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LA MODA È UN CAPOLAVORO

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PRIMA DI SCENDERE

PRIMA DI SCENDERE

APRE A TRIESTE ITS ARCADEMY-MUSEUM OF ART

IN FASHION: 20 ANNI DI TENDENZE ATTRAVERSO LE COLLEZIONI DEGLI STILISTI CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO INTERNATIONAL TALENT SUPPORT

Porto di confine multiculturale e aperto al mondo, Trieste diventa anche capitale della creatività. E lo fa tenendo a battesimo Its Arcademy-Museum of Art in Fashion, che apre al pubblico il 18 aprile. Uno spazio dedicato all’arte della moda nato per ospitare le collezioni dei giovani talenti mondiali che, negli ultimi 20 anni, hanno partecipato al concorso International Talent Support. La competizione per designer emergenti è stata concepita nel 2002 da Barbara Franchin, che oggi taglia il nastro del nuovo polo couture ospitato nello storico palazzo della Fondazione della Cassa di risparmio di Trieste. «L’idea alla base del contest non era solo quella di creare un altro concorso di moda. Volevamo costruire un network, continuando a seguire gli artisti selezionati durante tutta la loro carriera. Ma anche documentare l’evoluzione della moda contemporanea, conservando un pezzo della collezione di ogni finalista», racconta.

E da questo obiettivo ha preso forma l’idea di realizzare uno spazio espositivo, che è un archivio creativo e un centro di formazione aperto a tutti, professionisti del settore, appassionati e curiosi di ogni età. «Si tratta del primo museo della moda contemporanea sorto in Italia e il nome scelto sottolinea la connotazione fortemente artistica di ogni suo aspetto. Vogliamo ispirare, sorprendere e guidare il visitatore alla scoperta di una creatività che, ne siamo fermamente convinti, risiede in ognuno di noi. In maniera inclusiva e trasversale, non soltanto attraverso percorsi espositivi ma anche tramite esperienze formative. Sarà un polo culturale dinamico capace di ospitare conferenze, installazioni, mostre, presentazioni, momenti musicali, didattica ed eventi di ogni genere», spiega Franchin.

Ma il vero tesoro di questa nuova apertura è nella collezione raccolta: 14.758 progetti che arrivano da 80 Paesi, oltre a 1.089 abiti, 163 accessori, 118 gioielli. «Un panorama vastissimo che comprende i primi pezzi disegnati nella carriera da designer come Matthieu Blazy, direttore creativo di Bottega Veneta, Demna, direttore creativo di Balenciaga, Alithia Spuri-Zampetti, designer di Alexander McQueen. E poi ci sono anche 700 progetti fotografici di talenti come Alejandro Guijarro e Noémie Goudal, che ha esposto anche alla Saatchi Gallery di Londra. Grazie al concorso Its Contest li abbiamo colti all’inizio, nel loro momento di massima pu - rezza creativa perché liberi da qualsivoglia logica commerciale», continua la fondatrice.

La mostra inaugurale è intitolata The First Exhibition: 20 years of contemporary fashion evolution e traccia la trasformazione della creatività contemporanea. A curarla è Olivier Saillard, storico della moda che per molti anni ha diretto il Palais Galliera di Parigi, il tempio dello stile francese. Franchin ha avuto occasione di collaborare con lui diverse volte nel corso degli anni, costruendo un rapporto di incredibile stima: «Lavorare con Saillard è magnifico, sai immediatamente di aver trovato non soltanto una persona unica ma la persona giusta. Ha capito chi siamo e cosa facciamo e ci ha descritti con la forza della semplicità. Ha intuito che qui poteva nascere il primo museo della moda interamente dedicato alle forme e alle espressioni più contemporanee ed è entrato in punta di piedi nel nostro archivio, con un rispetto profondissimo per le collezioni e per i loro creatori».

Il risultato è una mostra totalmente atemporale. «Saillard ha lavorato sui pezzi raccolti in 20 anni di Its Contest come se fossero appena giunti nel magazzino di un museo ancora all’interno delle loro teche da trasporto. Le opere sono state raggruppate facendo riferimento a macrotemi e movimenti artistici, letterari e architettonici facilmente comprensibili anche da un pubblico che conosce poco la moda: Espressionismo, Neo-Futurismo, Art Brut, autoritratti, figurazioni libere, astrazioni liriche. C’è poi la sezione dedicata ad accessori e gioielli e, infine, una selezione di fotografie del concorso», conclude Franchin. «Per una mostra che traccia la descrizione accurata, una delle tante possibili, della storia della moda contemporanea». itsarcademy.org

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