INCONTRO CON FRANCESCO
solo per viaggi su alcune relazioni ed è acquistabile fino alle ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno. Le operazioni di cambio prenotazione/biglietto, nominativo e rimborso non sono consentite. La Carta Fedeltà utilizzata per l’acquisto del biglietto dovrà essere esibita a bordo treno, unitamente a un documento di riconoscimento. L’offerta non è cumulabile con altre riduzioni. Maggiori informazioni su trenitalia.com
ABBRACCIARE ILFUTURO
Firmare l’editoriale di questo numero mi riempie di soddisfazione. E mi pervade un senso di profonda gratitudine nei confronti del Santo Padre che ha accettato il nostro invito e verso la redazione che è stata chiamata a uno sforzo straordinario per l’occasione. Abbiamo provato a guardare il mondo attraverso gli occhi dei bambini: il modo migliore di rivolgersi al futuro e scrutare l’orizzonte in cerca di nuove opportunità con audacia e curiosità. È un tratto distintivo delle persone che vogliono ancora sognare, intrecciando i propri desideri con l’ambizione di esplorare, viaggiare e scoprire. Il mese di maggio si adatta pienamente a questo concetto: l’estate è
alle porte, il momento è perfetto per progettare una vacanza alla scoperta di luoghi nuovi e affascinanti, lasciandosi ispirare dalla bellezza e dalla varietà di ciò che ci circonda. Pianificare un viaggio per scoprire luoghi e tradizioni, creando ricordi preziosi che dureranno per sempre, è un po’ come disegnare una mappa del tesoro e tracciare il nostro percorso verso destinazioni cariche di promesse. Ma la vera ricchezza non è solo quella che troviamo alla fine del percorso, è il viaggio stesso: le persone che incontriamo, le esperienze che viviamo, i paesaggi che attraversiamo. Con l’emozione di sentire pienamente il presente abbracciando con fiducia il futuro. È questa una delle sfide
più grandi e significative che l’essere umano affronta lungo il suo cammino. Abbracciare il futuro è un atteggiamento che richiede coraggio, determinazione e una profonda fiducia nelle proprie capacità e nel potenziale del mondo intorno a noi. In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti e incertezze, farlo con sicurezza diventa ancora più importante, poiché ci consente di andare incontro alle sfide e cogliere, senza timore, le opportunità che si presentano lungo la via. Significa guardare avanti con ottimismo e speranza, credere nella propria capacità di adattarsi alle circostanze mutevoli e continuare a inseguire il nostro obiettivo. Concentrarsi sull’oggi per schivare le paure del domani.
COME INIZIANO LE STORIE
C’è tempo fino al 31 maggio per partecipare al concorso letterario In viaggio con amore, realizzato dal Gruppo FS e dal Salone del libro di Torino
ANDARE SU DI GIRO
Da Torino a Roma lungo 3.400,8 chilometri e 21 tappe. Dal 4 al 26 maggio si disputa la 107esima corsa rosa, di cui Trenitalia è Official Green Carrier
UN FUTURO PIÙ GREEN
Dal 7 al 23 maggio torna il Festival dello sviluppo sostenibile di cui Trenitalia è Official Green Carrier. Tanti gli eventi previsti in diverse città d’Italia
Tra le firme del mese
CESARE BIASINI SELVAGGI
Da marzo 2017 è direttore editoriale di exibart.com. Autore e conduttore del programma televisivo Stato dell’arte su Cusano Italia TV, svolge attività manageriale in diverse fondazioni culturali italiane
Vicecaporedattore alla Gazzetta dello Sport e responsabile, dal 2005, della redazione ciclismo. Laureato in Lingue e giornalista professionista dal 1992, ha sempre lavorato alla Rosea per la quale ha seguito tutti i principali avvenimenti ciclistici, dal Giro d’Italia al Tour de France ai Mondiali
LAURA IANNELLO
Laureata in Studi internazionali, si sta specializzando in Geopolitica senza abbandonare la passione per la scrittura e la lettura. Collabora con l’Accademia Molly Bloom e sta lavorando al suo primo romanzo
ANDREA RADIC
Giornalista professionista, scrive per Identità golose e Ansa, conduce su Radio Rai A spasso con Radic e su Gambero Rosso Channel Italia vicina. È nella giuria del premio The WineHunter Award al Merano wine festival. Dal 2018 scrive su La Freccia e su fsnews.it
I numeri di questo numero
100mila
i giovani partecipanti attesi alla Giornata mondiale dei bambini [pag. 47]
1972
l’anno in cui furono rinvenuti i Bronzi di Riace [pag. 53]
20 le tappe
del Giro-E Enel 2024 [pag. 72]
READ ALSO
FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale
Con questo QR code puoi sfogliare La Freccia anche online. Buona lettura
PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI
ANNO XVI - NUMERO 5 - MAGGIO 2024
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997
CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/04/2024
Foto e illustrazioni
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In redazione
Segreteria di redazione
Coordinamento creativo
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Hanno collaborato a questo numero
Dario Cirrincione
Davide Falcetelli
Michela Gentili
Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre
Gaspare Baglio, Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi
Francesca Ventre
Giovanna Di Napoli
Claudio Romussi
Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane,
Enzo Fortunato, Luca Gialanella, Alessio Giobbi, Laura Iannello, Sandra Jacopucci, Filippo Nassetti, Roberto Pacilio, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Flavio Scheggi, Mario Tozzi
REALIZZAZIONE E STAMPA
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa
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FRECCIA COVER
FRAGILITÀ DA CUSTODIRE
Si trova al centro del cortile Maqueda del Palazzo Reale di Palermo, rivolto verso la cappella Palatina. È il bambino rannicchiato in posizione fetale di Jago, lo scultore ciociaro che con Look Down – questo il titolo dell’opera – fino al 3 giugno invita ad abbandonare l’indifferenza e a rivolgere lo sguardo verso il basso, verso ciò che è fragile e bisognoso di cure proprio come un neonato. La cappella verso cui si rivolge, Patrimonio dell’Umanità dal 2015, riveste la scultura di un significato ulteriore. Fu infatti realizzata per volere di un re normanno, Ruggero II di Sicilia, e nei secoli venne frequentata da spagnoli, arabi e sabaudi, ammirata da intellettuali russi e francesi, restaurata in epoca contemporanea grazie al contributo di
un mecenate tedesco. Per questi motivi è considerata un simbolo della convivenza tra culture e religioni diverse. La Sicilia è solo l’ultima tappa dell’enorme bambino in marmo bianco che ha cominciato il suo viaggio durante il lockdown del 2020, in piazza del Plebiscito a Napoli, per poi essere installato nel deserto Al Haniya nell’emirato arabo di Fujairah, nella Chiesa degli artisti di Roma e davanti al Colosseo. Per ricordare che la bellezza appartiene a tutti gli esseri umani. E ognuno merita di essere visto.
jagopalazzoreale.it fondazionefedericosecondo fondazionefedericoii
PHOTO STORIES
LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.
a cura di Enrico Procentese enry_pro
IN VIAGGIO
Arrivo alla stazione di Roma Tiburtina
© Mariangela G. mariangela_grillo
© Edoardo C. eddie_cortesi AT WORK
Capitreno a Roma Termini
A TU PER TU
di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
Angela Petruzzellis lavora come capotreno nella Direzione Business Regionale Puglia di Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS. Come sei entrata in azienda?
Sono stata assunta nel 2019 grazie a una candidatura spontanea inviata attraverso la sezione Lavora con noi del sito di FS Italiane. Nel 2022 ho preso una laurea triennale in Ingegneria gestionale al Politecnico di Bari e sto proseguendo gli studi per concludere il percorso magistrale.
Come si svolge il tuo lavoro?
Faccio base nella stazione di Bari Centrale e presto servizio sui treni che percorrono le linee ferroviarie della Puglia e della Basilicata, compresi i Regionali di ultima generazione come Pop e Jazz. Sono tratte molto frequentate dai turisti che vogliono raggiungere Polignano a Mare, Monopoli, Ostuni, Trani, soprattutto d’estate ma anche nei mesi invernali. Viaggiatori di tutto il mondo si affidano a me anche per richieste fuori dalla normale attività lavorativa, come il consiglio su un ristorante o una spiaggia. Per quanto possibile cerco di accontentare tutti, garantendo un’informazione capillare e tempestiva in italiano e inglese.
Che rapporto hai con il treno?
È un mezzo che ho utilizzato sin da bambina. Su di me ha sempre esercitato un certo fascino la figura del capotreno, che ha il ruolo di interfaccia tra i clienti e l’azienda. È una grande responsabilità: bisogna avere empatia, attitudine al problem solving e la giusta capacità di valutare ogni tipo di situazione, come ci viene insegnato nei corsi di formazione che svolgiamo periodicamente.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Ho la fortuna di trovarmi in una realtà aperta al dialogo e al confronto, che riconosce le mie potenzialità e mi spinge a scoprirne di nuove grazie alla possibilità di relazionarmi con viaggiatori di ogni tipo.
Tra i vari compiti che abbiamo c’è quello di monitorare il traffico dei passeggeri in diversi periodi dell’anno: tramite un’applicazione registriamo l’affluenza e il numero di clienti in salita e discesa. Questi dati vengono poi condivisi con la Sala operativa che gestisce ogni tipologia di treno da associare a un determinato turno, per consentire così a tutti di poter viaggiare al meglio.
Come concili professione e vita privata?
Il lavoro su turni mi consente di organizzare comodamente le giornate: posso prenotare un controllo medico quando voglio, visitare luoghi culturali evitando le ore di punta, in parole povere godere appieno del mio tempo. E poi mi ha reso più semplice completare la prima parte del percorso accademico mentre lavoravo, anche grazie ai permessi ad hoc previsti per i dipendenti impegnati con l’università. Ho trovato un equilibrio che mi appaga moltissimo.
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
Elisabetta Pandolfini, insieme al fratello Matteo e alle sorelle Marcella e Letizia, gestisce lo storico biscottificio Antonio Mattei a Prato. Il suo rapporto con il treno è legato allo sviluppo dell’azienda, che unisce tradizione e sapori del territorio. Parlaci del tuo lavoro.
L’impresa vanta una storia familiare ricca di tradizione e passione. Fondata nel lontano 1858 a Prato, si è affermata nel corso degli anni grazie alla qualità dei prodotti e a una speciale ricetta del cantuccio toscano. Il sacchetto blu legato a mano è diventato un’icona del biscottificio ma anche un segno di riconoscimento della nostra città. Oggi l’azienda è guidata da me e dai miei fratelli: le diverse competenze che abbiamo sono state le chiavi del nostro successo. Ci hanno consentito di affrontare le sfide del mercato con una visione completa e integrata, salvaguardando al tempo stesso la storia e l’identità della nostra realtà imprenditoriale.
Quanto è importante per te viaggiare?
È un’attività cruciale per la mia attività professionale, che mi vede impegnata nel promuovere il brand Mattei in giro per l’Italia e non solo. Il treno, nello specifico, ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del biscottificio, perché ci ha consentito di far conoscere i nostri prodotti al di là delle mura pratesi.
Lo prendi spesso?
Si, perché posso muovermi agevolmente tra diverse città ottimizzando al meglio il tempo a disposizione e massimizzando l’efficienza del mio lavoro. Lo utilizzo per incontrare clienti, partner commerciali e rappresentanti soprattutto a Milano, Venezia e Roma, ma mi sposto spesso per motivi familiari anche su Napoli. Salire a Firenze per pranzare nella Capitale, poi, è diventata un’abitudine. Ogni viaggio in treno è un’opportunità, un momento di ispirazione e di riflessione.
In che senso?
Prima utilizzavo spesso l’auto ma ora sono una forte sostenitrice di questo mezzo di trasporto. A bordo apprezzo l’atmosfera informale, rilassata e confortevole e mi piace viaggiare nell’Area del silenzio, la carrozza dove non è consentito l’utilizzo dei telefoni. Anche se non mi sottraggo all’interazione con gli altri viaggiatori o alla possibilità di lavorare. Il tutto in completa libertà, sicurezza e senza lo stress del traffico.
Prossima fermata?
In occasione dei 166 anni dell’azienda abbiamo deciso di organizzare una mostra al Museo Bottega di Firenze dedicata a Italia Piccioli Ciampolini, importante imprenditrice dei primi anni del ‘900 e prima donna ad aver prodotto biscotti nell’Italia unita. Un modo per rendere omaggio a una figura di fondamentale importanza per la nostra famiglia e il nostro lavoro raccontandone anche il ruolo pioneristico.
AGENDA
a cura di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it - Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it - Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
save the date MAGGIO 2024
ROMA 9>12 MAGGIO
Compie 25 anni la più grande manifestazione al mondo per la lotta ai tumori del seno, organizzata da Komen Italia. L’evento, di cui il Gruppo FS è partner, anima la Capitale con quattro giorni di sport, prevenzione e solidarietà all’interno del Villaggio della salute allestito al Circo Massimo. Dal giovedì alla domenica, lo spazio offre gratuitamente consulenze specialistiche ed esami strumentali per la diagnosi precoce dei tumori del seno. Nei 170 stand e nelle aree dedicate, inoltre, si può donare il sangue e partecipare ad attività sportive, come zumba, superjump e jazzercise, a conferenze e a laboratori legati ai temi dell’alimentazione e del benessere psicofisico. Grazie all’aiuto delle unità mobili della Carovana della prevenzione è poi previsto un percorso dedicato a donne in condizioni di fragilità socioeconomica e, per la prima volta, alla popolazione transgender. Come tutti gli anni, il momento più emozionante della Race è la partenza, domenica 12 alla Bocca della Verità. Alla consueta corsa di cinque chilometri e alla passeggiata di due, quest’anno si affianca una gara di dieci chilometri riservata alle atlete e agli atleti competitivi.
Dopo Roma tocca a Bari, che ospita la manifestazione dal 17 al 19. A settembre invece la Race fa tappa in altre città italiane: dal 20 al 22 a Bologna e, contemporaneamente, dal 27 al 29 a Brescia e Matera. komen.it
INTERPLAY
TORINO 23 MAGGIO>16 GIUGNO
Il festival internazionale di danza contemporanea, nato quasi 25 anni fa, coinvolge 15 compagnie italiane, tra realtà affermate e giovani proposte, e dieci internazionali, di cui una proveniente dalla Cina. Esibizioni spettacolari occupano quattro teatri della città piemontese e altrettanti spazi multidisciplinari nelle periferie, in nome di una cultura accessibile a tutti. E sempre quattro sono i temi portanti dell’edizione 2024: identità corporea e pluralità, corpo politico, ecologia, multidisciplinare. A quest’ultimo si è ispirato il coreografo Jacopo Jenna che apre il festival giovedì 23 maggio. Nel suo Danse macabre! le figure si specchiano e raddoppiano, penetrano la propria immagine e diventano anche incarnazioni del movimento sul palco. mosaicodanza.it
FESTIVAL DELL’ECONOMIA
TRENTO 23>26 MAGGIO
Studiosi, economisti e relatori internazionali si riuniscono per quattro giorni con l’obiettivo di discutere i temi più complessi della contemporaneità, dall’inflazione ai populismi, passando per la transizione energetica e l’inverno demografico occidentale. La 19esima edizione del festival ha infatti come tema Quo vadis? I dilemmi del nostro tempo e si propone, tramite circa 280 eventi, di offrire soluzioni e chiavi di lettura a sfide globali. Tra gli ospiti, sono particolarmente attesi i Nobel per l’economia James Heckman, Edmund Phelps e Michael Spence e i premi Nobel per la pace Muhammad Yunus e Tawakkol Karman. In più, grazie all’offerta Speciale Eventi di Trenitalia è possibile raggiungere Trento e tornare a casa con Frecce, Intercity e Intercity Notte con sconti fino all’80% rispetto al prezzo Base: è sufficiente inserire il codice TRENTO24 in fase di acquisto. festivaleconomia.it
FOOD&SCIENCE FESTIVAL
MANTOVA 17>19 MAGGIO
Dai legami indissolubili con la tradizione alla digital transformation, dalle politiche agricole all’emergenza climatica, sono tanti i temi che si intersecano quando si parla di alimentazione. Proprio per questo motivo, l’ottava edizione del festival di Mantova, dedicata all’esplorazione dei legami tra scienza e cibo, è stata chiamata Intrecci. Conferenze, laboratori, mostre, spettacoli, panel, tavole rotonde e visite guidate accendono i siti storici della città, come il loggiato di piazza Leon Battista Alberti e il Palazzo della Ragione. Lo scopo è aiutare le persone, con la collaborazione di scienziati e divulgatori, ad abbracciare il futuro del settore agroalimentare e capire insieme come migliorare la produzione e il consumo di cibo. foodsciencefestival.it
SOME PEOPLE. OPERE DALLA COLLEZIONE DI ERNESTO ESPOSITO
MILANO FINO AL 10 GIUGNO
Mettendo insieme grandi nomi del panorama internazionale, la mostra allestita all’Other Size Gallery racconta e indaga lo stato dell’arte contemporanea, concentrandosi sulla rappresentazione dei corpi, al di là di schemi sociali imposti ed espressioni di genere canoniche. Il percorso espositivo si compone di 20 opere che provengono dalla corposa collezione dello stilista napoletano Ernesto Esposito, famoso per il suo talento nel selezionare pezzi particolarmente significativi nei diversi ambiti dell’arte a cui appartengono. Attraverso il suo sguardo si assiste, per esempio, all’evoluzione culturale che ha trasformato la fotografia in un linguaggio autonomo, parallelo e complementare ad altre discipline come la pittura, la scultura e il disegno. workness.it
FEDERICO SOLMI - SHIP OF FOOLS
VENEZIA FINO AL 28 LUGLIO
Opere video e in realtà virtuale, dipinti, sculture e un’installazione monumentale ispirata a La zattera della Medusa del pittore francese Théodore Géricault. La mostra allestita nel seicentesco Palazzo Donà dalle Rose rende omaggio al lavoro dissacrante e sovversivo di Federico Solmi, pioniere della media art, tra i primi a esplorare il confine tra fisico e digitale. L’esposizione, curata da Dorothy Kosinski insieme con Renato Miracco, non si configura come un tradizionale assemblaggio di singole opere ma punta a rappresentare un’esperienza immersiva in cui l’analogico e le nuove tecnologie interagiscono armoniosamente. Al centro del percorso c’è il racconto della società attuale, da cui emerge un’originale critica sociale e la denuncia dei paradossi che caratterizzano la vita moderna. federicosolmi.com/ship-of-fools
VERONA MINERAL SHOW
VERONA 24>26 MAGGIO È arrivata alla 70esima edizione la Fiera internazionale di minerali, fossili e preziosi, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale. Durante l’evento si possono ammirare, acquistare o anche realizzare in autonomia creazioni impreziosite con pietre dure o perle, ma anche gioielli e bijoux dal design ricercato. Oppure ci si può accostare alla conoscenza delle discipline olistiche che studiano l’influenza dei campi magnetici sull’organismo: per esempio, il quarzo rosa aiuta a consolidare l’autostima e lo smeraldo a preservare la memoria. Inoltre, per piccoli e adulti, il Museo di Camposilvano e l’Associazione geologica e mineralogica veronese organizzano attività didattiche, con laboratori per il restauro di antichi gioielli e la cura dei fossili. veronamineralshow.com
© M.Dörr & M.Frommherz/AdobeStock
ANTANI. COMICITÀ E SATIRA COME SE FOSSE
LIVORNO 24>26 MAGGIO
L’ironia è una cosa seria. Ampio spazio a risate, freddure e battute pungenti durante la seconda edizione del festival organizzato nella città toscana, da sempre irriverente e goliardica. In programma incontri, spettacoli, presentazioni di libri e l’assegnazione di vari premi nel Gran Galà di chiusura, dove l’unica regola è: «Antani non si sa chi vince, e neanche chi ritira i premi». Quest’anno è protagonista Paolo Jannacci, che porta in scena le canzoni di papà Enzo e il repertorio del suo ultimo album Canterò. Mentre l’attrice e influencer Brenda Lodigiani presenta il suo primo libro Accendi il mio fuoco. In un evento che, secondo il direttore artistico Luca Bottura, «celebra l’irriverenza, il pensiero laterale e tutto quello che porta un sorriso, ma che non interrompe il rapporto con i neuroni». festivalantani.it
RARA AVIS
ROMA FINO AL 21 LUGLIO
Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane è il sottotitolo della mostra che riempie il Parco archeologico del Colosseo con piume colorate e abiti regali. L’esposizione curata da Sofia Gnoli dà nuova vita a due strutture sul Palatino che tra ‘500 e ‘600 accoglievano uccelli rari ed esotici e restituisce al pubblico, almeno in parte, la loro funzione originaria. Spazio quindi a cigni bianchi e neri, aquile, colibrì e pappagalli, tutti celebrati da maison come Dior, Gaultier, Gucci, Dolce & Gabbana, Versace. Ma il fascino esercitato dai volatili sull’essere umano parte dal passato e in mostra non mancano infatti riferimenti a miti, storie e leggende che li vedono protagonisti. Come quello delle arpie greche, con volto di donna e corpo d’uccello, e di Maat, dea della giustizia dell’Antico Egitto, spesso rappresentata con ali piumate. colosseo.it
VELÁZQUEZ. UN SEGNO GRANDIOSO
NAPOLI FINO AL 14 LUGLIO
Alle Gallerie d’Italia due capolavori di Diego Velázquez, Immacolata Concezione e San Giovanni Evangelista in Patmos, sono messi a confronto con altri dipinti conservati in Campania che raffigurano il dogma della Vergine Maria, preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento. Le due opere, in prestito dalla National Gallery di Londra, offrono lo spunto per riflettere nuovamente sui contatti che l’artista ha avuto con Napoli, dove soggiornò più volte, e in generale sugli scambi figurativi tra la pittura spagnola e quella napoletana nella prima metà del ‘600. Gli echi caravaggeschi dei quadri esposti rendono evidente l’influenza della pittura italiana sulla produzione di Velázquez e ben rappresentano la potenza di una resa realistica, in cui luci e ombre incrementano la forza espressiva dei personaggi. gallerieditalia.com
MONOPOLELE
MONOPOLI (BARI) 30 MAGGIO>2 GIUGNO
Quattro giorni di musica vibrante da tutto il mondo. Il festival dell’ukulele anima la Puglia con workshop, jam session ed esibizioni dal vivo di artisti internazionali. Come le musiciste georgiane del Trio Mandili, che eseguono canti polifonici accompagnate dal panduri, tradizionale strumento a corda, o il duo folk statunitense composto da Cathy Fink e Marcy Marxer. A loro si aggiungono il giovanissimo artista taiwanese Feng E, che si esibisce durante l’Ukulele beach party del 30 maggio, e tutti coloro che vorranno partecipare alle serate open mic – letteralmente a microfono aperto – condotte dalla stand-up comedian e suonatrice di ukulele Giulia Nervi. E poi ancora lezioni per principianti, approfondimenti per gli appassionati e, per tutti, musica fino a notte fonda. monopolele.com
GUSTA & DEGUSTA
Bdi Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019
L’ANIMA DELLA CALABRIA IN UNA BOTTIGLIA DI BIRRA
irra Cala è il frutto di uno scambio di idee tra Luigi De Caprio e suo figlio Antonio, uniti da una grande passione imprenditoriale e dal desiderio di esaltare i sapori della propria terra: la Calabria. Oggi Antonio, insieme ai fratelli Alfredo, Marida e Marco, guida la produzione di questa birra artigianale al 100% e dal forte carattere, un racconto unico di colori e aromi. Utilizzando le più avanzate tecnologie e una scelta accurata di materie prime, questa specialità ha già meritato importanti risultati di critica nel mondo brassicolo nazionale grazie alla Lager Passione e alla Ipa Euforia, e internazionale, aggiudicandosi con la rossa Delirio il premio Miglior Bock al mondo al World Beer Awards 2023. De Caprio ha anche lanciato un nuovo progetto che ha già riscosso molto interesse: la linea Italian Grape Ale (IGA) di Calabria: birre artigianali prodotte con l’aggiunta di mosto d’uva dei vitigni locali Gaglioppo, Magliocco canino, Pecorello e Greco Nero. Ogni ricetta è stata sviluppata per esaltare al meglio il profilo sensoriale delle uve utilizzate, sprigionandone i bouquet aromatici caratteristici. Cinque importanti cantine, una per ogni provincia, hanno partecipato all’impresa: Librandi di Crotone, Statti di Catanzaro, Casa Comerci di Vibo Valentia, Spadafora di Cosenza, Antonella Lombardo di Reggio Calabria.
Prossimo passo, le IGA nazionali realizzate insieme a diverse cantine del Paese. birracala.it
A MILANO GUSTO E COLORE IN UN’OFFERTA CULINARIA DI STAGIONE
Nella cucina di Francesco Mascheroni, executive chef dell’Armani hotel a Milano, è sbocciata la primavera, con un nuovo menù che esprime la costante capacità di rendere l’essenzialità un’esperienza golosa. Una tendenza che guida la linea gastronomica dell’intera struttura, progettata da Enrico A. Griffini nel 1937 nel cuore del quadrilatero della moda, e si manifesta non solo al ristorante ma anche al Bamboo Bar, entrambi al settimo piano dell’edificio. Il talento dello chef è senza dubbio quello di riuscire a creare nei piatti un equilibrio che valorizza ciascun ingrediente, unendo leggerezza e concretezza. Esempio lampante è Non solo insalata, una sinfonia di verdure di cotture e consistenze differenti, tra le quali si cela, per dare il tocco sapido, il gustoso lardo di Colonnata. Una cucina dai toni allegri, che desta curiosità e scatena la passione per il bel mangiare, incoraggiata dai colori dei piatti che appagano anche il senso estetico. Come succede con le tinte pastello del Rombo con calamaretti, capperi, rape al burro e lemongrass, una portata che rispecchia con raffinata eleganza lo stile del Signor Armani. armani.com
ELEGANZA E OSPITALITÀ DI ALTRI TEMPI A NAPOLI
L’albergo più antico della città partenopea prende il nome dallo scienziato inglese George Parker Bidder che a fine ‘800 rilevò l’hotel Tramontano Beau Rivale, dove era solito soggiornare, per trasformarlo nel Grand Hotel Parker’s. Da quel momento, nei decenni successivi, divenne meta elettiva dei viaggiatori che arrivavano dal Nord Europa, oltre che dei turisti italiani. Qui hanno soggiornato celebrità mondiali come gli scrittori Virginia Woolf e Oscar Wilde, forse anche per via della splendida terrazza al sesto piano che domina il golfo con una vista impareggiabile da Posillipo al Vesuvio. Una delle ragioni per scegliere il Parker’s è la cucina dello chef napoletano Domenico Candela, che al George Restaurant propone un percorso gastronomico raffinato e originale fatto di profumi, sapori e bellezza. Con esperienze nelle più importanti cucine francesi, Candela unisce tecnica e talento alle eccellenti materie prime campane, come nella Bouillabaisse con tubetti di Gragnano cotti in estrazione di zafferano irpino, gel acidulo al tamarindo, alga nori e zuppa di pesci di scoglio. Un susseguirsi di emozioni che hanno reso il George il primo due stelle Michelin 2024 di Napoli. grandhotelparkers.it
La terrazza del Grand Hotel Parker’s a Napoli
IN CHIANTI PER UNA STORIA DI TRADIZIONE ED ECCELLENZA
Nel cuore del Chianti Rufina, vicino a Firenze, la Tenuta Bossi è famosa per il suo vino. Dal 1592 è di proprietà dei Gondi, antica e nobile famiglia fiorentina di cui si ha notizia dai tempi di Carlo Magno, che gestiscono anche il palazzo fiorentino che porta il loro nome e la Fattoria di Volmiano, nella vicina Calenzano.
I Gondi portano avanti con passione la loro tradizione da 25 generazioni, ispirati da una frase di Galileo Galilei: «Il vino è un composto di umore e luce». Dalla loro cantina escono Chianti Rufina Docg, Super Tuscan Igt, Bianco dei Colli dell’Etruria centrale Doc, Rosato dei Colli della Toscana Centrale Igt, Vin Santo del Chianti Rufina Doc. Dal vitigno più rappresentativo, il Sangiovese, hanno creato un vino tradizionale ma allo stesso tempo innovativo: il Fiammae rosso colli Toscana centrale Igt. Un prodotto che nasce dalla visione dei fratelli Gerardo e Lapo Gondi con l’intento di esprimere le caratteristiche delle loro anime: potenza e persistenza, equilibrio e freschezza.
È invece frutto della visione del padre Bernardo Gondi, il Super Tuscan Ser Amerigo: un vino seducente, moderno, ottenuto da un blend di vitigni alloctoni e autoctoni. gondi.com
Gerardo e Lapo Gondi con alcuni dei loro vini
COM’ERO IERI LIBERO
SAMUELE BERSANI RIPROPONE LIVE CON L’ENSEMBLE SYMPHONY ORCHESTRA I BRANI CULT DELLA SUA
CARRIERA COMINCIATA OLTRE 30 ANNI FA
di Gaspare Baglio gasparebaglio
Le sonorità dell’Ensemble Symphony Orchestra diretta dal Maestro Giacomo Loprieno si uniscono con le poesie in musica di Samuele Bersani e della sua band. Il risultato è un tuffo nella carriera dell’artista: oltre 30 anni di pura magia. Il cantautore romagnolo è riuscito infatti a regalare al pubblico brani indimenticabili come Giudizi universali, Coccodrilli e Il cacciatore di asterischi, giusto per citarne alcuni.
Dopo i sold out nei teatri, lo spettacolo approda il 7 giugno nelle suggestive Terme di Caracalla a Roma, il 23 luglio in piazza Garibaldi a Cervia (Ravenna), e il 28 a Cernobbio nell’area delle serre a Villa Erba, sul lago di Como. Com’è nata l’idea di questo concerto sinfonico?
Qualche anno fa il Teatro Dal Verme di Milano mi chiese di fare una serata unica con l’orchestra. La cosa mi è piaciuta così tanto che ho deciso di reimmergermi in quella situazione. D’altronde, sono figlio di un musicista classico e quel tipo di sonorità rappresenta il mio elemento naturale.
La canzone più sorprendente in chiave orchestrale?
Sicuramente Cattiva. E poi Freak, che diventa un altro pezzo nonostante la stessa melodia. Aggiungo pure un brano che non cantavo dal 1997: Braccio di Ferro. Una storia ribaltata in cui Popeye e Bruto fuggono insieme, lasciando Olivia sulla spiaggia.
Come apertura hai scelto Il mostro. Motivo?
È il mio punto di partenza. Grazie a quel brano mi sono esibito per la prima volta davanti al pubblico, durante un concerto di Lucio Dalla. Faccio sempre i conti con quel momento lì, per non ripetermi mai.
Quanto ci metti a tirare fuori le emozioni per metterle in musica?
Dipende dal vissuto. A un certo punto si apre un sipario davanti al quale diventa facile fare le cose. Poi ci sono momenti in cui devi farlo per forza. Ed è difficilissimo. Personalmente parto sempre dalla musica, per i testi ci metto un po’, ma poi quando escono penso che bastava solo mettere lo spartito in controluce per leggerli.
Se ti dico Chicco e Spillo cosa ricordi?
Un pomeriggio nello studio di Lucio Dalla, mentre lui era in tour: la canzone è uscita in uno squarcio di creatività.
Cosa ti fa venire in mente Replay, invece?
Un brano fondamentale. Non solo perché l’ho cantato a Sanremo, ma perché ha portato tanta gente ai miei concerti.
Non gareggi all’Ariston dal 2012, quando sei salito sul palco con Un pallone Sanremo è un capitolo da affrontare quando te la senti, ma ho il rimpianto di non essere andato al festival con Il tuo ricordo, dell’album Cinema Samuele. Non avevo ancora completato il testo.
Quale brano ti emoziona di più in concerto?
En e Xanax : le persone probabilmente si sono identificate nei due ragazzi della storia. Quando la canto sento che sto bene con il pubblico e lui con me.
C’è un nuovo album nel tuo futuro?
Sì, le canzoni continuo a scriverle. E ho la fortuna di avere discografici che capiscono il mio modo di essere in un’epoca in cui se non si esce con due canzoni al mese si teme di finire nel dimenticatoio.
Come vivi questo cambiamento della discografia in cui sembra più importante esserci che essere?
Con l’ironia, unica ancora di salvezza. Ora è tutto molto cambiato: a volte non mi sembra nemmeno più lo stesso mestiere.
Che tipo di artista sei?
Libero in un mondo che mi fa sentire sempre più imprigionato. Non ho mai messo al centro della mia vita il denaro, che invece sembra il fulcro di molte canzoni odierne.
Parafrasando un tuo pezzo, ti chiedo se sei felice.
Sono centrato. Un’occasione da non farsi sfuggire.
samuelebersani.net samuelebersaniofficial samuelebersani
UN TUFFO NEL FUTURO
FEDERICA PELLEGRINI ALLENA I CAMPIONI DI DOMANI CON LA SUA
ACADEMY E, DOPO ESSERE ENTRATA NEL COMITATO OLIMPICO
INTERNAZIONALE, SI PREPARA A FARE IL TIFO AI GIOCHI DI PARIGI. I PRIMI CHE VIVRÀ DA SPETTATRICE DOPO 24 ANNI
di Gaspare Baglio gasparebaglio
Èuna delle eccellenze sportive italiane, ma anche una donna che non si ferma mai e si butta in nuove avventure. Dopo aver appeso il costume al chiodo e dato alla luce Matilde, Federica Pellegrini ha inaugurato un nuovo periodo della sua vita con la Fede Academy, il camp di nuoto aperto lo scorso anno a Livigno con il marito ed ex allenatore Matteo Giunta. E si dice aperta a tutte le opportunità.
Quali sono gli obiettivi dell’Academy?
Trasmettere ai partecipanti la passione che anima me e Matteo. Nella prima edizione le cose sono andate molto bene e abbiamo capito di essere sulla strada giusta. Non vediamo l’ora di rivivere le emozioni dei ragazzi e dei bambini che partecipano quest’anno: le lezioni partono dal 25 giugno.
Cosa rappresenta per te?
È la mia maniera di restare nel mondo del nuoto, un legame che non si può spezzare dopo quasi 30 anni di attività: voglio trasmettere qualcosa alle nuove generazioni.
Fai parte della commissione atleti del Comitato olimpico internazionale. I tuoi propositi?
Voglio essere degna di questa fiducia e farmi ambasciatrice delle esigenze dei miei ex colleghi. Sono molto sensibile al tema della parità e dei diritti delle donne, ma anche a quello della salute mentale, spesso sottovalutato nel mondo dello sport. Perché so che a certi livelli le pressioni sono sempre più forti.
Chi sono i favoriti nel nuoto ai Giochi di Parigi secondo te?
Nella mia specialità preferita, i 200 metri stile libero, direi l’australiana Mollie O’Callaghan, che lo scorso anno mi ha tolto il record del mondo dopo 14 anni. Ma sono tante le contendenti, il livello sarà davvero alto. Spero che queste Olimpiadi siano tinte di azzurro, abbiamo una squadra molto competitiva, sia nel campo maschile sia in quello femminile. Non vedo l’ora di fare il tifo, anche se sarà strano: l’ultima edizione che ho visto da spettatrice è stata 24 anni fa.
Quanto ti manca la competizione?
Meno di quello che si possa pensare: per essere pronti a gareggiare servono duri allenamenti e quelli proprio non li rimpiango. Forse la cosa che mi manca di più è l’adrenalina dei grandi eventi.
Quali sono i valori sportivi che cercherai di trasmettere a tua figlia Matilde?
Correttezza, onestà, rispetto per gli altri e voglia di migliorarsi. Valori fondamentali anche nella vita. Il tuo treno della vita?
Dal punto di vista sportivo i Giochi di Atene nel 2004, quando ho conquistato l’argento nei 200 metri a soli 16 anni. Da quel momento, la mia vita è cambiata. Poi le Olimpiadi di Pechino nel 2008 perché ho vinto l’oro e ho compiuto un ulteriore salto di qualità. Al di fuori del nuoto, direi il talent show Italia’s got talent dove ho partecipato come giudice e mi sono fatta conoscere in una veste diversa. Il tuo luogo del cuore?
Venezia, una città che amo tanto. L’ho scelta per vivere un giorno importante come quello del mio matrimonio.
Che viaggiatrice sei?
Curiosa e avventurosa, come ho dimostrato durante la partecipazione al reality game Pechino Express. Ogni tanto, però, mi piace trascorrere le vacanze in totale relax per provare ad abbassare il ritmo di tutti i giorni che è spesso frenetico.
Chi è oggi Federica Pellegrini? Una mamma a tempo pieno.
fedeacademy.it kikkafede88
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UN TRENO DI LIBRI
Invito alla lettura
AUT-AUT
NELL’ULTIMO ROMANZO DI ELIF BATUMAN, LA PROTAGONISTA SELIN CERCA DI CONDURRE UNA VITA DEGNA DI ESSERE NARRATA.
TRA DOMANDE ESISTENZIALI E RIFERIMENTI LETTERARI
Nel romanzo di Elif Batuman L’idiota, finalista al premio Pulitzer 2018, avevamo lasciato Selin – una giovane donna statunitense di origini turche, alter ego dell’autrice – alle prese con il suo primo anno all’Università di Harvard. Un periodo terminato con la realizzazione di «non aver imparato niente», bizzarra conclusione per quello che vuole essere un romanzo di formazione.
Aut-Aut , appena pubblicato da Einaudi, è a tutti gli effetti il prosieguo della storia: siamo nel 1996 e la protagonista, dopo la pausa estiva, si appresta ad affrontare il nuovo anno accademico. Centro narrativo de L’idiota era l’amore non corrisposto per il matematico Ivan, per seguire il quale Selin aveva trascorso tutta l’estate a insegnare inglese nelle campagne ungheresi. Il sequel Aut-Aut è animato dalla stessa volontà della protagonista di scavare in profondità nella realtà che la circonda, provando, non a caso, la «sensazione di essere costantemente circondata da intelligenze aliene».
Selin cerca risposte ai suoi interrogativi sui comportamenti umani negli amati libri, che legge quasi fossero manuali d’istruzione per la vita, nell’attesa di diventare scrittrice a sua volta. Ed è proprio sfogliando l’opera Aut-Aut del filosofo danese Søren Kierkegaard che la
studentessa realizza di trovarsi di fronte a una possibilità di scelta per lei essenziale: abbracciare una vita etica o una estetica? E se la vita estetica – che Selin interpreta come un susseguirsi di avventure e incontri con persone interessanti – fosse la soluzione per risolvere i due problemi che la affliggono, cioè capire come vivere e come scrivere romanzi? Scegliere la vita estetica significa anche sperimentare «quell’altro tipo di amore» – l’evento essenziale di ogni romanzo – non le innocenti cotte non corrisposte dell’adolescenza, ma l’incontro in cui «succede qualcosa». È allora che nell’esistenza di Selin fanno la loro comparsa alcuni personaggi chiave: un ragazzo polacco dal nome talmente impronunciabile da essere chiamato “il Conte”, Ham, la cui stanza è piena di soldatini giocattolo e Volkan, incontrato durante un viaggio estivo in Turchia. Alla fine, Selin scoprirà che l’amore – per cui purtroppo ad Harvard non hanno istituito un dipartimento apposito – non è «un pigiama party con la tua migliore amica», ma può essere «pericoloso, violento, e a volte anche respingente». Cercare di sottrarsi è però «anti romanzesco», mentre è fondamentale vivere appieno le proprie potenzialità, per trasformare la vita stessa nel romanzo da scrivere. Il cuore del libro, allora, risiede proprio nello sguardo
originale che Selin rivolge alle cose. Si viene assorbiti dalla sua visione del mondo, dalle sue elucubrazioni e dai suoi ragionamenti, dai dettagli del suo universo. Il tono è sempre leggero, a tratti ingenuo e divertente, a tratti profondo e riflessivo. Ricchissimi sono i riferimenti ad altri libri, che rendono questo romanzo un’autentica gemma per chi ama la letteratura.
Einaudi, pp. 416 € 21
BRANI TRATTI DA AUT-AUT
Una donna che viaggia
E se avessi usato la vita estetica come un algoritmo per risolvere i due problemi più grandi che mi affliggevano, e cioè come vivere e come scrivere romanzi?
In una qualunque situazione di vita reale avrei finto di essere in un romanzo, e poi avrei fatto quello che avrei voluto che il personaggio facesse. E poi l’avrei scritto, e andando avanti così avrei scritto un romanzo senza dovermi inventare una serie di personaggi e fingere che me ne fregasse qualcosa di loro.
La Cappadocia era ormai diventata una famosa destinazione turistica. Nessuno pensava che fosse strano o pericoloso per me andarci, quindi nessuno mi seguì. Presi una stanza in una pensione, in una villa greco-ottomana vecchia di centocinquant’anni. La proprietaria, una signora di mezza età con una pettinatura fichissima, mi diede una stanza molto grande che si affacciava su un roseto. Notai con sorpresa che nelle pensioni venivo accolta calorosamente. Nei ristoranti ci rimanevano male nel vedere che eri da sola e non in gruppo, o che non eri un uomo, ma nelle pensioni era diver-
so. – Benvenuta, benvenuta, benvenuta, – disse uno dei proprietari usando un sacco di espressioni diverse che significavano tutte «benvenuta».
– Lei è la benvenuta qui –. Faticava a contenere l’entusiasmo e alla fine disse, in tono confidenziale: – Una donna che viaggia da sola è il nostro ospite preferito.
– Davvero? E perché?
– Perché le donne non rompono mai nulla.
– Mentre gli altri invece… sì?
– Ma certo. Gli uomini, le famiglie. Appena arrivano rompono qualcosa. E il valore della proprietà diminuisce.
– E cosa rompono? – chiesi preoccupata. La sua pensione mi sembrò di colpo un posto fragilissimo.
– Cosa non rompono. Rompono le finestre. Sfondano i muri. Roba che uno nemmeno immagina. Mentre una donna carina e beneducata, – inclinò la testa da un lato con aria di sfida, –può anche restarci dieci anni in una stanza lasciandola esattamente come l’ha trovata! E il valore della proprietà resta immutato!
Provai un senso di sollievo, perché ero sicura che sarei riuscita a non rompere le finestre, ed era piacevole ricevere quello che era chiaramente inteso
Un assaggio di lettura
come un complimento. Allo stesso tempo però l’immagine di una donna beneducata che restava dieci anni in una stanza senza lasciare tracce visibili del suo passaggio aveva qualcosa di inquietante.
[...]
Feci un sospiro
Per il corso sul caso leggemmo un’intervista in cui John Cage diceva che per lui al momento la musica più profonda era quella dei clacson delle macchine sulla Sesta Avenue. E questo perché non aveva più «bisogno» della struttura e della prepotenza di «quello che chiamiamo musica». «Se qualcosa è noioso dopo due minuti, –aveva scritto Cage una volta, – prova a farlo per quattro. Se è ancora noioso, allora prova per otto. Quindi sedici. Quindi trentadue». Feci un sospiro. Solo una persona già vecchia e famosa poteva dire qualcosa del genere, e cioè che una scemenza a caso era la forma d’arte più eccelsa. Io non potevo certo permettermi di fare uscite del tipo: «Eccovi qui i rumori della Sesta Avenue. Non vi sembrano interessantissimi? Provate ad ascoltarli per trentadue minuti». Non che avessi la minima intenzione di farlo.
[...]
Lo psichiatra
– In realtà penso che i miei familiari siano perlopiù depressi, – dissi a un certo punto, rendendomi conto di quanto fosse vera questa cosa solo dopo averla detta.
– Sono in cura? – mi chiese lo psichiatra, con il tono di chi pensava che quello era il minimo che ci si potesse aspettare da persone responsabili. Gli dissi che pensavo che mia madre andasse da uno psichiatra. Lui mi chiese da quanto tempo. All’inizio ero tentata di dirgli che aveva cominciato solo dopo che il tribunale l’aveva costretta a trasferirsi nel New Jersey. Ma poi mi ricordai che durante la causa per l’affidamento aveva chiesto a uno psichiatra di Philadelphia di farle una perizia di parte. Quindi c’era stato uno psichiatra di Philadelphia. Lo psichiatra aveva detto a mia madre che l’unica cosa che pensava di essere in
grado di dire al giudice era che lei era uscita da una relazione masochistica con mio padre per andarsi a infilare in un’altra relazione masochistica con Jerry.
– E così sua madre ha lasciato lei e suo padre. Come ha vissuto questa cosa? – mi chiese lo psichiatra. Mi resi conto che, come quasi tutti, anche lui voleva criticare e buttare la colpa su mia madre, e a questo punto il mio cuore gli chiuse definitivamente la porta in faccia. Ma invece di alzarmi e andarmene restai seduta lì a rispondere alle domande. Era per una questione di convenzioni sociali? O c’era una parte di me che ancora sperava che lui ne sapesse comunque più di quanto ne sapevo io?
[...]
In situazioni del genere
Ad Anamur, la più importante zona per la produzione delle banane della Turchia, un impiegato dell’ostello, un tipo alto dallo sguardo intenso, si offrì di accompagnarmi in macchina nell’antica città di Anemurium. Era su una spiaggia deserta. Quando arrivammo mi chiese di fare sesso. Ma perché continuavo a trovarmi in situazioni del genere? Era strano che esistessero solo due opzioni: sì o no. Quale era attiva e quale era passiva? Cosa avrei voluto che succedesse se quello fosse stato un libro? Cosa c’era scritto in quel libro? «Null’altro che connettere»?
Mi ritrovai con questo tizio tra le scatole per diversi giorni. Si chiamava Volkan. Lasciò l’ostello e mi seguì nella città successiva, comportandosi come se fosse il mio fidanzato. In un certo senso era più facile andare in giro con un uomo. Le interazioni con gli altri di solito filavano più lisce. Eppure, quasi tutto quello che questo tizio diceva era delirante. Bevevamo vino, fumavamo e litigavamo urlando per strada. Litigare in quel modo con un uomo mi comunicava un senso di importanza e universalità.
– Secondo te è difficile andare d’accordo con uno come me? – mi chiese Volkan una volta.
– Sì – risposi. – E con me?
L’avevo chiesto solo per equità, e così
Un assaggio di lettura
fui sorpresa nel vedere che ci pensò effettivamente su e poi mi disse: – No, non direi, andare d’accordo con te è più facile rispetto alla maggioranza delle persone.
[...]
Una scrittrice famosa
Decisi di provare a seguire un corso di scrittura creativa: non tanto perché pensassi che avrei imparato qualcosa, ma come scusa per trasformare in tempo di scrittura il tempo che in teoria andava dedicato allo studio.
C’erano due corsi. Uno era tenuto da una scrittrice famosa. Era necessario partecipare a un incontro introduttivo solo per capire come funzionava la domanda. Arrivai in anticipo, ma trovai tutti i posti già occupati. C’erano persone sedute sui gradini e in piedi, appoggiate alle pareti. La scrittrice famosa, che portava un foulard avvolto attorno alla testa, disse che a lei il fatto che bisognasse fare domanda per partecipare non piaceva per niente, ma era inevitabile per poter avere dei numeri gestibili. Quindi ci assegnò un compito. Ci chiese di descrivere il nostro letto. [...]
Non mi esaltava l’idea di descrivere la mia camera da letto, né quella di qualcun altro, o la mia casa d’infanzia, o un posto che conoscevo bene. Volevo scrivere un romanzo sui rapporti tra le persone e sulla condizione umana. Osservando la scrittrice, la sua faccia che emanava una sorta di stanchezza umanissima ma distante, in me ci fu la profonda convinzione che non era possibile che lei avesse voglia di leggere qualcosa tipo cento descrizioni di quello che era, essenzialmente, lo stesso letto da studentato. Tra i suoi numerosi libri io avevo letto soltanto il primo romanzo, ambientato in un’ex colonia britannica. Il libro era basato sulla sua infanzia, che mi era parsa così tanto più difficile della mia da farmi sentire in colpa e piena di vergogna. E ora lei doveva star a sentire me che parlavo del mio letto? [...]
I buchi neri
Per la mia lezione obbligatoria di scienze dovevo guardare un filmato sui buchi neri. C’era questo fisico teorico che spiegava come facciamo a sapere che i buchi neri esistono an -
*ACCADEMIA MOLLY BLOOM
che se non siamo in grado di vederli. «Siete mai stati a un ballo?» chiedeva, parlando con una voce calda e sentimentale. «Avete mai osservato i ragazzi con i loro smoking neri e le ragazze con i loro abiti bianchi che vorticano avvinghiati mentre le luci si abbassano finché solo le ragazze restano visibili?».
Io non ero mai stata a un ballo, né a nessun tipo di ricevimento formale, ed era allo stesso tempo spaventoso e rassicurante veder confermata in termini cosmologici la natura assoluta ed essenziale di questa esperienza.
Il fisico paragonava le ragazze alle stelle comuni e i ragazzi ai buchi neri. Il ragazzo non si vedeva, ma la prova della sua esistenza era data dalla ragazza che vorticava attorno a lui, attratta nella sua orbita. Una riprova di ciò era data nel Diario del seduttore, quando il seduttore scompare e Cordelia comincia a girare a vuoto. E avevo l’impressione che anche gli elementi che giravano attorno a me fossero tenuti insieme dall’assenza di Ivan o che fossero lì per causa sua, per controbilanciare un vuoto.
La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business. mollybloom.it
Lo scaffale della Freccia a
BIOGRAFIA DI X
Catherine Lacey
SUR, pp. 470 € 20
Alla morte di una famosa artista che si nascondeva sotto lo pseudonimo di X, la vedova ne ricostruisce il passato per scriverne la storia. Delinea il ritratto della consorte come quello di una provocatrice geniale e camaleontica, la cui carriera si è intrecciata con quelle di cantanti come David Bowie e Tom Waits. Costruito come una vera biografia, il libro omaggia la controcultura del secondo ‘900. E si lancia in un gioco letterario intriso di sensibilità femminista.
CHI DICE E CHI TACE
Chiara Valerio
Sellerio Editore, pp. 288 € 15
In un paese né bello né brutto, tra la Campania e Formia, che d’estate si riempie di villeggianti, Vittoria viene trovata senza vita nella vasca da bagno. L’avvocato Lea Russo, però, è convinta non si tratti di un incidente. La strana morte porta a un’indagine che va oltre le apparenze, dando vita a una storia nera abitata da personaggi femminili in continua mutazione. E poi amori, verità, enigmi, silenzi dell’oggi e rumori della memoria. In questo romanzo niente è immobile.
PARTI E OMICIDI
Murata Sayaka
Edizioni E/O, pp. 192 € 18
Una serie di racconti ambientati nella Tokyo di un futuro distopico, in cui la società si regge su regole molto diverse dalle nostre: per aumentare la popolazione il Sistema dei parti e omicidi prevede che uomini e donne capaci di portare a termine dieci gravidanze possano uccidere una persona a loro discrezione. Nelle pagine trovano anche spazio una coppia intenzionata ad avere figli senza rapporti sessuali e gerarchie, una vicenda sul poliamore e libri illustrati su come porre fine alla propria esistenza.
TUTTO QUESTO DOLORE
Cristiano Tinazzi
Paesi Edizioni, pp. 176 € 15
Un reportage letterario di chi ha viaggiato in luoghi di guerra e crisi ed è stato diretto testimone degli orrori che i conflitti producono. Storie di perdite, lutti e traumi, ma anche di resilienza e cura di donne e uomini incontrati dall’autore. E raccontati con trasporto e vicinanza. Il dolore, che sconvolge l’esperienza umana, e la sua rielaborazione a livello psicologico sono al centro di questo romanzo-verità che scava a fondo nell’animo e nelle sue prostrazioni.
Saif ur Rehman Raja
Fandango, pp. 228 € 16,50
Saif ha passato l’infanzia in Pakistan prima di raggiungere i genitori a Belluno, lontano da cieli, sapori e profumi che lo hanno cresciuto. È un apolide involontario: troppo pakistano per gli italiani, troppo italiano per i pakistani, senza un Paese che lo accolga e una famiglia che lo riconosca a causa della sua omosessualità. Per il padre, Saif è un mezzo uomo da virilizzare a forza di botte. Questa è la storia di un ragazzo in bilico tra culture e pregiudizi, determinato a decidere da sé sui propri desideri.
MARIA MALVA
Emiliano Dominici
Effequ, pp. 304 € 18
Chi è Maria Malva che, in una mattina qualunque di fine primavera, fa qualcosa di sconvolgente, segnando per sempre le vite delle cinque persone presenti casualmente in quel momento? Una donna silenziosa capace di farsi notare appena, una figura di cui si sa pochissimo e solo attraverso i dettagli emersi dai racconti intrecciati di chi ha assistito al brutale evento. Ognuno custodisce i propri segreti e potenzialità e conoscere fino in fondo la vita di una persona è impossibile, sembra suggerire questa storia.
Invito alla lettura ragazzi DEMOCRAZIA!
di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it
PHILIP BUNTING RACCONTA AI GIOVANI LETTORI LA STORIA
DI QUESTO SISTEMA DI GOVERNO E I SUOI MECCANISMI
ESSENZIALI. PERCHÉ OGNUNO DIVENTI CUSTODE DELL’IDEA
PIÙ POTENTE CHE L’ESSERE UMANO ABBIA MAI CONCEPITO
Quando tutti partecipiamo in modo equo e paritario alla gestione della comunità, ci troviamo in una democrazia». Inizia con una definizione semplice e diretta quest’albo illustrato dedicato al sistema di governo in cui il potere è affidato al popolo. In questa speciale forma di organizzazione, ogni individuo è chiamato a fare la propria parte affinché l’angolo di mondo in cui vive sia un posto felice e accogliente per tutte le persone.
Ma quando è stata inventata la democrazia e cosa significa esattamente vivere in una società democratica? Attraverso una serie di infografiche l’autore ne ripercorre la storia, dalla nascita nell’antica Grecia fino agli sviluppi moderni, e ne spiega il funzionamento. Scorrendo le pagine, chi legge scopre la differenza tra un governo nazionale e locale, impara come si eleggono i rappresentanti dei cittadini e delle cittadine e qual è il compito di chi vince le elezioni.
Più di ogni altra cosa, però, questo libro invita a fare della democrazia una pratica quotidiana offrendo esempi pratici
Un’illustrazione di Philip Bunting tratta da Democrazia!
e consigli su come partecipare alla vita comunitaria, in maniera più o meno attiva.
Se è fondamentale far sentire la propria voce, scegliendo sempre un linguaggio chiaro e rispettoso, altrettanto importante è mettersi in ascolto di chi ha un’idea diversa e aprirsi alla possibilità di cambiare le proprie opinioni mediante il confronto. Allo stesso tempo chi ha a cuore una causa può organizzarsi per attirare l’attenzione su di essa, manifestando pacificamente o lanciando una raccolta di firme. Preziosissimi sono anche i gesti mossi dal desiderio di far sentire gli altri alla pari e tutte quelle azioni attraverso cui questa idea di società si traduce in un abituale esercizio di gentilezza. Perché in democrazia nessuno viene lasciato indietro, ognuno è libero di vivere come vuole e di dire ciò che sente, purché non faccia del male a qualcuno.
Lo scaffale ragazzi
UN BAMBINO, UNA GATTA E UN CANE
Angelo Petrosino, illustrazioni Sara Not
Einaudi Ragazzi pp.192 € 13,90 (da 9 anni)
Un bambino solo che proviene dall’Est, una gatta randagia e un cane rapito e abbandonato sono i protagonisti di questa storia, inno all’amicizia e alla solidarietà. Premio Campiello Junior di quest’anno, per la categoria dedicata alla narrativa 7-10 anni, il libro tiene insieme tra le pagine figure soltanto all’apparenza fragili e in difficoltà. Perché quando i tre personaggi si incontrano formano una squadra e capiscono che solo insieme e proteggendosi l’un l’altro possono superare pericoli e difficoltà.
FIABE PER ADDORMENTARE I NONNI
Beppe Tosco, illustrazioni Joshua Held Gallucci, pp. 128 € 13 (per tutte le età)
Le fiabe più famose rilette capovolgendo ruoli e situazioni, con una bella dose di ironia e divertimento. Hänsel e Gretel sono arzilli vecchietti e la casetta nel bosco una residenza per anziani. Anche Pollicino è un nonno e ritrova la strada di casa lasciando dietro di sé i punti del supermercato, mentre le sette nonne di Biancoghiaccio prendono il posto dei nani. I progenitori si trasformano in buffi personaggi e fanno capire che la realtà in cui viviamo talvolta può essere distorta.
IL FRUTTO SQUISITO
Alberto Benevelli, illustrazioni Loretta Serofilli
Storiedichi Edizioni, pp. 36 € 16,20 (da 3 anni)
La scimmietta Gioia si accorge che, in alto e sulla cima di un albero della foresta, c’è un frutto bellissimo. «Lo prenderò!», afferma decisa. Facile a dirsi, meno a farsi se il serpente, la tigre e molti altri animali si intromettono coi loro innumerevoli consigli su come salire lassù. Alla fine Gioia fa di testa sua, affidandosi alle zampe agili e alle mani libere. Una storia dai colori pastello sull'importanza dei desideri e il percorso, a volte difficile, per realizzarli.
NIENTE È IMPOSSIBILE PER NOI
Eva Lindström
Camelozampa, pp. 32 € 16,90 (da 4 anni)
Il mondo e i cambiamenti da affrontare visti con gli occhi dei più piccoli, che in questa storia si sentono degli alieni atterrati in un nuovo pianeta. I due bambini al centro del racconto hanno appena traslocato in una nuova casa, con la mamma e il loro cane King, ma senza il papà. Mentre esplorano l’ambiente sconosciuto, con l’astronave della fantasia si domandano dove sarà e quando arriverà il papà. Immaginazione, senso di mancanza, calore degli affetti tra i temi di questo commovente e ironico albo illustrato.
QUANDO LA SERA LA LUNA CI PARLA
Nicola Cinquetti, illustrazioni Alessandro Sanna
Lapis Edizioni, pp. 72 € 15 (da 5 anni)
I suoni, le voci e i rumori della natura si trasformano e diventano, in questo albo illustrato, rime poetiche e immagini fantasiose. Fruscii, cinguettii e vivaci richiami animali o melodie che segnano l’alternarsi delle stagioni si convertono in parole e movimenti visivi, tratteggiati da colori brillanti e concretizzati in forme giocose. Un libro da leggere e da ascoltare, in cui immagini e suoni si fondono per ispirare la fantasia.
LO CHIAMAVANO TEMPESTA
Andrea Franzoso
De Agostini, pp. 224 € 14,90 (da 11 anni)
Nel centenario della morte, un libro che celebra il coraggio di Giacomo Matteotti, deputato socialista sequestrato e ucciso da cinque killer il 10 giugno 1924. Uomo combattivo, studioso e rigoroso – tanto da essere soprannominato Tempesta – si è battuto per la giustizia sociale, la libertà e la pace. Tra i primi a comprendere la vera natura del fascismo, ad accusarne a denunciarne la violenza e i soprusi, è stato tra i maggiori avversari di Mussolini. Una lezione di educazione civica ancora attuale.
COME INIZIANO LE STORIE
C’È TEMPO FINO AL 31 MAGGIO PER PARTECIPARE AL CONCORSO
LETTERARIO IN VIAGGIO CON AMORE, REALIZZATO DAL GRUPPO FS E DAL SALONE DEL LIBRO DI TORINO. I CONSIGLI AGLI ESORDIENTI DI VALENTINA FARINACCIO, MEMBRO DELLA GIURIA di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it
Comincia a scrivere per trovare gioia e riparo, ma aspetta cinque anni prima di vedere pubblicato il suo romanzo d’esordio, La strada del ritorno è sempre più corta vincitore, tra gli altri, del Premio Rapallo dedicato alle opere prime. Dopo il successo del primo lavoro, Valentina Farinaccio continua a pubblicare libri
fino ad arrivare a Le poche cose certe e Non è al momento raggiungibile, usciti negli ultimi anni. Nel frattempo, a Roma, cura per Officina Pasolini la rassegna letteraria Prospettive d’autore e coordina le attività culturali della biblioteca Moby Dick.
Il 13 maggio, giorno di chiusura del Salone internazionale del libro di Torino,
che anima la città da giovedì 9, commenta Cime tempestose dell’autrice britannica Emily Brontë con studenti e studentesse delle superiori nell’ambito del progetto Un libro tante scuole. E da oggi, insieme a Stefania Bertola, Guido Catalano, Ilaria Gaspari, Ester Viola e un rappresentante di Ferrovie dello Stato, fa parte della giuria del concor-
storia d’amore legata al tema del viag gio. I racconti devono essere caricati entro il 31 maggio, in formato pdf, sulla piattaforma dedicata che si può trovare su salonelibro.it. I tre considerati meritevoli saranno premiati durante la manifestazione Portici di carta, a Torino il 12 e 13 ottobre, e verranno pubblicati in un’antologia insieme ai racconti degli scrittori e scrittrici della giuria. Quanto è importante avvicinare i più giovani alla lettura?
Educare a leggere significa nutrire, costruire, allenare. Consegnare a chi è giovane delle possibilità in più per la vita. Io ho 44 anni, appartengo alla generazione che si è appassionata alla lettura fuori dalla scuola. Una cugina più grande mi regalava romanzi di Salinger, Jane Austen, Raymond Carver, tutti belli impacchettati. Nella dedica scriveva: «Beata te, che non l’hai ancora letto!». Credo che non funzioni più così. I ragazzi e le ragazze di oggi hanno pochissimi mentori in carne e ossa, pochi rapporti con la carta e le librerie ma molti di più con lo schermo dello smartphone. E dunque, smontando ogni narrazione scaduta, credo sia im-
viaggio, per chi sa mettersi in ascolto, è sempre l’inizio di una storia.
E lei come vive quest’esperienza?
Con l’ansia, sempre. Arrivo in stazione almeno un’ora e mezza prima dell’orario di partenza. E ci arrivo comunque correndo, trafelata, certa di perdere il treno. A parte questo, mi sposto molto per lavoro, più che per piacere. E non c’è stato un treno preso che non mi abbia dato lo spunto per scrivere una piccola storia.
Perché il romance riscuote tanto successo?
Forse per il bisogno di indagare le relazioni, i rapporti, le dinamiche umane in un mondo che propende sempre più alla virtualità. Il romance ci riguarda, ci racconta, perché a nessuno è concesso di vivere senza l’esperienza dell’incontro, del dubbio, del dolore, dell’amore. Ecco, chi associa frettolosamente il romance alla gloriosa produzione Harmony sbaglia. E fa un errore anche chi lo usa come termine ombrello sotto cui far stare insieme tutto ciò che viene scritto dalle donne. Elsa Morante si faceva chiamare scrittore, invece che scrittrice, proprio
In viaggio con amore?
Considererò l’autenticità e l’urgenza di chi scrive. Dovrò credere, per prima cosa, a quello che leggerò. Tutto si può migliorare col tempo e lo studio: la tecnica, la lingua, la struttura. Ma il bisogno di scrivere, rispetto al puro esercizio di stile, quello voglio riconoscerlo subito.
Ai giovani consiglio di leggere sempre, tutto. E non affezionarsi mai a ciò che si scrive; imparare, anzi, a buttarlo via. I grandi racconti e i grandi romanzi sono fatti delle pagine che li compongono, certo, ma anche di quelle che sono state scartate.
salonelibro.it
IL SENSO DELLA
BELLEZZA
L’UNICO ANCORA INTATTO È QUELLO CUSTODITO DAI BAMBINI. CHE VANNO ACCUDITI E ASCOLTATI. PAROLA DI PAPA FRANCESCO, INTERVISTATO DALLA FRECCIA
Il sole è alto e lucente nel cielo limpido di Roma e i suoi raggi ci accompagnano all’incontro con Papa Francesco a Casa Santa Marta, la residenza a due passi da piazza San Pietro dove il pontefice ha scelto di vivere. Il motivo dell’incontro è la Giornata mondiale dei bambini, pre -
vista per il 25 e 26 maggio a Roma, evento atteso da tante persone e in primis dal Santo Padre. Il colloquio paterno affascina per accoglienza e amorevolezza. Già lo scorso 6 novembre, in occasione dell’evento I bambini incontrano il Papa, sono rimaste impresse le pa -
role del Santo Padre nell’Aula Paolo
VI rivolte ai più piccoli: «C’è bisogno di imparare da voi. Io sono sempre felice quando vi incontro, perché mi insegnate ogni volta qualcosa di nuovo. Per esempio, mi ricordate come è bella la vita nella sua semplicità, e mi insegnate pure come è
bello stare insieme. Stare insieme e con semplicità sono due doni grandi di Dio». Prendere esempio dai più piccoli, quindi, e ascoltare le loro richieste e preoccupazioni: solo così si può costruire un mondo migliore fatto di pace e rispetto per la natura e per l’umanità. Secondo Francesco,
bisogna ripartire dalla naturalezza e dalla bontà dei gesti dei bambini, dall’amore per la Terra e per chi ha meno di noi.
Nella stessa occasione, lasciò senza fiato anche vedere un Capo di Stato attendere la partenza del treno Rock alla stazione di Città del Vaticano con a bordo bambine e bambini diretti alle proprie case. Una mossa inaspettata che ribadisce anche lo stretto rapporto tra il pontefice e questo mezzo di trasporto. È lo stesso Francesco, d’altronde, ad aprire più di uno spiraglio di fronte all’ipotesi di un viaggio papale in treno pronunciando uno speranzoso: «Vedremo».
A tante persone, in particolare a noi del Gruppo FS, è rimasta impressa l’immagine di lei davanti al treno con a bordo i bambini. Si è comportato come un nonno che saluta i nipoti che stanno tornando a casa.
Educare significa accompagnare i più piccoli fino al momento in cui sentono di potercela fare da soli. Il viaggio è una metafora della vita. Ed è nostro compito questa cura quotidiana delle relazioni. Saper stare accanto all’altro lasciando che rimanga se stesso.
A Roma ha incontrato oltre settemila bambini e bambine di tutto il mondo. È stato un momento dal grande valore simbolico. Quanto è importante sensibilizzare le generazioni che saranno il nostro domani?
I più piccoli custodiscono un senso della bellezza ancora intatto. Dobbiamo accudirli, ascoltarli. Se lo facciamo saranno loro a sensibilizzare noi adulti. E questo scambio può portare una vera speranza di cambiamento per tutti.
Per gli adulti e chi ci governa è sempre scomodo e complicato parlare
di pace e rispetto per Madre Natura. È così difficile imparare dai bambini?
Si deve crescere senza perdere la semplicità. E la semplicità di un bambino non è la stessa di un giovane e di un adulto. Tutti dobbiamo essere semplici, ma in accordo con la nostra età. Nell’enciclica Laudato si’ parla di cura della Casa comune. Quanto è stato fatto dai governi dopo il grido di allarme lanciato da lei nel 2015 in difesa della Terra e dell’ambiente?
Non hanno fatto abbastanza. È questo il senso dell’esortazione apostolica Laudate Deum, che riprende dopo otto anni la Laudato si’. Ma la crisi richiede un coinvolgimento di tutte le persone: l’intera società dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta a ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli e delle proprie figlie.
Ci sono alcune foto di lei in metro in Argentina. Quanto è importante utilizzare i mezzi pubblici e quelli a basso impatto ambientale come il treno al giorno d’oggi?
È fondamentale cambiare i nostri stili
Papa Francesco e, da sinistra, Padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata mondiale dei bambini, Luigi Corradi, Amministratore Delegato di Trenitalia, e Luca Torchia, Chief Communication Officer del Gruppo FS, durante l’evento I bambini incontrano il Papa, il 6 novembre 2023, nell’Aula Paolo VI in Vaticano
di vita per salvaguardare la Casa comune. Come lei ricorda, ho sempre amato prendere i mezzi pubblici: è un modo per stare tra le persone, sentire il loro calore e le loro preoccupazioni. Durante la scuola secondaria prendevo tutti i giorni il treno da Flores a Floresta, due quartieri di Buenos Aires. Oggi è tra le abitudini che mi mancano di più.
vatican.va
all’evento I bambini incontrano il Papa, il 6 novembre 2023
UN MONDO
In questa pagina e nelle successive, alcuni disegni inviati a Papa
A
COLORI
IN VISTA DELLA GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI, IL 25 E 26 MAGGIO, I PIÙ
PICCOLI HANNO INVIATO AL PONTEFICE DISEGNI E LETTERE. CHE TRATTEGGIANO UNA SOCIETÀ FONDATA SULLA PACE E SUL
RISPETTO
di Dario Cirrincione dario-cirrincione
Immagini © giornatamondialedeibambini.org
Nel mondo visto con gli occhi dei bambini e delle bambine Papa Francesco ha i capelli blu. Veste in rosa e passeggia su un tappeto di fiori. Abbraccia il mondo con le mani e gioca insieme ai più piccoli che sventolano la “bandiera del rispetto”. È un mondo in cui la condivisione è bella, amichevole, sincera e sempre generosa. Un paradiso in cui i cannoni sparano solo cuori, fiori, baci, farfalle e i bambini si tengono per mano senza paura. Uno spazio in cui i diritti sono di tutti e la pace si condivide in modo giocoso.
Ci sono tutta la creatività e l’immaginazione dell’infanzia
nelle lettere e nei disegni che i bambini hanno spedito a Papa Francesco per prepararsi alla Giornata mondiale a loro dedicata, il 25 e 26 maggio a Roma. Gli elaborati, che la redazione del magazine La Freccia ha avuto modo di vedere in anteprima, danno forma alle emozioni, esprimendo la capacità dei più piccoli di lavorare con la fantasia, risorsa preziosa che va coltivata e incoraggiata.
I bambini che scrivono al Papa si definiscono «gli adulti del futuro». Dicono che «la pace si fa con i gesti e le parole, chiedendo scusa e per favore. Con un abbraccio e con il mignolino, basta che vengano dal tuo cuoricino». Sono
«birichini e si fanno i dispetti», ma poi fanno la pace «mangiando insieme gli spaghetti». Amano la natura, difendono la Terra e sanno che «non si inquina». Puntano il dito contro quegli adulti che «provocano dolori ai bambini di tutti i colori». Disegnano mani intrecciate, scrivono che la vita è bella e va custodita e rispettata. E, anche se commettono errori di ortografia, non cedono il passo alla paura di sbagliare. Anzi, ammettono con franchezza di «non saper scrivere tanto bene» e chiedono scusa.
In un mondo complesso e frenetico, osservare come i bambini siano capaci di esprimere i loro pensieri con sincerità e creatività, attraverso disegni, lettere e poesie, può diventare fonte di ispirazione e di profonda rifles-
sione. Basta un foglio a forma di cuore, qualche riga disegnata a matita e una frase che corre al di là del margine, per ricordarci – come ha avuto già modo di dire il Santo Padre – che «nessuno può esistere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore». Nella semplicità di un foglio di carta colorato a matita dai bambini, gioia dei loro genitori e delle loro famiglie, c’è una bellezza autentica e senza tempo. L’essenza di chi non conosce la complessità della diplomazia, né le convenzioni sociali. I più piccoli scrivono e ritraggono ciò che vedono con il loro cuore e, disegnando un papa dai capelli blu, ci ricordano che l’essenziale è invisibile agli occhi. Mentre noi, forse, lo abbiamo dimenticato troppo presto.
BUON VIAGGIO BRAVA GENTE
di Padre Enzo Fortunato
padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato
[Direttore della comunicazione della basilica di San Pietro]
L’ ARTE DI ESSERE
LA PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI METTE AL CENTRO LA SEMPLICITÀ DELL’INFANZIA, IL VALORE DELLA CONDIVISIONE E IL SENSO DI COMUNITÀ. PER GUARDARE CON SPERANZA AL FUTURO
PICCOLI E
cco, io faccio nuove tutte le cose». È questa la citazione biblica che dà il titolo alla prima Giornata mondiale dei bambini, in programma il 25 e 26 maggio a Roma. Parole in grado di richiamare riflessio -
ni profonde sulla rinascita, la speranza e il potenziale di trasformazione, in un mondo afflitto da cambiamenti, non sempre positivi, spesso irreversibili. Il clima instabile, i conflitti sanguinosi e la spietata realtà finanziaria ci obbligano a cercare un motto che incarni l’essenza dei bambini, la loro purezza, la semplicità e soprattutto la speranza nel rinnovamento, per guardare oltre le difficoltà attuali e abbracciare la possibilità di un nuovo inizio, sia a livello personale sia collettivo.
Per l’evento sono attesi almeno 100mila bambini provenienti da 60 Paesi diversi, tra cui Afghanistan, Congo, Etiopia, Eritrea, Siria, Ucraina e Mozambico, oltre a delegazioni da Palestina e Israele e rappresentanti di bambini buddisti e musulmani. Tutti loro sono «la novità del mondo», come
recita l’inno composto per l’occasione da monsignor Marco Frisina.
Il primo giorno ci si incontra allo Stadio Olimpico di Roma, per una grande festa condotta da Carlo Conti durante la quale sono previsti momenti di riflessione e testimonianze. La scelta del luogo non è casuale: lo sport, come sottolineato da Papa Francesco, può favorire la creazione di comunità e amicizie, contrastando l’individualismo e la competizione spietata che generano insicurezza nei giovani. Al momento hanno confermato la partecipazione all’evento l’attivista indiana Licypriya Kangujam, l’attore Lino Banfi, i cantanti Gianni Morandi e Mr. Rain e il rapper spagnolo Beret. L’arrivo di papa Francesco, per un dialogo con i bambini, è in programma nel pomeriggio, mentre domenica l’appuntamento è in piazza San Pietro per la messa delle 10:30, celebrata dal Santo Padre. Lo spirito dell’evento è sintetizzato bene da una lettera del papa ai più piccoli, pubblicata lo scorso marzo, in cui si legge che la gioia cresce quando condivisa e l’amicizia si nutre di partecipazione, perdono, pazienza, coraggio e creatività. Queste parole guidano il nostro cammino, indicandoci la strada verso un futuro di speranza e rinnovamento per tutti i bambini del mondo. Ogni giorno, i media raccontano un’infanzia distrutta dalle guerre, dal lavoro minorile, dalle malattie o dalla fame. Queste storie, sebbene possano sembrare distanti, ci riguardano tutti e do-
vrebbero spingerci ad agire per salvaguardare la bellezza e la semplicità dei più piccoli, caratteristiche riconosciute ed elogiate anche da Papa Francesco durante un incontro con i bambini nell’aula Paolo VI lo scorso 6 novembre. In quell’occasione il pontefice ha incoraggiato gli adulti a imparare da loro, esprimendo un pensiero condiviso dalla comunità ecclesiastica. La Chiesa vede infatti i più piccoli come agenti attivi di miglioramento, capaci di diffondere i valori di rispetto, lealtà e collaborazione nella società. Anche se
si tende a credere che bambini e bambine non siano in grado di comprendere il mondo dei grandi, la realtà è diversa. Non a caso, la salute mentale dei più giovani è stata messa duramente alla prova durante la pandemia, con la chiusura delle scuole e l’interruzione delle attività sportive e di svago. La Giornata mondiale dei bambini vuole portare, tra le altre cose, nuova vitalità tra le ragazze e i ragazzi, perché si sentano meno soli e guardino con speranza al futuro. giornatamondialedeibambini.org
L’università è anche avventura, accoglienza, condivisione.
Qui mi sento a casa.
Irene, 21 anni
Programma e iscrizioni iulm.it/openday
CALABRIA MAGNA
NEL REGGINO, PER CONOSCERE TERRITORI CHE FURONO ANTICHE
COLONIE GRECHE. TRA PARCHI ARCHEOLOGICI A DUE PASSI DAL
MARE E MUSEI CHE CUSTODISCONO TESORI ANTICHI
di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it
C’è un angolo d’Italia in cui si percepisce in maniera evidente un legame profondo con l’antica cultura ellenica. È la Magna Grecia, area che oggi corrisponde alla Calabria e alle regioni limitrofe.
Qui, come appendici in terra straniera, a partire dall’VIII secolo a.C. sorsero diverse colonie destinate a diventare in breve tempo centri di intensa vita artistica e politica oltre che insediamenti strategici dal punto di vista logistico e militare. Si partiva dalla metròpolis, la «città madre» dei colonizzatori, per approdare alla apoikìa,
la casa lontano da casa, presidio di quella cultura che sarebbe poi stata trasmessa a Roma e, progressivamente, all’intera Europa.
A distanza di secoli, le tracce di questi prolifici flussi migratori dall’antica Grecia verso l’Italia meridionale sono ancora visibili e lungo la punta dello Stivale ci si imbatte in rovine di templi, ruderi di abitazioni e sculture, testimoni dell’affascinante contaminazione che interessò la regione dei Bronzi. Le due grandi statue, rinvenute nel 1972 a Riace Marina, nel Reggino, sono conservate al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria
e rappresentano forse i capolavori più significativi dell'arte greca. In questa sede, che accoglie reperti provenienti da tutta l’area calabrese, si trovano anche la testa di Basilea e la testa del Filosofo. I due frammenti sono stati recuperati nelle acque che bagnano Villa San Giovanni e costituiscono, insieme alle sculture di Riace, la più importante collezione esistente di bronzi greci del V secolo a.C. Il piano interrato del museo ospita invece parte di una necropoli dell’antica Rhegion, datata tra il IV e il II secolo e venuta alla luce durante i lavori di costruzione del 1932.
Ma l’identità greca di Reggio si percepisce anche fuori dall’edificio deputato a conservare il suo patrimonio archeologico: percorrendo il lungomare Falcomatà, all’altezza di piazza Camagna, si incontra il più esteso tratto di cinta muraria ellenica della città. Anche se il circuito è stato restaurato molte volte nel corso del tempo, e non è possibile stabilire con precisione la data della sua costruzione, esso rappresenta una testimonianza storica importante non solo di Reggio Calabria, ma di tutta la civiltà classica in riva al Mediterraneo. Merita una visita anche l’Ipogeo di piazza Italia, uno spazio di sei metri in cui sono riconoscibili 11 fasi di edificazione, dall’età greca fino ai primi anni del XIX secolo, mentre le acque davanti a Punta Cala-
mizzi nascondono i resti di un tempio dedicato ad Artemide, identificato nel 2007 da una spedizione subacquea. Affacciata sullo Jonio, a circa un’ora di treno da Reggio, Locri è considerata la culla della grecità calabrese. Nel Parco archeologico nazionale, pochi chilometri a sud del centro cittadino, si possono ripercorrere oltre quattromila anni di storia attraverso reperti dell’età del bronzo e del ferro, resti della città ellenica, santuari, un teatro, edifici privati e numerose testimonianze di età romana e tardo antica. Nell’area si trova anche il Museo archeologico nazionale di Locri Epizefiri, che custodisce gli oggetti provenienti dagli scavi effettuati nella zona, mentre quello di Palazzo Nieddu del Rio, in centro, conserva reperti archeologici
dell’epoca preellenica, magnogreca e romana venuti alla luce dagli scavi condotti per la costruzione della strada statale 106. Ma la colonia di Locri Epizefiri, fondata tra l’VIII e il VII secolo, non accolse solo edifici imponenti e luoghi di culto; questa porzione di Calabria fu patria di personaggi illustri come Zaleuco, considerato il primo legislatore del mondo occidentale, e Nosside, poetessa a cui è dedicato un monumento sul moderno lungomare. In posa plastica, con un papiro in mano a indicare la vocazione letteraria, la statua della più grande epigrammista della Magna Grecia domina l’orizzonte marino e ricorda a chi passa di lì il felice passato del luogo. Sulla stessa costa sorgono anche i resti della colonia magnogreca di Kau-
lonìa, fondata, secondo la leggenda, dal figlio dell’amazzone Cleta. Il sito, che corrisponde al Parco archeologico di Monasterace Marina, ha regalato ritrovamenti di grande valore, ma a renderlo particolarmente suggestivo sono i resti rinvenuti nell’area sacra dell’abitato. Tra questi spicca la monumentale base di un tempio dorico periptero, risalente al V sec. a.C., e riportata alla luce all’inizio del ‘900. A due passi dal mare, quello che resta del santuario basta per immaginare l’ordi-
ne di un mondo in cui natura, umano e divino convivevano ed erano considerati complementari. Altrettanto interessanti sono i ritrovamenti dell’area denominata Casa Matta. Qui, un imponente edificio termale custodisce un reperto di enorme valore storico-archeologico: un mosaico policromo di 25 m2, il più grande d’epoca ellenistica mai ritrovato in Italia, raffigurante alcuni delfini, una serie di motivi floreali e un drago. La bestia favolosa faceva capolino anche in un’antica abitazione dello
scavo archeologico rinominata, appunto, Casa del drago. Il mosaico pavimentale che riproduce la creatura, originariamente posto sulla soglia di una stanza per banchetto, è oggi esposto al museo del Parco, insieme a ciò che è riaffiorato a seguito degli scavi e dal recupero subacqueo nell’area: basi di colonne ioniche, anfore piene di pece e una tavoletta in bronzo con dedica a Zeus. Tutto a testimoniare la vita di una civiltà antica, di cui questa terra raccoglie, per elezione, l’eredità.
concessione della Direzione regionale
IN MAGNA GRECIA CON TRENITALIA
Con otto collegamenti Frecciarossa al giorno da Milano a Reggio Calabria, di cui quattro estesi anche a Torino, Trenitalia assicura a chi vuole raggiungere la punta dello Stivale un viaggio sicuro e confortevole. Una volta in stazione, i passeggeri che desiderano esplorare la Magna Grecia possono usufruire del servizio Intercity: la flotta si sta gradualmente arricchendo di treni ibridi che dalla città calabrese raggiungono Taranto e, a partire da giugno, Bari e Lecce. trenitalia.com
CASE AD ARTE
UN ITINERARIO ALTERNATIVO PER SCOPRIRE
LE DIMORE STORICHE DI MILANO. TRA OPERE DEL RINASCIMENTO E ARCHITETTURE DEL SECOLO SCORSO
di Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
Saloni eleganti, giardini curati, pareti ricoperte di opere d’arte. Le dimore storiche di Milano sono gioielli architettonici a volte poco conosciuti che raccontano la storia delle famiglie che le hanno abitate. Un itinerario alternativo tra queste residenze di pregio consente di scoprire l’anima del capoluogo lombardo tra la fine dell‘800 e la prima metà del ‘900. L’ELEGANZA DI VILLA NECCHI CAMPIGLIO È una piacevole sensazione entrare nella proprietà di Villa Necchi Campiglio, nel centro di Milano. La residenza, con le sue forme geometriche, è immersa nel verde e sul giardino si affaccia una delle sale interne con la veranda, che desta in molti visitatori la maggior curiosità. L’edificio è stato realizzato dal noto architetto degli anni ‘30 Piero Portaluppi, su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi – la cui famiglia era legata alle famose macchine da cucire – e del marito di quest’ultima, Angelo Campiglio. Tutti e tre di Pavia, amanti della cultura, scelsero Milano anche per avere l’occasione di assistere agli spettacoli del Teatro La Scala. La proprietà è stata donata nel 2001 al Fondo per l’ambiente italiano (Fai) e si può visitare con la guida di volontari dell’associazione a comin-
L'amante morta di Arturo Martini nell'ingresso di Villa Necchi Campiglio
ciare dal piano terra, dedicato al ricevimento degli ospiti. Nel grande ingresso sono esposte opere d’arte, come
La famiglia di Mario Sironi e alcuni pezzi donati nel 2009 al Fai, tra cui L’amante morta di Arturo Martini. Si cammina calpestando un pavimento in noce del Brasile, tra saloni con camini inquadrati in grandi cornici di pietra verde, una biblioteca con tremila volumi e scaffali in palissandro. C’è anche una scrivania richiudibile risalente al periodo napoleonico che ha solo due esemplari uguali al mondo. Mobili ispirati allo stile del ‘700 ammorbidiscono qua e là il rigore geometrico di Portaluppi: sono arredi commissionati all’architetto Tomaso Buzzi nel secondo dopoguerra. Lasciato il piano di rappresentanza si sale al primo, dove si trovano le stanze da letto usate dai padroni di casa e dagli ospiti, tra cui una per la guardarobiera, preziosa collaboratrice domestica. Infine, nei bagni di notevoli proporzioni, in marmo bianco o nero e in alabastro, risplendono i primi esempi di docce in Italia.
IL DESIGN DI MUSEO BAGATTI VALSECCHI
A due passi da via della Spiga, la strada dei brand di lusso, si nasconde un’altra residenza, di tutt’altra atmosfera: Casa Bagatti Valsecchi, una delle prime grandi espressioni del design milanese. Anche questo spazio arriva a noi grazie a una storia familiare, quella dei due fratelli Fausto e Giuseppe, eccezionali collezionisti di fine ‘800 che raccolgono dipinti e arredi del Rinascimento, originali o riprodotti da impeccabili artigiani del loro tempo. La scelta di quel fervido periodo culturale è in linea con le volontà della monarchia sabauda all’indomani dell’Unità d’Italia, per consolidare un’identità ancora fragile. I proprietari ammiravano l’arte del passato, ma erano curiosi delle novità del loro tempo. Nella spaziosa dimora vi erano infatti sistemi di riscaldamen-
to, acqua corrente e luce elettrica e, inoltre, i due fratelli si erano appassionati alle ascensioni dei palloni aerostatici e all’utilizzo del velocipede, antenato dell’odierna bicicletta. Avevano molto in comune, anche se le loro personalità erano differenti. Fausto era più avventuroso e rimase celibe. Giuseppe, più tranquillo, si sposò con Carolina Borromeo e in casa ci sono le testimonianze dei giochi appartenuti ai loro cinque figli. L’appartamento continuò a essere vissuto da Pasino, uno dei figli di Giuseppe, fino al 1974 e 20 anni dopo la Fondazione Bagatti Valsecchi lo aprì al pubblico.
Da allora si può entrare e girare nella Sala d’armi, tra corazze, alabarde e schinieri, e nelle stanze decorate con preziose tappezzerie. Nella camera da letto di Fausto si rimane incuriositi da una sveglia a forma di teschio, mentre in una vetrina della zona pranzo è esposto un calice rarissimo, realizzato con una tecnica che prevede l’immersione del bicchiere, appena realizzato e rovente. nel ghiaccio, così da creare una serie di crepe dal bell’effetto estetico ma che lo rendono molto fragile.
Questo luogo culturale si può visitare anche in occasione di spettacoli teatrali e di danza, come Nell’occhio del labirinto, apologia di Enzo Tortora, il 29 maggio, inseriti all’interno della rassegna Stasera al museo, vivere nel tempo che prosegue fino al 31 dicembre. Mentre dal 10 maggio al 10 novembre la casa museo milanese ospita la mostra Lo sguardo del sentire. Il Seicento emiliano dalle collezioni d’arte Credem a favore della Romagna, che ha anche lo scopo di aiutare le popolazioni colpite un anno fa dall’alluvione. Interessanti anche
i Tea Talks, ideati dal direttore del museo Antonio D’Amico, che consentono di degustare una tazza di tè con biscotti mentre si assaporano conversazioni su stimolanti temi di storia dell’arte. Il 26 giugno è previsto l’appuntamento dal titolo Vivere da collezionisti, proprio come fecero i due fratelli. LE COLLEZIONI DEL MUSEO POLDI PEZZOLI
A poco distanza dal Teatro La Scala, il museo privato più famoso di Milano deve il suo nome al mecenate Gian Giacomo Poldi Pezzoli, nato nel 1822. Il padre Giuseppe aveva sposato pochi anni prima Rosa Trivulzio, figlia di un uomo colto, collezionista di rarità e volumi antichi che ancora oggi compongono la Biblioteca Trivulziana, custodita nel Castello Sforzesco. Rosa mantenne nel tempo rapporti d’amicizia con artisti e letterati, grazie a una passione tramandata anche al figlio. Gian Giacomo viaggiò molto, in Svizzera, Francia e Inghilterra, incontrando esponenti del collezionismo internazionale. Le armi furono i suoi acquisti preferiti, a cui seguirono opere del Rinascimento lombardo, veneto e toscano. Per l’allestimento del suo appartamento, Gian Giacomo scelse i più noti artisti-decoratori dell’epoca, Giuseppe Bertini e Luigi Scrosati. Anche se gli ambienti sono stati molto danneggiati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, conservano la loro eleganza e monumentalità. Si parte dallo Scalone, una scenografica entrata decorata con otto grandi statue in arenaria. Il Salone dorato, così chiamato per il colore del soffitto a cassettoni, aveva le pareti tappezzate di stoffa damascata, purtroppo ormai andata perduta. Si passa a visitare la camera da letto in stile baroc-
co, l’anticamera in rocaille francese, lo Studiolo dantesco e la Sala nera, che prendeva il nome dal rivestimento in ebano delle pareti e del soffitto, perso anche questo nel 1943, che conserva, però, in originale le porte e l’arredamento. Grazie anche alle donazioni, il Museo Poldi Pezzoli vanta oggi una delle più prestigiose collezioni europee, tra cui spicca il Ritratto di giovane donna, attribuito a Piero del Pollaiolo, del 1470 circa. In questa singolare atmosfera è aperta, fino al 24 giugno con biglietto a metà prezzo riservato ai viaggiatori delle Frecce, la mostra Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito. Per la prima volta, qui si possono vedere insieme le otto tavole dell’opera realizzata nel XV secolo, di solito custodite in cinque diversi musei del mondo.
L’ARTE DI CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO
Entrare in questa dimora vicino a Porta Venezia, di età contemporanea alle precedenti ma più piccola e semplice, significa immergersi in 11 stanze ricche di luce filtrata attraverso ampie finestre e porte a vetri. Ma soprattutto posare lo sguardo su pareti tappezzate da quadri firmati da grandi protagonisti del ‘900, come Mario Sironi e Giorgio Morandi, Filippo de Pisis e Giorgio de Chirico, fino alle inconfondibili opere con i tagli di Lucio Fontana. Questi capolavori non sono stati spostati dalla dimora in cui i coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano li avevano collezionati negli anni, mostrando una sensibilità non comune per quelli che
all’epoca erano talenti emergenti. Antonio, ingegnere alla Pirelli e Marieda, ceramista, raccolsero in totale circa duemila opere, un tempo accatastate negli spazi insufficienti a ospitarle tutte. Nella Casa Museo, oggi aperta con accesso gratuito grazie ai volontari del Touring club italiano, ne sono esposte circa 300, donate da Antonio al Comune di Milano, insieme alle sculture ceramiche realizzate dall’amata Marieda. Notevole anche l’architettura decò che le custodisce, tra cui le porte a vetri di Piero Portaluppi, riconoscibili dalle forme geometriche e razionali analoghe a quelle pensate per Villa Necchi. fondoambiente.it/luoghi/villa-necchi-campiglio museobagattivalsecchi.org/it museopoldipezzoli.it casamuseoboschidistefano.it
OPEN HOUSE MILANO 2024
FS Sistemi Urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS Italiane, è sponsor anche quest’anno di Open House Milano, un weekend di aperture straordinarie per chi vuole conoscere l’architettura del capoluogo lombardo. La manifestazione, in programma il 25 e 26 maggio, vuole promuovere un concetto di città partecipata dai cittadini, per favorire il dialogo fra pubblico e privato, fra cittadinanza e impresa. La nona edizione dell’iniziativa approfondisce il tema dell’ecosistema urbano e prevede anche alcune visite guidate nell'ex scalo ferroviario di Porta Genova, che FS Sistemi Urbani mira a trasformare e rigenerare. openhousemilano.org
NELLA TERRA
DI MEZZO
A BUCCHIANICO, IN PROVINCIA DI CHIETI, NICOLAS GENTILE HA
COSTRUITO UN VILLAGGIO IN CUI VIVERE LE ATMOSFERE DEL MONDO
FANTASTICO DI TOLKIEN. TRA CASE SCAVATE NELLA COLLINA, BOSCHI
INCANTATI E DISTESE DI CAMPI COLTIVATI
di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com
Cesarebiasiniselvaggi
Q«uesto popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati…», scriveva Ennio Flaiano riferendosi all’Italia. Ma anche di creativi eclettici ed eroi quotidiani, aggiungerei io. Proprio come Nicolas Gentile, 40 anni compiuti da poco, una laurea in geologia e la passione per la pasticceria, professione a cui si dedica nel solco di una ghiotta tradizione familiare. Segni particolari: ha scelto di vivere come un hobbit della saga Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, a Bucchianico, in provincia di Chieti, più precisamente in contrada Porcareccia, dove sta co-
struendo Contea Gentile, la hobbitville italiana visitabile presumibilmente dalla fine di giugno. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un pazzo eccentrico, ma sbaglierebbe di grosso. Nicolas è piuttosto un politico visionario, un changemaker, protagonista di un cambiamento sociale, ambientale e culturale. Guidato dalla passione smisurata per gli universi immaginari come quelli raccontati dal genio di Tolkien, ha deciso di introdurre un pezzo di fantastico nel mondo reale, per dimostrare come la vita intorno a noi possa essere molto più magica di quella prodotta dalla fantasia. È questo il senso della contea hobbit italiana che Nicolas sta costruen-
do: «La magia esiste e noi la stiamo portando qui», mi confida. «La Contea Gentile, in questo momento, è un luogo di raduno non soltanto per gli amanti del genere fantastico o gli appassionati del libro Il signore degli anelli, ma richiama anche persone che hanno bisogno di ritrovare se stesse in un contesto all’antica come quello di Bucchianico, dove ci sono soltanto campi coltivati e poche aziende. D’altronde, un hobbit è semplicemente un contadino che cerca di vivere nel modo più semplice possibile. Un obiettivo perseguibile nella campagna abruzzese, così come in tutte le altre zone rurali d’Italia, soprattutto al sud».
Da dove viene il nome della contea?
Ho scelto di chiamarla così per tanti motivi. Prima di tutto perché Gentile è il mio cognome e poi perché si dice che a noi abruzzesi piaccia definirci forti e gentili. Ma la ragione fondamentale risiede nel messaggio che vogliamo veicolare. Nel mondo odierno, essere gentili è forse la più alta forma di coraggio.
Il progetto, quindi, promuove un ritorno alle origini, alla terra e alla socialità. C’è spazio anche per il divertimento e la magia?
Sì, non ci siamo fatti mancare nulla. Abbiamo anche una moneta, utilizzabile solo all’interno della contea. Sopra è riprodotta una ghianda con quattro foglie, simbolo della nostra comunità. Quando acquistai il terreno per l’hobbitville notai, svettante sulla collina, una quercia gigantesca plurisecolare e immaginai di vivere lì sotto con tutta la mia famiglia come un hobbit. Da quel momento si è concretizzato davvero quasi tutto molto velocemente.
Tu sei anche un ottimo pasticcere. I tuoi dolci sono legati al Signore degli anelli ?
Quando organizziamo gli eventi, a cui partecipano migliaia di persone, cer-
chiamo di ricreare alcuni piatti citati nella letteratura attraverso uno studio filologico: nell’immaginario fantasy della Terra di Mezzo, per esempio, i beorniani sono famosi per i loro dolcetti al miele e al latte che anche noi prepariamo. In generale, riproduciamo le pietanze utilizzando materia prima locale, a chilometro zero. Quanto alla mia pasticceria, il dolce che va per la maggiore è il Lembas degli elfi, conosciuto anche come Pane da viaggio o Pan di via: una sorta di lievitato iperproteico che consente, con un solo morso, di muoversi per giorni senza sentire la fame. Il nostro non funziona così bene, però è molto buono. Anche voi, come la Compagnia dell’anello, siete viandanti?
Poco più di due anni fa mi sono messo in viaggio insieme a nove persone della comunità per promuovere il progetto della Contea Gentile e raccontare la nostra Terra di Mezzo. Siamo partiti a piedi per raggiungere il Vesuvio, tutti vestiti da membri della Compagnia dell’anello come nel film diretto dal neozelandese Peter Jackson. In circa otto giorni di traversata abbiamo percorso montagne e boschi, ci siamo imbattuti in città meravigliose, abbiamo dormito dentro castelli incredibi-
li. Giunti sul vulcano non ho gettato nelle sue gole l’anello, come accade nell’episodio finale della trilogia quando finisce nelle viscere del Monte Fato, ma l’ho dato a un ragazzino di 12 anni che ci aveva raggiunti fino a lì dopo aver conosciuto la nostra storia sui social. Gli ho regalato il monile dicendogli che anche lui da grande avrebbe dovuto fare la sua parte da eroe, per salvare il mondo, partendo dal suo pezzo di terra, dal luogo dove era nato. Nell’immaginario di Tolkien, infatti, l’anello non simboleggia solo il male, ma anche la paura di non fare la propria parte per un domani migliore. La contea, quindi, non è solo un luogo ma anche una speranza?
Sì, ci credo fermamente. Io, con la mia hobbitville abruzzese, sto dando il mio piccolo contributo, l’importante è non arrendersi. Oggi, per esempio, si parla tanto di ecoansia, è qualcosa che proviamo in tanti, me compreso. Sono convinto che tutti possano salvare il mondo partendo dal proprio spazio. Come il mago Gandalf, con il suo ruolo di guida, spinse lo hobbit Bilbo fuori dalla porta di casa per vivere le prime avventure, anch’io cerco di incoraggiare i giovani, ma anche quelli che non lo sono più, a fare la loro parte, a
creare, a partecipare al cambiamento. A che punto è la costruzione della Contea Gentile?
È in fase di completamento. Qui il pubblico troverà case scavate nella collina, boschi dove riecheggiano risate, un fresco fiume in cui immergersi nei mesi estivi e la cara vecchia terra coltivata. Daremo anche abiti da hobbit a chi li vorrà indossare durante il soggiorno. A partire dalla fine di giugno, sarà possibile dormire in un caravan dei nani delle montagne, ma anche in alcune tende che sembrano uscite dalle pagine di un libro d’avventura. A luglio apriremo la nostra locanda, chiamata il Drago verde in omaggio a quella del regno immaginato da Tolkien, dove si fermavano i viaggiatori e gli hobbit si riunivano per fare baldoria. Anche noi, ogni volta che è possibile, ci raduniamo per fare festa e rievocare in costume l’universo nato dalla mente dello scrittore. Alla Contea organizziamo eventi a cui invitiamo tantissime persone: è la parte più bella della nostra realtà. Per godere di questi momenti di gioia e convivialità, sono venuti a trovarci anche da molto lontano, addirittura da Seattle, negli Stati Uniti.
laconteagentile.it
LaConteaGentile
di Osvaldo Bevilacqua
[Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]
AUTENTICA
A SPASSO PER IL
BORGO MEDIEVALE
DI IRSINA, TRA RIEVOCAZIONI
STORICHE, CUNICOLI
SOTTERRANEI E
SAPORI LOCALI
Uno dei luoghi italiani da visitare almeno una volta nella vita è Irsina, nella provincia di Matera. Sia per le sue eccellenze sia per la bellezza dei paesaggi che fanno da cornice al borgo medievale dove luci e colori scaldano
il verde dei campi e addolciscono il blu del cielo.
Il fascino della cittadina, la gustosa enogastronomia con i prodotti tipici e le tradizioni storiche mantenute vive anche grazie alle periodiche rievocazioni hanno attratto molte famiglie americane, inglesi, belghe, neozelandesi e irlandesi che hanno scelto di vivere in questo territorio. Irsina è stata crocevia di civiltà e culture: la concattedrale di Santa Maria Assunta custodisce un capolavoro di interesse mondiale, la statua di Sant’Eufemia, attribuita ad Andrea Mantegna, artista eccezionale del primo Rinascimento italiano. Scolpita intorno al 1453, sprigiona una forza comunicativa
che lascia stupito l’osservatore, catturato dal suo sguardo che sembra cambiare direzione da qualsiasi angolo la si osservi.
La tradizione più antica irsinese è proprio la festa dedicata a questa santa, martirizzata all’età di 15 anni. Numerosi fedeli le rendono omaggio in una interminabile processione in cui portano a spalla l’immagine della protettrice del paese, la reliquia del suo braccio e l’icona di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza. Le celebrazioni si svolgono a settembre, dal 14 al 17, ma il giorno più significativo è il 16, quando autorità civili e militari raggiungono la concattedrale in un corteo d’onore per consegnare al
LUCANIA
vescovo le chiavi della città. Nella terza domenica di maggio, durante la Festa della Madonna della Pietà si svolge invece il Gioco del Pizzicantò, considerato Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco, in cui vengono create piramidi umane molto applaudite. Memorabile, durante una recente edizione internazionale, la performance della rappresentanza spagnola con torri di cento persone che hanno raggiunto un’altezza record di 13 piani di giocatori.
A Irsina, non mancano poi gli eventi che si inseriscono nell’ambito della valorizzazione e della promozione dei prodotti tipici e dell’enogastronomia come la Sagra del vino e del -
la lumaca, verso la metà di agosto. Un’occasione ghiotta per degustare saporitissimi piatti a base di questi molluschi, oltre a pasta fresca, formaggi, ottimi olii e vini locali. Molto caratteristico il mercatino dove vengono esposti prodotti dell’artigianato lucano.
Il 15 e il 16 agosto va in scena Altarini e ceri in onore di San Rocco, con la presenza di tanti irsinesi che rientrano al proprio paese per rivivere atmosfere della loro infanzia.
In tutti i quartieri del borgo si preparano edicolette e si accoglie fe -
stosamente il santo con musica popolare, le frittelle chiamate pettole, piatti di carne arrosto, frutta secca e vino del territorio.
Infine, tra gli eventi più spettacolari c’è l’annuale Festa di Santa Lucia, il 13 dicembre. Per l’occasione viene preparato uno speciale piatto offerto intorno al fuoco: la cuccìa, a base di grano cotto e vincotto.
Tra le meraviglie di Irsina meritano una menzione la magica cripta nella chiesa di San Francesco, con affreschi di ispirazione giottesca, e i bottini, cunicoli sotterranei scavati
nella roccia utilizzati per alimentare le fonti e le cisterne della città. Le prime notizie certe di questi acquedotti si ritrovano in una pergamena del 1436, in cui si fa riferimento a una monumentale fontana alimentata proprio con questo sistema. In ogni angolo, in ogni pietra e in quell’acqua, che ha visto madri e nonne lavare candide lenzuola, risiede la tenerezza e la spettacolarità del luogo, un tesoro che non si finisce mai di scoprire e apprezzare.
CAVATELLINI AI FAGIOLI E PEPERONI CRUSCHI
di Sandra Jacopucci
Questa pasta della tradizione gastronomica di Irsina viene realizzata a mano dallo chef Mario Tarantino miscelando con acqua, in parti uguali, farina di grano duro e di saragolla. L’impasto ottenuto viene prima steso a bastoncino, tagliato in segmenti di circa due centimetri e “cavato”, cioè trascinato con due dita sulla spianatoia. Per il condimento si utilizzano fagioli cannellini secchi reidratati per sei/otto ore, bolliti in un tegame di terracotta e salati a fine cottura. I peperoni cruschi di Senise Igp vengono fritti singolarmente in olio extra vergine d'oliva per qualche secondo e poi lasciati raffreddare. In un’altra pentola si fanno insaporire i fagioli con olio e uno spicchio d’aglio, aghi freschi di finocchietto selvatico e i cavatellini appena lessati. Tocco finale: peperone crusco polverizzato sulla pasta.
ANDARE SU DI
GIRO
DA TORINO A ROMA LUNGO 3.400,8 CHILOMETRI E 21 TAPPE. DAL 4 AL 26 MAGGIO LA 107ESIMA
CORSA ROSA, DI CUI TRENITALIA È OFFICIAL
GREEN CARRIER, RICHIAMA SULLE STRADE
QUASI DIECI MILIONI DI APPASSIONATI
di Luca Gialanella
Èl’ultima frontiera del ciclismo mondiale, una specie di Sacro Graal che in tanti, negli ultimi 25 anni, hanno cercato di conquistare. Non è facile, non è impossibile, ma è terribilmente complicato. E non sol -
tanto per l’aspetto fisico: qui ci vuole una testa bestiale, una capacità di sopportare stress e pressioni, tensioni e gioie. Lo sloveno Tadej Pogačar, numero uno della classifica mondiale, accetta la sfida e debutta quest’anno al Giro d’Italia. È il primo passo di un progetto ambizioso che ha come obiettivo uguagliare Marco Pantani vincendo la corsa rosa e il Tour de France nello stesso anno, una doppietta che nel ciclismo manca appunto da quando il Pirata compì l’impresa, nel 1998.
Dalla prima doppietta di Fausto Coppi nel 1949 a quella di Pantani, su 150 edizioni di Giro e Tour l’accoppiata è riuscita solo 12 volte. E l’Italia è pronta a tifare per questo ragazzo di 25 anni, normale eppure straordinario, che sta riscrivendo la storia del ciclismo nelle corse in linea, nelle classiche e nei grandi Giri. Un fuoriclasse in grado di scomodare il paragone con il belga Eddy Merckx, il Cannibale, considerato il più forte ciclista di sempre. Organizzata da Rcs Sport e Gazzetta dello Sport, la 107esima edizione
salita al passo dello
dal
del Giro d’Italia, di cui Trenitalia è Official Green Carrier, parte sabato 4 maggio dalla Reggia di Venaria Reale, la storica residenza dei Savoia alle porte di Torino. È il festival di primavera, la corsa degli italiani, un filo rosa che dal 1909 unisce città e paesi, campagna e centri urbani, accompagnando la crescita anche culturale e identitaria della nazione. Sulle strade richiama quasi dieci milioni di appassionati e tifosi, e a livello globale viene visto in tv e sulle varie piattaforme da 800 milioni di persone in 200 Paesi del mondo. Per la seconda volta consecutiva, la corsa termina a Roma, domenica 26 maggio, davanti a un monumento simbolico: il Colosseo. L’arrivo è in via di San Gregorio, appena lasciate le terme di Caracalla, con l’anfiteatro Flavio e l’arco di Costantino davanti, dopo un circuito spettacolare di otto giri nel cuore della Città eterna. Si incrociano i Fori imperiali e l’Altare della patria, si sfiorano piazza Navona e Castel Sant’Angelo, con San Pietro sullo sfondo, e poi l’Isola Tiberina e il Circo Massimo. Corridori come nuovi gladiatori. La Capitale ospita il gran finale del Giro per la sesta volta nella storia, mentre per la 50esima è sede di un arrivo di tappa. Già nella prima edizione del 1909 la città faceva parte del tracciato, con l’arrivo a Porta Maggiore, alle spalle dell’odierna stazione Termini.
Il percorso della Corsa rosa è meno estremo del passato, con 44.650 metri di dislivello, circa diecimila in meno rispetto al 2023, ed è articolato in 21 tappe, 3.400,8 chilometri e due giorni di riposo. Du-
rante la prima giornata a Torino, il 4 maggio, si ricordano i 75 anni dalla tragedia di Superga, quando l’aereo che riportava a casa il Grande Torino, capitanato da Valentino Mazzola, si schiantò sulla collina alle porte della città. C’era un legame fortissimo tra ciclismo e calcio, Fausto Coppi era amico di Mazzola così come di Ezio Loik, e il Campionissimo dedicò ai suoi amici scomparsi la vittoria nella Cuneo-Pinerolo del 1949, la tappa delle tappe del Giro. Per questo motivo sul colletto della maglia rosa 2024, su sfondo granata, è stata riportata la frase: Grande Torino 1949 - Solo il Fato li vinse. Erano infatti “gli Invincibili”, una squadra straordinaria, capace di conquistare cinque scudetti consecutivi e fornire alla Nazionale dieci titolari su 11. Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Virgilio Maroso: ancora adesso i nomi si ricordano a memoria.
Al Giro ci sono due gare a cronometro, in Umbria, lungo i 40,6 km della tappa Foligno-Perugia, e sul lago di Garda per la tappa Castiglione delle Stiviere-Desenzano con i suoi 31,2 km; 12 km di sterrato attendono i campioni sulle colline senesi nella tappa di Rapolano Terme, per richiamare l’era dei pionieri e ricordare la Strade Bianche a Siena, con arrivo in piazza del Campo, una delle corse di maggior successo nel mondo. Si sale invece per raggiungere il Santuario della Madonna Nera di Oropa, vicino a Biella e si tocca per il terzo anno consecutivo Napoli. Si va sul Gran Sasso a Prati di Tivo e sulla Riviera adriatica per la tappa Riccione-Cento. Si arriva a Prato della Valle, a Padova, prima delle grandi montagne. La vetta più alta, la Cima Coppi del Giro, sarà sua Maestà il passo dello Stelvio a 2.758 metri di quota, dal versante di Bormio. Si af-
fronta anche il Mortirolo, un’altra salita storica della Corsa rosa, dal lato bresciano di Monno. E al penultimo giorno, prima del traguardo a Bassano del Grappa con il famosissimo Ponte degli Alpini, ecco il Monte Grappa, da scalare due volte dal paese di Semonzo, e si passa davanti al Sacrario militare di Cima Grappa, che raccoglie le salme di quasi 23mila soldati della Prima guerra mondiale.
Il Giro d’Italia non è però solo una corsa ciclistica: è stato insignito alla Farnesina, dal ministro degli Esteri Antonio
Tajani, del titolo di Ambasciatore della diplomazia dello sport nel mondo. E ora è parte di una piattaforma unica di promozione integrata, che coinvolge i suoi protagonisti e abbraccia cultura, territori, innovazione, turismo, imprese e distretti, pronti a raccontarsi all’estero grazie alla rete di ambasciate, consolati e istituti italiani di cultura, per sostenere il marchio Italia. È l’orgoglio del Paese.
giroditalia.it
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VENARIA REALE - TORINO
SAN FRANCESCO AL CAMPO - SANTUARIO DI OROPA
NOVARA - FOSSANO
ACQUI
VENARIA RE ALE - TORINO
SAN FRANCESCO AL CAMPO - SANTUARIO DI OROPA (B e la)
NOVARA - FOSSANO
ACQUI TERME - ANDORA
GENOVA - LUCCA
TORRE DEL LAGO PUCCINI (Viareggio) - RAPOL ANO TERME
FOLIGNO - PERUGIA
SPOLETO - PRATI DI TIVO AVE ZZANO - NAPOLI
POMPEI - CUSANO MUTRI (Bocca della Selva)
FOIANO DI VAL FORTORE - FRANCAVILLA AL MARE
MARTINSICURO - FANO
RICCIONE - CENTO
CASTIGLIONE DELLE
POMPEI - CUSANO MUTRI (Bocca de la Se va)
FOIANO DI VAL FORTORE - FRANCAVILL A AL MARE
MARTINSICURO - FANO
RICCIONE - CENTO
CASTIGL ONE DELLE STIVIERE - DESENZANO DEL GARDA
MANERBA DEL GARDA - LIVIGNO (Mottolino)
LIVIGNO - SANTA CRISTINA VAL GARDENA
SELVA DI VAL GARDENA - PASSO DEL BROCON
FIERA DI PRIMIERO - PADOVA
MORTEGLIANO - SAPPADA
ALPAGO - BASSANO DEL GRAPPA
ROMA - ROMA
AL GIRO CON TRENITALIA
Per il quinto anno Trenitalia si riconferma Official Green Carrier della Corsa rosa, giunta all’edizione numero 107. La società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS è presente con uno spazio espositivo, alla partenza e all’arrivo di tutte le tappe del Giro d’Italia, in cui è possibile partecipare a giochi tematici e collezionare gadget. Il vincitore di ogni tappa verrà inoltre premiato con una Carta regalo per viaggiare sui treni dell’azienda.
Prima dell’avvio della manifestazione, il Trofeo senza fine, simbolo della gara ciclistica, viaggia da Bologna alla Reggia di Venaria (Torino), a bordo di un Frecciarossa, di un Intercity e di un Regionale, insieme all’attrice Martina Colombari, madrina dell’evento.
Il trofeo viene poi trasportato sui treni del Regionale, con livrea rosa in omaggio alla Corsa, che affiancano alcune tappe della competizione, tra cui la quinta (Genova-Lucca) l’8 maggio, l’undicesima (Foiano di Val Fortore-Francavilla al mare) il 15, la dodicesima (Martinsicuro-Fano) il 16.
UN VIAGGIO ELETTRICO
NEGLI STESSI GIORNI DELLA CORSA ROSA TORNA ANCHE IL GIRO-E, CHE PROMUOVE LA MOBILITÀ GREEN CON UN PERCORSO RISERVATO ALLE BICI A PEDALATA ASSISTITA. TRENITALIA
di Luca Gialanella
LÈ OFFICIAL GREEN CARRIER DELL’EVENTO
a scossa non si arresta. In appena quattro anni, dal 2019 al 2023, le biciclette elettriche sono passate dall’11% al 25% del totale delle bici vendute in Italia: ora sono 273mila su un numero complessivo di circa 1,3 milioni. I dati raccontano che c’è voglia di e-bike in città e nei tracciati fuoristrada, in campagna e in montagna. Tra i mezzi a pedalata assistita il 50% di biciclette acquistate sono e-city, il 45% mountain bike elettriche e il 4% da corsa e gravel, queste ultime perfette per il cicloturismo lento e il bike-packing. Un fenomeno, quello dell’elettrico, che si può paragonare soltanto al boom della mountain bike negli anni ‘90, quando le bici a ruote grasse nate negli Stati Uniti trasformarono il mercato.
Questa tendenza è alla base del successo sempre crescente del Giro-E, la manifestazione ecologica sulle strade più belle del Giro d’Italia, riservata alle bici a pedalata assistita, di cui Trenitalia è Official Green Carrier. Dal 4 al 26 maggio, negli stessi giorni delle tappe dei professionisti, tocca diversi punti del Paese, da Torino a Roma. Il viaggio tra le due capitali storiche d’Italia si articola in 20 tappe, 1.165,6 chilometri e quasi 20mila metri di dislivello, con tre giorni di riposo previsti.
Quella di quest’anno, organizzata come sempre da Rcs Sports & Events, è la sesta edizione del Giro-E Enel, un evento che dal 2019 è ambasciatore della mobilità sostenibile ed elettrica con la sua esclusiva formula della e-bike experience. Un’impresa resa possibile dalle prestazioni delle bici dal cuore elettrico lanciate in uno spettacolo di curve, panorami e salite, con dislivelli pronunciati come quello di 2.600 metri della decima tappa, da Benevento a Cusano Mutri. Si pedala dal Piemonte al Lazio attraverso Bolzano, L’Aquila, Lucca, Massa, Montichiari in provincia di Brescia, Savona, Siena e Tolmezzo, vicino a Udine.
L’evento vede la collaborazione dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, per unire sport, educazione e sviluppo dei territori sui temi della mobilità ciclabile e della sostenibilità ambientale. E se la maglia di leader del Giro è rosa, quella del Giro-E sarà blu. Sono iscritte otto formazioni giornaliere e 19 squadre, tra cui quella di Trenitalia, capitanata dall’ex ciclista Sacha Modolo, e quella della Guardia di finanza, che nel 2024 festeggia i 250 anni dalla fondazione. Ci saranno grandi campioni del ciclismo come gli italiani Gianni Bugno, Damiano Cunego, Andrea Tafi, Claudio “El Diablo” Chiappucci e lo spagnolo Igor Astarloa. Ma anche l’ex sciatore Giorgio Rocca e un appassionato vero come l’attore Paolo Kessisoglu, che partecipa con la onlus C’è da fare di cui è presidente e fondatore.
Ritornano poi il Green Fun Village per sensibilizzare il pubblico sui temi della mobilità sostenibile e sulla necessità di un comportamento consapevole nei confronti dell’ambiente. «Anche gli spostamenti di concorrenti, fornitori e staff sono studiati per avere il minimo impatto grazie all’impiego di vetture elettriche o ibride e alla sensibilizzazione sull’utilizzo di trasporti pubblici come treni e bus», spiega il direttore del Giro-E Roberto Salvador. Non mancano, infine, le altre iniziative storiche di Rcs Sport, come BiciScuola per i giovani studenti e RideGreen, il progetto nato nel 2016 per la corretta gestione dei rifiuti prodotti dalla Corsa rosa e la creazione di un efficace sistema di tracciabilità. giroe.it giroitaliae
AL GIRO-E CON TRENITALIA
Trenitalia è Official Green Carrier del Giro-E, evento sostenibile dedicato alle biciclette elettriche che affianca la corsa principale. La società capofila del Polo Passeggeri di FS Italiane partecipa con un team capitanato da Sacha Modolo, ex ciclista professionista vincitore di due tappe del Giro d’Italia nel 2015. All’arrivo di ogni tappa è prevista la presenza di uno stand dell’azienda, dove i visitatori possono prendere parte a giochi tematici e ricevere alcuni gadget. Trenitalia assegna anche la maglia verde alla squadra che durante la corsa utilizza meno di tutte la pedalata assistita.
UN TRENO SU DUE RUOTE
DALLE CORSE IN MINIMOTO
ALLA VITTORIA
DI DUE MONDIALI
DI MOTOGP.
FRANCESCO
BAGNAIA
COLLEZIONA
SUCCESSI E SI
PREPARA PER IL
GRAN PREMIO
D’ITALIA AL MUGELLO
SULLA SUA DUCATI,
DI CUI FRECCIAROSSA È TRENO UFFICIALE
è stato poi ripetuto lo scorso anno quando, lasciando dietro di sé marchi come Honda, Yamaha e Ktm, in sella alla sua Ducati Pecco ha vinto per la seconda volta consecutiva il campionato del mondo. E adesso farà di tutto per distinguersi ancora, anche se non sarà facile visti gli avversari.
Gli appassionati delle due ruote, che non vedono l’ora di assaporare queste sfide dal vivo, hanno già segnato in calendario il fine settimana del 2 giugno, quando la MotoGP farà tappa in Italia per la corsa del Mugello. L’autodromo sorge tra le colline ai piedi dell’appennino tosco-emiliano, in una
di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur
Sembra il classico ragazzo della porta accanto: volto pulito, animo gentile e riflessivo. Ma quando arriva il momento di indossare la tuta, allacciare il casco e salire sulla moto, ecco che si trasforma. E riesce a fare cose incredibili a più di 300 chilometri orari, un po’ come certi supereroi dei fumetti. Non è un caso se uno dei primi caschi usati da questo ragazzo, quando ancora era un bambino, aveva impressa la grafica di Spider-Man. Stiamo parlando di Francesco, o come lo chiamano tutti Pecco, Bagnaia. Ha iniziato a guidare da piccolissimo le minimoto da cross, ma non gli piaceva l’idea di curvare senza toccare il ginocchio sul cordolo: lui voleva correre in pista. Così dopo poco è passato dalla terra all’asfalto e, anno dopo anno, vittoria dopo vittoria, nel 2021 è entrato nel team ufficiale Ducati Corse della MotoGP, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale. E nel 2022 ha raggiunto il grande traguardo: vincere il campionato mondiale con una moto italiana. Un’impresa sportiva che non riusciva dagli anni ‘70, quando Giacomo Agostini trionfò in sella alla sua MV Augusta. Quel successo iridato
posizione privilegiata che consente agli spettatori di partecipare alle gare con grande coinvolgimento, grazie alle numerose tribune naturali dislocate lungo l'intero anello della pista. Qui si sfideranno i piloti più veloci delle due ruote: gli italiani Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini, gli spagnoli Jorge Martín, Maverick Viñales e Marc Márquez.
La struttura è caratterizzata da un lunghissimo rettilineo in salita lungo più di un chilometro. In totale, il tracciato è lungo 5.245 metri, con vari cambi di pendenza, e si snoda attraverso 15 curve molto veloci, cieche e impegnative, come le cosiddette Arrabbiata 1 e Arrabbiata 2. Da segnalare anche la Casanova-Savelli, una chicane destra-sinistra in discesa, importante per il tempo sul giro. Altro punto fondamentale è la curva San Donato, la prima del percorso – posta in fondo al lungo rettilineo – dove i piloti cercano di frenare il più tardi possibile. A raccontarci i segreti di questa pista è proprio Pecco Bagnaia che nel circuito toscano ha vinto nel 2022 e nel 2023.
Cosa significa gareggiare con una Ducati al Mugello?
È un posto magico. Guidare in sella alla mia moto italiana in questo autodromo mi fa sentire le farfalle nello stomaco, è pura passione. Poi, per fortuna, ho provato anche l’ebbrezza di vincere davanti a tutti i tifosi della Ducati. Una cosa unica. Indimenticabile.
Cosa si prova a guidare una moto da Gran Premio?
Niente al mondo mi suscita le stesse sensazioni, non potrei mai farne a meno. Era un sogno che avevo da bambino, si tratta di un’emozione indescrivibile.
È vero che al Mugello non si dorme, come recita il detto?
Confermo. L’atmosfera lì è qualcosa di spaziale, non solo durante la gara ma in tutto il weekend. In realtà, la tensione la senti già nei giorni precedenti. Lo spettacolo del circuito è qualcosa di unico. Io qui ho toccato i 361 chilometri orari.
Consideri i tifosi Ducati un alleato in più per vincere?
Mi danno la carica giusta, sono fon-
damentali. La tribuna Ducati e il mio Fan Club, sempre presenti a queste gare, esprimono spesso il loro sostegno in modi speciali. Correre su una pista italiana, davanti a chi ti sostiene, è sempre un extra.
Quali sono gli avversari che temi di più quest’anno?
Il livello è altissimo, forse il più alto degli ultimi tempi. Per me sono tutti rivali con cui competere, non potrei scegliere un solo nome. Quello che posso fare è dare il massimo per batterli. Sarà una stagione tosta, ma questo è il bello dello sport: ti porta a dare sempre il massimo per raggiungere un obiettivo.
In Italia è esplosa la Sinner mania. Tu segui Jannik e il tennis?
Sono un grande tifoso di Sinner, non ci siamo mai incontrati ma spesso ci scambiamo dei messaggi. Spero di potergli stringere presto la mano perché è veramente una grande fonte d’ispirazione per me.
Che importanza ha avuto crescere nella VR46 Academy di Valentino Rossi?
È stato fondamentale: senza quel team non sarei dove sono adesso. La
fiducia che mi hanno dato quando ho iniziato la carriera da professionista è stata alla base di tutto. Un passaggio che mi ha cambiato la vita.
Cosa ti ha insegnato vincere due titoli mondiali di MotoGP?
Per me le vittorie iridate ai Mondiali sono state tre, perché è giusto includere anche il titolo ottenuto nel 2018 in Moto2, la classe intermedia delle moto da corsa. Negli anni ho imparato molto, ho lavorato sodo, non mi sono mai arreso e mi sono circondato delle persone giuste. Ho sempre faticato in silenzio cercando di imparare anche dagli errori. I titoli mondiali sono solo il risultato finale di tutto questo. Con il terzo titolo consecutivo in MotoGP entreresti nell’Olimpo di questo sport eguagliando le imprese di Giacomo Agostini e Valentino Rossi. Sei pronto?
Non mi sento ancora parte dell’Olimpo motociclistico e non credo di potermi paragonare a questi due campioni. Sono giovane e ho ancora molta strada da fare.
Come è iniziata la tua passione per la moto?
L’ho presa da mio padre e mio zio,
grandi amanti di questo sport. Sono cresciuto sentendo il rumore della Ducati 996R di mio zio Claudio: un suono che non scorderò mai, un gran bel ricordo. La mia esperienza diretta è cominciata in modo naturale, come capita a tanti piloti, partendo con le minimoto.
Nel tuo percorso quanto è stato importante il sostegno dei tuoi genitori?
Sono cresciuto in una famiglia molto unita che mi ha sempre appoggiato. Anche adesso, quando c’è la possibilità, vengono a vedere le mie gare in Europa.
Una Ducati è per sempre?
La Ducati è stato il mio primo amore. Quando sono arrivato al motomondiale il mio obiettivo era guidare la rossa di Borgo Panigale, anche quando non era quella dominante. Oggi, quindi, ti rispondo che è per sempre, perché il primo amore non si dimentica. Poi nella vita non si può mai sapere.
pecco63 ducati.com mugellocircuit.com
DA QUANDO BAGGIO NON GIOCA PIÙ
A 20 ANNI DAL RITIRO DEL CALCIATORE VICENTINO, SEI INTELLETTUALI NE OFFRONO UN PERSONALE RITRATTO. DALLE PRIME STAGIONI NELLA FIORENTINA ALLE ULTIME CON LA MAGLIA DEL BRESCIA
di Filippo Nassetti
Talento di raso vestito, palleggio erudito, tocco infinito, fanciullo ferito…». Sono alcuni dei versi che il poeta Fernando Acitelli, nella sua antologia La solitudine dell’ala destra, dedica a Roberto Baggio, che il 16 maggio del 2004 sul prato dello stadio Meazza di Milano ballò l’ultima danza. Da allora, luci a San Siro non se ne accenderanno più. Un’uscita di scena sobria la sua, in linea con la compostezza di chi, secondo la rivista inglese FourFourTwo, è stato il più forte attaccante italiano di tutti i tempi. Un gigante del pallone che, per Rivista Contrasti, «conosce la dottrina della sfera / gli astri, la geometria / la cabala e l’alchimia», esattamente come il re Atlante cantato da Franco Battiato. Di lui Diego Armando Maradona disse una volta: «Se mi voglio divertire con una partita di calcio guardo quelle dove gioca Roberto. È un genio». Baggio è stato, forse, l’unico calciatore amato sotto ogni latitudine, nei mille colori che ha vestito, sfumati nell’azzurro tenebra della trilogia sfortunata dei Mondiali, pur rimanendo il solo italiano ad aver segnato in tre edizioni della Coppa del Mondo. Probabilmente, anche per un’empatia verso il talento violato dai troppi infortuni – «Ho giocato sempre con una gamba e mezzo convivendo con il dolore», disse – molti artisti e intellettuali sono stati sedotti dal Divin Codino.
A questi cuori nobili, ora che «Baggio è fuori: dal gioco, dal calcio, da ogni falò delle vanità», come scrisse Emanuela Audisio su la Repubblica, abbiamo chiesto di spolverare, dopo 20 anni, l’immagine che conservano di lui. Il risultato è una cronistoria che segue l’evoluzione della carriera dell’attaccante, mescolando ricordi personali e memoria collettiva.
IL PERIODO VIOLA (1985-1990)
A Firenze hanno assistito a quello che in Giappone, Paese caro a Baggio, chiamano hatsuhinode, il rito di osservare la prima alba. Qui, dopo i chiarori di Vicenza, Roberto ha mostrato la perfezione del suo talento. Il fiorentino Valerio Aiolli, già candidato allo Strega con Io e mio fratello e Nero ananas, nonché difensore della fu Nazionale scrittori Osvaldo Soriano Football Club, rivela di godere, grazie a Roby, di un’immeritata fama da scopritore di talenti. «Nell’87 trascinai Silvia, la mia fidanzata, allo stadio. La Fiorentina giocava male, però in campo c’era lui. Era un ragazzo, reduce da due gravi infortuni alle ginocchia. Per darmi un tono, glielo indicai: “Ricordati di questo nome”. Ero certo che sarebbe esploso, ma chiunque seguisse il calcio lo era. Quando lei ha raccontato l’aneddoto ai nostri figli mi sono sentito un millantatore. Ecco, ora mi sono liberato: i fuoriclasse non hanno bisogno di talent scout».
IL PERIODO BIANCONERO (1990-1995)
L’istantanea scelta da Sandro Veronesi, due premi Strega con Caos calmo e Colibrì, è un curioso gol di testa del ‘94 – non proprio la specialità di casa Baggio – segnato pochi mesi dopo lo sciagurato rigore di Pasadena contro il Brasile, teneramente rievocato anche da Lucio Dalla nel suo romanzo Bella Lavita («Quel giorno maledetto, dentro quel caldo polare, il pallone si staccò dal piedino destro di Baggio e cambiò identità: diventò uccello, missile, cometa»). Per Roberto è l’ultimo campionato con la Juventus, in una stagione funestata da nuovi infortuni e dall’esplosione del suo sostituto, Alex Del Piero. «Ricordo», dice Veronesi, «il gol che segnò al Milan, su un cross dalla fascia destra di Angelo Di Livio, quando svettò su Alessandro Costacurta, che era dieci centimetri più alto di lui. Il difensore non saltò, Baggio invece sì. A fine partita, Costacurta disse che aveva sentito alle sue spalle un “lascia!” che attribuì al portiere. Con quell’astuzia l’attaccante colmò i dieci centimetri. L’anno terminò con la riconquista dello scudetto, tra l’altro». Il primo per Baggio, che nel ‘95 si trasferì proprio al Milan, replicando il titolo per la sua seconda e ultima volta.
© M a r c o Del o gu
IL PERIODO ROSSONERO (1995-1997)
Il filosofo Stefano Zecchi associa al Baggio rossonero un suono più che un fotogramma. «È stato uno straordinario primo violino, senza le pose del solista. Amavo il suo understatement ; non rotolava in mille capriole e aveva un suo aplomb nel rialzarsi. Mi ricordava Gianni Rivera». Quello col Milan fu un biennio non semplice, Baggio non era al centro del villaggio prima per Fabio Capello e poi per Arrigo Sacchi, che lo aveva già escluso dalle convocazioni per gli Europei ‘96. Confinato alla panchina, Roberto ricorda «la coda che sbatte di un animale in movimento», scrive Alessandro Baricco, che nel suo saggio I barbari aggiunge: «Quando uno sport, per un sacco di ragioni, si rigira in un modo per cui diventa sensato non far scendere in campo il suo punto più alto, allora qualcosa è successo».
IL PERIODO ROSSOBLU (1997-1998)
Quando Baggio nel ‘97 approdò a Bologna, Enrico Brizzi era uno scrittore emergente. Tre anni prima, il suo Jack Frusciante è uscito dal gruppo era stato il caso letterario dell’anno. L’autore ventenne, tifoso della squadra cittadina, era solito andare allo stadio con i Supporters rossoblù 1979 e nell’ambientazione di un calcio possibile del passato ambientò anche uno dei suoi romanzi più belli, L’inattesa piega degli eventi. Baggio rimase in Emilia una sola stagione, ma sotto i portici, nella città del saper vivere, fu l’anno della grande bellezza. «Il momento per me indimenticabile è quello in cui è stata presentata la squadra nel ritiro di Sestola, in provincia di Modena. Fu una migrazione di massa sull’appennino tosco-emiliano, dove si respirava speranza ed entusiasmo». Davanti alla platea, continua Brizzi, si svelava un gruppo costruito sul contrasto degli elementi: «Uno accanto all’altro, c’erano il giocatore più tecnico del mondo, Baggio, e quello più scarso, Mark Fish, un sudafricano in prestito dalla Lazio che faticava a fare due palleggi. Ma dal punto di vista estetico, l’anno di Baggio fu irripetibile per la bellezza del giuoco».
IL PERIODO NERAZZURRO (1998-2000)
«Nel dettaglio c’è la grandezza, nel calcio come nella musica o nella scultura. Per Baggio il dettaglio era la rapidità e la naturalezza del movimento del piede quando spostava il pallone, lasciando sul posto l’avversario». Lo sguardo di Maurizio Cucchi , poeta e critico letterario milanese, si sofferma sul particolare, sull’armonia dei gesti che ricordano una danza. «Non mi piace parlare di giocatori poetici, aggettivo usato spesso impropriamente. Ci sono però dei modi di sentire che avvicinano alcuni giocatori ai poeti e Baggio è stato di ispirazione, in effetti, per Giovanni Raboni, con cui guardavo le partite dell’Inter. “Ah suonatori di piffero / di tamburello, di viola / state un po' zitti se vola / con penne o piume di zeffiro / nella stravagante spola / da un piede all’altro”, scrive il poeta nella sua In lode a Baggio ». Cucchi rievoca poi un altro particolare a proposito della partita più celebre di Roberto in nerazzurro, quando, entrando dalla panchina, segnò due gol al Real Madrid. «Non gli assegnarono un rigore clamoroso, ma la sua protesta per una palese ingiustizia fu fanciullesca nella sua purezza».
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IL PERIODO BIANCOBLU (2000-2004)
«Baggio è stato un lievito nella pasta. Con lui in squadra miglioravano tutti gli altri giocatori: il giovane Andrea Pirlo, Igli Tare, i gemelli Emanuele e Antonio Filippini». Parola di Omar Pedrini , poliedrico musicista, già anima dei Timoria, e compositore dell’inno del Brescia Nel biancoblu. «L’immagine indelebile è quella del suo arri vo. Ricordo quando il mio amico Nicola mi disse: “Sul giornale scrivono che stiamo trattando Baggio”. Lui e l’allenatore Carlo Mazzone erano lo yin e lo yang. Tra i dieci fotogrammi che mi scorreranno davanti nell’ultimo giorno di vita ci sarà sicuramente il gol di Roberto contro l’Atalanta, che scatenò la corsa di Carletto sotto la curva avversaria». Per il calciatore, Pedrini nutre un profondo senso di gratitudine. «È stato il nostro mite condottiero, il guerriero gentile che ci ha insegnato la forza di una determinazione garbata rientrando in tempi record dall’ennesimo infortunio. Non posso poi dimenticare l’orgoglio che provai a Londra, quando vidi in una vetrina la pubblicità della Playstation in cui appariva Lionel Messi con la divisa del Barcellona, Cristiano Ronaldo, vestito con i colori del Real Madrid, David Beckham a rappresentare il Manchester United e Roby con la maglia del Brescia».
UNA LEGGENDA POP
Il piglio da gentleman e l’iconico codino hanno contribuito a rendere quasi mitologica la figura di Roberto Baggio, non solo nel mondo del calcio ma anche nella cultura popolare. A lui sono state dedicate numerose biografie, romanzi e canzoni. Tra i tanti omaggi, è noto quello di Lucio Dalla che lo ha reso protagonista del pezzo Baggio Baggio. Cesare Cremonini ha invece dichiarato di essere stato ispirato dal campione per la scrittura del brano Nessuno vuole essere Robin, e lo ha addirittura citato in Marmellata #25 («Ah, da quando Baggio non gioca più… Non è più domenica»). Il suo personaggio appare anche nei cartoni animati giapponesi Holly e Benji e Sailor Moon. Due sono invece le autobiografie uscite finora: Una porta nel cielo e Il sogno dopo, curate entrambe da Enrico Mattesini e Andrea Scanzi.
in viaggio
Bisogna scegliere la compagnia giusta per intraprendere un viaggio: su un treno in corsa, per le strade di una città sconosciuta, mentre si torna a casa, con la guancia appoggiata al nestrino del bus.
Una nuova edizione di A/R Andata e racconto. In viaggio con amore, il concorso letterario del Salone Internazionale del Libro di Torino e Ferrovie dello Stato Italiane dedicato ai racconti d’amore.
Leggi il bando sul sito www.salonelibro.it e www.fsnews.it Non ti resta che partire!
PER UN
PIÙ
GREENFUTURO SOSTENIBILITÀ
DAL 7 AL 23 MAGGIO TORNA IL FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DI CUI TRENITALIA È OFFICIAL GREEN CARRIER. TANTI GLI EVENTI IN PROGRAMMA DA IVREA A ROMA, PASSANDO PER TORINO, BOLOGNA, MILANO E PALERMO
di Michela Passarin
Rimangono solo sei anni per realizzare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle nazioni unite. Il tempo stringe ed è necessario aumentare gli sforzi per arrivare a una gestione equilibrata delle risorse ambientali, sociali ed economiche. Un’urgenza sempre più pressante che Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile a cui aderiscono oltre 320 organizzazioni del mondo economico e sociale, mette al centro dell’ottava edizione del Festival dello sviluppo sostenibile, di cui Trenitalia è Official Green Carrier. Dal 7 al 23 maggio, gli eventi in programma in tutta Italia e sul web sono centinaia: si parte da Ivrea, vicino a Torino, con una riflessione sulle azioni che le aziende private devono intraprendere per favorire un vero cambiamento mirato alla tutela dell’ambiente e della società. Dal 9 all’11 si fa tappa al Salone del libro di Torino per parlare di cultura e ambiente, mentre il 14 e 15, a Bologna, si discute di transizione ecologica e di come le città possano contribuire al cambiamento. Il 17, a Milano, il dibattito si concentra sul ruolo dei territori, mentre quattro giorni dopo, a Palermo, è in programma un focus sui temi sociali. Tra una tappa e l’altra, il Palazzo delle esposizioni di Roma ospita gli eventi dedicati ai singoli obiettivi dell’Agenda 2030, trasmessi anche in diretta streaming. Il festival si chiude il 23 maggio, nell’Aula dei gruppi della Camera dei deputati, ma il giorno dopo è previsto il grande Concerto per un’Europa sostenibile all’Auditorium parco della musica Ennio Morricone. Alle principali tappe si aggiungono, come ogni anno, centinaia di conferenze, workshop, concerti e installazioni artistiche per coinvolgere persone, enti e aziende, sia in presenza, sia online. Diciassette giorni di eventi, quindi, proprio come gli obiettivi dell’Agenda 2030 che misurano il processo di cambiamen-
to necessario per attuare un piano di crescita del pianeta meno impattante possibile. Tra gli appuntamenti da non perdere, il convegno Sostenibilità in movimento - il sistema italiano dei trasporti tra resilienza, decarbonizzazione e intermodalità, previsto il 14 maggio al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Ma anche la presentazione del Rapporto sui territori 2024 – il 17 alla Fondazione Feltrinelli di Milano – che racconta le buone pratiche delle comunità locali e il convegno Una e (in)divisibile? Scenari per orientarsi nei futuri della scuola, il 21 al Green Lab Legambiente di Palermo, durante il quale si riflette sulla qualità dell’istruzione per le future generazioni. Il format del festival è ormai collaudato, se si pensa che l’edizione 2023 ha registrato numeri da record: quasi mille appuntamenti organizzati in Italia e all’estero, oltre un milione di persone raggiunte grazie alle dirette streaming e 121 milioni di visualizzazioni sui social media per i contenuti della manifestazione. Nel 2015, infatti, l’Onu ha dichiarato insostenibile l’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. L’istituzione dell’Agenda 2030 è stata dirompente e al tempo stesso si è rivelata una guida preziosa per aziende, comunità e Paesi al fine di definire scadenze e monitorare progressi nel campo della transizione verso un mondo più green. Il percorso è ancora lungo e ha bisogno di momenti di approfondimento e condivisione come quelli della manifestazione organizzata da Asvis. Un viaggio simbolico attraverso il Paese per mettere la sostenibilità al primo posto nella vita di tutti i giorni. festivalsvilupposostenibile.it asvisitalia
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ALL’ITALIANA
SONO SEMPRE DI PIÙ LE COPPIE STRANIERE CHE
SCELGONO DI SPOSARSI TRA LA TOSCANA E IL LAGO
DI COMO, MA ANCHE IN PUGLIA O IN SICILIA. SI MUOVONO
SUL MERCATO DEL LUXURY E CERCANO L’ECCELLENZA
Siete venuti a celebrare il matrimonio in Italia in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? Per gli sposi stranieri la risposta è sì. Secondo i dati di Convention Bureau Italia, società che supporta gli operatori internazionali che vogliono organizzare eventi nel Paese, il settore del destination wedding ha chiuso il 2023 con un fatturato di 803 milioni di euro, il 34% in più rispetto all’anno precedente, con un aumento di 2.500 matrimoni sul 2022. Per il 2024 si stima un ulteriore incremento dell’8,8%, con 1.200 ricevimenti in più.
I novelli sposi sono per lo più statunitensi, amano la Toscana ma non disdegnano il lago di Como e la Puglia. Qualcosa potrebbe però cambiare nel 2024 secondo Tobia Salvadori, direttore di Convention Bureau Italia: «È previsto un ritorno delle coppie dal Sud-est asiatico, dall’India, dal Sud America e dall’Australia, Paesi che fino allo scorso anno erano ancora sottoposti a restrizioni legate al Covid-19. Perciò oltre al boom degli arrivi statunitensi, che nel 2023 hanno rappresentato il 30% dei flussi, nel 2024 vediamo il rientro anche di molti mercati di lungo raggio». Un fenomeno in crescita che è diventato una moda anche sulla scia di unioni celebri dal forte impatto mediatico. Basti pensare, continua il direttore, «all’impennata della Puglia dopo il sì del cantante Justin Timberlake e dell’attrice Jessica Biel, nel 2012». Questo fa anche riflettere sul tipo di turismo che contraddistingue il trend del destination wedding: «è di altissima qualità con un grande impatto economico per la destinazione ospitante. Le coppie che arrivano in Italia si muovono sul mercato del luxury e vengono qui alla ricerca dell’eccellenza. Quello che ne consegue è la creazione di una macchina sofisticata, attenta al catering, agli intrattenimenti, agli allestimenti il cui funzionamento –per professionalità, maestranze e regie – non ha nulla da invidiare agli eventi corporate per il lancio di prodotti internazionali».
Le unioni tra stranieri celebrate in Italia sono pertanto il futuro del business turistico perché, oltre all’indotto che deriva dalla festa, portano nel Paese anche un ulteriore flusso
di viaggiatori: «Parliamo di almeno 50 o 60 partecipanti che non restano solo per la data del matrimonio, ma a volte si trattengono anche un’intera settimana per partecipare al brindisi di benvenuto o al brunch in famiglia. Per gli sposi e i loro invitati è un momento di condivisione. Per l’hospitality, soprattutto nelle città d’arte, un’occasione di guadagno perché la permanenza in una struttura ricettiva può salire in media da una notte a tre». C’è poi anche il fenomeno della destagionalizzazione dei flussi turistici, secondo Salvadori, perché la maggior parte delle cerimonie è in primavera, da aprile a giugno, o a settembre, con qualche improvvisata addirittura in inverno.
Anche l’obiettivo della sostenibilità è importante in questo tipo di eventi: «La sensibilità ambientale è sempre più diffusa e anche in questo ambito si può fare attenzione, magari scegliendo prodotti locali e a chilometro zero per il catering o evitando allestimenti impattanti. Ora si stanno affermando i matrimoni nel verde, così si evitano anche i fiori recisi perché sono le stesse piante a fare da scenografia». E a proposito di ambientazioni, molti sposi si distinguono per la particolarità delle location e dei temi scelti, come racconta Alessia Santa, destination wedding planner e specialista negli eventi di lusso in Italia: «Per quest’anno ho in programma un matrimonio in costume a Firenze. Il dress code è a tema Rinascimento e gli invitati dovranno omaggiare la cultura della città indossando gli abiti giusti. Per loro è prevista anche una guida per capire dove noleggiare i vestiti. Ma mi è capitato anche di organizzare un matrimonio all’interno del Colosseo o su uno yacht in Costiera Amalfitana».
Tra le destinazioni preferite, invece, c’è sempre la Toscana, insieme al lago di Como che però è meno accessibile economicamente. «Quest’anno si è registrato un grande boom di prenotazioni in Puglia e Sicilia. Quest’ultima regione sta avendo una grande risonanza grazie alla serie statunitense The White Lotus con Sabrina Impacciatore. Taormina è in pole position».
A differenza di quello che si potrebbe pensare, però, l’italia-
nità non entra sempre a far parte di questi eventi, perché gli stranieri vogliono includere nel matrimonio alcuni elementi fondamentali della loro cultura. «Gli indiani, per esempio, indossano i loro costumi tradizionali e per il banchetto scelgono spesso di combinare la cucina indiana ai piatti della nostra tradizione. Gli americani abbracciano più volentieri l’offerta culinaria italiana, ma prediligono piatti semplici, come la caprese per antipasto, una pasta corta o ripiena come primo, la carne o il pesce per secondo. Il convivio è breve, con tre portate al massimo. In più l’open bar è a base di cocktail, senza i nostri liquori e digestivi tipici che loro non conoscono. L’Espresso Martini, un drink a base di vodka e caffè servito nell’iconica coppa, rimane un must». Comunque, anche gli italiani si spostano dalla propria regione per sposarsi, ma il registro in questo caso è diverso: «La priorità ce l’ha il banchetto e il menù è più ricco e complesso. I connazionali amano una cucina gourmet e raffinata, investono di più sulle decorazioni e sugli abiti e meno sull’intrattenimento, privilegiano le cerimonie cattoliche e civili rispetto ai riti simbolici e scelgono luoghi caratteristici. In primis le ville storiche, non i luoghi casual, rurali o dal gusto eccessivo che adorano invece gli stranieri. E il più delle volte la cerimonia e il ricevimento avvengono in due spazi diversi, mentre chi viene dall’estero preferisce organizzare tutto all’interno della stessa location». Il budget, invece, intorno a quanto si aggira? «I matrimoni che seguo prevedono spese dai 100mila euro a salire, la media è di circa 59mila euro ma molto dipende anche dai giorni di permanenza in loco, dal numero di invitati e dalle attività che si vogliono realizzare. Non dimentichiamoci, poi, che le strutture maggiormente richieste sono quelle che offrono servizi personalizzati e sono capaci di accontentare i futuri sposi. Perché per ogni coppia, a prescindere dalla provenienza, il matrimonio è un giorno unico e per organizzarlo non si scende a compromessi». conventionbureauitalia.com
UN PAESE
DI VALORE
NEL 2024 SI PREVEDE UN AUMENTO DELL’EXPORT PARI AL 4,2%, UN DATO POSITIVO LEGATO ANCHE AL RILIEVO CULTURALE DEL MADE IN ITALY. PER CELEBRARE IL MARCHIO IL MIMIT HA ISTITUITO UNA
GIORNATA NAZIONALE CHE RICORRE, DA QUEST’ANNO, OGNI 15 APRILE
di Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it
Eleganza, stile, raffinatezza. Quando si parla di made in Italy a essere tirati in ballo sono sempre concetti che richiamano una certa maestria ed eccellenza nel processo di ideazione e produzione. Dall’ar-
te al design, passando per progetti grafici e autoveicoli, fino alle specialità agroalimentari e alla cucina intesa come tradizione di tecnica e sapere, ciò che viene pensato e realizzato in Italia appartiene a un immaginario collettivo ben
ECONOMIA
definito all’interno del Paese e all’estero. Per dare risalto a questo patrimonio identitario ed economico e valorizzare la creatività italiana, è stata istituita nel 2023 la Giornata nazionale del made in Italy, celebrata per la prima volta lo scorso 15 aprile, nel giorno dell’anniversario della nascita di Leonardo da Vinci. Una data non casuale, che connette suggestivamente la storia e il valore del “fatto in Italia” al genio del Rinascimento. Per l’occasione, su spinta del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), industrie e laboratori sparsi sul territorio hanno aperto le porte ai cittadini e alle cittadine, coinvolgendo in particolare le scuole, con l’intento di stimolare l’interesse verso le possibili opportunità professionali legate al settore. Ma quanto vale, in termini economici, questo marchio? Nella classifica Nation Brands 2024, stilata da Brand Finance, l’Italia si posiziona al nono posto su 192 nazioni, con un valore di circa 2,326 miliardi di dollari. Un dato importante che racconta lo stato di salute di un mercato eterogeneo rivolto anche all’estero. Proprio l’export, infatti, si è confermato, per il 2023, un solido motore di sviluppo dell’economia italiana, e nel corso dell’anno dovrebbe registrare un
aumento del 4,2%. A dirlo è Sace, il gruppo assicurativo e finanziario controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale. La tendenza positiva, secondo la società, dovrebbe proseguire anche nei prossimi due anni con un tasso medio annuo del 3,7% che consentirà di superare i 700 miliardi di euro alla fine del periodo di previsione. A portare alta la bandiera tricolore oltre i confini nazionali è sicuramente l’industria agroalimentare. Lo attestano i dati diffusi per il 2023 da Unione italiana food: nei 20 settori rappresentati, l’export cresce dell’8% a valore in un anno e supera i 21 miliardi di euro. All’estero si consumano, solo per farsi un’idea, tre miliardi di piatti di pasta, oltre 500 milioni tra coni, coppette e gelati a stecco, 55 miliardi di tazzine di caffè.
Ma, al di là dei numeri, il made in Italy ha un valore culturale inestimabile, riconosciuto e tutelato anche dall’Ufficio italiano brevetti e marchi, che nel 2019 si è arricchito di uno speciale registro riservato ai brand iscritti da più di cinque decenni e ancora attivi.
L’Ufficio ha compiuto 140 anni e per festeggiare questo speciale compleanno è stata allestita negli scorsi mesi una mostra tematica a Palazzo Piacentini di Roma, sede del Mimit. Nel percorso creato per Identitalia - The Iconic Italian Brands hanno trovato spazio alcuni tra i più importanti marchi italiani che hanno fatto e continuano a fare la storia del Paese. Dalle aziende attive nei settori del trasporto e del turismo come il Gruppo FS Italiane e Alpitour, a colossi dell’industria alimentare quali Bauli, Tassoni e Ferrarelle. Perché dietro al successo del made in Italy si nascondono affascinanti storie imprenditoriali e geni creativi che hanno cambiato e stanno cambiando il modo di raccontare il prodotto, dando vita a modelli di comunicazione visiva e testuale sempre nuovi, al passo coi tempi. mimit.gov.it
UN MILIONE
DI AVVENTURE
A 700 ANNI DALLA MORTE DI MARCO POLO, UNA
GRANDE MOSTRA A VENEZIA RACCONTA IL CELEBRE
VIAGGIO DEL MERCANTE VERSO ORIENTE
di Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
T«roverete qui tutte le immense meraviglie, tutte le grandi singolarità delle grandi contrade d’Oriente, della grande Armenia e della Persia e della Tartaria e dell’India e di cento altri Paesi… come le raccontò messer Marco Polo, detto Milione, savio e nobile cittadino di Venezia». Vengono presentate così le imprese di uno dei più noti commercianti e viaggiatori della storia, nel libro delle sue memorie raccolte da Ru -
stichello da Pisa. A 700 anni dalla morte, nella Serenissima, non poteva mancare una mostra che ne celebra la figura e il mito: I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento, a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina. A Palazzo Ducale, fino al 29 settembre, si ritorna indietro nel tempo, a quando due fratelli, Matteo e Niccolò, partirono per l’Oriente, nel 1260, con carichi di mercanzie preziose, per arrivare
alla corte di Kublai Khan. Dopo una decina d’anni rientrarono per poco tempo a Venezia, dove Marco, figlio di Niccolò, aveva ormai 15 anni ed era pronto a partire con i suoi familiari. Per affrontare un viaggio lungo quasi 25 anni, dal 1271 al 1295, lasciò il palazzo dove era nato, nell’area di san Giovanni Crisostomo, “il sotoportego, corte seconda, ponte del Milion”: da questo particolare deriverebbe il nome del famoso libro in cui Rustichello da Pisa, negli
anni successivi suo compagno di prigionia a Genova, raccolse il racconto di un’avventura straordinaria.
Un viaggio lungo la Via della seta, dove si svolgeva il commercio del tessuto di lusso prodotto in Cina, conosciuto e apprezzato fin dall’epoca romana. Su quelle orme, secoli dopo, Marco Polo contribuì ad avvicinare il mondo orientale alle popolazioni dell’Occidente.
L’esposizione immerge i visitatori in questo universo esotico per condividere le suggestioni raccontate dal viaggiatore, fonti inesauribili di ispirazione per studiosi ed esploratori di ogni epoca, tra cui anche Cristoforo Colombo. Nelle sale del Palazzo Ducale scorre davanti agli occhi uno straordinario resoconto geografico, storico, culturale, politico e umano dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia. Un patrimonio di abitudini, usi, idee e costumi, anche religiosi, totalmente differenti tra loro, fonte di arricchimento per la florida Venezia del XIII secolo e per le culture successive. Si rievocano gli incontri avvenuti lungo i tanti Paesi visitati dai tre mercanti, attraverso più di 300 opere provenienti dalle collezioni civiche e dalle più importanti istituzioni italiane ed europee, oltre che dall’Armenia, dalla
e
Il percorso parte dalla ricostruzione della zona dove abitava Marco, nell’area del Teatro Malibran, oggi
sottoposta a scavi che hanno restituito inediti reperti e testimonianze. Si prosegue poi alla scoperta di una Venezia dal volto cosmopolita at-
traverso le carte geografiche nella Sala dello scudo, che riproducono i possedimenti della Repubblica nel ‘500 ma anche i mondi lontani verso i quali si spinse la famiglia Polo. Di Marco sono esposti il suo testamento, un lascito materiale e morale, insieme ad alcuni oggetti personali, le monete di quell’epoca utilissime al mercante, tessuti, ceramiche e spezie. Poi si fa un salto nel mito e nella letteratura con la storia del Milione . Il testo, conosciuto anche come La descrizione del mondo oppure Le meraviglie del mondo, ha attraversato i secoli ed è stato tradotto in molte lingue. È servito da modello per altri ca -
polavori che raccontano avventure vere e immaginarie, come Viaggio al centro della terra di Jules Verne e Le città invisibili di Italo Calvino. Innegabile, inoltre, l’influenza del diario di Polo sulle tante storie che raccontano terre lontane, proseguite nel XIX e XX secolo e fino ai giorni nostri in chiave pop, come rivelano le creazioni di artisti contemporanei in mostra.
Infine, questo progetto espositivo dei Musei civici dà risalto all’inclusività culturale attraverso il viaggio e l’apertura di orizzonti tramandata dal giovane Marco Polo e dalla sua voglia di conoscere, nel rispetto delle persone, delle culture e del-
le diverse fedi. Nelle sue pagine si legge di popolazioni cristiane di varie declinazioni, compresa la nestoriana, ma anche di cinesi confuciani, buddisti, taoisti e, certo, della religione islamica e dell’Induismo in India. E se al centro rimangono la curiosità e la voglia di conoscere, un messaggio ricco di grande valore educativo e divulgativo non può che essere diretto a ragazzi e bambini. La fama di Marco Polo e il suo fascino, infatti, sono protagonisti per tutto il 2024 a Venezia con esposizioni, momenti d’incontro e approfondimenti, in particolare dedicati alle scuole e alle famiglie. palazzoducale.visitmuve.it
PROSPETTIVE ALTERNATIVE
ALLA GALLERIA CONTINUA DI SAN GIMIGNANO LA MOSTRA NEITHER NOR RIPERCORRE LA CARRIERA DELL’ARTISTA CINESE AI WEIWEI. TRA OPERE MONUMENTALI IN LEGO, SCULTURE E INSTALLAZIONI CAPACI DI RACCONTARE L’ATTUALITÀ
di Sandra Gesualdi sandragesu
Opere di Ai Weiwei, courtesy Ai Weiwei Studio e Galleria Continua Foto di Ela Bialkowska, Okno Studio
L’allestimento della mostra con le opere Grapes e Sleeping Venus with Coat Hanger
La realtà non è mai caratterizzata da verità monolitiche, posizioni indiscutibili, idee definite e pensieri monocolore. Una doppia negazione potrebbe offrire maggiore possibilità di scelta, riflessione e indagine. Neither Nor, traduzione dell’italiano né (bianco) né (nero), è il titolo emblematico dell’esposizione che ripercorre la carriera creativa di Ai Weiwei, tra i più discussi e importanti talenti contemporanei.
Fino al 15 settembre, la storica Galleria Continua di San Gimignano, in provincia di Siena, è abitata in toto dai lavori dell’artista cinese e ne racconta in maniera esaustiva il curriculum concettuale, le posizio -
ni politiche e le dissidenze, oltre a mostrare le tecniche plurime e i materiali che ha saputo modellare, dal 1995 a oggi.
«Nell’epoca attuale ci troviamo di fronte a un panorama culturale che tende agli estremi, dove tutto si riduce a una scelta binaria tra bianco e nero. Questa tendenza è profondamente arretrata e preoccupante e ricorda i periodi autoritari della storia. Tempi nei quali non solo i diritti umani furono gravemente violati, ma anche l’essenza stessa della natura umana e le convenzioni collettive della gente comune furono profondamente danneggiate», afferma Weiwei sulla scelta del titolo.
Una robusta selezione di opere dello scultore, pittore, regista e attivista – molte recenti e inedite – è in esposizione per affermare ancora una volta quanto l’arte si alimenti di dubbi, rimandi, interpretazioni, ambiguità o prospettive alternative, con cui creare pensiero nuovo e libertà di quesiti.
Le prime sale imbevute di bianco materico, al primo piano della galleria, sono completamente ricoperte dai lavori realizzati con migliaia di mattoncini giocattolo policromi e assemblati alla stregua dei mosaici antichi. «I Lego vengono utilizzati per trasmettere messaggi personali e contengono storie legate a me, alla mia infanzia e alla mia educa -
zione», chiarisce l’artista. Mentre «pixel, digitalizzazione, segmentazione, frammentazione e disconnessione forniscono una libertà unica per la riproduzione». Qui Weiwei ripropone dipinti celebri interpretati con la tecnica e il linguaggio della tecnologia e riprodotti con i minu -
scoli cubi di plastica. Ma aggiungendoci ogni volta un particolare diverso, avulso dalla composizione originale, con l’intento di affrontare temi attuali. Così Sleeping Venus with Coat Hanger ricopia la cinquecentesca Venere dormiente di Giorgione, un tripudio di forme
classiche rubate alla tradizione greco-romana, per presentare languore e sensualità femminea. Weiwei ne altera la copia inserendo uno dei suoi famosi e denuncianti dettagli: in basso, vicina alla dea dell’amore e fertilità, è presente una gruccia di ferro in memoria dei brutali e peri -
colosi aborti autoindotti o praticati clandestinamente prima che l’interruzione della gravidanza diventasse legale.
In The Rape of the Daughters of Leucippus in Untitled (After Rubens) l’artista riprende Il ratto delle Leucippidi di Peter Paul Rubens e affianca al cavallo in primo piano un panda, simbolo del potere statale cinese contemporaneo. Le didascalie inducono all’osservazione attenta dei messaggi sottointesi. Una serie di dispacci incagliati nella complessità della composizione artistica superano il piano estetico e trattano temi politici su cui, da sempre, si concentra il lavoro di Weiwei: migrazioni e diritti umani, libertà di espressione, esilio e dissidenza.
Le opere monumentali dell’artista sono esposte invece negli spazi che un tempo erano adibiti a sala principale e palco, visto che la Galleria Continua si sviluppa in un ex cinema-teatro. L’installazione site-specific Stools , composta da circa tremila sgabelli in legno originali dei villaggi della Cina settentrionale, ricopre per intero l’ex platea formando una sovrastruttura coriacea, mentre sul palco è allestita l’ Ultima cena a dimensioni quasi reali in cui il volto di Giuda è stato sostituito con quello dell’artista, chiaro riferimento al padre poeta esiliato per motivi politici al tempo di Mao.
Nelle piccole stanze che costellano la zona centrale si susseguono sculture lignee o in marmo e altri
quadri in Lego che ripropongono temi come la guerra, l’attivismo ambientale e lo sfruttamento del suolo. Si arriva poi nel piccolo giardino della galleria, con vista sui tetti rossi della cittadina senese, dove sono collocate due grandi installazioni: le porcellane colorate tipiche della lavorazione cinese e il gioco Shangai in taglia oversize. Una mostra suggestiva, stratificata e colma di letture e linguaggi, materiali e tradizioni, culture diverse, popoli lontani e richiami a epoche di fulgore occidentale. Il tutto tenuto insieme dalla capacità di Weiwei di esplorare oltre il pregiudizio e il pensiero comune, con la tolleranza delle prospettive altre. galleriacontinua.com
POLICROMIE D'AUTORE
VOLTI FIERI, CORPI DIPINTI E DONNE IN ABITI TRADIZIONALI. IN MOSTRA A ROMA, DAL 25 MAGGIO, OLTRE 70 FOTOGRAFIE DI MARIO TESTINO SCATTATE IN 30 PAESI DIVERSI DAL PERÙ ALL’ESTREMO ORIENTE
di Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
foto di Mario Testino
Perù (2022)
Riallacciare un filo lungo dieci anni. È questo il merito della mostra A Beautiful World, che riunisce a Palazzo Bonaparte decine di immagini scattate da Mario Testino. L’esposizione, aperta dal 25 maggio al 25 agosto,
comprende gli scatti che il fotografo peruviano ha catturato in giro per il mondo, tra oltre 30 Paesi, dal 2017. Ma già dieci anni prima Testino aveva creato una relazione artistica con alcune popolazioni dalla salda identità culturale, ambientando nei loro luo -
ghi d’origine i suoi servizi di moda. La fama internazionale del geniale fotografo, infatti, si è formata e accresciuta intorno all’universo del fashion. I suoi scatti sono stati protagonisti su riviste come Vogue e Vanity Fair, diventando leggendari come i perso -
naggi che ha ritratto, da Kate Moss a Madonna, da Naomi Campbell alla principessa Diana. Testino ha poi contribuito al successo di importanti case di moda, creando immagini per marchi come Gucci, Versace, Dolce & Gabbana. Poi ha deciso di immergersi nelle comunità del mondo, in luoghi solo lambiti dalla globalizzazione, e negli ultimi sette anni ha realizzato oltre 70 fotografie di grande formato esposte nella Capitale per la prima volta. Nelle sale della mostra si può osservare un’incredibile varietà di abiti e costumi indossati con orgoglio dalle popolazioni locali che continuano a preservare le loro origini. A un gruppo di guerrieri keniani, intorno a una motocicletta, ricoperti da tessu-
ti variopinti e ornati da monili vistosi segue una donna peruviana dallo sguardo fiero che veste un abito chiaro ricamato fittamente. Nell’obiettivo del fotografo striature dai colori vivaci prendono forma su corpi umani perfetti, confondendo lo sguardo in sovrapposizioni variopinte. Entrare nel mondo di Testino è come perdersi tra diversi modi di appartenere, tra individualità e conformismo, idee del sé e sistemi di credenze.
«Nei miei viaggi mi sono reso conto che quando un Paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di veramente prezioso è andato perduto», spiega Testino. Nato in Perù nel 1954 da una famiglia di origini irlandesi e italiane,
nel 1976 si è trasferito a Londra, da dove è partita la sua carriera d’eccezione. Ma ha sempre mantenuto un profondo legame con il suo Paese d’origine, tanto che nel 2014 è diventato presidente del Consiglio di amministrazione del World Monuments Fund Peru, che punta a preservare siti di rilevanza storico-culturale del Paese.
La sua umanità, inoltre, lo ha portato a stringere alcune collaborazioni con realtà che hanno scopi benefici, tra cui Save the Children e CLIC Sargent, che rivolgono entrambe particolare attenzione ai bambini. mostrepalazzobonaparte.it mariotestino mostrepalazzobonaparte
ALLA MOSTRA IN FRECCIAROSSA
Sconto del 25% sul biglietto d’ingresso all’esposizione, dal lunedì al venerdì, per chi è in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca con destinazione Roma e una data antecedente al massimo di due giorni rispetto a quella della visita.
PANORAMI
Paolo Pellion di Persano L’installazione I poveri sono matti di Lara Favaretto Museo d'arte contemporanea Castello di Rivoli (Torino) (2005)
INASPETTATI
LA PRIMA EDIZIONE DI EXPOSED, FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA DI TORINO, AFFRONTA IL TEMA DEI NUOVI PAESAGGI, TRA CULTURA, NATURA E POLITICA
di Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it
Un paesaggio non è mai oggettivo. È filtrato dallo stato d’animo di chi lo guarda, dai confini imposti dal campo visivo, dalla memoria di altri panorami, dalla posizione occupata dalle persone all’interno dello scenario stesso.
A partire dal 2 maggio e fino al 2 giugno Exposed, festival internazionale di fotografia della città di Torino dal tema New landscapes - Nuovi paesaggi, analizza il legame tra ambiente ed essere umano attraverso più di 20 mostre sparse sul territorio.
Ci si muove tra i panorami artistici e culturali del capoluogo piemontese immortalati da Paolo Pellion di Persano ed esposti nella rassegna
La semplice storia di un fotografo al Museo d’arte contemporanea del castello di Rivoli. Ma anche tra gli ecosi-
stemi sconosciuti dell’Angola presentati dall’artista portoghese Mónica de Miranda in As if the world had no West, al Polo del ‘900, che offre uno spaccato inedito del deserto del Namib. Ma i territori esistono anche in relazione alle politiche attuate – o subite – dalle persone che li abitano, si muovono al loro interno o si spostano dall’uno all’altro. Come l’artista vietnamita Hiền Hoàng che, trapiantata in Germania, affronta oggi i temi della discriminazione e della politica tedesca sull’immigrazione nella mostra Across the Ocean, ospitata dalla galleria di arte e fotografia contemporanea Mucho Mas!. O come i veterani Mau Mau e i reduci della guerra keniota che hanno collaborato con il fotografo belga Max Pinckers nel suo progetto documentaristico State of Emergency - Harakati za Mau Mau kwa Haki, Usawa na Ardhi Yetu sui vuoti storici dei racconti ufficiali nel periodo coloniale, in mostra al Museo civico d’arte antica di Palazzo Madama.
Sulle persone come soggetti capaci di modificare i territori si concentrano anche Queer Icons, progetto della galleria Fotogalleriet di Oslo, e Tender Loving Care di Kalina Pulit. Il primo ha sede all’ex Galoppatoio della cavallerizza reale e celebra la cultura underground queer norvegese a 50 anni dalla depenalizzazione del reato di omosessualità. Il secondo a Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio di Torino, riflette sul concetto di appartenenza e sulle relazioni tra sfera pubblica e privata, ormai sempre più strette. Nel corso del festival, alle mostre fotografiche si associano talk e attività didattiche, incontri, letture di portfolio e un evento di editoria indipendente. exposed.photography torino.foto.festival
FRECCE TRENITALIA
VERSO LE CITTÀ D’ARTE CON FRECCIAROSSA
Da Milano a Napoli, passando per Roma, Firenze, Venezia ma anche Pompei, Assisi e molte altre, le città d’arte italiane sono tutte da visitare con le Frecce Trenitalia.
Tra Milano e Roma è possibile spostarsi con facilità grazie a cento collegamenti Frecciarossa al giorno, con partenze ogni 15 minuti nelle ore di punta. Frequenze da record anche per raggiungere, per esempio, Napoli, con oltre cento Frecciarossa e Frecciargento al giorno, e Venezia, con oltre 30 Frecciarossa al giorno, da e per Roma*.
Inoltre, dal 9 giugno, il Parco archeologico di Pompei sarà raggiungibile tutti i giorni della settimana grazie ai servizi FRECCIALink dalla stazione di Napoli Afragola in connessione con le Frecce che arrivano e partono da Roma, Firenze, Bologna, Reggio Emilia AV e Milano.
I FRECCIALink, il servizio treno+bus di Trenitalia che amplia il network delle Frecce, sono infatti la scelta più comoda per raggiungere alcune tra le più belle città d’arte del Paese. Grazie al biglietto combinato con Frecciarossa è possibile visitare Assisi e Perugia partendo da Torino, Milano, Reggio Emilia AV, Bologna e Venezia (connessione a Firenze Santa Maria Novella), oppure Matera partendo da Torino, Milano, Reggio Emilia AV, Bologna, Firenze, Roma e Napoli (connessione a Salerno).
* Il numero dei collegamenti indicati nella comunicazione (tra Milano e Roma, Napoli e Roma, Venezia e Roma) comprende i servizi in circolazione in entrambi i sensi di marcia. L’offerta di trasporto è soggetta a variazioni nel fine settimana e in alcuni periodi dell’anno. La frequenza dei servizi tra Milano e Roma è calcolata come media in alcune fasce orarie. Per Milano sono state considerate partenze e arrivi a Milano C.le oppure Milano P.G. Maggiori informazioni su trenitalia.com
AI CONCERTI CON FRECCIAMUSIC
Frecciarossa è Treno Ufficiale dei concerti estivi degli artisti italiani e internazionali più amati dal grande pubblico. Grazie all’offerta FrecciaMUSIC, chi viaggia in Frecciarossa o Frecciargento può raggiungere comodamente in tutta Italia i live di Bruce Springsteen and The E Street Band, Negramaro, Geolier, 21 Savage e Coldplay, e poi rientrare a casa, risparmiando fino all’80% sul prezzo base del biglietto del treno. Per ottenere lo sconto è sufficiente selezionare l’offerta in fase di acquisto e inserire i seguenti codici: SPRINGSTEEN, NEGRAMARO, GEOLIER, 21SAVAGE o COLDPLAY.
Maggiori informazioni su trenitalia.com
EXTRA SCONTO DEL 10%
PER I NUOVI
CLIENTI CHE SI ISCRIVONO ON LINE
Gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di Partita Iva. L’adesione è gratuita e per tutti i clienti: l’app B2B di Trenitalia, un call center gratuito attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20 e l’offerta Carnet Aziende da 10, 30 e 50 viaggi che consente a chi si sposta tra due città di risparmiare fino al 40% sul prezzo Base. In più, iscrivendosi online (scegliendo il pagamento con carta di credito) è possibile ricevere, in via promozionale, per gli acquisti effettuati nei primi 30 giorni, un ulteriore sconto del 10% sulla tariffa Corporate, rispetto all’offerta dedicata. Per chi sceglie la tariffa Corporate Top, c’è ancora più flessibilità negli spostamenti con il cambio di prenotazione illimitato e il rimborso totale del biglietto fino alla partenza. La tariffa offre anche l’accesso a FRECCIALounge e FRECCIAClub a chi possiede un biglietto valido per il livello Business (con associata la Carta FRECCIA personale) e il 10% in più di punti Carta FRECCIA
LE MERAVIGLIE DEL SALISBURGHESE
Forse non esiste in tutta Europa una regione come il Salisburghese, che riesce a riempirti l’anima di emozioni di ogni tipo, genuine come i formaggi di malga e raffinate come la musica di Mozart.
Le più nobili radici di Salisburgo affondano nella raffinata corte dei principi vescovi. Furono loro a chiamare in città quegli architetti italiani che progettarono il duomo e tanti palazzi barocchi del centro storico, tutelato come patrimonio mondiale dall’Unesco. Grazie a quell’atmosfera raffinata che si respira ancor oggi, la “Roma del Nord” da sempre offre un fertile terreno alle attività artistiche, tra cui spicca il famoso Festival di Salisburgo. Wolfgang Amadeus Mozart, il più celebre dei salisburghesi, qui scrisse le sue migliori composizioni. Ma il cuore di questa città pulsa in equilibrio tra natura e cultura, e ha lo sguardo
sempre rivolto alle montagne che chiudono l’orizzonte a sud.
E allora risaliamo il Salzach, il fiume del sale, alla scoperta del Tennengau, dove si trova “l’oro bianco” del Salisburghese: il sale, che già 2600 anni fa i Celti estraevano dalle miniere del Dürrnberg. La loro storia è illustrata in modo accattivante al Keltenmuseum di Hallein. Le miniere si visitano entrando con il trenino e scendendo sugli scivoli dei minatori. Salendo ancora, una valle s’incunea nello splendido ambiente del Parco Nazionale Alti Tauri: è la valle di Grossarl che ospita oltre 40 malghe dove gustare squisiti formaggi e
specialità alpine e pernottare nel silenzio della natura. Chi vuole scoprire alcune fra le usanze folcloristiche più sorprendenti delle Alpi può visitare il Lungau, dove ancora fa la guardia l’antico castello di Mauterndorf. In estate nelle vie dei paesi arriva una gigantesca figura alta circa 6 metri, che viene portata a spalle da un solo portatore. Più a ovest, dove sin dalla Belle Époque la ferrovia attraversa gli Alti Tauri, la valle di Gastein offre il piacere di due favolosi centri termali in mezzo alle montagne con la possibilità di trascorrere giornate di wellness e yoga in mezzo alla natura incontaminata del Salisburghese.
BASE
LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI
Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.
ECONOMY
CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ
Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del terzo giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink, ed entro la mezzanotte del secondo giorno precedente al viaggio per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.
SUPER ECONOMY
MASSIMO RISPARMIO
Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del settimo giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink ed entro la mezzanotte del sesto giorno per gli Intercity e Intercity Notte. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.
Freccia 2X1
La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconto fisso del 50% del prezzo Base su Frecciarossa e Frecciargento. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive e del Salottino Business 1
FrecciaSENIOR
Riservata agli over 60 titolari di Carta FRECCIA, FrecciaSENIOR consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 29 € a seconda della classe e della relazione di viaggio. L’offerta è valida per viaggiare in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard 2
FrecciaDAYS
Viaggia il martedì, mercoledì e giovedì con sconti fino al 60% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 3
FrecciaYOUNG
Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 19 € a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci Carta FRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 4
NOTE LEGALI
1. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del settimo giorno precedente la partenza e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.
2. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Standard Premium e Business. Prevede, a seconda della classe e relazione di viaggio, l’acquisto a prezzi fissi in Standard /2^ classe a partire da 29 €, in Premium a partire da 34 € e in Business/1^ classe a partire da 39 €. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. Acquistabile fino alle ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.
FrecciaFAMILY
Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 5
3. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Puoi acquistare l’offerta fino alle ore 24 del settimo giorno precedente la partenza del treno, presso tutti i canali di vendita. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.
4. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€, 29 € e 39€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. Acquistabile fino alle ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.
5. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del terzo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti.
INSIEME
Offerta dedicata ai gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare con uno sconto sul prezzo Base fino al 50% sulle Frecce e fino al 60% su Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 6
6. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 50% per le Frecce e dal 20% al 60% per gli Intercity e Intercity Notte. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del settimo giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio e il rimborso non sono consentiti.
Informazioni aggiornate al 15 aprile 2024
MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ
Hai voglia di una pausa ad Alta Velocità diversa dal solito? Aggiungi al tuo viaggio un’esperienza di gusto! Il FRECCIABistrò ti aspetta al centro del Frecciarossa: lì troverai prodotti da forno, snack dolci e salati, piatti caldi e freddi, taglieri, panini, tramezzini, pizza, hamburger e soft drinks, birre artigianali, cocktail, vini e bollicine. Inoltre, puoi scegliere tra tanti menù pensati per ogni momento della giornata
Sono disponibili anche opzioni vegetariane e senza glutine o lattosio.
Tra i menù:
PORTALE FRECCE
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L’INTRATTENIMENTO GRATUITO AD ALTA VELOCITÀ
Grazie ai servizi e ai contenuti del portale FRECCE il viaggio a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge è più piacevole. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com
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Una selezione di serie e programmi tv
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Gli iscritti al programma Carta FRECCIA accumulati con i viaggi in biglietto premio o convertirli in sconti immediati per l’acquisto di biglietti grazie al Cashback.
Se si convertono 300 punti si ha diritto a una riduzione di 10 euro su un biglietto, per se stessi o per un’altra persona, che ne costi almeno 20. Con 600 punti, invece, si risparmiano 20 euro sull’acquisto di un biglietto che abbia un impor to minimo di 40 euro.
Convertire i punti è semplicissimo: basta se lezionare la voce Cashback Carta FRECCIA nella fase di acquisto del biglietto su trenitalia.com o sull’app Trenitalia. È possibile utilizzare il cashback anche nelle biglietterie delle stazioni, nei FRECCIA Club e nei FRECCIA Lounge.
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO
VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E
AGEVOLAZIONI NELLE
PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA
Dalle antiche linee tribali ai disegni old school dei marinai del secolo scorso, fino alle decorazioni permanenti dell’Occidente contemporaneo. Il tatuaggio ha una lunga storia di commistioni culturali e innovazioni tecnologiche, mode che cambiano e società in evoluzione. Tutto comincia nel bacino del Mare nostrum, dove sono state rinvenute le prime testimonianze di quest’arte. La mostra Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo, al Museo delle culture di Milano fino al 28 luglio, approfondisce l’universo del tattoo dal punto di vista storico, antropologico e culturale partendo dalle sue origini.
A cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Jurate Francesca Piacenti, la rassegna ne svela le curiosità meno note attraverso reperti storici, strumenti, materiali sonori, videoinstallazioni, infografiche, stampe, incisioni, testi e riproduzioni. Sconto del 50% sull’ingresso alla mostra per i clienti Trenitalia in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca per Milano con data di viaggio antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. È possibile usufruire della promozione acquistando il biglietto ridotto online sul sito ticket24ore.it o nella biglietteria del Mudec. mudec.it
IN CONVENZIONE ANCHE
MUSEO EGIZIO, TORINO museoegizio.it
REGGIA DI VENARIA, VENARIA REALE (TO) lavenaria.it
CÉZANNE/RENOIR
Fino al 30 giugno a Palazzo Reale, Milano palazzorealemilano.it
GALLERIE LEONARDO DA VINCI, MILANO museoscienza.org
GIUSEPPE DE NITTIS, PITTORE DELLA VITA MODERNA
Fino al 30 giugno a Palazzo Reale, Milano mostradenittis.it
MARTIN PARR - SHORT & SWEET
Fino al 30 giugno al Museo delle culture, Milano mudec.it
PICASSO. LA METAMORFOSI DELLA FIGURA
Fino al 30 giugno al Museo delle culture, Milano mudec.it
PIERO DELLA FRANCESCA. IL POLITTICO AGOSTINIANO RIUNITO
Fino al 24 giugno al Museo Poldi Pezzoli, Milano museopoldipezzoli.it
HELMUT NEWTON. LEGACY
Fino al 24 novembre alle Stanze della fotografia, Venezia lestanzedellafotografia.it
MONET. CAPOLAVORI DAL MUSÉE MARMOTTAN MONET DI PARIGI
Fino al 14 luglio al Centro Altinate San Gaetano, Padova altinatesangaetano.it
VAN GOGH. MULTIMEDIA E LA STANZA SEGRETA
Fino al 23 giugno a Palazzo Dalla Rosa Prati, Parma
navigaresrl.com
ESCHER
Fino al 21 luglio a Palazzo dei Diamanti, Ferrara palazzodiamanti.it | arthemisia.it
AQUA MATER
Fino al 14 luglio a Palazzo Ducale, Genova palazzoducale.genova.it
LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI A GENOVA cittadeibambini.net
ANSELM KIEFER. ANGELI CADUTI
Fino al 21 luglio a Palazzo Strozzi, Firenze palazzostrozzi.org
HZERO A FIRENZE hzero.com
MUSEUM OF DREAMERS
Fino al 18 maggio a PratiBus District, Roma museumofdreamers.com
VINCENT PETERS. TIMELESS TIME
Sono ritratti senza tempo quelli del fotografo tedesco Vincent Peters, le cui foto sono esposte dal 16 maggio al 25 agosto nelle sale di Palazzo Bonaparte, a Roma. Molte le star immortalate: da Christian Bale a Monica Bellucci, da Vincent Cassel a Laetitia Casta, passando per Penelope Cruz, Cameron Diaz, Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow. Sconto del 25% sul biglietto d’ingresso alla mostra dal lunedì al venerdì per chi è in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca con destinazione Roma con data antecedente di massimo due giorni rispetto alla visita. mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it
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LEGENDA:
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com
Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com
Cartina aggiornata al 17 aprile 2024
Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIAROSSA ETR 1000
FRECCIAROSSA ETR 500
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze
4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze
3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497
WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio FRECCIAROSSA ETR 700
FRECCIAROSSA ETR 600
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze
3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 485
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h
Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h
Composizione 9 carrozze
Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
MARCHE SENZA TEMPO
RIPARTONO I VIAGGI LUNGO LA FERROVIA SUBAPPENNINA ITALICA
Bdi Gabriele Romani
orghi medievali, dolci colline, tesori della storia da riscoprire: torna a maggio un viaggio in treno d’epoca lungo la Ferrovia subappennina italica, che collega tra loro Ancona, la vicina Fabriano e Pergola, in provincia di Pesaro e Urbino. La data da segnare in agenda è il 26, quando i convogli della Fondazione FS Italiane percorreranno oltre 30 chilometri di strada ferrata, attraversando la Valle del Cesano e le verdi alture marchigiane, dove ogni stazione cela un’opportunità turistica e culturale. Pergola, nella lista dei Borghi più belli d’Italia, è conosciuta come la città delle cento chiese, grazie ai numerosi edifici religiosi che custodiscono importanti opere pittoriche del ‘400 marchigiano. Lungo il percorso per arrivarci si incontra Sassoferrato, in provincia di Ancona. Il borgo è posto tra le
Treno del Sacro Monte
Treno natura: mercato delle Crete senesi
Treno Langhe Roero e Monferrato
Treno natura: festa del treno
Ferrovia dei parchi: l’alto Sangro
Bon! Cultura e tradizioni in Alto Tanaro
Subappenina
vette appenniniche e la natura incontaminata, dove il panorama della sottostante valle percorsa dal fiume Cesano si unisce all’importante architettura religiosa del centro storico.
La stazione di Bellisio-Solfare, nel territorio amministrato da Pesaro e Urbino, si trova invece all’interno del Parco nazionale dello zolfo di Marche e Romagna, dove gli impianti di raffinazione del minerale – detto anche l’oro del diavolo – costituiscono un inestimabile patrimonio culturale e storico-industriale.
Merita una menzione speciale Fabriano, nell’Anconetano, conosciuta in tutto il mondo per la produzione di carta di pregio e culla dell’arte pittorica centro-appenninica tra ‘200 e ‘500. Grazie all’impegno di Fondazione FS Italiane, la città marchigiana è destinata a diventare anche un punto di riferimento per la cultura ferroviaria nazionale. Lo stabile attiguo alla stazione, un tempo sede dell’officina manutenzione rotabili Trenitalia, sarà ripristinato e riqualificato per accogliere una nuova realtà museale ed espositiva. Un vero e proprio asset culturale importante non solo per il centro ma per l’intera regione, nonché campo base di una delle linee con maggiore potenzialità turistica dell’intero progetto Binari senza tempo. fondazionefs.it fondazionefsitaliane
PRIMA DI SCENDERE
FUORI LUOGO
di Mario Tozzi
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
LA CITTÀ PENSATA
Cerreto Sannita, vicino a Benevento, è una “città pensata”, ricostruita con criteri antisismici dopo il devastante terremoto del 1688, con epicentro a circa quattro chilometri dall’abitato, uno dei più catastrofici che colpirono il Meridione.
Le autorità del tempo decisero di ricostruire la nuova Cerreto più a valle, su un suolo maggiormente stabile, ma ripensando il tutto con un piano regolatore basato su criteri antisismici, molto tempo prima che tali parole diventassero di uso comune.
La ricostruzione fu abbastanza veloce tanto che, a distanza di soli otto anni dal terremoto, ogni cittadino aveva la
propria abitazione. Così vide la luce un impianto urbanistico razionale, simmetrico e ordinato: pianta rettangolare allungata, ampie strade parallele, incroci ad angolo retto, isolati ben squadrati, edifici bassi, palazzi staccati l’uno dall’altro, larghe vie di fuga, piazze dove la popolazione poteva raccogliersi in caso di scosse.
Una città aperta, senza mura, con isolati progettati in maniera diversa a seconda delle classi sociali che li abitavano: a corte per i signori, a spina per gli artigiani e gli operai, a blocco per gli ecclesiastici. Dopo quel tragico 1688, Cerreto ha superato senza troppi danni le scosse successive e non ha mai usato un solo grammo di cemento armato.
PRIMA DI SCENDERE
MINDFULNESS IN VIAGGIO
di Nerina Di Nunzio
nerina.dinunzio nerinadinunzio
[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]
LA META È IL VIAGGIO
In treno il tempo si dilata e il viaggio si fa più intimo. Rivolgiamo lo sguardo all’interno ed entriamo in raccoglimento. Meditare significa dedicare spazio a noi stessi, fare attenzione a ciò che conta e riflettere su una domanda
cruciale: di cosa ho veramente bisogno ora?
La mindfulness basa le sue fondamenta su sette pilastri. Li conosceremo insieme per farli nostri e, una volta arrivati a destinazione, applicarli alla vita di tutti i giorni.
1. Nessun giudizio
Osservare i pensieri e le esperienze senza classificarli come buoni o cattivi. Solo così si percepisce la realtà più chiaramente e si riduce la tendenza a reagire automaticamente. Qualunque cosa arrivi in meditazione o nella vita io non la giudico a priori e non la classifico. Solo dopo saprò cosa mi porterà.
2. Pazienza
Riconoscere il fatto che le cose si svolgono nel loro tempo, anche nei processi interni, accettando l’attuale momento senza fretta. Tutto finisce e ricomincia al suo ritmo. In qualunque stato io mi trovi, va bene così.
3. Mente del principiante
Avvicinarsi alle esperienze con freschezza, come se fossero completamente nuove, dando spazio alla scoperta e all’apertura. Solo abbandonando le nostre credenze limitanti, i pregiudizi e tutto quello che sappiamo potremo vedere l’inatteso.
4. Fiducia
Credere nel proprio intuito e nella saggezza interiore è essenziale per stabilire un rapporto solido con il mondo. Bisogna fidarsi che tutto andrà per il meglio, che il quadro della situazione diventerà chiaro, perché “siamo tutti sullo stesso treno” e quindi possiamo aiutarci e comprenderci.
5. Non cercare risultati
Valorizzare il processo piuttosto che inseguire obiettivi o risultati specifici. Nella pratica della mindfulness e nella vita, la meta è il viaggio.
6. Accettazione
Vivere la realtà del presente con una disposizione aperta e senza resistenza. Questo atteggiamento può portare a una maggiore serenità e a una minore sofferenza.
7. Lasciare andare
Abbandonare attaccamenti e preconcetti per consentire a esperienze, pensieri ed emozioni di fluire liberamente e allontanarsi da noi senza che vi sia resistenza o attaccamento.
PRIMA DI SCENDERE
FOTO DEL MESE
di Sandra Gesualdi sandragesu
Una banchina affollata di viaggiatori e viaggiatrici di ogni età che aspettano il treno. Abiti a gonna larga, calzettoni bianchi, camicie maschili a mezza manica e valigie rigide caratterizzano questo scatto in bianco e nero di Federico Garolla, tra i maggiori fotogiornalisti italiani dello scorso secolo.
Ferragosto in stazione è una delle quasi cento immagini realizzate dal fotoreporter napoletano ed esposte nella monografica a lui dedicata – Federico Garolla. Gente d’Italia. Fotografie 1948-1968 – al Museo nazionale di Villa Pisani a Stra, in provincia di Venezia, fino al 27 ottobre Siamo in una giornata di Ferragosto alla stazione di Milano, agli inizi degli anni ‘50, quando l’Italia si stava ricostruendo dopo la guerra ed era pronta a ripartire con una grande espansione industriale e infrastrutturale. Muoversi per le vacanze estive, appena le fabbriche chiudevano, era un evento collettivo, un rito di massa che per decenni ha caratterizzato il Paese rappresentando un compendio di antropologia. Le stazioni erano brulicanti di attesa serena. Si indossava l’abito migliore per il viaggio e ci si sporgeva sul binario per scorgere il treno in arrivo, tanta era la trepidazione del momento.
Garolla fotografa le persone riunite nella spensieratezza di un momento di svago, attento a ogni particolare che nei suoi scatti diventa un concentrato di memoria sociale. Immortala l’essenza dei ricordi d’infanzia, quelli che produrranno futura nostalgia. A incarnarla è la bambina seduta sulla valigia, intenta a mirare il fondo della stazione milanese, oltre le volte ferrate, immerso nella luce.
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