La Freccia - agosto 2019

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PER CHI AMA VIAGGIARE

JOVA ANNO XI | NUMERO 8 | AGOSTO 2019 | www.fsitaliane.it

BEACH PARTY

L’ALTRA FACCIA DELL’ESTATE TRA ITTITURISMO E TREKKING SOLIDALE L’ARTE CHE NON VA IN FERIE DA GUALDO TADINO A ERCOLANO




MEDIALOGANDO

AUTOREVOLEZZA E IMPARZIALITÀ I FATTI, E GLI STRUMENTI PER COMPRENDERLI. L’ANSA DEL XXI SECOLO RACCONTATA DAL SUO DIRETTORE, LUIGI CONTU marmanug

© Claudio Onorati

di Marco Mancini

S

cendo dalla piazza del Quirinale, lungo via della Dataria, per raggiungere in pochi passi lo storico palazzo dove ha sede l’Ansa, la prima agenzia di stampa italiana. Percorro insieme a Luigi Contu, che ne è direttore da nove anni, alcune severe stanze e corridoi affrescati dove – complice la prossimità al cuore della Repubblica Italiana – si respira un’aurea quasi sacrale. Quanto lo può essere la capacità di cogliere e raccontare i fatti nella loro oggettività, quale irrinunciabile presidio di

Il direttore dell’Ansa, Luigi Contu 2

libertà e democrazia. Una sacralità laica, mi siano concessi iperbole e ossimoro, che Contu, seduto in una poltrona del suo studio, ci aiuta a comprendere con un ricordo. «Quando sono stato assunto ero proprio qua e lì (indica la poltrona dietro la sua scrivania, ndr) c’era il professor Lepri, era il 1986. Mi disse una frase che non scorderò mai: “Caro Contu, io non le chiederò mai per chi vota, lei non me lo faccia capire da quello che scrive”. Ecco, questa frase è ancora oggi la stella polare del nostro modo di fare informazione: raccontare i grandi fatti con neutralità e imparzialità, perché non sta a noi esprimere opinioni o giudizi, dire chi ha torto o ragione. Non è facile, perché anche nel modo di raccontare i fatti se ne può orientare l’interpretazione, come nello scegliere la notizia di apertura sul vostro portale ansa.it. Il nostro sito lavora post agenzia, ossia riceve le notizie con gli stessi tempi di tutti gli abbonati e testate che pagano l’abbonamento. E le notizie escono quando i fatti accadono, mentre la scelta dell’apertura cerchiamo sempre di farla con oggettività. Oltretutto cambia spesso proprio perché siamo, da sempre, abituati a lavorare con un flusso continuo e con una mentalità digitale. Se andiamo a rileggere la prima notizia pubblicata dall’Ansa, il 15 gennaio 1945, ce ne rendiamo conto: cinque righe, più o meno un tweet, per annunciare il bombardamento degli alleati su Berlino. Mancavano solo gli hashtag. L’Ansa nacque come cooperativa tra i giornali cartacei dell’epoca per aiutare la libera stampa a riprendere il lavoro e contenere i costi. Giusto? Esattamente, dietro input del comando militare alleato e seguendo l’analogo modello americano dell’agenzia di stampa Associated Press (AP). L’Ansa è ancora una cooperativa e ha come soci tutti i gruppi editoriali. Negli anni è cresciuta fino a diventare la quinta agenzia


© Ansa/Claudio Peri

La redazione romana dell’Ansa

del mondo e coprire il 90% del mercato di carta e digitale e il 100% dei grandi network televisivi. Tutte le radio e i siti sono abbonati e ricevono le nostre notizie. Quindi anche ansa.it riceve le notizie dell’agenzia di stampa… ma senza pagarle e le elabora. Facendo delle scelte, come un’altra qualunque testata online. Certo, le sceglie e le elabora. L’agenzia ha una newsroom che dipende dalla direzione e controlla tutto il traffico delle notizie e lo indirizza verso i vari canali. Il sito, che dipende dall’ufficio centrale, è un portale quasi unico nel panorama internazionale delle agenzie di stampa, scritto con i criteri del giornalismo di agenzia, dove non trovi opinioni ma fatti, cronaca e immagini. È vero, ogni tanto qualche politico si lamenta del titolo di apertura, ma le aperture si avvicendano in continuazione, fino a 20 o 30 al giorno. Poi certo, sul peso delle notizie una valutazione la fai sempre, però… Però? Le evidenze ci danno ragione: fonti autorevoli certificano la nostra imparzialità. Per tre anni di seguito il rapporto digitale della Fondazione Reuters, realizzato dall’Università di Oxford con un sondaggio rappresentativo dell’intera audience di notizie in tutti i paesi del mondo (Reuters Institute Digital News Report) ha decretato il portale ansa.it come il media digitale più attendibile del Paese. Un legittimo motivo di orgoglio, no? Sì, anche perché viviamo in un mondo di tifosi: nel giornalismo, nell’informazione, nella cultura e nell’economia è tutto uno straparlare. È un derby continuo di dati, su tutto c’è una contesa politica. Noi la

riportiamo, ma senza attaccarci al treno delle polemiche. In alcuni casi questo può essere una debolezza visto che il giornalismo di opinione è forte e può essere anche autorevole. Io la considero una virtù quasi sacrale, perché una debolezza? Perché se cerchi conferme a una tua tesi non vieni da noi, ti indirizzi su altri media. E perdi click... Ma perderesti anche quella neutralità che è il nostro faro. Quindi, senza essere faziosi né blandire l’internauta, come si guadagnano i click? Con l’autorevolezza, la professionalità, l’approfondimento. L’Ansa è il primo sito di riferimento per le grandi notizie, l’opinione pubblica ha capito che noi siamo la prima fonte per tutti e che, in genere, abbiamo le notizie certificate prima di tutti. I numeri vi danno ragione, mi pare. Siamo a 30 milioni di utenti unici al mese, abbiamo più di quattro milioni di follower sui social e questo ci ha consentito di essere competitivi anche nell’era dell’informazione digitale. Tuttavia per rapidità i social vi hanno fatto perdere la centralità di un tempo... Ma la recuperi certificando innanzitutto i contenuti, e poi con la capacità di fornire le informazioni necessarie per comprenderli. Ai miei chiedo di arrivare primi, perché siamo l’Ansa, abbiamo una presenza massiccia sul territorio in Italia e una rete importante all’estero: le fonti ci chiamano, si fidano, siamo i primi a scattare, sempre operativi. Ma non per questo abbiamo cambiato i nostri processi di verifica, non ci siamo fatti trascinare dalla gara imposta dai social di scrivere

tutto e subito. Preferisco non avere una notizia o darla mezz’ora dopo, ma esatta e precisa. Comunque il rapido tweet ante litteram del bombardamento di Berlino non basta più, offrite anche l’approfondimento… Infatti il nostro lavoro è diventato molto più complesso. Oggi non ci limitiamo più a dare le top news, ma offriamo ai nostri abbonati una serie di elementi di conoscenza la cui ricerca richiede abilità e professionalità. Il video della nave da crociera che va a sbattere sulla banchina di Venezia è una testimonianza importante, diventata virale in poco tempo, un video emozionale, ma è più intrattenimento che informazione. Noi in due ore intorno alla vicenda abbiamo creato dieci contenuti di approfondimento, perché si comprendessero gli antefatti, le disposizioni sulla navigazione, i confronti in corso tra amministratori locali e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E non dimentichiamo la ricerca della notizia, l’inchiesta: grazie alla bravura dei nostri colleghi abbiamo svelato l’identità del terzo uomo presente alla cena del Metropol di Mosca (il riferimento è alla vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega, esplosa a luglio, ndr). Uno scoop finito su tutti i siti, le tv e i giornali. Ogni giorno abbiamo notizie in esclusiva perché non ci accontentiamo dell’informazione ufficiale o da comunicato: andiamo nei posti, leggiamo i documenti, cerchiamo indiscrezioni. È un lavoro che richiede giornalisti in gamba, quantunque la categoria sia bistrattata... Eppure l’attendibilità e il valore dell’informazione passano proprio da qui, dalla nostra professionalità, e non soltanto dall’imparzialità, che pure è nel nostro 3


MEDIALOGANDO

Dna e nel nostro Statuto insieme a completezza e pluralismo, come dimostriamo cercando di dare sempre voce a tutti, ai piccoli partiti, alle associazioni. Per noi resta fondamentale la possibilità di formare i colleghi, di farli crescere e specializzare. Se siamo riusciti a dare in esclusiva una delle notizie più importanti da quando sono direttore, le dimissioni di papa Benedetto XVI, è perché una delle colleghe del pool di giornalisti vaticanisti che segue costantemente il Papa, conoscitrice del latino, è stata la prima e unica a tradurre l’intervento del Pontefice nel concistoro, e a comunicare la sua clamorosa decisione. Questo per dire che dietro le notizie ci sono investimenti, tempo, cultura, fatica e responsabilità. E aggiungo anche un’etica: rispetto delle persone, preparazione, consapevolezza delle regole deontologiche. Non ci sarà mai un algoritmo in grado di tenere insieme tutte queste qualità. Con questo patrimonio professionale e gli strumenti di cui dispone, l’Ansa può diventare una media company. In effetti lo è già. Da un anno ogni sera abbiamo un gruppo di giornalisti che entrano direttamente nei sistemi editoriali di dieci testate locali, dall’Eco di Bergamo alla Provincia di Como, dall’Adige all’Arena di Verona, dal Centro alla Nuova Sardegna, fornendo chiavi in mano le pagine dedicate ai temi nazionali. Sul versante video possiamo crescere ancora, ma stiamo già facendo numeri importantissimi di streaming. Abbiamo avuto tutti i leader politici

in diretta, a partire dal Presidente del Consiglio, con centinaia di migliaia di persone che ci hanno seguito. E poi, libri, mostre, eventi. Si deve innovare per resistere ai tempi della crisi. Da raccogliere notizie e diffonderle siete passati a produrle. Una trasformazione genetica... Comunque resta immutata la centralità dell’agenzia, perché per raccoglierle, le notizie, bisogna esserci, sul territorio nazionale e all’estero. Noi siamo gli unici in Italia ad avere redazioni in tutte le regioni e collaboratori nelle provincie. La Rai ha una rete simile, anche più grande, ma lavora per se stessa. Noi da Trento a Lampedusa abbiamo sempre persone che possono portare la notizia locale al circuito nazionale e internazionale, perché tradotta e letta dai corrispondenti della stampa estera in Italia. Così una news come quella del dipinto del 1100 ritrovato a Roma, diffusa da noi, finisce poi sui giornali di tutto il mondo. All’estero quanti corrispondenti avete? Tra redattori e collaboratori sono più di 50, e ci danno informazioni catturate con occhi italiani. Che vuol dire? Ci sono grandi agenzie internazionali con cui potersi abbonare, mettere tre persone in una stanza a leggere i lanci, tradurli e fare un notiziario. Ma oggi i marò ancora reclusi in India chi li seguirebbe? Nessuno. Chi potrebbe porre la necessaria sensibilità, se non un occhio italiano, alle vicen-

de che coinvolgono l’Eni, l’Alitalia o altre nostre aziende all’estero? Su queste non avremmo una riga, sono fatti che per AP o Reuters neanche esistono. Quando un’impresa italiana, un esponente del governo o magari un’artista vanno all’estero, l’Ansa è presente. Insomma l’Ansa fa da sé. Ma no, abbiamo accordi di collaborazione e scambio di contenuti con tantissime agenzie del mondo, dalle più grandi a quelle di Paesi più piccoli che ci consentono una copertura globale, continua. Insomma, qui a Roma gestiamo un immenso flusso di informazioni, provenienti dalle sedi regionali e dall’estero, le confezioniamo e veicoliamo, corredate da foto e video, nei mille rivoli di una domanda di informazione crescente, anche settoriale e specializzata. Le notizie che riguardano l’Italia nel mondo arrivano da noi, e arrivano anche in Cina dove grazie a una intesa con Xinhua i nostri contenuti sono letti da milioni di cinesi nella loro lingua. Ad ascoltarti, il giornalismo non sembra affatto essere in crisi. Non lo è: anzi, nell’epoca delle fake news e nella confusione di fonti in rete il giornalismo di qualità, attendibile e professionale avrà sempre più spazio per la tenuta della democrazia. L’opinione pubblica lo sta capendo. In crisi è il modello di business, messo in ginocchio dai grandi operatori del web che non pagano i contenuti. Ma questa è un’altra storia...

© Ansa/Claudio Peri

La redazione romana dell’Ansa

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SOMMARIO AGOSTO 2019

IN COPERTINA JOVANOTTI

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40 VIAGGI D’AGOSTO

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Tante idee di itinerari, dal Cammino nelle Terre Mutate alle meraviglie Patrimonio Unesco delle Dolomiti, dalle pag.

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proposte estive del FAI all’ittiturismo in Liguria fino alle feste dell’Assunta

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UN TRENO DI LIBRI

RAILWAY HEART

Invito alla lettura di Alberto Brandani, che questo mese propone ai lettori della

17 L’ITALIA CHE FA IMPRESA

Freccia Il Novecento. Dal Futurismo al Neorealismo di Vittorio Sgarbi

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20 SAVE THE DATE

27 WHAT’S UP

ARTE ITALIANA Tesori del Belpaese: da Gualdo Tadino, con i suoi gioielli medievali e un ricco

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FROZEN: BIRRA E GELATO

78

IN VIAGGIO CON LO CHEF

96

polo museale, passando da Roma, dove

OPERA D’ESTATE

espongono Uncini e Plessi, fino al Vesuvio

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in mostra a Ercolano

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CINEMA A VENEZIA

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FELLINI E HITCHCOCK

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MAESTRO ZEFFIRELLI

106

PHOTO

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PULCINELLA A PIETRARSA

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FUORI LUOGO

LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO

112 SPECIALE CONCERTI Tanti gli show e gli spettacoli dell’estate con offerte per i viaggiatori Trenitalia vettore ufficiale della tappa al Circo Massimo dei Thegiornalisti e di due date del tour di Michael Bublé Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 280 Frecce al giorno, più di 100 città servite 6


Tra le firme del mese

I numeri di questo numero

63 gli ospiti internazionali ai concerti di Jova [pag. 33]

257 TITTI GIULIANI FOTI Giornalista professionista, entra nel quotidiano La Nazione nel 1984, da anni referente per Cultura e Spettacoli. Critica teatrale, allieva di Eduardo De Filippo, ha frequentato anche la prima Bottega Teatrale di Gassman e Albertazzi. Tra i suoi maestri Franco Zeffirelli e Maurizio Scaparro

i chilometri della marcia per L’Aquila [pag. 40]

10 gli anni delle Dolomiti Patrimonio Unesco [pag. 50]

12 le videoinstallazioni di Plessi a Caracalla [pag. 89] VALENTINA LO SURDO Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino

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La Freccia Junior, il mensile di giochi, fumetti e curiosità per i più piccoli, in distribuzione al FRECCIABistrò di Frecciarossa e Frecciargento

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PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XI - NUMERO 8 - AGOSTO 2019 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 23/7/2019 Foto e illustrazioni Archivio Fotografico FS Italiane FS Italiane | PHOTO AdobeStock Copertina © Michele Lugaresi Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT

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EDITORE

Direzione Centrale Media Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it Direttore Responsabile Caporedattrice Coordinamento Editoriale Caposervizio In redazione

Segreteria di redazione Ricerca immagini e photo editing Traduzioni Hanno collaborato a questo numero

Marco Mancini Claudia Frattini Cecilia Morrico, Francesca Ventre Silvia Del Vecchio Gaspare Baglio, Serena Berardi, Michela Gentili, Sandra Gesualdi, Luca Mattei, Cristiana Meo Bizzari Francesca Ventre Michele Pittalis, Claudio Romussi Verto Group Cesare Biasini Selvaggi, Christian Benna, Alberto Brandani, Gilda Ciaruffoli, Carlo Cracco, Titti Giuliani Foti, Alessio Giobbi, Itinere, Valentina Lo Surdo, Edoardo Meoli, Giuliano Papalini, Ernesto Petrucci, Bruno Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic, Flavio Scheggi, Carlos Solito, Filippo Teramo, Mario Tozzi, Luigi Vicinanza

EDOARDO MEOLI Giornalista professionista, cronista de Il Secolo XIX, 54 anni, tre figli, autore di testi su turismo, enogastronomia e cultura, collabora da anni con guide e aziende che si occupano di turismo. Il filo conduttore è sempre uno solo: l’amore per la Liguria e la sua bellezza

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Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 2661 - 5640 - 2600

La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC®️ e da materiali riciclati

LUIGI VICINANZA Ha collezionato oltre 40 anni di giornalismo lavorando presso diverse testate e in varie città. Attualmente a Torino è condirettore editoriale dei quotidiani GNN - Gedi news network. Ha diretto Il Tirreno di Livorno e L’Espresso ed è il presidente della Fondazione Cives - Mav di Ercolano

On Web Note, il settimanale per i viaggiatori regionali disponibile il giovedì su trenitalia.com

La Freccia si può sfogliare su ISSUU e nella sezione FSNews del sito fsitaliane.it 7


CI SONO CHEF CHE DANNO IL MEGLIO DI SÉ A 30,000 PIEDI

I prodo!i e servizi sono sogge!i a modifiche in base alla durata del volo e al tipo di aeromobile.


FRECCIA COVER di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

© Morgan Norman

Sconti Trenitalia pag. 113

Sergei Polunin e Alina Cojocaru in Romeo e Giulietta

AMORE ASSOLUTO È la storia d’amore per antonomasia, quella di due giovani colti all’improvviso da un sentimento che li trascende e da un’unica passione che per loro ha l’essenza della tragedia. Quando un artista può interpretarla si ritiene appagato e colmo di soddisfazione, rappresentare Romeo e Giulietta fa a tutti questo effetto. Il sogno di essere Romeo per Sergei Polunin si avvera il 26 agosto all’Arena di Verona, un’imperdibile prima mondiale, proprio nella città teatro della finzione letteraria di William Shakespeare. È lui il protagonista maschile della performance di danza nella versione di Sergei Prokofiev, un’emozione anche per una étoile del suo calibro, personaggio a volte controverso, ucraino con passaporto russo, certamente star internazionale indiscussa. È stato il più giovane ballerino al Royal Ballet di Londra, poi al New York City Ballet, al Kirov di San Pietroburgo e via così in continua

ascesa. Al suo fianco, Alina Cojocaru, già Giulietta in altre esibizioni, ma altrettanto emozionata. A dare unicità alla performance la coreografia di Johan Kobborg, i ruoli principali di Tebaldo e Mercuzio affidati rispettivamente a Nikolas Gaifullin e Valentino Zucchetti, affiancati da un cast di 20 danzatori. Non a caso, l’evento in prima mondiale prodotto da Polunin Ink e Show Bees, è in collaborazione con l’Associazione Teatrale Emilia-Romagna e con il Festival della Bellezza, una manifestazione ispirata anche al drammaturgo inglese e ambientata in scenari di grande suggestione. Tutto è pronto, dunque, per celebrare uno dei sentimenti più coinvolgenti e devastanti dell’esperienza umana. poluninverona.com poluninveronaofficial romeojuliet_polunininarena 9


RAILWAY heART

PHOTOSTORIES PEOPLE Abbracci in stazione © Yuri Ottavi yuriottavi

IN VIAGGIO Novara © Antonino Romeo lafotografiainviaggio

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LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME A cura di Enrico Procentese

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione Centrale Media, FS Italiane.

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LUOGHI Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa – Fondazione FS Italiane © Alessio Cecconi cecconi_alessio_photographer

AT WORK Fabrizio e Stefano IMC Roma San Lorenzo Ferrovie dello Stato Italiane © Antonio Li Piani ermetico.op

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RAILWAY heART

A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it

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© Enrico Procentese

E

miliano, 39 anni, Ict project manager alla Direzione Sistemi Informativi di Trenitalia. Attualmente impegnato nel progetto Tip-Trenitalia Infomobility Platform, per la gestione delle informazioni sui canali di comunicazione esterni ed interni dell’azienda. Ci fai un breve ritratto di te e del tuo lavoro? Sono specializzato nell’ambito informatico e nel tempo ho acquisito una serie di certificazioni in project management. Tra gli obiettivi della mia Direzione c’è quello di dare supporto alle strutture di business per i fabbisogni tecnologici. Ci rapportiamo con il nostro cliente interno, Trenitalia: raccogliamo le esigenze, le traduciamo in specifiche tecniche e incarichiamo i fornitori, governando il processo di realizzazione del prodotto. Ti stai occupando di progetti particolari? Seguo le attività che riguardano prevalentemente l’infomobilità per i viaggiatori. Contemporaneamente, sono impegnato nello sviluppo di una nuova piattaforma tecnologica che dovrà farsi carico di centralizzare i dati e raccogliere le indicazioni di interesse dai data source per poi gestirle, smistarle e farle arrivare agli utilizzatori. Tra le nostre competenze c’è quella di distribuire in maniera omogenea e in real time ciò che è destinato ai nostri canali, come i monitor a bordo treno e quelli nei FRECCIAClub e nelle stazioni. Ci occupiamo delle informazioni rilasciate tramite l’app di Trenitalia e di quelle che arrivano alle emettitrici self-service e nelle biglietterie, dagli aggiornamenti push sulla circolazione alle notizie di servizio personalizzate, fino agli invii di natura commerciale. La nuova piattaforma a cui stai lavorando è legata all’ottimizzazione dell’infomobilità? Grazie a questo strumento multicanale, a cui è stato dato il nome Tip, sarà possibile trattare tutte le informazioni esterne e interne in maniera più allineata, veloce e coerente, parlando in tempo reale un unico linguaggio sui nostri canali di comunicazione. Prevediamo implementazioni che coinvolgano sempre più gli operatori di customer care. Qualche altra curiosità su Tip? Stiamo lavorando per inserire elementi che potremmo definire di intelligenza artificiale e machine learning: la piattaforma potrà dare supporto alle scelte decisionali, basandosi sulle analisi di eventi storici. Darà un valore aggiunto non solo alle persone che utilizzano il treno, migliorando così la user experience, ma anche ai colleghi impegnati ad affrontare situazioni complesse. Gestirà anche flussi informativi e segnalazioni provenienti dai viaggiatori? A livello di progettazione stiamo prevedendo la capacità di analisi e interazione con i social network, per poter intercettare i bisogni di chi viaggia e soddisfarli al meglio. Un ulteriore passo avanti per aumentare il comfort delle persone anche durante circostanze anomale. Cosa ti piace di questo lavoro e cosa miglioreresti? Mi entusiasma far parte di una struttura che permette di avere una visione a 360 gradi dell’azienda. Punto molto sul miglioramento personale, facendo tesoro delle esperienze che mi consentiranno di affrontare al meglio le nuove contingenze. Gli ambiti lavorativi di un project manager mutano in continuazione.


LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE testo e foto di Enrico Procentese

enryhills

R

oberta de Luca, giovane medico in viaggio sul Frecciarossa Roma-Napoli. Ci fai un breve ritratto di te? Amo la semplicità e la discrezione. Sono un’appassionata d’arte e un’inguaribile romantica. Credo nei valori più preziosi: il rispetto, la famiglia, l’amicizia. Ma sopra ogni altra cosa credo nella libertà individuale. Di dove sei e cosa fai? Sono un medico. Sono nata nella piccola Caserta, a pochi passi dalla Reggia. Ma è stata la Capitale ad adottarmi e incantarmi. Poi c’è la bellissima Napoli, la mia favorita, viva e stimolante, una città che è pura poesia, il luogo ideale da cui, con occhi pieni, iniziare i miei viaggi. Una viaggiatrice per... Per lavoro, per piacere e per curiosità. Recentemente sono tornata a Napoli, che in questi mesi ospita in una splendida mostra alcune delle più grandi opere di Marc Chagall. Artista illuminato, genio dell’amore, la sua opera affiora dall’inconscio, dalla memoria, dal sogno. La connessione che Chagall crea tra l’elemento figurativo e quello poetico è la grande singolarità della sua arte pittorica. Cosa ti piace fare mentre viaggi? È il momento per leggere, fare programmi e spesso ascoltare i racconti delle persone. Ognuno di noi ha qualcosa da raccontare, credo che le diversità siano le uniche cose che abbiamo in comune e ascoltare insegna molto. Il treno offre paesaggi incredibili, ma regala anche condivisione, nonostante la velocità. Il tempo dedicato all’ascolto dell’altro non è mai tempo perso, il confronto è una grande opportunità per sviluppare nuovi punti di vista, trovare soluzioni originali, arricchire le proprie idee. Non serve restare sempre chiusi nei propri pensieri, il confronto è un’arma potentissima. Qualcosa in particolare che ti è capitato durante i tuoi viaggi? Ricordo con piacere una chiacchierata con un maestro indiano di yoga sul potere della gentilezza. Mai come oggi è la gentilezza il vero atto di protesta e ribellione al caos. Non siamo più abituati a dare e ricevere gentilezza, eppure un gesto cortese ha il potere di cambiare la nostra giornata e quella degli altri. La gentilezza abbatte le barriere della diffidenza, crea positività e buonumore. Se avessi la possibilità di introdurre, togliere o cambiare qualcosa nel mondo ferroviario, cosa faresti? Prevenire è meglio che curare. So che Trenitalia è attiva nella promozione della salute. È molto importante continuare su questa linea. Occorre incrementare le campagne di tutela della salute, soprattutto promuovendo corretti stili di vita, incentivando l’adesione ai programmi di screening e sensibilizzando donne e uomini alla cultura della prevenzione. 13


RAILWAY heART

FS: 10 ANNI DI SOSTENIBILITÀ

MOBILITÀ COLLETTIVA, CONDIVISA ED ECOLOGICA, ENERGIA A EMISSIONI ZERO, HUB INTERMODALI, MASSIMA INCLUSIVITÀ, ACCESSIBILITÀ E SICUREZZA. GLI OBIETTIVI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE, IL CUI ACRONIMO SI TRADUCE OGGI CON FARE SOSTENIBILITÀ

L

a persona al centro. Si riassume così il cambio di visione strategica impresso al Gruppo FS Italiane anche in fatto di responsabilità sociale e di sviluppo, per renderlo davvero concreto, duraturo e percepito da tutti, in una parola: sostenibile. Il suo amministratore delegato, Gianfranco Battisti, presentando lo scorso 18 luglio i dieci anni del Rapporto di Sostenibilità e gli Obiettivi 2030-2050 di FS Italiane, lo ha sottolineato a più riprese. Il benessere e la soddisfazione delle persone che viaggiano con le società del Gruppo FS, o che ne utilizzano le infrastrutture o che vi lavorano, insomma, di tutti gli stakeholder, sono l’elemento trasversale che unisce i pilastri del Piano Industriale 2019-2023 di FS Italiane. Il tutto è inquadrato in una visione prospettica che guarda al ventennio 2030-2050, mirando a tre obiettivi coerenti con quelli fissati dall’Onu per uno sviluppo sostenibile: incrementare lo shift modale a favore della mobilità collettiva e con-

di Marco Mancini

marmanug

divisa in Italia, realizzando una sempre più efficace integrazione tra mezzi di trasporto ecologici; azzerare gli eventi mortali tra viaggiatori, persone che interagiscono con il sistema ferroviario, dipendenti, propri e delle aziende appaltatrici; utilizzare, infine, energia a emissioni zero, diventando così carbon neutral entro il 2050 in riferimento sia all’energia acquistata sia a quella autoprodotta. I primi passi sono già stati mossi, ne sono un esempio, tra gli altri, i 6 miliardi di euro investiti, anche con l’emissione di green bond, per i nuovi treni regionali, tra cui i Rock e i Pop, ad alta efficienza energetica e quasi del tutto riciclabili, così come il Frecciarossa 1000, fiore all’occhiello dell’AV made in Italy, e i 500 nuovi autobus a zero emissioni. È innegabile che questo virtuoso percorso muove da basi già solide, come testimoniano i dati sintetici dell’ultimo decennio: oltre 55 miliardi di euro investiti per migliorare infrastrutture e servi-

© FS Italiane | PHOTO

L’amministratore delegato e direttore generale di FS Italiane, Gianfranco Battisti

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zi; circa 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno emesse in atmosfera, per la preferenza accordata al treno invece che all’auto privata; 18,5 milioni di ore risparmiate nei viaggi, grazie all’Alta Velocità; 80 miliardi di euro distribuiti agli stakeholder tra acquisto di beni e servizi, stipendi, remunerazione ai finanziatori, pagamento di imposte. Senza trascurare la progressiva trasformazione delle stazioni in hub intermodali e in cuori pulsanti delle città, dove non si dimenticano le emergenze sociali, sono ben 18 gli help center sociali attivati. O, ancora, l’impegno per la sicurezza: nel 2018 gli incidenti sulla rete ferroviaria sono diminuiti del 75% rispetto al 2008, con un 70% in meno di infortuni sul lavoro e un indice di incidenza inferiore del 50%. E poi l’attenzione all’inclusività e all’accessibilità, frutto di un continuo confronto con le associazioni e del gran lavoro delle sale Blu di RFI. Tutto si riassume nell’acronimo FS, non più solo Ferrovie dello Stato, ma anche Fare Sostenibilità.


NASCE IL POLO DEL GRUPPO FS ITALIANE DEDICATO ALLO SVILUPPO DEL TURISMO NAZIONALE di Alessio Giobbi

© A.Bini/Archivio FVO-FTI

TESORO ITALIA

Treno natura poco dopo la stazione di San Giovanni D’Asso (SI). I treni storici della Fondazione FS Italiane stanno diventando un cult del turismo dolce e sostenibile

I

mprimere un tratto sempre più distintivo puntando su uno dei motori trainanti dell’economia italiana, il turismo, con interventi volti alla redistribuzione dei flussi dei viaggiatori e a una migliore accessibilità alle città d’arte, alle località di vacanza e ai luoghi più incantevoli della Penisola. Nasce con questo intento il Polo del Gruppo FS

dedicato allo sviluppo del turismo in Italia, illustrato a Roma alla presenza dei ministri Gian Marco Centinaio e Danilo Toninelli, dall’Ad di FS Italiane Gianfranco Battisti. In linea con il Piano Industriale 2019-2023, il Gruppo FS si propone come punto di riferimento dell’ecosistema turistico nazionale, per rispondere alla crescente domanda e alle nuove

esigenze di mobilità. Offerta commerciale ad hoc, intermodalità, treni storici, turismo dolce, turismo esperienziale, partnership con eventi culturali e musicali, infrastrutture integrate e digitali: un mix di fattori per attrarre turisti italiani e stranieri e valorizzare al tempo stesso l’immagine e il patrimonio intellettuale e paesaggistico del Paese. 15



L’ITALIA che fa IMPRESA

NASCE A TORINO OGR TECH NELLE EX OFFICINE FERROVIARIE DI TORINO, DOVE PRIMA SI RIPARAVANO I TRENI, OGGI SI INCONTRANO LE IDEE DEI GIOVANI TALENTI DELL’INNOVAZIONE

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di Christian Benna

Nelle ex Officine grandi riparazioni, dove un tempo si aggiustavano treni e locomotori, oggi Talent Garden si occupa di gestire i “talenti” dell’innovazione. La Fondazione Crt ha investito 100 milioni di euro per trasformare la fabbrica ottocentesca di corso Castelfidardo (prima della Fiat era il più grande impianto industriale di Torino) in luogo di arte e cultura. Adesso, con

isolata, resta una buona idea. Se inserita in un ecosistema può diventare una grande azienda», dice a margine dell’inaugurazione delle nuove Ogr Tech di Torino, l’innovation hub dedicato alle tecnologie tra i più grandi del Paese, con progettualità di ricerca rivolte soprattutto alla smart mobility.

l’apertura nella Manica sud delle Ogr Tech, l’ex sito di riparazioni ferroviarie diventa anche un hub delle tecnologie. «Sulla carta il nostro compito è gestire i 12mila m2 di spazi dedicati a startup e team di ricerca innovativi spiega Davide Dattoli - ma la nostra ambizione è più alta: vogliamo met-

© Giorgio Perottino/Getty Images

onnettere. Collegare. Mettere in relazione». A chi chiede a Davide Dattoli, il 28enne fondatore e Ceo di Talent Garden, che cosa serve per creare una società innovativa made in Italy alla pari di Facebook, Spotify o Google, lui risponde utilizzando le metafore del mondo del trasporto e delle infrastrutture. «Una buona idea, ma

Davide Datto

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tere in contatto le buone idee delle società con tutto il network di Talent Garden. In pratica le Ogr sono una stazione che fa parte di una rete ampia e diversificata dove le idee viaggiano come i treni». Lungo il boulevard di 200 metri delle Ogr Tech, illuminato dalle grandi vetrate del tetto alto 16 metri, tra tavoli social e divani smart, ci sono 500 postazioni occupate da startup, investitori di venture capital, team universitari di ricerca e quelli di grandi aziende. «In pratica tutto l’ecosistema dell’innovazione si ritrova sotto lo stesso tetto. Ma non sarà un coworking tradizionale. Il nostro lavoro è mettere in relazione tutte queste menti brillanti, per cercare di produrre innovazione». Le Officine grandi riparazioni di Torino ripartono come luogo dedicato alla tecnologia. Saranno capaci di creare “digital champion” come succede da 20 anni in California? L’aspetto incredibile di questo nuovo viaggio è che le Ogr Tech nascono dove l’infrastruttura ferroviaria ha connesso l’Italia. Io credo che il Paese abbia bisogno di nuovi collegamenti, anche immateriali, per far ripartire 17


L’ITALIA che fa IMPRESA

L’investimento nasce dalla Fondazione Crt, dall’iniziativa del presidente Giovanni Quaglia e del segretario Massimo Lapucci. Ma oggi nella Manica sud sono saliti a bordo tanti attori. A cominciare da Intesa Sanpaolo con il suo innovation center e la Compagnia di San Paolo. E poi ci sarà anche un acceleratore americano, Techstars di Boulder, Colorado, che ricoprirà il ruolo centrale di selezionare e far crescere le migliori startup. Lungo il boulevard delle Ogr lavoreranno giovani startup e anche grandi aziende. Il mosaico è completo: dalla finanza alla ricerca e all’impresa fino alle startup. Al Talent Garden spetta il compito di far viaggiare più veloce e con efficienza questo ecosistema. Di quali tecnologie si occuperà Ogr Tech? L’hub è molto focalizzato sulla smart mobility, sui sistemi di trasporto e mobilità del futuro. Le tecnologie che verranno implementate sono l’intelligenza artificiale, i big data, la

blockchain. Siamo abituati a pensare ai trasporti intesi come mezzi di spostamento. Ma stanno diventando molto di più, e non solo per via dell’elettrificazione dell’auto. Basti pensare ai nuovi sistemi di pagamento digitali che ci consentono di prenotare i viaggi. E a tutti i sensori che salgono a bordo dei veicoli per farli dialogare con il mondo esterno. Lei parla di mettere in relazione le buone idee. Perché? Talent Garden ha sviluppato tecnologie di intelligenza artificiale che mettono in contatto aziende con i ricercatori, startup e fondi di investimenti. Attraverso la nostra rete, che è presente in 23 città e in otto Paesi europei, fa comunicare tutti gli operatori presenti. Non gestiamo solo spazi fisici, ma mettiamo in relazione le persone. Fare sistema nelle nuove tecnologie è fondamentale. Una buona idea senza sostegno non va da nessuna parte.

© Giorgio Perottino/Getty Images

la competitività del nostro sistema economico e scientifico. Le Ogr Tech possono diventare in fretta un pilastro di questa nuova corsa all’oro, che oggi è rappresentata dalle tecnologie. Negli ultimi 30 anni le grandi innovazioni sono nate negli Usa. Le compagnie americane dominano la trasformazione digitale. Il treno italiano delle Ogr tech arriva in ritardo? Il sistema Paese, come il sistema europeo, è in ritardo. È un fatto. Il resto del mondo corre veloce. Basti pensare che oggi la Cina ha superato gli Usa per spesa in venture capital dedicato alle startup. Questo non significa che siamo fuori gioco, perché le competenze industriali e innovative non mancano. La rinascita delle Ogr fa ben sperare. Per la prima volta si mettono insieme operatori di diversi settori uniti da uno scopo comune: agevolare l’innovazione. In Italia una cosa del genere non è mai successa. Chi scommette sulle Ogr?

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AGENDA

save AGOSTO the date 2019 A cura di Luca Mattei

ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it

CAPOLAVORI TRA DUE SECOLI FIRENZE//FINO A MAGGIO 2020 Il secondo ’900 in circa 80 capolavori. Tutti legati da un sottile fil rouge, la personalissima sensibilità del collezionista che li ha raccolti nel tempo, Roberto Casamonti, gallerista di fama internazionale. L’esposizione a Palazzo Bartolini Salimbeni Dagli anni ‘60 agli inizi del XXI secolo è il prosieguo cronologico della mostra allestita nel 2018 che partiva dall’esordio del secolo breve. Secondo

il curatore Bruno Corà, «dischiudono il nuovo percorso alcuni tra i più autorevoli protagonisti di quella koinè linguistica definita Arte Povera, movimento condiviso da un congruo numero di artisti a partire dal 1967. Di alcuni di loro Casamonti ha acquisito più di un’opera: è il caso per esempio di Pistoletto e, soprattutto, di Boetti che, dopo Fontana, è l’artista a cui egli ha dedicato più energie, passione e attenzione». Ulteriori tendenze estetiche

sono rappresentate nella collezione dalla Scuola di Piazza del Popolo con Schifano e Festa, dal Nouveau Réalisme di César e Klein, dalla Land Art con Long e Christo, dalla Body Art di Gilbert&George e Marina Abramović, dalla Pop e Graffiti Art con Andy Warhol, Keith Haring e Basquiat e dalla Transavanguardia di Paladino. Senza dimenticare Pomodoro, Cattelan, Mirò e Kapoor. collezionerobertocasamonti.com

Alighiero Boetti, 383 tutto (1992-1994) collezionerobertocasamonti

Art Kane, The Who (1968) napoliteatrofestival NapoliTFI 20

ART KANE. VISIONARY NAPOLI//FINO AL 14 SETTEMBRE Nell’ambito del Napoli Teatro Festival, la Chiesa di Santa Caterina a Formiello ospita una retrospettiva su Art Kane, un maestro della fotografia che ha raccontato con il suo sguardo originale e visionario l’immaginario visivo della seconda metà del XX secolo. L’esposizione si compone di 100 lavori, alcuni famosi, altri inediti. Nella sezione principale sono raccolti i ritratti di icone della musica anni ’60, tra cui Rolling Stones, Bob Dylan, The Who, The Doors, Aretha Franklin e Louis Armstrong. Non mancano poi documenti che evidenziano l’impegno sociale del fotografo che si è soffermato su temi come la lotta per i diritti civili di afroamericani e indiani d’America, il fondamentalismo religioso, l’incubo nucleare di Hiroshima. «Art punta il suo occhio direttamente sul suo soggetto e, quello che lui vede, lo rappresenta in uno scatto che è sempre una straordinaria interpretazione del soggetto stesso». Parola di Andy Warhol. napoliteatrofestival.it | artkane.com


FRANK HOLLIDAY IN ROME ROMA//FINO AL 13 OTTOBRE Per la prima volta in Italia la pittura di Frank Holliday, uno dei protagonisti, insieme a Keith Haring e Kenny Scharf, della controcultura newyorkese sviluppatasi tra gli anni ’70 e ’80 nel quartiere East Village e in particolare nel Club 57, locale frequentato anche da star come Madonna e Cyndi Lauper. Il Museo Carlo Bilotti ospita 36 dipinti realizzati nel 2016, anno in cui l’artista ha compiuto a Roma quello che è stato, per sua stessa definizione, un soggiorno “monastico”. In questi lavori indaga la terra, quello che ritiene uno spazio intermedio tra l’inferno, in cui la forza di gravità spinge l’uomo verso l’abisso, e il paradiso, zona senza peso, irraggiungibile ma ideabile. Nel dare immagine a qualcosa di immateriale, controbilancia con la bellezza del colore la solidità del gesto pittorico, in un susseguirsi di luci e ombre, cadute e ascese. museocarlobilotti.it Frank Holliday, Elektron (2016) © Franco Bocchino/Arte Fotografica S.r.l.

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museiincomuneroma

VIENI A BALLARE (E CANTARE) IN PUGLIA PUGLIA//1>31 AGOSTO La Puglia in estate è la patria del divertimento legato alla musica. Per un tour in tutta la regione si parte da Locorotondo (BA) con due attesissimi eventi: il Viva! Festival, che propone Jon Hopkins il 1°, Gilles Peterson il 2, Apparat e Napoli Segreta il 3; si prosegue con il Locus Festival, di cui Ferrovie del Sud Est - Gruppo FS Italiane è vettore ufficiale e offre comodi collegamenti in bus da Lecce, Bari e Taranto per i concerti di Ms. Lauryn Hill e Mahmood il 7, Calcutta, Giorgio Poi e Margherita Vicario il 10. Al Luce Music Festival di Santa Cesarea Terme (LE) il 9 c’è Salmo. Protagonisti del Cinzella Festival a Grottaglie (TA) i Marlene Kuntz domenica 18, gli Afterhours il 19 e i Franz Ferdinand il 20. Nella line up del Sei Festival Franco126, il 12 a Serranova (BR). Fuori dalle rassegne Antonello Venditti a San Pancrazio Salentino (BR) il 23, Fiorella Ben Harper, Locus Festival 2018 Mannoia a Barletta e Gazzelle a Fasano (BR) il 25, Boomdabash © Umberto Lopez a Rocchetta Sant’Antonio (FO) il 26, J-Ax e Articolo 31 vivafestivalit viva_festivalit locusfestival a Noci (BA) sabato 31. lucemusicfestival vivafestival.it | locusfestival.it | lucemusicfestival.it cinzellafestival cinzellafestival.com | seifestival.it seifestival ART CITY 2019 LAZIO//2 AGOSTO>7 SETTEMBRE Oltre 100 iniziative per rassegne diverse ma sotto un ombrello comune. Tutti da scoprire gli eventi romani di Conversazioni nella Loggia di Palazzo Venezia e di Sere d’arte a Castel Sant’Angelo. Inoltre, con ArtCity2019 si può apprezzare in modo nuovo l’intero Lazio. Per la kermesse Anfiteatro il 2 agosto a Cassino (FR) Marina Massironi interpreta l’Otello di Verdi. Immaginario Etrusco riempie le città di Tarquinia (VT), dove il 2 è di scena la Banda Osiris, e Cerveteri (RM), con i live di Rocco Papaleo sabato 3, l’Ensemble Synphony Orchestra l’8 e il trio jazz New Things il 7 settembre. Mediterranea a Minturno (LT) propone il 3 agosto Claudia Gerini in Qualche estate fa. Vita, poesia e musica di Franco Califano e il 17 James Senese in concerto. Nel palinsesto di Palcoscenico il 18 c’è Ascanio Celestini a Canino (VT). Trasversali alle rassegne, i capitoli di Storie del Decamerone di Michele Santeramo: Arturo Muselli interpreta Un amore il 9 a Tarquinia, Claudio Santamaria Il Potere il 25 a Palestrina (RM) e Anna Foglietta Una guerra il 7 settembre a Viterbo. art-city.it L’attore Arturo Muselli interpreta Un amore, primo capitolo della trilogia Storie del Decamerone artcityestate2019 artcity2019 21


AGENDA ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it

Freccia Weekend agosto 2019

A cura di Luca Mattei

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1 Fabrizio Bellanca, New Trinity (2019) comointerference

2 Locandina dell’illustratore spagnolo Mikel Murillo per La Guarimba 2019 laguarimbafilmfestival laguarimba La_Guarimba

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Ultimi giorni presso l’ex Chiesa di San Pietro di Como per Interference, collettiva di sette artisti internazionali che riflettono sull’interferenza delle innovazioni tecnologiche moderne nella vita quotidiana. [1] visionaryarttrends.com

Per La Guarimba International Film Festival, dal 7 all’11 agosto ad Amantea (CS), oltre 150 opere in gara nelle categorie Fiction, Documentario, Animazione, Videoclip, Film sperimentali e La grotta dei piccoli. [2] laguarimba.com

La Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore e la Sala delle Eposizioni di Zoppè (BL) ospitano Montagne e montanari, retrospettiva del pittore Masi Simonetti, attento interprete del rapporto tra uomo e alte quote. magnificacomunitadicadore.it

Nel weekend uno spettacolo di suoni, luci e musica cresce dalla sabbia della spiaggia della Madonnina di Caorle (VE). I più noti disc jockey del momento si esibiscono per il Double Flavor Music Festival. doubleflavor.it

Last weekend per il Magna Grecia Film Festival, kermesse con proiezioni, dibattiti e masterclass nella splendida location del Porto Marinaro di Catanzaro. Questa 16esima edizione omaggia il regista Sergio Leone. magnagraeciafilmfestival.it

Al Museo della Montagna di Torino fino al 20 ottobre Senza limiti, oltre i confini, escursione tra foto e manifesti di storici film ambientati in montagna. Focus sul territorio dalle Alpi Marittime al Monte Rosa. museomontagna.org

A Palazzo Ducale di Genova fino al 3 novembre Labirinto Luzzati, antologica sul poliedrico Lele Luzzati. In esposizione i suoi lavori per teatro, arredi urbani, ceramica, cinema d’animazione e illustrazione. palazzoducale.genova.it

Con il Bolzano Festival Bozen concerti sinfonici e cameristici fino al 6 settembre. Main event il 9 agosto: per la prima volta in Italia si esibisce la National Youth Orchestra of China, diretta da Ludovic Morlot. bolzanofestivalbozen.it


3 L’Entourloop © Royx

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4 Maurizio Galimberti, Umberto Eco (2002) RoccaRoverescaSenigallia RoccaSenigallia roccaroveresca.senigallia

5 Nathalie Decoster, Temps qui passe Villa Lario, Lago di Como (2016) panzanoarteitaly natdecoster_off nathaliedecoster_sculpteur

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Dal 14 al 18 ad Ariano Irpino (AV) world e gipsy music all’Ariano Folkfestival. In questo fine settimana la stella del folk gallego Mercedes Peón il 16 e il reggae, l’elettronica e l’hip hop di L’Entourloop il 17. [3] arianofolkfestival.it

Alla Rocca Roveresca di Senigallia (AN) per tutto agosto l’antologica del maestro della fotografia istantanea, Maurizio Galimberti. Opere realizzate nel suo personale stile dei mosaici di scatti Polaroid. [4] roccasenigallia.it

La neonata rassegna Panzano Arte presenta le grandi sculture dell’artista francese Nathalie Decoster, installate nel borgo Panzano di Greve in Chianti (FI) e in aziende vinicole della zona fino al 18 settembre. [5] panzanoarte.com

Per la mostra Ghraphein, fino al 16 al Museo Gagliardi di Noto (SR), 36 opere su carta di grandi maestri, da Burri a Fontana e Picasso. Per seguire il processo innovativo di grafica e tecnica incisoria nel ’900. sudestasicontemporanea.com

Tanta cultura al Todi Festival. Si parte con il teatro di Simone Savogin il 24 e con Galatea Ranzi il 25. Spazio alla musica con i concerti di Pacifico il 30 e, per la chiusura del 1° settembre, Simone Cristicchi. todifestival.it

Scienziati, filosofi, scrittori e artisti riflettono sul futuro, tema conduttore degli eventi del Festival della Mente, l’unico in Europa dedicato ai processi creativi. Nel fine settimana a Sarzana (SP). festivaldellamente.it

Teatri naturali nascosti e residenze storiche per il festival diffuso Green Music, in Umbria fino al 12 settembre. A Piegaro (PG) il 16 il Duo Snapshot e il 18 il Sator Duo. Il 17 a San Gemini (TR) l’Accorduo. festivalinternazionalegreenmusic.com

Quest’anno il Festival di Musica a Portogruaro (VE), dal 20 agosto al 18 settembre, è un viaggio nella musica da camera per indagare la cerchia di artisti che ruotava attorno al compositore tedesco Robert Schumann. festivaldiportogruaro.it

Ultimi giorni al Palazzo delle Paure di Lecco per Inquietudine necessaria, antologica di Franco Cardinali, pittore passato dalle influenze picassiane negli anni ’50 alle grandi tele enigmatiche prima della sua scomparsa nel 1985. museilecco.org

La mostra The Clash: white riot, black riot, alla galleria Ono Arte di Bologna fino al 12 settembre, ripercorre la carriera del controverso gruppo punk attraverso gli scatti del fotografo loro sodale Adrian Boot. onoarte.com

Dal 19 al 25 a Santa Maria Maggiore (VB) Sentieri e Pensieri, festival letterario diretto da Bruno Gambarotta. Tra gli ospiti Alessandro Costacurta, Pablo Trincia, Roberto Maroni, Davide Giacalone, Eraldo Pecci. santamariamaggiore.info

Nel 2017 Vittorio Sgarbi lancia l’idea che il torso del Kouros di Lentini e la Testa Biscari appartengano alla stessa statua. Ora le due opere assemblate sono al museo Castello Ursino di Catania, fino al 3 novembre. comune.catania.it

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di Gilda Ciaruffoli - a cura di

vdgmagazine.it

Nascono nel 1400, nelle cucine dell’abbazia di Campofilone (FM), i sottilissimi Maccheroncini Igp ai quali la cittadina marchigiana dedica da oltre 50 anni una sagra nel suo centro storico. L’occasione giusta per visitare il caratteristico borgo del fermano, immerso tra le colline e affacciato sul mare, dal 2 al 5 agosto. prolococampofilone.it

Mercoledì 7 e giovedì 8 nove cuochi si riuniscono a Grottaglie (TA) per festeggiare la regina delle tavole pugliesi con Orecchiette nelle ‘nchiosce - On the road, manifestazione che si svolge in un contesto unico e fascinoso: il celebre quartiere delle Ceramiche. Gastronomia e artigianato tipico in un tripudio di tradizioni. orecchiettenellenchiosce.com Quella del cibo di strada in Sicilia è una tradizione secolare, celebrata dall’8 all’11 agosto a Sciacca (AG) durante Azzurro Fest - Festival Internazionale del Mediterraneo. La principale piazza della città si trasforma in un ristorante a cielo aperto, dove assaggiare le creazioni di chef stellati protagonisti di spettacolari showcooking. azzurrofest.it

La notte di San Lorenzo è magica, ma lo è ancor di più per i winelover, che ogni anno brindano tutti insieme con Calici di Stelle, la manifestazione organizzata appunto il 10 agosto dalle cantine aderenti al Movimento Turismo del Vino. Tanti gli appuntamenti, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, tra buon bere, arte e spettacoli live. calicidistelle.org

Si aprono le antiche soglie di uno dei borghi più belli del Cilento in occasione di Torchiara di portone in portone, il 12 e 13 agosto. E invitano ad affacciarsi su uno spaccato di storia, antichi mestieri e prodotti tipici del territorio, entrando nelle abitazioni allestite per l’occasione. facebook.com/diportoneinportone Spegne 50 candeline la Festa del Lard d’Arnad Dop, delizia valdostana che si scioglie in bocca in un’esplosione di aromi di montagna, quelli delle erbe utilizzate nella preparazione del lardo. Ad Arnad classici chalet in legno ospitano artigiani del gusto e offrono degustazioni di lardo e fontina Dop, pane nero, salumi e formaggi d’alta quota. Dal 21 al 25 agosto. lardarnadop.com

La sfoglina è uno dei simboli della Romagna, e Massa Lombarda (RA) la celebra dal 22 al 28 agosto con la Sagra delle Sfogline. Una sfida a colpi di mattarello che vede protagoniste le maestre assolute di questa pasta sfoglia, professioniste e non, nel preparare deliziose tagliatelle servite poi negli stand gastronomici della festa. comune.massalombarda.ra.it Compie 70 anni la Fiera nazionale del Peperone di Carmagnola (TO), la più grande dedicata a questo prodotto. L’anniversario è celebrato con dieci giorni di eventi enogastronomici e culturali, oltre 200 espositori, seminari d’assaggio, showcooking e tanto intrattenimento. Dal 30 agosto all’8 settembre. fieradelpeperone.it © Claudio Massarente

© Antonio Zanata

Save the Date agosto 2019

GOURMET




WHAT'S UP

VAI COL MAMBO! I BOOMDABASH IN TOUR FINO ALLA FINE DELL’ESTATE TRA HIT E SOGNI PER IL FUTURO gasparebaglio

© FLAVIOEFRANK

di Gaspare Baglio

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WHAT'S UP

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IL È TORNATO ARRIVA IL RE LEONE, VERSIONE PHOTO REAL DEL CELEBRE CARTOON DISNEY

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ella savana africana è nato un futuro re: Simba. Il leoncino prova grande ammirazione per suo padre Mufasa e prende seriamente il destino reale. Non tutti celebrano, però, l’arrivo del nuovo cucciolo: Scar, fratello di Mufasa e precedente erede al trono, ha infatti piani molto diversi. Tradimenti, ritorni, amori, amicizia e musiche indimenticabili per «una storia molto amata da tutti», afferma Jon Favreau, regista della versione photo real del classico Il Re Leone. «Disney ha avuto un successo incredibile con la versione animata e il musical di Broadway. Dovevo essere prudente, dimostrando a tutti che avremmo rispettato il materiale di partenza, riuscendo a dargli vita attraverso tecniche e tecnologie capaci di lasciare tutti a bocca aperta». Obiettivo raggiunto: la pellicola emoziona come l’originale, a partire dalla 28

poi è un momento riflessivo in cui mi dedico alle mie cose: ascolto basi musicali, scrivo testi. Ora vivi in Salento? Sì, da tre anni, e ci sto bene. Ognuno trova la sua dimensione, è una cosa soggettiva. Quanto è cambiata la vostra vita nel giro di un anno? Dopo Sanremo e il successo di Per un milione abbiamo avuto i riflettori puntati e le aspettative sono alte. Noi facciamo la stessa vita di prima, abbiamo solo più impegni e maggiori responsabilità. Stiamo già lavorando a nuovi singoli, e vorremmo integrare la nostra musica con un progetto sociale a cui teniamo particolarmente. Ma ancora è tutto top secret. In Mambo salentino duettate con la vostra conterranea Alessandra Amoroso. Come mai questa scelta? Al di là del rapporto professionale con Alessandra, iniziato col singolo A tre passi da te, ci lega l’amicizia. Mambo salentino è un brano nato a Sanremo, durante una cena: volevamo rifare qualcosa con lei, ma con sonorità più ballabili. È andata alla grande e ne siamo molto felici. Dopo la Bertè e la Amoroso, con chi vorreste fare un featuring? Con Zucchero, sono un suo grande fan. Collaborare con lui sarebbe la realizzazione di un sogno. Chi lo sa, la speranza non muore mai. Se mi avessero detto quello che avremmo raggiunto oggi non ci avrei creduto. Magari Zucchero legge questa intervista sul treno e ci chiama.

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n successo inarrestabile quello dei Boomdabash, abbonati alle classifiche dei brani più gettonati dalle radio. Se infatti l’anno scorso hanno spaccato con il tormentone Non ti dico no, in coppia con Loredana Bertè, quest’estate – complice la voce di Alessandra Amoroso – stanno sbancando con Mambo salentino. La hit è stabile nella top 10 delle più ascoltate di Spotify e si è già guadagnata il disco di platino. Un pezzo di grande impatto che, grazie a un sound e un ritornello coinvolgenti, non si leva più dalla testa. Ma non finisce qui: Payà, Blazon, Mr. Ketra e Biggie Bash sono in tour fino al 21 settembre (info e date su boomdabash.com). Ed è proprio con Biggie che parliamo del boom di consensi per questa band dai live energetici. Quali sono le novità del tour? Abbiamo inserito, finalmente, una parte di musica con la batteria di B-Dog, uno dei migliori in Italia: ha suonato con Salmo e Gué Pequeno. Un elemento nuovo che ha impreziosito lo show, aggiungendo carica in questo viaggio nella carriera dei Boomdabash. Ci saranno ospiti? Sono già concerti belli pieni, ma in qualche data potrebbero esserci sorprese. Compatibilmente con gli impegni dei colleghi artisti. Non vi fermate mai. Immagino prendiate spesso il treno. Nella mia vita ne ho presi tantissimi. Fino a tre anni fa ho vissuto a Milano e ne prendevo, senza esagerare, una ventina al mese. È il mezzo che preferisco perché non amo volare. E

splendida overture Il cerchio della vita intonata da Cheryl Cole. A doppiare Simba e Nala ci sono due star della musica italiana (e non solo), Elisa e Marco Mengoni. «Amo la natura e questo è uno di quei film che abbracciano il senso degli animali, un po’ Mama Africa. Con la nostra tutor Fiamma Izzo abbiamo lavorato sulla fierezza delle leonesse. Nala scappa per trovare una soluzione e salvare il branco», commenta Elisa. Mengoni ammette, invece, di aver lavorato il doppio considerato che il personaggio muta: «Prima piccolo erede al trono, poi spensierato, infine pronto a tornare a essere ciò che era in origine. Mi sono giocato le carte di ragazzo di oggi». Last but not least, la coppia di artisti regala una memorabile interpretazione della hit L’amore è nell’aria stasera. Dal 21 agosto nelle sale. disney.it G.B.



WHAT'S UP

SONO STATA BRAVA IRENE GRANDI FESTEGGIA 25 ANNI DI CARRIERA CON IL NUOVO DISCO GRANDISSIMO. INEDITI, DUETTI IMPORTANTI E UN TOUR FINO A DICEMBRE di Sandra Gesualdi sandragesu s.gesualdi@fsitaliane.it

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n tournée tutta l’estate con l’entusiasmo del debutto, in mezzo alla gente. Irene Grandi è la ragazza rockettara di sempre, ciuffo biondo e risata calda. Ma davvero sono passati 25 anni da quando cantava allo storico Be Bop nella sua Firenze? Un album Grandissimo per festeggiare la tua carriera… È uno sguardo lungo su di me senza essere celebrativa. Ho voluto raccontare la mia voce e la mia arte in ogni loro sfaccettatura. Ci sono cinque inediti ma anche i primi successi, come

Bum Bum. Dentro l’Irene che esplora e si costruisce strada facendo. Molte le collaborazioni e i duetti. Con le cantanti che mi piacciono e che conosco da sempre: Fiorella Mannoia, Carmen Consoli e Loredana Bertè, mia grande amica. E Levante, il futuro. Ma anche con Stefano Bollani, che mi ha portata in ambiti musicali meno popolari, e con una delle mie passioni giovanili, Sananda Maitreya (aka Terence Trent D’Arby, ndr). Oggi che artista sei? In evoluzione, sempre alla ricerca. Sento una creatività in continua ebollizione, sono un’entusiasta. Appena ho visto il cd mi sono detta: «Sono stata brava!». Ho riconosciuto di aver fatto un bel lavoro in questi anni. I passi dell’amore è l’inedito che ha preceduto l’uscita del disco. Racconta la sensazione di fatica nel quotidiano. Poi basta rallentare per notare una nuvola strana e ritrovare una nuova spinta. La felicità ha la forma delle nuvole e le cose inaspettate rendono la vita arte. In lontano da me e Accesa c’è il tema della fuga… L’altrove è un’idea ricorrente nei miei

testi su cui ho molto riflettuto per capire che da se stessi non è possibile scappare. Meglio mettersi in discussione, guardare in faccia il dolore. Nel 2010, all’apice del successo, ho percepito che ero circondata da vuoto e solitudine. Ho recuperato le relazioni vere e le amicizie incondizionate e anche la musica è tornata ad avere un senso. In programma hai tante date live. Torno nelle piazze, fuori dai teatri, mi rimetto alla prova. Sono concerti vivaci accompagnati da contributi video e foto storiche. Il tour prosegue tutta l’estate con un gran finale, il 12 dicembre al Teatro Verdi di Firenze. Sarà una festa. Sempre in cammino? È il fil rouge del mio lavoro. Mi piacciono le canzoni on the road, in divenire, da ascoltare mentre ci si muove. Prima di un lungo viaggio? Porto la voglia di non tornare più. Ma questa mi sa che l’ho già detta (ride, ndr). La mia più grande convinzione è partire. irenegrandi.it irenegrandiofficial

Sconti Trenitalia pag. 112

© Marco Lanza

Thegiornalisti Prosegue inarrestabile il successo della band capitanata da Tommaso Paradiso. Sabato 7 settembre grande show al Circo Massimo di Roma, a chiusura del Love Tour. Una nuova conquista per Thegiornalisti: sono il primo gruppo italiano a esibirsi sul palco dell’antico stadio romano. Nel frattempo, la summer hit Maradona y Pelé è stata certificata Disco d’oro ed è gettonatissima in radio. 30



INCONTRO

L A F E S TA È QUI DA LIGNANO A RIMINI, DA FERMO A VIAREGGIO, IL JOVA BEACH PARTY INVADE LE SPIAGGE ITALIANE. E FA BALLARE LA TRIBÙ DI LORENZO di Michela Gentili michelagentili

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derato da ragazzo, realizzato da adulto. «È un sogno maturato nel tempo. Ora c’era la possibilità di renderlo realtà: le stelle si sono allineate e ci abbiamo provato», racconta il ragazzo fortunato alle soglie dei 53 anni. Così è nato questo parco giochi della musica – un po’ festival, un po’ concerto, un po’ dj set – con 63 ospiti da 23 Paesi, concepito per far ballare dalle 20 alle 45mila persone a tappa. «Dopo Jova Beach», continua Lorenzo, «uno spettacolo normale sembrerà qualcosa del passato. Perché abbiamo rotto un format industriale e ci siamo buttati in una cosa che non ha ancora un nome. Anzi, sì: è una festa in spiaggia, ma grande». Una sfida senza precedenti che ha richiesto dieci mesi di

© Michele Lugaresi

guardarlo sembra Rio durante il Carnevale, tra sfilate di umanità accaldata e bagliori che saturano le pupille. A respirarlo ricorda Woodstock 50 anni dopo, per quelle folate di peace&music che rinfrescano l’aria viziata dal cinismo. A starci dentro somiglia a Disneyland, un microcosmo abitato da gonfiabili leggeri come le utopie che li riempiono. A sentirlo pompa nello stomaco quanto un subwoofer, potente come le dita sulla pelle dei bonghi e scanzonato come un accordo di chitarra intorno al falò. Il Jova Beach Party, 16 tappe previste in 14 città italiane fino al 31 agosto, è la Festa che Lorenzo Cherubini aspettava da una vita. Quella che ha immaginato da bambino, desi-

Castel Volturno (CE)

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© Michele Lugaresi

INCONTRO

Rimini

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© Brainstorm Agency

In questa foto e in basso Lignano Sabbiadoro (UD)

la spiaggia (o la montagna, nel caso di Plan de Corones) meglio di come è stata trovata. Anche se le polemiche sull’impatto ambientale non sono mancate: «Chi non ha capito non può capire, non posso piacere a tutti e non lo voglio nemmeno. A me interessa il progresso e, allo stesso tempo, la verità di sempre, che scaturisce da una musica live in un luogo che comunque diventa magico per un giorno», ha risposto Jova. Nel suo Luna Park si può prendere il sole o farsi un bagno, ma

anche ricaricare il cellulare pedalando, azzardare una gara di limbo, sperimentare un tatuaggio temporaneo. Mentre i food truck offrono sushi e arrosticini, piatti vegani e frutta bio. La musica parte quando il sole è ancora alto, con dj e rapper, gruppi folk e protagonisti dell’afrobeat che ruotano a ogni a tappa e si alternano sui due palchi minori: lo Sbam, che riprende la hit dell’album Oh, Vita!, e il Kontiki, in onore della zattera con cui l’esploratore Thor Heyerdahl attraversò il Pacifico negli anni ’40. Ma l’ombelico

© Michele Lugaresi

preparazione, un milione e mezzo di euro a data e oltre 900 persone impegnate a metter su ogni volta un villaggio itinerante. «Un’impresa difficilissima, ma la gente ha capito che era una figata e ci ha sostenuto, è una cosa fatta insieme alle persone che ci hanno creduto, al mio pubblico». Una tribù pronta ballare da Lignano a Rimini, da Fermo a Viareggio, all’interno di una «città invisibile», come l’ha definita più volte l’artista citando Italo Calvino, che appare e scompare con la promessa di lasciare

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INCONTRO

© Leandro Manuel Emede

del mondo è il Main stage, dove campeggia un mega schermo circolare, circondato da una grande sirena, una palma e un capitello che insieme inventano la scritta Jova. Durante il pomeriggio sul video appaiono i volti di nove italiani, dall’architetto Renzo Piano al velista Giovanni Soldini, dall’esploratore Alex Bellini all’astronauta Luca Parmitano, che condividono messaggi di apertura verso il futuro. «Non ci servono sensi di colpa ma ragioni che alimentino il coraggio di vivere, crederci e seguire le proprie passioni», fa sapere Lorenzo. Che tra un set e l’altro corre in mezzo alla gente, canta con gli ospiti, gioca a fare freestyle. Si materializza e poi svanisce, un po’ santone, un po’ profeta, nascosto dietro a un cappello di paglia e avvolto da stoffe etniche oversize. «Raccogliete la plastica, proteggete il mare», dice ai suoi fedelissimi, con quell’attitudine da predicatore che addosso a un altro risulterebbe buonista ma su di lui, chissà perché, risuona di verità. E si improvvisa addirittura sindaco, con fascia zebrata e cappello da marinaio, per sposare una coppia scelta tra le oltre tremila che si sono candidate. Poi, prima che il sole precipiti dietro l’orizzonte, salta sul palco e prende in mano il testimone. Nessuna scaletta fissa ma un flusso libero fino a mezzanotte, con la band o alla consolle, «per celebrare il fatto di essere insieme, vivi come il mare». Nel mixer sono memorizzati duemila pezzi: Jova mischia suoni e campioni, regola volumi e fiati, con l’unico scopo di far saltare il pubblico. Passa da un omaggio ai Queen a un blitz negli anni ‘60 con Sapore di mare. Riannoda i fili della sua carriera, da La mia moto a L’estate addosso, da Serenata rap a Nuova era. E in un remix senza sosta mescola Tutto l’amore che ho con Get Lucky dei Daft Punk, una strofa di Sabato con Jammin’ di Bob Marley. Non mancano le sorprese, come il duetto con Samuel dei Subsonica al debutto di Lignano, l’omaggio a Dalla con Luca Carboni sul litorale di Rimini, l’incursione di Gianni Morandi a Marina di Cerveteri (RM). Ogni tappa è un work in progress. Ineguagliabile nella sua imperfezione, che ammette stecche, errori e dissonanze. Perfetta nella sua 37


INCONTRO

Castel Volturno (CE)

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la Dino, sbarcano invece l’emergente dell’indie Giorgio Poi, la band funky e afrobeat Voodoo Sound Club, il gruppo folk dialettale lucano I Tarantolati di Tricarico. Tre giorni dopo, a Roccella Jonica (RC), il “cantautorato illogico d’avanguardia” del Duo Bucolico si alterna con la dance elettronica dei 47Soul e il world beat di Sangennaro Bar. Sulla spiaggia di Torre Mozza, a Policoro (MT), il 13 salgono sul palco il rapper Rancore e l’ambasciatore del reggae Alborosie, mentre il belga Baloji è pronto a mixare hip hop e rumba congolese. A rallegrare la spiaggia di Vasto (CH), il 17, la leggerezza pop di Takagi & Ketra e la dance esplosiva di Albert Marzinotto, talento del clubbing che segue Jovanotti anche a Lido degli Estensi (FE), dove il 20 sono attesi il patriarca dell’afrobeat Tony Allen e l’inventore del balkan beat Shantel. Il 24 a Marebbe (BZ), sulla cima Plan de Corones, unica località di montagna del tour, l’ex bassista dei Lùnapop Ballo anima la festa nell’insolita veste di dj. Tra gli ospiti anche Paolo Baldini, fondatore degli Africa Unite, e i gemelli del reggae Mellow Mood con cui Jova ha riscritto il brano XchéTUC6. Il 28 si torna a Lignano Sabbiadoro, dove il tour è partito il 6 luglio, con i Tre Allegri Ragazzi Morti e l’Istituto Italiano di Cumbia, collettivo dedica-

to alla musica popolare colombiana capitanato da Davide Toffolo. Il 31 a Viareggio, sulla spiaggia libera del Muraglione, si balla con i synth di Club Paradiso e Dee Jay Mazzz, il ritmo dei Bantou Mentale e l’energia della R’n’R band The Di Maggio Connection. Un viaggio musicale degno di un film. Che dura un’estate intera. «Ricorda un po’ Fitzcarraldo e il finale di 8 ½, ma anche Woodstock, Guerre Stellari, Mad Max, Saturday Night Fever e Le avventure di Pinocchio diretto da Comencini», azzarda Jova. Ma, alla fine, «è comunque uno spettacolo nuovo, mai visto prima». Senz’altro il più grande dopo il Big Bang. soleluna.com lorenzo.jovanotti.cherubini lorenzojova jovabeachparty

SAVE THE DATE LE TAPPE DI AGOSTO 3 Fermo 7 Praia a Mare (CS) 10 Roccella Jonica (RC) 13 Policoro (MT) 17 Vasto (CH) 20 Lido degli Estensi (FE) 24 Marebbe, cima Plan de Corones (BZ) 28 Lignano Sabbiadoro (UD) 31 Viareggio (LU)

© Michele Lugaresi

spontaneità, non altrettanto perdonabile in una location meno disinvolta. Così tutto sembra aggiustarsi da solo. Piove sul mixer? Si usa la chitarra acustica. La memoria latita? Ci pensa il pubblico. «Jova Beach Party è un trip psichedelico», spiega il suo demiurgo, «un viaggio in una parte profonda di noi che, a forza di tenere in mano i cellulari, rischiamo di dimenticare. Intendo il corpo, la danza, l’incontro, la natura, gli elementi e la musica come reagente, come spazio immaginario». Una traversata dell’anima, quindi, in compagnia di musicisti storici e nuovi collaboratori, campioni del mixer e talenti della trap. Presenti in tutte le tappe gli Ackeejuice Rockers, il duo veneto dell’elettronica con cui, dopo Sbam!, Lorenzo ha registrato Tutto un fuoco, uno dei sette brani del Jova Beach Party EP, uscito a giugno come colonna sonora del tour. «Non un disco addomesticato, ma un progetto nato e cresciuto libero». Che, oltre al singolo Nuova era, comprende Vado, freestyle realizzato con Charlie Charles, produttore di Ghali, Mahmood e Sfera, e un ballabilissimo Il sole sorge di sera, concepito con la leggenda della club culture Dj Ralf. Due ospiti d’eccezione, pronti a raggiungere Jova il 3 agosto a Lido di Fermo. Il 7 a Praia a Mare (CS), davanti all’iso-


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SOLIDARITY’S

WALK

DALLA LUNGA MARCIA PER L’AQUILA NASCE IL PRIMO CAMMINO SOLIDALE D’EUROPA, NELLE TERRE MUTATE: 14 TAPPE E 257 CHILOMETRI ATTRAVERSO 50 CENTRI ABITATI di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ilmondodiabha.it

ValuLoSurdo

ilmondodiabha

Photo Francesco Senatore

U

n progetto che non ha precedenti nella storia del turismo italiano, questo è il Cammino nelle Terre Mutate: il primo cammino solidale in Europa, concepito da un coraggioso gruppo di volontari e scolpito nella dorsale appenninica del Centro Italia, ferita da 20 anni di terremoti. Un cammino corale dunque, che nell’azione del camminare si propo-

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ne di ricucire i lembi di terra e di quotidianità, riparando la rete di relazioni umane strappate dall’ininterrotta onda sismica che dal 1997 ha colpito Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo a più riprese. La sequenza degli eventi tellurici ha spazzato via centinaia di vite umane, radendo al suolo edifi ci e, soprattutto, intere comunità. Ma l’ago e il filo di questo percorso, organizzato in 14

tappe per un totale di 257 chilometri, sta rimettendo insieme, tessera dopo tessera, un mosaico di storie sepolte sotto le macerie di 140 Comuni e 1.770 centri abitati coinvolti. Numeri impressionanti, se si pensa che l’area del cratere del sisma si estende complessivamente per 7.600 km2, coinvolgendo dieci Province e una rete stradale di 15.300 chilometri.


Monte San Vito, localitĂ La Ceglia - Matelica 41


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Cappella San Vincenzo - Gran Sasso

Il Cammino nelle Terre Mutate attraversa una cinquantina tra i centri abitati maggiormente colpiti dal terremoto. L’ago ha il nome di Movimento Tellurico, FederTrek e Ape Roma (Associazione proletari escursionisti), che insieme si prendono cura di questo progetto; il filo, invece, è il passo di tutti i camminatori che lasciano le proprie orme lungo una linea che scende verticale da Fabriano all’Aquila, seguendo quel complesso sistema di faglie capace di spostare l’Appennino Centrale al punto da provocare lo slittamento di 40 centimetri a ovest di Norcia e uno sprofondamento di 70 centimetri a Castelluccio. Testimoni di queste trasformazioni morfologiche, da sempre appassionati dei tracciati escursionistici appenninici, all’indomani del terremoto dell’Aquila del 2009 Enrico Sgarella, Alberto Renzi e i volontari di Movimento Tellurico hanno cominciato a mobilitarsi. Nell’estate 2012 organizzano una camminata-evento: la prima Lunga Marcia 42

per L'Aquila con partenza da piazza del Popolo a Roma, per raggiungere il capoluogo abruzzese in una settimana di viaggio a piedi su sentieri e carrarecce. L’esperienza di successo della prima Lunga Marcia ha ispirato altre camminate solidali: negli anni successivi sono stati i territori dell’Emilia colpiti dal sisma del 2012 a essere collegati con L’Aquila, ma anche il Molise con la sua tristemente nota San Giuliano di Puglia. Poi i terremoti del Centro Italia hanno riportato l’attenzione sull’Appennino Centrale e la prima Lunga Marcia che segue l’attuale percorso è stata inaugurata nel 2017. Alla definizione del tracciato si sono prodigati anche FederTrek, con in prima linea Paolo Piacentini e Francesco Senatore, e Ape Roma, che ha curato palmo a palmo la seconda parte del tracciato, grazie in particolare a Francesca Zanza e a Peter Lerner, che per il suo impegno nelle zone terremotate è stato nominato Ambasciatore del Parco del Gran Sasso Monti della Laga. Un apporto importan-

te è stato dato anche dal Cai di Amatrice (Club alpino italiano) e da molti altri volontari locali: per questo il Cammino nelle Terre Mutate si autodefinisce corale e, dopo tre anni di Lunga Marcia praticata come camminata-evento a inizio estate, diventa un Cammino permanente percorribile da chiunque e in qualsiasi momento dell’anno. Ricalcando il tracciato della Lunga Marcia da Fabriano all’Aquila, tutti gli appassionati di escursionismo, cicloturismo e solidarietà possono così scegliere di compierlo da soli o in gruppo, contando sulle dettagliate indicazioni della guida Il Cammino nelle Terre Mutate firmata da Enrico Sgarella (Terre di Mezzo editore, pp. 144 € 18), uscita quest’anno e già andata a ruba: la prima tiratura di 2.500 copie è esaurita in soli tre mesi. Un segnale che lascia ben sperare, dopo anni di ricucitura del tessuto sociale, in un futuro di ripresa delle attività turistiche. Al punto che anche in quei centri dove agibilità è un termine ancora lontano dall’essere acquisito, se


l’ospitalità non può essere realizzata in agriturismi, hotel o B&B, è comunque diffusa in una molteplicità di strutture alternative: campeggi, rifugi, aziende agricole, centri polivalenti e abitazioni private. Il viandante vive così un’esperienza di autenticità a contatto con le persone e la loro realtà, condividendo a cena i piatti della tradizione accompagnati dai racconti di vita vera. Dal 25 al 31 agosto c’è inoltre la possibilità di compiere questa esperienza insieme a grandi jazzisti e alle loro note. Sette giorni di Cammino con Il jazz italiano nelle terre del sisma, un progetto itinerante di musica e trekking, un pellegrinaggio laico da Camerino ad Amatrice. In più, e non meno importante, si possono raggiungere molti luoghi delle tappe del percorso anche in treno, facendo ulteriormente del bene all’ambiente: ad esempio Fabriano, Matelica, Castelraimondo-Camerino, Foligno, Spoleto e L’Aquila sono servite da Intercity e Regionali.

Venire a camminare in queste terre diventa così la chiave per ri-conoscere un territorio, la sua parte mutata e la sua parte immutata. Perché, come ripetono i suoi abitanti, «le nostre montagne il terremoto non ce le ha portate via», e ogni tappa porta in dono l’abbagliante visione di una natura selvaggia, svelando alcuni dei sentieri più preziosi che si snodano in due straordinari polmoni verdi d’Italia: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso - Monti della Laga. Percorsi che in molti casi sono stati riportati alla luce proprio dagli ideatori del Cammino, ad esempio restituendo attenzione alla civiltà della transumanza con l’utilizzo dell’antica rete viaria dei tratturi. Attraverso la conoscenza di questo percorso diventiamo soprattutto e in modo diretto testimoni delle condizioni in cui migliaia di famiglie sono costrette a vivere a distanza di anni e questo è il vero, impagabile contributo che possiamo offrire alle terre mutate. Certamente

L’Aquila e Amatrice restano sotto la luce dei riflettori, e a vederle così come appaiono ancora oggi, a dieci e a tre anni dai sismi che le hanno messe in ginocchio, c’è ancora così tanto da fare per loro. Ecco così la situazione di Campotosto, colpita da tremende scosse sia il 6 aprile 2009, sia il 24 agosto 2016 che il 18 gennaio 2017, con oltre il 60% delle case ancora inagibili; chi parla di Ussita, la cui prossimità con il Monte Bove l’ha resa per decenni protagonista assoluta del turismo sciistico e sentieristico marchigiano, con una capacità ricettiva di oltre duemila posti letto di cui non ne è rimasto agibile nemmeno uno; continua a fare notizia che il centro storico di Camerino sia totalmente blindato dalla zona rossa e, ancora, che Visso, uno dei più bei borghi d’Italia chiamato la perla dei Sibillini, si ritrova un centro totalmente inagibile, come d’altronde gran parte dell’alta Valle del Nera, area epicentro del terremoto del 26 ottobre 2016. Quanto andrebbe detto, infine, su Arquata,

Lago di Fiastra

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Norcia salendo a Castelluccio

totalmente devastata e, persino peggio, sulla sua piccola frazione Pescara del Tronto, completamente cancellata dai colpi del sisma al costo di 48 vite umane? Con la sua esigua popolazione decimata da una tragedia che si poteva evitare, aggrappata con edifici non a norma su uno scosceso costone di roccia, Pescara del Tronto non rinascerà più là dov’era. Ora è il simbolo dell’impegno a testimoniare del Cammino nelle Terre Mutate: sì, perché alla fine di quest’avventura ecologica, civica e umana non si può tornare indietro, ma solo invitare altra gente a mettersi in marcia, per andare a vedere e ad ascoltare. Per questo gli abitanti delle Terre Mutate raccontano che, sì, la solidarietà

spot fa comunque bene, ma comprare i salumi e le lenticchie, i prodotti locali di Norcia o Castelluccio, non fa davvero la differenza. Solo una cosa è davvero importante: venire qui, perché quello che gli albergatori e i ristoratori, le guide escursionistiche e i negozianti auspicano per loro è semplicemente tornare a lavorare. Così l’ultima edizione della Lunga Marcia, realizzata dal 24 giugno al 7 luglio scorsi, ha visto un centinaio di partecipanti che hanno marciato tutti insieme da Fabriano all’Aquila, ma già lungo il percorso sono stati intercettati camminatori e ciclisti che hanno intrapreso il Cammino da soli, oltre ai segnali incoraggianti registrati dagli ospitaleri di

ROMEA STRATA

Antica Strada Allemagna 44

ogni tappa, che hanno visto crescere il flusso di escursionisti di mese in mese, con la guida di Terre di Mezzo nella tasca dello zaino. Per mettersi in cammino e portare un contributo concreto a questo territorio basta davvero poco: preparare uno zaino leggero e partire. Al resto ci pensa il cammino. L’esperienza di gratitudine che si riceve lungo quest’avventura, però, non si può raccontare: è vita che restituisce vita. camminoterremutate.org movimentotellurico.it federtrek.org ape-alveare.it caiamatrice.it italiajazz.it CamminoTerreMutate

La via che mancava a Est d’Europa, per raggiungere Roma e anche congiungersi con i percorsi secolari del Cammino di Santiago e della Via Francigena, ora c’è. Ecco un suggerimento di viaggio a ritmo lento per appagare la voglia di un cammino spirituale, tra capolavori d'arte, storia e natura. È la Romea Strata, che riapre le antiche vie percorse da viandanti e pellegrini, e che si candida per diventare un Itinerario culturale del Consiglio d’Europa, grazie all’Associazione Europea Romea Strata. Si parte dal Baltico verso l’Adriatico e poi il Tirreno, per giungere fino a Roma attraversando Polonia, Repubblica Ceca e Austria. In Italia l’ingresso è a Tarvisio (UD) e i percorsi principali sono lungo le antiche strade Allemagna, Aquileiense, Iulia Augusta, Annia, Nanontolana-Longobarda e altre diramazioni, che si snodano tra Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana. È un’occasione di arricchimento umano, che coinvolge 185 Comuni italiani e 335 parrocchie. Il progetto è stato presentato ad Aquileia, città simbolo nota per i suoi mosaici colorati, metafora dell’osmosi tra varie culture. F.V.



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LA PROCESSIONE

DEL CERO

Processione del Cero e dei Censi nella Cattedrale di Siena

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A SIENA, A DUE GIORNI DAL PALIO DELL’ASSUNTA, UNA CERIMONIA DOVE I BAMBINI DIVENTANO PROTAGONISTI di Marco Mancini

marmanug

Photo Alessia Bruchi

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© Marco Mancini

l rullo dei tamburi è assordante. Rimbomba tra le sacre mura e fa vibrare le corde più intime di centinaia di senesi, assiepati nella loro cattedrale, il pomeriggio del 14 agosto. Termina lì la Processione del Cero e dei Censi, in un Duomo che è tutto un tripudio di bandiere, con i vessilli sventolanti delle Contrade protesi in avanti dagli alfieri affinché la loro seta accarezzi, beneaugurante, il drappellone del Palio, quest’anno dipinto da Milo Manara, mentre percorre la navata centrale. L’agognato cencio dopo due giorni tornerà di nuovo lì, accompagnato da un solo popolo, vincitore della carriera di mezz’agosto, dedicata alla Madonna Assunta in cielo, per ringraziarla della gioia concessa. La processione del Cero è festa soprattutto di bambini e bambine che possono provare, quel giorno, l’onore d’indossare le preziose mon-

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ture della propria Contrada, recando in Duomo fiori e ceri votivi, insieme al grande cero del Comune, offerto in nome dell’intera comunità civica. È una liturgia sacra e laica allo stesso tempo, che affonda le sue origini agli albori del secondo millennio, quando tutti i cittadini senesi e i rappresentanti delle comunità soggette a Siena dovevano donare ceri e tributi alla Repubblica. Una cerimonia politica per celebrare la potenza e la supremazia della capitale, e religiosa, per confermare la devozione di un’intera collettività alla Madonna, alla quale la città si è

sempre votata nei momenti di pericolo e difficoltà. Costume, quest’ultimo, che non è certo un unicuum senese, come dimostrano le tante feste lungo la Penisola che a metà mese, da originarie Feriae Augustae, finirono per trasformarsi in un tributo all’Assunta. In molte ricorre il rito dei ceri votivi, per ringraziare o ingraziarsi Maria, madre d’Iddio, ascesa al Cielo, figura centrale del Cristianesimo. E, quindi, della nostra storia, arte e cultura che, ancorché laicizzatesi molto negli ultimi due secoli, trovano ancora qui il loro humus e le loro più persistenti radici.

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E V V I VA

© Filippo Lentini

MARIA

LA DEVOZIONE VERSO L’ASSUNTA DIVENTA A METÀ AGOSTO OCCASIONE DI TANTE FESTE POPOLARI

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© avilon/AdobeStock

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1 Festa della Madonna Assunta, Alice Bel Colle (AL) 2 Festa dell’Assunta, Fiumicino (RM) 3 Festa di Maria Assunta, Orvieto (TR)

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4 Vara di Messina 5 Festa della Madonna di Brancere, Stagno Lombardo (CR)

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PIETRE PREZIOSE PATRIMONIO MONDIALE DAL 2009, LE DOLOMITI FESTEGGIANO I DIECI ANNI DEL TITOLO UNESCO CON 150 EVENTI DIFFUSI SUL TERRITORIO di Michela Gentili

G

michelagentili

iganti di pietra plasmati dal vento, guglie che sfiorano le nuvole, valli inghiottite dalla roccia. Nove sistemi montuosi, custodi di una storia millenaria, si susseguono lì dove un tempo erano solo conchiglie, alghe e coralli. Affiorate dagli abissi 70 milioni di anni fa, le Dolomiti comprendono «paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale». Con questa motivazione, il 26 giugno 2009, l’Unesco le dichiarò Patrimonio Mondiale. A dieci anni dal riconoscimento, i Monti Pallidi hanno deciso di celebrare la loro singolarità con una festa diffusa per tutta l’estate nei luoghi simbolo del territorio, a cavallo tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. «È un’occasione per valorizzare l’unità nella diversità», spiega Graziano Pizzimenti, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, «perché

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tutti abbiamo compreso che, come diceva Aristotele nella Metafisica, l’intero è di gran lunga maggiore della somma delle parti». Istituzioni e reti locali collaborano infatti per preservare al meglio uno dei siti naturali più complessi al mondo, che attraversa le province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine, dove la cultura italiana e tedesca si incrociano con le tradizioni della comunità autoctona ladina. «Tutto quello che facciamo lo abbiamo deciso insieme. Non è un caso che, in occasione del decennale, sia bastato lanciare un appello per veder fiorire autonomamente oltre 150 iniziative», aggiunge. Ad aprire i festeggiamenti ufficiali, il 26 giugno, è stata Cortina d’Ampezzo, che si prepara ad accogliere i Campionati del mondo di sci 2021 e, insieme con Milano, i Giochi olimpici invernali 2026. Parole, musica e sapori hanno invaso le strade cittadine. E 120 imma-

gini dei massicci montuosi sono esposte fino al 30 settembre nei bar e nei negozi, nei ristoranti e negli hotel, creando un racconto collettivo che mette al centro il paesaggio e i suoi abitanti. Si sale di livello, invece, con gli Incontri d’alt(r)a quota. Al rifugio Pian de Fontana, nel Parco nazionale Dolomiti bellunesi, il 31 agosto e il 1º settembre un workshop curato dal fotografo Moreno Geremetta si focalizza sul valore estetico e ambientale della zona. Il 7 settembre ci si sposta a Cava Buscada, in Val Zemola, per parlare di geologia e scoprire il giardino delle ammoniti con un evento organizzato dal Museo delle scienze di Trento e dal Parco naturale delle Dolomiti friulane. Ultimo appuntamento in vetta il 21, al rifugio Pradidali, con lo scrittore Matteo Melchiorre e il contrabbassista Nelso Salton impegnati in una camminata letterario-musicale nel cuore delle Pale di San Martino.


© Alessandro Gruzza/alegruzza.com

Le Dolomiti di Brenta viste dal versante dell'Adamello

Un’opportunità per far conoscere ancora meglio un patrimonio che, dopo il titolo Unesco, ha visto aumentare del 10% il numero di turisti. «I gestori dei 66 rifugi montani parlano chiaro: escursionisti e alpinisti stranieri scelgono le Dolomiti proprio perché parte della World Heritage List», continua Pizzimenti. A omaggiare l’unicità di questo paradiso contribuiscono anche 60 immagini scattate sul campo dal fotografo Alessandro Gruzza, esposte fino al 1º settembre a Palazzo delle Albere di Trento, che catturano la voce delle montagne evocando atmosfere mitologiche. A Predazzo, nel Museo Geologico delle Dolomiti, una mostra ripercorre gli studi sulle grotte che costellano i colossi e un ciclo di letture propone i racconti più significativi sui Monti Pallidi mentre, in piazza, una serie di proiezioni ne interpretano l’anima attraver-

so il grande schermo. Non mancano le escursioni alla scoperta di questo tesoro scolpito, che si estende per 142mila ettari con 18 vette oltre i tremila metri. Si può cominciare dall’atollo del Latemar, perla dell'arcipelago fossile tra la Val di Fiemme e la Val d’Ega e, ogni lunedì fino al 2 settembre, salire con la seggiovia Oberholz per un aperitivo panoramico a duemila metri. Ma anche intraprendere un viaggio nel tempo attraverso la gola del Bletterbach, in Alto Adige, visitando il Museo geologico di Redagno e camminando fino a malga Monte San Pietro per raggiungere il Santuario della Madonna di Pietralba. Sempre con l’obiettivo di celebrare quella che Le Corbusier ha definito la «più bella opera architettonica del mondo».

UNA MONTAGNA DI LIBRI A CORTINA

dolomitiunesco.info DolomitesUnesco

CORTINA D’AMPEZZO 2 FRECCIALINK NEL WEEKEND

A tu per tu con scrittori, artisti e poeti. All’ombra di un larice, nel cuore delle Dolomiti. Una montagna di libri, la festa internazionale della letteratura diretta da Francesco Chiamulera, invade Cortina d’Ampezzo con oltre 45 incontri fino al 22 settembre. Tra i protagonisti, il direttore d’orchestra Riccardo Muti, l’attore Toni Servillo, il fisico Guido Tonelli e la poliedrica Lella Costa. Ma anche grandi narratori come Andrés Neuman, Gaetano Cappelli, Olivier Guez, Antonio Monda. E i giornalisti Federico Fubini, David Parenzo, Bruno Vespa, Paolo Mieli. La manifestazione, che nel 2019 celebra i dieci anni di attività, ha ricevuto la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. unamontagnadilibri.it

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MARE AD ALTA QUOTA LA VAL GARDENA D’AGOSTO, DOVE GODERE UNA VACANZA TRA NATURA INCONTAMINATA, VETTE ANTICHE, PANORAMI MOZZAFIATO, ARTE E CULTURA di Sandra Gesualdi sandragesu s.gesualdi@fsitaliane.it

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va, chiuse a monte dall’imponente massiccio del Sella e dai gruppi del Cir e del Puez, a nord da quello delle Odle e dal Rasciesa che le separano dalla Val di Funes, a sud dalle appuntite cime del Sassolungo e da quelle lisce del Piatto, dalla Pallaccia e dall’Alpe di Siusi. A un passo dalle valli Badia e di Fassa. Un’area di oltre 170 km 2 di natura alpina, questa è la Val Gardena. E pensare che 240 milioni di anni fa era abitata da rettili marini e pesci preistorici (i resti di un ittiosauro gigante sono al Museum Gherdëina, ad agosto con visite guidate), e quelle vette erano coperte d’acqua salata. Le vacanze estive in questi luoghi permettono un’immersione nel mare d’alta quota. Un tuffo outdoor

stre, esplorazioni sul crinale, escursioni dei quattro passi in mountain bike, passeggiate guidate all’alba o a mirar le stelle, momenti rigeneranti tra erbe officinali, fiori rari, farfalle e persino lezioni di apicultura. Bastano tre giorni per dimenticarsi gli affanni urbani al piombo. Un paio di scarponcini tecnici, scorta di acqua, abiti a strati e protezione solare, perché anche se a valle il cielo è coperto, in cima quasi sempre c’è il sole. Partendo con la funivia del Col Raiser a Santa Cristina si arriva a 2.500 metri, sul Seceda, il prato, immenso, più alto d’Europa, trionfo nei mesi caldi di vegetazione, stelle alpine e genziane, falciato con cura come fosse un giardino di casa. Cosparso di numerose malghe, le

Cristina la ladina e Selva la sporti-

senza compromessi: trekking rupe-

rustiche casette un tempo adibi-

© Lukas Runggaldier

F

uori dalla stazione di Bolzano c’è la stessa afa che nelle città da bollino rosso. Ma basta girare qualche curva e le Dolomiti si aprono maestose, come un libro da leggere in ogni stagione. La poliglotta Val Gardena su cui si adagia la Venezia Tridentina non è terra banale e offre tante visioni e declinazioni: a sud del Tirolo, in Alto Adige, lungo l’Isarco dal cui affluente prende il nome. Patria dello sci sconfinato d’inverno, battuta in primavera dal caldo föhn settentrionale, d’estate è un immenso parco verde in altitudine, un tappeto soffice che sembra l’anticamera del cielo, dove il tempo galleggia tra i costoni di roccia. Tre le cittadine, una dietro l’altra: Ortisei, la chic, Santa

Una veduta del Sassolungo

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te al soggiorno estivo dei pastori e oggi vincolate per evitare il turismo di massa. Dall’alto i sentieri sterrati sembrano ricami sottili sul grande parco naturale. Il Gruppo delle Odle avanti e la punta aguzza del Sassolungo alle spalle, uno scenario mozzafiato, Patrimonio Unesco. Inerpicarsi fa sentire sospesi, come quando si prende il largo a nuoto in mare aperto. Le baite, dalla più rustica Troier alla più raffinata Sofie, dove assaggiare distillati alla nocciola, danno modo di riprendere fiato, addentare bocconi d’aria pura o rifocillarsi con un piatto di canederli, i grossi gnocchi di pane raffermo conditi col burro fuso, prima di arrivare alla cabinovia che riscende a Ortisei. Dal Passo Sella invece, sull’altro lato del bacino, si trova la stazione di risalita per il mitologico Sassolungo. La leggenda narra che sia un gigante dormiente, di cui sono visibili le

dita affusolate e per visitarlo occorre arrampicarsi per vie impervie e ferrate o imbarcarsi su strette ovovie biposto da prendere in corsa. Stretti su quelle navicelle volanti, sospese nel vuoto, si capisce come mai gli scalatori del luogo abbiano voluto incastonare una piccola Madonna lignea sul dirupo. Gli umani arrivano a quota 2.685, all’antico rifugio Toni Demetz, tra gole profonde, residui di neve e neonati infagottati che dormono fuori dalla porta, «perché il freddo fa bene», assicurano lassù. Le aquile invece lambiscono la punta a tremila metri. I paesaggi unici possono essere scoperti anche in sella a una bicicletta con percorsi lunghi centinaia di chilometri. Quello che si addentra in Vallunga, in mezzo a laghi asciutti, cappelle, fontane ghiacciate e distese d’erba dove dare la precedenza a mucche in libertà, permette

di ammirare il tramonto che tinge d’amaranto le vette. Tra le tradizioni tipiche della Val Gardena c’è anche quella della lavorazione del legno, un artigianato antico e sapiente che, nella scultura ha lasciato il passo all’arte. Un gruppo di artisti del territorio si è riunito sotto la sigla Unika, convinti che la bellezza si difenda solo con la bellezza. Ogni anno espongono le proprie opere durante l’omonima fiera (dal 29 agosto al 1° settembre). Ivo Piazza, uno di loro, lavora il cirmolo, albero profumato da cui ricava figure femminili e morbidi obelischi. Si inoltra nei boschi per cercare radici abbandonate o tronchi caduti naturalmente: «Il legno finché non è marcio continua a vivere e si trasforma. Io lavoro quella trasformazione». La montagna insegna sempre. valgardena.it dolomitesvalgardena

© Andrea Catellani/AdobeStock

Telecabina Passo Sella

A ROMA IL WORLD TOURISM EVENT Dl 26 al 28 settembre, a Palazzo Venezia si svolge il WTE, Salone mondiale dei siti e città Unesco, con oltre 120 siti che promuovono un turismo più consapevole. Confermate le rappresentanze di Malta, Cuba e Cina, delle Regioni Lazio, Umbria, Toscana e Veneto, di Roma Capitale, della Città Metropolitana di Napoli e del Parco della Sila. I tour operator incontrano i professionisti del settore in workshop b2b, ma non mancano convegni aperti a tutti, per approfondire gli aspetti legati al turismo sostenibile e responsabile. wtevent.it L.M. 54



© Alfio Garozzo

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OPEN SUMMER Villa Pennisi - Grandi Giardini Italiani

DALLE INIZIATIVE DEL FAI A QUELLE DEI PARCHI LETTERARI, DAL FOREST BATHING AL BIRDWATCHING FINO AI PAESAGGI DA FESTIVAL, L’ESTATE È TUTTA ALL’APERTO

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di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it

elax e divertimento fuori casa è quanto di meglio si desideri fare in vacanza. Osservazioni del cielo stellato, mostre d’arte open air, giochi e attività sportive per bambini e ragazzi, picnic, aperitivi, musica e intrattenimento. Tutto questo è una piacevole realtà grazie all’Estate nei beni del FAI (Fondo Ambiente Italiano), un ricco programma di eventi da Nord a Sud per tutto il mese di agosto. Tra gli appuntamenti Astronomi per una notte, dedicato agli animi romantici che amano contemplare i misteri del cielo. Giovedì 8 agosto l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, a Lecce, propone una serata di osservazioni guidate, con degustazione di vini e aree kids per riprodurre le costellazioni con cartoncini e spago. Nella notte di San Lorenzo sono protagoniste le stelle cadenti: sabato 10 si può godere lo spettacolo delle Perseidi presso il Ca56

stello di Avio a Sabbionara di Avio (TN) oppure distesi sul prato del Monastero di Torba (VA), mentre il 10 e l’11 al Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) i visitatori possono ammirare la volta stellata dalla terrazza panoramica gustando prelibatezze locali. Nelle stesse date, ma anche venerdì 16 e sabato 17, il Castello della Manta (CN) propone un picnic sull’erba circondati da punti luminosi. Ancora, nei sabati 10 e 17 il Bosco di San Francesco ad Assisi (PG) invita ad ammirare le “lacrime di San Lorenzo” accompagnati dall’aperitivo Polvere di stelle, mentre venerdì 30 agosto si parla di miti e costellazioni alla Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA), in compagnia dell’astrofilo Piter Cardone. Dai picnic stellari a quelli medievali, sempre il Castello di Avio l’11, il 15 e il 25 agosto svela angoli incantevoli con l’allestimento di un accampamento medievale,


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Giuseppe Dessì, i parchi letterari aprono al mondo quello che è del mondo per promuovere, attraverso natura e letteratura, la cultura delle comunità che custodiscono. Il programma è fitto di spettacoli, letture, percorsi minerari, naturalistici e agroalimentari, e in continuo aggiornamento sul sito parchiletterari.com. Ma per ammirare il verde in tutte le sue forme e sfumature ci sono anche i Grandi Giardini Italiani. Un patrimonio botanico invidiabile: 134 siti green dislocati in 15 regioni, di cui oltre 20 raggiungibili con i treni regionali, tra cui Isola Bella (VB), Villa della Pergola (SV), Villa Durazzo Pallavicini (GE), Villa Pennisi (CT) e il Parco delle Terme di Levico (TN). Inoltre, il nuovo accordo fra Grandi Giardini Italiani e Les Plus Beaux Jardins de France promuove le eccellenze italiane e francesi, come André Le Notre, pilastro della storia dell’arte dei giardini in Europa. Chi non è sazio di natura può provare il Bagno di foresta, Abbazia di San Fruttuoso, Camogli © Davide Marcesini, FAI - Fondo Ambiente Italiano (2014)

illustrando ai visitatori usi, costumi e tecniche militari dell’epoca. La classica gita fuori porta e il pranzo al sacco sono gli ingredienti del Ferragosto al Monastero di Torba, tra giochi d’acqua per i più piccoli e visite alle Saline Conti Vecchi, più rosse che mai durante l’estate. Non c’è poi luogo più indicato dei Giganti della Sila (CS) per ospitare un workshop di bioenergetica, sabato 31 agosto, dedicato ai cultori della vita sana e della meditazione, per ricavare benessere dal contatto con gli alberi e la natura, lontani da rumori e caos metropolitano. Il 3, 10, 15 e 17 agosto nel chiostro dell’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE) va in scena una rassegna di concerti curata dall’associazione Echi di Liguria. Tutti i martedì e venerdì fino al 30 agosto il giardino di Casa Carbone, nel centro di Lavagna (GE), offre aperitivi in un’oasi di pace, mentre sabato 24 a Torre e Casa Campatelli a San Gimignano (SI) si sorseggiano calici con vista sulla campagna toscana. Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 alla Baia di Ieranto sono in programma uscite notturne in kayak e snorkeling con approfondimenti di biologia marina, in collaborazione con Marea Outdoors. Si può poi viaggiare tra le pagine dei parchi letterari. Per apprezzare le ricette di Grazia Deledda, passeggiando nel parco di Galtellì (NU) tra i luoghi di Canne al vento, o percorrere con Francesco De Sanctis e Gabriele d’Annunzio «quel sentiero che hai passato – e ripassato – cento volte ma che con me ti sembrerà novo». E, ancora, il viale dei Cipressi di Giosuè Carducci e i Monti Aurunci di Tommaso Landolfi. Angoli magici, luoghi d’ispirazione per grandi scrittori e poeti, come la Lucania di Carlo Levi, dal cui terrazzo della casa di confino ad Aliano (MT) «pareva di essere sul tetto del mondo, o sulla tolda di una nave, ancorata su un mare pietrificato». O come i giardini principeschi di Margherita di Savoia e Marguerite Chapin Caetani, due donne che hanno aperto alle arti le loro dimore. Dal litorale di Ostia di Pasolini alle Foreste Casentinesi di Emma Perodi, dai sentieri delle Cinque Terre di Eugenio Montale alle miniere sarde di

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un’esperienza per grandi e piccini che, sollecitando i cinque sensi, porta a benefici fisici e mentali e riconnette l’uomo con il bosco e i suoi elementi. È questa l’offerta estiva tarvisiana, oltretutto gratuita per i possessori della Forest Camp Card. L’estate di Tarvisio, nelle Alpi Giulie in provincia di Udine, trascina tutta la famiglia all’aria aperta: il Forest Bathing è infatti adatto a ogni fascia d’età e ha lo scopo di rigenerare mente e corpo eliminando i fattori di stress. L’esperienza avviene in compagnia di una guida esperta e consiste nell’eseguire attività di sollecitazione dei sensi: si ascoltano i suoni del bosco, si inalano i suoi profumi, si osservano la luce e i colori e si entra in contatto con le piante e la terra. Altro elemento riconciliante è l’acqua: le crociere fluviali sono un’idea alternativa per ammirare il territorio italiano da un insolito punto di vista. L’area del Nord-Est, tra

Veneto e Friuli-Venezia Giulia, si presta particolarmente a questo tipo di turismo. Ci sono infatti lunghi tratti di fiume costeggiati da piste ciclabili, come la zona compresa tra Caorle, Bibione e Jesolo. Luoghi ideali, inoltre, per chi viaggia con bambini al seguito, grazie alla costa sabbiosa e al mare poco profondo. Ma sono anche le meraviglie dei parchi (tra cui Gulliverlandia e Zoo Punta Verde) e le diverse specie di uccelli colorati a rapire lo sguardo dei più piccoli e degli appassionati di birdwatching. Lungo il fiume Piave, poi, si incontrano deliziosi borghi e villaggi di pescatori, come Cortellazzo, dove il tempo sembra fermo e la frenesia cittadina un lontano ricordo. Qui si procede a ritmo lento fra sapori e profumi della natura. Un altro modo green per trascorrere le vacanze è scoprire l’Appennino bolognese in bicicletta o a cavallo. Fino al 7 settembre, infatti, Viviappennino, Trenitalia e Confcommercio offrono un ricco calendario di escursioni, condotte da guide nazionali di Mountain Bike e tecnici di equiturismo e abbinate alla degustazione di prodotti tipici. Nel dettaglio, a chi utilizza il treno per raggiungere le località della Valle del Reno e agli abbonati Trenitalia è riservato uno sconto sull’escursione, comprensivo di noleggio bici o cavallo, guida e pranzo. Tra Bologna e Porretta sono disponibili fino a 42 collegamenti ferroviari al giorno, con tempi di percorrenza di poco superiori all’ora. Tornare indietro per andare avanti e guardare al futuro è, invece, il motto scelto dal Rural Festival. Sabato 7 e domenica 8 settembre all’Agricola Rosa dell’Angelo di Rivalta di Lesignano De’ Bagni (PR), torna la festa all’aria aperta organizzata da sei anni da agricoltori e allevatori di Emilia-Romagna, Toscana e Liguria per salvaguardare razze animali e varietà vegetali rare. Una due giorni nel cuore della Food Valley parmense, un territorio collinare fatto di boschi, calanchi e vulcanelli di fango. Un’opportunità per grandi e piccini di toccare con mano il patrimonio rurale dell’Appennino tosco-emiliano, rispettando i ritmi della natura e valorizzando le identità territoriali. Casa confino Carlo Levi e Museo, Aliano

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La stagione si chiude con le suggestive proposte di due festival. Dal 29 agosto all’8 settembre tra il Parco del Curone e le colline della Brianza, L’ultima luna d’estate offre spettacoli di teatro popolare di ricerca, incontri, passeggiate teatral-musicali, degustazioni, iniziative e laboratori per bambini. Tra gli ospiti Massimo Cacciari, Giuseppe Cederna, Tullio Solenghi, Chille de la Balanza e tanti altri. Novità di quest’edizione è la sezione Luna crescente, spazio dedicato alle compagnie under 30 e alla scoperta di nuovi talenti. Il festival si apre a Villa Besana di Sirtori (LC) giovedì 29 agosto con un intervento di Cacciari e, a seguire, un viaggio struggente di Cederna sulle migrazioni, Da questa parte del mare: storie e canzoni tratte dall’omonimo libro del cantautore Gianmaria Testa. La corposa rassegna si chiude domenica 8 a Villa Greppi di Monticello Brianza con il Decameron interpretato da Tullio Solenghi, che rende accessibile a tutti la lingua di Boccaccio attraverso sei delle sue più famose novelle. Un bel modo per salutare le vacanze e tornare agli studi.

© Marco Milani

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Bagno di foresta nel Tarvisiano

Ultima tappa dal 5 al 22 settembre a Bergamo, dove il festival Landscape I Maestri del Paesaggio esamina il rapporto tra uomo e territorio, ambiente e mobilità, smart city e benessere. Al centro il tema Pioneer, ovvero la celebrazione della vegetazione pioniera e spontanea per indagare il rapporto tra architettura e natura, invitando il pubblico a percepire le piante come entità vive e in movimento. Fra i progetti in mostra spicca Green Square, una reinterpretazione di piazza Vecchia di Luciano Giubbilei, famoso in tutto il mondo per l’eleganza e la serenità dei suoi giardini. Qui, natura + cultura = landscape non è solo uno slogan ma un dato di fatto, un’aspirazione, una consapevolezza e un indirizzo da seguire. ibenidelfai.it parchiletterari.com grandigiardini.it

Le escursioni di Viviappennino, in collaborazione con Trenitalia e Confcommercio 60

tarvisiano.org viviappennino.com trenitalia.com rural.it teatroinvito.it imaestridelpaesaggio.it



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IN FERIE SUL

PESCHERECCIO

Barca GE 8317 della Cooperativa Pescatori Boccadasse 62


IN LIGURIA IMPAZZANO PESCATURISMO E ITTITURISMO. PER VIVERE IL MARE A 360 GRADI di Edoardo Meoli

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sperienziale, gustoso, unico. E soprattutto made in Liguria. È l’ittiturismo l’ultima frontiera di chi vuole una vacanza total sea: si viaggia a bordo di un vero peschereccio o di un elegante gozzo ligure, si pescano orate, cernie o cassette di acciughe e poi si torna a terra per cucinarle insieme a cuochi pescatori appassionati. A volte si può anche dormire in mezzo al mare. Un sogno che si realizza in una decina di aziende disseminate lungo il fantastico arco costiero della Liguria, dalla Riviera di Levante a quella di Ponente, passando anche per Genova, dove non mancano i borghi marinari e, naturalmente, i pescatori. Un’idea vincente, fortemente sostenuta da Agenzia In Liguria, motore della promozione del turismo regionale: «Non abbiamo fatto altro che valorizzare il nostro patrimonio, che può contare sul mare, ma anche su professioni legate al mare e barche che navigano ogni giorno», spiega Pietro Paolo Giampellegrini, commissario di Agenzia In Liguria. «I risultati sono stati sorprendenti. Oggi il segmento dell’ittiturismo e del pescaturismo è uno dei più innovativi e originali. Piace molto agli stranieri e a chi vuole fare

una vera vacanza esperienziale». E che salire a bordo di un peschereccio sia un vero sogno che si realizza è facile capirlo. Immaginate di lasciarvi i rumori delle spiagge affollate alle spalle, di salire a bordo e salpare verso il largo in compagnia di pescatori esperti, tornando con le reti piene di pesci da cucinare e gustare. Il pescaturismo è un’esperienza che permette di vivere il mare in maniera autentica, originale e coinvolgente. Il divertimento è assicurato e allo stesso tempo si imparano a conoscere, e soprattutto a rispettare, il mondo marino e i prodotti ittici della regione. Dopo la giornata trascorsa in barca, si può scegliere se mangiare il pescato sulla spiaggia, sul molo, sulla barca o nelle strutture gestite dagli stessi pescatori. La Liguria da Ponente a Levante offre numerosissime occasioni per vivere questa esperienza a contatto con il mondo marino. Il pescaturismo è la maniera migliore per avvicinarsi ai segreti della pesca e condividere una giornata al largo con gente del mestiere. Oppure fare esperienze incredibili in rigoroso silenzio assistendo alla salpata a mano delle reti in fibra naturale della tonnarella di Camogli.

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Il Gagollo, a Bergeggi, che, con la sua barca da pesca, oltre alla visita dell’area marina protetta, offre una cucina ittica e regionale, o la Cooperativa Gallinara, con base ad Alassio e un'imbarcazione da otto persone con pernottamento a bordo. A Savona c’è Alalunga, che da anni organizza battute di pesca per appassionati, mentre a Genova la Cooperativa Pescatori di Boccadasse, per uscite a bordo del vecchio gozzo sul quale trascorrere insieme a Mario, Gigi e Luca una giornata da veri pescatori. A Sestri Levante, invece, si pranza e si cena al Bistromare nella Baia del Silenzio, cullati da un’atmosfera incantata. Pescaturismo anche a Camogli con l’imbarcazione Casteldragone per 12 persone, per conoscere i segreti della pesca nella città più marinara della Liguria. Nel Tigullio ci pensa Pesca & Mangi, a Rapallo, a bordo di un gozzo per pescare e poi si gustano i prodotti tipici in ristoranti caratteristici selezionati. Splendido, infine, lo scenario di Portofino Fishing, su un gozzo per quattro persone. Sono in tutto una ventina le cooperative che si possono contattare, da Ponente a Levante, per darsi all’ittica. lamialiguria.it | agriliguria.net

Pescatore della Riviera di Ponente

La pesca ha sempre giocato un ruolo importante nell’economia locale e l’introduzione e regolamentazione del pescaturismo, nell’ormai lontano 1999, ha permesso a molti pescatori di integrare alla propria attività questa importante componente. Può essere praticato da pescatori professionisti muniti di apposita autorizzazione ed è consentito entro le tre miglia dalla costa. Prevede l’utilizzo delle tecniche tradizionali di pesca come i palamiti, il bolentino o le reti da posta, mentre i sistemi di cattura meccanici quali il traino ne sono esclusi. Trascorrere una giornata a bordo di un peschereccio o di un tipico gozzo ligure significa innanzitutto cambiare punto di vista e apprezzare questa terra a partire dal suo elemento principe, il mare. Allora i borghi e le città appaiono in una prospettiva del tutto nuova. Se a ciò si aggiunge la possibilità di vedere i pescatori all’opera, carpire i loro segreti e gustare il pescato, è facile intuire il perché di un trend in crescita esponenziale. 64

«La passione per il mare diventa così turismo responsabile nel pieno rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali. In concomitanza con questo tipo di iniziativa, e per entrare meglio nella cultura dei luoghi, si sta diffondendo anche l’abitudine di ospitare i turisti nelle case dei pescatori», aggiunge Giampellegrini. Le attività sono praticate da professionisti muniti di apposite autorizzazioni rilasciate dalle Capitanerie di Porto. Il turista può contattare i comandanti delle motobarche attraverso le associazioni di categoria o direttamente nei porticcioli e stabilire con loro le modalità dell’escursione, possibile durante tutto l’anno in condizioni meteomarine favorevoli, ossia con mare inferiore a forza due. Le attività sono previste anche nelle ore notturne, per consentire di partecipare a quei particolari tipi di pesca che avvengono tradizionalmente dal tramonto all’alba. Sul sito #lamialiguria è disponibile un elenco completo e descrittivo delle aziende specializzate. A Ponente ecco

TEATRI IN BLU

Il borgo marinaro di Cetara, nella Costa d’Amalfi (SA), in estate diventa un incantevole palcoscenico all’aperto. Si chiama Teatri in blu la suggestiva rassegna, ideata da Vincenzo Albano con il sostegno del sindaco Fortunato Della Monica e dell’assessore alla cultura Angela Speranza, che si svolge negli angoli più belli di Cetara e a bordo delle tonnare locali. Il 3 e 4 agosto a bordo della tonnara Maria Antonietta va in scena Epica Fera, di e con Gaspare Balsamo, canto e tamburi di Francesco Salvadore. Navigando sotto costa gli spettatori possono vivere un’esperienza artistica e ambientale indimenticabile, tra mitologia e paesaggio. Inoltre, per tutta l’estate, la Torre Vicereale ospita la mostra Continuum del compianto ceramista locale Ugo Marano, mentre nei ristoranti del posto si gusta la famosa colatura d’alici, condimento sopraffino a base di pesce azzurro, e si può partecipare a una battuta di pescaturismo gustando poi direttamente a bordo il pescato. P.I.



© EmmErre

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Porto di Fano

GIOIELLO NASCOSTO NOTA COME LA CITTÀ DI VITRUVIO, FANO ACCOGLIE I VISITATORI CON QUARTIERI CARATTERISTICI, ITINERARI SOTTERRANEI ED EVENTI DALL’ANIMO GREEN di Cecilia Morrico

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acchiusa tra dolci pendii collinari, si affaccia sul mare la città di Fano, gioiello poco conosciuto dell’immenso patrimonio italiano. Apparentemente schiva, vanta in realtà tesori tutti da scoprire. Gemma nel cuore delle Marche ricca di storia e cultura, tra i luoghi da visitare ci sono senz’altro le suggestive vie dell'antico centro storico di vitruviana memoria, i caratteristici vicoli del porto, l’originario quartiere dei pescatori e i tanti capolavori custoditi nella Pi66

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nacoteca del Palazzo Malatestiano, come la mirabile pala di Giovanni Santi, il padre di Raffaello. Il tour comincia da uno dei quartieri più belli: El Gugul (rete da pesca, in dialetto). Il rione è il luogo simbolo dei pescatori fanesi (i purtulòt). Le piccole case dominate da un’esplosione di colori vivaci sui tetti e le facciate sono le caratteristiche principali di questa pittoresca zona. Immagini che rispecchiano la tradizione marinara. Avventurandosi sui pontili e i vicoli si sento-

no solo discorsi in dialetto, specchio di una comunità orgogliosa. Lasciato alle spalle il porto, ci si inoltra nel cuore della città alla scoperta delle case torri, dimore di nobili famiglie, emblemi della loro potenza e ricchezza. Queste architetture, risalenti all’età medievale, si trovano disseminate in tutto il centro storico, protette dalle mura cittadine. Venivano utilizzate come abitazioni private ma, in virtù della loro struttura solida ed elevata, all’occorrenza diventavano ottimi


avamposti difensivi. Sempre in centro, Fano custodisce capolavori dell’arte italiana. La Pinacoteca del Palazzo Malatestiano conserva al suo interno importanti opere a tema sacro, come la pala Madonna col Bambino in trono fra i santi Elena, Zaccaria, Sebastiano e Rocco di Giovanni Santi, l’Angelo custode del Guercino, il San Nicola di Bari portato in gloria dagli angeli di Mattia Preti e l’Annunciazione di Guido Reni, riportata al suo splendore originale da un recente restauro. Opere che, già da sole, valgono il viaggio. In più, la città marchigiana partecipa alle iniziative per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci: la mostra Leonardo e Vitruvio: oltre il cerchio e il quadrato. Alla ricerca dell’armonia. I leggendari disegni del

mani sotto la chiesa di Sant’Agostino, a cura dell’associazione Archeoclub d’Italia. Mentre il 24 agosto Enrico Rava sceglie le Marche per festeggiare il suo 80esimo compleanno e lo fa insieme ai musicisti che negli ultimi decenni gli sono stati più vicini con un concerto durante l’ultima data del Fano Jazz by the Sea, che si svolge ogni anno all’interno della Rocca Malatestiana. Dulcis in fundo, non mancano gli appuntamenti enogastronomici, come La staffetta wine festival il 12 agosto, un percorso a tappe tra i produttori delle aziende agricole e vitivinicole della provincia alla scoperta della storia del Bianchello del Metauro Doc. Mentre per gli amanti del luppolo da martedì 13 a sabato 17 c’è la cinque-giorni Birra d’Augusto, che

Codice Atlantico, alla Sala Morganti del Museo del Palazzo Malatestiano, fino al 13 ottobre, celebra il rapporto tra il genio vinciano e l’illustre testo di Vitruvio con alcuni disegni originali di Leonardo provenienti dal leggendario Codex conservato alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Per tutto il mese di agosto, poi, dal mercoledì al venerdì alle 21:30 l’appuntamento è con Fano sotterranea, per un viaggio alla scoperta degli edifici ro-

punta sulla qualità delle materie prime e dei prodotti artigianali unendo momenti di musica e intrattenimento per grandi e piccini. Divertimento sì, ma dall’animo green: dal 1° agosto, infatti, il Comune ha stabilito che tutte le manifestazioni che prevedono somministrazioni di cibo e bevande utilizzino materiale biodegradabile da smaltire correttamente. Un modo per sensibilizzare sempre di più la comunità e soprattutto le giovani gene-

razioni a una conoscenza ambientale più profonda. Storia, cultura ed eventi sostenibili, dunque, racchiusi in una meta estiva fuori dai soliti itinerari. turismofano.com visitfano visit_fano

MARCHE LINE NEL WEEKEND È possibile raggiungere comodamente dall’EmiliaRomagna le splendide spiagge del litorale marchigiano per godere di un fine settimana di sole, mare, arte e cultura con i regionali Trenitalia. Fino al 1° settembre c’è il servizio Marche Line: due treni nel weekend tra Piacenza e San Benedetto del Tronto con fermate intermedie a Pesaro, Fano, Senigallia, Falconara Marittima, Ancona, Porto Recanati, Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio. Marche Line è un progetto ecologico, ma anche conveniente: per chi acquista i biglietti di andata e ritorno nello stesso weekend sconto del 50% sul prezzo complessivo. trenitalia.com

© Stefano Frattini

Il quartiere El Gugul

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FROZEN

I TA LY di Filippo Teramo - a cura di

© kerdkanno/Adobestock

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elle torride giornate d’estate, per ripararsi dalla calura le scelte sono essenzialmente due: una bella birra fresca o un buon gelato artigianale. E se in quest’ultimo campo l’Italia vanta alcuni dei migliori professionisti del mondo – non a caso il gelato artigianale è riconosciuto come eccellenza made in Italy, un’icona al pari della pizza e della pasta – anche sull’altro fronte, da Nord a Sud non mancano birrifici in grado di competere con i Paesi più tradizionalmente vocati alla produzione artigianale delle bionde. Come non citare, per esempio, il maestro gelatiere Eugenio Morrone: calabrese di nascita ma romano d’adozione, ha vinto la All Stars del Gelato Festival conquistando un posto nella finalissima dei Masters 2021, poi è stato scelto come capitano dei quat-

vdgmagazine.it

tro moschettieri che rappresenteranno l’Italia alla Coppa del Mondo della Gelateria nel 2020. Per il 35enne proprietario del Cannolo siciliano di piazza Malatesta a Roma è davvero un periodo d’oro, il numero di successi conquistati parla chiaro, a partire dalla prima posizione nel World Ranking Gelato Festival. Il suo cavallo di battaglia è il mandarino tardivo, gusto a base di succo di mandarino, menta e zenzero. E se la leggenda vuole la nascita del gelato nella Firenze del Rinascimento per merito di personaggi come Cosimo I de’ Medici e l’architetto Bernardo Buontalenti, proprio in riva all’Arno ancora oggi si coltivano talenti: Paolo Pomposi, Silvana Vivoli, Vetulio Bondi e il giovane Antonio Ciabattoni. Titolare del locale La Sorbettiera di piazza Tasso, quest'ultimo

è stato recentemente riconosciuto anche dal Washington Post come uno dei professionisti più attenti alla qualità e ispirati negli accostamenti. Non a caso, il suo New England 1776 (a base di sciroppo d’acero con bacon croccante candito) è risultato il vincitore del contest organizzato a Firenze per i 200 anni del Consolato Usa, che ha aperto ad Antonio le porte delle iniziative a stelle a strisce nel capoluogo toscano. Singolare, invece, la storia di Nicolò Patrick Borelli del Borelli LAB di Stradella (PV), papà di un gelato al gusto di tortellino burro e salvia. Il suo background è molto diverso da quello del classico gelatiere: dopo la laurea in Finanza alla Bocconi e un master in Diritto tributario presso Il Sole 24 Ore, si è trasferito a Roma per lavorare come marketing manager in


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Procter&Gamble, e successivamente come manager presso due studi fiscali internazionali a Milano. Poi però abbandona tutto per dedicarsi totalmente al mondo dell’ice cream. «Mi piace uscire dagli schemi e proporre gusti che incuriosiscono e stupiscono, come il piatto tipico emiliano che ho ricreato al Gelato Festival. La mia soddisfazione? Quando il cliente sorride e mi dice che il gelato rievoca esattamente quanto descritto sulla targhetta della vaschetta». Un’altra regione particolarmente vocata a questa arte è la Sicilia. Qui uno dei professionisti più apprezzati è Salvino Pappalardo, titolare di SofficeMania a Canicattini Bagni (SR) e a Marina di Ragusa. Quest’ultimo locale, con laboratorio rigorosamente a vista, ha l’aria di un tempio della qualità dove regnano ordine e cordialità. Caratteristica di Salvino è una continua sperimentazione per dare ai clienti emozioni attraverso la bontà del gelato, realizzato sempre con frutta scelta giorno per giorno e ispirandosi ai prodotti del territorio. Anche Pappalardo è in lizza per un posto nella finale mondiale dei Gelato Festival World Masters 2021, essendosi qualificato per il Carpigiani Day che darà il pass per la semifinale italiana dell’anno prossimo. Il tour refrigerante prosegue, poi, tra calici di birra gelata. Anche se è solo da un ventennio che l’Italia sa esprimersi con birrifici artigianali di qualità, il primo fu Teo Musso del Baladin nel 1996, in Piemonte. Oggi sono all’ordine del giorno i produttori indipendenti che si muovono all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, diventando talvolta espressione del-

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le tipicità locali e di marchi territoriali. I più o meno piccoli 765 birrifici artigianali in Italia (+500% rispetto a dieci anni fa, a fronte dei circa 18mila nel mondo) producono birra “viva”, non sottoposta a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. Tra i premiati a livello nazionale dal concorso Birraio dell’Anno organizzato da FermentoBirra spicca Hammer di Villa D’Adda (BG), birrificio guidato da Marco Valeriani, vincitore di due edizioni del concorso, più un secondo posto nel 2017, e autore di ben nove birre, tra cui la celebre Riverside. Professio-

nisti altrettanto validi sono Giovanni Faenza del Ritual Lab di Formello (RM), autore della Mango Split, e Luigi D’Amelio dell’Extraomnes di Marnate (VA) con la sua Zest. E ancora: l’italo-irlandese Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop di Bassano Romano (VT) con la sua Barry’s Bitter, Emanuele Longo del Lariano di Dolzago (LC) con la Mugnach, Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del Mc77 di Serrapetrona (MC), autori della Bastogne. Un tripudio di sapori, colori e aromi: a ogni birra il suo calice e via con gli assaggi.

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UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura di Alberto Brandani [Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Isola d’Elba]

In viaggio con il Prof

IL NOVECENTO I

DAL FUTURISMO AL NEOREALISMO

n anni lontani ma non tali da non scorgerne ancora le linee guida ho studiato e riflettuto su scritti tutti all’epoca “celeberrimi”. Quelli di Eugenio Garin sul Rinascimento e quelli affascinanti di Jacob Burckhardt (La civiltà del Rinascimento in Italia e Meditazioni sulla storia universale). Il tutto alla luce di quella perfetta e quasi inarrivabile cattedrale gotica che era la filosofia di Hegel: uno spartiacque della storiografia moderna perché non era possibile confrontarsi con i grandi movimenti culturali del Novecento senza prima aver inteso qualcosa di questo professore di filosofia che morto prematuramente, per tutta la vita aveva cercato di comporre un ordine universale delle cose sulle quali tutte dovesse aleggiare il Weltgeist, lo spirito del mondo. È proprio questa acuta intuizione di Vittorio Sgarbi che mi ha condotto ad una lettura prima disordinata e poi più composta del primo volume de Il Novecento. Dal Futurismo al Neorealismo, La nave di Teseo, con la bella introduzione di Franco Cordelli. Lascio la parola all’autore che meglio di ogni altra mia interpretazione succintamente racconta tutto in una paginetta. «Per spiegare il senso profondo di questo nuovo volume, dedicato al Nove-

cento, occorre risalire al pensiero del filosofo Georg Wilhelm Friedrich Hegel: lo Spirito del mondo si manifesta in ogni epoca in un determinato luogo. E dunque, per tornare nel nostro contesto, lo Spirito del mondo appare nel Trecento a Padova, con Giotto. È ancora a Padova nel Quattrocento, con Donatello e Mantegna, anche se il baricentro è prevalentemente a Firenze. Nel Cinquecento è a Roma, e la sua forza perdura anche nel Seicento, con Caravaggio e con il Barocco. Nell’età neoclassica inizia a vacillare il primato dell’Italia, e si annunciano fenomeni molto rilevanti in Francia, i quali poi irrompono, alla fine dell’Ottocento, con gli impressionisti. L’Italia perde lo Spirito del mondo. Insomma, se Modigliani avesse lavorato a Livorno, e si fosse ispirato al solo “primitivismo” italiano, non avrebbe avuto la stessa eco, come dimostra la vicenda dei macchiaioli o di Ghiglia; e probabilmente analogo discorso si potrebbe fare per Picasso: se fosse rimasto in Spagna e non avesse conosciuto Parigi, sarebbe stato "Picasso"?». Con questa premessa teoretica, il resto è il tentativo, devo dire grandemente riuscito, di tanti piccoli capitoli che salvano ciò che questi autori esprimono mentre il Weltgeist è volato via. Un

linguaggio essenziale, breve, unisce l’eleganza della rappresentazione ad una caratteristica pedagogica altamente pregevole. Si resta stupefatti di fronte a tanta bellezza aiutati eccome da un accurato apparato iconografico. Bene inteso a Vittorio Sgarbi, alla sua sterminata cultura ed alla sua impenitente considerazione di sé non serve certo l’elogio di questo articoletto ma ricordare i Labronici o Cagnaccio di San Pietro, Modigliani o l’incantata presenza di Virgilio Guidi è un esercizio a me pare magistralmente riuscito.

La nave di Teseo, pp. 491 € 25 Volume I 71


UN TRENO DI LIBRI

Un assaggio di lettura

BRANI TRATTI DA IL NOVECENTO. DAL FUTURISMO AL NEOREALISMO

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LABRONICI O DELL’ANARCHIA Sembra una beffa; ma se pensiamo alle città della Toscana nei secoli d’oro della pittura italiana, Firenze, Siena, Pisa, Lucca e Arezzo sono protagoniste durante tutti i secoli. Ma nel Novecento, imprevista, è Livorno.

Dopo anni di cupi silenzi, di rimbrotti, di anarchia, in una notte di luglio del 1920 si riuniscono artisti con idee e storie diverse: Gino Romiti, Renato Natali, Corrado Michelozzi, Beppe Guzzi, Ferruccio Rontini, Adriano Baracchini Caputi, e anche Ulvi Liegi, Giovanni Lomi, Plinio No-

Renato Natali, Fioraie, Galleria Ricci Oddi, Piacenza

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mellini. Sono un gruppo, un movimento, quasi un partito. Ma Livorno era stata protagonista in Toscana già nel secolo precedente. Giovanni Fattori, livornese, si forma bensì a Firenze, da dove, con l’Unità d’Italia, si fa pittore militare e pittore del Risorgimento. Di un’Italia diversa da


Un assaggio di lettura

quella, nella lingua e nel pensiero, preunitaria. Fattori è con Diego Martelli al Caffè Michelangiolo a Firenze quando nasce il movimento dei macchiaioli, e lo ritrova a Castiglioncello, dopo il 1867, per meglio vedere la campagna maremmana. Livorno, pigra, occhieggia, mentre Gioli, Cannicci e Ferroni arrivano a Castiglioncello da Firenze, e sembrano delimitare un nuovo territorio della pittura. Tutto ha inizio con la morte di Mario Puccini, pittore tormentato, disturbato e curioso, sofisticato, estremo interprete di Fattori. Al Caffè Bardi, a Livorno, lo rimpiangono gli amici Benvenuto Benvenuti, Oscar Ghiglia, Llewelyn Lloyd, Giovanni March, Giovanni Bartolena. Puccini, morendo, definisce la coscienza del Gruppo Labronico. Nei suoi momenti migliori è vicino agli espressionisti tedeschi, e gli si attribuisce l’emblematica definizione di “Van Gogh livornese”. La morte di Puccini è l’inizio della storia dei pittori labronici, che assumono come impegno di inumare la salma del pittore nel Famedio di Montenero. La vicenda artistica e umana incompiuta di Puccini è l’occasione per gli artisti della “branca”, che frequentavano il Caffè Bardi di Livorno, di ufficializzare come una forma di associazionismo preesistente l’esperienza vissuta fino a quel momento all’interno del caffè. Era arrivato il momento di essere riconosciuti come parte attiva della vita cittadina, tutti raccolti intorno alla memoria di Puccini. A Livorno, è la morte a consolidare: “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno”. Sono parole di Amedeo

Modigliani, che era partito da Livorno nel 1906 per vivere e lavorare a Parigi, ed era, anche lui, come Puccini, morto nel 1920, qualche mese prima. Una coincidenza con diverse reazioni. Puccini rappresentava la fine di una storia iniziata da Fattori; Modigliani una storia nuova e senza collegamenti con il passato, senza continuità con la consacrata tradizione macchiaiola. L’uno vicino, l’altro lontano, l’uno immerso nel paesaggio della Maremma, l’altro senza radici, in dialogo soltanto con la propria anima. Scrive Alessandra Rontini: “Sia Modigliani sia Puccini hanno una vita drammatica, ed entrambi soffrono di problemi esistenziali, soffrono di solitudine e si sentono incompresi; ma il popolo livornese, alla loro scomparsa, si sente legato maggiormente al secondo, e semmai avessero dovuto prendere le parti di qualcuno, avrebbero preferito sicuramente Puccini a Modigliani”. Da questa contraddizione nasce una storia che si fa tradizione senza un passato e senza un futuro. Livorno esprime una lingua artistica che non è antica e non è moderna. Così, pur nella novità del linguaggio, è difficile definire Ulvi Liegi, Plinio Nomellini, lo stesso Renato Natali, un incompreso Hopper italiano. Il Gruppo Labronico si proietta in avanti, vive isolato, non si misura con il cronigramma dell’arte contemporanea, con i movimenti che caratterizzano il Novecento, ignora le avanguardie, il ritorno all’ordine, l’Astrattismo. La sua è una storia diversa e parallela. Gino Romiti, che fu presidente del gruppo dal 1943 al 1967, impresse al sodalizio artistico

un’impronta tradizionale, fuori del tempo, ancora nel solco degli insegnamenti, non classificabili, del primo maestro labronico Giovanni Fattori. Visionaria, onirica, inclassificabile, era stata anche l’esperienza di Benvenuto Benvenuti; originale, esterna ma non ignara delle avanguardie, la ricerca di Oscar Ghiglia; intensa ed espressiva, come quella di Guttuso ma senza ideologia, la pittura di Giovanni Bartolena. I livornesi sono individui, fuori del gruppo anche quando costituiscono un gruppo: un gruppo di diversi, solitari, irriducibili. Tutti insieme erano come i labronici a Livorno; isolati, disperati, come fu Modigliani a Parigi. Moderni, curiosi, parigini a Livorno, erano i componenti, anarchici, del gruppo. Livornese a Parigi, senza rapporti con nessuno, Modigliani.

A

MEDEO MODIGLIANI IL RUMORE DELLA CITTÀ, IL SILENZIO DELL’ANIMA Modigliani è, forse, il primo pittore italiano del Novecento, primo anche rispetto agli altrettanto grandi e riconosciuti de Chirico e Morandi. La sua intuizione, anche se dettata dall’emergenza o dal destino, è di essere andato a Parigi e di avere lavorato a Parigi. [...] Quando pensiamo a Modigliani, dobbiamo immaginare dunque che alle sue spalle ci sono Picasso, Brancusi, le avanguardie storiche, il Futurismo e gli echi italiani di quanto accade a Parigi. Ognuno di questi elementi, e tutti insieme, interpretano un taglio netto – quello di cui parla Rimbaud nella celebre poesia Il battello ebbro – cioè tagliare con il passato, con la tradizione classi-

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UN TRENO DI LIBRI

Un assaggio di lettura

ca e risalire a una nuova tradizione che era peraltro “visibile” e concreta nella casa di Gertrude Stein. E qui tocchiamo un elemento ulteriore. Nella sua casa, la scrittrice e intellettuale americana collezionava le maschere africane che furono anche fonte d’ispirazione per Les demoiselles d’Avignon di Picasso. Quello che si raccoglie a Parigi, e in particolare nella casa di Gertrude Stein, è un mondo nuovo che intende non guardare più a Canova, a Raffaello ma, come aveva fatto Paul Gauguin, a un altro mondo, a

vaggio: eppure il mondo primitivo è la chiave della modernità che Modigliani vive a Parigi. L’arte primitiva – quale appare nelle opere di Picasso o anche, ai giorni nostri, di Mimmo Paladino ad esempio – ha il significato di annullare il passato alle proprie spalle, di non far sentire la grande tradizione occidentale, il Rinascimento, il classicismo. L’arte primitiva è ripartire da zero, è il ritorno a un’origine mitologica e insieme è una nuova partenza: questa è la forza primigenia dell’arte del primo Novecento. [...]

pittura del Duecento e del Trecento. Lionello Venturi e Bernard Berenson chiamavano primitivi Cimabue, Giotto, Simone Martini, Lorenzetti. Il primitivismo di Modigliani potrebbe dirsi dunque una sintesi meravigliosa tra la tradizione italiana e la civiltà africana delle maschere nere. [...]

un mondo primitivo e originario. Modigliani arriva a Parigi, ma non è affatto primitivo, non è affatto sel-

Modigliani, in realtà, è un primitivo ma in un’accezione sofisticata, quale fu indicata dagli studiosi della

ci anni, visse a San Pietro in Volta, un’isola dell’estuario di Venezia, come “figlio di pescatori”. Allievo, a

Amedeo Modigliani, Nudo disteso (Le grand nu), Museum of Modern Art (MoMA), New York

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C

AGNACCIO DI SAN PIETRO MIA SCUOLA E MIO MAESTRO LA NATURA Cagnaccio, nome d’arte di Natalino Bentivoglio Scarpa, nacque a Desenzano nel 1897 e, fino ai die-


Cagnaccio di San Pietro, Dopo l’orgia, collezione privata

Venezia, di Ettore Tito, di sé scrisse, all’inizio degli anni trenta: “Mia scuola e mio maestro: la natura. E senza il più piccolo patrimonio, e senza il più piccolo dono all’infuori di quello datomi della natura, imparai ogni cosa a mie spese. Il male l’ho conosciuto così bene da scontarlo con rimorso. E il bene col fortificarmi ed elevarmi nello spirito”. Cagnaccio di San Pietro contrasta le tendenze dominanti del suo tempo, e si sottrae tanto alle liturgie delle avanguardie quanto alle suggestioni metafisiche, per de-

finire un realismo duro, plastico, di vitrea verità. Soggetti fissi, non mossi. Cagnaccio non dipinge, scolpisce. Dopo una formazione incerta e una prevedibile infatuazione futurista, con animo ribelle, fuori da ogni corrente, dipinge La tempesta, datata 1920, dove manifesta “la riconquista della bellezza classica”. Inizia così, con il recupero della fede, la riscoperta dei valori umili e semplici dei compaesani di San Pietro in Volta, borgo dell’isola di Pellestrina, da cui prende il nome. Un “ritorno all’ordine” che non lo porta tuttavia

nell’area del Novecento della Sarfatti, per l’indisponibilità ad aderire a manifesti e movimenti, e per l’avversione al fascismo. Ed è alla Biennale del 1928, commissaria Margherita Sarfatti, che Cagnaccio presenta Dopo l’orgia – opera ovviamente respinta – in cui mostra i costumi licenziosi del regime. Per conseguenza, e per conservare la propria libertà espressiva, si finge squilibrato e preferisce il saltuario ricovero a San Servolo, il manicomio dei veneziani, per non scontare in carcere le sue dichiarazioni antiregime. [...]

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UN TRENO DI LIBRI

Lo scaffale della Freccia

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MIDDLE ENGLAND Jonathan Coe Feltrinelli, pp. 400 € 19 La Gran Bretagna dal 2010 al 2018 come non l’avete mai vista. Mentre la nazione sfrigola la giovane Sophie fatica a rimanere fedele al marito anche per le sempre più divergenti idee politiche. Coe racconta le rivolte del 2011, i Giochi olimpici del 2012, il tellurico referendum per la Brexit del 2016. E mostra come questi eventi impattino su una tipica famiglia delle Midlands inglesi.

QUANDO IL CIELO ERA MARE E LE NUVOLE BALENE Guido Conti Giunti, pp. 336 € 17 Che la pianura fosse il fondo del mare è una favola affascinante per Bruno, bambino che vive in una grande corte a ridosso dell’argine del Po con nonno Ercole, che racconta storie meravigliose. E nonna Ida, che guarisce le storte e scaccia i demoni dai cani. Romanzo di formazione e vocazione scritto con una lingua energica e lirica, che affonda le sue radici in quel realismo magico emiliano.

COUNTRY DARK Chris Offutt Minimum Fax, pp. 235 € 18 Tucker torna nel suo Kentucky dopo aver partecipato a una delle guerre più sporche e dimenticate della storia americana, quella di Corea. Vuole solo vivere in pace. Ma quando i suoi affetti più cari vengono messi in pericolo non ha la minima titubanza: riprende in mano le armi, che sa usare come pochi. Storia di violenza e vendetta che illumina i lati più oscuri del sogno americano.

CAPITONI CORAGGIOSI Umberto Cutolo Edizioni Clichy, pp. 368 € 17 È la Vigilia di Natale. Omero Sgueglia, il cuoco-detective dell’Hotel Furore, trova un corpo umano decapitato come un capitone. Chi è la vittima? Chi l’ha uccisa? Come è finita lì? Indizi contraddittori, personaggi bizzarri, colpi di scena improvvisi. Terzo episodio della serie I delitti della Costiera, vera protagonista della vicenda. Il noir è servito ed è davvero indimenticabile. G.B.

RUE DE BERNE, NUMERO 39 Max Lobe 66thand2nd, pp. 176 € 15 Dipita è un immigrato di seconda generazione cresciuto nel cuore del quartiere a luci rosse di Ginevra, accudito da una combriccola wolowoss, lucciole affettuose e pettegole che gli insegnano come stare al mondo. Quando finisce in prigione ha tempo di riflettere, ricostruisce la sua storia familiare e, in un tumulto di incontri stupefacenti, fa i conti con la propria omosessualità. G.B.

TI RUBO LA VITA Cinzia Leone Mondadori, pp. 624 € 20 Miriam, Giuditta ed Esther sono le protagoniste di una saga familiare zeppa di inganni e segreti, che si dipana tra Istanbul, Ancona, Giaffa, Basilea, Roma e Miami. Un caleidoscopio di personaggi dalla Turchia di Atatürk all’Italia di fine ’900, passando per la Seconda guerra mondiale e le persecuzioni antisemite. L’opera appassionante di un'autrice che ha vinto a luglio il Premio per la Donna scrittrice 2019. G.B.



TRAVEL

IN VIAGGIO CON

CHIAMATEMI

OSTE SUL FRECCIAROSSA CON ANTONELLO COLONNA, CHEF ANARCHICO E DETERMINATO CHE CONSOLIDA IL SUO FEELING CON IL VIAGGIO, GIÀ NOTO AI TEMPI DEL SUO PRIMO TRENO GOURMET, APRENDO UN NUOVO BISTROT ALLA STAZIONE TERMINI

T

osto e determinato, concreto e gentile, con idee ben chiare e i piedi saldamente a terra. Se parliamo di chef e televisione, Antonello Colonna è stato un precursore. Quando a Porta a Porta Massimo D’Alema e Gianfranco Vissani sfidavano lui e Gianfranco Fini, contrapposti in una sorta di politica gastronomica. «Sono un ristoratore, una razza in via di estinzione che ha segnato grandi epoche grazie a grandi famiglie. Meglio ancora, siamo osti, persone che accolgono gli ospiti e li fanno stare bene, come a casa. E non dimentichiamo la componente teatrale del gestire la sala. Siamo imprenditori che muovono molta economia, ma oggi c’è troppa finzione, troppo protagonismo dei cosiddetti chef. Ma dai, siamo seri, i personaggi sono quelli che vengono a sedersi ai miei tavoli, non io. Io sono il cuoco. Come lo era mio padre». Semplicità ed eleganza segnano con classe il carattere di Antonello Colonna, ed è una sua frase a farne piena sintesi: «La qualità della vita la trovo in campagna, nel mio relais, pecorino e champagne». Mentre viaggiamo sul Frecciarossa da Milano a Roma, gli chiedo se si sente un po’ anarchico. «La mia è un’anarchia nobile, intelligente, ironica, raffinata, d’altronde ho il sarto napoletano. Anarchico ai 78

di Andrea Radic

Andrea_Radic

fornelli, in un mondo dove dobbiamo introdurre più equilibrio, per non perdere saggezza e buonsenso. Come nella politica, nella tecnologia e nella ristorazione, negli ultimi 20 anni l’informazione è stata molto più veloce dell’istruzione. Non diamo tempo di imparare né a noi stessi né agli altri. Io sono tornato alla terra con la mia azienda agricola, 60 ettari nella campagna dei Castelli romani. I contadini sono testimoni della mia voglia di fare impresa e io dei loro insegnamenti e della loro sapienza. Se chiedi a Internet ti risponde che i girasoli girano per cercare il sole, ma non è vero». Cosa manca oggi? La profondità e la cultura, i giovani talenti ne hanno poca. Per loro il carpaccio è solo un piatto tagliato a fettine, non sanno che Vittore Carpaccio era un pittore del ’400. Manca la conoscenza dell’antropologia del cibo. La responsabilità è della scuola? Lasciami lanciare una provocazione: vanno totalmente rivisti gli istituti alberghieri, andrebbe creato il liceo alberghiero. Se devo assumere un ragazzo in cucina o in sala, preferisco un diploma di liceo, poi gli insegno io a fare il cuoco, ma almeno riesco a ottenere un rapporto intellettuale più alto. Nel passato i ristoratori ospitavano cultura. Ora non succede più, è venuto a

mancare questo romanticismo. Mio padre aveva come clienti grandi artisti, veniva Schifano e disegnava sui tovaglioli. Forattini si faceva la cacio e pepe insieme ad Andreotti e disegnava vignette anche a mio padre. E poi Maccari, che con i suoi bozzetti ha fatto ricchi molti ristoratori. Ancora una volta dico che ognuno deve fare il proprio mestiere. Il ristoratore è un personaggio, se sa restare nei confini dell’oste. Oggi in troppi hanno smesso di avere il grembiule e sono circondati da stuoli di segretari e assistenti. L’accoglienza è una scienza, non si possono ribaltare le cose infliggendo attese di mesi per poter prenotare. Un tavolo si trova sempre, in un mese o in un minuto, diceva Sirio Maccioni nel suo locale a New York. Anche tu hai aperto un ristorante a New York negli anni ’80. Sì, nel 1987, si chiamava L’albero d’oro ma non andava bene. Poi le cose sono cambiate, ha cominciato a funzionare alla grande e abbiamo cambiato il nome in Va bene. Qual è il tuo rapporto con il tempo? Sono figlio del tempo che continua a darmi chance ed energie e, forse solo ora, ho trovato il mio nord, un obiettivo che tutti dovremmo raggiungere. Vorrei che lo trovassero i giovani che hanno talento e meritano un’opportunità. Io avevo 28 anni quando ho aperto La porta rossa.


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Š Renato Cerisola


TRAVEL

Rendering del nuovo ristorante Antonello Colonna di prossima apertura alla stazione Termini, in collaborazione con Chef Express

Chi è stato il tuo mentore? Gualtiero Marchesi. Nell’ottobre del 1980, a 24 anni, con la mia fidanzata, sono stato a cena da lui in via Bonvesin de la Riva a Milano per tre sere di seguito. Quando la seconda sera venne al nostro tavolo e ci chiese perché fossimo tornati, gli risposi: «Voglio assaggiare tutto il menù». Poi gli spiegai il mio progetto e lui disse: «Lo devi fare». Cinque anni dopo l’asse gastronomico italiano era Marchesi, Pinchiorri, Colonna e Don Alfonso. Il profumo della tua infanzia? Più di uno, tutti legati alla sveglia per andare a scuola. Quando aprivi gli occhi e sentivi baccalà era venerdì e

ti aspettavano matematica, inglese e il compito di fisica. Se sentivi gnocchi era giovedì, quindi educazione fisica, religione e musica. Al profumo del brodo, invece, ti rimettevi sotto le coperte perché era domenica. La vita è fatta di profumi e suoni, non di puzze e rumori. Nel mio resort in campagna i profumi sono erba tagliata, soffritto, fieno, sterco, fiori di castagno. Un estratto dei profumi della campagna romana, italiana. A proposito di treni, hai un altro primato… Il primo treno gourmet. Era il 2000 e sui treni non si mangiava bene. Così Cremonini, proprietario di Chef

Antonello Colonna sul Frecciarossa con il giornalista Andrea Radic 80

Express, decise di dare un volto al cibo. Mi chiamò l'amministratore delegato, e mi chiese di sviluppare un progetto. Feci qualche studio e il servizio partì con un Roma-Milano-Roma che dalle 12:30 da Termini arrivava a Milano alle 17, per ripartire alle 18 e rientrare nella Capitale intorno alle 23. A bordo bollivamo la pasta. Fu un tale successo che i passeggeri cambiarono abitudini e orari per prendere il treno gourmet, “quello di Colonna”, dicevano. Ti piace viaggiare in treno? Fin da bambino per me il treno è stato l’estratto del viaggio, ero un sognatore e lo sono ancora. Il treno mi emoziona. Ero piccolo e i miei genitori mi mettevano su quello per Milano per andare a trovare gli zii. Oggi sono un “freccista”. Ora un nuovo progetto ti vede protagonista alla stazione Termini, dove stiamo per arrivare. Grazie all’ottimo rapporto con il Gruppo Cremonini e l'Ad di Chef Express, Cristian Biasoni, entro fine anno aprirà un Antonello Colonna nell’area più bella della terrazza della stazione Termini. Sarà un ristorante per chi viaggia, ma anche per chi non parte. Un modo per vivere le stazioni e farle diventare luoghi sicuri, belli, dei veri salotti moderni. Quante novità... Aggiungiamone un’altra: non ci vorrà molto affinché chi lo desidera potrà prendere un Frecciarossa da Roma a Milano per mangiare... da Antonello Colonna Milano!


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

TrapianTo di capelli Perché scegliere di effettuarlo in Italia evitando il cosiddetto “turismo medicale”

Dottor Masullo, oggi si sente sempre più parlare di turismo medicale o di “black market” in ambito trapianto di capelli. Cosa significa? Il “black market” estero del trapianto di capelli si sostiene grazie alle tariffe basse che è in grado di offrire. Questa condizione viene però ottenuta tagliando costi spesso necessarî per garantire la salute del cliente e utilizzando in alcuni casi personale non qualificato.

fettuato sotto copertura, ha rivelato come uno dei tanti cosiddetti “centri di formazione” in Cina ha fornito agli studenti solo due giorni di training prima di dichiararli idonei a questa pratica chiururgica.

Il sistema del “black market” vorrebbe proporsi come una sorta di low cost della chirurgia, ossia operare con un numero più alto di clienti possibile, effettuando un taglio sui servizi e sulla professionalità. Purtroppo questa logica basata sul profitto, se applicabile con successo in molti ambiti commerciali (chi non è disposto a sopportare qualche disagio nel nome del risparmio), diventa criminale quando si parla di salute.

Da specialista nel settore tricologico e nella chirurgia della calvizie, qual è la sua opinione? Come medico chirurgo e come membro dell’International Society of Hair Restoration Surgery sono assolutamente contrario ai trapianti non effettuati da equipe mediche specializzate. La perdita dei capelli è un problema che colpisce sempre più persone. Riguarda indistintamente uomini e donne e spesso è causa di grandi disagi, sia sociali che psicologici. Questo problema si può superare facilmente, ma non mettendo a repentaglio la propria salute e il proprio aspetto in cliniche estere, anche se più economiche.

L’International Society of Hair Restoration Surgery ha in corso una campagna di sensibilizzazione proprio contro il “black market”. Lo scopo è di mettere in guardia le persone sul rischio di queste pratiche illegali. L’ISHRS, di cui sono membro, è un’associazione medica internazionale, autorità assoluta nell’ambito del trattamento della calvizie, con oltre 1.200 membri in 70 paesi di tutto il mondo. Ad esempio, un recente e oltremodo scioccante reportage del Beijing News, ef-

Quali sono i rischi che si corrono scegliendo di operarsi all’estero per risparmiare? L’autotrapianto di capelli non presenta nessun effetto collaterale quando è effettuato da personale medico specializzato. Esso è un delicato intervento di microchirurgia e come tale va trattato. Se affidato a mani inesperte può causare danni spesso irreversibili: danneggiamento della zona donatrice, problemi di attecchimento e di ricrescita, infezioni.

Il dottor Vincenzo Masullo, direttore sanitario del Masullo Medical Group, è un medico chirurgo specializzato nella cura delle calvizie e nel trapianto capelli con tecnica FUE (Follicolar Unit Excision), ovvero con l’estrazione di unità follicolari. La grande passione con cui svolge la professione medica e la sua esperienza trentennale in questo settore hanno reso possibile la creazione di un’equipe medica specializzata, pioniera nell’ambito del trapianto di capelli con tecnica FUE, che oggi opera a Salerno, Napoli, Roma e Bologna.

www.masullomedicalgroup.com info@masullomedicalgroup.com

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ARTE

MADE IN UMBRIA A GUALDO TADINO TRIONFANO NATURA, BELLEZZA E ARTE, TRA MUSEI, GRANDI MOSTRE E SCORCI MEDIEVALI

È

di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com

il 26 settembre del 1997 – tra poco 22 anni fa esatti – quando due scosse di terremoto di magnitudo 5.7 e 6 si registrano in Umbria e in parte delle Marche. Il bilancio è di 11 morti, 115 feriti, migliaia di senza tetto e danni per oltre cinque miliardi di euro. Mentre fanno il giro del mondo le immagini della volta della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi che crolla durante la diretta di una tv locale. Tra i centri dell’Umbria più colpiti c’è Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Questa Rocca Flea, Gualdo Tadino (PG)

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terribile sciagura naturale viene letta dai gualdesi, popolo storicamente forte e coraggioso, anche come occasione di rinascita. Ecco perché, partendo dalla Rocca Flea, capolavoro di Federico II nel Centro Italia, il Comune comincia ad avviare una serie di recuperi su monumenti e palazzi storici che ha, poi, musealizzato valorizzando il proprio patrimonio culturale, a partire da quello delle storiche maioliche decorate “a lustro”, con il caratteristico effetto di scintillio metallico per le quali la città è nota nel mondo.

Chi scende alla stazione ferroviaria di Gualdo Tadino, sulla storica via Flaminia, si ritrova subito immerso in uno dei più pittoreschi centri d’Italia dall’aspetto medievale, tanto da potersi candidare come set naturale per il sequel de Il nome della rosa. Qui la natura è decisamente rigogliosa, irrorata com’è da abbondanti sorgenti di acque freschissime: la celebre Rocchetta, ma anche Santo Marzio, Capodacqua, Vaccara, Palazzo Mancinelli e Boschetto. Nel centro storico, lungo un percorso tonificante tra salite e di-


Dalla mostra/From the exhibit La stanza segreta Dino Valls, Psicostasia (2005) Polittico di 15 pezzi, olio su tavola/15-piece polyptych, oil on board 218x280 cm

scese, ci si imbatte in vie pulitissime, antichi palazzi restaurati e vasi di fiori che fanno capolino da molte finestre e negozi. Nei ristoranti attigui si svolgono le preparazioni di paste, risotti, frittate e bruschette impreziosite dal tartufo nero, sia nella varietà estiva (scorzone), che in quella più pregiata invernale (tuber melanosporum), e dai funghi prataioli (torrini). Una cartellonistica stradale, dalla puntualità quasi svizzera, segnala la sorprendente offerta culturale del luogo: la fortezza federiciana Rocca Flea, il Museo Opificio Rubboli, il Museo Archeologico Antichi Umbri, il Museo della Ceramica, il Museo dell’Emigrazione Pietro Conti e la Chiesa monumentale di San Francesco. Infine, il Museo del Somaro - Centro per l’Arte Contemporanea, che si aggiunge a un polo museale quanto mai vario, visitabile con un unico biglietto e dog friendly, aperto anche ai nostri amici a quattro zampe. Il risultato di questo investimento in cultura è presto detto. Gualdo Tadino ha una popolazione di circa 15mila abitanti e, grazie alle numerose attività culturali promosse e organizzate, vede ben presto raddoppiare le presenze, con una media di

15mila ingressi l’anno tra musei e mostre allestite. «I turisti arrivano da tutta Italia e dall’estero, anche grazie ai nostri confini che ci vedono collocati in una fortunata area sub-appenninica, tra la vicina Fabriano nelle Marche, Gubbio e Assisi, città legate insieme a Gualdo Tadino alla figura di san Francesco», spiega la dinamica direttrice del giovane polo museale, Catia Monacelli. Alle mostre temporanee della cittadina umbra ha legato da tempo il proprio nome Vittorio Sgarbi, che negli ultimi anni ha firmato la curatela di esposizioni-evento di grande successo, da Seduzione e Potere. La donna nell’arte tra Guido Cagnacci e Tiepolo a Luciano Ventrone. Meraviglia ed Estasi, fino all’attuale La stanza segreta. Capolavori della figurazione contemporanea dalla Collezione Massimo Caggiano, ospitata nella Chiesa monumentale di San Francesco fino al 27 ottobre. In questa occasione il pubblico può ammirare una selezione di 70 lavori e capolavori di 40 artisti, il fior fiore della Collezione Massimo Caggiano, una delle raccolte d’arte contemporanea più significative e rappresentative per l’Italia (ma non solo) degli ultimi 30 anni di pittura e

scultura d’immagine, sia per la qualità delle opere scelte sia per l’ampiezza del panorama artistico, anche internazionale, che vi è documentato. Trionfo della bellezza, dell’arte e orgoglio del collezionista, un percorso ordinato e su sfondo rosso e blu guida i visitatori tra opere di Alberto Abate, Hermann Albert, Giuseppe Bergomi, Carlo Bertocci, Sergio Ceccotti, Stefano Di Stasio, Stefania Fabrizi, Paolo Fiorentino, Carlos Forns Bada, Lino Frongia, Alberto Gálvez, Paola Gandolfi, Sean Henry, Harry Holland, John Kirby, Jan Knap, Massimo Livadiotti, Carlo Maria Mariani, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin e Dino Valls, solo per citarne alcuni. Un manipolo di artisti che alle avanguardie dogmatiche si sono contrapposti, cercando di superarle e di riagganciarsi all’ultimo gesto della mano con il pennello o con lo scalpello. «Per molti è stata una testarda coerenza, una polemica ragione di vita, nell’isolamento e nel silenzio; per altri, e soprattutto ora, è una dimostrazione di riscatto…», ha sottolineato Sgarbi. Il riscatto dell’arte. Come la recente storia di Gualdo Tadino insegna. polomusealegualdotadino.it 83


ARTE

NATURE, BEAUTY AND ART TRIUMPH AT GUALDO TADINO IN MUSEUMS AND IMPORTANT EXHIBITIONS IN A MEDIEVAL SETTING

O

n 26 September 1997 – almost exactly 22 years ago – Umbria and the Marches were rocked by two earthquakes, one of 5.7 and the other 6 on the Richter Scale. 11 people lost their lives, 115 were injured, thousands were left homeless and the damage amounted to more than 5 billion euro. The image of the vaulted ceiling of the Upper Basilica of San Francesco in Assisi collapsing during a live local television broadcast was seen all over the world. One of the towns most damaged in Umbria was Gualdo Tadino, in the Province of Perugia. This terrible natural disaster, however, was seen by the Gualdesi, an historically strong and courageous people, as an opportunity for rebirth. And this is why, starting with the Rocca Flea, one of Federico II’s masterpieces in Central Italy, the city council initiated a series of major projects to recover landmarks and historical buildings. Turned into museums, the project greatly revalued their cultural heritage, starting with the historical majolica lustreware, which have a characteristic metallic sparkle for which the town is renowned the world over. Those who step off the train at the Guado Tadino station, which sits along the historic Via Flaminia, find themselves within one of Central Italy’s most picturesque medieval towns. It could, in fact, be the natural setting for a sequel to the film The Name of

Dalla mostra/From the exhibit La stanza segreta John Kirby, The Kiss (1990) Olio su tela/Oil on canvas 122x91,5 cm 84

Dalla mostra/From the exhibit La stanza segreta Dino Valls, Caerulea (2005) Olio e foglia d’oro su tavola/Oil and gold leaf on board 28x24 cm

the Rose. Nature here is lush, abundantly watered by the fresh mountain springs that bring us such famed bottled spring water as Rocchetta, as well as Santo Marzio, Capodacqua, Vaccara, Palazzo Mancinelli and Boschetto. In the historical centre, over muscle-toning ascents and descents, one finds pristine streets, restored ancient buildings and flowering plants that dot windows and shops. The local restaurants prepare pasta, risotto, fried delicacies and bruschettas topped with fragrant black truffles – both the summer (scorzone) version and the more precious winter (tubermelanosporum) version – or local torrini field mushrooms. With almost Swiss precision, signposts point out the remarkable cultural heritage of this town: the Federico II-era Rocca Flea, the Opificio Rubboli Museum, the Archaeological Museum of the Ancient Umbrians, the Ceramics Museum, the Pietro Conti Emigration Museum and the monumental Church of San Francesco. Lastly, the Museo del Somaro Contemporary Art Centre, a new addition to a museum hub that is more varied than ever. It can be visited with an allinclusive, dog friendly ticket so that even your four-legged friend can come in with you. The results of this investment are clear to see. Gualdo Tadino has 15,000 resident inhabitants and, thanks to the many cultural activities organized every year, the population doubles with an average of 15,000 visitors to the museums and exhibitions. “Visitors come from all over Italy and abroad, thanks in part to our convenient location in the sub-Apennine area, near Fabriano in the Marche, Gubbio and Assisi, all towns which, along with Gualdo Tadino, share close ties to Saint Francis,” Catia Monacelli, the dynamic director of the new museum system, explains. Vittorio Sgarbi, a leading art critic, has long supported exhibitions in this Umbrian town, curating such highly successful exhibition-events as Seduction and Power, Women in art from Guido Cagnacci and Tiepolo to Luciano Ventrone. Marvel and Ecstasy, and, currently showing, La stanza segreta. Masterpieces of contemporary figurative art from the Massimo Caggiano collection at the monumental Church of San Francesco until 27 October 2019. Visitors can admire a selection of 70 works and masterpieces done by 40 artists, the very best from the Massimo Caggiano collection. It is one of the most important and representative exhibits of Italian (and international) art over the last 30 years of figurative


painting and sculpture both in terms of quality and the breadth of the artistic panorama. A triumph of beauty, art and the pride of the collector, a well-ordered exhibit on a red and black background takes visitors to admire the works of Alberto Abate, Hermann Albert, Giuseppe Bergomi, Carlo Bertocci, Sergio Ceccotti, Stefano Di Stasio, Stefania Fabrizi, Paolo Fiorentino, Carlos Forns Bada, Lino Frongia, Alberto Gálvez, Paola Gandolfi, Sean Henry, Harry Holland, John Kirby, Jan Knap, Massimo Livadiotti, Carlo Maria Mariani, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin and Dino Valls, just to mention a few. A handful of artists who went against the dogmatic grain of the avant-garde as they sought to go beyond and reconnect to the ultimate gesture of the hand with a brush stroke and a scalpel. “For many of them it was sheer hard-headed insistence, a polemic raison d’être, isolated and in silence; for others, especially now, it is the demonstration of a redemption...,” said Sgarbi. The redemption of art. Much like what the recent history of Gualdo Tadino has shown us.

Dalla mostra/From the exhibit La stanza segreta Livio Scarpella, S.F. (2013) Terracotta policroma e occhi di vetro/Polychromatic terracotta with glass eyes 39x43x29 cm

Dalla mostra/From the exhibit La stanza segreta © Giorgio Benni

Sergio Ceccotti, La vita a due (1995) Olio su tela/Oil on canvas 35x50 cm

A FIRENZE IL CONGRESSO MONDIALE DI STORIA DELL’ARTE

Torna in Italia, dopo oltre 40 anni, il Congresso Mondiale di Storia dell’Arte del CIHA, Comité International d’Histoire de l’Art. La 36esima edizione è organizzata per la prima volta in due tappe e due Paesi, per approfondire due aspetti principali di un tema unico: la trasformazione e le migrazioni, intese come movimento. La prima parte, MOTION: Transformation, a Firenze dal 1° al 6 settembre, precede MOTION: Migrations, a San Paolo del Brasile nel settembre 2020. Nella Città del Giglio, i saloni di Villa Vittoria fanno da scenario alle nove sessioni delle giornate di studio, con circa 120 interventi di esperti da tutto il mondo. Un’occasione per riflettere sulla figura dell’artista misticamente ispirato, sui rapporti della sua opera con il tempo e l’ambiente, sul potere delle immagini nelle religioni, sul ruolo delle arti nelle trasformazioni sociali e tecnologiche, sul viaggio come circolazione di persone, idee e oggetti. Non mancano eventi open in prestigiosi edifici, come la lectio magistralis della storica dell’arte Kavita Singh a Palazzo Vecchio. L.M. ciha-italia.it/florence2019

THE WORLD CONFERENCE OF ART HISTORY IN FLORENCE

After more than 40 years, the World Conference of Art History of the CIHA, the Comité International d’Histoire de l’Art, returns to Italy. This is the 36th edition and for the first time it has been organized in two parts and two countries to take a deeper look at two of the main aspects of a single topic: transformation and migrations, seen as movement. The first part, MOTION: Transformation, will be in Florence from 1 to 6 September and is followed by MOTION: Migrations, in Sao Paolo, Brazil, in September 2020. The rooms of Villa Vittoria in Florence are the setting for the nine study sessions featuring 120 encounters with experts from all over the world. It is a chance to reflect upon the nature of mystically inspired artists, of the relationship of their art with their era and environment, on the power of image within religion, the role of art in social and technological change, and travel as a circulation of people, ideas and objects. There will also be open events in important venues, like the keynote address at Palazzo Vecchio by the renowned art historian Kavita Singh. 85


ARTE

WHEN CEMENT

BECOMES ART

Giuseppe Uncini, Cementarmato modulare (1959-1960) 90x110x4 cm

LA REALTÀ IN EQUILIBRIO DI GIUSEPPE UNCINI FINO AL 29 SETTEMBRE ALLA GNAM DI ROMA di Giuliano Papalini - paepa2010@libero.it

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na spettacolare antologica di Giuseppe Uncini dal titolo Realtà in equilibrio, a cura di Giuseppe Appella, va in scena fino al 29 settembre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea di Roma diretta da Cristiana Collu. Attraverso 58 sculture, alcune di grandi 86

dimensioni, e una trentina di disegni, la mostra ripercorre le tappe della singolare ricerca dell’artista marchigiano iniziata in ambito informale negli anni ’50. Riflettere oggi, a oltre dieci anni dalla sua scomparsa, sul percorso artistico di Uncini significa innanzitutto rendere omaggio alla sua

grande coerenza formale e all’estremo rigore concettuale. La sua ricerca è stata, in ogni ciclo di lavori – dagli esordi in ambito informale ai Cementarmati fino alle ultime Architetture e agli Artifici – «una storia di progressive intuizioni, di felici precisazioni, di ardue insistenze intorno a un tema, a una pratica, a un modo di intendere la questione della forma, che non lascia spazio a dubbi circa la qualità e l’unicità della sua visione», come rileva il critico Ivan Quaroni. Ed è stato


soprattutto il percorso coerente di un artista “faber” che ha lavorato, prodotto opere, progettato e scritto, senza mai risparmiarsi, intorno alle ragioni del suo fare. Un fare che considerava parte integrante del senso ultimo delle sue opere. «Mi preme puntualizzare - era solito affermare Uncini - che per me la scelta dei materiali costituisce già parte dell’idea: e i materiali - ferro, mattoni, cemento - m’impongono l’uso di certe tecniche rigorosamente proprie». In una lettera del 1975 lui stesso ammetteva quanto fosse decisiva la sua natura di homo faber, di uomo che pensa con le mani e come già dal Primo cementarmato fosse giunto a «costruire l’oggetto lasciando a nudo tutti i procedimenti tecnici del suo farsi, fino al punto di ottenere non più una forma di rappresentazione, ma un oggetto “autosignificante”, quindi concettualmente autonomo». Ciò che distingue il pensiero di Uncini da quello dei Minimalisti americani, a cui è stato spesso erroneamente accostato, è appunto la correlazione profonda tra l’opera e il processo costruttivo. «Nella parabola ascendente del suo percorso Uncini è riuscito non solo a restare fedele a un’intuizione iniziale, ma anche a cogliere aspetti imprevisti e inimmaginabili agli esordi della sua carriera», afferma Bruno Corà introducendo il catalogo ragio-

nato dell’opera omnia del maestro. Un’esperienza che si è degnamente chiusa con il ciclo delle Architetture, in un finale e definitivo riconoscimento della necessità primaria di edificare non solo l’ambiente, gli oggetti, le cose, ma anche, e forse soprattutto, la conoscenza, la sensibilità e la cultura che rendono l’homo faber artefice (e artista) del proprio destino.

GIUSEPPE UNCINI’S REALTÀ IN EQUILIBRIO IS AT THE GNAM IN ROME UNTIL 29 SEPTEMBER

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spectacular retrospective by Giuseppe Uncini entitled Realtà in equilibrio, curated by Giuseppe Appella, runs until 29 September at the Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in Rome, which is headed by Cristiana Collu. With 58 sculptures, some of them very large, and thirty or so pictures, the show follows the stages on the personal quest of the artist from Le Marche, beginning with the Arte Informale movement in the 1950s. A look back today, ten years after his death, at Uncini’s artistic production means above all paying tribute to his great formal

coherence and extreme conceptual rigour. The development of his artistic vision was, at every stage of his work - from the first steps taken in Arte Informale circles to the Cementarmati and the last works Architetture and Artifici - “a story of progressive intuition, of fortunate clarification, of fierce insistence on a theme, to a way of doing things, and a way of understanding the issue of form, which does not leave any room for doubt as to the quality and uniqueness of his vision,” as the critic Ivan Quaroni said. And it was, above all, the coherent progress of a homo faber artist who designed and wrote, without ever holding anything back, on the reasons behind what he was doing. It was a process that he felt to be an integral part of the final meaning of his work. “I want to make clear,” Uncini often said “that for me the choice of materials already forms part of the idea, and the materials - iron, bricks, cement - impose the use of specific techniques.” In a letter from 1975 he admitted how decisive his own nature as homo faber was, as a man that thought with his hands and how from the Primo cementarmato he came to “build the object leaving all of the technical procedures used in its creation exposed, to the point of no longer obtaining a kind of representation, but an ‘self-significant’ object, and thus one that was conceptually autonomous.” What

Giuseppe Uncini, Epistylium (2004) Cemento e ferro/Cement and iron 370x1040x70 cm

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ARTE sets aside the thinking of Uncini from that of the American minimalists, with whom he has been – mistakenly – associated, is indeed the deep correlation between the work and the constructive process. “In the ascending arc that his creative journey took, Uncini managed not just to remain faithful to an initial intuition, but also to bring in unexpected elements that would have been unimaginable at the start of his career,” says Bruno Corà, introducing the Catalogue Raisonné of his complete works. It was an experience that found suitable closure with the Architetture cycle in a final and definitive recognition of the primary need to create not just the environment, objects and things, but also, and possibly above all, the knowledge, sensibility and culture that make homo faber the artifice (and the artist) of his own destiny.

ROMA 206 FRECCE AL GIORNO/A DAY Giuseppe Uncini, Spazi di ferro n. 15 (1989) Scultura cemento e ferro/Cement and iron sculpture 280x450x100 cm

GIUSEPPE UNCINI

(Fabriano 1929-Trevi 2008) Dopo gli esordi nella sua città natale, nel 1953 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con importanti figure dell’arte italiana e internazionale, da Burri a Capogrossi, da Afro a Colla fino a Emilio Villa. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma a Palazzo delle Esposizioni e, due anni dopo, è per la prima volta in Germania, a Francoforte, nella collettiva Abstrakte Italienische Kunst. Nel 1963 partecipa alla fondazione del Gruppo Uno, tenuto a battesimo da Giulio Carlo Argan, con Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace e Pasquale Santoro. Il Gruppo, che si scioglie nel ’67, contrapponeva alla ricerca dell’informale l’idea di un’arte legata alla teoria della percezione, suggerendo la diversa funzione dell’artista nella società. Nel ’99 espone al PS1 di New York in Minimalia e nel 2001 alla Städtische Kunsthalle di Mannheim, in Germania. Più volte presente alla Biennale di Venezia (nel 1966, 1984, 1989), riceve dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per la Scultura nell’88, il 6th Henry Moore Grand Prix Exhibition dall’Hakone Open-Air Museum in Giappone nell’89 e dall’Accademia Nazionale di San Luca il Premio Presidente della Repubblica nel ’95. Nel 2008 gli viene commissionata un’importante opera per il Parco delle Sculture del Mart di Rovereto e, nel contempo, inizia a lavorare al progetto per la mostra antologica itinerante da tenersi tra il 2008 e il 2009 al Mart, allo ZKM di Karlsruhe e al Landesmuseum Joanneum di Graz. Le sue opere sono presenti in numerosi musei italiani e internazionali e in prestigiose collezioni pubbliche e private. A testimoniare l’interesse del mercato per il suo lavoro, oltre 500 passaggi in asta con una percentuale di venduto superiore all’80% e un fatturato che nel 2017 ha superato abbondantemente il milione di euro. Secondo l’indice Artprice, 100 euro investiti in un’opera di Uncini nel 2000 attualmente valgono quasi 400 euro. G.P. After his beginnings in his home town, in 1953 he moved to Rome, where he came into contact with important figures in Italian and international art, from Burri to Capogrossi, and from Afro to Colla and even Emilio Villa. In 1955 he took part in the 7th Rome Quadriennale at the Palazzo delle Esposizioni and, two years later, he went to Germany for the first time, to Frankfurt as part of the Abstrakte Italienische Kunst collective. In 1963 he took part in the foundation of Gruppo Uno, created by Giulio Carlo Argan with Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace and Pasquale Santoro. Gruppo Uno, which broke up in 1967, instead of the quest for informal art, put forward the idea that art was linked to the theory of perception, suggesting the different function of an artist in society. In 1999 he exhibited at Minimalia at PS1 in New York, and in 2001 at the Städtische Kunsthalle in Mannheim, Germany. He was at the Venice Biennale several times (in 1966, 1984 and 1989), and in 1988 received the Feltrinelli Prize for Sculpture from the Accademia dei Lincei, the 6th Henry Moore Grand Prix Exhibition Prize at the Hakone Open-Air Museum in Japan in 1989 and the Premio Presidente della Repubblica from the National Academy of Saint Luca in 1995. In 2008 he was commissioned to create an important work for the Parco delle Sculture del Mart (Mart Sculpture Park) in Rovereto and, at the same time, he began working on the project for the travelling retrospective to be held between 2008 and 2009 at the park, and also at ZKM in Karlsruhe and in the Landesmuseum Joanneum in Graz. His work is present in numerous Italia and international museums, and in prestigious public and private collections. The market interest in his work is illustrated by the fact that his work has been listed at auction over 500 times, with over 80% sales and proceeds that easily exceeded a million euros in 2017. According to the Artprice index, 100 euros invested in a work by Uncini in 2000 would currently be worth nearly 400 euros. 88


TIMELESS PLESSI

LE GRANDIOSE TERME DI CARACALLA OSPITANO NEI SOTTERRANEI 12 VIDEOINSTALLAZIONI DI FABRIZIO PLESSI. ACQUA E FUOCO, LUCE E BUIO, PASSATO E FUTURO SOLO IN APPARENTE CONTRASTO

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l tempo si è fermato, anzi non esiste. È questa la sensazione che provoca la visita della mostra Plessi a Caracalla, con sottotitolo Il segreto del tempo. Il luogo espositivo è di sicuro inconsueto e imponente, le Terme di Caracalla a Roma. Le videoinstallazioni, però, sono inserite nel settore sotto l’esedra del calidarium, finora mai aperto al pubblico. È lo stesso artista a spiegare la genesi di questa nuova esposizione, che si aggiunge alle centinaia della sua carriera. «Quando il soprintendente Francesco Prosperetti – racconta Plessi – mi ha chiamato per il progetto, sono stato molto contento. Con la Capitale ho un rapporto particolare. Nel 1987 a Kassel ho esposto alla Documenta 8 la monumentale installazione Roma, il mio primo grande successo internazionale. Con una mia antologica nel 2002, invece, è stata inaugurata l’arte contemporanea alle Scuderie del Quirinale. Si chiamava Paradiso e inferno, titolo che ha attinenza con questa mostra in cui sono presenti gli elementi del fuoco e dell’acqua. Anche se per le straordinarie Terme di Caracalla ho pensato a un’opera d’eccezione, un omaggio a Roma». Altro elemento distintivo dell’artista sono le tecnologie, con cui lavora da sempre «perché permettono di sognaIn tutto il servizio immagini delle videoinstallazioni della mostra Plessi a Caracalla/Throughout the articles, images of the video installations of the exhibition Plessi a Caracalla

re e di muovere la nostra mente. E qui creano una perfetta simbiosi con un posto atavico e primordiale». Il sopra e il sotto, la luce e il buio, l’antichità e il futuro, in apparente contrapposizione, stimolano a ripensare questi luoghi. «Ho avuto un’emozione forte appena sono entrato nell’area», ricorda Plessi, «sopra ho provato un effetto di tranquillità e pace, sotto ho immaginato un inferno dantesco». Tutte le attività nelle terme, dall’immersione nelle vasche ai massaggi, dalla ginnastica nelle palestre all’epilazione, erano possibili grazie a migliaia di schiavi che lavoravano notte e giorno nei sotterranei, che

Plessi definisce «la pancia di Roma», e aggiunge: «Sono entrato nel Dna mio e di Caracalla. È stato un lavoro contemporaneo in armonia con il passato». Ed ecco un altro paradosso da sfatare: la solidità, l’imponenza e la monocromia delle testimonianze archeologiche non sono in contrasto, anzi si fondono e diventano fluide nelle immagini dei 12 video che compongono la mostra, aperta fino al 29 settembre (il catalogo è edito da Electa). In apertura, le pagine di un grande libro virtuale si muovono grazie a un vento che non esiste nella realtà. È un volume autobiografico con un migliaio tra immagini, progetti © F. Caricchia

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di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

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© F. Caricchia

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ed esposizioni che raccontano la vita di un pioniere dell’arte, un aborigeno digitale, come lo definiscono in Germania. Proseguendo nella visita tra gli spazi ipogei, il panneggio di una statua classica si muove in modo inaspettato, con leggerezza, come anche le sinuose colonne corinzie di un blu acceso che trasudano acqua. I capelli dell’imperatore Caracalla si tingono di verde, invasi da un mare in tempesta. «Mi sono poi inventato il fumo che esce da un disegno di Piranesi, animando l’immagine di un focherello. Le musiche di Michael Nyman, infine, riproducono il rumore delle gocce d’acqua e danno il ritmo alla visione completa. È valsa la pena di aver aspettato tanto per esporre qui». È un’altra prova per il maestro veneziano che unisce le tecnologie, ma solo in piccole dosi, alla coscienza storica del passato. Non a caso ha insegnato all’università, per dieci anni, Umanizzazione delle tecnologie. Di sé dice, concludendo: «Io cammino sempre sul cornicione della storia, non voglio mai creare uno shock, ma anzi un’armonia senza tempo. Sono un navigatore solitario, in un mare sempre in tempesta. Rimango attaccato al mio timone, sapendo sempre dove andare ad approdare». soprintendenzaspecialeroma.it fabrizioplessi.net 90

THE UNDERGROUND AREAS OF THE GRANDIOSE BATHS OF CARACALLA HOUSE TWELVE VIDEOINSTALLATIONS BY FABRIZIO PLESSI. FIRE AND WATER, LIGHT AND DARK, PAST AND FUTURE, OPPOSITES ONLY IN APPEARANCE

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l Time has stopped, indeed it does not exist. That is the feeling created by a visit to the Plessi a Caracalla exhibition, which is subtitled Il segreto del tempo. The location of the show, the Caracalla Baths in Rome, is certainly unusual and imposing. But the videoinstallations are housed in the area under the exedra to the calidarium, which has never before been open to the public. The artist explained the origin of this new exhibition, which comes after hundreds of others held during his career. “I was very happy

when the building superintendent Francesco Prosperetti called me for the project,” says Plessi. “I have a very special relationship with Rome. I had my first great international success in 1987, when I exhibited the huge Roma installation at the Documenta 8 exhibition in Kassel. And in 2002 contemporary art exhibitions at the Scuderie at the Quirinal Palace were launched with an exhibition of my work. It was called Paradiso e inferno, a title that bears some relation to this show, in which there is a presence of the elements of fire and water. Although I have come up with a very special work for the extraordinary Baths of Caracalla, as a homage to Rome.” Another of the artist’s distinctive elements is technology, with which he has always worked “because they enable us to dream and move our minds. And here they create a perfect symbiosis with an ancestral and primordial place.” Above and below, light and dark, ancient and future, in apparent contrast, invite you to re-examine what you think about these places. “I felt a strong emotion as soon as I went into the area,” recalled Plessi, “above I got a feeling of tranquillity and peace, below I could imagine a Dantean


© E. Giovinazzo

© E. Giovinazzo

hell.” All the activity in the baths, from plunging into the pools to massages, from exercises in the gymnasium to hair removal, were possible thanks to thousands of slaves who worked day and night in the underground areas, which Plessi calls “the underbelly of Rome” and adds: “I explored my DNA and that of Caracalla. It has been a contemporary work that was in harmony with the past”. And here is another paradox to unravel: the solidity, the imposing and monochrome look of the archaeological remains are not in contrast, but rather blend in and become fluid in the pictures in the twelve videos that make up the show open until 29 September. At the start, the pages of a large, virtual book turn because of a wind that does not actually exist. It is an autobiographical volume, with thousands of pages with images, projects and exhibitions that tell the life of a pioneer in art, a digital aborigine, as they say in Germany. Continuing our visit to the underground areas, the drapes on a classical sculpture flutter unexpectedly, lightly, as do the winding bright blue Corinthian columns that seep water. The hair of the emperor Caracalla turns green, and is overrun by a stormy sea. “I invented the smoke that comes from a Piranesi picture, giving life to the picture of a small fire. And finally music by Michael Nyman recreates the sound of water dripping and gives rhythm to the overall vision. It was worth waiting so long to exhibit here.” It is another test for the Venetian master who brings together technology, but only in small amounts, with our historic awareness of the past. It is not by chance that he taught at a university for ten years. The humanisation of technology. To conclude, he says of himself: “I am always walking on the framework of history, I do not ever want to create a shock, but rather timeless harmony. I am a solo sailor, in a sea that is always stormy. I stay at my helm, always knowing where to go and where to land.”

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ARTE

THE MOUNTAIN GENNARO REGINA, ARTISTA ESPLOSIVO COME IL VESUVIO, PRESENTA AL MAV DI ERCOLANO UN PROGETTO MULTIMEDIALE PER RICORDARE I 1.940 ANNI DALLA DISASTROSA ERUZIONE DEL 79 DOPO CRISTO di Luigi Vicinanza

VicinanzaL

In queste pagine una selezione di opere di Gennaro Regina/On these pages a selection of works by Gennaro Regina Nell’ordine/In order: Il castello, Sirena, Santa legalità, The box, Mann pittato

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i vuole coraggio, oltre che talento. Per affrontare un luogo di cui la gente ritiene di aver visto già tutto, senza più segreti. Il Vesuvio è un gigante dell’iconografia sin dai tempi del Grand Tour settecentesco. Lo intravedi incombente sulle 92

case e le strade della magnifica capitale del Sud già in una splendida rappresentazione de Il golfo di Napoli di Pieter Bruegel (1556 circa), conservata nella Galleria Doria Pamphilj di Roma. Cinque secoli di immagini. Capolavori su capolavori. In principio fu la pittura.

Poi le stampe, le foto, la tv. Ora i social. Credi di averlo avuto sempre davanti agli occhi, lo hai consumato, desiderato. Lo hai anche invidiato, perché irripetibile. Le parole però non sono sufficienti per raccontare. L’arte non è un’arma nella disponibilità di chiunque.


E vien da dire: per fortuna. Se non sei dunque un artista geniale ed esplosivo, come Gennaro Regina, la “montagna” la vedi ma non sai raccontarla. «Esplosivo come il Vesuvio, divenuto il suo marchio di fabbrica, la sua inconfondibile griffe, il suo portafortuna, Gennaro Regina è un vulcano di idee a tre piedi: uno ricorda il passato, l’altro è ben piantato nel presente, il terzo cammina dritto verso il futuro», scrive nel catalogo Luca Beatrice, il curatore della mostra allestita negli spazi del Mav - Museo archeologico virtuale di Ercolano fino al 30 settembre. Ventidue opere, una serie di cortometraggi e una videoinstallazione su un ledwall di 60 m2. Il titolo è Vesuvio in the box: la scatola, infatti, è il luogo nel quale vengono condotti i visitatori, in quanto la struttura architettonica è parte integrante della rappresentazione dell’artista partenopeo. Un progetto multimediale nato per ricordare l’anniversario dei 1.940 anni

dell’eruzione disastrosa del 79 dopo Cristo, quando furono sepolte Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti, “incantevole sventura” secondo la dettagliata descrizione dell’evento naturale fatta da Plinio il Giovane a Tacito. Nelle sue opere Regina ricostruisce una storia potente con la consapevolezza di chi il passato lo conosce bene e lo ha studiato per passione personale e per tradizione familiare; il suo cognome rimanda a una famosa libreria antiquaria napoletana frequentata nell’800 e ’900 da collezionisti e bibliofili. La factory dove ora l’artista realizza i lavori, che si chiama Voyage Pittoresque, un richiamo esplicito alla citatissima quanto rara raccolta di incisioni di vedute paesaggistiche e siti archeologici messa insieme alla fine del ’700 dall’abate di Saint-Non. In questo mondo lui si muove con leggerezza, scansando le insidie e immergendosi nella bellezza. Sembra che conosca a memoria i luo-

ghi riprodotti nei suoi quadri. C’è un’ironia scaramantica quando dal cono prevede l’eruzione di parole di protesta, di oggetti portafortuna, di fiumi di vino, di volti di personaggi famosi. È la vita che si riprende la rivincita sulla morte. Sorridendo. Il Vesuvio è la presenza incombente con cui ogni napoletano, già in età giovanissima, intreccia un tormentato e difficile rapporto di coabitazione, ma è pur sempre un rapporto d’amore. Questo vale sia per i napoletani di città che per i napoletani di provincia, i vesuviani; per tutti loro la “montagna” – come un tempo veniva chiamato il vulcano nel linguaggio popolare – è il punto di riferimento non solo geografico: è il luogo dell’anima, nel tormento delle criticità presenti, nel rimpianto degli splendori passati, nella speranza di un riscatto possibile. La mostra al Mav di Ercolano è realizzata con il sostegno della Regione

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Campania, del presidente Vincenzo De Luca e della Scabec, la società regionale per i beni culturali. Il Museo archeologico virtuale è esso stesso palcoscenico della rappresentazione artistica. Spettacolari le ricostruzioni digitali dei momenti di vita quotidiana nella città sepolta dal Vesuvio, con l’ologramma di Ercole pronto ad accogliere i visitatori, i nomi degli abitanti dell’antica Herculaneum, la sfarzosa Villa dei Papiri, l’imponente teatro, i vicoli oscuri dove si praticava l’amore mercenario. Una sala in particolare ripropone, in una visione a 180 gradi, l’odierna linea di costa dell’attuale Ercolano vista dagli scavi archeologici, delimitata dalla muraglia di lava, in contrapposizione a com’era fino a 1.940 anni fa, quando lo sguardo spaziava su tutto il golfo, da Punta Campanella a Capo Miseno: un’emozione ben oltre gli effetti speciali. Il Mav è un gioiello della tecnologia 4.0 da indossare e provare prima di ogni visita ai vicini siti archeologici, per tornare indietro nel tempo grazie alla realtà virtuale. È la porta d’accesso per prepararsi a quel viaggio emozionante e cognitivo tra le rovine di un mondo classico che continua ancor oggi a interrogarci sul nostro presente. museomav.it

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GENNARO REGINA, AN ARTIST AS EXPLOSIVE AS VESUVIUS, PRESENTS A MULTIMEDIA PROJECT AT THE MAV IN HERCULANEUM TO REMEMBER THE 1940 YEARS PASSED SINCE THE DISASTROUS ERUPTION OF 79 AD

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It takes courage as well as talent to tackle a place where people think they have already seen everything and that it no longer holds any secrets for them. Vesuvius has been a dominant presence in iconography since the time of the grand tour in the eighteenth century. You can glimpse it looming over the houses and the streets of the magnificent capital of southern Italy as far back as a splendid picture of The Gulf of Naples by Pieter Bruegel (1556 circa), which is housed in Rome’s Galleria Doria Pamphilj. There are five centuries of images. Masterpiece after masterpiece. At first it was painting. Then prints, photographs and television. And now social media. You think you have always had it in front of your eyes, you have desired and consumed it. But you have also envied it, because it is unrepeatable. But words are not enough to tell the story. Art is not a tool that is available to everyone.

You could say that is a good thing. So, if you are not a brilliant and explosive artist like Gennaro Regina, you see a mountain, but you do not know how to tell its story. “Explosive like Vesuvius, that has become his trademark, his unmistakeable brand, Gennaro Regina is a volcano of ideas with three bases: one recalls the past, another is fixed in the present, and the third leads to the future,” writes Luca Beatrice, the curator of the exhibition that has been set up in the rooms at MAV - the virtual museum of archaeology in Herculaneum – and which runs until 30 September. Twentytwo works, a series of short films and a video-installation on a 60 squaremetre LED wall. It is called Vesuvio in the Box: the box, is actually the place where visitors are taken to, given that the architectural structure is an integral part of the representation done by the Neapolitan artist. It is a multimedia project created to recall the 1940th anniversary of the disastrous eruption of AD 79, when Pompeii, Herculaneum, Stabiae and Oplontis were buried, a “fascinating catastrophe” according to the detailed description of the natural disaster written by Pliny the Younger for Tacitus. In his work Regina reconstructs a powerful story with the awareness of somebody who knows it well and who has studied it because of personal interest and family tradition; his surname goes back to that of a famous Neapolitan antiquarian bookshop that was frequented by collectors and book lovers in the 19th and 20th centuries. The factory where the artist now creates his work is called Voyage Pittoresque, a direct reference to the much quoted, but also very rare, collection of landscapes and views of archaeological sites put together at the end of the 18th century by the Abbé de Saint-Non. He moves lightly through this world, avoiding the dangers and immersing himself in beauty. It feels as if he knows the places that he portrays in his paintings by memory. There is a


supertitious irony when he foresees the eruption from the cone of words of protest, of lucky charms, of streams of wine and the faces of famous people. It is life taking revenge on death. Smiling. Vesuvius is the looming presence with which, from a very early age, every inhabitant of Naples starts a stormy and difficult cohabitation, but it is also a relationship full of love. That is both true of the Neapolitans from the city, and those from the surrounding province, the Vesuvians; for all of them the “mountain” – as the volcano was once called in popular language – has been a point of reference, and not just from a geographic point of view: it is the place of the soul, in the torment of current problems, in mourning for past splendours, in the hope of possible redemption. The exhibition at the MAV in Herculaneum has been put on with the backing of the Region of Campania, the president Vincenzo De Luca and SCABEC, the company in charge of the region’s cultural heritage sites. The Virtual Archaeological Museum is the stage for the artistic representation. There are spectacular digital reconstructions of the daily life in the city that was buried by Vesuvius, with the hologram of Hercules ready to welcome visitors, the names of the inhabitants of the ancient Herculaneum, the splendid Villa of the Papyri, the imposing theatre, the dark streets used for prostitution. One room in particular offers a 180-degree view of the modern coastline of the present-day town of Ercolano, seen from the archaeological sites, surrounded by a wall of lava, comparing it to how it was 1940 years ago, when you could see the entire bay, from Punta Campanella to Cape Miseno: that creates an emotion that goes well beyond special effects. The MAV is a jewel of 4.0 technology to take on and try out before any visit to the nearby archaeological sites, and the virtual reality means you can go back in time. It is the gateway to prepare yourself for that journey of emotions and learning amongst the ruins of a classical world that continues to pose questions about our present.

NAPOLI 94 FRECCE AL GIORNO/A DAY 95


FESTIVAL

AGOSTO ALL’OPERA Demetrio e Polibio

DAL FESTIVAL DEDICATO A ROSSINI A QUELLO DI PUCCINI A TORRE DEL LAGO, FINO ALLO SFERISTERIO DI MACERATA, TUTTA L’ARMONIA DELL’ESTATE di Bruno Ployer

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a lirica non è una passione per rari estimatori: dati SIAE alla mano, è un interesse crescente per gli italiani, perfino tra i giovanissimi. In Italia, dove l’opera è nata, agosto è ricco di appuntamenti. Cerchiamo di orientarci tra i cartelloni di alcune rassegne di questo mese: dall'11 al 23 c’è la 40esima edizione del Rossini Opera Festival a Pesaro, città natale del grande compositore, di cui vengono proposti anche titoli raramente eseguiti. Inaugurazione con una

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nuova produzione di Semiramide per la regia di Graham Vick e la direzione d’orchestra affidata a un apprezzatissimo quarantenne, Michele Mariotti: «La Semiramide che va in scena a Pesaro è un dramma familiare, non politico, visto dagli occhi di un bambino, Ninia, la cui famiglia è stata distrutta», spiega il maestro. «Viene raccontata la presa di coscienza della sua identità, con tutte le drammatiche conseguenze, a partire dall’innamoramento della madre, Semiramide, nei suoi confronti. Lui è ignaro di esserle figlio prima di scoprire la verità nel duetto del II atto. La fosca vicenda viene conclusa dall’ennesimo delitto, con Ninia/Arsace che uccide la madre. L’opera viene eseguita integralmente, con il massimo rispetto delle sue dimensioni. Si tratta del capolavoro belcantista di Rossini che, dopo aver aperto gli occhi alla modernità e al futuro con Ermione, decide di innalzare una vera e propria cattedrale di suoni come segno di omaggio verso il passato, inteso come base sulla quale costruire il futuro, verso cui si spingerà scrivendo un’opera

preromantica come Guillaume Tell». In programma, poi, il 12, 15, 18 e 23 agosto Demetrio e Polibio. Nuova produzione anche per il dramma giocoso L’equivoco stravagante. Proseguono in agosto le rappresentazioni all’Arena di Verona. Tornano in scena, tra l’altro, Traviata, Carmen, Aida, Tosca. Domenica 11 Ezio Bosso dirige gli spettacolari Carmina Burana di Orff. È il debutto in Arena per Bosso, che sta vivendo una stagione di grande successo professionale. «Ho accettato con entusiasmo di dirigere i Carmina Burana, non solo per l’unicità del luogo, ma anche perché un nuovo repertorio significa una nuova opportunità di studio e di scoperta», commenta il musicista. «Studiando questi pezzi ho colto molti aspetti intriganti: il primo sicuramente è che i Carmina hanno una vulgata popolare molto dark, tra horror e metal, mentre in realtà sono canti sorridenti, parlano di studenti viandanti, come noi musici itineranti, e c’è un’ampia dose di umorismo sano, davvero divertente. Spero di fare dei Carmina allegri, lontani dai cliché».


© Alfredo Tabocchini

Arena Sferisterio, Macerata

fine però trova un coraggio eroico». La storia di passione, rovina e morte di Carmen è in cartellone anche al festival Taormina Opera Stars, rassegna di musica e danza che si svolge nel Teatro Antico della città siciliana. Recite il 21 e il 24 sotto la direzione d’orchestra di Gianna Fratta. Una donna che dirige un’orchestra secondo lei è ancora una notizia? «In Italia è una questione dovuta soprattutto al fatto che sono ancora poche le donne che dirigono nelle istituzioni di prestigio, ma le cose stanno cambiando e sono certa che tra qualche anno non sarà

più una questione di cui parlare. Non credo che a occhi chiusi sia possibile capire se la direzione sia di un uomo o di una donna». Essendo di dominio pubblico il suo matrimonio con Piero Pelù, le chiediamo: rock e classica vanno d’accordo? «Certo! Da compositrice le posso dire che ci sono canzoni rock più interessanti dal punto di vista armonico e melodico di certe arie d’opera». rossinioperafestival.it | arena.it operaroma.it | puccinifestival.it sferisterio.it | taorminaoperastars.it Macbeth

© Rosellina Garbo

Al festival delle Terme di Caracalla, in questi ultimi giorni di musica tra le rovine della Roma imperiale, troviamo anche Aida, Traviata e il balletto Romeo e Giulietta di Prokofiev. Come da tradizione è invece tutto dedicato a Puccini il festival di Torre del Lago (LU), nei luoghi dove il compositore abitò per 30 anni. Turandot, Bohème, Madama Butterfly, Tosca i titoli in programmazione, con un’unica recita il 16 agosto per Le Villi, la prima opera di Puccini, ricca di musica strumentale e di colori orchestrali. Il Macerata Opera Festival vive in agosto la sua fase finale, fatta anche di eventi collaterali che animano il centro storico della città marchigiana. Allo Sferisterio, dove grazie alla portentosa acustica le voci non hanno bisogno di essere amplificate, vanno in scena fino al 10 del mese Macbeth, Rigoletto e Carmen. Sul podio per il capolavoro di Bizet il direttore musicale del festival, Francesco Lanzillotta. «Carmen ha avuto un successo clamoroso nella storia, perché ci mette di fronte a un interrogativo molto forte: a cosa saremmo disposti pur di non perdere la nostra libertà? Carmen è disposta a morire», sottolinea Lanzillotta. «Per quanto riguarda le altre protagoniste delle opere di questa edizione, Lady Macbeth è impressionante per la follia cui va incontro a causa della sua insana brama di potere, e la musica di Verdi aderisce completamente alla psicologia del personaggio. Gilda è invece una ragazza ingenua, che alla

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CINEMA

VENEZIA È LIBERTÀ DAL 28 AGOSTO AL 7 SETTEMBRE RIPARTE LA KERMESSE CINEMATOGRAFICA DEL LIDO. LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A JULIE ANDREWS E PEDRO ALMODÓVAR, ENTRAMBI ICONE DELLA LOTTA AL CONFORMISMO E IN FAVORE DELLE MINORANZE

© La Presse/PictureLux

Julie Andrews, Victor Victoria, 1982

di Gaspare Baglio

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entre l’estate volge al termine, come ogni anno si alza il sipario sulla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’edizione numero 76, dal 28 agosto al 7 settembre, ha l’arduo compito di tenere alta l’asticella, soprattutto dopo che le pellicole La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro e Roma di Alfonso Cuarón, vincitrici del Leone d’Oro rispettivamente nel 2017 e nel 2018, si sono portate a casa (a distanza di qualche mese) anche l’Oscar come miglior film. Quest’anno, la madrina – che conduce le serate di apertura e chiusura della kermesse diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta – è l’attrice Alessandra Mastronardi, nota al grande pubblico soprattutto per le serie tv I Cesaroni, Romanzo criminale e Non smettere di sognare. A presiedere la giuria internazionale del concorso, che assegna i premi ufficiali più importanti è, invece, la regista argentina Lucrecia Martel. La cineasta – nota per lungometraggi quali La niña santa e La mujer sin cabeza e per la direzione del live Cornucopia di Björk – ha accettato l’incarico dichiarando quanto sia «un onore, una 98

responsabilità e un piacere far parte di questa celebrazione del cinema e dell’immenso desiderio dell’umanità di capire sé stessa». Madrina e presidentessa di giuria a parte, per questa edizione i riflettori sono puntati più che mai sui premi alla carriera. A riceverli sono due vere e proprie icone del cinema: Julie Andrews e Pedro Almodóvar. Personalità che, con il loro lavoro, sono riuscite a far sognare gli spettatori e, allo stesso tempo, a creare una breccia, sdoganando – con ironia e grande talento – temi come l’identità sessuale e la libertà di non vivere nascosti o incatenati. La Andrews – una voce portentosa da quattro ottave e tanti premi, tra cui un Oscar, cinque Gloden Globes, tre Grammy, due Emmy e due Bafta – si è detta «molto onorata di essere stata scelta per il Leone d’oro alla carriera. La Mostra del Cinema di Venezia è da lungo tempo considerata uno dei più stimati festival internazionali. Ringrazio La Biennale per questo riconoscimento del mio lavoro, e sono impaziente di visitare questa meravigliosa città in

un’occasione così speciale». Detto da una che è stata insignita del titolo di Dame Commander of the British Empire da Sua Maestà Elisabetta II, diventando Kennedy Center Honoree, ed è stata celebrata con lo Screen Actors Guild Award alla carriera, c’è da crederci. Sarà, quindi, emozionante vedere sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido questa meravigliosa interprete affermatasi, fin da giovanissima, sulle scene del music hall londinese, per poi passare a Broadway ed essere consacrata da film come Mary Poppins, Tutti insieme appassionatamente e Victor Victoria. Tre capisaldi del cinema, ma anche tre pellicole sull’accettazione di sé, che spronano a prendere in mano le redini della propria esistenza. La Andrews è diventata, in qualche modo, simbolo di anticonformismo: la tata praticamente perfetta sotto ogni aspetto, con un pizzico di magia, in controtendenza rispetto al perbenismo borghese del capofamiglia dei Banks in Mary Poppins; poi la novizia Maria che mette in dubbio la sua vocazione dopo un pe-


gliano donne, drag queen che intonano Mina e grandi love story. Con sguardo vivace, colori intensi, musiche indimenticabili e un enorme estro creativo, Pedro regala una visione della Spagna post-franchista. Una nazione che, dopo la dittatura, aveva (e ha) una scalpitante voglia di vivere, correre, amare. Una Spagna carnale come la cinematografia di Almodóvar, capace di unire sapientemente sacro e profano, mettendo al bando ogni tipo di volgarità anche raccontando situazioni al limite. Pedro è riuscito a immergere il pubblico in una Madrid dove tutto sembra possibile, dove ogni esagerazione è lecita, dove l’arte è il filo con-

duttore della sperimentazione. Un ragazzino di provincia in cerca di fortuna nel mondo del cinema si è trasformato in uno dei più grandi registi del mondo, vincendo due volte il prestigioso Oscar (miglior film straniero per Tutto su mia madre nel 1999, Migliore sceneggiatura per Parla con lei nel 2001), venendo insignito del Premio per le Arti Principe delle Asturie. E ricevendo speciali onorificenze dalle Università di Harvard e Oxford. Il regista iberico, ovviamente, sarà presente al Lido e ha già dichiarato di essere «molto emozionato e onorato per il Leone d’oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo proprio qui nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. È stato il mio battesimo internazionale, una meravigliosa esperienza, come pure il mio ritorno nel 1988 con Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Questo Leone diventerà la mia

mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio». A ringraziare, in realtà, dovremmo essere noi: Almodóvar ha messo allo scoperto realtà nascoste, ha parlato pubblicamente e con gioia di omosessualità, cambiandone l’immagine un po’ grigia che la società, prima di allora, si era sorbita. Lui e Julie Andrews sono più simili di quello che si possa pensare. Artisti le cui idee vanno nella stessa direzione e che sarà commovente vedere al Lido, proprio nell’anno in cui si celebra il cinquantennale dei moti di Stonewall. Una premiazione che, sotto questa luce arcobaleno, chiude un cerchio e assume tutto un altro sapore. biennale.org Labiennaledivenezia la_Biennale labiennale

VENEZIA 92 FRECCE AL GIORNO

© LaPresse/PictureLux/2006 Sony Pictures Entertainment

riodo da governante in casa Von Trapp, innamorandosi del papà dei ragazzi che segue; infine il soprano Victoria Grant che, per lavorare, si trasforma nel Conte Victor Grazinski, un artista che si esibisce en travesti. Una donna che si finge un uomo che fa spettacoli in panni femminili. Un divertentissimo gioco di equivoci e travestimenti che l’ha fatta diventare un’icona della comunità lgbtq. La stessa attrice, ora anche autrice di best seller come The Very Fairy Princess (scritto con la figlia Emma) e regista di musical del calibro My Fair Lady, si autodefinisce uno strano mix: simbolo dei movimenti gay (di cui è una forte sostenitrice) e amatissima da nonne e bambini. Sicuramente un personaggio che, con il suo sorriso dolcissimo e una manciata di canzoni rimaste nell’immaginario collettivo come Un poco di zucchero, Supercalifragilistichespiralidoso, Cam-caminì, Do Re Mi ed Edelweiss, ha saputo lanciare messaggi capaci di scardinare la visione antidiluviana di un mondo a senso unico. Se da una parte abbiamo il candido sguardo di una donna tosta, interprete di pellicole un po’ sognanti, dall’altro ecco Pedro Almodóvar, regista-simbolo della trasgressiva movida madrilena. Cineasta che sa trasformare la folle quotidianità in feroce poesia. Protagonisti delle sue pellicole le mille sfumature dell’animo femminile, innamorati pronti a rapire in nome dell’amore, suore sieropositive che aspettano figli da donne trans, presentatrici senza scrupoli, nonne che si fingono morte, uomini che si risve-

Pedro Almodóvar, Carmen Maura e Penélope Cruz sul set di Volver

CON TRENITALIA ALLA BIENNALE Assaporare la magia del cinema durante la kermesse veneziana dedicata alla settima arte? Niente di più facile: i titolari CartaFRECCIA con biglietto delle Frecce destinazione Venezia e i possessori di abbonamento (mensile o annuale) per i treni regionali di Veneto e Friuli-Venezia Giulia possono usufruire di una riduzione sul prezzo del ticket di entrata alle proiezioni incluse nel programma ufficiale della 76. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. trenitalia.com 99


CINEMA

I SETTIMI ARTISTI

Fellini sul set di 8 ½ (1963) Gideon Bachmann, Courtesy Cinemazero Images - Pordenone

DUE MOSTRE A PADOVA E PISA CELEBRANO IL TALENTO DI FEDERICO FELLINI E ALFRED HITCHCOCK di Luca Mattei

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ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it

e il cinema è la settima arte, tra gli artisti più apprezzati figurano senza dubbio due maestri: Federico Fellini e Alfred Hitchcock. I due registi sono protagonisti di altrettante mostre da visitare entro il 1° settembre. Ai Musei Civici agli Eremitani di Padova Verso il centenario, evento curato, tra gli altri, da Vincenzo Mollica e che dà il via alle celebrazioni per l’anniversario della nascita del cineasta, il 20 gennaio 1920. Evidenziando la versatilità del

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genio riminese, l’esposizione propone diversi materiali dei suoi più noti film, da 8 ½ a La Dolce Vita e Amarcord: copioni, contratti, lettere, foto, oggetti di scena e di vita privata. Particolari gli oltre 160 disegni firmati, a testimonianza di un talento anche fuori dal set. Alcuni di questi, a sfondo erotico, riuniti in una sala vietata ai minori, costituiscono una serie denominata Erotomachia, che nell’ironica ottica felliniana è l’archetipico combattimento tra uomo e donna. Autoritratto di Federico Fellini con Ginger (Giulietta Masina) e Fred (Marcello Mastroianni), protagonisti di Ginger e Fred (1985) Collezione Daniela Barbiani


L’antologica Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures presenta invece, al Museo della Grafica di Pisa, contenuti speciali e 70 scatti provenienti dagli archivi della major americana, per scoprire curiosità sul backstage dei principali film del mago del brivido. Primi fra tutti Psyco, con la celebre scena della doccia, e Gli uccelli, con numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali. Senza dimenticare poi le pellicole interpretate da James Stewart, La finestra sul cortile e La donna che visse due volte, storia d’amore tra le più angoscianti del cinema. Non poteva mancare un focus sui celebri cammei di Hitchcock, nati come simpatiche gag e divenuti nel tempo un appuntamento atteso dal pubblico. padovacultura.it museodellagrafica.unipi.it La famosa scena della doccia con Janet Leigh in Psyco (1960)

© Universal Pictures

© Universal Pictures

Alfred Hitchcock sul set del film Gli uccelli (1963)

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SPETTACOLO

ZEFFIRELLI

L’ARTE DEL SOGNO TEATRO, OPERA LIRICA E CINEMA: LA CARRIERA DI UN GENIO DELLE ARTI DELLO SPETTACOLO RACCHIUSA NELL’ARCHIVIO FIORENTINO DELLA FONDAZIONE A LUI INTITOLATA di Titti Giuliani Foti

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Un modellino della scenografia di Pagliacci esposto al Museo della Fondazione Franco Zeffirelli


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ultimo grande sogno del maestro Franco Zeffirelli era poter trasmettere la sua arte ai giovani. «La vita non è che un continuo passaggio di esperienze, da una generazione all’altra: prima imparare, poi insegnare a chi viene dopo di noi», così mi diceva. E la sua fama, la sua genialità indiscussa, il suo essere anche sempre un po’ bambino, le infinite manifestazioni della bellezza: per questo era osannato nel mondo e amato. Sul finire della sua carriera, consapevole che le forze lo stavano abbandonando, aveva avuto una visione: un sogno che guardava ancora una volta al futuro. Questo sogno, l’ultimo, lo ha realizzato nella sua città, Firenze. È il Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo, realtà culturale sostenuta da questa sua pazza idea, la Fondazione Franco Zeffirelli onlus.

© PRESSPHOTO

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Dall’ottobre 2017 ospitata al piano terra e al primo piano del Complesso monumentale di San Firenze, tra Palazzo Vecchio e il Bargello. È stato una fatica questo sogno realizzato dal maestro toscano, e anche una fatica poter donare alla sua città – amata più di ogni altra – il proprio Sancta sanctorum: l’archivio ricchissimo di un visionario dell’arte, di un ideatore di costumi, scenografie. E insieme quello di un creatore di talenti, con oltre 70 anni di carriera. Immaginate la Fondazione come un enorme deposito di creatività dove trovare anche la sua biblioteca professionale e personale (al piano terra del Complesso di San Firenze). Lo scalone monumentale di quello che fu il tribunale di Firenze, il palazzo che fronteggia Palazzo Vecchio: mai sede fu più appropriata per ospitare il lavoro di un genio delle arti dello spettacolo, riconosciuto dal mondo. Finalmente non più condannato per forza alla saggezza, al disincanto, alla disillusione. Da ultimo epigono del Rinascimento qual è stato, Franco Zeffirelli desiderava che tutto il materiale documentario e figurativo legato alla sua opera tornasse a Firenze e fosse accessibile a tutti, dagli studenti delle arti dello spettacolo al pubblico generalista. Sono nati così all’interno della Fondazione una scuola di scenografia e regia, e un museo identitario della città. Quest’ultimo racconta le metriche umanistiche attraverso tutte le arti performative e rappresenta l’evoluzione di quel “recitar cantando” che ha avuto il battesimo con la Camerata de’ Bardi nella Firenze rinascimentale. Ma ecco il percorso espositivo, al primo piano del Complesso barocco, che ospita oltre 300 opere del regista, tra stupefacenti bozzetti di scena, disegni e figurini di costumi che il maestro ha realizzato e collezionato sin dai primi esordi. Proprio i bozzetti dimostrano la capacità figurativa di questo grande del teatro, pittore magistrale, che ragionava con carta e matita, disegnando per i collaboratori come realizzare le idee. Entrare nel Museo di Franco Zeffirelli è come iniziare un viaggio alla scoperta del teatro del secondo ’900, dove le arti dello spettacolo si esprimono in ogni declinazione: dall’opera lirica, la forma di teatro più completa, al cinema, 103


© PRESSPHOTO

SPETTACOLO

Bozzetti esposti al Museo della Fondazione Franco Zeffirelli

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lo spazio scenico capace di raggiungere migliaia di persone. Questo cammino conoscitivo e pieno di fascinazione ha come filo conduttore proprio la grande arte di Zeffirelli, capace di dirigere le maestranze in maniera completa, dalle scenografie ai costumi, dalle luci al trucco. Accanto a lui, in questo percorso ideale, si potranno incontrare anche gli altri grandi protagonisti di questa stagione eccezionale del teatro, dalla “Divina” Maria Callas, musa del regista nelle messe in scena liriche più importanti, a Liz Taylor, amica e più volte interprete diretta da Zeffirelli. E, ancora, Anna

tati dal destino. Il giovanissimo Franco riuscì a colpire l’attenzione di Visconti presentandogli un’anziana signora, ex circense, conosciuta tempo prima nella storica residenza per anziani di Firenze, Montedomini. Era la donna perfetta per una parte fondamentale dello spettacolo che Visconti stava dirigendo alla Pergola di Firenze, teatro che Zeffirelli frequentava con velleità di attore. Da lì iniziò tutto. Nel Museo si possono ammirare bozzetti e foto di scena che dimostrano come nasce l’idea nella mente del maestro e come poi questa si è espressa nella realizzazione. Con Visconti, agli

capacità interpretative incredibili, con la quale realizzò spettacoli in tutto il mondo, rimasti nella storia. Nella sala a lei dedicata ci accoglie un costume di scena (copia d’autore) indossato dalla Divina e disegnato dal maestro per Il Turco in Italia, opera allestita alla Scala di Milano nel ’55. Il percorso continua con il teatro di prosa classico e contemporaneo, testimonianza evidente della vena sperimentatrice e della creatività di Zeffirelli. Scopriamo così l’allestimento de La Lupa di Verga, interpretata dalla stupenda Anna Magnani nel 1965 alla Pergola di Firenze. E an-

Magnani, Laurence Olivier e Joan Plowright, Eduardo De Filippo, Plácido Domingo, solo per citarne alcuni. Il percorso espositivo – suddiviso cronologicamente nella successione delle sale in Teatro di prosa, Opera in musica e Cinema – illustra per temi gli allestimenti teatrali, le regie d’opera e le trasposizioni cinematografiche (tratte dalla letteratura classica e da quella contemporanea). L’incipit della visita è affidato al mentore di Zeffirelli, Luchino Visconti. L’incontro con il Conte rosso del cinema italiano è paradigmatico nella lunga e incredibile vita di Zeffirelli, dove la volontà di ferro e l’inventiva fanno pendant con i colpi di scena architet-

esordi, il giovane Franco firmò le prime scenografie delle opere: Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams e Troilo e Cressida di Shakespeare nel 1949 e Le tre sorelle di Cechov nel ’52. Sono esposti anche i bozzetti di Rosalinda o Come vi piace (Shakespeare, 1948) con le scene di Salvador Dalí, dove il maestro occupa il ruolo di direttore dell’allestimento. Tutto questo, e molto altro, è visibile all’interno della Fondazione in un viaggio nella storia per chi già conosce, e iniziatico per chi si affaccia alle arti dello spettacolo col desiderio di farne parte. Altro grande personaggio totemico di Zeffirelli è sicuramente la Callas, soprano irraggiungibile, donna dalle

cora bozzetti e disegni di scena de La città morta di D’Annunzio, in scena all’Eliseo di Roma sempre nel ’65, per non parlare di Pirandello, tradotto in inglese in Absolutely (Perhaps) al Windham Theatre di Londra nel 2002. Zeffirelli è noto anche per aver sviluppato in maniera nuova ed esemplare degli archetipi della letteratura universale, come i protagonisti delle tragedie shakespeariane. Indimenticabili i suoi Romeo e Giulietta, prima a teatro, con Giannini e la Guarnieri, poi al cinema, nella trasposizione del 1968 che ha fatto epoca. Il maestro decise di affidare a due giovanissimi, della stessa età dei protagonisti della tragedia, l’interpretazione del testo, invece che


scegliere attori di comprovata fama ma privi di innocenza e freschezza. E anche di questo le sale della Fondazione danno conto, con una proiezione continua di filmati, compreso quell’Amleto avveniristico che venne messo in scena con l’attore degli attori, Giorgio Albertazzi, all’Eliseo di Roma nel ’63. Zeffirelli lo definì «un Amleto moderno, eppure pieno dell’orrore del Medioevo, dei furori elisabettiani, del chiasso di oggi». Entrando alla Fondazione cercate il figlio adottivo Pippo Zeffirelli: un colto gentiluomo di altri tempi, disponibile a raccontare i tratti salienti di un padre che lo ha forgiato nel più profondo, anche per lui un maestro e non solo di vita. Gran parte del percorso museale attraversa idealmente i grandi allestimenti della lirica, a cui il regista ha donato la maggior parte della propria vita artistica. Costumi e bozzetti, con dignità di opera d’arte, disegni tecnici e modellini raccontano il grande lavoro di Zeffirelli nei maggiori palchi del mondo. Rimangono modelli insuperati la Bohème allestita e diretta al Metropolitan di New York, in scena da 40 anni, i Pagliacci presentanti al Teatro Comunale di Firenze nel 2008, Cavalleria Rusticana al Royal Opera House di Londra nel ’59. Il Museo è strutturato in maniera

didattica e presenta più versioni della stessa opera, pensata e rielaborata per teatri molto diversi. Ricordiamo le tante scenografie di Aida, dalla monumentale piramide per l’Arena di Verona all’artificio dell’esercito schierato con il pubblico per il piccolissimo palco di Busseto. Troviamo quindi le 11 versioni di Traviata, l’ultima delle quali, che rappresenta la summa di tutte le altre e che lo stesso Zeffirelli aveva rivisitato nel novembre passato, è stata presentata il 21 giugno scorso postuma all’Arena di Verona, in mondovisione. La sezione del cinema offre il suo capolavoro assoluto, Gesù di Nazareth, visto attraverso gli storyboard, dove il maestro immagina e disegna le varie scene con un realismo impressionante. Ricco di suggestioni è anche il ritratto di Gesù dipinto da Zeffirelli e diventato l’iconografia del Cristo entrata nell’immaginario collettivo di noi contemporanei. Ultima, monumentale sala è quella multimediale dedicata all’Inferno di Dante, film progettato nel 1972 ma poi non più realizzato. Una videoinstallazione, anche questa pensata dal regista assieme al figlio Pippo Zeffirelli, anch’egli regista, per fa immergere lo spettatore nelle atmosfere dell’Inferno dantesco, così come presentato negli

schizzi preparatori. Nel bookshop della Fondazione è possibile acquistare, oltre alla splendida biografia del maestro, anche il catalogo con le opere, curato da Caterina D’Amico, studiosa di cinema e spettacolo, e da Carlo Centolavigna, scenografo e suo assistente storico. E sia chiaro che ogni più piccolo dettaglio di questa Fondazione, che ha di fatto arricchito l’offerta turistica di Firenze, non si discosta di un millimetro dall’idea di base che il maestro aveva pensato per il lascito alla sua città, e che è sempre sotto la supervisione qualitativa e tecnica di Pippo Zeffirelli nel ruolo di presidente della Fondazione. Un itinerario meraviglioso, dove perdersi nella fantasia di un grande che ci ha insegnato la strada del sogno. Un luogo espositivo che dovrebbe essere la regola, e invece provoca una leggera sfumatura di stupore: perché non tutti sono così. Fondazione Zeffirelli a Firenze: un museo per raccontare il bisogno che ha la storia dello spettacolo italiano di raccontarsi. E proprio nel momento in cui cercano di liquidarla è ancora più importante. Simbolicamente. Concretamente.

FIRENZE 114 FRECCE AL GIORNO

© PRESSPHOTO

La sala dedicata all’Inferno dantesco.

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THE FIRST LADY

AT THE MAGNUM

PHOTOS AGENCY di Flavio Scheggi

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Marilyn Monroe durante le riprese del film Gli spostati/Marilyn Monroe during filming of The Misfits, Nevada (1960) © Fotohof archiv/Inge Morath/Magnum Photos

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otografare è un fenomeno strano. Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima». La riflessione è di Inge Morath (Graz 1923 - New York 2002), prima donna a lavorare per l’agenzia Magnum Photos, un mondo che fino agli anni ‘50 era declinato tutto al maschile. Dopo gli studi in lingue a Berlino (ne conosceva ben sette), lavora come traduttrice e giornalista. Moglie di Arthur Miller, colei

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che entrò nel suo cuore dopo la rottura con Marilyn Monroe, si avvicina alla fotografia per caso. Ernst Haas la introduce nel mondo della nota agenzia fotografica di Parigi. Robert Capa le affida l’incarico di redattrice per poi diventare assistente di Henri Cartier-Bresson. Da quel momento la macchina fotografica diventa la sua compagna di vita. Palazzo Ducale di Genova le dedica, fino al 22 settembre, una grande retro-

spettiva, per conoscere più da vicino l’arte creativa e la sensibilità profonda di questa fotografa austriaca. In oltre 170 immagini e decine di documenti esposti ritroviamo i suoi reportage di viaggio: Venezia, il Danubio, Spagna, Russia, Iran e Cina. E una serie di ritratti a importanti personalità del ’900 come Pablo Picasso, Marilyn Monroe, Alberto Giacometti, Pablo Neruda, Philip Roth e Igor Stravinskij. palazzoducale.genova.it


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hotography is a strange phenomenon. You trust your eye and cannot help but bare your soul”. That reflection was by Inge Morath (Graz 1923 - New York 2002), who was one of the first women to shoot for the Magnum Photos agency, a world that in the 1950s was dominated by men. After studying languages in Berlin (she knew seven languages), she worked as a translator and journalist. The wife of Arthur Miller – she stole his heart after his heart after his breakup with Marilyn Monroe - she got involved with photography by chance. Ernst Haas introduced her to the world of the famous photo agency at its Paris headquarters. Robert Capa asked her to join the agency as an editor, and she then became the personal assistant to Henri Cartier-Bresson. From that time on, a camera became her lifelong companion. The Doge’s Palace in Genoa has dedicated a large exhibition to her, that runs until 22 September, offering visitors a close look at the art and deep sensitivity of the Austrian photographer. Amongst more than 170 pictures and dozens of documents we find her travel reportages: Venice, the Danube, Spain, Russia, Iran and China. And a series of portraits of important figures from the 20th century such as Pablo Picasso, Marilyn Monroe, Alberto Giacometti, Pablo Neruda, Philip Roth and Igor Stravinsky.

Autoritratto, Gerusalemme/Self portrait, Jerusalem (1958) © Fotohof archiv/Inge Morath Foundation/Magnum Photos

GENOVA 16 FRECCE AL GIORNO/A DAY

Lama vicino a Times Square, A lama in Times Square, New York (1957) © Fotohof archiv/Inge Morath/Magnum Photos

Eveleigh Nash a Buckingham Palace, Londra/Mrs Eveleigh Nash, The Mall, London (1953) © Fotohof archiv/Inge Morath Foundation/Magnum Photos

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DOUBLE SHOT Larry Fink

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ue mostre allestite in contemporanea mettono a confronto due autori, diversi per generazione e formazione, ma accomunati da un unico linguaggio, quello fotografico: l’antologica di Larry Fink (New York, 1941) Unbridled Curiosity e il progetto di Jacopo Benassi (La Spezia, 1970), intitolato Crack. È questo il nuovo format espositivo scelto da Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, aperto al pubblico fino al 29 settembre. Le opere di Fink e Benassi presentano diversi aspetti comuni: gli autori utilizzano unicamente il bianco e nero e usano il flash per focalizzare l’attenzione sul soggetto della rappresentazione.

NewYork Magazine Party (October 1977)

Elton John’s 60th Birthday Party (March 2007)

Amanda and Rob Evon (October 2012)

Novanta gli scatti del fotografo americano, realizzati dagli anni ’70 a oggi. Immagini che evidenziano i legami tra le persone e i luoghi. Le grandi battaglie civili, i party esclusivi a Hollywood e nei grandi musei, la vita rurale, le palestre pugilistiche. Di contro, altre 60 fotografie compongono il progetto di Benassi, l’artista ligure che mette al centro della sua riflessione il rapporto tra classicità e contemporaneità nei corpi. Il risultato evidenzia non solo la decadenza del corpo umano e di quello scolpito, ma anche la possibilità di ricomposizione delle fratture e delle rotture. F.S. camera.to 108


Jacopo Benassi

American photographer, taken from the 1970s onwards. The images focus on the relationship between people and places. The big civil rights battles, exclusive parties in Hollywood and in big museums, rural life and boxing gyms. There are over sixty photos in the project by Benassi, the Ligurian artist who focuses his interest on the relationship between a classical and contemporary approach to the human form. The outcome shows not just the decadence of the body, and of sculptures of it, but also how it is possible to put back together breakages and fractures.

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wo shows running at the same time produce a comparison between two artists from different generations and backgrounds, but who share a common a language: the language of photography. They are the retrospective of Larry Fink’s work (New York, 1941) Unbridled Curiosity and the project by Jacopo Benassi (La Spezia, 1970), called Crack. This is the new exhibition format chosen by Camera – Italian Centre for Photography in Turin, open to the public until 29 September. The photographs by Fink and Benassi have several similarities: the authors’ output is exclusively in black and white, and both use flash to focus attention on the subject of the picture. There are 90 pictures from the

TORINO 60 FRECCE AL GIORNO/A DAY 109


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GIBELLINA PHOTOROAD di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it

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l primo e unico festival italiano di fotografia open air e site-specific è a Gibellina (TP), dal 26 luglio al 31 agosto. Installazioni fotografiche di grande formato, oltre 30 mostre outdoor, talk e proiezioni in una cittadina-museo a cielo aperto (location che ha ispirato e accolto anche il famoso Grande Cretto di Alberto Burri). Questa seconda edizione di Gibellina PhotoRoad porta nel trapanese grandi autori dell’obiettivo accanto a giovani emergenti del panorama internazionale: tra i big Joan Fontcuberta, Mario Cresci, Nicolas Polli, Moira Ricci, Mustafa Sabbagh, Tobias Zielony.

Gibellina Selfie

© Joan Fontcuberta

Tra le nuove leve Gianni Cipriano, Morgane Denzler, Manon Wertenbroek, Gian Marco Sanna e Incompiuto Siciliano. Particolare la gigantesca opera collettiva permanente di Fontcuberta, Gibellina Selfie: un fotomosaico murale di 13x3,5 metri composto da 6.075 mattonelle di immagini di vacanze, feste e viaggi dei cittadini gibellinesi. Il festival, organizzato dall’associazione culturale On Image e dalla Fondazione Orestiadi, con la direzione artistica di Arianna Catania, ruota intorno alla dialettica tra realtà e finzione, da sempre fondamento di tutte le arti.

«La fotografia utilizza la realtà come irrinunciabile materia prima, ma è anch’essa finzione», spiega Catania. «Si inserisce negli angoli più nascosti del tangibile per renderlo talmente vero da sembrare irreale. D’altronde, chi l’ha detto che ciò che i nostri occhi vedono sia la realtà? La fotografia contemporanea scompone la realtà: rielabora il passato immaginando il futuro, e crea tracce di un’anti-realtà, o meglio. di mille realtà altre possibili, tutte vere e false allo stesso tempo». gibellinaphotoroad.it GibellinaPhotoRoad GibellinaPhotoRoad


OFFERTE E SERVIZI PORTALE FRECCE PROMOZIONI FOOD ON BOARD CARTAFRECCIA NETWORK // ROUTES // FLOTTA

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OFFERTE E SERVIZI

THEGIORNALISTI

EL MICHA BUBLÉ

SPECIALE CONCERTI T 112

TRENITALIA

anti gli show e le manifestazioni in partnership con Trenitalia per il mese di settembre. Appuntamento sabato 7 con i Thegiornalisti. Trenitalia è

all’offerta LoveAlMassimo - TRENITALIA per acquistare su ticketone.it i biglietti del concerto nel settore Posto Unico in Piedi al prezzo di € 30 invece di € 40,25.

vettore ufficiale dell’ultima tappa del Love Tour della band di Tommaso Paradiso che è pronta a riempire il Circo Massimo a Roma. Chi raggiunge il concerto in treno può usufruire dell’offerta Speciale Concerti per viaggiare in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity e Intercity Notte con sconti fino al 50% sul prezzo Base inserendo il codice THEGIORNALISTI. Inoltre, i soci CartaFRECCIA in possesso di un ticket Frecce o Intercity per la Capitale hanno diritto

Da non perdere e programmare in anticipo anche i due show italiani di Michael Bublé. Il crooner canadese fa tappa il 23 e 24 settembre al Mediolanum Forum di Assago (Milano). Per entrambe le date si può usufruire della Speciale Concerti con sconti fino al 50% su Frecce o Intercity utilizzando il codice BUBLE. Maggiori informazioni su trenitalia.com - Offerte e servizi Concerti ed eventi


CON TRENITALIA PER ROMEO&GIULIETTA

Trenitalia è il vettore ufficiale della prima mondiale di Romeo&Giulietta, spettacolo di balletto all’Arena di Verona il 26 agosto. Sconto del 50% nei settori Poltronissima, Poltrona, Seconda gradinata e Gradinata non numerata per i clienti CartaFRECCIA in possesso di biglietto Frecciarossa, Frecciabianca e Frecciargento con destinazione Verona, fino a due giorni precedenti il giorno dell’evento. I ticket scontati si possono acquistare fino a esaurimento posti nel settore scelto. Per usufruire della promozione si deve inserire il codice sconto FRECCIA_SP sul sito ticketone.it al momento dell’acquisto. Il giorno dello spettacolo il cliente deve esibire all’ingresso la CartaFRECCIA unitamente al ticket Frecce utilizzato per arrivare a Verona. Nel caso in cui il cliente non sia munito della CartaFRECCIA o del titolo di viaggio valido per la promozione, sarà tenuto a pagare per intero i biglietti acquistati in precedenza con lo sconto. 113


OFFERTE E SERVIZI

NOLEGGIO FACILE CON TRENITALIA C

on Trenitalia il viaggio prosegue anche fuori dalla stazione grazie alle partnership con Avis, Maggiore e Budget. Servizi extra e auto per ogni esigenza. Con tutti e tre i partner, i clienti Trenitalia e i soci CartaFRECCIA hanno chilometri illimitati, servizio GPS e supplemento guida giovani, per chi ha meno di 25 anni, inclusi nel prezzo. Inoltre, per tutta l’estate i soci CartaFRECCIA hanno diritto alla fast lane nelle agenzie di noleggio e fino all’8 settembre possono usufruire dei seguenti benefit: • Maggiore: sconto del 25% sul noleggio, supplemento second driver gratuito e 3 punti CartaFRECCIA per ogni euro speso; •

Avis: sconto del 20% sul noleggio, supplemento second driver gratuito e 3 punti CartaFRECCIA per ogni euro speso; • Budget: sconto 15% sul noleggio e 3 punti CartaFRECCIA per ogni 2,50 euro spesi. Codice sconto per ogni partner e dettagli su trenitalia.com - Offerte e servizi - Noleggio Facile

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PORTALE FRECCE

WWW.PORTALEFRECCE.IT INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE Il Portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi pensati per soddisfare ogni esigenza. A bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge

CINEMA

SERIE E PROGRAMMI TV

Old man & the gun

Riviera

Beata ignoranza

Zio Gianni

Appuntamento al parco

BAMBINI

Il campione

Pino Daniele

Winx

Purple Turtle

ISTRUZIONI PER L’ACCESSO Collegarsi alla rete WiFi di bordo e delle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Lanciare il browser Internet e digitare www.portalefrecce.it. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com

NEWS MUSICA

Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera

TRAVEL INFO

Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze

INTERNET WIFI

Per assistenza è possibile contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22

Notizie Ansa sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora

Connessione a Internet tramite WiFi di bordo

EDICOLA DIGITALE

Quotidiani e riviste nazionali e internazionali, libri e informazioni turistiche

GIOCHI

Azione, sport, logica e tanto altro a disposizione di grandi e piccoli viaggiatori

CORSI E AUDIOLIBRI

Corso di inglese suddiviso in volumi e audiolibri anche per bambini

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PROMOZIONI

CARTAFRECCIA ESTATE I soci CartaFRECCIA possono viaggiare con sconti variabili, a seconda dell’anticipo dell’acquisto, tra il 30 e il 50% rispetto al prezzo Base, per partenze dal 1° al 31 agosto. L’offerta è valida per viaggiare su Frecce, Intercity e Intercity Notte. Sono esclusi i treni Regionali, le vetture Excelsior, il livello Executive e il Salottino1.

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A/R IN GIORNATA

BIMBI GRATIS

A/R WEEKEND

Promozione per chi parte e torna nello stesso giorno con le Frecce a prezzi fi ssi, differenziati in base alle relazioni e alla classe o al livello di servizio. Un modo comodo e conveniente per gli spostamenti di lavoro3.

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa,Frecciargento, Frecciabianca e Intercity nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe. Gratuità prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone 4 .

Promozione per chi parte il sabato e torna la domenica con le Frecce a prezzi fissi, differenziati in base alle relazioni e alla classe o livello di servizio. La giusta soluzione per visitare le città d’arte nel fine settimana senza stress e lasciando l’auto a casa 3 .


INSIEME Offerta dedicata ai gruppi da 2 a 5 persone per viaggiare con uno sconto del 30% sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard. Sono esclusi il livello Executive, il Salottino e le vetture Excelsior2.

TUTTE LE ALTRE OFFERTE E LA GAMMA DEI PREZZI SU TRENITALIA.COM 1. Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente alla partenza del treno. A bordo è necessario esibire la CartaFRECCIA. Cambio biglietto consentito una volta, fino alla partenza del treno prenotato, solo per modificare la data o l’ora di partenza con la medesima categoria di treno o servizio acquistato, corrispondendo la differenza rispetto al prezzo Base disponibile al momento del cambio. Rimborso non consentito. 2. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda dei treni, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. 3. Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del terzo giorno precedente alla partenza. Il cambio dell’orario, sia per il treno di andata che per quello di ritorno, è ammesso una sola volta fino alla partenza degli stessi. Cambio delle date dei viaggi, rimborso e accesso ad altro treno non consentiti. 4. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, ai treni e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente alla partenza.

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FOOD ON BOARD

Il viaggio nel viaggio

LA CUCINA POPOLARE ITALIANA

Agosto fa rima con vacanze e il menù Itinere accompagna i viaggiatori con piatti ricchi d’estate verso le mete preferite. I cestini di pasta brisé con zucchine e patate racchiudono e reinterpretano uno degli abbinamenti più classici della tradizione culinaria italiana. I fusilli al tonno e pomodoro hanno un sugo che profuma di Mediterraneo e che pare sia nato nella Bologna di fine ’800 118

come alternativa leggera al famosissimo ragù. Per chi vuole viaggiare nei sapori antichi della cucina della Capitale e dei vicini Castelli, il pollo alla romana va gustato insieme alla genuinità delle carote prezzemolate. E per finire in golosità, un dolce estivo, fresco e profumato: la crostata alle pesche. Tutti i menù proposti a bordo treno si possono consultare sul sito itinere.it.


© M.T. Furnari

FRECCIAROSSA GOURMET by

Carlo Cracco

ORATA ALLA MAGGIORANA CON VERDURE AL VAPORE Lista della spesa (per 4 persone) 4 filetti di orata, 200 g di zucchine, 200 g di pak choi, 100 g di carote, 100 g di finocchi, 100 g di patate, 100 g di cavolo navone, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, maggiorana e sale marino q.b. Preparazione Eliminare le eventuali spine dal pesce. Lavare e mondare le verdure. Spuntare le zucchine e tagliarle a becco di fl auto. Eliminare la base e le foglie esterne del pak choi. Dividere ciascuna foglia a metà nel senso longitudinale e tagliarla a pezzi medi. Pelare le carote e tagliarle a rondelle. Scartare la parte esterna dei finocchi e con i cuori ricavare delle fette di circa 1 cm di spessore. Sbucciare le patate e il cavolo navone e ridurli a tocchetti. In una padella con 4 cucchiai di olio extravergine di oliva far cuocere carote, finocchi, patate e cavolo navone per 5-7 minuti con un pizzico di sale marino. Se necessario, aggiungere un po’ d’acqua, dopodiché unire le zucchine e il pak choi e proseguire la cottura con un coperchio finché le verdure non diventano tenere. In un’altra padella, scaldare 2 cucchiai d’olio, adagiare i filetti di orata, aggiungere la maggiorana e salare da entrambi i lati. Una volta cotto, servire il pesce accanto alle verdure. Vino consigliato Greco di Tufo Docg, Campania. Un vino bianco che deve il nome all’origine ellenica del suo vitigno. Oggi si produce nella provincia di Avellino. Dal colore giallo paglierino, al palato è secco e armonico, l’odore

Menù Frecciarossa by Carlo Cracco

è caratteristico e intenso. 119


CARTAFRECCIA

SOCI CARTAFRECCIA L’ISCRIZIONE A CARTAFRECCIA È SEMPLICE E GRATUITA SUBITO 100 PUNTI IN REGALO RIPORTANDO IL CODICE PROMOZIONALE TIWB0200351

PRENOTA LE VACANZE CON BOOKING.COM/TRENITALIA E GUADAGNA PUNTI CARTAFRECCIA Grazie alla nuova partnership con Booking.com, per i clienti CartaFRECCIA prenotare un soggiorno è ancora più semplice e vantaggioso. Basta andare sul sito booking.com/trenitalia per accumulare punti CartaFRECCIA: 1 punto ogni 2 euro spesi per un qualsiasi soggiorno. Basta inserire il codice CartaFRECCIA del titolare della prenotazione nell’apposito campo e i punti saranno riconosciuti sull’importo totale dell’alloggio prenotato (tassa di soggiorno esclusa). I punti CartaFRECCIA saranno assegnati entro 75 giorni dalla data di check-out dalla struttura ricettiva prenotata e saranno visibili nell’estratto conto dell’area personale del sito trenitalia.com. 120


MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Una personale dedicata al pittore belga Luc Tuymans e una collettiva dove natura, creazione artistica e poesia si intrecciano, ispirata agli scritti dell’artista e poetessa Etel Adnan. Sono due mostre in corso a Venezia, rispettivamente a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana. La pelle, fino al 6 gennaio 2020, raccoglie oltre 80 opere di Tuymans, tracciando un percorso incentrato sulla sua produzione pittorica, con una selezione di dipinti realizzati dal 1986 a oggi, provenienti dalla Collezione Pinault e da musei internazionali e collezioni private. Luogo e segni, fino al 15 dicembre, riunisce un centinaio di opere di 36 artisti, tra i quali Berenice Abbott, Liz Deschenes, Trisha Donnelly e R.H. Quaytman. Promozione 2x1 per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce con destinazione Venezia e ingresso scontato per i clienti Trenitalia Regionale.

IN CONVENZIONE ANCHE TORINO • #FacceEmozioni 1500-2020 fino al 6 gennaio 2020 al Museo nazionale del Cinema • L’Italia del Rinascimento. lo splendore della maiolica fino al 14 ottobre a Palazzo Madama • Giorgio de Chirico: ritorno al futuro fino al 23 agosto alla GAM • Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua, Islam e Arte fino al 1° settembre al MAO • Venaria Reale MILANO • Museo della Scienza • Liu Bolin. Visibile invisibile fino al 15 settembre al Mudec • Preraffaelliti. Amore e desiderio fino al 6 ottobre a Palazzo Reale • Roy Lichtenstein. Multiple Visions fino al 9 settembre al Mudec

Roy Lichtenstein, Crying Girl (1963)

VENEZIA • Biennale • Musei Civici Veneziani SIENA • Nobuyoshi Araki fino al 30 settembre a Santa Maria della Scala

Luc Tuymans Schwarzheide (2019) Fantini Mosaici, Milano, Installation View at Palazzo Grassi (2019) © Palazzo Grassi, Photography by Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

VENEZIA 92 FRECCE AL GIORNO

ROMA • Viaggi nell’antica Roma. 2 storie e 2 percorsi fino al 12 novembre al Foro di Augusto e al Foro Cesare • L’Ara com’era fino al 31 dicembre all’Ara Pacis • Estate al MAXXI fino al 13 ottobre • Dream fino al 25 agosto al Chiostro del Bramante • Musei Capitolini • Centrale Montemartini • Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali • Museo dell’Ara PAcis • Museo di Roma • Galleria d’Arte Moderna • Macro • Museo di Roma in Trastevere • Musei di Villa Torlonia • Museo Civico di Zoologia • Casina di Raffaelo e Technotown Info su trenitalia.com 121


NETWORK // ROUTES // FLOTTA Val Gardena (Ortisei, S. Cristina V.G., Selva V. G)

Bolzano

Val di Fassa (Moena, Vigo di Fassa, Canazei) Cortina d’Ampezzo (S. Vito di Cadore, Tai di Cadore) Udine

Madonna di Campiglio Ora Pinzolo

Bergamo

Trento Verona

Milano

Vicenza

Treviso

Brescia

Venezia Padova

Mantova

Torino

Trieste

OLTRE 280 FRECCE AL GIORNO

Reggio Emilia AV Modena Bologna

Genova

La Spezia

NO STOP

Pisa Cecina Piombino

Ravenna Rimini

Firenze

Assisi Perugia

Ancona

Siena Pescara Roma Fiumicino Aeroporto

Foggia

Caserta Afragola Napoli Pompei Sorrento Salerno

Matera

Bari Lecce

Potenza

Otranto

Taranto Gallipoli Torre San Giovanni

Sapri

Lamezia Terme

S. Maria di Leuca

Catanzaro Lido

Reggio di Calabria LEGENDA:

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su www.trenitalia.com

FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze 122

Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi

Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio


NETWORK DI OLTRE 100 CITTÀ UN

FRECCIAROSSA

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

COLLEGAMENTI GIORNALIERI E DURATA MINIMA DEL VIAGGIO FRECCIARGENTO ETR 700

104 Frecciarossa

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

Milano-Roma 2h 55'

1a

40 Frecciarossa e Frecciargento

Roma-Venezia1 3h 33'

16 Frecciarossa e

Frecciargento Roma-Verona 2h 52'

FRECCIARGENTO ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

48 Frecciarossa

Milano-Venezia1 2h FRECCIABIANCA I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle stazioni centrali dove non specificato. I collegamenti comprendono sia i servizi di andata che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine settimana e in alcuni periodi dell’anno. Dal 9 giugno, a seguito di disposizioni di Rete Ferroviaria Italiana, è previsto un allungamento di 8 minuti per tutti i treni che percorrono la linea Bologna-Firenze nel senso nord-sud (Milano-Roma 3h 03’, Venezia-Roma 3h 41’, Verona-Roma 3h 01’). Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su trenitalia.com 1 Durata riferita al collegamento con Venezia Mestre

Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 123


PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE

Photo e testo di Carlos Solito

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Carlos-Solito

carlossolito


C

apo Vaticano è uno di quei luoghi che definisco Mediterraneo primevo, perché natura, paesaggi e, soprattutto, trasparenze impossibili rendono questo angolo di Tirreno un posto senza tempo. Potremmo benissimo essere nell’antichità classica e, da un momento all’altro, veder solcare queste acque da una triremi. La fotografia, realizzata qualche anno fa, è parte di un mio progetto – tuttora work in progress – dedicato al Mare Nostrum, sulle tracce di Ulisse.

125



PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS

PULCINELL A A PIETRARSA IL GRANDE BALLETTO DEL SAN CARLO ON STAGE AL MUSEO NAZIONALE FERROVIARIO

I

di Ernesto Petrucci

zare le risorse e presentare la molteplicità dell’offerta culturale del nostro territorio. Il nostro impegno, quindi, continuerà in questa direzione, incrementando i risultati, ma anche la condivisione e la collaborazione con gli attori del territorio e con la regione Campania». fondazionefs.it | teatrosancarlo.it | vivaticket.it

AGOSTO IN TRENO STORICO 08 Treno dei Templi: Agrigento C.le-Porto Empedocle (anche il 16, 17, 18, 24 e 31) 09 Sannio Express-Treno della Falanghina: Napoli C.leS. Giuliano del Sannio (anche il 10, 24, 25 e 31) 11 Reggia Express: Napoli C.le-Caserta Treno dei dolci e degli agrumi: Messina C.le-Alcantara (Francavilla di Sicilia-Castelmola) 12 Sulla Transiberiana d’Italia: Sulmona-Carpinone 18 Sulla Transiberiana d’Italia: Sulmona-Carovilli Pietrarsa Express: Napoli C.le-Pietrarsa SGC-Torre Annunziata C.le Treno della frutta dell’Etna e conserve d’autunno: Catania C.le-Vizzini-Caltagirone Porrettana Express: Pistoia-Pracchia 24 Sulla Transiberiana d’Italia: Sulmona-Castel di Sangro 25 Archeotreno Campania: Napoli C.le-Pompei-PaestumAscea-Sapri Treno del confine: Trieste-Udine-Gorizia-Trieste Treno del pane e dolcezze degli Iblei: Catania C.leSiracusa-Noto

© Archivio Fondazione FS Italiane

l 7 e l’8 settembre il Teatro San Carlo di Napoli si trasferisce nei suggestivi spazi del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (NA), per due rappresentazioni straordinarie del balletto Pulcinella con le musiche di Igor Stravinskij. A fare da scenografia 140 installazioni di Lello Esposito, scultore e pittore napoletano che lavora sui simboli della Città del Vesuvio. «Nell’affascinante padiglione delle Locomotive a vapore arriva Pulcinella, maschera dal valore universale capace di condensare in sé l’elemento popolare e la sublime ambiguità della realtà contemporanea. Il Museo di Pietrarsa diventa la location naturale per questo genere di iniziative culturali che coniugano arte e bellezza», commenta il direttore della Fondazione FS, Luigi Cantamessa. Un grande evento anche per la città di Napoli e per la Regione, aggiunge la sovrintendente del Teatro San Carlo, Rosanna Purchia: «La Fondazione Teatro San Carlo sta dando una prova di coesione significativa, sempre più impegnata a promuovere la cultura musicale e teatrale in tutti i siti della Campania, specialmente in quelli di grande vocazione turistica come il Museo di Pietrarsa. Una strategia vincente, in cui crediamo, insieme alla Fondazione FS, per ottimiz-

Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa

SANNIO EXPRESS Da Napoli a Benevento e S. Giuliano del Sannio, per tutto il mese di agosto il Sannio Express - Treno della Falanghina porta turisti e appassionati di natura e luoghi storici nel cuore verde della Campania e nella terra natale di San Pio da Pietrelcina. Tutti gli appuntamenti sono indicati nel programma estivo dei treni storici sul sito fondazionefs.it. 127


PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO

di Mario Tozzi OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

NATURA E ORSI MARSICANI C’

di mantenimento e finanziando la ripiantumazione dei boschi. La morte di un orso marsicano tocca tutti i cittadini ed è legata alla medesima logica: speculazione edilizia, impianti di risalita inutili, insofferenza ai vincoli ambientali, caccia di frodo o semplice vandalismo. La perdita anche di un solo esemplare, su una popolazione globale di 30, 50 al massimo, porta, di

fatto, l’intera specie sull’orlo dell’estinzione. Siccome la perdita di una specie è per sempre, il danno è irrimediabile almeno quanto la distruzione di un pezzo del patrimonio artistico e monumentale del Paese. E si tratta anche di una perdita economica: attorno a specie simbolo come orsi e lupi è nata e fiorita l’economia di intere regioni altrimenti marginali.

© alex/Adobestock

è un motivo per cui esiste il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, la presenza dell’orso marsicano, l’unico di stirpe probabilmente italica, che resiste strenuamente alla modernità. Se volete rendere un buon servizio alla natura venite in vacanza qui e difendete l’habitat dell’orso, contribuendo alle spese

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, orso bruno marsicano 128


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