La Freccia - agosto/settembre 2024

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CLAUDIA GERINI

INTERVISTE

Donatella Di Pietrantonio

Filippo Scicchitano

TRAVEL

Isola d’Elba

Lago Maggiore

Maratea

ARTE E CULTURA

Mostra del cinema di Venezia

Fernando Botero

VIAGGIA CON CHI AMI

I ragazzi under 15 viaggiano gratis e gli adulti con il 50% di sconto

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L’offerta FrecciaFAMILY, è disponibile per gruppi da 2 a 5 persone e consente ai minori di 15 anni (non compiuti) di viaggiare gratuitamente e agli altri componenti del gruppo (di cui almeno un maggiorenne) di viaggiare con uno sconto del 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è disponibile per viaggi su treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, in 1° e in 2° classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard. Sono esclusi i treni Intercity, Intercity Notte e Regionali, i treni internazionali, il livello di servizio Executive e il servizio Salottino. FrecciaFAMILY è a posti limitati e variabili, è acquistabile presso

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tutti i canali di vendita fino alle ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno e non è cumulabile con altre promozioni. Le operazioni di cambio prenotazione/biglietto e rimborso sono soggette a restrizioni. I servizi bus FrecciaLink sono acquistabili, nel limite dei posti disponibili, solo in combinazione al servizio Freccia proposto dai sistemi di vendita di Trenitalia. Maggiori info su trenitalia.com.

IL

DEL VALORE TEMPO

Il treno ci consente di vedere in faccia la vita che ci lasciamo alle spalle. C'è una dimensione etica nel guardare in faccia la vita. È un atto di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri. Affrontare i problemi significa prendersi cura del proprio io e contribuire a creare un mondo migliore. Padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre 1993, ha lasciato un prezioso testamento. Una delle sue frasi simbolo era: «Se ognuno fa qualcosa si può fare molto». Ogni piccolo atto di coraggio personale, infatti, si riflette sulla comunità e contribuisce a promuovere una cultura di autenticità e resilienza. Fare qualcosa significa anche vivere la vita così com’è, evitando che il passato e il futuro prendano il soprav-

vento sul presente. Significa riconoscere la bellezza e il valore di ogni momento, anche di quelli apparentemente banali o difficili. Ma soprattutto accettare la realtà: concetto che diventa ancora più significativo quando parliamo di disabilità, una realtà che molte persone vivono quotidianamente e che l’associazione Teatro Patologico ha scelto di raccontare sui palchi italiani. La compagnia porta in scena attori e attrici con disabilità psichiche e ha collezionato, in 30 anni di storia, grandi successi e prestigiose collaborazioni. Come quella con Claudia Gerini, protagonista della copertina di questo numero, che si sta impegnando per far approvare dall’Organizzazione mondiale della sanità un protocollo in cui siano riconosciuti i miglioramenti psicofisici che la

di Dario Cirrincione dario-cirrincione

teatroterapia apporta.

Insieme al teatro c’è un altro potente alleato per le persone con disabilità: lo sport. Questa è l’estate dei Giochi paralimpici che a Parigi in 12 giorni porranno sotto i riflettori 22 discipline, 185 Comitati nazionali e 4.400 partecipanti. Un trionfo di coraggio e determinazione su un palcoscenico mondiale dove l’inclusione e l’eccellenza vengono celebrate in ogni gara e per ogni atleta. Ogni partecipante, infatti, ha una storia di perseveranza, coraggio e dedizione che può ispirare milioni di persone. Ogni medaglia vinta, ogni record battuto, ogni performance unica contribuisce a costruire un mondo più inclusivo, dove le differenze sono celebrate piuttosto che temute.

La magia della novità e la bellezza dell’unicità devono essere elementi costantemente presenti nel nostro viaggio che ci condurrà verso un futuro più equo e giusto. Un viaggio che passa attraverso il riconoscimento e la valorizzazione della diversità, per contribuire a costruire una società più coesa, dinamica e ricca. Un cammino che La Freccia ha recentemente intrapreso con determinazione e che confido possa continuare anche nei mesi a seguire con chi prenderà il mio posto come direttore. Io mi preparo a intraprendere un nuovo viaggio e a scrivere un altro capitolo della mia vita. Ma prima voglio esprimere il mio più sincero ringraziamento ai lettori, alla redazione e all’editore. A tutti, parafrasando Luigi Pirandello, auguro di incontrare nella vita più volti che maschere.

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SCIVOLARE SULL’ESTATE

Piscine con le onde, atmosfere esotiche, salti adrenalinici. Un tuffo nei parchi acquatici italiani, dal Mirabeach di Ravenna all’AquaPark Egnazia in Puglia

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AFFRONTARE LA COMPLESSITÀ

Dal 9 all’11 ottobre, il Salone della CSR e dell’innovazione sociale fa incontrare aziende e istituzioni che vogliono trovare nuove strade per impattare meno sull’ambiente. Il Gruppo FS è partner dell’evento

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LA FANTASIA IN LAGUNA

Dal 28 agosto al 7 settembre, la Mostra del Cinema porta a Venezia la bellezza dell’inaspettato. Con cinque film italiani in concorso e tanti divi attesi sul red carpet, da George Clooney a Tilda Swinton

I numeri di questo numero

25 gli anni della Race for the cure [pag. 12]

35

i metri di altezza della statua di San Carlo Borromeo ad Arona [pag. 55]

100 le foto della mostra Nuove avventure sotterranee a Roma [pag. 107]

READ ALSO

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

ERRATA CORRIGE

SUL NUMERO DI LUGLIO 2024

A pagina 108: la foto è stata scattata da Myriam Boulos e non da Valery Poshtarov come erroneamente riportato.

A pagina 122: per un errore grafico, nella cartina con il network delle rotte delle Frecce, la parola “Rimini” non era adiacente all’indicatore correttamente posizionato sulla mappa.

Ci scusiamo con i lettori.

Con questo QR code puoi sfogliare La Freccia anche online.

Buona lettura

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI

ANNO XVI - NUMERO 8 - AGOSTO-SETTEMBRE 2024

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 25/06/1997

CHIUSO IN REDAZIONE L’1/08/2024

Foto e illustrazioni

Archivio FS Italiane AdobeStock

Copertina © Dirk Vogel

Stylist Valeria K Marchetti, look Ballantyne, capelli e trucco Marco Montagnola per GermanoHR

Tutti i diritti riservati

Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT

Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it

EDITORE

Communication Polo Passeggeri Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma Contatti di redazione lafreccia@trenitalia.it

Direttore Responsabile

Responsabile Prodotti Editoriali Caporedattrice

Coordinamento Editoriale

In redazione

Segreteria di redazione

Coordinamento creativo

Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Dario Cirrincione

Davide Falcetelli

Michela Gentili

Cecilia Morrico, Francesca Ventre

Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi

Francesca Ventre

Giovanna Di Napoli

Claudio Romussi

Osvaldo Bevilacqua, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Sepastiana Gjoni, Sandra Jacopucci, Carmen Lasorella, Roberta Mancini, Giovanni Massimi, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Alessandro Ribaldi, Gabriele Romani, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC® e da materiali riciclati

On web

La Freccia si può sfogliare su fsitaliane.it e su ISSUU

PROGETTO CREATIVO
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

ARCHEOLOGIA WESTERN

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

«Durante alcune riprese a Villa Adriana ho visto quanto fossero armonici, in sintonia, i cowboy tra le colonne corinzie e volevo capire se, trasformati in statua accanto alle statue, avrebbero potuto trasmettere qualcosa di inconsueto e remoto». Con queste parole, il videoartista Yuri Ancarani spiega la nascita della mostra Si Fas Est, Superare Divos (Superiore, se è lecito, agli dèi ): dieci fotografie, esposte nei Mouseia di Villa Adriana a Tivoli fino al 6 ottobre, che immortalano giovani cowboy accanto ai busti di Adriano. Una selezione di quelle realizzate durante il backstage di un video, girato nel sito alle porte della Capitale, con cui l’artista desidera rendere omag-

gio al compositore Ottorino Respighi, che ispirò molto Ennio Morricone e le colonne sonore dei film di Sergio Leone. Le immagini animano alcuni ambienti storici, come l’Aula con tre esedre, la Peschiera, il Triclinio estivo, Piazza d’oro e l’Edificio degli hospitalia.

L’innesto del western all’italiana nello scenario estivo della villa crea una narrazione di sorprendente sintonia fra i cowboy protagonisti e il patrimonio archeologico e paesaggistico della residenza imperiale: un corridoio temporale inaspettato e inconsueto fra il contemporaneo e il remoto. villae.cultura.gov.it

PHOTO STORIES

Il primo viaggio in treno
© Cristian P.. cristianpapa
Milano Centrale
© Francesco V. ciskie1977
LUOGHI

LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME

IN VIAGGIO

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

a cura di Enrico Procentese enry_pro

Verso Torino © Nancy M.
Capotreno Frecciarossa © Edoardo C. eddiecortesi

A TU PER TU

Luca Fiore, macchinista dei treni Frecciarossa, racconta la sua esperienza professionale nella Direzione Business Alta Velocità di Trenitalia.

Qual è stato il tuo percorso all’interno della società del Gruppo FS?

Sono stato assunto in Trenitalia nel 2004 per lavorare su Intercity ed Espressi. Nel 2008 ho avuto l’opportunità di essere tra i primi macchinisti formati per il lancio dell’Alta Velocità e, nello specifico, del Frecciarossa. È stato un momento entusiasmante, culminato con le prime corse prova sulla linea Milano-Bologna-Firenze, a cui è seguito il servizio passeggeri sulla Roma-Napoli. L’abilitazione al Frecciarossa 1000, il modello più avanzato, l’ho ottenuta dieci anni fa. Quali caratteristiche rendono questo treno così speciale?

Il Frecciarossa è sinonimo di velocità, tecnologia e comfort. Il design e il colore distintivo, oltre alle prestazioni elevate, l’hanno reso oggetto di ammirazione non solo per gli adulti ma anche per i bambini: per loro ci sono i treni, e poi c’è il Frecciarossa. Il brand ha saputo affermarsi diventando un’icona del trasporto sostenibile non solo in Italia. Vedere l’entusiasmo e la curiosità negli occhi dei più piccoli che mi salutano durante le soste in stazione, o in marcia, mi diverte e mi riempie di orgoglio.

Una tua giornata tipo?

Passo molto tempo in cabina di guida. La tecnologia avanzata garantisce un’esperienza estremamente fluida e stabile: la velocità di 300 km orari è percepita dall’esterno, ma nel nostro “ufficio viaggiante” non la sento minimamente. Capita anche di condurre i Frecciarossa nell’impianto di manutenzione di Napoli Gianturco, un centro avanzato per il check up dei treni. Poi, durante i viaggi prova, collaboro con i tecnici per verificare gli interventi realizzati prima che il treno torni in servizio. Ovviamente per noi macchinisti, come per tutto il personale del Gruppo FS, la sicurezza rappresenta un caposaldo che contraddistingue ogni azione.

Com’è strutturato il percorso formativo per svolgere la tua professione?

Dopo l’esame iniziale, la persona neoassunta viene affiancata per circa 80 giorni da un lavoratore esperto. Al termine di questo tirocinio, si torna in aula per un riepilogo delle nozioni teoriche e pratiche apprese e per superare un esame scritto, uno orale, una sessione con il simulatore di guida e un’ultima corsa prova in affiancamento.

Dopo tutto questo, il collega o la collega ottiene l’abilitazione e può iniziare a viaggiare autonomamente.

Che rapporto hai con i nuovi macchinisti?

Li accompagno con dedizione fino a quando sono pronti a guidare da soli. Vedere la loro crescita e la passione che mettono nel lavoro è un’emozione indescrivibile per noi che abbiamo contribuito alla loro formazione. Questo mi fa sentire realizzato e mi motiva costantemente. Inoltre, anche noi impariamo sempre qualcosa di nuovo dagli ultimi assunti: ci trasmettono quella curiosità che, insieme alla capacità di rimanere aggiornati su treni, infrastrutture e norme di circolazione, contraddistingue la mia professione.

LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE

Valeria Bonacci, giornalista e consulente della comunicazione, usa il treno per lavoro e lo considera un valore aggiunto per la sua attività.

Di cosa ti occupi?

Sono addetta stampa per iniziative culturali e artistiche. Nel 2019, dopo aver approfondito le potenzialità del settore, ho deciso di fondare in Calabria un’agenzia che punta a valorizzare la relazione tra cultura e turismo, un binomio che trovo particolarmente interessante. Il treno è l’elemento di connessione tra il luogo in cui vivo e il resto d’Italia. È un mezzo fondamentale per fare rete con collaboratori, imprenditori e clienti che seguiamo.

Quali servizi offre la tua agenzia?

Raccontiamo storie con l’obiettivo di creare sinergie tra diverse realtà. Anche la consulenza aziendale, in questo modo, diventa più ricca e stratificata. E poi è importante per me sapere che il nostro raggio d’azione è esteso a tutta Italia. L’agenzia si distingue per la qualità e la varietà geografica delle iniziative comunicate. È una sorta di specializzazione glocal del mio lavoro.

Che rapporto hai con il treno?

Al momento vivo a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. La città è ben collegata, posso spostarmi frequentemente partendo dalla stazione, spesso anche all’ultimo minuto. E scelgo sempre il posto dal lato del finestrino per osservare i paesaggi che mi accompagnano durante il tragitto.

I viaggi in treno danno un valore aggiunto al mio lavoro perché rappresentano momenti di riflessione e di connessione con me stessa: questo mi arricchisce e mi consente di tessere relazioni significative.

C’è una cosa che ti appassiona particolarmente nel tuo lavoro?

Mi entusiasmano i progetti legati a borghi e paesi rurali, veri e propri tesori nascosti, con la loro cultura della terra e quell’intreccio tra storie, persone e miti che merita di essere conosciuto e comunicato al meglio. Del resto, ogni viaggio, ogni incontro e ogni testimonianza che raccolgo durante i miei spostamenti in treno contribuisce a rendere originale tutte le storie di cui ci facciamo ambasciatori. Si potrebbe dire che l’autenticità è la cifra stilistica del nostro storytelling.

Qual è il tuo rapporto con le nuove tecnologie?

Occupandomi anche di tech, penso sia fondamentale conoscerle e utilizzarle. Il mondo della comunicazione cammina su binari digitali che offrono opportunità straordinarie.

È necessario sfruttare al meglio tutto quello che certi strumenti possono offrire. Parte del mio lavoro consiste nel navigare in questo vasto mare di opportunità, utilizzando le tecnologie digitali per mettere in luce le particolarità che rendono unico ogni territorio. È una missione in cui credo molto e mi impegno costantemente per trovare il linguaggio più adatto al contesto che voglio raccontare.

© Antonio Cuda

LA PREVENZIONE VA DI CORSA

APPUNTAMENTO A BOLOGNA, BRESCIA E MATERA CON LA RACE FOR THE CURE, LA MANIFESTAZIONE PER LA LOTTA AI TUMORI AL SENO CHE QUEST’ANNO COMPIE 25 ANNI

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili
La partenza della Race for the cure a Roma, il 12 maggio 2024

Un’onda rosa avvolge lo Stivale. Tornano gli appuntamenti della Race for the cure, la manifestazione per la lotta ai tumori del seno organizzata da Komen Italia, in partnership con il Gruppo FS Italiane, che quest’anno festeggia i 25 anni dalla prima edizione. Dopo le maratone di Roma e Bari, tutti pronti a infilare nuovamente le scarpe da running dal 20 al 22 settembre a Bologna e dal 27 al 29 a Brescia e a Matera. Un format collaudato che in un quarto di secolo ha consentito a Komen Italia di raccogliere oltre 26 milioni di euro per avviare circa 1.500 nuovi progetti di ricerca e prevenzione e di sostegno alle donne costrette a vivere l’esperienza di un tumore del seno. Come di consueto, nelle città interessate viene allestito un Villaggio della salute in cui medici e personale specializzato offrono gratuitamente esami diagnostici di screening per le principali patologie femminili. Nella tappa di Roma a maggio, che si è distinta per oltre 150mila presenze e la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono state erogate 4.523 prestazioni per la diagnosi precoce dei tumori del seno e di altre malattie. Negli stand allestiti si può partecipare anche a iniziative tematiche sullo sport, il fitness, la sana alimentazione e il benessere psicologico. Ma il culmine della manifestazione è sempre la domenica, con la tradizionale corsa o passeggiata nelle vie del centro cittadino. Partecipano unite nella solidarietà, indossando la tradizionale maglia color shocking, le Donne in Rosa che hanno affrontato o stanno affrontando personalmente un tumore al seno. «Sono le vere protagoniste della manifestazione», afferma il fondatore di Komen Italia Riccardo Masetti. «Grazie alla loro presenza positiva, la Race è riuscita a sostituire al senso di paura e isolamento che accompagnava la malattia un atteggiamento forte di condivisione e vicinanza, potenti medicine aggiuntive per le oltre 56mila donne che ogni anno in Italia ricevono una diagnosi di tumore del seno». raceforthecure.it

Il gruppo delle Donne in Rosa di Komen Italia
© Annarita Campagna
Sergio Mattarella durante la maratona di Roma

AGENDA

a cura della redazione

save the date

AGOSTO/SETTEMBRE

MITO SETTEMBREMUSICA

TORINO E MILANO 6>22 SETTEMBRE

Sono unici e senza replica gli appuntamenti in programma per il noto festival internazionale dedicato alla musica classica e non solo, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale. Eccellente inaugurazione il 6 settembre, in piazza San Carlo a Torino, con l’esecuzione della Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven diretta da Michele Spotti, alla guida dei complessi del Teatro Regio di Torino. L’apertura milanese, invece, è prevista per l’8 al Teatro alla Scala con Riccardo Chailly sul podio, in un programma che include composizioni di Luciano Berio, Wolfgang Rihm (scomparso di recente) e Maurice Ravel. Il tema della 18esima edizione, la prima del direttore artistico Giorgio Battistelli, è Moti, un gioco di parole con Mito che allude ai moti dell’anima, delle idee, delle persone. E fa da legame alle cinque sezioni del festival: Mitologie orchestrali, Ascoltare con gli occhi, Artistiche imprese, Puccini, la musi-

Un’esibizione a Milano in una delle scorse edizioni

2024

Frecciarossa Treno Ufficiale, informazioni a pag. 113

ca, il mondo e Musica su due piedi. Il festival si pone come un catalizzatore delle diversità, a partire dalle fedi calcistiche. In programma ci sono infatti due diversi progetti musicali, uno dedicato al Grande Torino, a 75 anni dal disastro aereo di Superga, e uno al Milan. Tra le altre performance, gli inediti melologhi di Stefano Massini che racconta la storia della Martini & Rossi a Torino e della Campari a Milano, il concerto di Ludovico Einaudi e l’esibizione dei 100 Cellos, ensemble di violoncelli diretto da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi. Nel centenario della sua morte non mancano, infine, gli omaggi a Giacomo Puccini: Toni Servillo lo ricorda nel melologo Puccini Puccini, cosa vuoi da me?. E centinaia tra bambini delle scuole e studenti dei Conservatori sono coinvolti nel progetto educativo La principessa di gelo ispirato a Turandot mitosettembremusica.it

PORTICI DI CARTA

TORINO 12>13 OTTOBRE

Camminare tra le pagine, con la testa, il cuore e le gambe. La 17esima edizione del festival letterario trasforma le arcate simbolo del capoluogo piemontese in una libreria all’aperto lunga due chilometri. Sotto i portici di via Roma, da piazza Castello a piazza Carlo Felice, si possono incontrare editori e librai, indipendenti o di catena, ma anche remainder, antiquari e bouquiniste. Un percorso suddiviso in 16 aree tematiche che spaziano dalla narrativa ai fumetti, dai gialli alla cultura orientale, dalla poesia alla scienza e non solo. E poi un calendario di appuntamenti, tra incontri con scrittori e scrittrici, letture ad alta voce, passeggiate letterarie, laboratori per bambine e bambini in diversi luoghi della città, dalla chiesa di San Filippo Neri a piazza San Carlo. In programma anche la premiazione dei tre racconti vincitori del concorso letterario A/R Andata e Racconto. In viaggio con amore, realizzato dal Gruppo FS in collaborazione con il Salone internazionale del libro. salonelibro.it

Librai e visitatori durante la scorsa edizione dell’evento
© Paolo Tangari
© Lorenza Daverio

SETTIMANA DEL PIANETA TERRA

ITALIA 6>13 OTTOBRE

L’innalzamento delle temperature e i fenomeni climatici sempre più imprevedibili rendono chiaro lo stato di salute della Terra. E l’unico modo per riuscire ad arginare l’emergenza è imparare a capire come funziona il pianeta. Aumentare la consapevolezza è proprio l’obiettivo di questo festival scientifico che, giunto alla 12esima edizione, punta a divulgare il lavoro di geologi, vulcanologi e ricercatrici attraverso eventi sparsi in tutte le regioni. In programma escursioni tra montagne e boschi, discese nelle grotte, visite archeologiche, osservazioni notturne delle stelle, laboratori e presentazioni di libri. Tutte le iniziative sono pensate per raggiungere con linguaggi e approcci differenti un pubblico eterogeneo e coinvolgerlo nel mondo affascinante delle geoscienze. settimanaterra.org

PIGIAMA RUN

ITALIA 20 SETTEMBRE

Da Bari a Milano, da Roma a Palermo, una corsa in pigiama tra le vie di 40 città italiane per sostenere i bambini malati di tumore e le loro famiglie. È l’evento non competitivo organizzato ogni anno dalla Lilt - Lega italiana per la lotta contro i tumori. Si sfoggiano tute da unicorno e completini coordinati, pantaloni con le renne di Babbo Natale e vestaglie colorate: purché si corra – o si cammini – in pigiama. Si può partecipare nelle città dove l’evento è in programma o in modalità anywhere, in qualunque luogo ci si trovi. L’obiettivo di chi partecipa alla manifestazione, giunta alla sesta edizione, è contribuire a portare avanti in tutta Italia iniziative e servizi gratuiti a sostegno dei piccoli pazienti oncologici. pigiamarun.it

LEADERSHIP FORUM

MILANO 16>17 OTTOBRE

Torna al Teatro degli Arcimboldi il grande business event dedicato ai temi della leadership e del management che, da oltre 13 anni, attrae migliaia di decision maker, imprenditori e dirigenti. Tema di questa edizione è Momentum: la frazione di tempo che, di fronte a ogni bivio, serve per cogliere le opportunità di innovazione e impartire all’impresa la direzione decisiva. Il Leadership Forum, di cui Trenitalia è Official Green Carrier, quest’anno ospita 12 speaker internazionali e prevede oltre 1.700 partecipanti da 600 aziende diverse. Tra i relatori Ginni Rometty, già Ceo e presidente di IBM, Bill de Blasio, sindaco di New York dal 2014 al 2021, Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato del gruppo Tod’s e Roberto Bolle, étoile della Scala di Milano. theleadershipforum.it

Un’iniziativa della Settimana del pianeta Terra 2023
La Pigiama Run del 2023 a Milano
Mo Gawdat, già Chief Business Officer di Google X, sul palco del Leadership Forum 2023

MARMOMAC

VERONA 24>27 SETTEMBRE

In greco antico, significa pietra splendente. Proprio per la sua capacità di riflettere la luce, questo materiale è stato usato nei secoli per realizzare edifici di pregio, luoghi di culto e residenze nobiliari. Al marmo è ora dedicata una manifestazione internazionale, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale, organizzata in uno dei più importanti distretti italiani per la sua estrazione e lavorazione. A Veronafiere prodotto, innovazione e creatività si fondono in uno spazio multifunzionale che ospita oltre 1.500 espositori. L’evento è arricchito anche da diverse mostre tra cui Walk of Stone, una passerella di 300 m² che mette in luce differenze cromatiche, texture e dettagli della pietra, e Full/Empty, in cui designer e aziende esplorano in libertà il rapporto tra il pieno e il vuoto con una serie di opere in marmo. marmomac.com

FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE

CAMOGLI (GENOVA) 12>15 SETTEMBRE

Incontri, spettacoli e laboratori per affrontare il tema Speranze, su cui si concentra l’11esima edizione del festival che per quattro giorni accende il borgo marinaro. Aprono la rassegna le tre lectio del giornalista Aldo Cazzullo, dell’informatico esperto di intelligenza artificiale Nello Cristianini e della chimica Sahra Talamo, specializzata nello studio dell’evoluzione umana. Seguono incontri con il giornalista Aldo Grasso, la scrittrice Stefania Auci, gli storici Alessandro Barbero e Michela Ponzani, il matematico Piergiorgio Odifreddi e l’europarlamentare Annalisa Corrado. Tra le novità di quest’anno il primo volume edito dal festival – intitolato Cortocircuiti. Andare verso, andare oltre – che ripercorre le prime dieci edizioni della manifestazione e la trasmissione in diretta su La7 di alcuni incontri. festivalcomunicazione.it

L’edizione 2023 del festival

FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO

PIACENZA 19>23 SETTEMBRE

È intitolata Vivere la meraviglia - Tra stupore e spavento la seconda edizione dell’evento dedicato ai sentimenti più profondi che animano l’esperienza umana. La città emiliana accoglie, in diverse location, ospiti dal profilo internazionale per esplorare le dinamiche dello stupore di fronte alla varietà del mondo e dello spavento che a volte ne deriva. Dialoghi, interviste, lezioni pratiche di pensiero e concerti filosofici diffusi animano il dibattito sulla meraviglia. Tra i partecipanti, nomi noti attinenti a diversi ambiti di conoscenza: l’astronauta Samantha Cristoforetti, lo scrittore Paolo Giordano, l’attrice Lella Costa, il divulgatore Stefano Mancuso, la giornalista Daria Bignardi, la matematica Chiara Valerio, la sociolinguista Vera Gheno e il rapper Dargen D’Amico. pensarecontemporaneo.it

Lo scrittore Roberto Saviano durante una passata edizione

L’edizione 2023 di Marmomac
© Veronafiere Ennevi Foto

LA FESTA DELLE 7 ARTI

VENEZIA 14 SETTEMBRE

Promuovere la pace e la campagna sul cambiamento climatico della fondazione ambientalista Marevivo, dal 1985 impegnata nella difesa del mare. È lo scopo della performance culturale e sportiva in programma all’arsenale del capoluogo veneto, nell’ambito della Biennale d’arte 2024. Per questa occasione l’antico complesso di cantieri navali accoglie La donna vitruviana, un grande mosaico in vetro di Murano e foglie d’oro realizzato dell’artista Francesca Chialà come omaggio a Marco Polo per i 700 anni dalla sua morte. In programma all’arsenale nord spettacoli di musica, danza, arti marziali, taekwondo, canottaggio, vela e una performance di body art che coinvolge, oltre a Chialà, adolescenti, donne e bambini pronti a colorare, utilizzando il proprio corpo, 120 metri di tele, richiamo simbolico delle 12 stelle che compaiono sulla bandiera europea.

GOLDEN GALA PIETRO MENNEA

ROMA 30 AGOSTO

Per una giornata, lo stadio Olimpico diventa terreno di gara per sportivi e sportive dell’atletica leggera. Tra le star mondiali pronte a gareggiare durante la 44esima edizione del Golden Gala, e 13esima tappa della Wanda Diamond League, anche l’ostacolista Lorenzo Simonelli e il triplista

Andy Diaz, di ritorno dai Giochi olimpici di Parigi. Non manca Gianmarco Tamberi, che sfida nel salto in alto lo statunitense JuVaughn Harrison e il neozelandese Hamish Kerr. E ancora il velocista botswano Letsile Tebogo e l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou-Smith, la mezzofondista etiope Gudaf Tsegay e l’italiana Nadia Battocletti, oltre agli atleti della Fisdir-Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali. fidal.it

FESTA DELLE NARRAZIONI POPOLARI CIVITARETENGA (L’AQUILA) 22>25 AGOSTO

Il Convento di Sant’Antonio del borgo abruzzese diventa come ogni anno teatro di incontri, presentazioni, dibattiti, proiezioni, musica, degustazioni e street art. Tra gli autori protagonisti di questa edizione gli scrittori che hanno segnato la storia del territorio, dal poeta Pascal D’angelo al fumettista Pino Zac, ma anche i contemporanei Tommaso Zanello, vero nome del musicista Piotta, e Davide Nanni, chef e scrittore abruzzese. E, ancora, lo svelamento delle opere degli street artist Leonardo Crudi e Croma, i laboratori narrativi dedicati a bambine e bambini e le serate musicali con artisti come Rastablanco della band reggae Radici nel cemento, gli aquilani Dabadub Sound System, la polistrumentista Lavinia Mancusi e il dj Alessio di Civitaretenga. terranullius.it

musicista Piotta, uno degli artisti presenti alla manifestazione

In prima fila, da destra, gli atleti Lorenzo Simonelli e Andy Diaz alla presentazione del Golden Gala
Francesca Chialà durante una performance di body art
© Mario Giannini
Il
© Alfredo Villa
© Giuseppe “Pino” Fama

PREMIO INVICTUS

CISTERNA DI LATINA E SERMONETA (LATINA) 10>13 SETTEMBRE

Quattro giorni di eventi per la quinta edizione del Premio di letteratura sportiva organizzato dalla casa editrice Lab DFG e selezionato per rappresentare l’Italia alla Fiera internazionale del libro di Francoforte insieme a Lucca Comics e al Premio Strega. Il 10 è in programma l’iniziativa Invictus School, dedicata ai giovani dei licei della zona, mentre il giorno dopo c’è Masterclass Book Invictus al Castello di Sermoneta, che mira a dare spazio a scrittori e scrittrici emergenti. L’appuntamento clou è il 12 a Palazzo Caetani, a Cisterna di Latina, con la designazione dell’opera vincitrice e la premiazione di due autori della Repubblica di Malta, che quest’anno partecipa per la prima volta al concorso. Si chiude il 13 con una visita guidata al Giardino di Ninfa, uno dei più belli del mondo. premioinvictus.it

RAGUSA FOTO FESTIVAL

RAGUSA 30 AGOSTO>30 SETTEMBRE

Si tiene nel borgo barocco di Ibla la 12esima edizione della manifestazione siciliana dedicata ai diversi linguaggi della fotografia contemporanea e alla valorizzazione dei giovani talenti. Prendersi una pausa, il titolo di quest’anno, è un invito a vivere il presente con più consapevolezza, abbandonando il passo frenetico a favore di un ritmo dolce. Ad accompagnare l’apertura delle esposizioni, allestite in diversi spazi dell’area urbana, tre giorni inaugurali durante i quali sono in programma seminari, workshop, letture, premiazioni e talk. Per riflettere sulle trasformazioni del nostro tempo e apprezzare la ricerca artistica di fotografi affermati ed emergenti. ragusafotofestival.com

EDIT NAPOLI

NAPOLI 11>13 OTTOBRE

Sostenere la territorialità, la sostenibilità e la qualità dei prodotti. Parte da questa premessa la sesta edizione della fiera internazionale dedicata al design editoriale e d’autore. L’Archivio di Stato ospita oltre cento espositori mentre diversi luoghi della città partenopea diventano sede di installazioni come quella di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni dedicata all’azienda Abet laminati sulla terrazza dell’Archivio militare di Stato a Pizzofalcone. Tra gli altri protagonisti spiccano i nomi di Kengo Kuma, architetto giapponese che ha realizzato per Alcantara le scenografie del Teatro San Carlo, della designer Allegra Hicks, presente con le sue opere all’Ipogeo dei cristallini, e dell’artista multidisciplinare Caterina Roppo, protagonista nella chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. editnapoli.com

L’edizione 2023 della manifestazione

Una delle scorse edizioni della manifestazione
© Marco
Zanta

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GUSTA & DEGUSTA

Ldi Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

A NAPOLI, CAPRI E ROMA CON ENZO COCCIA, MAESTRO DELLA PIZZA

a Notizia 53 e la Notizia 94, a Napoli, sono due templi della pizza napoletana. Enzo Coccia le gestisce insieme ai figli e, oltre al piatto classico del capoluogo campano, offre anche le specialità del cibo di strada partenopeo. Da lì, il maestro ha portato l’arte tradizionale dei pizzaiuoli napoletani, inserita nella lista del Patrimonio immateriale dell’Unesco, anche a Roma e a Capri, in luoghi ricchi di storia, poesia e letteratura. «Il viaggio è una scoperta: nel momento stesso in cui si comincia a viaggiare si comincia a sognare. E si arriva nei luoghi dell’anima», racconta. Così, dalla stazione di Napoli si può raggiungere idealmente il Molo Beverello, al porto, e con un veloce aliscafo scendere a Capri. Qui, all’interno del boutique hotel La Residenza della famiglia De Angelis, in una villa storica appartenuta al principe Caracciolo, si trova Vico Capri. Il legame tra storia, bellezza e cultura della pizza è molto caro a Coccia, che lo valorizza in ogni proposta. «Utilizzo materie prime di grande eccellenza, tipiche di un’isola straordinaria

dal quale l’Imperatore Tiberio governò l’impero romano per anni. Capri ha ispirato poeti e scrittori che la percorrevano da Anacapri ai Faraglioni, sui sentieri fuori dai luoghi della movida. Fatelo anche voi e ne resterete affascinati: è un viaggio per scoprire se stessi». A Roma, «dove portano tutte le strade e tutti i binari», Coccia ha aperto Vico Pizza&Wine vicino al Pantheon, al piano terra di Palazzo Rondanini alla Rotonda, edificio storico del 1500 splendidamente affrescato. In ogni locale si può gustare una specialità diversa. A Napoli la Partenope, pizza napoletana a ruota di carro: 40 centimetri di diametro farciti con provola e pepe. «Il sole nel piatto», come la definisce il maestro. A Capri la Villa Jovis con alici fresche, mozzarella di bufala, fiori di zucca, una grattata di limone, peperoncino, menta e olio di ulivi antichi. Un tripudio di freschezza e sapore. A Roma la Pantheon con salsiccia di Nepi, pomodori a pacchetelle – antico metodo di conserva in vetro – e pecorino romano. enzococcia.com

Enzo Coccia e Vico Pizza&Wine a Roma
© Alessandra Farinelli

REGGIO CALABRIA: LA BELLEZZA DEL LUNGOMARE E I SAPORI DI UNA CUCINA GOURMET

Il lungomare di Reggio Calabria è uno dei più belli d’Italia e, percorrendolo per una piacevole passeggiata, se ne comprende pienamente la ragione. Affacciato sul braccio di mare che lo separa dalla Sicilia, accarezzato e a volte battuto dal vento che porta con sé la sapidità del mare, regala ai visitatori uno spettacolo senza pari. A metà strada tra la stazione ferroviaria e il Museo archeologico nazionale che ospita i Bronzi di Riace ecco una delle tavole più piacevoli della costa: il Piro Piro, un lido elegante con ristorante gourmet. Qui è possibile godersi il mare lungo la giornata, gustare una pizza a regola d’arte, lasciarsi conquistare dalle ottime proposte di mixology con drink ispirati dai profumi di Calabria e, la sera, affidarsi al talento e alla professionalità dello chef Marco Maltese e all’arte dell’ospitalità del direttore Domenico Bellantonio. La proposta gastronomica è un inno al territorio declinato con concreta creatività e tecnica perfetta. Dal tonno con riduzione di Cirò alle alici con limone, arancia e datteri, passando per la ricciola con garum di melanzana, aglio nero e nepitella. Tra i primi sono imperdibili la Stroncatura della tradizione con alalunga, una pasta tipica ricca di sapore, e il Riso nero di Sibari al salto con calamaro, salsa carbonara e tartufo. Principe dei secondi è il mare, con la sua offerta giornaliera da scegliere al momento. La cantina di ampia geografia enologica ha un bell’approfondimento calabrese. Per una cena in riva al mare che ha pochi rivali. piropiroreggiocalabria.it

Il ristorante Piro Piro a Reggio Calabria

A PORTO CERVO PER VIVERE LA SPENSIERATEZZA DI MERAVIGLIOSO

Italian singing restaurant. Così l’imprenditore Andrea Baccuini ha scelto di definire la sua creatura: il Meraviglioso in Costa Smeralda, nel cuore di Porto Cervo. Un locale con proposte eleganti e divertenti che mettono insieme musica, amicizia, bollicine, sapori gourmet e gioia di vivere.

Mangiare, cantare e brindare sono infatti i verbi che si declinano lungo le serate al ristorante Promenade, con musica dal vivo, che offre cucina di mare e ottimi crudi. Mentre in terrazza si aggiunge il format Pizza&Bollicine, dove la maestria di Denis Lovatel, celebre pizzaiolo di montagna, si abbina all’eccellenza del Ferrari Trento. Il tutto con la colonna sonora del pianista che suona, canta e trascina gli ospiti. Tra le pizze di Lovatel da non perdere la Cabras, con carciofi arrostiti, bottarga di muggine, scaglie di pecorino Fiore Sardo e mostarda di limone. Oppure la Optimist con mozzarella di bufala, stracciatella, tartare di tonno al lime e granella di pistacchio. Dalle 17 al Meraviglioso apre anche Champagne a Porter, una boutique delle bollicine con servizi di delivery a casa o in barca. Per accorgersi «di quanto il mondo sia meraviglioso», come cantava Domenico Modugno.

meravigliosoclub.com

Il Meraviglioso a Porto Cervo © Onestyle © Marco Fioretti

ATTORE

PER CASO

AL PRIMO CASTING NON CI VOLEVA ANDARE. E INVECE GLI È VALSO UN RUOLO DA PROTAGONISTA. MA PIÙ CHE IL DAVID ORA SOGNA UNO SCUDETTO DELLA ROMA. FILIPPO SCICCHITANO È NELLE SALE

DAL 29 AGOSTO CON LA COMMEDIA FINCHÉ NOTTE NON CI SEPARI

di Alessandro Ribaldi

La carriera di Filippo Scicchitano, romano, classe 1993, comincia quasi per caso. Da piccolo è un ragazzo molto vivace, che cresce in una famiglia tutta al femminile, con mamma e tre sorelle. Al liceo, colleziona più note disciplinari che presenze: per questa ragione lo lascia a 15 anni senza mai conseguire la maturità («Non mi è mai pesato non avere un pezzo di carta»). Poi, un giorno, il genitore di un suo amico insiste per fargli fare il provino di un film. Lui fa di tutto per non presentarsi, poi cede. E all’audizione viene notato dal regista che gli affida il ruolo del protagonista.

È il 2011 e il film è Scialla! (Stai sereno) di Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio e Barbora Bobulova, che vince due David di Donatello e diventa un piccolo cult italiano. Da quel giorno, comincia una nuova vita per Scicchitano, che dal 29 agosto è in sala con Finché notte non ci separi di Riccardo Antonaroli, una commedia con Pilar Fogliati capace di interrogarsi sui compromessi dell’amore.

Ti è piaciuto girare questo film?

Non è stato facile, perché è ambientato quasi tutto di notte e la lavorazione è stata complessa. Oltre a questo, però, ci siamo divertiti tanto e spero che anche il pubblico lo percepisca. È la storia di due giovani sposi, io e Pilar, durante la prima notte di nozze. Perdiamo un anello e da lì inizia un’avventura che ci porterà a riflettere sulle relazioni sentimentali.

Tu che rapporto hai con il matrimonio?

Al momento non ci penso e credo che non sia obbligatorio sposarsi per dimostrare quanto ci si ama. Ma a quelli degli amici mi diverto tantissimo. Ecco, mettiamola così: sono favorevole ai matrimoni degli altri.

Nel cinema ci sei finito per caso e in questo ambiente, anche fuori dal set, appari un po’ come un pesce fuor d’acqua. È davvero così?

È vero, non faccio parte totalmente di questo ambiente per come lo si intende nell’immaginario collettivo. Anche se ho tanti cari amici nel mondo del cinema, come la stessa Pilar Fogliati o Luca Marinelli. Ma amo il mio mestiere: è pane quotidiano, senza dubbio quello che voglio fare. Mi sento totalmente appagato nel recitare e riesco a dare il massimo quando sono sul set.

Sei nato a Roma, dove ancora vivi, e in diverse pellicole hai avuto ruoli strettamente legati alla romanità. Che rapporto hai con la tua città?

Ottimo, la adoro. Sono nato nel quartiere San Giovanni e ora vivo tra piazza Vittorio e l’Esquilino. E sono anche tifoso giallorosso.

Se dovessi scegliere tra uno scudetto della Roma o un David di Donatello come miglior attore?

Scudetto della Roma, senza esitazione.

Nel tempo libero cosa fai?

Mi piace il pugilato: è una passione che mi porto dietro dal mio film d’esordio, Scialla! (Stai sereno). C’erano alcune scene sul ring e ho dovuto imparare a boxare. Da allora, non ho più lasciato questo sport.

Viaggiare ti piace?

Sì, molto, soprattutto in treno. Ricordo con piacere quando ho lavorato alla serie tv Le indagini di Lolita Lobosco, qualche anno fa, e mi muovevo spesso tra Roma e Bari. Il viaggio ferroviario è un tempo utile per leggere, osservare i paessaggi o semplicemente riflettere.

© Francesco Marino
Filippo Scicchitano in una scena del film Finché notte non ci separi

RACCONTARE

L’URGENZA DI

IL RAPPORTO VISCERALE CON LA SCRITTURA, LA MATERNITÀ

COME DIMENSIONE COMPLESSA E IL LEGAME INDISSOLUBILE CON L’ABRUZZO. L’UNIVERSO CREATIVO DI DONATELLA DI PIETRANTONIO, VINCITRICE DEL

PREMIO STREGA 2024

di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it

Con il suo primo romanzo, Mia madre è un fiume, si è portata a casa il Premio John Fante Opera Prima.

L’Arminuta, pubblicato da Einaudi nel 2017, le ha fatto conquistare il Campiello e un David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata. A luglio ha trionfato al Premio Strega con L’età fragile, romanzo che intreccia passato e presente ispirandosi a un episodio di cronaca nera avvenuto negli anni ‘90 nel cuore dell’Abruzzo appenninico.

Per Donatella Di Pietrantonio, 62 anni, la scrittura è un processo incandescente e risponde a un bisogno difficile da ignorare: «Scrivo quasi sempre a letto», confessa, realizzando di non averlo mai raccontato in un’intervista, «mi alzo alle 4 o alle 5 e vado avanti finché sento che questa energia mi sostiene, riversandosi sulla pagina».

Eppure, nonostante l’intensità della pulsione e i successi di pubblico e critica, quando la raggiungo telefonicamente per fissare il nostro colloquio, è impegnata a lavorare nel suo studio dentistico. «Dentro di me la scrittura è sempre stata la strada maestra. Ho cominciato a scrivere da bambina ed è stato veramente vitale quel canale di espressione. Solo che per molti anni non ci ho creduto più di tanto: ho scritto per me, di nascosto, ho distrutto pagine, quaderni. E mi sono impegnata in un’attività diversa».

Poi però ha deciso di pubblicare. Cos’è cambiato?

Quando è uscito il mio primo romanzo avevo quasi 50 anni. In quella fase della vita mi sono detta «adesso o mai più» rispetto a qualcosa che mi aveva profondamente preso ma a cui non avevo dato il giusto spazio. Ho pensato fosse il momento giusto per mettermi in gioco e che il materiale accumulato potesse suscitare interesse anche in altre persone.

Che rapporto ha con la scrittura?

Non sono un’autrice metodica, che si siede al tavolo per un certo numero di ore al giorno. Scrivo sulla spinta di un’urgen-

za che sento dentro: se non la provo non inizio. Quando c’è qualcosa che mi muove, mi sveglio la mattina molto presto e mi metto a scrivere sul portatile a letto. Vado avanti finché sento questa energia che mi sostiene, che si riversa sulla pagina. Possono essere due o tre ore, poi mi fermo e penso ad altro. Magari vado a lavorare allo studio, quindi pianto di nuovo i piedi nella realtà. Poi, se la scrittura torna a chiamare, prendo appunti sul ricettario medico.

Anche L’età Fragile è nato da un’urgenza?

È venuto fuori da una singola idea e, come sempre succede, sono andata avanti per tentativi ed errori fino a quando ho trovato la voce di questo io narrante e ho capito come costruire la storia e i personaggi.

All’origine del romanzo c’è un fatto di cronaca accaduto negli anni ‘90 sulla Majella. Una violenza di genere consumata in un momento in cui ancora non si parlava di femminicidio. Come ha capito di volerne scrivere?

Mi è capitato a distanza di moltissimi anni. Guardando quella montagna ogni giorno dalle mie finestre, sono stata colta dal ricordo. E mi sono chiesta: «Perché non c’ho pensato più?». Così, ho recuperato dalla memoria ciò che molti abruzzesi –non solo io – hanno smesso di ricordare.

La scelta non è legata al periodo storico che stiamo vivendo?

È possibile che quell’episodio terribile, che oggi definiremmo duplice femminicidio, sia riaffiorato anche in seguito a ciò che stiamo vivendo ora. Ma io avevo bisogno di dedicarmi a qualcosa di mio, a una storia che mi attraversasse. Quella tragedia mi aveva colpito particolarmente in quanto accaduta in un posto dove mai ci saremmo aspettati una violenza del genere. Attraverso la memoria dell’evento, il tema è diventato mio.

Il libro parla anche di sopravvivenza.

È la storia di tante sopravvivenze diverse. In particolare,

quella della ragazza che è stata investita dal trauma e si è salvata solo grazie alla sua forza e alla sua determinazione. Ma è anche quella delle amiche, dei giovani del posto e di tutta la piccola comunità che è uscita cambiata da un episodio di sangue. Nella storia del luogo e dei singoli quella vicenda ha creato un prima e un dopo, sporcando boschi meravigliosi.

La natura è molto presente tra le pagine, quasi con la carica vitale di un personaggio. Come vive le foreste e le montagne che ha intorno?

Sono nata e cresciuta nella natura che racconto, l’ho vista da bambina in tutta la sua bellezza e la sua potenza. Ne ho avuto persino paura perché comprendeva anche la violenza del temporale e del vento o la possibilità di incontrare il lupo nel bosco. Per me non è mai stata sfondo, è sempre stata assolutamente viva e attiva. Sono nata in una famiglia di contadini: bastava un diluvio per rovinare un raccolto e impoverirci. Quindi, in questo caso, non è assolutamente un espediente narrativo. È vita vera.

L’età fragile ha una corrispondenza anagrafica?

Per me la beffa della vita è proprio questa: non solo è limitata nella durata ma ci espone in ogni momento alla fragilità, alla caduta, all’inciampo, alla sofferenza. Ogni età può essere fragile.

L’ha sperimentato su se stessa?

Io sono stata sempre vulnerabile, in ogni età mi sono sentita fragile, salvo poi rimpiangere a posteriori di non essermela goduta. Soprattutto in gioventù ho sofferto molto e poi, una volta passata, mi sono chiesta perché non me l’ero vissuta bene invece di patirla.

Quando ci si sente deboli si gode di meno?

Forse sì, ma si vive anche di più. Non ci si accontenta della ricerca del divertimento, della corsa alla gioia ma si va un po’ più a fondo nell’esperienza umana.

Il libro mette anche a confronto una madre e una figlia, donne che appartengono a due generazioni diverse e ne sono in parte il riflesso. In cosa si somigliano Lucia e Amanda?

Forse sono simili proprio nella loro fragilità: quella presente e manifesta di Amanda rispecchia lo stesso tipo di fragilità che aveva Lucia da giovane, a cui magari non aveva saputo dare un nome. Osservando sua figlia, Lucia può riprendere in mano ciò che aveva voluto negare e rimuovere, anche

quell’episodio di sangue di cui lei era stata quasi testimone. Nei suoi romanzi è centrale il tema della maternità, espressa in forme non necessariamente tradizionali. Cosa significa essere genitori oggi?

È difficile dire dove stia andando la genitorialità, stiamo vivendo un’epoca di transizione in cui i modelli precedenti non sono più accettabili. Sul versante della paternità, per esempio, non è più ammissibile quel modello patriarcale considerato normale per anni. Ma è difficile demolirlo e facciamo fatica a individuare nuove modalità. Si arriverà piano piano a un diverso modo di proporsi come genitori, soprattutto come padri. Credo che in questo senso le madri siano già un passo avanti, il percorso più difficile spetta al maschile.

Anche l’Abruzzo è dominante nella sua opera. Che rapporto ha con la sua regione?

Ci vivo e ho scelto di renderla molto presente nei miei romanzi. Questo mi dice quanto sia profondo e viscerale il mio legame con il territorio. Credo anche, però, di vederne le luci e le ombre: non scriverò mai cartoline dall’Abruzzo, non farò mai quadretti, ma sarò sempre lì a guardare dietro la facciata, dietro l’apparenza che, per quanto bellissima, nasconde anche altro.

Le piace viaggiare?

Mi sposto moltissimo per i libri e lo faccio anche molto volentieri, sia in Italia sia all’estero, per partecipare alle presentazioni dei romanzi tradotti nelle varie lingue. Viaggiare mi è sempre piaciuto moltissimo, anche quando lo facevo semplicemente per diletto. Sono molto curiosa del mondo e mi muovo con qualsiasi mezzo.

Prende il treno?

Lo uso tantissimo, mi piace spostarmi in questo modo perché a bordo posso fare di tutto: leggere, scrivere, dormire. Ho sempre con me il portatile e lavoro anche sui miei romanzi.

Ha un viaggio del cuore?

Ce ne sono tanti ma direi quello nel nord-ovest dell’Argentina, con una macchina improbabile affittata in una zona desertica. Fu un’esperienza molto avventurosa, come mi piaceva fare da giovane. In generale il viaggio per me è importante, ma poi voglio sempre tornare a casa.

donatelladipietra

Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega 2024

UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura

di Roberta Mancini [collabora con l’Accademia Molly Bloom*]

IL FIGLIO PEGGIORE

A ROMA, NEGLI ANNI ‘70, UN GIORNALISTA DISILLUSO SCOPRE UN PIANO GOVERNATIVO PER ARGINARE I MOVIMENTI DI PROTESTA ATTRAVERSO LA DROGA

Non si ripete abbastanza spesso che il mestiere del giornalista è fatto essenzialmente di solitudine, di notti insonni passate a scrivere e di un contatto non effimero con quella profonda verità dei fatti che troppo spesso sfugge all’intuito. Nel libro Il figlio peggiore

Peter D’Angelo e Fabio Valle raccontano la storia di Carlo Nisticò, un giornalista cinico e disilluso che si ritrova coinvolto in una serie di eventi drammatici: la sua vita, professionale e personale, viene sconvolta dalla scoperta di un piano governativo per controllare e manipolare i movimenti giovanili attraverso la diffusione di droga.

Carlo, con il suo idealismo ormai sepolto, è un personaggio complesso e tormentato, la cui lotta interna tra verità e compromessi emerge potentemente nel corso del testo. Il romanzo, fedele a quanto successo durante gli anni di piombo, si espande in più direzioni, attraversando con disinvoltura una fase italiana alquanto

torbida, ed esplorando vite che si intrecciano a quelle del protagonista.

Da un lato c’è Silvia, una fotografa che lotta per la giustizia sociale e viene tradita e abbandonata dall’uomo che ama. Dall’altro c’è Luca, un giovane pieno di ideali ma anche di segreti che tenta di trovare il suo posto in un mondo corrotto. Le necessità dei personaggi e le contingenze quotidiane si intrecciano alle turbolenze politiche e sociali degli anni ‘70 in Italia, nello specifico di Roma. Uno dei temi centrali del libro è l’uso della droga come strumento di controllo della collettività. Gli autori esplorano come le sostanze stupefacenti, distribuite dalle stesse istituzioni che avrebbero dovuto combatterle, siano diventate un’arma per indebolire i movimenti di protesta. Ciò che occorre segnalare è il piacere della lettura, mentre il brusio della folla e il respiro avvincente dell’affabulazione trascinano negli eventi storici.

Fandango Libri, pp. 348 € 19

BRANI TRATTI DA IL FIGLIO PEGGIORE

Un ludico esistenzialista

Gennaio 1970. Erano solo le tre del pomeriggio, eppure, la luce era già quella della sera. Le nubi erano pronte a scaricare un acquazzone capace di far annegare Romolo, Remo, la lupa e nipoti. La folla degli “arrabbiati” – così il Tg1 chiamava i manifestanti di sinistra – s’era accalcata attorno alla fontana di piazza Esedra fino al porticato, bandiere rosse a non finire.

Carlo era arrivato sul posto due ore prima della partenza del corteo, i pezzi sui movimenti li scriveva quasi sempre lui. Il giornalista lo sapeva fare, forse anche troppo bene: non si identificava in niente, né sinistra, né destra, né sopra, né sotto. Non era ben visto per le sue posizioni trancianti, ma nulla gli aveva mai impedito di pubblicare i suoi articoli fin da giovanissimo. Era la punta di diamante di Giornale Sera e molti, passandogli davanti, lo riconoscevano. C’era chi si avvicinava minaccioso urlando: “Servo dei padroni”, e c’era chi gli sorrideva dandogli un abbraccio rapido, stringendogli la mano. C’era in lui un contrasto di nature e di idee già nell’abbigliamento: jeans ma giacca elegante, camicia bianca ma collana stile hippie, capelli né corti né lunghi. Aveva trent’anni ma ne dimostrava dieci di meno, e sulla sua faccia da bambino c’era ben poca spensieratezza. Era stato molto vicino ai gruppi extraparlamentari e al Movimento studentesco, di cui condivideva alcune idee, ma era un

anarcoide dall’ideologia personale, che poco si adattava agli opposti estremismi. Aveva finito per attirare antipatie un po’ da tutti gli schieramenti, senza che nessuno lo sentisse veramente parte del proprio e, soprattutto, senza che lui se ne sentisse parte. Era mal visto da quasi tutte le correnti del femminismo. Il motivo principale era il suo essere un amante implacabile, inappropriato, un ludico esistenzialista, un epicureo sollazzone, e in più di un’occasione i suoi azzardi amorosi gli avevano procurato casini ingestibili. Ma ne era sempre uscito indenne.

Vuoto ed euforia

Alle 3.35 di mattina Carlo si svegliò di soprassalto. Brividi di freddo gli risalivano lungo la schiena, il pigiama era zuppo di sudore. Si alzò, camminando stordito dal sonno, ondeggiando sulle punte, sfiancato come un mimo pigro che non riesce a rimettere in ordine gli oggetti immaginari che ha usato la sera prima. Intanto la testa spingeva dove il corpo arrivava a stento. Il giornalista, quello vero, non ha una vita. Perde il sonno, scrive di notte, si sveglia all’alba, fa una vita al limite, con orari irregolari e in posti che non sceglie. Con la vista ancora sfocata, prese in pieno lo spigolo del tavolo. Ne aveva guadagnato un nuovo livido e lo slancio di rimbalzo verso la credenza, dove aveva tirato giù la moca. Il caffè ruttava dalla cima del cilindro d’acciaio e il vapore profumato iniziava ad aggiustargli l’umore. Ma era ancora buio, e lo sarebbe stato per qualche altra ora. Aprì la finestra per scambiare anidride carbonica con aria fresca. L’aria gelida gli con -

Un assaggio di lettura

gelò il sudore addosso, accartocciandogli il respiro. Gli piaceva quella sensazione, usuale, fraterna, che tornava a ogni inverno. Bevuto il caffè indossò un paio di jeans. Quella mattina li trovava stranamente stretti. Lo facevano sentire un personaggio minore di una pubblicità dei Jesus. Decise di cambiarsi, ma gli ci volle ancora un’ora per riprendersi, corretta con altre tre tazze di caffè e l’ultima compressa d’anfetamina. La bocca tornò a essere calda e umida, la faringite della notte fonda lasciava spazio a una deglutizione tollerabile. Si rimise a scrivere. Scriveva sempre più di droghe che di politica. Più di spaccio che di terrorismo. Più di buchi che di occupazioni. Leggeva di tutto sull’argomento, soprattutto testi di medicina e farmacologia. Ma niente era paragonabile al confronto diretto con medici e tossici, che in quel mondo ci vivevano, chi lanciando salvagenti, chi rischiando di affogarci ogni santo giorno. Carlo scriveva il pezzo alternando stati d’euforia a momenti di vuoto, in cui non solo sentiva svanire la forza di battere sui tasti, ma la stessa voglia di vivere si annebbiava fino a scomparire, quasi il nastro da cui la vita attingeva il suo inchiostro fosse definitivamente consumato. Non dormiva da tre giorni. La sua lucidità si spegneva e accendeva come un interruttore difettoso. Il talento stava sfumando sotto i colpi di quella schiavitù, fatta di frustrazione e pasticche che, invece di curarlo, gli aprivano tutte le porte d’un labirinto nero. Era in parte colpa sua, lo sapeva, ma nessuno a suo tempo aveva avvisato pubblicamente del pericolo dipendenza. Adesso pensa -

va a come aiutare se stesso e gli altri, mentre provava a rimanere lucido. Selce gli aveva garantito una piccola riserva di anfetamine, benzodiazepine, oppioidi, ma gli incarti vuoti erano ormai più di quelli pieni. In un paio d’ore aveva buttato giù un pugno di pasticche, e a quei ritmi i giorni dell’abbondanza sarebbero finiti in fretta. Fuori era giorno pieno. Il pensiero di entrare in redazione gli dava la nausea. Non sopportava più di rivedere quelle facce, sentire le stesse stupide battute, gli stessi commenti profondi appena il giusto da nascondersi dietro la superficie delle cose. Ma l’articolo era pronto. Pubblicarlo in quel momento era tutto. Ormai non si trattava solo di informare, ma era diventata una specie di lotta contro se stesso, contro ciò che era diventato. Se era successo a lui, poteva succedere a chiunque. E poi sperava. Sperava che un altro paio d’occhi, nella sua stessa situazione, da qualche parte stessero leggendo quello che pubblicava. Sperava che, in qualche modo, le sue scoperte avrebbero mosso qualcuno, che qualcuno gli avrebbe dato delle risposte.

In redazione non aveva salutato nessuno. Neanche li vedeva più. Sentiva però dai rumori che il suo ingresso cambiava l’alchimia e gli umori: l’intensità del ticchettio diminuiva, aumentava un vocio silenzioso, intrigante. “Si fottano”, si diceva ridendo tra sé e sé. Gli interessava solo parlare con il direttore. Era il direttore a decidere cosa pubblicare e come, per cui doveva cercare di starsene buono e fare il suo. Se n’era sempre fottuto di regole e gerarchie, ma iniziava a rischiare sul serio il posto, e con

Un assaggio di lettura

il posto la possibilità di parlare con quel paio d’occhi invisibili e con se stesso.

“Dov’eri finito?” Il direttore lo accolse nel suo ufficio con un tono di rimprovero. “Sono tre giorni che ti cerco.”

La scrivania piena di incartamenti, le pareti intossicate da calendari di vari formati, le tende chiuse a bloccare quel minimo di luce che veniva da fuori.

“Ero in giro. Dovevo parlare con un po’ di gente.”

Come zanzare di notte

Carlo aveva riposato tutta la mattina e parte del pomeriggio. Appena sveglio aveva provato a rimettere insieme i pezzi: la sparizione di Luca, i movimenti della droga, il cablo dell’Ambasciata, l’auto senza insegne dei carabinieri. C’era un legame che teneva insieme tutti quegli elementi, e lui, in un modo o nell’altro, era parte del disegno.

“Come va, si sente meglio?”

Altilio entrò nella sua stanza più volte, tenendolo sotto stretta osservazione. Doveva essere un medico particolarmente devoto, se trattava tutti i pazienti come trattava lui. Eppure, Carlo aveva la sensazione che volesse qualcosa da lui e il suo intuito non si sbagliava. Per Altilio oltre che un paziente da aiutare rappresentava una risorsa, qualcuno che aveva il potere di dare delle risposte a domande che iniziavano a infastidirlo come zanzare nelle notti estive. Arrivati ormai a sera, le sue condizioni erano migliorate parecchio, e le analisi sembravano confermarlo. Altilio lo invitò nel suo studio per parlargliene, o almeno parlargli anche di quello.

“Signor Nisticò, lei ha sviluppato una forte dipendenza da morfina con conseguenti crisi di astinenza. Dovrebbe fare un periodo di disintossicazione.”

“Sa anche lei che non posso. Non mi permetterebbero più di scrivere.”

*ACCADEMIA MOLLY BLOOM

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

L’università è anche avventura, accoglienza, condivisione. Qui mi sento a casa.

Irene

Lauree Triennali

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Lo scaffale della Freccia

CAMBIO VITA, VADO AL SUD

Alessandro Brunello

Salani editore, pp. 240 € 14,90

Alessandro, 46 anni, è il milanese perfetto. La sua quotidianità è fatta di apericena aziendali e bagni all’Idroscalo, di startup e multinazionali. Ma, un giorno, decide di stravolgere la sua intera esistenza. Si trasferisce in Puglia, dove trova ad aspettarlo una vita che scorre più lentamente, legami sociali profondi e pranzi in grado di durare ore. La testimonianza di Brunello sulla sua esperienza di southshifting è un invito a trovare la propria felicità.

GLI ANIMALI CI SALVANO

Alberto Brandi, a cura di Elena Giogli illustrazioni Giulia Pulerà Su Amazon, pp. 164 € 15,60

La storia vera dell'autore e veterinario. Durante il ricovero per una polmonite da Covid-19, ripensa agli animali della sua vita, condividendo sui social alcune riflessioni.

La pratica lo aiuta a trovare la forza di resistere fino alla guarigione. Durante la pandemia la vicenda diventa un caso mediatico grazie all’ondata di attenzione ricevuta. Il diario di bordo condiviso in rete oggi prosegue con queste pagine, pubblicate in modo indipendente, dove i pet sono protagonisti.

«È IMPOSSIBILE CHE LA RAI RITORNI ALLA SUA RADICE SOLIDALE, È INUTILE CERCARE DI SALVARE IL BENE E IL BELLO DI CUI DOVREBBE ESSERE PORTATRICE… O ANCHE NO?»

IL TRENO ALLE PORTE DEL PARADISO. FERROVIA, MUSICA, CANZONI, STORIE

Fabrizio Barabesi, Pino Tuscano, Stefano Maggi Arcana edizioni, pp. 192 € 15

Tracciare una colonna sonora per ogni viaggio: questo è l’obiettivo del volume. Tre autori indagano il legame tra gli spostamenti su rotaia e le sette note, muovendosi tra delicato cantautorato e chitarre distorte, sacro e profano. E trovano nella musica il fil rouge che unisce ogni tipo di viaggio, passando da Rock’n’roll train degli AC/DC alle canzoni sulla ferrovia che hanno testimoniato cambiamenti sociali.

L’IMPULSO

Lidia Yuknavitch

Nottetempo, pp. 288 € 18

Laisve, che ha il potere di viaggiare nel tempo, entra in connessione con alcuni personaggi degli ultimi due secoli: uno scultore, una donna con un amore fortissimo per la propria indipendenza, un uomo accusato di omicidio, la figlia di un dittatore e alcuni operai impegnati nella costruzione della Statua della Libertà. Per provare a salvare le loro vite e regalare a tutti un futuro senza catene, comprende di dover andare all’origine del suo Paese imperfetto.

O ANCHE NO

Paola Severini Melograni

Castelvecchi editore, pp. 110 € 15

Da vicino nessuno è normale è il sottotitolo del libro che raccoglie le storie del programma televisivo Rai O anche no, dedicato alla comunicazione della disabilità e all’inclusione sociale. In queste pagine si snodano aneddoti legati alla cronaca dello sport paralimpico, alla carriera dell’autrice e all’evoluzione del servizio pubblico, con spazi dedicati a personaggi che hanno fatto la storia della società italiana, come Domenico Modugno, Ezio Bosso e Franco Basaglia.

OSTIAWOOD

Daniele Orazi

Solferino, pp. 272 €17

Cresciuto a Ostia negli anni ‘80, Andy Schroeder è il fondatore della W, un’agenzia che rappresenta attori e attrici famosi ed emergenti. Quando li accompagna al Festival del cinema di Venezia, insieme ai suoi collaboratori, una sequela di strani incidenti comincia a colpire i divi. Così, nella testa di Andy, si addensa la più pericolosa delle accuse: quella di portare sfortuna. Un brillante romanzo d’esordio, una commedia esplosiva che svela segreti e piccole manie del mondo del cinema.

Invito alla lettura ragazzi

IL DITO CONTRO

NEL ROMANZO DI KRISTINA

AAMAND LA STORIA DI SHEHERAZADE, ADOLESCENTE MUSULMANA CRESCIUTA

IN DANIMARCA, ALLE PRESE CON LA SCOPERTA DI SÉ E DEI

PROPRI DESIDERI

Sheherazade ha 17 anni, vive con la famiglia a Copenhagen, frequenta una scuola all white e porta con orgoglio il velo. Nonostante il progressismo che la città emana, essere musulmana presenta una serie di difficoltà: i compagni si prendono gioco di lei perché in gita può dormire solo con ragazze, ridono per il modo in cui è stata educata e la considerano l’incarnazione di uno stereotipo.

Costretta tra le idee rigide della sua comunità su matrimonio e relazioni e il desiderio di appagare le aspettative familiari, porta avanti la sua vita seguendo un copione già scritto. L’unico spazio in cui riesce a elaborare gli eventi e prendere coscienza di ciò che vuole è una fanzine che compone in segreto. Ma un giorno, nell’ospedale in cui il padre è ricoverato per le conseguenze di un disturbo post traumatico

«Sheherazade, dài un attimo un’occhiata al tè, che noi ci mettiamo sul divano col principino? Ma quant’è bello. Ecco, a mamma fanne uno così». E mi sorride. «Anzi, fammene due. Dopo che sei diventata dottoressa».

Un’illustrazione di Sune Ehlers tratta da Il dito contro

da stress, incontra Thea e le cose iniziano a girare in un altro verso. Libera da etichette, fiera del proprio corpo e aperta a infinite possibilità, la ragazza trascina “She” in un mondo dove sognare non è peccato. Quando le due si innamorano, Sheherazade è costretta a fare i conti con il proprio desiderio: vale la pena dare una possibilità alla storia con Thea o è meglio rimanere al sicuro, ma infelice, tra i confini materiali e immateriali del ghetto? Comincia così, per la ragazza con il velo, un’esplorazione della propria identità, che scoprirà complessa e stratificata. Ma anche un viaggio nella storia della sua famiglia e nel sistema di valori in cui è cresciuta.

Nel racconto l’autrice dà spazio a una riflessione sul concetto di integrazione e inclusività e racconta anche la malattia offrendo un punto di vista interessante. Un romanzo Young adult attualissimo, che parla a giovani lettrici e lettori ma anche a chiunque voglia prendere in prestito uno sguardo fresco sul presente e le sue infinite intersezioni.

Camelozampa, pp. 228 € 17,90 (da 12 anni)

Lo scaffale ragazzi a cura di Alex A. D’Orso e Irene Marrapodi

IL LIBRO GIOCO DI TUTTI

GLI SPORT OLIMPICI

Marco Cattaneo, illustrazioni Loris De Marco Gallucci Bros, pp. 176 € 14,90 (da 9 anni) Rebus, cruciverba, disegni da colorare e quiz da risolvere per scoprire tutti i segreti degli sport olimpici, dalle arti marziali alla ginnastica ritmica, dal lancio del giavellotto al nuoto artistico, per un totale di oltre 40 discipline. E poi schede di approfondimento sui campioni e le campionesse, come la nuotatrice Federica Pellegrini, che si sono fatti notare non solo per le medaglie ma soprattutto per lo spirito sportivo.

JĒKABS E I CANI DI RIGA

Luīze Pastore, illustrazioni Reinis Pētersons

Emons, pp. 190 € 14,50 (da 10 anni)

Una leggenda avvolge la capitale della Lettonia: nessuno deve mai dire «Riga è pronta» o il fiume la sommergerà e dovrà essere ricostruita da capo. Ma quando Jēkabs pronuncia queste parole, accade solo una cosa: viene spedito a passare una noiosissima vacanza con i parenti dall’altra parte della città. Lì però conosce il Capo e il suo branco di cani, che hanno bisogno del suo aiuto per evitare che il quartiere venga trasformato in una giungla di cemento.

LA FESTA DELLE FAMIGLIE

Luis Amavisca, illustrazioni Marisa Morea

Nube Ocho, pp. 36 € 15,90 (da 4 anni)

Quando la maestra chiede agli alunni e alle alunne di disegnare la propria famiglia, si crea in classe un momento di confronto sulla forma che il nucleo può avere. Le storie condivise tra i banchi sono tante: c’è chi ha la mamma e il papà, chi vive con un solo genitore, alcuni bambini hanno due mamme e altri ancora considerano famiglia i nonni. Tutte, però, sono valide e meritano di essere celebrate. Un libro che educa alle differenze e invita a riflettere sull’esperienza arricchente del dialogo.

MONTAGNE

Regina Giménez

Topipittori, pp. 92 € 25 (da 7 anni)

Illustrazioni dai colori pastello e infografiche chiare, con linee e forme stilizzate, guidano i lettori e le lettrici alla scoperta dei rilievi che ricoprono la superficie terreste. In che modo si formano? Perché hanno proprio quell’aspetto? Come si misurano le altitudini? E, ancora, qual è la montagna più alta del mondo? Sono solo alcune delle domande a cui questo albo risponde. L’atlante è ricco di contenuti sull’ambiente, per chi è curioso di sapere com’è fatto lo spazio che attraversa.

LA VERA STORIA DELLA BANDA HOOD

Wu Ming 4

Bompiani, pp. 240 € 16 (da 12 anni)

Cosa c’è di reale nella leggenda dell’eroe popolare Robin Hood e della sua banda? La vera storia di un re partito per la crociata e quella di un fratello traditore sono l’antefatto di uno dei miti più suggestivi del Regno Unito. Mentre nel palazzo si esercita il potere, in una foresta abitata da folletti, fate e un cervo dalle corna d’argento si muovono alcuni giovani banditi. E quando un cavaliere scaltro incontra i reietti la leggenda ha inizio.

LE AVVENTURE DI BATMAN - OMNIBUS

Kelley Puckett, Paul Dini, Bruce Timm, AA.VV. Panini, pp. 1192 € 94 (da 12 anni)

Un unico, poderoso volume tiene insieme le storie del Cavaliere oscuro e del suo cast di comprimari. Arricchito con contenuti extra, il libro riunisce le avventure di Batman ispirandosi alla serie animata per ragazzi del 1992. Al mix di racconti, in cui confluiscono le atmosfere cupe dei film diretti da Tim Burton, si aggiunge il leggendario debutto a fumetti del personaggio immaginario Harley Quinn e il mai ristampato adattamento del film Batman - La maschera del fantasma

MONTAGNE
Regina Giménez

CON GLIOCCHI DELL’ALTRO

IN AUTUNNO ESCE CON IL THILLER IL CORPO. MA CLAUDIA GERINI NON DIMENTICA LA COMMEDIA, SUO PRIMO AMORE. E

L’ATTENZIONE A PROGETTI SOCIALI COME IL TEATRO PATOLOGICO

di Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it

L’intervista con Claudia Gerini è stata una lunga chiacchierata. È una donna espansiva, un’attrice dalla lunga carriera che ha molto da raccontare. «L’empatia è un concetto su cui si fonda il mestiere di attore, d’altronde», afferma lei stessa.

In attesa di uscire a novembre con il thriller Il corpo, di Vincenzo Alfieri, Gerini sta partecipando alla diffusione del film di Dario D’Ambrosi Io sono un po’ matto…e tu?, in cui attori e attrici diversamente abili della Compagnia stabile del Teatro patologico cercano di risolvere ansie e paure di personaggi noti tra cui lei e attori come Claudio Santamaria, Raul Bova, Stefano Fresi, Edoardo Leo. Come mai hai scelto questo progetto?

Le cause per cui metto a disposizione la mia notorietà sono le pari opportunità, le disabilità e il mondo dei bambini. Conosco D’Ambrosi, che ha creato il Teatro patologico, da quando ha interpretato il flagellatore nel film La passione di Cristo. Seguo da tempo quello che fa e ora ci stiamo occupando di far approvare dall’Organizzazione mondiale della sanità un protocollo in cui siano riconosciuti i miglioramenti psicofisici che la teatroterapia apporta. Adoro questi ragazzi: mi danno un grande nutrimento, mi ricoprono di baci e abbracci, mi fanno sentire importante. Hanno i superpoteri e mi piacerebbe fare anche uno spettacolo con loro. Devo solo trovare il testo giusto.

Che rapporto hai con le nuove generazioni, in generale?

Mi piace coccolare il pubblico dei giovani. Mi connetto facilmente con loro perché ho mantenuto uno spirito fanciullesco. Anche se quando ero piccola io, negli anni ’80, il mondo sembrava bello e colorato. Oggi, invece, le nuove generazioni sentono parlare di violenza sui social e si preoccupano del cambiamento climatico. Tutto questo li rende consapevoli della loro fragilità. Hanno bisogno di modelli positivi, di fiducia: devono avere un’opportunità. Se non avessi fatto l’attrice avrei voluto occuparmi di pedagogia, perché i bambini e le bambine non sono mai noiosi. Altre novità per l’autunno?

A novembre esce il Il corpo, un noir puro ispirato a un film spagnolo in cui è protagonista una coppia. Io vesto i panni di Rebecca, una donna ricca e potente, ma anche insicura, a capo di una ditta farmaceutica. Ho un marito molto più giovane, interpretato da Andrea Di Luigi, che è assoggettato a me. Sono molto soddisfatta di aver lavorato con Alfieri, un regista dalla visione globale, visto che è anche montatore. Inoltre, fra qualche mese, sarà disponibile la serie Netflix Sara, dove io e Teresa Saponangelo lavoriamo in un’unità dei servizi segreti. E poi c’è in cantiere un film ambientato negli spensierati e colorati anni ‘80, quelli della mia giovinezza. La regia è di Sole Tonnini, la prima per lei. E dovrei anche partecipare alla Festa del cinema di Roma.

La commedia è sempre il tuo grande amore?

Sono nata con lei. A 15 anni, il regista Sergio Corbucci mi ha chiamata per fare due film con lui, Roba da ricchi e Night club. E poi ho cominciato a recitare con Carlo: nella mia vita c’è un prima Verdone e un dopo Verdone. Lui mi ha fatto scoprire la mia vena brillante scegliendomi per Viaggi di nozze e Sono pazzo di Iris Blond

Ed è ancora un grande amico… Lo chiamo spesso, per me è una persona preziosa. Vado fiera della nostra collaborazione, ci lega un forte affetto e una stima sincera. Ci tengo ai rapporti con le persone che sono un balsamo quotidiano. E poi è il mio consigliere per le questioni di salute: gli leggo le analisi e lui mi risponde subito con la cura giusta (ride, ndr).

Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore e Claudia Gerini in una scena del film Amiche da morire
Penelope Cruz, Sergio Castellitto e Claudia Gerini durante la presentazione del film Non ti muovere.

Altri incontri importanti nella tua vita professionale?

Quello con Sergio Castellitto, che mi ha scelta per il film Non ti muovere. È stata l’occasione per dimostrare la mia versatilità. E poi Mel Gibson che con La passione di Cristo mi ha reso famosa all’estero. Era più di 20 anni fa: me lo ricordo perché ero incinta, come anche altre due attrici sul set: che coincidenza.

Sei soddisfatta di tutti i film a cui hai partecipato?

Ne conto circa 90. Tra questi ci sono figli più o meno fortunati. Qualcuno all’inizio non è andato bene, ma poi magari si è riscattato sulle piattaforme. Mi piace sottolineare che Amiche da morire è diventato un classico, anche se ha solo dieci anni. Grazie soprattutto alle altre due interpreti straordinarie, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore.

Gerini e Carlo Verdone, protagonisti nel film Sono pazzo

di Iris Blond

A proposito di donne: è il vostro momento dietro la macchina da presa?

Io ho già curato la regia di Tapirulàn e sto riflettendo sulla seconda. Se è vero che Lina Wertmüller, Liliana Cavani e Marina Cicogna sono state grandi pioniere, ritengo lenta ma inesorabile l’avanzata femminile in questo campo. Ma mi chiedo anche perché attori come Sergio Rubini, Sergio Castellitto e Alessandro Siani sono registi e nessuno le considera eccezioni, mentre ci si stupisce se lo diventa una donna. Anche per noi è un percorso professionale normale e possibile.

A settembre compie 90 anni Sophia Loren. Che rapporto hai con lei?

Per me è la Marianna degli italiani, ci ha fatto sognare tante volte. Ha un carisma innato e fortissimo: quando entra in una stanza cambia l’energia intorno. Ho avuto il privilegio di condividere il set con Lina Wertmüller e lei. È stata la mia mamma adottiva nel film Francesca e Nunziata, del 2001. Durante le pause mangiavamo chicchi d’uva, facendo lunghe chiacchierate. Lina, scoppiettante, raccontava le sue scorribande e le serate al Piper.

E Sophia rimaneva stupita, perché la sua vita era un’altra, con la sua famiglia. Ci siamo viste, dopo anni, a una cerimonia dei David di Donatello e mi ha detto: «Come sei cresciuta!». Per il compleanno le auguro tanta felicità e serenità insieme alla sua famiglia, per lei fondamentale.

Sei una romana doc. Gli angoli della Capitale che preferisci?

Sono perdutamente innamorata di questa città. Dopo ogni viaggio torno con grande piacere a Roma, la mia grande culla. Mi piace passeggiare nel centro storico, dal Campidoglio verso il Teatro di Marcello e via dei Cerchi fino al Circo Massimo, soprattutto al tramonto. E poi adoro il Colosseo: è un viaggio indietro nel tempo.

Roma è il parco giochi della storia. Di certo andrebbe curata meglio, ma rimane sontuosa: è un grande salotto in cui camminare in punta di piedi. E il Tevere è l’oro di questa città. Anche la bellezza di Ostia antica non è da sottovalutare. Mi piacerebbe portare lì Qualche estate fa. Vita, poesia e musica di Franco Califano, lo spettacolo di cui sono protagonista che ho già portato nei teatri italiani. Comunque, mi è capitato di girare molto per Roma anche per lavoro, come nel caso della serie tv Suburra E nel resto d’Italia che luoghi hai visitato per motivi professionali?

Sono stata di recente in Calabria per la commedia dei fratelli Manetti U.S. Palmese. Interpreto una poetessa dall’ego smisurato e per riuscirci ho studiato a lungo anche il dialetto, facendo attenzione che non sembrasse siciliano o pugliese. Per Ammore e malavita, nel 2017, ho girato a Napoli, una città potente e prepotente, un teatro naturale in cui le persone escono di casa per andare in scena.

geriniclaudia

L’ELBA CHE NON TI ASPETTI

VISITARE UN LAGO DALLE SFUMATURE MARZIANE, SCOPRIRE MINIERE SOTTERRANEE, AVVISTARE BALENE E DELFINI. L’ISOLA DELL’ARCIPELAGO TOSCANO NON OFFRE SOLO VITA DA SPIAGGIA

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

foto © Roberto Ridi

Èrinomata per le spiagge variegate, che vanno dai lunghi arenili di sabbia alle calette di ciottoli bianchi, e per aver ospitato Napoleone Bonaparte durante il suo esilio. Ma, al di là dei luoghi comuni, l’Isola d’Elba offre anche paesaggi marziani meno conosciuti e la possibilità di svolgere esperienze insolite e coinvolgenti.

Il laghetto delle Conche sull’Isola d’Elba (Livorno)

Si può cominciare con un’avventura indimenticabile per tutta la famiglia: avvistare balene e delfini in una battuta di whale watching in barca. L’Elba è infatti al centro del Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini, la prima area protetta internazionale del Mediterraneo che nasce da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco. Fino al 30 settembre,

si salpa da Marina di Campo o da Portoferraio (Livorno), alla scoperta dei cetacei che popolano le acque dell’arcipelago toscano. Insieme a un’educatrice o un educatore ambientale si possono commentare gli avvistamenti e conoscere le specie che popolano l’area, oltre che apprendere le buone pratiche della navigazione nel rispetto dell’ecosistema e dei suoi abitanti. Occhi puntati fuori dall’imbarcazione per scorgere i tursiopi, i grandi delfini che amano seguire le scie delle navi, e le stenelle, i delfini più piccoli che si muovono in branchi effettuando spettacolari salti. Ma non è raro incontrare anche i capodogli e le balenottere del Mediterraneo, seconde per dimensioni a quelle comuni.

Chi intende visitare l’isola deve inoltre prepararsi alla possibilità di entrare in contatto con le tartarughe Caretta caretta che hanno scelto le spiagge dell’Elba per deporre le uova. Questi rettili di grandi dimensioni, lunghi dai 100 ai 150 centimetri, sono molto pesanti: quando escono dall’acqua e si trascinano sulla sabbia lasciano una traccia ben visibile simile a quella di un piccolo cingolato, con un percorso a ferro di cavallo che va e torna dal mare. In caso di avvistamento di questi animali o delle loro impronte è importante allertare subito la Guardia costiera facendo attenzione a non spaventarli o disturbarli, collaborando così a proteggere la schiusa. Non si tratta di una vera e propria attività ma il gesto contribuisce a mantenere intatto l’ecosistema locale. Risponde a questa volontà di sensibilizzazione anche il progetto TartaLove, con il quale Legambiente e il Parco nazionale dell’arcipelago toscano coinvolgono gli stabilimenti balneari e tutti gli operatori delle spiagge in un programma di

Tartarughe Caretta caretta

protezione delle tartarughe marine che rappresentano un valore straordinario per la biodiversità.

Gli amanti delle immersioni si possono invece dirigere verso la spiaggia dell’Ogliera, a Pomonte, sulla costa occidentale dell’isola. Da qui si parte per scoprire il relitto dell’Elviscot, una nave naufragata quasi 50 anni fa che giace ad appena 12 metri sott’acqua e appassiona sub e snorkelisti. La sua vicinanza alla costa e la quasi assenza di correnti nella zona rendono l’immersione adatta anche ai subacquei meno esperti. Lo scafo, completamente ricoperto di alghe, spugne colorate e microrganismi marini come gli stupendi spirografi, è diventato un rifugio sicuro per molti pesci.

Passando nell’entroterra, tra le colline sul versante orientale dell’isola, nel cuore del Parco minerario di Rio Marina, in un paesaggio quasi marziano ci si imbatte nel laghetto delle Conche, meglio conosciuto come laghetto rosso per via del colore delle sue acque. L’insolita sfumatura scarlatta, contrapposta al verde che circonda la zona, è il risultato della presenza di ossidi di ferro, in particolare l’ematite, che a contatto con l’acqua piovana rilascia caratteristiche tonalità vermiglio, arancio e giallo. Per raggiungere il lago, in bici o a

ALL’ELBA CON TRENITALIA

piedi, bisogna prendere il sentiero che parte dalla spiaggia di Cala Seregola, passare per il Canyon rosso, una collinetta anch’essa ricca di ossidi di ferro, e in 20 o 30 minuti ci si ritrova sulla sua riva.

Infine, scendendo verso sud, a Capoliveri si può visitare il giacimento di magnetite più grande d’Europa: la Galleria del Ginevro, l’unica miniera sotterranea ancora aperta al pubblico sull’isola. Muniti di caschetto e spirito d’avventura, grazie all’aiuto delle guide, si scende nella pancia dell’Elba per capire come vivevano i minatori e cosa voleva dire svolgere il loro lavoro. In un percorso articolato lungo i cunicoli e gli spazi comuni della miniera, è facile immaginare l’attività ancora in corso, anche grazie alla presenza di strumentazioni lasciate in loco dopo la chiusura del 1981. Sono previsti due percorsi: uno più pianeggiante adatto a tutti e un altro a 24 metri sotto il livello del mare, che prevede la discesa di 220 scalini alla luce delle torce, come veri minatori. visitelba.info parcoarcipelago.info parcominelba.it minieredicalamita.it

L’isola dell'arcipelago toscano non è mai stata così vicina. Per raggiungerla si può arrivare a Firenze Santa Maria Novella con un Frecciarossa proveniente da Torino, Milano, Venezia, Bologna, Napoli e Salerno e poi prendere direttamente il FRECCIALink per Piombino Marittima (Livorno). Da lì ci si imbarca poi con il servizio Elba Link, nato in collaborazione con Toremar e Moby. Chi, invece, raggiunge la stazione di Piombino Marittima con i Regionali può acquistare il biglietto treno+nave in un’unica soluzione. Maggiori informazioni su trenitalia.com

La miniera del Ginevro

SCIVOLARE

PISCINE CON LE ONDE, ATMOSFERE ESOTICHE, SALTI ADRENALINICI. UN TUFFO NEI PARCHI ACQUATICI ITALIANI, DAL MIRABEACH DI RAVENNA ALL’AQUAPARK EGNAZIA IN PUGLIA di Sepastiana Gjoni

SULL’ESTATE

Non solo spiagge e boschi. Tra i luoghi ideali per combattere il caldo ci sono anche i parchi acquatici, che consentono divertimento e relax a pochi passi dalla città.

IN ROMAGNA TRA GLI SCIVOLI DEL MIRABEACH

A pochi chilometri da Ravenna, con i suoi 88mila m² il parco acquatico adiacente a Mirabilandia offre diversi scivoli, una piscina con le onde, percorsi acquatici, aree relax con lettini e ombrelloni, spazi verdi e zone vip, oltre a ristoranti, bar e negozi. Aperto tutti i giorni fino al 1° settembre, Mirabeach è l’ambiente ideale per trascorrere una giornata in stile caraibico, grazie alla spiaggia di sabbia bianchissima al silicio che non scotta al sole importata da Sharm el-Sheikh e alle

palme altissime che arrivano dal Brasile. Tra le attrazioni, il Rio Angel: un percorso rilassante su morbidi gommoni colorati per prendere la tintarella in modo diverso. Per chi ama curve e rapide c'è invece il Rumba: una discesa tortuosa in gruppo all’interno di un tubo. I più intraprendenti possono scegliere il Vuelta Vertigo, lo scivolo a forma di V da affrontare in canotto, o l’imperdibile Salto Tropical alto 10 metri. Per gare entusiasmanti all’ultimo schizzo c’è lo scivolo multipista Los Ràpidos dove sfidare gli amici su uno speciale materassino, mentre i più piccoli si possono divertire tra le torri del El Castillo. Infine, chi cerca solo relax può optare per la Laguna del Sol con i getti idromassaggio o per gli oltre 2.000 m² della Baía de Ondas.

Mirabeach, Ravenna

IN VENETO L’OASI TROPICALE DI CARIBE BAY

A due passi dagli ombrelloni di Jesolo e a una manciata di chilometri da Venezia, c’è un’oasi di 80mila m² dall’atmosfera tropicale con palmeti, lagune cristalline e spiagge di sabbia bianca. Il Caribe Bay, aperto tutti i giorni fino a metà settembre, accoglie i suoi ospiti con diverse novità. Tra Captain Spacemaker, lo scivolo più alto d’Europa che consente di raggiungere i 100 chilometri orari lanciandosi a capofitto da 42 metri di altezza, e i salti nel vuoto del Jungle Jump, è arrivato ora Silver Waterfalls, il restyling del precedente scivolo a doppia discesa che offre anche un percorso pedonale al cospetto di una grande cascata, tra passaggi segreti, ponti sospesi e rovine Maya. Tante le aree dedicate al relax per tutta la famiglia e novità anche sul fronte degli show dal vivo, con lo spettacolo itinerante The Pirates of Silver Cove: un flash mob ad elevato grado di coinvolgimento pronto a stupire gli ospiti con un’avvincente sfida acrobatica tra pirati e corsari e un commovente finale.

I PARADISI ACQUATICI NEI DINTORNI DI ROMA

Anche nei dintorni di Roma non mancano parchi da sogno per tutte le età. Aqua World, lo spazio acquatico di Cinecittà World in località Castel Romano, offre oltre 20mila m² di divertimento fino al 15 settembre. Tra le attrazioni principali c’è Paradiso, il fiume lento dove ci si può rilassare a bordo di morbidi gommoni tra acque cristalline, vegetazione tropicale e la sabbia dorata della Phuket Beach. Ma anche la Cinepiscina di 1.700 m² con maxischermo incastonato nell’acqua, dove si può fare il bagno mentre si guardano film o eventi sportivi. E poi l’area vip con ombrelloni, lettini e cabine riservate, un ristobar e la zona relax immersa nel verde, tra piante esotiche e profumi caratteristici. Chi non vuole rinunciare all’adrenalina può provare Vortex & Boomerang, i nuovi scivoli di ultima generazione da cui si vola in acqua a bordo di gommoni biposto, tra discese mozzafiato e ripidi pendii.

A Civitavecchia si trova invece Aquafelix, il più grande parco acquatico del centro Italia con i suoi 80mila m². Oltre

Caribe Bay a Lido di Jesolo, Venezia
Aquafelix a Civitavecchia, Roma

a punti di ristoro e zone dedicate al relax, è dotato di due chilometri di scivoli, 4.000 m² di specchi d’acqua, 16mila m² di solarium e 1.500 piante autoctone ad alto fusto. IN CALABRIA CON I PIÙ PICCOLI A ODISSEA 2000

Quella di quest’anno è la trentesima stagione per il parco acquatico di Corigliano-Rossano (Cosenza).

Da sempre attento alle famiglie, è dotato di spazi dedicati a bambini e bambine come l’Isola di Galatea o il Castello di Hermes ma anche di una nursery, locale climatizzato con scalda biberon, toilette e fasciatoi. I piccolissimi ospiti dell’Acquapark Odissea 2000 possono divertirsi insieme ai loro personaggi preferiti, come Bluey e Bingo e Topo Tip, grazie ai live show previsti nel parco. Mentre ragazzi e ragazze possono provare il Big Olimpo, montagne russe acquatiche lunghe 163 metri, o il Titano Roller, uno degli scivoli più lunghi d’Europa con i suoi 318 metri. Aperto tutti i giorni fino al 9 settembre, il parco si può

raggiungere comodamente in treno. Sulla Catanzaro Lido-Sibari, anche quest’anno infatti sarà attiva la fermata di Toscano per raggiungere Odissea 2000. Previsti sconti di accesso per chi viaggia con il Regionale di Trenitalia.

AQUAPARK EGNAZIA PER UNA FRESCA ESTATE IN PUGLIA

Con il suo connubio tra storia, ambiente e svago, è il luogo ideale per ogni tipologia di visitatore, con tante aree dedicate alle attività sportive, allo shopping e alla ristorazione, e poi spazi verdi, zone d’ombra e nebulizzatori per rinfrescarsi anche nelle giornate più torride. Nato nel 2013 e cresciuto di anno in anno, l’AquaPark Egnazia è un punto di riferimento per adulti, bambini, famiglie e comitive che vogliono trascorrere una giornata di vacanza all’insegna del divertimento. Diverse le attrazioni disponibili: dalla Laguna, una zona riservata ai più piccoli, all’enorme piscina Oceano con le sue onde gigantesche, passando per gli scivoli più adrenalinici. Il parco acquatico si trova a Monopoli, vicino a Bari, ed è aperto tutti i giorni fino all’8 settembre. mirabeach.mirabilandia.it | caribebay.it | aquaworld.it aquafelix.it | odissea2000.it | aquaparkegnazia.it

AquaPark Egnazia a Monopoli, Bari
Acquapark Odissea 2000, Corigliano-Rossano (Cosenza)
L'eremo di Santa Caterina del Sasso, Leggiuno (Varese)

UN MONDO SULLA SPONDA

LA ZONA SUD DEL LAGO MAGGIORE STUPISCE CON DISCREZIONE TRA SENTIERI PANORAMICI, TESORI MEDIEVALI E UN EREMO A PICCO SULL'ACQUA

di Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it

Con la sua caratteristica forma allungata, si estende tra due regioni italiane, Lombardia e Piemonte, e la Svizzera. È il Lago Maggiore, il più esteso del Paese dopo quello di Garda. Uno specchio d’acqua che raccoglie piccoli mondi immersi nella natura, nella storia e nelle tradizioni. È ricco, infatti, di borghi, paesi, rocche e chiese da raggiungere costeggiando le sue rive via terra o navigando su battelli che fanno la spola tutto il giorno da un punto all’altro.

Se Isola Madre e Isola Bella sono i luoghi più conosciuti e Stresa è la perla chic, la zona a sud cattura con discrezione. Sulla sponda lombarda merita una visita la località di Ispra, in provincia di Varese, che in passato ha avuto un ruolo importante nella lavorazione e nella produzione della calce. Per questo motivo, qui si trovano ancora oggi le antiche fornaci in mattone, impiegate per cuocere la pietra calcarea. Un percorso ad anello consente di visitare questi luoghi di archeologia industriale e scoprire le cave nascoste nel verde per conoscere un lato inedito della zona. Per i più romantici c’è la Passeggiata dell’amore, un sentiero pa-

noramico che costeggia il lungolago con partenza dal molo delle barche, attraversando una darsena ottocentesca e arrivando nella zona residenziale di Ispra. Chi vuole percorrerla può partecipare a uno degli appuntamenti organizzati da Archeologistics, un’impresa sociale che cura attività di divulgazione culturale nel territorio. La stessa associazione propone anche una pedalata nel parco della Quassa, uno dei più estesi del Lago Maggiore. Nel comune di Leggiuno prende il cuore l’eremo di Santa Caterina del Sasso, un piccolo luogo di pace abbarbicato su una parete rocciosa a cui si arriva scendendo una panoramica scala di 268 gradini, via lago salendone un’ottantina o comodamente in ascensore. Una volta lì, ecco un tratto di portici e la chiesa con il campanile, che da un lato emergono dalle acque e, dall’altro, vengono abbracciati dalla roccia verticale. Secondo la leggenda, le origini del complesso risalgono al XII secolo quando l’usuraio Alberto Besozzi, scampato a un naufragio per intercessione di Santa Caterina d'Alessandria, decise di ritirarsi in preghiera in una grotta su quel tratto di costa. Lì avrebbe costruito una cappella alla santa, poi preservata all'interno della chiesa. Arrivando ad Arona, in provincia di Novara, attira la curiosità la grandiosa statua di 35 metri, affettuosamente chiamata San Carlone, che ritrae l’arcivescovo Carlo Borromeo nato qui nel 1538. Questo originale monumento, da cui si può godere il panorama sulla sponda piemontese del lago, è visitabile anche dalle 18:30 alle 22:00, tutti giovedì di agosto e sino al 5 settembre. Legata al santo è la chiesa, costruita di fronte alla statua, che conserva alcune sue reliquie. Merita, infine, una visita il centro storico medievale con piazza del

Popolo, il palazzo del Podestà e la chiesa di Santa Marta o della Madonna di Loreto. Qui, domenica 1 settembre, si tiene la Traversata Angera-Arona, un evento sportivo non competitivo arrivato alla 31esima edizione: mille nuotatori, provenienti da tutta Italia, vengono portati in battello sulla sponda lombarda, per tornare a forza di bracciate ad Arona. Lo stesso giorno si disputa invece la Doppia traversata agonistica Arona-Angera-Arona, riservata a un numero chiuso di atleti. Tornando sulla sponda lombarda si presenta imponente la Rocca di Angera, composta dalla Torre castellana, l’Ala scaligera, l’Ala viscontea, la Torre di Giovanni Visconti e l’Ala dei Borromeo. Nell’edificio monumentale è ospitato l’originale Museo della bambola e del giocattolo, con oltre mil-

le balocchi realizzati dal 1700 in poi: un excursus attraverso l’evoluzione dei materiali e dei comportamenti educativi e i legami di questo oggetto con arte, costume e moda. Non può mancare una passeggiata nel Giardino medievale, ricco di piante medicamentose e ornamentali. Chi vuole chiudere con un calice in mano può partecipare a Un lago di… vino, la rassegna che dal 27 al 29 settembre racconta il mondo di Bacco con eventi al museo civico, in biblioteca e per le vie di Angera. archeologistics.it prolocoarona.it statuasancarlo.it angera.it

Una fornace di Ispra (Varese)
La statua di San Carlo Borromeo ad Arona (Novara)

Mi incuriosisce ciò che non si vede. Voglio imparare a guardare oltre.

Andrea

Lauree Magistrali

• Traduzione specialistica e interpretariato di conferenza

• Intelligenza Artificiale, impresa e società

• Arte, valorizzazione e mercato

• Hospitality and Tourism Management

• Fashion Communication and Luxury Strategies

Ultima sessione test settembre per posti disponibili a.a 2024/25

L’ESTRO DI

A POCO

PIÙ DI 60 CHILOMETRI DA ROMA, BEN COLLEGATA DALLA

FERROVIA, L’ANTICA CAPITALE DELLA MARSICA PUNTA A DIVENTARE UN NUOVO HUB DEL TURISMO CULTURALE

di Giovanni Massimi
Piazza dell'obelisco a Tagliacozzo (L’Aquila)

TAGLIACOZZO

Scriveva il sommo Dante: «…E là da Tagliacozzo, ove senz’arme vinse il vecchio Alardo». Di citazione in citazione sull’antica capitale della Marsica, aggiungo: «Non ho mai visto nulla di più maestoso dell’ingresso a Tagliacozzo, è un burrone a precipizio che in apparenza sembrerebbe fatto ad arte…», come asseriva lo scrittore e pittore inglese Edward Lear nel lontano 1843. Eppure, quando ho visitato per la prima volta il comune in provincia dell’Aquila, ho subito pensato a quella Stars Hollow di fantasia dove è stata ambientata la fortunatissima serie tv statunitense Una mamma per amica. Perché la cittadina di Lorelai e Rory Gilmore, con la vita quotidiana scandita sulle note della canzone There She Goes dei La’s, mi trasmetteva la stessa condizione di benessere di quella provata nel borgo abruzzese.

A Tagliacozzo ci si sente a casa: tutto è in ordine, le persone

sono di buon umore, ci vivono numerosi giovani e giovanissimi, sui balconi delle case campeggiano vasi con variopinte fioriture di stagione. E nell’aria si respirano fragranze provenienti da forni e salumerie, con le loro ghiottonerie tra coppa di testa al guanciale, pancetta tesa e arrotolata, lonza al lardo speziato e salsicce fresche o stagionate. Poi, qui esiste quello che decisamente mancava nella serie tv americana, vale a dire storia, arte e tradizioni culturali in quantità.

In questa città magica nel cuore degli Appennini, i palazzi, le chiese, i vicoli e le antiche strade sono un concentrato sorprendente di usi, costumi e tipicità che attraversano i secoli. Insieme a una natura prorompente, evocativa come un film Disney, a partire dalla faggeta più grande d’Europa che svetta proprio tra Tagliacozzo e il borgo di Cappadocia, da visitare così come la Grotta del cervo, dove sono

state rinvenute le ossa di un orso, una lince, una Panthera leo spelaea e di un Cervus elaphus, quattro specie di mammiferi del Pleistocene medio-superiore. Non è trascurabile il fatto che Tagliacozzo sia distante solo poco più di 60 chilometri da Roma, ben collegato da una ferrovia che conduce i viaggiatori a una stazione proprio nel cuore del borgo, che è stato anche un insediamento nell’antichità prima degli Equi, poi dei Marsi, fiero popolo mai domo e grande combattente. Qui si trova il monastero dei Santi Cosma e Damiano, dove le monache benedettine preparano autentiche leccornie da ricette che sembrano uscite da una macchina del tempo. Come i mostaccioli, un goloso impasto di farina, zucchero, lievito di birra e marsala, con un ripieno di mandorle, cacao, zucchero, caffè in polvere e un goccio di marsala e vermouth. Lo stesso impasto, con piccole variazioni, è dedicato ai cavallucci e alle palombelle, tipici dolci della do -

menica in albis, quella successiva alla Pasqua. Ma c’è tanto altro a Tagliacozzo. Complice la presenza di un sindaco illuminato che interpreta concretamente la cultura come un bene comune irrinunciabile, da valorizzare per il benessere della comunità e dei tanti turisti che giungono qui ogni estate, persino dalla lontana Australia, anche per lunghi soggiorni. La formula del primo cittadino Vincenzo Giovagnorio, tra le numerose iniziative mensili, comprende l’eccellenza rappresentata dal Festival internazionale di mezza estate, celebre manifestazione di musica, danza, teatro e letteratura giunta alla 40esima edizione. Fino al 23 agosto, in città sono in programma concerti, come quello di Fabio Concato al chiostro di San Francesco, dibattiti su vari temi tra cui l’intelligenza artificiale e presentazioni di libri. E poi c’è l’arte, protagonista nella cittadina abruzzese dal 3 agosto al 10 settembre con la rassegna Contemporanea, diretta da Emanuele Moretti. Tra le mostre ospitate nell’edizione 2024, c’è un inedito focus generazionale su artiste e arti-

Tavola Ottometrica Poetica L’infinito (omaggio a Giacomo Leopardi) di Alessandro D’Aquila (2023)

sti abruzzesi dai 40 anni in giù che ha sede in una dimora incantata, il Palazzo ducale Orsini-Colonna, esistente dalla prima metà del XIV secolo. Tra gli artisti selezionati c’è Alessandro D’Aquila che, dopo un’esperienza personale che in giovane età gli fa temere di perdere la vista, da adulto decide di esorcizzare il suo trascorso attraverso un instancabile e appassionato lavoro con il Braille. Le sue Tavole Ottometriche Poetiche sono opere che riproducono i tipici ottotipi utilizzati quando ci si va a misurare la vista dall’oculista, su cui però sono riportate in questo caso poesie di autori italiani, via via decomposte con linguaggio Braille. In mostra anche le sculture-bambole realizzate da Beatrice Celli che si ricollegano a diverse tradizioni del sud Italia, dai dolci pasquali agli ex voto, fino ai feticci che nella stregoneria popolare antica sono stati spesso utilizzati per scopi magici o rituali, come legare una persona a un incantesimo o proteggerla dalla sfortuna. La ricerca dell’artista incarna il concetto di resistenza nell’immaginario magico-popolare meridionale, a partire da quello abruzzese, dove la memo -

ria collettiva e le tradizioni locali sopravvivono alle migrazioni e ai cambiamenti generazionali. In esposizione anche l’installazione di video e disegni di Silvia Mantellini Faieta dal titolo 6,6 mm, che prende il nome dalle dimensioni di un embrione nel momento dell’interruzione volontaria di gravidanza, raccontando per immagini poetiche simboli e luoghi legati all’esperienza di un aborto, mostrando malinconia e libertà. Infine, Gioele Pomante porta a Tagliacozzo Ho parlato con il mare, realizzato nella sua Pescara nel 2020, trascrivendo su 84 fotografie esposte a parete pensieri ed emozioni, momenti di sconforto e rabbia, vissuti dall’artista e affidati al mare che, oggi come ieri, ha una grande capacità di ascolto e conforto. contemporanea-art.it

In alto e a destra , Poup é es di Beatrice Celli (2018)

UN TUFFO NEI

RINASCE SULLE NOTE DI MADAMA BUTTERFLY LA CASINA DEGLI AMORI, L’ISOLOTTO SUL LAGO DI MASSACIUCCOLI CHE FU IL RIFUGIO DI GIACOMO PUCCINI

di Carmen Lasorella

La Casina degli amori, Vecchiano (Pisa)

SOGNI

In questa torrida estate può accadere di fare un tuffo anche nei sogni. A me è capitato in Toscana, nel comune di Vecchiano, in provincia di Pisa. Intanto, la scoperta che le Maldive sono di casa anche qui, sostituendo la “l” con la “r” ovvero Mar-di-ve, che significa Mar di Vecchiano. Qui si apre una spiaggia incredibile, circondata dalle Alpi Apuane, ma è solo il principio: poi arriva la gioia dell’incanto e l’emozione pura. Lasciata la stazione, l’afa polverosa e un percorso in jeep stile Camel Trophy, attraversando a piedi uno stretto pontile nel fresco dei canneti del Lago di Massaciuccoli, mentre già respiri la musica di Giacomo Puccini, ecco la magia: è la Casina degli amori. Di scena, Madama Butterfly. È una casina, appunto. Sei metri per

cinque, un solo vano moltiplicato per due piani, intorno una corte verde fiorita che supera di poco i 200 m².

L’isolotto-rifugio del Maestro, lontano dalle curiosità, dove viveva le sue passioni. La casina era in abbandono, poi a un tratto tutto è stato ricostruito nello scrupolo della memoria, dalle fondamenta ai muri fino ai pezzi degli arredi, cercati uno a uno.

Si spazia dall’Art Nouveau al Secessionismo, passando per le suggestioni orientali. Così per i colori, rincorrendo perfino gli sguardi, come quello di un antico ritratto di Puccini, proprio accanto al grande camino, che sembra scrutare chi entra, mentre accarezza il pianoforte sul lato.

All’improvviso, nella confusione discreta, come il luogo impone, con l’evento prossimo a cominciare, incontri altri occhi. Occhi vivaci, penetranti. Lui si chiama Pasquale Sgrò, accanto c’è sua moglie Paola, con lei, è l’artefice di tutto. Classe 1952, calabrese di Motta di San Giovanni, vicino a Reggio Calabria, un paesino a 600 metri di altezza che guarda il mare, si è trasferito in Toscana ai tempi dell’università e a Lucca ha creato uno dei più importanti gruppi italiani con expertise internazionale nella sicurezza sui luoghi di lavoro. Pasquale è un uomo deciso. Crede nella sinergia tra pubblico e privato. Crede nei giovani, che possono dare molto se adeguatamente preparati. Crede nel valore della bellezza che dà forma ai sogni. Ama le sfide e scrive romanzi. Proprio a Lucca, la città dove vive, si batterà a breve il primo ciak di una nuova fiction tv, prodotta da Anele per la Rai, che coinvolgerà l’intera città. Il protagonista è un ispettore del lavoro tratto da un suo romanzo, un nuovo personaggio da consegnare al pubblico, così come sta facendo per la Casina degli amori.

A poco a poco, intanto, mentre i musicisti sotto la direzione del maestro Mauro Fabbri accordano gli strumenti e i cantanti, Carlo Eugenio Raffaelli nei panni del tenente Pinkerton e Giulio Boschetti in quelli del console Sharpless distendono la voce (non si sa ancora chi interpreterà Butterfly, forse una soprano giapponese, la titolare in cartellone non ha potuto), ecco che le acque intorno all’isolotto si riempiono. Arrivano due grandi battelli con i turisti, altre barche, canoe: l’isolotto è circondato.

Il colpo d’occhio è formidabile. Come a teatro non vola un fiato, non ci sono neanche i colpi di tosse di prammatica tra le file della platea. L’aria è pulita e al posto della platea ci sono solo seggioline di bambù, di cornice alla scena. Siamo a Nagasaki, in Giappone, dove sta per consumarsi un dramma musicale tra i più noti della storia operistica di tutti i tempi o ancora sul lago di Puccini, in Versilia? Quando sul palco arriva Madama Butterfly, interpretata da Yuko Tsuchiya, stella

giapponese dalla voce ricca, come oggi se ne sentono di rado, la magia è assoluta. Yuko interpreta l’amore fedele di Butterfly e la sua poesia. È dolce, appassionata, dà bellezza alla sventura.

Dalle barche si spellano le mani e così dalle seggiole. C’è la consapevolezza di assistere a una rappresentazione eccezionale, ispirata da quella Casina degli amori, scorgendo magari alla finestra del primo piano il volto del Maestro che sorride compiaciuto. Proprio qui, come vuole la tradizione, pare che sia nato il cosiddetto “coro muto” della Butterfly, che esprime tutto il dolore della protagonista, simbolicamente privata anche del sollievo della parola.

Nell’anno del centenario della morte di Puccini, fioriscono altre iniziative, preziose, in un luogo che ha vissuto da ultimo un assurdo abbandono. Pasquale Sgrò, per parte sua, vuole andare avanti. Sogna di portare alla Casina un pubblico sempre più numeroso e appassionato. Pensa alle sponde del lago, che potrebbero rinascere. Pensa al Club La Bohème, che al tempo del Maestro raccoglieva un’allegra brigata, povera in canna, dunque bohémien, di artisti, cacciatori, nobili e uomini di chiesa riuniti nella bottega di un ciabattino, diventato il club, per celebrare l’arte, la vita e il suo gusto. L’imprenditore-scrittore-mecenate Sgrò sta coinvolgendo istituzioni, altri imprenditori, gli abitanti sul lago. Per lui, la linfa di qualsiasi progetto sta nella capacità di vivere i sogni, contando sull’amicizia. A proposito, grazie agli amici toscani Fabrizio Sbrana e a sua moglie Nella, due “Virgilio al quadrato” sulle piste delle emozioni.

L’interno

della Casina degli amori
La rappresentazione dell’opera Madama Butterfly, di Giacomo Puccini, alla Casina degli amori
© Nicola
Ughi
© Nicola Ughi

di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia] Foto © Studio 35

RINASCERE A MARATEA

SULLA

COSTA LUCANA PER SCOPRIRE LA PERLA DEL TIRRENO, DOVE IL TEMPO SCORRE CON IL FLUIRE DELLE ONDE

Maratea, in provincia di Potenza, è uno dei più preziosi gioielli di famiglia della Basilicata. Nota anche come la perla del Tirreno o la città delle 44 chiese, è dominata dall’iconica statua del Cristo Redentore che ricorda quella del monumento sulla cima del Corcovado a Rio de Janeiro. Alta 21 metri, ha un’apertura di braccia di 19 che, nelle intenzioni dello scultore fiorentino Bruno Innocenti, vuole essere «un pacato richiamo ad accogliere e a raccogliere, a rinfrancare la speranza». Distesa sui monti e lungo la costa tirrenica lucana, Maratea è meta di un turismo ricercato e raffinato, strettamente connesso alla meravigliosa costa cilentana, alla vicina Sapri e al Parco nazionale del Pollino, compreso fra Calabria e Basilicata. Anche per quest’anno, il comune ha ottenuto la Bandiera Blu, riconoscimento assegnato dalla Foundation

for Environmental Education, ong internazionale per l’educazione alla sostenibilità, a località marine e lacustri che si sono distinte per la qualità delle acque e dei servizi.

La zona è un paradiso per i subacquei e per chi ama diving, snorkeling e vela, a disposizione dei visitatori grazie anche al porto turistico ben attrezzato.

La magia di Maratea va vissuta anche nelle escursioni e nelle lunghe passeggiate, respirando la particolarità degli odori dovuti alla flora che la ricopre, come i pini d’Aleppo. La bellezza del borgo esplode tutti i giorni, al mattino e al calar del sole, quando si tinge di meravigliosi e accesi colori. Questa tavolozza di tonalità brillanti si unisce alla solarità degli abitanti e a una lentezza che fa rinascere l’anima, legando il tempo al morbido fluire delle onde.

Fra gli appuntamenti tradizionali, è imperdibile il Ferra-

gosto di Maratea, con il suggestivo concerto dell’aurora al parco di Villa Tarantini e l’incendio del campanile della Chiesa madre nel cuore del centro storico. L’estate è una stagione sempre molto vivace anche grazie alla miriade di eventi culturali, enogastronomici, cinematografici, musicali che coinvolgono gli ospiti di qualsiasi età.

Tra i Borghi più belli d’Italia, Maratea è anche terra di riti e tradizioni radicate, come la sentitissima Festa in onore di San Biagio, protettore della città, che si svolge nella seconda settimana di maggio e comprende diverse processioni. Nella prima il simulacro del santo viene portato tra le strade del Castello. Nella seconda, la statua coperta da un panno rosso viene accompagnata attraverso un antico sentiero fino alla località detta Capocasale. Qui viene spogliata e consegnata al sindaco che affida al santo le chiavi

della città, rendendolo simbolicamente la massima autorità di Maratea. Subito dopo, normalmente la statua viene trasportata nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Il secondo sabato di maggio, poi, il busto argenteo di San Biagio attraversa in pompa magna le strade del borgo. Nella domenica che segue si tiene l’ultima processione in cui il simulacro, nuovamente coperto dal manto rosso, ripercorre all’indietro l’antico sentiero per ritornare al Castello, sua sede abituale. In seguito alla ricollocazione della statua, avviene saltuariamente il fenomeno della manna, certificato già in una bolla papale del 1563: un liquido acquoso di colore giallastro che fuoriesce dall’urna con le reliquie o dalle colonne della cappella, segno di benevolenza del santo.

A pochi chilometri da Maratea, merita una gita Acquafred-

La statua del Cristo Redentore a Maratea (Potenza)

da, l’ultimo avamposto lucano a nord della costa. Il piccolissimo centro è dominato dallo spettacolare massiccio della Serra del Tuono, che scende in picchiata nel Tirreno creando cale e grotte meravigliose. Attraenti le spiagge di Anginarra e Luppa, due lingue sabbiose unite da un gruppo di scogli, e quelle di Portacquafridda, Pretacaduta e della Monaca, piccole insenature nascoste fra i costoni di roccia, cui si accede tramite una scalinata. A picco sul mare, a Punta San Pietro, sorge poi Villa Nitti, uno dei capolavori dell’architettura residenziale novecentesca.

Le ricette della cucina locale sono incredibilmente gustose, con una prevalenza legata al maiale che per la Lucania rappresenta un prodotto imprescindibile. Poi c’è la pasta lavorata a mano: fusilli, maccaroni e strangolapreti conditi con ottimo ragù di carne. Un’altra particolarità sono i lampascioni, una varietà di cipolle selvatiche dal gusto molto particolare. Buonissimi i famosi peperoni cruschi di Senise Igp, il baccalà a ciauredda con cipolle e pomodori e i formaggi, dal gusto raffinato e inconfondibile. Ma il re della tavola è il peperoncino che regala sempre uno straordinario carattere brillante a tutte le pietanze.

TOMBARELLO ALL’INSALATA MARATEOTA

di Sandra Jacopucci

Pescato tutto l’anno nel tratto del Tirreno che bagna la Basilicata, il tombarello è simile a un tonno in miniatura. Come accadeva in passato per altre specie considerate povere, veniva consumato dagli stessi pescatori e non commercializzato. Oggi, invece, è una vera risorsa per tutti i ristoranti della zona. Con i filetti di questo pesce azzurro si realizza l’insalata marateota, qui interpretata dalla giovane chef Gloria Limongi. Si comincia marinando abbondante cipolla rossa sbucciata e tagliata a spicchi in acqua e aceto per due ore circa. Poi si tagliano i pomodori, possibilmente di Maratea, e si mettono in una ciotola insieme a olive nere denocciolate di Ferrandina (Matera), scorza di limone grattugiata, foglioline di maggiorana, olio evo lucano e un pizzico di sale. Alla fine, si aggiungono i filetti di pesce, precedentemente cotti al vapore per pochi minuti insieme a un ciuffo di prezzemolo e a uno spicchio d’aglio, lasciati raffreddare e spezzettati a mano.

La statua di San Biagio portata in processione
Vista di Maratea

BUON VIAGGIO BRAVA GENTE

L’EREDITÀ DI FRANCESCO

AD ASSISI, DAL 12 AL 15 SETTEMBRE, UN EVENTO ORGANIZZATO DAI

FRATI MINORI CONVENTUALI

CELEBRA IL DIALOGO TRA

CULTURE E DISCIPLINE

DIVERSE, INTERPRETANDO

IL LASCITO SPIRITUALE DEL SANTO CON LE STIMMATE

Ad Assisi, la città di San Francesco in provincia di Perugia, ci si arriva con una valigia leggera e un cuore carico di aspettative. Durante il viaggio in treno vale la pena godersi il panorama: un quadro impressionista che scorre attraverso la cornice del finestrino. I paesaggi urbani lasciano spazio a dolci colline e verdi vallate, filari di vigneti e uliveti intervallati da piccoli borghi, campanili che spezzano l’orizzonte.

Man mano che ci si avvicina alla meta, la natura è quella tipica dell’Umbria e, in lontananza, si può scorgere l'imponente Basilica di San Francesco, adagiata sulla collina. La vista dell’edificio, con la sua solenne maestosità, evoca un senso di pace che accompagna i visitatori verso la destinazione finale. Il vociare dei turisti e il rumore dei trolley sul pavimento fanno strada verso l’uscita della stazione, che è già un’opera d’arte di per sé. Appena fuori, la meraviglia si svela: la Basilica di San Francesco domina la scena con le sue linee gotiche e l’aura di solenne spiritualità. Più in alto, le torri della Rocca maggiore si ergono come fiere sentinelle che vegliano sulla città. Il contrasto tra le antiche mura

medievali e il verde delle colline circostanti crea un quadro mozzafiato che incanta gli occhi e l'anima. Proseguendo con lo sguardo, si arriva alla piazza del Comune, il cuore pulsante di Assisi. La Torre del popolo si staglia contro il cielo azzurro, simbolo del glorioso passato della città. Poco più in là, la Basilica di Santa Chiara, con la sua facciata semplice ma imponente, completa il panorama di un borgo in cui arte e spiritualità si intrecciano in modo indissolubile. Il centro umbro merita una visita in qualsiasi periodo dell’anno ma chi lo raggiunge a settembre può immergersi in un’esperienza unica: il Cortile di Francesco, un evento culturale in programma dal 12 al 15 del mese. Organizzato dai frati minori conventuali nella Basilica di San Francesco, celebra la fraternità e il dialogo tra culture e discipline diverse, incarnando l’eredità spirituale del santo di Assisi. Quest’anno il Cortile si inserisce nel contesto di un importante anniversario: gli 800 anni del dono delle stimmate al poverello. Il tema dell’edizione, intitolata CorporalMente, esplora il legame inscindibile tra l’interiorità e la sua manifestazione

La Basilica di San Francesco ad Assisi (Perugia)

esterna, ispirandosi alla vita del santo. Possiamo considerare le stimmate come la manifestazione fisica, corporea, di ciò che è accaduto nel cuore di Francesco: una sinergia tra dentro e fuori che, nel nostro contesto culturale segnato anche da forti polarità e contraddizioni, può rappresentare un’occasione di dialogo e arricchimento reciproco. Il programma è ricco di appuntamenti e include panel e speech su temi attuali come la sostenibilità, la diversità e il valore dell’immagine nella società contemporanea. Si comincia l’8 settembre con una lectio magistralis di Alessandro Baricco dedicata al rapporto tra mente e corpo. Gli incontri si svolgono in luoghi suggestivi come il sagrato della Basilica Superiore e il chiostro di Sisto IV, all’interno del Sacro Convento, che ospiterà la mostra fotografica sulla Chartula. Si tratta di una benedizione, scritta da Francesco nel settembre 1224 per frate Leone, uno dei suoi primi compagni, arrivata fino a oggi ancora leggibile con il Tau impresso su un lato, simbolo con il quale il santo si firmava. L’esposizione, con il supporto di testi esplicativi, mira a far conoscere questa importantissima reliquia, frutto e testimonianza indiretta dell’evento delle stimmate, che Francesco vive come una svolta nell’ottica della misericordia e della benevolenza nelle relazioni interpersonali.

Partecipare al Cortile di Francesco significa vivere un’esperienza indimenticabile in una città che è un simbolo di pace, arte e spiritualità. Chi arriverà ad Assisi con il Regionale di Trenitalia, nei giorni del Cortile, mostrando il biglietto potrà usufruire di uno sconto del 20% sulle visite guidate alla Basilica e di una riduzione sempre del 20% sul merchandising nello shop della Basilica. cortiledifrancesco.it

La Chartula di Francesco
Il chiostro della Basilica di San Francesco

IN SELLA VERSO IL SUCCESSO

A SETTEMBRE IL CIRCUITO ROMAGNOLO DI MISANO OSPITA DUE GARE DEL MOTOMONDIALE. IN PISTA ANCHE I PILOTI DELLA GRESINI RACING, LA SQUADRA DI FAENZA GUIDATA DA NADIA PADOVANI di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur

Sono andata la prima volta a Misano alla fine degli anni ‘80. Avevo accompagnato Fausto Gresini, a quel tempo eravamo fidanzati. Io ero una ragazzina, avrò avuto 20 anni. Lui aveva già vinto due titoli mondiali nel 1985 e nel 1987. In gara cadde e si ruppe un osso del piede, l’astragalo. Per tornare a casa a Imola, vicino a Bologna, ho guidato la sua auto, aveva una Mercedes. Io ero abituata a viaggiare con un’utilitaria e sono stata agitata per tutto il viaggio».

Così Nadia Padovani, proprietaria e team principal di Gresini Racing, ricorda il suo primo impatto con il circuito romagnolo di Misano Adriatico, oggi intitolato al pilota Marco Simoncelli. Qui, a settembre, si disputano due gare del Motomondiale in tre settimane. L’8 è previsto il Gran premio Red Bull di San Marino e della Riviera di Rimini: un weekend a tutta velocità che vede gareggiare, lungo i quattro chilometri del tracciato, piloti come Pecco Bagnaia, Enea Bastianini e gli spagnoli Jorge Martin e Marc Marquez, tutti impegnati nella conquista del Mondiale di MotoGP. Dal 20 al 22, inoltre, a Misano si corre il GP dell’Emilia-Romagna, in

seguito alla cancellazione del Gran premio del Kazakistan. Quella pista Fausto Gresini, pilota e fondatore dell’omonimo team, la conosceva bene. Da quando è venuto a mancare nel 2021, per complicazioni da Covid-19 a soli 60 anni, sua moglie Nadia porta avanti il lavoro della squadra con tenacia e determinazione, nel ricordo del compagno scomparso.

Partiamo dal Gran premio di Germania dove a inizio luglio avete portato i fratelli spagnoli Alex e Marc Marquez sul podio, un fatto unico.

Il weekend era partito male perché si erano infortunati durante le prove. Non ci aspettavamo grandi risultati per la gara, invece sono riusciti a salire entrambi sul podio ed è stata un’emozione incredibile. Abbiamo scritto una pagina nella storia di questo sport. Vedere due fratelli che corrono nello stesso team salire entrambi sul podio è una cosa assolutamente inedita. Per noi è stata una vittoria.

Come sta andando questa stagione? Sei soddisfatta dei risultati?

Con Marc non abbiamo ancora raggiunto il gradino più alto

del podio, ma lui ha dimostrato di essere fortissimo. Anche quando è partito da dietro è riuscito a ottenere bellissime rimonte, fino ad arrivare nelle prime posizioni. Con Alex Marquez abbiamo avuto qualche difficoltà, ci saremmo aspettati qualcosa di meglio ma anche lui in Germania è arrivato tra i primi tre.

A settembre si corre per ben due volte a Misano. Che emozione si prova a gareggiare a pochi chilometri da dove si vive?

Al Gran Premio di casa speri sempre di fare bene. Avremo tutti i nostri collaboratori, le aziende che ci supportano, tanti ospiti, faremo tante attività anche fuori dall’autodromo. È un evento che stiamo organizzando da mesi. Vogliamo dare il meglio di noi stessi nella nostra terra, in quella Romagna dove sono cresciuti tutti i talenti del Motomondiale. Speriamo che anche i nostri piloti facciano bene: sarebbe il massimo vincere la gara.

Un’occasione speciale anche per ricordare Fausto Gresini.

A Misano gareggeremo con le moto e le tute bianche con la bandiera italiana. Sono i colori che aveva Fausto quando ha vinto i Mondiali in 125. In questo Gran premio lo ricorderemo in particolar modo: lui è sempre con noi e non ci dimenticheremo mai di quello che ha fatto come sportivo e come manager.

Cosa è per te il team Gresini?

La mia seconda famiglia. La prima è composta dai miei quattro figli. E poi c’è questa creata da mio marito, dove io sono entrata in punta di piedi perché non avevo mai lavorato nell’azienda. Quando Fausto è mancato ho voluto conoscere tutti i suoi collaboratori uno a uno. Ho incontrato persone che mi hanno aiutata tantissimo a superare il dolore immenso della perdita e mi hanno dato la voglia di lottare per raggiungere obiettivi importanti.

Facevi l’infermiera, ti sei trovata in poco tempo a capo di un team della MotoGP. Come hai affrontato questa sfida?

All’inizio non è stato semplice. Nel 2021 sono andata solo ai gran premi del Mugello e di Misano, poi sono sempre stata in azienda perché dovevo imparare tante cose nuove. Nel 2022 ho iniziato a seguire le gare in giro per il mondo, volevo capire cosa accadeva in pista.

Alcune persone che incontravo erano diffidenti. Mi è stato anche detto: «Cosa ci fa qua questa donna che fino a ieri era a casa a fare le tagliatelle?». Una considerazione che non è reale ma, comunque, le tagliatelle le so fare (ride, ndr ). Ci sono passata sopra, l’importante è quello che riesco a dimostrare con i fatti.

Nel 2020 tuo marito ti aveva detto di vendere tutto nel

caso in cui fosse venuto a mancare. Come mai hai scelto diversamente?

Lo ricordo ancora benissimo, cenavamo a casa e mi disse: «Se mi succede qualcosa, mi raccomando, vendi tutto perché questo è un ambiente difficile». Gli dissi di essere d’accordo, che non avrei mai voluto fare il suo lavoro, con mille cose da seguire, sempre in giro per il mondo.

E poi cos’è successo?

I ragazzi che lavoravano in azienda, oltre al dolore per la morte di Fausto, erano preoccupati per il loro futuro. Lui ha dedicato tutta la sua vita a questa società, creandola da zero: venderla sarebbe stato come rinunciare a un’altra parte di lui. Avevo già perso tanto e non volevo abbandonare anche quello che aveva messo in piedi.

Dopo tanta sofferenza, qual è stato il momento più bello che hai vissuto come team principal, coordinando tutta la scuderia?

Nel 2022 ci siamo presentati in Qatar per disputare il primo Gran premio e abbiamo vinto subito con Enea Bastianini. Su quel podio c’era tutto quello che avevamo vissuto. Quando mancavano sei giri alla fine della gara, ero nel box e ho iniziato a piangere. Ho provato delle emozioni incredibili. Per la seconda parte della stagione che obiettivi hai?

Vorrei che Marc e Alex vincessero un gran premio, adesso ci manca solo salire sul gradino più alto del podio. Poi faremo di tutto per concludere il Mondiale piazzandoci nella

miglior posizione possibile. Come vedi il futuro del team?

Non lo so, non penso troppo in avanti e proiettami tanto in là mi fa stare male. Di solito procedo anno per anno. Adesso stiamo lavorando per formare la squadra del 2025. Alex Marquez rimarrà con noi, il fratello Marc invece ci lascia, vedremo chi lo sostituirà.

gresiniracing | misanoworldcircuit | motogp

Alex e  Marc Marquez sul podio del MotoGP di Germania, circuito Sachsenring (7 luglio 2024)

NadiaPadovani
© Gorini
Luca

TUTTI A CANESTRO

IL 21 E IL 22 SETTEMBRE SI DISPUTA LA FRECCIAROSSA

SUPERCOPPA PRESENTED BY UNIPOL, CHE APRE LA NUOVA STAGIONE DI PALLACANESTRO MASCHILE

Per gli appassionati di basket in Italia, la scorsa primavera si è conclusa con l’assegnazione dello scudetto, per il terzo anno di fila, all’EA7 Emporio Armani Milano. La squadra milanese si era imposta per 3 a 1 nella serie finale contro la Virtus Segafredo Bologna. Dopo la pausa estiva, a settembre si torna a giocare nei palazzetti. L’evento che apre la nuova stagione sportiva della pallacanestro di Serie A è la Frecciarossa Supercoppa 2024

Presented By Unipol, in calendario sabato 21 e domenica 22 settembre all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), sette giorni prima della giornata inaugurale del campionato.

Il 21, in semifinale, i campioni d’Italia dell’EA7 Emporio Armani Milano sfidano l’Umana Reyer Venezia, mentre il Napoli Basket, vincitrice dell’ultima edizione della Frecciarossa Fi-

nal Eight, affronterà la Virtus Segafredo Bologna, detentrice in carica del trofeo

Da queste partite saranno selezionate le due squadre che domenica 22 settembre si sfideranno per conquistare il primo titolo della stagione. Le ultime due edizioni della competizione sono state disputate a Brescia e hanno visto il successo, in entrambi i casi, della Virtus Segafredo Bologna. Il club bianconero è al secondo posto nell’albo d’oro della competizione, assieme a Pallacanestro Treviso e Olimpia Milano, con quattro titoli vinti, alle spalle della Mens Sana Siena, che ha alzato il trofeo in sei occasioni.

Frecciarossa, in qualità di Title Sponsor, continuerà il suo rapporto con questo sport anche nella stagione 2024-25 della Lega Basket Serie A e, oltre alla Supercoppa, legherà il suo nome alla Coppa Italia.

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur

Sarà infatti targato Frecciarossa anche l’evento più importante organizzato dalla LBA: la Final Eight di Coppa Italia in programma dal 12 al 16 febbraio 2025. La manifestazione si disputerà per il terzo anno consecutivo sul parquet dell’Inalpi Arena di Torino. Una struttura dove sponsor e partner possono sviluppare tutti gli aspetti di intrattenimento e fan engagement che caratterizzano la manifestazione.

Si tratta di un evento a tutto tondo, primo nel mondo dello sport italiano. Non a caso, la Final Eight 2024 ha visto nelle quattro giornate di gara un’affluenza di circa 40mila spettatori, oltre 3.500 in più rispetto all’anno precedente. Un modello che nell’ultima edizione è stato adottato anche dalla Final Four femminile. legabasket.it

IL GRANDE BASKET CON TRENITALIA

Il 21 e il 22 settembre l'Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) ospita la Frecciarossa Supercoppa 2024 Presented By Unipol in partnership con Trenitalia. Grazie all’offerta Speciale Eventi, gli amanti della pallacanestro in possesso dei biglietti di una o più partite possono viaggiare sulle Frecce da e per Bologna con sconti fino all’80% rispetto al prezzo Base: basta inserire il codice SCBOLOGNA24 in fase di acquisto. trenitalia.com

Palla a due iniziale tra EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna nella semifinale che ha aperto la Frecciarossa Supercoppa 2023

GIOCHI SENZA LIMITI

DAL 28 AGOSTO ALL’8 SETTEMBRE PARIGI OSPITA LE PARALIMPIADI.

IN CONTEMPORANEA, SU RAI2, STRAVINCO PER LA VITA RACCONTA LA STORIA DELLA MANIFESTAZIONE E IL RAPPORTO TRA SPORT E DISABILITÀ

Ventidue discipline, 185 Comitati nazionali, 11 giorni di gara, 18 sedi e 4.400 partecipanti. I Giochi paralimpici di Parigi 2024 rappresentano la possibilità, per chi ancora non avesse confidenza con la manifestazione, di entrare in contatto con alcuni sport a cui non sempre è riconosciuta la giusta visibilità e di conoscere gli atleti e le atlete in circolazione. C’è chi corre con le protesi e chi, come le campionesse del sitting volley, gioca a pallavolo da seduta. Mentre i giocatori del calcio a 5 B1 si contendono una palla sonora e si orientano in campo con grande consapevolezza dello spazio. Le regole, pensate per una gara a misura di chi ha caratteristiche fisiche meno comuni, possono essere diverse da quelle tradizionali, ma l’energia e la determinazione profuse sono le stesse dei professionisti e delle professioniste che partecipano ai Giochi partiti a luglio.

Ma quando nascono le paralimpiadi? La loro storia inizia nel 1948, anno in cui Sir Ludwig Guttmann, neurologo fuggito in Inghilterra nel 1939 dalla Germania nazista, organizzò una competizione sportiva che coinvolse 16 veterani della Seconda guerra mondiale con lesioni del midollo spinale. Quattro anni dopo, i concorrenti olandesi si unirono e nacque una rete internazionale, oggi nota come Movimento paralimpico. Da allora molte cose sono cambiate: risalgono al 1960 i primi giochi in stile olimpico per atleti con disabilità, è invece del 2001 l’accordo che assicura l’organizzazione dei Giochi olim-

pici e paralimpici nella stessa città, per rendere esplicita la pari dignità dei due momenti, dopo che per diversi anni le manifestazioni si sono svolte in luoghi diversi. È rimasta invece invariata la volontà di trasmettere un messaggio positivo per il mondo dello sport e la comunità tutta: il corpo, che sia conforme o meno agli standard imposti dalla società, è in grado di fare cose eccezionali. Lo sa bene Alex Zanardi, che dopo una brillante carriera in Formula1 ha collezionato medaglie anche nel paraciclismo, le ultime a Rio de Janeiro 2016. O Paola Fantato, arciera e prima atleta ad aver gareggiato ad Atlanta nel 1996 alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi. Da quando poi queste ultime vengono trasmesse in televisione, la manifestazione è diventata un potente spazio di visibilità mediatica per le persone che convivono con una disabilità. È quello che succede anche in programmi come O anche no – il talk di infotainment di Rai3 pensato per raccontare la disabilità senza pietismi e favorire l’inclusione sociale – e il suo spin-off, Stravinco per la vita, dedicato proprio ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. L’appuntamento, dal 28 agosto all’8 settembre, è per tutte le mattine alle 8:30 su Rai2, subito dopo il Tg e in replica tutti i giorni a mezzanotte sulla stessa rete dopo Sportabilia. A condurlo i giornalisti Paola Severini Melograni e Massimiliano Castellani, il tenente colonnello Gianfranco Paglia e Italo Cucci, maestro della cronaca sportiva.

Ilse Arts della Nazionale olandese e Charlotte Moore della Gran Bretagna si sfidano durante la finale di pallacanestro in carrozzina ai Campionati europei paralimpici del 2023

LO EDUCARE CON SPORT

LA CULTURA DEL GIOCO LEALE NON RIGUARDA SOLO L’AGONISMO, MA FAVORISCE LA TRANSIZIONE VERSO UNA SOCIETÀ PIÙ GENTILE E INCLUSIVA. PAROLA DI RUGGERO ALCANTERINI, PRESIDENTE DEL COMITATO NAZIONALE ITALIANO FAIR PLAY

di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it

Da ragazzo correvo i 3000 siepi, una specialità dell’atletica leggera che prevede il salto di diversi ostacoli lungo il tracciato. Questa disciplina mi ha insegnato una cosa applicabile a ogni ambito della vita: i problemi vanno affrontati uno alla volta, concentrandosi sul percorso che si sta facendo, senza farsi carico in anticipo di quello che verrà». Quando chiedo a Ruggero Alcanterini cosa rappresenti per lui lo sport, la risposta lo riporta alla sua gioventù, a una storia segnata dall’incontro con personaggi come Pietro Mennea, campione olimpico di cui riconobbe immediatamente il talento. Si commuove ricordandolo e mi racconta di un legame molto profondo con questo mondo, che lo ha portato nel corso della sua lunga carriera a ricoprire cariche importanti. Oggi è presidente del Comitato nazionale italiano fair play, un’associazione benemerita del Coni nata nel 1994 per promuovere i valori fondativi dello sport, anche a fronte di una transizione etica e civile.

Cosa si intende per fair play?

La traduzione letterale dei termini inglesi è gioco corretto e fa riferimento a concetti come lealtà, amicizia, solidarietà e rispetto. Tutti elementi fondamentali dello spirito sportivo e indispensabili per la corretta gestione degli eventi del settore. Il concetto trova spazio anche nel Codice europeo di etica sportiva, ed è essenziale se si vuole promuovere lo sport come attività di crescita e di partecipazione soprattutto tra i giovani.

Può citarci un esempio di fair play particolarmente significativo nella storia dello sport?

Di gesti leali ce ne sono stati tanti: braccia offerte a sollevare compagni caduti, momenti di solidarietà in gara.

Quello che si conosce di meno è il foul play, il gioco scorretto. Mi vengono in mente le Olimpiadi di Atene del 1896, a cui all’epoca per regolamento potevano partecipare solo i dilettanti: il comitato olimpico negò l’iscrizione al maratoneta Carlo Airoldi, arrivato in Grecia a piedi da Milano, accusandolo di professionismo. Avrebbe potuto vincere i Giochi ma, evidentemente, i greci lo temevano troppo.

Di cosa si occupa, nello specifico, il comitato?

Operiamo in rete con altre 41 organizzazioni nazionali in Europa e 120 nel mondo. Oltre a sensibilizzare le persone sui pericoli del doping e sul problema della violenza nelle manifestazioni sportive, ci impegniamo nella diffusione del concetto di fair play tra i banchi di scuola, negli enti e nelle organizzazioni sportive, promuovendo anche l’istituzione di riconoscimenti ufficiali per gesti e carriere particolarmente significative da questo punto di vista.

Vi distinguete per azioni concrete, quindi.

Non potrebbe essere altrimenti: con l’Associazione nazionale comuni italiani, per esempio, abbiamo stipulato un accordo di collaborazione che prevede la promozione di iniziative sul territorio mirate a diffondere questa cultura, anche tramite l’attivazione della delega assessorile al fair play all’interno delle giunte. Lo scorso giugno, durante la terza edizione di Fair play for life, abbia -

mo premiato esponenti del mondo dello sport e dello spettacolo, ma anche figure di rilievo della società civile, sottolineando l’importanza del gioco leale in ogni ambito della vita.

Il fair play non riguarda solo il mondo sportivo, dunque?

Lo sport è una metafora della vita, di conseguenza questo concetto può essere applicato a qualsiasi situazione. Non è un caso, infatti, che a coniarlo non fu uno sportivo ma il poeta inglese William Shakespeare, esperto conoscitore delle emozioni e dei comportamenti umani. Implica lealtà e gentilezza verso il prossimo, capacità di empatia nei confronti di chi sembra diverso da noi. Incarnare i valori del fair play significa anche impegnarsi perché nessuno rimanga indietro, avere un occhio di riguardo per chi è apparentemente più debole. Il comitato ha fatto suo un claim che è un auspicio per tutta la società civile: “L’Italia che vorrei, l’Italia del fair play”. La cultura del gioco corretto può tornare utile anche in treno?

I comportamenti di chi sale a bordo e di chi il mezzo lo governa dovrebbero essere sempre regolati dal fair play: non disturbare chi siede vicino, accogliere le esigenze delle persone che in quel momento condividono con noi uno spazio e rendersi disponibili al dialogo, alla negoziazione e alla cooperazione. Estendendo il concetto di fair play alla volontà di creare servizi utili a un buon numero di persone, mi piace immaginare il treno come un luogo in cui per ogni necessità si può contattare il personale di bordo dal Portale o dai propri dispositivi attraverso un numero dedicato. Sarebbe anche bello realizzare dei bookcrossing o delle piccole librerie dove i passeggeri possono trovare un titolo che li accompagni durante la traversata o semplicemente scambiare due chiacchiere. Ho già in mente il claim perfetto per il lancio della campagna: “Il fair play sale a bordo”.

Prossimi progetti?

Lo scorso luglio l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 19 maggio Giornata mondiale del fair play. Il comitato ha accolto la notizia con grande en -

RuggeroAlcanterini
© Roberto Di Tondo

tusiasmo e stiamo già lavorando per la data del 2025. Vogliamo che non sia solo una ricorrenza celebrativa, ma un momento per riflettere sul significato del concetto, con una chiave di lettura generale capace di oltrepassare lo sport. Va in questa direzione anche l’ideazione della figura del fair play manager e quella del digital fair play manager, che supporta in maniera etica lo sviluppo degli ecosistemi digitali. Il veloce progresso tecnologico che stiamo vivendo lascia indietro alcune persone, per esempio gli anziani o chi, per ragioni diverse, non ha accesso a una connessione internet. Il digital fair play manager le sosterrebbe, favorendone l’inclusione effettiva nella società. È il nostro contributo alla rivoluzione gentile di cui abbiamo bisogno. A guidarci è sempre l’idea del diritto alla gioia per tutte le persone.

Ha un sogno nel cassetto?

In Italia manca un Museo nazionale dello sport, un luogo che ne custodisca la storia e i cimeli. Me lo immagino a Roma, a Campo Marzio, un’area emblematica per la città che anticamente era adibita all’allenamento militare e quindi all’esercizio fisico. Sarebbe bello anche istituire dei luoghi della memoria: nella Capitale, per esempio, c’è via di Pallacorda. Qui Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, ferì a morte Ranuccio Tomassoni, probabilmente durante una lite legata al gioco antenato del tennis. L’episodio cambiò completamente la vita del pittore che fu costretto a scappare da Roma. Un aneddoto avvincente legato allo sport, ingiustamente poco conosciuto.

fairplaysport.it

Da sinistra, Ruggero Alcanterini, il presidente del Coni Giovanni Malagò e la giornalista Lisa Bernardini durante l’evento Fair play for life, il 28 giugno 2024
© Roberto Di Tondo

LA RICERCA DELLA FELICITÀ

SU QUESTO TEMA COMPLESSO SI INTERROGANO A VERONA GLI SCOUT DI TUTTA ITALIA, DURANTE UN EVENTO NAZIONALE ORGANIZZATO A 50 ANNI DALLA NASCITA DELL’ASSOCIAZIONE AGESCI

di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it

Il Convegno Emmaus per capi e assistenti ecclesiastici del 2022

Un cuore coraggioso e una lingua cortese ti porteranno lontano nella giungla». È questo uno dei consigli che il pitone Kaa dà al piccolo Mowgli nel racconto di Rudyard Kipling Il libro della giungla. Ed anche è uno dei primi insegnamenti impartiti ai giovani scout, all’inizio del loro percorso. La solidarietà, l’uguaglianza e il rispetto per la natura sono le fondamenta su cui si erge il complesso apparato di valori dell’Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani che quest’anno compie 50 anni.

Per celebrare mezzo secolo di storia, l’associazione guidata dai presidenti Francesco Scoppola e Roberta Vincini ha organizzato una Route nazionale della Comunità capi, i soci adulti che si impegnano nella gestione di un gruppo scout. Un evento che si ripete quest’anno per la terza volta nella storia, dopo le manifestazioni del 1979 e del 1997.

Per quattro giorni, dal 22 al 25 agosto, a Verona, educatori e educatrici Agesci di tutta Italia hanno l’occasione di conoscersi, scambiare idee e opinioni, partecipare a panel e tavole rotonde per un tota-

le di circa 60 incontri. Il filo conduttore dell’evento, spiegato dal presidente Scoppola, è la felicità.

Perché proprio questo tema?

La scelta nasce da una riflessione interna all’associazione sulla complessità del concetto e su quanto sia importante per i singoli imparare a prendere consapevolezza della propria felicità. È qualcosa su cui investire tempo ed energie, anche in un’ottica educativa. Vogliamo infatti portare i ragazzi e le ragazze a capire quando e in che modo si sentono felici, e come preservare questo sentimento. Pensiamo valga la pena, in un’epoca in cui tutto corre veloce, fermarsi per analizzare questo tema.

Come si svolge la Route?

L’incontro di Verona è pensato come il completamento di un cammino metaforico durato l’intero anno. Abbiamo in programma laboratori pratici, momenti di confronto con altre associazioni e tavole rotonde con relatori autorevoli.

Qualche nome?

Gli ospiti sono tantissimi. Tra loro, è atteso il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il presidente della Croce Rossa italiana Rosario Valastro, il direttore generale dell’Agenzia delle

SOCIETÀ

entrate Ernesto Maria Ruffini. E poi esponenti politici e dei settori culturali, come il disegnatore Feltrinelli Martoz e il giornalista Claudio Sardo, a Verona per raccontare la storia dell’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Qual è l’obiettivo di questi incontri?

Mettere al centro la formazione dei membri della Comunità capi, in modo che siano educatori più forti e più saggi nei confronti dei ragazzi. Crediamo che l’educazione stessa sia il motore del cambiamento utile per la ricerca della felicità. Perché i ragazzi e le ragazze dovrebbero frequentare gli scout?

È una grandissima palestra di vita: si impara a gestire la manualità, a vivere all’aria aperta, a pensare alla natura come luogo da vivere, a relazionarsi con gli altri e a operare in sinergia. La vita è fatta di percorsi, ma alcune esperienze rimangono per sempre.

Come vede i giovani di oggi?

Penso che sia profondamente sbagliata la narrazione di una generazione senza prospettive e senza futuro. Dal nostro punto di osservazione leggiamo tante criticità, ma siamo testimoni di ragazzi e ragazze che hanno voglia di rimboccarsi le maniche, sperimentarsi nella relazione con l’altro e costruire un mondo migliore. Hanno dalla loro l'età, l'entusiasmo e la passione. Sta a noi accompagnarli nell’educazione. Rispetto al passato hanno un’apparente maggiore libertà, ma il concetto su cui insistere è quello dell’autonomia, che è la vera sostanza della libertà.

Che obiettivi hanno?

Gli stessi delle generazioni precedenti: trovare una realizzazione, avere nella vita uno scopo e un luogo in cui essere. Sta agli educatori e alle educatrici cercare di guidarli, ma soprattutto ascoltarli.

Quali sono i valori della vostra associazione?

L’Agesci è cattolica e quindi si fonda su principi cristiani. Abbiamo uno sguardo attento sulla parità di genere: il ruolo di capo, infatti, è sempre condiviso da un uomo e una donna che lavorano insieme. E poi per noi ha un peso im-

Rover e scolte (ragazzi e ragazze tra i 16 e i 19 anni) in cammino

FrancescoScoppola

portante la sostenibilità. Tra i motivi per cui abbiamo scelto Verona come base della Route, oltre alla presenza di spazi adeguati e alla disponibilità delle amministrazioni, ha giocato un ruolo importante la presenza della città sulla linea dell’Alta Velocità. Raggiungere facilmente la destinazione in treno, invece che su gomma, significa per noi ridurre emissioni e costi.

Un’esperienza con gli scout che ricorda con affetto?

Potrei raccontarne tantissime, forse la più bella è stata quella di un campo estivo in bicicletta all’isola d’Elba. Fu molto faticoso fisicamente ma sudare per raggiungere una meta è stato davvero gratificante. Anche la fatica può diventare educazione, perché insegna che alcune soddisfazioni non arrivano subito. Come si aiutano i ragazzi a raggiungere la felicità?

Spiegando loro che non si trova nel successo immediato. Bisogna camminare lungo un percorso accidentato, talvolta fatto anche di cadute.

rn24.agesci.it

agesci.routenazionale2024

AFFRONTARE

LA COMPLESSITÀ

DAL 9 ALL’11 OTTOBRE, IL SALONE DELLA CSR E DELL’INNOVAZIONE

SOCIALE FA INCONTRARE AZIENDE E ISTITUZIONI CHE VOGLIONO

TROVARE NUOVE STRADE PER IMPATTARE MENO SULL'AMBIENTE. IL GRUPPO FS È PARTNER DELL’EVENTO

Spesso le scelte forti portano con sé alcune incongruenze. Ma è proprio questo contrasto, il più delle volte, a creare la giusta opportunità per guardare i problemi in modo nuovo. Vale anche per la so -

stenibilità, un tema urgente e importante per la società e il futuro del pianeta. Sfidare le contraddizioni, infatti, è il titolo della 12esima edizione del Salone della Corporate Social Responsibility (CSR) e dell’innovazione sociale, in program -

ma dal 9 all’11 ottobre all’Università Bocconi di Milano. Tre giorni e oltre cento eventi durante i quali circa 260 organizzazioni si confronteranno su una realtà in continuo cambiamento, alla ricerca di soluzioni innovative. L’obiettivo è adottare uno sguardo inedito sul presente: «Durante i diversi incontri, è emersa dalle imprese, dalle istituzioni e dagli enti del Terzo settore la consapevolezza che bisogna imparare a superare difficoltà, ostacoli e contraddizioni di una realtà che diventa sempre più complessa. Per costruire soluzioni condivise è necessario mettersi in gioco e confrontarsi con tutti gli stakeholder», racconta Rossella Sobrero, del gruppo promotore del Salone. Un approccio condiviso anche dal Gruppo FS Italiane che, come negli anni scorsi, è partner della manifestazione e sarà presente con alcune delle sue società in diversi panel. Ambiente, persone e governance sono i temi principali sui quali si articoleranno le tre giornate. In apertura, mercoledì 9 ottobre, saranno presentati i risultati della ricerca realizzata da Ipsos sulle contraddizioni tra le dichiarazioni di individui, aziende e istituzioni e la percezione delle proprie azioni concrete sui temi della sostenibilità. Un punto di partenza per dare il via al dibattito sull’ambiente, focus della prima giornata del Salone: lo spreco alimentare, il futuro dell’economia circolare e il ruolo dell’intelligenza artificiale nel contrasto alla crisi climatica saranno alcuni degli argo -

menti affrontati.

Gli appuntamenti di giovedì 10, invece, saranno dedicati alle persone e alle comunità, vere protagoniste del cambiamento. Si discuterà del ruolo delle imprese nell’educazione alla sostenibilità e del complesso rapporto tra aziende e Terzo settore. Nel corso dell’ultima giornata della manifestazione, infine, si rifletterà sui modi attraverso cui la pubblica amministrazione, le aziende e gli stakeholder possono dare il proprio contributo in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Il focus del Salone della CSR ha per oggetto le organizzazioni pubbliche e private che stanno sperimentando soluzioni innovative: un tema che diventa anche il termometro per misurare il cambiamento negli stili di vita delle persone e la crescita dell’impegno delle imprese. Una rivoluzione che deve partire già dalle nuove generazioni. E, non a caso, la novità di quest’anno è il Salone Camp: due giorni (7 e 8 ottobre) di preparazione all’evento nazionale animati da workshop, giochi di ruolo e dibattiti per favorire il dialogo tra aziende e giovani. Lo stesso intento sta dietro all’Ideathon, un hackathon in programma il 9 il cui obiettivo è trovare nuove modalità con cui ingaggiare concretamente ragazze e ragazzi indifferenti alla crisi climatica. Per tracciare strade alternative verso la sostenibilità. csreinnovazionesociale.it

La scorsa edizione del Salone della CSR
© Carlo Ramerino
Salone della CSR e dell’innovazione sociale

L’ELEGANZA DI RIFIORIRE

LUISA BECCARIA INVITA LE DONNE A VALORIZZARE LA PROPRIA

FEMMINILITÀ. E ALLA MILANO FASHION WEEK DI SETTEMBRE PORTA ABITI LUMINOSI E LEGGERI CHE SUPERANO IL CONCETTO DI STAGIONE

Femminilità, leggerezza, poesia, sogno. Sono queste le parole chiave per Luisa Beccaria, fondatrice dell’omonima maison. Al di sopra e al di là delle tendenze del momento che, da pioniera, ha anche spesso anticipato, la stilista ha sempre promosso un’ideale di eleganza innata e senza tempo ben rappresentata dalle sue creazioni. Ed è pronta a mostrarle durante la Milano Fashion Week, da martedì 17 a lunedì 23 settembre, per far brillare la donna della Primavera Estate 2025. Nata nel capoluogo lombardo, ha cominciato la sua carriera poco più che ventenne e nel 1984 ha aperto il primo negozio nel quartiere Brera. Nel ‘91 ha portato a Roma la prima sfilata haute couture, seguita da altre a Parigi invitata dalla Chambre de la couture della Ville Lumière, nel 2001 ha debuttato con il ready-to-wear e poi sono arrivati la sposa e l’homewear.

Nel 1983 ha sposato Lucio Bonaccorsi, principe siciliano, e da questa unione sono nati cinque figli – Lucilla, Lucrezia, Ludovico, Luna e Luchino – che pian piano hanno iniziato a seguire le orme della madre in azienda dando vita ad un team molto affiatato. Si è creato così un vero universo Luisa Beccaria, un contenitore di moda ma anche di lifestyle, dove l’amore per la natura e l’innovazione si fondono con il made in Italy.

A luglio ha presentato la collezione Resort Spring Summer 2025 il cui fil rouge è Rifiorire. Alla settimana della moda di Milano proseguirà questo tema?

Per me rifiorire significa rigenerarsi, aprirsi. È un augurio e un incitamento a noi guerriere contemporanee, a non rinunciare alla nostra essenza femminile, perché siamo forti e possiamo permettercelo. Quella della Fashion week sarà una donna luminosa grazie a tessuti di paillette e iridescenti. La collezione si arricchirà anche di tessuti più corposi e forme strutturate ma la ricerca della leggerezza resterà la nostra cifra. Il concetto di stagione è sempre meno presente nelle nostre collezioni, la donna di oggi viaggia molto e c'è bisogno di pezzi seasonless. Cos'è per lei la femminilità?

Un attributo da sottolineare, in cui immergersi e con cui, a volte, giocare. Non è qualcosa da nascondere per equipararsi all’uomo, ma un elemento fondamentale. Non penso però a una femminilità sfacciata e ostentata in atteggiamenti eccessivi – che alla fine la negano – ma a quella aggraziata, che concede spazio all’intelligenza e alla profondità dell’essere. Insieme a lei in atelier c’è Lucilla, com'è il vostro connubio creativo?

È entusiasmante trovarsi a collaborare con una figlia, ancor più quando lei sembra la perfetta depositaria del tuo credo. Lucilla si è avvicinata al mio lavoro sin da piccola, le è cresciuto dentro. È stata, ed è, musa ispiratrice perché la sua grazia è innata, la sua bellezza è spirituale, la sua eleganza e il suo senso dello stile sono straordinari. Ora è a capo del design

Collezione Resort Primavera-Estate 2025

Autunno-Inverno 2024/25

team e punto di riferimento per le nostre top client nel mondo. Io seguo la direzione artistica della maison a tutto tondo e lavoriamo a stretto contatto. Il rapporto tra madre e figlia non è sempre facile: ci sono degli incontri entusiasmanti ma anche degli scontri, spesso giustificati dalla nostra continua ricerca di migliorare. Anche l’ingresso degli altri quattro figli in azienda per me è stata una grande soddisfazione: ognuno di loro incarna, secondo me, lo stile a cui ho dato vita attraverso la mia ricerca estetica.

Quali ricordi familiari porta nelle sue collezioni?

Sin da piccola sono stata sensibile alla bellezza. Ho trovato ispirazione in mia madre, nelle nostre case, ma anche nei viaggi e nelle passeggiate in mezzo alla natura incontaminata. Tutto questo è contenuto, sin dagli esordi, nelle mie creazioni. Poi è arrivato mio marito con la sua sicilianità e la nostra famiglia con cinque meravigliosi figli, anche loro fonte di energia e spunti continui. Così, ho cominciato a cimentarmi anche nell’arredamento, nel restauro, nella creazione di giardini e di paesaggi, in un flusso creativo inesauribile e continuo. Credo molto nell’armonia come conquista. Le mie collezioni sono intrise di passato e di futuro. Ho sempre amato l’eleganza un po’ old world, ma ho ricercato nello stesso tempo materiali e forme estremamente confortevoli, che accarezzino il corpo. L’amore che ha per l’ambiente non si riflette solo nella scelta delle stampe: è stata una pioniera delle tinture naturali fin dagli anni ‘80. Che significa per lei essere sostenibile?

La natura è stata ed è per me fonte di ispirazione continua:

un ideale di bellezza a cui tendere e da rispettare. Cosa c’è di più bello del cielo al tramonto con i suoi molteplici e indefinibili colori? Cosa può regalare più serenità dei bagliori e dei luccichii del mare? Da sempre usiamo materiali naturali e cerchiamo di creare capi che esprimano bellezza ma durino nel tempo. Anche questo, per me, vuole dire essere sostenibili. Pensando invece all'autunno: qual è il pezzo Luisa Beccaria da avere nell’armadio quest'anno?

La cappa a campana in morbido panno, da indossare con la gonna, in versione più chic con un abito stampato o, nel quotidiano, con un paio di pantaloni di velluto a coste. Il tutto in tinta nelle sfumature del verde salvia.

luisabeccaria.it luisabeccaria

LuisaBeccaria

EVOLUZIONE GENDERLESS

CRUCIANI PUNTA SULLA TRASVERSALITÀ CON PEZZI ICONICI PER ENTRAMBI I SESSI, COME CAMICIE, CARDIGAN E BERMUDA. TUTTI

DA SCOPRIRE DURANTE LA SETTIMANA DELLA MODA A MILANO

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

U«na persona consapevole di sé e di quello che indossa». Così Luca Biagetti, stilista di Cruciani, descrive chi sceglie di vestire il marchio di maglieria umbro. Reso celebre dai braccialetti in macramé, il brand reinterpreta la magia del cashmere in chiave contemporanea. «I nostri principali clienti sono i millennial», spiega Biagetti, «con una forte identità e consapevoli del proprio gusto. Hanno cura di ciò che acquistano e di certo non amano i capi usa e getta del fast fashion». Prima di sfidare l’inverno con i pullover per l’après-ski ispirati a Sankt Moritz, il designer è pronto a presentare la collezione Cruciani per l’estate 2025 alla Milano Fashion Week. Una linea dal forte spirito inclusivo e genderless, già anticipata a giugno, sempre nel capoluogo lombardo, durante la settimana dedicata alla moda maschile, con total look pensati sia per il guardaroba maschile sia per quello femminile. Cosa porterà Cruciani sotto al Duomo?

La collezione main donna che integra un progetto partito a giugno, ovvero la capsule Both. L’abbiamo chiamata così per la musicalità inglese della parola e perché traduce il concetto di un abbigliamento per entrambi i generi, trasmettendo un senso di unione e trasversalità.

Quali pezzi traducono maggiormente questa trasversalità?

Sicuramente le camicie, sia in chiave classica che ristrutturate in maniera over, ma anche cardigan e bermuda, iconici di entrambi i guardaroba. Ma anche i tessuti della linea, molto sottili e con una vestibilità comoda. Questo rende i capi adatti a occasioni informali in cui non si vuole rinunciare allo stile, perfetti per l’aperitivo o un incontro di lavoro in città. Rimangono comunque abiti da indossare durante l’arco della giornata, perché i volumi e i colori sono pensati per il daily.

Che nuance avete scelto?

Leggere e dai toni naturali: c’è prevalenza di bianco avorio, kaki e azzurro polvere. Alcuni pezzi presentano blu più accesi oppure sfumature di cordovan e borgogna, ma i colori della terra rimangono sempre sullo sfondo.

A proposito di natura, come si esprime in casa Cruciani il rispetto per l’ambiente?

Lusso e sostenibilità vanno di pari passo. Lavoriamo con alti livelli di qualità che si riflettono nell’etica aziendale e nell'adottare processi green. Da qui viene la scelta di usare tinture ecologiche e risparmiare acqua nei lavaggi dei capi. La sostenibilità non è più un concetto astratto ma è entrato fortemente nella vita delle persone. I nostri clienti fanno molta attenzione a questo aspetto e, pertanto, dob -

Collezione Both Primavera-Estate 2025

Autunno-Inverno 2024/25

biamo essere capaci di rispondere a una richiesta che sarà sempre più pressante. Purtroppo, c’è tantissimo spreco nel mondo del fashion: noi vogliamo fare meglio facendo meno, per questo proponiamo una moda timeless. Per l’inverno, invece, l’ispirazione viene dall’alta quota. Ce ne parla?

Rendiamo omaggio alla montagna che è la regina delle occasioni invernali. Sicuramente, è il luogo più glamour dove sfoggiare i nostri capi in cashmere e in questo ambito la maglieria si esprime al meglio, anche perché in città le temperature sono diventate molto più miti. Però i nostri cardigan foderati possono essere usati anche nei centri ur-

bani: per vestibilità e calore sono capaci di sostituire cappotti e piumini.

Qual è il futuro di Cruciani?

Vogliamo continuare a emozionare. Desideriamo tramutare le nuove esigenze delle persone in capi che facciano sentire bene chi li indossa. Il mercato è molto esigente, ci sono competitor d’avanguardia e bisogna saper cogliere e affrontare le sfide che arrivano ogni giorno, come il cambiamento climatico e il ricambio generazionale. Dobbiamo evolverci mantenendo sempre il nostro Dna che è sinonimo di qualità.

crucianicashmere.com

Autunno-Inverno 2024/25

INTERNATIONAL LEATHER FAIR

A Fiera Milano Rho, dal 17 al 19 settembre, Lineapelle celebra la sua 104esima edizione. La rassegna internazionale dedicata al settore conciario completa la settimana del fashion milanese con l’obiettivo di superare i numeri della rassegna primaverile che ha visto la presenza di 43 Paesi e 60mila aziende. Al centro ci sono i nuovi trend e le innovazioni in fatto di tessuti, accessori e componenti per calzatura, pelletteria, abbigliamento e arredamento. lineapelle-fair.it

© Napodano Matteo

LA FANTASIA IN LAGUNA

DAL 28 AGOSTO AL 7 SETTEMBRE, LA MOSTRA DEL CINEMA PORTA

A VENEZIA LA BELLEZZA DELL’INASPETTATO. CON CINQUE FILM ITALIANI IN CONCORSO E TANTI DIVI ATTESI SUL RED CARPET, DA GEORGE CLOONEY A TILDA SWINTON di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it

Una passata edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica

Èvibrante come una variopinta bolla di sapone. Passeggera e pronta a scomparire, rompendo l’incantesimo e facendo tornare tutti alla normalità ma, mentre ancora fluttua sospinta dal vento, rimane ipnotica. Fervida di vita e irresistibile, la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, tra luci e tappeti rossi, abiti sgargianti e lacrime di commozione, per pochi giorni l’anno cattura sguardi e attenzioni del mondo intero. Succede dal 1932, quando per la prima volta, sulla terrazza dell’Hotel Excelsior, si incontrarono celebrità come Greta Garbo, Vittorio De Sica, John Barrymore e Joan Crawford. La prima edizione della Mostra del cinema, voluta dall’allora presidente della Biennale Giuseppe Volpi, fu un evento eccezionale che ottenne talmente tanta risonanza da assumere presto cadenza annuale.

Quest’anno la manifestazione, giunta all’81esima edizione, si svolge dal 28 agosto al 7 settembre, con la direzione artistica di Alberto Barbera e l’esordio alla presidenza di Pietrangelo Buttafuoco. A capo della giuria è stata chiamata l’interprete francese Isabelle Huppert, già vincitrice, tra i numerosi premi della sua vita, di due coppe Volpi e di un Leone d’oro alla carriera. Con lei registi, sceneggiatrici e produttori come lo statunitense James Gray e il suo collega britannico Andrew Haigh, la polacca Agnieszka Holland, il

La madrina Sveva Alviti
© Matteo Rasero/LaPresse

brasiliano Kleber Mendonça Filho, il mauritano Abderrahmane Sissako, l’italiano Giuseppe Tornatore, la tedesca Julia von Heinz e l’attrice cinese Zhang Ziyi.

Per 11 giorni, e non solo, Venezia diventa la patria del cinema internazionale, tra dive e astri nascenti, giornalisti e operatori del settore. Nelle serate delle proiezioni, esperti e curiosi sono trascinati verso epoche e luoghi lontani, alla volta di infinite possibilità. Proprio partendo da qui l’illustratore Lorenzo Mattotti – che per la settima volta ha realizzato il manifesto dell’evento – ha immaginato la mostra di quest’anno. Come un elefante, simbolo dell’inaspettato e dell’apertura alle altre culture, che attraversa la laguna sulle vie della fantasia.

Come ogni anno, la rassegna è guidata da una madrina a cui compete il ruolo di assegnare i premi ufficiali decretati dalla giuria, dal Leone d’oro alle Coppe Volpi per le migliori interpretazioni. Questa volta il compito è stato affidato a Sveva Alviti, ex modella e attrice in procinto di debuttare come regista. Dopo aver preso parte a film come Niente può fermarci, insieme a Gerard Depardieu, alla produzione Netflix AKA e al pluripremiato Entres Les Vagues, sta lavorando dietro la macchina da presa alla coproduzione italo-francese Meilleur espoir féminin, nelle sale nel 2025. Via, quindi, alle proiezioni. È Beetlejuice Beetlejuice, dell’eccentrico regista Tim Burton, ad aprire le danze. Presentato fuori concorso in anteprima mondiale nella serata di mercoledì 28 agosto, all’interno della Sala grande del Palazzo del cinema, segna il ritorno dello spiritello dopo il primo film di 36 anni fa. Seguono poi i 21 film in gara per aggiudicarsi il Leone

d’oro. Di questi, cinque sono stati diretti da registe e registi italiani: Campo di battaglia di Gianni Amelio, Vermiglio di Maura Delpero, Iddu (Sicilian letters) di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Queer di Luca Guadagnino e Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt. Grande attesa anche per i divi internazionali, che tornano a partecipare alla kermesse dopo lo sciopero hollywoodiano dello scorso anno. Wolfs di Jon Watts dovrebbe portare sul red carpet Brad Pitt e George Clooney, mentre per The room next door di Pedro Almodovar potrebbero presentarsi Tilda Swinton e Julianne Moore. Tra gli altri volti celebri che si spera di incontrare a Venezia, anche Nicole Kidman e Antonio Banderas, Lady Gaga e Joaquin Phoenix, Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara.

Ad aprile le sezioni competitive Orizzonti e Orizzonti extra, dedicate alle pellicole dal carattere sperimentale, sono rispettivamente Nonostante, dell’attore e regista romano Valerio Mastandrea, e September 5 , dello svizzero Tim Fehlbaum. Anticipatrice del futuro, la rassegna prende anche atto delle trasformazioni che il mondo del cinema sta affrontando e apre le porte alle serie cinematografiche. Durante il festival ne vengono proiettate cinque, tra cui M. Il figlio del secolo di Joe Wright, tratta dal primo romanzo di Antonio Scurati, e Disclaimer - La vita perfetta di Alfonso Cuarón. A queste si aggiungono pellicole storiche restaurate, documentari e cortometraggi, in gara e fuori concorso. Per sognare a occhi aperti e immergersi in realtà finora sconosciute. Camminando sulle vie della fantasia al fianco dell’elefante.

labiennale.org/it/cinema/2024

Il manifesto della prima edizione
Una scena di Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton

ELOGIOALLAPIENEZZA

A UN ANNO DALLA SCOMPARSA, DUE MOSTRE A ROMA

OMAGGIANO FERNANDO BOTERO, PITTORE E SCULTORE

COLOMBIANO FAMOSO PER IL SUO LAVORO DI RICERCA

SULLE FORME E LE DIMENSIONI

di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it

Fernando Botero Venere Dormiente (1994)
Courtesy Il Cigno GG Edizioni

L’ossessione per i volumi, le proporzioni gonfie e quell’abbondanza carnale che toglie spazio ai tratti espressivi del volto. I ritratti di Fernando Botero sono facilmente riconoscibili per lo stile unico e una certa satira nascosta tra le pennellate provocatoriamente morbide, le ambientazioni paradossali e le pose talvolta goffe. Nell’officina dell’artista colombiano trovano spazio anche sculture monumentali: per-

Fino al 1° ottobre è possibile ammirare le statue della sua produzione passeggiando tra gli angoli della Capitale che ospitano la mostra diffusa Botero a Roma . Otto installazioni, tra piazza Mignanelli, piazza San Silvestro e piazza San Lorenzo in Lucina, sulla terrazza del Pincio, Fernando Botero The Arnolfini según Van Eyck (2006)

sone e animali dalla presenza corpulenta che rispondono a quella stessa esigenza, espressa in pittura, di riflettere sulla forma.

a largo San Carlo al Corso e in piazza del Popolo, sfidano lo sguardo di chi passa attraverso la loro imponenza fisica. «Questa è la prima grande esposizione dopo la scomparsa di mio padre, il 15 settembre dello scorso anno, e non sarà l’ultima perché il nostro impegno è continuare a promuovere il suo straordinario talento artistico», ha detto Lina Botero, curatrice dell’allestimento e figlia del pittore.

Anche Palazzo Bonaparte si fa custode del lavoro e della memoria del colombiano e, dal 17 settembre al 19 gennaio 2025, ospita una retrospettiva a lui dedicata. Nelle sale si alternano dipinti, acquarelli, sculture e alcuni inediti, opere di medie e grandi dimensioni che rappresentano la sontuosa rotondità del suo universo. Non mancano le reinterpretazioni di capolavori della storia dell’arte, come i ritratti borghesi dei fiamminghi Peter Paul Rubens e Jan van Eyck. E, ancora, il motivo della corrida, riletto attraverso il filtro della tradizione ispanica che va da Francisco Goya a Pablo Picasso. I soggetti cambiano ma la formula è sempre la stessa e vede nella dilatazione una soluzione ai limiti dell’oggettivo. Perché, come diceva Botero, «la realtà è arida, meglio comunicare la pienezza».

Fernando Botero
La cuadrilla (2012)
Fernando Botero
Donna seduta (2000) Courtesy Il Cigno GG Edizioni

ORIZZONTE

DAI RIFLESSI PLACIDI DELL’ACQUA NELLE FOTO DI MASSIMO SIRAGUSA AI BAGNANTI IMMORTALATI DA MARTIN PARR. IN MOSTRA A SENIGALLIA, FINO AL 13 OTTOBRE, 80 SCATTI CHE HANNO COME SOGGETTO IL MARE di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it

PROFONDO

Èsfondo e protagonista dell’estate italiana: un’immensa distesa di azzurro che si mescola al cielo e consente di immaginare l’infinito. È dedicata al mare la mostra ospitata a Palazzo del duca

di Senigallia, in provincia di Ancona, che raccoglie ed espone fino al 13 ottobre circa 80 scatti della collezione di Rita e Riccardo Marone. Tra opere di fotografi meno noti e di giganti come

Massimo Siragusa Le boe (2007)

Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Franco Fontana, Henri Cartier-Bresson e Martin Parr, l’esposizione Profondo come il mare, curata dalla storica dell’arte Angela Madesani, mette in scena le molteplici sfumature iconografiche di questo paesaggio, tra scogli, litorali e porti. Il mare è anche l’elemento di unione tra la città che ospita la mostra e quella di origine del collezionista Marone, nato e cresciuto in una casa affacciata sul Golfo di Napoli. E avvolge i visitatori con tutte le sue diverse sfaccettature: dai riflessi placidi dell’acqua nelle foto-cartolina di Massimo Siragusa agli spazi costieri e navali intesi come luogo di lavoro negli scatti di Carlo Bevilacqua, Renzo Tortelli e Luciano D’Alessandro, autori di veri e propri reportage.

Angelo Antolino Porto di Napoli - Dittico (2018)
© Angelo Antolino
Gualberto Davolio Marani La solitaria di Capri (1948-1953)

E poi, ancora, i nudi artistici realizzati sulla spiaggia da Edwin Bower Hesser negli anni ‘20, i ritratti ironici dei bagnanti immortalati da Martin Parr e quelli più intimi di Bert Hardy, conosciuto con il soprannome di “narratore del popolo”, che nel 1951 fissò su pellicola lo scambio di confidenze tra due giovani amiche con le gonne sollevate dalla brezza.

Le opere in mostra attraversano un secolo di avvenimenti e fanno immergere chi le osserva nella storia della fotografia, tra immagini analogiche e digitali, piccoli e grandi formati, colori intensi e sfumature di grigi. In comune, sempre, uno sguardo sognante verso l’orizzonte.

© Fondo Davolio MaraniCsac, Parma
Bert Hardy Senza titolo (1951)
© Bert Hardy

L’ARTE MESSA

IN CANTIERE

ATTRAVERSO LE FOTOGRAFIE DI CINQUE ARTISTI ITALIANI, UNA MOSTRA AL MAXXI DI ROMA DOCUMENTA LA COSTRUZIONE DI GRANDI INFRASTRUTTURE IN TUTTO IL MONDO

di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it foto courtesy Ghella

Domingo Milella

Naples-Bari High-Speed Railway (2022-2023)

Una scia luminosa scompare dietro la curva di un tunnel, diretta chissà dove, mentre una persona in abiti da lavoro studia l’ambiente. Tra le impalcature, a Vancouver, alcuni professionisti si fermano a parlare, per organizzare le fasi successive o concedersi un momento di riposo.

Dall’interno, i cantieri hanno un aspetto diverso da come lo si immagina. Contengono una bellezza difficile da catturare, tra mix di colori sgargianti e grigi profondi, opacità delle pietre e lucentezza dei metalli. Un’armonia che si intravede soprattutto attraverso l’umanità di chi vive questi luoghi: uomini e donne, ingegnere, architetti e operai che cercano di rendere alcune porzioni di mondo più accessibili alle persone.

La mostra Nuove avventure sotterranee, al MAXXI di Roma fino al 25 settembre, documenta la vita in cinque cantieri di grandi infrastrutture in tutto il mondo. I siti catturati dai fotografi e dalle fotografe per l’esposizione sono tutti di Ghella, un’azienda italiana di costruzioni che, per celebrare il suo 130esimo compleanno, ha chiesto a cinque professionisti di immortalare alcuni suoi lavori.

Tra le oltre cento fotografie in mostra, quelle del pugliese Domingo Milella sono state realizzate in Italia, in Irpinia, nel cantiere che tra pochi anni consentirà all’Alta

Domingo Milella

Naples-Bari High-Speed Railway (2022-2023) Giulia Parlato Auckland Central Interceptor (2022)

Velocità di collegare Bari e Napoli. Ci sono poi le immagini del bolognese Stefano Graziani a Vancouver, in Canada, e quelle della veneta Rachele Maistrello a Brisbane, in Australia. Passando per gli scatti del romagnolo Luca Nostri a Buenos Aires, in Argentina, e per quelli della palermitana Giulia Parlato ad Auckland, in Nuova Zelanda. Alle foto esposte sono associate immagini d’archivio dell’azienda e di infrastrutture storiche, come il primo tunnel realizzato in Cina per il passaggio della ferrovia, ancora esistente. Le opere della rassegna curata da Alessandro Dandini de Sylva sono veri e propri documenti, ma anche atti immaginativi. Indagano ciò che di bello si nasconde dietro strutture provvisorie e lo rendono permanente, restituendolo ai visitatori e alle visitatrici del MAXXI. Una fotografia di cantiere che da necessità tecnica si fa testimonianza artistica dello scorrere del tempo. E che, ricordando il passato, preserva il momento presente per rendere possibile il futuro. maxxi.art

Rachele Maistrello Brisbane Cross River Rail (2023)
Stefano Graziani
Vancouver Broadway Subway Project (2022)

Beethoven Sinfonia n. 7

Apri gli occhi alla musica

Daniel Harding,

l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia ti invitano alla

fra i direttori ospiti

Semyon Bychkov, Gustavo Dudamel, Myung-Whun Chung, Manfred Honeck, Antonio Pappano, Tugan Sokhiev, Jakub Hrůša, Daniele Gatti, Kirill Petrenko

FRECCE TRENITALIA

IN VIAGGIO CON LE FRECCE

Chi deve ancora organizzare le vacanze è in tempo per raggiungere le più belle località marittime italiane con le Frecce. Nei giorni a più alta richiesta e nei weekend estivi, è possibile salire a bordo di un Frecciarossa notturno da Milano Centrale per raggiungere Reggio Calabria al mattino e viceversa, con fermate intermedie a Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa San Giovanni. Sempre in orario serale, nei giorni a maggior richiesta, si può prendere il Frecciarossa da Milano per arrivare a Lecce al mattino del giorno seguente e viceversa o fermarsi in una delle città toccate dal percorso, come Foggia, Barletta, Bari, Monopoli, Fasano, Ostuni e Brindisi.

Chi preferisce partire durante il giorno ha a disposizione dieci collegamenti Frecciarossa che uniscono quotidianamente Milano a Reggio Calabria, con sei che estendono il proprio percorso anche a Torino. Per arrivare in Calabria da Roma, invece, si può scegliere tra 16 Frecce ogni giorno, mentre da Venezia sono a disposizione due Frecciarossa e altri due treni viaggiano quotidianamente da Bolzano e Verona verso Paola e Sibari.

Chi vuole raggiungere la costa adriatica può usufruire anche di due nuovi Frecciarossa giornalieri tra Milano e Pescara e di due Frecciarossa, attivi nel weekend, che collegano senza effettuare cambi Bolzano, Trento, Verona e la costa adriatica fino a Pescara. Da quest’estate, inoltre, sono disponibili anche due Frecciargento che, nei fine settimana, collegano Roma, Riccione, Rimini e Ravenna. Chi da Roma vuole arrivare fino in Puglia può invece utilizzare uno dei 13 collegamenti per Foggia, Bari, Brindisi e Lecce.

Infine, chi preferisce il mare del Cilento può raggiungerlo comodamente da Torino, Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli grazie a Frecciarossa e Frecciargento, oppure con Frecciarossa o Frecciargento più FRECCIALink. Maggiori informazioni su trenitalia.com

VIVI LE TUE PASSIONI CON FRECCIAROSSA

Frecciarossa accompagna i viaggiatori che vogliono assistere a spettacoli, concerti e festival.

Si parte con MITO SettembreMusica, festival dedicato alla classica che si svolge in contemporanea a Milano e a Torino. Dal 6 al 20 settembre i clienti delle Frecce che vogliono assistere agli spettacoli di Torino hanno diritto al 2X1 sul biglietto d’ingresso all’evento scelto.

Il 24 dello stesso mese, all’Unipol Forum di Milano, si esibisce il trio statunitense Jonas Brothers, che torna in Italia dopo quattro anni: con l’offerta Speciale Eventi si può arrivare nella città meneghina viaggiando sulle Frecce con sconti fino all’80% sul biglietto Base, inserendo il codice BROTHERS.

Dal 3 al 6 ottobre, a Firenze, spazio a progetti di sviluppo ispirati al bene comune con il Festival nazionale dell’economia civile. Chi vuole raggiungere la città del Giglio con le Frecce può utilizzare la Speciale Eventi inserendo il codice ECONOMIACIVILE24 in fase di acquisto del biglietto.

Grazie all’offerta FrecciaMUSIC, inoltre, si possono raggiungere i grandi live autunnali viaggiando sulle Frecce con sconti fino all’80% sul biglietto Base.

Dall’8 ottobre, al Teatro Petruzzelli di Bari, parte il tour di Robert Plant, storico cantante dei Led Zeppelin: 11 date che toccano tantissime città italiane, tra cui Napoli, Roma e Bologna, per concludersi a Brescia il 23. Per accedere alla scontistica riservata ai clienti Frecciarossa e Frecciargento è sufficiente inserire il codice PLANT in fase di acquisto.

L’offerta FrecciaMUSIC è valida anche per i concerti della cantautrice statunitense Melanie Martinez, il 18 ottobre a Bologna e il 19 a Milano, e del bardo australiano Nick Cave, il 20 ottobre a Milano: basta usare rispettivamente i codici MARTINEZ e CAVE in fase di acquisto.

Infine, a novembre, c’è grande attesa per i live dell’artista canadese Bryan Adams, il 6 a Bolzano e il 9 a Milano. Anche in questo caso, con il codice ADAMS si può ottenere l’offerta FrecciaMUSIC e viaggiare con sconti fino all’80%.

Maggiori dettagli sulle offerte su trenitalia.com

FRECCIAROSSA MAIN PARTNER DELLA FIERA PADELNESS

Dal 22 al 24 novembre 2024 arriva a Napoli, negli spazi della Mostra D’Oltremare, Padelness, la prima fiera italiana del padel e del fitness. Cinque campi di padel, due palchi fitness, aree relax e intrattenimento, un programma vasto e stimolante per gli appassionati di sport e benessere. Frecciarossa è main partner dell’iniziativa e grazie all’offerta Speciale Eventi sconti fino all’80% sul biglietto Base per chi sceglie le Frecce per raggiungere l’evento.

EXTRA SCONTO DEL 10%

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CLIENTI CHE SI ISCRIVONO ON LINE

Gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di Partita Iva. L’adesione è gratuita e a disposizione per tutti i clienti l’app B2B di Trenitalia, un call center gratuito attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20 e l’offerta Carnet Aziende da 10, 30 e 50 viaggi che consente a chi si sposta tra due città di risparmiare fino al 40% sul prezzo Base. In più, iscrivendosi online (scegliendo il pagamento con carta di credito) è possibile ricevere, in via promozionale, per gli acquisti effettuati nei primi 30 giorni, un ulteriore sconto del 10% sull’offerta Corporate. Per chi sceglie l’offerta Corporate Top c’è ancora più flessibilità negli spostamenti con il cambio di prenotazione illimitato e il rimborso totale del biglietto fino alla partenza. L’offerta concede anche l’accesso a FRECCIALounge e FRECCIAClub a chi possiede un biglietto valido per il livello Business (con associata la Carta FRECCIA personale) e il 10% in più di punti Carta FRECCIA . E se per lavoro gli spostamenti sono tra Roma e Milano con Trenitalia si può scegliere il comfort Frecciarossa: 100 collegamenti al giorno che garantiscono una frequenza di un treno ogni 15 minuti e più di 50mila posti a disposizione. Ogni giorno due Frecciarossa no stop collegano Milano e Roma in 2h e 50’ e sette Frecciarossa, sempre no stop, in 2h e 59’.

BASE

LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.

Freccia 2X1

La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconto fisso del 50% del prezzo Base su Frecciarossa e Frecciargento. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive e del Salottino Business 1

FrecciaSENIOR

Riservata agli over 60 titolari di Carta FRECCIA, FrecciaSENIOR consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 29 € a seconda della classe e della relazione di viaggio. L’offerta è valida per viaggiare in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard 2

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Hai voglia di una pausa ad Alta Velocità diversa dal solito? Aggiungi al tuo viaggio un’esperienza di gusto! Il FRECCIABistrò ti aspetta al centro del Frecciarossa: lì troverai prodotti da forno, snack dolci e salati, piatti caldi e freddi, taglieri, panini, tramezzini, pizza, hamburger e soft drinks, birre artigianali, cocktail, vini e bollicine.

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Notizie La Presse sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora

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Una selezione delle migliori serie tv e di magnifici documentari

MUSICA Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera

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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E

AGEVOLAZIONI NELLE

PRINCIPALI

SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA

È uno dei transatlantici più famosi della storia, noto per essere naufragato dopo lo scontro con un iceberg durante il suo viaggio inaugurale. La mostra Titanic: an immersive experience, da agosto negli spazi di Exhibition Hub, a Milano, allo Scalo Farini, trasporta i visitatori all’interno della lussuosa nave della White Star Line grazie a ricostruzioni scenografiche ottenute con l’utilizzo di tecnologie multimediali innovative. L’esposizione consente di ripercorrerne la storia, dalla costruzione fino al naufragio raccontato nel celebre colossal di James Cameron, tra animazioni video immersive e un’esperienza in realtà virtuale.

Sconto del 30% sull’ingresso alla mostra, riscattabile unicamente online. per chi è in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca con destinazione Milano e data antecedente al massimo di due giorni quella di visita. Oltre alla riduzione del prezzo è possibile ottenere l’accesso vip che consente di saltare la fila, un poster in regalo e la fruizione gratuita della realtà virtuale. milano-art-center.it

IN CONVENZIONE ANCHE

MUSEO EGIZIO, TORINO museoegizio.it

REGGIA DI VENARIA, VENARIA REALE (TORINO) lavenaria.it

GALLERIE LEONARDO DA VINCI, MILANO museoscienza.org

HELMUT NEWTON. LEGACY

La retrospettiva ripercorre l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi, dagli esordi negli anni ‘40 fino al 2000 circa. Servizi di moda rivoluzionari e ritratti di celebrità come lo stilista Gianni Versace, il cantautore David Bowie e l’attrice Elizabeth Taylor animano le Stanze della fotografia, a Venezia, fino al 24 novembre.

Offerta 2x1 per ogni socio Carta FRECCIA in possesso di un biglietto Frecciarossa per Venezia con data antecedente al massimo di tre giorni quella di ingresso all’esposizione. Tariffa ridotta sull’ingresso singolo per i soci Carta FRECCIA che raggiungono la città della mostra con le Frecce al massimo tre giorni prima della visita e per i soci X-GO che viaggiano con Intercity, Intercity Notte o Regionale il giorno stesso dell’ingresso alla mostra. lestanzedellafotografia.it

Helmut Newton Nova, Parigi (1971) © Helmut Newton Foundation

LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI, GENOVA cittadeibambini.net

HZERO, FIRENZE hzero.com

MARIO TESTINO - A BEAUTIFUL WORLD

Fino al 25 agosto a Palazzo Bonaparte, Roma mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

VINCENT PETERS. TIMELESS TIME

Fino al 25 agosto a Palazzo Bonaparte, Roma mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

Maggiori informazioni su trenitalia.com

Una ricostruzione del Titanic

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497

WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio FRECCIAROSSA ETR 700

FRECCIAROSSA ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze

Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

PRIMA DI SCENDERE

FONDAZIONE FS

DESTINAZIONE VACANZE

DALLE DOLOMITI FRIULANE AL SALENTO, PASSANDO PER LA VERSILIA. L’OFFERTA DI FONDAZIONE FS E TRENI TURISTICI ITALIANI PER UN’ESTATE A RITMO SLOW

Chi vuole sfuggire alla calura per raggiungere le principali località montane o marittime può farlo a ritmo slow, scegliendo di viaggiare su un convoglio storico della Fondazione FS Italiane o sui nuovi Espressi di FS Treni Turistici Italiani.

Tra i primi spicca il Treno delle Dolomiti friulane, previsto domenica 11 agosto, che attraversa la provincia di Pordenone, da Sacile a Barcis. La fermata intermedia nella stazione di Montereale Valcellina offre la possibilità di visitare il Museo dell’ex centrale idroelettrica di Malnisio e la vecchia strada della Valcellina, tra canyon e corsi d’acqua. Nella stessa zona, il 21 settembre, il Treno di Pordenonelegge parte sia da Treviso sia da Trieste per portare i viaggiatori alla 23esima edizione del festival letterario.

Ma la grande novità dell’estate 2024 è l’offerta della società FS Treni Turistici Italiani. Oltre all’Espresso Cadore, si aggiunge da Roma un treno notturno diretto verso il Tacco d’Italia. Con l’Espresso Salento, il 13 ed il 22 agosto, è possibile raggiungere le

più belle località della Puglia: Bari, le vicine Polignano a Mare e Monopoli, Fasano, Ostuni, Carovigno, fino ad arrivare al capoluogo di provincia Brindisi e a Lecce. Grazie alla collaborazione con Ferrovie del Sud-Est, inoltre, si può proseguire verso le più rinomate località turistiche a bordo di treni e bus programmati. Da Milano, invece, l’Espresso Versilia – ogni martedì e giovedì di agosto e settembre – raggiunge il golfo del Tigullio e le Cinque Terre, nello Spezzino, e Forte dei Marmi e Viareggio, in provincia di Lucca. Anche l’Espresso Riviera parte dalla città meneghina e, tutti i weekend di agosto e settembre, percorre la Riviera dei Fiori, raggiungendo Savona e, nella sua provincia, Varazze, Albenga e Alassio, oltre a Sanremo, Bordighera e Ventimiglia, vicino a Imperia. Le ampie poltrone degli scompartimenti a salottino, la carrozza ristorante e il bar di bordo sono solo alcuni dei servizi dedicati a chi sceglie di viaggiare sui nuovi Espressi. Il modo giusto per cominciare la vacanza. fondazionefs.it | fstrenituristici.it fondazionefsitaliane

SAVE THE DATE//TRENI STORICI AGOSTO

9, 30 10, 31 11, 17, 25, 27 11 10, 17 11 13, 22 14, 23 1 1, 8, 15, 21, 29 7 8 14, 15 15 21 22 22, 29 29

Espresso Cadore (da Roma Termini)

Espresso Cadore (da Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina d’Ampezzo)

Irpinia express. Il treno del paesaggio

Ferrovia dei parchi. Altipiani maggiori d’Abruzzo

Ferrovia dei parchi. L’alto Sangro

Treno delle Dolomiti friulane

Espresso Salento (da Roma Termini)

Espresso Salento (da Lecce)

SETTEMBRE

Treno dei borghi più belli d’Italia; Garda express

Irpinia express. Il treno del paesaggio

Reggia express

Laveno express; Treno alla scoperta dei borghi della pianura Pordenonese; Archeotreno Campania

Pietrarsa express

Sebino express; Treno del Sacro Monte

Treno Langhe Roero e Monferrato; Treno di Pordenonelegge

Besanino express

Sannio express

Lomellina express; Treno Natura. Festa dell’uva e del vino

© Archivio Fondazione FS Italiane
L’Espresso Salento percorre la campagna tra Monopoli e Brindisi

PRIMA DI SCENDERE

FUORI LUOGO

di Mario Tozzi

mariotozziofficial

mariotozziofficial

OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

ISERNIA MILLENARIA

Atutti quelli che scherzano sull’esistenza del Molise è interessante far sapere che Isernia era già un importante centro sannita quattro secoli prima di Cristo. E che, su quella collina ritagliata fra due corsi d’acqua, centinaia di migliaia di anni fa si aggiravano esemplari del genere homo molto più antichi degli attuali sapiens. Arrivarono poi i romani e, più tardi, si svilupparono società legate alle transumanze tra Tirreno e Adriatico, di cui si può cogliere ancora il sapore lontano nei caciocavalli, nella stracciata e nel pane.

La città è stata bombardata durante la Seconda guerra

mondiale e danneggiata da diversi terremoti, ma oggi è di nuovo pienamente al centro di una regione naturalisticamente intatta e ricca di foreste e fiumi. Il borgo storico conserva un’atmosfera pacata e riservata che consente curiose passeggiate, magari passando da un affaccio all’altro sulle valli, senza dimenticare una sosta gastronomica in uno dei locali più antichi del centro: l’Osteria Paradiso. All’interno di un vecchio edificio, ha visto alternarsi nei secoli diversi ristoratori e ancora oggi offre la possibilità di mangiare la pasta e fagioli nelle caratteristiche concoline di rame con i manici.

La Fontana Fraterna nel centro storico di Isernia

DPRIMA DI SCENDERE

MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio

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[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

CHI MEDITA NON GIUDICA

urante la meditazione, nel silenzio, mentre ci focalizziamo sul nostro respiro, immediatamente la mente si affolla di pensieri. Non vanno giudicati, ma visti, riconosciuti e lasciati andare. Ogni volta che la mente si allontana va richiamata a sé. «Se la tua mente vaga mille volte, riportala indietro mille volte», dice Jon Kabat-Zinn. Questo è il non giudizio nella pratica formale, ma cosa può essere nella nostra vita?

Il giudizio rappresenta una delle abitudini più difficili da sradicare dalla mente. L’impulso a catalogare e classificare cose, eventi e persone, se stessi compresi, nasce dall’esigenza di avere uno schema mentale prestabilito che non ci faccia commettere errori. Giusto o sbagliato, bello o brutto sono categorie che ci mettono al sicuro e ci consentono di scegliere solo il buono. Ma è veramente così?

In realtà, l’abitudine di giudicare intrappola in schemi di

pensiero di cui spesso non si è consapevoli, generando automatismi che, anziché semplificare il problema, lo amplificano, dandogli significati che non gli appartengono. Così, si rimane ancorati alle questioni invece di risolverle. La mindfulness ci insegna a essere testimoni imparziali delle nostre esperienze. Questo non significa risultare distaccati o insensibili, tutt’altro. Evitando di giudicare e accettando quello che c’è, è possibile vivere e osservare la realtà con presenza, pienezza e accoglienza. Senza giudizio si possono sperimentare l’inaudito e l’inatteso, si può scoprire cosa c’è di nuovo in serbo per noi rimanendo nel momento presente e cogliendone il significato pieno. Inoltre, riuscire a placare la mente dalla continua attività giudicante, che oscilla tra negatività e positività, avvicina a uno stato di pace interiore. E cosa c’è di più bello di un mare calmo che scintilla al tramonto? Così sarà la nostra mente non giudicante.

BIA

PRIMA DI SCENDERE

FOTO DEL MESE

di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it

Una pausa caffè o un break davanti a uno spritz possono diventare l’occasione per fare conoscenza tra estranei, un pretesto per stringere relazioni amorose o concludere affari, ma anche la scusa per passare qualche ora assorti nei propri pensieri.

I tavolini di un bar di Capri, immortalati negli anni ‘80 da Ferdinando Scianna, primo fotografo italiano a entrare nell’agenzia internazionale Magnum Photos, sembrano celle di un alveare umano, testimoni di chissà quanti avvenimenti, amori, sorrisi e pianti. Bar Stories on Camera è il titolo della mostra che fino al 6 ottobre riempie gli spazi della Project Room al Centro italiano per la fotografia Camera, a Torino. Sono 50 gli scatti esposti, provenienti dall’Archivio storico Galleria Campari e dall’agenzia Magnum Photos, che offrono uno spaccato dell’evoluzione della società contemporanea, italiana e internazionale, che nei bar ha trovato nuovi spazi di condivisione e mondanità. Così, tra fotografia di strada e scatti a vetrine brandizzate, ritratti di bartender durante il turno di lavoro o di celebrità come Ernest Hemingway e Maria Callas in momenti di relax, si racconta la storia umana. In continuo divenire, tra un espresso e una brioche. camera.to

Ferdinando Scianna Capri, Italia (1984)

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