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L’ESSENCE DE PÉROUSE

ELLE SENT LE CHOCOLAT. MAIS ELLE A LA SAVEUR DE L'ART, AVEC LE 500E ANNIVERSAIRE DE LA MORT DU PÉRUGIN, ET DE LA MUSIQUE, AVEC LE DEMI-SIÈCLE DE UMBRIA JAZZ. VOILÀ POURQUOI LA VILLE

OMBRIENNE EST LA DESTINATION DE 2023 (SELON LE LONELY PLANET)

Si lascia inseguire nell’aria come un profumo che pizzica il naso. Sfiora per un istante le papille e subito scivola via senza lasciarsi afferrare. Poi emerge all’improvviso, avvolgendo il palato come il cioccolato che fonde. Perugia ha un gusto tutto da indovinare, che miscela la giusta dose di bellezza con una gran quantità di storia e qualche ingrediente a sorpresa. Non basta una vita, forse, per catturarne l’essenza. Ma di sicuro il 2023 è l’anno migliore per provarci. La città umbra è stata infatti selezionata da Lonely Planet tra le mete mondiali imperdibili nella categoria Sapori. Che non sono solo quelli tipici del tartufo o del cioccolato, ma abbracciano anche i piaceri dell’arte, con le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del pittore Perugino, e della musica, in vista dei concerti estivi per il mezzo secolo di Umbria jazz. La degustazione al buio di Perugia comincia dal sottosuolo, prendendo le scale mobili che da piazza Partigiani salgono verso il centro storico. Un passaggio in cui la luce si guadagna dal basso, piano piano, attraverso un labirinto sotterraneo di muri in pietra squarciati da volte a sesto acuto e tenuti insieme da pilastri fortificati. Sono i resti di un quartiere medievale, sepolto alla metà del XVI secolo sotto la Rocca Paolina, fortezza simbolo del potere papale che fu a sua volta demolita pezzo a pezzo dai cittadini dopo l'annessione di Perugia al Regno d'Italia. Sulle sue macerie, nell’800 furono costruiti gli edifici che ora si affacciano sulla piazza e sui Giardini Carducci: dal neoclassico Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio regionale, al Brufani, hotel di lusso e quartier generale del Festival del giornalismo, dal Palazzo della Provincia, con il suo porticato di transito, alla Banca d’Italia, che spicca sul lato occidentale. Lo spazio urbano seminterrato, che sorregge ancora il mondo dei vivi con i suoi pilastri e il bastione inferiore, è una zona di transito ma anche un centro espositivo. Che dal 1984, tra mostre temporanee e negozi di souvenir, ospita anche il Grande nero di Alberto Burri, una scultura cinetica di oltre sette metri che ben si inserisce nell’angolo acuto di una volta. Uscendo da questo luogo senza tempo, le lancette ricominciano a correre lungo le vetrine di corso Vannucci – il vero cognome del Perugino – che da piazza Italia porta al cuore antico della città. Tra boutique hotel aperti di recente e osterie locali che propongono torta al testo e parmigiana di gobbi, spiccano il negozio della Perugina e lo store di Luisa Spagnoli. L’imprenditrice di moda è stata anche l’ideatrice del Bacio, il fondente simbolo degli innamorati che ha un posto d’onore a Eurochocolate, festival cittadino di richiamo internazionale ormai dagli anni ‘90. Dopo una sosta nella pasticceria Sandri – è d’obbligo provare il torciglione, dolce secco a base di pasta di mandorle – si arriva in piazza IV Novembre, dominata dalla duecentesca Fontana maggiore, monumento simbolo della città. Sullo sfondo, la Cattedrale di San Lorenzo mostra la sua fiancata austera, ingentilita nella fascia bassa da una trama geometrica in marmo rosa e bianco mai portata a termine. Mentre la facciata, assai meno maestosa tranne che per il portale barocco, si apre lateralmente su piazza Danti.

Il flotte dans l'air comme un parfum qui chatouille le nez. Qui titille les papilles l'espace d'un instant et se dérobe aussitôt sans se laisser saisir. Puis il émerge soudainement, enveloppant le palais comme du chocolat noir. Pérouse a une saveur à découvrir, mélangeant juste ce qu'il faut de beauté avec une richesse d'histoire et quelques ingrédients surprises. Une vie, peut-être, n'est pas suffisante pour en saisir l'essence. Mais 2023 est sûrement la meilleure année pour s’y essayer. Car la ville ombrienne a été sélectionnée par Lonely Planet comme l'une des destinations mondiales incontournables dans la catégorie Saveurs. Qui ne sont pas seulement celles typiques des truffes ou du chocolat, mais embrassent aussi les plaisirs de l'art, avec les célébrations du 500e anniversaire de la mort du peintre Le Pérugin, et de la musique, avec les concerts d'été pour le demi-siècle d'existence de l'Umbria jazz. La dégustation dans l'obscurité de Pérouse commence sous terre, en empruntant les escalators de la Piazza Partigiani vers le centre historique. Un passage où l'on gagne la lumière par le bas, lentement, à travers un labyrinthe souterrain de murs de pierre percés de voûtes en ogive et maintenus par des piliers fortifiés.

Il s'agit des vestiges d'un quartier médiéval, enterré au milieu du XVIe siècle sous la Rocca Paolina, une forteresse symbolisant le pouvoir papal qui fut à son tour démolie pièce par pièce par les citoyens après l'annexion de Pérouse au Royaume d'Italie. C'est sur ses ruines qu'ont été construits, au XIXe siècle, les bâtiments qui donnent aujourd'hui sur la place et les jardins Carducci : du palais néoclassique Cesaroni, siège du conseil régional, au Brufani, hôtel de luxe et siège du festival du journalisme, du palais de la province, avec son portique de transit, à la Banque d'Italie, qui se détache sur le côté ouest. L'espace urbain en soussol, qui soutient encore le monde des vivants avec ses piliers et son bastion inférieur, est un lieu de passage mais aussi un centre d'exposition. Depuis 1984, entre expositions temporaires et boutiques de souvenirs, il abrite également le Grande nero d'Alberto Burri, une sculpture cinétique de plus de sept mètres intégré dans l'angle aigu d'une voûte.

En quittant ce lieu intemporel, les mains recommencent à courir le long des vitrines du Corso Vannucci – le vrai nom du Pérugin – qui mène de Piazza Italia au cœur antique de la ville. Entre les hôtels-boutiques récemment ouverts et les tavernes locales proposant torta al testo et parmigiana di gobbi, la boutique Perugina et celle de Luisa Spagnoli se distinguent. L'entrepreneur de mode est également le créateur du Bacio, le symbole en chocolat des amants qui occupe une place d'honneur à Eurochocolate, le festival de renommée internationale de la ville depuis les années 1990. Après un arrêt à la pâtisserie Sandri – il faut absolument goûter le torciglione, un gâteau sec à base de pâte d'amande – on arrive sur la Piazza IV Novembre, dominée par la Fontana Maggiore du XIIIe siècle, le monument emblématique de la ville. À l'arrière-plan, la cathédrale de San Lorenzo montre son flanc austère, adouci dans sa partie inférieure par un motif géométrique en marbre rose et blanc qui ne fut jamais achevé. Tandis que la façade, beaucoup moins majestueuse à l'exception du portail baroque, s'ouvre latéralement sur la Piazza Danti. À l'intérieur de la cathédrale se trouvent la Déposition de Croix de Federico Barocci et un anneau en pierre dure qui, selon la tradition, a été utilisé lors du mariage de Marie et Joseph. À l'extérieur, l'imposant escalier avec la statue en bronze de Jules III est la destination préférée des étudiants et

All’interno del Duomo sono conservati la Deposizione della croce di Federico Barocci e un anello in pietra dura che, secondo la tradizione, fu usato nelle nozze di Maria e Giuseppe. All’esterno, l’imponente scalinata con la statua bronzea di Giulio III è la meta preferita di studenti e studentesse che, soprattutto il giovedì sera, fanno la spola tra i locali lì accanto scambiandosi confidenze e calici di Sagrantino. Sull’altro lato della piazza, il Palazzo dei Priori sovrasta la fontana con la sua pietra squadrata, decorata con due ordini di trifore gotiche che si ripetono in fuga sul lato più lungo. Qui ha sede fin dal Medioevo il governo cittadino e – unico caso di museo italiano in un palazzo pubblico – la Galleria nazionale dell'Umbria, scrigno di una collezione d’arte prevalentemente sacra che va dal XIII al XIX secolo. Riaperta a luglio 2022, dopo un anno di lavori che ne hanno rivoluzionato l’allestimento, stupisce già dall’ingresso con il Crocifisso del Maestro di San Francesco. Oltre agli affreschi di Benedetto Bonfigli nella cappella dei Priori e le Madonne di Duccio di Buoninsegna e Gentile da Fabriano, si possono ammirare i capolavori rinascimentali di Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e Piero della Francesca (imperdibile il suo Polittico di Sant’Antonio). Ma il museo conserva soprattutto la più vasta raccolta al mondo di opere del Perugino, radunate in due sale: una per i lavori della giovinezza e della prima maturità, l’altra con le prove più significative degli ultimi 20 anni di attività. Nella prima stanza colpisce l’Adorazione dei Magi dove, sul margine in alto a sinistra, si scorge l’autoritratto del pittore, all’epoca 25enne, con lo sguardo fiero, i capelli folti e una chiazza rossa sotto l’occhio. Un selfie ante litteram straordinariamente senza filtri che Perugino ripete un quarto di secolo dopo: su una tela nel Collegio del cambio,

L’ANNO DEL PERUGINO

sempre a Palazzo dei priori, si ritrae con le occhiaie, il doppio mento e la stessa macchia sul volto, ormai estesa anche alla fronte. Lasciando la Galleria – dove, dal 7 al 16 luglio, risuoneranno anche le note di Umbria jazz – si può sgranocchiare quel che manca della città perdendosi tra i vicoli che si diramano dal centro. Tra strade etrusche, volte medievali e ringhiere in ferro battuto si arriva alla scalinata dell'Acquedotto, una passerella di circa quattro chilometri che pare scavata tra le case. Nella seconda metà del ‘200 qui l’acqua scorreva in salita, grazie a un condotto a pressione che riusciva a imprimerle un moto inverso. Ora gli studenti la percorrono in discesa per raggiungere più velocemente Palazzo Murena, sede storica dell'ateneo di Perugia dal 1810. L’edificio, che in origine era un monastero dell'ordine olivetano, conserva un piccolo tesoro: un’antica libreria con le pareti coperte da una boiserie dipinta a tempera che accoglie migliaia di volumi rari. Uno dei tanti ingredienti segreti dentro al sapore di Perugia. Che rimane ancora lì, in punta di labbra.

Nel quinto centenario della sua morte, il “meglio maestro d’Italia” – come lo definì il banchiere Agostino Chigi nel 1500 – viene celebrato con una grande mostra in programma dal 4 marzo all'11 giugno alla Galleria nazionale dell’Umbria, a cura di Marco Pierini e Veruska Picchiarelli. In esposizione oltre 70 opere, tutte antecedenti al 1504, anno in cui il pittore raggiunse il punto più alto della sua carriera. Tra i prestiti d’eccezione le tre tavole già in San Giusto alle Mura, oggi agli Uffizi di Firenze, lo Sposalizio della Vergine dipinta per la cappella del Santo Anello del Duomo a Perugia, confiscato durante le spoliazioni napoleoniche e oggi nel Musée des Beaux-Arts di Caen, in Francia, il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington e il Polittico della Certosa di Pavia, per gran parte alla National Gallery di Londra ed eccezionalmente ricomposto per l’occasione. gallerianazionaledellumbria.it des étudiantes qui, surtout le jeudi soir, font la navette entre les bars voisins pour échanger des confidences et des verres de Sagrantino. De l'autre côté de la place, le Palazzo dei Priori domine la fontaine avec son architecture carrée, décorée de deux ordres de fenêtres gothiques à triple lancette qui se reproduisent en fugue sur le côté le plus long. Il abrite le gouvernement de la ville depuis le Moyen Âge et – seul cas de musée italien dans un palais public – la Galerie nationale d'Ombrie, un trésor d'art principalement sacré du XIIIe au XIXe siècle. Réouvert en juillet 2022, après une année de travaux qui ont révolutionné son aménagement, il étonne déjà dès l'entrée avec le Crucifix du Maître de Saint-François. Outre les fresques de Benedetto Bonfigli dans la Cappella dei Priori et les madones de Duccio di Buoninsegna et Gentile da Fabriano, on peut admirer les chefs-d'œuvre de la Renaissance de Beato Angelico, Benozzo Gozzoli et Piero della Francesca (son Polittico di Sant'Antonio est incontournable). Mais surtout, le musée conserve la plus grande collection au monde d'œuvres du Pérugin, réunies dans deux salles : l'une pour les œuvres de sa jeunesse et de sa première maturité, l'autre avec les productions les plus significatives de ses vingt dernières années d'activité. Dans la première salle, l'Adoration des Mages est une pièce maîtresse, où, dans la marge supérieure gauche, on entrevoit l'autoportrait du peintre, alors âgé de 25 ans, au regard fier, aux cheveux épais et à la tache rouge sous l'œil. Un selfie ante litteram extraordinairement dépourvu de filtre que le Pérugin répète un quart de siècle plus tard : sur une toile installée dans le Collegio del cambio, toujours au Palazzo dei priori, il se représente avec des cernes

L’ANNÉE DU PÉRUGIN

sous les yeux, un double menton et la même tache sur le visage, qui s'est alors étendue jusqu’au front. En quittant la Galleria – où, du 7 au 16 juillet, résonneront les notes de Umbria Jazz – on peut parcourir ce qui reste à voir de la ville en se perdant dans les ruelles qui serpentent depuis le centre. Au milieu des rues étrusques, des voûtes médiévales et des balustrades en fer forgé, on arrive à l'escalier de l'Acquedotto, une passerelle d'environ quatre kilomètres de long qui semble avoir été taillée dans les maisons. Dans la seconde moitié du XIIIe siècle, l'eau coulait ici en montée, grâce à un tuyau sous pression capable de lui donner un mouvement inverse. Désormais, les étudiants le descendent pour rejoindre plus rapidement le Palazzo Murena, siège historique de l'université de Pérouse depuis 1810. Le bâtiment, qui était à l'origine un monastère de l'ordre des Olivétains, conserve un petit trésor : une ancienne bibliothèque dont les murs sont recouverts d'une boiserie peinte à la tempéra abritant des milliers de volumes rares. L'un des nombreux ingrédients secrets de la saveur de Pérouse. Qui demeure toujours là, sur le bout de vos lèvres.

À l'occasion du cinquième centenaire de sa mort, le « meilleur maître d'Italie » – comme le définissait le banquier Agostino Chigi en 1500 – est célébré par une grande exposition programmée à partir du 4 mars jusqu'au 11 juin à la Galerie nationale de l'Ombrie, dont les commissaires sont Marco Pierini et Veruska Picchiarelli. Plus de 70 œuvres y seront exposées, toutes datant d'avant 1504, année où le peintre a atteint le point culminant de sa carrière. Parmi les prêts exceptionnels, citons les trois tableaux de San Giusto alle Mura, aujourd'hui aux Offices de Florence, Le Mariage de la Vierge peint pour la chapelle Santo Anello de la cathédrale de Pérouse, confisqué lors des spoliations napoléoniennes et aujourd'hui au Musée des Beaux-Arts de Caen, le Triptyque Galitzin, aujourd'hui à la National Gallery de Washington, et le Polyptyque de la Chartreuse de Pavie, en grande partie à la National Gallery de Londres et exceptionnellement recomposé pour l'occasion. gallerianazionaledellumbria.it

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