Castelmezzano (PZ)
Popiglio a San Marcello Pistoiese (PT) il Ponte delle Ferriere, inaugurato nel 1923. Il passaggio pedonale, largo appena 80 centimetri, gli permetteva infatti di superare, non senza apprensione, il torrente Lima, risparmiando sei chilometri di camminata. Con i suoi 227 metri di lunghezza e un’altezza massima di 36 metri dall’alveo del torrente, fino al 2006 ha detenuto il record del più lungo ponte sospeso pedonale del mondo. Attraversarlo di notte con l’illuminazione artistica rende l’esperienza ancora più affascinante. Si passa, poi, dal tempo delle miniere alla suggestione dei luoghi di guerra con il Ponte Cristallo, uno dei passaggi più spettacolari e iconici lungo la
Via Ferrata Ivano Dibona che conduce alla cima del Cristallino d'Ampezzo (BL). Di media difficoltà, questo percorso è stato allestito per permettere l’esplorazione delle testimonianze della Grande guerra, che nelle valli delle Dolomiti conobbe episodi storici e sanguinari. Il Ponte tibetano di Cesana Claviere, in provincia di Torino, si divide in tre segmenti, per una lunghezza complessiva di 544 metri. Il tratto più in alto svetta a 90 metri sul fiume Piccola Dora attraverso le Gorge di San Gervasio. Per completare tutto il sentiero, ponti compresi, occorre circa un’ora e mezza di totale immersione nella natura: un’avventura che conquista tutta la famiglia, specialmente i bambini. La Via Ferrata Ivano Dibona, sulle Dolomiti
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Trecento metri di campata unica, a 102 metri d’altezza. Il Ponte alla Luna di Sasso di Castalda (PZ) è impressionante. La sola idea di avventurarsi sulle funi sballottate dal vento fa venire i brividi lungo la schiena. È una vera e propria impresa quella che attende gli ardimentosi attraversatori. Un’impresa, potremmo dire, spaziale, visto che di questo minuscolo borgo lucano è originaria la famiglia di Rocco Petrone, direttore alla NASA durante la missione Apollo 11. Così, in Basilicata, piccoli passi, emozionanti come quelli mossi sulla superfice lunare, scandiscono il passaggio sul Ponte alla Luna. Era invece la scorciatoia utilizzata dai minatori che dovevano spostarsi da
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TRAVEL E se attraversare gole e altezze vertiginose non basta, si può volare senza avere le ali. Le zip line realizzano l’eterno sogno umano di spiccare il volo come gli uccelli. Un cavo d’acciaio
teso, una carrucola e tanto coraggio. Un sogno che si realizza, per esempio, in località meravigliose d’Italia come la Costa d’Amalfi. Inaugurata appena l’anno scorso, la Zipline Italia
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Il Ponte tibetano di Cesana Claviere (TO)
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collega i borghi di Conca dei Marini e Furore (SA), il cui fiordo vide consumarsi la passione divorante tra l'attrice Anna Magnani e il regista Roberto Rossellini. A pochi chilometri dal Sentiero degli Dei e dal Sentiero dei Limoni, una planata in un paradiso di colori: il verde intenso della collina, il blu del mare, le tonalità delle case della costa. Una velocità proibita in auto quella di 172 chilometri orari, ma non sulla zip line di Rocca Massima (LT), a circa 60 chilometri da Roma. Non c’è multa né autovelox in agguato per i coraggiosi pronti, da soli o in coppia, al Volo del Falco Pellegrino di 2.250 metri a 300 metri di altezza. Una picchiata mozzafiato indimenticabile, durante la quale non si riesce neanche a pensare, per la zip line più veloce d’Italia. Nella lista dei temerari romantici non può mancare il Volo dell’angelo, tra Pietrapertosa e Castelmezzano, in provincia di Potenza. Ci vogliono 80 secondi per percorrere i 1.550 metri del tragitto a 450 metri d’altezza. Non si riesce quasi a scorgere il fondo del burrone, e proprio per questo si ha la sensazione di volare insieme alle creature celesti. La Mont Blanc, nel parco avventura a Pré-Saint-Didier, in Valle d'Aosta, propone diversi itinerari e livelli di difficoltà: dal rilassante percorso famiglia, poco più di una giostra ecologica, alla carrucola dell’orrido, il cui nome è tutto un programma. A San Vigilio di Marebbe (BZ), invece, la zip line Adrenaline X-Treme Adventures vanta il primato di più lunga d’Europa: 3.200 metri, con un dislivello di 400 e un’altezza massima di 100. Qui il volo si può fare anche in comitiva, aggiungendo all’adrenalina il divertimento più sfrenato. È lunga oltre 3 chilometri anche la Zipline Sauris, in provincia di Udine. Inaugurata a luglio, attraversa le montagne della Carnia a 100 metri d’altezza, collegando il Monte Ruche con il lago della Màina. Queste imprese richiamano turisti da ogni dove e dai monti sono passate a conquistare anche il mare. La compagnia di navigazione MSC Crociere ha dotato infatti le navi più moderne della sua flotta di una vertiginosa zip line che permette di sperimentare il brivido del volo tra le onde.
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I Giardini di Castel Trauttmansdorff
MERANO MON AMOUR LA CITTÀ DELL’ALTO ADIGE ACCOGLIE GLI AMANTI DELLA TRANQUILLITÀ E DEL BENESSERE. TRA PASSEGGIATE POETICHE, PERCORSI IN BICICLETTA E ITINERARI SULLE ORME DELLA PRINCIPESSA SISSI di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it 38
© Simon Koy
La Passeggiata Tappeiner
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tagione 2020: è l’estate italiana, l’estate della villeggiatura con la famiglia che vede la riscossa dei luoghi aperti e isolati. Per rispettare le regole anti Covid e mantenere le distanze anche in vacanza, dove è meglio trascorrerla se non in montagna? Già da qualche anno è scattato l’amore per le vette, paesaggi verdi senza confini, da godere con calma. I neo amanti delle cime alla ricerca della tranquillità possono scegliere come meta l’Alto Adige e come località ideale Merano. Non troppo in vetta con i suoi 300 me-
tri di altezza, elegante e accogliente, raggiungibile in treno. La città attende ospiti e turisti per camminare e passeggiare con il progetto Muoviti a Merano e l’iniziativa Early Bird - Vale la pena alzarsi presto! Novanta minuti di tour ogni sabato mattina dalle 7:30, lungo sentieri e percorsi pedonali nei parchi e tra le vie più nascoste, modellati in base alle indicazioni degli esperti. Una proposta nel solco della tradizione meranese, nota per le terme, l’attenzione al benessere e alla salute: aria aperta e luce solare fanno aumentare infatti la
produzione di serotonina, alleato fisiologico del buonumore, contro stress e depressione. Che si scelga il giro guidato o che si punti a scoprire Merano in autonomia, la partenza è dal centro storico. Tra le strade più caratteristiche quelle del quartiere Steinach, dove si trovano botteghe artistiche, edifici d’epoca e il Castello degli Asburgo costruito tra il XV e il XVI secolo. C’è anche la passeggiata d’inverno che dal Ponte Posta giunge a imboccare la Promenade Gilf, per poi tornare a Merano seguendo la passeggiata d’estate.
© Tommy Hetzel
Il centro storico
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Si lascia la città solo dopo aver osservato il panorama che la circonda. Due ottimi punti di vista, sulla Passeggiata Tappeiner, sono la Torre della Polveriera e il Belvedere. Dalla prima, che vanta origini romane, lo sguardo spazia tra l’inizio della Val Passiria, il comprensorio Merano 2000, la Val d’Adige e Monte San Vigilio. Il secondo guarda a nord verso il massiccio del Gruppo di Tessa. Dalla stessa Passeggiata, lunga tre chilometri e illuminata di sera, a pochi passi dalla città, si dirama inoltre un sentiero che porta a Tirolo, dove si trovano il Castello e i Masi della Muta, un’impressionante terrazza sull’intero Burgraviato. Appena lasciato lo spazio urbano, l’immersione nella natura tra boschi e alture è immediata. Si possono percorrere i Sentieri d’Acqua Meranesi, che uniscono 11 Waalweg, itinerari lungo gli antichi canali d’irrigazione: 80 chilometri di tranquillità e silenzio tra vegetazione, frutteti, chiesette e castelli.
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TRAVEL
Il parco delle Terme di Merano
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Un tratto della Passeggiata Gilf
«Basterebbe una passeggiata in mezzo alla natura, fermarsi un momento ad ascoltare, spogliarsi del superfluo e comprendere che non occorre poi molto per vivere bene» [Mario Rigoni Stern] 40
Coccolano fisico e mente anche la via della Poesia e il percorso delle Fontane, di nuovo in città. Lungo la Passeggiata Gilf, incisi a fuoco sul legno delle panchine, si possono leggere spunti di riflessione del poeta americano Allen Ginsberg, affiancato da illustri letterati quali Carl Artmann, Sarah Kirsch, Mario Luzi, Alda Merini, Rainer Maria Rilke, Edoardo Sanguineti e Luisa Spaziani. Al poeta statunitense Ezra Pound, che a Merano trascorse parte della sua vita, è riservato un angolo a sé con versi scelti dalla figlia. Suscita emozioni anche il percorso delle Fontane, 12 getti d’acqua tra il centro e la zona delle Passeggiate, ognuna raccontata da una targa. L’idea refrigerante è merito di Renate Abram, una studiosa locale che ha pensato a un percorso storico dal 1462 a oggi, tra ordinanze e provvedimenti disposti dai signori del tempo. A Merano soggiornò inoltre a più riprese, nella seconda metà dell’800, l’imperatrice Elisabetta d’Austria, per tutti Sissi. A lei è dedicato un suggestivo itinerario che collega i Giardini di Castel Trauttmansdorff, un orto bota-
© Tommy Hetzel
nico straordinario con piante da tutto il mondo, con il centro città, passando per i castelli Principesco. Pienzenau,
Kallmünz e Rametz, per scendere poi fino al parco dedicato alla principessa, ai margini della Passeggiata d’estate.
IN STAZIONE UNA MOSTRA SU FISCHER Andamento sinuoso delle strade, piazze e cortili racchiusi, chiara definizione delle assi visuali. Sono questi i tre principi del piano di sviluppo di Merano in base al progetto realizzato nel 1898 da Theodor Fischer. Questo architetto e urbanista di grande lungimiranza ha contribuito a rendere Merano la città-giardino che è ancora oggi, caratterizzata dai tre poli della stazione, del centro storico e della Casa del teatro popolare. Proprio nello scalo ferroviario, in stile Liberty, si può visitare fino al 31 dicembre la mostra Theodor Fischer in Tirolo. Architetto pioniere, organizzata da Curatorium Beni Tecnici Culturali. Su un tavolo virtuale si sfogliano i progetti di cantiere e, lungo il primo binario, 30 tavole di grande formato raccontano il lavoro di Fischer. Analizzando gli edifici della Posta e della Cassa di Risparmio di Hall, in Tirolo, e la Scuola maschile di Lana, in Alto Adige, si possono conoscere i metodi di lavoro e progettazione di una figura chiave per l'architettura mitteleuropea dopo il 1900, da riscoprire per dare nuova ispirazione all’urbanistica contemporanea.
La voglia di libertà e natura qui si soddisfa facilmente anche con una pedalata. Merano offre infatti una vasta rete di piste ciclabili. Con le due ruote si può girare in città, dal tipico quartiere Steinach fino al torrente Passirio, ma anche andare fuori verso la Chiesetta di San Valentino a Maia Alta. O si possono percorrere la Val Passiria e la Val d’Adige, verso Bolzano. In Val Venosta si sale sul treno a Merano e, giunti a Malles, si noleggia una due ruote per rifare a ritroso tutto il percorso o solo una parte, lasciando il mezzo in una stazione intermedia. Per i più esigenti non mancano tour guidati in mountain bike, con lezioni tecniche e noleggio dell’attrezzatura. Un ultimo consiglio, per gli amanti del green e dei binari senza tempo, viene dal travel book di Trenitalia Ciclovie, 20 percorsi ciclabili da raggiungere comodamente in treno, che suggerisce di andare a Bolzano e poi proseguire in bici fino a Caldaro, lungo il tracciato di una ferrovia di fine ’800, abbandonata dal 1971. Qui si può fare tappa a Castel Firmiano, un’enorme fortezza del X secolo, parte del circuito delle sei strutture del Messner Mountain Museum, che raccontano l’universo della montagna. Giunti a Caldaro, non può mancare una visita al lago omonimo, bacino d’acqua naturale tra i più caldi di tutte le Alpi. 41
TRAVEL
UN TUFFO NEL
LIBE RT Y
Villino Palanti a Milano Marittima, Cervia (RA)
BALCONI DECORATI E COMPOSIZIONI FLOREALI, BALAUSTRE IN FERRO BATTUTO E MAIOLICHE RAFFINATE. A PASSEGGIO TRA VILLE, ALBERGHI E MUSEI DELLA BELLE ÉPOQUE ROMAGNOLA di Andrea Speziali
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iori scolpiti nel ferro battuto e nella pietra, torrette arzigogolate, facciate con finestre decorate come quadri, dove composizioni floreali si mescolano a profili di fanciulle dai capelli d’oro. La Riviera romagnola conserva ancora oggi, in forma superstite, palazzi, grandi alberghi, ville e villini che sembrano spuntare da una fiaba.
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Nella costa che si riflette sul mar Adriatico, partendo da Cervia (RA) fino a Cattolica (RN), si possono ammirare, grazie all’Associazione Italia Liberty, capolavori dell’Art Nouveau. Un viaggio per scoprire un tesoro della Belle Époque, in cui anche i complementi d’arredo, spesso in legno d’ebano, ornavano gli ampi spazi delle maestose architetture che ingentilivano la costa. In particolare, nel tratto ravennate si trovano abitazioni realizzate per la solida vecchia borghesia. È il periodo in cui il podestà Giuseppe Palanti porta in Riviera la Milano bene e il sorgere di ville e villini favorisce un turismo d’élite sempre più diffuso nel corso degli anni. A Cervia, in via Toti 72, si segnala il villino Palanti. Era il 1912 quando la Società Anonima Milano Marittima decise di lottizzare la pineta della città, per realizzare un primo insediamento di villette residenziali che dovevano divenire, come scritto su un opuscolo dell’epoca, simili a «una piccola casa bianca in riva al mare, oppure nascosta tra il verde fresco di un bosco». Il progetto di urbanizzazione apparteneva proprio a Palanti, pittore
magnifiche terrazze e i giardini all’inglese, oltre a svariati e moderni comfort. Le linee architettoniche dell’hotel seguono la corrente modernista del Liberty, che incontra i gusti di una nuova borghesia colta e attenta, che cerca l’ostentazione del lusso nei dettagli che stupiscono. Riccione trovò a suo tempo una committenza per villini singoli nella zona Abissinia, dove si segnala l’opera di Mario Mirko Vucetich, villino Antolini, conosciuta come villa degli Americani o villa Egle, con una facciata curvilinea che riprende le architetture del Borromini, pensata in stile modernista anni ’20. È una vera fortuna che sia ancora integra, perché rimane un modello abitativo di raffinato gusto ed eleganza. Qui merita una menzione anche il lavoro del progettista Cesare Tamburini, che per la famiglia Piva realizzò la villa che era ubicata su viale Milano. Acquistata nel 1956 da Domenico Leardini e Dino Tentoni, nel ’62 fu demolita per erigere due hotel: il Lungomare e il Mon Cheri, che conserva ancora le pigne originarie della villa Domus Laeta, poste ai lati del cancello d’ingresso su viale Milano. Proseguendo in viale Ceccarini, angolo via Marmolada, s’incontra villa Serafini, celebre opera dell’architetto Emiliano Sironi, e, all’incrocio fra viale Trento Trieste e via Cesare Battisti, la Pensione Florence finemente decorata con ferri battuti, stucchi e cementi decorativi nelle cimase, balaustre e fascioni floreali. L’epoca d’oro dell’architettura Liberty si conclude purtroppo quando, con la Prima guerra mondiale, diminuiscono le risorse da dedicare all’arte. Oggi si contano solo una cinquantina di capolavori architettonici sopravvissuti allo scempio delle demolizioni effettuate per lasciare spazio a mastodontici alberghi, nati negli anni del boom economico con lo scopo di soddisfare il mito delle vacanze di massa in riviera.
© Filippo Di Mario
e docente dell’Accademia di Brera, nonché socio fondatore dell’immobiliare che doveva realizzare i progetti e, non a caso, la sua villetta resta oggi una delle meglio conservate. In pochi minuti si possono raggiungere i villini Sgarbi, finemente decorati con motivi floreali alle pareti, e villa Righini, progettata da Matteo Focaccia in viale Roma. Scendendo la costa, a Cesenatico (FC), in viale Garibaldi si incontra il villino Pompili, recentemente ristrutturato con cromie gialle che danno risalto alle maioliche Liberty. Di questa singolare costruzione si può apprezzare il cancello in ferro battuto che nelle ante raffigura 12 gatti, una farfalla, due teste di delfino e un pavone stilizzati dal fabbro Castellani. Dopo Cesenatico si consiglia una tappa al Museo di Arte Povera a Sogliano al Rubicone (FC) dove, a ingresso libero, si può seguire una visita guidata alla scoperta di grafiche pubblicitarie e sculture di inizio secolo per conoscere un’inestimabile collezione di opere Liberty e Déco. Lo stesso Palazzo Ripa-Marcosanti ospita il Museo del Disco d’Epoca, dove si possono ascoltare le melodie più in voga nel periodo con l’ausilio del racconto del curatore Roberto Parenti. Il viaggio continua a Bellaria (RN) con i villini storici in via Porto Palos, tra cui villa Adelia, caratterizzata dal portale d’ingresso curvo come il simbolo dell’omega. Che in periferia e nelle località marine era più facile uscire dagli schemi consolidati lo può testimoniare, proprio al centro della Marina di Rimini, il complesso del Grand Hotel, un’imponente struttura che ancora oggi rimane uno dei massimi esempi Liberty in Romagna, simbolo del ’900 balneare riminese nel mondo. Progettato dall’architetto Paolito Somazzi, fu inaugurato nel 1908 e suscitò subito ammirazione per i suoi quattro piani, le 200 camere, i numerosi balconi, le
Villa Pompili a Cesenatico (FC)
RICCIONE IN TRENO Grazie alla collaborazione fra Trenitalia, il Comune e Federalberghi, arrivare a Riccione in treno è ancora più comodo e conveniente. A chi sceglie di trascorrere sette notti in uno degli hotel aderenti all’iniziativa sarà rimborsato il viaggio di andata e, a chi estende la vacanza fino a due settimane, anche il ritorno. Inoltre, chiunque aderisce alla promozione non paga la tassa di soggiorno. trenitalia.com | riccioneintreno.it 43
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IL VIAGGIO CHE FAREMO NON HA UNA SOLA DESTINAZIONE. MA È UN MODO PIÙ CONSAPEVOLE DI INTENDERE IL MONDO. SE NE PARLA ALL’ULISSEFEST DI RIMINI, DAL 28 AL 30 AGOSTO, CON LONELY PLANET ITALIA di Michela Gentili
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i sono stati giorni senza orizzonte. Quando lo sguardo moriva rapido contro la stessa parete. Giorni senza sole e senza vento, a farsi bastare un’aria razionata, con troppo tempo per i pensieri e poco spazio per le gambe. In quei giorni, all’apparenza lontani ma mai conclusi, consolava sognare cieli diversi, terre ancora ignote, altri sentieri da imboccare. Ma ora che l’idea di muoversi nel mondo va oltre la speranza, l’urgenza più forte è reimparare a farlo in modo nuovo.
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«La facilità con cui potevamo partire fino a ieri ha rischiato di banalizzare il senso di questa scelta, togliendogli profondità. Ma le limitazioni che abbiamo subito ci hanno portato a riscoprirne il significato», spiega Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia. Proprio sul “viaggio che faremo” la casa editrice che pubblica le famose guide ha focalizzato la IV edizione di UlisseFest, a Rimini dal 28 al 30 agosto. «Non è solo una riflessione sulla destinazione, ma un invito a ragionare sul futuro che ci aspetta da cittadini del mondo», precisa Pittro. In programma circa 40 appuntamenti – incontri, workshop, concerti e reading – tra piazza Cavour, il Teatro Galli e il cinema Fulgor. «Meno degli anni scorsi, per poter rispettare tutti i protocolli di sicurezza, ma con nomi e contenuti più forti», aggiunge. Si parte dall’Africa, con il direttore della rivista omonima Marco Trovato, l’antropologo Marco Aime e la scrittrice Igiaba Scego. Si passa in Mongolia, grazie alle note e alle parole di Massimo Zamboni, per poi percorrere i Paesi scandinavi guidati dai libri di Robert Ferguson. Si veleggia sulle onde del Mediterraneo tra la tromba
di Paolo Fresu, accompagnato dal bandoneon di Daniele di Bonaventura, e lo spettacolo di Mario Tozzi con il sassofonista Enzo Favata. Fino a riscoprire il nostro Paese con il live tour on the road targato Lonely Planet Italia e il viaggio nelle Marche di Dardust, poliedrico pianista e producer. E poi non mancano gli omaggi. Al regista Federico Fellini, celebrato da Sergio Rubini a un secolo dalla sua nascita, proprio a Rimini. Allo scrittore cileno Luis Sepúlveda, scomparso ad aprile per il Covid-19, che rivive nella voce di Ginevra Di Marco. Al poeta Alighieri – nel 2021 ricorrono i 700 anni dalla sua morte – con lo spettacolo Silent Dante. All’irrequieto Bruce Chatwin, protagonista di un documentario firmato da Werner Herzog. Senza dimenticare i workshop, per imparare a scrivere una guida di viaggio, realizzare un reportage, fotografare il panorama dei sogni. Perché non è vero, conclude Pittro, «che l’unico modo per proteggersi è fermarsi». UlisseFest UlisseFest UlisseFest
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TABIANO
CHARME E STORIA L’ANTICO FEUDO PALLAVICINO TRA LE COLLINE PARMENSI È OGGI UN HOTEL DIFFUSO. GRAZIE ALL’IMPEGNO DELLA FAMIGLIA CORAZZA PER VALORIZZARE IL CASTELLO, IL BORGO E I CASALI di Andrea Radic
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andrearadic2019 Il castello di Tabiano (PR)
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e persone amano un luogo quando sentono la profondità delle proprie radici e nasce in loro il desiderio di farlo conoscere, ma anche di aprirlo agli altri, rendendolo in qualche modo patrimonio di tutti. La famiglia Corazza ama il castello di Tabiano (PR), il suo borgo, le case coloniche e il meraviglioso paesaggio collinare sul quale si distende. In una terra meravigliosa, quella dell’Appennino emiliano, dove la storia, le eccellenze e soprattutto le persone sono un tratto esemplare dell’Italia che piace. Era la fine del 1800 quando Giacomo Corazza, originario di Parma, e sua moglie Rosa si innamorarono di Tabiano e decisero che sarebbe stato il loro buen retiro, stabilendosi qui da Londra, dove dirigevano la fiorente attività imprenditoriale di Carlo Gatti, padre di Rosa, divenuto il re del commercio del ghiaccio. Poi Carlo Corazza, figlio di Giacomo, sviluppò successivamente l’azienda agricola e la produzione casearia con uno spirito e una concretezza imprenditoriale non comune. Oggi, come un tempo, i Corazza hanno ancora una volta seguito il loro istinto, trasformando l’antico feudo Pallavicino in un relais di charme. «Un luogo dove gli ospiti possono scoprire i valori e le emozioni che la nostra famiglia ha sempre trovato qui», dice Anna Maria Corazza. «Quello che un tempo era luogo di guerre e battaglie, al centro degli scontri tra i Visconti e i signori di Parma, oggi è un luogo che accoglie, che apre le proprie porte al mondo, offrendo bellezza e relax», aggiunge Carlo, fratello di Anna Maria, che ci accompagna in quella che si rivelerà una vera e propria immersione nel tempo e in ciò che il mondo ama dell’Italia: la capacità di consegnare alla contemporaneità il senso pieno dell’ospitalità. Una famiglia internazionale quella dei Corazza: Anna Maria deputata al Parlamento europeo e moglie dell’ex primo ministro svedese Carl Bildt, Carlo importante funzionario della Comunità europea, ma allo stesso tempo legato a Tabiano da un amo-
Anna Maria Corazza
re profondo. «Siamo cresciuti qui, ricordo quando ero solo una bimba e la mattina andavo a prendere il latte fresco al caseificio per la prima colazione», racconta Anna Maria, mentre Carlo cita la bellezza di raccogliere la frutta dagli alberi per portarla direttamente in tavola. Gesto che compie tutt’oggi. Perché non importa quale esperienza la vita ti ha concesso o quale ruolo si sia raggiunto, ciò che traspare chiacchierando con i Corazza è il senso della famiglia e dell’impegno necessario per proseguire ciò che è stato tramandato. Il figlio di Carlo, Giacomo (la tradizione di famiglia vuole questi due nomi per i primogeniti maschi) si alza all’alba per aiutare a preparare le colazioni per gli ospiti del relais, sotto lo sguardo amorevole del nonno Giacomo, il professore, che a 91 anni ti guarda con occhi accesi e spiega l’emozione quotidiana di vivere la storia, tra ricordi vivissimi e tanto da insegnare. «Tabiano è la nostra famiglia», sottolinea Anna Maria, «sono generazioni che lottiamo e lavoriamo per conservare e valorizzare il castello, il borgo e i casali, con amore e passione per queste vecchie pietre che sono patrimonio di tutti gli italiani. Ognuno
ha il suo compito, ci confrontiamo, discutiamo ma siamo sempre consapevoli della responsabilità di questo patrimonio». Dalle loro parole traspare con forza il senso di un luogo che li unisce nel lavoro e che, allo stesso tempo, diviene per chi vi soggiorna un luogo del cuore. E Tabiano è davvero un tesoro nascosto tutto da scoprire, dove si vive appieno il concetto di sentirsi a casa, dove calore non è un modo di dire, ma una sensazione vera. «Il posto ideale per rilassarsi», dice Carlo. «Siamo a un’ora da Milano, a 400 metri d’altezza, dove la brezza rinfresca anche le calde giornate estive e dove realmente si può staccare la spina». A breve saranno ultimate altre stanze di grande fascino al secondo piano del castello e sorgerà una nuova spa dalle cui vetrate saranno visibili le mura più antiche del complesso fortificato, recentemente venute alla luce. Si può partecipare anche a visite guidate per approfondirne la storia e il ruolo che la struttura ha avuto nel passato. «Era una fortezza militare a presidio delle miniere di sale che hanno fatto la fortuna dei Pallavicino. Tabiano fu anche al centro di un episodio interessante avvenuto durante l’assedio di Parma da parte di 47
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Una sala del castello di Tabiano (PR)
Federico II, il cui alleato principale e comandante era Uberto il Grande, signore di Tabiano», spiega Carlo Corazza. «Si racconta che Federico II, dopo lunghe battute di caccia con il falcone sulle rive del fiume, venisse spesso a dormire nel castello». Delizioso il cortile interno dove viene servita la prima colazione, arredato con tavoli e sedie in ferro battuto di colore azzurro, un angolo dove il tempo riacquista valore e la frutta servita è quella delle piante di proprietà. Ottimo il succo di prugne. Il capitolo gastronomico è di livello, grazie al ristorante del Relais realizzato nell’antico caseificio, la cui cucina è guidata dalla mano esperta e concreta dello chef Maurizio Morini. Una cucina del territorio che si esprime con eleganza e sostanza nell’utilizzo dei prodotti dell’orto, del frutteto e dei produttori a chilometro zero. Tra i piatti identitari, spaghetti alla chitarra con prosciutto crudo croccante, faraona arrosto, entrecôte di manzo affumicata. Grazie all’hotel di charme diffuso An48
tico Borgo di Tabiano Castello, questo fazzoletto di terra emiliana è divenuta una sorta di “nuova Toscana”, una campagna italiana dolce e ricca di meraviglie che gli stranieri in particolare amano profondamente. Al castello gli ospiti giungono dall’Australia, dalla Nuova Zelanda e dagli
Stati Uniti, oltre che dall’Europa. Uno sforzo imprenditoriale, quello dei Corazza, che genera economia territoriale e fa bene al turismo italiano. tabianocastello tabianocastello tabianocastello
Carlo Corazza (a sinistra) insieme al giornalista Andrea Radic
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IL CAMMINO DELLE ORIGINI A CERVETERI PER SCOPRIRE L’IMMENSO LASCITO DEGLI ETRUSCHI. TRA RISERVE NATURALI, GIOIELLI STORICI E L’AREA ARCHEOLOGICA DELLA BANDITACCIA di Valentina Lo Surdo ValuLoSurdo
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ilmondodiabha
ilmondodiabha.it
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on un territorio che rappresenta l’area archeologica più vasta al mondo, seconda soltanto alla Valle dei Re in
Egitto, Cerveteri è la meraviglia che, a 25 minuti dalla stazione di Roma San Pietro, non ti aspetti. A mezz’ora di auto dall’aeroporto di Fiumicino o
© Dino Frattari
L'ingresso della Necropoli della Banditaccia, Cerveteri (RM)
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dal porto di Civitavecchia, e ancor meno dal lago di Bracciano, in questi ultimi anni la capitale etrusca sta lavorando per tornare al suo antico
Cratere di Eufronio
splendore. Dall’alto di oltre tremila anni dalla sua fondazione, l’antica metropoli è Città della Cultura del Lazio nel 2020 (titolo che conserverà anche per il prossimo anno a causa del fermo per il coronavirus) grazie a un patrimonio naturalistico, storico e artistico di rara ricchezza. Una posizione unica, che sormonta la natura incontaminata del Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, le riserve di Macchiatonda, Palo Laziale e Furbara, è un territorio che allunga il suo sguardo fino ai gioielli medioevali dei borghi di Sasso e di Ceri – teatro di posa naturale per le pellicole di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica – toccando un litorale punteggiato dagli imponenti castelli Odescalchi (di Ladispoli e Santa Marinella), all’ombra delle pinete che hanno visto sfrecciare anche le celebri corna di Vittorio Gassman nel film Il sorpasso. «L’attenzione di cui la zona ha goduto nei secoli si riverbera anche nella Villa Romana a Marina di San Nicola, probabilmente appartenuta al triumviro Pompeo Magno, così come
nelle terme romane di Pian della Carlotta, tuttora attive e, in tempi meno remoti, nella medioevale Torre Flavia, che svetta sulla spiaggia regalando tramonti indimenticabili. Fino ai più recenti Palazzo dei Principi Ruspoli, Palazzo Patrizi al Sasso e Palazzo Torlonia», ci racconta Daniele Medaino di Artemide Guide, uno degli accompagnatori turistici più apprezzati della zona. Eppure, la magnificenza di questo territorio – la cui attrazione principale, la Necropoli della Banditaccia con il suo anello di 12 chilometri di sentieri naturalistici, non ha nulla da invidiare ai siti archeologici più celebrati al mondo – è ancora ignota ai più malgrado uno scenario spettacolare. Camminando, svela alla vista la natura selvaggia e i resti di un mondo antico. Un paradiso per gli escursionisti appassionati dei paesaggi avventurosi di Messico o Guatemala, Cambogia o Perù, «solo che qui a farla da padrone è la macchia mediterranea, caratterizzata da querce, lecci, lauri e ginestre con una fauna autoctona antica duemi-
la anni», precisa Medaino. «L’area archeologica della Banditaccia appare immersa in una rigogliosa vegetazione attraversata da ruscelli e bagnata da cascate, entro cui la città funeraria ha disseminato migliaia di monumentali tombe scavate nel tufo, a imitazione delle antiche case». Finalmente, dopo i tristi anni connotati dagli scavi clandestini e dal depredamento delle tombe, Cerveteri si sta risvegliando. Il presente che vuole riportarla al meritato splendore può contare su squadre di volontari e su una giunta giovane e appassionata, guidata dal sindaco Alessio Pascucci, 38 anni, recentemente eletto presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, l’ente che riunisce i comuni italiani che hanno sul proprio territorio un sito Unesco. «Un riconoscimento importante per una città come la nostra», spiega Pascucci, «che negli ultimi anni si è impegnata in uno sforzo enorme per la valorizzazione e la tutela di questo patrimonio». Uno sforzo che il passato di 51
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Caere merita sicuramente, lasciando un segno molto più rilevante nella storia del Mediterraneo di quanto i libri scolastici abbiano insegnato, come testimoniato dalla presenza unica di ben tre porti nel suo territorio: il più grande era quello di Pyrgi, corrispondente all’attuale Santa Severa. Tre porti sono sinonimo di grande potenza commerciale e militare, per questo gli archeologi hanno rinvenuto nelle tombe corredi di pregio provenienti dalle botteghe più importanti della Magna Grecia e persino della Grecia: tra tutti spiccano due preziosissime opere di Eufronio, il ceramista più in voga ad Atene ai tempi delle guerre persiane, considerato il primo artista della storia occidentale. Soleva infatti firmare le sue opere, a differenza dei semplici artigiani. «Una di queste, il Cratere – esposto permanentemente al Museo Nazionale Archeologico Cerite – è stata restituita all’Italia nel 2008, divenendo simbolo della lotta al traffico illecito e ora punta dell’iceberg di una grandiosa opera di recupero dei tesori di Cerveteri, sparsi nei musei più prestigiosi del mondo», spiega la guida Medaino.
Via degli Inferi
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La storia recente di Cerveteri racconta dunque di un rinascente impegno in cui, come si diceva, anche i volontari stanno giocando un ruolo fondamentale. Stefano Belmonti, 66 anni, accompagnatore volontario e vicepresidente dell’associazione Ogniquota, nel 2015 ha iniziato un lavoro capillare per riportare alla luce la spettacolare Via degli Inferi insieme a un coraggioso gruppo di amici provenienti dalla sezione di Cerveteri/Ladispoli del Gruppo archeologico romano e dalle associazioni Nuova generazione etrusca, Nucleo archeologico antica Caere, Gruppo archeologico del territorio cerite. «Quando siamo venuti qui, io e Massimo Petrelli, la più maestosa delle arterie etrusche, la Via degli Inferi, era completamente ricoperta dalla vegetazione. Con il beneplacito della Soprintendenza e il sostegno dell’assessore al Turismo Lorenzo Croci, abbiamo iniziato la nostra opera di pulizia. A noi si sono unite altre persone, in particolare Stefano Cozzi, Marco Meconi e Assunta Contaldo. Per arrivare a questa stupenda passeggiata così come la vediamo oggi, ci sono vo-
luti cinque anni di lavoro costante: 12 mesi l’anno, una o anche più volte a settimana, con decespugliatore in braccio, tronchesi e falce, oltre all’attrezzatura per montare la segnaletica, finanziata dal Comune», racconta Stefano. «Le aree archeologiche di Cerveteri hanno tutti i numeri per diventare una delle maggiori attrazioni antiche del futuro», parola dell’assessore al Turismo Lorenzo Croci, anche lui 38 anni. «Si stima che solo nella Banditaccia vi siano oltre diecimila tombe, e il conto complessivo potrebbe superare le ventimila. Stiamo parlando di un territorio ben più vasto della necropoli principale della Banditaccia, dal 2004 Patrimonio Unesco insieme a quella di Monterozzi a Tarquinia». L’opera dei volontari si rende più che mai preziosa, visto che l’amministrazione comunale non ha a disposizione fondi sufficienti per fare fronte alla manutenzione di un territorio immenso. Così il sindaco Pascucci lancia un appello al MiBACT, per ricevere maggiore sostegno, e al Presidente del Consiglio: «Abbiamo a disposizione uno dei massimi te-
© Dino Frattari
Necropoli della Banditaccia, esterno della Tomba dei Rilievi
sori archeologici del mondo, che in rete con Tarquinia e il comprensorio dell'Etruria Meridionale va a disegnare la culla della civiltà etrusca. Così vorremmo che questo messaggio fosse accolto dal presidente Giuseppe Conte e dal governo, in un momento in cui un rinascimento culturale è più che mai necessario: perché Cerveteri possa diventare un Parco Archeologico indipendente, al pari di Ostia Antica o di Pompei. Dunque lo invitiamo a venire a visitare questi luoghi incredibili, dove guardando al passato si può disegnare il futuro». Terminata la ripulitura della Via degli Inferi con l’inaugurazione nel 2018, Belmonti insieme ad altri volontari comincia a tracciare ulteriori circuiti a piedi. Ne sono nati tre, di una lunghezza variabile, che attraversano in più direzioni la rigogliosa area archeologica, tra cui il meraviglioso sentiero delle cinque cascate. L’auspicio è creare un cammino a piedi di rilievo internazionale, una Via degli Etruschi capace di collega-
re l’Etruria Meridionale alle vie cave di Pitigliano, Sovana e Sorano. Nel frattempo Cerveteri non si ferma qui, si modernizza e si rinnova: dopo la vittoria del terzo premio all’Architecture, Construction and Designing Award nel 2020 per la nuova stazione ferroviaria di Marina di Cerveteri, l’assessore alla Cultura Federica Battafarano, 32 anni, ci descrive lo spirito con cui è stata presentata la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2021 (posticipata al 2022): «Il nostro dossier fa tesoro della presenza diffusa della civiltà etrusca e per questo è stato elaborato in partnership con Santa Marinella, Tolfa, Allumiere e con i comuni del lago di Bracciano, considerando il porto e l’aeroporto come l’alfa e l’omega di questo spicchio di Etruria meridionale, includendo Civitavecchia e Fiumicino». Ma molti ancora sono gli ingredienti che concorrono a rendere unica questa “piccola Toscana”: dalle spiagge di sabbia nera scarsamente antropizzate di Campo di Mare alle colline note per la quali-
tà dell’offerta enogastronomica che comprende le pesche Springtime, i veri carciofi romaneschi, il grano scelto dall’Associazione dei panificatori di Roma per il brand Pane Roma, la famosa Sagra dell’uva e l’Etruria Eco Festival di Cerveteri. Un territorio ideale per escursioni in mountain bike che si estende fino ai Monti della Tolfa, dove si snoda una strada amata dai motociclisti di tutta Europa, e molto radicata anche tra gli amanti delle passeggiate a cavallo, mentre il versante marino è baciato da un vento che attira gli appassionati della tavola da surf da tutta la regione, tra cui brilla il talento del campione Leonardo Fioravanti. Insomma, «gli Etruschi non si insediarono qui a caso, e quando Roma era abitata da sparute capanne e si praticava la pastorizia, Cerveteri governava il Mediterraneo con i suoi tre porti», conclude Pascucci. Aspettando la nascita del Parco Archeologico degli Etruschi. ArtemideGuide ArtemideGuide 53
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MOLISE
DA SCOPRIRE LONTANO DAL TURISMO DI MASSA, TRA RESIDENZE STORICHE, AZIENDE AGRICOLE E CASTELLI. DA TERMOLI A CAMPOBASSO, I BORGHI DELLA REGIONE RINASCONO GRAZIE ALL’OSPITALITÀ DIFFUSA di Alessandra Iannello - a cura di vdgmagazine.it
Bagnoli del Trigno (IS)
È
vero, il Molise non esiste. Non esistono le spiagge sabbiose dell’Adriatico che si snodano per 35 chilometri nei comuni di Montenero, Petacciato, Termoli e Campomarino, in provincia di Campobasso. Non esistono le colline dai profili morbidi che dal mare salgono verso le montagne aspre segnando il confine con l’Abruzzo, il Lazio (Monti della Meta) e la Campania (Monti del Matese). Tutte queste meraviglie non esistono per chi non vuole abbandonare le rotte consuete e avventurarsi alla ricerca di scorci unici, di luoghi incontaminati dal turismo di massa, di esperienze che rimarranno ricordi indelebili. 54
Una chiave di lettura per un itinerario che dal mare risale fino alla montagna è la sosta nei borghi molisani. Una volta centro della vita familiare e lavorativa di contadini e artigiani, come in molte zone d’Italia, si sono via via spopolati a causa delle migrazioni verso le grandi città. Col tempo le case, le chiese, i centri della vita sociale sono stati inghiottiti dall’incuria e dall’abbandono mentre i campi, una volta rigogliosi, si sono rinselvatichiti. Ma i molisani non hanno accettato questo degrado dei luoghi d’origine e, così, in molti si sono adoperati per far tornare i borghi al loro antico splendore. La riqualificazione è passata attraverso la valorizzazione
turistica che ha portato a una forma di ospitalità diffusa, trasformando le abitazioni in strutture ricettive. E, poiché l’unione fa la forza, cinque imprenditori del settore hanno deciso di fare squadra creando Moleasy: una rete di cinque realtà, in altrettante zone della regione, da cui fare base per partire alla scoperta del territorio. Partendo dal mare di Termoli c’è la Residenza Sveva, un albergo diffuso nato dalla ristrutturazione di diversi edifici del centro storico. A pochi passi da qui si ammira la cattedrale di Santa Maria della Purificazione dedicata a San Basso, patrono della città, edificata nel 1037 sopra i resti di un tempio pagano dedicato a Castore
e Polluce. Oltre alle reliquie del santo riposano qui anche le ossa di San Timoteo, discepolo di San Paolo. Il centro storico è racchiuso dalle mura medievali su cui svetta, dal lato nord, il Castello Svevo. Nel 1902 divenne monumento nazionale e nel 1909 la Marina militare posizionò sulla parte più alta dell’edificio una stazione meteorologica che è in funzione ancora oggi. Scendendo verso il mare si trova la Passeggiata dei trabucchi, che dai piedi del Castello segue tutta la cinta muraria fino al porto. I “trabucche” (così li chiamano i termolesi) sono delle palafitte che si incontrano in diverse zone della costa adriatica. Dedicate alla pesca, sono dotate di una piccola cabina e due antenne, che si sporgono sull’acqua per molti metri, a cui è legata una rete rettangolare. Risalendo le colline verso l’Abruzzo si raggiunge Bagnoli del Trigno (IS), un paese di poco più di 700 abitanti arroccato su un massiccio roccioso
che domina la valle del fiume Trigno. La Perla del Molise, così è soprannominato il borgo, si arrampica per un dislivello di oltre 100 metri (a 660 sul livello del mare c’è la parte bassa e a 783 quella più alta) che ha dato vita a due zone ben distinte e da sempre in lotta, la Terra di sotto e la Terra di sopra. Su un masso di pietra calcarea si trovano i ruderi del castello longobardo che dominano ancora, spettrali e cadenti, l’intero abitato. Ai piedi del Paese delle fate (altro appellativo di Bagnoli) c’è il Domus Hotel, una struttura dedicata al benessere e alla salute che ospita all’interno la Domus Medica, il cui direttore scientifico è Franco Mastrodonato. Presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb), è anche lo scopritore degli effetti antitumorali del Prunus spinosa trigno, un arbusto spinoso che cresce in Molise. Addentrandosi nelle montagne si arriva a Borgotufi, nel comune di Castel del Giudice (IS), un albergo diffuso nato dalla voglia
di creare qualcosa di bello e utile per la propria terra natale da parte di Ermanno D’Andrea, imprenditore nato a Capracotta ma di residenza a Milano, dove gestisce l’impresa di famiglia, leader mondiale nella produzione di accessori di alta precisione per macchine utensili. A Castel del Giudice è da visitare il Giardino delle mele dell’azienda agricola Melise, dove si coltivano oltre 60 varietà autoctone antiche. Andando verso sud, sempre in provincia di Isernia, si incontra il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro, che è parte della rete mediterranea dell’olivicultura storica. L’olio di questo paesino, infatti, è citato da antiche fonti romane e si dice che qui, fra gli ulivi millenari, resistano ancora alcune piante dell’azienda olearia di Marco Porcio Catone. Inoltre, al Museo archeologico si possono trovare dei reperti unici, come gli scacchi più antichi d’Europa risalenti al X secolo d.C. o la splendida Venere di Venafro del II secolo d.C. Scendendo al con-
Castel del Giudice, Borgotufi (IS)
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Le Sette Querce (IS)
fine con la Campania si scopre il villaggio rurale ottocentesco Le Sette Querce, trasformato in albergo diffuso e intorno al quale vive allo stato libero una mandria di asini. Oltre alle camere tradizionali si può alloggiare nella Stanza dell’eremita, dotata di letti in paglia e priva di energia elettrica e collegamenti telefonici. Da qui si parte alla scoperta di Altilia (CB), una piccola città romana del I secolo
La Piana dei Mulini (CB)
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d.C. perfettamente conservata. Si è di nuovo in provincia di Campobasso per esplorare l’area Sic (Sito di interesse comunitario) del Parco Fluviale del fiume Biferno. A Colle d’Anchise c’è il borgo La Piana dei Mulini sorto nel 1700 come mulino ad acqua e centro per la colorazione delle lane. In seguito, il mulino è diventato una centrale idroelettrica che ha fornito energia a tutti i comuni della zona
della Piana fino agli anni ‘70. Ciò che è rimasto di quelle rovine è stato recuperato in un progetto che comprende un albergo diffuso, una residenza d’epoca e un ristorante. E in paese non mancano le sorprese: si possono visitare il castello feudale, la torre longobarda, la chiesa di Santa Maria degli Angeli del 1300 e la chiesetta di Santa Margherita, costruita su un tempio sannita.
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BENVENUTI ALLE EGADI ACQUA TRASPARENTE, TRAMONTI STRUGGENTI E UNA CUCINA CHE PROFUMA DI PESCE FRESCO. FAVIGNANA, MARETTIMO E LEVANZO SONO IL BUEN RETIRO IDEALE PER CHI VUOLE RITROVARE SE STESSO Testo e foto Vittorio Giannella Vittorio-Giannella
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e isolarsi, per molti, è sinonimo di tranquillità, queste isole sono la meta perfetta. Con una modica spesa si può affittare una piccola casa di pescatori o alloggiare in un bed and breakfast, per concedersi un lusso raro al giorno d’oggi: il silenzio. L’arcipelago delle Egadi (da Aegates, isole delle capre) comprende Favignana, la più estesa, Marettimo la più lontana, e Levanzo, la più piccola, tutte a pochi chilometri dalla costa siciliana e raggiungibili con traghetti e aliscafi, che le collegano con diverse corse al giorno dal porto di Trapani, sfiorando le scenografiche saline.
Le cave di tufo a Cala rossa, Favignana
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Il porticciolo di Marettimo
Favignana dista solo 16 chilometri dalla terraferma e, oltre a essere la più grande, è anche la più popolata; qui vive stabilmente il 90% degli egadari, quasi cinquemila abitanti. Ad attirare subito l’attenzione appena si scende dall’aliscafo è senza dubbio l’antica tonnara della famiglia Florio, da poco restaurata e riportata al suo antico splendore, ora trasformata in un museo, testimone di un’epoca in cui la pesca del tonno era una risorsa primaria e fiorente esportata in tutto il mondo. Un’attività, la mattanza, tenuta in vita ormai solo come evento turistico. Il paese di case bianche è caratterizzato da dedali di viuzze, dove il vento si incanala e porta i profumi delle trattorie che d’estate lavorano a pieno regime. Tutte le
Marettimo
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strade finiscono in piazza del Comune, abbellita dalla scultura bronzea dell’imprenditore Ignazio Florio, che nel 1876 acquistò l'isola e costruì la tonnara. Ma per conoscere più a fondo Favignana la cosa migliore è noleggiare uno scooter e raggiungere le calette nascoste disseminate lungo la costa: tra queste la più spettacolare e imponente è senza dubbio Cala Rossa, oggi un paradiso di acqua turchese ma rossa di sangue nel 241 a.C, durante la Prima guerra punica tra Romani e Cartaginesi. Qui, alle tonalità del blu si associa la scenografica cava realizzata col sudore di tante generazioni per estrarre il tufo, la pietra tenera usata anche per ricostruire Messina dopo il devastante terremoto del dicembre 1908.
Levanzo
Al bar del corso, dove si possono gustare le migliori cascatelle fritte di ricotta isolane, può capitare di incontrare Gianni Mattò, il pittore delle tonnare: tele di juta colorate con poche e precise pennellate fotografano gli urli e gli sforzi sovrumani degli uomini e del rais, alle prese con tonni di 300, 400 chili. Proseguendo verso la parte meridionale, si arriva sulla costa alta di Cala del Bue marino – con le sue acque trasparenti e ricche di posidonie – ultima dimora della foca monaca prima che fosse sterminata da una caccia spietata, e poi alla spiaggia di Burrone, l’unica attrezzata. Il bel Palazzo Florio, ora sede comunale, è l’ultima immagine di Favignana quando l’aliscafo lascia il porticciolo per raggiungere Marettimo, l’isola più in alto mare dell’arcipelago. Dista 15 chilometri e l’attracco avviene nel piccolo porto di Scalo nuovo, con le case dei pescatori addossate a formare un anfiteatro. Riserva marina, una sola strada, niente auto. Gli unici motori che si sentono sono quelli dei gozzi che rientrano col carico di turisti cotti dal sole, che hanno fatto il periplo dell’isola. Chi meglio dei pescatori locali può accompagnare e raccontare le bellezze di questa costa frastagliata e ricca di grotte, come quella più nota detta del Cammello, con il soffitto bucato che lascia intravedere il cielo. E, soprattutto, mentre lo scirocco sale d’intensità, un marinaio sa capire quando è il caso di tornare indietro senza rischiare. Riscesi a terra si visita il borgo: di poche case è dominato dalla ripida e dolomitica parete del Pizzo Falcone, la cima più elevata dell’arcipelago alta 686 metri, che si raggiunge con un sentiero ripido nella fitta macchia mediterranea, dove il lentisco si mescola all’elicriso e le euforbie ai pini d’Aleppo. Se di strada ce n’è una sola, Marettimo ha invece tanti sentieri che permettono di scoprirne l’anima più intima:
uno di questi, facile e per tutti, raggiunge a mezza costa il castello di Punta Troia, alto sul mare, originariamente torre difensiva marinara normanna dell’XI secolo adibita poi a fortezza dagli Spagnoli, nel ‘600. Tra le sue pareti a picco, alte 115 metri, nidificano falchi pellegrini, gheppi e gabbiani reali. Un altro sentiero spettacolare raggiunge Punta Bassana, con vista su splendide calette solitarie, poi, quasi ostruito dalla vegetazione, arriva in sommità dove la vista spazia su tutta la dorsale montuosa dell’isola e dell’arcipelago: è qui che si aspetta, in religioso silenzio, il tramonto. Per riprendere le calorie consumate durante le escursioni è d’obbligo una sosta in piazzetta, con una deliziosa cena a base di pesce in uno dei tanti ristorantini con i tavoli sotto un cielo carico di stelle. Seduce Levanzo, la sorellina minore delle Egadi, con il suo aspetto aspro e il minuscolo borgo raccolto attorno al porticciolo di cala Dogana. Qui case di pescatori ospitano con ogni comodità i turisti e chiunque voglia vivere il concetto di isola che rimanda alla lontananza, alla salsedine, al sogno. Questo è il mare lontano dallo stress, lontano da tutti, dove al massimo si fa una passeggiata sul sentiero profumato di essenze che porta al faraglione. Pareti di roccia calcarea dominano su tutto. Negli anfratti, a ben cercare, si incontrano diverse specie endemiche di piante che vivono solo qui, e nelle viscere di queste rocce si comprende il fatto che le Egadi erano abitate già in età preistorica. A testimoniarlo sono le pitture rupestri della Grotta del Genovese, un antro dove si celebravano riti e sacrifici propiziatori già 10-15mila anni fa, quando le Egadi erano ancora unite alla Sicilia. È ora di tornare ai ritmi della terraferma, dove dopo pochi giorni affioreranno i sintomi di una sindrome particolare, ma che non deve preoccupare: la nostalgia. 61
© Assunta Servello
IN VIAGGIO CON
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IL GRAND TOUR DI ELISA di Andrea Radic
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Andrea_Radic
andrearadic2019
n viaggio in Italia alla scoperta dei profumi della nostra terra, senza programmi precisi, all’avventura. «Mi sento come un novello Goethe che parte per il suo Grand Tour. D’altronde sono un po’ maschiaccio, da ragazzina correvo in bicicletta a livello agonistico, cinque anni con il Velo Club Esperia Piasco». Per nulla femme fatale bensì pratica e scanzonata, Elisa Isoardi tornerà in televisione a settembre come concorrente di Ballando con le Stelle e successivamente condurrà Check Up, la storica trasmissione di medicina firmata Rai1.
Nel frattempo, ci racconta come sarà la sua estate. «Che belle le linee ferroviarie che costeggiano il mare, capisci quanto l’uomo sia capace di costruire. Come la tratta che percorrevo da bambina: prendevamo il treno che da Cuneo andava in Liguria, a Noli (SV), e l’emozione era sempre grande quando ti appariva di colpo il mare, blu intenso, e ne sentivi quasi il freddo della profondità. Il mio mare. La prima volta lo vidi a otto anni e me lo ricordo benissimo. Sai che la memoria olfattiva è la più potente che abbiamo?». Quali erano i profumi di Noli quando
© Ettore Ferrari/ANSA
IN FRECCIAROSSA CON ISOARDI: «LA MIA ESTATE IN ITALIA ALL’AVVENTURA, COME GOETHE». IN ATTESA DI TORNARE IN TV
eri bambina? La spiaggia, ai Bagni Anita, il fritto che mangiavamo, la salsedine che resta sulla pelle, quasi un peccato fare la doccia. E poi le pescherie la mattina presto, vicino alla pensione dove alloggiavamo. Ogni borgo marinaro ha sempre una grande storia e anche per Noli è così. La sesta Repubblica Marinara, un ventaglio di case aperto sul mare, a strapiombo come è la Liguria… mi vengono i brividi solo a parlare della piazzetta rossa e delle tracce bizantine. Straordinario. Che estate sarà la tua? Intensa ma breve, in attesa di impegnarmi nella ripresa autunnale. Un’estate bella che trascorrerò in Italia: ricominciamo a darci importanza. Sono molto affezionata alle mie zone, dove torno con grande piacere, ma quest’anno girerò lo Stivale, andrò a trovare gli chef incontrati nel programma La Prova del Cuoco godendomi i paesaggi che, grazie all’ampia biodiversità, cambiano e sorprendono di chilometro in chilometro. È il mio Grand Tour, come
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IN VIAGGIO CON
si usava nell’800, alla ricerca di sapori e profumi. L’estate è un momento di svago e ricarica, ma a me non piace riposare troppo: amo scoprire, cambiare, fa parte del mio carattere. Se fossi diversa non sarei in Rai da 18 anni come “precaria” a cercarmi ogni anno un lavoro. Il tuo bellissimo cagnolino verrà con te? Di solito Zenit va in villeggiatura da mia mamma, che lo vizia tantissimo, ma quest’anno sarà il mio compagno di viaggio. Un cane perfetto, mentre io non lo sono assolutamente, lui invece conosce orari e abitudini e me li fa rispettare. Farai anche un po’ di sport? Devo, anche se man mano che si diventa vecchi lo sport diventa un amico che vedi da lontano (ride, ndr). Riprenderò ad andare in bicicletta, attività che
posso portare avanti anche a Roma, dove farò base mentre prepareremo le nuove trasmissioni. Com’è il tuo rapporto con il cibo? Ottimo, e sono fortunata, perché mangio proprio tutto e non devo attenermi a nessun tipo di dieta particolare. Per alimentarsi al meglio, il modo migliore è scegliere i nostri grandi prodotti italiani, riscoprendo i piccoli produttori, allevatori, contadini. A tavola preferisci la scoperta o la tradizione? Sono curiosa e mi piace quello che la cucina non dice, ma svela. Un piatto si mangia prima con gli occhi e poi con il gusto, ma soprattutto con il sentimento, il ricordo. Se chiudo gli occhi penso a mia nonna Caterina che tirava la pasta per fare “le raviole” ripiene di carne e prezzemolo. Quando le metteva in ta-
vola portava gioia e serenità. Io vengo da questo, da ciò ho respirato. Io sono questo, mio papà è agricoltore. Questi sono i valori che ho imparato e mi hanno aiutata a superare anche momenti difficili in cui avrei potuto perdermi. L’estate è anche musica: la tua playlist? Amo i cantanti italiani, la mia preferita è la super rocker Gianna Nannini, ogni estate aspetto le sue novità. Per il resto ho gusti musicali un po’ antichi e poco ortodossi, da Rachmaninov agli Afterhours, dai Guns N’ Roses ai Metallica. Dal classico al rock, senza vie di mezzo. Stato d’animo attuale? Trasformare i nuovi orizzonti in opportunità. elisaisoardi Dal profilo Instagram di Elisa Isoardi
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MUSICA
VERONA
ALL' OPERA
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IL 7 AGOSTO SI ACCENDONO LE LUCI ALL’ARENA DELLA CITTA' SCALIGERA PER IL FESTIVAL D’ESTATE 2020. NEL RISPETTO DELLE NORME ANTI COVID-19 di Bruno Ployer
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uove abitudini che dovremo fare nostre per molto tempo o temporanea necessità che presto lascerà il posto al ritorno delle consuete, rassicuranti esperienze? Spettacolo e spettatori sono anch’essi alle prese con la forzata convivenza con il virus e la stagione dei festival musicali 2020 riflette soprattutto la voglia e il bisogno di attrarre nuovamente il pubblico nei luoghi dell’arte, di far ripartire un settore
del lavoro che impiega migliaia di artisti, tecnici, maestranze, professionisti, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza. Con questo spirito la musica torna sui palcoscenici e da Verona il segnale è fortissimo: le opere sono impossibili da allestire nella loro tradizionale opulenza di grande orchestra e coro, masse artistiche, scenografie e coreografie, ma in Arena, con il festival Nel cuore della musica, le star della lirica tornano eccome.
Verona e l'Arena, sede del festival Nel cuore della Musica 67
© Ennevi
MUSICA
Placido Domingo
Agosto si apre proprio con la serata Le Stelle dell’Opera: sono il soprano Anna Netrebko, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Yusif Eyvazov e il baritono Ambrogio Maestri. Marco Armiliato sul podio e un programma di arie celeberrime, da Giuseppe Verdi a Gaetano Donizetti fino al verismo di Pietro Mascagni, Francesco Cilea e Umberto Giordano. In questo Festival d’estate 2020 gli appuntamenti sono concentrati soprattutto nei weekend: venerdì 7 agosto tutto Wagner in Arena con il direttore Gustav Kuhn e il soprano Ricarda Merbeth, che interpreta la Ballata di Senta da L’Olandese volante e la Morte di Isotta. Tra le pagine sinfoniche della serata non può mancare la Cavalcata delle Valchirie. Il confronto Verdi-Wagner non finirà mai: ecco infatti, l’indomani, il gala dedicato al grande compositore italiano con il soprano Eleonora Buratto, il tenore Francesco Meli, il baritono Luca Salsi e Daniel Oren a dirigere orchestra e coro dell’Arena di Verona. 68
Novità per giovedì 13 agosto con una serata per Antonio Vivaldi e i compositori veneti. Pezzo forte Le quattro stagioni, con il violino solista dell’astro nascente Giovanni Andrea Zanon. Largo a Gioachino Rossini: il 14 agosto c’è un gala per lui, con specialisti del repertorio alle prese con arie e sinfonie dalle opere comiche e drammatiche del grande pesarese. Venerdì 21 è di scena Giacomo Puccini con Gianni Schicchi, l’unica opera eseguita integralmente quest’estate all’Arena, an-
che se senza scenografie. Il baritono Leo Nucci è protagonista e ideatore scenico della rappresentazione. A Puccini è dedicato anche il gala del 22, con nove cantanti e il coro che si alternano in pagine scelte, per arrivare all’esecuzione completa dell’ultimo atto di Tosca. Nei suoi giorni finali il festival apre le braccia a un dominatore delle serate liriche veronesi: il 28 agosto c’è Plácido Domingo per l’Arena, con il baritono (ed ex tenore) protagonista assoluto, mentre la sera successiva Opera e Passione in Arena lo vede dirigere l’orchestra per accompagnare il soprano Sonya Yoncheva e il tenore Vittorio Grigolo. In questo festival segnato dall’emergenza Covid-19, le produzioni programmate hanno lasciato spazio a spettacoli realizzabili nel quadro delle norme sanitarie, soggette peraltro a evoluzioni e aggiornamenti. Le opere previste per il 2020 sono già state spostate all’estate 2021, quando tornerà, si spera, anche il colpo d’occhio di platea e tribune affollate per uno spettacolo nel solco della tradizione. Il prossimo anno sarà inaugurato dal più areniano dei titoli, Aida, diretta in forma di concerto da Riccardo Muti il 19 e 22 giugno, con un cast di prim’ordine. Sarà festeggiato così il 150esimo anniversario dell’opera di Verdi, rappresentata per la prima volta al Cairo nel 1871. Sarà anche il ritorno di Muti all’Arena, dove si è esibito una sola volta, nell’estate del 1980. Quella sera diresse il Requiem di Verdi, in una serata unica che fu dedicata alle vittime della fame e della violenza nel mondo e che avvenne cinque giorni dopo la strage di Bologna del 2 agosto 1980. arenaverona arenadiverona arenadiverona
FESTIVAL DELLA BELLEZZA Edizione numero sette per il Festival della Bellezza, rassegna culturale in programma Verona dal 25 agosto al 19 settembre, incentrata quest’anno sul tema dell’Eros. Si parte dal Teatro Romano con spettacoli ogni giorno: per il debutto Jasmine Trinca con L’incantamento della sensibilità. Da non perdere, tra gli altri, Vittorio Sgarbi il 28 (Modì) e Alessio Boni il 29 (Il gioco drammatico della seduzione). La novità del 2020 sono gli appuntamenti di settembre all’Arena, per la prima volta nella configurazione originale con platea libera coperta di sabbia e pubblico a 360 gradi. Alessandro Baricco apre l’11 (Il pathos dell’arte) e chiude il 19 con Gloria Campaner (Beethoven, l’eccesso e il sublime). In cartellone, da segnare in agenda, anche Edoardo Bennato sabato 12 (Peter Pan rock’n’roll) e Stefano Bollani il 17 (Rhapsody in jazz, blues, rock). L.M. FestivalBellezza festival_della_bellezza
NOTE DA CAMERA A MANTOVA, DAL 4 AL 6 SETTEMBRE, IL FESTIVAL TRAME SONORE. FOCUS SU BEETHOVEN A 250 ANNI DALLA NASCITA
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ornare alla musica dal vivo è una necessità che ha portato anche il festival Trame sonore di Mantova a ripensare se stesso. È una rassegna di musica da camera in cui, di solito, la bella città lombarda si riempie di artisti e visitatori per una serie di concerti in luoghi ricchi di arte e storia: uno scenario profondamente modificato per le norme sanitarie anti Covid-19. Sono il 4, 5 e 6 settembre le date dell’edizione 2020 che, secondo gli organizzatori, sarà straordinaria e strutturata per garantire la totale sicurezza di pubblico e artisti: un festival con musicisti di ri-
chiamo internazionale in spazi come Palazzo Ducale, Palazzo Te e il Teatro Bibiena. Ci saranno sia eventi a pagamento che gratuiti, anche se l’incasso al botteghino, visto il ridotto numero di posti vendibili, non sarà altissimo. Ai concerti si affiancheranno momenti musicali distribuiti lungo percorsi di visita ai musei, nelle piazze del centro storico, in chiese e residenze private, dialoghi tra pubblico e artisti e concerti dedicati a Mozart e Claudio Monteverdi, autori molto legati a Mantova. Sono queste le trame sonore del titolo del festival, in un’edizione che si concentra molto su Beethoven, in occasione dei 250 anni dalla nascita del compositore. Tra gli appuntamenti principali il suo Settimino, eseguito da una formazione da camera dei celeberrimi Berliner Philharmoniker (5 settembre), e i programmi cameristici e sinfonici con il pianista Alexander Lonquich, artista in residenza del festival. B.P. Ocmantova ocmantova Ocmantova
Palazzo della Meridiana, Genova
© BeboSB
ARMONIE DELLA SERA Venti concerti dal 1° agosto al 22 dicembre in sette regioni d’Italia. La grande musica nei luoghi d’incanto è il tema della 16esima edizione del festival internazionale Armonie della sera, con diverse date nelle Marche e appuntamenti anche in Calabria, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte. In cartellone lunedì 10 agosto il duo Alberto Bologni (violino) e Giuseppe Fausto Modugno (pianoforte) in un recital beethoveniano nella Chiesa di Santa Maria a Ponzano di Fermo. Il 13, al Castello della Rancia di Tolentino (MC), il pianista Andrea Bacchetti e la flautista Luisa Sello si immergono nelle note di Bach, mentre venerdì 14 a Offida (AP), nel Chiostro di San Francesco, Susanna Bertuccioli, prima arpa del Maggio musicale fiorentino, interpreta celebri canzoni napoletane. Il 3 settembre il festival approda a Tropea (VV), a Palazzo Santa Chiara, con Marco Sollini e Salvatore Barbatano insieme al piano. Poi il 18 tappa in EmiliaRomagna, alla Rocca Sforzesca di Dozza (BO), con il flautista Giovanni Mareggini e l’arpista Davide Burani, e il 25 a Roma, al Teatro di Villa Torlonia, con il duo Sollini-Barbatano e l’attore Francesco Castiglione, voce recitante per alcune letture beethoveniane. S.D.V. armoniedellasera 69
CINEMA
LA MOSTRA DELLA RINASCITA SI APRE IL 2 SETTEMBRE, CON IL FILM LACCI DI DANIELE LUCHETTI, VENEZIA 77. MADRINA DELL’EDIZIONE 2020 È L’ATTRICE ANNA FOGLIETTA gasparebaglio
© La Biennale di Venezia/ASAC
di Gaspare Baglio
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ono fiera di poter dare voce e corpo al mio Paese nel mondo, e spero di farlo nel modo giusto, perché oggi più che mai le parole sono importanti. E noi artisti lo siamo, per invitare a riflettere sull’alternativa che questa esistenza può sempre offrire. Siamo a servizio della parola e dell’emozione, dell’arte e della gente». Così l’attrice romana Anna Foglietta racconta il suo ruolo di madrina a Venezia 77. È lei il volto che apre e chiude l’edizione 2020 della Mostra Internazionale del Cinema. Una splendida occasione ma anche una bella responsabilità. «È questo il termine che sento risuonarmi dentro. Con responsabilità, e al tempo stesso leggerezza, intendo vivermi questa splendida opportunità e vorrei dedicarla a tutte le persone, a tutte le donne e gli uomini invisibili che lavorano duramente per vivere con dignità la loro esistenza», aggiunge l’artista.
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Frasi dirette, che lasciano il segno come, sicuramente, farà la kermesse lagunare. Nei mesi del lockdown, si temeva avrebbe avuto lo stesso destino di Cannes, saltando un giro. Mentre il festival dedicato alla settima arte è pronto a tornare dal 2 al 12 settembre, con alcune novità richieste dai protocolli sanitari per contrastare il Covid-19. Tanto per cominciare il numero delle opere nella selezione ufficiale è ridotto, anche se restano confermate le sezioni competitive Venezia 77 e Orizzonti con giurie presiedute, rispettivamente, dalla star premio Oscar Cate Blanchett e dalla regista Claire Denis, nota al grande pubblico per il film Chocolat (1988). Mentre il contest Venezia Virtual Reality – i cui giudici sono guidati dalla cineasta statunitense Celine Tricart, esperta di realtà virtuale – è fruibile online, grazie a una piattaforma innovativa. «Il primo festival internazionale dopo la forzata
© Dirk Vogel
interruzione imposta dalla pandemia assume il significato di un’auspicata celebrazione della ripartenza, diventando un messaggio di concreto ottimismo per l’intero mondo del cinema duramente colpito dalla crisi», sottolinea il direttore artistico Alberto Barbera, diventato recentemente membro dell’Academy che assegna i premi Oscar. «La selezione ufficiale di Venezia 77, con i suoi film provenienti da tutto il mondo, offrirà la consueta panoramica di quanto di meglio l’industria cinematografica ha prodotto negli ultimi mesi». Tra questi troviamo quattro lungometraggi italiani: Le sorelle Macaluso di Emma Dante, che affronta i temi della violenza e della famiglia; Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, sulla sfortunata figlia minore di Karl. E ancora i conflitti mediorientali del Notturno di Gianfranco Rosi e il Padrenostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino. Da menzionare anche il documentario su Salvatore Ferragamo di Luca Guadagnino, quello su Paolo Conte girato da Giorgio Verdelli e il biopic dedicato a Greta Thunberg diretto da Nathan Grossman. Come pellicola di apertura è stata scelta Lacci di Daniele Luchetti, con un cast di superstar tricolore come Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Silvio Orlando e Linda Caridi. La storia, ambientata in una Napoli anni ’80, illustra la crisi del matrimonio di Aldo e Vanda nell’arco di 30 anni, fra tradimenti, rancori e sofferenza. «Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi. Invece, durante la quarantena, ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di celebrare il senso vero del nostro lavoro», dichiara il cineasta che apre le danze. In tutto questo bailamme c’è stato pure il tempo di attribuire i Leoni d’oro alla carriera alla prolifica regista di Hong Kong, Ann Hui, e all’attrice britannica Tilda Swinton. Se la prima è capace di raccontare con sensibilità e raffinatezza
Anna Foglietta
intellettuale i temi sociali, la seconda rappresenta una delle interpreti più originali e intense del grande schermo. Ma le sorprese e le novità non finiscono qui: la sezione Venezia Classici quest’anno è ospitata nel programma della manifestazione Il cinema ritrovato, dal 25 al 31 agosto a Bologna. Una collaborazione tra i due festival che equivale a una soluzione senza precedenti di fronte a una situazione straordinaria. Cancellata, almeno per
© Gianni Fiorito
Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher nel film Lacci di Daniele Luchetti
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CINEMA
Notturno di Gianfranco Rosi
quest’anno, la sezione Sconfini, ma saranno disponibili due arene all’aperto, ai Giardini della Biennale e al Lido. Molte pellicole vengono replicate anche al Cinema Rossini del capoluogo veneto e al Centro Culturale Candiani di Mestre. Giunge alla quinta edizione il Venice Production Bridge, per favorire le attività commerciali tra i professionisti dell’industria cinematografica, che si tiene sia al Lido sia online, con progetti specifici. Tra questi il Venice Gap Financing Market, una piattaforma per sostenere produttori europei e internazionali, e il Book Adaptation Rights Market, che prevede incontri con gli editori. Non manca il Final Cut in Venice, per un aiuto concreto al completamento di opere di qualità provenienti da Africa, Giordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria. Durante la rassegna, una fetta della torta è ad appannaggio delle competizioni parallele. La sezione autonoma Settimana Internazionale della Critica, organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici italiani, è composta da sette opere prime e due eventi speciali, in The Rossellinis di Alessandro Rossellini
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anteprima mondiale. La pellicola d’apertura è The book of vision di Carlo S. Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick. Quella di chiusura è il documentario The Rossellinis realizzato da Alessandro Rossellini, che affronta con ironia la saga della sua famiglia. Altro giro altra corsa con i lungometraggi in concorso alle Giornate degli Autori. Si passa dalle passioni queer ai tempi della dittatura di Tengo miedo torero, diretto da Rodrigo Sepúlveda, al trittico d’amore in un istituto psichiatrico descritto in Oaza, di Ivan Ikic, dai destini incrociati in Palestina raccontati da Ameen Nayfeh in 200 meters ai frammenti di un discorso amoroso nell’ipnotica Budapest ricomposti dal talento di Lili Horváth nel film Preparations to be together for an unknow period of time. Il dado è tratto: la Mostra è pronta a emergere dalla laguna e a brillare con le stelle della settima arte. Labiennaledivenezia la_Biennale labiennale
At Hitachi Rail, we understand how important it is to connect cities and people using innovative solutions that work. Drawing on the wider Hitachi Group’s market-leading technology and research and development capabilities, we strive for industry-leading innovations and solutions that can deliver value for customers and sustainable railway systems that benefit wider society. hitachirail.com
Twitter @HitachiRailIT
ARTE
MADE IN ITALICS UNA PIATTAFORMA ONLINE CHE RIUNISCE I MIGLIORI GALLERISTI D’ARTE ITALIANI. PER MOSTRARE AL MONDO L’ECCELLENZA DEL PAESE ATTRAVERSO I LORO OCCHI. COSÌ GALLERIA CONTINUA VUOLE RILANCIARE IL TURISMO CULTURALE di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com 15 Artists x 15 Years in China Veduta della mostra, Galleria Continua, Beijing (2019) Courtesy the artists and Galleria Continua Photo Dong Lin
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an Gimignano, piccola città fortificata a metà strada tra Firenze e Siena dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è stata a lungo famosa per le sue antiche vestigia, per la sua architettura e le sue torri medievali che rendono lo skyline cittadino davvero unico. Oggi, questo piccolo comune toscano è, invece, associato soprattutto all’arte contemporanea, quella più sperimentale e di ricerca che troviamo in rassegne come la Biennale di Venezia. Un vero e proprio miracolo italiano,
come la realtà d’impresa che l’ha reso possibile: Galleria Continua, tra i nomi più potenti del mercato internazionale dell’arte contemporanea. La sua storia è ormai leggenda. Tutto ha inizio nel 1990 da tre amici, Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, ciascuno con non più di un milione di lire in tasca da investire. Il grande gallerista Leo Castelli, poco dopo l'apertura dell'attività, profetizza: «Se siete così matti da pensare di aprire una galleria d’arte contemporanea a San Gimignano, non è da escludere che avrete successo per davvero». E ci prende ancora una volta, eccome. Galleria Continua, infatti, dalla Toscana di strada nel mondo ne fa molta. Nel 2004 è la prima galleria straniera con un programma internazionale ad aprire in Cina, a Pechino; nel 2007 lancia un nuovo spazio espositivo per creazioni su larga scala a Les Moulins, nella campagna parigina; nel 2015 apre anche sull’isola di Cuba, a L’Avana, dove non si può vendere né ci sono collezionisti, e le poche gallerie di qualità sono di proprietà del governo e gestite da funzionari statali. Quest’anno compie 30 anni e festeggia con l’inaugurazione della nuova sede a Roma, negli spazi dell’hotel The St. Regis, pensando già all’apertura della prossima, questa volta in Brasile, allo Stadio Pacaembu di San Paolo, un luogo simbolico dove riecheggiano ancora i cori dei tifosi di Pelé. Poi scoppia la pandemia e tutto si ferma. O quasi. Perché, tra le macerie del Covid-19, Galleria Continua rilancia. E lo fa con un progetto di rete senza precedenti tra gallerie top italiane, con una piattaforma online dedicata alle eccellenze, per la promozione nel mondo del made in Italy e del turismo culturale. «Si chiamerà ITALICS. Art & Landscape. Abbiamo riflettuto molto sul nome, volevamo qualcosa che rispecchiasse tutte le sfumature delle personalità e delle discipline coinvolte». Esordisce così Fiaschi, uno dei tre co-direttori e co-fondatori di Continua, collegato via Skype – al tempo del coronavirus è ormai un must – con il suo inconfondibile outfit che privilegia il bianco, interrotto solo dalla consueta sciarpa sgargiante di colori. I suoi occhi, filtrati da una montatura
di occhiali tanto ampia quanto vintage, sono colmi di quel dinamismo e di quel concreto ottimismo che solo la ricerca, quella artistica in primis, sa donare a chi la pratica con zelo. Come ti è venuta l’idea di questa piattaforma web? Durante la mia permanenza a Roma per l’apertura della nostra nuova sede espositiva, ho incontrato Pepi Marchetti Franchi, direttore di Gagosian. Oltre a esprimermi la sua felicità nel sapere che ci sarebbe stata una Continua anche nella Capitale, Pepi mi ha proposto di inventarci qualcosa per fare squadra con le altre gallerie della città. Poi è sopraggiunta la pandemia, con il conseguente lockdown. Tutto si è fermato, e ognuno si è dovuto occupare di capire cosa fare con la propria attività. Alla fine di aprile ci siamo risentiti e abbiamo deciso di dar vita a un progetto che non coinvolgesse solo Roma, ma tutta l’Italia: una piattaforma online, non di vendita, ma una vetrina per mostrare le eccellenze italiane, per far riscoprire territori, arte, cultura, enogastronomia e moda attraverso gli occhi e il racconto di guide d’eccezione, i galleristi italiani. Abbiamo formato così un gruppo di gallerie timone: oltre a noi di Continua e di Gagosian, ci sono Alfonso Artiaco, Massimo De Carlo, Massimo Di Carlo della Galleria dello Scudo, Kaufmann Repetto, Massimo Minini, Franco Noero e Carlo Orsi. Dall’arte antica al contemporaneo. Inoltre sono state selezionate altre 50 gallerie (italiane e straniere) su tutto il territorio. In cosa questo sito sarà diverso dagli altri che già si occupano di turismo e made in Italy? ITALICS è diverso perché si rivolge a un target molto preciso, quello dei collezionisti e appassionati d’arte sparsi nel mondo. Queste persone, che condividono molti interessi con i nostri galleristi, sono anche dei conoscitori, in molti casi veri estimatori del nostro Paese, in cui hanno viaggiato spesso, per lavoro e per piacere, e speriamo possano tornare a farlo presto. I nostri galleristi dovranno quindi tenere, come si suol dire, l’asticella molto alta per continuare a stupirli con le nostre bellezze nascoste, quelle meno note ma non per questo meno interessanti. Un mix di pubblico 75
ARTE
Lorenzo Fiaschi
e autori talmente particolare che regalerà una fotografia del made in Italy del tutto inedita, da intenditori. Quindi i galleristi saranno protagonisti anche come autori degli articoli? Sì, leggerete pezzi, post, tip, ricordi e consigli scritti di proprio pugno da tutti i galleristi della piattaforma, e sarà proprio questo a rendere ITALICS unica. I galleristi italiani non parlano spesso di se stessi, le luci del mondo dell’arte sono normalmente puntate sulle loro mostre, sugli artisti, sulle opere. Qui invece riportiamo il focus sulla loro figura, sul ruolo che ricopre nel sistema dell’arte, certo, ma anche sul rapporto con il territorio e il desiderio di condividere questa immensa bellezza con altri appassionati. Per esempio, chi è in visita a Brescia e vuole andare a mangiare nel miglior ristorante della città consulta la Guida Michelin. Ma, se è un appassionato d’arte, potrebbe preferire la trattoria dove Massimo Minini ha mangiato con gli straordinari artisti con cui negli anni ha lavorato, e di cui non mancherà di dispensare immancabili aneddoti che costellano queste occasioni conviviali. Come si articolerà la piattaforma? ITALICS sarà un sito molto semplice, un flusso di contenuti verrà georeferenziato in un archivio in perenne 76
costruzione, navigabile per categorie, autori e luoghi. Sarà una struttura snella e accessibile in cui trovare cose che non si conoscono a partire da una mappa dell’Italia. Intorno a un nucleo centrale di contenuti originali scritti dai galleristi, ci sarà poi una sezione dedicata alla mappatura delle realtà partner, oltre che delle gallerie stesse che avranno pagine di approfondimento. Inoltre, nella sezione cinema ogni gallerista potrà suggerire dei film. Per esempio, parlando di Milano potrebbe essere Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Vogliamo anche ospitare un museo online, dove invitare direttori, curatori, colleghi a realizzare mostre, e inserire delle stanze virtuali per far convivere una rassegna di arte antica con una di arte contemporanea, instaurando un dialogo “impossibile” tra talenti di epoche diverse.
Quando è previsto il debutto di ITALICS? Speriamo di essere pronti entro la fine di quest’estate. L’azienda incaricata della realizzazione della piattaforma, Leftloft, è già a buon punto. A questa si aggiunge Carlotta Poli, responsabile del coordinamento editoriale del progetto. A breve sarà disponibile una landing page, a seguire Instagram con il profilo Italics.art e la nostra newsletter, per poi arrivare alla messa online del sito completo. Come si sosterrà economicamente? Alla base di ITALICS c’è la fondazione di un consorzio che, come tale, non ha interesse a conseguire utili, ma soltanto a coprire i costi di gestione della piattaforma, cosa alla quale concorrono anche i nostri partner. Italics.art
La fortuna di nascere in Italia (disegno di Lorenzo Fiaschi)
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PER SEMPRE
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© Charles Peterson 2020
Kurt Cobain durante un concerto al Beehive Records di Seattle (1991)
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A FIRENZE, FINO AL 18 OTTOBRE, LE FOTO DI PETERSON E LAVINE RACCONTANO COBAIN, I NIRVANA E LA RIVOLUZIONE MUSICALE DEL GRUNGE di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu © Michael Lavine
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Nirvana li pensi solo nell’Olimpo del Rock. Poi guardi le immagini di Michael Lavine e Charles Peterson e incontri occhi trasparenti, volti slavati, barbe incolte, capelli lunghi su jeans strappati. Ti rendi conto che nei primi anni ’90 sono solo ragazzi appena ventenni, con pose quasi declinate alla timidezza.
© Michael Lavine
In questa pagina, Kurt Cobain (1992)
Eppure, dopo di loro il rock mondiale non è stato più lo stesso. In quel tempo, nell’America di Seattle germinano suoni nuovi, accordi di chitarra unplugged, duri, a volte scomposti ma sempre profondamente intrisi di poesia e urgenza. Nasce il grunge, un genere musicale che vuole colmare quel vuoto cosmico di giovani in cerca di punti di riferimento culturali. Dopo il punk londinese ormai storicizzato, i primi movimenti no-global, sempre in bilico tra la diffusione dell’Aids e l’uso di droga. La mostra fotografica Peterson – Lavine. Come as you are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze fino al 18 ottobre, racconta a colpi di click e canzoni la storia dei Nirvana, che del grunge sono stati gli interpreti più popolari. Una narrazione che parte proprio da quei volti adolescenziali, dai sorrisi indecisi, dai concerti in T-shirt nelle università e, inevitabilmente, dalla biografia sfibrata del suo frontman, Kurt Cobain, simbolo della controcultura americana di fine secolo. «Per raccontare il grunge, l’avven79
tura di Cobain e dei Nirvana, abbiamo scelto le fotografie di Michael Lavine e Charles Peterson», spiega Vittoria Mainoldi, curatrice della mostra per Ono arte contemporanea, «non solo perché sono tra le più iconiche ma anche perché i loro lavori restituiscono quello che era il clima culturale nella mitica Seattle anni ‘90». I leggendari live con i bagni di fan e i backstage in bianco e nero di Peterson lasciano il passo ai ritratti colorati di Lavine, in un percorso espositivo cronologico che dai primissimi lavori della band arriva agli album e ai concerti del successo mondiale, per approdare poi in una sezione dedicata ad altri gruppi della scena musicale di allora. Ma è Kurt il centro della mostra, sempre lui e la crescente malinconia che accompagna la sua breve biografia. Kurt biondissimo bocca a bocca col microfono, Kurt e le chitarre, Kurt e i maglioni sformati, Kurt
© Michael Lavine
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Kurt Cobain con la moglie Courtney Love (1992)
© Michael Lavine
Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl durante la registrazione dell’album Nevermind (1991)
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coi capelli rosa, Kurt abbracciato all’adorata moglie Courtney Love e alla figlia Frances Bean. Foto dopo foto il delirio del pubblico, i tour globali e i dischi venduti crescono di pari passo a quel velo di tristezza stampata sul volto del cantante americano. Sempre più stanco, provato, sopraffatto dalla fama, dalla pressione e dall’eroina. «Sono troppo sensibile», scrive, «ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino». Nulla risarcisce quel nichilismo senza fine che lo divora. Si presenta ai concerti in carrozzina, sviene e si chiude in clinica mentre la voce è sempre più roca e intensa. «Non ho più nessuna emozione, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente». Sono le ultime parole di Cobain. L’8 aprile 1994 viene ritrovato esanime nella casa di Seattle. Accanto, un fucile e una lettera di addio. Il mondo da cui si sente braccato se lo ingoia a 27 anni, l’età dei maledetti del rock e delle icone immortali, per sempre giovani. palazzomediciriccardi ONO-Arte-Contemporanea onoarte
OFFERTE E SERVIZI
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© Roberto/AdobeStock
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OFFERTE E SERVIZI
© Luciano Romano 2007
TRENITALIA E IL MUSEO DEL TESORO DI SAN GENNARO
A due passi dal Duomo di Napoli, il Museo del tesoro di San Gennaro offre ai visitatori la possibilità di ammirare opere di inestimabile valore storico e artistico, tra cui la ricca collezione dei gioielli creati dagli orafi della Scuola napoletana: un insieme di straordinari capolavori donati dai devoti al Santo Patrono della città partenopea. Grazie alla partnership con Trenitalia è previsto l’ingresso 2x1 o il ridotto singolo per chi arriva a Napoli con le Frecce o gli Intercity. Il ticket 2x1 viene offerto anche ai gruppi superiori a 25 persone che raggiungono in treno il capoluogo campano e che potranno usufruire della guida al costo di 12 euro. In più, le famiglie che scelgono di viaggiare con Trenitalia con la promozione Famiglia 2x1 ottengono l’ingresso gratuito per i figli fino a 12 anni o il biglietto ridotto a 3 euro per ragazzi di età superiore.
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BASE
ECONOMY
LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno. Entro tale limite sono ammessi il rimborso e il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione, gratuitamente, un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.
CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del secondo giorno precedente il viaggio. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.
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SUPER ECONOMY MASSIMO RISPARMIO Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del decimo giorno precedente il viaggio. Il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti.
YOUNG & SENIOR Riservate agli under 30 e agli over 60 titolari di CartaFRECCIA, le offerte Young e Senior permettono di risparmiare il 30% sul prezzo Base dei biglietti per tutti i treni nazionali e in tutti i livelli di servizio, a eccezione dell’Executive, e Salottino 3.
BIMBI GRATIS Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e Intercity nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe. Gratuità prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone 2.
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NOTTE & AV INSIEME Offerta dedicata ai gruppi da 2 a 5 persone per viaggiare con uno sconto del 30% sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard. Sono esclusi il livello Executive, il Salottino e le vetture Excelsior 5 .
L’offerta consente di usufruire di prezzi ridotti per chi utilizza, in un unico viaggio, un treno Notte e un treno Frecciarossa o Frecciargento. La promozione è valida per i viaggiatori provenienti con un treno notte dalla Sicilia, dalla Calabria o dalla Puglia che proseguono sulle Frecce in partenza da Napoli, Roma o Bologna per Torino, Milano, Venezia e tante altre destinazioni, e viceversa 6.
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NOTE LEGALI 1. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi. 2. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. 3. Acquistabile entro le ore 24 del nono giorno precedente la partenza. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto, rimborso e accesso ad altro treno non ammessi. A bordo è necessario esibire la CartaFRECCIA insieme a un documento d’identità. 4. Il Carnet consente di effettuare 15, 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’offerta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto a restrizioni. 5. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. 6. L’offerta Notte&AV è disponibile per i posti a sedere e le sistemazioni in cuccetta e vagoni letto (ad eccezione delle vetture Excelsior) sui treni Notte e per la seconda classe, o livello di servizio Standard, sui treni Frecciarossa o Frecciargento. L’offerta non è soggetta a limitazione dei posti. Il biglietto è nominativo e personale. 7. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni.
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FRECCIAROSSA TI PORTA NEL CILENTO Fino a 4 collegamenti al giorno
Fermate ad Agropoli, Vallo della Lucania, PisciottaPalinuro, Centola-Palinuro-M. di Camerota, Sapri FR 9515/9517 e 9560/9562: Milano C.le, Milano Rog., Reggio E. AV, Bologna C.le, Firenze SMN, Roma Tib., Roma T.ni, Napoli Afragola, Napoli C.le, Salerno, Agropoli-Castellabate, Vallo della Lucania-Castelnuovo, Centola-Palinuro-M. di Camerota, Sapri e v.v. Si effettua il venerdĂŹ, sabato e domenica fino al 27/09/2020. FR 9531/9533 e 9534/9536: Torino PN, Torino PS, Milano C.le, Milano Rog., Reggio E. AV, Bologna C.le, Firenze SMN, Roma Tib., Roma T.ni ,Napoli Afragola, Napoli C.le, Salerno, Agropoli-Castellabate, Vallo della Lucania-Castelnuovo, Pisciotta-Palinuro (fermata effettuata solo venerdĂŹ, sabato e domenica fino al 13/9), Sapri, Paola, Lamezia T. C.le, Vibo-Pizzo, Rosarno, Villa S. Giovanni, Reggio C.le e v.v. Info su trenitalia.com
FOOD ON BOARD
© DGTL Graphics sro/AdobeStock
Il viaggio nel viaggio
EASY GOURMET, EASY FOOD E ALTRI GUSTI Voglia di una pausa sfiziosa da gustare comodamente al tuo posto? Itinere e le Frecce hanno la soluzione giusta per ogni desiderio. Easy Gourmet*, con i suoi menù completi ispirati alle eccellenze della cucina italiana, Easy Food** e il MiniBar**, con idee per tutti i gusti da assaporare in ogni momento del viaggio, anche in versione gluten free: panini, primi piatti e una vasta gamma di altri gustosi snack e bevande. È possibile scegliere tra le diverse alternative e richiedere la preferita al passaggio dell’operatore. Tra le proposte, il club sandwich firmato dallo chef stellato Carlo Cracco per Easy Gourmet e il nuovissimo menù Aperitivo di Easy Food. Tutte le scelte sono disponibili su itinere.it
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CARTAFRECCIA
CON CARTAFRECCIA È POSSIBILE RICHIEDERE I PREMI FINO AL 30 APRILE 2021
BIGLIETTI PREMIO Con CartaFRECCIA richiedere il proprio biglietto premio è facile, basta entrare nella propria area riservata oppure rivolgersi in biglietteria, nei FRECCIAClub e FRECCIALounge (per i soli titolari che ne hanno diritto) o al call center 89.20.21. È possibile scegliere l’upgrade, con soli 500 punti, o convertire i punti in un viaggio gratuito, basta averne almeno 1.200 sul proprio saldo. I biglietti premio possono essere modificati una sola volta fino alla partenza del treno e sono cedibili a terzi.
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UPGRADE Per concedersi tutto il comfort in 1^ classe o Business
BIGLIETTO PREMIO SMALL Per raggiungere una destinazione entro i 250 km di distanza, in Standard e 2^ classe
BIGLIETTO PREMIO MEDIUM Per raggiungere una destinazione entro i 650 km di distanza, in Premium Frecciarossa
BIGLIETTO PREMIO LARGE Per raggiungere qualunque destinazione oltre i 650 km in Executive Frecciarossa
Trenitalia potrà limitare, in alcuni giorni e per determinate tratte, la disponibilità dei biglietti premio. La raccolta CartaFRECCIA termina il 31/12/2020, salvo proroghe. I premi possono essere ritirati entro il 30/04/2021. Tutte le informazioni e il regolamento del concorso sono disponibili nella sezione CartaFRECCIA del sito trenitalia.it.
MOSTRE IN TRENO E PA G O M E N O Helmut Newton Ralph Fiennes su Vanity Fair (Venice, 1995) © Helmut Newton Estate
PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA IN CONVENZIONE ANCHE MILANO • Museo nazionale scienza e tecnologia Leonardo da Vinci VENEZIA • Collezione Peggy Guggenheim
«L’arte di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour, realizzando un corpus di immagini che continua a essere inimitabile e ineguagliabile». Parola di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, che ha selezionato 68 scatti per la mostra Works, alla Gam - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino al 20 settembre. Quattro sezioni che rendono visibile come, in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcune delle fotografie più potenti e innovative del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del ‘900, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992), Ralph Fiennes (1995) e Gianfranco Ferré (1996). Ingresso 2x1 o ridotto singolo riservato ai soci CartaFRECCIA muniti di un biglietto delle Frecce o Intercity con destinazione Torino in una data antecedente al massimo di tre giorni da quella della visita. fondtomusei torinogam gamtorino
FIRENZE • Tomás Saraceno - Aria, fino al 1° novembre a Palazzo Strozzi ROMA • Raffaello 1520-1483, fino al 30 agosto alle Scuderie del Quirinale
Raffaello Sanzio La Fornarina (1520 circa) Olio su tavola Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
Info su trenitalia.com 91
NETWORK // ROUTES // FLOTTA Bolzano
Val Gardena Val di Fassa-Val di Fiemme
Madonna di Campiglio Ora Bergamo
Trento Verona
Milano
Cortina d’Ampezzo Udine
Vicenza
Brescia
Oulx-Bardonecchia
Trieste
Venezia Padova
Mantova
Torino
Treviso
Reggio Emilia AV Genova
Modena Bologna
La Spezia
Ravenna
Assisi
Pisa
Ancona
Perugia
NO STOP
Piombino
Rimini
Firenze
Siena Pescara Roma Fiumicino Aeroporto
Foggia
Caserta Napoli
Matera
Bari Lecce
Sorrento Potenza
Salerno
Taranto
Sibari
Sapri Paola
LEGENDA:
Lamezia Terme Reggio di Calabria
I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi il venerdì, sabato, domenica fino al 13 settembre 2020. I collegamenti Freccialink per Madonna di Campiglio, Cortina d’Ampezzo, Val Gardena, Val di Fassa-Val di Fiemme sono attivi il sabato e la domenica fino al 30 agosto 2020. II collegamenti Freccialink per Sorrento e per Piombino sono attivi il sabato e la domenica fino al 13 settembre 2020. Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com
FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze 92
Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi
Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio
FRECCIAROSSA
FRECCIAROSSA ETR 500
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 700
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
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FRECCIARGENTO ETR 600
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 485
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 93
PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE
a cura di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu
«Ho scattato questa foto in riva al mare, in estate. Ogni giorno, al tramonto, i bagnini tornano verso la spiaggia sul pattino. A ispirarmi nell’immortalare l’immagine, sul litorale di Rimini, sono state le parole di una ragazza, Eleonora: mi ha raccontato che dell’Italia ama proprio i nostri bagnini, in particolare quelli ultrasessantenni. Altro che Baywatch!», dichiara Irene Ferri, promettente fotografa selezionata da Nikon per Creators, il progetto dedicato ai talenti emergenti. Lo scatto fa parte di Italia, il nuovo progetto personale e collettivo dell’artista. «Tutti sono invitati a dirmi perché amano il nostro Paese: io viaggio lungo la Penisola e raccolgo le loro parole per trasformarle in immagini e raccontare l’italianità», spiega. Le foto più significative e le frasi più belle saranno poi raccolte in una mostra finale e in un libro. Per contribuire al progetto basta compilare il form sul sito ireneferri.com. ire.ferri IreneFerriPhotography
Rimini (2019) © Irene Ferri
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PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
TRANSIBERIANA D’ITALIA
© Archivio Fondazione FS Italiane
DAL 1º AGOSTO RIPRENDONO I VIAGGI SENZA TEMPO SUL TRENO STORICO CHE ATTRAVERSA IL PARCO DELLA MAJELLA
La Transiberiana d’Italia nei pressi di Campo di Giove (AQ)
I
l piacere di visitare e scoprire il proprio Paese, attraverso itinerari in luoghi poco affollati, meglio se in mezzo alla natura. Il turismo di prossimità è la vacanza vicino casa da assaporare lentamente, che si collega a quel concetto di turismo ferroviario ottocentesco che pervadeva l’Europa del Romanticismo. Numerosi diari, resoconti di viaggio, ma anche litografie narrano come i viaggiatori siano stati spesso rapiti dai paesaggi di montagna e dai panorami rurali osservati attraverso il finestrino di una carrozza. Un viaggio intimo ripercorso anche dal periodico Voci della Rotaia, che in un articolo del 1962 racconta l’elogio del treno nei secoli da parte di scrittori e letterati. La natura è protagonista e lo scompartimento ferroviario rappresenta lo spazio ideale per intraprendere il viaggio: al suo interno nascono rapporti umani e conversazioni, vere e proprie piccole comunità spesso casuali. C’è una linea di treni storici, la prima restituita a nuova vita dal progetto Binari senza tempo, che riassume perfetta-
mente il senso di questo tipo di turismo: la Transiberiana d’Italia. Una ferrovia che si inerpica nello splendore paesaggistico del Parco della Majella attraverso importanti dislivelli altimetrici, tra pascoli erbosi e dirupi scoscesi. Si parte dai 328 metri di altitudine della stazione di Sulmona (AQ) per superare i mille a Rivisondoli-Pescocostanzo, secondo scalo ferroviario più alto d’Italia dopo quello del Brennero. I viaggi sulla Transiberiana d’Italia ripartono sabato 1° agosto, dopo una lunga pausa forzata tra marzo e luglio. E ritornano seguendo le disposizioni emanate dall’Autorità Sanitaria per prevenire la diffusione del coronavirus, recepite dal Gruppo FS Italiane, che prevedono la disponibilità del 50% dei posti a sedere, l’accesso delimitato da percorsi specifici e la presenza di appositi dispenser igienizzanti a bordo treno e nelle stazioni. Il calendario con tutte le informazioni sui viaggi e le date confermate si può consultare sul sito di Fondazione FS Italiane. FondazioneFsItaliane fondazionefsitaliane 95
PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO
di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
OfficialTozzi
TRINCEE DELLA MEMORIA
A
causa del cambiamento climatico in atto, nelle Alpi orientali – sull’Adamello, per esempio – si liberano oggi dal ghiaccio le antiche trincee di guerra che si erano conservate intatte per decenni: prima le baracche di legno, poi le cucine da campo, infine i pezzi di artiglieria non ritirati e lo scavo vero e proprio, come una lunga cicatrice. Molti insediamenti possono essere oggi addirittura visitati. Lì si mangiava, si dormiva e si moriva di paura in attesa dell’attacco nemico, che poteva arrivare dopo settimane o pochi minuti. La linea di difesa italiana correva lungo posti impervi e i
© Riccardo Meloni/AdobeStock
Rovine risalenti alla Prima guerra mondiale sull’Adamello (BS)
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pezzi pesanti di artiglieria potevano essere issati solo a dorso di mulo, dopo essere stati smontati. Quei soldati cercavano di ricostruire un simulacro di residenza civile, che ricordasse il focolare di casa. Aggiratevi fra le scodelle di metallo e le gavette, ponete attenzione ai resti spinati dei cavalli di frisia, ma non cercate souvenir che sarebbero macabri: qui è questione di cogliere una suggestione, la materializzazione del ricordo dei nonni, la base di una nazione che combatteva per conquistare un territorio conteso. Se rimanete in silenzio a osservare e a pensare, coglierete come per incanto l’immagine di un’epoca e di un popolo.
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | AGOSTO 2020 | www.fsitaliane.it
GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER PICCOLI VIAGGIATORI
il fumetto d I G LEG
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OGNI
VIAGGIO
È UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA!
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LA FRECCIA Junior
SOMMARIO Pagina 1
Pagina 3-10
VIAGGIA: IL MARE IN MONTAGNA
FUMETTO: BABY DOC - PER CHI SUONA LA CAMPANELLA!
Pagina 12
Pagina 2 INFO: MILLE PASSIONI
Il
GIOCA: SCRIVANIA IN ORDINE
mare in montagna
PRENOTATE LA VISITA IN ANTICIPO PER PARTECIPARE AI NUMEROSI LABORATORI CHE VI FARANNO RIPERCORRERE LE ORME DEI NOSTRI PREDECESSORI.
SEMBRA IMPOSSIBILE, MA È PROPRIO COSÌ. NON OGGI, CERTO, MA 250 MILIONI DI ANNI FA, IN TRENTINO, C’ERA IL MARE CHE RICOPRIVA TUTTO QUELLO CHE CONOSCIAMO. A TESTIMONIARLO NUMEROSI FOSSILI MARINI COME QUELLI CHE SI TROVANO NEL PERCORSO DELLA VAL D’ALGONE. E PER UN VERO TUFFO NELLA STORIA, SUL LAGO DI LEDRO POTETE VISITARE UN VILLAGGIO COSTRUITO SULLE PALAFITTE. I RESTI ORIGINALI, RISALENTI A OLTRE 4 MILA ANNI FA SONO ANCORA VISIBILI SUL FONDO DEL LAGO. ADIACENTE, IL PICCOLO MUSEO DELLE PALAFITTE, RACCOGLIE NUMEROSI OGGETTI DI VITA QUOTIDIANA RINVENUTI IN ZONA E USATI DAI NOSTRI ANTENATI.
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | AGOSTO 2020 | www.fsitaliane.it è un progetto a cura di PANINI MAGAZINES – Direttore Mercato Italia: Alex Bertani • Publishing manager: Sara Mattioli • Coordinamento editoriale: Stefania Simonini • Progetto grafico: Alessandro Gucciardo Illustrazione di copertina e impaginazione: Luca Bertelè e Manuela Nerolini Per la storia a fumetti: Baby Doc © 2020 Testi: Andrea Voglino • Disegni: Luca Bertelè • Colori: Manuela Nerolini EDIZIONI LA FRECCIA – Direttore Responsabile: Marco Mancini • Responsabile Editoria: Davide Falcetelli • Coordinamento editoriale: Sandra Gesualdi TRENITALIA – Sviluppo Commerciale – Divisione Passeggeri Long Haul: Fabrizio Ruggiero, Antonella Graziano
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LIBRI
Mille
passioni
PROSEGUONO LE AVVENTURE DELLA GIOVANISSIMA INDAGATRICE NANCY DREW NELLA NUOVA SERIE DI ROMANZI EDITI DA DEA. MATT NE COMBINA CONTINUAMENTE DI TUTTI I COLORI, MA NON PUÒ NEANCHE IMMAGINARE LA TERRIBILE PUNIZIONE A CUI HANNO PENSATO I SUOI GENITORI. SCOPRITELO NEL PRIMO DISASTROSO LIBRO DI MATT. PER CHI NON L’HA ANCORA LETTA, È DA POCO USCITA LA NUOVA RISTAMPA DELLA SAGA DI HARRY POTTER, L’OCCASIONE GIUSTA PER INIZIARE UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MAGIA.
DINOSAURI CHE CE L’HANNO FATTA È IL NUOVO VOLUME DI LEO ORTOLANI, IL CREATORE DI RAT-MAN. CI RACCONTA DI QUANDO, PRIMA DELL’AVVENTO DEGLI ADOLESCENTI, I DINOSAURI DOMINAVANO IL MONDO ED È EDITO DA LATERZA. LO YOUTUBER SBRISER CI PRESENTA UNA STORMO AVVENTURA, LA STORIA NON UFFICIALE DI MINECRAFT A FUMETTI. SEMPRE MINECRAFT E SEMPRE NON UFFICIALE IL PRIMO LIBRO A FUMETTI SCRITTO DAL SEGUITISSIMO LYON E LE SUE STORIE DEL MISTERO EDITO DA MAGAZZINI SALANI!
FUMETTI
VIDEOGAMES
RIPARTE FINALMENTE LA FORMULA 1 E ANCHE VOI POTETE SCENDERE IN PISTA E VIVERE LE EMOZIONI DELLE GARE DEL CAMPIONATO CON F1 2020. PREPARATEVI AD AFFRONTARE DEMONI, MAGHI OSCURI E DRAGHI NEL GIOCO FAIRY TAIL TRATTO DAL CELEBRE MANGA FANTASY DI HIRO MASHIMA. RITORNA IL PIÙ FAMOSO MARSUPIALE DEI VIDEOGIOCHI IN CRASH BANDICOOT 4 IT’S ABOUT TIME, UNA NUOVISSIMA AVVENTURA IN CUI CRASH SI RITROVERÀ AD AFFRONTARE NEO CORTEX E N. TROPY, I SUOI ACERRIMI NEMICI!
DOPO IL SUCCESSO DELLA FORMULA DAL VIVO, CRANIO CREATIONS PROPONE ESCAPE ROOM - IL GIOCO. PER RIVIVERE A CASA 60 MINUTI DI TENSIONE ALLA RICERCA DELL’INDIZIO CHE VI PERMETTERÀ DI FUGGIRE! METTETEVI NEI PANNI DI UN VIRUS, CERCATE DI DIFFONDERVI EVITANDO IL SISTEMA IMMUNITARIO E I VIRUS PIÙ POTENTI. IMPARIAMO A CAPIRE COME SI DIFFONDONO I VIRUS E COME EVITARLI... SI TRATTA DI VIRAL, PRODOTTO DA MOVE THE GAME.
GIOCHI DA TAVOLO
LO SAPEVI CHE…? NATO A OMEGNA NEL 1920, GIANNI RODARI HA INIZIATO A PUBBLICARE LE SUE OPERE PER L’INFANZIA NEGLI ANNI CINQUANTA, OTTENENDO DA SUBITO UN ENORME SUCCESSO. I SUOI LIBRI HANNO RICEVUTO INNUMEREVOLI RICONOSCIMENTI, FRA CUI IL PREMIO HANS CHRISTIAN ANDERSEN, CONSIDERATO IL NOBEL DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA. NEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA HA PARTECIPATO A MOLTE CONFERENZE NELLE SCUOLE E DAGLI APPUNTI RACCOLTI IN QUESTI INCONTRI È NATA LA GRAMMATICA DELLA FANTASIA, DIVENTATA IMMEDIATAMENTE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI QUELLI CHE SI OCCUPANO DI EDUCAZIONE ALLA LETTURA E DI LETTERATURA PER L’INFANZIA.
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PER CHI SUONA L n i c A o b a by d CAMPANELL A!
in fondo, bastano poche PRECAUZiONi...e anche PASTEUR sembra contento!
Un giorno, a TiNY TOWN...
Ora che l’armata del virus Moccikus è in ritirata, a TiNY TOWN si passeggia tranquilli...
Oh! Che strattone! Dove vuoi andare, PASTEUR?
...vero, cucciolo?
Arf!
La piccola peste punta verso il PARCO... buona idea!
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Un po’ di VERDE ci farà ben...
il sole di AGOSTO deve avermi dato alla testa. Mi è sembrato di vedere un bambino SENZA mascherina...
...EEEH?!
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LA FRECCIA Junior
il sole non c’entra, BABY DOC... Guarda là!
Per tutte le PROVETTE! Altri bambini senza mascherina...
ARGH! Ma CHE COSA gli è preso, a tutti quanti?
PASTEUR ha qualche sospetto...
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...Ed ecco là il responsabile!
...Possiamo tornare alla NORMALiTÀ!
Basta con le MASCHERATE! i miei studi dimostrano che il ViRUS ormai è inoffensivo...
ERA ORA, accipicchia! NON me lo faccio ripetere...
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LA FRECCIA Junior
Dove le hai lette queste BUBBOLE... su bimbi e bebè?
Moccikus può pure aver abbassato la guardia... ma è sempre pericoloso!
...Ma funzionerà? Chi lo sa!
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?!
AH, Sì? E perché? il tuo vaccino dovrebbe aver sistemato le cose...
AHR! AHR! AHR! È troppo divertente! Che vi dicevo? A volte, per arrivare all’obiettivo, bisssogna agire d’assstuzia...
...Chiudendoci in casssa per un po’ abbiamo convinto gli abitanti di TiNY TOWN che il pericolo era passsato...
...Ma ora che sssi sssentono di nuovo al sssicuro è il momento del mio alleato più potente... vieni avanti, FOKUSSS!
Hai un piano da propormi, mio fedele sssuddito?
Sssì, maessstà! Cerco volontari per il mio esssercito di ViRUSSS MUTANTi...
Alla riapertura delle SSSCUOLE accenderemo FOCOLAi D’iNFEZiONE in tutta TiNY TOWN...
mia maestà, daremo loro una LEZiONE che non dimenticheranno! AHu! AHu! AHu!
andiamo, miei PRODi... preparatevi a mutare! Per Tiny Town è l’ora di una BRUCiANTE SSSCONFiTTA!
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Frattanto, al parco...
PASTEUR! Ma... che ci fai qui? Ti avevo lasciato con BABY DOC...
EHi, VOi! Aspettate... ho qui un MEDiKiT per voi!
bau! bau!
Dove saranno finiti lui e il suo RiVALE?
Eccoli, i miei ViRUSSS MUTANTi NUOVi FiAMMANTi! Al mio sssegnale, ssscatenate...
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POP
Addio, bruttoni! È ora di svanire...
SLAM
Non vi libererete di ME cosssì facilmente! Ritornerooohhh...
POP POP
La formula che abbiamo creato insieme funziona... la SCUOLA è SALVA!
avevi ragione... L’unione fa la forza, BABY DOC!
E così, dopo aver salutato il suo nuovo amico...
Con noi i bambini possono tornare dalle vacanze in tutta sicurezza... abbiamo treni igienizzati, gel disinfettante, mascherine e guanti per tutti!
È bello che la nostra storia si concluda con un lieto fine. Ma sarà davvero finita? Chi lo sa...
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LA FRECCIA Junior
Scrivania in ordine !
Fatti aiutare d au ADULT n per usareO le forbici!
A SETTEMBRE RICOMINCIANO LE SCUOLE E, PER NON FARCI TROVARE IMPREPARATI, ECCO UN’IDEA SEMPLICISSIMA CHE TI PERMETTERÀ DI RIUTILIZZARE TANTI TIPI DI MATERIALI DIVERSI PER TENERE IN ORDINE LA TUA SCRIVANIA!
1 PULISCI E ASCIUGA BENE L’INTERNO
DEI BARATTOLI. PER L’ESTERNO PUOI DECIDERE SE STACCARE LE ETICHETTE ORIGINALI O LASCIARLE, TANTO LE RICOPRIRAI COMPLETAMENTE!
COSA TI SERVE: • Vecchie copie • Forbici del tuo magazine • Colla preferito • Righello • Barattoli di latta
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MISURA L’ALTEZZA E LA CIRCONFERENZA DEL BARATTOLO E RIPORTA LE MISURE SUL GIORNALE CHE VUOI RITAGLIARE. QUINDI RITAGLIA CON CURA LE TUE IMMAGINI PREFERITE. INCOLLA LE IMMAGINI SUI BARATTOLI FACENDO ATTENZIONE CHE ADERISCANO PERFETTAMENTE. PUOI REALIZZARE QUANTI BARATTOLI VUOI, TI BASTA SOLO SCEGLIERE IMMAGINI DIVERSE PER RENDERE LA TUA SCRIVANIA ANCORA PIÙ COLORATA, VIVACE E... IN ORDINE! 108
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PER REALIZZARE I TUOI PORTAPENNE PUOI USARE ROTOLI DI CARTA, BARATTOLI DI LATTA, CARTONI DEL LATTE E QUALSIASI ALTRO TIPO DI RECIPIENTE POSSA CONTENERE LE TUE PENNE, LASCIA CORRERE LA FANTASIA!
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