ANNO XI | NUMERO 11 | NOVEMBRE 2019 | www.fsitaliane.it
PER CHI AMA VIAGGIARE
VIVA FIORELLO! ARCHEOTRAVEL DA PAESTUM A ROMA E BOLOGNA RE TARTUFO TRA LANGHE, MARCHE E TOSCANA
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NOVEMBRE
Bruciano della gramigna nei campi un’allegra fiamma suscitano e un fumo brontolone. La bianca nebbia si rifugia fra le gaggie ma il fumo lento si avvicina non la lascia stare. I ragazzi corrono intorno al fuoco con le mani nelle mani, smemorati, come se avessero bevuto del vino. Per lungo tempo si ricorderanno con gioia dei fuochi accesi in novembre al limitare del campo.
Š sborisov/AdobeStock
Attilio Bertolucci, Fuochi in novembre (1934)
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MEDIALOGANDO
«O TI SPIAZZA E TI FA REAGIRE O NON SERVE A NIENTE» LE QUALITÀ DI UN GIORNALE E DELL’INFORMAZIONE OGGI, SECONDO CLAUDIO CERASA, DIRETTORE DEL FOGLIO di Marco Mancini
R
aggiungo la redazione del Foglio, nella centralissima via del Tritone, in una di quelle splendide giornate autunnali che Roma regala per mitigare la nostalgia dell’estate e illuderti che non sia finita. Incontro Claudio Cerasa nel suo ufficio, al secondo piano del palazzo della Sorgente Group, la società pro4
marmanug
prietaria della testata fondata nel 1996 da Giuliano Ferrara, oggi presidente della cooperativa di giornalisti che la gestisce. Claudio Cerasa diventa direttore del Foglio a 32 anni, nel gennaio del 2015, dopo esserne stato caporedattore. Com’è ormai consuetudine per molti direttori, è diventato anche un opinionista politico ben conosciuto
dal pubblico dei talk televisivi. Grazie a quella fortunata contaminazione transmediale, di cui abbiamo scritto altre volte, che fa perno su un perdurante coinvolgimento passionale sprigionato dall’agone politico, nonostante le disillusioni e i sussulti anti-establishment. Cerasa è incisivo, asciutto, diretto, pragmatico. Il nostro breve ma denso incontro, incastonato trai suoi mille impegni, ne è conferma. Il Foglio, fin dalla sua nascita, è stato un giornale sui generis. A cominciare dall’aspetto: caratteri minuti, interlinea stretta, colonne piene. Ecco, oggi che la disabitudine alla lettura va di pari passo con la contrazione dei tempi di attenzione tutto questo funziona ancora? Intanto, se parliamo di giornale cartaceo, i suoi articoli devono essere potenzialmente ritagliabili. Insomma devono indurti a conservarli, a metterli da parte. Se un giornale funziona devi sentire il bisogno di strapparne una pagina. Se me lo dici significa che in tanti ritagliano articoli del Foglio. Quindi non conta la lunghezza, quanto piuttosto il contenuto? Ma sì. Abbiamo la riprova sul web, dove vediamo che gli articoli lunghi sono letti esattamente come quelli corti. Sia sul telefonino sia sui computer. I formati restano essenzialmente due. Quelli più corti servono per darti un’idea, raccontarti un fatto, offrirti una rapida interpretazione del mondo. Ecco, sono un po’ come lo schiocco delle dita che richiama la tua attenzione. Poi ci sono quelli che invece ti accompagnano in una lettura necessariamente più lunga perché quel tema lo approfondiscono. E tu, lettore, vuoi sapere tutto di quel tema lì. E certo non ti lasci impaurire dal tempo necessario. La crisi dell’editoria tradizionale e dei giornali cartacei appare irreversibile. Quel modello di business non funziona più. Quali sono le alternative? Comprare un quotidiano in edicola è diventato per molti un lusso. Ma non è una questione da dirimere, è come la forza di gravità. A qualcuno capita di più, ad altri di meno, ma sta succedendo. Paradossalmente i grandi giornali possono solo calare, mentre i piccoli possono ancora crescere, e molto. Insomma, tutto questo non vuol dire che i giornali debbano sparire. Forse è il momento più eccitante per immaginarsi nuovi prodotti e nuovi contenuti, cercando di utilizzare questa fase di distruzione delle vecchie modalità di giornalismo per crearne di nuove. Ecco, siamo di fronte a una distruzione creatrice, come ci insegna il modello schumpeteriano. Ossia la cosiddetta burrasca di Schumpeter, dal nome dell’economista austriaco del secolo scorso, che comprende quei cambiamenti repentini introdotti dalla tecnologia. Come quando il vinile ha lasciato il posto alla musicassetta, che lo ha ceduto poi al cd, poi al lettore mp3 e dopo allo streaming…ma la musica comunque resta. Anche il giornalismo, quindi, resisterà. Ma in quali forme e modalità? Da qui in poi dobbiamo pensare a una testata giornalistica come a una specie di hub. Diciamo a una sta-
zione, usando una metafora ferroviaria. Una stazione da cui partono tantissimi treni diversi che vanno in mille direzioni. La sfida è riuscire a inventarsi nuovi modi di creare contenuti, utili per essere poi acquistati nei modi più vari. Oggi anche la terminologia “il giornale” è quindi sbagliata. Perché il giornale è solo una parte del tutto, è un binario. Gli altri non sono stati ancora percorsi. E ce ne sono e saranno tanti. Dai podcast, per ascoltare il giornale senza sfogliarlo con le mani o senza muovere le dita su uno schermo, ai convegni e agli appuntamenti in cui le persone si possono vedere e confrontare. Dal personalizzare l’offerta facendo abbonamenti ad hoc, cuciti addosso alla singola persona, fino alla multimedialità video e radio con palinsesti diversificati. Mi sembra tu abbia le idee piuttosto chiare e un programma ben preciso. Stai forse parlando di un cantiere aperto al Foglio? Sbaglio? Non sbagli. È la sfida che abbiamo davanti nei prossimi mesi e anni, a cui stiamo lavorando: trasformare la nostra testata in un brand, in una specie di casa editrice, un hub, appunto. Diversificheremo l’offerta anche con produzioni settimanali e mensili, creando una sorta di galassia intorno al sole del Foglio. Nel fare questo abbiamo la possibilità e il vantaggio di essere molto veloci, perché siamo un piccolo giornale. E, soprattutto, con la nostra cooperativa, siamo di fatto l’editore di noi stessi. Questo ci garantisce indipendenza e libertà assoluta, che ci viene concessa, ovviamente, da chi ha in mano la testata. È proprio una questione di dna del giornale. Quindi il prossimo anno assisteremo all’inizio di questa burrasca creativa? Il Foglio, 5 luglio 2019
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MEDIALOGANDO
Sarà un’evoluzione continua, in parte già iniziata. Perché Il Foglio già oggi è un giornale piuttosto all’avanguardia nella capacità di creare contenuti, utili per essere poi acquistati. Siamo stati i primi ad avere un paywall quasi totale. Con una formula che hanno pochi altri, la freemium, ossia un po’ di contenuti free e altri a pagamento. Le nostre entrate sul sito sono prevalentemente legate ai contenuti acquistati. Quindi c’è domanda di informazione? E, così, anche spazi per realizzare margini? C’è un interesse fortissimo soprattutto per la politica, basti pensare al boom di spettatori che ha avuto lo scorso ottobre il confronto tra Salvini e Renzi in tv da Bruno Vespa. Non è vero neppure che i ragazzi non si informano, magari leggono su piattaforme disordinate, su Facebook o su altri social network, e non sono affezionati ad alcuna testata. Un’altra azione che abbiamo in serbo per i prossimi mesi sarà cercare di avvicinarsi al mondo universitario, e ai tanti giovani che sono alla ricerca di una qualche testata in cui riconoscersi e di cui innamorarsi. Strappandoli dai social? Proprio nell’epoca in cui l’informazione si pesca a caso navigando sulla Rete e con il sospetto che possa essere viziata da notizie false, cresce la necessità di testate credibili e autorevoli. Testate che abbiano una loro storia e affidabilità e possano diventare una risposta alla post verità e un antidoto alle fake news. Però la ricerca di informazione sul web nasce anche dalla sfiducia verso un giornalismo ritenuto fazioso. Quasi come se l’ondata populista e anti-establishment, che tempo addietro in un tuo intervento definivi comunque in buona parte rientrata o ammorbidita, avesse minato anche la credibilità dell’informazione tradizionale, anch’essa parte dell’establishment. Non penso sia assolutamente questo il problema, anzi penso che i giornali hanno senso soltanto se rappresentano degli interessi, perché non raccontano la verità, ma un punto di vista. I giornali che dicono di voler raccontare la verità stanno imbrogliando i loro lettori, perché la verità non esiste. Quindi la notizia oggettiva, asettica, non esiste… I giornalisti sono come i fotografi, hanno la loro macchina fotografica e ciascuno ha un proprio punto di vista, un’inquadratura diversa rispetto a quello che accade nel mondo. Quel che conta è ammettere qual è il proprio punto di vista, la propria posizione, spiegare come si guarda il mondo e che idea se ne ha. Così, dicendo sinceramente da che parte stai, il tuo lettore può fare la tara, essere d’accordo o contrario a quel che scrivi e dici. In ogni caso il compito di un giornale oggi è quello di farti reagire, un giornale che informa e basta non serve più. Farti reagire. Mi sembra un obiettivo dirimente, deciso. Il titolo di un manifesto? Ma sì, devi avere i tuoi scoop, i tuoi reportage. Mettere insieme tante azioni che suscitino delle reazioni, se non susciti nessun tipo di reazione fai un giornale che 6
Il Foglio, 18 ottobre 2019
non serve a niente. Un’altra forza dei giornali deve essere quella di andare a rappresentare alcune nicchie, alcuni mondi particolari che hanno voglia di essere rappresentati. Ecco, i giornali omnibus, che rappresentano tutto, secondo me sono destinati a essere rivoluzionati con altri modelli di sviluppo. Quali altre qualità deve possedere, oggi, un’informazione meritevole di essere acquistata? In primo luogo credibilità. Per riacquistarla bisogna cercare di raccontare il mondo senza dare al lettore quello che già sa. Devi essere imprevedibile e un po’ sorprendente. Spiazzare e prendere posizione. I giornali terzisti, che non prendono posizione, che surfano su una notizia senza però cavalcare fino in fondo l’onda e che non sentono mai il bisogno di andare contro corrente, sono giornali inutili, scontati. Poi, perché comprare notizie se le trovi ovunque, gratis? Infatti, oggi non ha più senso fare i giornali dicendo «ieri è successo questo», perché chi pretendiamo di informare è già una persona ben informata. Quindi o hai informazioni tue esclusive oppure ha senso darle soltanto se inserite in un contesto che serve a dimostrare altro o a interpretare un avvenimento. Le idee di Claudio Cerasa sono nitide, nette, senza concessioni a sfumature e annacquamenti. Lo salutiamo con l’augurio che dall’hub del Foglio i treni arrivino e partano sempre in orario. Ma soprattutto, che abbiano tutti, a bordo, tante persone desiderose di viaggiare, conoscere, capire e farsi un’idea. E capaci anche, leggendo e viaggiando, di cambiarla.
SOMMARIO NOVEMBRE 2019
IN COPERTINA FIORELLO
41
93
36
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ARCHEOTRAVEL La Borsa Mediterranea di Paestum, importanti ritrovamenti lungo i pag.
12 RAILWAY HEART
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binari e grandi mostre tra storia e contemporaneo
77 UN TRENO DI LIBRI Invito alla lettura di Alberto Brandani, che questo mese ripropone il romanzo
17
di Jack London, Martin Eden
SAVE THE DATE
86 LAW&ART
24 WHAT’S UP
Gli studi legali diventano gallerie di arte contemporanea. La storia di tre avvocate collezioniste, appassionate di cultura, esperte di diritto
28
50 CREMONA IN MUSICA
56
TARTUFO, RE D’AUTUNNO
66
SANTA CLAUS IS COMING
72
IN VIAGGIO CON TALARICO
82
50
QUATTRO SECOLI DI BELCANTO
94
SCUOLA D’ASPROMONTE
100 ONCE UPON A TIME
102
GLOCAL DA RACCONTARE
106
PHOTO
128
FUORI LUOGO
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO
114 A LECCE E BRINDISI CON I FRECCIARGENTO 700 Dal 9 novembre i nuovi Frecciargento 700 arrivano anche a Lecce e Brindisi, grazie a due collegamenti al giorno da e per Milano in sostituzione di altrettanti Frecciabianca Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 280 Frecce al giorno, più di 100 città servite 8
Tra le firme del mese
I numeri di questo numero
1.400 e oltre gli oggetti esposti alla mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna [pag. 48]
170 VALENTINA LO SURDO Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino
le botteghe liutaie di Cremona [pag. 51]
85 gli anni dalla nascita di Paperino [pag. 101]
PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XI - NUMERO 11 - NOVEMBRE 2019 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 22/10/2019 Foto e illustrazioni Archivio Fotografico FS Italiane FS Italiane | PHOTO AdobeStock Copertina © Adolfo Franzò Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT
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EDITORE
90.000 le tonnellate di alimenti recuperati dal Banco Alimentare nel 2018 [pag. 105]
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GIULIANO SERGIO Critico e curatore, insegna all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Tra le principali mostre che ha curato e co-curato: Ugo Mulas. La photographie (Parigi 2016), Luigi Ghirri. Pensare per immagini (Roma 2013), Le Pietre del Cielo. Luigi Ghirri e Paolo Icaro (Venezia 2017-2018)
La Freccia Junior, il mensile di giochi, fumetti e curiosità per i più piccoli, in distribuzione al FRECCIABistrò di Frecciarossa e Frecciargento, nei FRECCIACLub e nelle FRECCIALounge e SalaFRECCIA GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER I PICCOLI VIAGGIATORI
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Marco Mancini Claudia Frattini Cecilia Morrico, Francesca Ventre Silvia Del Vecchio Gaspare Baglio, Serena Berardi, Michela Gentili, Sandra Gesualdi, Luca Mattei, Cristiana Meo Bizzari Francesca Ventre Michele Pittalis, Claudio Romussi Verto Group Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani, Andrea Camilli, Samantha Castelli, Carlo Cracco, Alessio Giobbi, Paola Giovetti, Valentina Lo Surdo, Peppe Iannicelli, Itinere, Giuliano Papalini, Ernesto Petrucci, Bruno Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic, Giuliano Sergio, Flavio Scheggi, Paolo Spadacini, Filippo Teramo, Mario Tozzi, Dario Edoardo Viganò
PAOLO SPADACINI Fotografo specializzato in moda, non dimentica il reportage. Realizza le campagne pubblicitarie Peroni, Swatch e Moschino, mentre per Skira pubblica i libri India volti del Rajasthan, Ultimi sorrisi e l’ultimo Io non mi volto, 101 ritratti di celebrities contro la violenza sulle donne
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FILIPPO TERAMO Giornalista eclettico, vanta diverse collaborazioni con quotidiani, magazine e tv. Da cronista di enogastronomia racconta territori, eventi e tutto ciò che tocca le corde dei sensi
Note, il settimanale per i viaggiatori regionali da leggere su trenitalia.com OTTOBRE 2019 Precisazione Pag. 104: il musical Aladin non è una produzione Disney Theatrical Productions
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On Web La Freccia si può sfogliare su ISSUU e nella sezione FSNews del sito fsitaliane.it 9
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di Sandra Gesualdi
Man Ray Le violon d’Ingres (1924-1976) Courtesy Archivio Storico della Biennale di Venezia - ASAC, Venezia © Man Ray Trust by SIAE 2019
SEDUZIONI «Fotografo ciò che non voglio dipingere, ciò che ha già un’anima» [Man Ray] Lei è Kiki de Montparnasse, attrice magnetica e cantante dal carattere impetuoso. Man Ray la incontra nei locali notturni della Parigi bohémienne, tra le due Guerre. È bellissima, istintiva, una voce da usignolo. Se ne innamora e la rende immortale in una delle immagini più famose del XX secolo. Kiki passa alla storia come Le violon d’Ingres, scatto scandaloso ai tempi, leggendario per sempre. Avanguardia pura. Man Ray non si accontenta della foto e dipinge due effe di violino, con dell’inchiostro nero, sulla schiena di Kiki, catturata in un fermo immagine che la fa sembrare uno strumento ad arco. E, ancora, cita la morbida bagnante del pittore Ingres, reinventando non solo il linguaggio fotografico, ma anche la
raffigurazione del corpo e del volto, i generi stessi del nudo e del ritratto. Artista passionale, irriverente, Man Ray si applica in maniera totalizzante all’arte come alle donne, numerose presenze lungo tutta la sua vita. Le ha amate, ritratte, studiate. Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino rende omaggio al grande maestro con wo/MAN RAY. Le seduzioni della fotografia, la mostra che fino al 19 gennaio 2020 presenta 200 ritratti, realizzati dagli anni ’20 fino alla morte, nel 1976, tutti dedicati a un preciso soggetto, la donna, fonte essenziale di ispirazione della sua ricerca. camera.to CameraTorino camera_torino Camera_Torino 11
RAILWAY heART
PHOTOSTORIES PEOPLE Michal in viaggio verso Napoli © Manuel Grandioso Stacul manushinto_27
IN VIAGGIO Intercity Milano-Ventimiglia © Andrea Sosio andrea.sosio
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LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME A cura di Enrico Procentese
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione Centrale Media, FS Italiane.
enryhills
LUOGHI Fontaniva (PD) © Fabio Cangianiello cangia
AT WORK Dipendenti della Divisione Passeggeri Long Haul Trenitalia a Roma Termini © Antonio Li Piani ermetico.op
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RAILWAY heART
A TU PER TU a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
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© Mauro Masiero
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laudio, 36 anni, parking area specialist di Metropark, società impegnata nell’offrire soluzioni per la sosta e la mobilità integrata sotto il controllo di FS Sistemi Urbani, a cui è affidata la valorizzazione del patrimonio immobiliare del Gruppo e lo sviluppo di servizi destinati alla collettività. Di cosa ti occupi in Metropark? Presidio le attività per la gestione dei parcheggi nel centro e nel nord-est Italia. Metropark è un operatore nazionale nel settore, opera da 25 anni e si occupa di tutto il processo della sosta, dalla progettazione alla costruzione, fino alla gestione delle aree adiacenti alle stazioni di proprietà delle società di FS. Assicurare l’operatività dei parcheggi per garantire il servizio ai nostri clienti comporta interfacciarsi con tutti gli attori interessati, interni ed esterni, perché le dinamiche del contesto urbano sono sempre diverse. Nello specifico? Attraverso l’offerta dei nostri servizi contribuiamo al miglioramento dell’accessibilità delle stazioni, favorendo l’intermodalità di primo e ultimo miglio. Nel nostro profilo di azione, un aspetto significativo è curare politiche di offerta e di prezzo rivolte a viaggiatori con esigenze specifiche, tra i quali spiccano i pendolari. Se non trovi parcheggio rischi di perdere il treno… La sosta riveste, infatti, un ruolo chiave nella catena del viaggio e la nostra clientela fidelizzata, che principalmente si sposta per motivi di lavoro, apprezza la convenienza di un servizio integrato. Siamo sempre più impegnati a migliorare l’esperienza di chi si muove tutti i giorni, raccogliendo le opportunità offerte dal mondo della mobilità urbana che cambia. Quando hai iniziato a lavorare a Metropark? Sono nel Gruppo FS da cinque anni, il ruolo che ricopro è nato per soddisfare l’esigenza di un più efficace coordinamento tra sede e territorio, per garantire processi più veloci e orientare al meglio le soluzioni, sia in risposta a necessità operative, sia in chiave di nuove opportunità. Per fare questo occorre saper ascoltare, raccogliere le informazioni e fornire gli elementi per alimentare il processo decisionale. Un’iniziativa in particolare da raccontare? Nel bicipark della stazione di Padova capita spesso di trovare biciclette abbandonate. Così abbiamo avuto un’idea che corrisponde alla nostra politica ambientale e di responsabilità sociale, ossia riutilizzare questi mezzi, dare loro una nuova vita e offrire un’occasione a persone meno fortunate. Ci occupiamo di mobilità sostenibile e questa città ha una particolare sensibilità nell’utilizzo delle due ruote: grazie alla collaborazione con un’associazione no profit, quindi, da un problema abbiamo creato un’opportunità. Cosa ti piace di quello che fai? Il fatto che le mie giornate non siano mai una uguale all’altra. Sono spesso in trasferta per garantire il presidio delle aree di mia competenza e gestire al meglio i rapporti con diversi stakeholder.
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
R
oberta Zivolo, imprenditrice a Milano in un’azienda specializzata in servizi outsourcing che conta circa 70 dipendenti, di cui l’85% donne. Pendolare dell’Alta Velocità tra Firenze e il capoluogo lombardo. Che tipo di viaggiatrice sei? La mia azienda si trova a Milano, ma io e mio marito abitiamo a Firenze e da oltre 20 anni mi sposto tra queste due città. Sono una fan del Frecciarossa dal primo momento: in un’ora e 45 minuti arrivo a destinazione, sfruttando il mio tempo al meglio. Un’amica del treno tout court. In passato sono stata contattata da FS per un’intervista sul gradimento del servizio. Tra i suggerimenti diedi quello di realizzare i gate di stazione, per meglio sfruttare le potenzialità offerte, per esempio iniziative culturali e musicali. Ho notato con piacere che si è andati in questa direzione, con evidenti benefici anche dal punto di vista della sicurezza. Quanto ha influito l’arrivo del Frecciarossa nella tua libertà di spostamento? In questi dieci anni di Alta Velocità la qualità della vita di chi viaggia è migliorata drasticamente. Dai tempi del pendolino di passi avanti se ne sono fatti tanti, e il Frecciarossa è diventato il simbolo di un’Italia più dinamica, virtuosa e attenta all’ambiente. E dal punto di vista professionale, invece? Questo treno mi ha aiutato a realizzare ciò di cui vado fiera: incrementare sempre più la maternità nella mia azienda. Un fatto che dovrebbe apparire scontato, ma che purtroppo così non è, viste le difficoltà delle donne che decidono di diventare mamme. Alle mie dipendenti chiedo scherzosamente di andare in ferie in due, moglie e marito, e di tornare in tre. Raccontaci di più. Finora ho visto nascere 126 bambini, riuscendo a far coniugare al meglio l’impegno professionale delle mie dipendenti con le loro esigenze private, perché la maternità non può spaventare un’azienda che si considera civile. Ma c’è ancora molto da fare, e lo vediamo tutti i giorni in tante, troppe realtà lavorative. Svolgi altre attività oltre al tuo lavoro? Insieme a mio marito gestiamo una tenuta a nord di Firenze che utilizziamo per consentire alle nuove generazioni di investire in formazione, lavoro e ricerca, il tutto in un’ottica sostenibile. È il Centro San Cresci, e mi tiene piacevolmente molto occupata. Hai delle preferenze sui servizi offerti a bordo delle Frecce? Amo la carrozza del silenzio, dove si invita a non parlare al telefono e a togliere la suoneria; così il viaggio diventa un momento che dedico tutto a me stessa, facendo anche meditazione. Noto con piacere che i viaggiatori rispettano le regole, e qualora non succedesse c’è sempre il personale di bordo a ricordare di non recare disturbo agli altri. Qualche altro suggerimento? Chiederei una maggiore possibilità di scelta tra gli snack salati serviti a bordo treno, specialmente rispetto a quelli contenenti olio di palma, che non prendo mai. Devo, invece, fare i miei complimenti per i gelati Steccolecco, vanno a ruba nei FRECCIAClub. 15
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Fai continuare la vita. I primi 26 anni di vita dell’Università Campus Bio-Medico di Roma sono stati l’inizio di una storia lunga ed emozionante. Con un lascito solidale si può diventare parte di questa storia fatta di persone, idee e passioni unite per accrescere l’efficacia della ricerca applicata alle cure, migliorare la qualità della formazione universitaria e della vita. La scienza al servizio dell’uomo, che si concretizza in Università, Ricerca e Assistenza, è il punto di forza di una realtà che può contare su una rete di laboratori moderni, collaborazioni internazionali, undici corsi di laurea, un policlinico a gestione diretta e un pronto soccorso di prossima apertura: anche per questo oggi l’Università Campus Bio-Medico di Roma è una realtà unica in Italia e in continuo sviluppo. Che vuole continuare a crescere anche grazie ai lasciti testamentari. “Crescono gli studenti, che dal 2010 al 2018 sono aumentati del 38,6%. Crescono gli investimenti, che negli ultimi tredici anni hanno toccato
Con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato
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la somma di 141,8 milioni di euro, di cui quasi due terzi effettuati con fondi propri”, spiega il direttore generale Andrea Rossi.
“Oggi l’Università Campus Bio-Medico di Roma e il suo policlinico, accreditato Joint Commission International (JCI), rappresentano un punto di riferimento per centinaia di migliaia di persone in tutta Italia. Gli studenti che frequentano i corsi sono circa 2.000, mentre i laureati sono fino ad oggi circa 4.000. Con un lascito solidale all’Università Campus Bio-Medico di Roma si dà continuità a questo processo di sviluppo e si dà sostegno a nuove storie di vita, di ricerca, di speranza. Come quella di Bruna e Bianca, un’assistente di direzione e un’insegnante, che – conclude Rossi – con la loro generosità hanno lasciato un segno importante a beneficio delle future generazioni”. L’Università Campus Bio-Medico di Roma è l’unico ateneo che, con altre
21 realtà non profit, attraverso il Comitato Testamento Solidale si adopera per la diffusione della cultura dei lasciti solidali nel panorama italiano. Secondo l’ultima indagine realizzata da GFK Italia sono 2,8 milioni gli italiani che si dichiarano orientati a inserire nelle loro ultime volontà un lascito a favore di un ente non profit. Le somme in denaro o i beni lasciati all’Università Campus Bio-Medico di Roma potranno finanziare attività e progetti concreti nei campi della ricerca, della cura e della formazione. La sfida del prossimo anno sarà la realizzazione di un Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) di I livello a misura d’uomo che completerà l’offerta assistenziale del Policlinico e ne accrescerà il radicamento territoriale su una zona di Roma attualmente poco servita da strutture di pronto soccorso. Inoltre, sempre nel perseguimento del bene della persona si potrà “adottare” uno studente accompagnandolo per tutto il suo percorso di studi. Un lascito solidale all’Università Campus Bio-Medico di Roma è un gesto che dura per sempre, un gesto di amore per la vita, un gesto che fa continuare la vita per chi si impegna ogni giorno a raggiungere importanti risultati nella ricerca, nella cura e nell’insegnamento.
COSA È Un lascito solidale è un gesto che arricchisce di senso la vita. Con il testamento una persona decide a chi destinare la quota disponibile del proprio patrimonio, dei suoi beni, o anche solo una piccola parte di essi, senza ledere i diritti dei propri cari. Si può anche lasciare il valore del TFR o di una polizza vita.
COME SI FA Per disporre un lascito solidale è sufficiente indicare il nome dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e il suo codice fiscale 97087620585. Per maggiori informazioni, anche per richiedere la Guida ai lasciti, si può scrivere a: sostienici@unicampus.it oppure contattare il numero 06 225419129.
Via Álvaro del Portillo, 21 - 00128 Roma
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AGENDA
A cura di Luca Mattei
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it
save NOVEMBRE the date 2019 ANDY WARHOL
© Yuma Martellanz
NAPOLI//FINO AL 23 FEBBRAIO 2020 Esplosivo, sorprendente, imprevedibile. Il dipinto del Vesuvio, realizzato nel 1985, è come se fosse per Andy Warhol una sorta di autoritratto della propria personalità. Non solo. L’artista, che più di tutti ha saputo valorizzare il simbolo come mezzo espressivo per comunicare ciò che è oltre il significato superficiale, coglie con quel vulcano l’essenza vera di Napoli, la storia della sua cultura, della sua socialità, persino della sua autodistruzione. La città partenopea, in cui il genio americano si è recato più volte grazie all’impegno del gallerista Lucio Amelio, gli dedica una mostra che consente di avere una visione
bookcitymi lunapazzaidea
luna_scarlatta
Book City Milano fl afestival pisabookfest bookcitymilano scrittorincitta pazzaideafestival
completa della sua produzione. Presso la Basilica della Pietrasanta si possono ammirare oltre 200 opere, tra cui i ritratti di grandi personaggi, da Giorgio Armani a Lenin, e i lavori sui miti del merchandising, come le Campbell’s Soup e le serigrafie di Marilyn Monroe e Mao Tse-tung. Particolare attenzione è data al rapporto con la musica, con le cover di The Velvet Underground & Nico, le polaroid e gli acetati di Mick Jagger e Stevie Wonder. arthemisia.it Andy Warhol, Vesuvius (1985) © The Andy Warhol Foundation for The Visual Arts Inc. by SIAE 2019
arthemisiaarte
NOVEMBRE DA SFOGLIARE ITALIA//FINO AL 24 NOVEMBRE In programma tanti eventi per i book addicted. Due dal 7 al 10 novembre: il Festival Libri e Altrecose di Pescara accoglie, tra gli altri, Maurizio De Giovanni e Lo Stato Sociale, mentre il Pisa Book Festival propone un viaggio letterario in Europa con vari autori, dal Portogallo con Almeida Faria all’Ucraina con Andrei Kurkov, dalla Svezia con Björn Larsson all’Albania con Artur Spanjolli. BookCity Milano, dal 13 al 17, conferma la sua vocazione internazionale fin dall’inaugurazione con il basco Fernando Aramburu che conversa con Paolo Giordano. Interessanti il focus sulle Afriche e il Friendship Tour (a Milano prima di Madrid, Berlino e Parigi), con Lee Child, Ken Follett, Kate Mosse e Jojo Moyes che discutono di Brexit. Dal 13 al 18 torna a Cuneo Scrittorincittà. Tra gli ospiti Antonio Caprarica, Philippe Daverio, Chiara Gamberale. Infine a Cagliari, dal 21 al 24, è tempo del festival Pazza Idea: sul tema Bellezza e Rivoluzione si confrontano, tra gli altri, Antonio Marras, Giovanni De Mauro e Benedetta Barzini. pescarafestival.it | pisabookfestival.com | bookcitymilano.it scrittorincitta.it | pazzaidea.org 17
AGENDA
Sconti Trenitalia
FRIDA MANIA ROMA//FINO AL 29 MARZO 2020 La storia e la creatività di Frida Kahlo in un percorso multimediale dal forte impatto sensoriale. La mostra Il caos dentro presso Set Spazio Eventi propone opere in formato Modlight, retroilluminazione di pannelli che fa apprezzare tracce, pennellate e cromie dei dipinti. C’è anche modo di entrare nella vita intima dell’icona messicana, grazie a lettere e pagine di diario, abiti e gioielli, oltre agli scatti del fotografo Leo Matiz. E ancora percorrere i luoghi della sua vita, come il giardino e gli interni di Casa Azul, e comprendere meglio le relazioni con il marito, Diego Rivera. Il mito dell’artista è anche al cinema. Dal 25 al 27 novembre è in sala Frida. Viva la vida, documentario di Giovanni Troilo, prodotto da Ballandi Arts e Nexo Digital. Il film alterna interviste esclusive, documenti d’epoca e immersioni nelle opere, mettendo in luce le due anime di Kahlo: pioniera del femminismo e pittrice alle prese con un corpo martoriato. mostrafridakahlo.it | nexodigital.it Bernard Silberstein Diego Rivera watching Frida Kahlo paint a self portrait (1940 circa) © Edward B. Silberstein © Jerris Madison
navigaremostre
BUSSETO FESTIVAL GUARESCHI BUSSETO (PR)//9 NOVEMBRE>8 DICEMBRE Alla scoperta del territorio della Bassa Parmense con un continuo richiamo a Giovannino Guareschi. Il Busseto Festival prevede diverse iniziative gratuite. Da non perdere la visione di film famosi come Don Camillo e i giovani d’oggi, di Mario Camerini, e meno noti quale Gente così di Fernando Cerchio, o rivisitati, tra cui Il decimo clandestino di Lina Wertmüller. Le proiezioni sono introdotte da figure di rilievo come l’ex vescovo di Ferrara Monsignor Luigi Negri e il saggista Marcello Veneziani. La Sala dell’Accademia ospita poi la mostra Route 77 - In bicicletta lungo la via Emilia, che ricostruisce il tour compiuto da Guareschi nel 1941 da Piacenza a Rimini. Inoltre il 9, 16, 23 e 30 novembre Alberto, figlio dello scrittore, guida le visite presso la Casa Archivio Guareschi, dove il padre visse a lungo. Spazio anche alla gastronomia con un ricco menù delle trattorie locali che avrebbe certamente messo d’accordo Don Camillo e Peppone. bussetolive.com
Illustrazione di Valentina Crisante StraWoman strawoman.it cittadimodena festival.laviolenzaillustrata comunedinapoli comunenapoli casadelledonnedimilano casadonnemilano 18
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Giovannino Guareschi presso la sua casa di Roncole Verdi (1953) Per gentile concessione dell’Archivio Giovannino Guareschi bussetoterradiverdi
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE ITALIA//FINO AL 10 DICEMBRE L’uguaglianza di genere, uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, si raggiunge solo debellando ogni sorta di maltrattamento. Per questo l’Onu nel 1999 ha istituito, per il 25 novembre, la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tra le iniziative sul tema, a Novara il 23 fa tappa la StraWoman, corsa per sportive il cui unico traguardo è combattere i soprusi. Il 24, il Comune di Modena propone all’Auditorium Biagi il dialogo Ad armi pari, con le scrittrici Annalisa De Simone e Patrizia Cavalli, performance di Emilia Romagna Teatro Fondazione e immagini di Valentina Crisante. A Bologna il festival La violenza illustrata, dal 25 novembre al 10 dicembre, tiene vivo il confronto su sessismo e discriminazione. Il Comune di Napoli dal 20 novembre all’8 dicembre promuove #Liberedi, rassegna con assemblee, seminari, reading e mostre, tra cui Grey is Punk della fotografa Giovanna Aresu, alla Casina Pompeiana dal 25 novembre al 7 dicembre. La Casa delle Donne di Milano dipinge di rosso una panchina in corso Garibaldi e promuove un incontro sul Codice Rosso, la legge entrata in vigore a luglio che tutela le vittime della violenza domestica e di genere. strawoman.it | comune.modena.it | festivalviolenzaillustrata.blogspot comune.napoli.it | casadonnemilano.it
Teatro di Roma
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TdR Card la prepagata del Teatro di Roma utilizzabile anche da più persone la stessa sera, per gli spettacoli della stagione 2019 - 2020 dei teatri Argentina, India, Torlonia e Lido di Ostia. 132€ / 12 crediti acquistabile anche on line 2 crediti per ogni biglietto al Teatro Argentina 1 credito per ogni biglietto ai teatri India, Torlonia e Lido di Ostia. Info promozione@teatrodiroma.net
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stagione 2019.2020
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1 Pippo Rizzo, Treno notturno in corsa (1926) Courtesy Archivio Pippo Rizzo palazzosanfrancesco.domodossola palazzosanfrancesco
© Stefano Colarieti/LaPresse
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it
Freccia Weekend novembre 2019
A cura di Luca Mattei
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Gabriele Muccino © Stefano_Colarieti/La Presse
ParmaFilm
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Last days per Balla|Boccioni|Depero, exhibit sui temi cari al Futurismo: velocità e movimento. La mostra è ai Musei Civici di Domodossola (VB), città a inizio ’900 proiettata verso il futuro per l’apertura del Valico del Sempione. [1] comune.domodossola.vb.it
Il Parma Film Festival propone dal 4 all’11 proiezioni in anteprima presentate da registi di fama mondiale come Jean-Pierre e Luc Dardenne e Ken Loach. Da non perdere la masterclass di Gabriele Muccino. [2] invenzionidalvero.it
Il 3 a Bitonto (BA) termina Bitalk, festival di teatro, cinema, musica e arte. Per questa terza edizione si confrontano sul tema Dal ’68 agli anni di piombo ospiti come Alessio Boni, Omar Pedrini e Vauro Senesi. fanfara.eu
Il 9 e 10 Mirano (VE) torna alla Belle Époque con la ricostruzione di una festa d’inizio ’900, la Fiera de l’Oca. Il centro veneto diventa il grande tabellone del Zogo de l’Oca, con dadi e pedine giganti e prove di abilità. giocodelloca.it
Dal 1° novembre Roma si anima per un mese con i 21 concerti del Jazz Festival. Tra i protagonisti della 43esima edizione, dal titolo No borders. Migration and integration, Archie Shepp, Abdullah Ibrahim e Antonio Sánchez. romajazzfestival.it
La mostra Padova sacra, al Museo Antoniano fino al 10, indaga sulla rappresentazione del sacro nell’arte, nell’architettura e nella devozione popolare del centro veneto, attraverso lo sguardo della fotocamera. arcadelsanto.org
Skipass, il Salone del turismo e degli sport invernali, sabato e domenica a Modena, ospita per il secondo anno la Big Air World Cup, con i campioni di freeski e snowboard pronti a spiccare il volo da un’enorme rampa. skipass.it
Alla Badia di San Lorenzo a Trento l’8 La vertigine della selva, concerto del Bonporti Antiqua Ensemble nell’ambito del festival Trento Musicantica. Spettacoli di musica vocale e strumentale fino al 6 dicembre. centrosantachiara.it
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Sigmar Polke, S.H. - oder wann zählen die Punkte? (2002)
Marco Goldin nello spettacolo La grande storia dell’impressionismo
© The Estate of Sigmar Polke, Cologne/Photo G. e L. Malcangi
© Simone Di Luca
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A Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli fino al 19 gennaio 2020 Berlin 1989. La pittura in Germania prima e dopo il Muro, un’immersione nella Berlino di fine ’900 con dipinti di artisti come Georg Baselitz e Sigmar Polke. [3] gallerieditalia.com
Il critico Marco Goldin porta l’arte a teatro con lo spettacolo La grande storia dell’impressionismo. L’incanto della pittura da Monet a Van Gogh. A novembre tappe il 24 a Trento e il 28 a Gorizia. [4] lineadombra.it
Alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 19 gennaio 2020 Io, Robotto, prima mostra guidata da un’intelligenza artificiale. Alexa, il servizio vocale di Amazon, racconta l’evoluzione della robotica di intrattenimento. [5] iorobotto.com
Dopo Bari, Firenze e Milano, giunge a Roma la Deejay Ten, corsa di 10 e 5 km organizzata da Linus e Radio Deejay. Il villaggio allo stadio Nando Martellini apre il 23 e si anima con lo start della gara domenica 24 alle 9:30. deejayten.deejay.it
Fino al 12 gennaio 2020 Biella ospita in varie sedi la terza edizione di Viaggio: orizzonti, frontiere, generazioni, rassegna che indaga i molteplici significati della parola viaggio attraverso mostre, incontri e workshop. palazzoferrero.it
Dal 6 al 17 al Teatro Arena del Sole a Bologna il regista Antonio Latella dirige la versione teatrale di La valle dell’Eden, messinscena in due parti del capolavoro della narrativa americana di John Steinbeck. bologna.emiliaromagnateatro.com Da venerdì all’8 dicembre Novecento Rendez-Vous, visite guidate, mostre, workshop in prestigiose residenze di tutta Italia, in un percorso artistico da Liberty e Art Déco a Razionalismo e Futurismo, fino agli anni ’90. italialiberty.it Al Museo Musma di Matera fino al 12 gennaio 2020 Heimat. Sharing the land, personale di Jasmine Pignatelli, con foto, video, installazioni e 13 manciate di terra raccolte in altrettanti luoghi simbolo della storia d’Italia. musma.it
Al Museo di Santa Maria Novella a Firenze fino al 15 dicembre La botanica di Leonardo. Per una nuova scienza tra arte e natura, mostra con scritti e disegni del genio di Vinci su forme e processi del mondo vegetale. labotanicadileonardo.it
La Peggy Guggenheim Collection di Venezia propone fino al 27 gennaio 2020 L’ultima Dogaressa, mostra che omaggia la passione per l’arte della mecenate americana e le esposizioni che hanno scandito i suoi anni in Laguna. guggenheim-venice.it
Fino al 21 giugno 2020 al Museo di Capodimonte Napoli, Napoli, mostra sulla storia della città durante il regno borbonico, con 600 porcellane, 100 costumi del San Carlo, strumenti musicali, dipinti, oggetti d’arte e arredo. museocapodimonte. beniculturali.it
In occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, la Galleria d’Arte Moderna di Palermo ospita fino al 26 gennaio 2020 La macchina dell’immaginazione, un’esposizione multimediale a cura di Treccani. gampalermo.it
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Save the Date novembre 2019
GOURMET di Marzia Dal Piai - a cura di
vdgmagazine.it
© Gourmet Food Festival
delle birre speciali e artigianali, per i visitatori che amano interpretare e gustare questa bevanda, negli abbinamenti e nei gusti classici o in quelli più originali. ilbonta.it
Promuovere e narrare il rapporto tra cibo e territorio scoprendo le specialità da vicino. Gourmet Food Festival, al Lingotto Fiere Torino dal 22 al 24, ha un’unica protagonista: la qualità. Quest’anno l’ospite speciale è il riso. Da non perdere l’area dedicata ai corsi di cucina, focalizzati sul mondo wine, e i laboratori dove mettere “le mani in pasta”. Ma anche la zona in cui si insegnano le grandi ricette della tradizione piemontese e le fattorie educative che tengono lezioni sul tema dell’alimentazione. Inoltre, sabato 23 alle 11:30, in sala Forchetta, è prevista una tappa dell’ottava edizione del Campionato mondiale di pesto genovese al mortaio, organizzato dall’Associazione dei Palatifini. gourmetfoodfestival.it
Continuano per tutto il mese gli eventi di food&wine in Emilia Romagna. Fino al 17 è in programma la XXIX Fiera nazionale del tartufo nero di Fragno, a Calestano (PR), con visite guidate alle tartufaie; mentre chi ama i salumi non può perdere il November Porc a Zibello dal 15 al 17 e a Roccabianca, dal 22 al 24. La seconda domenica di novembre c’è la fiera agroalimentare Sapori del Borgo a Ponte dell’Olio (PC), dove si può seguire un percorso culinario di assaggi. visitemilia.com Una kermesse dedicata al più tipico dei dolci natalizi, all’Hotel Principi di Piemonte di Torino sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre. Una Mole di panettoni nasce proprio per celebrare questo intramontabile classico della pasticceria italiana che sa di famiglia e di casa: dolce o salato, classico con uvetta e canditi oppure farcito con creme e ingredienti che esaltano la creatività dei maestri pasticceri, non può mancare sulle tavole delle Feste. dettaglieventi.it © ricka_kinamoto/AdobeStock
Un mondo di BonTà aspetta i visitatori a Cremona, dal 9 al 12. Show cooking e workshop, dimostrazioni pratiche con rinomati chef, incontri sulla nutrizione e performance live per far risaltare le eccellenze enogastronomiche dei prodotti tipici italiani, senza dimenticare l’educazione alimentare. All’interno della manifestazione anche Special Beer Expo, il Salone dedicato al mondo
© Claudia Calegari
Un’occasione da non perdere, in questo mese, è la caccia al tartufo. Ce ne sono tante, in tutte le zone dove si trova il prezioso tubero. Nel Parco del Matese, in Campania, segnaliamo l’itinerario alla ricerca del tartufo nero, tra faggete e sentieri di montagna, proposto da Aquapetra Resort e Spa di Telese Terme (BN). Si parte il sabato mattina guidati da un esperto tartufaio e dal suo fido cane. Un’esperienza unica alla scoperta delle meraviglie del bosco e poi a tavola per assaporare il menù degustazione dello chef Luciano Villani, stella Michelin de La Locanda del Borgo. aquapetra.com
Uno speciale mercatino diffuso anima le strade del borgo di Rango, nel Comune di Bleggio Superiore (TN), dal 17 novembre al 29 dicembre. Un’autentica immersione nelle tradizioni più antiche per gustare le eccellenze del territorio, dalle noci alle patate, passando per i salumi, i formaggi, le mele e i vini. Non mancano i prodotti del benessere, fra cui le linee cosmetiche realizzate alle Terme di Comano, centro di eccellenza per la cura della pelle. Quest’anno la grande novità è la strega più grande del mondo, che misura quasi 11 metri, tridimensionale e realizzata con un fitto intreccio di legno e canne di bambù. mercatinidirango.it
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CI VEDIAMO A BOLOGNA GIANNI MORANDI INIZIA UNA SERIE DI CONCERTI IRRIPETIBILI NELLA SUA CITTÀ di Gaspare Baglio
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n’occasione unica, che merita un viaggio in Frecciarossa con destinazione Bologna, è Stasera gioco in casa - Una vita di canzoni, il live (quasi) acustico che Gianni Morandi ha deciso di dedicare alla sua città. Sul palco, insieme a lui, il pianista Alessandro Magri e il chitarrista Elia Garutti. L’interprete di Monghidoro, che sta sbancando con la terza stagione della fiction Mediaset L’isola di Pietro, ha voluto ringraziare la piccola metropoli dove ha mosso i primi passi. Dal 1° novembre, al Teatro Duse, partono i concerti che ripercorrono la sua lunghissima carriera costellata di successi. Perché questo progetto? L’idea di ritornare nel luogo da dove sono partito è una cosa bella. Bologna è un incrocio importante. Magari qualcuno si ferma con le Frecce per visitare la città e, già che c’è, viene a vedere il mio spettacolo.
Come mai al Teatro Duse? Il Duse ha un fascino particolare, è il cuore culturale del capoluogo. Ci sono legato anche perché, nel 1964, mi sono esibito proprio qui. Lo spettacolo prevede musica, ma anche parole… È un racconto che parte da Monghidoro, il paesino da dove mi spostavo per cantare nelle balere dell’Emilia. Ricordo momenti divertenti, incontri ed episodi della mia vita pubblica e privata. È uno show, in due tempi con intervallo, che cambierà ogni sera. All’inizio della seconda parte vorrei lasciare spazio al pubblico: qualcuno in platea potrebbe raccontare un episodio legato a una mia canzone. E poi, chitarra a tracolla, canterò a richiesta. Ci saranno ospiti? Se capita, sì. Lo spettacolo è un luogo aperto e divertente anche per me. E un omaggio a Lucio Dalla? È inevitabile, Lucio e Bologna sono in-
dissolubili. Noi bolognesi ci aspettiamo sempre che, da un momento all’altro, spunti da un angolo o da una via del centro. La playlist del cuore? Andavo a 100 all’ora, la prima canzone che ho inciso, e Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, che rappresenta il successo. Ovviamente non può mancare C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, diversa dalle altre per il tema trattato. Poi il brano da record In ginocchio da te, che ha superato il milione di copie. Infine, la hit della rinascita, Uno su mille. Lo show sarà poi itinerante? No. è nato per Bologna e resterà a Bologna, magari faremo qualche data in più.
ZERO IL FOLLE Renato Zero «Ci sarà Renato, ma anche Zero». Ecco come l’istrionico cantautore romano – con oltre 50 anni di carriera, 500 canzoni e 45 milioni di dischi venduti – presenta i live legati al suo nuovo album. Start il 1° novembre dalla sua Roma e gran finale il 26 gennaio 2020 a Bari.
BLACK MOOD GionnyScandal Parte il 7 novembre da Napoli il Black Tour dell’idolo degli amanti dell’Emo Trap made in Italy. L’artista continua la sua scalata sulla scia del successo di hit virali da milioni di stream e view su YouTube come Per sempre e Solo te e me, entrambe certificate disco d’oro.
VIVA DA MORIRE - LIVE 2019 Paola Turci Parte il 12 novembre da Torino il tour teatrale di Paola Turci, un inno alla vita ricco di energia durante il quale riascoltare i brani dell’album Viva da morire, oltre ai successi che hanno caratterizzato la sua carriera. I live proseguono fino al 9 dicembre, con gran finale a Firenze.Altre date saranno annunciate nel 2020.
SAVE THE DATE 1, 2, 3, 7, 14, 21, 28 novembre 5, 12, 20, 21, 22, 26, 29, 31 dicembre 3 gennaio 2020
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TRE AMICI A TEATRO L CARLO CONTI, GIORGIO PANARIELLO E LEONARDO PIERACCIONI, PER IL TERZO ANNO, TORNANO INSIEME SUL PALCO CON IL LORO SHOW. ASSICURANO DUE ORE DI RISATE. A PARTIRE DA QUESTA INTERVISTA di Sandra Gesualdi
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a chiacchierata a tre, una call telefonica, è già un assaggio di spettacolo. Scoordinata, asincrona e soprattutto piena di battute. Fai una domanda a Leonardo e risponde Giorgio, ironizzando su Carlo che tenta di riportare l’ordine. Ridono, sghignazzano, fissano appuntamenti per il sabato successivo, si (e ci) prendono amorevolmente in giro. Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo
© Marco Borrelli
Pieraccioni, conduttori televisivi, attori, sceneggiatori, comici e showmen navigati, i tre ragazzacci di Firenze, come si definiscono loro, dopo gli esordi degli anni ’80 nelle tv locali, con i varietà Succo d’Arancia e Vernice fresca, non si sono mai persi. A distanza di 30 anni, si rimettono insieme e rispolverano il gruppo comico Fratelli d’Italia, che all’epoca spopolava nei teatri toscani. Stessa formazione, questa volta chiamata semplicemente il Trio, che per la terza stagione porta in tournée uno spettacolo da record ai botteghini con oltre 60 repliche, 37 solo nella loro città.
Prima tappa a Milano il 18 novembre, al Teatro Arcimboldi, poi Napoli (il 30), Roma (il 2 e 3 dicembre), Torino (il 9 e 10), Brescia (il 14), Bergamo (il 17 e 18), Bologna (il 21 e 22). Fine anno al Mandela Forum di Firenze dove, oltre alle serate del 27, 28 e 29, il 31 dicembre il Trio festeggerà l’arrivo del 2020 con il suo pubblico, per brindare tutti insieme. Come si fa nelle grandi famiglie nelle occasioni importanti. Tornate insieme sul palco dopo tante repliche sempre sold out. Le novità di questa tournée? «Vista la nostra età, soprattutto quella di Panariello vicino alla settantina, avevamo due possibilità», esordisce Leonardo, «O andare a giocare a bocce o continuare a divertirci facendo un altro giro di teatri con questo spettacolo». Carlo riprende il filo: «Ri-ri-ri-partiamo. Dovevano essere cinque o sei repliche e invece sembrano non finire mai. Siamo fedeli a noi stessi ma con un occhio di riguardo all’attualità. Nel corso di questi anni alcuni personaggi sono stati sostituiti, soprattutto quelli politici che si esauriscono più velocemente dello show». Smorzata di Leonardo: «Alcune coalizioni o politici sono spariti proprio durante lo spettacolo! Esistevano quando siamo saliti sul palco e alla fine avevano già cambiato idea. Loro vanno più veloci di noi, hanno superato la barriera del suono». In tutti questi anni non vi siete venuti a noia? «Mi sono venuti a noia da subito, appena li ho conosciuti», punzecchia Leonardo. «Sono la mia pena da espiare sulla terra». Carlo riporta un po’ di serietà tra le righe: «Siamo legatissimi, ci stimiamo e ci capiamo al volo. In scena, a un certo punto, non si distinguono più le parti scritte da copione da quelle improvvisate». «Eccomi!», è Giorgio che si collega al telefono in ritardo: «Confermo, siamo una triangolazione perfetta dove ci supportiamo e sopportiamo. Questo progetto, poi, è stato fondamentale per mantenere il contatto con il pubblico, dividendoci ansie e fatiche». Cosa ricordate degli inizi e degli anni ’80? Panariello non ha dubbi: «Ho chiaro in mente le spalline di Conti e i suoi jeans a vita alta, li teneva quasi sotto il men-
to, quando faceva il deejay al Paradise coi riccioloni e quella moda orribile». Leonardo rincara: «Se guardate bene, Carlo ha un braccio più lungo e uno più corto perché si era comprato uno dei primi modelli di telefonino, praticamente una valigia pesantissima, e tutto orgoglioso arrancava con quel peso sempre appresso. Con il telefono portatile era sempre puntualissimo, mentre noi, che si andava a gettoni, sempre in ritardo». Carlo ride davvero di gusto, e aggiunge: «Ricordo tutta la nostra gavetta. Scrivevamo le scalette e mettevamo 100 lire per pagare la copisteria. E poi ci inventavamo tanti personaggi per le radio locali. È stato un periodo pionieristico, pieno d’entusiasmo e bellissimo, da cui tutto è partito». Un commento su ognuno di voi? «Sono due fuori classe, hanno momenti di grazia comica unica», afferma Conti. «Sì, siamo le tre Grazie», fanno eco gli altri due. «Leonardo è strepitoso naturalmente e poi professionalmente, Giorgio professionalmente e poi naturalmente», prosegue. Tocca a Giorgio: «Carlo è uno preciso, uno che lavora alla Banca Toscana e che ogni tanto va a fare qualche serata. Leonardo è geniale e in questo spettacolo, inaspettatamente da uno pigro come lui, sono uscite fuori la parodia del teatro russo e citazioni di poeti». A 50 anni siete diventati un po’ intellettualoidi? Risponde Giorgio per tutti: «Io lo sono da sempre, Carlo invece legge le riviste solo se è in cover, mentre Leonardo guarda esclusivamente i suoi film. Sono l’unico che scrive libri». Fanno eco gli altri due: «Libri di cui non ricorda i titoli!». Vi vedremo presentare Sanremo insieme? «Io voglio partecipare a Sanremo», tuona secco Leonardo, «ma come cantante, e portare gli altri due come miei coristi. Canteremo un trap, ci chiameremo I trappoloni, è uno scoop in esclusiva per La Freccia». Altra risata fragorosa e contagiosa. Siete dei grandi utilizzatori delle Frecce. In treno, cosa fate? «Io guido!», esclama Giorgio, e Carlo: «Io passo a dare le bibite». Leonardo: «Io scappo dalla carrozza più temibile, 27
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contro e una conoscenza continua». Carlo sospira: «Per me è casa e famiglia, semplicemente». E Leonardo conclude: «È il motivo per cui viaggio, per quella goduria eccezionale e poetica di tornarci. Ogni volta faccio come i cani, che non hanno il senso del tempo, e mi emoziono come se non la vedessi da anni. Firenze è una generatrice d’amore». C’è stato un momento in cui avete avuto paura di riproporvi? Questa volta rispondono all’unisono:
«Mai! Per questo sono tre anni che siamo in giro insieme, divertendoci come 30 anni fa. Per noi sono due ore di risate ininterrotte, potremmo continuare all’infinito. Non ci scioglieremo mai, al massimo ci dissolveremo». Allora buon viaggio per i teatri d’Italia. Guida Giorgio, naturalmente. friendsandpartners.it CarContiRai GioPanariello leonardo_pieraccioni
© Eliana Manca
Sconti Trenitalia
© Alessandro Canestrelli Reporters Associati & Archivi
quella del silenzio. Come fai uno starnuto ti corre incontro un tizio gridando “Silenziooooo!”. Ho il terrore della carrozza del silenzio». Sono ormai inarrestabili, la comicità è il quarto ospite di questa intervista semiseria... Cos’è Firenze per voi? E qui il tono torna posato, quasi nostalgico, decisamente ispirato. Giorgio: «È il luogo in cui sono nato, dove sono tornato dopo gli anni trascorsi in Versilia e ho mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo. È un in-
MOLIÈRE E DICKINSON Al Teatro della Pergola di Firenze, dal 12 al 17 novembre, arriva Misantropo. Il capolavoro di Molière, in bilico tra dramma e commedia, è interpretato da Valeria Solarino e Giulio Scarpati, intorno ai quali si muovono vari personaggi emblema di vizi e difetti della società. Dal 22 al 30, invece, Daniela Poggi porta sul palco Emily Dickinson, la poetessa dall’esistenza enigmatica e inquieta raccontata, in questo spettacolo, dalla scrittura di Valeria Moretti. teatrodellapergola.com 28
ZANNA BIANCA Un racconto che tiene col fiato sospeso e narra di natura selvaggia, leggende antiche e lupi che corrono nella neve incontro alla libertà. Liberamente ispirato al romanzo di Jack London, Zanna Bianca, lo spettacolo per ragazzi scritto da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, che ne è anche l’interprete, emoziona e morde. Un’avventura fatta di fatica, meraviglia, amicizia e rispetto. Premio Eolo Awards 2019, è in scena il 21 novembre a Bologna, il 22 ad Antella (FI) e il 24 a Torino. inti-tales.com
RICETTE D’AMORE Quattro donne, Matilde Brandi, Federica Cifola, Patrizia Pellegrino e Samanta Togni, molto diverse tra loro, corteggiano lo stesso uomo, Ascanio Pacelli. Al Teatro Manzoni di Roma, fi no al 24 novembre, va in scena una commedia divertente tra equivoci ironici, battute serrate e confessioni tra amiche riunite in una cucina. E per i soci CartaFRECCIA sconto del 30% sul biglietto dello spettacolo. teatromanzoni.info
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
In viaggio porti anche il tuo mal di schiena? Ma se non fosse un banale mal di schiena? Sei seduto comodo o hai sempre con te quel mal di schiena che ti fa compagnia da qualche mese? Anche in treno puoi investire qualche minuto per capire se quel dolore più o meno fastidioso nasconda qualcosa d’altro. Potrebbe trattarsi infatti di una malattia reumatologica, spesso confusa con un semplice mal di schiena: la spondilite anchilosante (SA). La SA è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da sintomi quali mal di schiena persistente (più di tre mesi), spesso notturno, tanto che causa interruzioni del sonno, rigidità mattutina che migliora con il movimento e disabilità funzionale. Se non trattata, la spondilite anchilosante può compromettere le normali attività quotidiane, causare una perdita di produttività sul lavoro e avere un impatto significativo sulla qualità della vita.1 Si tratta di una patologia che colpisce maggiormente i giovani di sesso maschile e di età superiore ai 25 anni.2,3 Fino al 70% dei pazienti che soffrono della forma severa di spondilite anchilosante sviluppa, nel corso di qualche anno, fusione delle vertebre con significativa riduzione della mobilità della colonna vertebrale4 e alla formazione della cosiddetta ‘colonna a canna di bambù’.
Oggi per arrivare ad una corretta diagnosi mediamente passano dai 7 ai 10 anni. Un periodo troppo lungo per una malattia che può progredire fino a dare conseguenze importanti nei movimenti peggiorando notevolmente la qualità della vita di chi ne soffre. L’insorgenza poi di altre patologie correlate può aggravare la condizione generale soprattutto se di tipo metabolico e cardiovascolare. La Campagna “SAi se hai la SA? Scegli il tuo futuro” promossa da Novartis, con il patrocinio di APMAR Onlus - Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare – si pone l’obiettivo di informare sulla spondilite anchilosante e suggerire di rivolgersi al reumatologo, specialista di riferimento nel trattamento di questa malattia. Per avere tutte le informazioni sulla campagna basta collegarsi all’area dedicata nel sito http://www.saichelasa.it/sai-che-la-campagna-2018/ e seguire la pagina Facebook “SAichelaSA” https://www.facebook.com/ SAichelaSA/.
Bibliografia: 1. Mease PJ, van der Heijde D, Karki C, et al. Characterization of patients with ankylosing spondylitis and nonradiographic axial spondyloarthritis in the US-based Corrona Registry. Arthritis Care Res (Hoboken). 2018;70(11):1661-1670 2. Sieper J et al. Ankylosing spondylitis: an overview. Ann Rheum Dis 2002; 61 (Suppl III):iii8-iii18; 3. Braun J et al. Prevalence of spondylarthropathies in HLA-B27 positive and negative blood donors. Arthritis Rheum 1998; 41(1):58-67; 4. Barkham N et al. The unmet need for anti-tumour necrosis factor (anti-TNF) therapy in ankylosing spondylitis. Rheumatology 2005;
Il questionario di autovalutazione Se vuoi saperne di più rispetto al tuo mal di schiena e viaggiare più sereno, e forse in maniera più confortevole in futuro, prova a rispondere a queste domande:
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Soffri di mal di schiena e rigidità diffusa alle articolazioni da più di 3 mesi? SÌ
2
Il dolore si concentra principalmente nella zona lombare e si irradia a bacino e glutei? SÌ
3
SÌ
7
Cancellare tutti i piani
o
Fare piani all’ultimo minuto
9
NO
Soffri di episodi di infiammazione al tendine di achille e di dolore a livello del calcagno? SÌ
8
NO
Il dolore alla schiena e la rigidità si alleviano se pratichi esercizi o attività fisica?
Spondilite Anchilosante
Sai se hai la SA? Scegli il tuo futuro
NO
Al risveglio ti senti rigido e riesci a essere più sciolto nei movimenti solo dopo più di 30 minuti? SÌ
6
NO
Il dolore peggiora quando resti immobile per lunghi periodi, oppure al risveglio? SÌ
5
NO
Il dolore si presenta anche a riposo e durante la notte ti capita di svegliarti per il mal di schiena? SÌ
4
NO
NO
Ti capita di avere episodi di infiammazione agli occhi con dolore, arrossamento e ipersensibilità alla luce (uveite)? SÌ
NO
SÌ
NO
Hai meno di 45 anni?
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© Adolfo Franzò
INCONTRO
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VIVA FIORELLO! LO SHOWMAN SICILIANO RACCOGLIE IL GUANTO DELL’ENNESIMA SFIDA MEDIATICA DELL’AD SALINI. ONLINE SU RAIPLAY DAL 13 NOVEMBRE UN IMPERDIBILE VARIETÀ A MISURA DI WEB di Gaspare Baglio
«
M
i piace questa cosa di essere su La Freccia. Sui Frecciarossa Roma-Milano, ormai, mi conoscono tutti. E ora, con il fatto di restare lì, in copertina, per un mese, sai quanti si siederanno sopra la mia faccia? Perché, alcune volte, non ti accorgi del magazine sul sedile e ti ci siedi sopra. Quindi anche io, finalmente, sarò lì a baciare il sedere dei viaggiatori. Anzi, grazie, mi farete provare l’ebrezza di stare su una poltrona e vedere uno che ti si appoggia sopra ed esclama: «Ma cos’è? Ah, Fiorello!». Inizia con una risata l’incontro con lo showman più talentuoso che oggi l’Italia possa vantare. Fiorello è un vulcano multitasking, capace di passare dalla radio alla tv fino al web, restando credibile. Un pioniere pronto per una nuova avventura: Viva RaiPlay, lo show che avrà l’onore di (ri)lanciare la piattaforma on demand della tv pubblica. Un assaggio viene dato anche su Rai1 dal 4 all’8 novembre alle 20:30, poi dal 13, alla stessa ora, solo su RaiPlay. E dal 16 anche su Rai Radio2 il sabato e la domenica mattina. Ennesima sfida che permette al poliedrico mattatore di dare sfogo a tutta la sua verve. Cosa ti ha spinto a tornare con un progetto così insolito? Fare qualcosa di diverso da quello che, solitamente, la gente si aspetta da me. Sarebbe a dire? Il grande varietà. L’ultimo, #Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, è del 2011 ed è stato il primo a utilizzare l’hashtag nel titolo. Il produttore, Bibi Ballandi, che adesso non c’è più, diceva, con la cadenza bolognese: «Ma cos’è quel
gasparebaglio
robino nel titolo?». In questi anni hai fatto anche altro... Ho fatto tantissime cose. Quando ho scoperto la possibilità di sviluppare idee col cellulare, sono andato molto sul web. Mi sono inventato l’Edicola Fiore, partita corsara in un bar di periferia e arrivata su Sky. La gente, però, mi chiedeva sempre: «La mattina quanto mi fai divertire con quei vecchietti, ma quando torni in televisione?». Per il pubblico, se non faccio il grande varietà su Rai1, è come se non facessi tv. Sei uno che ama trovare nuovi linguaggi. Non voglio fare il finto giovane. Sono sulla soglia dei 60, ma mi tengo aggiornato, soprattutto a livello tecnologico. Mia figlia tredicenne mi ha insegnato a usare l’app TikTok, che sta avendo molto seguito. Anche Will Smith, il re dei social, si è iscritto. Com’è il tuo rapporto con i social? Non facile, soprattutto per noi personaggi pubblici che diventiamo bersagli. Prima, quando non piaceva qualcuno, al massimo lo si diceva agli amici del bar. Riesci a difenderti? Ho trovato il modo di farlo. Pubblico qualcosa, ma non leggo i commenti. Sai come sono gli artisti, vanitosi, amano i complimenti, e quindi si va subito a vedere se qualcuno ti dà del “bravissimo”, poi ci trovi anche gli insulti. Ma io non blocco nessuno. Come mai? Perché ogni blocco è una medaglia per chi lo riceve. Se blocco un tizio che mi ha insultato, quello fa lo screenshot, lo pubblica e lo mostra come se mi
avesse colpito a battaglia navale. La cosa migliore, anche se difficile, è ignorare. Social a parte, come è nato il progetto Viva RaiPlay? L’Ad della Rai, Fabrizio Salini, mi ha chiamato. Pensavo che volesse propormi un varietà. Invece, mi fa: «Ma allora, RaiPlay?». Io, che ne ero già un fruitore, ho risposto, per dirla alla Rovazzi: «Tutto molto interessante». Ed eccoti con questo show... Sarà il primo esperimento mondiale di un varietà inedito sul web, inteso come una varietà di cose. Saremo in via Asiago, sede storica della Rai. Uno show con molti set dove metterò a frutto anche quello che ho fatto negli ultimi tempi: ci saranno idee nate all’Edicola Fiore e allo spettacolo teatrale L’ora del Rosario, ma anche al Fiorello Show di SkyUno e al Rosario della sera di Radio Deejay. Facci un esempio. Dal Fiorello Show prendo la formula dei tre giorni: le puntate inedite saranno in onda mercoledì, giovedì e venerdì, poi chiaramente lo show si potrà vedere quando si vuole. Questi sono i benefici della piattaforma! Esistono i terrapiattisti? Noi siamo i piattaformisti. Quante puntate saranno? Diciotto. A questo si aggiungeranno pillole tratte dal programma che verranno, di tanto in tanto, trasmesse dai numerosi canali Rai, sia radio che tv. Inoltre, il mercoledì, giovedì e venerdì mattina, in diretta faremo delle anteprime. Una sorta di preshow che, grazie al piattaformismo, sarà visibile per tutto il giorno. Degli ascolti che mi dici?
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INCONTRO
© Giovanni Caccamo
Non c’è un vero e proprio Auditel, ci saranno dati misurati dalla Rai per capire il flusso web. Ma so già che, dopo lo spot televisivo del programma, le app RaiPlay scaricate sono aumentate in maniera considerevole, soprattutto nella fascia 18-24 anni. Gli episodi saranno live? Sì, gli show saranno live per avere più vissuto dietro, per cavalcare l’attualità. Comunque, prima di essere in esclusiva su Raiplay, dal 4 all’8 novembre saremo anche su Rai1, in access prime time, per 15 minuti, prima dei Soliti ignoti con Amadeus. A proposito, Amadeus condurrà il Festival di Sanremo. Confermi la tua presenza? Per forza. Con Amadeus abbiamo
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sempre detto che ci saremmo stati l’uno per l’altro nel caso fosse capitato a uno di noi due di condurre Sanremo. Magari ci vado una sera, mi trovo bene e rimango pure il giorno dopo. Dopo Viva RaiPlay ne parleremo. Adesso sta scegliendo le canzoni. Perché non hai mai voluto presentare il Festival? Non è il mio mestiere. Amadeus, invece, ha preso la strada della conduzione. A Sanremo devi presentare ed essere preciso. Io dopo due minuti mi metto a fare le cose mie. Morandi e Baglioni, che sono cantanti, hanno scelto dei conduttori ad affiancarli. Io potrei fare quello che aiuta il presentatore. Consigliaci qualche nuova leva.
Alessandro Cattelan, il prototipo del presentatore moderno e ironico. Oppure Fabio Rovazzi, dotato di un’intelligenza non comune, potrà dare molto in futuro. Cosa guarda in tv Fiorello? Sono come Blob, guardo tutto: dalla D’Urso a Protestantesimo, più tutte le serie tv. Ti dico solo che gli amici mi chiamano per avere consigli sulle ultime novità. Adesso, per esempio, consiglierei, in maniera del tutto disinteressata, Viva Raiplay. Bellissimo! raiplay.it Raiplay.it RaiPlay raiplay_official Fiorello.official Fiorello rosario_fiorello
John Armleder Matilde Cassani Francesco Clemente Enzo Cucchi Elisabetta Di Maggio Jimmie Durham Haris Epaminonda Hassan Khan Kimsooja Abdoulaye KonatĂŠ Victor Man Shirin Neshat Yoko Ono Michal Rovner Remo Salvadori TomĂĄs Saraceno Sean Scully Jeremy Shaw Namsal Siedlecki
fino all'8 marzo 2020 main partner
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INCONTRO
WELCOME TO RAIPLAY
© Eleonora Ferretti
IL DIRETTORE DELLA PIATTAFORMA MULTIMEDIALE DELLA TV PUBBLICA, ELENA CAPPARELLI, ILLUSTRA TUTTE LE NOVITÀ E LE PROSSIME SFIDE
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uasi 13 milioni di utenti registrati, circa 12 milioni di app scaricate, 550 ore in media di views da gennaio ad agosto 2019 (grazie alla syndication che comprende YouTube e MSN). E un aumento dell’85% nella fruizione dei video. Sono i numeri di RaiPlay a far parlare Elena Capparelli, direttore generale del portale multimediale
della tv pubblica, con un entusiasmo contagioso che le fa brillare gli occhi: «Per la Rai è un momento magico. RaiPlay aggiunge un’altra opportunità di visione al grande bouquet della tv pubblica». Una sfi da che indirizza l’ecosistema di viale Mazzini a una differenziazione dei programmi, sulla base di una conoscenza approfondita del pubblico. «C’è un target di giovanissimi che fruisce i contenuti con smartphone e altri device mobili. Poi c’è un target centrale che usufruisce della tv in modo lineare, aggiungendo programmi in modalità non lineare. Infi ne c’è un target più adulto che guarda quasi solo contenuti in modalità classica. Vogliamo essere una guida, mostrando un altro modo di godere dei contenuti dalla library e in diretta». Tenendo conto che gli utenti si differenziano nelle abitudini e intercettando i vari segmenti di pubblico. «La fi ction è un asset della Rai, daremo contenuti in modalità boxset e lo faremo anche con un’offerta dedicata ai bam-
bini, come la nuova serie del cartoon Barbapapà». News in vista anche per il prestigioso Festival di Sanremo: «Ci sarà un altro Festival, multipiattaforma, che potrà prendere direzioni diverse affi nché un prodotto abbia tante vite». Novità anche sui programmi originali: «Superquark + con Piero Angela e altri giovani divulgatori, Il nido, comedy scritta da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendrusolo, con Giorgio Tirabassi, Anita Caprioli, Thomas Trabacchi e Valeria Bilello. E poi il drama Passeggeri notturni, ispirato ai racconti di Gianrico Carofi glio, con la regia di Riccardo Grandi. Faremo un grosso lavoro sulle teche Rai e sui documentari, genere che ha avuto un grosso incremento da un anno all’altro. Non mancheranno gli eventi sportivi, leva importante per far conoscere la restante parte dell’offerta». È proprio il caso di dire, parafrasando un vecchio claim, che la Rai è di tutto, di più. G.B.
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TRAVEL
ARCHAEOLOGY ON THE TRACKS
Tomba dipinta, letto funebre con scheletro e corredo/Painted tomb, funeral bed with skeleton and range of grave goods
SCOPERTA A MADDALONI UNA TOMBA DIPINTA NELLA NECROPOLI DEL IV-III SECOLO A.C. di Salvatore Buonomo [Soprintendente archeologo] Foto Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento
I
lavori per la realizzazione del raddoppio ferroviario della tratta Cancello-Benevento sulla Napoli-Bari, eseguiti da Ferrovie dello Stato Italiane, hanno visto l’applicazione dell’archeologia preventiva con la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, rappresentando una grande opportunità per arricchire la conoscenza del territorio casertano e beneventano. Nell’ambito di queste attività, le indagini eseguite in un’area nella periferia orientale di Maddaloni (CE), sotto la supervisione scientifica del36
la funzionaria archeologa della Soprintendenza, Antonella Tomeo, hanno consentito di portare alla luce una necropoli che, al momento, ha restituito circa 30 sepolture, databili tra la seconda metà del IV e il III secolo a.C. La scoperta offre nuovi dati e spunti di riflessione sulla realtà insediativa di quest’area. Le tombe sono prevalentemente a cassa di tufo con copertura piana in lastroni e corridoio di accesso, dotato di scalini. Tra le sepolture portate in luce emerge una tomba dipinta, insieme a un’altra sepoltura caratterizzata da un corredo molto ricco. La tomba dipinta, a camera, mostra una copertura a doppio spiovente, composta da tre lastre di tufo per lato, una lastra per la testata settentrionale, mentre a sud la testata coincide con l’architrave che sembra coprire un ingresso costituito da una lastra e due ante laterali. La camera, costituita da lastre di tufo, presenta una cornice leggermente aggettante con tracce di decorazione pittorica, tre piccole fasce in bianco, rosso e nero; in basso, invece, si conserva una
fascia rossa. Il timpano della parete settentrionale esibisce una palmetta con foglie lanceolate in rosso e nero. Il letto funebre, costituito da due lastroni di tufo, è posizionato sul lato lungo occidentale e presenta un cuscino in pietra sagomato nello stesso blocco; sul letto è adagiato l’inumato, probabilmente una donna adulta. Il corredo è costituito da tre fibule in bronzo rinvenute sul petto, un vaso che doveva contenere oli o profumi (lekythos) sulla spalla destra e ai piedi un vaso a vernice nera (stamnos) adatto a contenere liquidi. Tra le ossa della mano sinistra è stata rinvenuta una moneta in bronzo. L’eccezionalità della sepoltura, portata alla luce grazie alla disponibilità di Rfi, in posizione eccentrica nell’ambito della necropoli, è documentata anche dal fatto che al momento rappresenta l’unica tomba dipinta rinvenuta nel territorio di Maddaloni. Il reperto recuperato è stato trasportato presso il Museo Archeologico Nazionale dell’antica Calatia per il restauro conservativo, finalizzato alla collocazione della sepoltura in uno spazio espositivo all’interno dello stesso Museo.
leaves in red and black. The funeral bed, made up of two slabs of tuff, is positioned along the long western side and has a stone pillow carved from the same block; the body, probably an adult woman, is placed on the bed. The grave goods consist of three bronze fibulae (fibulas) found on the chest, a vase that must have contained oils or perfumes (lekythos) on the right shoulder and a vase with black paint (stamnos) suitable for containing liquids at the feet. A bronze coin was found between the bones of the left hand. The exceptional nature of the burial, brought to light thanks to RFI's willingness to cooperate, in an off-centre position within the necropolis, is further confirmed by the fact that it is currently the only painted tomb found in the Maddaloni area. The tomb was recovered and transported to the Museo Archeologico Nazionale of ancient Calatia, where it underwent a conservative restoration, aimed at placing the burial in an exhibition space within the museum. Tomba dipinta, copertura/Painted tomb, roof
A PAINTED TOMB DISCOVERED IN A FOURTH TO THIRD CENTURY BC NECROPOLIS IN MADDALONI
T
he construction works for doubling the railway line between Cancello and Benevento on the Naples-Bari route, carried out by Ferrovie Italiane, included preventive archaeology under the scientific direction of the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, led by architect Salvatore Buonomo, and offered a great opportunity to increase what we know about the territory of Caserta and Benevento. As part of these activities, the excavations carried out in an area on the eastern outskirts of Maddaloni (Caserta), under the scientific supervision of Soprintendenza archaeologist, Antonella Tomeo, a necropolis was brought to light including, so far, about 30 burials dating from the second half of the fourth and third centuries BC. The discovery offers new evidence and insights into settlement in this area. The tombs are mainly built out of tuff with a flat slab roof and an access corridor with steps. One of the burials brought to light is a painted tomb, together with another burial featuring a particularly rich range of grave goods. The painted chamber tomb has a double-sloping roof, consisting of three slabs of tuff on each side, a slab for the northern head, while to the south the head coincides with the lintel and appears to cover an entrance consisting of a slab and two side doors. The chamber, made of slabs of tuff, has a slightly projecting frame that preserves traces of pictorial decoration: three small white, red and black stripes, with a red stripe at the bottom. The tympanum of the northern wall preserves a palmette with lanceolate 37
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THE SHIPS OF di Andrea Camilli e Samantha Castelli
PISA
S
ono passati 20 anni da quando nella periferia di Pisa, in un cantiere delle Ferrovie dello Stato, fu scoperto uno dei più ricchi e complessi giacimenti archeologici del secolo. Lungo un alveo fluviale ormai scomparso, si sovrapponevano oltre 30 relitti di imbarcazioni antiche, travolte da varie alluvioni in circa mille anni di storia (dal III sec. a.C. al VII sec. d.C.), oltre a migliaia di reperti in straordinario stato di conservazione. Laboriosi scavi e complessi restauri hanno finalmente trovato conclusione nella nuova esposizione Le Navi Antiche di Pisa, inaugurata al pubblico lo scorso 16 giugno presso gli Arsenali Medicei. Quasi cinquemila m2 e otto sale tematiche per narrare la storia di Pisa dalla fase etrusca e romana all’arrivo dei Longobardi. Il focus è dedicato al rapporto della città con l’acqua e alle catastrofiche alluvioni. Due campate degli arsenali sono occupate dall’esposizione integrale delle navi, in particolare l’Alkedo, imbarcazione a remi da diporto di età augustea, per poi approfondire con le sezioni dedicate alle tecniche di navigazione, alla vita di bordo, dall’abbigliamento ai bagagli fino alle abitudini alimentari, ai culti e alle superstizioni. navidipisa.it
© Carlo Gira
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Nave I: traghetto fluviale III sec. d.C./Ship I: a river ferry 3rd century AD
PISA 14 FRECCE AL GIORNO/A DAY 38
years have passed since one of the richest and most complex archaeological sites of the century was discovered on the outskirts of Pisa, in a Ferrovie dello Stato building site. More than 30 wrecks of ancient boats lay along the bed of a river that has now disappeared, overwhelmed by various floods over about a thousand years of history (from the 3rd century BC to the 7th century AD), as well as thousands of finds in an extraordinary state of preservation. Laborious excavations and complex restorations have finally been completed and will be presented in the new exhibition Le Navi Antiche di Pisa (The Ancient Ships of Pisa), which opened to the public on 16 June at the Arsenali Medicei. Almost five thousand square meters and eight themed rooms are dedicated to narrating the history of Pisa from the Etruscans and Romans to the arrival of the Lombards. The focus is on the city's relationship with water and the catastrophic floods. Two bays of the arsenal are occupied by the complete set of ships, in particular the Alkedo, a pleasure boat of the Augustan age, before continuing on to sections dedicated to navigation techniques and life on board, from clothing to luggage up to eating habits, religion and superstitions.
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Basilica e Tempio di Nettuno, Paestum (SA)/Basilica and Temple of Neptune, Paestum (Salerno)
PAESTUM, TRAVEL AND EMOTIONS TORNA OGNI ANNO L’APPUNTAMENTO CON LA BORSA MEDITERRANEA DEL TURISMO ARCHEOLOGICO. INCONTRI, VISITE E TESTIMONIANZE DAL MONDO DEL PASSATO di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
I
l momento più toccante è il ricordo di Sebastiano Tusa, archeologo siciliano, figlio di quel Sud che ha iniziato a scrivere la storia millenni di anni fa e che lui stesso ha contribuito a ricostruire. È, infatti, uno dei premiati con il Paestum Award "Mario Napoli" - consegnato postumo alla moglie - l’archeologo innamorato della sua isola e attento alla valorizzazione del Mare Nostrum, morto a giugno scorso in un tragico incidente aereo in Etiopia. La cerimonia avviene nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che ritorna a Paestum (SA) dal 14 al 17 novembre. Il messaggio più forte della manifestazione è che la cultura è una missione, perché questa è stata il primo elemento fondante dell’Europa. Sul tema degli itinerari nel Vecchio Continente si anima, a questo proposito, il dibattito con Gabriella Battaini-Dragoni, vice segretario generale del Consiglio d’Europa, venerdì 15. Nei quattro giorni della Borsa gli appuntamenti sono molteplici, tra decine di conferenze, visite, workshop e un salone con 100 espositori, di cui 25 Paesi esteri. Grandi
protagonisti si alternano per raccontare le proprie avventure professionali. Tra questi Massimo Osanna, direttore generale a Pompei, a cui si devono continui ritrovamenti eccezionali; Lorenzo Nigro, esperto di Vicino Oriente che presenta il suo primo archeo-romanzo, Gerico. La rivoluzione della preistoria (Il Vomere, pp. 192 € 15), e Roberto Riccardi, a capo del Comando tutela patrimonio culturale, istituzione che nel 2019 celebra 50 anni. Per immergersi nel passato, ma anche nel verde, si consigliano le visite ai Parchi Unesco di Paestum ed Elea Velia e alla Certosa
di Padula, con ingresso gratuito per i titolari CartaFRECCIA. Consigliato l’arrivo a Paestum in treno, non solo perchè è il mezzo che rispetta di più l’ambiente, ma anche perché chi sceglie Frecce o Intercity per recarsi alla manifestazione può usufruire del 30% di sconto. Infine, divertimento e ritorno all’infanzia sono garantiti dai treni storici composti da carrozze Centoporte degli anni ’30, con tour organizzati dal 14 al 16 novembre da Fondazione FS Italiane. Tutti pronti per il fischio di partenza al binario della storia. bmta.it
ARCHEO EXHIBITION Firenze, Roma e Pompei, non a caso, sono le città prescelte per molte mostre dedicate al passato che rivive. Nel capoluogo toscano un’originale rassegna, Le calzature dal mondo classico al contemporaneo, è a Palazzo Pitti dal 16 dicembre al 19 aprile 2020. Agli Uffizi, invece, si presta a interessanti paralleli stilistici Il mito ritrovato. I Niobidi dagli Horti Lamiani e dalla villa di Valerio Messalla Corvino a confronto. Nella Caput Mundi focus su Carthago. Il mito immortale, titolo della mostra allestita all’interno del Colosseo fino al 29 marzo 2020. Il singolare Museo Barracco propone Il leone e la montagna, scavi italiani in Sudan, da visitare entro il 19 gennaio, mentre alle Scuderie del Quirinale c’è tempo fino all’Epifania per vedere Pompei e Santorini, l’eternità in un giorno, esposizione su due luoghi accumunati da una catastrofe naturale distruttiva. Infine, nella città ai piedi del Vesuvio fino al 22 marzo, Pompei e i misteri dell’eterna bellezza di Nello Petrucci, a cura di Alessandro Cecchi Paone e Marcello Francolini, celebra gli anonimi artisti della pittura pompeiana. 41
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EVERY YEAR THE APPOINTMENT WITH THE MEDITERRANEAN EXCHANGE OF ARCHAEOLOGICAL TOURISM RETURNS, WITH MEETINGS, VISITS AND FINDS FROM THE WORLD OF THE PAST
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he most touching moment is the memory of Sebastiano Tusa, a Sicilian archaeologist, born in the same South that began to write history thousands of years ago and that he himself helped to rebuild. He is, in fact, one of the winners of the Paestum Award Mario Napoli — given posthumously to his wife — an archaeologist in love with his island and committed to enhancing the value of the Mare Nostrum, who died last June in a tragic plane crash in Ethiopia. Everything happens in the context of the Mediterranean Exchange of Archaeological Tourism, which will be returning to Paestum (Salerno) from 14
to 17 November. The strongest message of the event is that culture is a mission, as the foundation of Europe. On Friday 15, Gabriella Battaini-Dragoni, deputy secretary general of the Council of Europe, will be debating the theme of itineraries in the Old Continent. Numerous events are planned during the four days of the Exchange, including dozens of conferences, visits, workshops and a hall with 100 international exhibitors. Prominent figures will take turns to tell about their professional adventures, including: Massimo Osanna, general director at Pompeii, to whom we owe continuous exceptional discoveries; Lorenzo Nigro,
an expert in the Near East who will be presenting his first archaeo-novel, Gericho. La rivoluzione della preistoria (Il Vomere, pp. 192 € 15), and Roberto Riccardi, head of the Command for the Protection of Cultural Heritage, an institution that celebrates its 50th anniversary in 2019. If you'd like to surround yourself in nature, as well as the past, take a trip to the UNESCO sites of Paestum and Elea Velia and the Carthusian monastery of Padula, with free admission for CartaFRECCIA members. We recommend getting to Paestum by train (the most environmentally friendly means of transport), and take advantage of the special 30% discount for event visitors who choose to travel on the Frecce and Intercity. Lastly, the historical Centoporte carriage trains from the 1930s guarantee fun and a trip down memory lane, with tours organised by the FS Foundation from 14 to 16 November. Everyone aboard for the starting whistle on the railtrack of history.
Teatro Antico di Taormina (ME)/Ancient Theatre of Taormina (Messina)
ARCHEO EXHIBITION It is no coincidence that Florence, Rome and Pompeii are the cities chosen for many exhibitions dedicated to reviving the past. In the Tuscan capital an original exhibition, At the Feet of the Gods. Footwear from Classical times to the modern era, will be held at Palazzo Pitti from 16 December to 19 April 2020. The Uffizi, on the other hand, will be open to interesting stylistic parallels Il mito ritrovato. I Niobidi dagli Horti Lamiani e dalla villa di Valerio Messalla Corvino a confronto (Rediscovering the myth. A comparison of the Niobids from the Horti Lamiani and the villa of Valerio Messalla Corvino). In Rome, the focus will be on Carthago. The immortal myth, title of the exhibition held in the Colosseum until 29 March. The singular Barracco Museum proposes Il leone e la montagna, scavi italiani in Sudan (The lion and the mountain, Italian excavations in Sudan), on until 19 January, while at the Scuderie del Quirinale you have until the Epiphany to see Pompei e Santorini, l'eternità in un giorno (Pompeii and Santorini, eternity in a day), two places with a destructive natural catastrophe in common. Finally, in Naples until 22 March, Pompei e i misteri dell'eterna bellezza (Pompeii and the mysteries of eternal beauty) by Nello Petrucci, curated by Alessandro Cecchi Paone and Marcello Francolini, celebrates the anonymous artists of Pompeian painting. 42
Nel 2035 le macchine comprenderanno il nostro comportamento. Nuovi professionisti comprenderanno il loro. IULM, IMPARARE IL FUTURO.
O P E N D AY Triennali e Magistrali 16 novembre iulm.it/openday
Il futuro si apre a chi impara a gestire il cambiamento. IULM è l’Università del sapere dinamico, dell’evoluzione delle conoscenze. Vieni a scoprire il mondo dove sarai domani. 43
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GIANNI BERENGO GARDIN'S ROME di Giuliano Sergio
Photo Gianni Berengo Gardin, Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia Milano
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i sa, tutte le strade portano a Roma, ma non le conosciamo tutte allo stesso modo. Dove si trova l’Appia Antica, la Regina Viarum, la più bella e monumentale del mondo romano? Tra i tanti paradossi dell’epoca contemporanea l’oblio è il più frequente. Google map si confonde, mancano centri commerciali nei dintorni, chi passa quotidianamente scivola verso i Castelli senza troppo far caso a quello straordinario cono di verde che dal centro di Roma si allarga attorno all’Appia Antica passando per le Catacombe di San Callisto, la Villa di Massenzio e il Mausoleo di Cecilia Metella, fino alla Villa dei Quintili e oltre. Un territorio vastissimo e monumentale dove ancora pascolano le greggi, dove appena si lasciano le vie carrabili ci si inoltra in un patrimonio unico al mondo, immerso in scorci di campagna risparmiati dalla città. Il Parco Archeologico dell’Appia Antica oggi è un paradiso frequentato più dai turisti che dai romani, per questo la Soprintendenza Speciale di Roma ha invitato Gianni Berengo Gardin, maestro della fotografia del dopoguerra, al Casale di Santa Maria Nova. Il nuovo spazio espositivo della Villa dei Quintili ospita, fino al 12 gennaio 2020, la prima mostra del fotografo veneziano dedicata alla Città Eterna. Per Berengo Gardin la Capitale è un luogo dell’infanzia, dove ha vissuto ancora bimbo tra la dichiarazione di guerra di Mussolini e l’arrivo degli americani, sperimentando la straordinaria umanità dei suoi abitanti. Con questo legame ha cercato nel suo archivio la memoria della città, selezionando 75 immagini – di cui molte inedite – che mostrano uno spaccato della società romana dagli anni ’50 ai giorni nostri.
Roma, via Appia Antica/Rome, The Appian Way (1973)
Il suo sguardo rivela il rapporto della città con gli uomini che la abitano. Una narrazione letteraria, capace di svelare equilibri e contraddizioni della società, di portare il pubblico a osservare e osservarsi senza fornire un’interpretazione: volti e gesti si ripetono a distanza di anni o stranamente si trasformano, come le tradizioni, come i costumi, come le antiche buo-
ne maniere di cui si sente la mancanza, di cui si capisce l’obsolescenza. La Roma di Gianni Berengo Gardin offre un’occasione straordinaria e duplice: scoprire uno dei luoghi più suggestivi della Capitale e ritrovare la memoria della città contemporanea attraverso il racconto di un grande narratore del nostro tempo. electa.it/mostre
PASSATO E FUTURO IN MOSTRA Arte contemporanea e archeologia si incontrano in occasione di due appuntamenti. Il delizioso Palazzo Altemps, una delle sedi del Museo Nazionale Romano, accoglie nella Capitale una monografica su Medardo Rosso, artista di respiro internazionale. In un contesto spettacolare e di straordinaria potenzialità narrativa, fino al 1° marzo 2020 si può godere di una selezione diversificata e ampia di opere. Visitabile fino al 13 gennaio la mostra Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori alla Fondazione Prada di Milano, su un progetto di Wes Anderson e Juman Malouf. Tra più di 500 oggetti provenienti da Vienna, due dell’Antico Egitto: il reperto più lontano nel tempo è un bracciale di perle in faience e il più curioso una scatola di legno con la mummia di un toporagno del IV secolo a.C. Proprio questo roditore, in tedesco Spitzmaus, ha ispirato il titolo di un’esposizione che riflette sull’arte di collezionare. F.V. 45
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e know that all roads lead to Rome, but we don't know all of them as well as the others. Where is the Appian Way, the Queen of Roads, the most beautiful and monumental in the Roman world? Of the many paradoxes of modern life, oblivion is the most frequent. Google maps is confused - there are no shopping malls in the area, those who pass by daily carry on towards the Castelli without paying much attention to the extraordinary cone of green that extends from the centre of Rome around the Appian Way, passing through the Catacombs of San Callisto, the Villa of Maxentius and the Mausoleum of Cecilia Metella, up to the Villa dei Quintili and beyond. A vast and monumental territory where the flocks still graze, and where as soon as you leave the roads you can plunge into a unique heritage in the world, surrounded by views of the countryside saved from the city. The Appian Way Archaeological Park is now a paradise frequented more by tourists than by the Romans, which is why the Special Superintendence of Rome invited Gianni Berengo Gardin, master of post-war photography, to the Casale di Santa Maria Nova. Until 12 January 2020, the new exhibition space of the Villa dei Quintili will be hosting the first exhibition by the Venetian photographer dedicated to the Eternal City. For Berengo Gardin the Capital is a place of childhood, where he was still a child when he lived through Mussolini's declaration of war and the arrival of the Americans, experiencing the extraordinary humanity of its inhabitants. With this bond, he searched his archive for the memory of the city, selecting 75 images - many of which are unpublished - that show a cross-section of Roman society from the 1950s to the present day.
His view reveals the relationship between the city and the people who live there, creating a literary narrative capable of revealing the balance and contradictions of society, of prompting visitors to observe themselves and others without looking for an interpretation. Faces and gestures are repeated years later or strangely transformed, like traditions, or customs; like the old fashioned good manners that we
miss, but which we understand to be obsolete. Gianni Berengo Gardin's Rome offers an extraordinary and double opportunity: to discover one of the most evocative places in the Capital, and to bring back memory of the contemporary city by a great narrator of our time.
ROMA 206 FRECCE AL GIORNO/A DAY
Roma (1985)
PAST AND FUTURE Contemporary art and archaeology meet for two events: the delightful Palazzo Altemps, one of the sites of the National Roman Museum, will be hosting a monograph on Medardo Rosso, an internationally renowned artist. In a spectacular setting of extraordinary narrative potential, until 1 March 2020 you can enjoy a diverse and broad selection of works. Then there is the highly original Spitzmaus Mummy in a CoďŹƒn and Other Treasures exhibition at the Fondazione Prada in Milan, based on a project by Wes Anderson and Juman Malouf, open until 13 January. Among more than 500 objects from Vienna, there are two from Ancient Egypt: the oldest find is a bracelet of pearls in faience, and the most curious is a wooden box containing a mummified shrew from the 4th century BC. This rodent, known as a Spitzmaus in German, inspired the title of an exhibition that reflects on the art of collecting. 46
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IN THE LANDS OF ETRURIA A BOLOGNA UNA MOSTRA D’ECCEZIONE PROPONE UN VIAGGIO TRA I RASNA, IL NOME CHE GLI ETRUSCHI DAVANO A SE STESSI. MIGLIAIA DI OGGETTI E OPERE D’ARTE DA DECINE DI PRESTIGIOSI MUSEI di Paola Giovetti [Responsabile/Head of Museo Civico Archeologico | Istituzione Bologna Musei]
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quasi 20 anni dalle grandi mostre sugli Etruschi di Bologna e Venezia, il Museo Civico Archeologico di Bologna realizza un ambizioso progetto espositivo dedicato all’antica civiltà, con oltre 1.400 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna, dal 7 dicembre al 24 maggio 2020, è una mostra promossa e progettata da Museo Civico ArcheologicoIstituzione Bologna Musei, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia dell’Università di Bologna, e realizzata da Electa. Un affascinante viaggio nelle terre dei Rasna – nome con cui gli Etruschi chiamavano se stessi – tra archeologia e paesaggi metterà in risalto novità di scavo e di ricerca sulla storia di uno dei più importanti popoli dell’Italia antica. Scopriremo che non esiste una sola Etruria, ma molteplici territori che hanno dato esiti di insediamento, urbanizzazione, gestione e modello economico differenti nello spazio e nel tempo, sotto l’egida di una sola cultura, quella etrusca. Quale migliore metafora di quella del viaggio, per spaziare in un vasto territorio compreso tra le nebbiose pianure del Po fino all’aspro Vesuvio, attraverso paesaggi appenninici e marini, lungo strade e corsi fluviali? Nella prima parte della mostra, un allestimento moderno e sapiente pone in risalto Il tempo dei Rasna, cioè le fasi principali in cui scandire la loro lunga storia, dal IX al II secolo a.C. Poi il viaggio si dipana nella successiva e più consistente sezione Le terre dei Rasna: paesaggi sempre diversi incorniciano la nascita delle principali realtà etrusche, foriere di affascinanti temi e di novità di scavo e di studio. Percorreremo l’Etruria Meridionale, con i suoi pianori tufacei, le fertili pianure e le dolci coste, quella di Veio, Tarquinia, Cerveteri, Pyrgi e Vulci; giungeremo a una terra complessa e ricchissima come l’Etruria Campana, dove i popoli si incontrano e le culture 48
Sconti Trenitalia
Testa di giovinetto, provenienza sconosciuta (330 a.C. circa) Firenze, Museo Archeologico Nazionale, Polo Museale della Toscana Head of a young man, provenance unknown (330 BC approx.) Florence, National Archaeological Museum, Museums of Tuscany
si mescolano. Il viaggio porterà poi all’Etruria Interna, quella attraversata dal Tevere. Ed è dalla città di Volsinii, come gli Etruschi chiamavano Orvieto, che arriva in mostra una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni: il Fanum Voltumnae, santuario federale di tutti gli Etruschi. Il mare, i fiumi, le vie interne caratterizzano il viaggio attraverso l’Etruria settentrionale, che vede tra i protagonisti Populonia e Vetulonia, prima di risalire dalla costa tirrenica fino alla dorsale appenninica, per giungere all’Etruria Padana. È un ampio territorio che a
partire dall’appenninica Verucchio, terra dei signori dell’ambra, e dalla “nuova città” di Marzabotto giunge fino al Mare Adriatico e alle realtà della pianura occidentale, passando per Felsina, la Bologna etrusca che le fonti antiche chiamano Princeps Etruriae, per sottolinearne l’importanza e la nascita antichissima. Un viaggio denso ed emozionante che, attraverso paesaggi sempre diversi, porta alla scoperta del nostro passato.
BOLOGNA 165 FRECCE AL GIORNO/A DAY
IN BOLOGNA, AN EXCEPTIONAL EXHIBITION PRESENTS A JOURNEY AMONG THE RASNA, THE NAME THAT THE ETRUSCANS GAVE THEMSELVES. THOUSANDS OF OBJECTS AND WORKS OF ART FROM DOZENS OF PRESTIGIOUS MUSEUMS ARE ON DISPLAY
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lmost 20 years after the great Etruscan exhibitions in Bologna and Venice, the Civic Archaeological Museum of Bologna has created an ambitious exhibition project dedicated to the ancient civilization, with over 1,400 objects from 60 museums and Italian and international bodies. Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna (Etruscans. A journey through the lands of the
Perugia, Elce Tomba 1 in corso di scavo (II-I sec. a.C.) Tomb 1 under excavation (2nd to 1 st century BC)
Rasna), open from 7 December to 24 May 2020, is an exhibition promoted and designed by the Bologna Museums Institution – Civic Archaeological Museum, in collaboration with the Chair of Etruscology at the University of Bologna, and realised by Electa. The event presents a fascinating journey through the lands of the Rasna – the name by which the Etruscans called themselves – among archaeology and landscapes, and will highlight new finds and research on the history of one of the most important peoples of ancient Italy. We will discover that there is not just one Etruria, but multiple territories that have shown signs of different settlements, urbanization, management and economic models all under the auspices of a single Etruscan culture. What better metaphor could there be than a journey, sweeping through a vast territory stretching from the foggy plains of the Po as far as the arid Vesuvius, among Apennine and marine landscapes, along roads and river courses? In the first part of the exhibition, a modern and skilful setting explores The time of the Rasna – the key periods of their long history, from the 9th to the 2nd century BC. The journey then moves onto the next, larger section entitled The lands of the Rasna, in which changing landscapes shape the foundation of the main Etruscan
settlements,
offering
fascinating
themes and new excavations and studies. We will travel through Southern Etruria, with its tufo plateaus, fertile plains and gentle coasts, home to Veio, Tarquinia, Cerveteri Pyrgi and Vulci; we will travel as far as the complex and rich land of Campanian Etruria, where peoples and cultures mix. The journey then leads to Inner Etruria, the one through which the Tiber flows. One of the most important archaeological discoveries of recent years, the Fanum Voltumnae, the federal sanctuary of all the Etruscans, is on display from the city of Volsinii, as the Etruscans called Orvieto. The journey through Northern Etruria is characterised by the sea, the rivers and the inland roads, with the settlements of Populonia and Vetulonia as protagonists, before heading up the Tyrrhenian coast to the Apennine ridge to reach Padanian Etruria. This is a vast territory that, starting from the Apennines of Verucchio, land of the lords of amber, and from the "new city" of Marzabotto, reaches the Adriatic Sea and the towns of the western plain, passing through Felsina, the Etruscan Bologna that ancient sources call Princeps Etruriae, to emphasise its importance and ancient origins. A rich and exciting journey that, through ever-changing landscapes, leads to the discovery of our past.
Vaso situliforme in terracotta, Chianciano Terme, necropoli di Tolle, Tomba 704 Chianciano Terme, Museo Civico Archeologico delle Acque, Soprintendenza ArcheologiaBelle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo Terracotta situliform vase, Chianciano Terme, necropolis of Tolle, tomb 704 Archaeological Museum of Chianciano Terme, Archaeological, Fine Arts and Landscape Superintendence for the provinces of Siena, Grosseto and Arezzo. 49
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Cattedrale di Cremona dedicata a Santa Maria Assunta e Torrazzo, torre campanaria della cattedrale e simbolo della cittĂ Cremona Cathedral dedicated to Santa Maria Assunta and Torrazzo, the cathedral's bell tower and symbol of the city 50
CREMONA WORLD CAPITAL OF MUSIC
DALLA PIÙ GRANDE KERMESSE DELLA CLASSICA (E NON SOLO) ALLE MOSTRE DI STRUMENTI DA DECINE DI MILIONI DI EURO, FINO AL MUSEO DEL VIOLINO, CREMONA CONFERMA IL SUO RUOLO DI PRIMO PIANO SULLA SCENA MUSICALE INTERNAZIONALE di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ilmondodiabha.it
ValuLoSurdo
ilmondodiabha
© Giovanni Tagini
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e ami la musica, Cremona è una meta che ti stupirà. La capitale mondiale del violino, che diede i natali ai più grandi liutai della storia, come Antonio Stradivari, Andrea Guarneri, Nicola Amati, Francesco Ruggieri, è uno scrigno di tesori da record. È qui che Stradivari costruì il violino più pregiato al mondo, 350 grammi per un valore attuale che si aggira intorno ai 25 milioni di euro, ed è qui che trovano spazio 170 botteghe liutaie, figlie di una tradizione che non ha eguali e della prestigiosa Scuola Internazionale di Liuteria. Ma Cremona è città della musica che sorprende per molte altre ragioni: vi nacque Claudio Monteverdi, il creatore della prima opera lirica nel 1607, è sede della più importante facoltà di Musicologia italiana e, sempre qui, dal 1986 si tengono i corsi per strumenti ad arco dell’Accademia Walter Stauffer, diretta dal leggendario violinista Salvatore Accardo. Per tutte queste ragioni a Cremona va il primato di città più musicale d’Italia, sede ideale del Cremona Musica International Exhibitions and Festival, la maggiore fiera del settore a livello internazionale. L’ultima edizione si è svolta a settembre scorso, portando nei padiglioni di CremonaFiere oltre 300 espositori provenienti per il 64% dall’estero, per un totale di oltre 40 Paesi e – nel weekend più intensamente musicale del mondo – 178 eventi e 358 artisti. «Cremona è la capitale mondiale dei violini tutto l’anno, ma per tre giorni diventa la capitale di tutti gli strumenti musicali», ha commentato il presidente di CremonaFiere, Roberto Zanchi. Ma quali sono le ragioni storiche e culturali che hanno permesso alla città lombarda di rappresentare da 500 anni una meta ambita da musicisti e operatori del settore di tutto il mondo? Lo abbiamo chiesto a Virginia Villa, direttore generale del Museo del Violino, e a Fausto Cacciatori, conservatore delle collezioni. «La fioritura della liuteria è figlia del Rinascimento», specifica Cacciatori. «Nel ’500, Cremona era la seconda città del Ducato di Milano per portata economico-culturale e per popolazione. Caratteristiche che ne fecero il terreno ideale per lo sviluppo delle arti: basti pensare alla scuola manierista degli straordinari componenti della famiglia Campi, o alle scoperte scientifiche di Janello Torriani, orologiaio e inventore considerato il genio degli
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© credito
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automi. Anche nel settore dell’artigianato la città recitava un ruolo importante, soprattutto per la lavorazione del legno, e la musica si avvaleva di personaggi come Marc’Antonio Ingegneri, maestro di Claudio Monteverdi». Prosegue la Villa: «Era il contesto ideale per lo sviluppo della liuteria, che combinava l’interesse per le invenzioni, la tradizione della scultura lignea e l’attitudine alla musica. Tutto congiurò favorevolmente per l’affermazione di Andrea Amati, il primo grande liutaio di un’eccezionale famiglia di artigiani, che in questa visione sincretica dell’ingegno umano fece addirittura dipingere gli strumenti dai migliori pittori cremonesi, apponendo i segni del potere della corte di Francia. La committenza rispondeva infatti al nome di Caterina de’ Medici, la madre di Carlo IX, un’italiana alla corte di Francia che traghettò un significativo simbolo italiano – un brand, come diremmo oggi – oltralpe. Già allora, infatti, questi strumenti erano considerati i migliori, perché fossero imbracciati dall’intero corpo di musicisti del sovrano: les violons du Roi». Dopo gli Amati, capostipiti della liuteria, vennero i Guarneri, i Ruggieri, gli Stradivari, i Bergonzi: furono queste le famiglie che dominarono il settore fino al 1770, e in particolare divenne di culto la figura di Antonio Stradivari, che nel corso di una lunghissima vita riuscì a ultimare la lavorazione di ben 1.100 strumenti: tanti violini, alcune decine di violoncelli, una manciata di viole e persino qualche chitarra, mandolino e arpa», ricorda la Villa, «ma numerosi sono sparsi per il mondo». Fu anche per restituire una casa ai capolavori della liuteria cremonese che nel 2013 è nato il Museo del Violino, «con l’idea di riportare differenti collezioni in città, creando un percorso interattivo guidato (in tutte le principali lingue, cinese e giapponese comprese), alla scoperta dell’alchimia tra acero e abete rosso, i legni più utilizzati nelle nostre botteghe. Lo spazio espositivo è costituito da uno scrigno di tesori permanenti e da un’area dedicata ai Friends of Stradivari, per i cremonesi sparsi nel mondo». Così è giunta al Museo una collezione che proviene dal South
© Mino Boiocchi
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Auditorium Giovanni Arvedi
Dakota per il progetto Reunion: «Abbiamo ricevuto la visita di 22 mecenati americani del National Music Museum di Vermillion, che hanno prestato alla città di Cremona otto strumenti: un’esposizione che rimarrà aperta al pubblico fino al 18 ottobre 2020, comprendendo anche la doppia rarità di un mandolino e un archetto stradivariani». Un altro aspetto centrale del Museo è costituito dallo spettacolare Auditorium Giovanni Arvedi: 460 posti con palcoscenico centrale, racchiusi in una sorta di enorme cassa armonica dalle linee sinuose e senza angoli, per donare agli spettatori un’esperienza di ascol-
to immersiva. L’appuntamento con la musica è garantito da un fitto calendario di concerti e audizioni. «Per dare la possibilità a tutti di ascoltare il suono degli Stradivari, abbiamo creato le audizioni: brevi concerti, a mezzogiorno, in cui si esibiscono molti dei migliori musicisti attivi in città», conclude Virginia Villa. Musica da ascoltare come il suono dei diamanti, se pensiamo che valgono 25 milioni di euro i circa 350 grammi del Messiah, lo Stradivari del 1716 conservato a Oxford e considerato il più perfetto degli strumenti giunti ai nostri giorni, tanto pregiato da non poter essere suonato da nessuno.
Ancora più impressionante la quotazione della viola Stradivari Macdonald del 1719, valutata 30 milioni di euro a un’asta londinese dello scorso anno. Eppure, al Museo del Violino, c’è spazio anche per il violino che non ti aspetti: «I concerti per le famiglie si concludono con un’esecuzione dav-
vero speciale», commenta Fausto Cacciatori. «Il protagonista è un violino giunto da Cateura, baraccopoli alle porte di Asunciòn, in Paraguay». Ai margini della società, la musica ha fatto rinascere un’intera generazione grazie alla Landfill Harmonic Orchestra, un progetto noto anche come
Recycled Orchestra e vincitore di innumerevoli riconoscimenti in tutto il mondo. Gli strumenti dell’orchestra filarmonica della discarica sono tutti costruiti con materiale riciclato: latte, bidoni, pezzi di legno. Perché la creatività ha un valore che non ha prezzo.
© Roberto Domenichini
Museo del Violino
FROM THE BIGGEST FESTIVAL OF CLASSICAL MUSIC (AND NOT ONLY) TO EXHIBITIONS OF INSTRUMENTS WORTH TENS OF MILLIONS OF EUROS, THROUGH TO THE VIOLIN MUSEUM, CREMONA PROVES ITS LEADING ROLE ON THE INTERNATIONAL MUSIC SCENE
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f you love music, you will be amazed by Cremona. The world capital of the violin, which was the birthplace of the greatest violin makers in history, such as Antonio Stradivari, Andrea Guarneri, Nicola Amati, and Francesco Ruggieri, is a genuine treasure chest. It is here that Stradivari built the most precious violin in the world, weighing 350 grams with a current value of around 25 million euros, in the city where there are 170 violinmakers' workshops carrying on an unparalleled tradition, as well as the prestigious International Violin Making School. But Cremona also has many other
claims as a city of music: Claudio Monteverdi, the creator of the first opera in 1607, was born here; it is home to the most important faculty of Italian Musicology and, since 1986, courses for stringed instruments have been held at the Walter Stauffer Academy, directed by the legendary violinist Salvatore Accardo. For all these reasons Cremona is the most musical city in Italy, and the ideal venue for the Cremona Musica International Exhibition and Festival, the largest international trade fair in the sector. The last edition was held in September, bringing more than 300 exhibitors to the pavilions of CremonaFiere, 64%
from abroad, representing more than 40 countries and - during the most jam-packed musical weekend in the world - 178 events and 358 artists. "Cremona is the world violin capital all year round, but for three days a year it becomes the capital of all musical instruments," commented the president of CremonaFiere, Roberto Zanchi. So what about its history and culture made this Lombard city come to be a destination for musicians and professionals from all over the world for 500 years? We asked Virginia Villa, general manager, and Fausto Cacciatori, curator of the collections 53
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© Cristian Chiodelli
Museo del Violino
of the Violin Museum. "Violin making began to flourish in the Renaissance," says Cacciatori. "In the 16th century, Cremona was the second largest city in the Duchy of Milan in terms of economic and cultural importance and population. This made it the ideal place for the arts to develop: just think of the Mannerist school of the extraordinary members of the Campi family, or the scientific discoveries of Janello Torriani, watchmaker and inventor considered the genius of automatons. The city also played an important role in the craft sector, especially woodworking, and musicians included Marc'Antonio Ingegneri, Claudio Monteverdi's teacher." Ms Villa continues: "This was an ideal environment for the development of violin making, combining an interest in inventions, the tradition of carving wood and an aptitude for music. These factors conspired to pave the way for the success of Andrea Amati, the first great violinmaker in an exceptional family of craftsmen; he even had the instruments painted by the best Cremonese painters, in this collaborative vision of human ingenuity, adding the symbols of the power of the French court. In fact, the client was Catherine de' Medici, the mother of Charles IX, an Italian at the court of France who brought a significant Italian symbol - a brand, as we would say today - across the Alps. Even then, these instruments were considered the best, because they were used by all the king's musicians: les violons du Roi." 54
After the Amati family, the founders of violin making, came the Guarneri, the Ruggieri, the Stradivari, and the Bergonzi: these families dominated the sector until 1770, and Antonio Stradivari in particular became a cult figure, producing 1,100 instruments over the course of his very long life: numerous violins, dozens of cellos, a handful of violas, and even a few guitars, mandolins, and harps, but many are now scattered throughout the world." The Violin Museum was founded in 2013 to give a home back to the masterpieces of Cremonese violinmaking, "with the idea of bringing back different collections to the city, creating an interactive guided tour (in all the main languages, including Chinese and Japanese), to discover the alchemy between maple and spruce, the woods most commonly used in our workshops. The exhibition space consists of a permanent collection of treasures and an area dedicated to the Friends of Stradivari, for Cremonese people all over the world.” For the Reunion project, a collection came to the Museum from South Dakota: "We received a visit from 22 American patrons from the National Music Museum in Vermillion, who lent the city of Cremona eight instruments: this exhibition will remain open to the public until 18 October 2020, including the double rarity of a Stradivarius mandolin and bow." Another key aspect of the Museum is the spectacular Giovanni Arvedi Auditorium: 460 seats with a central stage, enclosed in a sort
of huge sound box with sinuous lines and no corners, to give the audience an engaging listening experience. A full programme of music concerts and performances is scheduled. "To give everyone the chance to listen to the sound of the Stradivarius instruments, we created a series of short performances at noon, featuring many of the best musicians working in the city," concludes Virginia Villa. Music that is the equivalent of audible diamonds, if you think that the Messiah, the Stradivarius of 1716 preserved in Oxford, weighing roughly 350 grams and considered the most perfectly preserved instrument still in use, is worth 25 million euros. It is so valuable that they cannot be played by anyone. Even more impressive is the quotation of the 1719 Macdonald Stradivarius viola, valued at 30 million euros at a London auction last year. And yet, the Violin Museum also has room for a violin you wouldn't expect: "The family concerts end with a very special performance," comments Fausto Cacciatori. "The protagonist is a violin from Cateura, a shantytown on the outskirts of Asunción, Paraguay.” On the fringes of society, music has brought an entire generation back to life thanks to the Landfill Harmonic Orchestra, a project also known as the Recycled Orchestra and winner of countless awards around the world. The instruments of the Landfill Harmonic Orchestra are all made of recycled material: milk, bins, pieces of wood. Because creativity is priceless.
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NOVEMBER TASTE IL RE DELL’AUTUNNO, MISTER TARTUFO, SE LA GIOCA CON L’OLIO, IL CIOCCOLATO E IL TORRONE. PER LA GIOIA DEL PALATO di Filippo Teramo - a cura di vdgmagazine.it
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© Luca Manieri/AdobeStock
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arrivata la stagione del tartufo, una questione di naso ma soprattutto di penetrante e persistente profumo. L’inizio dell’autunno, in alcune regioni come il Piemonte e la Lombardia orientale, in una parte del Centro Italia e perfino in alcuni territori meridionali, richiama estimatori e buongustai che si avventurano per la conquista di questo particolare frutto della terra. La raccolta è quasi una caccia al tesoro, praticata con cani addestrati
allo scopo e secondo precise regole da rispettare all’interno delle tartufaie. Appassionati e ricercatori professionisti si sfidano nella ricerca del tubero più desiderato e apprezzato, che deve la sua popolarità all’intenso profumo. Per la stagione in corso c’è ottimismo per la qualità ma anche per la quantità del prezioso oro dei boschi, grazie alle condizioni meteo che hanno caratterizzato le prime settimane autunnali. Il tartufo bianco è la punta di diamante tra le varie specie del pregiato fungo, per il quale il mercato e i grandi chef spesso sono disposti a pagare cifre davvero importanti. Mentre il tartufo nero è il più comune e diffuso in tutta la Penisola. Utilizzato con parsimonia, in piccole porzioni o in scaglie, per insaporire piatti, sughi o condire risotti, capita anche di trovarlo in polvere e in preparazioni pronte come burro, salse e creme. In Italia le zone di produzione sono solo in alcune regioni e in particolari borghi, dove vengono allestiti stand di eccellenze enogastronomiche locali: dal tartufo al vino, dall’olio ai salumi, fino al cioccolato e alle grappe. Tra le colline piemontesi di Langhe, Roero e Monferrato, ogni sabato e domenica di novembre c’è l’attesa Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Da non perdere l’Alba Truffle Show, con i cooking show dei grandi chef e le analisi sensoriali del tartufo, e le Wine Tasting Experience per veri e propri matrimoni del gusto. In Toscana, a San Miniato, il mese di novembre si apre invece con il Tartufo al Pinocchio e nei tre fine settimana successivi va in scena la 50esima Mostra Mercato Nazionale, in un territorio che vanta la più alta qualità a livello regionale oltre ai record di tartufi di maggiori dimensioni. Continuando la ricerca si arriva a Calestano, sulle colline parmensi: qui, fino al 17 novembre, la Fiera Nazionale del Tartufo Nero di Fragno anima le strade e le piazze del borgo con incontri e degustazioni, gare di cani da tartufo e visite alle tartufaie. Tra le proposte il risotto con l’eccezionale condimento del tartufo in miscela grattugiata con il Parmigiano Reggiano. Ottimo anche il connubio con le uova e la polenta con fonduta di formaggi. La stagione del tartufo bianco pregiato prosegue
alla Borsa del Tartufo di Acqualagna, nelle Marche, tra i primi mercati mondiali per la segnalazione dei prezzi e punto di riferimento per tutte le fiere, mentre per quanto riguarda gli assaggi il pregiato tubero viene grattato perfino sui dolci e sul cioccolato. A novembre, però, anche l’olio ha i suoi appuntamenti. Raccogliere le olive e portarle al frantoio è sempre stato un momento gioioso nella vita degli agricoltori locali. Nel borgo di Casole d’Elsa, in Toscana, tutti i fine settimana del mese ci si ritrova invitando amici per la raccolta di gruppo e la visita al vecchio frantoio pubblico in centro, pranzando poi tutti insieme in attesa della spremitura a freddo. L’esperienza è proposta da due aziende biologiche, Cielsereno e Le Beringhe. In Umbria l’omaggio all’olio extravergine d’oliva Dop va avanti ogni fine settimana fino al giorno dell’Immacolata. Frantoi Aperti è la lunga manifestazione che raccoglie numerosi eventi in borghi sparsi in tutta la regione, di cui sei inseriti tra i più belli d’Italia: Arrone, Bevagna, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Spello e Trevi. Tra gli eventi la Festa della Frasca il 23 e 24 novembre a Giano dell’Umbria, L’oro di Spello Festa dell'olivo e della bruschetta dal 15 al 17, visite e degustazioni ai frantoi di Foligno sabato 30 e domenica 1° dicembre e gran finale con la Maratona dell’Olio, dal 6 all’8 dicembre ad Avigliano Umbro. Il tutto, naturalmente, condito da iniziative dedicate ai bambini, mostre diffuse d’arte contemporanea, passeggiate e trekking tra gli olivi. Proseguendo il viaggio alla ricerca di ghiottonerie non possono mancare eventi come Cioccolatò, la grande festa del cioccolato che dall’8 al 17 novembre richiama migliaia di appassionati e golosi a Torino, e la Festa del Torrone a Cremona, dal 16 al 24 novembre, che quest’anno è intenzionata a stupire con grosse novità. Come la fiaccola olimpica di torrone lunga dieci metri, realizzata in onore delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, e la gigantesca scultura dedicata a Leonardo Da Vinci, che riproduce l’Uomo vitruviano grazie alla maestria del cioccolatiere Mirco Della Vecchia. 57
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THE KING OF THE AUTUMN, THE TRUFFLE, JOSTLES FOR SPACE WITH OIL, CHOCOLATE AND TORRONE. TO THE JOY OF THE PALATE
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he truffle season has arrived, bringing all its characteristic penetrating and persistent scent. The beginning of autumn, in regions such as Piedmont and eastern Lombardy, part of Central Italy and even in some southern areas, attracts connoisseurs and gourmets seeking out this particular local product. Truffle picking is almost like a treasure hunt, with specially trained 58
dogs according to precise rules to be respected within the truffle grounds. Passionate and professional researchers challenge each other in the search for this most desired and appreciated tuber, which owes its popularity to its intense fragrance. For this season, expectations are high for the quality but also for the quantity of the precious jewel of the woods, thanks to the weather conditions in the first weeks of autumn. The white truffle is the most important among the various species of the precious fungus, for which the market and the great chefs are often willing to pay very highly. The black truffle, on the other hand, is the most common and widespread in the whole peninsula. Used sparingly in small portions or in flakes, to flavour dishes, sauces or risottos, it can also be found in powder and in ready-made preparations such as butter, sauces and creams.
In Italy it only grows in some regions and in certain villages, where stands of local gourmet food and wine are set up: from truffles to wine, oil to cold cuts, through to chocolate and grappa. Among the Piedmontese hills of Langhe, Roero and Monferrato, every Saturday and Sunday in November there is the eagerlyawaited International Alba White Truffle Fair. Do not miss the Alba Truffle Show, with its cooking shows by top chefs and sensory analyses of truffles, and the Wine Tasting Experiences for some amazing flavour combinations. In San Miniato, Tuscany, November opens with the Tartufo al Pinocchio (Pinocchio Truffle) and on the following three weekends the 50th Mostra Mercato Nazionale (50th National Market Exhibition) is staged, in an area that boasts the highest quality at regional level in addition to the records for the largest truffles. The search
life of local farmers. In the village of Casole d'Elsa, in Tuscany, every weekend of the month you can meet up with friends for a group harvest and a visit to the old public press in the centre, followed by lunch together while waiting for the cold pressing. The experience is offered by two organic producers, Cielsereno and Le Beringhe. In Umbria, PDO extra virgin olive oil is the star every weekend until the day of the Immaculate Conception in December. Frantoi Aperti is a long event that brings together numerous smaller events in villages scattered throughout the region, six of which are among the most beautiful in Italy: Arrone, Bevagna, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Spello and Trevi. The events include the Festa della Frasca on 23 and 24 November in Giano dell'Umbria, L'oro di Spello - Festa dell'olivo e della bruschetta ("Spello's gold Olive tree and bruschetta festival") from 15 to 17 November, visits
and tastings at the oil presses in Foligno on Saturday 30 and Sunday 1 December and the grand finale with the Maratona dell'Olio ("Oil Marathon"), from 6 to 8 December in Avigliano Umbro. All, of course, topped by initiatives dedicated to children, exhibitions of contemporary art, walks and trekking among the olive groves. If we continue our journey in search of delicacies, do not miss events such as Cioccolatò, the great chocolate festival that from 8 to 17 November attracts thousands of chocolate lovers and gourmands in Turin, and the Festa del Torrone in Cremona, from 16 to 24 November, which will be presenting some amazing new features this year, such as a ten-metre high torrone Olympic torch made in honour of the Milan, Cortina 2026 Winter Olympics, and the giant sculpture dedicated to Leonardo Da Vinci, which reproduces Vitruvian man thanks to the mastery of chocolatier Mirco Della Vecchia.
Š Stefano Dottori
continues to Calestano, in the hills of Parma: here, until November 17, the Fiera Nazionale del Tartufo Nero di Fragno (National Fair of the Black Truffle of Fragno) fills the streets and squares of the village with meetings and tastings, truffle dog contests and visits to truffle shops. Among the dishes on offer is risotto with a unique seasoning made of truffles in a grated mixture with Parmigiano Reggiano cheese. It is also an excellent accompaniment to eggs and polenta with cheese fondue. The season of the precious white truffle continues at the Truffle Exchange of Acqualagna, in the Marches, one of the most important markets in the world for setting prices and a reference point for all other fairs, while as far as tasting is concerned, the precious truffle is even grated onto cakes and chocolate. Oil is also on the agenda in November. Picking the olives and taking them to the oil press has always been a festive occasion in the
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L'ITALIA CHE FA IMPRESA
IL GUSTO DEL BUSINESS CON TARTUFI & FRIENDS ALBERTO SERMONETA FORNISCE L’ORO BIANCO A CINQUE RISTORANTI DI LUSSO
S
veglia alle 5:30 per parlare con i tartufai e garantire la fornitura giornaliera ai suoi cinque ristoranti tra Italia ed estero, da Milano a Dubai. Attenzione, cura del dettaglio, un forte e continuo rapporto con i suoi oltre 200 dipendenti, dislocati in quattro continenti. Così fa impresa Alberto Sermoneta, che ha fondato il marchio Tartufi & Friends, nel settore della ristorazione di lusso. L’Alta Velocità aiuta il business? Ricordo il primo viaggio che feci con mio padre molti anni fa sul mitico Pendolino: ci metteva quattro ore e 30 minuti da Roma a Milano e già sembrava un sogno. Oggi l’Alta Velocità permette a chi, come me, ha famiglia a Roma e attività anche a Milano, di essere in due luoghi nella stessa giornata senza sentire la fatica. Come passi il tempo in viaggio? Faccio il biglietto all’ultimo momento e scelgo a seconda dello stato d’animo: l’area del silenzio se non voglio essere disturbato né disturbare, la carrozza Business per essere produttivo. A volte guardo fuori e mi rilasso, amo molto le tratte nei pressi di Orvieto, una meravigliosa cartolina verde, ma anche Firenze, Bologna, Parma… Tutte terre di tartufo… Certamente. E aggiungo la Toscana, i colli piacentini e Milano, dove il tartufo si commercializza. Usiamo solo prodotti italiani e stagionali ed è proprio il treno a permettermi di fare
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stop over per incontrare fornitori e clienti. Il tuo percorso professionale? Dopo studi qualificanti, un master in Bocconi ed esperienze all’estero nel segmento del lusso, ho trovato la mia strada nella ristorazione di alta gamma. Seguo tutta la filiera aziendale: dipendenti, fornitori, prodotto finale, customer service. Un ristorante è come un’azienda? È soprattutto un’azienda e va gestita come tale per trarne adeguati profitti. Significa avere sedi in più città, un ufficio risorse umane interno, come interni sono gli avvocati del lavoro e i commercialisti. Così l’azienda è moderna, efficace e proiettata nel futuro. Un’impresa che produce il piacere del gusto… Un’impostazione edonistica. Il cibo è uno dei piaceri più effimeri, fatto di esperienza, sapore, profumo e memoria. Ma dietro ha una grande
materia prima, un grande contenuto e una grande lavorazione. Un meraviglioso circus che va in scena tutti i giorni, per noi dalle 11 di mattina fino a notte. Per tutto ciò sono necessari struttura, preparazione e know-how. Una tipica giornata da imprenditore? Mi alzo all'alba e mi metto al telefono con i tartufai: facciamo vere e proprie aste, come accade per il tonno in Giappone, e dispongo personalmente gli ordini per tutti i ristoranti. Tartufi che partono per Londra e Dubai con criteri di selezione completamente differenti a seconda del Paese e del tipo di clientela. Alle 10 sento i direttori dei ristoranti, mi aggiornano sulle operazioni di apertura che devono essere conformi agli standard che ci siamo fissati. A questo punto lavoro in ufficio o in uno dei ristoranti, perché amo molto incontrare i clienti, parlare con gli chef, organizzare i menù. Nel pomeriggio,
altro giro di telefonate con i direttori. La sera mi concedo una cena a casa oppure resto a dare una mano al ristorante. Quanto deleghi le tue responsabilità? Le deleghe sono delle leve che vanno usate con misura. Bene fidarsi delle persone competenti. Penso che la più grande forza della nostra azienda sia la capacità di tirare fuori il meglio dalle persone. Siamo esigenti, caparbi e fedeli al nostro obiettivo. Nel dna abbiamo il concetto di remunerazione etica e giusta, corrisposta dal credo nel proprio lavoro. Assumiamo standard qualitativi altissimi, soprattutto dopo l’apertura del locale di Londra, dove il mio restaurant manager passa oltre tre ore al giorno a compilare e firmare fogli presenze, certificazioni, aggiornamenti. Su questo, noi italiani siamo più restii. Il segreto di un locale che funziona?
Tagliolini burro e tartufo dal menu del ristorante Tartufi & Friends a Milano
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L'ITALIA CHE FA IMPRESA
Far apparire facile ciò che è difficile. Il cliente deve avere l’impressione che tutto avvenga in modo sciolto, semplice, anche se dietro a un servizio o a un piatto eccellente ci sono diverse fasi complesse e delicate. Quali ristoranti frequenti oltre ai tuoi? Mi piace sperimentare tutti i tipi di cucina. A Roma mi perdo nei vicoli del ghetto ebraico, dove ci sono i ricordi dei miei nonni e dei miei avi, in cerca di trattorie. Nei ristoranti di alta cucina vado per capire cosa offrono gli altri. Sono sempre attento e curioso: se mi piace un sottopiatto lo volto per vedere chi lo produce. A che età il primo tartufo? Mio padre, grande commerciante, aveva dei fornitori di scarpe nelle Marche, ad Acqualagna, che gli regalavano i tartufi. A casa apriva il barattolo e saliva questo profumo inebriante. Avevo sei o sette anni. Il piatto con tartufo preferito? Uovo al tartufo, sempre e comunque.
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Sei di origini ebraiche, è vero che siete più bravi a fare business? Siamo più caparbi. Per vocazione veniamo messi subito di fronte alle realtà della vita. A casa mia come a casa di molte persone di religione ebraica, c’è poco tempo per dare spazio a ciò che non valga la pena essere vissuto. A 18 anni o si studia con grandi profitti o si lavora e si fa impresa. Non c’è spazio per il sollazzamento. Siamo gente che lavora tanto, si diverte e spende altrettanto, ma che lavora duro. Un insegnamento etico che si tramanda, come vorrò fare con i miei figli. È difficile conciliare impresa e affetti? La mia compagna, Silvia, che sarà presto mia moglie, viene da questo settore e comprende e apprezza il mio impegno in azienda. Tra noi c’è una super intesa, ci capiamo sempre. Non potrei stare con una persona diversa. Siamo fieri di lavorare insieme, non per il denaro, ma per ciò che i nostri progetti rappresen-
tano. Reinvesto l’80% dei profitti per costruire nuove realtà, dare opportunità: un concetto quasi umanistico. Per esempio una bella Accademia del Tartufo. Qual è il tuo rapporto con il tempo? È la cosa più costosa e preziosa che si possa avere. Il tempo per salutare un amico e per stare con la famiglia rappresenta una parte essenziale della vita. La religione ebraica si basa sul concetto dello Shabbat: un giorno in cui non lavoro, da dedicare a me stesso e ai miei cari. Una scelta che ho maturato con il tempo, ma lo faccio con grande gioia. Prossimo progetto? Un ristorante di cucina kosher di alto livello che punti a importanti riconoscimenti. Un viaggio la cui preparazione durerà due anni e poi partiamo: il biglietto già lo abbiamo comprato, ora è il momento di salire sul treno. Il bello è a portata di mano, sta solo a noi coglierlo e costruirci. A.R. tartufiandfriends.it
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Arezzo CittĂ del Natale
A Christmas Time Travel Travel through antiques and modernity in Arezzo in a unique Christmas atmosphere Walk the enchanting streets of a secluded medieval village in Tuscany during the most charming time of the year.
From 16th November to 6th January.
Find your exclusive gift in Arezzo among the wooden huts. Taste unique delicatessen from another time. Our Christmas Carol will guide you in this authentic time travel.
More details at: www.arezzocittadelnatale.it
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Get lost in a Christmas Time Travel in Tuscany Here comes the most enchanting time of the year.
and enclose an enlightened atmosphere just like in a
Christmas knocks at our doors and gently steps in
fairy tale. Find there the Talking Tree ready to
day by day with thousands of surprises and new
whisper untold secrets. Like in a northern mountain,
gifts. But there is a city, in Tuscany, where time
venture into Piazza Grande, the city emblem, to
seems to have stopped. A city in which you can
meet Santa Claus in his house and build unforget-
time-travel from an era to another, from reality to
table memories while eating unique delicatessen
fairy tales just like in a book.
from another time. And then step into a near vintage era. Let the histo-
Take a dip in the historic and vintage city of Arezzo,
ric Lego blocks inspire your fantasy and bring you
through past splendours and unique glimpses, and
back to the 20th Century when they first appear and
let your heart fill with the magic of Christmas as if
invaded our life with colour and authentic playing
you were in a genuine and elegant epoque. Walk
opportunities. Vintage never ends and Lego does
along the medieval streets just like a lady or sir of
neither: the Lego Village in Arezzo breeds with the
the court, tasting unique Christmas dishes and
graceful architecture of the city and hosts whoever
buying original handcrafted gifts. The wooden huts
wants to feel vintage – or a child – again.
will welcome you with a traditional hug while the warm lights delight your gaze with unique drawings
As you can see, Christmas in Arezzo is a time travel
on the historical buildings’ façades. And like in a
in a glorious past, an exclusive present and a flouri-
renaissance fest, be entertained by countless shows
shing future. You just have to choose who you want
animating every corner of Arezzo.
to be.
But your Christmas Time Travel has just begun. At the “Prato”, our enchanted wood awaits: break the
From 16th November to 6th January time-travel in
line of the Christmas Village and run into a new,
our charming Christmas atmosphere and Discover
exciting adventure in the past. Joyful trees encircle
Arezzo in its most captivating guise.
the city Fortress, symbol of the Renaissance power,
www.arezzocittadelnatale.it
www.mercatodinatalearezzo.it
Città del Natale
Mercatini di Natale Arezzo @mercatininatalearezzo
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GIFT TOUR
Montepulciano (SI)
SANTA CLAUS IS COMING SI FA PRESTO A DIRE (BABBO) NATALE. SONO TANTI I LUOGHI, DI FANTASIA E NON, DOVE INCONTRARLO E VIVERE LA CALDA ATMOSFERA PRENATALIZIA di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it
D
i tradizione in tradizione, che lo si voglia credere oppure no, la sua dimora è al Polo Nord secondo gli americani, in Lapponia per i finlandesi e gli europei e nella propria patria, a Drøbak, secondo i norvegesi. Ovunque sia l'ufficio postale di Santa Claus, nei mesi di novembre e dicembre sono tanti i villaggi e i mercatini che lo omaggiano, facendo vivere a grandi e piccoli 66
l’emozione scolpita da secoli nella memoria collettiva, quella del Natale. Ecco una mappa per poter trascorrere un weekend con l’anziano signore vestito di rosso dalla lunga barba bianca e con le sue renne, che trainano la slitta stracolma di doni, Rudolph in primis. Diventata celebre per la canzone natalizia Rudolph the Red-Nosed Reindeer, scritta da Johnny Marks nel 1949, grazie al suo naso rosso è la renna che
illumina la strada nella nebbia. Per inaugurare l’inverno, un fine settimana alla scoperta dei mercatini di Natale del Belpaese è un must per tutti gli amanti di questa festività, ma non solo. Da Bolzano ad Alberobello (BA), lo Stivale è un tripudio di luminarie, eventi e stand pieni di proposte regalo hand made realizzate con prodotti naturali e ricliclati. Per non arrivare a mani vuote (e cuore freddo) al 25 dicembre.
© Dario Pichini
Partendo da nord, è incantevole il Magico Paese di Natale di Govone (CN), nel cuore del Roero, l’unica destinazione natalizia italiana inserita nella rosa dei 20 European Best Christmas Market 2019. Un luogo denso di storia che da 13 anni si trasforma nel regno italiano di Santa Claus, unendo Piemonte e Lapponia in un gemellaggio di cultura, paesaggi e tradizioni. Dal 16 novembre al 23 dicembre il Castello accoglie il mercatino con 110 espositori e una mostra di presepi, mentre nella casa di Babbo Natale va in scena lo spettacolo dedicato alla storia della celebre renna Rudolph. L’atmosfera è resa ancora più calda dal concerto del Rejoicing Gospel Choir sabato 16 e, per tutto il periodo, dai canti Christmas Carolers, dalle locande e gli stand di street food. Si può inoltre viaggiare a bordo di un treno storico
della Fondazione FS Italiane, il 17 novembre da Torino e il 23 dicembre da Milano: un tragitto magico animato da figure fantastiche, con brindisi finale offerto dal Consorzio Asti Docg. A Milano il Sogno del Natale diventa realtà dal 22 novembre al 30 dicembre. All’Ippodromo di San Siro le fiabe prendono letteralmente vita, e l’accuratezza nei dettagli dell’allestimento è tale da fare invidia a Rovaniemi, la cittadina lappone dove si troverebbe la vera casa di Babbo Natale. Attori e acrobati nelle vesti di elfi e puppets giganti accolgono i visitatori, raccontando aneddoti e misteri e indicando la strada per l’ufficio postale dove consegnare la letterina per Papa Noël. A Bolzano il Christkindlmarkt non smette mai di stupire: dal 28 novembre al 17 dicembre le famose casette di legno e il grande albero di piazza Walter si illuminano per la 29esima edizione. Nella corte delle stelle allestita a Palazzo Mercantile ogni venerdì, sabato e domenica sono protagonisti gli artigiani atesini e, sempre qui dal 7 dicembre, la mostra C’era una volta… giochi e giocattoli d’altri tempi regala a grandi e piccini un tuffo nel passato. Evento dall’anima green, sensibile alle tematiche della sostenibilità e del riciclo, il mercatino di Trento, dal 23 novembre al 6 gennaio 2020: raccolta differenziata, stoviglie lavabili o compostabili, piatti di pane, shopper in carta frutta e addirittura un’app green (Natale a Trento) con un quiz a tema ambientale ed eco-gadget per i vincitori. Qui, è un continuo omaggio a cannella e vin brulé, canederli con speck o luganega, polenta con formaggi locali, bretzel farciti e strudel di mele. Tra i prodotti naturali per la cura della persona, i cuscini con cirmolo delle Dolomiti e i noccioli di ciliegie profumati. Dal 23 novembre, a Levico Terme (TN), InCanto sotto la neve con la Christmas band, spettacoli pirotecnici, giri in pony e in carrozza e attrazioni come il trono di Babbo Natale e la casetta di pan di zenzero. Domenica 24, inoltre, sono presentati al pubblico i risultati del progetto Adotta un albero per il ripopolamento del Parco secolare degli Asburgo. Nelle Marche, dall’ultimo fine settimana di novembre fino all’Epifania,
IT'S EASY TO SAY (FATHER) CHRISTMAS. THERE ARE MANY PLACES WHERE YOU CAN ENJOY THE WARM PRE-CHRISTMAS ATMOSPHERE
T
he Americans believe that he lives in the North Pole; the Finns and Europeans in Lapland; the Norwegians in their own country, in Drøbak. Wherever Santa Claus' post office is, there are numerous villages and markets in November and December that pay homage to it, offering adults and children a chance to experience the centuries' old emotions and collective memory of Christmas. So here is a map to spend a weekend with the old man dressed in red with a long white beard and his reindeer pulling a sleigh full of gifts, Rudolph in primis - the reindeer who lights the way in the fog with his red nose, made famous by the Christmas carol Rudolph the Red-Nosed Reindeer written by Johnny Marks in 1949. At the beginning of the winter season, whether you love Christmas or not, don't miss out on a weekend discovering the Christmas markets of Italy. From Bolzano to Alberobello (Bari), the whole country is decked out in lights and stands full of handmade gift ideas made with natural and recycled products, lights and events. So that you don't arrive empty-handed (and cold hearted) on December 25. Starting from the north, the magical Christmas village of Govone (Cuneo) in the heart of Roero, the only Italian Christmas destination included in the list of the 20 Best European Christmas Markets 2019, is enchanting. A charming place full of history that for the past 13 years has been transformed into the Italian kingdom of Santa Claus, combining Piedmont and Lapland in a twinning of cultures, landscapes and traditions. From 16 November to 23 December the Castle 67
GIFT TOUR
Govone (CN)
Il Natale che non ti aspetti è l’evento diffuso che accoglie migliaia di turisti nei borghi storici della provincia di Pesaro e Urbino, tra le colline dell’entroterra e le vivaci città adriatiche. Sabato 23 Candele a Candelara, con mercatini, presepi e spettacoli al Villaggio e all’Officina di Babbo Natale, e lo spegnimento programmato dell’energia elettrica che, per due volte al giorno, lascia il borgo illuminato soltanto dalle candele. Il 29 novembre si prosegue a Mombaroccio, con una quarantina di tipiche casette in legno dove sbizzarrirsi per i regali e il Chiostro dei Sapori con l’enogastronomia del territorio, Da fine mese, Christmas very (n)ice a Pesaro, e a dicembre Natale Più a Fano, con stand ed eventi fino alla Befana. In Toscana meritano una visita il mercatino e il castello di Babbo Natale a Montepulciano (SI) e il villaggio tirolese di Arezzo. Sulle colline in provincia di Siena, le luci si accendono da sabato 16 novembre, con oltre 80 casine per lo shopping natalizio tra via San Donato e piazza Grande e tante attrazioni per tutta la famiglia. Novità di quest'anno la Christmas Terrace, un luogo sospeso nel tempo affacciato sul Tempio di San Biagio e sulla Val 68
d’Orcia, dove sorseggiare l'ottimo vino rosso locale di fronte a un panorama mozzafiato, mentre la fortezza medievale diventa il Castello di Babbo Natale, con più di duemila m2 di stanze addobbate a festa ricche di sorprese. Ad Arezzo, invece, dal 16 novembre al 26 dicembre torna il più grande mercato tirolese d’Italia, nella splendida piazza Grande. Con baite per la degustazione di piatti, birre e dolci tipici del Tirolo. A Taneto di Gattatico, una ventina di chilometri da Reggio Emilia, c’è invece l'enorme villaggio di Babbo Natale di Mondo Verde Garden: oltre 4.500 m2 allestiti ogni anno con ambientazioni e decorazioni differenti, già dal 25 ottobre e fino all’Epifania. Genova è famosa per la sua tradizione presepiale: insieme a Napoli (da visitare la via di artigiani San Gregorio Armeno), è uno dei centri più attivi nella produzione di figure storico-artistiche da presepe. La città ligure offre anche concerti di musica sacra, classica e barocca, itinerari tematici, mercatini natalizi e, dal 26 dicembre al 6 gennaio, il festival di circo e teatro Circumnavigando, che intrattiene il pubblico durante il momento clou delle Feste. Una menzione merita anche Gubbio (PG), dal 23 novembre con gli
stand natalizi e poi il famoso appuntamento dell’accensione dell’albero più grande del mondo il 7 dicembre. Allietano i visitatori la ruota del Polo Nord, il laghetto ghiacciato, il presepe a grandezza naturale e quello vivente, il trenino Gubbio Express Christmas e il programma di visite guidate Christmas Land. A Sutri (VT) quest’anno, da sabato 23, c’è il Caffeina Christmas Village allestito in genere a Viterbo, un suggestivo mondo di fantasia con le case di Babbo Natale e della Befana e le grotte degli elfi. A sud, un’atmosfera da non perdere è il Natale fra i trulli di Alberobello (BA), dal 7 dicembre con mercatini, artisti di strada e scenografiche luminarie. Impossibile elencare tutte le iniziative su e giù per lo Stivale, ogni città, borgo e paesino ha in serbo una sorpresa per l’Avvento. magicopaesedinatale.com ilsognodelnatale.it mercatinodinatalebz.it mercatinodinatale.tn.it prolocopesarourbino.it nataleamontepulciano.it mercatodinatalearezzo.it ilvillaggiodibabbonatale.net visitgenoa.it gubbionatale.it alberobello.com
November, in Levico Terme (Trento), InCanto sotto la neve will be held with a Christmas band, fireworks, pony and carriage rides and attractions such as Santa's throne and a gingerbread house. On Sunday 24, the results of the
Adopt a tree for the repopulation of the secular Habsburg Park project will also be presented to the public. In Marche, from the last weekend of November until the Epiphany, Il Natale che non ti aspetti is an event
Š Alex Filz
hosts a market with 110 exhibitors and a nativity scene exhibition, while Santa Claus' house hosts a show dedicated to the story of the famous reindeer Rudolph. The atmosphere is made even warmer by the Rejoicing Gospel Choir concert on Saturday 16 and, throughout the period, by the Christmas carols, inns and street food stands. You can also travel on board a historic train of the Fondazione FS Italiane, on 17 November from Turin and 23 December from Milan: a magical journey animated by fantastic figures, with a final toast offered by the Asti Docg Consortium. In Milan the Christmas Dream will come true from 22 November to 30 December. At the San Siro Racecourse fairy tales literally come to life, with details so accurate as to be the envy of Rovaniemi, the Lappish town where Santa's real home is said to be. Actors and acrobats in the guise of elves and giant puppets welcome visitors, telling anecdotes and mysteries and pointing the way to the post office where to deliver their letters to Father Christmas. In Bolzano the Christkindlmarkt never fails to amaze: from 28 November to 17 December the famous wooden houses and the large tree in Piazza Walter will be lit up for the 29th edition. The Sudtirol craftsmen are the protagonists at the court of the stars set up in the Mercantile Palace every Friday, Saturday and Sunday, while from 7 December again this year, the exhibition Once upon a time... games and toys of yesteryear will be offering young and old a dip in the past. The market of Trento has a strong green ethos, and is particularly sensitive to the issues of sustainability and recycling: from 23 November to 6 January 2020: recycling, washable or compostable dishes, plates made out of bread, fruit paper shopping bags and even a green app - Christmas in Trento - with a quiz on environmental issues and eco-gadgets for the winners. Here, moreover, it is a continuous tribute to cinnamon and mulled wine, dumplings with bacon or luganega, polenta with local cheeses, stuffed bretzels and apple strudel. Among the natural products for personal care are Swiss pine cushions from the Dolomites and scented cherry stones. From 23
Bolzano 69
GIFT TOUR
Gubbio (PG)
that welcomes thousands of tourists in the historic villages of the province of Pesaro and Urbino, between the inland hills and the lively cities on the Adriatic coast. On Saturday 23, Candele a Candelara will be held, with markets, cribs and shows at Santa's Village and Workshop, with scheduled power cuts leaving the village lit only by candlelight twice a day. On 29 November we continue to Mombaroccio, with about forty typical wooden houses where you can indulge in gifts and the Chiostro dei Sapori offering local food and wine, from the end of the month, Christmas very (n)ice will be hosted in Pesaro, and in December Natale Più in Fano, with stands and events open up to the Epiphany. In Tuscany, the market and the castle of Santa Claus in Montepulciano (Siena) and the Tyrolean village in Arezzo are worth a visit. On the hills in the province of Siena, the lights will go on from Saturday 16, with over 80 Christmas shopping points between Via San Donato and Piazza Grande and loads of attractions for the whole family. A new feature this year is the 70
Christmas Terrace, a place suspended in time overlooking the Temple of San Biagio and the Val d'Orcia, where you can sip the excellent local red wine in front of a breath-taking view, while the medieval fortress will be transformed into the Santa Claus’ castle, with more than two thousand square meters of decorated rooms full of surprises. In Arezzo, on the other hand, from 16 November to 26 December the largest Tyrolean market in Italy will be back, hosted in the beautiful Piazza Grande, with tasting huts, and typical Tirolese beers and cakes. In Taneto di Gattatico, about twenty kilometres from Reggio Emilia, there is the extensive Santa’s village by Mondo Verde Garden: 4,500 square meters set up with different settings and decorations each year, from 25 October until the Epiphany. Genoa is famous for its traditional nativity scenes: together with Naples (don’t miss the San Gregorio Armeno artisans’ road), it is one of the most active centres in the production of historicalartistic figures for nativity scenes. The Ligurian city also offers concerts of sacred, classical and baroque
music, themed itineraries, Christmas markets and, from 26 December to 6 January, the Circumnavigando circus and theatre festival, which entertains the public over the holidays. Let’s not forget Gubbio (Perugia), from 23 November, with the famous event of the lighting of the world's largest tree on 7 December. Visitors will be delighted by the North Pole wheel, the frozen lake, the life-size nativity scene and the living nativity scene, the Gubbio Express Christmas train and the Christmas Land guided tour programme. At Sutri (Viterbo) this year, from Saturday 23rd, there is the Caffeina Christmas Village usually set up in Viterbo, a fascinating world of fantasy with the homes of Santa Claus and the Befana witch, and the caves of the elves. To the south, Christmas among the trulli of Alberobello (Bari) is unmissable, held from 7 December with markets, street artists and scenic lights. There are so many initiatives up and down the country, it would be impossible to list them all - every city, town and village has a surprise in store for Advent.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
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IN VIAGGIO CON
SULLA VIA DELLA SETA DI UN’ELEGANTE CRAVATTA IN FRECCIAROSSA CON MAURIZIO TALARICO, ICONA DI STILE ED ELEGANZA MASCHILE di Andrea Radic
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Andrea_Radic
«L
a cravatta è una sorta di strumento diplomatico. Quanti discorsi partono dall’assunto “che bella cravatta”, e proprio da lì può nascere un buon rapporto tra le persone. Per tutti un accessorio dell’eleganza maschile, ma per alcuni, come Fabrizio Palermo, Ad di Cassa Depositi e Prestiti, assume anche un valore scaramantico, di buon augurio». A parlare, nella sala meeting del Frecciarossa, è Maurizio Talarico, signore italiano delle cravatte. La sua azienda artigianale nasce nel 1999 in Calabria, terra di origine dell’imprenditore. «Mi credono l’amministratore delegato, in realtà lo è mio figlio Tiziano. Il mio compito sono le relazioni istituzionali e il mercato estero, il mio regno è l’ufficio stile. Mi rifugio lì a disegnare cravatte e a scegliere i colori, che sono fondamentali, trasmettono positività e apertura mentale». Un’anima creativa? Un estro creativo spiccato, che mi accompagna sempre: mi capita, durante le riunioni, di prendere nota disegnando qualche schizzo. Poi l’idea va in produzione e magari arriva al collo di un capo di Stato. Al collo dei grandi della terra. Il primo fu Francesco Cossiga, un amico di famiglia, a convocarmi a casa sua chiedendomi di riprodurre una cravatta Regimental, che indossava da giovane studente al Royal College di Londra. La realizzammo e il Presidente rimase molto soddisfatto, la sfoggiava in ambienti importanti. Fu il mio primo testimonial, da allora sono passati 20 anni. Un passaparola della qualità… Da Paolo Scaroni a Fulvio Conti a tutte le grandi aziende, ci scelgono anche per fare regali personali. Ma il vero salto di qualità istituzionale avvenne nel 2014, quando Matteo Renzi, presidente del Consiglio, ordinava cravatte blu tinta unita come
dono ai capi di Governo negli incontri bilaterali. Quando Barack Obama diede un gala dinner in suo onore alla Casa Bianca, ricevette una cravatta e una nostra pashmina fu donata alla first lady Michelle. Qualche altro aneddoto? Le cravatte e i foulard per il G7 di Taormina, nel 2017, le disegnammo la signora Gentiloni e io, a quattro mani, nel mio negozio a Roma. Insomma, a Palazzo Chigi sei di casa. Il premier Conte indossa quotidianamente le mie cravatte e mi ha permesso di sdoganare i colori solari: uno stile più contemporaneo che avvicina l’interlocutore e rasserena. Le mie cravatte saranno il cadeau diplomatico all’Expo di Dubai 2020 per le visite istituzionali. Un esempio di eccellenza italiana apprezzata all’estero. Abbiamo un negozio in Giappone e il presidente Shinzō Abe è un grande estimatore. Nel 2020 apriremo uno store in un mall del lusso a Riad e l’emiro del Quatar, Hamas al-Thani, è nostro cliente. Una via della seta da Catanzaro verso il mondo… Ho cominciato a 28 anni, era difficile trovare chi producesse cravatte con la cura di un tempo. Io sono appassionato fin da piccolo a questo elemento dell’eleganza maschile. Come mai? Per le origini nobiliari della mia famiglia, baroni e proprietari terrieri nel crotonese. Mio padre era dirigente Enel. In famiglia si indossava la cravatta e fino agli otto anni il papillon. All’inizio mi sentivo un po’ costretto, poi ho imparato ad amare questo accessorio. L’aura nobiliare ti è rimasta? Devo ammetterlo, la sento nello stile, nell’eleganza, nella vita. Ricordo la festa dei 18 anni, tutti noi ragazzini in giacca e cravatta. E poi com’è andata?
Ho sempre avuto voglia di fare impresa, non volevo un lavoro da dipendente subalterno, anche se sarebbe stato tutto più semplice. Volevo mettermi in gioco. Hai sfidato le tue capacità? Ho individuato il target del lusso (alcune cravatte, pezzi unici in cofanetto di legno ebano, arrivano a costare 800 euro, ndr) con due brevetti: la cucitura a X, che percorre tutto il retro della cravatta, e una fodera di lana che consente di mantenere il nodo perfetto tutta la giornata. Oggi un giovane avrebbe le tue stesse possibilità? In Italia servirebbe un nuovo sistema di credito bancario per finanziare le idee, come nei Paesi anglosassoni. Il nostro ministro dell’Economia dovrebbe affrontare questo tema con le banche, affinché le start up, ben finanziate, possano diventare elemento di crescita. Oggi i giovani vanno all’estero e diventano nostri competitor. Viaggi spesso in treno? Molto spesso, dal Sud verso Milano e Como e viceversa. Oggi l’aereo non ha più senso. Il treno mi dà l’emozione di vedere un panorama che offre sempre nuovi orizzonti. Inoltre è un luogo di socializzazione, promuove incontri e discorsi, consente uno sguardo sulla società, un’analisi sociologica su come cambia il mondo. E poi si può lavorare nella comoda sala meeting. Mai disegnata una cravatta in treno? Ebbene sì, quella per la Fondazione FS Italiane, sono stato incaricato di produrre una cravatta che rappresentasse la storia del treno. Non potevo che disegnarla sulla Roma-Milano-Como. Oggi è in fase di produzione. Dal finestrino quale Italia vedi? Un Paese di aziende private che cercano di essere sempre più competitive nel panorama internaziona-
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IN VIAGGIO CON
le, e dall’altra un’Italia che arranca per uscire dalla crisi. La cosa più bella che vedo, invece, sono i colori della natura, quelli che uso per disegnare le cravatte e che porto sui miei tessuti. Qual è il profumo della tua infanzia? Quello dell’alcol, siamo una famiglia prevalentemente di medici. Con quale piatto ti premiava tua mamma? Con gli stranguddi al pomodoro, rigorosamente con peperoncino calabrese. Cosa ti ha lasciato la tua regione? I calabresi per emergere devono andare via dalla Calabria, per tor-
nare dalla famiglia nei periodi di festa. Una regione che è sempre stata emarginata da una classe politica poco appropriata, mai programmatica, che non ha saputo cogliere le potenzialità di sviluppo del territorio. Un dispiacere che mi porto dietro, perché amo la mia terra, nei weekend mi rifugio a Pizzo Calabro, una cittadina a cui sono molto legato e che frequento fin da bambino. La prima cosa che fai arrivando a Pizzo? D’estate un tuffo in mare, arrivo già preparato. D’inverno mi siedo al bar e ordino un tartufo, il nostro dolce tipico. Cosa detesti e cosa apprezzi, invece,
Il giornalista Andrea Radic con Maurizio Talarico nella sala meeting Frecciarossa
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nelle persone? Non sopporto il cattivo gusto, mentre mi piace trovare umiltà e generosità. Sei generoso? Molto. I tuoi figli? Sono tre. Tiziano lavora con me e si occupa del mercato italiano, Aurora studia Giurisprudenza e Sveva terminerà il liceo e si iscriverà allo Ied. Cos’è per te la famiglia? Il centro, il perno di tutto. Un volano delle idee, un supporto psicologico nei momenti in cui ti assale qualche dubbio. La famiglia è speranza, relax, amore. Tendo a passare il tempo libero con i miei figli, tralasciando altri svaghi.
BOLOGNA
CENTRO DI ECCELLENZA DI MEDICINA MANUALE E RIABILITATIVA
BASTANO POCHE SEDUTE!
Da 25 anni curiamo patologie una volta considerate incurabili , evitando l’abuso di farmaci e senza ricorrere all’intervento chirurgico. Ernie del disco cervicali e lombari, gonartrosi, coxartrosi , lesioni meniscali , stenosi lombari, pubalgie , lesioni della cuffia dei rotatori, etc .) Il Dr. Giuseppe Canonaco Fisiatra e Medico dello Sport è l’ideatore di questo progetto di cura basato su due assi portanti : la medicina manuale e riabilitazione muscolare personalizzata.
1° CENTRO
MEDICINA MANUALE
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IN ITALIA
UN TRENO DI LIBRI
Invito alla lettura di Alberto Brandani [Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]
In viaggio con il Prof
MARTIN EDEN
GLI AMORI CHE NON SI DIMENTICANO E LE ETÀ DELLA LETTURA
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o letto Martin Eden a 20 anni e mi parve un romanzo meraviglioso. L’ho riletto a 30 e mi piacque intensamente. Oggi che sono grande (di età, come dicono a Livorno) ho concepito il deliberato proposito di confrontare la percezione della stessa opera letteraria al mutare del tempo e delle età. Martin Eden è un rozzo marinaio che salva la vita del giovane Arthur, rampollo di una ricca famiglia. E sua sorella Ruth diviene per lui una sorta di ideale di bellezza. Irraggiungibile fanciulla dell’alta borghesia, si ritrova a desiderarla tanto da voler fare parte del suo stesso ceto, ma il riscatto sociale passa dalla porta stretta della letteratura: Martin vuole diventare uno scrittore a tutti i costi (va ricordato che lo stesso Jack London, autodidatta, fece fatica ad avere successo). Pur non ritrovandosi nelle ipocrisie e nel disprezzo malcelato di quell’ambiente, si impegna a tal punto che quasi riesce a sfondare, ed è allora che scoppia la sua rabbia. Contro una classe piena di pregiudizi, incolta, e anche contro la sua autoaffermazione. Una rabbia che avverte come una sconfitta. A 20 anni questo classico della letteratura americana mi colpì per come l’amore struggente di Martin per Ruth superava ogni cosa. Nel suo stomaco c’era sempre un formicolio, un dolore all’idea di poterla anche solo vede-
re, di un sorriso, di uno sguardo. Tutto pareva esser fatto per lei, dallo studio forsennato della grammatica, mentre era mozzo in mare, alle mille privazioni a cui si sottoponeva. La vita intera, insomma, era una sorta di riscatto d’amore. A 30 anni la forza dell’amore si era stemperata e due cose mi conquistarono: leggendo, avevo sentito l’odore del salmastro entrare di corsa nei miei polmoni e i venti alisei soffiare forte sul mio volto. Scoprii anche la forza d’animo di Martin (e di London) nel voler diventare scrittore. Alla stazione delle opportunità, come mi piace chiamare le chances che la vita ti offre, lui c’era sempre, di giorno e di notte, senza bere e senza mangiare, inesausto nel vedersi respingere 300 volte un articolo prima che fosse finalmente pubblicato o nel guadagnare tre dollari al mese quando solo l’affitto ne costava due e mezzo. E poi, pian piano, il successo, a riprova, mi dicevo, che la stazione delle opportunità almeno una chance nella vita la offre a tutti. Intorno ai 75 anni la parte finale del libro mi si è svelata di colpo come una grande anticipazione di quella che sarebbe stata considerata la più grande malattia del secolo scorso e cioè la malinconia che si trasforma in depressione. La valle d’ombra che pervade le ultime pagine dell’opera ci dice proprio questo. Del resto London è turbato nel leggere Jung e comprende che forse in fondo
alle sue opere, anche le più note, vi è un abisso inesplorato. Fernanda Pivano, che si è sempre sottratta alle critiche di maniera al grande scrittore americano, lo aveva spiegato bene: «Gli eroi di London cominciano sempre ad agire nel tentativo di conquistare la vita, di allargarla, di darle una dignità e finiscono per essere divorati, sconfitti, ma dalla vita stessa, non dalla morte».
Mondadori, pp. 448 € 11
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UN TRENO DI LIBRI
Un assaggio di lettura BRANI TRATTI DA MARTIN EDEN
Venne un bellissimo giorno d’autunno, tiepido e languido, palpitante nel silenzio di una stagione di passaggio, un giorno dell’estate indiana della California, illuminato 78
© Hulton Archive/Getty Images
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ornò dal mare Martin Eden, tornò verso la California spinto dal desiderio di un amante. Finiti i soldi, Martin si era imbarcato come marinaio semplice su una goletta che andava a cercare tesori nascosti ma alle isole Salomone, dopo otto mesi di inutili tentativi, la spedizione si era sciolta. Gli uomini erano stati pagati sino all’Australia e lì Martin si era subito imbarcato su una nave d’alto mare diretta a San Francisco. Durante quegli otto mesi aveva non solo guadagnato denaro sufficiente per restare a terra molte settimane, ma aveva anche potuto studiare e leggere a volontà. Martin aveva una mente adatta allo studio e quella facilità nell’imparare era sorretta da una natura indomabile e dall’amore per Ruth. Studiò molte volte il libro di grammatica che aveva portato con sé, fino a quando il suo instancabile cervello non lo padroneggiò perfettamente. Ora Martin si accorgeva degli errori di grammatica fatti dai suoi compagni e ogni volta si sforzava di correggere e di ricostruire mentalmente quelle frasi grossolane. [...] Cercava di aggiungere ogni giorno venti parole al suo vocabolario, anche se, come scoprì, non era un compito semplice; quando era al timone o di guardia, Martin ripeteva la lista, sempre più lunga, di definizioni e pronunce corrette, deciso a impararla, ma, invariabilmente, si addormentava. «Non ho detto ad alcun uomo», «se io fossi», «le cose alle quali» erano le frasi che, con molte varianti, Martin ripeteva sottovoce per abituare la sua lingua al linguaggio parlato da Ruth. [...] Gli otto mesi erano stati spesi proficuamente e Martin, oltre ad avere appreso a parlare bene e a riflettere su argomenti elevati, aveva imparato molto su se stesso. Accanto alla timidezza, dovuta al fatto di sentirsi ancora ignorante, era sorta in lui la convinzione di possedere capacità notevoli. [...]. Martin era torturato dalla squisita bellezza del mondo, avrebbe desiderato che Ruth fosse lì per dividerla con lui. Allora decise che avrebbe descritto per lei le molte bellezze dei Mari del Sud. E a questo pensiero lo spirito creativo che era in lui si infiammò e lo incitò a ricreare quella bellezza per un pubblico più numeroso della sola Ruth. E poi, tra lo splendore e la gloria, gli venne la grande idea. Avrebbe scritto. Sarebbe stato uno degli occhi per mezzo dei quali il mondo vede, una delle orecchie per mezzo delle quali il mondo ascolta, uno dei cuori per mezzo dei quali il mondo sente. Avrebbe scritto. Qualsiasi cosa, poesia e prosa, romanzi e articoli, drammi e commedie come Shakespeare. Aveva davanti una carriera e un modo per conquistare Ruth. [...]
Jack London (1876 - 1916)
da un sole pallido e da vagabonde, erratiche brezze, incapaci di agitarne l’aria sonnolenta. Nei recessi delle colline si nascondevano lievi nebbie violacee, che non erano vapori, ma impalpabili tessuti di colore. San Francisco giaceva distesa sulle colline, simile a una nuvola di fumo. Ai suoi piedi, la baia aveva la fosca lucentezza del metallo fuso e le barche a vela vi giacevano immobili o si lasciavano trasportare da una pigra marea. Lontano, il monte Tamalpais, avvolto in una foschia argentata che lo rendeva a malapena visibile, innalzava la sua mole a fianco del Golden Gate, un sentiero color oro pallido sotto i raggi di un sole ormai giunto a occidente. Più in là, il Pacifico, oscuro e vasto, accumulava lungo la linea dell’orizzonte masse disordinate di nuvole che si dirigevano verso la terraferma, avanguardie del primo tempestoso respiro dell’inverno. La fine dell’estate era prossima. Eppure, l’estate indugiava ancora, svaniva illanguidendosi tra le sue colline, rendendo più cupo il viola delle sue valli, tessendosi un sudario di luce per mezzo di poteri ormai esauriti e desideri ormai appagati. L’estate moriva in una quieta pienezza, dopo aver vissuto, e dopo aver vissuto bene. Tra le colline, sulla loro cima preferita, Martin e Ruth sedevano fianco a fianco, le teste reclinate sulle stesse pagine. Lui leggeva a voce alta i sonetti d’amore della donna che aveva amato Browning come solo a pochi uomini è concesso essere amati. Ma la lettura languiva. Era troppo forte l’incanto della bellezza morente che li avvolgeva: l’anno perfetto moriva così come aveva vissuto, un libertino bello e im-
Un assaggio di lettura
Smettiamola di leggere. È una giornata troppo bella.» «Sarà la nostra ultima giornata sulle colline per molto tempo» annunciò lui con solennità. «C’è un temporale che si sta preparando all’orizzonte, sull’oceano.» Il libro scivolò a terra mentre sedevano immobili e silenziosi, fissando la baia incantata con occhi che sognavano e non vedevano. Ruth guardò di lato, verso il collo di lui, ma non si mosse. Era preda di forze a lei esterne, più potenti della forza di gravità, potenti come il destino. Bastavano pochi centimetri per appoggiarsi a quell’uomo e lei li superò senza alcun intervento della volontà. Le sue spalle toccarono quelle di Martin con la stessa leggerezza con la quale una farfalla tocca un fiore. E altrettanto lieve fu la contropressione. Ruth sentì le spalle di lui appoggiarsi alle sue e avvertì anche il tremito che le attraversava. Era quello il momento di tirarsi indietro ma lei era ormai diventata un automa, le sue azioni erano oltre il controllo della volontà. In quella deliziosa follia che l’aveva assalita Ruth non pensava più al controllo o alla volontà. Intorno a lei e dietro le
© Columbia Pictures/Getty Images
penitente, mentre l’aria, carica di desiderio e di sazietà, evocava infiniti ricordi. E quell’aria, sognante e languida, penetrò nei due giovani, indebolendone le fibre della volontà, offuscando con una nebbia lucente e violacea il volto della moralità e della razionalità. Martin si sentì debole e pieno di dolcezza mentre, di tanto in tanto, tiepidi raggi di luce lo accarezzavano. La sua testa era molto vicina a quella di Ruth e ogni volta che i capelli di lei, agitati dai vagabondi fantasmi di brezza, gli sfioravano la faccia, le pagine del libro si confondevano e ondeggiavano davanti ai suoi occhi. «Sono sicura che non ha ascoltato una sola parola di quello che sta leggendo» gli disse lei quando lui perse il segno. Martin la guardò con occhi ardenti, sull’orlo di una crisi di imbarazzo, ma poi gli salì alle labbra una replica adeguata. «E io sono sicuro che neanche lei stesse ascoltando. Di cosa parlava l’ultimo sonetto?» «Non lo so!» rise lei sinceramente. «L’ho già dimenticato.
Glenn Ford e Stuart Erwin in una scena del film The adventures of Martin Eden (1942) 79
UN TRENO DI LIBRI
© Heritage Images/Getty Images
Un assaggio di lettura
La Grange Mine Crew, California (1890), Heritage Images, Private Collection
sue spalle, le braccia di Martin cominciavano a muoversi furtivamente. Ruth ne osservava il lento progredire in preda a un delizioso tormento. Aspettava, senza sapere che cosa aspettasse. Respirava a fatica, le labbra erano diventate secche e brucianti, il cuore batteva irregolarmente sospingendo la febbre dell’attesa in tutto il suo sangue. Martin sollevò un poco il braccio che la circondava e la trasse a sé con lentezza e con dolcezza. Ruth non poteva più aspettare. Sospirò stancamente e appoggiò la testa sul petto di lui con un movimento impulsivo, spasmodico, non premeditato, e mentre Martin abbassava a sua volta la testa, Ruth sollevò la faccia perché le sue labbra potessero incontrare quelle di lui, ora così vicine. “Deve essere amore” pensò nell’unico momento di razionalità che le fu concesso. Se non era amore, era troppo vergognoso. Non poteva essere altro che amore. Amava l’uomo che la stava abbracciando, e le cui labbra l’avevano baciata. [...] Martin, dopo aver lasciato Lizzie a scuola, tornò al Metropole. 80
Una volta nella sua camera, si lasciò cadere in una poltrona Morris dove restò seduto con lo sguardo fisso davanti a sé. Non sonnecchiava, non pensava. La sua mente era vuota, a eccezione di brevi intervalli nei quali immagini e ricordi, senza essere stati invitati, prendevano forma e colore e luce sotto le sue palpebre. [...] Un colpo alla porta lo riscosse. Martin non era addormentato e la sua mente collegò immediatamente quel suono a un telegramma, una lettera o forse un cameriere che gli portava gli abiti puliti dalla lavanderia. Così disse «Avanti». [...] «Ruth!» esclamò, attonito e sconvolto. Ruth era pallida e stravolta. Se ne stava sulla porta, tenendovi una mano contro, come per sostenervisi, l’altra mano stretta contro il fianco. Poi le tese entrambe verso Martin in un gesto patetico e fece qualche passo in avanti per andargli incontro. E lui l’accompagnò verso la poltrona, tenendola per le mani e si accorse che erano gelate. Avvicinò un’altra poltrona e si sedette sul grande bracciolo. Era troppo confuso per parlare. Nella sua mente, la storia con Ruth era finita e archiviata. [...]
Lo scaffale della Freccia DELITTO AL CONSERVATORIO Franco Pulcini Gli alianti, pp. 412 € 18 Il premio internazionale per bambini prodigio è alle porte e l’omicidio di un celebre maestro di pianoforte sconcerta il Conservatorio di Milano. Il commissario Abdul Calì indaga sul fatto e scopre un mondo di infanzie senza giochi, sadismo didattico e follia genitoriale. La chiave del mistero è scritta sulla pelle, quella più nascosta di una pericolosa donna asiatica.
L’ESTATE DELL’INCANTO Francesco Carofiglio Piemme, pp. 272 € 17,5 Francesco Carofiglio ci conduce per mano all’ultima estate di innocenza. E lo fa con la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato. È l’estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull’orlo dell’abisso. Quell’estate sarà la più bella della sua vita. Parte con sua madre per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno.
L’INCANTATRICE DEI NUMERI Jennifer Chiaverini Neri Pozza, pp. 527 € 19 Con una prosa fluida ed elegante, l’autrice rende un sentito omaggio a una delle pioniere dell’informatica, Lady Annabella Noel Milbanke, moglie di George Gordon, sesto barone di Byron, il poeta idolatrato da molti e detestato da altri. Una donna visionaria che ha lottato per la propria indipendenza e il riconoscimento delle proprie idee.
ANJA, LA SEGRETARIA DI DOSTOEVSKIJ Giuseppe Manfridi La Lepre Edizioni, pp. 580 € 25 Pietroburgo, 1866. È l’incontro fra Dostoevskij e la giovane stenografa che sposerà. Lo scrittore, ultracinquantenne, affetto da epilessia, deve consegnare un nuovo romanzo nell’arco di un mese o perderà i diritti sulle sue opere passate e future. Una scuola di stenografia gli mette a disposizione l’allieva migliore: Anja Grigor’evna. Fra i due nasce l’amore a dispetto del divario di età. G.B.
LA STORIA DELLA DISCO MUSIC Andrea Angelo Bufalini Giovanni Savastano Hoepli, pp. 480 € 29,90 Una mappa fondamentale per orientarsi tra correnti, prospettive socioculturali, icone, superstar e meteore del genere musicale: dalle discotheques di Parigi alle radici afro, R&B, soul e funk, fino alle contaminazioni elettroniche dell’Euro disco, riservando spazio anche all’Italo disco. Un fenomeno che, da movimento underground, si è evoluto in carismatico trendsetter di massa. G.B.
IL GORILLA E L’UCCELLINO Zack McDermott DeA Planeta, pp. 352 € 16 L’autore del libro racconta la sua storia: da avvocato dei più bisognosi a paziente del reparto psichiatrico di uno dei più grandi ospedali di New York. Qui entra in scena la determinata e coraggiosa madre, decisa a strapparlo dalle grinfie della malattia e del pregiudizio. Il risultato è una storia struggente, un esilarante e bellissimo ritorno alla vita. L’amore di una mamma può tutto. G.B.
ANJA LA SEGRETARIA DI DOSTOEVSKIJ GIUSEPPE MANFRIDI romanzo
Bastano ventisei giorni a trasformare un’adolescente in una moglie? LA LEPRE EDIZIONI
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SUL PALCO
QUATTRO SECOLI
DI BELCANTO Carmela Remigio:
© Mirco Panaccio 2019
Make-up Giuseppe Tamburrini & Manuel Ian Ferro Gioielli Roberto Coin
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CARMELA REMIGIO INTERPRETA CAPOLAVORI DAL ’600 AL ’900 CON NATURALEZZA E CONTEMPORANEITÀ. «L’OPERA PARLA DI SENTIMENTI, DI AMORE, ODIO, FAMIGLIA, PER QUESTO SARÀ SEMPRE ATTUALE» di Bruno Ployer
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a un repertorio di opere composte nel corso di quattro secoli, dal ’600 di Monteverdi al ’900 di Stravinskij. È una soprano amata dal pubblico e premiata dalla critica, può vantarsi di essere stata scoperta dal grande Pavarotti. Carmela Remigio è una star internazionale del belcanto, ma anche un’artista moderna, alle prese con uno stile che sta cambiando, non solo vocalmente. «Sì, oggi noi viviamo il confronto con l’Opera attraverso l’attualità, c’è più attenzione al teatro anche nella vocalità», puntualizza la Remigio. C’è anche un’esigenza di maggiore naturalezza? Sicuramente. Tra le prime cose che ci vengono richieste ci sono la naturalezza, la normalità, essere attori e vivere il palcoscenico attraverso la musica e la voce. E come sta cambiando il pubblico della lirica? Positivamente, credo. È sempre più aperto a interpretazioni moderne dal punto di vista della regia e anche musicologico, grazie alle edizioni critiche. Esistono ancora le dive nella lirica? Il divismo non ci è permesso! Io non sono mai stata diva e questo non mi pesa. Dobbiamo essere dive in palcoscenico, ma fuori dalla scena dobbiamo e vogliamo restare donne che vivono nella contemporaneità. Anche le mie colleghe la pensano così. Cosa non vi permette di essere dive? Il sistema, perché non c’è più bisogno di fare la diva per essere rispettata. Ognuno ha un approccio diretto al suo lavoro. Il nostro ambiente è abbastanza chiuso, ricco di una vita che conosciamo solo noi che ci siamo dentro. E cosa pensa del recente proliferare di accuse di molestie sessuali rivolte da artiste contro importanti cantanti lirici? Mi sembra un accanimento a volte eccessivo da parte di chi denuncia. Io non ho mai vissuto questo tipo di cose, forse sono stata fortunata. Le definisco eccessive perché non ci sono processi in corso, altrimenti alzerei le mani. Sono accuse mediatiche contro direttori d’orchestra e grandi cantanti che hanno costruito una carriera onesta e che si trovano a mettere tutto in discussione per accuse tutte da provare. Il mondo della lirica non è da mettere in discussione, quindi? Trovo che in tutti i campi professionali ci possa essere un MeToo (movimento guidato da vittime di violenze sessuali, nato per espandere la denuncia e il dibattito globale sulle violenze stesse, ndr). Forse gli artisti vivono più allo scoperto, ma credo che sia opportuno dare il giusto peso a queste vicende fino a quando non ci saranno processi che verifichino atteggiamenti violenti. C’è anche da dire che i nostri colleghi a volte sono infantili e certi comportamenti potrebbero essere nati anche da momenti di leggerezza eccessiva. Comunque, queste accuse non dovrebbero mettere in cattiva luce la parte artistica di questi personaggi dello spettacolo. Carmela Remigio quest’anno torna come artista in residenza al Donizetti Opera, il festival con la direzione artistica di Francesco Micheli che Bergamo dedica, dal 12 novembre al 1° dicembre, al suo grande musicista vissuto nella prima metà dell’800. È la quinta edizione di una manifestazione nel segno della riscoperta delle opere donizettiane, anche dei
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SUL PALCO
Bozzetto di Lucrezia Borgia di G. Donizetti Festival Donizetti Opera 2019, regia Andrea Bernard, scene Alberto Beltrame © Gianfranco Rota/Fondazione Teatro Donizetti
titoli meno rappresentati, che porta avanti, oltre alle rappresentazioni nei teatri cittadini, un lavoro di ricerca scientifica sulle partiture. La soprano è la star del gala inaugurale e la protagonista di Lucrezia Borgia, nel nuovo allestimento con la regia di Andrea Bernard e la direzione d’orchestra di Riccardo Frizza (22, 24 e 30 novembre). Secondo lei, che compositore è Gaetano Donizetti? Lo definirei audace, per la sua epoca. Infatti, oltre al belcanto, mette nelle sue opere molto altro. Ai suoi tempi si dava risalto soprattutto alla vocalità degli interpreti, ma nei suoi lavori c’è anche tanto teatro e questa è un’anticipazione di ciò che è poi stato il grande Verdi. Donizetti è stato un tratto d’unione tra Mozart e Verdi. Quella ricerca della parola teatrale iniziata con Mozart, in Donizetti si sente prepotentemente e in Verdi è sviluppata al massimo. Ho cantato molte opere di Mozart e posso dire che ha un degno successore in Donizetti, che nell’800 era uno degli italiani più importanti nell’ambito culturale europeo. Il festival sta facendo un esemplare lavoro di restauro e riscoperta di questo compositore, che è stato nel tempo quasi depredato del suo stile: è stato portato verso il lirismo, quando in realtà è un artista pienamente ottocentesco. Le opere Lucia di Lammermoor ed Elisir d’amore sono da sempre in repertorio e dagli anni ’50 sono stati riscoperti i capolavori delle grandi regine (Anna Bolena, Maria Stuarda e la Elisabetta I di Roberto Devereux, ndr). Non trova che Donizetti richieda anche, soprattutto alle interpreti, di saper rendere le diverse sfaccettature dei personaggi? Proprio così. Le grandi scene per le primedonne sono il massimo di questo autore, che nella voce ti chiede il personag84
gio, l’emotività, la psicologia di queste protagoniste. Donizetti dà l’occasione a noi soprani di esprimerci al massimo per vocalità, teatralità e interpretazione. È bello oggi avere le edizioni critiche delle sue opere, perché ogni accento può cambiare il senso drammatico di una frase e del personaggio. Con queste edizioni Donizetti rinasce. Cosa ci dice del suo personaggio, Lucrezia Borgia, una donna dai tanti volti, spietata e capace di amare con tenerezza il figlio? È un thriller in cui regna il dolore di una madre che non ha potuto vivere suo figlio: lo ha dovuto abbandonare, lasciandolo a un pescatore per continuare la sua vita da privilegiata. Poi ci sono il marito geloso, il veleno e la morte: un grande romanzo. Viene fuori la donna sensuale, ma anche la madre. Lucrezia usa sia il veleno che il fascino al servizio di un cognome importante e del potere. Certo, è un melodramma e in qualche passo i comportamenti mi fanno sorridere. Però è tutto in funzione del belcanto e della musica. Donizetti dà a Lucrezia gli strumenti per diventare dolce, malinconica, diabolica, ironica. Trova qualcosa di attuale in Lucrezia e nelle altre protagoniste delle opere di Donizetti, o si tratta di personaggi letterari di un tempo ormai andato? Nell’Opera, guardandola con gli occhi di oggi, trovo sempre attualità, grazie anche ai registi. Con le realizzazioni contemporanee tutto questo diventa più facile. L’Opera parla di sentimenti: amore, odio, famiglia, cioè del nostro universo emotivo. Il sentimento non perderà mai attualità, anche se rispetto all’800 c’è un modo diverso di viverlo. Lei nel 1992 ha vinto il concorso canoro internazionale Pa-
carmelaremigio.net | teatrodonizetti.it
© Gianfranco Rota
varotti e successivamente ha cantato in duetto con lui in molte parti del mondo. Che differenza c’è tra un bravo tenore e Luciano Pavarotti? Potrebbe rispondere una moltitudine di persone che ha sentito cantare Pavarotti. Io posso dire che il colore della sua voce, da vicino, era così entusiasmante che ho capito il successo universale che ha avuto come artista. Che futuro vede per l’Opera? Abbiamo bisogno di aiuto dalla politica. I nostri teatri hanno difficoltà economiche, non c’è riconoscimento dello Stato per questa alta forma di cultura. Le sale sono spesso piene e questo dimostra l’interesse che c’è, ma l’incasso del botteghino non paga i costi degli allestimenti, nei quali lavorano centinaia di persone. È una grande azienda che porta lavoro e cultura. L’Opera è anche uno dei motivi per cui l’italiano viene parlato nel mondo. Tanti amanti della lirica all’estero studiano la nostra lingua per seguire il libretto. Artisticamente c’è ancora una tradizione lirica italiana? Certamente: ci sono tantissimi artisti, cantanti, direttori, registi e scenografi di altissimo livello. Spesso siamo costretti a lavorare all’estero, anche perché la carriera dev’essere internazionale, ma tutti desideriamo lavorare nella culla della nostra cultura. Noi italiani siamo e possiamo essere il massimo.
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Carmela Remigio in Anna Bolena (2015) © Gianfranco Rota/Fondazione Teatro Donizetti
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ARTE
LAW
&
ART
ECCO LE AVVOCATE DELL’ARTE CONTEMPORANEA: APPASSIONATE DI CULTURA, ESPERTE DI DIRITTO
HERE ARE THE LAWYERS OF CONTEMPORARY ART: PASSIONATE ABOUT CULTURE, EXPERTS IN LAW
di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com
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empre più imprese oggi decidono di diventare collezioniste di arte contemporanea, luoghi per esposizioni temporanee, per residenze artistiche o di incontri con gli artisti: tutti progetti aperti sia ai dipendenti che ai propri clienti e fornitori. Ma perché? Per una serie di buoni motivi. Per rafforzare l’immagine del proprio brand, per consolidare i rapporti con la propria business community e con i territori di riferimento, per potenziare la comunicazione esterna, per migliorare il benessere psico-fisico di chi opera quotidianamente in azienda e stimolarne le capacità di sviluppare nuove visioni, di leggere opportunità e trovare soluzioni innovative a problemi inediti. Skill che possono rappresentare un contributo decisivo nel ripensare prodotti e servizi aziendali, nell’innovare processi e relazioni industriali. Quella delle collezioni d’impresa di arte contemporanea è una tendenza che, da decenni, coinvolge gruppi industriali, banche, assicurazioni, ma che in questi ultimi anni si sta diffondendo a macchia d’olio anche tra i professionisti, a partire dagli studi legali. Emblematici tre studi, due milanesi e uno romano. Sono tre avvocati di successo. Anzi, tre avvocate: Annapaola Negri-Clementi, Maria Grazia Longoni Palmigiano e Luisa Melara. Elementi in comune? Semplici nello stile, sguardo fermo come le loro parole, lontane da ogni culto della personalità. Ed è in questo modo che si aprono alla mia intervista, per condividere la loro storia di legali dell’arte contemporanea. 86
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t is becoming increasingly popular for companies to become collectors of contemporary art, offer space for temporary exhibitions, host artistic residencies or meetings with artists: all projects open to employees, customers and suppliers. But why? For a series of good reasons. To boost their brand image, consolidate relations with their business community and their local areas, strengthen external communication, improve the psycho-physical wellbeing of those who work in the company on a daily basis and stimulate their ability to develop new visions, grasp opportunities and find innovative solutions to unprecedented problems. Skills that can make a decisive contribution to rethinking company products and services, and innovating industrial processes and relations. The trend in corporate contemporary art collections has been involving industrial groups, banks and insurance companies for decades, but in recent years it has also been spreading like wildfire among professionals, starting with law firms. Three firms, two in Milan and one in Rome, are emblematic. They are three successful lawyers. In fact, three lawyers: Annapaola Negri-Clementi, Maria Grazia Longoni Palmigiano and Luisa Melara. In common, they have a simple style, and a handshake as firm as their words, without any kind of personality cult. And this is how they welcomed my interview, as a chance to share their story as lawyers of contemporary art. “The Negri-Clementi law firm was founded in 2011 in Milan by my father, lawyer Gianfranco Negri-Clementi, an eclectic
«Lo studio legale Negri-Clementi è nato nel 2011 a Milano per impulso di mio padre, l’avvocato Gianfranco Negri-Clementi, un eclettico e curioso collezionista che iniziò ad acquistare opere d’arte negli anni ’70. Più la sua collezione prendeva forma e cresceva, più si accorgeva delle numerose problematiche legali a essa connesse. Tale convinzione lo portò a pensare di abbinare l’arte e il diritto con l’obiettivo di dare più ordine e chiarezza a un mercato spesso opaco e complesso. Siamo stati, infatti, uno dei primi studi legali in Italia a inserire al nostro interno un dipartimento dedicato al diritto dell’arte e all’art advisory. Il nostro motto, non a caso, era e rimarrà sempre “appassionati d’arte, esperti di diritto”», racconta con una punta di orgoglio Annapaola Negri-Clementi. E, visto che buon sangue non mente, continua a mantenere la collezione paterna viva e dinamica, in parte esposta, come in una vera e propria galleria d’arte, in ogni spazio utile del suo studio legale. «Per citarti alcuni nomi, ospitiamo opere di maestri storicizzati come Dorazio, Boetti, Bonalumi, Schifano, Arakawa, Santomaso, Pomodoro, Sironi, Chighine, Morlotti, Sol Lewitt, Mitoraj, che è stato un grande amico di papà, così come artisti viventi tra cui Fermariello, Bedini, Dusi, Ciulla, Na-
gatani, Maraniello, Arlati; e ancora, la Cracking Art, le fotografie di Maurizio e Giorgio Galimberti, Gianni Ricci Novara, Edoardo Romagnoli e Carlo d’Orta, gli oggetti di design di Ponti, Mondino e Sottsass». and curious collector who began to buy works of art in the 70s. The more his collection took shape and grew, the more he became aware of the many legal issues related to it. This conviction led him to think of combining art and law so as to bring more order and clarity to an often opaque and complex market. In fact, we were one of the first law firms in Italy to include a department dedicated to art law and art advisory. Our motto, not by chance, was and will always remain “art lovers, experts in law””, says Annapaola NegriClementi with a touch of pride. And, since good blood will out, she continues to keep her father’s collection alive and dynamic, partly on display, like in a real art gallery, in every available space in her law firm. “To name a few, we host works by past masters such as Dorazio, Boetti, Bonalumi, Schifano, Arakawa, Santomaso, Pomodoro, Sironi, Chighine, Morlotti, Sol Lewitt, Mitoraj (who was a great friend of Dad’s), as well as living artists including Fermariello, Bedini, Dusi, Ciulla, Nagatani, Maraniello, Arlati;
Annapaola Negri-Clementi
and again, Cracking Art, photographs by Maurizio and Giorgio Galimberti, Gianni Ricci Novara, Edoardo Romagnoli and Carlo d’Orta, design objects by Ponti, Mondino and Sottsass”. Also in Milan, Maria Grazia Longoni Palmigiano of LCA law firm is also a collector of contemporary art. Her passion has been distinguishing her for 25 years, with over 200 works to her credit (numerous photographs and many works by artists on feminist themes), some of which she has loaned to her firm. On display are
MILANO 185 FRECCE AL GIORNO/A DAY
L’opera di Igor Mitoraj, Sonno screpolato, bronzo 80x100x70 cm, presso lo studio legale Negri-Clementi di Milano A work by Igor Mitoraj, Sonno screpolato, bronze 80x100x70 cm, at the law firm Negri-Clementi in Milan 87
© Filippo Fortis
ARTE
Maria Grazia Longoni Palmigiano
Sempre a Milano, anche Maria Grazia Longoni Palmigiano dello studio legale LCA è una collezionista d’arte contemporanea. Passione che la contraddistingue ormai da 25 anni, con oltre 200 opere all’attivo (molte fotografiche e molti lavori di artiste su tematiche femministe), alcune date in comodato d’uso al suo studio. Dove sono in bella mostra opere di Franco Fontana, Nobuyoshi Araki, Barbara Kruger, Martha Rosler. «Anche da noi è presente un dipartimento di diritto dell’arte, istituito nel 2013 quando sono entrata come partner in LCA», mi spiega Maria Grazia. «È composto da commercialisti, avvocati civilisti, penalisti ed esperti in proprietà intellettuale. Oltre all’aspetto professionale, il progetto arte e diritto, che abbiamo
denominato Law is art!, prevede anche un’intensa attività espositiva e di formazione. Abbiamo organizzato seminari aperti al pubblico e workshop su invito, in cui trattiamo argomenti di interesse per i player del settore: tra questi, prestiti e acquisto delle opere, passaggio generazionale, corporate collections, blockchain e intelligenza artificiale applicate all’arte, e, in due occasioni, problematiche in materia fiscale. Ci legano rapporti di amicizia con molti artisti e in studio abbiamo ospitato mostre di Tatiana Trouvé e opere della Collezione Acacia (Associazione Amici Arte Contemporanea, di cui faccio parte con mio marito), lavori di Letizia Cariello, Chiara Camoni, Botto e Bruno, Franco Guerzoni, Silvia Camporesi, Silvio Wolf».
© Camilla Maria Santini
Project Room presso LCA Studio Legale. Tra le opere esposte, Chiara Camoni, Senza Titolo #18 (2015), terracotta policroma. Project Room at LCA law firm. Among the works on display, Chiara Camoni, Untitled #18 (2015), polychrome terracotta
works by Franco Fontana, Nobuyoshi Araki, Barbara Kruger, Martha Rosler. “We also have an art law department, established in 2013 when I joined LCA as a partner,” explains Maria Grazia. “It is composed of accountants, civil lawyers, criminal lawyers and experts in intellectual property. In addition to the professional aspect, the art and law project, which we have called Law is 88
art!, also includes a lot of exhibition and training activities. We have organized public seminars and workshops by invitation, in which we deal with topics of interest to the players in the sector: among them, loans and purchase of works, generational transfer, corporate collections, blockchain and artificial intelligence applied to art, and, on two occasions, problems in tax matters.
We are friends with many artists and in our offices we have hosted exhibitions by Tatiana Trouvé and works from the Acacia Collection (Associazione Amici Arte Contemporanea, of which I am a member with my husband), works by Letizia Cariello, Chiara Camoni, Botto and Bruno, Franco Guerzoni, Silvia Camporesi, Silvio Wolf.” In Rome, however, we find a rather
scrittori e altri, e la loro capacità di cambiare e far cambiare di continuo i punti di vista, privilegiando pensieri divergenti, laterali, diagonali. Perché la cultura e le arti alzano l’asticella del senso del possibile», spiega Luisa che, mentre parla, ha alle spalle alcune delle opere dei 14 artisti emergenti protagonisti del primo progetto di Arimondi Circle: Giuseppe Abate, Thomas Braida, Davide Bramante, Luca De Leva, Emmanuele De Ruvo, Pamela Diamante, Michele Gabriele, Silvia Giambrone, Corinna Gosmaro, Alessia Iannetti, Marta Mancini, Luana Perilli, Fabio Ranzolin, Vincenzo Schillaci. Viene da dire che aveva proprio ragione Bertolt Brecht: «Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere».
© Azzurra Primavera
A Roma, invece, il caso che raccontiamo è un po’ diverso. Luisa Melara, manager d’azienda e socio fondatore dello studio Melara & Partners, esperta di diritto societario e di crisi d’impresa, l’arte contemporanea l’ha inserita nel suo loft di Portonaccio, diventato sede del progetto Arimondi Circle: «Un ecosistema di comunità, una rete sinergica tra società civile, imprese, territori, università e centri di ricerca, dove si studiano e si realizzano progetti e azioni in cui la cultura e le arti sono all’interno delle funzioni e dei processi della vita pubblica ed economica. Di fronte alle incertezze e alle contraddizioni dei nostri tempi straordinari, ai cambiamenti repentini, alle sfide ma anche alle opportunità che ci attendono al varco, è necessario chiamare in causa gli artisti, visivi,
Luisa Melara
ROMA 206 FRECCE AL GIORNO/A DAY
© Omar Golli
Il loft di Portonaccio, a Roma, sede del progetto Arimondi Circle/The loft in Portonaccio, Rome, home of the project Arimondi Circle
different approach. Luisa Melara, company manager and founding partner of Melara & Partners, an expert in corporate law and business crisis, included contemporary art in her loft in Portonaccio, which became the headquarters of the Arimondi Circle project: “An ecosystem of communities, a synergistic network between civil society, businesses, territories, universities and research centres, where projects and activities are planned and carried out to involve culture and the
arts within the functions and processes of public and economic life. Faced with the uncertainties and contradictions of our extraordinary times, the sudden changes, the challenges but also the opportunities that await us, we need to appeal to artists (visual artists, writers, etc.) and their ability to constantly change and make others change points of view, encouraging divergent, lateral, diagonal thinking. Because culture and the arts raise the bar for the sense of what is possible,” explains Luisa who, as
she speaks, has some of the works of the 14 emerging artists protagonists of Arimondi Circle’s first project behind her: Giuseppe Abate, Thomas Braida, Davide Bramante, Luca De Leva, Emmanuele De Ruvo, Pamela Diamante, Michele Gabriele, Silvia Giambrone, Corinna Gosmaro, Alessia Iannetti, Marta Mancini, Luana Perilli, Fabio Ranzolin, Vincenzo Schillaci. You could say that Bertolt Brecht was right: “All the arts contribute to the greatest art of all: the art of living.” 89
ARTE
U B U NTU
UNA PAROLA AFRICANA, CHE SIGNIFICA “IO SONO PERCHÉ NOI SIAMO”, RACCHIUDE IL SENSO DELLA MOSTRA DI GIANLUIGI COLIN A PARMA. UN DIALOGO CON I GRANDI ARTISTI CONTEMPORANEI di Giuliano Papalini - paepa2010@libero.it
Gianluigi Colin Democracy (2008-2019) Stampa con pigmenti naturali su carta da quotidiano manipolata/Print with natural pigments on textured newspaper 175x290 cm
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Il mare di Alan (2019) Stampa con pigmenti naturali su carta da giornale manipolata/Print with natural pigments on textured newspaper 200x850 cm Courtesy dell’artista/Courtesy of the artist
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ialoga con i grandi maestri del contemporaneo che hanno segnato la sua ricerca artistica Gianluigi Colin, in mostra a Palazzo del Governatore di Parma fino al 1° dicembre. Curata da Arturo Carlo Quintavalle, l’esposizione Costellazioni familiari - Dialoghi sulla libertà è un indiretto omaggio al celebre dipinto di Max Ernst, Au rendez-vous des amis (1922), e segue un percorso che si sposa perfettamente con la personalità dell’artista friulano, capace di fondere con visionaria maestria immagine e parola, ricerca artistica e informazione culturale, invenzioni intorno alla fotografia e complesse installazioni. Colin, apprezzato artista visivo, art director del Corriere della Sera e cover editor del supplemento culturale La Lettura, in questa mostra mette in luce il suo impegno civile attraverso l’accostamento di linguaggi e scelte di altri grandi artisti come Getulio Alviani, Aurelio Amendola, Nanni Balestrini, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Uliano Lucas, Brigitte Niedermair, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Mimmo Rotella, Mario Schifano, solo per citarne alcuni. «Volevo inventare qualcosa di radicalmente diverso dalla classica retrospettiva. Raccontare la mia storia senza isolarla dal percorso delle persone con cui ho dialogato e che mi sono state accanto, anche se hanno preso strade diverse», spiega Colin. «Questa è una mostra autentica, che comprende la mia vita, gli amici con cui parlo di arte e quelli con cui bevo un bicchiere di vino. Per me l’artista non deve chiudersi nel suo atelier a creare l’opera assoluta, perché l’arte deve vivere nella realtà, ascoltare le voci del mondo, essere dentro la storia. E porre delle domande. Questa 91
ARTE
Welcome (2019) Polittico con pigmenti naturali su carta da quotidiano/Polyptych with natural pigments on newspaper 160x240 cm
avventura – aggiunge Colin – mette insieme 30 anni di relazioni e affetti importanti. C’è una parola africana che sintetizza il senso di coesione, di lealtà e solidarietà dello stare insieme: ubuntu, che significa “io sono perché noi siamo”. Il senso profondo di questi dialoghi sulla libertà è racchiuso in queste parole». Un’installazione dedicata al tema della memoria e della storia funge da incipit di un percorso espositivo articolato in un prologo e quattro parti, ognuna delle quali indaga un tema specifico, individuato da parole chiave. L’incipit è un grande intervento che rappresenta le onde del mare; sul pavimento sono disposte lastre metalliche come quelle utilizzate per la stampa dei quotidiani, sulle quali il pubblico è invitato a camminare. Dietro, l’immagine apparentemente rassicurante del mare, ma il cui titolo conferisce all’opera il suo tragico senso: Il mare di Alan. Quel mare è infatti solo un dettaglio della fotografia che riprende Alan Kurdi, il bambino siriano trovato morto nel 2015 su una spiaggia della Turchia. Il prologo è costituito 92
da un telo attraversabile su cui scorre la proiezione di un flusso ininterrotto di foto d’agenzia. Sono i fatti del mondo del 12/12/12: 24 ore di immagini di cronaca del giorno che, secondo la leggenda Maya, avrebbe segnato la fine del mondo. La prima sezione, Presente storico, affronta il tema del rapporto tra figurazione e memoria con un viaggio tra cronaca e storia dell’arte. Nella seconda sezione, Wor(l)ds, Colin tocca il tema del tempo sospeso attraverso una duplice riflessione, sulla classicità e il mito e sul sistema dell’informazione. Impronte del presente è invece dedicata ai Sudari, serie recente di opere astratte, molte delle quali inedite, ottenute dai tessuti utilizzati per pulire le rotative dei quotidiani, vere e proprie roto-pitture. Sacche di resistenza, l’ultima sezione, è rivolta a investigare il rapporto di Colin con la politica. I volti deformati dei politici italiani in campagna elettorale e quelli di protagonisti della scena internazionale vengono riproposti con violenza brechtiana, in un teatro carico di amara ironia. comune.parma.it/cultura | colin.it
AN AFRICAN WORD, WHICH MEANS “I AM BECAUSE WE ARE”, HOLDS THE MEANING OF THE EXHIBITION BY GIANLUIGI COLIN IN PARMA. A DIALOGUE WITH GREAT CONTEMPORARY ARTISTS
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dialogue with the great masters of the modern world who influenced the artistic development of Gianluigi Colin is on show at the Palazzo del Governatore in Parma until 1 December. Curated by Arturo Carlo Quintavalle, the exhibition Costellazioni familiari - Dialoghi sulla libertà is an indirect homage to the
famous painting by Max Ernst, Au rendez-vous des amis (1922). It follows an approach that fits in perfectly with the personality of the Friulian artist, who with vision and skill is able to combine pictures and words, artistic development and cultural information, inventions related to photography and complex installations. In the show, Colin – a renowned visual artist, art director at Corriere della Sera newspaper and cover editor of the cultural supplement La Lettura – draws attention to his social commitment as he compares the language and decisions made by other great artists such as Getulio Alviani, Aurelio Amendola, Nanni Balestrini, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Uliano Lucas, Brigitte Niedermair, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Mimmo Rotella and Mario Schifano, just to name a few. “I wanted to come up with something that was radically different to the classic retrospective. Telling my story without isolating it from the route taken by people with whom I have had a dialogue, and who have been close to me, even though they have taken different paths,” Colin explains. “This is an authentic exhibition, which covers my life, the friends with whom I discuss art and those with whom I share a glass of wine. I believe that artists should not close themselves up in their studios to create the perfect piece of work, because art has to live in reality, listen to the voices of the world, and be part of history. And ask questions. This adventure,” he adds, “brings together thirty years of important relationships and emotions. There is an African word which expresses the sense of cohesion, loyalty and solidarity that comes from being together: “ubuntu”, which means “I am because we are.” The essence of this dialogue on freedom is encapsulated by this word.” An installation that is dedicated to the theme of memory and history is the opener to an exhibition that consists of a prologue and four parts, each of which looking into a specific issue that is identified by a keyword. The opening piece is a large work that represents waves on the sea; metal plates like those used in printing newspapers are arranged on the floor, and visitors are invited to walk on them. Behind there
is an outwardly reassuring image of the sea, but its title gives the work its tragic sense: Il mare di Alan. That sea is indeed just a detail of the photo that includes Alan Kurdi, the Syrian child who was found dead on a Turkish beach in 2015. The prologue is made up of a fabric sheet visitors can walk through, with an uninterrupted sequence of agency photos projected onto it. They show what was happening in the world on 12/12/12 – twenty-four hours of news images from the day which, according to the Mayan legend, was to have marked the end of the world. The first section, Presente storico, tackles the issue of the relationship between representation and memory, with a journey between
news items and the history of art. In the second section, Wor(l)ds, Colin touches on the issue of suspended time through a double reflection, on classicism and legend, and on information systems. Impronte del presente is dedicated to the Sudari, a series of recent abstract works, many of which unpublished, created using the fabric used to clean printing newspapers presses: true rotogravure pictures. Sacche di resistenza, the last section, focusses on Colin’s relationship with politics. The deformed faces of Italian politicians during electoral campaigns, and those of key international figures, are reworked with Brecht-like violence, in an arena full of bitter irony.
Mimmo Rotella Pace e profezia (2003) Décollage 72x50 cm Collezione privata/Private Collection
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CINEMA
SCUOLA D’ASPROMONTE VALERIA BRUNI TEDESCHI È LA MAESTRA GIULIA, CHE ARRIVA DAL NORD IN UN PAESINO DELLA CALABRIA, DOVE, NEGLI ANNI ’50, NON C’È QUASI NULLA. CON I SUOI ABITANTI CONDIVIDE PERÒ L’ASPIRAZIONE ALLA LIBERTÀ E ALLA CONOSCENZA di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it In queste pagine alcune scene tratte dal film Aspromonte di Mimmo Calopresti, con Valeria Bruni Tedeschi Photo @ Nazareno Migliaccio Spina
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bbaiare, belare, ragliare. La conoscenza e la libertà possono partire anche da piccoli gesti, come quello di esprimersi nel verso dell’animale preferito. In una scena di Aspromonte la maestra Giulia chiede ai suoi bambini proprio questo, regalando a ognuno di loro un sorriso e un momento di libertà. L’opera di Mimmo Calopresti, al cinema dal 21 novembre, ambientata nella Calabria del sud negli anni ’50, è un omaggio alla gente semplice e nello stesso tempo visionaria che, pur vivendo in un posto sperduto d’Italia, lotta per i diritti fondamentali. Dal mondo esterno arrivano solo l’aiuto e la comprensione di un’insegnante, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, che conferma la scelta di un ruolo impegnato, al fianco di un eccezionale Marcello Fonte. Molti sono gli oggetti, le figure e gli strumenti che animano il film: per esempio la strada, il medico che nel paesino non c’è, il mappamondo che il tuo personaggio porta in classe. Quali sono fondamentali per la narrazione? Penso che la strada sia l’elemento poetico, politico ed estetico più importante. Il mappamondo, invece, dà la possibilità ai miei alunni di guardare altrove e aprirsi al mondo esterno attraverso un viaggio dell’immaginazione e della conoscenza. Grazie alla conoscenza si può inventare, essere felici, forti e, soprattutto, rendere possibili cose impossibili. Viaggiare con l’immaginazione è un tema attuale e universale. La differenza tra la protagonista e gli abitanti di Africo la fanno il suo modo di vestire, i capelli biondi, la sigaretta,
il fatto che parli in italiano e non in dialetto. Ma Giulia ha anche elementi in comune con i suoi nuovi compaesani? In effetti è un’estranea, si presenta senza vergogna né finzioni. Arriva lì con la sua solitudine, forte e profonda, e con un mistero legato al suo passato. Nello stesso tempo, però, non ha paura di fondersi nel loro mondo, superando resistenze e pregiudizi. Per esempio cammina a piedi scalzi come loro. E il bacio strappato a Giulia da uno di loro è uno dei momenti di condivisione? No, viene da un semplice slancio e da un riconoscimento nell’altra di qualcosa di familiare. È una grande storia d’amore, anche se solo accennata. Perché la miseria non permette di vivere questo sentimento in pieno. Torniamo al ruolo della maestra. Il film è ambientato negli anni ’50, ma quanto ancora oggi in una società così complessa e veloce nei cambiamenti è importante la scuola per la formazione dell’adulto? Moltissimo. La riflessione sulle riforme e le filosofie che propongono una scuola intelligente e moderna sono essenziali per costruire una società sana. La scuola ha la possibilità di infondere passione, gli insegnanti possono cambiare la vita ai piccoli con la letteratura e la matematica, ma anche con l’invito a immaginare. Per esempio, trovo che Maria Montessori sia un personaggio significativo: i valori da lei enunciati, su cui si fonda la vita e l’organizzazione della giornata del bambino, sono geniali. C’è il rispetto dei
Il cast del film Aspromonte. A partire dal terzo a sinistra: Francesco Colella, Marcello Fonte, Valeria Bruni Tedeschi e Sergio Rubini
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CINEMA
desideri del piccolo e il rispetto che anche lui deve agli altri. Nella storia c’è poi il tema del potere violento che prevale sui deboli e sulle istituzioni, a tutti i costi. È la forza dei sistemi mafiosi ancora esistenti? Il film è purtroppo tristemente attuale, ha la potenza di essere moderno. Una frase del film recita «i libri fanno viaggiare le parole» e, possiamo aggiungere, contribuiscono alla conquista della libertà. Per te viaggiare cosa significa? Non amo farlo da turista, provo imbarazzo. Mi piace farlo quando lavoro. Se mi trovo in un paese o in una città per motivi legati alla mia professione mi sento legittimata. Avendo una figlia, però, penso che forse prima o poi dovrò visitare i luoghi anche da turista. Per ora ci limitiamo a sognare delle destinazioni. Quali caratteristiche dell’Aspromonte ti hanno colpita? Non è come andare in vacanza. Parlando con la gente ho
CINE FESTIVAL
conosciuto problemi sociali seri di chi vive in quei luoghi. Ma ho apprezzato anche la bellezza dei posti, vista ancora meglio attraverso il cinema. Senza le scene girate sono cieca, con le riprese invece mi si aprono gli occhi e osservo molto. Infine, qualche parola su Marcello Fonte, il Poeta, personaggio eccezionale, sognatore…
IN SALA
È meraviglioso, io e il resto del cast siamo rimasti abbagliati da lui, dal suo senso di verità e libertà. È un Charlie Chaplin. Dopo questo film ho lavorato di nuovo piacevolmente con Mimmo Calopresti, il regista. Uno dei miei principali obiettivi è cercare un senso al mio lavoro e alla mia vita. Ritrovarmi al fianco di persone care mi aiuta a trovarlo.
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Novembre ricco per i cinefili. Si inizia con il Fashion Film Festival di Milano, la kermesse dedicata in particolare ai corti di moda, dal 7 al 10 novembre, con accesso gratuito per coinvolgere anche i giovani. Firenze ospita, invece, l’Arte Film Festival, dal 12 al 17, con un ricco programma di anteprime di film d’artista, documentari, incontri, eventi speciali e una mostra di under 35, fino al 1° dicembre a Palazzo Strozzi. È la 25esima edizione, invece, per il Medfilm Festival, il cinema del Mediterraneo a Roma: una festa delle culture, dall’8 al 21, in diversi spazi della Capitale. Sempre a Roma, dal 16 al 20 novembre, il Pitigliani Kolno’a Festival dedicato all’ebraismo e a Israele nel cinema. Grande appuntamento infine, dal 22 al 30, con il 37esimo Torino Film Festival: la kermesse apre con Jojo Rabit di Taika Waititi e rende omaggio allo scrittore Mario Soldati. fashionfilmfestivalmilano.com schermodell’arte.org | medfilmfestival.org pitiglianikolnoafestival.it | torinofilmfest.org
Novembre, primi freddi e giornate corte, mese ideale per andare al cinema. Dal 30 ottobre c’è l’occasione di vedere insieme Toni Servillo e Dustin Hoffman, che interpretano L’uomo del labirinto, il nuovo film di Donato Carrisi, tratto dal suo romanzo omonimo. Dal 7 novembre Hustlers. Le ragazze di Wall Street segna il ritorno sul grande schermo di Jennifer Lopez: tratto da una storia vera, racconta di un gruppo di spregiudicate spogliarelliste newyorchesi che uniscono le loro forze per derubare ricchi broker di Wall Street. Risate garantite, poi, con Antonio Albanese, dal 21 novembre in sala con Cetto c’è senzadubbiamente. Lo spassoso personaggio Cetto la Qualunque, di cui si erano perse le tracce, oggi vive in Germania dove, smessi i panni da politico, è un imprenditore che considera la mafia un marchio di qualità.
© 2019 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.
COM’È DIFFICILE ESSERE MORTICIA VIRGINIA RAFFAELE PRESTA LA VOCE ALLA MAMMA DELLA FAMIGLIA ADDAMS NEL FILM D’ANIMAZIONE CHE ESCE IL 31 OTTOBRE di Gaspare Baglio
© Alessandro Dobici
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gasparebaglio
n cima a una nebbiosa collina del New Jersey svetta la fatiscente dimora della Famiglia Addams, protagonista del cartoon in cui è costretta ad affrontare Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality show, ossessionata dalla perfezione della vita suburbana. Cast d’eccezione per le voci italiane del film d’animazione, nelle sale dal 31 ottobre: da Pino Insegno che fa parlare Gomez alla nonna interpretata da Loredana Bertè, da Zio Fester con la voce di Raul Bova fino all’intrigante Morticia impersonata da Virginia Raffaele, una delle più talentuose e brillanti attrici italiane. Conoscevi già gli Addams? Hanno sempre fatto parte del mio immaginario: guardavo il telefilm da piccolina e questa operazione la trovo molto interessante. Come mai? Perché forse gli adolescenti di adesso non conoscono questa pazza famiglia. Portarla sul grande schermo in versione cartoon è stata una bella idea, anche per comprendere meglio la loro comicità un po’ scorretta. Tu presti la voce a Morticia. Che personaggio è?
Ha un po’ tutto sotto controllo, ma nonostante le stranezze è molto materna. Morticia è quella che comanda in casa, a portare i pantaloni è lei. Inoltre è la più sobria, nonostante si intuisca la sua follia. Del resto, per stare in una famiglia del genere, po’ pazza lo deve pur essere. In un mondo a colori, gli Addams sono quelli in bianco e nero. In cosa ti assomiglia? Nei capelli (ride, ndr). A livello caratteriale non saprei, anche se è molto sentimentale nei suoi atteggiamenti. Proprio nessuna analogia? Ho trovato delle punte ironiche simili alle mie. Non è lontana da me per alcune battute. Ti ha divertito questa esperienza? Moltissimo! Amo da sempre i cartoni animati e, crescendo, li apprezzo ancora di più: sono una grande scuola di tempi comici. Ho caratterizzato il personaggio, creando una voce per Morticia. Il doppiaggio è molto difficile, ma era troppa la voglia di diventare la protagonista di un cartoon. virginiaraffaele virginiaraffaeleofficial VirgiRaffaele
FRECCIAROSSA, SI GIRA! Ciak in Frecciarossa per due pellicole italiane tutte da ridere. È già nelle sale Il giorno più bello del mondo, di e con Alessandro Siani. Al centro della vicenda un giovane senza un soldo che riceve in eredità due bambini, uno dei quali con poteri magici. Tutto fantastico, se non fosse che il piccolo è ricercato da un gruppo di scienziati. Il 14 novembre sul grande schermo arrivano i ghostbusters italiani capitanati da Christian De Sica, attore e regista di Sono solo fantasmi. Protagonisti tre fratellastri che, per sbarcare il lunario, cavalcano le superstizioni e si spacciano per acchiappafantasmi. 97
CINEMA
IL CINEMA DEI PAPI COMPIE 60 ANNI N di Dario Edoardo Viganò
e di cultura». Quella della Filmoteca Vaticana e del cinema dei Papi, la cui rilevanza simbolica ha spesso finito per identificare la Filmoteca stessa (qui alcuni pontefici come Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno personalmente assistito a varie proiezioni), è una vicenda affascinante che, a 60 anni dalla sua istituzione, meritava di essere conosciuta e raccontata. Il volume Il cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana, frutto di una ricerca per la quale ho attinto a carte mai prima esplorate degli archivi vaticani, entra dentro questa storia e svela la genesi e i primi passi di una istituzione di conservazione cinematografica unica nel suo genere. Una storia di sfide ambiziose tutt’ora in atto: in fondo Giovanni XXIII, con l’istituzione di questo nuovo ente vaticano,
© Vatican Media
el cuore del Vaticano, a pochi passi dalla Domus Sanctae Marthae, dove risiede papa Francesco, esiste una piccola sala di proiezione, non a tutti conosciuta, che può essere definita il cinema dei Papi. La saletta di appena 54 posti fu infatti allestita nel 1948 da papa Pio XII, al piano terra di Palazzo San Carlo, come struttura di servizio per la revisione cinematografica delle pellicole, per divenire poi parte integrante della Filmoteca Vaticana, che Giovanni XXIII inaugurò il 16 novembre 1959 col compito di raccogliere e conservare in essa, come recita il suo statuto, «film e registrazioni che hanno attinenza alla vita della Chiesa», sulla scia della «secolare tradizione della Santa Sede di accogliere i più notevoli documenti di storia
Dario Edoardo Viganò tra gli archivi della Filmoteca Vaticana
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Marietti Editore, pp. 176 € 13
indicò al mondo che per l’illustrazione della bimillenaria storia della Chiesa nel tempo presente non erano ritenuti più sufficienti gli innumerevoli documenti scritti conservati dall’Archivio Segreto Vaticano e dalla Biblioteca Apostolica, né i tesori d’arte dei Musei Vaticani, ma che occorresse uno sforzo di adeguamento ai linguaggi della modernità anche per il patrimonio archivistico e storico-documentario che potesse consentire agli storici del futuro di rileggere la storia del cattolicesimo otto-novecentesco in tutta la sua complessità. Ma anche una storia capace di rivelare i complessi meccanismi che hanno condotto i pontefici e la Santa Sede a ridisegnare le coordinate attraverso le quali esercitare la loro missione nell’era dei media di massa. La nascita della Filmoteca Vaticana si colloca esattamente al crocevia di una transizione nel rapporto tra la Chiesa e i media (che da difensivo si fa aperto e propositivo) che solo l’evento del Concilio Vaticano II avrebbe contribuito a completare.
COSTUME
ONCE UPON A TIME CON L’USCITA DI FROZEN 2 SI RISCOPRONO I MODELLI FEMMINILI DISNEY. DALLA SORELLANZA TRA DONNE ALLA SIRENETTA NERA morricocecili
© 2019 Disney. All Rights Reserved
di Cecilia Morrico
Una scena del film Frozen 2 - Il Segreto di Arendelle
S
i è dovuto aspettare un po’, circa sei anni, perché tornassero i paesaggi di ghiaccio e le luci incantate del premio Oscar Frozen. Dopo il successo del 2013 si era spesso parlato di un sequel da parte dei Walt Disney Studios, e alla fine i registi Jennifer Lee e Chris Buck hanno accontentato il pubblico: il 22 novembre arriva nei cinema Usa e mercoledì 27 in Italia Frozen 2 - Il Segreto di Arendelle: la magica regina Elsa parte insieme alla sorella Anna, al giovane Kristoff, al pupazzo di neve Olaf e alla renna Sven per un viaggio pericoloso ma straordinario verso l’ignoto oltre Arendelle, per scoprire una verità nascosta sul suo passato. Le risposte che cerca, però, mettono in pericolo 100
il suo regno e, se in passato Elsa temeva che i suoi poteri fossero troppo grandi per essere accettati dal mondo, ora deve sperare che siano abbastanza forti per salvarlo. Si ipotizza un nuovo trionfo al botteghino, con annesso revenue dal merchandising Disney, Lego, Original Marines e di altri marchi. Ma il vero successo lo ottengono le due protagoniste della pellicola in computer grafica, ormai d’esempio per ogni bambina. Al contrario delle Biancaneve, Cenerentole e Belle addormentate che vengono salvate da un damerino in groppa a un destriero, Elsa e Anna rappresentano il nuovo emblema femminile di casa Disney, in cui la sorellanza è più importante di un principe azzurro e la corona
la si porta da sole. Un sentore che aleggiava nell’aria da tempo, basti pensare che nel novembre 1989, esattamente 30 anni fa, una principessa munita di una lucente coda
Original Marines caspule collection Frozen 2
© Scott Dudelson/Getty Images
di pesce salvava dalle onde di una tempesta il suo futuro sposo. Era La Sirenetta, non solo capace di risollevare i conti della Disney – preceduta dai minori Oliver & Company (1988), Taron e la pentola magica (1985) e Red e Toby (1981) – ma anche ultimo lungometraggio a non aver usato la computer grafica. Ariel segna una rottura rispetto ai vecchi stereotipi delle principesse: capelli rossi, occhi grandi e una certa nonchalance nel mostrare le forme. Anche La Sirenetta, come le due eroine di Frozen, ha sorelle con le quali teoricamente dividere il regno degli abissi, ma sfida l’autorità del padre per la propria indipendenza. Così la major cinematografica comincia a portare sul grande schermo modelli moderni e controcorrente: Belle de La Bella e la Bestia (1991), capace di rifiutare il più affascinante del
Halle Bailey Charms Disney x Pandora - La Sirenetta
villaggio per un amore celebrale con un mostro che poi si rivela essere signore del regno; poi l’anticonformista per antonomasia, Jasmine di Aladdin (1992), figlia del sultano che vuole sfuggire alla sorte di principessa, per arrivare a Mulan (1998), che si traveste da uomo per salvare la Cina. E, ancora, la ristoratrice Tiana del film La principessa e il ranocchio (2009), l’irriverente Rapunzel (2010) e la navigatrice maori Vaiana di Oceania (2016). Una lunga gallery, dove ogni giovane spettatrice può scegliere la sua icona preferita senza il timore che la parola principessa assuma un connotato negativo. Più che fiabe, infatti, i capolavori Disney si avvicinano ad action movie in gonnella: tornando alla capostipite della nuova rotta, La Sirenetta, oltre a festeggiare i suoi primi 30 anni con versione rima-
sterizzata del dvd e capsule collection, invade anche gli ultimi rotocalchi per il cast della futura trasposizione in film del cartoon. Le riprese non sono ancora iniziate, ma la pellicola fa già tanto parlare di sé, dalla regia affidata a Rob Marshall, dopo la sua collaborazione con Disney per Il ritorno di Mary Poppins (2018), alla protagonista femminile che ha il volto dell’artista afro-americana Halle Bailey. Ariel sembra nuovamente rompere gli schemi, superando il modello di bellezza occidentale. Per scoprire se casa Disney ha fatto centro un’altra volta bisognerà aspettare ancora un anno, ma intanto per questo Natale lasciamoci trascinare nuovamente tra le nevi di Frozen.
BUON COMPLEANNO PAPERINO Non solo principesse. Il 2019 celebra l’85esimo anniversario del papero più famoso del mondo. Donald Duck, o Paolino Paperino in Italia, appare per la prima volta il 9 giugno 1934 nel cortometraggio intitolato The Wise Little Hen (La gallinella saggia), mostrando già tutta la sua saggia umanità. Il personaggio Disney è infatti tra i più amati perché molto reale, con le sue sfuriate, le sfortune, le risate scanzonate e la forza di non arrendersi mai. A lui sono state dedicate molte collezioni: Original Marines propone una capsule per bambini e bambine, Hip Hop Watches gli rende omaggio con un orologio e Calzedonia crea la line Minime per madre e fi glia, con leggins e calze.
Collezione Minime Calzedonia 101
SOCIETÀ
LUOGHI CHE RACCONTANO STORIE DAL 7 AL 10 NOVEMBRE VARESE OSPITA GLOCAL, IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO DIGITALE CHE IN QUESTA EDIZIONE SI CONCENTRA SU COME NARRARE I TERRITORI TRA ARTICOLI, POST E CONTRIBUTI SOCIAL
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insegna a realizzare un podcast di qualità, mentre un focus sui big data suggerisce come analizzare i numeri e i flussi turistici per interpretare l’andamento del settore e individuare una strategia di comunicazione mirata. Sabato 9 viene presentato il progetto Gioconda, che coinvolge università e istituzioni per la raccolta e la messa a disposizione degli open data in un’unica piattaforma. Lo stesso giorno si affronta il tema dell’architettura dell’informazione e della progettazione dell’ambiente fisico-digitale dove offrire le notizie. Si ragiona sui nuovi linguaggi del turismo, dai pezzi alle storie di Instagram, domenica 10. Tra gli speaker Alessan-
dra Favaro, giornalista e curatrice di Va’ a quel paese, travel blog sulle piccole località, che rivolge particolare attenzione al turismo lento, sostenibile, ai prodotti locali e alle nuove tecnologie utili ad accrescere le esperienze di viaggio. «Ho aperto il mio blog una decina di anni fa, dopo uno stage in una web agency di Milano. All’epoca pagavano pochissimo i contributi scritti, quindi decisi di creare uno spazio mio dove esprimermi liberamente, senza vincoli», ricorda Alessandra. Da un moto di ribellione verso il sistema tirannico della scrittura online, è nata poi una vera e propria professione: «Sono una viaggiatrice e ricercatrice di storie, le tiro fuori da piccoli posti. General-
© Kordula Vahle – Pixbay/ Farknot Architect/AdobeStock
hi scrive di viaggi non solo può riuscire a portare con sé centinaia di lettori, ma può influenzare anche il destino di un luogo. Glocal, il festival di giornalismo digitale in programma a Varese dal 7 al 10 novembre, riflette proprio su questo tema. Giornalisti, scrittori, blogger ed esperti dell’informazione si confrontano sulle nuove frontiere della narrazione di viaggi, destinazioni e cammini. Giovedì 7 si tengono una serie di panel su come il giornalismo e i social network possono raccontare il patrimonio archeologico, le piste ciclabili e i sentieri metropolitani. Si parla anche di beni comuni e di come narrare i territori a partire dai legami sociali. Venerdì 8 un workshop
di Serena Berardi - s.berardi@fsitaliane.it
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© Matteo Finazzi
mente non scrivo di grandi città, a parte quando trovo una microtipicità che mi colpisce oppure un quartiere popolare caratteristico». Alessandra è convinta che la narrazione possa cambiare il destino di un posto: «Si può andare dietro a luoghi comuni e confermare le impressioni da cartolina. Oppure si può scavare in profondità, descrivere
re il Seo». La regola della scrittura sul viaggio è unica e universale: «Si devono fornire informazioni vere, complete, aggiornate. Preziose per il pubblico. E le opinioni devono essere autorevoli. Se uno non ha argomenti, non ha nulla da dire né sulla carta, né sul web, né sui social». festivalglocal.it festivalglocal
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un contesto peculiare e farlo diventare un caso. Si possono raccogliere le testimonianze di persone straordinarie, svelare angoli sconosciuti, puntare i riflettori su tradizioni lontane». Va’ a quel paese spazia dalle vigne e dal pane millenario, con ricetta ricavata sulla base dei ritrovamenti archeologici di Angera nel varesotto, ai cappelli di paglia confezionati dagli artigiani di Montappone in provincia di Fermo, fino al museo e al raduno internazionale dedicato agli spazzacamini a Santa Maria Maggiore, nella Valle Vigezzo in Piemonte. Le nuove tecnologie aiutano Alessandra a far entrare il lettore in quelle realtà, a mostrare con foto e video
quello che catturano i suoi occhi e le sue orecchie: «Quando ho iniziato io, il digitale e i social erano solo un’eco. Si ripeteva quello già scritto negli articoli. Oggi i contenuti multimediali sono fondamentali e i social indispensabili perché permettono d’interagire e comunicare un’esperienza nel momento stesso in cui la si sta vivendo». Favaro, nel suo intervento al Glocal, dispensa pure consigli su come costruire travel stories efficaci su Instagram: «Non bisogna dare l’impressione di voler vendere un prodotto. L’utente vuole dritte utili». Anche se nello storytelling digitale c’è il rischio di un appiattimento nello stile e nella qualità dell’informazione: «Se, all’interno di un articolo o un post, si scrive nel titolo “Dove andare a mangiare a Palermo spendendo poco” o “Le cinque cose da vedere a Palermo” e poi s’inseriscono tante parole chiave nel testo, sicuramente questo verrà indicizzato bene dai motori di ricerca. Tuttavia non si devono riempire paragrafi con una serie di banalità per compiace-
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© Agnese Bedini
SOCIETÀ
POVERA ITALIA BASTA CIBO SPRECATO IL BANCO ALIMENTARE TENTA DI RIMEDIARE A UN TERRIBILE PARADOSSO: CINQUE MILIONI D’ITALIANI VIVONO SOTTO LA SOGLIA DELLA POVERTÀ MA IL 30% DEGLI ALIMENTI FINISCE NELLA SPAZZATURA. PAROLE D’ORDINE: EVITARE LO SPRECO, TUTELARE L’AMBIENTE E PROMUOVERE IL CONSUMO RESPONSABILE di Peppe Iannicelli
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a povertà ha molti volti. La fame è difficile da credere e descrivere. Francesco vive a Milano. È separato da quattro anni, due figli minorenni. Un onesto stipendio da impiegato basta a malapena per pagare l’affitto del monolocale dove vive, della casa coniugale e gli alimenti. Salta spesso i pasti. Luisa è una madre sola che vive a Bari con un figlio adolescente. La fabbrichetta dove lavorava ha chiuso all’improvviso per la crisi economica. Si arrangia con qualche lavoretto, ma alcuni giorni non va a fare la spesa: non ha neanche 5 euro per acquistare latte e pane. I dati Istat sono impietosi: 1.800.000 famiglie (7% del totale) e 104
cinque milioni di persone (8,4%) vivono sotto la soglia di povertà. Pensionati al minimo, famiglie monoreddito con figli minori oppure con disabili o invalidi, coniugi separati, cinquantenni licenziati. Eppure, il 30% del cibo prodotto, acquistato, ordinato finisce nella spazzatura. Uno spreco condannato anche da papa Francesco nell’udienza privata concessa per i 30 anni del Banco Alimentare: «Scartare cibo significa scartare persone. E oggi è scandaloso non accorgersi di quanto il cibo sia un bene prezioso e di come tanto bene vada a finire male». Un paradosso al quale la Fondazione Banco Alimentare Onlus, che celebra
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© Agnese Bedini
nel 2019 il 30esimo anniversario, cerca di porre rimedio. L’organizzazione è capillare, diffusa su tutto il territorio nazionale: attraverso le sedi operative regionali, 100 dipendenti e 1.800 volontari, in sinergia con 7.569 strutture caritative, sono impegnati nel recupero di cibo e bevande con le quali sono confezionati i pacchi alimentari destinati alle persone e alle famiglie bisognose. Nel 2018 a un milione e mezzo di poveri sono state distribuite 90mila tonnellate di alimenti recuperati dalla filiera agroalimentare (agricoltura, industria, trasformazione, distribuzione, ristorazione). Il Banco Alimentare raccoglie alimenti ancora perfettamente commestibili, ma non più commerciabili, cibi prossimi alla scadenza o con involucri ammaccati e prodotti stagionali, come i panettoni. Sarebbero destinati alla pattumiera e invece finiscono sulla tavola dei più poveri: famiglie, mense solidali, case rifugio per donne violentate, centri di accoglienza per minori a rischio. Sono fondamentali gli accordi con la grande distribuzione, la gestione degli aiuti comunitari e nazionali e la generosità dei cittadini. Per esempio sabato 30 novembre, di fronte a 13mila supermercati in tutta Italia, si svolge la Giornata nazionale della Colletta alimentare: 145mila volontari invitano gli italiani a donare una spesa solidale ai bisognosi. La risposta, di solito, è generosissima. Nel 2018 sono state donate 8.300 tonnellate di alimenti da cinque milioni e mezzo di persone. «Vogliamo offrire alimenti sempre più adeguati a chi chiede un aiuto. Con questo desiderio – dichiara Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare – convoglieremo ogni nostro sforzo per salvare cibo dallo spreco, perché sia risorsa per chi è in difficoltà e per creare nuove alleanze con aziende partner con cui progettare modalità innovative e creative per intercettare ulteriori fonti di approvvigionamenti. Aziende che abbiano a cuore il destino di Banco Alimentare e lo trasformino in propria causa sociale da sostenere nel tempo». La lotta allo spreco alimentare e la redistribuzione del cibo hanno un notevole valore economico e solidale. Contribuiscono altresì a ridurre la quantità di rifiuti, con evidenti benefici ambientali. Ma si tratta anche di una grande sfide educativa per promuovere una nuova etica del consumo responsabile ed
ecologico. Carrefour, in collaborazione con l’Istituto auxologico italiano, ha organizzato Act for kids un ciclo d’incontri presso i supermercati, per educare i bambini alla corretta alimentazione e alla spesa intelligente. MSC Crociere a bordo delle proprie navi organizza giochi didattici destinati a stabilire un rapporto sano tra i più piccoli e il cibo. Costa Crociere distribuisce alla Caritas gli alimenti avanzati a bordo. Inoltre, grazie all’intesa tra Roberto Tuorto, direttore del Banco Alimentare Campania, e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, sono stati donati all’organizzazione 620mila chilogrammi di acqua, integratori, barrette energetiche e cibo a lunga conservazione non utilizzati durante l’Universiade 2019. Anche Trenitalia sostiene le iniziative del Banco Alimentare: Itinere, brand di Elior creato per la ristorazione a bordo delle Frecce, si conferma in prima linea nella raccolta delle eccedenze a bordo treno e dal 2015 coopera con enti no profit. Nell’anno 2018/19 sono state recuperate oltre 28 tonnellate di cibo in collaborazione con Banco Alimentare di Milano e Torino, con il progetto Binario 95 a Roma, il Buon Samaritano a Venezia e Le Opere del Figlio di Napoli. Un risultato ottenuto grazie a un progetto capace di evolversi tramite un collaudato sistema certificato e garantito, che prevede la gestione di tutti i prodotti prossimi alla scadenza e non più veicolabili, ma conservati in ambiente idoneo. Infine, in molti ristoranti si sta diffondendo la doggy bag mania, nata in California e molto diffusa in Cina e Francia, per portare a casa, da consumare il giorno dopo, quel che non si riesce a mangiare nel locale. In passato era considerato da “cafoni”, oggi è un gesto di responsabilità praticato anche da vip come Michelle Obama. bancoalimentare.it bancoalimentare
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THE WORLD COMES TO SIENA AND LUCCA A cura di Silvia Del Vecchio e Flavio Scheggi
UN CONCORSO E UN FESTIVAL DI FOTOGRAFIA A NOVEMBRE IN TOSCANA
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arlano le immagini a Siena, grazie a un festival che propone nove esposizioni dedicate a scatti d’autore provenienti da tutto il mondo. Fino a domenica 1° dicembre il Siena International Photography Awards trasforma la Città del Palio nella capitale della fotografia. Dal concorso Imagine all the people sharing all the world, con scatti provenienti da 161 Paesi, alle foto aeree di Above us only sky e ad altre personali, come Afghanistan Desert Patrol di Philip Coburn. «Il percorso che abbiamo intrapreso cinque anni fa ha lo scopo di collegare una città come Blue Karma © Filippo Borghi
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Siena, unica per storia e bellezza, a un festival e un premio fotografico, il Siena International Photo Awards. Il successo dell’iniziativa trova conferma nei numeri sempre in crescita dei partecipanti e dei professionisti di fama internazionale che vi prendono parte», sottolinea il direttore e ideatore della kermesse, Luca Venturi. I lavori esposti all’ex distilleria Lo Stellino si suddividono in diverse sezioni, tra cui documentario e fotogiornalismo, viaggi e avventure, natura e animali, architettura e spazi urbani, ospitando anche filmati dei reportage
Plastic Apocalipse © Randy Olson
più premiati di National Geographic. Gioca in casa invece Filippo Borghi, a Palazzo Sergardi Biringucci, con Blue Karma, corpus di immagini underwater realizzate da uno dei massimi interpreti internazionali di questo genere fotografico. Un omaggio al mare ricco di vita e di contraddizioni, un viaggio attraverso le meraviglie degli abissi che esalta la natura ma al tempo stesso sottolinea il difficile rapporto con l’uomo, in un percorso di sensibilizzazione e informazione sul mondo subacqueo. «Il progetto nasce dalla mia passione per il mare e dalla volontà di trasmettere, attraverso la fotografia, l’amore per l’ambiente marino e, soprattutto, la necessità di tutelarlo. Ho immortalato pesci e altre specie in Giappone, Australia, Indonesia e nel nostro Mediterraneo, custode di tesori che è dovere di tutti salvaguardare», commenta Borghi. Altra sfida ambientalista è quella di Randy Olson, storico collaboratore di National Geographic e docente del Siena Stories Workshop. Nella Basilica di San Domenico la sua rassegna Plastic Apocalipse racconta il delicato equilibrio, l’armonia e la bellezza della Terra nella sua ardua lotta contro l’inquinamento. Un manifesto a tutela della vita del Pianeta per prendere coscienza che il nostro agire cambia in maniera indelebile il volto del mondo. festival.sienawards.com sipacontest SIPAContest
SIENA 2 FRECCIALINK AL GIORNO/A DAY
A PHOTO CONTEST AND A FESTIVAL ARE IN NOVEMBER IN TUSCANY
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ictures are doing the talking in Siena, thanks to a festival that features new exhibitions dedicated to work by leading photographers from all over the world. Running until Sunday 1 December, the Siena International Photography Awards transform the city, which is famous for its Palio, into a capital of photography. From the photo contest “Imagine to all the people sharing all the world”, attended by 161 countries, to the aerial photos of “Above us only sky” and to other personal photos, such as “Afghanistan Desert Patrol” by Philip Coburn. “The project we began five years ago aims to link a city like Siena, with its unique history and beauty, to a festival and a photographic award, the Siena International Photo Awards. The success of the initiative is confirmed by the growing number of participants and internationally renowned professionals who take part in it,” said the director and creator of the event, Luca Venturi. The works exhibited at the former Lo Stellino distillery are divided into several sections, including documentaries and photo-journalism, travel and adventure, nature and animals, architecture and urban spaces, and also features some of National Geographic’s award-winning video reportage work. Local man Filippo Borghi is at the Palazzo Sergardi Biringucci with Blue Karma, a body of underwater pictures from one of the world’s leading exponents of this genre. It is a homage to the sea which is full of life and contradictions, a 107
PHOTO Holidays in Normandy, Imagine all the people sharing all the world © Massimo Della Latta
journey through the wonders of the deep that exalts nature while at the same time focussing on the difficult relationship it has with mankind, in a journey of sensitisation and information on the undersea world. “The project has arisen from my passion for the sea and my wish to convey, through photography, my love for the marine environment and, in particular, the need to look after it. I have immortalised fish and other species in Japan, Australia, Indonesia and in our own Mediterranean, which is the guardian of treasures which it is everybody’s duty to protect,” Borghi commented. Another environmental challenge has been taken on by Randy Olson, a long-standing National Geographic contributor and lecturer at the Siena Stories Workshop. His Plastic Apocalipse show in the Basilica di San Domenico reflects the delicate balance, harmony and beauty of the Earth in its tough struggle against pollution. It is a call to protect the life of the planet, and to become conscious that everything we do changes the face of the world in a way that cannot be rectified. 108
Chasing spirits, Imagine all the people sharing all the world © Mauro De Bettio
Luna_3423/Moon_3423 (2014) © Edoardo Romagnoli
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alla conquista della Luna alla caduta del muro di Berlino. Dalla rivoluzione iraniana alla strage di piazza Tienanmen, fino alla Russia di Lenin. Photolux Festival - Biennale internazionale di fotografia propone un programma che ruota attorno al tema Mondi/New
Worlds, con 20 mostre diffuse in sei sedi espositive del centro di Lucca, corredate da conferenze, workshop, letture portfolio e incontri con i protagonisti della fotografia internazionale. Tra le esposizioni più suggestive 2:56 am. To the Moon and Back, che celebra il 50esimo anniversario del primo
uomo sulla Luna con immagini dell’archivio NASA e opere di autori come Antonio Biasiucci, Vincent Fournier, Alberto Giuliani, Jorge Peréz Higuera, Edoardo Romagnoli e Francesco Zizola. Poi il progetto Gossan: Mars Mission di Joan Fontcuberta, per la prima volta in Italia, che propone Huelva, 109
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Pausa dell’astronauta nel Mar di Teleras/The rest of the astronaut at the Teleras sea (2018) © Joan Fontcuberta
Nustar, Croazia (1991) © Romano Cagnoni
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la città spagnola che è stata il porto di partenza delle spedizioni verso il Nuovo Mondo, come protagonista della prossima grande conquista dell’umanità, Marte. E, ancora, l’antologica di Romano Cagnoni - uno dei grandi fotoreporter italiani, scomparso un anno fa - che ripercorre la sua carriera, dal lavoro sul Vietnam del Nord del 1965 ai reportage in Biafra (1968-1970), dal Cile prima del golpe di Pinochet (1971) all’Argentina di Peron (1972). Infine, la mostra dei vincitori del World Press Photo 2019, che ha eletto foto dell’anno Crying girl on the border di John Moore. photoluxfestival.it PhotoluxFestiva PhotoluxFest photoluxfest
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rom the moon landing to the fall of the Berlin Wall. From the Iranian revolution and the Tiananmen Square massacre, to and Lenin’s Russia. The Photolux Festival-Biennale internazionale di fotografia offers a programme centred on the theme of Mondi/New Worlds, with twenty exhibitions spread across six sites in the centre of Lucca, accompanied by conferences, workshops, portfolio reviews and meetings with the leading figures in international photography. Amongst the most evocative exhibitions is 2:56 am. To the Moon and Back, which celebrates the 50th anniversary of the first man landing on the moon, with pictures from the NASA
Giuliani, Jorge Peréz Higuera, Edoardo Romagnoli and Francesco Zizola. Then, for the first time in Italy, there is Gossan: Mars Mission by Joan Fontcuberta, a project that puts forward Huelva, the Spanish city from which expeditions to the New World set out, to play a key role in mankind’s next great conquest, Mars. The retrospective of Romano Cagnoni, one of the great Italian photo-journalists, who died last year, covers his career from his work in North Vietnam in 1965 to the coverage in Biafra (1968-1970), from Chile before Pinochet’s coup (1971) to Peron’s Argentina (1972). Finally, there is an exhibition of the winners of the World Press Photo 2019, in which John
archives, and work by artists like Antonio Biasiucci, Vincent Fournier, Alberto
Moore’s photo Crying Girl on the Border was elected photo of the year.
Praga, Cecoslovacchia (1968) © Josef Koudelka/Magnum Photos
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OFFERTE E SERVIZI PORTALE FRECCE PROMOZIONI FOOD ON BOARD CARTAFRECCIA NETWORK // ROUTES // FLOTTA
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OFFERTE E SERVIZI
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A LECCE E BRINDISI
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al 9 novembre, i nuovi Frecciargento 700 arrivano anche a Lecce e Brindisi, grazie a due collegamenti al giorno da e per Milano in sostituzione di altrettanti Frecciabianca. L’introduzione dei Frecciargento 700 è parte di un più ampio piano di upgrade dei collegamenti sulla linea Adriatica, già avviato a giugno, con l’obiettivo di migliorare qualità, comfort di viaggio e servizi offerti. Nei nuovi Frecciargento 700, a disposizione di tutti i viaggiatori la carrozza FRECCIABistrò e il Portale Frecce, recentemente rinnovato, con una ricca
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offerta di servizi di intrattenimento, tra cui film, cartoni animati, edicola digitale, musica, libri e il nuovo WiFi Fast, per una navigazione internet veloce e stabile grazie a un innovativo sistema in grado di aggregare la capacità di banda di più operatori telefonici. Per i clienti Premium e Business uno speciale benvenuto con il welcome drink e, al mattino, un quotidiano a scelta. Il rinnovamento della flotta con treni più performanti sostiene anche l’ambiente: Trenitalia punta a invogliare sempre più persone a scegliere il treno, mezzo ecologico per eccellenza.
INGRESSO RIDOTTO PER MARY POPPINS IL MUSICAL CON TRENITALIA Trenitalia è il vettore ufficiale di Mary Poppins il musical, in programma a Roma, al Teatro Sistina fino al 6 gennaio 2020, e a Milano, presso il Teatro Nazionale Che Banca! dal
ferta è necessario acquistare i biglietti esclusivamente su TicketOne, con la modalità “ritiro sul luogo dell’evento” o il giorno dello show presso il Sistina e il Teatro Naziona-
30 gennaio al 15 marzo. In occasione degli spettacoli la società di trasporto del Gruppo FS Italiane mette a disposizione dei soci CartaFRECCIA possessori di un titolo di viaggio delle Frecce - con destinazione Roma o Milano - l’ingresso al prezzo speciale di 35 euro nel Settore Poltronissima. Per usufruire dell’of-
le Che Banca!, dove la magica storia della tata più famosa del mondo sarà in scena. La data del titolo di viaggio delle Frecce dovrà essere precedente di due giorni al massimo rispetto a quella scelta per le esibizioni. L’offerta è valida fino a esaurimento dei biglietti in promozione.
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OFFERTE E SERVIZI
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e caratteristiche Münsterplatz e Waisenhausplatz di Berna, Patrimonio Unesco, i monti innevati che circondano Lucerna, l’immenso Jet d’Eau di Ginevra, le mille luci sul fiume Reno a Basilea. E ancora Losanna, Montreux e Zurigo che, durante le Feste, si riempiono di colorate bancarelle ricche di prodotti tipici e artigianato svizzero. Tutta la magia del Natale si può vivere a prezzi scontati con la promo Mercatini di Trenitalia. Acquistando un biglietto entro il 30 novembre, per partenze dal 21 novembre al 19 dicembre, si viaggia in treno Eurocity da Milano per Berna, Basilea, Ginevra, Lucerna, Losanna, Montreux e Zurigo al prezzo di € 25 in 2^ classe. L’offerta è disponibile anche in 1^ classe al prezzo di € 45 a persona, ed è acquistabile su tutti i canali di vendita Trenitalia. Maggiori informazioni su trenitalia.com
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FOOD ON BOARD
Il viaggio nel viaggio
LA CUCINA POPOLARE ITALIANA
Quando le giornate diventano più corte e le temperature si abbassano, viene voglia di gustare piatti dai sapori e profumi d’autunno, come quelli proposti dalle ricette Itinere di novembre. Nella mini quiche con zucca e feta, la regina degli orti della stagione autunnale si sposa con il celebre formaggio greco. Gli gnocchetti con ragù di salsiccia ci portano in Sardegna, dov’è nata questa pasta rigata a forma di piccola conchiglia che accoglie il sugo alla perfezione. Il gulasch 120
di manzo apre le porte di Trieste, preparato con la stessa paprika e lentezza del cugino ungherese, ma senza patate, da assaporare invece con lo speck, nel contorno tipico delle valli altoatesine. Dulcis in fundo, per combattere la malinconia delle giornate uggiose o semplicemente per godersi un morso di felicità, la crostata al cioccolato fondente e caramello salato non ha certo bisogno di presentazioni. Tutti i menù proposti a bordo treno si possono consultare sul sito itinere.it.
© Giovanni Malgarini
FRECCIAROSSA GOURMET by
Carlo Cracco
SALMONE ALL’ARANCIA CON CAVOLINI DI BRUXELLES Lista della spesa (per 4 persone) 4 tranci di salmone, 3 arance bionde, 500 g di cavolini di Bruxelles, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale q.b. Preparazione Pulire i tranci di salmone dalle squame. Usando un coltellino fine, tagliare le scorze delle arance evitando la parte bianca. Spremere i frutti ricavandone del succo. Aromatizzare con le scorze l’acqua di una vaporiera e raggiungere l’ebollizione. Nel frattempo, sciacquare i cavolini di Bruxelles eliminando le foglie esterne più dure. Tagliare i torsoli e incidervi una croce in modo da favorire la cottura degli ortaggi. Quando l’acqua bolle, adagiare in due cestelli diversi i tranci di salmone e i cavolini di Bruxelles. Cuocere per circa 10 minuti. Intanto, versare in un pentolino il succo delle arance e farlo sobbollire. Regolare di sale. Servire i tranci ricoperti con la salsina e accompagnati dai cavolini di Bruxelles al vapore conditi con un filo d’olio extravergine di oliva e un pizzico di sale. Vino consigliato Leone Bianco Igt, Sicilia. Dal colore giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli, è un vino che esprime sentori fruttati con note di pesca bianca e agrumi. Al palato fresco, piacevolmente morbido e intenso.
Menù Frecciarossa by Carlo Cracco
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CARTAFRECCIA
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Ottanta opere provenienti dalla straordinaria collezione di proprietà dello Stato portoghese sono in mostra in Joan Miró. Il linguaggio dei segni, fino al 23 febbraio 2020 al PAN Palazzo delle Arti Napoli. Nel percorso, curato da Robert Lubar Messeri, professore di Storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University, e Francesca Villanti, direttore scientifico dell’agenzia C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, si ripercorrono più di sei decenni di attività creativa, dal 1924 al 1981, in cui l’artista con il suo linguaggio formale trasforma l’arte del XX secolo. Una straordinaria opera del 1924, Ballerina, apre la personale rivelando subito il talento del genio catalano. Il quadro mostra, infatti, l’inizio dell’iter che Miró ha intrapreso per arrivare al più maturo linguaggio dei segni: la linea che sostituisce il corpo della ballerina e il semicerchio al posto della testa avviano il processo di riduzione e semplificazione della figura. Promozione 2x1 per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce con destinazione Napoli. comune.napoli.it
IN CONVENZIONE ANCHE TORINO • David LaChapelle, fino al 6 gennaio 2020 alla Venaria Reale • Hokusai Hiroshige Hasui. Viaggio nel Giappone che cambia, fino al 16 febbraio 2020 alla Pinacoteca Agnelli MILANO • Museo della Scienza • De Chirico, fino al 19 gennaio 2020 e Guggenheim. La Collezione Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso, fino al 1° marzo 2020 a Palazzo Reale • De Pisis, fino al 1° marzo 2020 al Museo del Novecento • Elliot Erwitt. Family, fino al 15 marzo 2020 al Mudec • Canova, fino al 18 febbraio 2020 alla GAM VENEZIA • Biennale • Musei Civici Veneziani • Peggy Guggenheim L’ultima dogaressa, fino al 27 gennaio 2020 alla collezione Peggy Guggenheim MANTOVA • Giulio Romano. Arte e desiderio, fino al 6 gennaio 2020 a Palazzo Te FIRENZE • Natalia Goncharova, fino al 12 gennaio 2020 a Palazzo Strozzi • Inside Magritte, fino al 1° marzo 2020 alla chiesa di Santo Stefano al Ponte ROMA • Viaggi nell’antica Roma. 2 storie e 2 percorsi, fino al 12 novembre al Foro di Augusto e al Foro di Cesare • L’Ara com’era, fino al 31 dicembre all’Ara Pacis • Le mostre Tecniche di evasione, Sublimi anatomie e La meccanica dei mostri, fino al 6 gennaio 2020 a Palazzo delle Esposizioni • Musei Capitolini • Centrale Montemartini • Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali • Museo dell’Ara Pacis • Museo di Roma • Galleria d’Arte Moderna • Macro • Museo di Roma in Trastevere • Musei di Villa Torlonia • Museo Civico di Zoologia • Casina di Raffaello e Technotown
Joan Miró Ballerina (1924) Portuguese State Collection in deposit in Fundação Serralves Courtesy Succesió Miró by SIAE 2019 © Filipe Braga/Fundação Serralves, Porto
NAPOLI 94 FRECCE AL GIORNO
NAPOLI • National Geographic Climate Change, fino a maggio 2020 al Museo Archeologico Nazionale • Bud Spencer - Mostra multimediale, fino all’8 dicembre a Palazzo Reale • C’era una volta, fino al 20 settembre 2020 al Museo di Capodimonte Info su trenitalia.com 123
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Bolzano Ora
OLTRE 280 FRECCE AL GIORNO
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Reggio Emilia AV Modena Bologna
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NO STOP
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Siena Pescara Roma Fiumicino Aeroporto
Foggia
Caserta Afragola Napoli
Matera
Bari Lecce
Potenza
Salerno Sapri
Taranto
Sibari
Paola Lamezia Terme
Catanzaro Lido
LEGENDA:
Reggio di Calabria
I collegamenti treno+bus FRECCIALink per Matera partono dalla stazione di Salerno, con fermata a Potenza, e dalla stazione di Bari, collegamento diretto, con fine corsa a piazza Matteotti a Matera Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su www.trenitalia.com
FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze 124
Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi
Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio
NETWORK DI OLTRE 100 CITTÀ UN
FRECCIAROSSA
FRECCIAROSSA ETR 500
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
COLLEGAMENTI GIORNALIERI E DURATA MINIMA DEL VIAGGIO FRECCIARGENTO ETR 700
104 Frecciarossa
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
Milano-Roma 2h 55'
1a
40 Frecciarossa e Frecciargento
Roma-Venezia1 3h 33'
16 Frecciarossa e
Frecciargento Roma-Verona 2h 52'
FRECCIARGENTO ETR 600
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 485
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
48 Frecciarossa
Milano-Venezia1 2h FRECCIABIANCA I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle stazioni centrali dove non specificato. I collegamenti comprendono sia i servizi di andata che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine settimana e in alcuni periodi dell’anno. Dal 9 giugno, a seguito di disposizioni di Rete Ferroviaria Italiana, è previsto un allungamento di 8 minuti per tutti i treni che percorrono la linea Bologna-Firenze nel senso nord-sud (Milano-Roma 3h 03’, Venezia-Roma 3h 41’, Verona-Roma 3h 01’). Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su trenitalia.com 1 Durata riferita al collegamento con Venezia Mestre
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 125
PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE
Testo e foto di Paolo Spadacini
25 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE Il tema è attuale e grave. Una donna su tre in Italia ha subito almeno una volta abusi da parte di un uomo. Ogni anno assistiamo a un femminicidio ogni tre giorni. Numeri e fatti che mi hanno spinto a pubblicare il libro Io non mi volto (Skira, pp. 152 € 60), 101 ritratti di celebrity che hanno dato la disponibilità a comparire in un volume fotografico contro la violenza sulle donne. Attori, modelle, influencer, sacerdoti, presentatori, scienziati, astronauti, medici, calciatori e sportivi. Da Cindy Crawford a Pippo Baudo, da Alessia Marcuzzi a Umberto e Paolo Veronesi, da Don Mazzi a Mara Maionchi passando per Laura Chiatti, Vittorio Sgarbi, Ilary Blasi e Filippa Lagerback. Parte del ricavato delle vendite del libro è devoluto alla fondazione Doppia Difesa (doppiadifesa.it) di Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, ritratta in copertina, entrambe in prima linea per difendere e sostenere, anche legalmente, le donne che hanno subito violenza.
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PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
LA FERROVIA DELL’IRPINIA DA BENEVENTO AD AVELLINO E MONTEMARANO, NEL CUORE DELL’ITALIA NASCOSTA di Ernesto Petrucci
«Grandi alberi, boschi disordinati, foltissime forre, campi gremiti di messi che non paion neppur coltivate, piccole valli e lunghi dorsi di colline che si seguono e frastagliano in mille direzioni, e improvvise radure dove scorre tra i ciottoli il filo d’acqua di un torrentello. Irpinia, si chiama questa regione, e non la conoscevo. Com’è varia e bella l’Italia!» [Mario Soldati, Fuga in Italia, 1947]
P
ercorrere la Ferrovia dell’Irpinia significa immergersi nel cuore verde della Campania, tra paesi arroccati sui monti e paesaggi agresti solcati dal corso dei fiumi. La linea, costruita tra il 1888 e il 1895, fu a quel tempo un’ardita opera ingegneristica. Si sviluppa in ambienti naturali incontaminati grazie a numerosi viadotti realizzati per superare le asperità del terreno e attraversare più volte il corso dei fiumi Sabato, Calore e Ofanto. Da Avellino la linea si dirige a sud-ovest, con vista sul Monte Partenio, in un paesaggio prevalentemente forestale con ripide pendenze. Il fiume Calore viene attraversato sul ponte Principe, lungo oltre 300 metri con tre arcate alte 35 metri. Superato il ponte, si prosegue con viste sempre più ampie sui Monti Picentini. Nei pressi di Avellino si può visitare il Santuario di Montevergine, mentre Montemarano è celebre per il suo antico Carnevale e per le tradizioni etnomusicali risalenti alle antiche civiltà contadine locali. Novembre è il mese ideale per apprezzare uno dei prodotti tipici di queste zone, la famosa castagna di Montella Igp. L’Irpinia è anche ricca di ottimi vini, la cui eccellenza è riconosciuta dalle tre Docg assegnate al Fiano di Avellino, al Taurasi e al Greco di Tufo. Il 10 novembre e il 7 dicembre si può viaggiare alla scoperta di questa suggestiva linea ferroviaria, che fa parte del ricco programma di treni storici della Fondazione FS Italiane. fondazionefs.it
SAVE THE DATE TRENI STORICI FONDAZIONE FS ITALIANE NOVEMBRE 10 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso Treno della Val d’Orcia Siena - Buonconvento - S.Giovanni A. - Asciano Siena Reggia Express Napoli C.le - Caserta Irpinia Express Benevento - Avellino - Taurasi - Paternopoli Treno del Sacro Monte Milano C.le - Novara FS - Varallo Sesia Pedemontana del Friuli Sacile - Gemona Treno storico Siracusa - Ragusa Treno storico Torino P.N. – Asti - Castagnole DL - Canelli Treno storico Caltanissetta C.le - Gela 14, 15, 16 Archeotreno Campania per la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Napoli C.le - Pompei - Paestum - Ascea - Sapri 17 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso Treno storico Grosseto - S.Giovanni A. - Asciano Pietrarsa Express Napoli C.le - Pietrarsa SGC - Torre Annunziata C.le Treno storico Torino P.N. - Asti - Castagnole D.L. Treno storico Siracusa - Grammichele - Caltagirone Lario Express Milano C.le - Como SG - Lecco 22, 23, 24 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso 24 Treno storico Lecco - Bergamo - Trento Archeotreno Campania Napoli C.le - Pompei - Paestum - Ascea - Sapri Treno storico Palermo C.le - Segesta - Castelvetrano 29, 30 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso DICEMBRE 1 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso Treno storico Milano C.le - Trento Pietrarsa Express Napoli C.le - Pietrarsa SGC - Torre Annunziata C.le Treno storico La Spezia - Castelnuovo Garfagnana Treno storico Torino P.N. - Castagnole D.L. Treno storico Trapani - Salemi Gibellina Treno storico Cagliari - San Gavino 6 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso 7 Transiberiana d’Italia Sulmona - Roccaraso Irpinia Express Benevento - Avellino - Castelfranci - Montemarano
© Archivio Fondazione FS Italiane
Treno storico sulla ferrovia Avellino-Rocchetta Sant’Antonio
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PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO
di Mario Tozzi OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
ANTICHI MIGRANTI A
© Museo Archeologico dell’Alto Adige | www.iceman.it
Bolzano tralasciate per qualche ora il Traminer e i mercatini di piazza Walter per andare a fare compagnia a un nostro antenato, vecchio di qualche migliaio di anni, eppure perfettamente conservato. Lo hanno trovato nudo in un sudario di ghiaccio nel 1991, a pochi chilometri dal confine austriaco. Prima di morire aveva disposto in ordine il suo equipaggiamento e tentato di porre rimedio alla ferita della freccia che lo ha ucciso, ma non aveva fatto in tempo a utilizzare le erbe medicinali che si portava dietro, neppure quel preparato emostatico che avrebbe comunque solo rallentato la sua fine. Indossava stivali in pelle, con gambali alti fino al ginocchio, era alto un metro e 60 circa e pesava 50 chilogrammi di soli muscoli. Aveva 45 anni ed era in buona salute, sebbene avesse già subito qualche frattura ben riparata, con il corpo pieno di tatuaggi e scarnificazioni rituali. Non sappiamo da dove venisse Oetzi, ma il ghiaccio ne ha conservato il corpo a -6°C con quasi il 100% di umidità. Oggi l’uomo venuto dal ghiaccio si trova nel Museo di Bolzano, in una cella frigorifera avveniristica che ricostruisce le condizioni naturali, perché si tratta della mummia (naturale) più antica e meglio conservata al mondo e come tale va tramandata.
La ricostruzione di Oetzi, l’uomo venuto dal ghiaccio 128
BOLZANO 10 FRECCE AL GIORNO
P O R T A L E
FRECCE È NUOVO, SCOPRILO! DISPONIBILE A BORDO DEI FRECCIAROSSA, FRECCIARGENTO E NEI FRECCIALOUNGE E FRECCIACLUB.
CINEMA
SERIE E PROG. TV
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