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LA PORTA DELL'ANIMA

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PRIMA DI SCENDERE

PRIMA DI SCENDERE

UN VIAGGIO NEL CUORE VERDE DEL LAZIO ALLA SCOPERTA DI SUBIACO E DELLA VALLE DELL’ANIENE. TRA MONASTERI BENEDETTINI E ANTICHE TRADIZIONI CULINARIE

Per molti viaggiatori esistono dei veri e propri luoghi dell’anima, paesaggi e scenari naturali particolarmente suggestivi dove è possibile ritrovarsi, riunendosi con la parte più autentica e profonda di se stessi. Per il poeta umanista Francesco Petrarca, questo luogo si trovava a circa 70 chilometri da Roma, non lontano dal centro principale della cristianità, nell’allora selvaggia Valle dell’Aniene, a ridosso dei Monti Simbruini.

«All’autore del Canzoniere la sensazione sovraumana di pace e serenità del Monastero di San Benedetto a Subiaco destò una commozione così profonda e vivida da spingerlo a definire il sito Paradisi limen, la soglia del Paradiso», afferma Dom Maurizio Vivera (Dom, dal latino dominus, è un titolo riservato ai monaci benedettini), priore e coordinatore delle visite guidate.

A distanza di secoli il magnifico monastero conserva intatto il suo fascino mistico e la sua sublime serenità. Qui si può ammirare il Sacro speco, la grotta in cui Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, aveva trascorso un periodo di vita eremitica in penitenza e contemplazione. Una statua del santo, opera di Antonio Raggi detto il Lombardo, ne ricorda il passaggio. Il complesso religioso, incassato nella roccia del monte Talèo, a strapiombo sulla valle sottostante e formato da due chiese sovrapposte, edificate tra il XII e il XIV secolo, rappresenta ancora oggi un mirabile esempio di architettura sacra, adornata di opere d’arte di incommensurabile bellezza.

Nella cappella di San Gregorio Magno si può ammirare quello che è considerato il più antico ritratto di Francesco d’Assisi, dipinto probabilmente men- tre il santo era ancora in vita, intorno al 1220. Un’opera di estrema importanza storica e di squisita fattura. La chiesa inferiore, a più ripiani ricavati nella stessa roccia, è rivestita di affreschi con storie di San Benedetto, fondatore dell’ordine monastico famoso per la regola che unisce la preghiera al lavoro, e di 12 monasteri fatti costruire durante il trentennio trascorso in eremitaggio nella Valle dell’Aniene. Di questi il solo sopravvissuto è quello dedicato alla sorella, Santa Scolastica, edificato su un’altura a est di Subiaco. Si tratta del più antico monastero benedettino al mondo ed è considerato la culla della stampa in Italia: nel 1464, infatti, due chierici e allievi di Johannes Gutenberg, Arnold Pannartz e Conrad Sweynheym, impiantarono qui la prima tipografia della Penisola in cui veniva utilizzata la tecnica a caratteri mobili. L’officina arricchì la biblioteca del monastero di preziosi incunaboli, tra cui il De divinis institutionibus adversus gentes di Lattanzio, il primo libro a stampa con data certa, che reca l’anno 1465.

Attualmente, il monastero si presenta come un complesso di edifici costruiti in epoche e stili diversi, sul cui ingresso campeggia la scritta ora et labora. Degni di nota sono anche il campanile del XII secolo e la chiesa attuale, gioiello settecentesco, ultima delle cinque che si sono stratificate qui nel corso dei secoli. «Attorno a questa e alla biblioteca, unitamente agli altri luoghi del lavoro, dell'accoglienza e della vita quotidiana dei monaci, si sviluppa l’attuazione del binomio ora et labora che ha finito per connotare l'impianto propriamente benedettino».

La Biblioteca statale del monumento nazionale di Santa Scolastica è principalmente un luogo di studio e ricerca, riferisce il direttore Dom Fabrizio Messina Cicchetti, «grazie all'ingente patrimonio manoscritto e a stampa che possiede, oltre all'Archivio monastico con le sue 3.883 pergamene e moltissimi documenti cartacei dal XII al XIX secolo». Nella Rocca Abbaziale di Subiaco, nel 1480, secondo molti studiosi, ha visto la luce Lucrezia Borgia, figlia del Cardinale Rodrigo Borgia, commendatario di Subiaco dal 1471 e salito sul soglio pontificio nel 1492 con il nome di Alessandro VI.

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